Opinione scritta da Lary

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Lary Opinione inserita da Lary    25 Marzo, 2013
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Ai ai ai Kay , mi stai invecchiando.

Nuovo caso per Kay Scarpetta, solito modus: un cadavere ,un mistero da risolvere, un pazzo psicopatico disturbato che provoca la nostra coroner preferita.
Per chi segue le opere di Patricia Cornwell è ovviamente impossibile sottrarsi alla lettura di questo ultimo prodotto, ma si sa, dopo 20 anni non possiamo pretendere lo standard di Post Mortem e de La Fabbrica dei Corpi.
La sensazione in questo ultimo romanzo è che la cara Patricia abbia stretto un contratto pubblicitario assai vantaggioso con le più famose marche americane! Nei primi capitoli infatti c’è uno sfoggio esagerato di Iphone, Ipad, Ipod e tutto ciò che la gamma della Mela può offrire, applicazioni incluse.
La Kay , ormai ultra cinquantenne, si rivela una bella signora di mezz’età che non si fa mancare nulla, e adora descrivere l’opulenza di cui si circonda: begli arredi, vini costosi,abiti raffinati, e lo stesso vale per chi le ruota intorno, vedi la nipotina Lucy, invariabilmente seduta sempre su qualcosa di esageratamente costoso: elicotteri, Maserati e/o Ferrari. Dite una marca caso, e Lucy Farinelli ce l’ha.
Purtroppo i tempi della liason focosa con Benton sono finiti, e mi viene un po’ difficile oggi immaginarmi la Signora Scarpetta preda degli ormoni a causa del suo giovane assistente…
Lo stesso discorso vale per Benton, eppure in questo romanzo non mancano le scenate di gelosia e il serpente del tradimento che striscia tra la nostra attempata coppia…
Per fortuna oltre a questi superflui e un po’ ridicoli elementi che fanno tanta gassosa c’è anche un cadavere e un caso da risolvere.
Kay deve ripescare dalla Massachusetts Bay un cadavere appunto, e non ci facciamo mancare le attrezzature di primissima qualità e l’imbarcazione che quasi sembra uno yacht , il tutto descritto con dovizia di particolari e un pizzico di boria.
Inoltre, a questo povero cadavere purtroppo si è impigliata una rara tartaruga marina.
Ora, la verità, ‘sta tartaruga non c’entra assolutamente nulla , non è rilevante per la risoluzione del caso, ed è un “ostacolo” alquanto noioso ed inutile.
Metà libro è incentrato sul ripescaggio del cadavere e sul salvataggio della tartaruga.
Mi sono ritrovata a sperare che la tartaruga si trasformasse in un terrificante mostro marino e divorasse Kay e cadavere. Che cavolo c’entra? Bho, comunque mi sono fatta una cultura pure sulle tartarughe marine in via di estinzione.
Finalmente recuperato questo povero corpo, e salvata sta tarta, ci ritroviamo nella sala delle autopsie, in cui le descrizioni dei processi autoptici sul cadavere, se fino a qualche romanzo fa erano fluidi e semplici, sono diventati lunghi, complessi ed esageratamente dettagliati, troppi tecnicismi che annoiano.
Inquietante, oserei dire, la corrente erotica che scorre tra la signora Scarpetta e il giovane assistente mentre sezionano sto corpo rinsecchito...
Un appunto anche sulla figura di Pete Marino, che sale e scende nella scala delle bassezze a seconda dell’umore della Cornwell evidentemente: in questo romanzo lo vediamo di nuovo sciatto, ubriacone, triste e solo.. tutti i progressi fatti anni fa sono andati a farsi benedire con l’avvento di Twitter, a quanto pare.
La risoluzione del caso è deludente, e non posso purtroppo aggiungere nulla senza rovinare la presunta suspance che dovrebbe caratterizzare il romanzo.

Se per i fan della Cornwell “Letto di Ossa” è inevitabile, coloro che ancora non sanno di cosa sto parlando possono invece evitarlo allegramente, e magari leggere la Scarpetta di anni fa, quando era ancora simpatica, avventurosa e promiscua.

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Lary Opinione inserita da Lary    04 Marzo, 2013
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chi nasce tondo....

Questo libro mi ha ingannata, devo dire la verità.
Ho deciso di leggerlo a seguito di una citazione particolare che sembrava proprio adatta al mio stato d’animo del periodo, mi permetto di ri citarla :

” Che delizia vedere un uomo ai propri piedi...
Che cosa c'era di più bello al mondo di quel nascente potere femminile...? Era proprio questo che stava aspettando, che presagiva da tanti giorni. Il piacere, il ballo, il successo... non erano niente, impallidivano davanti a quella sensazione intensa, a quella sorta di fitta interiore che provava.
“L'amore?” pensò “Oh, no, il piacere di essere amata... quasi sacrilego..”

Questa frase è stata la spinta per farmi intraprendere la lettura, immaginavo infatti una donna bellissima, intelligente, e sola, che sta attraversando un periodo (breve) della vita in cui non è alla ricerca dell’unico grande amore, ma cerca conferme, cerca brevi , ma intensi attimi di soddisfazione dati dal manifestarsi del piacere che gli uomini provano nel provare a corteggiarla, a conquistarla, ad amarla.
Purtroppo questa frase non è il fulcro del libro e io mi sono immaginata un libro che non esiste.
La protagonista principale non è una donna con cui sono riuscita a immedesimarmi, né a provare simpatia o dispiacere.
Questa donna mi ha generato pena e fastidio. E anche un certo prurito alle mani per la voglia di prenderla a schiaffi.
Penso che l’autrice abbia creato questa donna a immagine e somiglianza di un personaggio reale che lei odia e disprezza, e questi sentimenti sono arrivati anche a me.
La superficialità, l’ignoranza, e soprattutto, avere avuto tutto dalla vita, senza faticare, senza soffrire privazioni o povertà, fanno di Gladys Eysenach una donna ottusa, che mette in primo piano se stessa a discapito anche della stessa figlia, sangue del suo sangue.
Profondamente egoista, la felicità altrui le crea disagio, turbamento.
E’ una donna sola ed è felice di esserlo, l’importante è avere l’attenzione, anche solo superficiale, di un uomo o ragazzo nel raggio di 500 metri.
Il finale non è scontato, mi ha piacevolmente colpita e mi ha rattristato la mancanza di “lieto fine” anzi di “redenzione” della protagonista.
Questa donna è nata sbagliata e tutta la sua esistenza non è che una conferma che le persone molto spesso, non cambiano, nonostante il dolore che provocano, nonostante gli anni che passano, chi nasce tondo non muore quadrato.

