Opinione scritta da GabriCremo

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Gialli, Thriller, Horror
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    05 Ottobre, 2011
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Buonissimo libro

Dopo aver letto "i Pilastri della Terra" di Ken Follett e "la Cattedrale sul Mare" di Falcones, mi sono ritrovato di fronte a un altro libro che ha come uno dei punti focali la costruzione di una grande chiesa. Tuttavia in questo caso il racconto è piuttosto differente; infatti negli altri due casi la costruzione della cattedrale seguiva parallelamente la crescita dei personaggi principali del racconto, mentre nel caso de "Il diavolo della cattedrale" la chiesa funge da punto di partenza per lo sviluppo della vicenda, mediante l'omicidio del costruttore, in un vero e proprio thriller medioevale. Ho trovato la storia molto coinvolgente anche se a tratti i ragionamenti con cui i personaggi vengono a capo della vicenda sono un po' troppo sofisticati; lo stile ottimo, con parti di azione rapida intervallate da parti più tranquille in cui l'autore, come voce narrante o per bocca di alcuni personaggi, contestualizza in maniera puntuale (a volte forse un po' troppo prolissa) il racconto nel periodo storico in cui esso si colloca. Bellissimi i personaggi e le loro descrizioni; molto bello anche il modo in cui l'autore esprime alcune opinioni che probabilmente condivide su tematiche importanti, mediante la bocca del decano Jaspar.
Nel complesso un bel romanzo che mi ha tenuto incollato sulle sue pagine per circa una settimana!

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Scienze umane
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    16 Settembre, 2011
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Un bel libro su un tema sempre centrale

Un saggio allegro e divertente, che si legge volentieri, su un argomento sempre centrale, quello della scuola, vista dal punto di vista di coloro che la vivono peggio, i "somari"; tutto questo alla luce dell'esperienza personale dell'autore, sia come asino che come professore.
L'unica perplessità riguardo al libro è quella relativa allo stile scelto dall'autore, che talvolta tende a descrivere tutto in maniera eccessivamente retorica e ridondante, a volte anche con un po' di confusione, fatto tipico per Pennac. Per il resto non ho trovato grosse pecche; ho apprezzato moltissimo soprattutto il fatto che tenda ad attaccare quei luoghi comuni che circondano i ragazzi dei quartieri difficili e che spesso sono una delle cause principali della loro emarginazione; abitando in un quartiere di Ferrara ritenuto "difficile" e conoscendo i ragazzi che vi girano, mi sento molto legato a questo tema e posso dire che condivido moltissimo le posizioni di Pennac a riguardo.

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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    21 Luglio, 2011
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Dieci Piccoli Indiani

Decisamente il miglior libro della Christie che abbia mai letto. Non solo la soluzione del giallo è bellissima (ma questo è caratteristico di tutti i libri che ho letto di questa autrice), ma il romanzo è praticamente sempre emozionante, mentre altri libri scritti dalla Christie da questo punto di vista sono un po' carenti. Il racconto diventa sempre più avvincente man mano che ci si spinge avanti nella lettura delle pagine, con il lettore che è portato a chiedersi quale sarà la prossima vittima, in che modo verrà uccisa, come possa essere stato macchinato tutto questo... nel finale ogni tassello trova il suo posto, in un puzzle che ho trovato praticamente perfetto. Lo consiglio a chiunque avesse voglia di leggere un giallo geniale ed emozionante allo stesso tempo, fra le altre cose non è eccessivamente lungo e si legge in qualche ora!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    02 Luglio, 2011
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Insomma

