Opinione scritta da apprendista
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Povero Dante!
Che noia, stavolta Dan Brown per me ha toppato. Un passetto indietro: non sono fra i sostenitori a prescindere di questo autore, né fra i suoi detrattori più polemici; semplicemente ho trovato molto gradevoli sia Angeli e Demoni che il Codice da Vinci in quanto mi sono sembrati due thriller originali, ben congegnati ed accattivanti.
Molto diversa la storia di questo Inferno, dove mi sono trovato di fronte a un mattoncino dall’intreccio fragile, infarcito di nozionismo fuori posto, a tratti monotono. Sulla trama non mi dilungo: a parte l’avvio effettivamente avvincente, alla fine la solfa è suppergiù la stessa, un po’ meno “strutturata” e coinvolgente che in altre prove dello stesso autore.
Non voglio dire che sia illeggibile; se proprio siete fan di questo autore non perdetelo, magari comprandolo a buon prezzo come e-book…
Nota finale: ho trovato molto lusinghiero in quanto italiano che ancora una volta Dan Brown abbia colto l’occasione per pubblicizzare (ed arricchirsi con) i tesori artistici disseminati nella nostra Penisola. In effetti Dan Brown ha ben chiaro come l’Italia disponga un patrimonio d’arte talmente ricco da far invidia al mondo intero. Se solo fossimo in grado anche noi di valorizzarlo così bene.… Saluti a tutti!
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La forza dell'amicizia, l'ironia del destino
Qualcosa nella foto in copertina, o forse l’entusiastica nota nella 4^ di A. Piperno mi hanno convinto a prendere questo tascabile Neri Pozza di Eshkol Nevo, giovane autore israeliano sulla scia di Grossman; e in effetti devo ammettere che La simmetria dei desideri è una delle letture migliori degli ultimi anni.
Il romanzo racconta lo sviluppo dell’amicizia di 4 ragazzi e delle loro compagne, un po’ più che adolescenti, ma ancora in fase di formazione, attraverso le avventure che li animano, per lo più ambientate fra Haifa e Tel Aviv; sullo sfondo le incessanti ostilità fra israeliani e palestinesi.
Amore, tradimento, affetto, incomprensioni, gioia, speranza, depressione, odio, complicità, ovviamente amicizia: le emozioni che trasmette l’autore spaziano, non solo in ampiezza ma soprattutto in profondità.
In effetti volendo descrivere in breve perchè mi è piaciuto tanto questo romanzo, mi sentirei di dire che è scritto benissimo: ogni parola è pesata, ogni periodo è denso di situazioni e ritmo, i personaggi sembra di vederli in 3D, le dinamiche hanno una profondità che ti fa sembrare di essere lì con loro.
La trama è coinvolgente ed emozionante, ma su questa non mi dilungo, perchè preferisco che ognuno la sopra da solo, e comunque è ben sintetizzata nelle recensioni precedenti.
Insomma poca spesa per una bella lettura. Ciao!
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Tante sfumature di Murakami
L’elefante scomparso e altri racconti è una raccolta gradevole (non imperdibile) di storie di Murakami, in cui si possono cogliere singolarmente gli elementi più caratteristici della scrittura dell’autore: il rapporto con l’inconscio, le atmosfere fra sogno e realtà, il romanzo di formazione, la solitudine, il rapporto di coppia; insomma ce n’è per tutti. Uno degli ultimi racconti è addirittura l’incipit (quasi identico) del romanzo "L’uccello che girava le viti del mondo”.
Secondo me le capacità dell’autore si esprimono meglio sulla lunga distanza (“Kafka sulla spiaggia” resta il mio preferito), tuttavia questo volume può essere un buon test per avvicinarsi al mondo di questo scrittore e testare se vale la pena o no leggere altro. C’è infatti a chi Murakami piace tanto (come a me) per l’analisi dei personaggi, i "crescendo" che crea, le emozioni che ti trasmette, per come ti “smuove” dentro. E chi invece resta indifferente se non infastidito da questo lasciare il lettore sospeso, senza spiegazioni, talvolta senza un finale.
