Opinione scritta da Bianca Rita Cataldi

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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    20 Luglio, 2014
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Tra giallo e YA

Viola ha quattordici anni e ha il nome di uno strumento musicale e non di un colore. Vive con i genitori in una fattoria della Nuova Zelanda dove, a causa di una rarissima malattia congenita, l'XP, è costretta a nascondersi dai raggi solari. Viola vive di notte e dorme di giorno. Al tramonto si sveglia e, quando non va nel capannone dietro casa per esercitarsi con la viola, inforca i suoi occhiali per la visione notturna e lascia la fattoria per inoltrarsi nel bosco circostante. E' proprio in una delle sue nottate all'aperto che vede ciò che non avrebbe mai dovuto vedere: un omicidio. Un uomo dai lunghi dread biondi trascina un altro uomo molto robusto, probabilmente già morto, all'interno di un'auto e dà il tutto alle fiamme. Il bagliore provocato dal fuoco è accecante nella notte. Dopo di ciò, Viola vede l'assassino sotterrare un sacco, posizionare una pietra sul terreno come segnale e fuggir via mentre l'auto continua a bruciare. Presa da una folle curiosità, la ragazzina sposta la pietra altrove e decide di riportare alla luce il sacco nascosto dall'uomo. Scoprirà ben presto che si tratta di molti, moltissimi dollari. Li porta via con sé, pensando di nasconderli nel capannone e aiutare così i suoi genitori in ristrettezze economiche. L'omicida, però, non ha nessuna intenzione di lasciarle carta bianca e giungerà ben presto a minacciarla e a mettere in pericolo la sua stessa vita.

L'arte ingannevole del gufo è un romanzo particolarissimo. E' originale sin dai presupposti e dalla rara malattia che affligge la protagonista costringendola a vivere di notte e dormire di giorno. L'intera narrazione risulta così "capovolta" sul piano temporale. Non solo: è insolito leggere uno young adult il cui personaggio principale, pur avendo soltanto quattordici anni, sappia già per certo di non avere molto tempo da vivere. E benché nel finale del romanzo la storia prenda una piega ottimistica e Viola riesca a emanciparsi dalla sua stessa malattia, resta comunque un amaro retrogusto che rende agrodolce l'intera lettura. E' un libro insolito anche nel genere: si tratta di un racconto in bilico tra young adult e giallo, eppure non potrei definirlo né totalmente afferente a una categoria né all'altra. Non è del tutto per ragazzi perché affronta tematiche spinose come la malattia, il dolore, il sacrificio per la propria famiglia, la morte. Non è totalmente un giallo perché il caso, a mio parere, si risolve fin troppo facilmente e svanisce nel nulla come una bolla di sapone. E' proprio quest'ultimo aspetto a lasciarmi perplessa e a non permettermi di dare il massimo dei voti al romanzo.
In compenso, ho apprezzato la sensibilità e la bravura con le quali l'autrice ha saputo dar voce a un personaggio difficile come Viola. E' un libro che merita d'esser letto perché è davvero originale sotto ogni punto di vista. Forse non è perfetto, ma costituisce comunque una lettura piacevole per ragazzi e per adulti. Consigliato!

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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    28 Mag, 2014
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Onyx

Eccoci giunti al secondo capitolo della serie Lux di Jennifer L. Armentrout dopo Obsidian e il prequel Shadows. Come già sapete, protagonisti indiscussi di questa saga sono gli alieni Luxen che, lungi dall'esser verdi, viscidi e con le antenne, sono bellissimi ragazzi dal volto perfetto e dal grande coraggio. Daemon è uno di questi e, malgrado le sue resistenze, non riesce a nascondere una forte attrazione per Katy, normalissima liceale e compagna di classe nelle ore di trigonometria. Reduci da una serie di tremendi pericoli e dall'ennesimo attacco degli Arum, nemici giurati dei Luxen, Katy e Daemon stanno ancora cercando di riprendersi dallo shock degli ultimi avvenimenti. Proprio quando tutto sembra stia per tornare a posto, nuovi sconvolgimenti turberanno la quiete dei nostri protagonisti. Dopo qualche giorno di febbre altissima, Katy scopre con sgomento di essere in grado di muovere gli oggetti col pensiero, proprio come fosse un Luxen. Immediatamente, il sospetto che Daemon l'abbia contagiata nel processo di guarigione seguito all'ultimo attacco degli Arum inizia a serpeggiare nella sua mente. Come se non bastasse, un bel ragazzo di nome Blake, appena trasferitosi dalla California, abbronzato e dagli occhi chiari, inizia a frequentare le stesse lezioni di biologia di Kat. Divenuti compagni di banco, i due iniziano a conoscersi e a piacersi, malgrado le occhiatacce di Daemon. Katy, infatti, è indiscutibilmente attratta dall'affascinante alieno, ma non può che desiderare anche la compagnia semplice e spontanea di un coetaneo umano. Dilaniata dalla dicotomia normalità/straordinarietà, la protagonista dovrà fare i conti con i suoi nuovi poteri e sentimenti, senza contare che gli Arum hanno intenzione di infestare i suoi incubi per molto tempo ancora...