Lo stile è molto piacevole e raffinato, ma non so se leggerò qualcos’altro della Nemirovsky, se i personaggi che crea sono così frustranti.

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Lary Opinione inserita da Lary    01 Marzo, 2013
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che sapore ha la felicità?

Ci sono periodi in cui mi fisso, e leggo solo horror, o solo thriller, o solo Asimov o solo fantasy etc. E la mia testa si perde in altri mondi, in altri paesi , conosce nuove persone,vive altre emozioni.
Mi distraggo, dalla mia vita.
Mi distraggo dal lavoro che mi stressa, o da un amore non corrisposto, magari dalla salute che non va… e poi, un giorno mi ritrovo di fronte al camino, un giorno in cui fuori non fa che piovere, e sono.. sola.
Sono stanca , talmente stanca che non riesco a sopportare di leggere altre storie, altre vite.
Allora prendo questo micro libro, con un bimbo biondo in mezzo alle stelle che forse mi sta guardando e penso “che male potrà mai farmi questo bimbetto?”.
E leggo, non è un thriller, non è un romanzo, non è neppure una fiaba, sono io, questo bimbo sono io, un bimbo che vede oltre me stessa, che si stupisce per un fiore che sboccia, che lo cura come fosse la cosa più preziosa che c’è. Un bimbo che vede il caos che condanna la vita di tutti gli adulti, intrappolati dal troppo lavoro, intrappolati dal desiderio di accumulare ricchezze, prigionieri delle “opinioni altrui”, adulti incapaci ormai di guardare il cielo, di sentire il profumo di un fiore, incapaci di fare un sorriso a un bambino.
Questi adulti sono io, incapace di sorridere alle scene di vita più banali, cieca di fronte alle cose belle e così semplici da vedere .
Ho chiuso il libro sconvolta. Così poche pagine sono bastate per aprirmi il cuore, per dissipare la nebbia di tristezza, di routine quotidiana che mi teneva intrappolata.
Non oserei mai dire che è banale, se fosse così banale non susciterebbe in me queste emozioni.
In fondo, ciò che si cerca lo si trova nell’ultimo posto in cui si guarda. Mai avrei pensato che questo bambino bello e semplice potesse darmi un po’ di sollievo.
Non so cosa provino i bambini quando leggono il Piccolo Principe, sicuramente non ciò che provano gli adulti ma, è così dolce e fine e così profondo nonostante la brevità che è una lettura splendida a tutte le età.

Sicuramente l’interpretazione in questo caso influisce molto a seconda del periodo “di vita” in cui lo si legge. Per me è stato così.

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Lary Opinione inserita da Lary    28 Febbraio, 2013
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Troppo rumore per nulla.

Sono irritata.
Il nome cognome JAMES PATTERSON appare in primo piano sulla copertina del romanzo e un po’ sotto , defilato, scritto in piccolissimo c’è tale nome: Ledwidge Michael
Chi è ? Non lo so. Non lo sa neppure Wikipedia, perlomeno non la sorella italiana.
Vedo però che ama “collaborare” con la star J.Patterson. O viceversa?
Allora, James, io mi sono un po’ stufata di te che fai da prestanome per guadagnare dei volgari dollari, sembri un Pr che marcia sulla propria fama per ottenere un privè al Billionaire.
Dunque: Moglie trascurata --> segue il marito di nascosto --> lo vede entrare in un Hotel con la classica bionda --> per vendetta lei lo tradisce con un collega.
Per coincidenza, il marito presunto fedifrago si presenta sotto casa del tizio e si vendica. Tutto questo in meno di 24 ore. In meno di 20 pagine.
Quindi non sto neppure spoilerando, perché è tutto svelato in pochissime righe.
Il detective che dovrà indagare sulla morte del poveraccio chi è? La moglie trascurata di poco fa,che, devastata da senso di colpa,chiaramente cerca di coprire il marito assassino.