Libro discreto, ma nulla di più; dopo aver letto "Io Uccido", mi aspettavo che questo romanzo ne fosse all'altezza ma purtroppo non è stato così. Lo stile di scrittura di Faletti non mi dispiace in generale, anche se in questo libro tende ad associare troppo spesso cose concrete a sensazioni astratte, cosa che ha me non piace particolarmente perché spesso tende a forzare le sensazioni che vive il lettore. Inoltre lo scenario sarebbe anche interessante, con le vittime dell'assassino composte come i personaggi dei Peanuts; tuttavia la chiave di svolta che sceglie l'autore mi ha fatto decisamente storcere il naso, essendo legata a una serie di coincidenze poco realistiche e a fatti al limite del paranormale. Infine, la cosa che personalmente ho trovato peggiore all'interno del romanzo sono i personaggi principali; onestamente anche negli altri libri di Faletti erano stati un po' il tasto dolente, in questo caso tuttavia raggiungono il culmine della tristezza, tutti bellissimi e intelligentissimi ma con un passato turbolento alle spalle, ossia il massimo della banalità. Senza contare la malinconia, legata alle rispettive storie, che si portano dietro durante tutto il racconto, malinconia che tende a intristire molto la lettura, rendendola poco vivace e piacevole in molti punti.

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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    11 Giugno, 2011
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Apprezzabile

Premesso che non ho ancora trovato qualcosa di Ken Follett che mi faccia veramente storcere la bocca, devo dire che questo libro è abbastanza lontano dagli apici di questo autore; fra le altre cose è un'opera piuttosto atipica rispetto al classico romanzo-thriller storico alla Ken Follett, trattandosi quasi di un giallo. Tuttavia devo dire che posso ritenermi soddisfatto: la storia è ben strutturata e non lascia nulla al caso, con un finale che ho apprezzato tantissimo; purtroppo in alcuni punti perde un po' di mordente, inoltre alcuni dialoghi e alcune situazioni sembrano un po' forzati. Nel complesso un racconto piacevole e allegro, arricchito dallo stile molto pulito di questo autore che rende la lettura poco pesante e scorrevole. Mi sento quindi di suggerirne la lettura.

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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    26 Aprile, 2011
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Fantastico

Parto col dire che, per gusti personali, non sono un grandissimo appassionato dei "classici", ho provato a leggere diverse opere del passato e molte le ho trovate in qualche modo noiose, anche se spesso il tessuto narrativo era ben fatto.
Non è il caso di quest'opera, che è davvero un capolavoro. La dimensione del libro può spaventare (sono più di novecento pagine), e, conseguentemente, anche la mole di tempo che è richiesta per leggerlo (ho impiegato circa un mese per terminarlo), ma trovo che ne sia valsa veramente la pena; perchè la storia è avvincente, capace sempre di incuriosire il lettore su cosa accadrà nelle pagine successive; i personaggi affascinanti e variopinti, con il conte di Montecristo unico nel suo genere; lo stile, sebbene il romanzo risalga a più di centocinquanta anni fa, scorrevole e pulito (con i limiti che può avere un libro scritto così tanto tempo fa). Inoltre un finale memorabile, con le ultime 200 pagine che non lasciano davvero nulla di incompiuto, ma danno un senso pieno a tutti gli eventi avvenuti nella parte precedente del libro.
Da sottolineare la meravigliosa trasformazione di Edmondo Dantes, giovane innocente nella prima parte del libro che diventa quasi una sorta di "divinità manipolatrice" per gli altri personaggi principali nella parte centrale, fino a ritornare umano nella parte finale del libro.
Se si vuole trovare un piccolo neo a quest'opera è forse l'eccessiva presenza di parti in cui si parti in si parla di speculazioni economiche, crediti, rendite e affini, che ho trovato scarsamente interessanti all'interno della storia; poca cosa comunque all'interno di un simile capolavoro!
Bravo Alexandre Dumas, uno capace di inserire all'interno del suo romanzo nozioni di medicina, scienze naturali, storia, geografia, letteratura, nonchè di citare giganti come Dante e Shakespeare!!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    24 Marzo, 2011
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Conclusione discreta di un'ottima serie

Libro un po' sottotono rispetto ai due capitoli precedenti; il primo libro è stato estremamente intrigante, il secondo avvincente, questo invece avrebbe dato il massimo se fosse stato lungo 300 pagine in meno; troppe parti lunghe noiose che rendono il libro difficile da digerire in alcuni punti, con descrizioni di sezioni dei servizi segreti svedesi e di personaggi più che secondari che ho trovato ridondanti e poco interessanti. In più mi rimane il rammarico che siano stati trascurati personaggi che avevo apprezzato molto nel capitolo prima e che invece qui praticamente non compaiono. Fortunatamente gran parte del libro è abbastanza convincente e in alcuni punti riesce a tenere il lettore incollato alla pagina, anche se non proprio ai livelli di "La ragazza che giocava con il fuoco".
Infine, ho veramente apprezzato il finale, che ho trovato bello e azzeccato.
Nel complesso un discreto libro, anche se per una serie simile si poteva forse sperare in qualcosa di più. Comunque vale la pena di leggerlo, se non altro per sapere come va a finire questa intricata vicenda.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    10 Marzo, 2011
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Ottimo proseguimento

