Opinione scritta da Alex81
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Innovativo
Leggendo questo libro ho spesso immaginato il suo autore seduto davanti ad una macchina da scrivere o al computer, mentre madido di sudore dava sfogo a tutti i suoi sentimenti, alle sue emozioni più profonde. "Vomitando" sull'inchiostro nero tutta la sua rabbia.
Scrivere di getto, senza guardarsi indietro, fregandosene di quello che sarebbe stato. Perché quello che già era stato aveva lasciato cicatrici più profonde di tutto il resto. Ho immaginato Eggers profondamente avvilito, esausto, prostrato dal destino infame sul quale ha sbattuto la testa. E quale miglior modo per esorcizzarlo se non condividerlo? Come se si trattasse di una terapia d'urto, Eggers decide di raccontarlo. Prima a se stesso e poi a tutti noi. Lo condivide nell'intento di liberarsene.
Dave, il protagonista della storia, perde entrambi i suoi genitori nel giro di tre mesi. Per questo a soli vent'anni devi farsi carico del fratello minore. Insieme decidono di lasciare Chicago, e tutto ciò che rappresenta, per trasferirsi al sole della California, a San Francisco. Qui maldestramente iniziano la loro nuova vita, incasinata, disordinata, affannata e sempre all'inseguimento.
Ci sono momenti nel racconto che sono spassosi, di assoluto divertimento, ai quali si alternano altri più tristi, in cui Dave non riesce a scrollarsi di dosso il ricordo della morte dei genitori. Soprattutto della madre.
Lo stile della scrittura è inconsueto, d'impatto. Mi ha vagamente ricordato il giovane Holden, con il dovuto rispetto.
Di sicuro il libro contiene troppe pagine. Alcuni passaggi potevano essere tagliati per dare più spazio all'approfondimento di certi personaggi.
Nel complesso, consigliato per chi abbia voglia di provare una lettura "diversa" dal solito.
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Soffocante
..."Stiamo accanto a persone di cui pensiamo di conoscere tutto, invece non sappiamo niente di loro...". Pensava a quella frase come una verita' banale, non all'altezza della sua intelligenza. Finche' non s'era trovata coinvolta in quel che diceva. Eppure, proprio lei avrebbe dovuto capirlo. Lei, che gli aveva detto "E' dal buio che vengo. Ed e' dal buio che ogni tanto devo tornare".
Il suggeritore e' un romanzo d'esordio di forte impatto.
Inquietante, oscuro, plumbeo. Una storia turbolenta, in cui Mila e Goran, i protagonisti del romanzo, danno la caccia ad un serial killer spietato e che sembra troppo scaltro per essere preso. Un sadico che dopo aver rapito 6 ragazzine fa in modo che la polizia ritrovi, tutte insieme, solo 5 braccia sotterrate.
Ma dove sono i corpi?
I corpi vengono rigettati a galla come la pioggia incessante sputata dai tombini ai bordi dei marciapiedi. E dietro ogni corpo si cela una mela marcia. Qualcuno che aveva un misterioso segreto da proteggere. Un segreto che solo il serial killer conosceva. Fino a quel momento.
"Dio e' silenzioso... il diavolo sussurra..."
O forse nel caso di Carrisi sarebbe meglio dire che il diavolo "suggerisce".
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Esordio si alto livello
Principato di Monaco. L'oro splende ed i lustrini luccicano a dovere. Gli ingranaggi della citta' vengono oleati a colpi di perle, diamanti e banconote grosso taglio. Montecarlo e'la vetrina piu' abbagliante tra le vetrine di quella strada chiamata Europa. La gente normale si ferma, la ammira e poi passa oltre. Sono in pochi colore che possono permettersi di restare.
Ma sulle prue di lussuosi yacht, nelle stanze di eleganti hotel 5 stelle o suoi sedili di sfreccianti lamborghini, il suono di una voce metallica, priva di tonalita' irrompe tra le frequenze della radio locale. Le sue parole inquietanti e quello che raccontano svegliano i monegaschi dal torpore del sonno d'orato in cui erano caduti. 2 parole in particolare gettano polizia e cittadini nel terrore: IO UCCIDO.
Faletti irrompe sulla scena letteraria italiana con questo thriller provocando la stessa sorpresa con cui il suo personaggio irrompe nel principato di Monaco scegliendole note musicali di RadioMontecarlo.