E iniziano una serie di eventi la cui improbabilità mi fa davvero irritare.
Non puoi basare il progredire di un romanzo sul fatto che un qualsiasi detective pinco pallino possa inquinare, occultare, manomettere TUTTE le prove che reggono un’indagine.
Fosse il Capitano, fosse un esperto ematologo, tipo Dexter, ok, ma questa è una misera Detective, che non è esperta in nulla, non brilla per nessun pregio, non ha ottenuto nessun merito o promozione, è una pinco pallina davvero, e non posso che pensare sospirando al fantastico Alex Cross.
Ma nonostante ciò questa donna riesce, senza alcuna difficoltà , senza ostacoli (manco una porta che scricchiola o dei passi sospetti in lontananza,niente!), a sostituire prove, a piazzare armi all’interno di covi mafiosi, a usare Word come se fosse l’hacker Lisbeth Salander.
E’ difficile non raccontare la trama quando un libro non è piaciuto, ed è difficile anche da recensire, perché solo citando punto per punto posso esprimere la banalità, l’improbabilità dello svolgersi della trama.
Tra loro i due protagonisti non parlano, non c’è dialogo, non c’è personalità che mi faccia propendere verso il sostenere l’uno o l’altra. Mi irritano entrambi. Anzi mi irrita pure il poveraccio morto ammazzato.
L’incompetenza con cui viene gestito il Dipartimento di Polizia mi intristisce.
Sono rimasta distante dalla storia, e da tutti i personaggi.
Non c’è un buono, non c’è un cattivo, non c’è un ambiguo che ti faccia scervellare.
C’è solo questa coppia in crisi di mezz’età che, da un banale “sospetto” genera un guaio.
L’avrei intitolato “Troppo rumore per nulla”.
La conclusione è scontata, ma così scontata e banale che mentre leggo dentro di me dicevo no, spero non finisca così, qualsiasi altro finale ma non questo.
Perché, chiuso questo libercolo, monta l’irritazione per aver perso tempo, tempo che avrei potuto utilizzare per leggere qualcosa di meglio, qualsiasi altra cosa , pur di non sentire questo saporaccio di bile in bocca.
Oh Patterson, o li scrivi tu i libri , o li scrivi tu.
Io dopo questo me ne starò ben bene lontana da questi feat., manco fossi Sean Paul.

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Lary Opinione inserita da Lary    27 Febbraio, 2013
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Non s'ha da fare...

Detesto essere fuori tempo, sentirmi inadeguata, odio leggere un libro elogiato, famoso, progenitore di un personaggio leggendario e non riuscire a comprendere la vastità,l’importanza dell’opera.
Più che una recensione la mia è quasi una richiesta di aiuto.
Perché , in pochi giorni, leggo libri scritti quasi nello stesso periodo (Frankestein,cime tempestose , jane eyre) e ne sono travolta , e poi leggo Dracula e ci impiego quasi un mese per terminarlo??
Ci sono eventi che si svolgono e si sviluppano e si concludono con troppa rapidità, vedi
il giovane avvocato Jonathan Harker, ospitato dal conte nel suo castello in Transilvania per curare l’acquisto di alcune proprietà a Londra, comprende fin troppo rapidamente la natura maligna del nobile anziano con i dentini aguzzi.
Imprigionato, recluso, avverte la fine vicina e invece… non si sa come non si sa perché, me lo ritrovo in Inghilterra, sano e salvo, un po’ scioccato ma vivo.
E poi ci sono altrettanti eventi che invece si trascinano in una lentezza esasperante.
La giovane e amata Lucy, che si addormenta in gran forma, e si risveglia esangue e debolissima, non una, non due, non tre volte..non so più quante volte questa donna è stata morsa e non c’è stato verso di far capire ai nostri protagonisti che c’è qualcosa che non quadra.
Non oso neppure dilungarmi nel parlare del matto Renfield se non per dire che non ho proprio capito l'utilità del suo personaggio...
E poi Van Helsing , ora, non so se sia a causa della traduzione italiana ma, il suo linguaggio, cioè di un tedesco che parla male l’inglese (italiano) mi ha fatto venire il mal di testa.
Così come la ricerca infinita del nascondiglio del Conte e dei suoi adepti.
E Mina che ricopia infinite volte i diari.
E il finale, frettoloso e scontato.
Questo libro non mi ha impaurito, né catturato, né affascinato.
Mi ha sfinito.

Chiedo perdono per i miei limiti.

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Lary Opinione inserita da Lary    26 Febbraio, 2013
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Le apparenze ingannano

Sono approdata alla lettura de -Il Dardo e la Rosa- in maniera casuale, in quanto stavo ultimando la lettura di The Beauty Series, di Anne Rice,( rivisitazione "erotica" de "La Bella Addormentata" scritto con lo pseudonimo di A. N. Roquelaure )
Questi libri, volgarissimi e monotematici, privi di trama e di qualsiasi altro pregio renda un libro interessante, venivano appunto criticati in un gruppo di lettura che mi consigliò , di contro, di dedicarmi a - Il Dardo e la Rosa -, in quanto , benché trattasse argomenti abbastanza spinti, conteneva anche un’importante trama e tanti personaggi ben descritti.
Quindi, dopo aver letto La Bella Porno Addormentata, non posso proprio dire che invece Il Dardo e la Rosa sia un romanzo “spinto” o “volgare” o basato su un unico argomento, cioè la leggera tendenza masochista della protagonista.
Ho letto di peggio in quanto a volgarità o a scene di sesso descritte con abbondanza di particolari in parecchi altri libri catalogati quali Thriller, o Horror etc.
Questo è un fantasy ben fatto, con personaggi importanti, caratteristiche ben definite e peculiarità che li rendono fondamentali per lo svolgersi della trama.
La civiltà stessa è ben sviluppata, e possiede anche una propria letteratura, con miti, leggende, racconti , canzoni e poesie
Essendo un fantasy è ovvio che le basi su cui fonda tutto un mondo non debbano essere per forza somiglianti al nostro quotidiano.
Pertanto, la creazione di una civiltà che non considera “negativo” mercanteggiare il proprio corpo non deve certo essere un punto a sfavore. Considerando che viene ampiamente raccontato e spiegato il perché la civiltà degli “Angeline” viva in un certo qual modo…
E’ un fantasy ed in quanto tale si può “fantasticare”.
Direi quindi che la caratteristica masochista della protagonista è affascinante e contribuisce a conoscere meglio questa civiltà e i lati più oscuri del desiderio umano.
Infatti, nonostante la maniera “estrema” di affrontare il piacere, gli episodi masochisti vengono raccontati con molto garbo, senza mai utilizzare termini volgari o scontati da: “50 sfumature di…” e neppure senza spingersi in dettagli splatter o puramente cruenti.
In questo libro c'è un popolo , ci sono delle classi sociali, ci sono degli avversari barbari che vogliono usurpare un regno, ci sono dei traditori, e degli intrighi di corte, ci sono amori , amicizia e anche battaglie e morte.
Per alcuni dettagli l’ho trovato simile alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, in quanto anche alcuni nomi o personaggi sono molto vicini ai libri di Martin: vedi Melisande Shahrizai/Melisandre di Asshai ; Eamonn/Aemon; Selig / il Re oltre la barriera etc.
E’ particolarmente prolisso nelle descrizioni dei luoghi e degli intrecci politici, ho trovato qualche difficoltà a comprendere i gradi di parentela (chi fosse figlio di , e di quale regno o casata fosse questo o quel personaggio) , sicuramente sarebbe stato un buon libro anche con 200 pagine in meno.
Con un po’ di coraggio mi accingo a leggere il secondo libro di questa particolare trilogia.

