Opinione scritta da Asfe

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Romanzi
 
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Asfe Opinione inserita da Asfe    01 Dicembre, 2010
Top 1000 Opinionisti  -  

Frizzante e al femminile

Sophie Kinsella non tradisce mai: ed ecco un libro che scivola via in un attimo, fra le risate e le fugaci riflessioni sulla vita quotidiana.
Rebecca è una giovane donna carina e spigliata, ma il suo conto in banca va inesorabilmente in rosso quando la mania dello shopping si fa ancora più pressante e lo stipendio alla fine è sempre lo stesso. Con una prima persona, la Kinsella ci offre i suoi pensieri esilaranti - comici solo per noi, per la maggior parte del tempo lei è ben altro che allegra! - in un tono frizzante che incalza al massimo la lettura.
Simpatiche le lettere dei creditori o dello spam poste agli inizi dei capitoli: senza troppi giri di parole ci informano sulla situazione economica di Rebecca, che va via via peggiorando.
E quando ci si aggiunge la voglia di un nuovo lavoro, un uomo che a quanto pare è proprio antipatico ma anche terribilmente attraente, un articolo fiammante su una rivista a tiratura nazionale e un invito ad un programma televisivo... be', c'è davvero da disperarsi!

Un romanzo tutto al femminile, spiraglio di una vita piuttosto movimentata - non sempre in positivo - e che di tanto in tanto ci dà la possibilità di guardare la società con occhio critico e divertito al tempo stesso.
Da comprare!

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Qualcosa di impegnato; con I Love Shopping si risolleverà l'allegria!
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Asfe Opinione inserita da Asfe    28 Novembre, 2010
Top 1000 Opinionisti  -  

Delusione pazzesca

Breaking Dawn, inutile girarci intorno, ha fatto scadere d'un pezzo tutta la Saga di Twilight.
Il linguaggio è semplice e scorrevole, adatto praticamente a tutte le fasce d'età; lo stile non è nulla di eccezionale ma neanche totalmente da buttare.
Ma la trama...! Innanzitutto l'intero libro è di una banalità assurda: si potevano prevedere gran parte degli eventi anche solo avendo letto i tre episodi precedenti o conoscendo un po' la vita dell'autrice (che, essendo mormone, ha parecchio frenato il tutto...).
Belli i numerosi capitoli dal punto di vista di Jacob Black, nonostante non mi piaccia il personaggio; smuovono un po' la situazione che altrimenti sarebbe inesorabilmente ferma. La Meyer gioca però con il fuoco: vampiri e umani si possono riprodurre, okay, ma perché devi dare una spiegazione che vuoi far apparire scientifica quando in realtà è illogica? I vampiri hanno 25 cromosomi, noi 23, quindi il frutto dell'accoppiamento è la media: 24. Ma che cavolata è questa? E' come se io facessi un figlio il cui padre è un cavallo.
Tralasciando ciò, è il finale che più delude: si parla di una battaglia da metà romanzo, e il lettore sente diecimila persone in ansia per questo combattimento, tutti si allenano e in modo bizzarramente solidale una masnada di immortali decide di immolarsi per la famiglia Cullen, si arriva ad un passo e... niente!? Muore appena una tipa che nessuno considera, alcun laceramento, morso, pugno o calcio... il nulla totale! L'ultimo capitolo, "Felici e contenti", è quanto di più stucchevole e sdolcinato abbia mai letto.
Penoso, fondato su materiale incosistente, se Twilight, New Moon ed Eclipse erano passatempi da spiaggia questo non può esserlo: un mattone che elimina le sinapsi e che si contraddice da solo (!).
Bah.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Asfe Opinione inserita da Asfe    27 Novembre, 2010
Top 1000 Opinionisti  -  