Come sempre mi capita con la Armentrout, ho letto questo libro in un solo giorno. Ciò che davvero apprezzo di lei è la sua piena consapevolezza: l'autrice sa perfettamente che i suoi personaggi dovranno lottare in un mare di Young Adult tutti uguali per difendere la loro storia e, appunto per questo, carica la sua scrittura di una piacevolissima dose di autoironia che non può che farci sorridere e proseguire spediti nella lettura.
Katy è un personaggio straordinario: tenera, non troppo magra, capelli normali, occhi normali, tutto molto normale. Come può un personaggio normale essere straordinario? Katy lo è proprio grazie alla spontaneità e alla semplicità con le quali affronta la sua vita quotidiana, giorno dopo giorno. Non solo! Kat è anche una book blogger e questo aspetto l'ha resa immediatamente adorabile ai miei occhi. Ho riconosciuto me stessa nella caratterizzazione del suo personaggio: il desiderio di condividere con gli altri il proprio amore per i libri, le letture, le opinioni, le videorecensioni coi capelli spettinati e la gente che lascia commenti sul colore del tuo maglione. I pacchetti dei libri alla posta. La gioia indescrivibile di quando suonano alla porta ed è il corriere con tanti libri per te. La Armentrout è bravissima nel delineare il profilo della vita letteraria sul web e questo è uno dei punti forti della serie.
Rispetto a Obsidian, ho trovato questo libro più scorrevole e decisamente più divertente: i botta e risposta tra Katy e Daemon non hanno nulla da invidiare alle più spassose commedie americane. Ebbene sì, c'è molta America in questo libro: il party a casa di Dee e Daemon, i bicchieroni di plastica rossa del punch, i vialetti che introducono agli appartamenti, i boschi poco distanti dal centro abitato. L'effetto è quello di un film tridimensionale che si autoproietta tra le pagine: piuttosto che immaginare, il lettore vede con i suoi occhi le realtà descritte dalla magica penna dell'autrice.
Onyx è chiaramente un libro per adolescenti, ma è scritto così bene da poter incantare anche chi è avvezzo a ben altre letture. So riconoscere una buona serie YA quando l'incontro e questa è una di quelle. Consiglio la Armentrout non solo ai ragazzi più giovani, ma anche a chiunque voglia staccare per un po' di tempo dalle letture "impegnate" con una serie non troppo seria (passatemi il gioco di parole) ma sicuramente molto intelligente.

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Obsidian, Shadows
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    18 Febbraio, 2014
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Non possiamo scegliere chi amare

Ed eccoci qui con il secondo, attesissimo volume della saga inaugurata da Il bacio della morte. Come avete potuto leggere nella mia recensione al primo libro, avevo intuito sin d'allora la portata del talento dell'autrice e avevo concluso il mio commento scrivendo "Ho il presentimento che Marta Palazzesi stia per sorprenderci". Beh, non mi sbagliavo. Se il primo capitolo della saga era ancora leggermente immaturo, Il sogno dell'incubo è invece ben pensato, scorrevole, interamente giocato sulla suspense.

Dove eravamo rimasti...Damian è stato costretto ad abbandonare Thea dopo averla marchiata col suo potere da Succubo e ha seguito i suoi genitori nel Mondo Sommerso, con la speranza di ritrovarli e ucciderli per liberarli dalla condizione di schiavitù nella quale versano. Intanto, Thea continua a vivere la sua quotidianità a Palazzo nella speranza che Damian torni e che possa esserci, tra loro, il chiarimento che non hanno avuto il tempo di concedersi. La vita della ragazza procede tranquillamente finché una terribile tragedia non sconvolge la vita del Palazzo: Grigor, governatore nonché padre della migliore amica di Thea, Serena, si ammala gravemente e il suo posto è immediatamente occupato da Arno, che regnerà fino a completa guarigione di Grigor. Quest'ultimo, però, non dà assolutamente segni di ripresa e le sue condizioni sono disperate. Durante il periodo del regno di Arno, strani avvenimenti minano la tranquillità degli abitanti del Palazzo: guardie stranamente aggressive, sparizioni, strani riflessi giallastri negli occhi di demoni divenuti improvvisamente violenti. Thea comprende che qualcosa non sta andando per il verso giusto e, ad accentuare i suoi dubbi, arriva Vikas, un demone capace di sfruttare un dono andato ormai quasi completamente perduto: il dono del fuoco. Come se non bastasse, un intero paese nei pressi del Palazzo viene raso al suolo, i suoi abitanti massacrati. Ed è proprio allora, mentre Thea è con la sua master Ranya e cerca di aiutarla a trovare i cadaveri, che riappare Damian. E' lì, nella città distrutta, e scava fosse per le vittime. Come ha fatto ad uscire sano e salvo dal Mondo Sommerso? Quale prezzo ha dovuto pagare? E questa è solo la punta dell'iceberg di un mistero che vi terrà avvinti fino all'imprevedibile colpo di scena finale.

Come dicevo nell'incipit, questo romanzo ha confermato la mia supposizione iniziale: Marta Palazzesi ha talento e l'ha dimostrato con un secondo capitolo maturo, intelligente, ben calibrato. L'autrice sa gestire perfettamente il mistero e la suspense, costringendo il lettore a divorare il libro pagina dopo pagina per poter dare una risposta ai suoi interrogativi. Nulla è scontato, in questo libro: dagli avvenimenti agli attacchi degli Azura, dalla presenza del fantasma di Sabina ai combattimenti, la Palazzesi non cede mai al banale, non scivola nello scontato e sa mantenere la tensione al massimo.
Ho apprezzato molto la caratterizzazione dei personaggi, il loro approfondimento psicologico e, in particolare, una nota di merito va alla descrizione del rapporto tra Thea e Serena: l'autrice sa portare alla luce in modo esemplare le dinamiche che si verificano quando due persone sono amiche da tantissimo tempo e, pur essendo cambiate negli anni, cercano disperatamente di tener vivo il fuoco del reciproco affetto. Interessante anche il rapporto tra Damian e Thea che, credo, si possa sintetizzare in questa splendida citazione che non ho potuto fare a meno di annotare:

"Non puoi scegliere chi amare. E non puoi cambiare le persone che ami."

Lo stile, infine, è avvincente senza perdere nulla della propria semplicità e linearità. Il lettore segue la vicenda senza perdersi, senza essere costretto ad annotare nomi e luoghi per poterli ricordare in seguito. Il romanzo della Palazzesi è un fantasy/horror che non stanca e che, devo ammetterlo, presenta una spiccata originalità. Consiglio questa serie ai ragazzi più giovani ma anche agli adulti che vogliano concedersi qualche ora di lettura piacevole e mai banale.

