Opinione scritta da Pupottina

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Giugno, 2019
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Ninfa dormiente

A distanza di un anno e mezzo, dopo una lunga attesa, ILARIA TUTI è tornata a entusiasmare i suoi lettori, più affezionati, con il secondo episodio della saga che ha come protagonista il commissario di polizia, Teresa Battaglia, specializzata in profiling dei criminali.
La sua seconda indagine dovrebbe essere un caso semplice, ma non è mai così. Il mistero muove i primi passi da un cold case per poi spingersi sulle tracce di un assassino che sembra aver azzerato le distanze temporali fino ai giorni nostri, facendo un vero e proprio patto con il diavolo.
Teresa Battaglia e la sua squadra, alla quale si aggiungono nuovi interessanti componenti, scava tra la neve che lambisce le cime delle montagne, ostacolata dal vento che spira tra le valli delle zone di confine dell'Italia settentrionale. I racconti popolari e la Storia, del periodo della Resistenza, si amalgamano alla perfezione in un'indagine che si spinge nella particolarissima Val Resia, raccontantone lo stile di vita, i costumi, la lingua e le tradizioni.
In questo romanzo, oltre a un'indagine avvincente e che tiene l'attenzione sempre desta e sul filo del rasoio, i lettori potranno scoprire qualcosa in più sui co-protagonisti della sua storia: Teresa Battaglia, ancora alle prese con i suoi problemi di salute, ma pronta a non lasciarsi sfuggire nessun dettaglio; Massimo Marini, sempre bello, giovane ed aitante, che dovrà fare i conti con il suo misterioso passato e le incombenze del suo presente.
Ilaria Tuti ha ideato un poliziesco al femminile che non scade mai nel romantico, ma scava nelle menti criminali, pur avendo come punto di partenza una protagonista chiamata a fare i conti con la malattia della propria mente che sembra sempre sul punto di abbandonarla. Dunque, la suspense non manca.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    08 Dicembre, 2018
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Il ladro gentiluomo

"Qualunque cosa fosse, in ogni caso, è durata un attimo".
È sempre lei la protagonista dei romanzi di ALESSIA GAZZOLA.
Un romanzo dopo l'altro, Alice Allevi è ormai una specialista in Medicina legale. La vita, sia professionale sia sentimentale, ha disseminato, per lei, varie scelte che le hanno permesso, talvolta, di approdare a svolte concrete che di adagiarsi in un tranquillizzante passato. "Ma ad ascoltare il cuore spesso si sbaglia". Dopo un lungo e burrascoso corteggiamento, sembrava che tra lei e l'affascinante e imprevedibile Claudio Conforti fosse nato qualcosa di concreto, di serio, l'inizio di un percorso che avrebbe potuto portare verso l'agognata stabilità. Per un attimo, Alice ha creduto di essere approdata in un rifugio sereno. Ma l'imprevisto per lei è sempre dietro l'angolo, pronto a sconvolgerle la vita. Altre volte lo incontra dietro la porta ed ha il più altisonante e celebre dei nomi. Le vicissitudini della vita l'hanno condotta nel più sperduto degli Istituti di ricerca, quello di Domodossola. È proprio lì che Alice continuerà a seguire il suo istinto e imparerà che spesso le fa compiere un passo falso, soprattutto quando incontrerà un affascinante individuo, IL LADRO GENTILUOMO.
"Forse la verità è che siamo tutti buoni o cattivi a seconda delle circostanze. Non per perorare il relativismo, ma come altrimenti giustificare che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, abbia cambiato faccia in base al proprio interlocutore? Siamo capaci di grandi slanci e di grande acrimonia, dipende solo dal contesto in cui ci troviamo".

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    20 Settembre, 2018
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Dove c'è fumo

Simon Beckett ha attuato un'operazione insolita per uno scrittore della sua portata: è ritornato sui suoi passi. Ha deciso di rimaneggiare un suo vecchio romanzo, per migliorarlo, pur essendo già un bestseller, pubblicato per la prima volta nel 1997. A quel tempo, ovviamente, la tecnologia doveva ancora fare i passi da gigante che ha fatto, arrivando a stravolgere le nostre vite: anzi a dettarci nuove regole e a programmare nuovi legami e incontri, anche quelli che credevamo impossibili.
Riprendere un romanzo per attualizzarlo è un'operazione non da poco ed è ciò che ha fatto Simon Beckett, non perché avesse un blocco creativo, ma perché è convinto che ogni cosa possa essere migliorata. La sua operazione è simile a quella già portata a termine, con successo, da quelli che consideriamo i "mostri sacri" o "i grandi autori" della letteratura mondiale.
Il tema principale dell'opera, quello da cui Beckett ha tratto spunto per il suo bestseller, è ancora attualissimo. Anzi lo è diventato forse, se possibile, ancora di più. Tratta di voglia di maternità: un tema che non smette mai di interessare, legato al mondo femminile, ma non privo di interesse per l'universo maschile. Tale tema è ancora attuale anche grazie alle nuove tecnologie e ai progressi scientifici. Non soltanto la scienza, ma anche l'informatica, sono alla base delle scelte della protagonista di DOVE C'È FUMO.
Kate Powell è una donna fiera e indipendente. Non ci sta a farsi schiacciare da un uomo, ma non può fare a meno di commettere l'errore comune alla maggior parte delle donne, quello di innamorarsi dell'uomo sbagliato. Il suo errore lo ha commesso più di una volta e seguire le tracce di fumo diventa il suo obiettivo principale per sopravvivere, per il bene suo e della creatura che porta in grembo e non può fare a meno di amare, anche prima che venga alla luce. Lei, che voleva tanto avere una creatura che le permettesse di formare una famiglia, anche se minima, è disposta a tutto per ottenere ciò che desidera.
La maternità è qualcosa cui non si può rinunciare. Kate non può farla dissolvere come il fumo o nel fumo di un immenso incendio, quello che minaccia la sua esistenza attuale e il suo futuro.
È un bestseller che non risente dei suoi tanti anni di vita. Risulta attuale e perfettamente scritto, grazie alle ottime scelte narrative di Beckett.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Settembre, 2018
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Non scegliamo di chi innamorarci ...

"Come fai a pagare (una persona) perché venga a letto con te e sperare che si innamori?"
Non è la classica frase da romanzo erotico, ma è la domanda clou, attorno alla quale ruotano le intricate vicende del miglior thriller psicologico di PAULA DALY, LA PROPOSTA.
Roz Toovey ha una vita piena di problemi, ma anche di piccole soddisfazioni. Le sue mani esperte di fisioterapista sono in grado di curare i dolori e le contrazioni muscolari dei suoi pazienti, ma non le permettono di saldare i suoi debiti con il fisco. Roz è indebitata fino al collo. È ormai alla canna del gas. Sta per perdere la casa. Ha un ex marito che è un eterno Peter Pan e non la aiuta. Ha un bambino che rischia di non riuscire più a mantenere o a tenere con sé.
In una situazione tanto critica, a Roz viene fatta una proposta che potrebbe aiutarla o trascinarla sull'orlo del baratro. Roz è molto riflessiva: pensa i pro e i contro dell'accettare o meno la "proposta", ma, nonostante tutto, compie il primo di una serie di errori e si ritrova in una situazione che presenta un crescendo di tensione. Più lei è in pericolo, più il lettore è attento nel seguire le sue azioni. Più lei imbocca la strada sbagliata e la percorre, più il lettore è morbosamente con lei, seguendo i suoi passi.
Paula Daly, già con i precedenti romanzi (DA QUANDO SEI SCOMPARSA e L'AMICA PERICOLOSA), ci ha abituati a storie ricche di suspense, dalla trama intricata e con intrecci tra i personaggi. Anche questa volta, la Daly ha saputo intrattenere piacevolmente i suoi lettori più affezionati con un thriller psicologico, se possibile, migliore dei precedenti.
"Non scegliamo di chi innamorarci. È l'amore che sceglie noi" ... in tutti i casi possibili, nel bene come nel male.

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DA QUANDO SEI SCOMPARSA e L'AMICA PERICOLOSA
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    18 Luglio, 2018
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DSTROY

"So tenere un segreto se ci riesci anche tu."
Tipica frase da adolescente, da adulto, da persona matura che cerca di fare i conti con il proprio passato. Ecco la frase giusta per sintetizza al meglio l'ottimo thriller psicologico IL FIGLIO PERDUTO.
Dietro la misteriosa scomparsa di un ragazzo, c'è un insieme innumerevole di segreti da svelare, per riportare alla luce un'agghiacciante verità.
Dopo aver letto IL CONFINE DEL SILENZIO, LA RAGAZZA IN FUGA e LA RAGAZZA SENZA RICORDI, credevo di aver già letto i romanzi migliori di CAROL LOUISE TAYLOR, ma, con IL FIGLIO PERDUTO, la scrittrice inglese si è superata.
È un ottimo, inedito e moderno, thriller psicologico che affianca agli elementi tradizionali del genere una scrittura efficace, incisiva, dettagliata, contemporaneamente interessante ed immediata. Ai caratteri grafici tradizionali, in alcuni capitoli, compaiono anche gli emoticon, sempre più utili e rapidi, più utilizzati e comunicativi, nei dialoghi della vita quotidiana, nelle nostre chat come in quelle dei personaggi dei romanzi che leggiamo. Ottima tecnica per creare quello stato di immedesimazione tra la vita del lettore e quella del personaggio, nell'intreccio della nostra vita come nella trama del romanzo.
Seguire, da un lato, la protagonista, Claire Wilkinson, nella sua disperata ricerca del figlio quindicenne, Billy, e, dall'altra, imparare a conoscere l'adolescente, attraverso i suoi segreti o le sfumature del suo carattere, così come emergono dai frammenti delle sue chat, è qualcosa di particolarmente utile ed efficace per rendere interessante ed avvincente il dipanarsi delle vicende. Il lettore resta legato al susseguirsi delle pagine, nell'attesa di ritrovare il giovane Billy.
È un thriller psicologico che fa luce sulla vita segreta degli adolescenti e racconta al meglio le ansie e tutto ciò che una madre è disposta a fare per riabbracciare il proprio figlio.

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Il confine del silenzio, La ragazza senza ricordi, La ragazza in fuga
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Luglio, 2018
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Il capo del mondo libero

"Ho giurato di difendere questo Paese e al momento sono l'unico in grado di farlo."
Tipica frase, nel solito, impeccabile stile alla James Patterson, che promette una trama fuori dagli schemi, sempre pronta a stupire con colpi di scena il proprio, fedelissimo seguito di lettori.
Il titolo è omografo di un classico del giallo di Rex Stout, ma è qualcosa di totalmente diverso.
Un thriller serrato, che inizia lentamente come una puntata di House of cards e poi ti travolge come se stessi seguendo una di Homeland. L'esordio alla scrittura del presidente Bill Clinton si rivela un successo, grazie alla collaborazione con James Patterson: un nome e una garanzia per far sì che IL PRESIDENTE È SCOMPARSO diventi l'ennesimo, riuscitissimo bestseller.
È un romanzo che cambia spesso ritmo, ma è narrato talmente bene che il lettore passa da una scena all'altra senza rendersene conto, accompagnato dalla sapiente dinamicità narrativa di Patterson.
Protagonista di questa nuova storia è un personaggio realmente inaspettato: il Presidente degli Stati Uniti, l'uomo più importante del mondo, il leader della società democratica. È lui che, in una corsa contro il tempo, deve sventare la propagazione di un virus informatico, risolvendo una catastrofe di portata mondiale. È soltanto lui, l'uomo giusto al momento giusto, destinato a risolvere una importante e vitale crisi internazionale. Soltanto lui può salvare la civiltà.
Nonostante una serie di problemi fisici ed avversità, che acuiscono la suspense, durante la narrazione, il Presidente non demorde, non abbandona il suo ruolo, tiene fede al giuramento fatto alla sua nazione.
È un thriller adrenalinico, ricco di colpi di scena, inedito nella trama, avvincente nello stile, coinvolgente nella scelta dei personaggi e dei temi trattati.