Murakami invece sta proprio qua, come bene spiega lui stesso in una recente intervista che mi piace citarvi:
«Credo che uno dei compiti più importanti di uno scrittore sia attivare quel territorio dello spirito che nella vita quotidiana non viene usato. Per farlo è necessario spostare in posizione On alcuni interruttori che si trovano sul pannello della coscienza. La leggera alterazione di certi dettagli, senza dare nell’occhio, prepara mentalmente il lettore all’arrivo di un “grande mutamento”. Se si riesce, quei territori di solito addormentati lentamente si risvegliano. I romanzi ? cioè i buoni romanzi ? hanno questo potere. E se tutto va bene, attraverso quel passaggio segreto che siamo riusciti ad aprire, possiamo mettere piede in un mondo che non siamo abituati a vedere. I miei romanzi mostrano il percorso per arrivare a quel mondo interiore, un percorso che è una metafora che provoca una reazione. Insomma, strutturalmente, ciò che viene narrato dentro il racconto è la sua funzione stessa».
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Per conoscere meglio il pensiero buddhista
Purtroppo la mia recensione è fortemente condizionata dal fatto che mi aspettavo un contenuto diverso. Mi spiego meglio: Conosci te stesso è un libro profondo, molto analitico, che avvicina il lettore ai meccanismi teorici della dottrina Buddhista. Il Dalai Lama spiega pagina dopo pagina come la mente riesce a trarci in inganno facendoci credere che la realtà sia diversa da come è, provocando così distorsioni a catena alla base di infelicità, odio per il prossimo e bramosia di possesso. Attraverso la riflessione e la meditazione ci viene indicata la strada per liberare la mente dall'inganno e per avviarci verso l'illuminazione (pare facile...). Il testo però, diversamente da come mi aspettavo non ha una prosa agevole, aneddotica, con aforismi e spunti di riflessione, per capirci. Sembra piuttosto un manuale di psicologia, molto razionale e analitico, a tratti arido, un pò complesso da seguire in diversi passaggi. Per chi piace il genere è probabilmente un bel testo; io invece ho fatto fatica a seguirlo e non mi ha lasciato granchè. Insomma, pensavo fosse amore invece era un calesse, direbbe qualcuno!
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Buoni sentimenti di vecchietti arzilli
Ho trovato molto gradevole e lo consiglio , a patto che non vi diano troppo fastidio i buoni sentimenti e un pizzico di utopia. L'idea della "comune dei vecchietti" (con qualche simpatico elemento estraneo di contorno), si sviluppa in una tranquilla provincia francese, un pò alla Simenon, ma senza l'elemento "giallo". Non voglio fare altre anticipazioni sulla trama, già ampiamente articolata nella recensione ufficiale. Direi solo che il racconto mi è piaciuto, è delicato e a suo modo romatico ma non sdolcinato. I personaggi sono ben delineati e si compensano a vicenda. La trama, direi che non è Maupassant..., ma va più che bene come piacevole evasione. Ciao a tutti
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Piacevolmente romantico
Ma si lo ammetto, sono un romanticone, e mi è piaciuto tanto questo romanzo di Sendker! Nel piattume delle letture che mi sono capitate negli ultimi mesi L'arte di ascoltare i battiti del cuore è uno dei migliori.
Una storia che appassiona, in un'ambientazione originale, un pò di mistero intorno ad un amore che resiste al tempo e alla distanza, narrato attraverso gli occhi di una figlia alla ricerca della verità, in un viaggio da new york al sud-est asiatico.
Beat edizioni colpisce ancora, ripubblicando in economica un gradevolissimo romanzo Neri Pozza. Mi ha lasciato una bella impressione e ve lo consiglio, ciao!