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Il bacio della morte
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    31 Gennaio, 2014
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Una storia semplice

Dawson si sarebbe aspettato di tutto dalla sua vita di alieno Luxen sulla Terra, ma non lei. Non Bethany, con quei lunghi capelli castani e gli occhi di fiamma. Non lei, seduta davanti a lui a lezione, capitata lì quasi per errore dopo un trasferimento. La ragazza nuova. Dawson capisce di essere perso di lei già dopo i primi istanti: uno sguardo, un sorriso sfuggito per sbaglio, un lieve arrossire delle guance e il gioco è fatto. Da questo momento in poi, i due inizieranno a cercarsi, a trovarsi, a incontrarsi nei corridoi della scuola anche solo per scambiare due parole tra una lezione e l'altra. Bethany, però, non sa nulla di Dawson, dei suoi fratelli Daemon e Dee, della razza aliena alla quale tutti e tre appartengono. La loro coppia è destinata sin da subito a dover attraversare rifiuti e avversità. La stessa famiglia di Dawson, infatti, cerca in ogni modo di allontanare i due ragazzi e la situazione si complica quando ricominciano a comparire gli Arum. Questi ultimi, creature malefiche fatte d'ombra, sono costantemente alla ricerca dei Luxen e il loro unico obiettivo consiste nel sterminare la loro razza. Le rocce di quarzo rosa situate nel luogo in cui i Luxen vivono permette loro di restare al riparo, offuscando la luce che essi emettono naturalmente. Il pericolo, però, non è affatto lontano. Anzi, è molto più vicino di quanto si possa credere...

Parto da un presupposto: avendo letto Obsidian, conoscevo il finale di questo libro ancor prima di iniziarlo eppure, quando ho raggiunto le ultime pagine, non ho potuto fare a meno di commuovermi. La storia d'amore tra Dawson e Bethany è semplice, lineare, senza grandi colpi di scena e proprio per questo è realistica. Mi ha colpito molto il modo in cui la Armentrout ha delineato i personaggi, approfondendoli psicologicamente. Dawson è pronto a tutto per amore ma, al tempo stesso, è costretto a riconoscere alla propria coscienza l'egoismo col quale sta esponendo al pericolo la propria famiglia e la donna che ama. Daemon, suo fratello, è restio a credere che l'amore per un'umana possa davvero sconvolgere la vita di un Luxen fino a quel punto (ma basta leggere Obsidian per capire quanto si stia sbagliando), eppure, compiendo uno sforzo sulla propria volontà, arriva ad accettare la decisione di Dawson pur di restare al suo fianco. Molto interessante, infine, è proprio il personaggio di Bethany la quale, lontana anni luce dalle eroine svampite dei soliti YA, ha un suo cervello, delle idee, una personalità e, soprattutto, si innamora di Dawson per quello che è, con i suoi difetti, i suoi limiti e tutte le conseguenze derivanti dal suo essere un alieno. Il romanzo, breve ed estremamente scorrevole, si legge in un giorno e scatena nel lettore il desiderio di acquistare tutti gli altri libri della serie.

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Obsidian, Twilight, L'ospite
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    23 Luglio, 2013
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Un romanzo da portare con sé in vacanza.

Katy è un'adolescente semplice, carina ma non appariscente, con una passione sfrenata per i libri e il book-blogging. Dopo la morte del padre, ha abbandonato il sole della Florida per trasferirsi in un paesino sperduto del West Virginia insieme alla madre. E' appena giunta a Ketterman, gli scatoloni non sono ancora stati svuotati quando...eccolo lì, il vicino: alto, muscoloso, inquietanti occhi verde smeraldo. Si tratta di Daemon, fratello gemello della prima ragazza che ha sino ad ora mostrato di esserle amica: Dee. Sarebbe la classica storiella da colpo di fulmine se non fosse che Daemon detesta fortemente Katy. Non la conosce ancora eppure le ha già intimato di stare alla larga da sua sorella e si ostina a chiamarla con un nome odioso: Kittycat. Perplessa e offesa, Katy è tuttavia decisa a portare avanti la sua amicizia con Dee, nonostante tutto. Giorno dopo giorno, però, i due bei gemelli divengono sempre più strani: Dee mangia tantissimo ad ogni ora del giorno senza assumere nemmeno un grammo, Daemon appare e scompare a una velocità fin troppo insolita e talvolta Katy ha l'impressione di vedere i contorni del corpo di Dee diventare appena trasparenti. E' dunque vero ciò di cui le aveva parlato Daemon? Quanto sono diversi i fratelli Black? Quanto lontano è il loro mondo?


Leggera e fresca, Obsidian è una lettura che consiglio soprattutto a chi non avesse ancora deciso quale libro infilare in valigia. Si tratta del primo volume di una trilogia, quindi c'è ancora tanto da chiarire e di cui parlare e sicuramente il finale lascia nel lettore il desiderio di leggere al più presto il volume successivo. Certo, devo ammettere che l'Armentrout non è riuscita a scansare del tutto il pericolo Twilight e infatti, di tanto in tanto, è possibile riconoscere dei punti di contatto tra le due serie. Al tempo stesso, è apprezzabile il desiderio di riportare in auge, con stile e caratteristiche moderne, uno dei capisaldi della narrativa fantastica di tutti i tempi: gli alieni. Un'idea intelligente, in effetti, proprio in quanto vintage; d'altronde, non ne potevamo davvero più di vampiri, licantropi e simili. Efficace è anche lo stile, profondamente giovanile ma in senso positivo: uno stile fresco, scorrevole, attraversato da una vena ironica che rende i personaggi di Katy e Daemon davvero piacevoli, di quelli che vorresti portare in vacanza con te se solo non fossero fatti d'inchiostro. Un libro che consiglio soprattutto ai lettori e alle lettrici più giovani e a tutti coloro che hanno voglia di trascorrere qualche ora di pura spensieratezza letteraria.

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Twilight
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    09 Luglio, 2013
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Come attingere dalla cultura classica con stile.

