Opinione scritta da LuigiDeRosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    15 Ottobre, 2014
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Reflesciasà

Allo scrittore di razza bastano poche parole per convincere anche il lettore più sprovveduto a seguirlo nella storia che gli andrà a raccontare, come al musicista geniale bastano pochi accordi. A Erri De Luca basta una staffa, non di quelle grosse e torte che si usano in edilizia per dare scheletro al calcestruzzo, nè di quelle da usare come arma impropria nei cortei, De Luca è combattente non violento, ma una staffa piccola, microscopica: un ossicino. Sì, lo scrittore descrive quell'osso che abbiamo nel cranio, quello che con l'incudine e il martello forma l'organo dell'udito, quello che accoglie tutte le vibrazioni del mondo esterno e dà il La alle nostre emozioni interne. Ossicino che può scoppiare investito dall'onda sonora provocata da un bombardamento del '45 a Napoli come a Belgrado molti anni dopo.
Ossicino che ci incanta accogliendo la voce di Enrico Caruso, la musica di Arturo Toscanini, l'indignazione di Herry Belafonte e quella di Bob Dylan. La staffa accoglie la preghiera acustica del martello dell'operaio, la preghiera di un poeta come Osip ?mil'evi? Mandel'štam, la preghiera eterna dei Salmi e quella assordante di chi vive e attraversa ogni giorno il Mediterraneo, ventre liquido di Asia, Africa e Europa. "La Musica Provata" è libro che spinge a riflettere, ad ascoltare la preghiera dell'altro, che sia l'operaio senza stipendio o il migrante senza speranza. "Reflesciasà" è contrazione italiana dell'espressione francese réfléchis à ça, rifletti a questo, è l'invito di un operaio turco di nome Kemal a Erri De Luca a riflettere sulla condizione dell'uomo che ha attraversato il mare per un lavoro, al quale il padrone ha negato il salario e lui stempera la rabbia, si pone in ascolto e chiede ascolto, "apro le dita e disfo l'ira e il pugno". Reflesciasà.

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Libri per ragazzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    14 Agosto, 2014
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Accartoccioni e orchi di Francia

"Storie di streghe, lupi e dragolupi" è una raccolta di 16 fiabe scritte dalle migliori favoliste di Francia*, tradotte ed adattate da Antonella Ossorio talentuosa autrice italiana di racconti per bambini che ha esordito quest'anno nella narrativa per adulti con "La Mammana" (Einaudi), impreziosite da coloratissimi disegni.L'intento pedagogico della maggioranza delle fiabe di questa raccolta è quello di porre i piccoli di fronte alle loro paure e alle loro insicurezze mostrando possibili soluzioni. Bruno Bettelheim nei suoi saggi paragonava spesso il racconto per bambini ad un simulatore di volo, il bambino leggendo o ascoltando la fiaba si trova nelle stesse condizioni di coloro che per imparare a volare si esercitano con questo tipo d'apparecchio. Il bambino grazie alle avventure di maghi, streghe e giganti affrontati con sfrontato coraggio dal Pierino o Giannino di turno imparerà a conoscere le proprie emozioni, a governarle per meglio comportarsi in determinate situazioni pretendendo la ripetizione della fiaba proprio per far propri certi concetti così come chi al simulatore si ripete l'esercizio dopo l'errore. Nella raccolta ci sono lupi (Lupino e Dragolupo) che devono imparare l'educazione, bambini che devono superare la paura di mostri inventati da malintenzionati che ne vogliono limitare la libertà, vedi la strega Zima che spaventa i piccoli con il mostro Accartoccione. Ci sono orchi (l'Orcoporco) che fanno il verso ai bulli che spesso s'incontrano a scuola, così come Malapatà strega e madre imbranata e inaffidabile? Lo Gnomo cattivo che impedisce ad una bambina di dormire paventando la possibilità d'esser abbandonata dalla mamma. Fuocomatto draghetto che imparerà ad amare i nonni. Agakura strega malvagia (versione femminile del Grinch) che verrà sconfitta dal Vecchio signore della Bontà e che dire poi della coppia che scoppia!, genitori che combattono la loro crisi coniugale a colpi di Magicafrulla e Magicafolle e a farne le spese (come nella realtà) la loro bambina che riuscirà invece a trovare la giusta soluzione. Infine Giannino bambino imbranatissimo che grazie all'aiuto del Granduca Mirtillo sarà trasformato in provetto pasticciere da far invidia a Sal de Riso. Che dite? Siete anche voi imbranati? Non vi riesce di fare un torta ricotta e pere come si deve ? Chiudete gli occhi e ripetete: "Pandolce al caramello, confettura e biscotti che... Ma che sto facendo? No, non posso rivelar più niente !

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    11 Agosto, 2014
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L'ebreo di Caltabellotta

Da voce comincio? Beh dall'ombra, Samuel Ben Nissim Farag, questo è il nome del protagonista di questo romanzo ambientato nell'Italia del XV secolo, in pieno Umanesimo. Samuel è ebreo, figlio di un alchimista, Nissim, e vive insieme alla madre Miriam nella "judicca" di Caltabellotta. Samuel fa da garzone al padre, consegna intrugli a domicilio, polverine contro vari mali anche la sterilità, sui guadagni lucra e i soldi "rubati" al genitore li nasconde per poi andare a divertirsi con Hakmet un giovane arabo con il quale ha una storia d'amore. Un giorno i due amanti sorprendono un ladro nel pozzo dove Samuel è solito conservare i suoi guadagni illeciti e lo uccidono. Lasciato il cadavere nel pozzo, i due si dividono. Samuel nei giorni successivi sarà avvicinato da un carmelitano, frate Arrigo, che avendo scoperto i traffici del piccolo furfante lo ricatta, vuole la sua conversione in cambio del silenzio. Samuel tira un sospiro di sollievo, il frate ignora l'assassinio e il suo vizio contro natura, ma fatti i suoi calcoli, accetta la conversione. Questa decisione spezzera il cuore al vecchio padre che, secondo il costume ebraico, ne maledirà il nome tre volte.
Il ragazzo, trasferitosi a Catania, prenderà il nome del suo potente padrino il conte Guglielmo Raimondo Moncada, dimostrando grande talento nell'apprendere le lingue e gli studi di telogia si trasformerà in uno dei peggiori nemici del suo popolo contribuendo non poco alla persecuzione degli ebrei in Sicilia, Napoli e a Roma dove diventerà un protetto del Vescovo di Molfetta e Savona Giovanni Battista Cybo futuro Innocenzo VIII. Anche a Roma Samuel/Guglielmo si macchierà di un assassinio, quello dell'usuraio Samuele di Porto e sarà costretto a fuggire, dopo un lungo pellegrinare che lo porterà fino in Irlanda dove si farà chiamare Guglielmo il Siciliano, tornerà in Italia a Urbino presso la corte del

Duca Federico da Montefeltro al quale si presenterà col nome di Flavio Mitridate, in questa nuova vita conoscerà il Conte Pico della Mirandola e vivrà altre avventure. Andrea Camilleri ci consegna un romanzo storico ricco di suspense e colpi di scena, sarà veramente arduo e avvincente inseguire quest'ebreo errante, questo camaleontico truffatore, assassino, cialtrone, persecutore e vizioso personaggio. Voi lettori, per una volta, vi sentirete "Commissario Montalbano" pronti all'inseguimento di quest'ombra che vi sfuggirà fino alla fine della storia. Finalmente, dopo molti anni, torna ad esaltarsi in questo scritto quel talento narrativo che avevamo apprezzato in romanzi come "Il birraio di Preston" o "La concessione del telefono".

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    05 Agosto, 2014
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Storie d'amori di briganti

Filomena Pennacchio è figlia di una pazza, fa parte di quelle vite di scarto che nell'Italia in guerra, quella del Nord contro il Sud che chiamarono Risorgimento, che affamò e assassinò poveri contadini come scriveva Gramsci in Ordine Nuovo nel 1920, cerca di sopravvivere alla fame e al disprezzo degli altri riuscendovi perchè è "janara" nel senso di donna indomita come la dea Diana. Giuseppe Schiavone è contadino strappato agli affetti e al piccolo paese irpino dove è nato, tornato dal militare sarebbe dovuto convolare a nozze con la fidanzata di sempre, Rosa Giuliani, invece il Piemontese succeduto al Borbone lo vuole di nuovo sotto le armi.
I signori cambiano il colore delle divise ma i soprusi sono sempre gli stessi.
Giuseppe Schiavone decide di disertare, con la morte nel cuore abbandona nuovamente la vecchia madre e si rifugia come un lupo sui monti in cerca di un suo branco e lo troverà; diventerà brigante al servizio di Carmine Crocco, con lui scoprirà l'arte del comando, con Ninco Nanco invece la ferocia, si trasformerà nello "sparviero", il brigante che piomba improvvisamente sul nemico per poi sparire nel nulla. In questa seconda vita incontrerà quella che diventerà la sua amante, Filomena che saprà sedurlo guadagnandosi l'odio del più pericoloso dei nemici che un uomo e una donna possano avere, il partner tradito, sarà infatti Rosa Giuliani l'ago sulla bilancia nel destino dei due briganti. Licia Giaquinto scrive di pancia con il rigore formale di Celan, ci consegna una storia di sangue e veleno, di rivincita e perdizione, soprattutto scrive con la passione di chi ama la propria terra ma non rinuncia al rigore della ricostruzione storica attenta e competente.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    02 Agosto, 2014
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Azionismo "napoletano"

Dopo "Blanca" e "Tre, numero imperfetto"( il più votato dalla giuria popolare dello Scerbanenco 2012) con "Rosso Caldo" Patrizia Rinaldi aggiunge un nuovo capitolo alla serie poliziesca che ha per protagonista il sovrintendente ipovedente Blanca Occhiuzzi del Commissariato di Pozzuoli.
Blanca "La Bella" com'è chiamata affettuosamente dall'ispettore Liguori suo compagno e collega, in questo romanzo sarà alle prese con più di un dramma, quello personale legato alla crisi psico affettiva con la figlia adottiva Ninì causata dalla fuga dal carcere del padre naturale, Luigi Russo, pericoloso criminale che intende riprendersi la bambina per biechi motivi facendo leva sul legame di sangue. Poi c'è il dramma di una coppia omosessuale, le cugine Rosselli, Mariarca e Alina alle prese con malattie vere e spiriti e voci più o meno immaginarie che le due donne dichiarano ai poliziotti di udire la notte attraverso le mura del loro basso adiacente alle cantine di Palazzo de Pignatta. Gli spiriti uditi dalle Rosselli diventeranno inquietanti quando in quegli stessi antri bui verrà ritrovato il cadavere di Girolamo Sellitto impiegato postale. Sul posto giungeranno Blanca, Liguori e l'agente scelto Giuseppe Carità, i tre sotto la guida dell'indomito commissario Martusciello dovranno districarsi in un fitto ginepraio di relazioni ambigue, ricatti, cambi d'identità, tradimenti e menzogne. Una storia appassionante quella che ci consegna Patrizia Rinaldi, ricca di suspense e colpi di scena. Un giallo elaborato alla perfezione, così come il ricorso a brevi capitoli dedicati all'approfondimento psicologico dei personaggi chiave riesce a coinvolgere ancor di più il lettore nelle vicende che li vede protagonisti. Un romanzo dai contenuti forti che porta nascoste dentro di sè tematiche di matrice psicologistica come la sofferenza del bambino adottato che si sente un abbandonato, l'anaffettività di certi genitori e l'autolesionismo al quale ricorrono i soggetti più deboli ben rappresentato dalla pratica all'Azionismo viennese alla quale ricorrono alcuni personaggi del thriller.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Luglio, 2014
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L'amicizia tra uomo e donna ed altri piccoli crimi

Philippe Djian ha una capacità come pochi di descrivere la Società liquida, quella analizzata dal sociologo Zygmunt Bauman; la Società senza più punti di riferimento. Se ne avessi l'opportunità chiederei volentieri a monsieur Djian se la Sainte-Bob non sia altro che una metafora voluta del suo modo di vedere il mondo delle relazioni umane; liquide e tortuose come il corso di un fiume. I protagonisti dei suoi romanzi infatti si trovano spesso a vivere molte delle loro epserienze a diretto contatto con il fiume Sainte-Bob che finirà anche per inghiottirne alcuni. Francis il protagonista di "Criminali" è alle prese con le bizze di un figlio ormai grande, Patrick, che lui ha cresciuto da solo dopo il divorzio, ma che adesso è deciso a seguire la madre in una balzana avventura in Guatemala, decisione che irrita non poco Francis che si sente tradito anche come padre oltre che come marito. Poi c'è il rapporto conflittuale con la nuova compagna, Elisabeth, che odia il vecchio padre di Francis. L'anziano genitore è malato di Alzheimer, ma soprattutto in famiglia è oggetto di un terribile sospetto, fu lui ad assassinare la moglie? Marc il figlio maggiore ne è convinto come la cognata Elisabeth, Francis no. Per Elisabeth il "vecchio" è un criminale! "Non lo voglio quell'assassino tra i piedi" griderebbe volentieri al compagno che invece del genitore ha una cura quasi maniacale. Accanto a Francis e Elisabeth si muovono altre coppie tutte in crisi profonda: Ralph e Monique che non riescono più a fare l'amore, cercano di tenere vivo l'interesse sessuale con giochini erotici o ricorrendo alla compagnia di altri partner. Il Professor Victor Blamont , il medico curante del padre di Francis, è a sua volta alle prese con gli isterismi della moglie, Juliette, che aspira a diventare madre, maternità che il dottor Blamont si ostina a negarle. Poi c'è Patrick innamorato di Nicole, donna molto più grande di lui e fondamentalmente testa calda del gruppo che s'infila nel letto di tutti. Queste coppie si odiano e si amano, sono alla continua ricerca di punti fermi, ma non riescono a trovarli, perché spesso i puntelli dell'uno rendono instabile quelli dell'altro. Nel lavoro, nell'amore, nel sesso niente si può dare per scontato, tutto è maledettamente liquido. La soluzione a questa mancanza di stabilità, certezza nei rapporti, fiducia nel futuro ogni personaggio la cerca affannosamente durante tutto il romanzo e non mancheranno i colpi di scena perché spesso la precarietà può costringere ad adottare soluzioni drammatiche, che non sono poi tanto lontane dalla realtà, anche in questo il romanzo di Djian è verosimile; delle soluzioni proposte infatti, a pensarci bene, ne sono pieni i nostri quotidiani.
Un romanzo , questo di Philippe Djian molto interessante, profondamente disarmante.

