Opinione scritta da fioredimarte

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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    01 Giugno, 2011
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mah...

Mah...
Con tutto questo gran parlare del libro, l'ho letto.
Presa come ogni donna dalla curiosità, mi sono predisposta ad un titolo veramente bello (che - a dire il vero - ho dovuto farmi spiegare...per poi giudicarlo bello) per poi leggerlo con calma.
Un inizio che mi è piaciuto.
Poi, non so come dire, ma un senso di insoddisfazione mi ha presa.
Inconcludente forse, oppure a tutti i costi voleva colpire con tutto questo dramma (e io amo i drammatici, in modo estremo) che sembrava un insieme di scene ad effetto che mi han creato solo prurito e voglia di finirlo per andare a vedere dove si andava a parare.
Questo senso del nulla, alla fine...
Si. Un senso di vago in mezzo alla nebbia. Non ho capito (sono probabilmente poco propensa alla lezione) cosa avrebbe dovuto restarmi.
Il film ha seguito l'onda del successo editoriale. E non è stato neanche questo d'aiuto al libro. O viceversa.

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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    01 Giugno, 2011
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Meditate che questo è stato

Nulla può sfuggire a chi legge questo libro. Non ti lascia indifferente. Ti lascia una ferita aperta e dolente.
Oltre a quanto scritto, dettagliatamente, c'è quel senso di estraneità. Un uomo che vive quell'orrore ed il cui unico modo per sopravvivere è quello di inserirsi in un'altra dimensione, vivendo con lucidità lo strazio ma nel contempo estraniandosi.
Un narratore che semplicemente racconta. Come se non fosse stato lui l'interprete principale. Un narratore che sussurra, senza guardarti negli occhi, tutto ciò che ha visto ma non ti vuol far carico di ciò che ha provato. Lui stesso incredulo che l'uomo sia riuscito ad arrivare a tanto.
E il non cercare pietà per lui porta immediatamente a volerla dare a tutta l'umanità, perché non ci chiede di giudicare, ma ci porta a vivere quell'orrenda sequenza di immagini forti e sussurrate sulla nostra pelle e nel contempo ci chiediamo anche noi, parola per parola, se questo è un uomo...
La sua salvezza che non lo porterà mai più a tornare come prima (e come potrebbe?), ma che inesorabilmente lo porterà al suicidio perché il carico di questa esistenza era troppo anche per lui, passato dall'inferno che si è portato dentro - devastandolo - per tutta la vita.

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poco e a chi vuol provare qualcosa di stravolgente
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    21 Mag, 2011
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Nullità e anime

Il mio primo grande amore è stato Steinbeck.
Dopo "La Valle dell'Eden" (il film mitico riporta solo le ultime 100 pagine di questo immenso racconto), ho iniziato a divorare tutto ciò che trovavo in biblioteca di questo autore che canta le storie aride e desolanti della grande recessione, il famoso '29 americano che scombussolò tutto il mondo e portò ripercussioni incredibili anche in Europa (ultima, ma non ultima, la seconda guerra mondiale). Canta di storie di gente umile, che ha perso tutto e con ostinazione, coraggio, rabbia, follia, disperazione, si sposta in vista di un futuro migliore.
Epico, per me, "Furore", di una struggente bellezza e con un finale meraviglioso in cui la speranza ha una descrizione che cava il cuore dal petto.
Ma parliamo di "Uomini e Topi".
Anche questa storia di ultimi, di nullità che per un caso si incontrano e fanno un'unione imbarazzante, scomoda, ma dolcissima.
Una storia di emarginati, sudore e soprusi. Una storia ai margini dove si scopre che lo sporco e il folle non sono reietti, ma parti di esseri umani che vivono con noi. E fanno parte di noi.
La protezione che entrambi prendono e danno è totale. Da una parte ingenua, ma istintiva. Dall'altra ragionata, ma unita da una responsabilità che sconfina con l'amore.
Non amo mai parlare della storia, nelle recensioni. Lascio solo uscire quello che secondo me è il messaggio che ho ricevuto.
E con Steinbeck trovi sempre il diamante dell'essere umano anche sotto quintali di rifiuti.
E'un libriccino, scorrevole e si legge in fretta. Poi deciderete se mangiare anche gli altri acini di questo grappolo.

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Hemingway, e capire che esiste un'altra America
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    19 Mag, 2011
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Ma che cuore!!..