Lo consiglio perché rientra nel genere Fantasy , quindi chi vuol leggere questo genere si troverà a proprio agio. Chi vuole leggere un mero racconto erotico invece troverà ben poco materiale.

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Lary Opinione inserita da Lary    26 Febbraio, 2013
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Ed è di nuovo amore

Quando questo libro fu pubblicato,nel Novembre 2011 io , amante folle di King, per la prima volta non mi precipitai ad acquistarlo.
Mi dissi: King che scrive di JFK??
Ma perché??
Probabilmente stavo ancora cercando di smaltire il dolore per l’orribile The Dome.. e ho aspettato fino al 2013 per affrontare queste quasi 800 pagine.. la cui mole mi ricordava troppo The Dome.. ma anche.. IT.
Oh, quanto mi sono pentita di aver tergiversato, quanto mi sono pentita di averlo sottovalutato, di non avergli dato la mia fiducia.
Questo libro non è un libro su JFK. Qui dentro c'è tutto il mondo di King.
Ho cercato di rallentare la lettura, inutilmente.
23/11/’63 ha riscaldato nuovamente il fuoco del mio amore per King.
Che squisita sorpresa incontrare due vecchie conoscenze , che brivido nel ricapitare tra le strade di Derry.
E ancora, i mondi paralleli che si incrociano, che si sovrappongono.
Le risonanze che squassano un cielo post apocalittico.. un dolce richiamo alla Torre Nera, che regge tutti i mondi e sempre in precario equilibrio.
Questo libro mi ha riportato al King di quasi 20 anni fa, con gli incredibili intrecci tra personaggi buoni, cattivi, crudeli e anche inquietanti.
L’incredibile alternarsi di storie passate e storie future..
Non riesco ad esprimere di più, non posso, altrimenti svelerei l’intera trama.
Dico solo: leggetelo! Se amate King e ancora non l’avete letto beh, abbandonate qualsiasi altra lettura e perdetevi.
Per chi invece non conosce ancora King è un buon modo per iniziare (dalla fine), per desiderare di leggere tutta la produzione di questo uomo meraviglioso.

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Lary Opinione inserita da Lary    12 Dicembre, 2012
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Io vi SALVERO'!!!

Ho terminato il libro e mi son detta: la gente lo deve sapere! Io devo avvisarli tutti!!
“Io vi Salverò” da queste 798 pagine!
Recensisco negativamente questo libro stavolta non per una questione soggettiva, di gusti, ma perché non è proprio una lettura affrontabile.
Conta molto il fatto che sia stato scritto prima dell’11 Settembre 2001, quindi il romanzo si fonda su tutta una serie di azioni che oggi non puoi proprio fare.
La nostra attuale forma mentis non concepirebbe praticamente tutte le azioni del protagonista.
Pubblicato nel 1979, è la classica storia del bambino maltrattato che da grande non diventa un pianista o un genio della matematica ma un serial killer.
Il problema più grande del racconto è che si basa su un particolare “inganno”: un inganno così sciocco, così OVVIO, che a leggere che nessuno stranamente arriva a capire l’ovvietà della situazione mi è venuto il nervoso, ogni 10 pagine imprecavo tra me e me: “non è possibile che facciate tutti finta di non capireeee”.
Stavo impazzendo lo ammetto.
Non si può fondare un thriller facendo conto della stupidità dei personaggi.
Non puoi scrivere di un serial killer che attraversa 5000 Km di Americhe e si procura patenti di guida in tre giorni, acquista biglietti aerei con nomi falsi inventati al momento, apre conti in banca frugando nella posta pubblicitaria altrui.
Odio non potervi parlare delle migliaia di baggianate scritte per mandare avanti questo improbabile racconto, eppure, ne avrei da dire, ribadisco che son ben 798 pagine!
Un thriller (mah) di 798 pagine di una lentezza esasperante .
Pertanto, tirando le somme: se vi piacciono i thriller che vi tengono con il fiato sospeso, con avvenimenti e situazioni che vi colgono di sorpresa e vi fanno esclamare ”diamine!Questo non me lo sarei mai aspettato!”, se vi piace investigare insieme al protagonista, porvi domande e dubitare di averci azzeccato, dubitare di aver compreso chi è il colpevole e restare sulle spine fino alla fine ok, questo libro non fa per voi.

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Lary Opinione inserita da Lary    06 Dicembre, 2012
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il colore viola dell'amore, della vita.