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Romanzi storici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Luglio, 2014
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Lucina e Biagio

La Mammana è una storia d'amore di quelle che durano tutta la vita, dove lui, Bartolomeo Campopiano proprietario di una merceria in Terra di lavoro, insegue lei con disperata rassegnazione; mentre lei, Lucina di professione mammana che in cuor suo lo ama, lo fugge con ostinata lungimiranza perchè convinta che il segreto che porta scritto nella carne finirà per rovinare tutto. La Mammana è una storia di profonda umanità, quella che si ha per i deboli e gli ultimi come Stella la bambina albina adottata dalla mammana dopo che la madre Amelia l'ha cacciata dalle sue carni e dalla sua vita, maledetta "stella"?
La Mammana è romanzo sull'identità quella che scoprirà grazie all'amore Biagio Longobardi ragazzino di Grazzanise con molta fame e pochi sogni o quella che scoprirà con l'odio nel cuore Rosario Di Fazio ragazzino con molta fame e pochissima speranza.
La Mammana è romanzo di rinascita quella del popolo napoletano che parteciperà ai moti del 1848 con la speranza che qualcosa cambi, ma nulla cambierà.
La Mammana è storia di cani, cuccioli e cagne che si stancano spesso di abbaiare ma mai di essere fedeli; compagni degli uomini che di loro si dimenticano sempre.
Antonella Ossorio ha scritto uno di quei romanzi che alla fine dell'ultimo rigo ti lasciano dentro il senso di aver letto qualcosa di veramente interessante. La sua scrittura è chiara e scorrevole perchè complesso e tenace è stato il lavoro di ricerca, così come Raffaele La Capria ci ha insegnato deve essere scritto un romanzo.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    15 Luglio, 2014
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Del ritrovato amor

Dino Falconio l'avevamo lasciato impegnato nella descrizione di avventure fantozziane con gli sci fra discese impervie e maestri leghisti in Jamme ncoppe 'e sci (2012) per poi finire a illustrare il nevrotico mondo di chi decide che è tempo di eliminare i chili di troppo ma non ha ancora fatto i conti con i parossismi di nutrizionisti e dietologi vedi Il tempo delle diete (2013), il tutto condito dal suo irrefrenabile umorismo very british, not much napulitan. Ritrovarlo narratore di una vicenda così struggente, inquietante e delicata quale fu la storia d'amore che ha legato Ferrante d'Aragona con la sorella Eleonora è stata una piacevolissima sorpresa. Non era facile raccontare quest'amore proibito ma Falconio c'è riuscito benissimo, senza scadere nel volgare, nell'erotismo da "cento sfumature", anzi il suo racconto è quello dello "storico" innamorato della sua città, deciso a narrare la Napoli dei Baroni, delle lotte senza esclusione di colpi tra Aragonesi e Angioini con la convinzione che un popolo che non serba memoria di quello che è stato, è un popolo privo di identità : sciatto e INDIFFERENZIATO.
L'amor proibito nato prestissimo fra i due ragazzini, Ferrante futuro Re di Napoli (1459) ed Eleonora, i bastardi di don Alfonso Re d'Aragona, figli di una delle sue tante amanti , Gueraldona Carlino, si protrasse tutta la vita. Fratello e sorella divennero amanti in una notte di plenilunio quando a Valencia insieme all'altra sorella, Maria, pensavano solo a sopravvivere all'odio di Maria di Castiglia che di quei bastardi avrebbe fatto volentieri a meno, come il cardinale Alfonso Borja fututo papa Callisto III acerrimo nemico di Ferrante. Quest'amore contro natura sfidò e sconfisse anche quello legittimo, consacrato da Dio, quello di Isabella Chiaromonte sposa di Ferrante e soprattutto di Marino Marzano, Duca di Sessa, marito gelosissimo di Eleonora, sarà quest'ultimo a presentare il conto salatissimo ai due fedifraghi.

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Romanzi storici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    15 Luglio, 2014
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I 25mila italiani di Creta

"Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower.// La richiesta è stata accolta". Questo è quanto ascoltano dalla voce di Badoglio attraveso la EIAR (Radio Italiana) milioni di italiani l'8 settembre del 1943. Lo stesso annuncio lo ascolteranno nei vari teatri di guerra anche migliaia di soldati italiani che in quello stesso istante realizzano che per loro le cose si metteranno veramente male; si ritroveranno d'un colpo soli e disprezzati da tutti. Dai tedeschi che li considerano dei traditori, dagli inglesi che li considerano degli sconfitti da schiavizzare come pretenderà in seguito De Gaulle.
Ore 17:00 del 19 ottobre la nave "Sinfre" è colpita da un siluro lanciato dal sommergibile inglese "Sportsman", dei 2389 italiani a bordo 1850 affogheranno, sotto lo sguardo indifferente degli inglesi e dei tedeschi, gli unici occupanti delle scialuppe negate agli italiani; solo i Greci mostreranno pietà per i cadaveri di quei ragazzi trascinati dalla corrente sulle loro spiagge. "Operazione Teseo" non è solo una ricostruzione preziosa della storia dei 25mila italiani che vissero e morirono a Creta durante la Seconda Guerra Mondiale ma anche la storia di tanti piccoli grandi eroi, uno fra tutti "Georgos Sfendilakis" nome da antartes (partigiano) del tenente Siro Riccioni che, come molti soldati italiani, non volle arrendersi ai Nazisti, dopo l'armistizio che li consegnava di fatto ai tedeschi, scappò armi in pugno sulle montagne cretesi e lottò per la libertà al fianco dei Greci rischiando la morte in più di un'occasione, salvando la vita a 272 connazionali. Il testo di Necco oltre a colpire per il lavoro certosino e instancabile di ricerca e documentazione storica che traspare in ogni pagina affascina per il ritmo e lo stile narrativo. Ci sono capitoli, per esempio "Gli eredi di Byron", che sembrano usciti dalla penna di Salgari o da quella di Ian Fleming, penso a personaggi come l'abate Archangelos Langouvardos che beffò più volte i tedeschi nascondendo gli inglesi nelle grotte del suo monastero per poi imbarcarli sul caicco
di "Skipper "(Francis Pool) o del "Pirata" (Mike Cumberlege) quindi il capitano Jack Smith Hughes che costruì una radio di fortuna per comunicare con gli agenti al Cairo. E come dimenticare il capitano Monty (George C. Montgomery Woodhouse) archeologo dal fisico possente e Xan (Alexander Fielding) così come il comandante Tom Dunbabin che, issato per giorni su di un albero, fece da vedetta per gli aerei della RAF che bambardarono l'aeroporto Timbaki. Infine Paddy (Patrick Leight Fermor) avventuriero e viaggiatore di mezzo mondo finito in Bulgaria sposato con una principessa che si ritrovò a piazzare esplosivi sotto i treni di Hitler e poi i runners (corrieri), i capetanioi e le migliaia di eroi greci che lottarono per la loro patria, uomini che spesso si comportarono verso gli Italiani da fratelli. Echeggia, dopo la lettura di questo libro, nella nostra memoria la vergognosa frase del piccolo Cesare di Predappio "spezzeremo le reni alla Grecia", meglio le parole del poeta greco Ghiannis Ritsos: «Scesero con le divise a brandelli, con vecchi fucili / senza pane nello zaino senza pallottole. / Si chiudevano i varchi alle spalle solo con piccoli fiumi incolleriti. // Avevano marciato mesi e mesi su pietre sconosciute / sulla neve assieme ai loro ulivi e alle loro vigne / qualcuno lasciò una gamba o un braccio lassù / qualcun altro una gran parte dell'anima»*.
Luigi Necco con questo libro ha ricordato a tutti noi quell'Anima Italo - Greca che l'ottusità fascista avrebbe voluto cancellare.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    24 Mag, 2014
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Pantera e Aixi eroine in bilico

E' da quando abbiamo scoperto che c'è un bar "sotto il mare" che non possiamo

più fare a meno dei personaggi che lo abitano, quelli che partorisce la fantasia prorompente di Stefano Benni. In questi due racconti imparerete a conoscere e ad amare Pantera e Aixi, le due eroine di questi mondi fatti di mare e di...biliardi. Sul panno verde che ricopre i "Tre Principi", questo il nomignolo dato dagli habituè del circolo "L'Accademia" ai tre biliardi più eleganti, si consuma la rivincita di "Pantera" contro il sesso forte (forte?). Bambina presa a calci dalla vita che, divenuta donna, armata di stecca (immagine acutamente castrante) , mette in riga ogni genere di giocatore, i maschi diventeranno stupidi birilli da abbattere al suo cospetto, fino a quando i suoi occhi caramboleranno nello sguardo sbagliato, quello di un uomo diverso dagli altri, diverso davvero?

"Aixi", ragazzina magra e sottile come un'acciughina, vive in un tugurio in riva al mare, il padre fa il pescatore e ha scoperto di avere un cancro, il maledetto si è annidato nei polmoni e come il paguro che ha trovato nuova tana, non ha alcuna intenzione di passare ad altra. Aixi è chiamata a reagire a questo dolore, a scoprire che la speranza come le stelle, c'è , si deve coltivare sempre, prima o poi il buio s'illumina e la sofferenza si spegne.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    05 Mag, 2014
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a me il piacere

Avicente Iguelmano era un medico catalano di quelli che "Dio ce ne scampi e liberi" così, lasciata la sua terra, aveva sperato di trovare nella "Colonia" rifugio e nuovo avvenire, mettendo miglia marine fra lui e i suoi fallimenti. A Napoli grazie alla protezione della Senora Eleonora Fernanda Antigua di Mezzala, nobildonna molto influente a Corte, aveva fatto la conoscenza di don Ilario Morales comandante della guarnigione del Castello di Baia, sposato con donna Dominga Morales, genitori della bellissima Belisaria, Lisario, bambina sfortunata che per un'incauta operazione chirurgica era diventata muta e per una malattia misteriosa narcolettica.
Al medico catalano don Ilario affidò la cura della "bella addormentata" convinto dalla Senora di Mezzala che nel giovane riponeva molta fiducia. Avicente, abituato a guarir malanni con inutili pilloline rosa, zuccherini e basta!, davanti a quella fanciulla addormentata non sapeva che fare. Passò giorni interi a studiarla, a guardarla dormire, ma dormiva davvero? Cominciò a scoprirla, lentamente e delicatamente. Prima un lenzuolo, poi gli indumenti finanche quelli intimi. Cominciò a scrutarne il corpo, infine a toccarla e poi...il sesso. Ecco la chiave, la chiave?
Alla fine Avicente, turbato, decide di rinunciare, fugge da quel castello e da quel corpo che l'attrae meledettamente. Ossessionato. Sesso...sesso...sesso. Quella donna gli è entrata dentro, così come il mistero del piacere, sì, il godimento erotico. Quella donna addormetata prova piacere o no ? Avverte o no la sua presenza ? Alla fine Lisario rinviene, i Morales, gridano al miracolo e don Ilario giunge a concedere la mano della figlia al suo "salvatore". Lisario sa quello che faceva Avicente al suo corpo mentre lei era incosciente? Il dubbio è nella coscienza di Avicente, non nella mente di Lisario che però non può raccontarlo questo segreto e allora? Lo scrive e a chi altri se non alla Madonna. Lisario è muta ma ha imparato a leggere e scrivere nonostante alle donne quest'arte non fosse insegnata. Invia lettere alla sua Pregiatissima,Suavissima e Dolcissima Signora; le racconta di questo marito strano, che la spia e la osserva dentro, come fosse un animale e poi...
Si chiama Jacques Israel Colmar ,è un giovane pittore, conosciuto durante una cerimonia religiosa e lei se ne è innamorata, rivela anche questo alla sua Dolcissima Signora. E' molto diverso da suo marito, ne è attratta ed è pronta a lasciare tutto e tutti per lui. Quale sarà il destino di questi giovani amanti?
E' magnifica la Napoli "dipinta" dalla penna della Cilento, quella seicentesca vivace e chiassosa, pezzente e indomabile "raccontata" dai pennelli di Juan Do e Jesepe de Ribera (lo Spagnoletto) quella cialtrona e ribelle di Masaniello, quella ruffiana e servile di Tonno d'Agnolo. Al centro della scena c'è lei, donna Lisario, che da oggetto diventa soggetto, l'eros infatti è quello gridato dalla Lisistrata di Aristofane, quell'energia misteriosa che non è e, non deve più essere piacere solo degli uomini.
La forza di Lisario conquista, lei e noi lettori scopriremo che il suo amare "non ha alcun limite eccetto il cielo*"


*Miguel de Zerbantes

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Letteratura rosa
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    23 Aprile, 2014
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il dipinto perduto

Siamo in un paesino del Nord della Francia agli inizi del Novecento, corre l'anno 1914.Gli uomini sono al fronte affossati nelle trincee e chissà se torneranno vivi.
A casa sono rimaste le donne, i vecchi e i bambini. Inoltre il paese di confine è stato occupato dai Tedeschi che hanno ridotto alla fame la popolazione.
Sophie Lefèvre con la sorella Hèléne gestiscono l'unico albergo esistente,
"Le Coq Rouge", aiutate dai loro figli. I Tedeschi decidono di fare dell'albergo
la loro mensa. Il Kommandant del reggimento prende in simpatia le due donne, che invece sono restie
a qualunque contatto che non vada oltre il lavoro. Potrebbero essere accusate
di collaborazionismo a guerra finita (se mai dovesse finire la carneficina) e non vogliono
perchè per i crucchi nutrono lo stesso dispezzo del resto degli abitanti, anche se per amore dei figli devono accettare le loro proposte di diventare cuoche del reggimento. Sophie possiede nell'abergo un quadro "La ragazza che hai lasciato", è il suo ritratto. Edouard, suo marito, pittore allievo di Matisse, lo realizzò quando, giovanissimi, si conobbero a Parigi. Il Kommandant si rivelerà anche un esperto
d'arte, quando la povera donna verrà a sapere che il marito è in pericolo di vita nelle mani dei crucchi,
cede al ricatto dell'ufficiale, gli offre il suo prezioso quadro, poi per circostanze
misteriose la stessa donna sparirà. Avrà raggiunto il marito? Sarà stata uccisa dai "partigiani"?
Londra 2010, Liv la vedova di un noto architetto incontra per caso un amico, Pual, esperto
d'arte e "cacciatore di opere d'arte trafugate". In casa della donna Pual scoprirà un quadro
"La ragazza che hai lasciato", come diavolo sarà finito a Londra?
Un romanzo che appassiona e intriga perchè quando pensi di aver capito e risolto gli enigmi
e i misteri che lo animano, ti accorgi che sei appena all'inizio.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    23 Aprile, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Cenerentola e il caimano

"Il Cerchio è chiuso". Ho pensato a questo dopo aver letto il romanzo di Candida Morvillo. "Il cerchio " ha cominciato a tratteggiarlo nel 2008 Roberto D'Agostino con il suo "Cafonal", con foto e boutade taglienti, infatti, il "Dagospia" nazionale ha svelato quello che si sussurrava accadesse nei palazzi romani. Il potere più becero celebrava sè stesso "attovagliato" s'ingozzava in feste popolate da parvenù, donne rifatte, traffichini d'ogni genere, imprenditori in cerca di politici e politici saltimbanchi. Nel 2013 poi è giunta negli scaffali delle librerie "La Grande Bellezza",Jep Gambardella, erede del Divo Giulio e Tony Pagoda, ha impersonato, grazie al genio di Paolo Sorrentino, il totale disfacimento di una società che ormai è sul baratro, basta un alito di vento in più e i castelli di sabbia e quelli di "rabbia" che la compongono cadranno giù come la Lehman Brothers. Una società che ha superato il complesso di Edipo non assassinando più il padre, ma abbandonandolo davanti alla TV con la badante straniera a rincoglionirsi di affari e pacchi, così da obliarne anche la memoria, perchè l'ha trasformato in un sepolto vivo.
L'Italia di Jep Gambardella non ha più una guida di spessore morale, mi viene in mente un Alcide De Gasperi. E' una società liquida come dice Bauman, e in quest'acqua stagnante stiamo affogando tutti. L'Astrid/Carmela di Candida Morvillo porta sulla scena la donna che arranca dietro l'uomo di potere, annaspa in sogni di successo facile facile fatto delle mille luci degli studi televisivi e del glamour haute couture. La ragazzina calabrese che ha provato la fame vera aspira alla fama che sazia, ma comprende subito che l'Italia "velina e briatora" di oggi non è paese di principi azzurri, al massimo di Barbablù cripto gay e Papuzzi sessisti che "si credono potenti e non sanno che il potere è sempre in prestito".
Il testo della Morvillo è scorrevole, trovo apprezzabile la scelta di non ricorrere a quegli odiosi anglicismi, glam, must, gloss etc che spesso chi, come lei che ha lavorato nelle redazioni dei magazine, adopera a piene mani per descrivere il mondo delle starlette appesantendo così il tessuto narrativo. Ho trovato assai indovinato anche l'uso dei vezzeggiativi , papuzzo, puffino, Giangi etc che rendono più verosimile il mondo dell'effimero, questa "fiera delle vanità" di inizio Secondo millennio ricostruita nel romanzo. Non è più il tempo delle Anna Karenina, nè delle Teresa Raquin o Madame Bovary, oggi le eroine letterarie si chiamano Andrea Sachs e Miranda Priestley , il mondo ha scelto di avere e non di essere, veste decisamente Prada, come il diavolo.