Nonostante in molti mi abbiano detto che questo era un po' sottotono rispetto a "Uomini che odiano le donne", devo dire di essere stato molto soddisfatto: l'ho trovato più avvincente rispetto al volume precedente (che a tratti era un po' statico), grazie alle numerose scene di azione che presenta. I due personaggi principali, che nel precedente volume si occupavano quasi esclusivamente di indagare sulla storia della famiglia Vagner, in questo caso diventano il punto focale del racconto; in particolare viene approfondita la figura di Lisbeth, attorno alla quale ruota tutta la vicenda. Piacevoli inoltre i nuovi personaggi secondari introdotti in questo libro, rispetto a quelli un po' incolore del capitolo precedente; personaggi che spesso l'autore usa per fornire un punto di vista differente della vicenda. Da leggere, soprattutto per chi è curioso di vedere come va avanti questa (finora) bella trilogia.

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Ovviamente Uomini che odiano le donne
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Romanzi
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    01 Marzo, 2011
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Bello e interessante

Un applauso all'autore, perché questo è sicuramente un gran bel libro; riesce infatti a raccontare con eccezionale sagacia cinquant'anni di storia del nostro paese (la prima metà dello scorso secolo), attraverso le peripezie di una famiglia contadina del nord Italia costretta per ragioni economiche a trasferirsi nell'Agro Pontino durante la bonifica di quest'ultimo. Ne risulta un quadro veramente affascinante, con personaggi pittoreschi le cui vicende sono riuscite a commuovermi e ad emozionarmi; in più, il narratore (uno dei nipoti che racconta ad un ipercritico ascoltatore la storia della propria famiglia) permette a chi leggere di riflettere anche sulla società attuale mediante continui parallelismi con essa, dando inoltre spesso la possibilità di inquadrare gli eventi sotto più punti di vista ("ognuno ha le sue ragioni").
Ho trovato tuttavia qualche piccolo neo: la tendenza dell'autore a divagare, dando qualche problema al lettore nel seguire il discorso; la scarsa suddivisione del libro in capitoli (solo 3 in tutto il libro) e paragrafi, cosa che lo rende poco adatto per chi legge "poco alla volta"; l'uso nei dialoghi del dialetto del basso veneto (che io fortunatamente capisco abbastanza bene essendo ferrarese) che può rendere difficoltosa la lettura a chi non lo conosce. Ciò nonostante è un libro che consiglio vivamente a chiunque abbia interesse per la nostra storia e un po' di tempo da voler investire bene.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    13 Febbraio, 2011
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Non uno dei migliori libri di Grisham

L'inizio di questo libro promette bene, poi la storia si perde in parti poco interessanti (in primis le tristissime vicende sentimentali del protagonista) e tecnicismi legali che alla lunga stufano il lettore; tutto sommato il finale salva un po' la storia, anche se non si può dire che nel complesso sia un libro molto piacevole (di certo non uno di quelli che tengono incollato alle pagine il lettore, come lo era stato a suo tempo "Il momento di uccidere"). Suggerisco comunque di leggerlo, soprattutto a quelli che apprezzano questo autore (a me piace ma non è uno dei miei preferiti), in primo luogo perché è un libro che sensibilizza il lettore a una tematica importante come quella dei senzatetto, in secondo luogo perché trovo che Grisham usi un bello stile nello scrivere, secco e ironico, con cui riesce a far capire perfettamente al lettore il punto di vista del personaggio principale del racconto, rendendo coinvolgente la storia.