Questo libro è di una dolcezza straziante.
Le prime due pagine sono crude e difficili da digerire.
E ho creduto che non sarei riuscita ad andare avanti con la lettura.
Eppure, come per tutte le cose, da tutta la vita, tutto prima o poi passa.
E così sono passati trenta anni di Celie, trenta anni di una vita che non si capisce perché le è stata concessa, quale è lo scopo di questa vita se non soffrire e piangere e lavorare come una schiava e sfornare bambini.
Quale è il bello della vita quando una persona si ritrova non solo nera ma anche donna?
Ecco il tema principale del libro: non è la questione razziale no, è la faccenda di essere una femmina.
Femmina tra i bianchi, femmina tra i neri, femmina in America e femmina in Africa, il risultato non cambia. Vali meno di niente.
Celie, la protagonista, è dolce, dolcissima.
Dolce quando viene stuprata dal patrigno, dolce quando si ritrova con la pancia grossa e dolce ancora di più quando si offre spontaneamente al patrigno per salvare dalle molestie la piccola sorellina, Nettie.
Celie è così debole, non ha una personalità, non ritiene di dover pretendere nulla, accetta di essere picchiata senza motivo,accetta un marito che non ama, che non conosce. Accetta di allevare i figli di un’altra, accetta di occuparsi dell’amante del marito. Accetta di non avere amore.
E in questa storia di solitudine e maltrattamenti si avvicendano altre storie, altre donne, altre personalità. Donne che si ribellano alla condizione di essere nere e femmine, donne che abbandonano i mariti, che non si lasciano picchiare , che scelgono di vivere una vita fuori dagli schemi maschili.
E Celie finalmente alza gli occhi, e lascia la casa, lascia il marito–padrone e inizia a vivere.
Capisce il senso della sua esistenza: la libertà, la possibilità di scegliere chi amare, per chi vivere, e per chi lavorare, fino a instaurare nuovamente un rapporto vero, non più fisico ma nell’anima, con il marito che per tanti anni l’aveva avuta sempre davanti, ma non l’aveva mai guardata davvero.
La dolcezza di questa donna nell’affrontare una vita così disperata e poi essere disposta ad amare chi l’ha fatta tanto soffrire è commovente.
Il finale, ovviamente è dolcissimo e scontato.
E’ un romanzo che io consiglio perché la lettura è scorrevole, è scritto in maniera molto semplice e chiara. Crudo all’inizio ma poi quasi ci si immedesima nella vita di Celie, quasi ci si rassegna insieme a lei e poi , insieme a lei si “risorge”, ci si riscopre.

Lo consiglio anche perché questo romanzo ha vinto il Pulitzer nell’83, eppure questa è la prima recensione in questo sito, mentre “50 sfumature di grigio” ne ha oltre 135, di recensioni.

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Lary Opinione inserita da Lary    05 Dicembre, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

L'IRREALE NON E' PER TUTTI

In genere scelgo quali libri leggere in base all’ispirazione del momento, in base a un commento alla radio, o a un argomento che desta la mia curiosità. Raramente affronto un libro consigliatomi . Eppure per -Che tu sia per me il coltello- ho fatto una eccezione.
Non conoscevo la trama né l’autore, e mi sono lasciata “convincere” dal titolo, molto particolare e intrigante.
Mi sono anche lasciata convincere (sbagliando,ora lo so) dalla grande pubblicità che circolava in merito.
Odio quando compro un libro e poi me ne pento, ed è questo uno dei rari casi.
La mia recensione è soggettiva, perché il libro in sé è scritto bene, bella sintassi, bella grammatica, nulla da contestare. Il problema per me è stato che non sono in grado di comprendere libri privi di una trama, privi di un tema, privi di luoghi, e di personaggi con delle storie, con uno scopo.
Il libro, come già scritto in parecchie altre recensioni, inizia improvvisamente con la parte maschile che scrive e scrive e scrive, e io, purtroppo, non riuscivo a capire a chi scrivesse, da dove scrivesse, perché scrivesse. Non capivo la storia passata che ha spinto il personaggio a scrivere, non capivo se stava scrivendo realmente e spedendo le sue lettere a un personaggio reale, o se fosse un interminabile monologo con se stesso.
L’ho portato avanti solo per sfinimento, per poter dire: l’ho letto anche io.
Male.. male.., non si dovrebbe mai leggere con questo scopo.
A metà libro credo, appare la controparte femminile, che a sua volta scrive e pare rispondere a queste lettere. E anche qui non capisco, mi pongo tante, troppe domande: chi sei, dove sei, perché scrivi, cosa ti è successo?
Una tortura.
Chiaramente non sono stata in grado di capire il finale e ho chiuso il libro con l’amaro in bocca. Ammetto il mio fallimento.
Non sconsiglio questo libro perché, ripeto, non è scritto male, ma per chi ama come me leggere di storie con una trama, con luoghi ben raccontati, personaggi con un passato e un presente, non fa per noi.
E’ stata una lettura troppo “irreale” e purtroppo non l’ho apprezzata affatto.
E’ un libro troppo introspettivo, troppo incentrato su due soli personaggi la cui storia ho potuto solo, con molta fatica, immaginare e presupporre.
Non me ne voglia chi ha amato questo libro, ammetto di non esser stata io a comprenderlo, forse sono troppo concreta, non amo leggere elucubrazioni e pensieri astratti.

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Lary Opinione inserita da Lary    04 Dicembre, 2012
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Roland è tornato!

E’ tornato e lo salutiamo. Il dinh Roland e il suo ka-tet.
E di nuovo aye, e di nuovo hile ai pistoleri del Medio Mondo.
Per chi segue la Torre Nera da quel lontano 1982, fino alla conclusione nel 2004, ritrovare Roland, figlio di Steven e Gabrielle Deschain, di Gilead che fu, è una boccata di ossigeno puro.
Quanto mi era mancato, quanto mi sono mancati tutti loro, e soprattutto, quanto mi è mancato lo storico traduttore di King: Tullio Dobner.
Ed è tornato anche lui ed è stato come rituffarsi indietro di 10 anni almeno leggendo questo King.
La saga si è conclusa ormai da anni, ma King ha ritrovato i nostri pistoleri preda di una tempesta di vento tra il 4° e il 5° libro della serie, diretti verso il Calla dei Lupi.
Una sosta forzata in un casolare fa si che Roland tenga “conciliabolo” e racconti una storia dentro un’altra storia. E la magia di King è di nuovo tutta in queste pagine.
Ho amato questo libro, da nostalgica quale sono per i tempi che furono.
Lo consiglio vivamente, ma credo non ce ne sia bisogno, a tutti i seguaci della Torre Nera,
ma lo consiglio anche a chi non ha mai affrontato la lettura di questa saga, poiché si legge benissimo anche in maniera indipendente e spero che incuriosirà a tal punto da intraprendere la lettura della meravigliosa storia di Roland e della sua Torre Nera.
Detto questo, vi auguro lunghi giorni e piacevoli notti.