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Arte e Spettacolo
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    07 Aprile, 2014
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Ogni altro sono io

"Ogni altro sono io" l'avrà pensato Alberto mentre lo picchiavano, quelli della Policia boliviana perchè aveva aiutato una povera donna rea di aver rubato poche pagliuzze d'argento dagli scarti di lavorazione a mani nude grattando le rocce, perchè i suoi figli avevano fame. Come si permetteva, Lei, uno scarto umano, di sottrarre argento alle grandi compagnie minerarie che affamavano il popolo? Come si permetteva, Lui, un ospite straniero, di opporsi alla violenza di un militare contro una derelitta armata solo della sua fame?
Giulia Manzi e Luigi De Rosa
"Ogni altro sono io" Alberto l'avrà letto nelle carni di don Giulio, suo amico e guida spirituale, in quelle mani martoriate, in quelle dita piegate, spezzate, contorte come i rami degli ulivi del Getsemani. Dita ormai inutili, colpevoli come il loro padrone di aver insegnato a leggere e a scrivere agli indios. Come vi permettete d'insegnare a leggere e scrivere al popolo! Un popolo che sa leggere e scrivere imparerà anche a pensare con la propria testa, questa è pazzia!
Il Potere non può e non deve permetterlo!
"Ogni altro sono io" l'avrà pensato guardando negli occhi i ragazzi del Gabelli, mentre si tastava le tasche dei pantaloni, dove aveva nascosto i mozziconi di matita, visto che in carcere matite e penne non erano ammesse.
"Ogni altro sono io" l'avrà pensato mentre gridava al Provveditore di vergognarsi, con il concorso vinto aveva visto assegnare le cattedre ad amici degli amici e non a lui, perchè in Italia per diventare maestro non basta vincere un concorso, in questo paese la meritocrazia è una parola vuota, chiedetelo alle migliaia di precari che ne vivono sulla propria pelle quest'ingiustizia ogni santo giorno.
"Ogni altro sono io"Alberto l'avrà pensato mentre raccoglieva le cartacce che trovava lungo la strada, come l'ultimo degli scopini, mentre si recava come ogni giorno nella Casa Comunale, lui che era stato eletto Sindaco d'un paese che quando scoprì che il Maestro della Televisione amministrava con meritocrazia e non con "partitocrazia" gli voltò le spalle.
E' sopravvissuto per tre giorni in mare aperto, uno dei tre superstiti dell'affondamento del sommergibile dov'era imbarcato durante la Seconda Guerra. E' sopravvissuto alle vessazioni e alle torture delle peggiori dittature sudamericane. Era andato in Brasile con una borsa di studio per raccogliere dati sulla biologia delle formiche, scoprì invece la bestialità degli uomini e vi si ribellò.
E' sopravvissuto e sopravviverà a chi oggi gli vuole dedicare statue di bronzo, mentre quand'era vivo l'ha completamente ignorato. E' sopravvissuto e sopravviverà a chi vuole giudicare i ragazzi, con la stessa arroganza e saccenza di quegli ispettori ministeriali che "neanche li guardavano in faccia i ragazzi" come ricorda l'altro grande educatore italiano don Lorenzo Milani in "La scuola di Barbiana".
"Ogni altro sono io" l'avrà pensato durante tutti quegli anni trascorsi in RAI, mentre conduceva la trasmissione "Non è mai troppo tardi"; sono sicuro che quando guardava nella telecamera pensava alle migliaia di Italiani che avrebbero imparato a leggere e a scrivere, ma soprattutto ad essere liberi.
C'è un ultimo insegnamento che ci ha lasciato il Maestro Amberto Manzi, è scritto in tutti i suoi romanzi, vi siete mai chiesti perchè i suoi eroi muoiono? Da El Loco a Orzowei? Perchè se offri al lettore la favola a lieto fine, la coscienza si acquieta, uno scrittore invece le coscienze le deve svegliare, se volete un mondo migliore dovete darvi da fare voi per primi, non aspettate l'eroe, non ascoltate i pifferai magici, imparate che la vita è l'unica possibilità che vi viene data per scoprire che
"Ogni eroe potreste essere voi!"

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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Marzo, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Caffè? Sì,ma all'italiana.

"La gente felice legge e beve caffè" è quanto c'è scritto sull'insegna della Libreria di Diane, giovane donna che coltiva l'amore per la lettura e il buon caffè, all'italiana naturalemnte, non quello annacquato che bevono gli Americani. Colin, suo marito, insieme alla piccola Clara, una mattina decide di fare una gita in auto, il tempo di salire in macchina e tutti e due vengono coinvolti in un terribile incidente.
Dopo la morte del marito e della figlia,Diane è letteralmente a pezzi, si chiude in se stessa e a nulla valgono i continui e spesso assillanti inviti a reagire che alternativamente riceve dai genitori e dai suoceri. L'unico che sembra scuoterla è Felix il suo collaboratore che si occupa della Libreria e di lei, notte e giorno.
Finalmente dopo un anno di liti e tentativi di "riportarla in vita", Diane decide di rifarsi una vita,sorprendendo Fèlix, si affida nuovamente al destino, dedice di lasciare la Francia per l'Irlanda e sempre a caso sceglie un villaggio dove stabilirsi per qualche mese: Mulranny. In questo piccolo villaggio di poche anime, fatto di "mangiatori di pecore" e rugbisti burberi tenterà lontano dal suo passato e dal suo dolore di rifarsi una vita.
"La gente felice legge e beve caffè" è un romanzo divertente, nonostante il tema trattato. Un racconto che al lettore dona l'effetto di un buon caffè, energia nuova, riscatto, voglia di ricominciare.

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Romanzi autobiografici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    08 Marzo, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Natsukashii

"Natsukashii" è un aggettivo della lingua giapponese che, secondo la traduzione di Amèlie Nothomb, indica "la nostalgia felice", " l'istante in cui la memoria rievoca un bel ricordo che riempie di dolcezza", concetto nipponico che fra l'altro non prevede un aggettivo o concetto opposto tipo "nostalgia triste".
"La nostalgia felice" è quella che Amèlie Nothomb prova in questo lungo e commovente ritorno a Kobe la città dov'è nata e che lasciò ancora bambina.
La dolcezza è nell'incontro con la vecchia tata Nishio-san, l'emozione è in un'anziana che ricorda la piccola bambina europea che accudiva mentre ignora del tutto il terribile terremoto del 17 gennaio 1995, la nostalgia triste non esiste.
"La nostalgia felice" è nell'incontro con Rinri, il primo amore di Amèlie, il ragazzino con il quale passeggiava a vent'anni sotto i ciliegi fioriti dei vecchi quartieri di Tokyo e che accetta di farlo un'ultima volta, dopo che lei l'aveva abbandonato. La dolcezza è nella parola che Rinri pronuncia accomiatandosi per sempre, quando lei guardandolo negli occhi gli chiede : "Cosa pensi di questa giornata insieme?"
E Rinri le risponde, vent'anni dopo, con la prima parola francese che aveva imparato : "Indicibile".
"La nostalgia triste" c'è in questo libro si chiama Fukushima, un ferita nella "terra-carne" giapponese, distruzione e morte. L'emozione è quella tutta nipponica che ci regala Rinri quando ci rivela che in Giappone ci sono parecchie persone che per solidarietà comprano e mangiano esclusivamente verdure cresciute a Fukushima. Penso da napoletano a noi italiani che dopo i fatti della "Terra dei fuochi" abbiamo riempito giornali e TV di spot con pomodori coltivati in Padania, per questo noi Italiani non saremo mai una nazione come il Giappone.
Questo di Amèlie Nothomb è un magnifico diario di viaggio in un paese che è anche un'emozione che, io lettore, alla fine del libro, non posso che tradurre, Natsukashii è indicibile.

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Romanzi erotici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    28 Febbraio, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

La frabbrica di scarabei afrodisiaci?

Di solito quando in libreria mi chiedono un bel romanzo per ragazzi, di quelli capaci di vincere la concorrenza di X Box, Playstation ecc indirizzo i giovani lettori verso i romanzi di Roal Dahl perché i personaggi inventati dall'autore gallese sono divertenti, vivono storie che intrigano e l'umorismo e la suspense distribuiti ad arte fra gli episodi catturano l'attenzione fino all'ultimo rigo. A partire da "Lo zio Oswald" mi troverò in leggero imbarazzo, il testo che ha per protagonista un ragazzo eccentrico e affascinante , Oswald Cornelius, va posto senza dubbio nello scaffale della Letteratura Erotica, ma molto lontano dalle "Sfumature..." ed altre amenità commerciali. Il racconto conserva tutti gli ingredienti che hanno reso vincente l'arte di Dahl, umorismo, suspense e lieto fine. La storia invece è quella di un giovane Casanova voglioso di donne e di denaro. Il ragazzino viene a conoscenza per una serie di circostanze delle prodigiose virtù afrodisiache di un insetto che vive in Sudan, lo scarabeo vescicante, dal quale il ragazzo impara ad estrarre un viagra ante litteram; i fatti narrati si svolgono agli inizi del Novecento. Oswald commercializzando il suo "viagra" diventa ricco, ma la sua ambizione non è paga. Durante le sue peripezie conosce un biologo il professor Woresley che ha scoperto come con l'azoto liquido è possibile conservare gli spermatozoi. Il professor Woresley pensa di adoperare la sua invenzione per conservare il seme di tori e stalloni, ma Oswald ha un'altra delle sue idee bislacche, procacciarsi il seme dei grandi uomini e rivenderlo alle donne che sognano un figlio intelligente come Einstein o sensibile come Monet. Ma come fare? Yasmin e il cioccolato sono la risposta. Yasmin è una bellissima ex fiamma di Oswald, furba e sfacciata quanto basta per infilarsi nel letto di Renoir, Monet, Re Giorgio, Re Alfonso... Il cioccolato? Beh l'inventore della "Fabbrica di cioccolato" che sistema avrebbe potuto adoperare per vincere la diffidenza di certi uomini ? Chiedetelo a Marcel Proust ! Proust ? Ma voi non avete letto il libro, dunque non sapete come una donna possa riuscire a sedurre un omosessuale convinto quale era Proust. Un romanzo assai divertente e per niente stupido o volgare.

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Romanzi storici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    13 Febbraio, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Agalmatoflia

Agal...aggallato..."agalmatoflia", ecco, signor commissario è così che dicette a vossia! Ma che dici Catarella? A scanso di equivoci, in questo romanzo non sono presenti gli storici personaggi ideati da Andrea Camilleri,i poliziotti Montalbano e Catarella, ma non per questo l'interesse per questo nuovo scritto dello scrittore agrigentino deve venir meno, anzi la storia che narra a noi appassionati lettori è quantomeno affascinante, stavolta l'indagine segue i meandri oscuri dell'amore "malato" quello che diventa psicopatologia. Siamo alla fine della Prima Guerra Mondiale a Dresda dove vive Oskar Kokoshca insegnante presso l'Accademia delle Belle Arti.Grazie a Dio, per il vecchio artista sono diventati echi lontani gli scontri al fronte Orientale che l'hanno visto protagonista come soldato , così come sbiadito ricordo sembra essere il travolgente amore che l'ha tenuto legato anima e corpo alla bella Alma Mahler, vedova sensualissima del celebre compositore.
Solo un tenero ricordo? Alma, al contrario, è diventata un'ossessione per Oskar,ed è talmente avvinto al ricordo di quella donna che,disperato, decide di creare una bambola con le sue fattezze, un simulacro che gli possa permettere di continuare ad amarla e a stringerla fra le sue braccia come un tempo.
Decide così di commissionare la costruzione della bambola ad una artigiana conosciuta a Monaco,Hermine Moos. Dunque Hermine, sotto l'attenta guida di Oskar, riuscirà nel "miracolo" e
"Alma-Frankestein" tornerà a vivere, ma a questo punto della storia accadrà qualcosa di sorprendente.
Un romanzo intrigante che colpisce soprattutto perchè è basato su una storia realmente accaduta.

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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    13 Gennaio, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

L'amore per crescere ha bisogno di muri, proprio

"Veleno" , così tutti chiamano Francesco, il protagonista di questa storia.
"Veleno" è il soprannome di tutta la sua famiglia, da quando, tanti anni prima, ereditarono una ricca proprietà da un parente morto improvvisamente : avvelenato ! (Secondo le malelingue del paese)
Veleno-Francesco alle medie tira a campare, con i compagni di scuola, Mimmo e Nappi, studia senza dannarsi l'anima, eppure alle professoresse prestano attenzione, certamente non quella che ci si aspetterebbe da loro. Normalmente un ragazzino presta attenzione alle indicazioni per risolvere un'equazione, alle regole grammaticali per svolgere correttamente un tema, non alle calze e i collant, alle gonne che fasciano il sedere della Tricarico o al velo di rossetto sulle labbra esangui della Telesca, già , la Telesca.
Donatella Telesca, professoressa di Educazione tecnica, giovane, non appariscente come la Tricarico, ma con un fascino tutto suo. Intriga, diamine se non intriga. Rimane in classe anche dopo la campanella e ... con Mimmo, Nappi e Francesco succede qualcosa. Quel qualcosa che il resto del mondo, quello che appartiene agli adulti, chiama sesso e i tre ragazzini, in particolare Francesco detto Veleno ignorava senza problemi fino a quando la lingua della prof non gli si è intrufolata nella bocca iniziandolo alle gioie tutte da scoprire del suo giovane corpo.Succede che quest'incontri attirino un'altra curiosità, quella degli adulti che, si sà, non perdonano mai l'amore fuori dai loro schemi e così , l'incantevole prof. finisce al gabbio, i pischelli dall'assistente sociale. Ma Veleno non si rassegna, della Donatella è innamorato perso, vuol fuggire con lei ed allora...
Un bel romanzo che racconta con delicatezza e senza volgarità la sessualità quella degli adolescenti o di certi adulti mai cresciuti, aiutandoci a riflettere su nevrosi che sarebbe un peccato confinare nelle ossessioni, nelle paure e debolezze degli altri che a noi non potrebbero mai capitare. Mai capitare?
Allora non vi siete mai innamorati.


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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    04 Gennaio, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

essere felici è un talento

Jorge Luis Borges: Felices los amados y los amantes y los que pueden prescindir del amor Felices los felices*. In epigrafe al suo romanzo la bravissima Yasmina Reza pone questi versi del poeta argentino che rivelano al lettore fin dall'inizio il leitmotiv delle vicende vissute dalle tante coppie protagoniste , Robert e Odile Toscano coppia che scoppia che danno vita nel primo racconto ad una lite coniugale fra gli scaffali di un supermercato tanto grottesca quanto divertente che è esatto esempio del tipico conflitto che vivono migliaia di coppie borghesi al mondo d'oggi, poi ci sono gli Hutner, Pascaline e Lionel, alle prese con la malattia mentale del giovane figlio, convinto di essere Celine Dion che si veste come lei e canta e parla il Quebecchese.
Il dottor Philip Chemla oncologo, che ha saputo individuare la cura migliore per molti suoi pazienti ma non è capace di curare il suo di problema, quello di vivere la propria omosessualità serenamente, senza ricorrere alla pecunia per un po di felicità.
E che dire dei Blot , Marguerite ed Ernest rispettivamente madre e padre di Odile che alla fine del loro percorso di vita , nonostante i successi, soprattutto di lui, sembrano capire che di felicità ne hanno conosciuta ben poca. Sono molti altri i personaggi che in questo puzzle di racconti entrano ed escono dalla vita di tutte queste coppie, amanti deluse, mariti traditi, furfanti, millantatori, giocatori d'azzardo.E' questo testo, come ha scritto la stessa autrice, un teatro dei nervi. Nervi tesi per un tradimento, per un amore possibile ma non ancora sbocciato e chissà se sboccerà mai, per un figlio uscito fuori di senno, per un re di fiori in una mano di bridge, lo stress del nostro tempo è passato al setaccio dall'acuta analisi psicologica dell'autrice , smascherato in tutta la sua grottesca futilità.
Un testo brillante, assai colto di un'autrice che ha così dimostrato di saperci fare non solo con il teatro e la drammaturgia ma anche con la Letteratura.


*Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell'amore





(le immagini presenti nel post sono tratte dal web)





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Racconti
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    19 Dicembre, 2013
Top 50 Opinionisti  -  

Tanto,tanto carucce!

"Moscerine" è il nuovo libro di Anna Marchesini, una raccolta di nove racconti, spesso divertenti, grotteschi in alcuni casi e sorprendenti in altri. "Moscerine", inteso come piccole mosche insignificanti, sembrano i personaggi femminili che ci vengono descritti,come la signorina Iovis, impiegata postale destinata a rimaner zitella, chiusa nel suo piccolo mondo fatto di timbri e scartoffie che d'un tratto scopre l'amore,Maria Luce Colli stimatissima prof di matematica dal seno "Parlante", tanto florido e sensuale appariva agli altri. Moscerini fastidiosi sembrano gli Svizzeri che emigrano giù da noi a tostare il loro caffè di mercoledì ed ad imporre il loro spocchioso ordine a chi ? A noi Italiani? Mosche odiose sono quelle che svolazzano sulla torta di Loredana e Ugo nel quarto racconto,così come le zitelle acide che si riuniscono nel salotto di Madame Isidori. I racconti di Anna Marchesini sono originali nel linguaggio, divertenti nella trama, sempre spiazzanti nel finale, perchè sono le piccole cose, i piccoli avvenimenti della vita di tutti i giorni insignificanti come moscerini che spesso cambiano il destino di una donna o di un uomo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    14 Dicembre, 2013
Top 50 Opinionisti  -  

Horror in Scania

Così come succede con Camilleri, quando arriva in libreria il suo nuovo romanzo, i lettori mi chiedono: è un Montalbano?, alla stessa maniera per Menkell posso rispondervi che "La mano" è un Wallander, facendo riferimento al suo di celebre commissario di polizia. In effetti non penso di fare un azzardo se li avvicino questi due splendidi scrittori, entrambi di sinistra e impegnati politicamente, Menkell da anni si divide fra la Svezia e il Monzambico,dove da qualche anno ha fondato una propria casa editrice con il fine di aiutare giovani talenti africani e, come il nostro Camilleri, quando vede "le cose storte" certo non le manda a dire.Ma torniamo al romanzo. Kurt Wallander è stanco di vivere a Ystad, forse è stufo della stessa Scania, vorrebbe trasferirsi in campagna , comprarsi un cane e poltrire, finalmente!
Una mattina mentre il commissario si gode il meritato giorno di riposo , squilla il telefono (diamine è sempre così!) all'altro capo c'è il collega Martinsson, per fortuna non l'ha chiamato per annunciargli una disgrazia, anzi si tratta di una bella notizia,il cugino della moglie ha ereditato una vecchia casa di campagna a Loderup, l'ha messa in vendita, sarebbe il caso di andarci a dare un'occhiata e poi, per i soldi, si ci mette d'accordo,fra colleghi...
Wallander saluta Linda,sua figlia,che gli fa compagnia dopo la morte della madre, e in auto si dirige a Loderup. Il poliziotto sceso dall'auto entra in casa, con le chiavi consegnategli in precedenza da Martinsson in Centrale, e da un 'occhiata alla casa; antica ma con mura ancora solide, "certo qualche spesa andrà affrontata ma è proprio quella che cercava", quindi il commissario passa in rassegna il giardino ed è qui che il poliziotto inciampa in quella che all'inizio gli sembra una radice, poi a ben guardare si rivela la mano scheletrica ,di chi? Gli esami della Scientifica diranno di una cinquantenne, morta almeno quarant'anni prima: assassinata!, ma da chi? e non è finita nel giardino sarà ritrovato un altro cadavere, e allora? Un altro intricatissimo caso per il commissario Kurt Wallander è iniziato.

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Religione e spiritualità
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    10 Dicembre, 2013
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Gesù, e tu che ci fai qui?

Se seguissi i ragionamenti del filosofo Bellavista ( quello che teorizza la divisione fra uomini d'amore e uomini di libertà) non potrei che
dar ragione a De Crescenzo quando scrive "Gesù è nato a Napoli",
come del resto in tutte le città del mondo che sono riuscite a conservare lo spirito di Betlemme in ebraico
?????? ?????, [Beit Lehem] letteralmente "Casa del Pane", nel senso quindi di città a misura d'uomo,dove un pezzo di pane c'è per tutti, ma ahime è solo un'illusione. Gesù di questi tempi ha lasciato Eboli e si è fermato nella Terra dei fuochi e lì il pane l'hanno fatto marcire certi criminali che al confronto Barabba risulterebbe un'educanda. Ma bando alla retorica, in questo testo lo scrittore partenopeo racconta antichi costumi e tradizioni legate al Presepe pescando nella sua memoria che è un caveau pieno di personaggi storici e non, nozioni , curiosità e folklore.Quello che adoro di De Crescenzo e il suo rendere qualsiasi argomento alla portata di tutti,che sia il criticismo kantiano (vedi Storia della Filosofia Moderna) o il dionisismo insito nella figura di Cicci Bacco (vedi Gesù è nato a Napoli), Luciano trova il modo di renderlo comprensibile anche ad un bambino; solo a lui può venir in mente di illustrare il rapporto ambiguo e contrastante dell'Imperatore Costantino con la nascente religione cristiana e la decadenza dei costumi degli antichi Romani facendo ricorso alla figura del Democristiano doc: "dico sempre sì,cerco sempre un compromesso che possa far contenti sia i Cristiani che i Pagani e intanto tiro l'acqua al mio mulino".Il testo oltre a cenni storici sulla nascita del Presepe, a proposito Presepe o Presepio?, descrive tutti i personaggi che abitano quello del Settecento facendo ricorso a simpatici siparietti inventati dall'autore. Incontrerete dunque, Cicci Bacco, ubriacone amico dell'oste-Satana che vuole assassinare la Madonna, Stefania che nasconde una pietra nel fagotto per sembrare madre,la lavandaia e Salomè che scoprono la Verginità di Maria, Benino che dorme e il pastore della Meraviglia, l'unica statuetta capace di parlare! Non mancherete di leggere di pecore, pozzi dove non specchiarsi, zingare iettatrici.Non si può dimenticare gli artigiani, dodici come i mesi, il cacciatore, sì non è un errore e scoprirete perchè, poi il pescatore, il ponte ancora una volta costruito da satana con la suora Mafalda che nasconde la testa mozzata del suo amante ( me è splatter questo presepe del Settecento?), poi il fiume, gli angeli e gli arcangeli, i due Giovanni: Battista e Apostolo (i due solstizi), i Re Magi e infine l'asinello e il bue, due che forse hanno capito quello che noi , con la testa più dura del primo e le corna più lunghe del secondo, ancora nel 2013 non abbiamo afferrato di questo mistero.

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Politica e attualità
 
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4.4
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4.0
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4.0
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    02 Dicembre, 2013
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Il signor A

Andrea Scanzi in questo testo riesce, come nello spettacolo "Gaber se fosse Gaber" che ha presentato nei maggiori teatri d'Italia, ha toccare tutte le corde del cuore.Basta che accenni al grande Mazinga o all'immarcescibile Goldrake ed ecco che la nostra memoria vola a quando eravamo ragazzini incantati davanti ad uno schermo che cominciava ad essere a colori,inebetiti dai pugni rotanti e dalle mosse acrobatiche dell'Uomo Tigre , in seguito completamente rincoglioniti dai primi giochi del Commodore 64 che ci mettevano una vita a caricarsi, mentre stringevamo i calzoni larghi con una cinghia rigorosamente El Charro,indossando le Superga e bevendo a canna l'ennesima Seven Up fra un livvello del game e l'altro.
E che dire della musica tamarra del primo Jovanotti, di quella incazzata del Blasco,di quella pruriginosa della "virgin" Madonna,di quella finto ribelle di Ligabue e dei Litfiba?
Esilarante è il racconto di Paolino Canè che batte Mats Wilander in una mitica Coppa Davis. Chi lo ricordava più quel pazzo scatenato capace di tutto e di niente con il suo turbo rosvescio? Al contrario, di Alberto Tomba che scendeva giù dai monti come un dio greco, lasciando basiti tutti i discendenti di Thor, che non capivano come un bolognese potesse sciare in quel modo,lo rammentiamo tutti. Diavolo come sciava : la Bomba! Ti fa piangere Scanzi quando racconta la fine di Gil Villeneuve, quel corpo sbattuto qua e la come un fantoccio sulla pista di Zolder. E Ayrton?, prigioniero della sua Williams e il povero Sic, andato via così presto ? Chi li potrà mai dimenticare? Leggere questo libro è un po come assistere ad un mankind personale. Leggi della caduta del Muro di Berlino, del ragazzo di Tienanmen che ferma i carri, della morte di Falcone e Borsellino, degli aerei nelle Torri e ti tornano in mente dolori e speranze perdute.Rielaborare i tuoi quarant'anni alla fine ti fa capire che se è vero, come sostiene Gaber, che la sua di generazione ha perso non rinunciando a lottare, la nostra di generazione si è limitata a controllare la partita, accontentandosi di un pareggio che, si sa, non serve a niente.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    02 Dicembre, 2013
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Il richiamo del cuculo di...

"Cuculo" è il soprannome che lo stilista Guy Alcuni ha dato ad una delle sue più affascinanti Top Model, Lula Landry, ma alla bellissima ragazza di colore non ha portato fortuna, infatti il suo cadavere è stato ritrovato riverso nella neve. Tutti i testimoni del lussuoso palazzo dove viveva a Myfair,quartiere cool londinese, giurano di averla vista gettarsi nel vuoto.Si tratta dunque di un suicidio? Le prime ipotesi investigative fanno propendere gli inquirenti per questa ipotesi anche perchè la modella aveva già in passato dato segni di squilibrio mentale, ma John Bristow, fratellastro di Lula, non è per niente convinto di questa soluzione, anzi vuole far luce sulle ultime ore di vita della sorella e disperato si rivolge ad un investigatore privato:Cormoran Strike. Il detective, ex militare in Afghanistan dove ha perso anche una gamba, è un uomo allo sbando dal punto di vista economico e morale, il suo conto in banca è in rosso, Charlotte la fidanzata storica l'ha scaricato e i creditori sono in fila dietro l'uscio del suo piccolo ufficio.
L'entrata in scena del ricco signor Bristow dunque sembra proprio la luce dopo il tunnel per lo sfigato Strike, luce che pare accendersi del tutto quando nello stesso ufficio si presenta la nuova segretaria a tempo determinato inviata dall'agenzia "Soluzione Temporanea", la bella e soprattutto sveglia Robin Ellacott.
La nuova coppia di investigatori inglesi, apparentemente male assortita, Strike ed Ellacott, si getta, con l'incoscienza della disperazione il primo e della giovinezza la seconda, nell'impresa di fugare dubbi e scoprire segreti ben custoditi che hanno condotto la vita della bella modella al tragico epilogo.
Questo di Galbraith è un giallo ben scritto, che ha tutti gli ingredienti del genere per decretarne il successo: ritmo,suspance e colpo di scena finale, Agatha Christie avrebbe detto : Brava , Miss Potter! Sì, avete letto bene, perchè Galbraith è lo pseudonimo di Joanne Kathleen Rowling. Strano destino quello di certi scrittori famosi che per liberarsi di un'etichetta , in questo caso essere l'autrice Harry Potter, devono inventarsi una nuova identità.Ma questa è materia per uno come Freud, a noi non rimane che dire che si firmi Galbraith,Rowling o Murray rimane una scrittrice...magica.






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Il seggio vacante
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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    22 Novembre, 2013
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Grande Guerra finale del signor Brenno

Gli sdraiati è soprattutto una riflessione , spesso ironica, sul rapporto padre e figlio adolescente. Argomento quanto mai attuale visto che padri e figli ieri non si parlavano perchè la società di un tempo imponeva ruoli ai padri e ai figli che andavano rigorosamente rispettati, ci si dava del voi, si mangiava in tavoli separati: di qua gli adulti , di là i bambini. Oggi che tabù, usi e costumi del secolo scorso sono finiti nella differenziata, i padri e i figli continuano a non comunicare, anzi in molti casi hanno imparato ad ignorarsi. Il protagonista del romanzo cerca in tutti i modi di convincere il figlio adolescente sdraiato sul letto, con auricolari nelle orecchie,libro di chimica sotto il cuscino, piatto sporco in un angolo, TV sintonizzata sui Simpson,PC collegato tanto per consumare energia elettrica (l'Enel ringrazia), e calzini appallottolati in ogni dove, ad abbandonare il suo mondo orizzontale per quello verticale. Verticale? In che senso?
Beh nel senso più stupido e orribile che può venire in mente ad un padre cinquantenne: una bella scarpinata su per i monti Erti, nudi, tremendi, inabitati, come li definì Manzoni,quelli della Val di Susa fino al Colle della Nasca e in questo posto ameno lasciarsi rapire dalle distese immaginifiche dell'azzurro cielo."Ma va a rompere i cabbasisi ad un altro, tu e ste fottute pietre!"
Sì , c'è qualcosa che non va tra vecchi e giovani, Michele Serra paventa addirittura una futura Guerra Mondiale fra le due generazioni! "Gli sdraiati" è una gran bella riflessione sul conflitto generazionale.Al contrario di altri libri sull'argomento, mi vengono in mente i vari Lettera al figlio...lettera al padre e via così, lungo il festival dell'ovvio e del buonismo a tutti i costi , il testo di Michele Serra non annoia mai, le osservazioni sono acute e ironiche , alla fine una mezza idea di fare del sano trekking ti fa saltare su da quel maledettissimo divano dove tutti noi ci sdraiamo.

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Narrativa per ragazzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    22 Novembre, 2013
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Lumache dalla memoria corta

Credo che presto nelle enciclopedie accanto ai mitici Fedro ed Esopo , di questo passo, fra i maestri favolisti , si può dire così?,verrà citato anche il cileno Luis Sepùlveda. Con "Storia di una lumaca..." sono ormai tanti i personaggi a quattro zampe e non che popolano la sua produzione letteraria.
Ci ha conquistati, tanti anni orsono, con la famosa gabbianella,poi gatti, cani e sorci non sono mai mancati fino ad ora che ha deciso di sorprenderci raccontandoci della Lentezza,della Memoria e dell'Identità da conquistare con l'aiuto di un animaletto,piccolo piccolo, innocuo e indifeso: la lumaca.
Dunque, c'era una volta sotto un grosso calicanto un gruppo di lumache,queste Arionidi : piccole, grandi, giovani o vecchie vivevano mangiando le foglioline del dente di leone che sotto il fusto della pianta cresceva rigoglioso ed erano felici, se si può dir felice chi mangia, beve e dorme e ignora beato tutto il resto perchè dalla sua esistenza ha eliminato nomi e domande. Una lumaca è una lumaca, striscia e mangia, non ha bisogno neanche di un nome proprio, a che gli serve? E pensare che Etienne Pascal (padre del filosofo) ne ha fatto una curva algebrica, e che dire di quelle che a miliardi di miliardi affollano i nostri computer,chioccioline petulanti!, per non parlare delle escargot. Ma no, le lumache di Sepùlveda si fanno i fatti propri, il mondo comincia e finisce sotto un calicanto, fino a quando una di loro, la più giovane di tutte,comincia a chiedere e a chiedersi perchè è così lenta? I cavalli corrono, gli uccelli volano, perchè loro devono strisciare? Ma soprattutto perchè nessuna di loro ha un nome? Signora lumaca, signor lumacone, lumaca uno,due,tre...ma perchè le lumache non hanno nomi propri? Stretta la foglia,larga la via , vi ho detto la mia correte in libreria a leggere la sua, quella di Sepùlveda.

