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aittam Opinione inserita da aittam    28 Gennaio, 2011
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il padre del genere

Trama Il romanzo inizia nella Contea, una zona felice abitata dagli hobbit, ad ovest della Terra di Mezzo. Qui, a Hobbiville, vive Bilbo Baggins che, molti anni prima, di ritorno da un viaggio ad est, incontrò una strana creatura, Gollum, a cui rubò l’Anello del comando capace di controllare tutti gli altri anelli, forgiati da Sauron, l’oscuro signore. L’hobbit però aveva scoperto solamente che, infilandolo al dito, era in grado di far sparire colui che lo indossa.
Il giorno del suo 111° compleanno Bilbo decide di partire, e lascia l’Anello a suo nipote Frodo, che apprende dallo stregone Gandalf la sua enorme importanza e pericolosità.
Frodo quindi parte con degli amici, Pipino Tuc, Merry e Sam Gamgee, per dirigersi a Gran Burrone, dimora degli elfi. Sulla strada i quattro si imbattono più volte nei Nazgûl, i nove cavalieri neri al servizio di Sauron incaricati di riprendere l’Anello.
Durante una sosta in un villaggio si aggiunge alla comitiva Aragorn, detto Grampasso, che dopo un difficile cammino riesce a condurli a Gran Burrone.
Lì si forma la Compagnia dell’Anello (composta dai quattro hobbit, Aragorn, il nano Gimli, l’uomo Boromir, l’elfo Legolas e lo stregone Gandalf), incaricata di condurre Frodo ad est per distruggere l’Anello dove fu creato, a Mordor.

Personaggi Frodo Baggins: è un giovane hobbit che dopo aver perso i genitori viene adottato da suo zio Bilbo. Dopo la partenza di suo zio riceve l’Anello, che custodisce segretamente per 17 anni. Quando parte per il suo viaggio ha 50 anni. E’ molto stimato dai suoi compagni, che lo vedono subito come capo della spedizione per la sua intelligenza e per le sue capacità. E’ molto amico del suo giardiniere Sam.

Luogo e tempo La storia si svolge nella Terra di Mezzo, una terra immaginaria circondata dal mare e ricca di foreste, fiumi e catene montuose. Il momento è la terza era, anno 3020 circa; si può paragonare al periodo del Medioevo come tecnologia, mezzi e abbigliamento.

Analisi Il tempo della storia è molto maggiore del tempo del racconto, spesso con grandi salti di mesi o anni, anche se ci sono parecchie lunghe descrizioni, con rari dialoghi.
Il narratore è esterno, focalizzazione zero, e a volte inserisce delle anticipazioni sul futuro che svelano qualcosa della storia.

E’ un libro molto bello e mi è davvero piaciuto. Racconta una storia sempre gradevole e interessante, con un ritmo abbastanza lento, ma che comunque riserva sempre delle invenzioni dell’autore o degli eventi inaspettati che tengono alta l’attenzione di chi lo legge.
Una critica che potrei fare è che ci sono a volte delle descrizioni davvero lunghe, di più di una pagina, che rendono al massimo l’idea del luogo ma che stancano un po’.


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aittam Opinione inserita da aittam    28 Gennaio, 2011
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critica ancora attuale

BREVE RIASSUNTO: il romanzo comincia con una descrizione della situazione del mondo attraverso dei ragionamenti del protagonista e dei piccoli fatti. La storia vera e propria, invece, inizia un giorno, in cui Winston comincia a scrivere su un quaderno (uno dei pochissimi rimasti), sfogando i suoi pensieri contro il regime che opprimeva da anni il Paese. In particolare, una delle sue preoccupazioni principali era se, come sosteneva il Partito, si vivesse meglio ai suoi giorni, o nella società definita “dei capitalisti”. Una piccola speranza, nella sua avversione verso il sistema, gli viene data dalla possibile esistenza della “Confraternita”, una comunità segreta di oppositori del Partito, con a capo il suo peggior nemico, il ribelle Goldstein. In questa vicenda alquanto bloccata, la svolta arriva quando una ragazza, che fino ad allora Winston aveva ritenuto come sostenitrice del regime, gli dà di nascosto un biglietto nel quale ha scritto solo due parole: “ti amo”. Però in quella società, dove i rapporti privati tra le persone erano proibiti e pressoché inesistenti, quel contatto significava moltissimo.

