Opinione scritta da piero70
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Adrenalinico
Una sorpresa incredibile e, diciamocela tutta, una piacevole scoperta rispetto al Sanderson di Elantris e La via dei Re (yyyaawnnn....zzzzzzzzz... ) Eh? come? ah si scusate, solo a leggere i titoli mi sono appisolato.
Dicevo... ero abituato allo stile verboso, ampolloso, eccessivamente descrittivo dei precedenti libri, ma questo... questo è adrenalina pura.
Un mondo in cui i cattivi sono quelli coi superpoteri, che angariano e sottomettono le persone normali con ogni nefandezza.
Poteva non sorgere una gagliarda ribellione e dura resistenza? No, non poteva proprio. E sono le gesta di questo manipolo di persone "normali" contro la dittatura che seguiremo. Ovviamente non mancheranno i colpi di scena, e non sempre le persone non sono chi sembrano essere...
Ogni capitolo è qualcosa di sorprendente. Azione concitata, scene da cinema. In effetti mi stupisce che non l'abbiano ancora portato sul grande schermo.
Cooomunque. E' il primo libro di una scintillante trilogia e ve lo consiglio caldamente
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Un'occasione persa
Peccato. Sì, peccato davvero. Poteva essere un "vent'anni dopo" clamoroso.
Sono circa dieci anni che noi poveri Pottermaniaci sogniamo un seguito, un prequel, uno spinoff... Insomma qualsiasi cosa che ci porti ancora una volta nel magico mondo di Hogwarts, e la Rowling se ne esce con questo.
Aveva mille possibilità. Ha scelto la più difficile, contoversa e meno affabulatoria. Il copione di un testo teatrale... Andiamo...
Intendiamoci, non è che la trama sia orribile. Ha anche un senso quello che racconta. E il tema dei rapporti padre-figlio è sicuramente azzeccato, però non è questo il modo.
Sarebbe stato un romanzo straordinario. Sarà probabilmente un film altrettanto straordinario. Ma così è solo una manovra per spillare soldi agli appassionati.
L'ho letto in due ore e non perchè mi appassionasse, ma perchè non vedevo l'ora di finirlo.
Peccato zia Jo, stavolta hai steccato.
Da leggere ma giusto per completezza con la saga, ma non aggiunge nè toglie nulla a quanto già scritto
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- sì
- no
Un libro fantastico
MI ha sorpreso questo libro. Lo ho voluto leggere prima di andare a vedere il film per non farmi preconcetti e ne sono rimasto affascinato.
Una storia sulla accettazione del diverso e su, ancora una volta, quanto sia difficile fare la scelta più giusta di fronte a quella più facile.
L'idea degli anelli temporali che conducono in epoche diverse dove si nascondono i "bambini" con poteri speciali è veramente originale, così come il modus operandi dei cattivi.
La trama scorre via veloce e non si può non immedesimarsi nei panni del protagonista, disilluso, choccato per la morte dell'amato nonno, poco gratificato e non ritenuto degno di fiducia dai "grandi" e dai propri genitori in particolare.
Alzi la mano chi non ha vissuto storie simili.
Finalmente qualcosa di non scontato e raccontato bene.
Non vedo l'ora, sia di leggere il seguito, che di vedere il film adesso!
Cosigliatissimo
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Non è un libro semplice
Se siete lettori che si immedesimano troppo nei protagonisti di un libro, se ne somatizzate le vicende, se siete amanti degli intrecci che si dipanano lisci verso il lieto fine, ebbene, se siete lettori di questo tipo io vi avviso, state lontani da questo libro.
Lasciate ogni speranza o voi che entrate.
Un libro sorprendente di una autrice assolutamente da tenere d'occhio.
Non è il solito fantasy da lotta tra bene e male, con schieramenti ben delineati e scelte di campo semplici.
Qui non si capisce chi sia buono e chi no. Ciascuno ha le sue zone d'ombra, quasi tutti hanno i loro scheletri da nascondere, le loro paure e debolezze, i loro egoismi.
Riusciranno persone tanto diverse tra loro a fare squadra? Riusciranno a portare a termine la missione? Sinceramente io dispero di questo. Vedremo come proseguirà questa saga piena di amicizie tradite ed amori assoluti ma impossibili.
Complimenti comunque all'autrice, per aver creato personaggi così veri e umani da farsi venire mal di stomaco a leggere le loro vicende così bersagliate dai colpi avversi del destino. E complimenti per il lavoro di ricerca storico letterario che certamente è stato imponente a monte della stesura del libro. Un libro che non vi permetterà di tirare il fiato, nemmeno dopo averlo terminato.
Attendo con ansia il seguito e la nuova trilogia e nel frattempo ve lo consiglio spassionatamente.
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Il sangue del lettore
Sono un po' sbigottito.
Ho aspettato mesi (se non anni) un nuovo romanzo di Miki Monticelli, che tanto mi aveva affabulato con la trilogia della Scacchiera nera e quella de Libro Prigioniero, che ora rimango interdetto.
Un nuovo romanzo. Crudo. Spigoloso. Metallico. Non è facile da leggere e da assaporare. Fantasy sì, ma con un velo steampunk che non è granchè nelle mie corde. E non credevo lo fosse nemmeno in quello della Monticelli.
Sono rimasto sorpreso, sì. Lì per lì quasi mi veniva voglia di lasciar perdere, ma alla fine pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, mi sono reso conto che non potevo fare a meno di andare avanti.
Questa è una bella prova d'autore. Matura. Ha lasciato da parte i porti "sicuri" del fantasy tradizionale per cimentarsi in qualcosa di più ampio respiro.
Brava Miki. Mi hai sorpreso e impressionato per la accresciuta capacità evocativa delle tue descrizioni e delle scene d'azione. Per la descrizione minuziosa delle macchine da guerra. Per come hai delineato i caratteri e la "fisicità" dei personaggi. tanto che alla fine grondavo sangue e sudore come loro.
Mi pare di capire che ci possa essere un seguito. Ebbene, non vedo l'ora di sapere cosa succederà ancora.
Bel lavoro. Da leggere.
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Mozzafiato
Che bello reimmergersi nel mondo di Millenium.
Ero un po' diffidente all'inizio, poichè temevo che fosse una mera speculazione commerciale.
Invece è stato come se non ci fossimo mai lasciati.
Lo stile è ben riconoscibile e i personaggi, dopo un inizio un po' lento a mio avviso, riprendono tutta la loro forza e spessore.
La trama è avvincente e ha poche pause e, una volta superata la iniziale lentezza, scorre oliatissima fino al gran finale, che presuppone (evviva!!) un prossimo episodio.
Sarebbe bello se traessero un film anche da questo episodio.
Chi ha amato la saga di Millenium non se lo può lasciare sfuggire.
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Una degna conclusione
Confesso che avevo un po' di timore nell'affrontare questo libro. Temevo che si arrivasse a qualcosa di scontato. A una fine prevedibile. Non era facile mantenere l'alto livello di suspense e di originalità dei primi due libri. Per fortuna mi sbagliavo.
Una trama perfetta che si dipana come un congegno ad orologeria. Momenti toccanti ed altri esilaranti.
Le personalità dei tra ragazzi si fanno sempre più delineate e mature.
Questa volta tocca alla più piccola affrontare la solitudine per cercare il terzo atlante. Per farlo dovrà scendere nel regno dei morti, ma nulla la spaventa.
E' bello vedere come nel corso della trilogia i rapporti tra i fratelli cambino. Nel primo Kate la maggiore era un po' la vicemamma ed a lei si affidavano sempre e comunque i fratelli. Via via che passa il tempo però questo rapporto cambia, fino al momento in cui kate e non solo lei, ma tutto il genere umano, mettono la loro salvezza nelle mani di Emma.
Bello anche come ha saputo rendere cose già presenti anche in altre saghe fantasy, come la difficoltà di convivenza tra le razze magiche (nani, elfi e uomini); lo svolgersi di una profezia che forse nasconde qualcosa di più di quello che vuol farci credere; la verità universale che l'amore è la forza che fa andare avanti il mondo, sia prima che dopo la nostra morte; la battaglia campale finale che, come è giusto che sia, riserva il colpo di scena al momento topico.
Mi è piaciuto parecchio insomma. Ho apprezzato come l'autore si sia destreggiato con cose già scritte ma senza mai finire nel copia-e-incolla. Infine, ultima cosa, ho letto le ultime cento pagine con gli occhi pieni di lacrime di commozione. E basterebbe solo questo per giustificarne l'acquisto
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Sono interdetto
Sono confuso, lo ammetto.
Questo libro è un coacervo evidente di luoghi comuni fantasy e di déjà vu pazzeschi.
Non sto a dilungarmi per non creare spoiler indesiderati, ma, arrivato a metà libro, sono stato costretto ad andarmi a rivedere cosa stavo leggendo per ricordarmi in quale dei tanti libri già sfogliati mi trovassi.
Ciònonostante, e forse, a ben vedere, proprio per questo, per il sapiente editing e per aver saputo cogliere "fior da fiore" da altri libri, quest'opera si beve come un vinello fresco frizzante in una calda serata d'estate.
