Opinione scritta da ErianAlgard
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Discreto
Buon lavoro di Frediani. Il romanzo ha una trama interessante con dei buoni personaggi. Da storico militare qual è si sofferma molto sugli episodi di battaglia e da parecchi dettagli in merito. Non che sia un male, io stesso mi interesso prevalentemente di storia militare, ma appunto ritengo che troppe pagine a descrivere macchinari o assedi spezzino il ritmo in maniera troppo drastica. Sono questi dettaglia che si sposano meglio con un trattato di saggistica sul tema. Fatto questo appunto, c'è da notare anche lo stile di scrittura che è tipico di uno storico che scrive romanzi: la leggera aridità del linguaggio. Nel complesso comunque ottimo lavoro e che instilla anche una punta di curiosità su determinati argomenti portando magari ad approfondire gli studi su Giacomo il giusto o altri degli argomenti trattati nel libro.
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Un buon thriller
Preso per quello che è, un buon thriller, è un ottimo libro, con una buona trama e con uno stile di scrittura che ti fa sempre leggere almeno un'altra pagina. Sulla veridicità o meno di quel che scrive non mi soffermo nemmeno perchè tanto è un romano...se voglio sapere di massoneria e affini leggo dei libri di storia. Da Dan Brown mi aspetto libri come questo.
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Mi aspettavo di più
Mi avevano parlato molto bene di questo autore, che tra l'altro è archeologo ed io essendo storico lo sento come un "fratello". D'altronde al giorno d'oggi pare che per gli storici scrivere romanzi sia l'unico modo di far conoscere il passato a tanta gente che altrimenti non aprirebbe mai un vero libro di storia...
Detto questo il romanzo in se è deludente.Scritto bene per carità, ma senza nulla di interessante. I contenuti sono scarsi, si pensi alle continue descrizioni delle stazioni lungo il tragitto che son tutte uguali o quasi, descrizioni che stan li ad allungare il brodo e basta. L'intreccio narrativo è scarso, si vede che l'autore non riesce a mettere nulla di interessante nella storia reale per renderla un vero romanzo. Il risultato è quasi un nulla, un libro che non è un gran romanzo e che non è un libro di storia: scialbo e senza mordente. Un peccato.
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Il solito genio
Il Ciclo delle Fondazioni è davvero qualcosa di incredibile, come qualunque altra cosa scritta da Asimov. La fantasia, ma non solo, anche la capacità di riportare in un universo immaginario i caratteri, i difetti e le peculiarità (buone o brutte che siano) del mondo che egli stesso viveva sono assolutamente impareggiabili. In nessun altro ho visto mai una ricchezza ed una genialità simili, parlando di autori contemporanei. Forse, forse, questo ciclo, gusto mio, è inferiore di poco alla saga dei robot, ma il giudizio assolutamente entusiastico non cambia affatto.
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