Opinione scritta da Fonta

148 risultati - visualizzati 1 - 50 1 2 3
 
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    30 Aprile, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

Martin ed il consiglio da Amico

Fidarsi di un amico! Sempre, non si sbaglia mai se questo Amico è un vero Amico!
Ed io mi sono fidato del mio "amico" Martin...sì, George R.R. Martin, l'autore della conclamata serie Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, che sulla quarta di copertina ci dice che il vero Trono di Spade è per lui quello descritto anni fa dal bravo Maurice Druon. Si solito tendo a non fidarmi degli autori che consigliano libri ma, la curiosità era tanta e devo dire che il consiglio è stato una vera "dritta"...bell'amico Martin!

Questo è il primo libro di una collana, chiamata "I Re Maledetti", perchè tutto nasce da una maledizione, che storia e leggenda narrano come l'inizio della fine per la dinastia dei Capetingi sul trono di Francia.
Giacomo di Molay, ultimo gran cavaliere dei templari, viene messo al rogo dal Re Filippo il Bello per acquisirne gli innumerevoli tesori...una maledizione che darà il via ad una serie di cause e concause degne di uno sceneggiato ma, fu storia vera!

Personaggi dipinti splendidamente, intrighi degni delle migliori serie, bramosie, violenza e sentimenti si miscelano in una storia vera (certamente un pò teatralizzata e romanzata dall'autore) che invoglia il lettore a divorarne le pagine.
Era dai tempo de I Pilastri della Terra che non leggevo un romanzo storico con dei personaggi tanto ambigui ed intriganti, quanto determinati e valorosi.

Unico neo? È l'inizio di una collana che, in Italia deve ancora esser finita di tradurre, ad ora sono solo tre su sette i libri editi da Mondadori...e non ho trovato in rete nessun accenno a pubblicazioni imminenti! Peccato, perchè qui siamo di fronte ad una grande penna e ad una saga che vale la peena leggere!

Consigliatissimo agli amati del genere!
Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Martin George R.R.
Ken Follett
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    22 Aprile, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

Gelo...ma c'è un Posto al Sole!

Oddio...mi sembra di tradire una persona cara, di tendere un tiro mancino ad un amico...io adoro Maurizio De Giovanni, quando ne ho avuto l'opportunità ho fatto i chilometri per vederne le presentazioni dei libri e questa volta, innamorati dei Bastardi, ho atteso lo slancio dettato dalla passione ed ho letto con qualche mese di ritardi rispetto all'uscita, quest'aultima avventura....e non mi ha colpito!!! Anzi!

Stiamo sempre parlando di un ottimo scrittore, il talento è immenso e la storia è ben costruita ma, qualcosa va scemando da quella prima indagine del Commissario Lojacono e da quella successiva con i colleghi sgangherati di Pizzofalcone.
Rimangono i caratteri forti e marcati dei personaghi, proseguono i turbamenti sentimentali ed in alcuni casi evolvono ma, permettetemi un'analogia con un altro successo partenopeo...sembrano intrecci alla "Un Posto al Sole", che ogni giorno tengono bloccati milioni di persone in attesa di capire come si evolveranno le varie storie dei personaggi ma, si ha anche il sentore che non si arriverà mai ad una fine!

In questo libro scorrono parallelamente due indagini, la prima su un omicidio di due fratelli venuti dalla Calabria per mettere in evidenza le loro doti principali, il fratello l'intelligenza e la sorella la bellezza, la sedonda indagine pone i Bastardi di fronte ad un sospetto di abusi minorile. Tema caldo, molto difficile e che, a mio avviso, lo scrittore perde un pò di vista e chiude troppo frettolosamente.

Beh, in conclusione, che dire, le mie aspettative quando esce un libro di de Giovanni sono altissime e di solito sempre appagate ma, in questo caso alla fine del libro mi sono ritrovato con poco "gelo" dentro e molta fame..fame di sapere cosa succederà la puntata successiva ma, al tempo stesso temendo di non avere ancora risposte e di dover attendere anni per capire le scelte di vita dei protagonisti. Non so se è un'idea/richiesta solo mia, ma sarebbe bello che l'autore chiudesse alcune storie, le consolidasse e magari ne aprisse di nuove, prorpio per non lasciare nel lettore questa suspance che, troppo protratta può stufare...anche nella serie di Ricciardi che credo essere tra le migliori in assoluto c'è questo rischio!

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    17 Aprile, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

L'Inizio dei giochi..di potere

La Guerra delle Rose è stato uno degli eventi meglio rappresentano il periodo medievsle pre-rinascimentale, condito di sudditanze religiose, intrighi e giochi di potere, su uno sfondo di rivolte, fame, malcontenti popolari e sangue sparso spesso gratuitamente.

Con Iggulden è un maestro del romanzo storico ed ho avuto modo di leggerlo ed apprezzarlo nella serie dedicata a Giulio Cesare ma, credo che con questa trilogia (che inizia appunto con quest'opera, proseguendo poi con Trinity e che si concluderà con un libro in fase di stesura) possa ambire al suo massimo punto espressivo.
Un epoca contorta, con un re chiaramente non all'altezza del suo incarico ed una fitta rete di parenti e nobili bramosi di potere e con l'obbiettivo del trono.

C'è chi scrive che questo libro è una trasposizione del Trono di Spade nel 1300, trovo in parte giusta questa definizione...già, in parte, perchè questa, se pur romanzata...è storia vera! Forse sarebbe più corretto proporre la bellissima serie di Martin, come una trasposizione della storia del 1300 in un mondo fantastico.
Indipendentemente da questo, l'autore riesce a farci amare i personaggi, a farci viaggiare con loro, a farci appoggiare o deinigrare le rispettive fazioni, non importa se la storia, come abbiamo studiato a scuola è già stata scritta, sinceramente, sono rimasto rapito tra le pagine, sperando che la penna dell'autore cambiasse il corso di qualche evento per favorire un qualche personaggio che ho amato.
Sicuramente leggerò il seguito e rimarrò in attesa della conclusione.

Credo sia un libro che non deve mancare agli amati del genere storico, con Iggulden siamo di fronte ad uno dei più bravi scrittori contemporanei del genere.

Consigliatissimo.
Buona lettura!

Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    26 Marzo, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

Viaggio all'inferno per aprire la porta del Paradi

Ci sono libri che sono perfetti, solo se letti nel momento giusto.

Ci sono libri che, una volta cominciati non puoi far altro che finirli, non importa il lavoro, la fame, la sete ed altre inerzie della vita =)

Ci sono personaggi che ti prendono per manolontane, che ti accompagnano dall'altro capo del mondo, in luoghi che forse mai visiterai, in epoche lontane ma, con emozioni vicine.

Ci sono storie che è bello ascoltare, amori che è bello condividere, e scrittori che è fantastico leggere.

Alfredo colitto ci parla in questo libro di Leone Baiamonte, discendente di una nobile famiglia napoletana, che di punto in bianco finisce in rovina, per colpa della scellerata gestione economica del padre, il quale si affida ad un cugino per uscire dai debiti e si accorge di essersi messo in mano ad uno strozzino avido ed invidioso.

Da qui l'ancora di salvezza viene calata da oltre oceano, dall'America, dove un lontano parente, missionario lì, scopre una vena d'argento. Inizialmente la famiglia Baiamonte accantona l'idea balzana ma, le fame e le incaute circostanze portano Leone ad imbarcarsi alla volta del nuovo mondo, in cerca di fortuna, lasciando a Napoli il cuore, una promessa di matrimonio e la famiglia.

Un viaggio turbolento, con antagonisti spietati e talmente veri da far provare odio al lettore.
Un libro da leggere, da vivere, un autore da scoprire.
Per chi, come me, è amate di Ken Follett, troverà in Colitto la medesima passione per la storia, per lo stile di vita, la brama di potere, i sotterfugi, la passione e la caratterizzazione esemplare dei personaggi.

Che dire...solo buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Gli altri romanzi di Colitto.
Ken follett
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    10 Febbraio, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

Sfida...un preludio

Questo racconto è il preludio al romanzo "La Porta del Paradiso", davvero un assaggio del suo personaggio principale Leone Baiamonte.

Il racconto descrive la giornata del giovane e del duello con il rampollo del casato dei Carafa.
In questa giornata il giovane Leone, avrà l'occasione di conoscere la bella Lisa, che gli ruberà il cuore.

Uno spaccato storico mozziafiato della Napoli del 1600, sotto il controllo degli spagnoli ma, con le nobili famiglie napoletane che dettano i tempi e le leggi.

Un racconto da leggere in un respiro, che invoglia il lettore a continuare le avventure di Leone nel libro che lo vede protagonista.
Beh...ora scusate ma, torno alla lettura di "La Porta del Paradiso", fino ad ora mi sta prendendo visceralmente! =)
Vi aggiornerò presto con il "verdetto" finale.

Va detto che adoro questo scrittore e che ne consiglio la lettura agli amanti del genere storico...anche un po' ai fun di Ken Follett..mi sbilancio così =)

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    10 Febbraio, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

Il bambino senza nome

Sandra è una fotoreporter della polizia, lei riesce a scovare le "anomalie" mentre fotografa le scene del delitto, attraverso l'obbiettivo della macchina fotografica vede incongruenze, dettagli e piccole sfumature che ad occhio nudo sfuggono agli investigatori.

Marcus è un prete, o meglio sa da poco di esserlo, quando sceglie di riscoprire il suo pericoloso passato, dopo aver perso la memoria. Questo lo riporterà a Roma, dove nel cuore del Vaticano, viene scoperto un cadaveri mutilato di una giovane suora.

E' la mrte che farà ritrovare Sandra e Marcus, la morte dolorosa di due giovani amanti, ritrovati uccisi spietatamente in un luogo appartato sulla via Appia.
Questo sarà solo l'inizio di una scia di terrore che porterà nella capitale una figura misteriosa che verrà denominata "il bambino di sale".

Un thrille psicologico che porta il marchio di fabbrica di Carrisi, ovvero molta introspettiva dei personaggi, schemi ben congegnati e colpi di scena che fanno stare il lettore con il fiato sospeso.
Non lo scopro certo io, Donato Carrisi è tra i migliori autori italiani sul genere e non credo tema alcun confronto con i colleghi stranieri.
Ancora una volta un libro molto ben strutturato e pensato, un immagine della psiche omicida che deriva dai suoi studi di settore, un lato della mente umano spesso gestito dal raziocinio, portato all'esasperazione dai contesti che ci circondano.

Altra nota lieta la collocazione in Italia del libro. Di solito Carrisi ambientava i suoi lavori in città generiche senza nessun riferimento, qui invece i fatti si svolgono nel Vaticano (che dopo Dan Brown sembra stia riscuotendo un interesse viscerale negli scrittori thriller =) e si riescono ad intravedere scorci e bellezze della nostra splendida capitale.

Un libro da divorare per gli amanti del genere!

Grazie Donato Carrisi!

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Il Suggeritore, L'Ipotesi del Male, Il Tribunale delle Anime
Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    03 Febbraio, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

Il made in Italy che produce qualità

Perchè puntare su giovani stranieri, su scrittori che lanciano un libro da urlo a livello mondiale e poi rimangono "impantanati" nel loro successo, senza riuscire a creare dei secondi o terzi libri all'altezza? Perchè, se in patri abbiamo autori di settore, che non hanno nulla da invidiare e magari sono meno conosciuti.
E' l caso di Caludio Paglieri, un giornalista che, si è prestato alla letteratura gialla, e da anni è sulla breccia dell'onda con il suo personaggio: il commissario Luciani, un harry Hole made in Genova, che con una vita strampalata e piena di incongruenze, ha fatto del suo intuito un'arma inafallibile...o quasi!!!

Dopo il bellissimo "Domenica Nera", il lettore si ritroverà di fronte ai numerosi tormenti che, il "Sistema" italiano, lascia nel protagonista, il quale è in perenne lotta fra la giustizia e l'apparente insormontabilità degli scogli politici e burocratici che il nostro paese erige, sfavorendo di fatto chi lavora e si impegna e premiando i più furbi e potenti.

Ma, è il caso che inquieta Genova, dopo l'uccisione brutale di una segretaria d'azienda, che risveglia Luciani dal torpore...pesci troppo grossi sembrano impigliarsi in questa storia!

Luciani diventa un personaggio scomodo. Di fatto il commissario sta smaltendo le ferie prima delle dimissioni ma, il caso lo inquieta, lo spinge a pensare ed ad indagare, pestando i piedi a colleghi e a personaggi ingombranti.

Un libro bellissimo, una penna veloce e sicura, che riesce a sviscerare personaggi e situazioni complicate con una semplicità spiazzante...il tutto condito con colpi d scena che non faranno tirare il fiato al lettore.

Un libro ed un autore da conosce ed amare per gli appassionati del genere.

...orgogliosi di essere italiani, almeno in letteratura =)

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Domenica nera, primo capitolo dell'autore
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Fantascienza
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    27 Gennaio, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

il finale assassina la noia

"Ragazzo", questo era il nome del giovanissimo Fitz Chavalier quando il nonno materno lo porta a Castelcervo, per consegnarlo all'altro nonno, quello paterno.

Fitz è infatti il figlio illegittimo "bastardo" del principe ereditario Chavalier, uomo saggio e giusto ed amato dal suo popolo ed ora, con questo "frutto del peccato" a corte, rischia di veder minate diverse sicurezze.

La famiglia reale è spaccata, un bastardo a corte non è mai cosa facile da gestire ed è il vecchio re Sagace, padre di Chavalier a prendere in mano le redini della faccenda: il giovane Fitz, sarà utile come uomo del re, un membro della famiglia ma, anche una figura a cui delegare aspetti diplomatici pericolosi e scomodi: diverrà quindi il sicario del re, un assassino che uccide ed avvelena le figure d'intralcio alla corona.

Inizia così l'apprendistato del giovane che, dopo aver affinato nelle stalle reali il suo potere di entrare in empatia con gli animali, affina l'Arte, le nozioni militari e le proprietà delle erbe.
Ma. è con l'Arte, la capacità dei reali e consanguinei di entrare nella mente delle persone che Fitz avrà più difficoltà e che lo porterà ad entrare in un conflitto che può essere la sua fine.