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Lary Opinione inserita da Lary    22 Novembre, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

Non è abbastanza...

Esordisco scrivendo che non voglio dare una recensione negativa a questo libro, ma , semplicemente in base ai miei gusti, non mi sento di consigliarlo a chi legge certi “generi” basandosi su determinati parametri.
-Io sono il numero Quattro- è “catalogato” come Fantascienza, e mi è stato suggerito da chi conosce la mia passione per il genere.
Purtroppo ha deluso le mie aspettative.
Io amo leggere una fantascienza che tratta mondi diversi dalla Terra, personaggi con caratteristiche non umane , descritti però in maniera molto complessa.
Il bello della fantascienza credo sia proprio elaborare universi paralleli e immaginare fatti e personaggi fuori dal comune, dal normale.
Sono una grande appassionata del genio di Asimov, di Dan Simmons e ho apprezzato anche un fantasy come le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
Questo libro invece è molto “elementare” , i personaggi descritti hanno un destino abbastanza chiaro, cioè sopravvivere sulla Terra fino a sviluppare i loro Superpoteri e poter così riconquistare il proprio pianeta usurpato, Lorien.
Chiaramente ci sono i cattivi che danno loro la caccia, gli usurpatori Mogadorian.
Fine. L’idea già di partenza non è molto originale.
Tutto il libro , scritto in maniera ripeto molto elementare, alterna manifestazioni di superpoteri abbastanza scontati, fughe continue per scappare dai nemici, e inverosimili scontri in cui i nemici, sempre in enormi quantità, non si capisce bene come, vengono sempre sconfitti dai nostri pochi protagonisti. E ricomincia la fuga.
Ogni tanto vengono introdotti indizi riguardo il “mistero” che avvolge la vita dei protagonisti, ma non vengono approfonditi anzi, con un boato e l’improvvisa comparsa dei nemici, ogni ragionamento su possibili sviluppi o scoperte decade.
Pertanto decade anche la curiosità da parte del lettore di scoprire e sapere di più.
Difficile anche immaginare , ipotizzare, perché la storia in se è molto superficiale.
I personaggi molto, troppo umani,troppo banali per poterli immaginare alieni e misteriosi . Nessuna caratteristica che mi abbia spinto ad amarli o ad odiarli . Troppi gli avvenimenti scontati, banali; eccessivo l’utilizzo del Deus ex machina.
Tutto troppo “terrestre” e poco fantascientifico.
Personalmente, non seguirò il resto della saga, non è, per me, abbastanza stimolante, stupefacente.

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Romanzi storici
 
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Lary Opinione inserita da Lary    21 Novembre, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

Ci sono storie che non passano mai...

"Il mio nome è Nessuno" di che mai tratterà?!
Ebbene si, ho deciso di leggere un libro di cui conoscevo già i protagonisti, la trama e perfino la conclusione.
Nonostante la poca "suspance" ho amato leggere questo libro, perchè Manfredi ti invoglia a sapere, a scoprire di più. Il libro in una mano, il dizionario mitologico nell'altra.
E' di Odisseo che leggo, Odisseo giovanetto, Odisseo Re, Odisseo Guerriero.
E della leggenda della più incredibile guerra che sia mai stata combattuta, con personaggi mitici, incredibili e pur sempre uomini.
Ho amato Achille per la sua potenza e dolcezza, l'ho compatito quando è stato offeso da Agamennone, l'ho odiato anche, per aver abbandonato l'esercito per la schiava che gli fu sottratta.
Ho pianto per il gigante Aiace a cui nessuno ha mai riconosciuto il giusto valore, ho odiato Elena e ho disprezzato Paride. Ho conosciuto il figlio di Achille, Neottolemo, forte come il padre ma feroce come una bestia.
Insieme a Penelope mi sono innamorata di Odisseo , mentre questi costruiva il talamo nuziale da un olivo. Ho conosciuto Autolycos, il tremendo nonno di Odisseo, e ho scoperto l'origine del suo stesso nome.
La sensazione, mentre seguivo la storia, è stata, per un attimo, di sperare che la guerra di Troia non scoppiasse! Tanto era intenso il dispiacere e la preoccupazione per una guerra che avrebbe strappato tanti giovani alle loro famiglie.
Lo consiglio perchè è scorrevole e piacevole e non così scontato come sembra, ho imparato parecchi nuovi aneddoti e conosciuto nuove storie e nuovi personaggi.

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Fantascienza
 
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Lary Opinione inserita da Lary    13 Novembre, 2012
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Innamorata di Asimov

Ho letto questo ciclo anni fa, ma ci tengo a lasciare una mia opinione con la speranza di attrarre quanti più lettori possibili verso questo capolavoro.
Il ciclo delle fondazioni è un capolavoro ripeto, che ogni amante della lettura dovrebbe leggere, perchè ti entra nel cuore.
L'autore delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco ha detto che: chi legge vive mille vite, e io dico che leggendo solo il ciclo delle fondazioni di Asimov ho vissuto mille vite, visitato milioni di mondi. Ho combattuto guerre, e vissuto periodi di pace, ho assistito alla decadenza dei mondi e alla lenta ripresa, ho vissuto la paura del sopravvento dell'usurpatore. Ho assistito, inconsapevole, ad un grande e complesso mistero. Ho visitato pianeti, mi sono innamorata, sono stata ingannata. Ho studiato ai più alti livelli accademici e ho parlato mille lingue. Qui non c'è solo una storia,in un solo pianeta, con un gruppo di persone protagoniste. Asimov ha creato una storia che coinvolge milioni di mondi e milioni di personaggi, così dettagliati, e intriganti, che quasi non è possibile che a creare tutto questo sia stato un solo cervello.
Se non avete mai letto nulla di Asimov, con il Ciclo ve ne innamorerete follemente.