PERSONAGGI: WINSTON – il protagonista è uno dei pochi che continua a pensare con la propria testa e non con la mentalità imposta dal Partito. Lavora come impiegato al Ministero della Verità, dove ha il compito di falsificare il passato, cioè di modificare tutti i documenti, giornali compresi, in cui potrebbe comparire qualcosa che contrasta con quanto detto, fatto o previsto dal Partito.


IL TEMPO: è ambientato in un ipotetico futuro immaginato dall’autore nel 1984, in cui è al potere il cosiddetto Socing (socialismo inglese) che ha imposto un regime autoritario ai limiti del possibile.
Il tempo del racconto è abbastanza lineare, e ci sono a volte dei salti in avanti, e raramente dei flashback nel passato.


IL LUOGO: il mondo è diviso in tre mega-stati perennemente in guerra tra loro: l’Oceania (Gran Bretagna, Sudafrica, Australia e Americhe), governata dal Grande Fratello a capo del “Socing”; l’Eurasia (Europa continentale, Medio Oriente e Africa settentrionale), dove governa il “Neobolscevismo”; l’Estasia (Asia e Africa Centrale), in cui regna la mentalità dell’ “Annullamento dell’Io”. In particolare, la vicenda è ambientata a Londra, la capitale di Pista Uno (l’Inghilterra).

IL NARRATORE: è interno, rappresentato dal protagonista. Anche la focalizzazione è interna, e il punto di vista è sempre quello di Wilson.

TESI: questo romanzo è un'accusa nei confronti della pretesa dei regimi totalitari di voler piegare la realtà e le persone ad un fine superiore, che idealmente coincideva con la felicità del popolo, ma alla fine era solo il potere assoluto. Potrebbe essere anche visto come un invito a non perdere la propria coscienza, la propria memoria e la propria individualità, a continuare a pensare con la propria testa senza farsi influenzare dall’esterno, anche nella situazione esagerata di questa vicenda.

GIUDIZIO PERSONALE: è un libro molto particolare, dato che in certi punti mi è sembrato che diventasse più che altro un trattato politico mascherato da romanzo. Sicuramente colpisce molto il modo in cui è raccontata la situazione in cui si trovano le persone e la mentalità del Partito, che controlla tutto tramite i teleschermi, che punta all’annullamento della personalità, con i modi più diversi e inquietanti possibili.
Per tutto il libro il protagonista rimane appeso alla realtà, nonostante il socing faccia qualunque cosa per evitare che chiunque si possa ribellare o possa anche solo pensarci.
Il finale, però, è completamente pessimistico, quindi l’autore sembrerebbe sostenere che non si possa fare nulla contro organizzazioni così forti, ed è inevitabile venirne influenzati e finire “modellati” dalle continue pressioni che esercitano.

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Romanzi
 
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aittam Opinione inserita da aittam    28 Gennaio, 2011
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realtà fantastica

Trama_ Il romanzo parla di una famiglia, i Buendía, e ne segue le vicende per sei generazioni, in uno sperduto villaggio tra le paludi, Macondo.
Partendo dal fondatore del villaggio e capostipite José Arcadio Buendía, si vengono raccontati eventi e personaggi che sembrano seguire un percorso comune, nel quale si intrecciano migliaia di vicende ma tutto rimane invariato.
Dopo tutta una serie di fatti, nascite, morti, amori e battaglie si arriva all’ultimo della stirpe, Aureliano, che riuscirà a capire, ripensando alla storia della sua famiglia, l’incapacità di evolversi, di cambiare, nonostante l’impegno, le guerre e le conquiste affrontate per questo.