Un libro ben scritto, personaggi empatici e con tratti molto veri. La storia della crescita e dell'istruzione del piccolo Fitz cattura il lettore, portandolo nella vita quotidiana del Regno dei 6 Ducati.
Quando il libro sembra assopirsi, ecco che l'autrice ci sorprende con un colpo di scena o una messa alla prova del protagonista.
Le ultime 100 pagine sono adrenalina pura, con un complotto macchiavellico ed orchestrato magistralmente dalla penna di Hobb.

Se nel complesso il libro arriva ad una abbondante sufficienza, le ultime pagine sono da pieni voti!
Un bel libro, inizio di una trilogia, che ora mi toccherà leggere...spero al più presto...o almeno quando la pila di libri in arretrato mi darà un po' di tregua =)

Ah, ho letto che alcuni accostano quest'autrice a Martin..io mi dissocio da questa comparazione. Brava Hobb, ma nonostante un finale con intrecci e congettura...non siamo sui livelli del Trono di Spade, il libro non è mai cruento e le vicende sentimentali non sfiorano mai la sfera sessuale, se non con fugaci baci sulla guancia...quindi direi che un Martin senza sangue, sesso e giochi di potere..non è un Martin!!! =)

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Fantasy
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    20 Gennaio, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

I piccoli grandi eroi

Gli eroi. Dei miti, delle persone che, con i loro atti si sono guadagnati riconoscimenti e meriti in battaglia.

Gli eroi. Persone straordinarie, ammirate e rispettate.

Già, ma chi sono realmente gli eroi? Cosa fanno per meritarsi questo prestigioso appellativo?

Da questi spunti parte il romanzo di Abercrombie, ambientato in un luogo fantasioso, con due schieramenti altrettanto inventati ma, che hanno delle fondamenta nella realtà più profonda di molti popoli ed eserciti passati ed attuali.

Il popolo del Nord è il conflitto con l'esercito dell'Alleanza. Due realtà diverse, due mondi diversi che si sfidano per la supremazia. I barbari contro gli aristocratici, il popolo dei clan con valori semplici ma, sinceri contro l'esercito reale, tanto perfetto ed impostato alla vista, quanto disorganizzato ed incompetente ai vertici interni.

Molte le figure che ruotano attorno a questi due schieramenti, che ci fanno apprezzare pregi e difetti di ambedue le fazioni ma, anche se il lettore sarà portato ad affezionarsi alla figura di Curden lo Strozzato, i veri protagonisti saranno altri due:

Il principe Calder, ovvero un uomo del nord, figlio dell'ex regnante spodestato, amante della bella vita, delle bugie e degli inganni, sa ammaliare con la parola e non ha mai maneggiato un arma. E' forse lui l'eroe?

Dall'altra parte della barricata Bremen dan Grost, un nobile decaduto, che l'esercito dell'Alleanza ha redento facendogli fare una mansione che lui odia. E' lui, che buttandosi a capofitto in ogni battaglia, cercando solo una morte gloriosa, compirà atti impossibili. E' quindi lui il nostro eroe?

Un territorio di sfida insignificante alla geografia, un altura denominata "degli Eroi" (appunto..), poco da guadagnare e molto da perdere...a voi l'epilogo!

Chi lo ha detto che i romanzi fantasy debbano discostarsi dalla realtà? Francamente in questo libro ho trovato ben poco di fantasioso o di immaginario, a parte luoghi e personaggi, che hanno però una parvenza di verità disarmante.
Abercrombie ci porta nei meandri più oscuri delle guerre (passate ed attuali), ci riporta le emozioni dei soldati e le difficoltà dei generali, il tutto imbevuto di sete di potere e voglia di emergere.

Un libro i cui tratti storici e di battaglia ricordano i primi libri di Cornwell, ma che a mio parere vanno oltre il maestro del romanzo storico medievale, addentrandosi sul senso della guerra e sull'inutilità di essa, anche se va detto, questo va a discapito dell'azione e dell'iterazione fra i personaggi...francamente mi aspettavo maggiori giochi di potere e più dialoghi serrati, che vengono sostituiti da descrizioni minuziose di luoghi e strategie che, a mio modesto avviso, rendono prolisse e lunghe parti del libro.

Resta comunque una piacevole lettura che consiglio più agli amanti del genere storico che a quelli del genere fantasy (anche medievale...non fatevi ingannare...con Il Trono di Spade c'entra poco o nulla!!!)

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    13 Gennaio, 2015
Top 100 Opinionisti  -  

Baco da seta preziosa

Il baco da seta è un embrione, che se lasciato al suo corso diventerà farfalla.

Il baco da seta, come dice il nome, è usato da millenni per produrre una stoffa soffice e raffinata ma,
per essere trasformato in questo prezioso vello, necessita di un procedimento crudo e letale, ovvero una cottura particolare che, elimina l'intruso vivente, lasciando solo il grezzo involucro che subirà poi la lavorazione.
"il baco da seta" è il nome di uno strampalato romanzo, scritto dall'eccentrico scrittore Owen Quine prima di scomparire. Un libro che racchiude messaggi criptici e scomodi volti a screditare numerosi personaggi del mondo letterario inglese. In molti quindi avevano interesse a togliere lo scomodo autore dalla vista.

Viene chiamato ad indagare sul caso l'ormai famoso ispettore privato Cormoran Strike, già alla ribalta dei media per aver battuto sul tempo la polizia in occasione del caso denominato dai giornali "Il richiamo del Cuculo".
Ad affiancare Strike, la sua assistente Robin.

Non so, datemi del prevenuto ma, la Rowling è per me una garanzia di bella scrittura, di personaggi complicati che, nelle loro sfumature rimangono così veri e schietti da entrare subito in empatia con il lettore. Sfido chiunque a non solidarizzare con la povera Robin, che vuole più spazio nel suo ambiente lavorativo e nella sua dimensione matrimoniale...a non sentire delle fitte di dolore alle gambe quando Strike sente il gravare del peso sul suo moncherino di guerra, a non provare simpatia per la figlia del povero Quine o a non odiare l'altezzosità dei produttori londinesi.

Il caso di per sè è complicato, forse troppo arrovellato, con una linearità che si sgarbuglia solo nelle pagine finali, ma è autentico e ben strutturato anche nella sua complessità.

La Londra descritta da Galbraith...hemmm pardon, dalla Rowling è sublime, ricca di contrapposizioni culturali, sociali e umane che, rispecchia appieno la complessità della metropoli britannica.

A mio modesto avviso, ci troviamo di fronte, non solo ad un fenomeno pubblicitario su un'autrice conosciuta ed amata, ma anche ad un nuovo filone per una penna che ha ancora tanto da regalare anche su un genere che in apparenza c'entra poco o nulla con quello a cui siamo abituati ad associarla ma, che le dà la possibilità di creare nuovi personaggi e nuove storie che è facilissimo amare.

Consigliatissimo

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    28 Dicembre, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

Dora la ribelle

Dora Bruder è una ragazza ebrea, che scappa dal suo collegio nel dicembre del 1941.

Dora Bruder, è un articolo di giornale che ne annuncia la scomparsa ed il panico dei genitori.

Dura Bruder è un nome tra i tanti dipersi e scomparsi di quel terribile anno a Parigi.

Dora Bruder diventa un tarlo nella mente di Patrick Modiano. Un'ossessione che grida all'autore di esser cercata, capita ed estratta dall'anonimato dei numeri e delle statistiche.

Dora Bruder diventa un alterego, un binario parallelo di due vite ribelli, anormali nella loro normalità, un salto nel vuoto, un desiderio di libertà e di scoperta, in un epoca dove tutto è misterioso e pericoloso.

Dora Bruder è la Jemes Dean degli anni '40, con tutte le limitazioni imposte.
Ci sono diverse chiavi di lettura d questo breve capolavoro di Modiano, io ho cercato di cogliere l'aspetto sociale del libro, la voglia adolescenziale di scappare dal mondo oppressivo e dalle troppe regole che incasellano i giovani...imaginiamo i in quesgli anni!
Ho poi tradotto e coniugnato al presente la vita di Dora, una ragazza ribelle, coem la descrive una parente, magari di quelle che oggi girerebbero con tatuaggi, pearcing e capelli viola, che vuole cambiare il mondo, un mondo sconosciuto ma, opprimente che forse non si cambia così velocemente come si vorrebbe ed allora ciene più comodo cambiare sè stessi...scappando, da un mondo che non lascia vie di fuga!
Ed ora le opportunità, al giorno d'oggi sono all'estero, alla ricerca di esperienze nuove, paesi stranieri e volti differnti. All'epoca in città, in una Parigi che è oppressa dai tedeschi....dove gli ebrei sono i pericolo in casa, figuriamoci in strada...
Interessante anche il tema degli immigrati, dove con questo termine si intendeva anche chi, passava il confine da stati limitrofi, chi andava a Parigi, lavorava per la Francia, pagava le tasse e combatteva in guerra col tricoore...ed ancora era considerato uno straniero.

Ed è in questo luogo, in questo tempo ed in queste crudeltà, che Dora Bruder torna a vivere grazie alla penna di Modiano. Si toglie l'anonimato del numero, se lo ritrova tatuato ad Auschwitz e ce lo imprime a noi, per ricordarci che, nonostante tutto, i nostri animi ribelli, posono contare su un diritto immenso quale la democrazia.

Grazie Dora Bruder.
Grazie Patrick Modiano.

Buon lettura, Nobel!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    02 Dicembre, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

Giallo a tinte rosa

Fjällbacka, paesino svedese che si affaccia sul mar Baltico. Un paese di pescatori, che ha subito negli anni il flusso migratorio estivo per godere delle sue vedute spettacolari e dello iodio.
E' qui, in una giornata nevosa, che viene ritrovato il corpo senza vita di una giovane bellissima, Alexandra Wijkner, che da anni si era trasferita con la famiglia a Goteborg, la quale usava la villetta a Fjällbacka nei finesettimana in cui voleva "staccare" da una vita di coppia in apparente declino.

Tra le prime ad arrivare sulla scena del delitto, la scrittrice, nonchè amica d'infanzia della vittima, Erica Falck, originaria anche lei del paesino costiero ed ora impegnata in varie pubblicazioni sui poeti svedesi. Erica era a Fjällbacka per risolvere una controversia ereditaria con la sorella ed il marito, a seguito della morte dei genitori e si ritrova in un turbine di eventi presenti e passati che la travolgono.

A seguire il caso sarà il brillante poliziotto Patrik Hedström, il quale troverà un feeling con Erica che porterà alla brillante soluzione del caso.

Attratto dalla tanta pubblicità fatta attorno alla scrittrice, mi sono avvicinato a questo libro dopo un finesettimana in Svezia.
Che dire..difficile dare un'opinione negativa al lavoro dell'autrice, i paesaggi descritti mi hanno riportato in vacanza,i personaggi sono ben curati e divertenti (il capo della polizia Mellberg è strepitosamente comico!!!), ritmo non incalzante ma, lettura piacevole con risvolti del caso molto interessanti.
Forse le mie aspettative erano più "gialle", avendo visto il nome della Lackberg accostato a quello di Larrson e di Christie. In questo libro il giallo si mescola con il rosa del sentimento, in un mix piacevole ma, che fa storcere il naso a chi si avvicina all'opera con" voglie di noir".
Dopo questo bel miscuglio di colori, non mi sento affatto di sconsigliarne la lettura, anzi, lo consiglio alle "giovani donne" (per dirla alla 883..) che si vogliono avvicinare ai casi d'omicidio senza scene crude e con un retrogusto sentimentale spiccato.

Buona lettura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Alessia Gazzola
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    18 Novembre, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

La fine del..secolo!

E si conclude così, il '900 di Ken Follett.
Si conclude una bellissima storia di cinque famiglie che, nei vari angoli del mondo ha superato il secolo delle due Guerre, del progresso e del regresso storico-culturale.

Si conclude un libro che ha tenuto milioni di persone attaccate alle oltre 3000 pagine complessive della trilogie e, nel mio caso mai annoiando e riuscendo a creare dei colpi di scena tra i personaggi avventurandosi con competenza nei meandri della storia.

Il primo libro "La Caduta dei Giganti" per me è il migliore della trilogia e tra i più belli di Follett, le famiglie ed i personaggi prendono forma, con caratteristiche e tratti della personalità che passeranno in eredità ai figli e nipoti che saranno i protagonisti delle due opere successive.
"L'Inverno del Mondo" ci porta alla metà del secolo, alla presa del potere del nazismo e del comunismo, e pur essendo il periodo storico maggiormente trattato da Follett in passato, le vicende dei protagonisti vivono avventure e sventure altalenanti, con dei colpi di scena a volte forzati. Pur parlando di un bel libro, è stato quello che ho amato meno.

Con questi presupposti mi sono avvicinato al terzo ed ultimo capitolo della serie. Ho riscoperto il piacere di leggere Follett, che mi ha fatto ripercorrere gli anni della Guerra Fredda con storie intense e vere, con vicende che, nonostante sapessi per conoscenza scolastica l'esito storico, rimanevo incollato alle pagine in attesa di un colpo di scena che mi ribaltasse le sicurezze dettate dalle mie riminiscenza scolastiche (tranquilli...la storia è sempre quella..Follett non la riscrive =...questo mi sento di potervelo anticipare..hhehhe).

Arrivato alla fine del libro mi sono sentito "svuotato".
Mi mancheranno le cinque famiglie raccontate, ormai mi sentivo "adottato" da ognuna di loro, ho vissuto momenti difficili con Lyoid nella Grande Guerra, ho strimpellato nelle tournèe degli anni '60 con Willy e Dave, ho schifato il razzismo con George, contrabbandato wisky con Lev ed abbattuto il Muro con Lill.
Grazie per questa bella avventura Ken Follett.

Ci vediamo tra altri cent'anni con il prossimo riassunto del secolo!!! =)

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Ken Follett
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    25 Ottobre, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

IL MALE DI CUI NON CI SCORDEREMO

Il male non dimentica.