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Racconti
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Novembre, 2013
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A diventare ciechi s'impara duramente

Nella mia libreria personale metto questo testo della Veladiano , fra "La prima sorsata di Birra"di Philippe Delerm e "Momenti di trascurabile felicità" di Francesco Piccolo. Il testo appartiene a questo genere letterario, raccolte di considerazioni sulla vita, sul tempo,sull'amore, sulla morte, sul dolore e la gioia. Ma a questo sciame di pensieri la Veladiano, al contrario dei precedenti autori citati, aggiunge quello non meno interessante dello smarrimento Cristiano, "Ma come tu resisti,o vita" è un verso tratto dal Cantico Spirituale di Giovanni della Croce. In Veladiano , la prima sorsata di birra, questo come tanti altri momenti di trascurabile felicità diventa Fede, quella che non dà spettacolo, quella che si trova a sorpresa dietro un angolo nella solitudine più totale, con lei s'impara duramente a non diventare ciechi come ci vuole questa società malata, che ci vuole stupidi consumatori dell'inutile.Un rosario di grani di carta, preziose riflessioni che consiglio a tutti.

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Romanzi autobiografici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    17 Novembre, 2013
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Il baratro oscuro di Chamed

“Baratro oscuro, deflagrazione,
scintilla che muove il passato,
caviglie che si rompono
nel correrti dietro, dolore,
tu sei la lepre viva
che le mie mani conoscono
fin dall’infanzia”

da "La pazza della porta accanto" di Ada Marini

C'era una volta una ragazzina , si chiamava Chamed , i genitori di origini argentine ed egiziane, emigrati in Piemonte, l'amavano più della loro stessa vita, quella che il
destino, crudele demonio, gli tolse un giorno in un terribile incidente stradale.
Chamed , nata con la polio che le aveva minato il corpo, ma per questo abiutuata fin dall'inizio a lottare per sopravvivere, rimase sola, orfana di padre e di madre.La zia alla quale venne affidata la odiava, di un odio tremendo ,la meschina mirava solo alle sue ricchezze, due negozi di abbigliamento ben avviati, riuscì attraverso torture psicologiche e fisiche a piegarla la bambina, a farla "impazzire". La piccola Chamed non aveva un Binario Nove e Tre Quarti dove tuffarsi come Harry Potter e fuggire dalla merda del Mondo, quindi tentò la fuga estrema quella nell'Aldilà.
Al tempo in cui avvennero i fatti il signor Basaglia non aveva ancora posto fine a quell'orrenda istituzione chiamata manicomio, e fu in uno di questi che la piccola suicida venne fatta internare dalla zia. Chamed ancora una volta scopre il dolore quello dell'elettroshock che ti scuote fin dentro l'anima,ti svuota di tutto quello che è ricordo di te.Poi , finalmente arrivò un medico, Franco, uno di quelli innamorati delle persone, di quelli che chiede il nome al malato non l'anamnesi,la "pazzia" con lui sparì lasciò il posto ad un'identità sofferente in cerca d'amore, così nacque Sarah...ma questa è un'altra storia.
Ho cominciato la descrizione di questo libro con la prima riga delle favole perchè il dolore che investe Chamed è talmente forte da sembrare irreale ed alla fine,pagina dopo pagina,ti auguri che per questa ragazzina alla fine del tunnel ci sia l'ultima riga delle favole a porre la parola fine alla sua storia.

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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    13 Novembre, 2013
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Alzheimer, perduta...mente

Mi torna alla memoria il celebre titolo del saggio scritto da Oliver Sacks "l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello", di primo acchito sorridi a questa che sembra una situazione inverosimile,comica, poi, leggendo il libro si comprende che l'uomo che ha questa falsa percezione della moglie, un musicista serio ed apprezzato da tutti, è uno dei pazienti del dottor Sacks con lesioni encefaliche di vario tipo, dunque stiamo parlando di sofferenza, di un dolore che, ci hanno insegnato il dottor Sacks e il dottor Alzheimer, non rimane circoscritto al singolo malato ma coinvolge i suoi cari così come tutta la comunità. Oggi ci sono nel mondo 35 milioni di malati di Alzheimer nel 2050, con l'aumento dell'età media di altri 3 anni, saranno 120 milioni, un sessantacinquenne su otto è destinato ad ammalarsi. Riuscite a immaginare le conseguenze sociali ed economiche alle quali la nostra società andrà incontro?
Questo libro l'ho trovato interessante per questo, perché in modo colto , intelligente e anche comico, di quell'umorismo che apparteneva ai De Filippo, visto che l'autore è napoletano, riesce a calare il lettore in questo mondo tragico e grottesco nel quale vivono i malati di Alzheimer e i loro familiari.
La storia è quella di un giornalista che vive in un antico palazzo nobiliare del centro storico di Napoli. Con lui ci sono Penelope, sua moglie, padana doc, i due figli Piernunzio, scugnizzo di sei anni sempre pronto a bisticciare con la nonna alle prese con il signor Alzheimer,Gianciro impegnato con gli studi universitari e soprattutto la fidanzata spagnola, Cayetana, infine Rinaldo, fratello del giornalista,scapolo impenitente e Wimal tuttofare indiano che aspetta il miracolo di San Gennaro come fosse l'illuminazione del Buddha. Una mattina il protagonista del romanzo viene raggiunto dalla telefonata preoccupata di un amico che alla stazione centrale di Napoli in attesa di chissà quale treno ha trovato per caso sua madre , in palese stato confusionale. Il giornalista corre in soccorso della madre, scopre che l'anziana ha con lei una lettera e per giunta non vuole rivelargli la meta del suo viaggio. Comincia così una nuova vita per tutta la famiglia, la nonna è malata dicono i medici ed è doloroso scoprire che tua madre non ti riconosce più, spesso ti scambia per altre persone, è doloroso vederla rabbiosa e violenta, ma anche debole e incapace di badare a se stessa. E' aberrante scoprire che chi ti dovrebbe aiutare, lo Stato nelle vesti dell'INPS si mostra ancora una volta debole con i furbi, latitante con i deboli. Ma più di tutto , l'Alzheimer che mille volte ti fa dimenticare te stesso e mille altre ti sorprende quando, miracolosamente, in un attimo di lucidità, ti restituisce alla tua memoria e ai tuoi cari, è una malattia che incenerisce ,senza pietà. Sei come morto e non lo sai, tuo padre, tua madre che ne soffrono non ci sono più, eppure stanno ancora lì con te, abbandonati in un letto o su di una sedia guardano il vuoto. Caregivers, li chiamano i dottori americani, sono coloro , familiari e amici, che cercano di riempirlo questo vuoto, aspettando fiduciosi che prima della fine , uno dei tanti topolini sparsi nei laboratori di mezzo mondo dia un segnale di speranza e intanto non ci rimane a noi, al di qua del vuoto, di rimanere vicini ai nostri cari, non ci rimane che inseguire perdutamente chi l'ha perduta la mente.

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Arte e Spettacolo
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    10 Novembre, 2013
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Non sarà mai un pittore qualunque

Michelangelo Merisi , pittore lombardo, genio e sregolatezza è proprio il caso di ribadirlo, non si è mai stanchi di ammirarlo o di leggerne imprese e misfatti. Era diverso da Leonardo o dal Buonarroti, eppure scoprirete che citazioni nei suoi quadri per i due sommi artisti sono spesso presenti: una mano che ricorda uno dei santi della Cappella Sistina, un angelo particolarmente effeminato che ricorda quello transessuale disegnato da Leonardo (vedi "l'angelo incarnato"),un ghigno che ricorda un soldato nella battaglia di Anghiari, sono la prova di una grande ammirazione per i suoi predecessori e che dire della cultura che palesa infatti nei suoi quadri, a ben guardarli, emerge tutta la cultura di un uomo del suo tempo attento alle lettere,alla filosofia per niente a digiuno di cultura classica e sapere religioso. Eppure il Merisi, dottor Jeckill e Mr Hyde ante litteram,era sempre pronto alla rissa, con un coltellaccio o una spada nella giacca,nel quartiere di Campo Marzio spadroneggiava insieme alla sua cricca di perdigiorno, come un bullo, spesso impegnato a rincorrere sottane o bei ragazzi, anche le sue preferenze sessuali rimangono un mistero, ma quando Merisi vestiva i panni di Caravaggio e prendeva il pennello in mano, si traformava, gli si accendeva la luce e non ce n'era per nessuno, i bacchettoni scartavano le sue Vergini e le sue Maddalene perchè troppo carnali?, Nessun problema, baroni e marchesi era sempre pronti a spendere centinaia di scudi, pur di avere quelle preziose tele. Dobbiamo essere grati allo storico dell'arte Costantino D'Orazio per questo testo colto,prezioso, appassionato che con un linguaggio chiaro e semplice senza accademia,avvicina noi tutti al genio di un grande italiano, noi per niente avvezzi all'arte e ai suoi misteri visti i tagli all'istruzione che ogni anno aumentano la nostra e l'altrui ignoranza come le crepe nelle Domus pompeiane alla fine ci ritroveremo tutti a guardare Peppa Pig e a pensare che si tratta di geroglifici egiziani. In questo saggio D'Orazio, attraverso la descrizione di decine di capolavori rivela tutto l'acume ,l'originalità e la sensibilità di Caravaggio , scoprirete il pittore sfrontato, vedi "La Maddalena penitente" ,tela dove è ritratta una delle prostitute più famose dell'Ortaccio e come vi accennavo in apertura del post,non mancano mai le citazioni per i suoi Maestri ,Leonardo Da Vinci ( vedi angeli e putti) e Michelangelo Buonarroti (vedi San Bartolomeo), colpisce infine la conoscenza di una pittrice , Sofonisba Anguissola e del suo "Bambino morso da un granchio" che ricorda la tela del Merisi "Ragazzo morso da un ramarro". Un saggio che diventa avvincente come un Rebus , riuscirete a scoprire chi è l'assassino nel "Martirio di San Matteo"? O intricato come un thriller quando si tratterà di scoprire chi è stato ad assassinare il celebre pittore.

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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    08 Novembre, 2013
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Ponticelli, dov'è?

L'Avana è la città che da sempre sogna Dora una delle protagoniste
di questo romanzo, vive a Ponticelli, quartiere degradato di Napoli ed è convinta che Cuba sia il Paradiso perduto. La sorella Giacinta invece, più cinica e spregiudicata di lei, la felicità è pronta conquistarla facendo soldi con qualunque espediente compreso quello di prostituirsi,in fondo siamoo no il paese delle escort ? Nel condominio dove vivono le sorelle Forte ci sono altri "sognatori", come i quattro figli maschi di Don Ciro, belli come attori di soap opera che sperano in un futuro migliore e poi i figli della vedova Imbriani, Elio e Vito, poliziotti che loro non avrebbero sfigurato in una serie televisiva tipo Copland . Le vite di questi ragazzi scorrono parallele e durante la narrazione scoprirete che in fondo quel condominio ricorda proprio i gironi dell'Inferno, quello dove ci ha spinto la crisi economica . Ognuno dei ragazzi finisce vittima della propria debolezza mentre gli adulti non sanno più a che santo votarsi, tutto è terribilmente caotico in questa società dove anche i Papi son diventati due e un comico è l'uomo politico più credibile. Peppe Lanzetta riesce a cogliere con la sua storia lo sgretolarsi inarrestabile della nostra società , dove i padri non sono più guide , ma navi alla deriva e i figli, trasformatisi in topi fuggono dietro il primo pifferaio magico che gli prometterà la felicità che può dare il dio Denaro. Suona beffardo il sogno di Dora, andare a L'Avana mentre centinaia di suoi coetanei cubani sognano di abbandonarla per gli States o la vecchia Europa.

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Salute e Benessere
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    01 Novembre, 2013
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W la polpetta

"Una polpetta ci salverà" non è solo un ricettario con 120 ricette per realizzare polpette di carne, pesce e verdure, intingoli dall'aspetto invitante che non tradiranno i palati più esigenti, ma anche una guida a combattere la crisi economica riscoprendo l'arte del consumare gli avanzi e nello stesso tempo , per noi drogati di diete, un modo diverso di avvicinarsi al cibo adoperando pochi e semplici ingredienti capaci di saziare senza affaticare il nostro apparato digestivo. Nel libro troverete una serie di articoli che illustrano il mondo della polpetta sotto tutti gli aspetti. Leggerete gli irrinunciabili consigli culinari di maestri come Gualtiero Marchesi e Giovanni Ballarini, quelli appassionati di cultori come Ricky Tognazzi e Gavino Sanna,quelli salutistici di medici come Ciro Vestita e Mauro Defendente Febbrari, per citare solo alcuni dei numerosi autori che alla polpetta hanno dedicato la loro attenzione e passione.
Come sottolineano Antonio Tubelli, cuoco e storico della cucina napoletana e Marino Niola, antropologo, la polpetta è invenzione antica, tutta italiana, che in mani sapienti come ricorda Beatrice Buscaroli, Storica dell'Arte, può diventare una vera e propria opera d'arte dell'haute cuisine.
Nel testo ci sono ricette regionali di tutto lo stivale, a me fa piacere segnalarvi dimenticando il politically correct, le ricette della mia regione, la Campania, a questo proposito cito :
le polpette di salsiccia di maiale e broccoli di Peppe Guida di Vico Equense, le polpette di triglia e acciughe di Lino Scaruli di Napoli, zuppa di polpo verace con polpettine, sedano e fagioli di Alfonso Caputo di Massa Lubrense , le polpette di pesce bandiera di Antonio Tubelli di Napoli e infine 'E purpette e' Masaniello con polpo e pecorino rigorosamente dei Monti Lattari ricetta di Erminia Cuomo della piccola e magnifica Furore sulla Costiera Amalfitana.

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Ricettari sulla cucina regionale
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Racconti
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    08 Ottobre, 2013
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Kum! Alzati!

"La nostra specie umana ha bisogno di storie per accompagnare il tempo e trattenerne un poco. Così io raccolgo storie ,non le invento. Vado dietro la vita a spigolare, se è un campo, a racimolare, se è una vigna.
Le storie sono un resto lasciato dal passaggio. Non sono aria ma sale, quello che resta dopo il sudore".
di Erri De Luca da Storia di Irene; Feltrinelli 2013.