Ho cercato questo libro, e non l'ho trovato (e mi sono veramente stupita di questa "mancanza"...).
Finalmente sono riuscita a farlo aprire e sono contenta.
Perché mi è piaciuto tantissimo.
Ricordo di aver spulciato, a 18 anni, la libreria di casa (poco fornita) e un po' a malincuore - nulla trovando di più allettante - ho deciso di leggerlo.
E dalla prima pagina ho cominciato ad appassionarmi, a piangere come un vitello e ad immaginare questo mondo tanto lontano fatto di omnibus e case piccole e oscure, ma con tutti quei "valori" che sono sicuramente forti.
Sicura che non sia la massima forma di letteratura, ma altrettanto sicura che l'intento di chi ha scritto (post unificazione dell'Italia...!) utilizzando ragazzini provenienti da tutte le regioni d'Italia, in una Scuola dove l'intento era di insegnare i valori primari, lo spirito di sacrificio e il coraggio, sia stato ampiamente raggiunto.
E con la ferma e dolce voce di un padre/guida.
Bello!

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di tutto ma non questo
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    15 Mag, 2011
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E' tornato Pennac

Si spazia in molteplici parti della scuola francese. Dal primo approccio di un Pennacchioni molto poco propenso allo studio (ma scopriremo che non è così), da cui nulla si aspettano soprattutto i suoi famigliari, ad una passeggiata sul metodo, le scoperte e le esperienze di un Pennacchioni non ancora diventato Pennac con le sue meravigliose vicende di Malaussène(leggere tutta la saga!!! è straordinaria) ma immerso profondamente nella scuola e nelle persone che la compongono.
E' stato uno dei libri consigliati a mia figlia per l'estate. L'ho scelto io fra i tanti perchè innamorata di Pennac.
Non ho ritrovato ovviamente la saga di Belleville, ma lo stile particolare, ironico e profondo di un Daniel Pennac che ha sicuramente qualcosa da dire, anche se a tratti mi è sembrato un po' troppo mélo...

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Pochi saggi
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    14 Mag, 2011
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Ziiiiiiiiiii

ziiiiiiiii. vive. lui vive.
inizio che mi ha lasciata dentro questo coro al suo funerale.
oriana fallaci ha il suo stile. ha presa, una presa incredibile con il suo straordinario stile narrativo.
il libro racconta una storia. racconta un uomo. e nessun titolo poteva essere più adatto alla storia narrata.
un crescendo nel racconto, un'emozione leggere la storia di quest'uomo vissuto con gli occhi ed il cuore di questa donna.
nonostante l'abbia letto secoli fa (almeno 20) ricordo ancora la forza che ha trasmesso, insieme alla lucida analisi di tutto ciò che panagulis ha subìto. ma alla fine resta quello che oriana ha messo all'inizio: ziiiiiiiiii...

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di vite straordinarie
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    14 Mag, 2011
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Da rileggere

Accostarlo a Orwell è troppo, ma questo senso strano di preveggenza lascia un po' storditi.
il libro inizia quasi lentamente, per poi aumentare il ritmo e l'incessante senso di apprensione che si ha durante la lettura.
ti sembra quasi di sentire l'odore acre del fumo, l'evanescenza di questi schermi nelle case, il sudore freddo nell'apprendere cio' che sta' accadendo e di cui il protagonista era partecipe. il gelo della propria vita vissuta fino ad allora, e poi l'ansia del voler conoscere, la fuga, il ritrovarsi, la condivisione di cio' che è fondamentale...
un libro che non è facile, da rileggere perchè sai già la trama ma dentro le parole bisogna soffermarsi. e questo lo si fa alla seconda lettura. prima, è una corsa fra le righe che ci mettono ansia, dopo è scoperta

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anche 1984...
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Romanzi erotici
 
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    14 Mag, 2011
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Impossibile

Letto nell'anno del boom.
Letto proprio a Catania, dove ho riconosciuto posti e suoni.
Prima impressione a caldo? Non l'ha scritto sta' ragazzina.
Seconda impressione a caldino? Perchè tutto questo successo? Forse per quel pruriginoso istinto del peccato?
Terza impressione a fresco? Ma che mi voleva dire la (pseudo) autrice?
Quarta impressione a freddo? Non serve a un tubo. Serve solo per accendere il fuoco.
Non sono moralista, ma a dire il vero con tutto quel can can mi sono sentita decisamente prendere in giro dall' "evento lettarario dell'anno"...
Facendo zapping in tv mi è capitato di vedere che ora la (pseudo) autrice lavora per qualcuno di quei programmi che - come il suo libro - non hanno un senso.
Ecco, questa è la giusta considerazione: non so dove mettere libro e (pseudo) autrice... Perchè fondamentalmente non servono e non dicono una beata fava.

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no
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Il Tromba
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    02 Novembre, 2010
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Laconicamente ...