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altri libri di James Patterson
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    22 Gennaio, 2018
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Magnetismo animale

FIORI SOPRA L'INFERNO di Ilaria Tuti, una Donato Carrisi al femminile, con balenanti lampi di originalità, è più di un caso letterario. È un romanzo d'esordio che si rivela un autentico capolavoro. È un thriller psicologico, dalla grande potenza descrittiva, ambientato nel paesino montano di Travenì, tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, un paesaggio di una bellezza selvaggia e misteriosa.
La protagonista, il commissario Teresa Battaglia, è un personaggio femminile che entra nel cuore del lettore, per il suo essere odiosa e materna nello stesso tempo. Il suo personaggio è complesso, interessante, ricco di sfumature. Lavora in coppia con il giovane Marini, un tipo un po' inesperto, un ragazzo promettente, da istruire e plasmare per la combattente Battaglia. I due hanno un'intesa che fatica a chiamarsi tale. Il loro entrare in sintonia si costruisce gradualmente e ricorda un po' la coppia investigativa Vera Stanhope e Joe Ashworth.
Da Teresa Battaglia, Marini ha molto da imparare. E forse anche il lettore.
Lei, Teresa, è abilissima nell'entrare nella mente di coloro cui dà la caccia.
"Forse loro vedono il mondo meglio di noi. Vedono l'inferno che abbiamo sotto i piedi, mentre noi contempliamo i fiori che crescono sul terreno. Il loro passato li ha privati di un filtro che a noi invece è stato concesso. Questo non vuol dire che abbiano ragione a uccidere, o che io li giustifichi. O che, in un lontano passato, hanno sofferto e quella sofferenza li ha trasformati in ciò che sono. Io questo non lo posso dimenticare."
L'approfondimento psicologico della protagonista, come anche dei personaggi secondari, fa di questo thriller una lettura interessante da non lasciarsi sfuggire. Spero che giunga presto un seguito, una nuova indagine, altrettanto avvincente, con verità e segreti da portare alla luce.
"Ecco il suo fiore. Il più bello tra quelli che gli impedivano di vedere l'inferno."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    26 Dicembre, 2017
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La"sua" ammiratrice numero uno.

Impossibile per la mia generazione non pensare a Annie Wilkes con il volto di Kathy Bates! Assurda eppure verosimile la storia narrata. Una storia nella storia. Uno scrittore che parla della sua professione svelandone i retroscena. Una lettrice, molto più che appassionata, letteralmente ossessionata da un personaggio letterario, ma anche dai suoi innumerevoli problemi psichici. Una storia di dipendenze: lo scrittore di bestseller, Paul Sheldon, dipendente, prima dall'alcol, cui non riesce a porre un limite, poi dal Novril, un farmaco antidolorifico dai numerosi effetti collaterali; l'ex infermiera, Annie Wilkes, dipendente dal suo personaggio inventato, Misery Chastain, ma anche dagli atti efferati che compie impunitamente da quasi tutta la sua vta.
È un romanzo che si evolve in un crescendo di suspense. Bravissimo Stephen King: nel delineare gli effetti allucinatori delle droghe sulla mente umana; nel parlare dell'essere scrittore, dal momento creativo sino alle aspettative dei lettori, dalle ansie correlate all'atto creativo, meglio note come "blocco dello scrittore", all'euforia e agli impulsi impellenti della stesura. Ma Stephen King è stato bravissimo in molto altro. Ogni elemento o dettaglio nella narrazione trova una sua speciale collocazione nel disegno complessivo.
Basti pensare anche al personaggio di Annie Wilkes, non un semplice tipo, quello della psicopatica, ma un personaggio a tutto tondo, dalla psicologia complessa e multi sfaccettata. Annie Wilkes è nata nel 1987, ma è attuale ancora oggi. A distanza di trent'anni, sia nei romanzi sia nei film, sono tante le Annie Wilkes proposte e spesse volte anche la cronaca sembra svelare episodi criminali parzialmente in comune con i suoi efferati delitti.
Lo stile di King nel tempo forse è un po' cambiato, ma sicuramente nel 1987 era al massimo livello. Ritengo che MISERY sia la sua opera più riuscita.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    22 Dicembre, 2017
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Sadico virtuoso

«Son io! Son io, che torno per sapere!
Ché molto io vidi, come voi vedete
me. Sì; ma tutto ch’io guardai nel mondo,
mi riguardò; mi domandò: Chi sono?».
(da L'ultimo viaggio di Giovanni Pascoli)
Un po' come l'Ulisse pascoliano, L'UOMO DEL LABIRINTO è un thriller psicologico che scava nei meandri reconditi della mente umana, dove la paura riesce a secretare gli avvenimenti più abominevoli e i ricordi più inquietanti. A chiedere chi lei sia è la prima protagonista di questa storia, Samanta Andretti: tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera. Molti anni dopo viene, improvvisamente e misteriosamente, liberata, ma i traumi e le ferite, fisiche e soprattutto psicologiche, le impediscono di ricordare chi è e chi l'ha tenuta segregata. Ricoverata in una stanza d’ospedale, il rassicurante dottor Green cerca di recuperare i suoi ricordi, scavando tra i suoi traumi.
Accanto alla vicenda di Samanta, c'è un'altra storia. Infatti, due vicende scorrono parallelamente a capitoli alterni. La seconda storia è quella di Bruno Genko, un uomo che non ha niente da perdere. È l'investigatore privato, incaricato del caso nella scomparsa di Samanta Andretti, sedici anni prima. Ha saputo della ricomparsa della ragazza e vuole risolvere il caso, catturare il colpevole, prima della polizia, mantenendo una promessa fatta ai genitori, rimasta sospesa nel tempo. È così che Bruno Genko dà la caccia al peggior tipo di sadico, quello più interessante, il sadico virtuoso.
Ma la caccia prosegue su un doppio binario: quello nel mondo reale, condotta da Genko, e quella nella mente di Samanta, portata avanti dal dottor Green.
Tante sono le risposte da trovare, tanti i personaggi che ritornano dal passato.
L'UOMO DEL LABIRINTO è un thriller sorprendente e con un originale finale a sorpresa, che si ricollega ad altri due romanzi di Donato Carrisi: Il Suggeritore e L'ipotesi del male.

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Il Suggeritore e L'ipotesi del male
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Dicembre, 2017
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Assassino impunito

C'è sempre un assassino, quando Alice Allevi, ormai diventata Specialista in Medicina Legale, analizza un corpo senza vita. C'è chi pensa che sia lei a vedere crimini ogni volta che guarda un cadavere, ma non è così. Alice ha un modo di osservare ed indagare la morte che la porta a vedere oltre le apparenze.
È bravissima ad analizzare una scena del crimine e a smascherare il colpevole, ma non lo è altrettanto nel capire come fare a realizzare il suo sogno romantico.
Nel suo cuore e in ogni suo pensiero c'è sempre il bel tenebroso CC, Claudio Conforti.
La scrittrice Alessia Gazzola ha creato l'uomo perfetto. In ogni romanzo, riesce a renderlo ancora più interessante, misterioso, desiderabile. Ci si innamora di lui ogni volta che entra sulla scena con un suo commento sarcastico o con una sua affermazione, tanto sintetica ed enigmatica da essere al limite dell'ellissi o dell'omissione.
Ma, in ogni romanzo della serie L'ALLIEVA, oltre ai personaggi, con i loro sentimenti che giocano su un'altalena, c'è il giallo sul quale Alice non smette di pensare e di porsi domande, quesiti sempre intelligenti, umani, scientifici, che impediscono a chi la affianca nella ricerca della verità, il lettore, di interessarsi ed appassionarsi alle indagini insieme a lei. È così che Alice conduce i suoi fan, in un viaggio attraverso il susseguirsi dei capitoli, coinvolgendoli nell'ennesima indagine che la vede protagonista, la prima nella quale lavora libera da ogni supervisione, poiché è ormai un vero medico legale. I consigli di CC e le sue opinioni, però, contano ancora molto per lei che non riesce e stargli mai troppo lontana. Idem per lui, bravissimo nel confonderla sentimentalmente al momento giusto.
Al centro del primo incarico di consulenza, in qualità di Medico legale, per Alice Allevi, c’è il caso di una donna, un tempo étoile della Scala e oggi proprietaria di una scuola di danza. Il suo decesso appare avvenuto per cause naturali, ma l'intuito di Alice le suggerisce ben altro. È così che inizia ARABESQUE, un giallo nel mondo competitivo del balletto classico; un mistero che ne nasconde altri; una ricerca forsennata della verità, discernendo tra invidie e menzogne.

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la serie L'ALLIEVA o ha visto la serie tv
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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    30 Novembre, 2017
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Nell'inguine dell'anima

Marilina Labruna è una donna che ama la solitudine poiché è convinta che le sia precluso tutto il resto. Tale convinzione le giunge dal profondo della sua anima, ma è generata dal suo aspetto esteriore. Marilina è consapevole di non essere una bella donna ed è altrettanto convinta di non appartenere nemmeno alle cosiddette "brutte", quelle che adesso non esistono più, come viene ribadito nell'interessantissima prefazione di Natalia Aspesi.
Marilina Labruna sente di appartenere alla categoria delle "bruttina" e, per giunta, a quelle "stagionate", ossia non più giovani o giovanissime. È una quarantenne che ha scelto un lavoro come ricercatrice alle dipendenze altrui, soltanto perché le permette di vivere in una condizione di esilio volontario. È una donna che non amandosi abbastanza, sceglie di privarsi della vita, mondana, frivola, peccaminosa. La sua storia è ambientata in una Milano cupa e plumbea, come la malinconica solitudine della protagonista che ha scelto di condividere le sue giornate tra i fogli di carta e i vecchi volumi polverosi che consulta per le sue ricerche.
In ogni narrazione, come in ogni vita, arriva sempre il momento della svolta. Un giorno, Marilina risponde ad un annuncio e si ritrova a vivere una relazione torbida, profondamente sessuale, fatta di alti e bassi, con un giovane spiantato, Berto.
Ma nella Milano di Marilina tanti sono gli uomini che incontra nel suo cammino verso una nuova vita.
Berto è soltanto una sorta di "apripista". Dopo di lui irromperanno nella sua vita, tra gli altri, anche il giovane figlio di papà, Accardi, e un galante tunisino, Karim.
Marilina è pronta ad uscire dal guscio e ad affrontare il mondo alla ricerca di certezze e di amore, non soltanto carnale, ma anche romantico e fiabesco. Marilina è la perfetta donna in carriera del nuovo millennio, ma è anche romantica e pronta, se necessario, a cambiare il mondo per adattarlo alle sue esigenze. È pronta ad usare gli uomini e ad amarli a modo suo. È pronta a scoprire dove la porterà la sua ricerca più ardua, quella verso la felicità.
LA BRUTTINA STAGIONATA di Carmen Covito ha vinto nel 1992 il Premio Rapallo-Carige Opera Prima e nel 1993 il Premio Bancarella. È un romanzo che parla di una donna che anticipa i tempi: autoironica, avventurosa e senza peli sulla lingua. Marilina Labruna è un personaggio che ispira simpatia. È l'amica della porta accanto, da cui si va per fare quattro chiacchiere tra donne, per scambiarsi confidenze, anche piccanti. È l'amica che ci aiuta a ritrovare il sorriso, con il suo tentativo di adattarsi alle tecniche di seduzione più efficaci.
Lo stile è gradevole, la trama semplice, i personaggi comuni, quotidiani, quasi veri, tanto appaiono verosimili. Il registro è colloquiale, familiare, reso ulteriormente ironico dall'abitudine di riportare i termini stranieri, inglesi e francesi, con la loro esatta pronuncia e non con l'effettiva grafia.
È un romanzo leggero che si legge per ritrovare la leggerezza d'animo tra le confidenze intime di una donna che appare quasi un'amica. La Covito si è divertita ad analizzare i comportamenti maschili e femminili, tracciandone dei profili verosimili e raccontandone modernamente le storie peccaminose.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    07 Novembre, 2017
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La Sposa Fuggitiva

Ennesimo successo per Mary Higgins Clark. Il secondo scritto con Alafair Burke. Il secondo della serie Under Suspicion. La protagonista, ancora una volta, è Laurie Moran, produttrice televisiva del programma che dà il nome alla serie Under Suspicion. Nella sua squadra, oltre ai suoi dipendenti, Jerry e Grace, ci sono suo figlio Timmy, un bambino dolcissimo, e suo padre Leo, ex poliziotto, all'occasione pronto anche a tornare in servizio, e nonno premuroso e attento. Ultimo e, assolutamente, da non dimenticare, è Alex, volto del programma, intervistatore, ammaliatore del pubblico, uomo affascinante e competente, ma con un debole per Laurie.
Non è in programma il caso della Sposa Fugitiva, ma una madre disperata sa come parlare ad un'altra. È così che per il nuovo speciale Laurie Moran decide di ripercorrere i giorni precedenti la scomparsa della bellissima Amanda, giovane sposa, fuggita dal lussuoso Grand Victoria Hotel, a poche ora dal suo matrimonio. Sono trascorsi cinque anni e di lei non si è più saputo niente. I suoi familiari sono ancora in attesa che lei torni da un momento all'altro o che dia notizie di sé, ma di lei ancora non ci sono tracce. Non c'è un corpo su cui piangere. Non c'è un avvistamento per avviare una ricerca.
Però, Laurie e la sua squadra vogliono far luce sulla misteriosa scomparsa di Amanda. Vogliono aiutare la sua famiglia a scoprire tutta la verità.
Le ipotesi sono tante e si contraddicono tra loro. Amanda ha avuto paura di sposare l'uomo che amava ed è fuggita? Forse è viva altrove? Forse ha cambiato identità e si gode la vita in compagnia di un nuovo amore? Oppure è diventata la vittima di un maniaco misterioso? È viva ed è tenuta prigioniera in un luogo misterioso? O è morta quella stessa sera? Gli invitati al suo matrimonio hanno omesso di raccontare qualcosa sulla notte della sua scomparsa?
È così che l'immagine di Amanda è rimasta bloccata nel tempo, ancora con indosso un abito bianco, quello del giorno più importante della sua vita. Tanti sono i sospetti sulla scomparsa di Amanda che resta ancora avvolta nel mistero.
In molti piangono ancora la sua scomparsa: anche Jeff, il promesso sposo, il quale però non ha esitato a convolare a nozze con un'altra donna. Non una donna qualsiasi.
LA SPOSA ERA VESTITA DI BIANCO: Mary Higgins Clark e Alafair Burke hanno ideato una trama avvincente, ricca di colpi di scena, focalizzata di volta in volta su un personaggio diverso. La vicenda è narrata e scritta con uno stile fluido ed elegante. Niente è lasciato al caso.
"Se decidete di leggere i miei libri, voglio che sentiate di aver speso bene il vostro tempo." (Mary Higgins Clark)

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    23 Ottobre, 2017
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Tacere l'orrore per sperare nel futuro.