Tamar di Cananea, Rahav di Gerico, Rut la Moabita, Bat Sheva/Betsabea,Miriam/Maria madre di Gesù, Erri De Luca ci ha descritto l'universo femminile fin dall'inizio della sua avventura narrativa, nella società liquida che ci circonda, dove la donna è assassinata perchè è donna, lo scrittore partenopeo indica e descrive la profondità dell'animo femminile, ci racconta quei totem di virtù,forza e sapienza che furono Rut,Maria,Rahav etc. Esse in De Luca tornano ad essere la stella polare per gli uomini contemporanei, questi marinai disperati del Ventesimo secolo che non sanno più che rotta prendere. Irene è il nome della nuova eroina, orfana quattordicenne, vince la solitudine dell'isola graca che l'ospita dividendo la sua vita con il mare e i suoi abitanti, in particolare i delfini. Dunque l'eplorazione dell'altra metà del cielo Erri De Luca la continua ancora una volta dotandosi dell'umiltà del contadino che coglie grappoli di parole fertili e preziose nei filari di vobaboli dell'Antico Testamento e della Mitologia Greca e ci consegna una fiaba senza tempo. Anche il secondo episodio racconta il mare, quello della Terra delle Sirene di Norman Douglas, quel tratto breve e pericoloso che divide Massa Lubrense da Capri. Nel '43 chi voleva togliersi "la guerra di dosso" doveva attraversarlo e così sfidare le mine, il chiarore della Luna che faceva da spia ai cecchini nazisti e le onde del mare agitato. In quel tempo lontano, Aldo De Luca, padre dello scrittore, e altri cinque compagni riusciranno ad attraversare quel mare di Sirene assassine per guadagnare la costa di Capri ormai in mano agli Americano. I fuggiaschi dopo essersi lasciati alle spalle Napoli bombardata, Sorrento occupata e l'Italia spazzata in due da Badoglio e Mussolini guidati dalla sapienza di un ebreo (errante) raggiungeranno la libertà. Infine l'ultimo racconto della trilogia racconta la vecchiaia , quando si scopre inutile zavorra , come il vecchio che , sempre durante la guerra, decide che il suo sacrificio garantirà qualche porzione in più a chi, figlio o nipote, ha bisogno più di lui di nutrirsi.
Kum , alzati!, disse il Signore a Giona, ma lui che fece ? Fuggì come molti di noi fanno, nella direzione opposta fino a cadere nello stomaco della balena. Ma non si può fuggire a Dio,non si può fuggire al suo Kum! Miriam , Rut etc ce lo hanno insegnato, Giona alla fine lascerà il ventre della balena e nuovamente partorito, servirà Dio.
Kum! Irene si alza e segue il suo destino.Kum! Aldo , soldato dell'esercito italiano in Albania si alza e segue il suo destino. Kum! Un vecchio si alza e respira l'ultimo sogno, su uno scoglio a Santa Lucia sotto il Vesuvio che, a Febbraio, ha indossato la sua sciarpa di neve più bella intorno al grosso cono nero.

di Luigi De Rosa

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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    05 Ottobre, 2013
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007 con licenza d'amare

Thomas Foley è un giovane impiegato del COI ( Central Office of Information) , sposato da poco ha una bella moglie, Sylvia,ed è padre della piccola Gill,conduce un'esistenza normale,anzi grigia,di più: insipida,del tipo famiglia e lavoro,ufficio e casa. Il 1958 però è l'anno
dell'Exposition universelle et
internationale de Bruxelles si tratta del primo evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. Mr Foley ha origini brussellesi, sua madre infatti, sfuggita ai rastrellamenti nazisti nella capitale belga durante la guerra, aveva deciso di rifarsi una vita in Inghilterra, dunque anche per questo motivo, i grandi capi del COI decidono di affidare al giovane e inesperto collaboratore la loro rappresentanza all'Expo: il ragazzo dovrà fingersi gestore del "Britannia", il pub costruito all'interno della fiera come monumento rappresentativo dello stile british e sotto questa falsa veste spiare i Russi che sono interessati al loro padiglione scientifico dove espongono le nuove conquiste sullo studio dell'atomo degli scienziati d'oltremanica. Mr Foley che nella valigia conserva gelosamente alcuni dei successi di Ian Fleming, appena giunto a Bruxelles, mentre si riprende dallo stordimento provocato dal magnifico monumento dell’ingegnere André Waterkeyn : l'Atomium, viene accolto e scortato al suo alloggio da una bellissima hostess, Anneke, che sembra innamorarsi a prima vista di quest'inglese belloccio che assomiglia a Gregory Peck e gioca a fare James Bond senza riuscirvi. Ma Foley fra una pinta di birra e un abboccamento con qualche spia russa s'invaghirà a sua volta di Emily americana che oltre ad essere bella dimostrerà di essere dotata di un sex apeal irresistibile per tutte le spie che frequentano il Britannia. Jonathan Coe ci regala un acquerello dai colori vivaci come quelli della campagna fiamminga, su di un'epoca , quella della Guerra Fredda e delle finte unioni fra i popoli che al "volemose bene" di facciata contrapponevano guerre segrete per la sopraffazione di una fazione sull'altra senza esclusione di colpi, ma lo scrittore inglese tesse la sua ragnatela di intrighi amorosi e non con quel pizzico di umorismo inglese che rende l'intera vicenda avvincente fino all'ultima pagina che vi regalerà una sorpresa inaspettata.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    04 Ottobre, 2013
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Gatto dispari,gatto paro,guarda come ricomparo!

Andrea Camilleri non smette mai di sorprenderci, la fantasia e la voglia di raccontare sembrano quelle di un bambino, un bambino che gli anta li ha superati da un pezzo ma non sembra affatto per lucidità e acume, appartiene a quella nutrita schiera di geni della penna penso alla Yourcenar,alla Pivano, a Borges o Pablo Neruda che d'inventare e raccontare non hanno mai smesso fin dal primo vagito. In questa fiaba, Camilleri racconta il rapporto nonni nipoti, a modo suo, ricorrendo alla magia e alla superstizione. Naturalmente non rinuncia alla sua Sicilia che è presente con il mare cristallino le pale dei fichi d'India, i cespugli di capperi, le filastrocche e le parole mammalucchigne, quelle che ripetute come un mantra possono realizzare sogni o spezzare incantesimi. Lo scrittore agrigentino non rinuncia neanche al suo umorismo,Pirandello docet, strizza l'occhio a noi lettori proponendoci tre possibili finali della stessa fiaba, quale sceglieremo ? Forse quello che, come ci ricorda Gramellini, è descritto nell'ultima riga?
Una fiaba tinta di "giallo montalbano", c'è una bambina che scompare, a voi lettori la possibilità di rintracciarla.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    16 Settembre, 2013
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La drecrescita felice di Sergio Bambarèn


Che cosa dirsi alla fine di una vita? Sergio è al capezzale di un'amica in fin di vita. I due hanno condiviso molte esperienze insieme e sono riusciti a realizzare i propri sogni, il primo diventando scrittore,la seconda pittrice. Eppure c'è un rimprovero che la donna fa all'amico ed è quello di non aver mai preso una posizione netta, precisa , neanche nei suoi libri, quasi avesse paura di scontentare qualcuno. La critica non è da poco, anzi è dura, ma Bambarèn non si scompone, accetta la sfida , scriverà un libro dedicato all'amica senza peli sulla lingua e durante questa lunga confessione riflessione , l'autore australiano avrà modo di descriverci con un analisi sempre più chiara e netta la sua idea di felicità e di "bene comune", che in parte a me ha ricordato il concetto di decrescita felice che in Bambarèn va oltre l'ecologia, abbraccia il senso della vita non più legato al consumo , all'avere significativamente descritto da Erich Fromm, ma all'essere che come diceva Martin Heidegger "non è semplice presenza".

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    08 Settembre, 2013
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Caro amico ti scrivo...

Diamine!, neanche ho disfatto le valigie che ho combinato un guaio in casa del mio amico Oskar. Mi aveva chiamato tempo fa, finalmente si recava a Los Angeles per definire le pratiche di divorzio con quella sprucida di Laura. Non volendo lasciare la sua splendida casa vuota e i due gatti Shossy e Stravvy in balia di qualche cat sitter da strapazzo, aveva pregato me, il suo miglior compagno di Università a Londra di occuparmi della sua casa. Ebbene io, uno scrittore di quattro soldi che ha visto invece negli anni, il compagno d'Università farsi strada nell'empireo delle star della musica classica, io un disgraziatissimo imbranato, a metà strada fra Fantozzi e l'ispettore Jacques Clouseau, una volta entrato nella sua stupenda villa stile minimalista, grandi vetrate,acciaio e parquet di legno pregiato, nonostante biglietti e bigliettini di raccomandazioni e consigli sparsi da quel maledettissimo pignolo esasperante in tutti gli angoli , perfino in frigo,che ti combino? Verso delle gocce di vino rosso sul parquet, quello di quercia francese! Strofino come un matto tutto il santo giorno, ma niente! E adesso chi glielo dice a Oskar?
Ma questo è niente, quei due felini, non si stanno fermi un attimo, mi esasperano! Esco, faccio un giro in città,torno sbronzo e che trovo nel salotto? I gatti hanno graffiato il divano in pelle e dire che Oskar me l'aveva pure scritto in uno di quei ridicoli bigliettini : "non far salire i gatti sul divano!" Infine ,siccome secondo la legge di Murphy, "se una cosa deve andare storta lo farà, vado nella sala del pianoforte e : ORRORE! Uno dei gattini è morto,stecchito!, deve essere salito sul pianoforte a coda ( avevo lasciato il coperchio superiore aperto) avrà urtato l'asta e ... pam! Povera bestiola, ha fatto la fine del sorcio nella trappola! Non so neanche se è Shossy o Stravvy ad aver tirato le cuoia, perchè non li ho mai saputi distinguere, e adesso chi glielo dice a Oskar che gli ho rovinato casa e ucciso uno dei gatti? Come potete immaginare questa di Will Wiles è una commedia divertente che non lesina colpi di scena. Lo stile e sobrio e chiaro, il ritmo, beh rammentate le miniature stravinskijane per pianoforte? Insomma, questo è un testo che non annoia.

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Politica e attualità
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    30 Agosto, 2013
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IMUrtacci vostri!

Che rabbia! Che dannata rabbia ti procura la lettura di certi libri, per carità saggi scritti benissimo, con la chiarezza e l'acume ai quali ci ha abituato la penna di Mario Giordano, ma io penso a quante giovani coppie vorrebbero comprarsi una casa e non possono farlo. A tutti quelli che chiedono di accendere un mutuo e dopo che il direttore li ha esaminati dalla testa ai piedi manco fossero parenti a quelche mafioso, glielo concede, salvo poi scoprire essi stessi, che è la banca che ha fatto loro un'estorsione con quel mutuo che li dissangua ogni mese. Poi dicevo, apri questo libro e con dati e tabelle alla mano scopri che i controllori,quelli che ti fanno la predica sulle testate dei giornali o nelle trasmissioni televisive, che continuano a dirti che tu cittadino italiano fai il furbo, evadi le tasse, porti i soldi all'estero etc etc ebbene questi grandi Catoni, leggo nel libro, come lo sceriffo di Equitalia,l'ex presidente della Corte dei Conti,il medico personale del Papa, l'ex Procuratore antimafia, l'ex Presidente della Corte Costituzionale,un Generale della Guardia di Finanza, giornalisti ,cantanti e attrici tutti sono riusciti a comprare belle case a prezzi stracciati, i politici poi, quelli di professione che sono invecchiati sugli scranni di Montecitorio, beh quelli come avrete avuto modo di leggere nelle cronache romane e milanesi si ritrovano porprietari di appartamenti vista colosseo senza sapere ne come ne quando gli possa essere accaduta questa terribile disgrazia!
"E io pago", diceva Totò, dovrebbero stamparla sulle schede elettorali, se qualcuno avrà voglia di votare ancora, in realtà quello che più disgusta in questo paese è il fatto che lealtà, rispetto, dignità non contano nulla, come le leggi che sono interpretate alla bisogna, c'è sempre uno più uguale degli altri,siamo l'armata brancaleone, ognuno per sè e Dio per tutti.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    21 Agosto, 2013
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Ascoltate la voce della mia anima

"Ascoltate la voce della mia anima.Il primo istante che vi ho veduta, il mio cuore s'è subito sentito incline a servirvi". The tempest,William Shakespeare.
Tutto ha inizio dalla fine in questo romanzo della catalana Berta Noy, Clàudia Costello apprende della morte dell'amore della sua vita, Elliott Kerr e ne è sconvolta, un'auto ha investito il musicista inglese che da anni abitava a Barcellona , mentre passeggiava con la sua bicicletta lungo il viale che percorreva tutti i giorni per tornare a casa. Il vero tormento di Clàudia nasce dal fatto che lei è l'amante di Elliott. Soffre come Montse, la moglie di Elliott Kerr, ma deve tenersi tutto dentro. A sua volta Clàudia è sposata con Quim ed ha una figlia adolescente Laia.
Il tormento e la sofferenza per questa donna è , per certi versi , tremendo, amava quell'uomo, insieme avevano progettato un futuro insieme, avevano ormai preso la decisione di uscire allo scoperto e dire la verità ai rispettivi partner. Ma ora di fronte al lutto, che fare? E' giusto sconvolgere la vita di una vedova. Non è da egoisti. Le amanti, quelle che portano via l'uomo ad un'altra che diritti hanno in questi casi. Hanno torto, devono tacere, devono soffrire in silenzio, è la loro punizione? Claudia cerca consiglio dalle amiche di sempre Eva e Mar che nella vita, come lei, hanno dovuto affrontare situazioni intricate e optare per delle scelte non sempre semplici, poi quando tutto sembra indicare alla donna la direzione giusta , ecco una nuova notizia sconvolgente: Clàudia è incinta di Elliott.
Una storia d'amore intricata e delicata questa della Noy che non mancherà di sorprendere i lettori per la costruzione narrativa e i colpi di scena da romanzo giallo, in fondo nella vita sono tante le direzioni da poter prendere e l'unica cosa certa e che a prenderle alla fine tocca solo a noi.

di Luigi De Rosa


La frase di : Ci sono posti in cui pensi che non andrai mai,posti irrangiungibili, così lontani e pericolosi da non essere quasi reali, posti che non trovi sulle mappe e nemmeno sulle carte nautiche perchè esistono solo in te stessa, sono un'invenzione della mente,del cuore e delle viscere, spazi in cui non osiamo neanche immaginare di poter passare; sono luoghi inesistenti per i quali invece varrebbe la pena rischiare tutto, appendere la vita al chiodo e tuffarsi nella chimera.Credo che ognuno di noi abbia un posto così, forse dovrei dire ognuna di noi; forse questa illusione appartine più a noi donne, che abbiamo una tendenza innata a costruirci favole nella nostra fantasia e che amiamo pensare ,nonstante tutto, che il principe azzurro non solo esiste, ma sa anche dove siamo e un giorno o l'altro verrà a prenderci.
da Luoghi che non si trovano sulle mappe di Berta Noy; Fabbri 2013.

Consigliato a chi ha letto : Ve dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro ; Bompiani

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Arte e Spettacolo
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    21 Agosto, 2013
Top 50 Opinionisti  -  

Jamme jamme

Jamme jamme
'ncoppa jamme ia!
Jamme Jamme
'ncoppa jamme ia!
Vi voglio ridurre sulla paglia caro Barone!
A Voi!