Adrenalinico il giusto, con un protagonista che porta il giusto fardello di problemi adolescenziali quotidiani che ci si aspetterebbe, una trama che non concede un attimo di tregua. La magia esplode all'improvviso senza preavviso e sono subito ca..i amari per tutti. Infatti, tempo tre capitoli, e il libro già gronda sangue.
Cosa chiedere di più? Forse una caratterizzazione migliore dei personaggi. Forse una spiegazione migliore della magia di Midendhhil. Forse, ma questo è un mio personalissimo giudizio, il racconto in prima persona dal punto di vista del protagonista non è proprio azzeccato, però come primo libro di una saga e di un progetto che si presenta molto appetitoso ci si può senz'altro accontentare.
Ho letto ben di peggio, in volumi molto più acclamati.
Ve lo consiglio, per quanto forse sia adatto a un target di lettori supergiovani, ma senz'altro godibile.
Resterò in religiosa attesa del seguito.
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Ok. Basta Clown.
Va bene è ufficiale. Sono un idiota.
Mi ero ripromesso, dopo aver letto per la seconda volta IT di King, di non leggere mai più altri libri dove il male veniva impersonificato in un Clown psicopatico, assetato di sangue, ma invece no! Mi sono lasciato irretire dalla copertina, dalla quarta, dallo strilo... E ci sono ricaduto.
Risultato? Stanotte ho dovuto dormire con la luce accesa!
Va beh me la sono voluta.
Veramente impressionante, da tutti i punti di vista, l'esordio letterario di Zafòn (anche se da noi è arrivato molto in ritardo).
In pratica ci racconta un incubo. Immerso nella nebbia di un paesino della costa spagnola sull'oceano (a proposito... secondo voi quale trauma ha subito Zafòn da piccolo a causa della nebbia? E' elemento presente in tutti i suoi brutti sogni letterari!), e mascherato da racconto di passaggio ed evoluzione emotiva dei protagonisti adolescenti all'età adulta.
La sua maestria nel descrivere atmosfere e situazioni da terrore acuto è incredibile.
Perchè inganna. Prima ti fa sentire a tuo agio, e poi, ZAC! ti infila il ghigno satanico o la lama che recide.
Beh l'ho letto in due tesissime ore. Facendo di corsa, prima che diventasse buio e salisse, fatalmente, la nebbia...
Buona lettura eh? Ma non dite poi che non vi avevo avvertito!
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L'età sottile
Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Voi ricordate come è stato il vostro?
Da quale evento è stato caratterizzato? Io me lo ricordo perfettamente, ma questa non è la mia storia, è quella di Gregorio, protagonista di questo bellissimo libro di Francesco Dimitri.
A Gregorio, un mattino d’estate dei suoi sedici anni, mentre si gode gli ultimi momenti spensierati della sua vacanza, viene proposto di diventare un mago. Da qui, dalla sua inevitabile risposta, inizierà una vicenda pazzesca, magica, violenta, onirica, attraverso cui Gregorio diventerà alla fine un uomo, prima ancora che un mago, ma pagando un prezzo altissimo.
Dimenticate tutto quello che avete letto finora di magia. Dimenticate Harry Potter e Il Signore degli Anelli. Qui ci caliamo in una sorta di realismo magico (scusate l’ossimoro), dove viviamo la magia sulla nostra pelle, dove nella vita di tutti i giorni irrompono demoni e incubi che uccidono; dove uccidere significa tagliare la gola a qualcuno, o picchiarlo a morte, per sopravvivere o per vendetta. Dove fare magia non significa urlare nomi astrusi, ma agire. Come ha scritto brillantemente un recensore su un altro forum che ho visitato, è come se il Padrino incontrasse Harry Potter e ne facesse il suo apprendista. Qui non troviamo solo violenza cruda, ma anche sesso, droghe e cannibalismo rituale. La magia è principalmente azione adrenalinica e per lo più brutale.
Devo ammettere che questo libro mi ha choccato. Non ero pronto. Pur conoscendo l’abilità di Dimitri di immergere la magia e il sogno nel quotidiano, non avrei mai immaginato che avrei letto qualcosa che mi avrebbe fatto piangere di rabbia e di paura. Qualcosa che mi ha fatto dire, ieri sera, prima di addormentarmi: e se succedesse anche a me? Se un incubo venisse a prendermi?
Diventare un mago, fuggire dalla realtà di tutti i giorni è sempre stato il mio sogno, da quando per la prima volta mi imbattei nel mondo della Rowling; ma diventare un mago così, come racconta Dimitri… Non sono sicuro di volerlo fare.
L’età sottile è fondamentalmente un romanzo di formazione, la descrizione del passaggio dall’ingenuità dell’adolescenza, alla crudezza dell’essere adulti. La descrizione di quel fantastico momento in cui, all’età del protagonista del libro, tutto è possibile e tutte le scelte ci sembrano alla nostra portata, quando da in cima a una nuvola e con tutto il mondo ai nostri piedi, spicchiamo il volo senza sapere se voleremo o cadremo. Tutto sommato parla di ciascuno di noi.
Quanto meno, in alcuni atteggiamenti e in alcune situazioni, io mi sono rivisto parecchio nel protagonista.
Francesco Dimitri, lasciatemelo dire, è un grande affabulatore. Possiede il talento del Troubadour, di raccontare, di incatenarti alla storia e convincerti che è reale. Egli è dotato della rara capacità di creare lo stupore nel lettore, ma senza ricorrere a effetti speciali, a mondi e creature improbabili, ma semplicemente raccontando.
Ora che l’ho incrociato non lo mollerò più.
Una piccola notazione per finire. A causa di un paio di citazioni nel finale, questo libro andrebbe letto DOPO aver letto Pan, sempre dello stesso autore, per assaporare al meglio la chiusura di questa incredibile vicenda. Ma è proprio un dettaglio. Fate come volete.
Ah, ovviamente ve lo consiglio caldamente. Per come è scritto e per cosa ha scritto.
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Pan!
Mhhhhh… Vediamo. Come posso convincervi a leggere questo libro?
Potrei usare il tono triste-metafisico.
Questo libro mi ha fatto male. Molto male. Quanto tempo è che non sogno? Dove sono finiti i sogni che caratterizzavano la mia infanzia, quando volavo alto nei cieli e…
Ok… Come non detto… Vedo spuntare cappi, e tu, laggiù, lascia stare benzina e accendino per favore, non occorre che ti dai fuoco per protesta. Ho capito.
Potrei usare allora il tono sexy-brillantone.
Ragazzi questo libro è dinamite pura! Mai letto tanto sesso, e ben descritto, in un libro che in partenza dovrebbe essere fantasy. Donne con uomini. Donne con donne. Uomini con uomini. Uomini e donne con… Va beh… Leggerete. Non voglio rovinarvi la sorpresa. Sensuale, carnale, fisico. Queste pagine sono una testata in pieno setto nasale a tutta la merda chick-lit e neo-vampiresca, per non parlare delle varie sfumature che ci circondano ultimamente. Roba da smuovere eruzioni vulcaniche e maree oceaniche multiple.
Mhhhh… No. Così sembra più la recensione di un video di Youporn che di un libro (ehm… non che io guardi certa robaccia… me ne ha parlato mio cugggino… ehm).
Ok. Allora mi gioco la carta pulp.
Accidenti fanciulli! Non avrei mai pensato che in un libro che parla di Capitan Uncino, Peter Pan e Campanellino ci potessero essere tanti sbudellamenti.
Cavolo se lo sa usare quell’uncino, Uncino. E Peter? Ho perso il conto di quanti ne ha messi allo spiedo. Per non parlare delle risse tra le loro bande sgangherate, eterogenee, ma non per questo meno assetate di sangue. Descrizioni crude, senza lasciare spazio a pii buonismi o censure ipocrite. Questo libro gronda sangue e interiora.
No… Nemmeno. Così sembra la descrizione di un film di Tarantino.
Va bene. Scherzi a parte. Descrivere questo libro in uno solo di questi modi, pur essendo la pura e semplice verità, vorrebbe dire sminuirlo di parecchio.
L’autore ha avuto il coraggio di prendere il mito del Sempre-Ragazzo per presentarcelo sotto un punto di vista assolutamente inaspettato e molto, molto godibile.
Peter Pan è presentato come un satiro (come in effetti è sempre stato descritto il dio Pan), con tanto di corna, attributi pluridecimetrici e “sex appeal”. Capitan Uncino come un vecchio immortale, bastardo e reazionario, che ha la missione di togliere dal mondo qualsiasi pulsione; e non esita a usare violenza, menzogna e assassinio per riuscirci.
Quindi Ordine contro Disordine, Caos e Fantasia contro Omologazione coatta. E’ tempo di schierarsi. La battaglia finale sta per iniziare, avrà come teatro Roma (mai come in questo libro tanto gotica e magica) e l’Isola che non c’è, e l’esito è tutto tranne che scontato; in quanto a voi, si proprio voi che state leggendo, sappiate che non potrete restarne fuori. Anche se lo vorreste. In sogno o nella carne dovrete schierarvi.
Cosa aspettate? Avete deciso? Da che parte state? Siete pirati o bimbi sperduti?
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Questo libro è mio!
Mi trovo in quel meraviglioso momento in cui, dopo aver finito di leggere un libro fantastico, mi trovo immerso in una realtà che non è la mia, ma quella del libro stesso.