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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    05 Febbraio, 2011
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Ottimo lavoro

Nello scrivere questo libro, credo che Ken Follett abbia voluto affrontare il lavoro in una maniera quasi nuova, che a me è piaciuta. Il soggetto reale dell'opera non sono più le vicende dei personaggi, ma la storia stessa di un periodo così complesso come il primo quarto dello scorso secolo. Le vicende dei fratelli gallesi Billy e Ethel, del conte inglese Fitz e sua sorella Maud, dei russi Grigorij e Lev Peskov, del aristocratico liberale tedesco Walter e del diplomatico americano Gus sono il mezzo con cui l'autore vuole mostrare al lettore, sotto punti di vista estremamente differenti, un quadro complessivo di questo periodo, trattando tematiche centrali quali il classismo, la rivoluzione russa, il ruolo della donna e la mitizzazione della patria e della razza, tutto legato da quel terribile massacro che è stata la Grande Guerra. Detto questo, le vicende dei personaggi sono apprezzabili, e in diversi momenti della lettura hanno saputo tenermi con il fiato sospeso o commuovermi; ho gradito anche come l'autore abbia collegato in maniera verosimile i personaggi di sua invenzione con personaggi storici e fatti realmente accaduti. Tuttavia nel complesso c'è qualche stonatura; innanzitutto i personaggi che si cerca di seguire sono troppi (di solito nelle altre opere erano quattro o cinque, qua ben otto), sebbene come sempre ben caratterizzati. Questo forse era inevitabile vista la linea scelta dall'autore, ma così si ha a che fare con salti narrativi delle vicende che lasciano alcuni dei protagonisti nel dimenticatoio per anche cento pagine, con ovvie difficoltà per il lettore a ricordarsi gli avvenimenti precedenti. In secondo luogo, l'incrociarsi dei cammini dei vari personaggi principali è fatto a volte di coincidenze troppo forzate, che alla lunga fanno storcere un po' la bocca. Infine, le prime duecentocinquanta pagine, che servono da introduzione al conflitto sono in alcuni punti un po' ridondanti, rendendo poco piacevole la lettura di questa parte.
Nonostante questi contro, trovo che questa sia stata proprio una bella lettura, in attesa del seguito; lo consiglio vivamente a chi è già un po' rodato con questo autore.

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Fantasy
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    24 Gennaio, 2011
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Si legge volentieri, ma nulla di eccezionale

Mi è capitato di leggere questo libro perché prestatomi da una ragazza con cui sono uscito qualche tempo fa e siccome non volevo fare brutta figura l'ho letto. Devo dire la verità, non mi è dispiaciuto, la lettura è abbastanza piacevole (se non fosse per quei momenti noiosissimi in cui Edward e Bella si continuano a dire smancerie vomitevoli a nastro), lo stile è pulito e di facile lettura, e la storia è a tratti avvincente. Il grosso problema è che ci mette un'eternità ad entrare nel vivo della storia, inoltre i personaggi sono di una banalità incredibile (il vampiro tenebroso, la ragazza acqua e sapone che non se la fila nessuno...). Infine, e trovo che sia la cosa peggiore, l'amore fra i due protagonisti ha un che di morboso; se da una parte forse era impossibile fare altrimenti vista la natura dei due, dall'altra penso che non sia un punto a favore ne' per l'originalità ne' tanto meno per "educare bene" il lettore (soprattutto se adolescente quindi instabile per natura); l'idea che una persona sia disposta a morire per rimanere per sempre insieme ad un'altra, sinceramente, mi raccapriccia.

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Romanzi
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    24 Gennaio, 2011
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Gran libro

Quando ho aperto per la prima volta questo libro, lo ammetto, ci ho messo un po' ad abituarmi all'ambientazione così distante dalla nostre e in un certo senso un po' surreale; ma man mano che procedeva il libro sono riuscito ad affezionarmi ad ogni singolo personaggio di questa famiglia al limite del leggendario, ciascuno con la sua piccola tragedia personale (su tutti il colonnello Aureliano). Ho trovato molto piacevole anche l'intreccio della storia che si basa sulla discendenza dei Buendia, con la presenza della quasi eterna Ursula che lega il tutto, e con diversi personaggi che si ripresentano più volte nel corso del libro. Proprio un bel libro, lo consiglio vivamente!!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    22 Gennaio, 2011
Top 500 Opinionisti  -  