Dove eravamo rimasti: Helen, nipote del dio degli Inferi Ade, è stata costretta con un inganno, insieme ad Orion e Lucas, a liberare tutti gli dei dell'Olimpo. Adesso, i tre ragazzi sono diventati fratelli di sangue ed Helen ha visto confluire in sé parte dei poteri degli altri due discendenti. Divenuta potentissima, suscita i timori non soltanto degli dei ma anche della famiglia Delos: è dunque lei il Tiranno che la Profezia aveva annunciato? E' proprio lei la creatura "nata in cattività" che le Furie volevano fosse uccisa prima che conquistasse tutti i suoi poteri? A confermare il dubbio arrivano gli incubi che infestano le notti di Helen e che giungono da un passato lontano, da tutte le vite che ha vissuto al fianco di Lucas attraverso i secoli. Ma se i due sono stati amanti per così tanto tempo, allora perché solamente in questa vita presente sono cugini e non possono amarsi? E cosa sta tramando Daphne, inquietante discendente tanto egoista quanto fragile? Sarà la guerra a portare con sé le risposte che Helen e gli altri discendenti stanno cercando. Una guerra terribile: quella tra gli dei e i semidei. Il ciclo che si ripete, ancora. Come a Troia.

Inizio col dire che quest'ultimo capitolo della saga Awakening è stato esattamente come speravo: appassionante e mai banale. Temevo la banalità come la peste (sarà per la brutta esperienza con la Meyer?) e pregavo che l'Angelini non mi deludesse, e fortunatamente è andata come volevo. Ho apprezzato moltissimo questo libro che, tra l'altro, mi ha fatto ripassare gran parte del programma di letteratura greca dell'anno scorso! Ecco, questo è forse il più grande pregio dell'Angelini: il saper rimodellare la cultura classica per renderla accessibile a tutti i lettori del nostro tempo come se Omero (o chi per lui) avesse scritto solo adesso la sua Iliade. Per di più, ho avuto l'incredibile fortuna di ricevere questo libro subito dopo aver terminato la lettura del poema omerico, il che mi ha reso non solo iper-preparata allo schema dei personaggi e all'intreccio ma mi ha anche predisposto favorevolmente.

Altro punto di forza di Goddess (e della trilogia intera) è l'approfondimento psicologico dei personaggi. Il più riuscito è sicuramente quello di Daphne, madre egoista e...beh sì, spietata. La bravura dell'autrice sta, tuttavia, nell'aver dipinto tutte le sfumature del suo carattere in modo tale che il lettore, fino all'ultimo, non fosse in grado di inquadrare questo personaggio né nella schiera dei buoni né in quella dei cattivi. Lo stesso, tra l'altro, si potrebbe dire di Helen: è davvero così perfetta, questa dea dai capelli d'oro? O forse custodisce in sé lo stesso germe d'egoismo che caratterizza sua madre? Nessun personaggio, in questa trilogia, è completamente buono o completamente cattivo. Non sempre "essere buoni e generosi" è una garanzia di salvezza - la teoria del Good heart di Dickens è vecchia di due secoli, dopotutto. Ho apprezzato l'inevitabile rispecchiarsi, nel romanzo, delle inquietudini del nostro tempo, nonché della fragilità che caratterizza da sempre l'animo umano. Il personaggio che mi mancherà di più? Forse proprio Hector, cuore grande e pettorali da paura, perché è forse l'unico discendente veramente genuino. Tutti gli altri, da Lucas a Orion a Helen, hanno quel pizzico di "cattiveria" - passatemi l'iperbole - che, pur danneggiandoli nella loro immagine di eroi, li rende tuttavia più vicini a noi lettori, al nostro mondo pieno di difetti. Un mondo che Helen ha deciso di salvare ad ogni costo. Un mondo che ha preferito a tutti gli altri mondi che avrebbe potuto creare con i suoi poteri perché, come diceva qualcuno, casa è dove è la famiglia. E proprio il valore della famiglia, insieme a quello dell'amicizia, è il vero protagonista della trilogia.

Il mio giudizio finale sulla serie? Devo ammettere di aver preferito, su tutti, il primo volume: si sa, il primo amore non si scorda mai. Consiglio vivamente questa trilogia sia ai lettori grandicelli che ai più giovani: per questi ultimi, in particolar modo, il vantaggio è duplice! Miscere utile dulci, diceva Orazio, e allora perché non utilizzare una lettura appassionante come questa per rispolverare le radici della nostra cultura?

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Starcrossed, Dreamless, Iliade
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Romanzi erotici
 
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    12 Dicembre, 2012
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Il senso dell'onore



Jaci e Cam si conoscono da quando erano poco più che ragazzini e vivevano in un piccolo paese dell'Oklahoma. All'epoca, il padre di lei le aveva intimato di tenersi alla larga dai gemelli Falladay, Cam e Chase, per via della pessima reputazione di seduttori che aleggiava intorno a loro. E "tenersi alla larga" è proprio ciò che Jaci tenta di fare, benché in realtà si senta fortemente attratta da Cam. Il destino separa le vite dei tre ragazzi: Chase e Cameron si arruolano nell'esercito e Jaci, divenuta ormai un'arredatrice, è costretta a fare i conti con un tentativo di violenza sessuale da parte dei suoi datori di lavoro. Quando, sette anni dopo, i tre si incontreranno nuovamente, nulla sarà più come prima: Jaci dovrà affrontare Richard e Annalee Roberts che da cinque anni tentano di farle del male, e Cam, più di ogni altro, sarà costretto a far violenza su se stesso pur di non confidare a suo fratello e alla donna di cui è innamorato il doloroso segreto che ha segnato tutta la sua vita.

Piacevole, questo romanzo di Lora Leigh. Certo, forse è eccessivamente lungo, ma c'è una buona caratterizzazione dei personaggi: Cam, lacerato da paure e tormenti interiori che riemergono dal suo passato per distruggergli il presente, è forse il personaggio più azzeccato e meglio descritto. Poi c'è Jaci, con la solitudine alla quale per sette anni si è costretta pur di aspettare Cameron. Infine Chase che, a mio parere, è stato un po' "ignorato" dall'autrice: la questione di Chase e Moriah, infatti, spunta come un fungo nel finale e il lettore si chiede "ma perché? come siamo arrivati a questo punto?". ecco, forse il romanzo è troppo Jaci-centrico, ma è comunque un buon libro, sensuale e ben scritto, che mette in luce l'importanza dell'amore, dell'amicizia e, soprattutto, dell'onore.