Tacere l'orrore per sperare in un possibile futuro.

È un memoriale, breve, ma toccante, per raccontare una verità dolorosa. Incisivo e fortemente introspettivo, in ogni sua pagina, HO TACIUTO di Mathieu Menegaux è un piccolo capolavoro, un dramma in piena regola, raccontato da una donna coraggiosa, innamorata, del marito e della vita, che decide di superare un'esperienza terribile raccontandosi una bugia fatale.
Claire Beyle è vittima del crimine più odioso che possa capitare ad una donna. Non è colpevole, ma sente di dover sostenere da sola l'insostenibile fardello, che arriva a rovinarle l'esistenza e tutto ciò che ha costruito negli anni. Il suo assordante silenzio, con chiunque la circondi e possa in un qualche modo aiutarla, non le ha impedito di commettere un crimine peggiore di quello che ha costruito per se stessa con la menzogna. Il grido di aiuto, che ha dentro, le impedisce di comunicare le sue paure all'uomo che ama, mettendo a rischio il loro rapporto. L’irreparabile dramma di Menegaux, che tanto ha in comune con i romanzi di Dostoevskij, costruisce l'evoluzione del tormento di una donna, fondamentalmente buona, fino a farla esplodere nella negazione di ogni cosa.
Claire è rinchiusa nel carcere femminile di Fresnes ed è ancora una vittima oppressa dal suo senso di colpa, quando finalmente decide di mettere per iscritto la sua verità.
In un crescendo di suspense, HO TACIUTO è tragedia moderna dell'incomunicabilità.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Settembre, 2017
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*** 2020 ***

In questo romanzo, noi, come lettori, appassionati fan di James Patterson, non siamo più le vittime braccate e minacciate da uno spietato killer. A metterci in pericolo, è un "qualcosa", un'entità, non tanto astratta se può minacciare l'umanità intera. È un "qualcosa", paragonabile a un dio, ad un ipotetico messia che promette di salvare l'umanità. Il problema è: THE STORE salverà davvero l'umanità? Oppure è pronto a schiavizzarla? A servirsene senza scrupolo per un tornaconto economico? A terminare chi non si integra nel sistema o non collabora?
E se come George Orwell nel suo 1984, Patterson avesse immaginato un mondo possibile, non un futuro probabile, ma un incubo destinato a realizzarsi?
James Patterson, a quattro mani con Richard DiLallo, ha immaginato, e creato sulla pagina, un 2020, che, per tanti aspetti, sembra già qui. È vero: il 2020 è vicinissimo! Tra due anni e quattro mesi, da oggi, sarà già qui. Noi saremo come i personaggi controllati da The Store? Uno di noi potrebbe essere Jacob Brandeis?
Chi di noi potrebbe avere in mente di scrivere il prossimo, sconvolgente romanzo-inchiesta per denunciare quel "qualcosa" che non va? C'è già tanto da denunciare. Ma "qualcosa" di molto peggiore potrebbe ancora accadere o, forse, sta già accadendo sotto i nostri occhi. Forse siamo soltanto ingenui, speranzosi, ignari di tutto ciò che sta accadendo, illudendoci che siamo noi a volerlo. E se ci fosse qualcuno, che si nasconde dietro quel "qualcosa", ed è pronto a farci del male, mentre noi siamo così fiduciosi e sciocchi da permetterglielo? Forse stiamo diventando schiavi dei nostri desideri?
I nostri bisogni, primari o secondari che siano, ci rendono schiavi di noi stessi. Il consumismo sta cancellando la nostra libertà individuale, il nostro libero arbitrio?
James Patterson e Richard DiLallo hanno ipotizzato il futuro. Ci hanno mostrato non un mondo lontano nel tempo con un "qualcosa" di più o meno probabile, ma il 2020, un anno ormai alle porte, o quasi, molto molto simile al nostro contesto storico, ma con qualche dettaglio tanto positivo da essere inquietante, da essere il germe destinato a riprodurci per annientarci.
Nella selezione naturale, soltanto i più forti sopravvivono. È così da prima che Charles Darwin ce lo spiegasse.
Quella di Jacob Brandeis è una missione: smascherare The Store, ad ogni costo, per salvare l'umanità. Lui e i membri della sua famiglia sono le spie infiltrate all'interno del sistema. In una lotta contro il tempo, sono chiamati a raccogliere informazioni, tenendo alla larga i droni e gli addetti alle vendite di The Store.
In un crescendo di adrenalina, James Patterson ha firmato il suo fanta-thriller più rivoluzionario e sconvolgente.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    25 Agosto, 2017
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Paula

C.L. Taylor si conferma la mia scrittrice preferita di thriller psicologici.
Dopo IL CONFINE DEL SILENZIO e LA RAGAZZA SENZA RICORDI, LA RAGAZZA IN FUGA, nuovo romanzo autoconclusivo, mi ha appassionata dall'inizio alla fine, incuriosendomi con i tanti "perché" disseminati tra le pagine.
Il più accattivante "perché" riguarda sicuramente il personaggio misterioso di Paula: perché tormenta Joanne Blackmore?
L'interesse per la complessa storia personale di Joanne è molto intenso, poiché la sua esistenza viene raccontata, per frammenti, dalla stessa Jo, o Joanne, e da suo marito, Max. A parlarci di lei, però, c'è anche Paula, la quale sinteticamente è come se si rivolgesse alla protagonista per svelarle qualcosa di cui anche lei è all'oscuro.
Jo è una donna di una complessità unica: da anni combatte contro l'agorafobia e gli attacchi di panico. Suo marito Max le sta vicino e cerca di aiutarla come può. Ma il loro matrimonio non è propriamente un'unione felice, poiché i problemi di salute di Jo intaccano la crescita della piccola Elise di appena due anni.
Quando la sicurezza di Elise viene minacciata da Paula, donna del mistero per eccellenza, Jo non esita due volte e fugge, nonostante sia qualcosa di impossibile ed improponibile per lei che ha così tanti problemi, primo tra tutti, abbandonare la routine e l'ambiente domestico.
La fuga di Jo si rivela da subito interessante, poiché si sente braccata da tutti: la sua famiglia, la misteriosa Paula, la polizia, i servizi sociali e il suo stesso passato, non ancora del tutto rimosso.
C.L. Taylor propone, al suo pubblico affezionato di lettori, personaggi femminili dinamici che, nel corso della trama, riescono a trovare dentro sé stesse la forza per superare i loro limiti e a tirarsi fuori dai pericoli.
Ottimo lo stile narrativo. Ingarbugliata, quanto basta, ed estremamente avvincente la trama.
Consigliato.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    21 Agosto, 2017
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Sogni lucidi

DIETRO I SUOI OCCHI è un thriller ferocemente avvincente che affonda gli artigli della sua narrazione nella classica relazione di infedeltà "marito-moglie-amante", dove le due donne sono anche amiche tra di loro. Il cosiddetto "pensiero stupendo" viene vissuto non alla leggera, ma tormentato da una serie di sensi di colpi, da parte sia dell'appassionata amante che del marito.
"Avere una relazione è un segreto abbastanza grosso e non credo che tu sia tagliata per mantenerlo. Ed è un complimento. Tu non sei così."
Louise non riesce a dire la verità alla sua bellissima e fragile, amica Adele. Ha iniziato occasionalmente una relazione con David, prima di scoprire chi lui fosse in realtà: il suo capo. Nonostante sia consapevole di trovarsi in una situazione molto rischiosa, anche perché potrebbe perdere il suo lavoro, Louise non riesce a rinunciare al suo rapporto sentimentale, clandestino, con David, nemmeno quando si accorge che lui nasconde non pochi segreti.
Anche da Adele, Louise non riesce a stare lontana. Lei le racconta molte cose della sua vita privata, intima, con il marito David, troppo impegnato a controllarla in maniera ossessiva. Adele fa tante allusioni, lascia cadere indizi, ma le appare dolce, indifesa, bisognosa del suo aiuto per staccarsi dal marito David, uomo dal quale nessuna delle due riesce a stare a distanza.
La trama si sviluppa alternando la narrazione tra i tre co-protagonisti, che raccontano le vicende secondo il loro punto di vista per farla progredire. Soltanto al personaggio di Alice, la scrittrice SARAH PINBOROUGH concede di svelare qualcosa del misterioso passato che la unisce a suo marito David e spiega per quale motivo lui la tenga così morbosamente sotto controllo, anche economicamente.
Adele ha molti segreti. Niente delle sue azioni è disinteressato e casuale come sembra. Lei ha superato il problema del sonno, i suoi viaggi onirici le permettono di intraprendere dei veri e propri "sogni lucidi".
È un thriller psicologico che sorprende e sconvolge fino all'inaspettato colpo di scena finale.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    30 Luglio, 2017
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Dorrie, Karen o Maggie?

Non ho ancora letto (e mi riprometto di farlo presto) l'esordio narrativo (La moglie bugiarda) di Susan Crawford, ma, il secondo romanzo, L'ALTRA DONNA, mi ha conquistata. I due romanzi non sono collegati. Gli unici elementi comuni sono: il parlare delle donne e l'essere thriller psicologici già diventati bestseller.
Nell'immaginario comune, quando parliamo de L'ALTRA DONNA, solitamente pensiamo all'amante di un uomo sposato. In questo romanzo, sentiamo le voci delle due donne, moglie e amante, Karen e Dorrie: entrambe definiscono la rivale L'ALTRA DONNA. Entrambe sono protagoniste e voci narranti del thriller. A loro si aggiunge una terza protagonista, Maggie Brennan, anche lei è, o può essere, L'ALTRA DONNA, incaricata di condurre l'indagine assicurativa sulla misteriosa morte dell'uomo conteso, un affermato imprenditore, un marito attento e un amante appassionato, Joe.
Di lui, la scrittrice ci racconta gli ultimi istanti, le ultime parole, gli ultimi propositi, prima di quell'imprevisto, improvviso e fatale incidente. Con lui, lo apprendiamo già dalla sinossi nella quarta di copertina (non vi svelo niente), c'è Dorrie, la giovane dipendente e amante, L'ALTRA DONNA di Joe, innamorata del suo capo e mentore sul lavoro. Dorrie, però, non è soltanto la solerte impiegata di Joe, è anche la moglie di Samuel e la madre di Lily. Ha tante passioni oltre a quella per Joe. Nella sua vita ci sono i numeri e, soprattutto il teatro.
L'ALTRA DONNA, la moglie Karen è molto attraente ed elegante. Al contrario di Dorrie, si veste bene e no passa mai inosservata. È la donna da cui gli uomini non riescono a staccare gli occhi, ma, nonostante questo, suo marito le è infedele. Perché?
Infine, L'ALTRA DONNA è Maggie, giovane, single, con un passato doloroso, che non riesce a dimenticare, nell'esercito, in missione, ed un addestramento da poliziotta. È fuggita da tutto per fare l'agente assicurativo. Il suo compito è supervisionare le pratiche e segnalare le possibili irregolarità o truffe. Qualcosa nella morte di Joe accende un campanello d'allarme nella sua mente e il suo istinto da poliziotta emerge. È così che inizia un'indagine nella vita, sentimentale e professionale, della vittima ed è così che una serie di segreti vengono a galla in un susseguirsi di colpi di scena.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    23 Luglio, 2017
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Cuccioli da salvare