Questa è una delle scene più famose ed esilaranti di quel capolavoro cinematografico che firmarono Zavattini, Marotta e De Sica : l'Oro di Napoli. L'episodio è quello che vede confrontarsi il piccolo Gennarino, figlio del portiere, con un nobile spiantato, amante del gioco d'azzardo che la moglie ricca e oppressiva ha lasciato senza una lira, proprio per evitare che la dabbenaggine del consorte li riduca sul lastrico. Dunque il Conte è ridotto a giocare a scopa con un bambino e, cosa che lo manda in bestia : perde! Perde sempre come l'ultimo dei principianti. Leggendo questo memoriale che Manuèl, con l'accento sulla e, alla catalana !, quale era sua madre l'attrice Marìa Mercader, dedica al padre Vittorio, mi piace citare il film a episodi "l'Oro di Napoli" perchè in fondo racchiude tutta o buona parte dell'arte e della poesia di De Sica. C'è il neorealismo accentuato dalle contraddizioni di Napoli ( resta sempre sorprendente come un "ciociaro" con madre romana de Roma e padre cagliaritano riuscisse così bene ad interpretare i Napoletani, penso al maresciallo Carotenuto di Pane Amore e...), c'è la grande sensibilità del regista nato che trasforma un bambino qualunque in un attore superbo,dirige una diciottenne sconosciuta , Sophia Loren, per farne una star, ma al contempo mette insieme Totò ed Eduardo De Filippo (mostri sacri) e li dirige senza soggezione anzi. C'è poi , è torniamo alla scena di Gennarino, il gioco!, il suo demone malvagio, che lo costrinse a perdere davvero le tenute e le proprietà, che nell'episodio invece millanta il Conte!
Manuèl De Sica intreccia le vicissitudini paterne con la sua storia personale, la sofferenza per aver dovuto "rubare" momenti di affetto al padre che per la legge italiana, che all'epoca non prevedeva il divorzio, era ufficialmente solo il marito di Giuditta Rissone e il padre di Emi De Sica, quindi dagli altri figli,Christian e Manuèl, doveva andare quasi di nascosto per non rischiare la galera .Ma De Sica figlio racconta anche la sua passione per la musica,che diventerà il suo di demone benigno, che lo condurrà fino alla corte di Ella Fitzgerald.. Non si può parlare dei De Sica senza ricordare altri grandi inperpreti della cinematografia internazionale che in casa De Sica o sul set sono cresciuti e si sono affermati. Il Primo,Cesare Zavattini, alter ego di Vittorio (e tutti li chiamavano infatti cappuccino), se non ci fosse stato, molto avrebbe perso tutto il Cinema internazionale.Manuèl De Sica ci regala anche aneddoti e descrizioni simpatiche di centinaia di attori, Alberto Sordi tanto talentuoso quanto tirchio,Hitchcock spocchioso e rosicone che ignorava anche le mestruazioni!, Jhon Wayne razzista che tenne fuori dalla sua tenuta un collaboratore di De Sica perché di colore, Robert Altman e Mel Brooks: geniali.Audrey Hepburn e Brigitte Bardot, tanto charme e altrettante "scoregge!"
Silvana Mangano , Gina Lollobrigida e Sophia Loren, insuperabili muse. Roberto Rossellini, Carlo Ponti ,Dino De Laurentis,Steno,Comencini,Antonioni,Cavani,Camerini etc preziosi colleghi. Marcello Mastroianni,Paolo Stoppa,Federico Fellini amici insostituibili. La ciociara,Sciuscià,Ladri di biciclette: capolavori assoluti. Un saggio questo di Manuèl De Sica che regala ai lettori pagine emozionanti e divertenti ,quando si giunge alla fine, il tempo di commuoversi con una citazione dalla "Cognizione del dolore" di Gadda che si riprende a girare : ciak ...azione ! Don Ersilio Miccio vendeva saggezza... c'è da insegnare ad un Duca il rispetto degli altri e un pernacchio, sì ,un pernacchio per certa gente è il peggior insulto.

di Luigi De Rosa

La frase : Zavattini mi ha detto : Io sono come un pittore che,davanti ad un prato,da quale filo d'erba debba cominciare. De Sica è il regista ideale per questa professione di fede. C'è l'arte di dipingere i campi come rettangoli di colore. E anche quella degli autori drammatici che dividono il tempo della vita in episodi i quali sono nei riguardi dell'istante vissuto quello che è il filo d'erba nei riguardi del prato. Per dipingere ciascun filo d'erba bisogna essere il doganiere di Rousseau. Nel cinema bisogna avere la creazione , l'amore di un De Sica.
da Di figlio in padre di Manuel De Sica; Bompiani 2013

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    21 Agosto, 2013
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In nome del Popolo italiano...

Vincenzo Zaccaria è un giovane penalista , impegnato a difendere anche deliquenti, "ti sei scelto un lavoro sporco" gli diceva il padre, ed infatti a sporcarsi le mani è quasi costretto quando è chiamato a difendere mascalzoni abituali come Lucio Sagliocco, spacciatore e rapinatore. Durante la sua crescita professionale si rende conto che per fare bene il mestiere che si è scelto "non deve più affettare i peli che gli crescono sullo stomaco" a questa constatazione giunge quando a bussare alla porta del suo studio sarà Lorenzo Botticelli,vecchio conoscente, che è sospettato di omicidio. In breve Botticelli è infermiere presso la clinica "Rosa dei Venti", dove si dedica alla cura di malati di cancro ed è sul posto di lavoro che conosce Patrizia Romano figlia di uno dei suoi degenti, la donna al centro di questo noir che verrà ritrovata assassinata nella sua auto, nel parcheggio della clinica. Gli occhi caparbi e indolenti del Maresciallo dei Carabinieri Raffaele Masilli e del P.M. Serenella Lupo si fissano da subito sul Botticelli , l'infermiere infatti aveva una relazione con Patrizia Romano, legame, a quanto raccontato da alcuni testimoni , sordido e perverso," la signora amava i giochi sadomaso con strangolamento",the choking game, li chiamano gli Americani ed è proprio strangolata che è morta la professoressa Romano. Lorenzo Botticelli, anche se tutti gli indizi sono contro di lui, dichiara di essere innocente, toccherà all'avvocato Zaccaria riuscire a provare l'innocenza del suo assistito e magari scovare il vero assassino. Francesco M.Passaro scrive un legal thriller molto interessante , come nel miglior Grisham , l'avvocato è il personaggio al centro del racconto e dell'azione, di lui sappiamo tutto, traumi infantili, amori perduti ed amori ritrovati, passione per il Cinema e per la maratona, ma al contrario dell'americano,la storia di Passaro non sa di fast food e politically correct, ci regala una storia che sa di Napoli, nel bene e nel male, ha la bellezza e il registro di autori come Nanni Loy , penso a "Detenuto in attesa di giudizio" ed Elvio Porta, penso a "Mi manda Picone".Un bell'esordio, convincente che consiglio a tutti coloro che amano le storie che , come scrive Noa Bonetti nella prefazione, ci toccano e ci trascinano.
di Luigi De Rosa


La frase : Rotolai nell'attesa del processo. L'inquieta distensione del presente nel futuro. Un'attesa che aveva perso il senso della verità, che strappa la vita agli innocenti. Si dice che l'attesa è lunga, in realtà è breve...Tracanna secondi senza lasciare che le ore vengano vissute.
di Francesco M. Passaro da Attesa di Giudizio Iris 4 edizioni 2013.

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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    21 Agosto, 2013
Top 50 Opinionisti  -  

Era mio padre, purtroppo.

Ana è una ragazza socievole e brillante, sogna di fare il chirurgo, segue il corso di Laurea in Medicina presso l'Università di Belgrado con passione e profitto.I genitori sono orgogliosi di lei che oltretutto dimostra un profondo amore per la sua patria, la Serbia o Srbija come la chiama suo padre, generale dell'esercito serbo impegnato al fronte . Un giorno insieme ai più cari compagni di studio e amiche d'infanzia ,Ana va in gita a Mosca. La vacanza sembra trascorrere serena, fra bevute di vodka,champagne russo, amori e gelosie fra ragazze e corse lungo la Leninskij Prospekt. Il copione della gitarella fuori porta sembra essere rispettato, poi qualcosa di tremendo accade. Ana, la luce degli occhi di papà, a ventitre anni , tornata a casa, afferra la pistola del generale Ratko Mladi?, suo padre appunto, e si spara un colpo in testa: perchè? Qualcuno dei cosiddetti amici ha instillato nelle fragili e ingenue convinzioni della ragazza il veleno del dubbio?, della vergogna? Ratko Mladi?, sì, proprio lui, l'eroe di quella bella bambina bionda è un orco, ha fatto massacrare migliaia di innocenti come il suo comandante Slobodan Miloševi?,dunque l'equilibrio mentale di Ana non ha retto a questa terribile scoperta? Un romanzo potente che affonda il bisturi nella cancrena dell'odio razziale, comincia da lontano la scia di sangue serbo, dalla catastrofica battaglia di Kosovo Po?e del 15 giugno 1389 che vide fronteggiarsi i Serbi capitanati dal principe Lazar e i Turchi del sultano Murat, entrambi morirono massacrandosi,ma il fiume fatto di sangue e di cadaveri che impregna d'odio quelle terre non si è mai arrestato , ha scavato in profondità fin a riemergere dalle profondità argentee delle miniere di Srebrenika (srebro=argento) l '11 luglio 1995,
lì attraverso il delirio hitleriano di Ratko Mladi?, ottomila padri e figli non videro più la luce del sole. Leggendo il testo si intuisce lo studio che c'è dietro, almeno due anni l'autrice ha dedicato ai fatti terribili accaduti nella ex Jugoslavia, il suo stile è quello di un fotoreporter che testimonia senza rinunciare a capire quello che vede, lei stessa alla fine del romanzo, sembra mettersi in gioco, entra nel suo racconto, personaggio anche lei in cerca di un autore che possa rivelarci il perchè del male.

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Politica e attualità
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    21 Agosto, 2013
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Nessuna speranza per l'Italia

"Nessuna speranza per L'Italia - un'ossessione per la corruzione" è il titolo dell'informativa che l'ambasciata americana di Roma spedì a Washington nell'aprile del 2008 dopo un pranzo segreto fra Beppe Grillo ed alcuni esponenti americani in compagnia dell'ambasciatore Ronald Spogli; questo documento è riportato per intero in appendice al testo, testimonia come il Movimento5 Stelle fosse ed è "attenzionato" dall'intelligence" a stelle e strisce. Questa Lunga intervista che Luigi Bisignani concede a Paolo Madron sintetizza trent'anni di storia italiana che hanno tre soggetti che tirano i fili delle marionette che si alternano alla guida di questa "Repubblica delle banane che siamo diventati" nel bene e nel male, alla luce del sole: in pochi casi, in modo occulto quesi sempre: Americani, Vaticano e Banchieri.
Luigi Bisignani, sulla carta giornalista (in forza all'Ansa per alcuni decenni), in realtà molto di più: consulente, manager, faccendiere etc, è stato amico di molti ministri , imprenditori di grido e personalità molto influenti della Prima Repubblica. Cresciuto all'ombra di Giulio Andreotti ha dimostrato , durante la sua lunga carriera , lo stesso talento del Divo DC, sopravvivendo ad inchieste: P4, Mani Pulite etc, districandosi in gineprai di politica interna e estera,soprattutto sbrogliando matasse finanziarie di ogni tipo. Grazie alle domande sempre più incalzanti di Madron , Bisignani ci offre uno spaccato del potere nel nostro paese molto intrigante; nel libro l'ex collaboratore di L'Espresso,Panorama e Tempo Illustrato confesserà che si diverte a scrivere spy story e questo saggio sembra la raccolta di una serie incredibili di spy story rigorosamente all'italiana, nel senso che alla fine del thriller non si capisce mai se a vincere è stato il buono o il cattivo, perchè fondamentalmente in Italia, buoni e cattivi finiscono sempre in un raggruppamento della larghe intese , una bella tavolata dove gli amici di merenda di destra e di sinistra se lo divorano il Bel paese.
Il Saggio si apre con il Gorveno Letta, poi si passa a Papa Francesco e soprattutto allo Ior che sarà la vera gatta da pelare per questo pontificato.Al Vaticano Bisignani e Madron dedicano un intero capitolo e le vicende analizzate spaziano da Paolo VI a Giovanni Paolo II, da Solidarnosc all' Opus Dei, dallo scandalo Paul Marcinkus alla gestione molto ambigua delle finanze della Chiesa. Poi il discorso si sposta su Mediobanca: Cuccia,Geronzi,Ciampi,Baffi,Stammati, Monti, sono pochi i banchieri che non conosce Bisignani così come i magistrati ai quali è stato costretto a dare risposte :Antonio Di Pietro,Italo Ghitti,Jhon Henry Woodcock, Ilda Bocassini. I Politici? Craxi,Andreotti, Cirino Pomicino,Berlusconi e Gheddafi, per citare solo i primi.
Colleghi? Vittorio Feltri, Eugenio Scalfari, Masi, Santoro,la Gabanelli,Carlo Rossella, Ferruccio Bortoli etc Il testo è ricco di aneddoti,alcuni tragici come la fine di Raul Gardini e Bettino Craxi,altri grotteschi come quelli del Rais libico,altri ancora sorprendentemente spiritosi come gli interrogatori subiti da Di Pietro e Woodcock. Poi ci sono i capitoli dedicati al Divo Giulio e al venerabile Licio Gelli, senza i quali difficilmente verremmo a capo di alcuni dei grandi misteri di questo paese.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    12 Agosto, 2013
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Il windigoo che stuprò mia madre

Joe ,tredici anni , con suo padre Coutts, giudice tribale, stanno percorrendo la strada sterrata che porta alla Round House (la casa tonda) edificio sacro della comunità indiana dei Chippewa, siamo in North Dakota è il 1988, i due sono preoccupati, Geraldine rispettivamente mamma e moglie non ha fatto ritorno a casa ed è un ritardo assai strano. D'un tratto proveniente dalla direzione opposta nell'altra carreggiata,eccola!, Geraldine in auto li supera senza degnarli di uno sguardo. Coutts fa inversione di marcia e insegue la moglie , entrambe le automobili si fermano davanti al garage di casa Coutts. Il giudice scende dalla propria vettura, apre lo sportello dell'auto della moglie e viene investito dal puzzo vigoroso di vomito e di benzina; la donna non si muove, ha le vesti strappate, sangue dappertutto sull'inguine. E' stata picchiata e stuprata. L'uomo non perde tempo afferra la donna e la conduce in ospedale non prima di aver ordinato a Joe di avvisare il resto della Comunità.
Questo romanzo comincia così con uno stupro e una donna che per miracolo sopravvive ad esso prima di rinchiudersi in un silenzio quasi autistico.
Joe, il figlio adolescente è sconvolto, cercherà in tutti i modi di scoprire chi è stato. All'inizio crede di aver scoperto il colpevole nel giovane prete cattolico, Padre Travis, ex marine, con una grossa cicatrice che gli sfregia gola e petto, alla fine però il giovane indiano subirà una dura lezione dal prete fisica e morale "Dio è buono, Misericordioso, tutto guarisce", ma Joe non sopporta la morale cattolica ,lui vuole la vendetta, lui vuole il windigoo, l'uomo bianco, che ha fatto del male alla madre perché lo vuole impiccare e così vendicare la Comunità. Il rancore del ragazzino aumenterà a dismisura quando il padre e l'agente dell'FBI, Bjerke, scopriranno il nome dello stupratore ma per un assurdo groviglio burocratico saranno costretti a lasciarlo libero. Lo stupro e il tentato omicidio sono avvenuti presso la casa tonda che è in parte sulla terra indiana e in parte nel parco naturale federale, dunque non si riesce a capire se la giurisdizione sia indiana o federale. Joe però non è disposto a lasciare il windigoo libero di farla franca, chiede aiuto all'amico Cappy, i due giovani indiani riusciranno a punire l'uomo bianco? "Un capolavoro" l'ha definito Philip Roth che scava nelle contraddizioni che caratterizzano da secoli i rapporti Nativi e Americani. ,in un periodo storico particolare perchè un uomo di colore è alla Casa Bianca, Barack Obama. La Erdrich racconta gli Indiani d'oggi, senza retorica; sono lontani i tempi delle belle fiabe come "Balla coi lupi","Piccolo grande uomo" o "Soldato blu", con un linguaggio foulkneriano la scrittrice, anch'essa con sangue cheppewa nelle vene, vuole denunciare alla comunità internazionale il "femminicidio" indiano, l'86% degli stupri di donne indiane è commesso da non nativi e per una serie di leggi federali , gli stupratori bianchi non vengono perseguiti. Barack Obama si occuperà anche dei Nativi?
Infine mi piace segnalare le scene umoristiche che ci sono nel romanzo che rendono la narrazione meno cupa e più piacevole, specialmente quelle che descrivono gli adolescenti che hanno fatto pensare molti critici al capolavoro di King "Stand by me", mi vengono in mente le corse in bici nella riserva, la scoperta degli antichi riti ,la scoperta del sesso come gioia e divertimento tipo lo spogliarello della procace Sonja di fronte al vecchio sciamano Mooshum. Inoltre in tutto il romanzo l'autrice strizza l'occhio a Star Trek, che nell'immaginario adolescenziale di Joe e dei suoi amici, più degli antichi riti e della religione cattolica rappresenta la sua vera linea di guida, quasi che "The Next Generation" con i suoi assurdi personaggi e mondi immaginari, sia portatrice di insegnamenti più intelligibili e più umani.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    11 Agosto, 2013
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Ma il cuore può dimenticare?