Magnifico

E' ufficiale: sono innamorata di questo romanzo.
Anzitutto lo stile è scorrevole, facilmente leggibile ma affatto infantile o semplice. Insomma, Larsson riesce a trasportarti con il giusto tono e a descrivere senza lanciarsi in inutili discorsi prolissi ed esageratamente minuziosi; la fantasia del lettore è stimolata a volte dall'insieme omesso e dal particolare specificato, altre l'incontrario, aggiungendo dettagli in modo naturale mano a mano che procede la storia e sta a chi legge unirli nella sua mente e la cosa è addirittura spontanea.
Ciò è utile per districarsi in una trama abbastanza complessa ed intrecciata, che tuttavia risolve tutti i dubbi alla fine in soluzioni inaspettate eppure spiegate quasi con ovvietà! I personaggi sono molti, è vero, ma fortunatamente l'autore ci dà una specie di albero geneaologico da cui attingere in caso di dimenticanze. Ma questo lo vedo difficile: pur non ricordandosi un nome od un cognome, è improbabile dimenticare il carattere di ogni persona che lo scrittore sa far emergere anche in poche righe. Difatti ogni personaggio è approfondito: alcuni più e altri meno, è certo, ma sicuramente sarà rarissimo incontrare qualcuno fra le pagine conoscendone solo nominativo o aspetto.
Mikael Blomkvist, il protagonista che alcuni hanno giudicato troppo perfetto sotto il profilo della sua vita sessuale (molto attiva, direi...) è per me una cosa possibile: insomma, di donnaioli ne esistono molti, perché Mikael non potrebbe esserlo essendo un bell'uomo? Non scade nello stereotipo risultando meraviglioso fisicamente né caratterialmente (anzi, a tratti è troppo testardo e noncurante, in alcuni periodi mette su pancia e via discorrendo), dunque io non trovo nulla di irreale.
Lisbeth Salander, eroina troppo "genio"? Forse, fatto sta che gli hacker come lei ci sono, eccome! A me pare incredibilmente imperfetta: è asociale, aggressiva e parecchio incline alla violenza (parzialmente dovuto alla sua infanzia infelice che... *si cuce la bocca*), tuttavia conserva caratteristiche come memoria fotografica e abilità informatiche strabilianti, più un'intelligenza decisamente fuori dal comune.

Davvero, resterete incollati alle pagine: un noir che riveste a sprazzi i toni del macabro, un giallo ingegnoso e dai colpi di scena, coinvolgente a tal punto da sentir respirare i personaggi accanto a te.
Imperdibile.

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Asfe Opinione inserita da Asfe    27 Novembre, 2010
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Tedioso e personaggi perfetti: bocciato.

Devo essere sincera? Uno dei peggiori libri che abbia mai letto. Sarò onesta: in alcune parti l'ho letteralmente sfogliato e a volte saltavo paragrafi interi. A momenti mi addormentavo sulle pagine alle cinque del pomeriggio: lo stile risulta fin troppo pomposo, alcuni lo definiscono "barocco" ma io credo sia più adatto il termine "tedioso"; metafore bizzarramente elaborate in un modo che a quanto pare capisce solo l'autrice (ma neanche), molti paroloni belli e ricercati ma che sembrano essere lì solo per caso.
In pratica la lettura è inesorabilmente ferma, devi leggere dieci volte una pagina per afferrarne il senso nascosto fra la descrizione del graffio sulla mattonella e i sentimenti inspiegabilmente contraddittori della protagonista... sempre che c'è, il senso, o la De Winter se l'è dimenticato di inserire nel tentativo di architettare una frase lunga mezzo chilometro.
A quanto pare la De Winter l'italiano lo sa e anche benissimo, l'abbiamo capito, ma ciò non le conferisce la giustificazione per trasformare un romanzo in un vocabolario in stile gotico/ottocentesco.
La ripetività, inoltre, è ovunque: profumi di rose appassite dappertutto, la magnificenza e i fiori comparsi negli occhi VIOLA (viola, sì: l'azzurro, considerato bellissimo per le iridi da tempo immemore, ormai è demodé, non lo sapevate?) del vampiro Ashton Blackmore (co-protagonista), quelli BLU SCURO (!!!) del principe Axel Vandemberg (co-protagonista)... Per non parlare delle prolisse descrizioni di ogni minimo gesto di Eloise Weiss (protagonista)...
Considero ridicoli gli appellativi: Principe del Sangue, Principe dello Studium, Ospedale della Misericordia, Vecchia Capitale... roba che si commenta da sé.
Ed infine, ma non meno importante, vorrei porre l'accento sulla perfezione dei personaggi: la loro bellezza straziante è riportata in ogni singolo rigo, chi con i capelli biondo bronzo (!?) e qualcun'altro dagli occhi turchesi... l'abbiamo capito che a Virginia De Winter evidentemente le piacciono i bei ragazzi, ma deve essere a conoscenza dell'esistenza dei difetti che NON siano essere troppo testardi o impulsivi o sarcastici.
Forse la storia poteva avere uno spunto originale (forse...), ma la De Winter non l'ha saputo affatto sfruttare.

Uno spreco di carta abnorme e vendite dettate più che altro dalla fama che precedentemente l'autrice aveva su Internet per le sue fanfiction e grazie anche ad un'attenta campagna pubblicitaria della Casa Editrice e dei fan che spargevano recensioni veneratrici in ogni angolo del web.

Un gran peccato e una dura delusione, ma è in assoluto da bocciare.
Sconsigliatissimo.

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