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"Il fuoco della tentazione" di Lora Leigh
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Fantasy
 
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    14 Novembre, 2012
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Zombi and Prof

Siamo alla Barracuda Bay, la scuola superiore frequentata da Maddy e dalla sua migliore amica Hazel. Ci troviamo nel bel mezzo di un tradizionale romanzo americano per adolescenti, penserete voi quando avrete letto solamente le prime pagine: il ballo scolastico che si avvicina, il più bello della scuola, Stamp, che chiede a Maddy di uscire...insomma, tutto normale. Ma niente è ciò che sembra. Chi sono, infatti, i due mostri della classe di economia domestica, Scheletro e Dahlia, che coi loro occhi gialli e la loro pelle grigiastra terrorizzano tutta la scuola? E perché, nell'arco di un anno, sono morte tre ragazze, tutte e tre ex-frequentanti "l'ora maledetta" di economia domestica? Sono queste le domande che Maddy si pone poco prima di essere colpita da un fulmine e di scoprire di avere, ormai, gli occhi gialli come quelli di Scheletro, il corpo rigido e il battito del cuore assolutamente, rigorosamente...fermo.

Rusty Fischer mi fa un po' tenerezza. Me lo immagino seduto alla sua scrivania, questo prof in pensione, che ghigna solo soletto e si diverte mentre mette su un romanzo che è un po' comico un po' involontariamente tragico. Comico perché Maddy - bisogna ammetterlo - è simpatica, e tragico perché, che lo si voglia o no, non si può prescindere dal necessario dolore che tutte le morti della Barracuda Bay provocano. E poi, c'è molto da dire sui personaggi: prendiamo Stamp, per esempio. Stamp non è affatto il ragazzo perfetto che ci si potrebbe aspettare: è sostanzialmente idiota, a mio parere, e superficiale. Personalmente, preferisco di gran lunga Dane, con le sue occhiaie e tutto il resto. E Hazel! Odiosa, questa migliore amica che amica non è e che infine - ringraziamo il cielo - se la prende in quel posto e diventa zombi come Maddy. Fossi stata nell'autore, avrei probabilmente cercato di approfondire l'aspetto della "società degli zombi", spiegando un po' meglio chi sono gli Anziani e così via. Altro difettuccio: il voler divertire a tutti i costi. Rusty, diciamo la verità, ha una simpatia un po' vintage, la stessa simpatia del professore che dice "e che cavolo" e poi ride e s'imbarazza tutto, un po' così. Forse andava scritto meglio, ecco. Tuttavia, è un libro che consiglio soprattutto ai più giovani e a chi vuole regalarsi qualche ora zombicamente piacevole.

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La notte dei morti viventi, J. Russo
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Fantascienza
 
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    04 Novembre, 2012
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Tra Loka e Terra

Pianeta Loka. Kayla ha quindici anni, tutta una vita davanti, sentimenti ed emozioni da provare, come qualunque quindicenne. Tuttavia, qualcosa di terribile separa Kayla da ogni ragazza umana: un numero, quel 6982 che segue il suo nome e che la marchia indelebilmente con l'appellativo di "schiava". Kayla, infatti, non è umana, bensì una NonUmana Geneticamente Modificata, e appartiene alla più umile classe sociale del pianeta Loka. Sono stati gli uomini a rendere Kayla - e chi come lei - schiava, nel momento in cui hanno invaso il pianeta. Il compito che spetta agli schiavi NGM consiste nell'onorare, servire e rispettare i Puri e gli Impuri, ovvero i gradini più alti della società. Kayla non ha altre possibilità, non può ribellarsi, non ha una famiglia che la sostenga e, al minimo cenno di dissenso, rischia di essere eliminata e di tornare nel nulla dal quale è nata.In questo sistema crudele - di una crudeltà orwelliana, quasi - il lettore riesce a scorgere, però, lampi di luce. Infatti, nonostante il suo inferno quotidiano, Kayla scoprirà che il suo cuore di NGM è talmente umano da potersi innamorare. Quest'amore, però, non la lega ad uno schiavo come lei, ma ad un uomo libero, un umano che è, per giunta, imparentato con uno scienziato. Cosa resta, dunque, da vivere? cosa può offrire un pianeta nel quale sono proibiti le emozioni, la libertà, l'amore?

Questo libro mi ha sconvolto. Parto da un presupposto: non è il mio genere. Proprio per niente. E allora perché mi è piaciuto così tanto? Perché Karen Sandler è un genio: è riuscita a trasmettere ai ragazzi messaggi - o forse sarebbe meglio chiamarli "avvertimenti" - che ho trovato solo in 1984 di Orwell e in pochi altri libri. Com'è possibile scrivere un romanzo YA su un tema così complesso?, mi chiedevo durante la lettura. Eppure l'autrice ne è stata capace, e ha intessuto una trama complessa ma di svolgimento lineare che accompagna il lettore attraverso la storia di Kayla e di Mishalla, nella luce tenue dei due soli che illuminano il pianeta Loka. Già, il pianeta Loka. Sembra lontanissimo eppure, in quei Puri e Impuri, in quella divisione sociale, in quella bramosia di potere e di ricchezza ritroviamo il nostro pianeta Terra, identico a come lo conosciamo.Un romanzo fondamentale, questo. Un romanzo che dovrebbe essere adottato come libro di narrativa nelle scuole, secondo me, perché annoierebbe molto meno dei soliti libri moralistici sul tabagismo e sul bullismo giovanile e, attraverso un pianeta fittizio, aprirebbe una finestra sul mondo reale.