Personaggi_ Colonnello Aureliano Buendía: figlio del capostipite José Arcadio, è famoso per essere diventato comandante delle forze rivoluzionarie, prendendo parte a 32 battaglie (tutte perse). Ha avuto "17 figli da 17 mogli diverse, è sfuggito a 14 attentati, a 73 imboscate e a un plotone d’esecuzione, sopravvissuto a una dose di stricnina nel caffè". Durante la vecchiaia si è ritirato a Macondo e l’ha passata facendo e disfacendo pesciolini d’oro. E’, dei tantissimi, forse il personaggio chiave del libro, perché più degli altri dimostra l’impossibilità di cambiare degli uomini. E’ una persona estremamente riservata, pensierosa, seria, ma molto ribelle.

Luogo e tempo_ Tutta la vicenda si svolge a Macondo, un immaginario e fantastico paese immerso nella foresta colombiana. La storia si svolge in un tempo “fuori dal tempo”, dove passano gli anni, arrivano delle scoperte scientifiche dall’Europa, ma tutto sembra restare invariato e sembra essere un ciclo infinito.

Analisi_ Il tempo della storia è maggiore del tempo del racconto, e ci sono continui e grandi flashback e riferimenti al futuro tramite delle frasi che sembrano buttate lì, che raccontano delle analogie con quello che sta succedendo e quello che è successo o deve succedere. Il narratore è esterno e onnisciente, focalizzazione zero. Non ci sono lunghi dialoghi.

Questo libro mi è piaciuto molto, sia per lo stile dell’autore, sempre scorrevole e piacevole, anche se abbastanza complesso, sia per la storia raccontata, che non conta molto in sé, ma che ha un significato forte sotto la vicenda narrata. Inoltre è bello per il continuo passaggio tra realtà e fantasia, tra serietà e divertimento, e per “l’amara” ironia che è continuamente presente nel libro.


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Libri per ragazzi
 
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aittam Opinione inserita da aittam    28 Gennaio, 2011
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brava

TRAMA: Jan, il protagonista, dopo essere stato per anni in Francia a studiare storia medievale, in particolare del XIII secolo, ritorna dalla sua famiglia negli Stati Uniti.
Là rincontra Daniel, un amico, con cui gioca sempre a “Hyperversum”, un gioco di ruolo per computer dove, dopo aver inserito lo scenario in cui si vuole giocare, si deve impersonificare dei personaggi di quel tempo e svolgere vari compiti, il tutto reso possibile da un visore 3D e guanti in fibra ottica, che facevano sembrare il giocatore veramente dentro al gioco.
Il giorno dopo il suo ritorno, Ian e Daniel decidono di giocare una partita ad Hyperversum, avente come scenario la Francia del marzo 1214, qualche mese prima della battaglia di Bouvines tra francesi e inglesi, invitando anche la ragazza di Daniel, Jodie, e altri due amici, Donna e Carl.
Appena cominciata la partita ian, daniel e jodie si ritrovano su una spiaggia nella regione delle Fiandre, senza però carl e donna, e quando provano a uscire dal gioco non ci riescono, accorgendosi di essere veramente finiti, senza sapere come, nella Francia medievale.
Comunque i 3 non si perdono d’animo e cominciano a cercare gli amici dispersi, arrivando in un villaggio.
Dopo aver provato a chiedere informazioni (Ian sapeva parlare il francese), i giovani vedono una ragazza disturbata da un soldato e Ian cerca di aiutarla.
Sfortunatamente, quel soldato è lo sceriffo del feudo, jerome derangale, e prendendo come scusa il fatto che i tre non si erano registrati all’ingresso del villaggio, fa frustare ian e li porta in prigione.

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Romanzi
 
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aittam Opinione inserita da aittam    28 Gennaio, 2011
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tutto perfetto, ma il finale...