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Inconcludente
Sarò controcorrente rispetto alla media dei giudizi espressi su questo thriller, ma a me 22/11/’63 non è piaciuto.
In sintesi l’ho trovato una inconcludente variante sul tema “viaggi nel tempo”. Devo ammettere che nella prima parte la trama ti prende, quasi ti ipnotizza.
Poi King si fa prendere dalla sindrome del documentarista e il libro si fa noioso; alla fine non vedi l’ora di metterlo via, con un finale che sfiora il patetico.
Si vede che il tema dell’omicidio Kennedy, anche 50 anni dopo, resta un tema molto caldo per l’immaginario del popolo USA, ma King per me ha mancato il bersaglio (opinione personale espressa senza voler offendere nessuno). Saluti
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Provincia USA senza scampo
L’ho letto sulla scia di una fuorviante recensione di Baricco che lo inseriva fra i migliori libri letti negli ultimi anni; forse abbiamo gusti diversi o comunque non ho abbastanza sensibilità da apprezzare questa raccolta.
I racconti sono ambientati nella provincia USA precisamente nell'amena Crosby, sulla costa del Maine, non lontano dal confine canadese. Le storie sono incentrate sulla figura di Olive Kitteridge - burbera, attempata, bizzarra, sgraziata, quasi sempre insopportabile - protagonista di alcune di queste storie e comunque anello di congiunzione delle altre.
Concordo con alcune delle recensioni comparse su questo sito dove si elogia la capacità dell’autrice di entrare con grande sensibilità nell'intimità familiare e nel descrivere le umane vicissitudini; il libro si fa leggere, c’è una profonda introspezione dei personaggi, ritratti con sensibilità e profondità non comuni, alcuni passaggi sono commoventi.
Quello che invece mi ha irritato è che in questo libro le storie sono generalmente incentrate su sofferenza, malattia, tradimenti, incomunicabilità, depressione, amarezza, sconfitta, delusioni, ecc.
Ma è solo questa la vita??? Per me questo libro è squilibrato: manca di vitalità, di energia, di gioia, che pure ci devono essere da qualche parte in questa benedetta provincia americana, altrimenti non avrebbero senso neanche gli opposti, su cui tanto indugia la Strout.
Se avete voglia leggetelo per farvi un’idea, ma non lo consiglio.
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Uomo sull'orlo di una crisi di nervi
Gentilmente regalatomi dall’affettuosa consorte, questo romanzo spagnolo mi ha lasciato un po’ interdetto.
In breve, la trama racconta caduta e nuovo inizio – come suggerisce il titolo - di un uomo come tanti ai giorni nostri, schiacciato dallo stress “della vita moderna” come diceva una vecchia pubblicità. La sua esistenza, divisa fra i sensi di colpa per una famiglia trascurata a causa di un lavoro faticoso e mai appagante, soffre di un background un pò doloroso, e si svolge sullo sfondo di una città manco a dirlo inospitale e oppressiva.
Insomma una storia abbastanza comune e anche raccontata bene, tanto che l’ho letta in pochissimo tempo, ma che in fondo non mi ha lasciato granchè.
Alla fine, se proprio non avete uno speciale interesse in questo genere di letteratura, direi che non mi sento di consigliarvelo (parere personalissimo, come sempre). Se invece avete voglia di provarlo comunque, fatemi sapere che ve ne è sembrato.
Ciao a tutti
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Rock&Roll Jesus
L’ho letto per caso, mi ha catturato una pubblicità sul quotidiano con una frase entusiasta di Ammaniti e finalmente sono stato premiato da una scelta impulsiva.
L’ho trovato irriverente, un tantino scurrile, ma soprattutto divertente ed emozionante.
In effetti, la storia è semplice; l’idea di base è spiegata chiaramente nella quarta di copertina: c’è questo Gesù molto hippy che torna sulla Terra per rimediare ai tanti disastri che stiamo combinando e che, fra mille avventure, prova a lasciarci un messaggio di speranza.