"La domenica sera è diversa da tutte le altre."
CUCCIOLI è un poliziesco interessante, avvincente e divertente. Tanti sono i personaggi a cui l'autore, Maurizio De Giovanni, affida l'intricata indagine di scoprire chi ha abbandonato una neonata. Il dipanarsi dell'indagine fa emergere il lato più umano e dolce nei membri della squadra soprannominata Bastardi di Pizzofalcone. Come in ogni romanzo, al caso principale da risolvere se ne affianca un altro che, questa volta, ha un qualcosa in comune: bisogna dare giustizia a creature fragili ed indifese.
È un caso che appare inizialmente impossibile, ma, un indizio dopo l'altro, la realtà incomincia a prendere forma e tutti i tasselli del puzzle trovano la loro esatta collocazione. A dare il loro contributo all'indagine sono tutti i membri della squadra dei Bastardi di Pizzofalcone, dediti al lavoro, nonostante le loro vicissitudini personali e familiari.
A rendere CUCCIOLI un'esperienza letteraria unica è la voce di Peppe Servillo, la quale con il suo ritmo e le sue intonazioni, mette in risalto lo sviluppo dell'indagine, rilassando e tenendo desta, al tempo stesso, l'attenzione dell'ascoltatore. Ottimo audiolibro.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    21 Luglio, 2017
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Bambola di pezza

Un corpo. Sei vittime. Un'intera squadra di polizia ad indagare. Giornaliste in carriera a caccia di scoop e fotoreporter appostati ad ogni angolo, pronti a non perdere lo scatto del secolo. Un killer spietato che in poche ore guadagna l'appellativo di Ragdoll Killer. Un killer che non fa segreto dei suoi progetti futuri.
Una lotta contro il tempo: per la polizia, che indaga; per i giornalisti che vogliono l'esclusiva; per il serial killer che non vuole rimangiarsi la parola e vuole colpire l'opinione pubblica, sconvolgere, seminare il panico e, soprattutto, uccidere.
La trama è intricata. Lo stile accattivante. È un piacere per il lettore seguire l'indagine, che non manca di sconvolgerlo e farlo sentire parte della squadra.
L'esordio di Daniel Cole è esplosivo e improvviso come i colpi di scena che dissemina tra le pagine del suo primo romanzo che ha tutte le carte in regola per essere l'inizio di una nuova, avvincente serie poliziesca di thriller.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    13 Luglio, 2017
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Lei lo vuole tutto per sé

LA FIDANZATA. Un titolo accattivante e molto di più.
Le donne, si sa, sono disposte a tutto quando si tratta di raggiungere il cuore di un uomo. La situazione diventa al limite della follia, quando le due donne, platealmente rivali, sono animate da motivi diversi e, soprattutto, ricoprono ruoli differenti nella vita di quel medesimo uomo.
Se le due donne sono, tra loro, suocera e nuora, si ha quasi l'impressione che il thriller in questione prenda avvio dal solito, celebre odio tra le due figure femminili, che ricoprono i ruoli più importanti nella vita di un uomo, amato diversamente dalla madre e dalla moglie.
Il thriller psicologico LA FIDANZATA, nel titolo, sembra porre in risalto la donna che arriva in un secondo momento nella vita dell'uomo, colei che si impegna ad amarlo e lo amerà nel futuro che si apprestano a costruire. In realtà, il romanzo non tralascia di approfondire la psiche di entrambe le figure più importanti nella vita di un giovane uomo, madre e fidanzata.
Entrambe lo vogliono o lo vorrebbero tutto per loro, ma in modo diverso. L'una per non perdere il figlio tanto amorevolmente amato e cresciuto. L'altra per essere certa che nessuno ostacolerà il futuro che ha in mente di realizzare con il suo uomo.
Inizialmente, entrambe cercano di porsi bene nei confronti l'una dell'altra, ma, a causa di malintesi e fraintendimenti, la situazione si complica fino a diventare una reale persecuzione. Il lettore è posto dinanzi ad una serie di interrogativi. Chi è la più cattiva delle due donne? La madre che cerca di non perdere il figlio ed essere messa da parte? O la fidanzata che non si sente apprezzata e teme che la sua storia possa essere compromessa sul nascere e, di conseguenza, terminare?
Il thriller psicologico di Michelle Frances non si limita ad analizzare il perché la situazione tra le due donne non funzioni, ma ipotizza in maniera credibile l'escalation di violenza che una bugia può provocare. Provate ad immaginare cosa potrebbe accadere se le bugie fossero più di una e se i segreti di entrambe rischiassero di essere smascherati. La follia delle donne può superare quella degli uomini. L'ossessione e la gelosia raggiungono livelli mai raggiunti prima. La suspense non ha mai tregua ed il ritmo è incalzante. Il lettore è costantemente portato a interrogarsi su chi sia la più folle delle due donne o se una delle due potrebbe essere considerata la vittima dell'altra.
È il thriller psicologico migliore che ho letto negli ultimi anni.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    04 Luglio, 2017
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Sei morta

PETER JAMES è l'autore britannico di thriller del momento. I suoi romanzi sono gialli coinvolgenti e accessibili a tutti, che coniugano sapientemente misteri e colpi di scena. IL SEGNO DELLA MORTE ("You are dead" o "Sei morta") è l'undicesimo romanzo della serie che ha Roy Grace come protagonista. È un thriller avvincente, che parte da un tatuaggio inquietante, ritrovato sulle vittime. Ancora una volta, c'è una nuova lotta contro il tempo per l'ispettore Roy Grace, che è l'unico in grado di affrontare il caso e risolverlo.
A partire da una ragazza scomparsa misteriosamente, il numero delle vittime cresce rapido e sembra non avere fine. Ancora una volta, Roy Grace è guidato dal suo sesto senso: unico, infallibile, inarrestabile. Da una scena del crimine all'altra, da un interrogatorio serrato ad una perquisizione minuziosa, gli elementi che compongono l'indagine delineano un caso che può avviarsi verso la soluzione.
Roy Grace è eccezionale nel lavoro, ma non altrettanto nella vita privata, dove molte cose sembrano sfuggirli. O meglio, è lui stesso a fuggire da verità, che vuole ignorare, e da paure, che lo sconvolgono.
Roy Grace è un personaggio che piace al lettore. Tutti i personaggi sono verosimilmente ben delineati. La trama è ingarbugliata, ma credibile. Il ritmo tende progressivamente ad accelerare. Il giallo, alla base del romanzo, si sviluppa con un susseguirsi di colpi di scena che lo rendono interessante ed avvincente.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    31 Mag, 2017
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L'estate fredda

Anche Pietro Fenoglio, maresciallo dei carabinieri sabaudo, trapiantato nel Sud Italia, è un personaggio che si fa amare dai lettori come l'avvocato Guerrieri. In questo romanzo, che racconta anni di storia, Gianrico Carofiglio ci porta indietro nel tempo, nell'anno 1992, e in Italia, a partire dall'inchiesta di Mani Pulite, sta per accadere di tutto, tutto terribile e luttuoso, tutto destinato a lasciare il segno. In questo romanzo, Carofiglio ci racconta la mafia, attraverso una serie di interminabili interrogatori. Ci racconta gli attentati a Falcone e a Borsellino. Ci presenta un personaggio che piace al lettore perché è umano, buono, onesto, coraggioso, instancabile.
Con L'ESTATE FREDDA, ho provato qualcosa di diverso. Ho scelto l'edizione in audiolibro, perché è un ottimo modo per rilassarsi ed intrattenersi intellettualmente a fine giornata. A leggere, anche per me, il romanzo L'ESTATE FREDDA è lo stesso autore, lo scrittore Gianrico Carofiglio.
È stata un'emozione unica. Ha contribuito a dare spessore ai personaggi.
La voce di Carofiglio ha dato vita alle sue creature intellettuali, ai suoi personaggi letterari, ed ha raggiunto un ottimo risultato.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    24 Mag, 2017
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La forma del buio a Roma

"Perché il caos genera la paura. E l'ordine è l'unica cura."
Dopo il successo internazionale di È così che si uccide, MIRKO ZILAHY ha scritto il secondo thriller della serie con il commissario Enrico Mancini, il miglior profiler di Roma. La capitale non è mai stata tanto avvolta da una nebbia di morte. L'oscurità e la morte sono ovunque. Il Male, fatto persona, incarna uno spietato killer che non intende smettere di dare la caccia alle sue ignare vittime.
È un thriller davvero molto coinvolgente, anche più del primo che già mi aveva conquistata. LA FORMA DEL BUIO è il giallo psicologico che avevo bisogno di leggere per rimanere coinvolta da una storia oscura e tormentata resa ancora più efficace da uno stile narrativo avvincente e ricco di colpi di scena.
"Riconosce l'eccitazione della caccia. La sproporzione tra la violenza del predatore e l'inerzia della preda. Le pupille si dilatano come quelle di un felino dentro le tenebre. La moquette blu oltremare è dappertutto e soffoca la musica dei suoi passi di morte."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    14 Aprile, 2017
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Una perfetta sconosciuta ...

Come si fa a dimostrare la propria innocenza quando ci sfugge qualcosa di molto importante? Quando non ricordiamo esattamente quel qualcosa che ci viene proposto come certo, come facciamo a dimostrare che non è reale? E se invece fosse reale? E se fossimo noi che non lo ricordiamo?
È sicuramente un incubo quello che si vive in una situazione del genere. È l'incubo che si trova a vivere Alice Humphrey, principale sospettata dell'omicidio del suo affascinante capo.
Ma Alice è molte altre cose ...
È l'amata figlia di una famiglia privilegiata, ma nota alla cronaca per precedenti scandali. È anche una ragazza determinato a farcela da sola, a realizzarsi nel lavoro senza l'aiuto di papà. È una giovane intraprendente come tante che vive nella Grande Mela.
L'incontro casuale con quello che diventa il suo nuovo capo, Drew Campbell, le cambia davvero la vita. Campbell è il rappresentante di un ricco mecenate anonimo che vuole lanciare un artista delle doti artistiche controverse. Lui vuole aprire una galleria d'arte e vuole che Alice la gestisca. Per Alice è tutto incredibilmente provvidenziale ed accetta senza pensarci su due volte.
Inevitabilmente, il nuovo inizio di Alice è troppo bello per essere vero.
Alice si trova in un groviglio di menzogne. L'anonimo mecenate è impossibile da rintracciare ed anche il controverso e chiacchierato artista, noto con uno pseudonimo, si dà alla macchia. Sembra come se Alice fosse caduta in una trappola, ordita da qualcuno che agisce nell'ombra, per incastrarla.
Se vuole non essere accusata di omicidio, deve scoprire la verità ed individuare il colpevole.
Alice è un bel personaggio: è intelligente, interessante e simpatica.
Anche questa volta, la scrittrice americana, Alafair Burke, ha ideato una storia complessa, coinvolgente e avvincente. È un autentico giallo. Diventa sempre più ingarbugliato ed intrappola il lettore che non resiste alla curiosità di sapere come finirà.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    14 Aprile, 2017
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Il Gattopardo

È un romanzo storico che si legge e si rilegge sempre volentieri per la memorabile descrizione della Sicilia risorgimentale.
L'austero ed elegante stile narrativo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa si carica di una ulteriore dose di malinconia nell'edizione audiolibro letta da Toni Servillo, grazie alla sua voce ideale per narrarne il prezioso contenuto. IL GATTOPARDO, pubblicato postumo nel 1958, è stato un autentico caso letterario che ha reso immortale l'opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore di quest'unico memorabile romanzo.
È il contenuto l'elemento fondamentale dell'opera, reso celebre anche grazie allo stile narrativo vibrante, fortemente descrittivo.
IL GATTOPARDO del titolo è sia la figura animalesca che troneggia sullo stemma araldico dei Salina, sia il personaggio del Principe, Fabrizio di Salina. È quest'ultimo la colonna portante di una famiglia destinata sempre più a crollare dopo la sua dipartita. È un uomo forte, energico, passionale, già in là con gli anni, fiero della sua posizione, ostinatamente attaccato alla sua nobiltà ormai in decadenza. A lui si contrappone il giovane nipote, Tancredi, con le idee più aperte e innovative sull'Italia che si sta formando.
Un'altra figura che lascia il segno è quella della bellissima Angelica, figlia di Don Calogero Sedara, un rozzo, ricco e spregiudicato signorotto di Donnafugata, il quale, grazie alla sua ricchezza, sta comprando l'intero paese.
Tanti sono gli eventi, narrati dettagliatamente o lasciati intuire, che vengono sviluppati e raccontati dalla perfetta narrazione di Tomasi di Lampedusa. Tanti gli esempi perfetti di connubio tra forma e contenuto che IL GATTOPARDO contiene.
Memorabile nelle tante descrizioni affrescate è la Sicilia, da leggere tra le righe, le pagine i capitoli, ma percepita perfettamente attraverso i sensi. Colori, odori e sapori di Sicilia sono altrettanto co-protagonisti delle vicende narrate.
La storia narrata è “speciale” in un modo tutto suo o, quantomeno, è da considerare raccontata in modo speciale. È la vicenda della nascente Italia vista dalla parte di coloro che stanno diventando i decadenti, “perdenti” di un'epoca di sfrenato rinnovamento. È la storia di una stirpe di sangue blu che sta perdendo il suo colore, il suo luccichio, svanendo nella polvere dei tempi.
IL GATTOPARDO è un'opera di altissima letteratura, un libro di storia, un modello di stile, una filosofia della condizione umana, un racconto della Sicilia e dei siciliani. È un romanzo storico che merita di essere apprezzato anche in questa mirabile edizione audio.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    30 Marzo, 2017
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La vendicatrice - libro n. 1