Odori, sapori e suoni sono ancora quelli che ho lasciato due pagine fa.
Mi trovo in quello stato di semiinfermità mentale dovuta alla follia, per cui penso che quel libro sia stato scritto solo per me e che solo io sia in grado di apprezzarlo e di capirlo.
In cui io sono certo che alcuni riferimenti a cose e persone siano stati volutamente inseriti "ad hoc" per me.
Mhhhhh... Era un po' che non capitava, lo ammetto.
Devo svegliarmi? Naaaaaaahhh...
Piuttosto, me lo rileggo al volo.
Comunque. Non leggetelo. Questo libro è scritto solo per me!
Non vi piacerebbe. Garantito. Non lo capireste.
Si tratta solo di una società segreta, un ragazzo (sì, adolescente lo ammetto, e TU che leggerai senz'altro smettila di ridere beffarda!) completamente all'oscuro dei suoi poteri (o meglio dire capacita'), che all'improvviso si ritrova solo contro tutto e tutti in un posto che non conosce (no dai non è Harry Potter, giuro!!), MA, proprio qui, troverà tutto quello che non aveva mai avuto.
Una famiglia, amici, amore, gratificazioni.
Ma occhio eh? Non sarà una passeggiata, e mi giocherei il mio ultimo tatuaggio che non è finita qui!!!
Ci sarà da ridere nel prossimo libro. Se, e quando, uscirà.
Ok... Dove ho messo il numero della Fanucci? Devo sollecitarla gentilmente A DARSI UNA MOSSA!
Va beh dai. Avrete capito che mi è piaciuto.
Voi provate a leggere, ma io non garantisco eh?
Come ho detto prima: questo libro è il mio TESSSSSORO!!
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Peccato
Peccato davvero...
Che occasione mancata, almeno per me.
Per una volta che trovo una saga che ha una parvenza di originalità, l'autrice mi cade sul secondo libro...
Sì daccordo non è proprio una classica trilogia perchè i volumi sono quasi autoconclusivi, però il mio giudizio non cambia.
Dopo un promettente inizio, l'ho trovata di una banalità e di un ripetitivo allucinante. Trama praticamente inesistente che si poteva indovinare di pagina in pagina.
Ho faticato parecchio per finirlo e ora resto col dubbio se andare avanti e affrontare il terzo.
MI dispiace per Sabrina che si è spesa parecchio per convincermi a leggerlo, ma non mi ha proprio preso...
Lascio decantare la delusione e poi deciderò cosa fare di questa saga.
Chiedo infine scusa per la stringatezza del giudizio, ma non saprei che altro dire su un libro che proprio non mi ha convinto!
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Finalmente!
Eh sì! Finalmente...
Dopo parecchio tempo trovo l'ispirazione e il "materiale" per mettere un'altra recensione relativa a un fumetto.
Dopo anni e anni di attesa (sei in realtà ma a me sono parsi di più), infine è uscita la serie fantasy a fumetti relative alla avventure di Ian Aramill e compagni, che avevano visto già la luce ma come romanzo unico a fumetti.
La Bonelli editrice non tradisce le attese e ci sforna un prodotto di altissima qualità. Disegni e sceneggiatura sono veramente di qualità eccelsa, ma d'altronde la presenza in squadra di Enoch e Vietti è garanzia di successo!
Ci sono dentro tutti gli elementi fantasy per eccellenza. Un manipolo di amici eterogeneo. Un misterioso avversario. Gli scontri e l'avventura a ogni pagina. Da notare anche la presenza di continui "flashback" per spiegare avvenimenti e amicizie odierne, che assolutamente non appesantiscono la narrazione.
Una saga fantasy come si deve insomma,che sa appassionare e intrigare anche chi affronta il genere per la prima volta!
Un plauso enorme anche all'autore dei disegni, Giuseppe Matteoni, che ci ha sfornato un capolavoro, con tavole fantastiche e di una pulizia rara.
L'unico difetto che trovo a questo fumetto è la cadenza mensile (toccherà aspettare un mese ogni volta) e la relativa brevità, infatti sono previsti, purtroppo, solo quattro uscite, salvo improbabili ripensamenti.
Bene. Cosa aspettate? Di corsa in edicola!!!!
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Viva i libri!
Se prendete in mano questo libro e guardate sulla copertina, troverete il nome dell'autore, tale Robin Sloan.
Non fidatevi di questa indicazione. In realtà questo libro l'ho scritto io.
E' il mio "codex vitae".
Esso tratta riga dopo riga, pagina dopo pagina, dell'avventura che vorrei vivere io.
Il protagonista (me stesso), racconta di come, stanco e deluso di un lavoro tutto sommato non troppo soddisfacente e che alla fine lo ha messo in mezzo a una strada, abbia trovato quasi "per magia" lavoro in una misteriosa libreria, dove ci sono strani libri incomprensibili e dove i clienti abituali sono personaggi misteriosi dall'aria equivoca.
Un mistero. Un codice. Una cerca.
Un manipolo di amici che riesce a venire a capo di un rimpicapo millenario aiutandosi con le moderne tecniche di ricerca online, ma grazie, anche, all'intuizione del protagonista (me stesso), che scova dove meno se lo aspetta (o forse no, non poteva che essere là in effetti, sotto i suoi e i nostri occhi fin dall'inzio) la chiave per risolverlo.
Un romanzo che è un atto amore verso i libri e verso la conoscenza scritta su carta e tramandata. A discapito del futuro digitale che ci circonda e ci aspetta al varco.
Un'avventura "fantasy", ma ambientata nel mondo di oggi.
Pensavo fosse un libretto senza troppe pretese e invece mi ha procurato emozioni incredibili.
Succede. Raramente, ma succede per fortuna.
Ve lo consiglio. Si legge molto velocemente.
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Joybook
Mi ero dimenticato il sapore che lascia in bocca un libro di King di questo tipo.
Prima di essere colto dalla frenesia fantasy, TANTI anni fa, avevo letto tutto del Re, per poi abbandonarlo e ritrovarlo con 22/11/'63, ma quello era un libro diverso e unico per molti versi.
E' stato come ritrovare un vecchio amico. Mi ero dimenticato della sua capacità di presentare l'ambientazione del suo romanzo, dandoci quei particolari così, appunto, particolari di ogni suo personaggio che ci fanno immedesimare in loro come se li avessimo sempre conosciuti.
Infarcendoli di modi di dire e di fare che ci fanno dire, almeno MI fanno dire: "ehi! anche a me è successo! dai! anche io ho fatto cosi!".
Poi all'improvviso, in mezzo al piattume quotidiano dei personaggi, ecco spuntare la nota horror, l'angoscia che sale... Il tutto contestualizzato così magnificamente che tu non puoi dubitare che sia proprio così!
E non puoi fare a meno di credere ai fantasmi. Non puoi resistere.
Che bello assaporare di nuovo certe sensazioni.
Avevo bisogno di qualcosa di diverso che mi desse una scossa.
Forse uno dei migliori libri letti da me negli ultimi mesi.
Ve lo consiglio
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Maturo
E' maturato il ragazzo...
Quest'ultima "danbrownata" mi è piaciuta parecchio. Anche se devo dire mi ha lasciato con un certo tasso di angoscia addosso.
Se infatti nei volumi precedenti, il lavoro di fantasia dell'autore era evidente, qui, tutto quello che succede, pare il futuro dietro l'angolo.
Come avesse compiuto un suo personale percorso interiore e di maturazione, Dan Brown ci tratteggia uno scenario apocalittico che però, a differenza di quello che circola abitualmente in rete, pare abbastanza reale e fin troppo vicino.
Da buon affabulatore ci infila l'opera criptica per eccellenza, la Divina Commedia, a fare da sfondo, ma non troppo invasivo.
I capitoli brevi assicurano, come sempre, una lettura adrenalinica e senza pause, fino al tesissimo finale!
Se proprio devo trovare una pecca in questo libro, oltre al prezzo assurdo, è che le descrizioni delle città in cui si svolge l'azione sembrano tratte dalle guide Lonely Planet, un po' scontate e, tutto sommato, nulla di nuovo.
Un buon libro alla fine, insomma, senza pretese di forma.
Ve lo consiglio
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Fantastico
Rieccoci ritufatti nell'agone classico. Eroi contro Dei. Dei contro mostri. Semidei contro tutti.
Fantastico! Ero rimasto orfano inconsolabile alla fiine della saga di Percy Jackson, ed ecco che fuori dal cilindro il buon prof. Riordan mi sbatte in faccia questa nuova saga, che altro non è che il sequel di quella precedente.
Però questa volta entrano in lizza anche le divinità latine, o meglio, nella loro "facies latina", visto che Afrodite e Venere non sono proprio la stessa cosa, così come Era e Giunone.
Ma lo scoprirete ben presto seguendo ancora una volta le gesta dei personaggi che avevamo imparato ad amare, con l'aggiunta di nuovi strepitosi interpreti.
Adrenalinico e senza un momento in cui tirare il fiato, questo libro tuttavia, mi pare più adulto del precedente, o meglio, destinato a un pubblico più maturo. Con emozioni e sentimenti più delicati, meno scontati.
Leggete e sappiatemi dire!
Io ve lo straconsigio!