L'autore in contrapposizione con il serial killer del romanzo sembra anche lui lasciare un messaggio ben preciso. Sembra infatti volerci dire: IO SCRIVO.
Ed e' vero. Faletti scrive e anche molto bene. Romanzo che scatena approvazione e consenso da parte di critica e pubblico.
Libro scritto con pregevole accuratezza, piacevole sin dalle primissime righe. Interessante la scelta di raccontare in prima persona solo i capitoli in cui l'assassino compie i suoi delitti. Per poi riportare il racconto in terza persona.
Giallo psicologico in cui Faletti riversa i suoi pensieri piu' macabri riadattandoli all'incantevole paesaggio del principato e lasciandoli sfociare tra le note musicali di una piccola radio.
Inaspettato quanto necessario, Io Uccido e'il primo tassello della carriera letterario di Giorgio Faletti, e forse fin ora rimane anche il suo romanzo piu' significativo.
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"turbolento"
Siamo nel settembre del 39 e l'Inghilterra ha appena dichiarato guerra alla Germania. La popolazione va nel panico piu' totale e si divide tra chi con entusiasmo vorrebbe prendere parte alla guerra contro Hitler, chi decide di sostenere i nazisti nonostante la propria nazionalita' inglese e chi invece vorrebbe solo scappare dal conflitto bellico e dall'europa stessa. E non c'e' modo migliore che farlo con il primo volo transoceanico per passeggeri: il clipper boeing 314 della Pan America che va da Southampton a New York.
Romanzo scaltro e dinamico in cui Ken Follet, come un abile sarto, compie il consueto ottimo lavoro di trama e di ricostruzione storica; accurata ed impeccabile. Farcisce il tutto con dei personaggi brillanti in grado di rendere la storia ancora piu' accattiante ed avvincente.
Infatti, a bordo del lussuoso aeroplano troviamo i 4 membri della nobile famiglia Oxenfords in fuga dall'Inghilterra a causa delle fuorvianti ideologie naziste del loro capo famiglia. Harry, il ladruncolo di gioielli che tramite un passaporto falso riesce ad imbarcarsi sul volo ed evitare di essere arrestato. La bella Diana che sebbene in fuga con l'amante americano, si ritrova pedinata sull'aereo dal marito inglese (Mervyin)che si presenta con la bostoniana Nancy, ricca proprietaria di una grossa fabbrica di scarpe e che a sua volta cerca disperatamente di raggiungere gli usa prima che il fratello riesca a vendere la compagnia alle sue spalle. Il motorista della Pan America, Eddie, ricattato dai gangster newyorkesi che hanno preso in ostaggio la moglie e pretendono da lui un ammaraggio del volo in una zona prestabilita dell' oceano per portare a termine il loro scopo.
Oltre a questi personaggi, Follet inserisce una decina di personaggi secondari che vanno ad arricchire la trama dando respiro ai veri protagonisti di questa storia.
Durante il viaggio di 30 ore molti accadimenti e "turbolenze" faranno si che i passeggeri si incontreranno e scontreranno dando poi vita a colpi di scena e confusione con i quale l'autore ci trasporta da un continente vecchio ed in guerra ad uno nuovo e pieno di speranze.
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Alcolico e Rancoroso
“Piccola non essere ingenua. Qualunque stronzo è capace di trovarsi uno straccio di lavoro; invece ci vuole cervello per cavarsela senza lavorare. Qui la chiamiamo l’arte di arrangiarsi. E io voglio diventare maestro in quest’arte".
Bukowski non ha vie di mezzo. Alla prime righe del romanzo capiamo subito se il suo stile incazzoso fa per noi oppure no. Lo si ama o lo si odia. Quel che é certo é che non lascia indifferenti.
In post office "subiamo" un Bukowski oltraggioso, squallido, ripugnante, affascinante, menefreghista che fa a pugni con il mondo e con il mondo sembra andare a braccetto alle corse dei cavalli.
Romanzo autobiografico in cui l'autore ci scarica addosso tutto il suo malessere per la societa' moderna verso la quale combatte una battaglia personale a colpi di ubriacate colossali, scopate occasionali e scommesse all'ippodrome che lo vedono spesso perdente.