Dimentica. Un verbo declinato al presente ma, con un forte radicamento nel passato. Un evento trascorso che va appunto nel dimenticatoio, nello spazio che la mente umana usa per eliminare nozioni in esubero, o per cancellare dei ricordi dolorosi.

E la mente di Michele Balistreri, commissario in declina di una polizia in cui lui non crede più ed in cui forse non ha mai creduto, vuole far uscire dei ricordi da quello spazio di oblio e giacenza in cui dei pensieri dolenti che ora più che mai si rifanno vivi, con elementi concreti e paure tangibili.
Un passago dove Michele era Mike, un ragazzino italiano in una Tripoli losca, sobillatrice e per certi versi un'anticipazione del Bel Paese che sarebbe venuto.mdove corruzioni, giochi di potere e diversità culturali si manifestavano meno sottotraccia ma, con maggior rilievo e forse crudeltà.

Costantini chiude con questi elementi una delle più belle trilogie thriller/noir italiane che abbia mai letto. Un libro dinamico, con nozioni storiche che, per mia ignoranza, nonavevo mai avuto occasione di conoscere e che grazie a questo scritto mi hanno fatto venir voglia di approfondire e sviscerare.

Balistreri è un personaggio speciale, uno di quei protagonisti con il quale si intreccia una sorta di amore ed odio tra esso ed il lettore, uno spirito ribelle, voglioso di riportare la giustizia, di esaltare dei valori umani che, sono stati soppiantati da interessi economici e speculazioni che calpestano tutto e tutti. Una lotta impari, che non può essere vinta da un singolo individuo ma che, lo cambierà fortemente.

Leggendo questi libri si può notare come il nostro Paese sia cambiato nel corso degli ultimi anni e di come, Costantini abbia avuto una capacità di lettura straordinaria dello status del popolo italiano inerte e sopraffatto dalla classe politica.

Una trilogia che va letta per glia amanti del genere. Un libro diverso, ambientato in luoghi e culture diverse, con molte diversità che diventano uguaglianze o semplicemente spaccature,

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    18 Settembre, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

Il mistero dell'acqua

Che bello perdersi tra le nebbie piemontesi,
Che bello perdersi in misteriose testimonianze del passto che si riscoprono in un presente complesso per meccanismi e giochi di potere,
Che bello concigliare la passione degli studi e della scienza che si fonde con l'anima ed i miracoli terreni,
Che mircolo è l'acqua che dona vita e che attira a sè altra vita e misteriose qualità!

Che libro questo di Nuvolone, che piacere leggerlo!
Un libro semplice e delicato, misterioso ed insinuante nella mente con dei pensieri acuti.
Non è stato facile reperirlo, ho dovuto attendere più di un anno su Amazon, prima di trovarlo in catalgo..ma l'attesa non è stata delusa, mi sono immerso nel Medioevo dell'abazia di Lucedio garzie ai due universitari protagonisti..fino a scoprire un finale inaspettato ed inesorabile!

Beh, una chicca per gli amanti dei bei libri! Poesia e prosa, religioso e profano, dogmi e scienze, miateri e storia, si uniscono un libro sublime!

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    21 Agosto, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

La Milano meno esoterica e più noir

Ritornano le avventure del commissario Ardigò e del suo amico giornalista Malerba.

Dopo i primi due libri incentrati sulle trame esoteriche ed i misteri storici con retrogusti leggendari che avvolgono una Milano oscura, vista da un'angolatura molto intrigante, ovvero quella dei lati nascosti, massonici e decodifocabili di alcuni dei milanesi più famosi della storia, ecco un nuovo capitolo, questa volta più attuale (con alcuni cenni storici che non mancano mai quando si parla di questo autore), dove la trama e gli omicidi ruotano attorno al male di vivere contemporaneo, alla crisi, al bisogno di mantenere stili di vita elevati, all'omologazione ed alla violenza fine a sè stessa.
Molta quindi la carne al fuoco messa sul piatto da Carcano, che accantona un pò uno dei due protagonisti,, il giornalista Malerba, per approfondire la figura dell'introverso Ardigò, che vedremo cambiare e riscoprirsi tra le pagine di questo romanzo.
A mio modesto parere il meno accattivante dei tre libri di Carcano, con un finale non strabiliante ed un assassino quasi più "casuale" che "seriale", forse avevo grandi attese per questo libro e sono un pò rimasto con l'amaro in bocca..anche se nell'ultima pagina troverete un evento inatteso che lascia la suspance per il prossimo libro.
Resta comunque un ottimo libro e a chi non conoscesse ancora questo autore consiglio di cuore "Gli Angeli di Lucifero", uno dei bei thriller italiani secondo me!

Buona lettura

Indicazioni utili

Consigliato a chi ha letto...
Gli Angeli di Lucifero.
La Tela dell'Eretico

di Fabrizio Carcano
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    21 Luglio, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

Ambizione ed odio...maledetto

Brian Clough era un grande giocatore, una promessa del calcio britannico.

Brian Clough e la sua carriera vengono fermati per un brutto infortunio, una scorrettezza che costa cara.

Brian Clough è un duro, aveva ambizioni, ha talento nel calcio ed una personalità ammaliatrice.

Brian Clough voleva scrivere una pagina importante della storia del calcio inglese, così assieme al suo fidato amico Peter Taylor (talent scout dall'intuito geniale) iniziano la scalata che li porterà, con il mitico Derby County dalla seconda serie (serie C), alla vittoria del titolo nazionale.

A farne le spese sarà l'odiato Leeds United, di mister Don Reavy. Squadra che vinceva tutto ma, senza la sportività che Clough vorrebbe vedere sui campi da gioco.

E se il fenomeno mediatico di Brian Clough avesse un eco indescrivibile? Se il suo "sparare a zero" su tutto e tutti lo portasse più in alto dei risultati sul campo?
..e se lo portasse ad allenare l'odiato, maledetto Leeds United?

Un libro che parla di calcio, ma non solo.
Parla di sentimenti, di ambizioni, di rapporti e di valori.

Lo scrittore, Deavid Peace lo fa viaggiare su due binari temporali differenti, uno che ripercorre la carriera di Brian Cloug, prima come giocatore poi come allenatore, raccontata in terza persona, una conostoria di avvenimenti e momenti che ne decretarono il successo, intervallata ad un filone parallelo, narrato in prima persona dei suoi "maledetti" quarantun giorni al Leeds United, che lo portano nel baratro dello sport e della sua vita.. Un accorgimento letterario semplice ma, di grande impatto per il lettore, due persone, die tempi, una storia.

Un bellissimo libro che fa immergere il lettore nei profumi dei campi di calcio, nelle viscere della sua passione, nel fumo delle sigarette delle panchine, nel fango dei campi di periferia e sull'erba perfetta dei grandi stadi. Un libro che fa riflettere sui valori dello sport e sull'importanza dei media in questo mondo.

Un libro che racconta la storia di una persona ambiziosa, che però, con una sottile ironia, finisce prima che essa raggiunga il successo massimo (Brian Cloug dopo il Leeds passò al Nottingam Forrest, dove vinse tutto!) ma, con la fine messa nel punto di "massima caduta", dà a chiunque la speranza di risalire e vincere tutto come Brian Clough.

Perchè, lo sport è maestro di vita.
Perchè, Brian Clough quella pagina di calcio la scrisse.

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    06 Luglio, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

In fondo al mio cuore

Quanto mi eri mancato commissario Ricciardi.
Quanti mi sono mancate le tue indagini, il Fatto che ti fa vedere gli ultimi istanti di vita delle vittime.
Quanto mi è mancata la tua sensibilità di fronte al dolore, di fronte all'amore, di fronte alla fame ed agli abbagli di potere.

Quanto mi era mancato girare con te i vicoli e le emozioni della Napoli degli anni '30.
Quanto mi era mancato il tuo caro brigadiere Maione, i suoi modi bruschi ed il suo cuore immenso.
Quanto mi era mancato il dottor Modo, le sue battute al vetriolo e la sua amicizia così profonda da basarsi solo su commenti pungenti.
Quanto mi erano mancate le cure amorevoli di Rosa e della sua rude nipote Nelide.
Quanto mi erano mancate le pene d'amore di Enrica e Livia.

Quanto mi mancherai adesso che, in pochi giorni ti ho ritrovato per poi lasciarti scappare di nuovo assieme alla mia fantasia.
Certo, mi mancherai, magari ancora un paio d'anni prima della tua prossima apparizione ma, un posto per te IN FONDO AL MIO CUORE ci sarà sempre.

Un libro bellissimo, l'ho divorato in pochi giorni, a cui non servono particolari descrizioni, capitolo che conclude la serie delle "festività" (sì, non sarà una tetralogia come si pensava inizialmente), uno dei libri più intensi e belli di tutta la collana.
La bravura dell'autore è quella di far viaggiare su due binari paralleli la storia "gialla" del libro e le varie vicissitudini ed emozioni dei personaggi che ritroviamo da ben sette libri senza mai essere banale o scontato. Personalmente questo libro mi ha commosso, uno dei personaggi più cari verrà meno, ma, come nella vita, certe separazioni ci sono e vanno superate. Emozionante.

Grazie commissario Ricciardi.
Grazie, immenso Maurizio de Giovanni.

Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    30 Giugno, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

La profondità della palude

Texas orientale, anni '30. La depressione imperversa su tutto il nuovo continente.

Le calamità naturali sono un rischio che fa paura, la fame e le malattie imperversano, l'uomo sembra ritornato indietro nei secoli, dove gli animali selvatici sono un rischio concreto per l'incolumità.

Ma l'uomo ha le armi. Ma l'uomo ha l'intelletto. Ma l'uomo usa queste peculiarità non per difendersi ma, spesso per offendere, per "trovare un colpevole", per disegnare scenari ed odio inutili e sfogare così le proprie frustrazioni.

Su questa premessa storica e sociologica inizia la storia del giovane Harry e della sua sorellina Tom.
I due trovano un cadavere di una donna di colore nel bosco, irriconoscibile e martoriato che, li segnerà nel profondo.

Il padre dei due bambini, Jacob, è il factotum della cittadina, da barbiere a tenutario dell'ordine cittadino.

La voce di una creatura orripilante e cattiva come l'Uomo Capra, imperversa e gli fa eco un secondo cadavere, sempre di una donna di colore ritrovato nella palude.
Jacob non crede nei miti ma, è sicuro si tratti di un killer seriale, magari qualcuno di quel Klan che tanto odia le persone di colore.
Ma la gente ha paura, e dopo l'ennesimo omicidio serve qualcuno da incolpare...

Un libro che mi ha catturato e rapito. Semplice da leggere ma, profondo nei contenuti. Le paure dell'uomo e le fobie della psiche umana descritte in maniera chiara e mai banale. Un romanzo bello, con dei valori nascosti e palesati molto elevati e deliziosamente presentati al lettore dalla penna dello scrittore.

Difficile definire questo libro: un thriller? Un romanzo storico? Un romanzo sulle diversità culturali e razziali? Ci sta tutto, non ci sta nulla...forse è inutile e riduttivo definirlo, forse è solo un bellissimo libro che a mio parere deve essere letto! Per tutti i gusti.

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
190
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    10 Giugno, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

Mila Zago, i dread rossi che infiammano il lettore

Veneto. Territorio rigoglioso, costituito e costruito da persone laboriose da generazioni attaccate ai valori della fatica e della comunità.
Quale miglior posto per gli affari loschi ed il giro di denaro della malavita?

Due cosche si dividono i vasti spazi di riciclaggio e commercio "sporco" in questa regione.

Da una parte la cosca locale, capeggiata dalla famiglia Pagnan che, con il boss Rossano ha allestito un traffico di droga, prostituzione e riciclaggio di denaro che sta diventando un buisness milionario e sul quale vivono numerosi affiliati.

Dall'alta fazione troviamo la cosca dei terribili Pugnali Prlanti che, sospentui dalle Triadi cinesi stanno estirpando tradizione e qualità al mercato artigianale vento sostituendolo con l'economico e sfruttato sistema cinese.

Dopo anni di studio e taciti accordi è arrivato il momento della resa dei conti. Ad innescare questa micidiale bomba, una donna, una macchina da guarra, una ragazza dalla vita segnata da un passato pesante e da una vita fatta di allenamento, armi a scapito dei sentimenti. Il tutto finalizzato ad un unico obiettivo: la vendetta. Un nome, Mila Zago.

Con questo libro, l'esordio narrativo dello scrittore veneto Matteo Strukul, si possono riscontrare le passioni dell'autore, dai film pulp alla Tarantino (Mila Zago ha movenze e carattere che ricordano una Beatrix Kiddo nostrana), ai fumetti anni80, fino alla passione per la propria terra e per le sue tradizioni (hockey su ghiaccio compreso).

Ho conosciuto questo scrittore con "La Giostra dei Fiori Spazzati" che ritengo un'opera più matura e ben congeniata ma, ho riscontrato diversi fattori interessanti che mi hanno incollato alle pagine di questo libro che si divora letteralemnte. Un neo credo ci sia nel costo del prodotto, 17 euro (7,99 nell'edizione e-book) per un libro di nemmeno 200 pagine forse sono tantini...ma, il libro non mi ha deluso e alla fine posso dire di aver speso bene i miei soldi!!! =)

Consigliato agli amati dei personaggi forti e sicuri di sè, del Cleant Estwood e dei Chuk Norris...ma made in Italy!

Bravo Strukul! Promosso!!!
Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    05 Giugno, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

1 BRIVIDO..2 EURO!

Il detective Stride sta rientrando da un processo ed, attraversando il Wisconsin, quasi senza rendersene conto, la sua macchina lo sta portando al cimitero dove riposa sua madre.

Tra la neve ed il silenzio, delle tombe sono state oggetto di scritte vandaliche, ed una recita un dissacrante "Teufel"', "Diavolo" in tedesco.

È proprio vicino a questa lapide che un poliziotto parcheggia la sua macchina e si toglie la vita davanti a Stride.