Il Cavalier Eugenio Garbo è un vecchio commissario siciliano prossimo alla pensione, siamo nel 1911 , mentre il Governo centrale è alle prese con la possibile conquista della Tripolitania, Palermo è alle prese con la sua modernizzazione, vale a dire il taglio di via Roma e conseguente drammatica distruzione di palazzi e chiese antiche. Eugenio Garbo si è sempre sentito un emarginato,perchè sbirro e perchè ebreo dunque detestato in un mondo in cui c'è sempre più spazio, allora come oggi, solo per chi si omologa e chi subisce le prepotenze senza ribellarsi. Il commissario Garbo è chiamato ad indagare sulla scomparsa di un collega Federico La Mantia e di sua moglie Carmela Verso. La Mantia, come infiltrato, spiava i clan mafiosi di Monreale per carpirne i segreti e soprattutto i sodali della buona borghesia siciliana. Dunque Garbo riunisce i suoi uomini e comincia ad indagare,subito gli è chiara una cosa, la faccenda è tanto complicata quanto pericolosa. Quando Garbo scoprirà che prima della scomparsa dei coniugi La Mantia , un altro poliziotto infiltrato,Agnello Giuseppe, era stato eliminato fingendo un incidente di caccia, sarà costretto a chiedere al fido Calabiscetta, poliziotto dalle mani pesanti e il cervello fino, di seguirlo notte e giorno per evitare di finire a sua volta in un pilastro di cemento. Il cavalier Garbo capisce anche di essere solo e che per sopravvivere dovrà guardarsi anche dagli amici. Agnello e La Mantia avevano anche sventato un attentato all'ex Procuratore Diotallevi che poi , neanche fosse stato lui un mafioso, era stato trasferito ad altra Procura. Questa è una prassi dello Stato che più di altre sconcerta il commissario, in questa storia di mafia ; i bravi giudici e i poliziotti fedeli vengono "puniti", trasferiti ad altri incarichi.
Nel thriller di Camarrone c'è la bellezza di Palermo che incanta con l'architettura arabeggiante e stordisce come le voci dei mercatali della Vucciria, c'è l'amarezza reale, non romanzata, che ci prende quando nella postfazione scopriamo che in parte la vicenda raccontata
è stata ispirata da quanto accadde ad un certo Giovanni Falcone il 20 giugno 1989 sulla scogliera dell'Addaura, anche allora due bravi poliziotti ,Antonino Agostino ed Emanuele Piazza, pagarono con le loro vite il loro essere stati onesti e coraggiosi servitori di uno Stato che molto, troppo spesso , al cospetto dei suoi figli migliori rivela di essere un inutile,spocchioso,rissoso condominio di borghesi piccoli piccoli.


di Luigi De Rosa
La frase : L'ultima curva per Monreale donò a tutti e quattro gli occupanti della carrozza una chiarissima veduta della Conca d'Oro, con il cielo poggiato sul Pellegrino e la città accesa dal tufo e spenta dalla pietra di Billiemi, intessuta tra gli agrumeti e il mare.
da L'ultima indagine del Commissario di Davide Camarrone Sellerio 2103

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    07 Agosto, 2013
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La boule de neige di Maurizio de Giovanni

Sono belle e misteriose le boule de neige, fin da quando furono inventate qualche secolo fa. Quei mondi di vetro che ricordano le sfere delle fattucchiere, sono clessidre che marcano il tempo dei sogni ma, talvolta,anche quello degli incubi, sì, perchè è un incubo quello che copre lentamente la polvere bianca della boule raccolta sotto la panca in casa della povera donna Cecilia de Santis ,dal commissario Giuseppe Lojacono. Il poliziotto osserva la bambolina con l'ukulele che canta felice la bellezza dei mari del sud dentro la palla di vetro, mentre tutt'intorno alla base della stessa, vischioso e nero, si spande il sangue della donna assassinata. E' stato un colpo terribile sferrato con quel souvenir di sogni alla base del cranio a porre fine alla vita della signora De Santis, moglie del notaio Arturo Festa. Il commissario siciliano non fa una piega, sa che il nome e cognome di qualsiasi assassino è scritto nell'arma che ha adoperato per uccidere ed è da lì che comincerà la sua ricerca. Ad aiutare il commissario in questo nuovo episodio saranno i poliziotti del Commissariato di Pizzofalcone,definiti dalle malelingue "bastardi", perchè si tratta di indesiderati, uomini e donne che si sono tutti macchiati di qualche episodio increscioso che, sotto la guida di Lojacono e dell'esperto capo commissariato Gigi Palma, avranno l'occasione di riscattare se stessi. De Giovanni ce li presenta uno ad uno, i suoi bastardi, come se anche noi lettori prima di proseguire nella lettura dovessimo fare squadra, imparare ad averne fiducia e forse, così sarà. Dunque in un lussuoso appartamento Mayya , colf bulgara, scopre il cadavere della sua padrona , la signora Cecilia de Santis. Cominciano le indagini, affidate per competenza a quelli di Pizzofalcone. Lojacono, da poco trasferito in quel commissariato dimenticato da Dio e dagli uomini, s'imbatte da subito in un muro di gomma, quello formato dai collaboratori del notaio Arturo Festa, tutti con le bocche cucite, tutti decisi a coprire l'ennesima scappatella del loro datore di lavoro che messo alle strette confesserà di aver passato il weekend a Sorrento in compagnia di una donna della quale si rifiuta di rivelare l'identità. Lojacono non è tipo da darsi per vinto al primo intoppo , è pronto a dare la caccia ad un nuovo infido "coccodrillo".
Un'altra bella prova di Maurizio De Giovanni che strizza l'occhio al grande Ed McBain, penso ai "bastardi" dell'87° Distretto, Steve Carella & C. e come il mitico romanziere italo-americano non vi deluderà.


di Luigi De Rosa




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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    29 Luglio, 2013
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Prima regola : proteggi il tuo Re

Prima regola : proteggi il tuo Re. Chiunque abbia dimestichezza con il gioco degli scacchi sa che ignorando questa regola perderà in partenza, i principianti cadono spesso in quella che noi italiani definiamo "la mossa del barbiere", non si protegge la casella f7 del nero lasciando il Re alla mercè del bianco che ne fa un boccone.
Alice è impalata, di fronte a lei c'è la scena che ogni bambina non si augura di vedere nel peggior incubo: suo padre Alberto sta baciando appassionatamente una donna che non è sua madre.
Sconvolta l'adolescente scappa via. Il Re ha subito lo scacco. Alberto torna a casa dopo aver salutato Camilla , la sua amante, ritrovata dopo vent'anni, il suo primo grande amore , il suo primo bacio , il suo primo abbraccio, la sua piccola ballerina , il suo piccolo cigno che come la grande Anna Pavlova danzava sulla musica di Camile Saint Saens e come l'artista russa un giorno, di punto in bianco,era volata via proprio come uno dei cigni del famoso lago, perchè vincitrice di una borsa di studio dell'Operà. A casa Sandra , la moglie di Alberto è sconvolta, sono ore che Alice non si trova e non è normale perchè Alice come tutti loro è una bambina responsabile, cresciuta presto da quando è venuto al mondo Matteo, nato sordo, il bambino è l'altro Re alcentro della scacchiera ed è protetto da tutti loro. Alla fine , Alberto che non dice alla moglie di aver visto Alice e di essere lui la causa della scomparsa , viene messo con le spalle al muro. Il poliziotto chiamato ad indagare sulla scomparsa di Alice entra in possesso del cellulare della bambina, insieme ai genitori legge gli ultimi messaggi della bambina, fra questi c'è quello di Alberto che la prega di non fare sciocchezze , le spiegherà...Spiegare cosa, perchè hai mentito Alberto?
Interessante è originale questo romanzo della Rattaro che al centro della scacchiera pone proprio lui, il Re sconfitto , il pater familias di oggi che sembra non riuscire più a tenersi una famiglia, tradisce la moglie, delude la figlia, possibile che sia bastato un amore adolescenziale a farlo cadere? Eppure sembra che ha dargli una chance sia proprio l'elemento più debole della scacchiera il pedone, Matteo, l'ultimo arrivato che il destino ha condannato al mondo dell'ipocusia. Un giorno la logopedista pone un disegno davanti a Matteo, nel ritratto ci sono tre uccellini uno però è volato via: "quanti ne restano?" Gli domando la dottoressa. Matteo le risponde, nel suo oralismo stentato : Pecchè vola via?" I bambini ci sorprendono sempre perchè hanno una logica che va oltre la nostra che in fondo è banale prodotto del nostro eterno egoismo, la risposta per un bambino che sta perdendo il padre è : perchè vola via dal nido l'uccellino? Ma noi adulti invece lo rimproveriamo, gli gridiamo asino!, fa due!

di Luigi De Rosa




La frase : Una sera scoppiai : "Ho paura, Sandra.Non ce la faccio a fare il padre. Non sono all'altezza. Lei ha bisogno di una marea di cose che io non so, e sarò un disastro."
"Sarai un bravo papà e lei sarà pazza di te : lo capirai un giorno, quello che ti sto dicendo. Un giorno, quando chiederà solo di suo padre. Non devi imparare tutto insieme, lo imparerai con lei, basta che tu sia te stesso. Affettuoso e responsabile, ingenuo, apprensivo e normale. Sarai il suo papà e nessuno vi potrà mai dividere perchè lei sceglierà sempre te. Ti cercherà in ogni uomo che incontrerà, e per questo motivo le sembrerà sempre di accontentarsi."
da Non volare via di Sara Rattaro;Garzanti 2013

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    27 Luglio, 2013
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On m'appelle Renzo...

On m'appelle Zobi, oui c'est moi la mouche . J'suis pas tant crédible, car on me trouve louche . Ceux qui lisent la Bible en ouvrant la bouche sont des jolies cibles, des gobeurs de mouches...Non so se avete mai ascoltato questa canzone cantata dal gruppo francese "Les Negresses Vertes" è musica che fonde ritmi latini e tzigani, l'autore canta di Zobi , una mosca, che ne combina di tutti i colori, del resto la mosca è per sua natura fastidiosa come lo è Renzo Russo, uomo bello e affascinante che ha, fra i tanti difetti,quello di amare il gioco e le belle donne. Dunque Renzo Russo sul tavolo verde ha dilapidato grandi fortune, ne sa qualcosa la sua ex moglie Eva d'Angelo (ancora innamorata di lui), proprietaria di una profumeria a Roma che gestisce con due indivisibili amiche Ksenia,la siberiana e Luz, la colombiana, omosessuali e legate da un amore inscindibile l'una all'altra.
Renzo Russo è anche uno che , come Zobi la mosca, i guai se li va a cercare, così seduce Melody Mascherano , ragazza bellissima e testa matta appartenente alla famiglia dei Mascherano, potente clan di etnia Rom che a Roma controlla lo spaccio della droga, ma questa volta i ventimila euro che riesce a truffare ai Mascherano gli costeranno carissimi. Innanzitutto Melody, avendo scoperto che il suo Renzo ha fatto ritorno nel letto dell' ex moglie che, come tutte le donne innamorate, è sempre pronta a perdonare, decide di vendicarsi. Appeso l'accordéon al chiodo, lo strumento musicale che di solito adopera per avvisare i negozianti taglieggiati che è venuta l'ora di pagare il pizzo, sfodera il suo micidiale rasoio e con questo sfregia il viso di una inconsapevole e innocente Eva. Renzo che apprende della terribile vendetta della sua amante in un secondo momento perchè impegnato, come al solito, nei suoi traffici si dilegua, sa che Serse Mascherano il potente capo clan a lui non deturperà il viso come è costume della nipote , ma taglierà la gola. Tutte queste gelosie e vendette innescheranno un meccanismo di azioni sempre più violente e cruente che solo la cocciuta determinazione del commissario Mattioli, altro personaggio chiave del romanzo, riuscirà a contenere non senza aver ottenuto l'appoggio di Eva che dovrà imparare a mettere fine a quello che credeva l'amore della sua vita.
Carlotto e Videtta firmano un romanzo "criminale" che vi terrà inchiodati alla sedia fino all'ultimo capitolo.
di Luigi De Rosa

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Ksenia - Le vendicatrici di Massimo Carlotto e Marco Videtta,Einaudi.
Gioco Perverso Massimo Lugli, Newton & Compton.
Giancarlo De Cataldo Romanzo criminale Einaudi.
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    18 Luglio, 2013
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Nabokov ha ucciso Lolita?

Marcus Goldman è un giovane scrittore americano, il successo gli ha sorriso da subito. Infatti il suo primo romanzo l'ha spedito nell'empireo degli autori da best seller, il suo editore dapprima lo ha riempito di elogi e di dollari, poi... qualcosa cambia in Marcus.
Come sovente capita a certi artisti le idee d'un tratto sono sparite , il suo talento dunque è stato una bolla di sapone? L'agente editoriale lo tartassa di telefonate,deve consegnare quanto prima un nuovo romanzo o saranno guai,ma è tutto inutile e gli avvocati del suo editore sono pronti a seppellirlo sventolando in tribunale i contratti firmati e disattesi. Quando il destino di questa stella cadente del firmamento letterario americano sembra ormai segnato ecco che la disgrazia capitata ad un vecchio amico sembra offrirgli un'occasione insperata di riscossa, una chance per rimettersi in gioco e riscoprirsi scrittore di talento.
Nel giardino di casa di Harry Quebert, scrittore fra i più apprezzati dalla critica letteraria nordamericana, vengono ritrovati i resti di una ragazzina Nola Kellergan ,la figlia del pastore della comunità religiosa di Aurora cittadina dello New Hampshire dove risiede Quebert, di lei anni prima si erano perse le tracce, scomparsa nel nulla. Accanto al cadavere della ragazzina viene rinvenuta una copia de "Le origini del male"il capolavoro di Quebert, mentre durante le successive indagini gli investigatori scopriranno che tra il vecchio scrittore e la minorenne c'era stata una relazione, dunque il cerchio dei sospetti sembra chiudersi intorno alla figura ambigua di Quebert che viene arrestato con la prospettiva terribile della condanna a morte. La comunità di Aurora grida al mostro e volta le spalle al grande scrittore che prima osannava e idolatrava come un eroe; c'è solo un uomo che ancora si mostra amico di Quebert, Marcus Goldman che dello scrittore era stato allievo. Goldman a colloquio in carcere con il vecchio professore si lascia convincere della sua innocenza e s'improvvisa detective, comincia così un viaggio a ritroso nel tempo che non lesinerà sorprese e colpi di scena.
Non vi fate scoraggiare dalle settecento pagine la storia è avvincente ed è scritta con chiarezza e maestria , Quebert ,svizzero, ha lo stile dei migliori giallisti americani, a me ha ricordato James Ellroy in L.A. Confidential, convinzione che mi viene anche dalla storia torbida che man mano emerge dall'indagine sulla vita di Nola nuova Lolita, capace di svelarsi meno angelica di quello che appariva all'inizio del romanzo. Interessante è anche il rapporto fra i due scrittori, l'analisi psicologica dei personaggi che ci consegnano una vicenda veramente originale.

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