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1984 di George Orwell
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Narrativa per ragazzi
 
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2.8
Stile 
 
2.0
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    09 Settembre, 2012
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Paranormalmente - vol.2

Dove eravamo rimasti: Evie è una ragazza con poteri speciali che le permettono di riconoscere gli esseri paranormali, anche i più insospettabili. Per questo motivo, lavora presso l'agenzia AICP (Agenzia Internazionale per il Contenimento del Paranormale), dove offre i benefici del suo dono affinché il Paranormale non dilaghi nel mondo distruggendone l'equilibrio. Dove siamo ora: Evie ha abbandonato l'AICP per darsi l'opportunità di una vita normale: andare a scuola, vedere film al cinema mano nella mano con un ragazzo, innamorarsi un giorno, frequentare l'università. La vita "normale" - così come Evie l'immagina - è ricca di avventure, emozioni, esperienze. Sbagliato! La vita normale, per Evie, è piattume totale. A questo punto, l'unica soluzione consiste nel tornare all'AICP, lì dove il Paranormale fa da padrone e, diciamolo, permette anche di divertirsi un po'. E all'AICP, proprio come tanto tempo fa, c'è Reth, il suo ex fatato che non vede l'ora di eliminare la noia dalla vita di Evie e di sconvolgerle l'esistenza. Per essere divertente, Kiersten White lo è. Divertente, intendo. Ammetto che la sensazione leggermente negativa che il primo volume mi aveva trasmesso rimane anche in questo seguito: c'è qualcosa che non va, nella scrittura della White. Non so bene cosa sia. Forse, molto semplicemente, la trilogia è destinata a un pubblico molto più giovane di me. Ad ogni modo, la storia è spassosa, piuttosto leggerina, da leggere sotto l'ombrellone oppure - nel mio caso - su un balcone coi gerani in Trentino Alto Adige. Evie è sostanzialmente antipatica, ma devo ammettere che Reth fa davvero morire dal ridere: lo vorrei tenere a casa mia, piccolo piccolo, sulla scrivania, per poi accenderlo quando sto giù di morale e spegnerlo quando ha definitivamente rotto le scatole. Adesso aspetto di leggere il terzo volume della serie per poter esprimere un giudizio sicuro sull'opera completa. Per il momento, ho una sola certezza: questo secondo volume è comunque migliore del primo.

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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    12 Luglio, 2012
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Josephine non delude mai.

Dopo aver scoperto di essere cugini e di non poter avere alcuna relazione, pena la guerra tra le Case degli dei, Helen e Lucas cercano il più possibile di mantenere le distanze. Tuttavia, il dolore che provano nel far parte della stessa famiglia senza potersi neppure sfiorare sembra non aver mai fine. Helen, inoltre, deve affrontare quotidianamente, oltre alla sofferenza causata dalla lontananza di Lucas, anche le frequenti discese negli Inferi: il suo compito, infatti, consiste nel cercare le Furie, trovarle e trovare un modo per convincerle a liberare le Case dalla loro maledizione. Inizialmente, Helen è sola nella sua ricerca. Una notte, però, la ragazza vedrà qualcun altro, nell'immensa distesa di solitudine degli Inferi: si tratta di Orion, figura misteriosa che sembra essere dalla sua parte, pronto a tutto pur di aiutarla a raggiungere il suo obiettivo. Insieme, i due troveranno la giusta strada da percorrere per liberare le Furie senza essere costretti ad ucciderle, per renderle poi pacifiche Eumenidi. Tuttavia, il pericolo è costantemente in agguato: sono in molti, infatti, a desiderare che Helen porti a termine il suo compito ma, come il lettore scoprirà ben presto, ognuno di loro lo fa per un motivo diverso, e non tutti i motivi sono a fin di bene.


Ho adorato Starcrossed, il primo volume della serie, e ho amato moltissimo anche questo secondo capitolo. Josephine Angelini è una tra le poche scrittrici in grado di amalgamare con sapienza il fascino della cultura letteraria greca con la narrativa contemporanea. Considerando, inoltre, che ho letto questo libro mentre preparavo l'esame di Cultura letteraria della Grecia antica, potrete capire come la Angelini sia venuta in mio soccorso! Ora, chiaramente, questo libro ha i suoi piccoli difetti: un inizio forse troppo lento, per esempio, o la comparsa di Orion che, in un primo tempo, potrebbe far riferimento al meyeriano triangolo Jacob-Bella-Edward. Tuttavia, la scrittrice smentisce subito l'ipotesi e crea un intreccio originale e avvincente, nel quale i personaggi di Orion, Helen e Lucas interagiscono tra di loro, ma lo fanno per un bene superiore: quello delle Case degli dei. Affascinante è anche la tensione che precede la dichiarazione di guerra: il lettore sa che la catastrofe è inevitabile, e la Angelini è bravissima nel tenerlo avvinto alle pagine, aggrappato a una speranza che sarà presto infranta. Che dire: non vedo l'ora che esca il terzo ed ultimo volume della serie. E, soprattutto, aspetto che la scrittrice chiarisca il ruolo della madre di Helen, Dafne: è una figura misteriosa e, a mio parere, potenzialmente negativa. Attendo con ansia di saperne di più sul suo conto e su quello degli altri personaggi!

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Starcrossed, Iliade, Orestea
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    14 Giugno, 2012
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quando giocavamo a Solitario invece che a Facebook

Siamo nel 1996. Emma e Josh frequentano lo stesso liceo, vivono nella stessa via, possono comunicare con bigliettini e lampi di torcia da una finestra all'altra e sono amici da una vita. O meglio, erano amici, poi qualcosa è andato storto: Josh ha ammesso di provare qualcosa per Emma e lei, come sempre, è scappata. E adesso, a un anno di distanza dal loro allontanamento, Josh è di nuovo nella camera della sua coetanea dirimpettaia, ma per un unico semplice motivo: offrirle il cd di AOL da installare sul suo nuovissimo computer. Siamo alla fine degli anni 90, tra musica dance e puntate registrate di X-Files e Facebook non è stato ancora inventato. Ma allora perché, non appena Josh va via ed Emma installa il cd, sulla schermata del computer compare un riquadro blu con una scritta bianca? che cosa significano, in questo contesto completamente nuovo, le parole "amici" (e poi, 200 amici? sarà mai possibile conoscere così tante persone?) , "profilo", "Status"? Dinanzi agli occhi di Emma si apre un mondo completamente nuovo, una realtà che, come lei e Josh scopriranno presto, non ha nulla a che vedere con il presente: lì, tra le pagine virtuali di un Facebook che ancora non è stato inventato, ci sono fotografie frasi ricordi che Emma e Josh condivideranno sulla rete tra quindici anni. Cosa succederà, dunque, quando i due si renderanno conto di poter cambiare ogni singolo istante del loro futuro con un semplice colpo di mouse?