Inizia così un vortice di intrighi, vicende ed un valzer di protagonisti che accoglierà e cercherà di travolgere il detective.

Non conoscevo Brian Freeman e mi sono fatto letteralmente catturare da questo libro a 2 euro. È stato un piacevole investimento ripagato da una bellissima sorpresa.
Ci sono tutti gli ingredienti per il buon thriller americano, paesaggi, personaggi ed azione.

Nulla di nuovo ma, uno scrittore che sa fare il suo mestiere e lo fa con meticolosità e con un dinamismo eccellente.

Tornerò a leggere Freeman. Lo consiglio a chi vuole approcciarsi sia all'autore che al genere.

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Jeffery Deaver
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    22 Mag, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

Petali di pulp

Padova, 1888.

Zona del Portello, famoso porto fluviale. Località in decadenza dopo la costruzione delle "rotaie" che, di fatto, hanno eliminato questo quartiere padovano dalla rotta dei commerci e ne ha sancito la crisi degli abitanti. Qui viene ritrovato lo scempio di un orrendo delitto: una donna, una prostituta, barbaramente uccisa e mutilata.

L'inizio di una carneficina, un omicida seriale che fa leva sugli animi del popolo, ridotto alla fame da amministratori pubblici e scelte politiche contestate, insomma, gli ingredienti giusti per far esplodere una sommossa!

Questo è ciò che preoccupa l'ispettore Roberto Pastrello, uomo intelligente e giusto che proviene proprio da quei luoghi "retrocessi" , e che capisce immediatamente la gravità della situazione e, mettendo da parte antiche ruggini, chiede la collaborazione di due figure esperte che possano coadiuvarne le indagini.

Il primo è Giorgio Fanton, firma del giornale "L'Euganeo", da sempre vicino alle tematiche sociali della città veneta e della campagna circostante, dove imperversano fame, pellagra e sfruttamenti.

Il secondo è l'eccentrico quanto affascinante criminologo Alexander Weisz, la cui terribile infanzia, culminata con l'assassinio della madre di fronte ai suoi occhi, lo hanno portato ad una vita fatta di studio della psiche criminale e ad una dipendenza dal laudano.

Questi tre personaggi, magistralmente descritti dalla penna di Matteo Strukul, saranno il corollario della sua "giostra dei fiori spezzati", un meraviglioso viaggio nella pianura veneta del diciannovesimo secolo, ma con tematiche attualissime.

Un turbinio di petali colorati che, smossi dall'autore in maniera sapiente, cadono sul bianco della neve dell'inverno padovano, si tingono del rosso delle vittime e del nero della storia.

Uno dei più bei thriller storici che mi sia mai capitato di leggere, avvincente, ben scritto, diretto e crudo. Un affresco storico curato unito all'intrigo dell'assassino seriale. Un libro che come punto di forza trova, a mio modesto avviso, l'equilibrio perfetto tra la violenza dovuta al disagio sociale (sia essa fisica o emotiva) e forza della ragione che, con metodo e sistema, riuscirà ad arrivare alla risoluzione dell'intricata vicenda..con un colpo di scena finale che non poteva mancare!

Non conoscevo questo autore ed ora credo che non mancherò di leggere sia le sue opere precedenti che, quelle che verranno, perchè credo che questo libro sia il primo di una possibile serie con questi protagonisti a cui credo sarà facile affezionarsi e difficile staccarsi!

Consigliatissimo!

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    08 Mag, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

CACCIA AL SARACENO

Pilgrim è una spia.

Pilgrim è una macchina costruita per primeggiare.

Pilgrim è un ragazzo che ne ha passate molte e sembra che le emozioni comuni a lui scivolino sulla pelle come l'acqua di una doccia tiepida.

Pilgrim è attento e meticoloso, riesce a scorgere anomalie ed imperfezioni che a tutti sfuggirebbero.

Pilgrim non esita ad uccidere se ne è costretto.

Pilgrim possiede un'etica.

Pilgrim? Pilgrim non è il suo nome..

Un bel libro di spionaggio e di macchiavellici intrighi terroristici, si parte in una New York post 11 settembre, terrorizzata, in ginocchio e sopratutto caotica. E' proprio nella confusione che si aggira un misterioso assassino, che ha lasciato un cadavere in un hotel malfamato della città seguendo un copione già scritto.

La vicenda si snoda su vari livelli temporali, spaziali ed umani, si intrecciano culture, crudeltà, effrazioni e sentimenti. Un mix che alla lunga può risultare lungo e spossante nonostante i capitoli brevi e l'abilità dello scrittore (personalmente alcune parti le ho trovate prolisse) con vicessitudini paradossali e casualità molto improbabili, ma resta comunque una trama ottima e ben congeniata.

"Un thriller che cambia gli schemi", così è stato anche definito Pilgrim, ci può stare! Una caccia all'uomo che diventa una questione di Stato è francamente originale, ma ho trovato molte analogie con altri libri sul genere "Io Ti Troverò" di Stewens su tutti.
Resta comunque un bel libro che mi sento di consigliare agli amanti dei thriller e delle storie di spionaggio.

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Io Ti Troverò di Stewens
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    27 Marzo, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

Buona la prima

Trieste, 1902.
Città sotto il controllo dell'impero asburgico, città, multietnica, dove la coesione di culture tedesce, slave ed italiche sembra una polveriera pronta ad esplodere.

Il commissariato triestino, a pochi giorni dalla revoca dello stato di assedio in virtù dei moti irredentisti sfociati nel sangue, si ritrova un ulteriore problema: l'assassinio di un militare austriaco, si vuole una testa..e subito.

Anton Alder è il commissario del commissariato di polizia di Trieste, incaricato della risoluzione del caso. Amante delle nuove tecnologie, dietro un'aria sicura si cela in lui un passato triste con degli strascichi troppo profondi per poter esser dimenticati.

Daorin è un ragazzino avventuroso e pieno di energia. Una notte si imbatte in uno strano oggetto che, gli trasmette un "dono"..questo oggetto è una reliquia chiamata Mandylion.

Il Mandylion appartiene a Artan Hagopian, commerciante di prodotti esoterici ed oggetti orientali. Lo riceve in eredità, dal suo precedente custode. Ma, una sera gli viene rubato. Sarà Davorin a ritrovarlo ma, da allora iniziano mille peripezie.

Primo romanzo di una trilogia, un libro che non finisce ma, che lascia tutto aperto al suo seguito.

Custerlina cattura il lettore e lo porta in un'epoca ed in una città che sembra una ferita. Uno squarcio su dal quale sta uscendo un sangue che appartiene a più etnie e che ogni corpo e cuore sente suo. Rimarginare questa ferita per prima sarebbe come appropriarsi di essa, sentirne il dolore dei punti e al contempo apprezzarne i miglioramenti.
È strano e difficile dare un giudizio ad un libro che, più che un'opera si può definire un primo capitolo.

La lettura è scorrevole ed i personaggi sono intriganti.
Da buon trentino ho apprezzato un'ambientazione così simile alla mia e quindi desueta nel panorama letterario dei thriller, se poi declinata in maniera storica la cedo addirittura unica.

Buona la prima dunque! Attendo con impazienza il seguito per giudicare meglio (o peggio..) il prodotto finale!

Buona lettura!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    19 Marzo, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

Terza indagine del Commissario Arrigoni

Terza indagine del Commissario Capo del distretto milanese di Porta Venezia, Mario Arrigoni.

Milano 1952, un facoltoso imprenditore, titolare di uno studio di grafico, viene ritrovato ucciso nel suo ufficio a seguito di una colluttazione.
Il passato ed il presente del defunto sono due nebulose torbide, fatte di vizi come le scommesse sulle partite di pelota basca, macchine potenti e belle donne.

Un delitto passionale?
Una regolazione di conti?
Un debito non saldato?

Molte le ipotesi, molti i sospettati e tantissimi i moventi.

Il Commissario Arrigoni ed i suoi collaboratori del Porta Venezia, che gli appassionati come il sottoscritto hanno già potuto apprezzare nei precedenti due libri, stanno brancolando nel buio, girando attorno a losche figure ed intrecci inaspettati.

Un buon libro ma, in rapporto ai due precedenti lavori dell'autore perde un po' di smalto. Le belle descrizioni della Milano degli anni '50 questa volta sono più prolisse a scapito dell'azione e dell'indagine..le vacanze della famiglia Arrigoni ed i voli pindalici nei latinismi con il professore spasimante della nonna sono logoranti e con nessuna connessione con il resto del racconto.
Rimane comunque il fascino di un giallo ben congegnato con un ambientazione storica inusuale ma, molto affascinante.

Consiglio ai lettori di iniziare da "il giallo di via Tadino" ma, solo per aver chiari i rapporti tra i vari personaggi che affiancano Arrigoni. I libri sono autoportanti con un inizio ed una fine propri.

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Il giallo di via Tadino.
La bella di Chiaravalle

sempre di Carpanzano
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    13 Marzo, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

IT..è dentro ogni uno di noi

It è la paura.
It è la debolezza che ci fa sembrare impotenti di fronte a tutto e tutti.
It è il tarlo che si insinua nella nostra mente diventa follia.
It è lo spavento che il pensiero crea e che l'inquietudine alimenta.
It è l'angoscia di ogni cosa nuova che la nostra mente elabora con circospezione.

It è il disagio di Ben, ragazzo parecchio sovrappeso che cerca una rivalsa sui libri. Vittima dei bulli, benvoluto dagli adulti che, a cui la sua mole e la sua intelligenza ispira simpatia.

It è il dolore ed il legame viscerale che Beverly ha nei confronti di suo padre, un uomo violento che reprime con le mani le frustrazioni della vita.

It è l'inopportuna capacità di non riflettere di Richie, imitatore e "linguaccia" tagliente, la sua parlantina e la sua spregiudicata baldanza lo mettono sempre al centro di mille guai.

It è l'ipocondria di Eddie, fin da piccolo inserito dalla madre in una cupola di vetro, fatta di fobie e malattie più o meno vere, votate a proteggere il "piccolo".

It è l'incapacità di ammettere l'esistenza di qualcosa più grande di noi, come fa Stan, che vuole vivere la vita con i piedi per terra, ma al tempo stesso adora i volatili.

It è la diversità di Mike, ragazzo di colore in una Darry "bianca", dal carattere mite ma, perennemente discriminato per una caratteristica di cui lui non può nulla.

It è la difficoltà di espressione di Bill, leader della banda dei Perdenti, balbuziente. Che riesce però a comunicare ai suoi amici la voglia di rivalsa nei confronti di It, la "Cosa" che vive sottorterra che gli ha portato via il fratellino George.

It è un romanzo che parla della nostra più intima realtà attraverso la fantasia. Affibiando le sembianze di un pagliaccio ad un terribile mostro che si ciba delle nostre paure infantili impersonate dai bambini, King entra nella nostra pscihe, tenendoci per quasi 1400 pagine incollati al libro, ansiosi di non perdersi un minuto della crescita e della lotta personale e gruppale dei personaggi.

It è questo ma, è anche molto di più.

la lettura di questo libro mi ha impegnato per un mese e mezzo e credo di aver provato molte emozioni durante questo "percorso". L'idea credo sia una delle più geniali che abbia mai letto: splendido, intrigante e con quel sottile filo di terrore e brivido che invoglia a leggere..magari con un occhio solo come a sbirciare un film pauroso.
Dall'altra parte però metto una mole troppo corposa, non che mi facciano "paura" i libri cosidetti mattoni ma, credo che King a volte si dilunghi troppo su particolari che ai fini della trama siano irrilevanti.

Resta comunque un libro che DEVE essere letto da chi ama il genere o chi vuole affrontare gli spettri di una vita fatta di molti...It.

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
I libri di King
Trovi utile questa opinione? 
260
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    09 Gennaio, 2014
Top 100 Opinionisti  -  

Il richiamo di una grande autrice

Loola Landry è una delle modelle più belle di Londra, conosciuta in tutto il Regno Unito, dove il suo fascino mulatto appare in molte campagne pubblicitarie della moda britannica.
Ma, in una fredda notte invernale, il suo corpo senza vita viene ritrovato ai piedi della sua abitazione. Gli eccessi e la sua vita sregolata e "viziata" fanno pensare ad un suicidio e dopo gli accertamenti di rito il caso viene così archiviato, anche dalle forze dell'ordine.

Ma non tutti credono in quest'ipotesi, il fratellastro John Bristow non lo accetta e vuole muovere le sue ingenti entrate conomiche per far luce sul caso.

Viene ingaggiato l'investigatore privato Cormoran Strike. Gli affari non stanno andando benissimo per Strike, i creditori impazzano e questo caso piove dal cielo come manna..anche se l'ispettore crede si tratti solo di accertamenti su una morte che è quasi ceramente un suicidio.

Robin Ellacott è una segretaria, iscritta ad un'agenzia, che la mobilita in giro per Londra per brevi peridi di prova in attesa di un impiego fisso. Ma le due settimane preciste nello studio di Strike lec ambiano la vita, si immerge con prontezza di spirito e doti argute nell'ambiente investigativo che l'affascina da tempo.

Un romanzo a mio avviso molto bello, un giallo uscito da una delle più famose penne del mondo contemporaneo, che con Harry Potter ha ammaliato milioni di lettori in tutto il globo..ma, che ha saputo rimettersi in gioco su un genere che, ha sempre adorato come lettrice ma, che la vede splendidamente protagonista come scrittrice.

Un libro da assaporare, che fa immergere il lettore in una Londra (che ho visitato da poco e quindi ho adorato anche nel libro), a tutto tondo, dagli ambienti più "turistici", a quelli più mondani..fino ad arrivare ai quartiri popolari e meno conosciuti.

Davvero un buon lavoro, godibilissimo e con dei personaggi ben descritti, meno "magici" di quelli di Hogwards, ma con un'umanità ed un realismo che è un marchio di fabbrica di quest'autrice,

Bello bello bello! Consigliatissimo

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    27 Dicembre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Il Natale con Ken Follett

Antonia "Toni" Gallo è la responsabile della sicurezza dell'Oxenford Medical, un istituto di ricerca scientifica farmaceutica, che basa i suoi studi sui virus patogeni che possono divenire farmaci per curare malattie che non hanno ancora antidoti!