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Romanzi
 
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Lary Opinione inserita da Lary    31 Mag, 2012
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Sorprendente

Per l'acquisto di questo libro ammetto di essermi lasciata "ingannare" dal titolo e dalla terribile Lò.
Io adoro Lolita di Nabokov, letteralmente,io sono persa di questo libro, perciò non ho potuto non acquistare un libro che la richiamasse così apertamente.
Non ho letto la trama e me lo sono portato a casa così, immaginando una Lolita *iraniana e perciò una storia ancora più tormentata,vista la condizione del paese con l'insediamento della repubblica islamica ,in particolare la condizione,tristissima, delle donne.
Invece, mi ritrovo a partecipare a un corso di letteratura contemporanea, in cui si analizzano pochi libri, ma buoni. La particolarità è appunto il raduno semi - clandestino di sette giovani donne, ognuna con esperienze traumatiche causate dal nuovo "regime". Donne forti, donne tristi,donne spaventate, donne che non si ritrovano più, donne private di un'identità e di uno scopo,che in questi splendidi libri ritrovano se stesse e la capacità di pensare, di ragionare e di poter provare sentimenti positivi o negativi verso i personaggi e le culture diverse presentate in questi libri. Leggendo altre recensioni, parecchie contenevano lamentele riguardo al contenuto troppo "accademico", e ho letto spesso il paragone ad un "trattato di letteratura, non a un romanzo".
Leggere Lolita a Teheran non è nulla di tutto ciò: è una storia vera, persone vere, un paese che ha perso metà di se' annullando la condizione femminile,un paese che quindi si ritrova con l'altra metà, gli uomini, impauriti, incerti, insicuri. Un paese che , ho scoperto, un tempo lontano era la meravigliosa Persia. Pensateci, un paese che ha ospitato culture avanzate,capolavori architettonici e artistici superbi, un fiore della civiltà..oggi ridotto, dagli stessi uomini che lo abitano,in una prigione così oscena. Con le sette ragazze protagoniste ho vissuto l'orrore di essere improvvisamente spogliata della mia identità, dell'impossibilità,dall'oggi al domani, di ridere in mezzo alla strada, di lavorare, di uscire con le amiche. E nel frattempo, oltre all'analisi su Lolita,ho potuto conoscere altri bellissimi autori: Fitzgerald, Jane Austen ed Henry James, e mi sono segnata i romanzi analizzati,perchè li voglio leggere. Lo consiglio perchè è un libro che unisce conoscenza della realtà con la fantasia, e l'autrice usa i romanzi analizzati per donare alle sette ragazze l'identità tristemente strappata.

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Mille splendidi soli, Il cacciatore di aquiloni.
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Romanzi
 
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Lary Opinione inserita da Lary    31 Mag, 2012
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Dolcemente insoddisfacente

Questo libro per me è stato dolcemente..triste.
Non l'ho letto per la fama, ma per la trama dolce amara. A me piace leggere libri la cui conclusione faccia più o meno felice il maggior numero di protagonisti,e anche nei libri dell'horror, mi piace che il protagonista,magari anche con qualche arto mozzato,riesca a sopravvivere.
La solitudine dei numeri primi è una storia tanto triste quanto vicina alla realtà: Non ci sono storie di famiglie del mulino bianco,non ci sono uomini che,divenuti adulti, si riscattano dalle prese in giro del periodo adolescenziale. Non ci sono amori persi e poi ritrovati.
Scegliere di leggere questo libro è come camminare in una strada illuminata ogni sera,e poi,un giorno,per caso, svoltare e allontanarsi dalla strada illuminata, ed immettersi in un vicoletto buio.
Così vicino al nostro cammino ma così poco considerato.
In questo libro c'è una storia triste e vera. Due persone che potrei incontrare ovunque, che non faranno parte delle mie amicizie o del mio giro di conoscenze ma comunque due persone che potrebbero essere nei racconti di " un amico di quella amica che.."
Più leggevo più speravo che i traumi dei due protagonisti magicamente venissero superati, per affrontare una vita insieme senza paure, e quando finalmente li ho avvertiti vicini, tanto vicini da sfiorarsi con anima e mente, le loro paure li hanno afferrati,e ho capito il perchè del titolo: la solitudine che loro stessi hanno creato e che non riusciranno a superare, questi ragazzi si ritraggono dalla vita e dalla felicità,perchè forse non lo sanno nemmeno cosa è la felicità. Perchè la vita è anche così, a volte una depressione talmente insopportabile, una tristezza invincibile schiacciano ogni buon proposito, ogni visione rosea del futuro. E questo libro mi fa restare con i piedi per terra, mi fa riflettere sulla tristezza, sulla forza d'animo e sull'impotenza che si può provare di fronte alla vita che non sempre tutti riusciamo a reggere. La vita non sarà un film, ma di certo può essere un bel libro, e questo è un bel libro.
Io lo consiglio perchè è scritto bene, perchè i personaggi sono veri e interessanti. Lo consiglio perchè non finisce come vorresti ma rifletti su come vorresti e dovresti affrontare le tue paure e ostacoli.