Un libro interessante, questo, che consiglio soprattutto ai Facebook-dipendenti, a chi non riesce a vivere appieno nulla che non sia condiviso con almeno altre trecento persone. La storia di Emma e Josh fatica un po' a ingranare, vi dico la verità, ma quando decolla lo fa con una forza espressiva e un'intelligenza uniche. Emma è un po' la "vocina cattiva" che è dentro di noi, quella che ci impedisce di lasciarci andare, di credere all'amore e, soprattutto, di confidare nel presente. Emma ignora l'oggi e vive in funzione di un domani che non ha nulla di certo ma, soprattutto, la nostra protagonista sembra non sapere che il futuro va costruito - passo dopo passo - con le gioie e i dolori che ci riserva il presente. Josh, di contro, è un personaggio adorabile: simpatico, un po' impacciato ma sincero, sempre onesto nei confronti degli altri e soprattutto di se stesso. Tra le altre cose, di questo libro mi sono piaciuti i dialoghi: credibili, talvolta divertenti, e mai artificiosi e falsi. Non sembra neppure scritto a quattro mani, questo romanzo: sembra il frutto dell'ispirazione pura e felice di un'unica mente. Davvero un buon libro, originale e appassionante, consigliabile per i lettori di qualunque età (con un particolare accenno ai nostalgici come me, a quelli che guardano con affetto all'epoca della connessione lenta, delle partite a Solitario in attesa della scritta google).

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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    07 Novembre, 2011
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Promessi vampiri - The dark side

Ho terminato la lettura di questo libro da un bel po' di giorni ma solo ora sono riuscita a trovare qualche minuto per dirvi cosa ne penso. Partiamo da un presupposto: non ho letto Promessi vampiri, il primo volume della serie scritta da Beth Fantaskey e pubblicata in Italia da Giunti Y; mi sono lanciata direttamente e senza paracadute su questo secondo capitolo, The dark side, anticipato dal breve Il matrimonio, contenuto nello stesso volume. Dunque, vediamo un po'...

Jessica, ex liceale alla Bella-Swan (o almeno così crede il lettore all'inizio) ha giurato eterno amore a Lucius Vladescu, vampiro rumeno. Adesso è costretta a rinunciare a tutto: la sua natura umana, innanzitutto; le verdure delle quali si nutriva, da vegetariana convinta; la sua casa, i suoi amici e persino il suo nome. Sì, perchè Jessica è divenuta Antanasia, futura regina dei vampiri. Subito dopo il matrimonio, però, Jessica/Antanasia inizia ad essere perseguitata da terrificanti incubi. Una minaccia incombe sulla coppia, e Jessica ne è sicura, nonostante le rassicurazioni del bellissimo consorte. I timori di lei, purtroppo, si riveleranno fondati: una piccola parte della famiglia Vladescu, composta da vampiri reazionari contrari all'incoronazione di Lucius e Jessica, sta attuando un ingegnoso piano per impedire ai due sposi di regnare e di mantenere la pace tra i Vladescu e i Dragomir. Gli incubi di Jessica, in particolare, prendono forma nel momento in cui Lucius viene incarcerato nelle segrete del castello dei Vladescu. Ora, senza suo marito accanto, chi potrà aiutare Jessica? beh, la sua migliore amica: non è forse vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno? ma soprattutto, correrà in suo aiuto un personaggio che mi ha fatto morire dal ridere: Raniero Vladescu.

Non leggo libri sui vampiri, solitamente, ma per questo romanzo di Beth Fantaskey ho fatto un'eccezione e non me ne sono pentita. La storia, oddio, non sarà poi così originale, ma l'autrice ha un modo tutto suo di raccontarla, divertendo il lettore fino alle lacrime. sì, perchè a un certo punto ho pianto dalle risate, giuro. c'è una cosa, in particolare, che mi piace di questo libro: che si prende in giro da sé. non lascia a noi lettori il privilegio di criticarlo, perchè si critica da solo e lo fa con autoironia. jessica, poi, è simpaticissima: qualcuno mi regali un'amica come lei. Lucius è un po' uno stoccafisso, mi ricorda tanto i manichini fighi di sisley. un altro bel personaggio è Raniero: anche lui è un vampiro un bel po' fuori dagli schemi e devo ammettere che le pagine dedicate a lui sono state sicuramente le più divertenti del romanzo. in definitiva, consiglio questo libro ai più giovani, ovviamente, ma anche a chi ha superato l'età adatta per i YA ma ha ancora tanta voglia di ridere. il mio voto? un bel * * * */5. e speriamo ci sia un seguito.