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La favola continua
Ed eccolo il seguito che attendevo religiosamente da mesi!
La storia continua. Entrano in gioco nuovi supercattivi e la questione ambientalista, appena accennata nel libro precedente, diventa importante.
Ho goduto parecchio nell'immergermi di nuovo nella frescura della landa Impenetrabile. Con i suoi personaggi fantastici che sembrano uscire da una favola di Rodari o da un racconto di Italo Calvino.
Questo libro sa di fresco. Sa di legno e di erba appena tagliata.
Sa di notti intorno al fuoco a raccontare storie.
Sa di me bambino, che, appeso alle labbra di mio padre, ascoltavo le sue invenzioni affabulatorie.
Questo libro mi regala un tuffo nel passato e un viaggio nell'altrove, dove ognuno di noi ha sognato almeno una volta nella vita di perdersi.
Non vorrei dilungarmi troppo parlando di forma, perchè poco importa. In ogni caso sappiate che si legge bene e si finisce dannatamente troppo presto.
Io ve lo consiglio. Per tornare bambini.
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Originale
Bello questo libro. Originale e ben scritto.
L'opera prima della Cashore mi ha piacevolmente stupito.
A partire dalla scelta di personaggi tutti antropomorfi, il che in un fantasy è notevole, all'ambientazione, ai "Doni" dei personaggi, mai scontati e che riservano sempre qualche sorpresa.
I personaggi, sia la protagonista che i comprimari, non sono stereotipati e omologati, ma sono tutti personaggi in qualche modo tormentati, che presentano varie sfaccettature, le quali si rivelano via via che la trama fila via scorrevole.
L'intento dell'autrice è evidente: porre l'accento sull'accettazione del diverso e sulla consapevolezza di ciò che si è e dei propri limiti; e devo dire che ci è riuscita in pieno.
Le descrizioni sono notevoli, con dialoghi essenziali e piacevoli e direi che proprio questa è la cifra stilistica che mi ha impressionato di più, proprio perchè in un'autrice esordiente.
Questo libro è il primo di una saga, ma i seguiti sono un "prequel" e un "dieci anni dopo", per cui può essere tranquillamente letto anche come autoconclusivo.
Da notare infine, per una volta, un finale non stucchevole e scontato, ma con un retrogusto parecchio amaro...
Evviva!
Ve lo consiglio davvero.
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Il sogno della Bella Addormentata.
Non mi è mai piaciuto l'ambientazione steampunk... Troppa meccanica, troppi ingranaggi...
Troppa concretezza.
Però devo ammettere che contestualizzato in questa Londra gotica e fumosa fa il suo bell'effetto.
Alla fine il titolo, che rimanda alla celebrre fiaba, c'entra poco, però ha avuto il merito di farmi avvicinare al libro che altrimenti non avrei mai letto.
Questo libro ha delle mancanze, intendiamoci, però è fondamentalmente un incrocio di storie d'amore, e quelle a me piacciono.
La trama lascia parecchi punti insoluti, ma alla fine tutto si riannoda in un finale indimenticabile e che non mi ha lasciato indifferente.
Mi sono trovato a chiedermi se avrei fatto le stesse scelte della protagonista. Mah. Temo di no.
Comunque, un libro che parla dell'importanza della differenza tra essere e apparire, di giudizi aprioristici senza fondamento e di scelte fideistiche cieche, in questo momento non poteva che prendermi parecchio.
Ve lo consiglio come lettura un po' diversa dalle solite.
Ma non aspettatevi troppo.
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Io sono Margherita
Caro D'Avenia, lei questo libro lo doveva scrivere una trentina di anni fa.
Quando cioè io, all'età di Margherita, ho iniziato il liceo accompagnato dagli stessi dubbi, dalla stessa situazione famigliare completamente e inaspettatamente buttata in aria, per motivi e in modo differente, ma la mia percezione della cosa era uguale a quella della protagonista del libro.
Avrei iniziato con più consapevolezza, avrei agito in modo diverso.
Non avrei pensato, sbagliando, di essere l'unico in tutto il mondo a cui capitava quello che stava capitando.
Forse alla fine è vero che quando sei in particolari situazioni emozionali ti sembra che ogni libro parli di te, e devo ammettere che sto scrivendo e ho votato sull'onda emotiva di una freschissima lettura, ma da parecchio, tanto tempo non mi capitava di immedesimarmi così in un personaggio.
Nella dolce, goffa, imbranata, sognatrice, decisa e pasticciona Margherita.
Sono stato lei per tutto il libro. Ero lei a tredici anni quando iniziai il liceo in un momento in cui non sapevo neanche da che parte fossi girato, privato all'improvviso di quel guscio in cui ero cresciuto e vissuto fino a quel momento.
Probabilmente, sicuramente ad altri non farà lo stesso effetto questo libro, a me ha rivoltato come un guanto.
Finora ho esposto i contenuti, ma anche la forma mi è piaciuta. Questo intrecciarsi di punti di vista diversi, che fatalmente convergono, è reso molto bene e non stanca la lettura, così come i paragrafi brevi rendono veloce la trama.
Per me una scoperta. Piacevole.
Leggetelo, sicuramente non vi farà lo stesso lo effetto, ma è una lettura piacevole.
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Il rubino di fumo
Mhhhhhh... Ok ora posso pure riprendere a respirare.
Ho battuto il record mondiale di apnea penso.
Che storia incredibile. Che magia! Pullman, dopo la Trilogia della Bussola d'oro, ci regala altre pagine memorabili con le avventure di Sally Lockhart.
Questa volta non ci sono magie (se non quelle regalate dal potere delle parole), nè ambientazioni distopiche, ma semplicemente un giallo mozzafiato, senza un attimo di respiro dalla prima all'ultima pagina.
L'ambientazione nella buia, fumosa e letale Londra di fine Ottocento dà al libro una connotazione affascinante alla Conan Doyle.
Pagine piene di azione e di dialoghi rendono la lettura velocissima e piacevole, tanto che ho letto il libro in mezza giornata.
Un bello svago per la mente, per cercare di attutire lo choc traumatico di rientro dalle ferie.
Ve lo consiglio caldamente e mi precipito a recuperare gli altri due libri della serie.
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Da evitare
Mi tasto se ci sono.
Non leggevo una porcheria simile da tempo immemore. E sì che nel campo del fantasy sono di bocca buona. Ma temo che il buon Patterson non abbia la penna adatta per il genere. Meglio che torni a scrivere thriller e simili.
Questo libro è un'accozzaglia di "déjà lu", quasi da non credere.
Ha messo insieme l'ambientazione distopica alla "1984", con il crudele nuovo ordine politico alla "Hunger Games", con un pizzico di magia simil potteriana.
Libro caratterizzato da capitoli brevissimi con pensierini da quinta elementare, ad essere generosi.
Anche la trovata di intitolare i capitoli in modo diverso con i nomi dei due protagonisti, a seconda del fatto se si stia raccontando il puinto di vista di uno o l'altro fratello, perde subito significato visto l'uso della terza persona singolare.
Bah. Ci hai provato JP.
Può anche darsi che oltreoceano questa saga sia un bestseller, ma a casa mia non ci entri più.
Assolutamente perdibile!
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Una bella sorpresa
Veramente sono sorpreso.
Mi aspettavo il solito libro di mezzo di una trilogia. Un passaggio, più o meno avvincente, tra il primo dove impariamo a conoscere il mondo in cui si svolge la storia, e il terzo dove fatalmente tutto si conclude.
Invece mi sono trovato a leggere una storia di una delicatezza, introspezione e capacità affabulatoria che lo porta, a mio modo di vedere, ben sopra il volume che lo ha preceduto.
Questa volta il personaggio eponimo del libro è il fratello di mezzo, Michael. E impariamo a conoscerlo molto bene. Forse il più simile a noi (a me, e non in quanto maschio) in questa saga dai colori cupi.
Mi sono emozionato e commosso come non mi sarei mai aspettato.
La tecnica e i paradossi dei viaggi nel tempo anche qui sono descritti con cognizione e precisione e il colpo di scena finale mi ha turbato e fatto venir voglia di partir subito all'azione, unendomi alla combriccola.
Nonostante lo spessore l'ho letto in due giorni e ho pure rallentato verso la fine perchè non avrei mai voluto terminarlo.
Applausi all'autore e speriamo che arrivi presto il terzo volume!
Consigliatissimo!
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Cold fantasy
E' la prima volta, in vita mia, che leggo un libro che mi lasci questa sensazione come di brividi freddi.
Tutto è gelo, grigio, ghiaccio in questo fantasy.
Il clima svedese, i colori tetri della cittadina dove si svolge la storia, finanche i rapporti tra i vari personaggi, che anche dove dovrebbero essere "caldi", trasmettono solo una freddezza infinita.
Persone difficili, caratteri spigolosi, famiglie problematiche. Non c'è uno dei personaggi descritti qui dentro che abbia una vita normale. Ma non nel senso che essendo un fantasy abbiano superpoteri. No. Sono tutti ragazzi e ragazze borderline. Bulimia, omosessualità, bullismo, violenza gratuita... Non ci siamo fatti mancare niente in questo primo volume di questa saga nordica.
Viene quasi il dubbio, anzi, la certezza, che il paranormale sia solo una scusa per affrescare uno spaccato ben preciso della società svedese di provincia.