Stanley Oxenford è il proprietario dell'istituto sito in Glasgow, da sempre un fervido ricercatore e persona di grande spirito e diaciplina!

Kit Oxenford è il figlio di Stanley, un ragazzo intelligente ma, con grossi debiti di gioco, i quali lo portano a confrontarsi con persone poco raccomandabili..alle quali deve una fortuna.

La vigilia di Natale, un animalista convinto, riesce con arguzia ad eludere il soffisticato sistema di sicurezza del Cremilino (così viene chiamata la casa vittoriana che ospita l'Oxenford Medical) ed a rubare una cavia da laboratorio, salvo poi essere morso da essa e perdere la vita!
Ma la falla nel sistema di sicurezza c'è c'è ed un gruppo di terroristi punta a mettere le mani sul potente virus Madoba-2, protrtto nell'istituto.

Un libro esaltante, con tratti davvero incalzanti e ricchi di colpi di scena, alternati però a sfortune paradossali ed a inconvenienti che lo fanno dilungare di quel tanto che basta per rilassare il lettore di una frazione di tempo eccessiva!

I personaggi e le loro implicazioni sono come sempre il pezzo forte di questo autore, che sotto questo aspetto è un maestro!

Leggere questo libro, ambientato a cavallo del Natale, in una Glasgow nevosa, nei medesimi giorni e con la neve che scende pure qui..beh è stato oltremodo interessante e conivolgente.

Personalmente preferisco il Follett più "storico", quello che riesce a far rivivere persone ed emozioni attraverso una penna ed una conoscenza storica straordinarie. Ma questo è un gusto personalissimo!

Resta un bellissimo libro, che si legge bene e con gusto!

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Codice A Zero, di Follett
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    12 Dicembre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Ila Crociata non finisce in terrasanta

Eustachius von Felben è un monaco d'armi teutonico. Ha da poco concluso una missione in Terrasanta, che lo ha portato a confrontarsi con le temibili scimitarre saracene.

Ma il suo rientro in Europa non sarà più facile delle battaglie alle porte di Gerusalemme, dall'est infatti stanno arrivando orde di Tartari, i quali stanno sterminando ogni Cristiano che gli si para davanti, puntando diritti al cuore del Mondo conosciuto!

Eustachius è uomo fedele e valoroso e con i suoi uomini, si farà spada uno sperduto mercante veneziano che deve portare al regnante prussiano una reliquia che, oltre all'immenso valore materiale, rappresenta un messaggio di fede e di speranza senza eguali.

Tale cimelio viene però sottratto al mercante dai tartari.

Inizia così un'avventura nel medioevo, tra guerrieri cristiani, tartari, mercanti, mercenari, fede e coraggio per riportare al legittimo proprietario la croce perduta!

Un libro ben dettagliato e scritto, gli spunti storici sono curati e molto interessanti.
A mio parere manca un pò di mordente nella trama, nell'avventura e nell'iterazione tra i personaggi. Mi aspettavo più azione e meno descrizioni, ma è un giudizio personale e carico di aspettative.
Mi immaginavo Cervo più simile ad un Bernard Cornwell o ad un Alfredo Colitto che, per i miei giusti sono molto più entusiasmanti nella lettura!

Resta comunque un buon libro. Spero di leggerne i seguiti!

Buona lettura

Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    06 Dicembre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Il buio di tutti noi

Seconda a avventura per il gruppo investigativo più variegatamente assortito della letteratura noir italiana: i Bastardi di Pizzofalcone.

Terzo caso per il "cinese" commissario Lojacono, che dopo aver risolto il caso del Coccodrillo ed esser stato assegnato al commissariato di Pizzofalcone, ora si ritova a lavorare in un equipe dove i componenti hanno dei passati più o meno torbidi, fatti di violenza, incomprensioni, raccomandazioni o semplici testimonianze galeotte.

Buio è un titolo eloquente. Non lascia trasparire luce, non ci sarà nessun rasserenamento, solo un lungo periodo di insicurezze e di brancolamenti per i Bastardi, alle prese con il rapimento del piccolo Edoardo, nipote di uno dei più facoltosi industriali di Napoli.

Buio è uno stato d'animo, di tutti i Bastardi che, nelle loro vite hanno ben poco sole da godersi, solo un attesa del giorno che per loro potrebbe portar luce o essere solo una breve parentesi fra una notte e l'altra.

Buio è lo sgabuzzino dove è rinchiuso il piccolo Dodo, immerso nei suoi pensieri e con la fedele compagnia di un pupazzo, Batman, l'eroe fra gli eroi..che il bimbo è sicuro arriverà a liberarlo.

Un libro bellissimo, composto da una penna geniale (a mio modesto avviso..e mi ripeto..tra i più bravi scrittori italiani contemporanei), con dei personaggi sottili che scavano nelle debolezze e nelle emozioni di ogniuno di noi!

La storia in sè è un bellissmo spaccato sociale delle crisi famigliari...con un finale inaspettato e molto ben congeniato!

Non ho dato il massimo dei voti perchè credo che de Giovanni dia il top nella serie con il commissario Ricciardi come protagonista ma, resta comunque un libro da leggere. Consiglio di partire dal Metodo del Coccodrillo e dai Bastardi di Pizzofalcone per aver chiara l'idea delle storie dei personaggi, anche se vengono comunque riprese ed il libro si capisce comunque!

Buona lettura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Il Metodo del Coccodrillo ed i Bastardi di Pizzoflacone
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    21 Novembre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Giallo, noir..si parla comunque di tinte forti!!!

Buio è il protagonista di questo libro di Massimo Rainer.

Buio è un poliziotto, cocainomane, corrotto, violento e disposto a tutto.

Buio è l'antipode dell'eroe che troverete in qualsiasi altro poliziesco. Non agisce per il bene, non fa del bene e la vita o la sicurezza dei comuni cittadini non gli sta a cuore...è insomma l'antitesi dei bei paladini del bene.

Il mondo dove vive Buio è più pesto del suo nome, morte, violenza e denaro lo stanno portando alla deriva e lui...beh, non aspettatevi lo porti in salvo.

Allora perchè leggere un libro che già dopo poche pagine vi porterà il più lontano possibile dal lieto fine? Perchè fossilizzarsi a seguire un personaggio che bestemmia in chiesa, uccide e sniffa?
Bhe, la risposta forse è più semplice di quanto crediate..perchè è tutto talmente tanto paradossale che non si riesce a staccare gli occhi dal libro e si vuol vedere dove e come può finire un libro così! E non ne resterete delusi..fidatevi!

Vi è mai capitato di vedere un quadro o una foto che non vi piace, o meglio, non rispecchia i canoni di bellezza che vi siete sempre prefissati..lasciandovi in qualche maniera schifati? Sì? E vi è mai capitato di continuare a fissare questo quadro/foto e di continuare a pensare poi a quanto era strano e particolare? Beh, non so se ho reso l'idea ma Massimo Rainer è riuscito a fare questo con me..mi ha stravolto il punto di vista, mi ha fatto leggere ed apprezzare un libro dalle tinte che non avrei mai letto! Mi sono avvicinato a questo libro per curiosità e su consiglio di amici...beh...se dovessi riassumerlo in una parola è ECCESSIVO! Forte..troppo forte, violento..troppo violento, esagerato..troppo esagerato! Ma alla fine la trama è buona e l'idea di fondo è destabilizzante quanto bella!

Non è un libro per tutti, nel senso che non lo consiglio a chi vuol leggere qualcosa di leggero per dormire placidamente.,,è un libro per i CURIOSI, per chi vuole osare!

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Don Winslow
Libri dalle tematiche e dal linguaggio forte
Trovi utile questa opinione? 
170
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    14 Novembre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

un giallo sensibile

Seconda indagine per l'investigatore capo di Porta Venezia, Arrigoni.

Questa volta la penna di Crapanzano ci porta nella Milano del 1952 (due anni dopo l'ambientazione del primo libro). I protagonisti sono gli stessi, il nucleo di poliziotti del commissariato di Porta Venezia e la cittadinanza milanese che, in un periodo di lenta rinascita della loro città cercano di rimarginare le ferite lasciate dalla Guerra.

Il libro comincia con una giovane e bellissima donna, trovata senza vita e con un vistoso taglio nella casa dello zio.
Le indagini di Arrigoni sul caso lo porteranno ad immergersi nel mondo delle "case chiuse", seducente e pericoloso, frequentato da persone insospettabili che riversano qui passioni e sentimenti!

Come detto nel primo libro "il giallo di via Tadino", di Crapanzano colpisce la sua sensibilità per i personaggi, descritti in maniera semplice e di facile immedesimazione, dei paesaggi urbani milanesi, in un periodo storico difficile e molto ben documentato. Ma colpisce l'umanità dell'autore sul rispetto delle vita, delle difficoltà delle persone e sui valori.

Questa volta il colpevole è di più facile individuazione rispetto al libro precedente ma, rimane comunque un giallo godibilissimo!!!

Consigliato agli amanti del genere!!!

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    11 Novembre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Milano anni '50. Arrigoni indaga

Mialno 1950.

Mario Arrigoni è il commissario del distretto di polizia milanese di Porta Venezia. Cinquantenne, nato e vissuto Milano dove tra le fatiche delle guerre e le sue passioni, è riuscito a laurearsi ed a diventare, (grazie al suo proverbiale istinto) un ottimo ispettore.

Un fatto drammatico macchia la tranquilla zona di pertinenza del commissario, una donna, bella quanto discussa, viene ritrovata ai piedi del ballatoio di una palazzina in via Taino.
In molti in commissariato, per comodità e per pigrizia, vogliono archiviare il fatto come un suicidio ma, alcune impressioni dei vicini non convincono Arrigoni ed il suo sottoposto De Pasquale.

Inizia così un viaggio nella Milano degli anni '50, una città che sta rinascendo dalla Guerra ma, che ne porta ancora un pesante fardello addosso.

Non conoscevo Crapanzano e l'ho scoperto solo grazie ad un suggerimento di lettura di un'amica in internet ma, ho scoperto veramente una penna molto abile e sapiente.

L'ambientazione della Milano dell'epoca è magistrale, non sono milanese e conosco poco la città ma, mi sembra di respirarne i profumi e di vederne luci, colori e persone..mi ha ricordato un po' la Napoli retrò di de Giovanni (con molta meno poesia ma, con un gusto più descrittivo e didascalico) e la Milano più nascosta di Carcano. Un bel mix tra due autori che mi piacciono particolarmente.

Altra analogia con de Giovanni è il rispetto e la dignità degli assassinati, non sono infatti solo dei numeri ma, delle vere e proprie vittime, del atto di violenza e spesso, della società. Un risvolto che si vede sempre meno in molti gialli e thriller che però tende a sminuire il principale valore umano: la vita! (questa piccola digressione ammetto di averla "rubata" proprio a de Giovanni nel corso della presentazione de "I Bastardi di Pizzofalcone", ma mi ha fatto riflettere molto sui valori di alcuni libri ed autori!)

Non vi sarà difficile affezionarvi ad un personaggio come Arrigoni, tanto lontano dal super-eroe quanto sagace risolutore dei casi. Un uomo comune, sposato (a sua meraviglia) con una donna bellissima che, coglie particolari e sfumature di un periodo storico molto affascinante!

Lasciatevi trasportare da Crapanzano nella Mialno del 1950, entrate con lui nei caffè fumosi a giocare a biliardo, bevendo un buon cedro fatto in casa o degustando un sanguiss (cos'è? beh...ora mi chiedete troppo...leggete e scopritolo..ne vale la pena!!!)

La trama gialla poi è favolosa..sfido chiunque a trovare l'assassino prima di Arrigoni!!!

Dici Crapanzano, leggi un talento!

Ora scusate, ho l'indagine di Chiaravalle ad attendermi sul comodino!!!

Buona lettura =)

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Maurizio de Giovanni, Fabrizio Carcano
Trovi utile questa opinione? 
190
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    07 Novembre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Passione Azzurra

Margherita è una donna triste, che da anni ha lasciato la sua Napoli per trasferirsi a Torino dove ha sposato un benestante signore del loco che, a poco a poco ha smesso di mare per la freddezza dell'individuo. Ma, in una notte in cui è "obbligata" ad accompagnarlo allo stadio per la facciata famigliare che dev'essere presentata al nuovo direttore generale del marito, riscopre una passione viscerale che, la riporta alle sue radici, alla sua infanzia e perchè no, le farà assaggiare un piccolo boccone dolce di rivincita di una vita che le ha lasciato la bocca amara!

massimo è uno scrittore di romanzi molto conosciuto in Campania e, per fare un favore ad un amico che lavora in tv, si ritrova ospite di una trasmissione di calcio, di quelle classiche della domenica sera sulle reti regionali, dove i tifosi che non hanno nè pay-tv nè voglia di uscire di casa seguono i risultati delle sfide calcistiche dagli sguardi e dalle espressioni di improbabili tifosi bardati di sciarpe con un occhio allo schermo davanti a loro ed uno alla ragazza scollata che fa da "spalla" al commentatore (signori maschietti e mogli "sante" che guardate la tv con il marito alla domenica sera..avrete capito perfettamente il genere della trasmissione!!! =), ritrovandosi in un mondo parallelo dove ex calciatori pseudo-famosi, si alternano a cantanti melodici e ritmati dalle canzoni con testi pittoreschi come chi le canta! Insomma..in uno zoo di animali, con l'istinto del pallone! =) Qui Massimiliano vive in maniera un po' "abbottonata" un'emozione forte e sincera di chi, dopo aver visto l'inferno vede materializzarsi, dentro allo schermo il Paradiso.

Jesus Datolo, un nome un programma...è proprio lui che compie il Miracolo a Torino!

Un libro veloce e scorrevole, raccontato con ironia da un tifoso viscerale del Napoli come Maurizio de Giovanni. Un racconto di sport che fonde due vite e mille emozioni.
Sinceramene non regge il paragone con "vi racconto il 10 maggio", molto più poetico e profondo nelle descrizioni di personaggi e dinamiche.