La sua inquietudine esistenziale traspare attraverso tutto il romanzo, lasciando l'autore (ed in parte il lettore) esausto e sfinito in preda a crisi mistiche dalle quali non riesce ne vuole uscire.
Eterno perdente che imbronciato si limita a galleggiare sulle onde della vita facendosi trasportare da una riva all'altra senza il minimo interesse. Nonostante cio'Bukowski riesce sempre a ritardare l'affogamento definitivo; perche questo demone dalla scarpe bucate la barba incolta e l'alito che puzza costantemente di vino sa bene che questo é il solo modo per evitare di annegare e di tornare all'inferno.
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Toccante. Cupo. Vero
E' il primo romanzo di Ammaniti che ho letto e devo ammettere che mi ha conquistato totalmente. Sia durante la lettura che nei giorni successivi quando di tanto in tanto pensavo alla storia di Cristiano e Rino. Una storia toccante, densa, fragile come tante altre che purtroppo non vengono ben messe a fuoco come Ammaniti riesce qui a fare.
Ci sono istanti in cui è forte il senso di disagio per le condizioni in cui padre e figlio versano. Hanno un rapporto particolare loro due. Rino cerca di insegnare a Cristiano come essere forte nella vita. Non avere sentimenti per non restare deluso e tradito. Deve essere un duro, come lui. Perchè Cristiano ha solo Rino al mondo e deve fare come gli dice lui. Deve saper sparare ad un cane, perchè è solo un cane che abbaia e non lascia dormire il padre.
Danilo e quattro formaggi sono gli unici amici di Rino, che come lui cercano una rivalsa verso un mondo che li ha usati traditi e gettai in un cassonetto. Hanno un credito da riscuotere. Devono uscire dalla topaia dove si sono rinchiusi, e il solo modo che gli viene offerto dalla società e quello di rapinare un bancomat.
In alcuni momenti Ammaniti sembra voglia accendere un barlume di luce e dirci che forse non è cosi tutto nero quello che sembra. Forse c'è una via d'uscita. Si può avere una rivalsa.
O forse no, niente ha un senso e bisogna accettare quello che Dio ordina, quello che Dio comanda.
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Precursore
Sfido chiunque abbia letto questo romanzo a non aver condiviso le ansie, la rabbia ed i problemi del giovane Holden. Ad aver capito e giustificato i suoi comportamenti.
Mentre Holden scappa da scuola fregandosene di eventuali punizioni, mentre se ne va in giro per la città nel cuore della notte senza un soldo in tasca, questo ragazzo scapestrato rappresenta tutti noi. Tifiamo per lui perchè i suoi problemi adolescenziali sono stati anche i nostri, nonostante ci dividano 50 o 60anni da quando Salinger scrisse questo racconto.
I dialoghi sono il pilastro del romanzo. Attraverso battute taglienti e frasi spassose Salinger lavora magistralmente la ragnatela della sua trama fino a catturarvi il lettore inesorabile.
Molto bello il rapporto di Holden con la sorella minore che lui considera la sola persona degna di valore in un mondo logoro e marcio.
In definitiva non lo considero un capolavoro ma è sicuramente stato un romanzo che al tempo di pubblicazione non è passato inosservato. Sia per il suo contenuto sbarazzino che per lo stile di scrittura, rivelatosi precursore e di ispirazione per ottimi scrittori delle generazioni seguenti.
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Un mondo che speri non finisca mai
Siediti su una comoda poltrona ed assicurati di avere un bicchiere d'acqua vicino a te. Perchè una volta aperto questo libro, passeranno diverse ore prima che tu riesca a trovare la forza di chiuderlo, prendere una pausa ed alzarti di nuovo.
Libro epico che pronti via, ci scaraventa in un medioevo inglese, precisamente il 1327 e da li pagina dopo pagina entriamo a far parte di un mondo che sembra non finira. Un mondo che tu non vuoi finisca. F
Facciamo cio che l'autore vuole.
Ci sentiamo grandi amici dei suoi personaggi che crescono insieme a noi. Che si amano, odiano, tradiscono, uccidono, risparmiano. E noi restiamo li, in sordina a guardare gli accadimenti. Respiriamo la loro aria. Ci nascondiamo nella cattedrale oppure scioccati camminiamo tra i pestilenti. Assistiamo al crollo del un ponte e lentamente lo vediamo ricostruire. Viaggiamo da un villaggio all'altro, oppure andiamo in guerra contro i francesi.