Lo sviluppo della storia non è scontato, paradiso e inferno, incontri con gli ultimi, tanta musica, eroi e criminali dei nostri tempi, reality show, preti cattivi, insomma l’immaginazione dell’autore ci fa mancare niente.
Anche a me è piaciuto tanto, molti gli spunti per riflettere in un romanzo complessivamente di evasione; forse non lo consiglierei a cattolici intransigenti perché potrebbe urtarne la sensibilità.
Ciao a tutti, Massimo
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All'Osteria dello Spirito
È il primo giallo di Simenon che ho letto, dopo anni di pregiudizi su questo autore, forse per colpa di certe trascrizioni televisive poco convincenti.
In generale trovo molto piacevole la lettura dei gialli di Maigret perche l’autore restituisce con una freschezza senza pari le dinamiche della società, la psicologia di personaggi senza età, i drammi e le vicende umane che restano attualissime nonostante il tempo trascorso. Che dire poi di certe caratterizzazioni di personaggi minori - l’oste, il borseggiatore, il gendarme o chi per loro – che, descritti con poche pennellate, ti restano impressi come se li avessi conosciuti di persona. Anche l’atmosfera in Simenon, non è solo lo sfondo sui cui si svolge l’azione, ma diventa co-protagonista del romanzo.
E’ il caso di Liberty Bar, che finora resta il più bel giallo del commissario Maigret che ho letto. La Costa Azzurra degli anni ’30, con il contraltare di grandi alberghi, macchine da ricchi, marinai ubriachi e vicoletti sudici, sembra di averla lì davanti a te. E poi mi ha incantato proprio il Liberty Bar, che via via da insignificante osteria ti si svela come uno stato dell’anima, ti trascina come per magia in un’atmosfera senza tempo, libero da preoccupazioni e affanni quotidiani.
Certo non c’è un ritmo incalzante da fiction TV o scene di violenza/sesso, manca Internet e gli unici cellulari sono quelli a quattro ruote della Gendarmerìe. Forse sono un pò di parte, ma che classe, che eleganza in questo libro, un classico insomma. Buona lettura a tutti
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Alla scoperta di un variopinto condominio parigino
Una trama accattivante, che si svela un po’ alla volta, un amabile crescendo, personaggi originali in un'atmosfera autenticamente parigina sono gli elementi che mi avevano catturato all'inizio della lettura. Poi però le ridondanti disquisizioni pseudo-filosofiche, nonché uno sviluppo scontato della trama, mi hanno fatto cadere le braccia. Mi spiace dissentire da tanti altri lettori, ma forse con questo libro c’è stato un pessimo affiatamento, per cui non mi è piaciuto affatto (parere personale chiaramente). Eppure me ne avevano parlato così bene!
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Quanta fatica per una stampa!!
Premesso che mi è stato regalato e che forse non lo avrei preso in libreria di mia iniziativa, ritengo sia stata una bella lettura e lo consiglio agli amanti del genere. L’autore restituisce un medioevo autentico (almeno per un ignorantone come me), pieno di potenti crudeli, disuguaglianze sociali, intrighi e degrado, ma anche tanto ingegno e speranza che hanno permesso all’Europa di superare quest’epoca per dare vita al Rinascimento. Lo spessore è ben diverso dalla patina incolore di romanzi come Il mercante di libri maledetti. La trama è coinvolgente (al centro c’è il “libro” fra amanuensi e primi approcci alla stampa), il ritmo perde ogni tanto il passo, ma va crescendo in intensità con lo scorrere dei capitoli. Lo stile è gradevole e ricorda un po’ I pilastri della terra di Ken Follett, ma con una maggiore profondità dei protagonisti. Complessivamente mi è piaciuto, anche se non fa parte degli “imperdibili”. Aggiungo infine che mi ha tenuto compagnia in un momento difficile, per cui grazie Roca!