È il primo libro di Mark Dawson che leggo ed è anche il primo che ha come protagonista Beatrix Rose, ex spia del servizio segreto britannico in cerca di vendetta per un paio di ottime ragioni: il rapimento della figlia e l'omicidio del marito. Beatrix Rose è decisamente bella e sexy. Ha il fascino delle donne indipendenti: quelle che sanno il fatto loro e anche molto di più. Beatrix è un di quelle che hanno spodestato gli uomini dai loro ruoli d'azione. È una donna d'azione che nella pianificazione, nella strategia e nell'attuare una missione non ha niente da invidiare ad un uomo. Il suo è il classico ruolo dove solitamente c'è un uomo. Ma lei non stona per niente. Anzi. Ha quel qualcosa in più. Il suo valore aggiunto è rappresentato dalla sensualità del lato femminile e dalla capacità di essere protettiva come soltanto una madre sa essere.
Dal primo libro, che la vede protagonista, apprendiamo che Beatrix Rose sta pianificando la sua vendetta. Però, molto di lei è appena accennato. Forse per accrescerne il fascino, l'effetto sorpresa. Mentre la suspense cresce e vengono delineate le situazioni, da più punti di vista, ci accorgiamo a malapena e contro voglia di essere giunti alla fine del libro. Molto ancora è in sospeso e tutto può ancora accadere e, in attesa del seguito, da bravi lettori, rimaniamo a ipotizzarne i futuri sviluppi.
Ottimo action thriller di attualità sconcertante. Scritto bene, si legge con crescente coinvolgimento.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    17 Marzo, 2017
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La gemella sbagliata

Tutto iniziò per gioco, uno di quei giochi fra bambini per far impazzire mamma e papà. Invece, da un semplice ed infantile gioco prende avvio un processo perverso che accompagna la formazione di una coppi a di gemelle, Helen e Ellie. Due gemelle identiche, in tutto tranne che nel carattere. Ma è davvero così?
Le due identità sono distinte?
Helen è la leader, Ellie la spalla.
Helen decide, Ellie obbedisce.
Helen pretende, Ellie accetta.
Helen inventa i giochi, Ellie partecipa.
Quando Ellie però decide di non fare terminare il gioco, inizia un conflitto anche tra due bambine, due splendide ed inseparabili gemelle, unite non soltanto dalla complicità, ma anche da una intricata follia.
L'intreccio si dipana alternando il punto di vista di Helen e quello di Ellie, raccontando la storia parallelamente, da ambo i lati.
Il lettore può solo entrare nei meandri della mente umana: non di una sola, ma di un eterno doppio. Il Bene e il Male giocano a scambiarsi di posto.
È un inquietante thriller psicologico, che cattura l'attenzione e scava a fondo nella menta umana, raccontandone anche i meccanismi più perversi con uno stile avvincente, coinvolgente e ricco di suspense.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Marzo, 2017
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Caccia allo Scorpione

IL LOGISTA. Chi è? È prima di tutto il titolo del romanzo di Federica Fantozzi.
Insieme alla copertina accattivante, a incuriosirmi tanto da portarmi a leggere questo libro è stato soprattutto il titolo. Mi chiedevo chi fosse IL LOGISTA e l'ho letto per scoprirlo.
Una delle definizioni di logista, contenuta nel libro, è singolarmente accattivante: "immagina una babysitter per adulti con esigenze speciali". Ma il logista è molto di più: è il personaggio forse più interessante del romanzo, dopo la fantastica protagonista, Amalia Pinter, giornalista di "Il Vero Investigatore", piccolo immaginario quotidiano romano.
IL LOGISTA è "un professionista che gestisce il tuo soggiorno all'estero. Prende in carico la trasferta in anticipo e fa in modo che vada liscia dal benvenuto all'arrivederci"; è "logistica applicata a servizi anziché prodotti. Pianificazione, organizzazione, gestione. In una parola: uno stratega".
Il genere thriller rientra perfettamente nella sfera delle mie letture preferite, pertanto è riuscito a conquistarmi da subito. Il principale merito della scrittrice romana è quello di aver ideato una protagonista che piace tantissimo a lettori e lettrici; agisce esattamente come vorrebbero che agisse; indaga e segue le piste che risultano più accattivanti; batte il chiodo, finché è caldo; giunge alla soluzione di un mistero e di un crimine che, inizialmente, solo lei vede.
Lo stile è magistralmente orchestrato. La trama si riallaccia all'attualità in maniera sorprendente, rendendo questo romanzo, un giallo-thriller investigativo, particolarmente originale ed avvincente.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    22 Febbraio, 2017
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LAMENTO DI PORTNOY

Philip Roth è lo scrittore statunitense che apprezzo di più.
I suoi libri sono semplicemente geniali.
In LAMENTO DI PORTNOY ho ascoltato e riascoltato il monologo tragicomico del personaggio ideato da PHILIP ROTH. Ho ascoltato perché ho scelto l'edizione audiolibro, edita da EMONS.
Il romanzo è stato letto da Luca Marinelli, attore, già noto nel panorama cinematografico italiano, e pluripremiato, nel 2016, per aver interpretato lo Zingaro in "Lo chiamavano Jeeg Robot".
Il protagonista di LAMENTO DI PORTNOY è il trentatreenne Alex Portnoy, commissario aggiunto della Commissione per lo sviluppo delle risorse umane del Comune di New York. Nel lavoro è abile, intransigente, stimato, ma Alex è un personaggio molto più complesso. Lui ricorre all'analisi dallo psicanalista per comprendere se stesso e sfogare le proprie frustrazioni. Il suo dilemma è capire come mai si senta travolto dai desideri che ripugnano la sua coscienza e da una coscienza che ripugna i suoi desideri. Il suo eterno enigma interiore si espande ad ogni aspetto della sua esistenza, domina i suoi pensieri, tanto da vedersi costretto ad andare in terapia, come un moderno Zeno Cosini. Però, è statunitense.
Ironico e dissacrante, il monologo, lamentoso e tragicomico, di Alex Portnoy comunica al lettore tanto di quel conflitto eterno e comune un po' ad ogni essere umano. Il conflitto è tra i desideri e la coscienza, su cosa è giusto e cosa non lo è, sul perché rincorrere i propri desideri, tenendosi però pronti a fare i conti con la coscienza. Divertente, in maniera intelligente, LAMENTO DI PORTNOY fa anche riflettere, analizza la vita, l'esistenza, ne scompone le singole parti per renderla più accattivante, per ricordarci che si vive una volta sola ed è obbligatorio essere felici e liberi.
LAMENTO DI PORTNOY è il miglior romanzo di Philip Roth.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    20 Febbraio, 2017
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Soffocamento

Romano De Marco è uno dei miei autori di noir preferiti.
Il suo stile, studiato, scorrevole e fluente, mi coinvolge sempre tantissimo. I suoi thriller sono ottimi e non hanno niente da invidiare, ma semmai da insegnare anche ai classici del genere della letteratura internazionale.
Il suo modo di narrare crea sapientemente la suspense e riesce a catturare e a tenere desta l'attenzione del lettore, un capitolo dopo l'altro.
La vita perfetta di Sandra Morrison non è esente da sorprese, anche disastrose. La sua vita perfetta sfuma completamente quando suo marito, Alan, viene stato ritrovato morto in uno squallido parcheggio, in circostanze ambigue che fanno pensare ad un incontro andato male con una prostituta.
Sandra credeva profondamente in suo marito e non lo reputava tipo da concedersi tali svaghi, assecondando basse perversioni. A cercare di superare l'orribile omicidio non è sola. Ha sua figlia adolescente, Devon, e non può permettersi di crollare, come è accaduto alla parte più importante della sua vita "perfetta".
Sandra è ferita nei sentimenti e profondamente arrabbiata con se stessa per non essersi resa conto della doppia vita di suo marito, l'uomo con il quale ha condiviso vent'anni della sua vita e un'infinità di momenti felici.
Sandra deve fare presto i conti con la realtà: forse non conosceva bene suo marito, come credeva. Scopre presto che lui aveva un segreto più grosso, inimmaginabile, e quel qualcosa la mette irrimediabilmente in pericolo. All'insaputa di tutti, Alan stava indagando da tempo su un caso di cronaca nera rimasto irrisolto trent'anni prima: il rapimento e l'uccisione di sei bambini a Richmond, in Virginia, per mano di una donna misteriosa che nessuno è mai riuscito a identificare, la Lilith di Richmond.
Questa scoperta cambia il punto di vista di Sandra e mette a repentaglio la sicurezza sua e di sua figlia Devon.
Inizia così una lotta contro il tempo per risolvere il misterioso cold case e scampare alla morte.
È un thriller riuscitissimo, coinvolgente e avvincente.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    16 Febbraio, 2017
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Qualcosa di Troppo

QUALCOSA è una fiaba moderna che nutre l'anima di quel Qualcosa che nessuno prende più in considerazione. Una donna alla ricerca di QUALCOSA DI VERAMENTE IMPORTANTE, quanti uomini QUALCOSA deve incontrare prima di trovare l'uomo giusto? Dovrà incontrare Qualcosa di Buffo, Qualcosa di Blu, Qualcosa di Speciale, Qualcosa di Più e Qualcosa di Giusto. Ma chi è che fa veramente al caso suo? Se lei sente di essere Qualcosa di Troppo, qual è l'uomo realmente giusto? Chi è l'uomo che, oltre a farle sentire le farfalle nella pancia, è adatto per lei? Con chi lei è destinata a rimanere per sempre?
L'amore è sempre così complicato e trovare l'uomo giusto è la solita missione impossibile per una donna che sa quanto vale e non si sente affatto "troppo" esigente o Qualcosa di Troppo. Eppure tutti la considerano così: Qualcosa di Troppo.
Lei è alla ricerca dell'amore, del suo uomo ideale, del suo Cavaliere, pronto ad ascoltarla, ad amarla, a non pretendere da lei QUALCOSA che non è e non può essere.
Eppure anche l'amore può cambiare un punto di vista ...
Se al giorno d'oggi siamo attratti da tutto ciò che brilla, splende ed è folgorante, fino all'eccesso, siamo anche alla ricerca di quel Qualcosa di Più, rispetto agli altri. Vogliamo Qualcosa di Speciale, di Giusto, Qualcosa in grado di farci sorridere sempre. Ma non possiamo sempre ridere. C'è anche altro di cui abbiamo bisogno. Il nostro punto di vista verso i bisogni primari è cambiato. Abbiamo perso l'abitudine ad ammirare le cose quotidiane, normali, forse banali e troppo spesso considerate come un "niente", privo di importanza.
Forse ci sbagliamo.
Il nostro Cavaliere è colui che sa farci guardare e trovare Qualcosa di realmente speciale nel "NIENTE".
Grazie alle parole della fiaba moderna di CHIARA GAMBERALE, potrò guardare al mondo e ai miei reali bisogni da un punto di vista diverso.