In questo caso l'intento è ben riuscito, ma di fantasy, a parte qualche presenza demoniaca, e nemmeno descritta come si deve, c'è ben poco.
Una volta capito questo, si ha l'anima in pace, e si può affrontare il libro con maggiore serenità.
Un "fantasy" originale, anche se, finora, con alcune lacune che spero vengano colmate nei prossimi volumi.
Da leggere, se si vogliono riassaporare certe atmosfere alla Stieg Larsson per così dire, in salsa horror.
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La scacchiera nera
Premessa: questa è una trilogia, composta dai volumi La scacchiera nera, L’ombra del guerriero e Il signore degli inganni: ciònonostante trovo riduttivo e tutto sommato poco significativo fare tre recensioni diverse. L’opera è talmente una cosa unica che non riesco a scindere il mio commento in tre parti. Quindi metto la recensione in calce alla scheda del primo libro, ma vale per tutti e tre.
Detto questo, inizio immediatamente col chiedere scusa all’autrice, Miki Monticelli da Prato, perché il primo libro di questa saga, La scacchiera nera, pubblicato nel 2009, mi è capitato più volte in mano nelle mie affannose ricerche librarie, ma l’ho sempre disprezzato, pensando che fosse diretto a un target di lettori troppo lontano da me. Che idiota.
Per fortuna il destino tesse bene le sue trame e qualche settimana fa il libro mi è rimasto incollato alle mani irresistibilmente.
Avrei dovuto capirlo subito d’altronde. Un libro che unisce le mie più grandi passioni, il fantasy e gli scacchi, come poteva non piacermi?
L’Autrice ha creato un mondo incredibile. Un’idea originale e una trama condotta come si deve, capitolo dopo capitolo, senza che tu riesca a prendere respiro dalla prima all’ultima pagina.
La scacchiera è un mondo a metà tra quello degli uomini, il nostro per intenderci, e quello degli spiriti (Acqua, Aria, Terra, Fuoco, ma anche Ombra, Paura, Tempo…) e sarà il palcoscenico della battaglia finale di uno scontro millenario tra le varie entità e gli uomini stessi per il dominio di tutto ciò che è noto.
Alcuni “Eletti” tra gli uomini vengono trascinati nell’agone tramite alcune scacchiere sparse per il mondo, e lì si uniscono allo spirito loro destinato e cercano di cambiare le sorti della Scacchiera e del mondo intero.
Qui dentro si ordiscono trame e tradimenti. Si intessono piani. Sbocciano amori. E inevitabilmente si muore. Disperatamente. Lottando. Ci accompagnano esseri spaventosi e demoni orrendi. Creature fantastiche e cattivi da Oscar.
Fino allo scontro finale in cui le alleanze che erano, non è detto che saranno ancora. E il confine tra i cattivi e i buoni diventa così labile, da non riuscirsi più a distinguere.
Quest’opera ha un respiro talmente ampio che non esito a collocarla tra le grandi saghe fantasy che hanno accompagnato i miei sogni fin da bambino. Tolkien e Terry Brooks hanno trovato forse un erede degno di loro? Forse sì. Almeno, io non mi emozionavo così tanto da tempo, nel leggere di una battaglia che non ha niente da invidiare a quella di Minàs Tirìth.
Grande, grande, grande Miki Monticelli. Ti ringrazio per avermi regalato un sogno e per aver fatto germogliare di nuovo la speranza che il fantasy italiano non sia morto e sepolto. D’ora in poi ti seguirò con fiducia. Promesso.
Ve lo consiglio con tutto il mio povero cuore esausto da tanta, piacevolissima, lettura.
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L'eterna lotta
L'eterna lotta tra Bene e Male. Si può affrontare da diversi punti di vista.
Se ne può scrivere in ambiti diversi e con protagonisti diversi.
In questo libro, scritto senza alcun dubbio per un target di lettori giovani, viene affrontato in modo prettamente favolistico.
L'ambientazione, i personaggi e finanche il linguaggio utilizzato mi hanno tanto ricordato le favole che il mio papà mi leggeva o mi raccontava quando ero piccolo.
Mi ha ricordato Italo Calvino, mi ha ricordato Gianni Rodari, mi ha fatto fare un tuffo nel passato.
Mi sono riscoperto spesso, nel leggere questo libro, col volume aperto appoggiato da parte e lo sguardo fisso nel vuoto, rivangando un momento, od una storia molto piacevoli, di quando ero piccolo.
La storia è originale e, anche se in alcuni capitoli si sviluppa in modo un po' poco coerente (ma d'altronde è una favola no?), non ho potuto fare a meno di restare attaccato a queste pagine fino alla fine.
Alla ricerca di qualche scintilla, di qualche rumore che mi riportasse di nuovo "là", quando le favole erano una piacevole costante della mia vita.
L'ho letto piacevolmente e con una certa nostalgia.
Un esordio coi fiocchi direi.
Chi ha nostalgia delle belle favole di una volta non dovrebbe farselo sfuggire.
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I want to believe!
Ho letto recensioni di gente che si è entusiasmata.
Ho letto recensioni di persone che hanno riso un sacco.
Ho letto recensioni di persone che si sono indignate e scandalizzate per i toni usati in questo libro.
Ma... Che voi sappiate... Qualcuno si è commosso? Oltre a me intendo. Sì lo so. QUALCUNO potrebbe obbiettare sostenendo che io abbia condotti lacrimali anche nei gomiti, ma insomma, così è.
Quest'uomo mi ha emozionato.
Certo sul principio anche io ho riso parecchio, ma poi il sentimento preponderante è stato quello delle emozioni forti.
Mi sono emozionato leggendo di questo Dio, che assomiglia tanto al Dio vendicativo e incazzoso del Vecchio Testamento, sulle prime, ma poi scopriamo pieno di amore, per l'uomo, per quello che ha saputo creare, per la sua creatura così meravigliosamente imperfetta.
Così pieno di timori e di amor paterno quando fa sì che ancora una volta il Verbo si faccia Carne.
Per cercare di riportare sulla retta via un'Umanità che ha perso orizzonti e valori.
Come dite? Dio assomiglia più ad un amministratore delegato di SpA?
I Santi sono dei fatturioni e Gesù un barbone?
Chissenefrega. Chissenefrega se abbonda il turpiloquio e abbondano le scene raccapriccianti.
Chissenefrega se i nuovi apostoli sono gli utlimi sulla Terra. Chissenefrega se anche in questa Terra Gesù incontra la sua Maddalena.
Questo libro, se non si fosse capito, è un atto d'amore.
Verso la religione, la spiritualità, ma non quella con cui la Chiesa ci sta ammorbando da millenni.
La spiritualità di ciascuno di noi, magari di chi, come me, non ha manco mezzo Sacramento, ma ha sempre, per la gioia di questo AD divino, fatto il bravo come lo intende lui.
L'etica e la morale non scritte, nè insegnate, al limite tramandate, che ciascuno di noi, credente o ateo, cattolico o musulmano, senza dubbio possiede.
In un Dio così sarei anche disposto a credere insomma.
Leggetelo. Ma fatelo senza pregiudizi, senza scandalizzarvi alla prima pagina.
Scoprirete un piccolo tesoro.
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La sorellanza
Comincio a preoccuparmi di aver smarrito il mio proverbiale istinto, con cui ho sempre individuato i libri che mi potessero interessare o meno, solo da trama e genere. E' la seconda volta consecutiva, infatti, che mi faccio sorprendere da un volume su cui, a priori, non avrei scommesso.
E' il caso di questo libro, in cui l'autrice ci accompagna in questo viaggio attraverso il rapporto di amicizia intensa tra tre donne che hanno raggiunto la cinquantina.
E' questa la sorellanza che dà il titolo alla mia recensione. Questo complesso, e a tratti poco comprensibile per noi maschietti dall'animo semplice, fenomeno che si instaura tra donne, magari lontane per retaggio culturale o di estrazione sociale, ma vicine per affinità elettive, per passioni.
Proprio la scomparsa improvvisa di una di loro dà il "la" alla storia e porta le altre due a rivedere la loro vita, i loro rapporti con la famiglia e i figli.
La storia è ambientata in una Napoli fuori dai soliti schemi, in un'ambientazione che ha, a tratti, i contorni del noir.
Una lettura piacevole, divertente ma anche introspettiva, che induce alla riflessione.
Con cenni di una delicatezza notevole, come quando affronta il tema dell'amore omosessuale: delicatamente, senza pregiudizi.
Un'ottima penna insomma. Mi piacerebbe leggere un fantasy scritto da questa autrice.
Lo consiglio assai.
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Un fiume in piena
Ed eccomi qui. In quel prezioso limbo che è il momento magico tra la fine di un libro travolgente e la scelta di cosa leggere a questo punto.
Dovrà essere una scelta ben ponderata, perchè qualsiasi volume decida di affrontare dovrà sostenere il confronto con quello che ho appena terminato. E non sarà semplice.
Sono stato travolto da un'ondata di emozioni fortissime. Un torrente in piena, ecco cos'è il terzo volume della saga di Hunger Games. Ti sembra di cominciare a trattenere il fiato alla prima pagine ed esalare alla fine il respiro solo all'ultima.