BREVE RIASSUNTO: il romanzo racconta le vicende di David Martìn, un giovane scrittore che vive in povertà a Barcellona negli anni ’20 del Novecento. A diciassette anni il direttore del giornale per cui faceva l’apprendista gli dà l’opportunità di pubblicare dei racconti a puntate in una pagina dedicata sul “Voz de l’industria”. Lui la sfrutta molto bene e, grazie al suo talento, comincia a farsi notare e a suscitare delle invidie tra i colleghi più grandi. Per questo il direttore decide di licenziarlo; comunque David riesce a trovare una casa editrice che lo assumerà, costringendolo però a pubblicare dei romanzi uno dopo l’altro in successione sotto lo pseudonimo di Ignatius B. Samson. Dopo parecchi mesi e migliaia di pagine, però, lui comincia a sentirsi distrutto e va da un medico, che gli diagnostica un tumore al cervello, il quale lo ucciderà nel giro di un anno al massimo. Nello stesso momento, David riceve l’offerta di Andreas Corelli, un misterioso editore, il quale mette sul piatto 100.000 franchi e la prospettiva di guarire dalla malattia. In cambio, però, gli commissiona una sfida molto difficile: creare per suo conto una nuova religione.

PERSONAGGI PRINCIPALI: DAVID MARTÍN- è il protagonista e ne vengono raccontate le vicende dall’infanzia fino alla mezza età. Inizialmente è un ragazzo pieno di passione per i libri e la letteratura, ma man mano che passano gli anni e che si susseguono problemi sempre più grandi, lui cambia e comincia a vedere la vita con disillusione e in modo estremamente critico e cinico.
ISABELLA- anche lei aspirante scrittrice, quando David diventa famoso fa di tutto per diventare la sua assistente (riuscendoci) e imparare da lui il mestiere. Assomiglia molto al protagonista da giovane, con la differenza che però lei non cambierà e manterrà anche da adulta un grande entusiasmo e vivacità, che la aiuteranno a non abbattersi mai.
ANDREAS CORELLI- è uno sconosciuto ma apparentemente ricchissimo editore dalle ambizioni altissime e probabilmente esagerate, e per soddisfarle non si fa scrupoli a diventare il mandante di omicidi o incendi o altri tipi di intimidazioni. David comincerà ad un certo punto della storia a dubitare della sua moralità e a indagare sul passato.

IL TEMPO: il tempo della storia dal 1917 (con flashback anche negli anni precedenti) alla fine degli anni Venti, e il romanzo si conclude con un salto in avanti al 1945.

IL LUOGO: è ambientato esclusivamente a Barcellona, definita spesso la ‘città delle ombre’ per il suo clima movimentato e allo stesso tempo oscuro e malavitoso.

IL NARRATORE: il narratore è interno, e si esprime attraverso la persona del protagonista David Martìn. Il punto di vista è sempre quello del protagonista, e la storia sembra essere raccontata dal narratore anni dopo che si sono svolti i fatti.

GIUDIZIO PERSONALE: questo romanzo mi è piaciuto molto, sia per lo stile veloce, ironico e scorrevole dello scrittore, sia per la storia narrata in sé, che mi è sembrata originale e ben sviluppata. Leggendolo a volte si prova un po’ di dispiacere per il protagonista, a cui periodicamente si aggiungono nuovi problemi, che sembrano sempre gli ultimi perché si pensa che peggio di così non possa andare, mentre regolarmente accade qualcosa che lo fa sprofondare ancora di più.
Tutto questo, però, ad esclusione degli ultimissimi capitoli.
Infatti non mi è piaciuta la conclusione del racconto, che mi è sembrata un po’ improbabile e poco chiara, e che secondo me non risponde alle aspettative che ci si fa man mano che si legge il libro.