"È importante che il tuo futuro marito ti porti in dono tutte le cose che non-fa. Così non le farete insieme. E spero che saranno davvero tantissime."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Febbraio, 2017
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MARIA

Le parole di Simonetta Agnello Hornby e la voce di Iaia Forte sono un'accoppiata perfetta, un connubio riuscito per narrare una storia avvincente e ricca di colpi di scena.
La storia è lunga un ventennio: dai Fasci siciliani all’ascesa del fascismo, dalle leggi razziali alla Seconda guerra mondiale, fino ai bombardamenti che distruggono Palermo.
È la Sicilia la principale protagonista di questo romanzo, con la sua storia e la sua tradizione.
La bella e giovanissima Maria, quindicenne, data in sposa al trentaquattrenne, amico di famiglia, Pietro Sala, riesce a stregare gli uomini e a movimentare le vite di tutti i personaggi che le ruotano intorno in una danza legata all'eros e ai sentimenti.
Il romanzo Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby è un'avvincente saga familiare, una storia dominata da sentimenti forti e passioni travolgenti. Maria è un bellissimo personaggio femminile, delineato alla perfezione. È la donna meridionale per eccellenza in cui tante altre donne si ritrovano.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    24 Gennaio, 2017
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Il successo non lo si può incassare e basta

Agghiacciante, terrificante, profondamente spaventoso, ma soprattutto sexy e glamour. Ecco com'è il mondo della moda, raccontato da Hanna Lindberg in Stockholm Confidential. Il mondo delle sfilate e delle riviste patinate è una trappola che coinvolge, non soltanto le lettrici che ne restano affascinate, ma anche le modelle che si trovano in grave pericolo. È così che accade in Stockholm Confidential. Tra servizi fotografici, feste ad alto livello arcolico, sesso e droga. È dai tempi del film anni Novanta "Sotto il vestito niente" che il mondo della moda non si macchiava tanto di sangue.
A rimanerne coinvolta è la scaltra e promettente reporter Solveig Berg, disposta a tutto pur di avere il suo scoop.
C'è un assassino in circolazione. Solveig sa chi è. È un uomo del jet set. Lei è una testimone. Ma non vuole denunciarlo. Vuole raccogliere le prove e pubblicarle sul suo blog. Vuole realizzare il suo scoop. Vuole tornare sulla cresta dell'onda, dopo che la sua fortuna è inaspettatamente precipitata a causa di un fatale errore.
La morte gira intorno alla bella Solveig Berg. Le morti misteriose si susseguono, mentre la sua bellezza la porta in copertina e a confondersi nel mondo delle modelle.

"Il successo non lo si può incassare e basta, bisogna anche restituirlo. Altrimenti ti viene tolto qualcosa che magari è più importante."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    04 Gennaio, 2017
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Letto da Vinicio Marchioni

In LE CORREZIONI, Jonathan Franzen dà il meglio di sé. Mette a fuoco i tratti essenziali della crisi dell’istituzione familiare nella società odierna. Il suo modello è la tipica famiglia americana. La descrive nelle sue abitudini essenziali, approfondisce quelli che sono i segreti e tutti i non detto dei personaggi: padre, madre e tre figli, due maschi e una femmina, Gary, Chip e Denise. Quello che caratterizza i personaggi è soprattutto il divario ideologico tra le generazioni, ma anche tra i sessi. Spesso sono lontani anche fratello e sorella.
Le vicende della famiglia Lambert mi hanno molto coinvolta, le ho trovate avvincenti e mi hanno appassionata nel loro evolversi e dipanarsi. Mi sono ritrovata nelle ansie dei personaggi, nei loro sogni e nelle loro aspettative per il futuro.
La rigidità dei genitori è quella propria anche delle famiglie italiane di una volta. I genitori, americani come italiani, hanno la pretesa di impartire insegnamenti ai figli, attraverso la "correzione", quella del titolo. Correggendo gli errori, i genitori pensano di poter realizzare attraverso i figli, ciò che non hanno raggiunto nella loro giovinezza professionale. Alfred e Enid, padre e madre, hanno preteso di orientare la vita dei loro figli, correggendo, di volta in volta, ogni possibile deviazione da quella che loro ritengono sia la retta via, il modo giusto di vivere e raggiungere la realizzazione, attraverso un ottimo posto di lavoro ed un importante ruolo sociale che li collochi su un gradino più alto degli altri.
Il sogno di Enid, la madre, è riunire la famiglia per un ultimo Natale, tutti insieme, consapevole che le condizioni di Alfred, malato di Parkinson, si stiano progressivamente aggravando.
È un romanzo che parla di libertà e felicità. L'uomo si affanna per raggiungere entrambe e, troppo spesso, si illude di averle raggiunte, ma deve sempre fare i conti con tutto il resto, tutto il contorno della vita di ognuno di noi.
È un romanzo che ti prende, ti entra dentro la mente e nell'anima, ti impone di riflettere su tutti i dettagli e le componenti della tua esistenza, della tua quotidianità, confrontandola con quella dei personaggi.
Per questo romanzo, Jonathan Franzen utilizza uno stile ricercato, dettagliato, approfondito con rigido rigore critico, ma che risulta anche scorrevole ed avvincente.
La mia scelta per LE CORREZIONI è stata non la semplice lettura, ma l'ascolto, intrapreso grazie alla voce, profondamente coinvolgente, di Vinicio Marchioni. Ottima esperienza letteraria!

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Dicembre, 2016
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la rosa primigenia esiste solo nel nome, possediam

"Il sapere non è come la moneta, che rimane fissamente integra anche attraverso i più infami baratti: esso è piuttosto come un abito bellissimo, che si consuma attraverso l'uso e l'ostentazione. Non è così infatti il libro stesso, le cui pagine si sbriciolano, gli inchiostri e gli ori si fanno opachi, se troppe mani lo toccano?"
Un inquietudine intensa pervade l'ascoltatore, il quale resta profondamente coinvolto durante l'ascolto di IL NOME DELLA ROSA, letto da Tommaso Ragno. Il tono della sua voce è particolarmente incisivo e rigoroso e riesce ad accrescere l'interesse del lettore-ascoltatore, mentre segue il dipanarsi delle vicende del giovane novizio Adso da Melk in quello che è il suo percorso di formazione.
IL NOME DELLA ROSA è un interessante giallo medievale con personaggi ottimamente costruiti. Accanto ad Adso, pericolosamente unito dalla volontà di far luce sulle misteriose vicende legate all'antica abbazia benedettina, c'è frate Guglielmo da Baskerville.
La loro indagine procede attraverso l'ingegno, l'intuito, l'intelligenza personale, ma soprattutto grazie all'erudizione, quella già posseduta e quella progressivamente appresa.
È un libro sulla potenza del sapere, su quanto sia importante la conoscenza e quanto possa sedurre la possibilità di apprenderla, escludendone gli altri.
È un romanzo di cui si è sempre molto parlato, il capolavoro di Umberto Eco, un autentico libro formato mattone (più di 500 pagine), ma che risulta piacevole da leggere (o, in questo caso, da ascoltare, grazie a Tommaso Ragno) e da scoprire, pagina dopo pagine, nella sua complessità, nella struttura narrativa, dove la suspense si fonde al ragionamento, lento e meticoloso.
È un autentico capolavoro della letteratura italiana contemporanea che tutti dovrebbero leggere (o ascoltare).
"L'unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    21 Dicembre, 2016
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Amore senza limiti

“È vano dire che gli esseri umani dovrebbero accontentarsi della quiete; gli uomini hanno bisogno dell’azione, e se non la trovano, la creano.”
A distanza di svariati anni, sono tornata a perdermi nella profondità della voce narrante di JANE EYRE, prima, una ragazzina dal carattere forte e deciso, poi, una donna libera ed indipendente che lavora come istitutrice per Adele, nella dimora di Thornfield Hall, appartenuta da sempre alla nobile famiglia dei Rochester. L'arrivo di Mr. Rochester, uomo imponente e sarcastico, subito colpito dalla vivida intelligenza e dall'indipendenza di spirito di Jane, movimenta sentimentalmente la narrazione tra alti e bassi.
Però, non è sulla trama nota che voglio dilungarmi, ma sull'intensità nuova, inedita, che le parole, fuori dal tempo, scritte nel 1847 da Charlotte Brontë, assumono grazie alla voce dell'attrice fiorentina Alba Rohrwacher. Nell'edizione dell'audiolibro, la voce limpida della Rohrwacher rende ancora più coinvolgenti le riflessioni della protagonista, Jane Eyre, una donna verso la quale si prova una forte empatia. I sentimenti di Jane Eyre sono fuori del tempo, le sue emozioni sono sempre attuali. Proprio queste sue componenti fanno di Jane Eyre un classico memorabile. La storia d'amore, narrata da Charlotte Brontë, è tra le più belle del panorama letterario mondiale. Ci si innamora dell'amore, grazie al sentimento provato dai due innamorati, Jane e Mr. Rochester.
Jane Eyre è un personaggio di una bellezza indicibile, così fiero e commovente nella sua fragilità, quando vede sconvolgere le proprie certezze, la propria intera vita da un amore che non è in grado di accettare, apparentemente impossibile. Per Jane, è un sentimento inaccettabile cui lei non vuole soccombere e che vorrebbe assolutamente estirpare dal suo cuore. Le convenzioni sociali rendono tale sentimento sconveniente e lei non vuole contravvenire alle regole sociali. È un grande amore, profondamente intenso, indimenticabile.
Un grazie speciale alla splendida voce di Alba Rohrwacher per aver reso ancora più bello questo classico letterario d'epoca vittoriana.
“Non può essere ch’io abbia tanta felicità, dopo tanto dolore. È un sogno; un sogno di quelli che ho fatto spesso, di notte, immaginandomi di stringerla ancora una volta sul mio cuore, come faccio ora; credendo di baciarla e sentendo che mi amava e che non mi avrebbe lasciato mai.”

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    21 Dicembre, 2016
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Credi di sapere tutto, ma non è così ...

"Credi di sapere tutto, ma non è così ... Ratjen ha aperto le porte ... E ora sprofonderete all'inferno ... tutti quanti ..."
Un incubo terribile si profila agli occhi dei lettori che, iniziando a leggere IL CACCIATORE SILENZIOSO, seguono l'agghiacciante esperienza di una giovane escort, Sofia, invitata da un nuovo cliente nella sua villa fuori Stoccolma. Sofia diventa importante per la narrazione, avendo, custodito nella sua mente, un dettaglio, che non riesce a ricordare, ma molto rilevante per le indagini di cui si fa carico la segretissima Sapo.
È così che entra in gioco l'agente speciale Saga Bauer, sempre più abile e sensuale, che già i lettori conoscono ed ammirano dai precedenti romanzi thriller della serie. Anche questa volta "Saga lascia un vuoto dietro di sé, quasi l'eco di un amore infelice."
Ma Saga non è la sola a svolgere un'indagine rischiosissima che guarda al terrorismo e cerca di prevenirlo. Con lei c'è Joona Linna, ormai diventato un "ex" commissario di polizia, poiché da due anni è diventato un detenuto, rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Kumla.
Più di 600 pagine di tensione e suspense che si intrecciano e tengono il lettore sul filo del rasoio, lo coinvolgono in una trama ricca anche d'azione, oltre che di mistero.
Individuare IL CACCIATORE SILENZIOSO è la rischiosissima missione segreta di Joona Linna e Saga Bauer, perfetti nei loro ruoli professionali, interessanti ed accattivanti psicologicamente, oltre che fisicamente, sorprendenti in molte delle loro azioni e decisioni.
I coniugi, noti come LARS KEPLER, regalano ai lettori un nuovo avvincente thriller, dalla misteriosa trama, complessa ed intricata, impossibile da prevedere fino all'inaspettato finale.
"Il cacciatore si muove sempre nel silenzio, scruta il buio tra i tronchi alti, ripensa al volto impresso sulla minuscola fotografia e prova a scacciare quella filastrocca dalla mente."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    07 Dicembre, 2016
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Roma "mai mai mai" al buio

"Il mio nome è Marcus, si disse. E soffro di epistassi.
Il resto dei ricordi seguì come un flusso inarrestabile. Sono un prete. Appartengo all'ordine sacro dei Penitenzieri, che risponde al Tribunale delle Anime. Sono l'ultimo componente della mia congregazione. Nessuno sa di me, nessuno conosce la mia identità."
In questo romanzo di DONATO CARRISI, Marcus dà la caccia al Maestro delle Ombre. È lui che si nasconde nel buio delle strade deserte di Roma, dopo l'inizio del blackout.
Secondo un'antichissima bolla di Leone X, Roma è la città che "mai mai mai" dovrebbe restare al buio. Quella negazione, ripetuta tre volte, acuisce un misterioso senso sacrilego che regna costantemente nelle pagine del romanzo e non veglia affatto sulle vite dei personaggi, molte delle quali destinate a concludersi fatalmente. La suspense è destinata a crescere, mentre accompagniamo Marcus nelle sue ricerche per scoprire la verità e fermare il suo efferato nemico, IL MAESTRO DELLE OMBRE. Vediamo Marcus cercare di rimettere insieme i pezzi di quel che, ancora una volta, non torna: ha perso la memoria, ma non totalmente, qualcosa ricorda. È sopravvissuto a chi ha programmato la sua morte, attraverso la tortura, ma non ricorda chi sia stato e non sa da chi deve difendersi.
Mentre anche Roma è vittima di una tempesta, senza precedenti, che si abbatte violentemente su di lei, mandandola in tilt, c'è un'altra fatale coincidenza che non può che peggiorare la situazione della capitale: un fulmine ha colpito una delle centrali elettriche, danneggiandola, e alle autorità non resta che imporre un blackout totale, di ventiquattro ore, per riparare l’avaria. Il buio si impone forzatamente sulla città eterna che non avrebbe mai dovuto rimanere priva di illuminazione. La pericolosa profezia di Leone X fa tremare le anime dei fedeli, fino alle più alte sfere.
"C'è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. È lì che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso, incerto. Io sono il guardiano posto a difesa di quel confine. Perché ogni tanto qualcosa riesce a passare ... Io sono un cacciatore del buio. E il mio compito è ricacciarlo indietro."
Sulle tracce di Marcus, ancor una volta, c'è la sensualissima Sandra Vega, con una nuova unità investigativa, alla quale però sente di non appartenere. La trama, estremamente complessa di questo thriller psicologico, fa incontrare e perdere più volte i due personaggi. Seguendo gli sviluppi nelle indagini, cui entrambi partecipano e danno il proprio contributo, si stringe il cerchio intorno al misterioso serial killer che approfitta del buio per portare a termine i suoi crimini e attuare la sua vendetta.
Coinvolgente ed agghiacciante nella sua ferocia descrittiva, IL MAESTRO DELLE OMBRE indaga l'incubo e ci fa sentire all'interno di esso.
"Nessuno sapeva cosa sarebbe accaduto al calare del buio."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    21 Novembre, 2016
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Vita e morte a braccetto con il sorriso