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Narrativa per ragazzi
 
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Lary Opinione inserita da Lary    30 Mag, 2012
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Sono perplessa

Scrivo le mie impressioni dopo aver terminato la "trilogia" della Collins: dopo Hunger Games c'è la Ragazza di Fuoco, e Il Canto della Rivolta.
Dunque,mi sento di sconsigliare la lettura di tutti e tre i libri, ma, se proprio siete curiosi, potete giusto leggere Hunger Games.
L'IDEA in sè è davvero buona, accattivante e piena di aspettative, il che mi fa immaginare evoluzioni incredibili,un racconto pieno di avventure, un pò truculento, cinico, e con un triangolo amoroso niente male.....e invece.. mi domando se sia stato scritto apposta per i ragazzi o sia stato successivamente relegato a questa categoria...propendo per la seconda opzione.
La storia,a parte il colpo di scena iniziale, in cui Katniss si offre come tributo al posto della sorellina minore Prim, non decolla, o perlomeno, molti aspetti che vorresti fossero approfonditi vengono solo sfiorati.
L'andazzo è anche peggio per il secondo e il terzo libro, l'autrice vorrebbe arrivare ovunque, vorrebbe raccontare la ribellione dei distretti, ma anche la vita di Katniss dopo gli Hunger Games, vorrebbe raccontare la storia con Peeta, ma..non approfondisce nessuno di questi argomenti.
Come lettura per ragazzi è "discretamente piacevole", come lettura per "tutti" è,purtroppo, troppo leggera.
Incrediblmente, il FILM riesce ad essere PIU' interessante del libro.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Lary Opinione inserita da Lary    30 Mag, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

Mi tiene sveglia fino all'alba

Non parlo della trama perchè è stato scritto di tutto e di più, vorrei solo lasciare la mia impressione. Difficilmente leggo autori contemporanei italiani, non li trovo all'altezza di un pubblico abituato a leggere thriller internazionali e best seller. Gli autori italiani del genere restano chiusi nei loro confini nazionali e nelle loro credenze "di paese", ma Donato Carrisi, Donato amor mio, mi tiene sveglia fino all'alba. Lo ha fatto con il Suggeritore e lo ha fatto anche con il Tribunale delle anime. I temi trattati sono davvero molto interessanti, svelano una parte di storia a noi sconosciuta. I personaggi sono completi, ben delineati, ognuno ha una forte personalità e tanti sentimenti ed esperienze da comunicarci. Donato scrive in una maniera davvero coinvolgente: posso solo dire che c'è stato un momento della lettura in cui io ho "provato paura",io mi sono sentita dentro il libro, braccata, nascosta, terrorizzata come stava accadendo al protagonista. Una sensazione stranissima e bellissima. E' un libro davvero bello, e anche meno complesso e contorto del Suggeritore. Consigliatissimo per chi ama la suspance e i finali inaspettati e stupefacenti.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Lary Opinione inserita da Lary    29 Mag, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

Non ci ho capito niente.

Ho acquistato i libri di Mo Hayder tutti insieme, un mio amico mi ha consigliato questa scrittrice, pertanto ho preferito munirmi di tutti i suoi scritti e seguire la continuità temporale. Questa autrice non attraversa i classici "momenti di smarrimento" della maggior parte degli autori,che, dopo un grande successo, perdono un pò lo smalto... Questa donna, posso dirlo, dopo aver letto ben quattro suoi libri uno di seguito all'altro, ..mi sconcerta, mi confonde e mi spiazza. Leggendo Birdman mi colpisce , mi incuriosisce, mi fa storcere il naso per la crudezza del racconto,e mi soddisfa con un finale sconcertante e ben affrontato nel dettaglio... poi.. mi scade con - il Trattamento ,mi si banalizza e tocca un pò troppo insistentemente gli abusi sui bambini (che ha già affrontato con Birdman nella storia personale del protagonista) ma sopratutto,con il Trattamento inizio a intravedere una certa difficoltà a concludere come si deve i vaneggi a cui da' vita. Passo a - Le Notti di Tokyo, e di nuovo mi ritrovo presa, coinvolta, stuzzicata dalla storia, dai personaggi intriganti, custodi di segreti che smanio dalla voglia di scoprire, e adoro l'inframezzo temporale:passato e presente per creare una storia davvero avvincente, e un ottimo finale, come con Birdman.
Infine concludo appunto con - Orrore sull'isola: nuovo scenario,nuovo paese, diversa ambientazione. Joe, giornalista, sbarca su un isoletta teatro di strane voci, abitata da una 30ina di persone che si considerano una setta, setta accusata di praticare satanismo e che ospita un terrificante mostro evocato dagli Inferi... Joe in realtà non è tanto interessato ai riti satanici quanto a rincontrare un suo vecchio nemico: l'imbroglione capo della setta Malachi Dove,che anni addietro si era preso gioco di lui, e aveva pagato ricevendo da Joe un articolo denuncia, che aveva portato Malachi Dove a detestarlo e a considerarlo la causa di tutti i suoi guai futuri..L'idea è molto buona, la presentazione è interessante e intrigante ma..arriviamo alla risoluzione del mistero che non sono neppure a un quarto di libro..al che mi domando " e adesso che mai farà succedere, se è già stato detto tutto?".. la risposta è "BHOOO": Il mistero sull'isola viene facilmente risolto con banalità. Trovo dei legami con -le notti di Tokio,addirittura frasi molto simili,e la cosa non mi fa piacere,come se l'autrice non avesse molti argomenti su cui far ruotare le sue storie. All'improvviso, e giuro quando dico all'improvviso, i fatti precipitano, la trama si chiude con un fatto assolutamente inspiegato e inspiegabile.
Il racconnto si conclude così. Cioè, non si conclude.
Pertanto, non mi resta che pensare che ci sia stato un madornale errore nella traduzione in italiano. Perchè questo libro non ha assolutamente senso.

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