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Classici
 
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aittam Opinione inserita da aittam    28 Gennaio, 2011
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da interpretare

BREVE RIASSUNTO: nel romanzo si svolgono due storie parallele, una ambientata a Mosca negli anni Trenta, e l’altra a Gerusalemme ai tempi di Gesù. In Russia, all’inizio del racconto, due scrittori, Ivan e Berlioz, incontrano uno strano individuo, probabilmente straniero, che si presenta come esperto di magia nera e che, dopo aver descritto nei dettagli la morte di uno dei due (che in effetti avverrà pochi minuti dopo), spiega ai suoi atei e scettici interlocutori che Gesù è realmente esistito, iniziando a raccontare la storia di Pilato e della condanna di Cristo (l’altra storia all’interno del libro, appunto). Successivamente a Mosca si susseguono degli strani episodi in continuazione, ad esempio sparizioni di persone, o l’apparente pazzia di alcune personalità importanti, che verranno portate al manicomio cittadino. Uno di questi è lo stesso Ivan, che al manicomio conosce il Maestro, uno scrittore che anni prima aveva pubblicato un racconto su Ponzio Pilato, e che era stato duramente criticato e giudicato pazzo dalla stampa. Questi espone la storia della sua vita, in particolare del suo amore per Margherita.
Intanto gli strani fatti proseguono, e si scoprirà che lo straniero, Woland, non è altri che Satana in persona, accompagnato da un seguito di aiutanti (gli autori delle malefatte nella città); lo stesso Woland mostrerà interesse per Margherita, e la farà diventare una strega, in cambio della promessa di farle rincontrare il Maestro e di permettere loro di tornare alla vita di prima.


PERSONAGGI PRINCIPALI: MARGHERITA – L'amante del Maestro, incastrata però in un matrimonio senza amore con un riccone, incontra il Maestro e si innamora di lui. E’ disposta a tutto pur di tornare col suo amato, anche a fare un patto con il diavolo. E’ decisa e senza scrupoli, anche se mostra spesso segni di compassione; è mossa solo dall’amore per il Maestro. Compare dalla seconda metà del romanzo in poi, nonostante la sua importanza cruciale.
WOLAND – si presenta come un mago straniero in città per uno spettacolo, in realtà è Satana in persona, giunto a Mosca per visitare la città e conoscerne gli abitanti. Raffigura appunto i valori e i comportamenti del diavolo, anche se mostra a volte dei segni di debolezza e fragilità (ad esempio reumatismi ecc.).

IL TEMPO: la vicenda è ambientata negli anni Trenta del Novecento. Dura molto poco, dalla sera del mercoledì fino a domenica all’incirca, quindi il tempo della storia è nettamente minore del tempo del racconto. E’ presente anche un altro ‘filone’ narrativo, ambientato nel I secolo d.C., nel quale la vicenda dura anche lì non più di una giornata o due.


IL LUOGO: parte della storia si svolge a Mosca, in Russia, e l’altra parte a Gerusalemme e nei luoghi vicini (Monte Calvo, Getsemani ecc.).

IL NARRATORE: è eterodiegetico e onnisciente; a volte il punto di vista è quello di un personaggio interno alla vicenda, ma non frequentemente.

TESI: il romanzo tratta molte tematiche diverse e complicate. Quella più evidente è il rapporto tra bene e male, giusto e sbagliato, dalla quale sembra di capire che bene e male (rispettivamente Gesù e Satana) non siano in contrasto tra loro, ma che collaborino quasi nella società, per mantenere l’equilibrio, e che in nessuna cosa possa esserci solo bene o solo male, ma che questi convivano e si compensino a vicenda. L’autore sembra anche criticare quella società, superficiale, corrotta, e con persone tutte identiche e vanitose.
Un altro tema è quello della libertà di espressione e in particolare di stampa, dato che l’autore fa capire chiaramente quanto sia ingiusta la censura (a cui verrà sottoposto lui stesso in questo romanzo), perché nega la verità.
E’ presente anche il tema della religione.

GIUDIZIO PERSONALE: questo libro è abbastanza complicato, sia per la storia in sé, in cui appaiono più di 150 personaggi, e che non si articola in modo logico e lineare ma con avvenimenti in apparenza scollegati e fuori dal comune, sia per il significato da interpretare, necessariamente nascosto dall’autore sotto figure e immagini strane per sfuggire alla censura, secondo me.
Comunque il romanzo è abbastanza piacevole, perché è ironico, molto satirico sulla società di quel tempo, e in alcuni tratti sa anche essere divertente.

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