Speriamo, sudiamo, ci arrabbiamo, attendiamo.
Ken Follet ci regala questa bellissima macchina del tempo sotto forma di libro.
Pronti a partire?
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Ipnotico
Appena terminato di leggere.
Premessa: adoro i thriller con ambientazioni scandinave per la loro cupa, fredda, buia e distaccata atmosfera che ben si sposa con una storia di omicidi, assassini e gente fuori di testa.
E questo non fa eccezione. Bella la trama, morbido lo stile ed efficaci i personaggi. Larsson riesce a mantenere viva l'attenzione del lettore attraverso tutti i capitoli del libro. Raramente si ha la sensazione di leggere qualcosa di poco interessante ai fini della storia.
Rimane forte la sensazione di quanto l'autore si sia identifichato nel personaggio di Mikael...
Unico pelo nell'uovo, se proprio vogliamo essere pignoli, a mio avviso è stato solo in parte il personaggio di Lisbeth; in più di un'occasione rasenta la super eroina degli anni zero. Forse mi sarebbe piaciuta vederla a volte un pò più "umana" ed emotiva. Chissà che questo non accada nei due romanzi seguenti...
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gradevole
L'ho letto con piacevolezza, ma mentre lo leggevo ho sempre avuto la sensazione di essere in attesa di qualche evento che fosse in grado di dare una sterzata e uno scossone al racconto stesso. Invece questo non accade.
Scritto in maniera semplice (il che non è un difetto!); credo che Fabio Volo abbia incanalato il libro verso un certo binario (storia d'amore), e che poi abbia scritto quello che secondo lui il lettore avrebbe voluto leggere.
In certi passaggi si ha la percezione di sapere cosa accadrà, o cosa faranno i protagonisti...
Mancano dei personaggi secondari e tutto risulta in qualche modo troppo perfetto. La donna perfetta, la città perfetta. La musica perfetta. Le frasi perfette.
Poco spontaneo, comunque leggibile.
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Buono
Piacevole lettura che si protrae per tutto il romanzo. Non ci sono momenti di stallo o pagine riempitive.
La trama rimane la classica di un thriller. Buona l'idea di inserire tra i protagonisti il giovane fotografo molto ricco ed un po' depresso.
L'ambientazione, New York, e' poco originale, ma l'autore descrive con particolare minuziosita le sue strade, i palazzi, i parchi risultando alla fine anch'essa digeribile. Il finale denota frettolosita' ed e' sembrato piuttosto prevedibile al quel punto..
Leggendo si ha la forte impressione di quanto Faletti si piaccia nello scrivere. E' bravo e bisogna riconoscerlo.
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Brillante
Romanzo da leggere tutto d'un fiato. In grado di rapire il lettore dalla prima all'ultima pagina. Ottime le descrizioni pesaggistiche e dei personaggi. Ottima la trama, sempre coinvolgente.
Il contenuto sempre emozionante.
Questo e'un libro in grado di scavare dentro l'anima del lettore e lasciarlo "stordito" per qualche giorno.
Struggente, faticoso, triste, minaccioso, felice, sporco, cupo, armonioso, sono solo alcuni degli aggettivi che esprimono le emozioni che la storia regala al lettore.
Fantastico!
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Deluso
Dopo aver letto l'ombra del vento, libro che ho apprezzato molto e che e' stato in grado di coinvolgermi, aspettavo con ansia questo nuovo romanzo di Zafon.
Purtroppo qui l'autore non ha mantenuto le aspettative e non si e' mostrato all'altezza del suo primo romanzo.
La trama e' macchinosa, ci sono passaggi che a mio avviso l'autore avrebbe potuto tagliare. Inoltre si ha la forte percezione, per gran parte del racconto, che la storia si incanali in una strada senza uscita e che l'autore fatichi moltissimo per rincanalarla verso i binari giusti.
Troppe pagine sprecate per raccontare avvenimenti del tutto evitabili e inutile al contenuto.
Anche il finale mi e' sembrato piuttosto scontato e poco oroginale.
Decisamente diversi passi indietro rispetto al bel " L'ombra del vento".
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