Chi ama de Giovanni potrebbe restar perplesso leggendo questo racconto, non aspettatevi un Ricciardi o un Lojacono..nulla di introspettivo e pochi tratti che possono richiamare alla penna del Maestro partenopeo.

Francamente, sul genere ho trovato più bello il libro "Atletico Minaccia Footbal Club" di Marco Marsullo, che rende meglio i paradossi del mondo calcistico e le gioie della gente comune, ma questo è un giudizio personale ed un consiglio di lettura.

De Giovanni lo preferisco e lo attendo con i suoi bellissimi gialli, che consiglio a chiunque non li abbia ancora letti!!!

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Ti racconto il 10 maggio di de Giovanni
Atletico Minaccia Footbal club di Marsullo
Trovi utile questa opinione? 
170
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    31 Ottobre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

La preda diventa cacciatore

Rudolph Höss è un ragazzo tedesco, intelligente ma dal carattere chiuso. E' molto legato alla famigla ed ai suoi valori ma, i genitori lo vogliono a tutti i costi che lui prenda i voti e studi per diventare sacerdote cristiano ma, per Rudolph non è quella la via, lui vuole conoscere, sperimentare ed il suo sogno è vivere in una Germania forte e salda, sposasi ed occuparsi di una fattoria, vista la sua grande passione per gli animali. Gli si presenta un'occasione unica: partire per la Turchia in una guerra che a detta di molti durerà pochissimo, una "guerra lampo", che porterà benefici economici alla Germania. Così, falsificando i documenti, il giovanissimo Rudolph parte il fronte dove troverà un mondo terribile e spietato, i cui tempi si dilateranno e lo impegneranno per anni dove però, scoprirà nuovi valori come il cameratismo e la muta obbedienza, valori che scalzeranno gli altri e che saranno il suo nuovo credo.
Con la fine del conflitto, con una sconfitta militare che si trasforma anche in una sconfitta economica e sociale, i giovani ex-militari come Rudolph sono i primi a manifestare il loro malcontento: anni di sforzi e privazioni per ritrovarsi più poveri di prima e con la minaccia comunista alle porte..cosa si può fare? Ed è in questo periodo che Rudolph Höss, sente parlare Himmler e Hitler, due uomini carismatici che, con le parole sanno incanalare l'odio ed il rancore di una Nazione intera.
Rudolph sarà tra i primi ad aderire al nuovo partito nazionalsocialista, guadagnerà presto la fiducia dei suoi vertici per la sua devozione e la sua lealtà e verrà "premiato" come responsabile di un campo di lavoro e detenzione in Polonia, dove riceverà degli ordini tassativi, categorici ma, necessari per imporre sul mondo la razza germanica.

Hanns Alexander è un giovane rampollo tedesco, proviene da una ricca famiglia ebrea, il padre è medico e la madre ha un cognome conosciuto in tutto il mondo per gli ingenti capitali di famiglia. Hanns ha un fratello gemello e passa l'infanzia a combinarne "una in più di Bertoldo".
Ma, qualcosa in Germania dopo la grande Guerra sembra cambiare. Gli ebrei non sono più ben visti e vengono lanciate loro colpe e calunnie che nè Hanns nè la sua famiglia possono capire e non riescono a spiegare. In pochi mesi molti beni degli Alexander vengono confiscati dallo Stato ed il padre finisce su una "lista", sulla quale vengono appuntati dei nomi di persone che, vengono caricati su treni e di cui si perdono le tracce. E' quindi arrivato il momento di partire per gli Alexander, trasferirsi in Inghilterra, una terra che li vedrà per anni stranieri, nella quale dovranno ricominciare tutto da zero. E' questo rancore che porterà Hanns ed il fratello ad arruolarsi nell'esercito britannico, ad "invadere" con esso la loro Germania ed a scoprire fatti agghiaccianti successi nei campi di prigionia, le cui vittime erano per la maggior parte ebrei..come loro.
Hanns diviene così il primo investigatore di un pool che avrà lo scopo di catturare i gerarchi nazisti, artefici dell'olocausto ebraico alla fine della guerra.

Obiettivo primario per Hanns Alexander: catturare il comandante di Auschwitz Rudolph Höss,

Thomas Harding, lo scrittore di questo bellissimo libro è il nipote di Hanns Alexander, il "caccaitore di nazisti".

Questo libro mi ha letteralmente stregato. Un autore che, pur essendo coinvolto in maniera viscerale con la vicenda riesce a mantenere un distacco ed ad esemplificare dei concetti molto razionalmente, non arroccandosi semplicemente sull'idea di "giusto o sbagliato" che offre la storia ma, arrivando addirittura a mettere in discussione l'etica dello zio, che da vittima passa a carnefice.
Attenzione, non è un libro che esalta e giustifica i criminali nazisti, anzi! E' un libro che cerca di entrare nella storia dalla porta principale, i sentimenti e le situazioni di due contemporanei che si ritrovano per nascita e per cultura agli antipodi nel medesimo momento storico, entrambi che agistono secondo i loro valori ed entrambi che saranno "vittime" di un momento storico e "assassini" di molte persone.

Un libro da leggere e da possedere per gli amanti della storia, che magari non porterà nulla di nuovo alle nozioni che già possediamo, ma arricchirà chi vuole vederne il risvolto umano, senza giudizi o critiche che sono fin troppo evidenti ed a volte, permettetemi, banali.

Un bellissimo affresco, corredato di numerose foto d'epoca dei due protagonisti che, aumentano realtà e credibilità dello scrittore, davvero una bella penna!

Buona lettura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
190
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    17 Ottobre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

LE MASCHERE DELLA PSICHE UMANA

Il commissario Giordàn è un personaggio meditabondo, che ama riflettere e pescare e spesso le due cose conciliano, portandolo a ragionare ed a risolvere casi intricati, gomitoli intrecciati che le teorie del commissario riescono a sbrogliare nei suoi momenti di relax.

Gabriella è la nipote di Giordàn, una liceale curiosa e studiosa, amante della musica. Ma è prorpio la curiosità e la venerazione per lo zio che la porteranno ad affiancarlo, supportandolo con brillanti deduzioni in un'indagine di omicidi seriali.

Una mente squilibrata, unita ad un braccio armato si aggira per la penisola italiana portando morte e scompiglio: la sua firma è una maschera, anzi più maschere, che celano i volti delle vittime, riportando un filo conduttore che parte dalle rive del Lago di Como, territorio sotto la tutela del commissario Giordàn, arrivando fino al centro Italia.

Ma, cosa lega una ricercatrice, una studentessa, una donna dedita a scambi di coppia ed una signora dedita ai festeggiamenti del Carnevale di Venezia? In apparenza solo la morte ed il viso mascherato.

Un giallo ben architettato, che bada più ai meccanismi reconditi della mente umana più che ai risvolti d'effetto ed ai colpi di scena, non è infatti difficile capire l'assassino già da metà del libro ma, credo sia una cosa voluta dall'autore che invece si sofferma su interessanti spunti psicologici del killer.

Un libro piacevole e scorrevole, che l'autore imperla con un linguaggio ricercato ma, semplice e comprensivo, anche se, a mio modesto avviso poco realistico in alcune conversazioni (lavoro con gli adolescenti e non ne conosco uno che usa un linguaggio forbito come quello di Gabriella...).

Sono un'amante del giallo che tiene sulle spine, che svela l'assassino solo nelle ultime pagine o che ribalta sorti e destini ad ogni capitolo. Ma ho trovato comunque molto interessante quest'ottica dell'assassinio visto con gli occhi del killer (che avevo già apprezzato in autori come Donato Carrisi).

Molto belle ed artistiche le descrizioni del paesaggio comasco, in alcuni momenti l'autore riesce a trasportarci con il commissario Giordàn nei luoghi lacustri che circondano l'omonimo lago! Incantevole!!!

Bravo a Bruno Elpis, attendiamo il seguito.

Buona lettura!!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
240
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    11 Ottobre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

BELLO MA, NULLA DI NUOVO

Robert Langdon è un noto professore e storico che risiede ed insegna ad Harward. Già noto ai lettori come protagonista de "Il Codice Da Vinci", "Angeli e Demoni" e "Il Simbolo Perduto":
Già all'inizio del libro si ritrova catapultato a Firenze, privo di memoria e con degli spietati sicari che lo vogliono morto....
..niente male come inizio!!! =)

Sienna Brooks è una giovane dottoressa dell'ospedale in cui è ricoverato Langdon.
Sarà lei la mente e la guida di Langdon verso la risoluzione di un mistero dai colori oscuri.

Il Rettore. Con questo nome è conosciuto il capo di un'organizzazione che garantisce ai propri clienti protezione fisica o doppie identità. Ora i suoi uomini voglio Langdon morto....

Bertrand Zobrist è uno dei più famosi scienziati mondiali ed i suoi studi lo hanno portato ad un'idea folle quanto (secondo lui) necessaria, che eviterebbe l'imminente fine della razza umana per sovrapopolazione. Quest'idea la propone ad Elisabeth Sinskey, direttrice dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale lo prende per pazzo.
Zobrist, anche senza il consenso del OMS, vuole portare avanti la sua intuizione e si prepara a contaminare il pianeta, attraverso una contorta associazione con "L'Inferno", prima parte della celebre Divina Commedia dell'Alighieri.

Forse è per questo che Langdon è a Firenze? Ancora una volta i destini del mondo sono nelle sue mani e nelle sue deduzioni?

Questi sono gli ingredienti che il bravo Brown mette nell'impasto de "L'Inferno".
Lo stile è come al solito accattivante e con capitoli brevi che invogliano il lettore a proseguire..ma vi confesso che, dopo aver divorato le prime pagine ho faticato a portare a termine la lettura.

Non c'è il gioco di potere o le "allusioni" religiose (vere o inventate..non sta a me dirlo e non vorrei aprire discussioni infinite senza nè vincitori nè vinti..), rimangono però le interpretazioni di opere artistiche e letterarie che sono il marchio di fabbrica dell'autore, Firenze poi Venezia ed Istanbul si prestano molto come scenari!

Libro nel complesso godibile ma, non porta nulla di nuovo (anzi, come detto qualche intrigo lo toglie..) rispetto al solito. Solita caccia al tesoro, solita corsa contro il tempo e soliti enigmi decifrati all'ultimo. Poi, permettetemi, questo Langdon mi è sembrato ancor più riflessivo e lento del solito..nel mezzo di un enigma che può salvare la razza umana si mette a descrivere le "piastrelle" di Santa Sofia..???!!!

Ai lettori di Dan Brown piacerà comunque, non credo come gli altri ma, il ritmo e la suspance rimangono quelli storici.

Buona lettura

Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    01 Ottobre, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

UN DIPINTO DI VENEZIA CHE E' UN CAPOLAVORO

Con "Il Libro dell'Angelo", Alfredo Colitto, si consacra, a mio modo di vedere tra i grandi del romanzo/giallo storico, non solo italiano ma, internazionale.
Un libro ben studiato ed articolato, con i suoi celebri personaggi, il medico Mondino de'Liuzzi ed il suo amico fidato Gerardo, maturati, combattuti da sentimenti veri e passioni concrete, raccontate e spiegate in maniera magistrale dalla penna dell'autore.

Cambia lo scenario, de'Luzzi si deve trasferire nella Venezia dei Dogi, per risolvere un intricato caso che, come spesso accadeva, veniva frettolosamente chiuso dando la colpa agli ebrei.

Il fidato gerardo però non potrà seguirlo, almeno inizialmente per far fronte ad una missione affidatagli nientemeno che dai Templari.

In molti sono a voler metter i bastoni fra le ruote ai due, e molti saranno gli avvicendamenti di potere e di ritmo.

Una Venezia del 1500 da assaporare ad ogni pagina, con profumi, colori e persone che sembra di vivere.

Il romanzo poi, è favoloso, ricco di colpi di scena e di nozioni.
I personaggi, beh.. sono davvero fantastici: Colitto si è superato!

Consiglio a tutti di iniziare le letture dell'autore dal primo romanzo di Mondino, "Cuore di Ferro", anche se non è assolutamente obbligatorio, infatti questo libro si può benissimo leggere da solo..ma lo consiglio perchè vi mancherebbero dei libri stupendi in biblioteca!!! =)

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Oltre agli altri libri di Colitto, oserei dire Ken Follet, a volte Colitto, per descrizione di luoghi personaggi ed intrighi mi ricorda il maestro inglese.
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
Narrativa per ragazzi
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    30 Agosto, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Galleggia o non galleggia...

Sono fortemente combattuto...non capisco se mi trovo di fronte ad un inzio di un'opera che mi catturerà e mi trascinerà con il giovane semidio Perseo Jackson nelle profondità degli abissi, o mi farà rimanere a galla in un mare di analogie e battaglie che richiamano ad Harry Potter.

Senza dubbio il maghetto più famoso del mondo non verrà scalzato da Percy Jackson nella mia personalissima classifica di gradimento.

Mi sono piaciute molto le idee di Riordan, quella di fondo di riproporre la mitologia in chiave moderna e quella di dare all'eroe protagonista una declinazione sociale difficile.

Forse le analogia con il mondo creato dalla Rowling sono troppe, mostri similari, il trio di personaggi chiave molto legati e coraggiosi (l'amica saputella di Percy è la copia della prima Hermione..) con amori adolescenziali appena accennati..

Sicuramente non mi sono annoiato ma, non mi ritengo nemmeno attratto calamiticamente da questo inizio di saga!
Tra poco riprenderò in mano le altre avventure del campo estivo per semidei..quindi rimando il mio giudizio quando avrò più "pesce sul fuoco" =)

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Fantascienza
 
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    13 Agosto, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

NON È KING MA! QUALCOSA SOTTO C'È..

Benjamin Percy è stato indicato dalla critica come il nuovo King!
Non so da chi fosse composta tale giuria ma, non scherziamo, con il Re il paragone è lontanissimo!
Detto questo, leggendo il suo libro qualche spunto interessante l'ho trovato..eccome!