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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    13 Giugno, 2011
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Angeli falliti

Willow è una ragazza come tante. Frequenta il liceo con l'inseparabile amica Nina e cerca di destreggiarsi tra scuola, casa, una zia Jo con le rotelle un po' fuori posto e una madre malata. Una vita apparentemente normale. Tuttavia, Willow ha un potere che la contraddistingue: le basta guardare per un attimo la mano di qualcuno per indovinarne il destino. La voce di questo suo miracoloso potere si diffonde a macchia d'olio sino al giorno in cui, con incredibile sorpresa di Nina, Beth Hartley non si reca da Willow per chiederle di leggerle la mano. Sì, proprio Beth Hartley, la ragazza più bella e più in gamba della scuola. Willow è a dir poco sotto shock ma, tuttavia, fissa un appuntamento con la ragazza e le promette che avrà ciò che chiede. Willow, però, sa che qualcosa non quadra: Beth si sente sempre più debole, è pallida e dai suoi occhi traspare un'ansia inquietante e totalizzante. E il giorno in cui, toccandole la mano, Willow scopre che Beth ha visto un angelo - un vero angelo - e che costui le sta strappando via la vita risucchiandole le energie, tutto diventa improvvisamente più difficile. Il mondo di Willow crolla, frantumandosi in schegge taglienti che non è più possibile rimettere insieme. Ma non basta. Willow non è solo una sensitiva, e il problema principale non è soltanto costituito da una Beth che, innamorandosi di un angelo crudele, ha appena firmato la sua condanna a morte: il problema più grave è Alex. Alex lavora per la CIA e ha il compito di perseguitare e uccidere gli Angel Killers, ovvero gli angeli che, come nel caso di Beth, succhiano via ogni energia dagli umani per potersi nutrire e riuscire a sopravvivere. E Willow non sa che Alex è sulle sue tracce. Sì, perchè anche lei è nella lista nera. Ma come può esserlo se, semplicemente, non è un Angel Killer e non è neppure un angelo? E se non è un angelo, da dove hanno origine i suoi poteri di sensitiva? Willow dovrà dare una risposta a queste sue terribili domande lanciandosi in un viaggio psichedelico tra angeli assassini e anime perdute. Al suo fianco, Alex. E la sua oscura storia.


Leggendo questo libro, non ho potuto fare a meno di pensare a un disegno che realizzai a tredici anni. Si intitolava L'angelo fallito ed era straziante. L.A.Weatherly è riuscita, con le sue parole, a restituirmi il dolore di quel disegno, la tristezza profonda che si nasconde dietro l'immagine di un angelo crudele. Come può un angelo essere malvagio? Come può essere fallito? Eppure gli Angel Killers sono proprio questo: angeli che di angelico hanno solo l'aspetto, creature fatte di odio e di una luce assassina che sa solo risucchiare l'anima dell'uomo. Il personaggio di Willow, invece, è adorabile: lei è dolce ma al tempo stesso forte, determinata, decisa a scoprire la verità su se stessa e sulla realtà che la circonda. E ho amato anche Alex che, con ammirevole coraggio, uccide angeli per vendicare sua madre e per cercare di elaborare il dolore che preme al centro del suo petto e trasformarlo in un punto di forza. Come avrete capito, questo libro mi è piaciuto. Certo, la scrittura lascia un po' a desiderare in alcuni punti: le frasi sono a volte troppo brevi e non lasciano il segno. La storia, però, è originale e appassionante e tiene il lettore incollato alle pagine. In conclusione, mi sento di consigliarvi questo libro: vi innamorerete dei personaggi e li seguirete sino alla fine, in una danza ammaliante di ali candide e maledettamente crudeli.

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"Angeli pericolosi" di Francesca Lia Block
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Bianca Rita Cataldi Opinione inserita da Bianca Rita Cataldi    24 Mag, 2011
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Borderline



Un fratello allergico ad ogni tipo di alimento, costantemente in bilico tra la vita e la morte; una madre distrutta e un padre nervoso e distante, una casa che odora del latte e dei pannolini di Will, il suo fratellino più piccolo. Questa è la vita di Jonah, un ragazzo di diciassette anni che, circondato dal disordine di un mondo che non ama e dal quale non è amato, riversa tutto il suo affetto in Jesse, il fratello gravemente malato. E' per lui che Jonah sceglie di continuare a vivere, nonostante il dolore che ha dentro. Ed è per proteggerlo dalle cure asfissianti dei genitori che sceglie di farsi del male. Quando ti rompi le ossa, ricrescono più forti. Questa frase diventa, per Jonah, il ritornello costante e terribile delle sue giornate: accompagnato e incoraggiato dalla coraggiosa Naomi, che filma con una telecamera ogni sua "impresa", Jonah si rompe appositamente le ossa con cadute pericolose o addirittura con un martello. ma cosa si nasconde realmente dietro ogni osso rotto, ogni caduta nel vuoto, ogni "incidente"? E qual è la verità che si cela dietro l'ambiguità del rapporto che lega Jonah a Jesse?

Hannah Moskowitz, pur essendo giovanissima, intesse con maestria la storia terribile di un'ossessione. La rottura volontaria delle ossa è chiaramente una forma estrema di autolesionismo ma, paradossalmente, è anche la manifestazione più tragica di una prepotente voglia di vivere. Jonah si rompe le ossa perchè sa che, riformandosi, diventeranno più forti. Sa che lui diventerà più forte. E Jonah ha bisogno di diventarlo, perchè altrimenti non potrebbe più reggere il dolore provocato, in ogni momento della sua vita, dalle sofferenze del fratello, che ama quasi più di se stesso. Jonah vuole diventare forte. Forte abbastanza da affrontare il pianto ininterrotto del suo fratellino Will e le liti furiose tra i suoi genitori. Hannah Moskowitz riesce a trattare i temi dell'inadeguatezza, del disagio sociale, della crisi familiare con ironia pungente, fresca e frizzante, per la quale dobbiamo sicuramente ringraziare la sua giovane età. Ho adorato questo libro e l'ho letteralmente divorato. Ciò che più di tutto colpisce, in questo romanzo, è la veridicità dei dialoghi: nelle parole dei personaggi ho riconosciuto me stessa, i miei anni giovani, le piccole grandi avventure dei miei diciassette anni. In realtà, però, il miracolo più commovente di questo libro è l'evocazione dell'amore ambiguo, ossessivo tra i due fratelli, Jesse e Jonah. La Moskowitz non cade mai nel patetico nè tantomeno nello squallore. Se penso al suo modo di scrivere, mi viene in mente il gioco pericoloso del funambolo: come quest'ultimo, l'autrice si mantiene sempre borderline, tra il caos dell'indefinibile e la chiarezza della semplicità, sempre in bilico tra ciò che dev'esser detto e ciò che dev'essere nascosto. Ed è questo che fa di lei un'artista.

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