Andrea Camilleri lo conoscono tutti per i gialli della serie del commissario Montalbano, ma in pochi lo stimano per i romanzi in cui parla d'altro, ricostruisce la storia e i misteri del passato.
In LA CAPPELLA DI FAMIGLIA E ALTRE STORIE DI VIGÀTA ci propone una Sicilia arcaica, legata al folklore del passato, ma sempre contraddistinta da misteri, leggende ed occasionali o premeditati misfatti.
La Vigàta di Camilleri, paesino immaginario, ma sempre verosimile, sa parlare di usanze e costumi, che la memoria storica non ha definitivamente cancellato e che sono ancora in grado di entusiasmare il lettore, attento e alla ricerca di un qualcosa in più.
LA CAPPELLA DI FAMIGLIA è una raccolta di otto racconti, più o meno lunghi, nei quali emerge una Vigàta suggestivamente intrisa di passioni, soprusi e debolezze umane. È una raccolta variegata di tipologie umane: si passa dagli uomini arroganti e pieni di sé alle vedove inconsolabili, dagli autoritari capifamiglia o padre padrone ai genitori di Luigi Pirandello. Ci sono rituali magici, usanze storiche cadute in disuso, antiche credenze popolari, ma anche sentimenti e comportamenti che con il tempo si sono trasformati un po', ma mai nella loro essenza o del tutto.
Interessante, coinvolgente e divertente, Andrea Camilleri con il suo particolarissimo stile e la sua verve comica racconta, in questo libro, una Italia passata, ma ancora in grado di insegnare qualcosa alla generazione attuale.
LA CAPPELLA DI FAMIGLIA è un piccolo gioiello, una raccolta di racconti da avere nella biblioteca privata, da leggere e rileggere per ritrovare il buon umore o per comprendere ed abbracciare la vita con nuova consapevolezza.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Novembre, 2016
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Anatomia di un caso freddo

Primo romanzo della serie Lake District Mysteries, IL SENTIERO DELLE TOMBE coinvolge subito il lettore in un clima di tensione crescente, generato dalla presenza, nella suggestiva ambientazione, di un atroce delitto, rimasto irrisolto. Daniel Kind, accademico oxfordiano, e la sua partner, Miranda, comprano un cottage in una vallata, sperduta fra le colline, con l'intenzione di sfuggire alla routine cittadina, ma evidentemente sbagliano zona, poiché sono luoghi avvolti nel mistero, dove nell'aria aleggia qualcosa di malvagio. Tutti ricordano un atroce delitto, rimasto insoluto. In passato, infatti, una turista era stata ritrovata cadavere, distesa su di un'antica pietra sacrificale, secondo un rituale, un'usanza pagana. La polizia, che aveva condotto l'indagine, aveva archiviato il caso come omicidio rituale e il principale sospettato, Barrie Gilpin, era misteriosamente morto, cadendo in un burrone non lontano dalla scena del crimine. Una soluzione troppo semplice, trovata frettolosamente soltanto per calmare le acque. In questo modo, nella vallata era tornata un'apparente tranquillità, oscurata però da una buona dose di dubbi.
Daniel Kind, figlio del poliziotto incaricato delle indagini, non è d'accordo con le conclusioni degli inquirenti che hanno voluto archiviare il caso. All'epoca dei fatti, lui era soltanto un bambino che, nella vallata, andava a trascorrere le vacanze. Ormai adulto, Daniel guarda tutto con occhi diversi, più maturi e consapevoli. Non accetta più quelle conclusioni: vuole riportare alla luce quelle misteriose circostanze. Da adulto, infatti, Daniel ha scelto come dimora Tarn Cottage, la casa dove abitava Barrie, la vittima, ed ha quindi modo di indagare sulla sua misteriosa fine.
Dove si nasconde la verità? Sicuramente, nei tanti misteri del passato disseminati tra le gente della vallata. A riaprire il caso, è l’ispettore capo Hannah Scarlett, responsabile di una squadra preposta ai casi freddi. Inizia così, anche ufficialmente, la caccia a un assassino ancora a piede libero.
Avvincente e ricco di colpi di scena, IL SENTIERO DELLE TOMBE è un giallo convincente, un interessante inizio di serie. È un ottimo giallo, scritto da MARTIN EDWARDS, una sorprendente indagine per dilettare la mente con la risoluzione di un intricato mistero.

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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Novembre, 2016
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Bisogna sempre fare tutto il possibile per rendere

Olivia Rawlings, meglio nota come Livvy, è la rinomata pasticciera del più esclusivo club di Boston, abituata a collezionare un successo dietro l’altro con i suoi dolci perfetti, come la celebre torta flambé. La sua vita è ricca di zucchero, fragranti pan di spagna e piena di sapori inconfondibili, finché non commette un errore, proprio mentre è sotto i riflettori dei giornali di tutto il mondo, e per lei non c'è più un futuro.
Livvy non ha scelta: deve fuggire dalla metropoli e lo fa per rifugiarsi a Guthrie, uno sperduto paesino del Vermont, patria di musiche e balli folkloristici. La vita di provincia in compagnia del suo amato cane Salty è quello che ci vuole per farle ritrovare la tranquillità necessaria a riordinare le idee.
Trova anche un nuovo lavoro nella pasticcieria della burbera Margaret, proprietaria di una piccola ed incantevole locanda. E trova anche un uomo interessante, Martin: tornato da Seattle per accudire il padre malato. È lui l'uomo che fa per lei, ancora prima che lei se ne accorga. È lui l'uomo speciale che la persuade di non essere più così sola al mondo.
È un libro che si legge come una perfetta romantic comedy, adatta a diventare un film: molto rosa, ma anche brillante e intelligente. È un romanzo scritto con il cuore e per il cuore e forse anche un po' che chi ama unire la dolcezza dall'amore a quella di un'ottima ricetta golosa.
«Bisogna sempre fare tutto il possibile per rendere la vita più gustosa.»

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Novembre, 2016
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La voce delle ombre a Venezia

Le ombre hanno voci che si allungano sulla Venezia del periodo prerisorgimentale. Il 1849 è l'anno che PAOLO LANZOTTI ha scelto per ambientare il suo giallo storico, LA VOCE DELLE OMBRE.
La città di Venezia resiste eroicamente agli austriaci da ormai oltre un anno, quando hanno inizio le vicende raccontate nel romanzo di Lanzotti.
L'ex sbirro della polizia asburgica, Teodoro Valier, viene chiamato dal suo nemico, Daniele Manin, l'uomo che regge le sorti della rivoluzione. Manin ha un importante compito da affidargli: deve risolvere un caso di omicidio del quale potrebbe essere erroneamente considerato il colpevole. La vittima è un valoroso combattente ostile a Manin, che qualcuno potrebbe additare come mandante del delitto.
Valier viene incaricato dell'indagine a tre giorni dal decesso, fuori tempo utile per repertare indizi ed interrogare eventuali testimoni. Sembra comunque che nessuno abbia visto niente. Inoltre l'indagine è partita con il piede sbagliato.
Grande rilevanza ha anche il contesto storico, che si rivela più di una semplice cornice. La Venezia dell'agosto del 1849, che da un anno resiste ai bombardamenti degli austriaci, è afflitta anche da altri, gravissimi problemi: la penuria di cibo e un'epidemia di colera.
La ricostruzione storica è particolarmente dettagliata e il ritmo lento dell'indagine ne fa apprezzare meglio i vari capitoli. Anche i vari personaggi, storici e non, vengono ottimamente delineati. È un ottimo giallo storico da non lasciarsi sfuggire.

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Romanzi autobiografici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Novembre, 2016
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06:23

È un esordio narrativo molto interessante, un romanzo che lascia il segno ed emoziona, lasciando un brivido sotto pelle che impone una doverosa riflessione. Domitilla Shaula Di Pietro, già diventata pittrice per caso, ora affronta se stessa e il suo passato, raccontando la sua esperienza, la violenza subita e mai dimenticata, quella parte del suo vissuto che ha cambiato il suo modo di percepire le emozioni, i sentimenti, il quotidiano in generale.
Nel libro SEI ORE E VENTITRÉ MITUTI, tratto dalla sua storia vera, Domitilla Shaula Di Pietro ha ovviamente cambiato i nomi e romanzato alcuni episodi per esigenze narrative, ma ha raccontato i tratti salienti di un'esperienza dolorosa che l'ha segnata profondamente. Le ferite si sono rimarginate, ma il segno delle cicatrici è ancora lì a ricordarle che è sopravvissuta e che, in parte, ne è venuta fuori.
È un romanzo toccante, intenso, scritto con la volontà di fare giustizia. O di avere la sua vendetta.
La protagonista Frida è una donna felice, soddisfatta della sua vita, moglie e mamma impegnata, ma anche gratificata dalle emozioni che la sua famiglia le dona. La violenza, subita da Frida, segna un punto di non ritorno, uno spartiacque che divide in due la sua vita, la sdoppia. Avviene il cosiddetto sliding doors nella vita di Frida, che prosegue duplicando la protagonista e raccontandola, a capitoli alterni. È così che, grazie alla tecnica dello sliding doors, il racconto si divide tra Frida 1, che ha subito lo stupro, e Frida 2, che l'ha evitato, ma ha scoperto altro.
Ho trovato molto interessante e coinvolgente la tecnica narrativa. Lo stile è avvincente, caratterizzato da una scrittura fluida ed elegante. È un ottimo romanzo e l'ho apprezzato molto per le riflessioni che apre sui tanti aspetti provocati dalla violenza sulle donne. È un romanzo che tratta un tema caldo, ahimè, attualissimo e sempre più discusso. Bisogna lottare per cancellare questa piaga sociale. Bisogna evitare che le vittime, sopravvissute alla violenza, vengano uccise dall'indifferenza e dall'ignoranza che ancora circondano tanta brutalità. Bisogna fare in modo che le leggi tutelino maggiormente le donne e riescano a punire tali atti criminali in maniera esemplare.

"A volte è necessario intervenire nelle vite degli altri, altre volte, pur non volendo, le persone si incrociano comunque, perché è scritto, o per caso, o per motivi che non sappiamo."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Novembre, 2016
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Maleficio o eredità?