Umani e licantropi, nel mondo ideato dall'autore vivono da sempre una coesistenza tumultuosa, con tracce di scontri che fondano le radici nella storia.
Ma, all"alba del nuovo millenio, le ideologie e l'integrazione non reggono più, sono gli attentai e la violenza a smuovere le opinioni. Uno scontro sembra inevitabile.

Patrick è un ragazzo normalissimo, con una situazione famigliare allargata come oggiggiorno se ne trovano tante, che lo vede spesso e volentieri usare da solo l'aereo per raggiungere la mamma, che vive lontano dal padre. È prorpio uno di questi viaggi che lo cambierà per sempre, rendendolo un icona della razza umana.

Claire è una giovane licantopo. I genitori dal passato a lei sconosciuto, hanno sempre cercato di farle vivere una vita serena, sport, amici, studio...ma una sera per lei tutto cambia. Una scia di sangue e odio la porterà a crescere in fretta e la condurrà dalla zia Miriam, la quale le aprirà un mondo ed un passato inaspettato.

Chase Williams è un politico rampante, con il fido "uomo-ombra" denominato Bisonte. A lui spetta il ruolo di estremista..e cavalcando l'odio degli umani rimarcando le leggi contro i licantropi, fomenta lo scisma. Ma, qualcosa sfugge al suo controllo e l'imprevedibile prende il sopravvento su di lui..

..il tutto quando la luna si alza rossa in cielo, quando gli uomini si dividono dai licantropi e quando la terra si appresta a tingersi di rosso..come la luna..ma è un rosso più acceso, più violento!

Un libro interessante, l'autore non sarà King ma, ha talento, mi è piaciuto lo stile, dove ad ogni capitolo lo scenario lo si trova cambiato, il lettore viene spiazzato da eventi o cambi temporali importanti, spiegati poi nel proseguio del capitolo stesso! Un'idea originale che poteva essere difficile da gestire ma, che l'autore dimostra di padroneggiare molto bene!

Bella pure l'idea di ricondurre alla fantascienza una tematica attuale e concreta come l'odio razziale e su come il mondo della politica e dell'opinione popolare giri attorno ad essa.

Ci sono comunque, a mio avviso, molte lacune, il libro risulta a tratti noioso, le storie hanno eventi o vicessitudini strampalate e personaggi inutili mettono più confusione che suspance.
Il finale poi è chiuso frettolosoamente e non l'ho trovato molto ben congeniato.

Ma, quste soo opinioni personalissime, consiglio a tutti la lettura, hanno detto che alcuni sceneggiatori, dopo sole 90 pagine hanno già ideato il film, personalemte non credo siano arrivati alla fine, ma, sono convinto che arriverà una pellicola sul genere! Troppo accattivante come idea!
Sono altresì convinto che sentiremo ancora parlare Percy, un autore che, non è King ma, che ha sicuramnete talento!

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Fantascienza
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    25 Luglio, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Il risveglio del Furer!!!

Adolf Hitler, una delle figure più studiata, criticata e discussa del secolo scorso, viene catapultata nella "sua" Nazione 66 anni dopo quella che noi comuni lettori di storia credevamo fosse la sua fine..ma che in realtà, la penna di Vermes trasforma in una sorta di "primo tempo" e dopo questo lungo intervallo, eccolo in una Berlino radicalmente cambiata "invasa" da mille razze ed etine, con novità grosse, a cominciare dalla stazza della donna (...e dico donna, per il Furer è una cosa da infarto!!!) che ora governa l'impero Tedesco..hemm..la democratica Repubblica tedesca!!! =)

Un libro piacevole e raffinato, con l'idea di principio originale e trattata in maniera ironica, anzi, a tratti direi esilarante. il continuo giocare sugli equivoci creati dalla mente di Hitler, proiettata ad una egemonia tedesca sul mondo e la Berlino contemporanea che vede in questo straordinario sosia del "folle" condottiero nazista un comico ed imitatore di prima classe sono da sbellicarsi.

Mi piace però soffermarmi sulla preparazione dello scrittore, che vede il romanzo un altro modo di approcciarsi a questa figura storica che, raccontata in prima persona, fa capire alcune delle manie e sfacettature del dittatore più famoso della storia contemporanea.
Mi piace il suo modo scrivere anche se, non conoscendo perfettamente la storia tedesca degli ultimi anni se non a grandi linee dai giornali, alcune battute o "beccate" non le ho capite fino in fondo (anche se ad onor del vero, a fine libro ci sono delle pagine che esplicitano ogni rifermento storico e personale ma, credo che la trama del libro perderebbe leggendole man mano..), ho apprezzato inoltre gli spunti di riflessione sul cambiamento drastico avvenuto in questo ultimo mezzo secolo, molte volte letteratura e cinematografia abbiamo visto "risorgere" personaggi di passati remoti: medioevo, rinascimento..ma questo Hitler riproposto negli anni 2000 è completamente fuori da ogni spazio e tempo, la tecnologia, la multi-etnicità l'informazione..quante cose sono progredite (o regredite) rispetto al secolo scorso!!!

Non ho trovato il libro veloce nella lettura, alcuni rimandi alla Germania naziasta sono lenti e privi di ritmo e già da metà libro il lettore inizia a chiedersi come possa finire questo "nuovo" Hitler, una redenzione? Una nuova guerra? Un internamento in un ospedale psichiatrico?
Ecco..il finale mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca ma, è solo un personalissimo giudizio!

Per il resto, questo libro, caso editoriale dell'anno in Germania, mi ha fatto divertire, riflettere ed imparare alcune nozioni storiche di una Germania che non conoscevo!

PS per gli amanti della grafica e design di copertine (discussione fatta con alcuni Qamici ne "I Bastardi di Pizzofalcone di Maurizio de Giovanni), direi che questa copertina è molto ma, molto bella!!! Semplice e d'effetto!!! =)
Buona lettura!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    16 Luglio, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Ma è Ken Follett???

Jane è una ragazza bellissima, ambientalista convinta con una forte attenzione per le popolazioni del terzo mondo. Il suo cuore è combattuto tra due ragazzi, due modi di vivere e due storie diverse e radicalmente opposti.

Da un lato c'è Ellis, americano, esperto in esplosivi, mette a disposizione la sua esperienza in Vietnam a gruppi di ribelli ed anarchici francesi.

Dall'altro c'è il bel Jean-Pierre, medico. Dal padre ha ricevuto in dote la dedizione per le teorie comuniste e l'odio verso gli opressori.

Le loro tre storie li porteranno in Afghanistan, nella valle dei Cinque Leoni, dove si combatte un frammento di Guerra Fredda, fatto di spionaggi, intrighi e guerriglie.

L'ambientazione è accattivante, i presupposti ed i personaggi nelle prime 100 pagine sono intriganti..poi Ken Follett è una garanzia!
Insomma, i presupposti ci sono tutti..quindi, dov'è l'intoppo??!!!
Forse i personaggi sono troppo pochi rispetto ad altre opere dell'autore? La storia d'amore ed i sentimenti intimi della protagonista sono troppo marcati ed a volte offuscano la storia stessa? Forse non era il momento giusto per me per leggere questo libro? Mah..

Sta di fatto che questo libro non mi ha entusiasmato particolarmente. Follett è tra i miei autori preferiti, dai Pilastri della Terra a Un Luogo Chiamato Libertà (i due capolavori), alla Cruna dell'Ago fino a Codice Rebecca..non ho ritrovato nulla di questi accattivanti libri in quest'opera. mah...!

Non mi sento di bocciarlo, qualcosa c'è nella trama e nei personaggi ma, se uno non conosce l'autore non glielo menzionerei tra i romanzi da leggere assolutamente!

Citando l'autore, anche i Giganti possono cadere!

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    10 Luglio, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Il sorriso della Madonna del Mar

Questo libro non è solo un romanzo storico, è prima di tutto una bellissima storia d'amore, ma non quelle di quelle "rosa" dei romanzi Harmony, bensì un amore più profondo, più spirituale, l'amore di un bambino (che in questo romanzo crescerà fino a diventare uomo) per la Madonna del Mar, una statuetta evocativa che sarà il cuore pulsante dell'omonima cattedrale, una chiesa del popolo, costruita con i soldi e con il lavoro dei cittadini di Barcellona.

La storia inizia con le vicende, da subito turbolente, di Bernat Estanyol, un servo della gleba costretto a fuggire dal proprio paese, il quale arriva a Barcellona clandestinamente con il figlio, con il desiderio di essere libero!!!

Arnau Estanyol, figlio di Bernat cresce con il padre nella Barcellona del 1300, imparerà ad amare questa città e rimarrà affascinato dalla costruzione della sua cattedrale da parte dei bastaixos, i forzuti scaricatori del porto di Barcellona che non avendo mezzi economici per pagare la costruzione della chiesa, contribuiscono portando i massi dal porto fino all'edificio.

La chiesa cresce e con lei il giovane Arnau, che si lega in maniera fraterna al piccolo Joanet.

Non è facile recensire questo libro.
A cominciare dal protagonista, non è il personaggio principale dell'opera di Falcones, a mio avviso più incentrata su Barcellona e sul travagliato periodo storico della vicenda.

Come dicevo prima la bellezza del libro sta nelle emozioni e nell'amore "sovraterreno" che l'autore riesce a far passare in molte pagine.

La trama è buona e mantiene vivo l'interesse del lettore, a volte mi è sembrato che alcuni personaggi escano dalla storia in maniera precipitosa o troppo semplice, questo se si considera la mole di 650 pagine circa.

Non lo accosterei mai, come è stato fatto a "I Pilastri della Terra" di Follett, che gioca molto di più sui piani di potere e astuzia, certo presenti anche in questo libro ma, in maniera totalmente differente. La somiglianza può trasparire dall'ambientazione storica e dalla presenza/costruzione di una cattedrale ma, poco altro.

Resta comunque un buon romanzo, ben collocato storicamente e ricco di informazioni sulla Barcellona del periodo, una buona storia che mi ha avuto il potere di commuovermi in alcuni passaggi.

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
180
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    28 Giugno, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

IL THRILLLER DELL'ESTATE

IL THRILLER DELL'ESTATE!!!

Come un cocomero in piena estate, freco, dissetante, delizioso.

Come un cocomero, con una scorza verde esterna, verde come il Coccodrillo, il Metodo del Coccodrillo dal quale il libro prende il protagonista principale, il commissario Lojacono.

Sotto la scorza c'è un piccolo strato bianco, come la schiuma del mare, come le lenzuola stese ad asciugare nei vicoli di Napoli..bianco come la neve, che nelle sfere souvenir, quando scrollate, scende e ricopre monumenti famosi o strani personaggi.

Come un cocomero, dalla polpa rossa, come la passione, le emozioni,
Rossa come il sangue, perche in un thriller non può mancare,
Rossa come l'amore...

Verde, bianco, rosso come la bandiera italiana, perchè qui si parla di uno dei più bravi e capaci autori del nostro Stivale, che nulla ha da invidiare a tante acclamate firme straniere!!!

Ma il cuore del cocomero è nero, noir, composto da na manciata di semini, dei poliziotti, (i Bastardi) letteralmente "sputati" dagli altri commissairiati in quello di Pizzofalcone, a sostituire dei colleghi corrotii, che si sono fatti invischiare in uno smercio di droga..diventando per tutti dei "Bastardi".

I sostituti sono quindi chiamati a ricostruire l'immagine del commissariato, ogni uno con un passato pesante, con un'etichetta..alla quale si aggiunge quella di Pizzofalcone..quella dei "Bastardi" appunto.

Luigi Palma, commissario capo. Lui ci crede nei suoi Bastardi..e vuole ridare nuova nomea al commissariato.

Pisanelli, da molti anni a Pizzofalcone, esce pulito dalla storia di droga ma, nel suo armadio nasconde molti spettri...

Calbrese, anche lei da una vita a Pizzoflacone, usa il lavoro per scappare da una vita opprimente.

Lojacono, siciliano..accusato senza prove di invischiamenti con la Mafia, da alcuni anni a Napoli dove ha risolto brillantemente il caso "del Coccodrillo".

Aragona, un raccomandato. Veste e si vomporta come gli attori dei film polizieschi di cui fa indigestioni (personalmente il personaggio che ho amato di più..è assolutamente geniale!!!)

Di Nardo. Tutt'uno con la sua pistola. Una ragazza con due vite..

Romano, omone che non riesce a controllare i suoi nervi,e. Questo in passato gli ha creato molti problemi..

Ennesimo capolavoro di De Giovanni. Come con il Metodo del Coccodrillo (che per lui è un prequel di questo libro), abbandona per un attimo le vicende in bianco e nero del suo commissario Ricciardi e ci riporta ai colori dell'attualità.
Un thriller veloce, dove a differenza del Metodo del Coccodrilo (che non serve aver letto per entrare nel libro), porta l'attenzione del lettore e le vicende non solo sul protagonista Lojacono ma, su tutto il gruppo dei Bastardi, riuscendo a trovarne un equilibrio perfetto.
Libro veloce, non una pagine di troppo, ricco di colpi di scena e di personaggi veri!
Splendide come al solito le emozionanti descrizioni di paesaggi e degli animi dei protagonisti.

Mettetevi comodi, preparatevi ad assaggiare un succulento cocomero in questa estate rovcente che vi porterà nel gelido inverno di Pizzofalcone!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Il Metodo Del Coccodrillo, o gli altri libri di De Giovanni con protagonista il commissario Ricciardi
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    26 Giugno, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Sicilia, terra di unione e rottura

Sicilia, cuore del Mar Mediterraneo,
Sicilia, da sempre punto d'incontro, di scambio e di confronto tra più culture, più storie e più religioni.
Sicilia, territorio di caldo, di passione e di anime.

Immaginatevi un piccolo paese, Scrafani, dove all'interno della chiesa, gremita di segni di devozione degli abitanti, venga distrutto il crocifisso principale, simbolo del paese e della sua storia e se, a rivendicare quest'atto barbarico è un gruppo estremista islamico "Brigate armate di Maometto".
Immaginatevi poi che gli atti vandalici ad oggetti sacri abbiano un seguito..
Immaginatevi che ci "scappi pure il morto".