Non è solo la storia di una ragazza che mette a ferro e fuoco un sistema dittatoriale. E' la descrizione di sentimenti assoluti, trasportati in un teatro sanguinolento e senza fronzoli. L'autrice non ci indora la pillola con parole di compassione, o dicendoci "però poi alla fine vedrai che sarà meglio".
Per nulla. Ci sbatte in faccia amore, morte, tradimenti, vendetta, sangue; e alla fine nessuno ne esce con le mani pulite. Le descrizioni degli ultimi capitoli, di Capitol City che fa i conti con i mostri da lei stessa creati, sembrano fatte apposta per popolare i nostri incubi e per farci commuovere ulteriormente.
Devo ammettere che non avrei mai immaginato che questo libro mi prendesse così tanto. Pensavo fosse il solito fenomeno da baraccone pompato da tanta pubblicità.
Mi sono sbagliato. E tutto sommato ne sono felice.
I capitoli sono cortissimi e, salvo alcuni passaggi, intasati di dialoghi, il che favorisce una lettura adrenalinica delle avventure della Ghiandaia Imitatrice. Scelta editoriale azzeccata per un testo del genere, che non ti deve dare il tempo di pensare, ma solo di prenderti a schiaffi, pagina dopo pagina, con le sue immagini forti.
Ve lo consiglio assai.
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Perverso
Avevo sospeso il giudizio su questa saga alla fine del primo volume, sperando che il prosieguo mi chiarisse le idee.
La sensazione di fastidio si è un po' attenuata anche perchè alla fine ho capito da dove arrivasse; è la descrizione di questo triangolo sentimentale impossibile... Mi infastidisce.
Mi infastidisce la stolidità di Peeta. A volte vorrei prenderlo a sberle e scuoterlo per bene.
Comunque... In questo libro impariamo a conoscere un po' meglio la storia e la geografia del luogo dove ci troviamo. I distretti, la loro storia, le caratteristiche di chi ci vive. L'arena è messa un po' in secondo piano. E meno male. Situazioni sempre più assurde lì dentro. Personaggi un po' improbabili. Di alcuni Tributi non si sa neanche chi siano e che fine facciano.
Mah, forse me lo sono goduto di meno perchè alcune anticipazioni su chi sopravviveva all'arena mi hanno tolto un po' di suspence.
In ogni caso ora non vedo l'ora di capire come andrà a finire.
Vedremo.
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Incertezza
Sarò sincero, non so cosa pensare di questo libro.
L'ho divorato in due giorni, non riuscendo a staccarmene praticamente mai, ma mi ha lasciato uno strano gusto in bocca.
L'idea di base non è certo originale, Battle royale, L'uomo in fuga, Il signore delle mosche, The Truman show, sono tutti lavori da cui l'autrice ha attinto in modo evidente a piene mani. E allora perchè, mi chiedo, mi ha preso così visceralmente? Perchè questa distopia, per fortuna lontana anni luce (si spera) dalla nostra realtà, mi ha fatto così male?
Non lo capisco. Mi ha dato fastidio quasi tutto; dal comportamento di Katniss, all'ottusità di Peeta, dalla crudeltà di Capitol City, alla falsità di un mondo di plastica e paillettes.
E quindi? Ci sto riflettendo ancora ora, mentre scrivo, e penso che la riuscita, almeno per quanto mi riguarda, sia dovuta alla caratterizzazione stupenda di alcuni personaggi, per ora e/o per forza ancora poco presenti nella saga, Cinna e Rue, e probabilmente anche nella mia imedesimazione (pur non sopportandolo) nell'innamorato deluso e preso in giro. Chissà perchè mi ci ritrovo sempre parecchio in questi personaggi.
Penso e spero che leggendo gli altri volumi della storia riesca a capirci qualcosa di più.
In ogni caso il libro è molto breve e si legge nel tempo di un pomeriggio piovoso. Tutto sommato ve lo consiglio, magari riuscirete a spiegarmi qualcosa voi lettori futuri!
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Un passo indietro
Già. Rispetto al libro precendente questo secondo episodio a mio modo di vedere segna un po' una battuta di arresto.
Come dice giustamente chi mi ha preceduto, la storia è sempre gradevole, e si arrichisce di nuove figure controverse, ma se il primo libro era caratterizzato da una certa lentezza, questo, se possibile, lo è ancora di più.
Il classico libro di "viaggio", con mille avventure e maturazione dei personaggi protagonisti.
Grandi descrizioni. Paessaggi fantastici e onirici. Incubi raccontati con innegabile maestria; il tutto fino al climax finale, veramente avvincente.
Il marchio di fabbrica dell'autore, caratterizzato da grandi descrizioni e pochissimi dialoghi, qui è elevato all'ennesima potenza.
Mi piace questo Jordan, sempre coerente con sè stesso. Sono curioso di vedere come prosegue ora la storia.
Un'ultima notazione. Il mito del corno di Valere e della Grande Caccia l'ho trovato raccontato pari pari in un altro fantasy antecedente a questo.
Non so cosa voglia dire, nè se Jordan abbia preso spunto, però mi ha stupito il fatto. Non è una leggenda che vada per la maggiore, mi pare.
Detto questo ve lo consiglio comunque. Vi farà viaggiare ad occhi aperti!
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Ci vuole pazienza
E finalmente ho trovato il coraggio di affrontarlo. Libro uno di tredici. Ma ce la posso fare.
Questo primo volume della saga è veramente ben scritto.
Personaggi perfettamente descritti e perfettamente coerenti e contestualizzati nell'ambiente che li circonda e li plasma e li trasforma man mano che raggiungono le varie mete del loro viaggio verso quella che potrebbe essere la salvezza o la rovina definitiva del mondo.
Ci vuole pazienza a leggerlo, però. Senza dubbio. Le descrizioni la fanno da padrone incontrastate in questo episodio e i dialoghi sono ridotti all'essenziale.
Non abbiate fretta e gustatevi i paesaggi, le città, i costumi. Assaporate i cibi e lasciatevi rapire dalle usanze delle diverse popolazioni che si incrociano via via.
Un'altra cosa importante a mio modo di vedere è che si tratta di storie di uomini. Niente creature immaginarie, o ridotte all'essenziale (Trolloc, Ogier) ma comunque sempre antropomorfe.
Un fantasy maturo, essenziale, grandioso. Con le palle.
Non nego che bisogna essere predisposti mentalmente verso il genere per farselo piacere, ma se ci riuscite avrete il giusto premio.
Io ve lo consiglio
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Una delusione
L'ho inseguito, l'ho annusato, l'ho corteggiato, siamo stati per parecchio tempo mano nella mano in libreria, alla fine ho ceduto alle sue lusinghe e l'ho portato a casa mia.
Avido delle immagini promesse, assetato delle fantasie luccicanti che scintillavano nella quarta di copertina ho iniziato a leggerlo aspettandomi troppo, forse.
E sono rimasto deluso.
Trama inconsistente. Personaggi, mah... mi verrebbe da dire impalpabili, ma temo di far loro un favore.
Senza dubbio l'autore ha lavorato di fantasia e ne anche parecchia, ma è stata male indirizzata.
Le creature, fantastiche senza dubbio, sono appiccicate sulle pagine senza che quasi interagiscano con noi lettori e, cosa peggiore a mio avviso, col protagonista.
Come se egli facesse una vacanza e si divertisse a scattare qualche foto ogni tanto, descrivendo cosa vede, i paesaggi, ogni tanto succede qualcosa. Ma dura poco.
Un libro di viaggio. Un album di foto. Una cronaca fredda.
Non appassiona.
Il nuovo "La storia infinita"? Per cortesia, non scherziamo.
Un libro tanto, troppo leggero. Peccato perchè l'idea di base non è male, ma è come se fosse abortita ancora prima di svilupparsi.
O probabilmente sono io che mi aspetto sempre troppo da un libro.
Mio grande difetto.
Io non lo leggerei.
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Invidia del pene (del vampiro)
Bene, non ci potevo credere, ma ce l'ho fatta! Sono arrivato alla fine di questo libro!
Devo ringraziare alcune entusiastiche recensioni per avermi spinto ad affrontare l'impresa.
Devo ammettere che mi sono proprio divertito. Il libro mi è piaciuto e mi sono fatto un sacco di grosse risate.
Intendiamoci, non ha alcuna pretesa di pilastro della letteratura occidentale ma decisamente, relativamente ai vampiri, ho letto molto, ma molto di peggio.
Alcuni personaggi sono veramente ben riusciti, come il poliziotto duro e puro e la trama riesce ad evolversi senza intoppi.
Veniamo ora alle note dolenti (da cui il titolo della recensione): siete maschi insicuri? ansia da prestazione? complesso del minus habens? Questo libro NON fa per voi!! Astenetevi!
Questi vampironi due metri per due (per uno, credo), sono praticamente il sesso personificato, e ovviamente qualsiasi essere umano di sesso femminile (e non solo temo) nel giro di dieci chilometri non chiede altro che passare una notte di fuoco con lui. In ogni capitolo viene descritto il fisico statuario e i riferimenti ai suoi spessi attributi si sprecano, tanto che viene spontaneo chiedersi se abbia il porto d'armi per essi, giacchè non si dubita che vengano usati anche nei frequenti corpo a corpo, provocando danni maggiori che con una mazza chiodata.