Carino

E' un libro che mi è piaciuto ma non mi ha esaltato... l'enigma è molto accattivante e la soluzione è geniale, tuttavia è troppo incentrato sul caso perché possa entrare fra i miei preferiti, visto che in genere amo i libri che lasciano spazio ai personaggi e alle loro vicende, mentre qui questo aspetto è molto in secondo piano. In questo senso mi è piaciuto di più Assassinio sul Nilo, sebbene consapevole che è da sempre considerato di livello inferiore a Assassinio sull'Orient Express. Comunque alla fine sono stato soddisfatto da questo libro e consiglio di leggerlo.

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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    17 Gennaio, 2011
Top 500 Opinionisti  -  

Un libro avvincente

Senza dubbio un buon libro, anche se forse è stato un po' troppo celebrato; i personaggi principali sono ben caratterizzati (in particolare ho apprezzato molto Lisbeth, giovane iperintelligente e antisociale), la trama è intrigante anche se ogni tanto ho notato delle forzature quando l'indagine sembra arrivare a dei punti morti, inoltre non entra immediatamente nel vivo ma è necessario superare le prime duecento pagine, che servono più che altro a introdurre la storia. Lo stile con cui è scritto è semplice e scorrevole, rendendo così piacevole la lettura. Tutto sommato sono piuttosto soddisfatto della lettura e credo leggerò anche i due libri successivi.

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Romanzi
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    16 Dicembre, 2010
Top 500 Opinionisti  -  

Davvero apprezzabile

Dopo aver letto "La Grammatica di Dio", libro dal sapore più amaro che dolce, non mi aspettavo che Benni tornasse a pubblicare libri più umoristici. Mi ha ricordato molto Saltatempo, soprattutto per la storia divertente ma che nel contempo fa riflettere e per l'ambientazione paesana. Qui però la trama non si sviluppa "linearmente", ma diventa poi il via per far raccontare ai vari personaggi storielle riguardanti il passato del paese. Non raggiunge gli apici di Benni (rappresentati da Saltatempo per quanto mi riguarda), ma ci va molto vicino.

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Saltatempo
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Racconti
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    14 Dicembre, 2010
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Forzatamente cattivo

Quando ho letto l'ultima pagina di questo libro e mi sono chiesto se effettivamente mi era piaciuto, non mi sono riuscito a dare una risposta ben precisa. Lo stile di Ammaniti mi esalta in generale, e ci riesce pure in questo libro di racconti, tuttavia rispetto ad altri libri perde in quanto sembra che narri di circostanze crude e violente per il puro gusto di farlo piuttosto che per denunciare la società contemporanea. Nel complesso è comunque un libro che si legge volentieri, soprattutto se si ama lo stile di questo autore.

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Romanzi storici
 
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    13 Dicembre, 2010
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Non male, ma...

E' fra i suoi libri più celebrati, tuttavia meno piacevole rispetto ad altre opere... i primi capitoli, che narrano l'infanzia di Alessandro, sono lenti a scorrere, e pure il finale non convince. Comunque è un libro che merita di essere letto, intanto perché descrive in maniera abbastanza fedele la storia di un grande personaggio storico, in secondo luogo perché, dal momento in cui Alessandro comincia a combattere, diventa anche avvincente (anche se non propriamente esaltante). Più per appassionati del genere che per lettori "casual".

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Romanzi storici
 
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4.8
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    10 Dicembre, 2010
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Uno dei migliori libri di Manfredi

Assieme a l'ultima legione, è il libro di Manfredi che mi ha colpito più positivamente, tanto che gli ho dato quasi il massimo dei voti (per quanto mi riguarda lo stile di Manfredi non merita 5 perché inserisce sempre all'interno dei suoi romanzi oggetti antichi dal nome misterioso che poi uno è costretto a cercare per capire che diavolo sono). La storia è bellissima e tocca tanti temi, il viaggio, l'amicizia, la nostalgia di casa, l'onore, l'amore (anche se quest'ultimo in maniera un po' forzata). Anche la fusione con la cultura e le leggende cinesi è ben fatta e il finale è proprio bello! Da leggere!

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L'ultima legione
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