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La crudeltà del commercio di oppio
Sinceramente la seconda parte della Trilogia della Ibis mi ha un pò deluso. Mare dei papaveri mi è piaciuto molto per lo spessore e il fascino di personaggi - sullo sfondo di un'India pre-moderna - che si sfiorano e si incrociano giungendo all'apice nell'epico finale. Non che fosse indispensabile riprendere ogni singolo personaggio anche nel Fiume dell'oppio, solo che se ne poteva anche fare un romanzo a sè, incentrato su una fase molto crudele dei rapporti commerciali fra Occidente ed Oriente. Il romanzo è anche interessante, ma solo a tratti emozionante come Mare di papaveri. A mio personalissimo parere è stata una lettura che avrei evitato a piè pari, se non fosse stato per il traino del primo volume; volendo se ne può tranquillamente fare a meno. Nota per i curatori: se si vuole infarcire il testo di tanti termini in lingua originale (cinese, indiano, bengalese, parsi e quant'altro), è bene allestire una sezione "Glossario", grazie!!
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Se ne può fare anche a meno...
Mi sono lasciato convincere dalla posizione in classifica alla lettura di questo romanzo e sinceramente mi aspettavo di meglio. Certo, si fa leggere ed il linguaggio è curato. Però non ha spessore, la trama fa acqua, i personaggi sono impalpabili. Mi spiace dissentire da tanti apprezzamenti per questo romanzo, ma l'ho trovato giusto un passatempo che lascia molto poco.
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Fascino parigino
Una romantica commedia degli equivoci, divertente e spensierata. Carina l'atmosfera parigina, fa venire tanta voglia di andarci (o di tornarci; le ricette mettono l'acquolina in bocca! Il voto 4 è forse un pò largo di manica, comunque non è male.
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A day in the life
Era da tempo che cercavo un bel romanzo ambientato in Inghilterra; mi mancava il bel Nick Hornby dei primi tempi e mi sono per caso imbattutto in questo "Un giorno".
Sarò un romanticone, ma a me è piaciuto moltissimo, uno dei più bei libri che ho letto negli ultimi anni. Forse perchè ti identifichi subito nei personaggi, il filo conduttore è originale (un giorno), ti immergi subito nella trama e ti spiace che il libro non duri ancora un pò. Insomma lo consiglio vivamente!
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Noia britannica
La banda dei brocchi mi è stato caldamente consigliato, ma ho veramente faticato a terminarlo. L'ho trovato noioso, dispersivo, difficile da seguire, a tratti incomprensibile. Il finale cerca di salvare la storia con un effetto a sorpresa, ma in complesso non si capisce il libro dove va a parare. Ogni tanto qualche spunto carino nella descrizione della middle class britannica, e nelle dinamiche degli adolescenti/protagonisti; per il resto tempo perso. A mio personalissimo parere, trovo Coe molto sopravvalutato; ovviamente, ben venga chi lo apprezza, ci mancherebbe!!
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Fino all'ultimo respiro
Il lato oscuro di New York in una storia intensa, dura, coinvolgente. Non vorrei ripercorrere la trama, in fin dei conti è semplice. Quello che mi ha colpito sono le scintille che fanno i personaggi a mano a mano che l'intreccio si sviluppa, sullo sfondo di una New York non proprio da cartolina. Lo ha ristampato di recente Beat Edizioni che sta facendo proprio una bella collana.
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Mediocre lettura estiva
Mi aspettavo molto di più dalla "nuova Agatha Christie", come recitava in pompa magna la recensione del libro! Invece molto marketing e poca sostanza: ho trovato un gialletto leggibile ma privo di suspence, niente a che vedere con larsson per intenderci. Personaggi vaghi, di scarso spessore; la cosa migliore è l'ambientazione nordica (paesino fra i ghiacci invernali). In sintesi niente di che, non lo consiglio se non come lettura "estiva" in mancanza di alternative più valide.
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