Scherzi a parte, fatto questo doveroso chiarimento, vi consiglio di leggerlo, perchè ne vale davvero la pena; per farsi due risate e per rendersi conto che i vampiri della nouvelle vague non sono solo quelli della Meyer.
Wrath batte Edward tanto a poco insomma! Io nel frattempo provo a leggere il secondo libro. Vi farò sapere!
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Incredibile
Come si fa a definire un libro che è così tanto, così meravigliosamente, fuori dagli schemi?
Lo ammetto; la prima volta che l'ho preso in mano ho pensato a un refuso...
Tutto il primo capitolo era illustrato e basta, a parte un paio di parole.
Incredibile.
Leggere questo libro è immergersi in un sogno, è leggere una poesia in bianco e nero, anzi, ammirarla, giacchè al posto della parola scritta possiamo ammirare l'immagine raccontata.
La trama a questo punto non è importante, non tanto quanto meno. Si rimane basiti di fronte alla genialità, all'originalità dell'idea dell'autore.
La storia è commovente. E i protagonisti, fantasticamente definiti, sia in parole che immagini. SI legge molto velocemente a dispetto della mole, proprio perchè ricco di immagini.
Dopo aver avuto la fortunata idea di leggerlo mi sono immediatamente comprato il libro successivo di questo autore, organizzato come il precedente.
E non ho dubbi che sarò attratto in ugual maniera.
Ve lo consiglio caldamente.
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Una strana storia
Per capire fino in fondo cosa significhi per me questo libro occorre che io vi faccia un rapido flash back.
Era la metà degli anni '80, ed ero appena stato illuminato sulla strada di Minàs Tirith, quando per caso mi imbattei in questa saga.
Lessi la pubblicità e la recensione (positivissima, cosa incredibile ora) su un quotidiano e mi misi in cerca.
Ovviamente non lo trovai. Mi dissero che era stato pubblicato in poche copie e che la casa editrice non era tanto fiduciosa nel suo successo.
Che errore di valutazione! Passò il tempo e molti altri libri vennero accolti dalla mia capace libreria, e inopinatamente mi dimenticai di questo, finchè, come per magia (ma va?) qualche settimana fa, leggendo su un sito di libri fantasy non vengo a scoprire che l'autore aveva appena pubblicato un nuovo romanzo dopo 25 anni di silenzio, e, ovviamente venivano pure citati anche i suoi precedenti lavori.
Mi si è riaccesa la fiamma del ricordo. Sono andato a cercarlo in tutte le librerie del regno, ma non l'ho trovato. Per fortuna viviamo in tempi tecnologici, e sono riuscito a reperirlo in una libreria di libri usati a Torino, a peso d'oro peraltro. Tutto molto fantasy vero?
Ma veniamo al libro.
Magico. Mistico. Poetico.
La magia della natura e di chi la serve. Descrizioni potenti ed evocative.
Personaggi commoventi nella loro umanità.
Per farvi capire potrei descrivervi la scena di uno dei protagonisti legato come vittima sacrificale ad un dio, ad un albero della foresta; i suoi vaneggiamenti, le sue emozioni, il suo incontro con la divinità.
Potrei raccontarvi del sorgere di una luna rosso sangue, della descrizione emozionante e commovente di quello che significhi per QUEL mondo e quello che succede a tutti i suoi abitanti.
Poteri descrivervi delle battaglie. Degli eroi e degli amici, dei traditori e degli amori.
Ma non riuscirei a farvi capire che la milionesima parte delle emozioni trasmesse da questa carta stampata.
Una lezione superba di cosa voglia dire scrivere di mondi fantastici. Un libro, una saga, assolutamente sottovalutata. Per quanto l'inizio, cinque ragazzi trasportati improvvisamente dal nostro mondo a quello fantastico di Fionavar, possa apparire a prima vista banale.
Uno stile brillante e coinvolgente. L'espediente di descrivere lo stesso avvenimento dai diversi punti di vista dei vari protagonisti non è nuovo, ma qui è svolto in un modo così delicato...
L'ennesima prova di dove abbiano copiato autori molto più osannati di Kay.
Insomma, io vi consiglio di leggerlo.
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Ansiogeno
Durante la lettura di questo libro ho attraversato parecchi stati d'animo contrapposti tra loro, cosa che mi mette un po' in difficoltà nel recensirlo.
Ciònonostante ci provo.
Appena iniziato a leggere mi pareva di essere entrato in un incubo ad occhi aperti, la "realtà" di questo libro mi opprimeva. Il mio cervello continuava a rifiutare quello che stavo leggendo.
Non stento a dire che ho faticato parecchio ad andare avanti all'inizio, quasi la mia coscienza si riufiutasse di credere a quello che leggeva.
Poi, man mano che l'incubo continuava, pur restando sottopelle sempre un sottilo senso di disagio, è subentrato il desiderio di sapere come andava a finire, lasciando poi il posto ad un incomprenisbile senso di ottimismo verso la fine, come se i miei sensi si fossero assuefatti a tanta violenza, a tanta crudeltà.
Probabilmente ho compiuto lo stesso percorso emotivo dei protagonisti, ed è questa la peculiarità di questo libro. C'è la storia dei protagonisti ovviamente che ci accompagna per tutta la trama, ma c'è anche un numero notevole di sottotrame.
Tante quanti sono gli alunni costretti in questo macello all'aria aperta.
E l'autore riesce a dare una connotazione perfetamente plausibile ad ogni azione di ciascuno di loro, al loro modo di affrontare la situazione, ben sapendo che, tra tutti i quarantadue partecipanti, sicuramente noi lettori avremmo trovato il nostro corrispettivo di carta.
Io alla fine l'ho trovato. E non fa una bella fine. Si tratta dell'ingenuo studente che fa scudo del proprio corpo per salvare la vita alla ragazza da cui viene irretito. Certo. Perchè in questa delirante discesa agli inferi ciascuno attinge alle proprie forze, fa leva su quello che l'istinto gli suggerisce. Che sia il cervello, la forza o il proprio corpo.
Alla fine nessuno ne esce senza macchia.
Un libro denuncia di tutti i totalitarismi travestito da videogame, e proprio per questo forse più comprensibile e devastante dei suoi grandi predecessori.
Game over? Vedremo!
Lo consiglio senza dubbio!
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... e un'altra saga è andata!
Eccoci qui.
Un'altra matassa è arrivata alla fine lasciandomi in mano solo i resti, i ricordi di lettura.
Sì d'accordo non era Rothfuss o Tolkien ma mi ero affezionato a questi personaggi.
Mi sono parecchio immedesimato nel protagonista, aiutato certamente dalla narrazione in prima persona, e dall'autoironia che lo contraddistingue in ogni sua azione.
Quest'ultimo capitolo è avvincente, trascinante e commovente come dovrebbe essere ogni ultimo capitolo di una saga.
Il finale lascia senza fiato fino all'ultima riga, e alla fine scopri che non le avevi pensate proprio tutte. E questo va sicuramente a merito perenne di Riordan.
Ve li consiglio tutti, dal primo all'ultimo questi libri.
E io resto in attesa della prossima saga, già annunciata, di questo autore molto prolifico.
Speriamo bene!
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Hard fantasy
D'accordo che è un fantasy ma c'è un limite a tutto.
Lo spunto iniziale è senza dubbio originale, e anche l'ambientazione Irish azzeccata e curata, ma il resto...
Mamma mia...
La trama si perde in mille descrizioni inutili dei vestiti, sempre più succinti della protagonista, che in preda a delirio erotico (per carità certamente ispirato ai perfidi Unseelie, ma certe uscite del tipo "Come lo vidi mi venne voglia di scoparlo", oppure, "il suo braccialetto di perle continuava a stimolare perla dopo perla il mio c.......e", o "l'orrendo mostro dai genitali equini...." insomma decisamente poco utili nell'economia della trama), passa miracolosamente illesa da qualunque buco malfamato riesca a infilarsi.
Per carità è scritto sotto forma di diario personale, quindi forse ha una spiegazione questo perdersi in particolari non propedeutici alla trama, però l'ho trovato decisamente forzato.
E vorrei sottolineare che non lo dico per questioni di pudore o imbarazzo, ma proprio perchè li ho trovati decisamente inutili, ancorchè senza dubbio eccitanti (e come potrebbe essere diversamente?).
Una lettura ma solo per curiosità ve la consiglierei anche, ma niente altro.
Non credo che comprerò il seguito.
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A caval donato....
Questo libro mi è capitato tra le mani quasi per caso, regalo tanto inaspettato quanto gradito.
Devo ammettere che non l'avrei mai comprato di mia spontanea volontà, ma a volte il caso fa le cose per bene.
Quindi, capitatomi tra le more di due libri, ho iniziato a leggere.
E sono rimasto sorpreso, colpito, di come l'autore riesca a catapultarci, nel breve volgere di un paio di capitoli, da una realtà domestica e quasi sonnolenta a un'altra fatta di violenza, paura e lotta per la propria sopravvivenza.
Questi otto ragazzi che improvvisamente si trovano a dover lottare per la propria vita e per la libertà dei propri genitori e del proprio paese, sono commoventi e ciascuno con una psicologia molto ben delineata.