Margaret Millar, scrittrice canadese, è tra le più famose da includere ai vertici del giallo classico. OCCHI NEL BUIO è un ottimo giallo dalla trama costruita sulla tensione narrativa che tende ad aumentare progressivamente. Oscuri presagi incombono sui componenti di una famiglia. A morire per prima è la madre, affetta da una malattia. Ad acuire il dramma degli Heath è la cecità di una delle figlie, Kelsey che perde la vista a causa di un incidente d'auto. Ad aiutare la povera Kelsey, ci sono la sorella e il fratello, Alice e Johnny. Il loro è un forte e incondizionato amore o si tratta di questioni di eredità? Anche Philip, il fidanzato, non abbandona il campo e lotta contro i cattivi presagi ed anche contro le continue scelleratezze di Kelsea che non rende la vita facile a chi le sta intorno e vorrebbe aiutarla. È profondamente stressata o c'è dell'altro?
La sorella Alice è pronta a mettere la mano sul fuoco, rivelando che, secondo lei, c'è qualcosa di più inquietante. Il marchio della strega incombe sulle loro vite ed, in particolare, sulla sorella.
La tensione, generata da contrasti umani, si fonde con il paranormale in un crescendo di suspense e mistero. Il culmine è rappresentato dall'omicidio, efferato e misterioso, sul quale l'ispettore Sands è chiamato ad indagare, mentre i sospetti si intrecciano ai segreti.
La scrittura raffinata della Millar rende questo romanzo giallo un ottimo noir, da non lasciarsi sfuggire.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Novembre, 2016
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La realtà può essere più crudele del peggiore incu

"Mi guadagnavo da vivere trovando persone scomparse."
È da un po' che non leggevo un thriller di TIM WEAVER ed ho scoperto che mi è davvero mancato moltissimo. Amo il senso di giustizia e la forza inesauribile di David Raker, il detective investigativo, specializzato nel trovare gli scomparsi.
In TRIPLICE OMICIDIO, Raker si trova a indagare insieme a Colm Healy, che nei precedenti romanzi abbiamo imparato a conoscere attraverso comportamenti ambigui: alternava un po' di plateale ostilità ad un po' di apparente collaborazione.
In questo romanzo, Colm Healy non è più l'uomo forte che abbiamo conosciuto, quello che, se era il caso, ostacolava David Raker pur di primeggiare. In TRIPLICE OMICIDIO, Colm Healy è diventato l'ombra di quell'intraprendente detective della squadra omicidi che era un tempo. Ha perso il lavoro e la famiglia. Adesso è un ubriacone e un senzatetto. La sua vita è cambiata a causa di un'ossessione, quella per un caso di TRIPLICE OMICIDIO, rimasto irrisolto.
David Raker è l'unico che non l'ha abbandonato. Lui sa cosa vuol dire essere veramente soli. Raker vuole aiutare l'ex rivale a rimettersi in sesto e, per farlo, è pronto a tutto, anche a proporgli una collaborazione nella risoluzione di quel cold case che tanto l'ha ossessionato.
"Sentivo con i perduti una connessione naturale, un legame emotivo che forse non sarei mai riuscito a esprimere a parole."
TRIPLICE OMICIDIO è il sesto thriller investigativo della serie che ha David Raker come protagonista. Tim WEAVER è ancora un eccellente scrittore: la trama si sviluppa tra suspense e colpi di scena con uno stile eccezionale. È coinvolgente ed avvincente dalla prima all'ultima delle quasi 500 pagine.

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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Novembre, 2016
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TANG

Di romanzi come questo ci si innamora facilmente. È un susseguirsi di emozioni ed umorismo. È il romanzo che ti aiuta a capire in che direzione stai andando e quali obiettivi hai nella vita. Se ancora non hai capito qual è la tua strada, come il protagonista Ben, forse hai bisogno del tuo piccolo robot, dal cuore grande, del tuo Tang. Non è un cyborg-autista o una macchina super tecnologica. È un modello antiquato ed è un piccolo amico che, però, ha una scadenza, poiché qualcosa tra i suoi ingranaggi sta per "terminarlo". Il suo creatore, forse, non voleva farlo durare in eterno? Perché?
È un romanzo che procede come una fiaba moderna. Il protagonista ha tanti problemi, ma non è consapevole di averli. Con sua moglie Amy non va bene da tanto tempo, ma lui non se ne è nemmeno accorto. Non ha neanche un lavoro, ma non ne fa un dramma. Non ha realizzato i progetti che faceva da ragazzo: li ha semplicemente accantonati, tanto da averli quasi dimenticati.
Un giorno, sua moglie Amy trova un robot in giardino e glielo dice. Dall'incontro tra Ben e il piccolo robot nasce una splendida amicizia destinata a cambiare la vita di entrambi, migliorandola.
Insieme, i due improbabili amici iniziano un viaggio, che li porta a conoscersi meglio e a scoprire il mondo in modo inaspettato.
È un romanzo toccante e originale. L'esordio narrativo di Deborah Install è una boccata d'aria fresca nel panorama della narrativa. È un romanzo che arricchisce l'anima di chi legge, lo fa divertire e lo emoziona.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    16 Ottobre, 2016
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Opossum

Il punto di partenza di questo avvincente thriller psicanalitico, che si addentra profondamente nei meandri tortuosi e nei segreti più reconditi della mente umana, è la voglia di porre fine alla vita, la propria. È così che inizia questo romanzo che cattura l'attenzione del lettore focalizzandolo, dapprima, sulla voglia di suicidarsi del protagonista e sulle implicazioni per la sua famiglia, poi, sulla sua esigenza di far luce sulla verità dell'organizzazione e sulla verità in generale.
Il mistero inizia subito: nel primo capitolo, un uomo bussa alla porta. È uno sconosciuto o è un déjà-vu?
"Lavoro per un gruppo interessato a mettere in contatto una persona come lei con persone come quelle descritte qui dentro."
È un mistero incastrato in un altro, un dubbio indispensabile a sciogliere un enigma ed aprire "una porta" verso la verità ... È tutto un intreccio di segreti e verità nascoste che tormentano un personaggio interessante, nel quale il lettore si identifica poiché ne condivide le incertezze, i pensieri indecifrabili, la costruzione a matriosca della realtà, che lui dovrebbe vivere e di quella che ha già vissuto.
"Se questa verità mi proteggerà da loro, perché non rivelarmela?"
Chi è Ted McKay? È un personaggio che piace decisamente.
Perché attrae tanto il lettore?
Perché la sua vita sembra un film, dalla trama tra l'action e il surreale, alla Nicholas Cage o adatta a qualsiasi altro attore di punta del grande schermo? Chi è l'altro uomo da uccidere? E perché deve farlo?
È la trama perfetta per un film ed è per questo che a Hollywood ne contendono i diritti cinematografici.
Quello scritto da Federico Axat è un ottimo romanzo: geniale ed avvincente dalla prima all'ultima pagina.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Ottobre, 2016
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GELO

Una voce più adatta di quella di Peppe Servillo non si può trovare, per dare la parola ai bastardi di Pizzofalcone. Non soltanto è spettacolare la trama, ottimamente ideata e scritta da Maurizio De Giovanni, ma anche la voce ha quel non so che di accattivante e coinvolgente.
Ascoltare un audiolibro è sempre un'emozione. Con GELO, mi sono ritrovata, più volte, a riascoltare, volontariamente, lo stesso capitolo, perché alcuni meccanismi narrativi sono tanto azzeccati da rendere alcune scene alla perfezione. Non c'è un modo migliore per narrarle.
Inoltre, l'alternanza dei personaggi, nei capitoli, appassiona il lettore per le tante storie, personali, nella storia, complessiva. Il giallo principale, da risolvere, è l'omicidio, particolarmente efferato, di una coppia di fratelli che vivevano e lavoravano a Napoli. Lui era un ricercatore. Lei una ragazza tanto bella da togliere il fiato e, per questo motivo, aveva appena intrapreso la carriera da modella.
La squadra di Pizzofalcone, chiamata ad indagare sul caso, deve risolverlo in fretta, non soltanto per assicurare un assassino alla giustizia, ma anche per salvare il commissariato, che qualcuno desidera chiudere per lavare quella famosa macchia del passato.
A comporre la squadra sono i soliti, molto interessanti, personaggi: Lojacono, Di Nardo, Romano, Aragona, Calabrese e Pisanelli. Una squadra così sa lavorare bene, anche in condizioni climatiche particolarmente ostili: il GELO, dei giorni in cui vengono narrate le vicende e che dà il titolo al romanzo, è davvero insopportabile. Però, niente può fermare i bastardi di Pizzofalcone. Niente può allontanarli dalla verità.
Ottima e coinvolgente scrittura. E per l'audiolibro, voce perfettamente impeccabile.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    07 Ottobre, 2016
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Non guardare, non pensare, corri, corri e basta, A

Non guardare, non pensare, corri, corri e basta, Alex Cross.
La saga di James Patterson, dedicata al personaggio di Alex Cross, ha un nuovo fenomenale capitolo, pregno di adrenalina, con CORSA VERSO L'INFERNO.
La creatività di James Patterson è infinita. Non è mai ripetitivo nelle situazioni che descrive. Come è già stato detto di lui, è un talento naturale per la narrazione. Non è presente nessun momento "morto" nella dinamicità della trama, ma semmai una sequenza di omicidi, apparentemente scollegati.
Forse il colpevole è un'unica mente folle, che orchestra tutto? Al lettore non è dato saperlo, senza scoprirlo leggendo, un capitolo dopo l'altro, di lunghezza progressivamente inferiore per intensificarne la rapida "discesa verso l'inferno". Alex Cross è l'uomo che guarda e vede qualcosa dove nessuno sa di dover guardare e vedere. La sua, come sempre, e come viene ribadito nel titolo, è l'ennesima "corsa" da compiere verso le verità da scoprire, una lotta contro il tempo per prendere l'assassino o gli assassini o tutti i cattivi, che ruotano nella sua sfera di competenza dell'agente dell'FBI.
Questa volta, Alex deve essere pronto ad agire, contemporaneamente, su più fronti. Infatti, mentre Alex raccoglie le prove del caso su uno spietato ed efferato chirurgo plastico, tanto bravo nel suo lavoro, quanto geniale per la sua mente criminale, un nuovo, pericoloso e malvagio, individuo trama contro di lui per vendicarsi. Infatti, in passato, Alex Cross non ha saputo impedire che una donna venisse uccisa sotto i suoi occhi. Di chi è la colpa? Chi il o i criminali? Da chi deve difendersi Alex Cross? Quel che è certo è che Alex Cross deve anche guardarsi le spalle, mentre dà la caccia a chi commette crimini sempre più efferati.
Un capolavoro di suspense e adrenalina. Una lettura che cattura il lettore, dalla prima all'ultima pagina.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    02 Ottobre, 2016
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Scaglie di Drago

THE FIREMAN, con L'UOMO DEL FUOCO come sottotitolo, è il nuovo horror di JOE HILL, un romanzo horror distopico che spaventa il genere umano, preannunciando una imminente catastrofe. È il primo romanzo di una coppia di libri ed è destinato ad arrivare anche sul grande schermo con una trasposizione cinematografica diretta da Louis Leterrier.
Tanti sono i modi in cui i romanzieri contemporanei cercano di dare sfogo a quelle che sono le paure, le angosce che tormentano il genere umano. Privata ormai dei suoi tradizionali punti di riferimento, l'umanità non può non crollare e imbruttirsi a causa di una inarrestabile calamità naturale. Il modo originale, scelto da JOE HILL per parlare di questo inquietante fenomeno, la perdita della civiltà, è una spaventosa epidemia che si vocifera sia stata propagata dall'ISIS. La sua creatività, quindi, prende spunto dall'attualità. Dopo aver realmente visto in tv tante immagini di fanatici che si fanno esplodere o si danno fuoco per seminare il terrore tra i civili di una fede diversa, JOE HILL propone un'epidemia in cui sono i civili innocenti ad infettarsi l'un l'altro, finendo con una morte atroce: l'autocombustione. Bruciano lentamente per settimane, finché giungono a prendere fuoco. È una malattia sconvolgente, ma l'interesse maggiore è per l'ambientazione e soprattutto per gli ottimi personaggi che il celebre scrittore ha creato. Per lui, non è la prima volta che un suo romanzo diventi un bestseller e arrivi al cinema.
È interessante che JOE HILL abbia scelto, come ambientazione, Little Harbor Road, a Portsmouth, nel New Hampshire, unendo luoghi reali, che conosce bene, ad altri di sua creazione, ma che hanno una sostanziosa base verosimile. È in qui che JOE HILL ambienta la prima parte della saga che narra la pandemia, di proporzioni bibliche, causata dal Dragonscale, la spora Trichophyton draco incendiarius.
Harper è una giovane infermiera che svolge il suo lavoro con passione, prima in una scuola elementare, poi in un ospedale. Quando l'ospedale esplode a causa del gran numero di malati contagiati dalle Scaglie di Drago, all'interno dell'edificio, Harper si ritrova improvvisamente sola, abbandonata anche dal ragazzo che amava e dal quale aspetta un figlio. Anche lei è stata contagiata e il suo unico obiettivo e quello di portare a termine la gravidanza, poiché il figlio potrebbe nascere sano. La sua lotta per la sopravvivenza la porta a conoscere un gruppo di persone contagiate dalla Scaglia di Drago. Con loro va a vivere nel loro rifugio segreto, in un campo estivo abbandonato, dove Harper cerca di tenere sotto controllo la malattia. Harper lotta soprattutto per la sopravvivenza del bimbo che porta in grembo. Ma la caccia ai malati mette il gruppo in grave pericolo. Il piccolo clan è costretto ad affidarsi all’unico essere umano in grado di salvarli: l’Uomo del Fuoco.
È una storia coinvolgente e interessante per gli aspetti psicologici innescati dalla malattia e dalla lorra per la sopravvivenza. L'unico problema è dover attendere il seguito.

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