Come potrebbe reagire la comunità di Scafani?
Come potrebbe reagire la comunità islamica radicata in Sicilia?
Come può reagire il commissario di zona Bertolazzi, da sempre nervoso e burbero e per di più in procinto di esser trasferito per "giochi di potere" per l ingiusti?
Come potrebbe reagire la mente del commissario Falzone, tormentato da delicate questioni famigliari?

Questi sono gli scenari che la penna di Ivo Tiberio Ginevra ci porta a scandagliare nella sua Sicilia.
Un bellissimo libro, un bellissimo regalo che, mi ha fatto conoscere ed apprezzare un bravissimo scrittore che ha, a mio modesto avviso, una grandissima dote, fare riflettere e coinvolgere il lettore su tematiche difficili e delicate come l'integrazione e la coesistenza di culture, razze e religioni, ma lo fa con una buona dose di ironia ed una leggerezza che da freschezza al romanzo senza essere mai banale!

Un libro dinamico e ben congegnato, non mi sento solo di consigliarlo ma, di invitarvi con il cuore alla lettura di un bellissimo libro scritto da un'autore italiano veramente da scoprire.
Personalmente non vedo l'ora di rituffarmi nei mari di Sicilia con la prossima avventura del commissario Falcone "Sicily Crime".

Bona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    24 Giugno, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

E SI APRA IL SIPARIO...

E si apra il sipario..
..silenzio in sala prego!
Ecco a voi un'opera suddivisa in tre atti, tre racconti, apparentemente non correlati tra loro ma con un filo-conduttore comune: l'emozione.

L'emozione incommensurabile è ciò che il maestro De Giovanni riesce a regalare anche in questo piccolo libricino che raccoglie tre suoi racconti ideati per una rappresentazione teatrale.

Ne "La Canzone di Filomena", la penna dell'autore porta il lettore nella vita e nel cuore di una bambina costretta a crescere troppo in fretta, con il dolore che si affievolisce nel suo cuore fino a renderla inerme a qualsiasi emozione.

La "Storia di Papo e Bimbomio" è il connubio di amore e perdita, una dolcezza infinita nella quale De Giovanni ha saputo trasformare l'inchiostro del libro in lacrime di commosse del sottoscritto.

Chiude infine "La Casa è il Mio Regno", uno struggente racconto di coppia, un'amore che si conclude ed una discussione che lascia il segno.

Lo ammetto, sono di parte, io adoro De Giovanni e non finirò mai di decantarne le lodi ma, pure in questo piccolo libro, una raccolta di appena 60 pagine suddivise in tre racconti appunto, sono riuscito ad emozionarmi, a vedere la dignità ed il dramma di ogni protagonista, a soppesarne le emozioni come avessi un apposito bilancino.

Un piccolo capolavoro per chi ama l'autore.
Un prologo di quelle che saranno le intuizioni del celebre commissario Ricciardi (chi non lo conosce suggerisco di vederne le recensioni e di iniziarne subito la lettura..vedi il primo libro "Il Senso del Dolore").

Da leggere, rileggere e conservare.

Si chiuda il sipario...si riapra...via all'applauso per uno dei più grandi talenti della letteratura italiana contemporanea: Maurizio De Giovanni!!!

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Maurizio De Giovanni
Trovi utile questa opinione? 
200
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    20 Giugno, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

Il tocco del ghiaccio

Paul Schumann è un killer famoso nella malavita americana degli anni Trenta per la sua abilità che lui chiama "il tocco del ghiaccio", ovvero la capacità di staccarsi dal momento dell'assassinio, il non lasciarsi coinvolgere dalla vittima, dalla sua storia o dal fatto di avere in pochi secondi la possibilità di stroncare una vita.

Paul Schumann viene messo in trappola dalla polizia statunitense. Catturato in una sua scorribanda viene messo di fronte ad un'occasione: un ultimo omicidio per conto del Governo e poi in cambio una fedina penale candida ed un conto in banca a più zeri. Vittima designata è l'ufficiale nazista Reinhard Ernst.

Reinhard Ernst è la mente del riarmo di Adolf Hitler, un uomo di scienza, studioso di sociologia e di psicologia, forgiato dalla Grande Guerra, è stato padre di Mark Erns, caduto militare ed ora Reinhard sogna di sbrigare le consegne del Fürere e dopo i giochi olimpici di Berlino potersi dedicare a tempo pieno alla famiglia ed al Nipotino.

Willy Khol è un poliziotto tedesco di lunga data che si ritrova ad indagare su misteriosi omicidi le cui relazioni delle S.S. sembrano avere dei punti nebulosi. Durante i tentativi di risolvere questi casi, Kohl si ritrova ad inseguire una pista che porta ad un misterioso killer americano di origine tedesca sbarcato in Germania a seguito della spedizione olimpica.

Non avevo mai letto Deaver e devo dire ho scoperto uno scrittore bravo e preparato.
Questo thriller ambientato nella seconda guerra mondiale è sicuramente frutto di uno studio corposo e ben fatto.

A qualcuno questo romanzo ha ricordato alcune opere di Follett, vuoi per l'ambientazione o le sfacettature dei protagonisti ma, personalmente i personaggi e gli intrighi del maestro inglese li ritengo uno scalino sopra, ma ripeto, è una cosa soggettiva.

Mi sono piaciute le varie descrizioni deipersonaggi e la capacità dell'autore di staccarsi dal buono/cattivo, dando ad entrambe le fazioni un volto umano ed una vita plausibile.

Resta un ottimo romanzo, consigliatissmo!!!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    06 Giugno, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

DE GIOVANNI: L'ALTRA MANO DE DIOS

Il 10 maggio a Napli e per i napoletani non può essere una data qualsiasi.

Infatti, in data 10 maggio 1987 il Napoli di Diego Armando Maradona vince il suo primo scudetto.

In una città dove lo sport è da sempre sentitissimo, dove il calcio era per molti "scugnizzi" un sogno, il giorno del trionfo non può essere paragonato a nessun'altra vittoria del titolo di Campioni d'Italia in un'altra piazza dello stivale.

Ed è da diversi racconti, diverse storie di quel giorno di giubilo che la magistrlae penna di De Giovanni si tuffa e fa rivivere le emozioni che hanno attraversato la città con una delizioza nota di malinconia ed intrecci sentimentali che coinvolgono generazioni passate, presenti e future in quel 10 maggio '87.

Dire che è libro sul calcio e sul Napoli sarebbe riduttivo. Io lo definirei un atto di amore di De Giovanni verso Napoli e verso i napoletani, una poesia di sentimenti messa in campo con la grande dote che l'autore possiede: la scrittura e la capacità di cogliere le emozioni.

Il racconto è breve, poco più di una cinquantina di pagine ma, le emozioni, le storie, i personaggi ed i sogni trasudano ad ogni riga.

Ogni volta che leggo questo autore mi sento in imbarazzo a descriverne la bravura, il suo talento a mio modesto avviso è illimitato e credo che di lui e dei suoi personaggi (in particolare del commissario Ricciardi protagonista di altri romanzi che vi consiglio di leggere se non lo avete ancora fatto..) possono ambire a rimanere nella storia della narrativa italiana al pari di Montalbano di Camilleri, per citarne un altro.
De Giovanni con questo racconto ha fatto sognare anche me, che di napoletano ho poco, mi ha rapito e portato al "carosello azzurro" ed al bagno di folla del San Paolo.

Grazie De Giovanno, garanzia di emozioni!
Lettura consigliatissima, anche a chi di calcio ne mastica poco...

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
De Giovanni
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    04 Giugno, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

le memorie di Taita

Taita è uno schiavo.
Taita è lo schiavo prediletto del torbido nobile Intef, che pur apprezzandone la bellezza lo priva della sua virilità facendolo evirare e quindi diventare un'enunco.
Taita fa defluire la rabbia e le flustrazioni nello studio diventando così colto, architetto, filosofo, stratega di guerra, ingegnere ed insegnante della giovane figlia di Intef: Lostris.

Lostris è una giovane bellissima e molto colta, legata da un vincolo indissolubile allo schiavo Taita, da lui apprende molte conoscenze e virtù che la renderanno una delle cortigiane più ben viste di Tebe anche agli occhi del Faraone in persona.

Tanus è figlio del nobile Pianki Harrab, che dopo essere stato annientato dall'esercito de "L'Atro Faraone" cade in miseria lasciando al giovane Tanus la redenzione nella carriera militare dove egli dimostrerà un talento con le armi e nei rapporti umani superiore ad ogni immaginazione.

Questi sono i personaggi principali che caratterizzano il bellissimo romanzo di Wilbur Smith che da il via alla "saga egizia".
Un libro denso, ricco di nozioni, di vita e di vierù.
Smith, come suo stile, non crea punti di tensione divisi in capitoli ma, raccoglie tutto in una storia compatta dove pagine ricche di pathos si susseguono a catena con pagine descrittive e a volte lentema,il risultato è comunque un libro godibilissimo ed una vicenda palpitante.

Il libro viene raccontato in prima persona dallo schiavo Taita come una sorta di "libro delle memorie" nel quale viene raccontato l'amore impossibile tra la nobile Lostris ed il guerriero Tanus.

L'ambientazione egizia è amplificata dall'autore dai forti caratteri "divini" dei protagonisti, tanto intelligenti, tanto buoni quanto coraggiosi e bellissimi, che fanno calare fin dalle prime pagine il lettore nella mentalità dello schiavo egizio, votato al sacrificio (in questo caso più mentale che fisico) di esso nei confornti del padrone.
Uno spaccato storico che però da dei feedback talmente attuali che sembra a volte ambientato nei giorni nostri.
Ho letto qualche critica tecnica in altre recensioni, francamente non ho notato questi cavilli e confesso che il romanzo ed i personaggi mi hanno più volte rapito.
Personalmente lo stile di Smith deve ancora convincermi al 100%, la mancanza di capitoli, quindi di momenti che "frenano" per poi ripartire a tutta velocità, per il mio modo di leggere è un grosso deficit ma, credo più mio che dell'autore.

Per il resto un libro che consiglio caldamente agli appassionati di romanzi d'avventura ed amore con un ambientazione davvero suggestiva..oserei dire faraonica!!! =)

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Fonta Opinione inserita da Fonta    18 Mag, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

L'allenatore di periferia..nel pallone!!!

Vanni Cascione è un allenatore.
Non un impiegato, un operaio, un libero professionista, un "allenatore" nel suo significato più profondo, quasi "religioso" del termine. Il calcio e tutto ciò che gli gira attorno è per lui non solo fonte di reddito ma, prima di tutto unica e vera ragione di vita.
Tale religiosità sfocia per lui nella professione di fede in un messia terreno chiamato Josè Mourinh: giovane, atletico, affascinante, vincente ma, sopratutto una bomba mediatica, colui che pur perdendo dall'ultima in classifica in finale di coppa riesce a trovare la frase sconvogente e d'effetto per giustificare il tutto ed uscirne con un titolone sui giornali il giorno successivo, cadendo sempre in piedi.

Ma Vanni Cascione non è Mourinho...Vanni Cascione non allena il Real Madrid ma, squadrette della periferia napoletana (e con i nomi la penna di Marsullo si è sbizzarrita in invenzioni spassosissime!!!), dove i campi in erba sono un miraggio e gli spogliatoi sembrano più bagni pubblici.

Vanni Cascione sta trascorrendo con la sua (singolare) famiglia un'estate a Mondragone, disoccupato, senza una squadra e con dubbi pari solo ai debiti per la vacanza, quando una telefonata gli cambia la vita: è il direttore sportivo Lucio Magia, dirigente di una società neonata, del campionato di Eccellenza, di prorpietà del signor Baffoni, vero magnate industriale nel campo delle cucine.
A Vanni Cascione viene promessa una squadra stellare, composta di campioni, con un budget altisonante.

Vanni Cascione parte quindi per il ritiro estivo dell'Atletico Minaccia F.C.

Cascione si ritrova però a gestire un gruppo variegato e più colorito di un Arlecchino, composto da extracomunitari senza permesso di soggiorno, malati di colite, ex bomber con vari vizi, un portiere cocainomane ed un secondo portiere che di lavoro fa il meccanico e per condire il tutto un ex concorrente di Sarabanda.

Un libro divertentissimo, scritto molto bene e che lascia il lettore incollato alle pagine. Marsullo è un nuovo autore e se questo è il suo esordio promette benissimo! Il ritratto dell'allenatore dilettante italiano, che guarda prima all'apparire personale che ai meccanismi della squadra o alle caratteristiche umane dei giocatori è sottile quanto ben studiato, una parodia sensazionale che, a mio modo di vedere si avvicina molto a Lino Banfi, alias Oronzo Canà de "Un Allenatore nel Pallone", ma molto più provinciale.

Ho accostato questo scrittore ad Ammaniti,perchè i suoi personaggi e le situazioni paradossali sembrano accomunare le due penne, ma trovo Masullo meno raffinato ma avolte più divertente.

Un libro che mi sento di consigliare, un libro leggero ma, che nel sorriso fa penasare, ho trovato molti concetti di una sensibilità umana molto spiccata, raccontata con una bella ironia. Un mix vincente...quasi quanto l'Atletico Minaccia =)

Bravo Marsullo!!!! Unico neo, il solito prezzo esorbitatnte by Einaudi Stile Libero..14, 50 euro per un libro di 200 pagine scritte grosse fa specie (un lettore lento come me ci metterà si e no tre gioni a finirlo..), il prezzo kindle è giàpiù abbordabile.

Aspetto la seconda opera di questo autore che mi ha colpito!!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Ammaniti
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
148 risultati - visualizzati 1 - 50 1 2 3

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'antico amore
La famiglia
Fatal intrusion
Degna sepoltura
Il grande Bob
Orbital
La catastrofica visita allo zoo
Poveri cristi
Se parli muori
Il successore
Le verità spezzate
Noi due ci apparteniamo
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Delitto in cielo
Long Island
Corteo