Ho trepidato per loro e insieme a loro ad ogni capitolo.
Mi resta solo un unico grande dubbio. Questi erano dei ragazzi perfettamente normali ed improvvisamente diventano dei perfetti esperti di guerriglia urbana e di armi e tattiche militari...
Mah... forse è un tantino inverosimile. O forse anche io, noi, trovandoci nella stessa situazione ci ritroveremmo come loro a diventare dei grandi strateghi.... Chissà.
Mi auguro di non scoprirlo mai!!!
Comunque da leggere. E aspettare con ansia il secondo volume!
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Piero comanda colore...
Uffa... Non me ne sono nemmeno accorto e sono arrivato all'ultima pagina!
Dai ma ce ne sono così tanti di colori!
Ha bisogno di suggerimenti? White? Yellow? Black?
Va beh come avrete capito mi è piaciuto parecchio.
Sono arrivato alla fine senza nemmeno rendermene conto.
La trama si fa sempre più interessante e le genialate trovate dall'autrice per risolverla mi sono piaciute parecchio fino al colpo di scena finale.
A mente fredda forse potrei dire che me lo sarei dovuto aspettare. Ma l'ho divorato così velocemente che non mi sono fermato a pensare troppo.
Stile senza troppe pretese come gli altri, ma si legge leggero e veloce.
Alcuni personaggi come Xemerius resteranno nel mio cuore per parecchio. Avrei solo un dubbio sul finale, ma magari chiedo via PM a chi lo ha già letto!!
Dai leggetelo! Un fantasy a tinte harmony ma molto piacevole!!
:))
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Che cantonata!
Ragazzi che cantonata che ho preso! Penso che sia la prima volta che mi succeda da quando leggo. Cioè da tantissimo tempo!
Qualche mese fa avevo letto e recensito, stroncandolo, il precedente libro di questa saga, Red, ma ho fatto un errore imperdonabile.
Per ragioni che non saprei spiegare, mi è capitato di riprendere in mano quel libro e dargli una seconda lettura, e l'ho divorato! Dopodichè mi sono gettato d'impeto su questo.
Nessuna pretesa letteraria sia chiaro, stile senza troppi fronzoli, ma una piacevolezza incredibile.
Le pagine scorrono una dopo l'altra e, senza che me ne sia accorto, sono arrivato all'epilogo e con una gran voglia di correre a comprare il seguito, Green.
Le avventure si susseguono pagina dopo pagina, senza il tempo di tirare il fiato. Il linguaggio dei protagonisti è (finalmente) quello di ragazzi di oggi, pieni di modi di dire e anche di qualche bimbominkiata, ma dopotutto ci sta a pennello.
La figura del demone/gargoyle mi fa morire dal ridere.
E io... MI chiedo cosa diavolo ho letto al posto di Red qualche mese fa. O forse dove avessi la testa. O forse non era il momento giusto. O forse...
Va beh avete capito.
Vi consiglio di leggerlo, con testa leggera e occhi aperti!
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Una storia d'amore
Che fascino Stephen King.
Che fascino QUESTO Stephen King.
Una storia al di fuori dei suoi soliti schemi oserei dire.
Una storia delicata...
Che ci fa volare sulle ali dei nostri sogni (chi di noi non ha mai sognato di poter tornare indietro nel tempo), che ci fa volare sulle ali dell'amore.
Dell'amore che resiste a tutto.
Sono stupefatto... Perchè era da un po' che non leggevo più nulla di King...
In certi punti l'ho riconosciuto. La sua penna senza fronzoli è proverbiale. In altri invece mi ha inchiodato alle sulle assi dei miei sentimenti. Con chiodi d'argento.
La teoria dell'effetto farfalla e dei paradossi dei viaggi nel tempo è arcinota, ma lui la tratta in modo così originale.
Chapeau! Certe scene resteranno scolpite nei miei ricordi per sempre.
E per la prima volta da tanto tempo mi viene voglia di rileggere un libro appena finito...
Per riassaporare... Per succhiare questa storia fino al midollo.
Per lasciarmi trasportare dagli ideali e dai sentimenti del protagonista.
Corposo, questo tomo, ma si legge con una facilità imbarazzante.
Grazie King, e bentornato nel mio cuore!
Ve lo consiglio...
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Delirio dialettico
Me la immagino questa belga irriverente mentre scrive questo libro.
Seduta con lo sguardo fisso davanti che pensa: "Vediamo, come posso girare questa frase in modo che non si capisca nulla e che sia necessario leggerla almeno tre volte prima di intendere cosa volessi dire? Come posso parlare di un assassinio in modo che non ci si capisca niente".
Dopodichè, scossa dalle risate, e con le lacrime agli occhi, la vedo mettere mano alla macchina da scrivere (chissà perchè in questa mia parentesi onirica non la immagino al pc. Mi pare che non le appartenga) e buttar giù questa serie interminabile di guazzabugli dialettici. Di acrobazie semantiche.
Che ostentazione di cultura. Che manifestazione del saper scrivere! Ineccepibile! Solo in Umberto Eco avevo trasecolato, leggendolo, in modo paragonabile.
Il solito cinismo, la solita freddezza che esce da ogni riga. Ormai è chiaro che questa è la sua cifra stilistica, ma devo ammettere che contrariamente alla mia precedente fatica di lettore, questa volta almeno ogni tanto mi ha strappato una risata.
Di tristezza, sia chiaro. Quanto talento sprecato.
Scrive da dio la Nothomb è evidente questo.
Ma pare che scriva come per una tesi in semantica per un dottorato di ricerca. Nessun calore, nessuna passione.
Ho provato a darle una seconda possibilità.
Ma mi sono sentito un po' preso in giro.
Cento pagine di equilibrismi lessicali.
Da leggere, se non altro, per vedere come si scrive.
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Cinismo a piene mani
Io non vorrei passare per lo stroncatore di "best qsellers", ma sono un po' esterrefatto.
Questo libro è di una freddezza e di un cinismo incredibile.
Non so se anche gli altri saranno così, ma non credo che mi piaccia tanto questa autrice.
La guerra e il freddo come motori e benzina delle azioni umane, che poi più tanto umane non sono più.
La ragione azzerata dal bisogno di calore.
E alla fine la morte vista come benefica via d'uscita.
Sì è la guerra ma è terribile.
Il professore è meschino, Marina è animale, Daniel è l'unico che presenti un minimo di sentimento ed è rimarchevole che inizi a presentarlo proprio quando gli altri smettano di farlo.
Questa scrittice ha una visione fredda e distaccata dalla sua stessa storia.
E' un comportamento che ho già visto in altri autori, quando vogliano prendere le distanze dall'universo da loro stessi creato.
Ci lancia in faccia qualcosa di sgradevole e poi scappa a nascondersi dietro un paravento.
Il gioco di quali libri salvare è solo un pretesto per parlare d'altro.
L'uomo in condizioni estreme retrocede a animale. Punto. C'era bisogno di scriverci un libro in tal guisa?
Vorrei infine giustificare le due stelline allo stile. Io ODIO i libri in forma di copione teatrale. Ma è una mia misera opinione personale.
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Divertimento puro
Raramente mi sono così divertito leggendo un libro fantasy.
E tutto sommato devo dire che non mi aspettavo di riuscire a trovare qualcosa di originale in un panorama ormai così fitto da consentire pochissimi spiragli, in cui intrufolarsi, a un nuovo scrittore.
Paola Boni riesce a contestualizzare invece nel nostro mondo dei personaggi che, a una prima occhiata, sembrano fuori posto, ma che alla fine non ci stanno per nulla male.
Un ragazzo col potere di evocare demoni, e poi incontriamo altri maghi e druidi con i loro famigli.
Siamo in pieno lirismo celtico in salsa horror, e non si capisce del tutto da che parte siano il Bene e il Male.
Anche alla fine della storia rimarrà il dubbio. Almeno, a me è rimasto.
Ogni capitolo, sapientemente non troppo lungo, ha il suo bravo colpo di scena.
Non ti stanchi mai di leggerlo e arrivi alla fine che non te ne accorgi quasi.
Non aspettatevi grandi temi, descrizioni imperdibili, personaggi indimenticabili.
Ma un trend fumettistico che sembra cucito apposta sulla trama.
E io mi sono divertito un sacco a leggerlo.
Sapete cosa vi dico? Che quasi quasi mi vado a comprare il secondo volume.
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emozione
Che bella emozione riprendere in mano un giallo Mondadori dopo anni.
Ne saranno passati almeno venti.
E questo è un classicone.
Ellery Queen che indaga su una vecchia indagine che coinvolge Sherlock Holmes e il fido Watson.
Lo stile è quello di Conan Doyle con i due fidi compari che ogni pagina sono impegnati in qualche colluttazione o nell'analisi di qualche misterioso indizio, per arrivare alla cattura di niente di meno che Jack lo Squartatore.
Il tutto inframezzato dalle ironiche e spiazzanti battute di Ellery Queen e soci, che alla fine tenteranno di mettere la parola fine all'indagine. Ci riusciranno?
Una contaminazione tutto sommato molto ben riuscita.
Si legge velocemente e, anche se gli indizi tutto sommato sono abbastanza palesi, si arriva alla fine col fiato sospeso.
Da leggere con leggerezza.
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