Troppo breve, e forse per questo incisivo.
Adoro Ammaniti, ma questo libro mi ha lasciata un po' di sete.
Avrei voluto leggere di più, e farmi trasportare ancora di più nella vita di questi due emarginati protagonisti.
Ho visto poco dello stile travolgente di Ammaniti, ma ho trovato in questo libro una pulizia di lirismi. E' stato scarno, secco e lucido. Come a voler dare un altra prospettiva della sua scrittura. Ha limato situazioni, luoghi, personaggi e pensieri per dare il nocciolo, il cuore delle mille storie all'interno di quelle poche pagine.
Che mi lasciano un vuoto dentro, e tutta l'acqua del mondo non lo può riempire.
Laconicamente struggente, ho riposto il libro e non ho smesso di sentirmi fuori posto.

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o a chi ha dimenticato il male di vivere
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    30 Agosto, 2010
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Non so spiegarlo...

Proprio non so spiegarlo. Ho letto quasi tutto di Ammaniti, ma questo libro è stato l'unico che è si piacevolissimo da leggere (come ho gia' scritto, ha un modo splendido di scrivere), ma forse il lato farsesco delle situazioni descritte ha fatto perdere di incisività.
non è detto che uno scrittore debba sempre essere monotematico, o mono-stile, ma mi ha lasciata un po' perplessa sebbene le descrizioni così estremizzate di qualsiasi evento/persona volessero necessariamente colpire l'immaginario (che talvolta è meno reale del reale, vedi gheddafi in questi giorni a roma...)e portarci là dove siamo effettivamente proiettati: al ridicolo in ogni sua parte.
ciononostante, come ho detto prima, non mi ha lasciato l'impressione di un bel libro. piacevole, scorrevole, malinconicamente ironico, cinicamente reale, tragicamente odierno... forse il ridere di se stessi ci porta a trasporre la realtà in un modo decisamente lontano da noi. come se vedessimo un film che ci rappresenta in tutte le nostre parti ma noi non ci vogliamo riconoscere e ne prendiamo le distanze...

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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    30 Agosto, 2010
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Non mi ha emozionata

Sulla base di tutti i commenti e delle recensioni, sono passata in libreria per comprarlo. l'ho letto in un paio di giorni. si legge in fretta e si vuole arrivare alla fine.
La storia è sicuramente allucinante, il percorso a ritroso della vita di un anziano rimasto bambino è qualcosa che lascia il segno, ma il modo di scrivere, il narrare gli eventi, la progressione e le parole non mi hanno emozionata. la storia scorre, ti rendi conto che è tutto drammaticamente vero, ma il modo in cui è scritta sembra un block note in cui gli eventi vengono appunto raccontati da terza persona, con distacco direi. le emozioni, a parte le volte in cui lo scrittore da' al padre la parola e la trascrive, non sono "reali". ho trovato il distacco - nonostante sia il figlio a scrivere - e non ho trovato alcun modo di farmi entrare nella storia. una specie di cronostoria in cui ogni evento man mano passa come dato di fatto. non so spiegarmi, e non voglio sicuramente inimicarmi alcuna persona, ma quando leggo un libro la particolarità di questo è leggervi delle parole che mi creino un distacco dalla realtà, che mi portino a provare sulla mia pelle il tragitto intrapreso dai personaggi descritti, il farmi coinvolgere dall'ambiente, dalle parole, dalle sensazioni. questo non è successo, e forse perchè mi aspettavo tanto. nessun colpo al cuore, nessun fiato sospeso o voglia di rileggere una certa parte che mi è piaciuta.
ma forse era questo l'intento dello scrittore: poco coinvolgimento emotivo, e tanta voglia di raccontare un evento con cui approfondire anche la parte di storia meno "conosciuta".

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Gialli, Thriller, Horror
 
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    15 Agosto, 2010
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Non lascia il segno

La lettura è scorrevole, il libro ti prende fino all'ultimo e non riesci quasi a voler smettere, ma sempre in attesa di quel "qualcosa" che ti faccia dire "eccoci, eccoci al momento in cui il libro prende la sua forma..."
e invece niente. dopo un inizio alquanto interessante, un proseguo che ti lascia addosso la voglia di continuare, arrivi alla fine e... sabbia.
non ho altro modo di spiegarmi. tanti temi, tante storie che si intrecciano, tanti mondi e modi e personaggi e luoghi. ma nessuno di questi mi ha lasciato il segno.
come un'opera incompiuta. come se l'acqua che bevo dal bicchiere fosse sempre troppo poca.
bello, ma incompleto. non graffia...non lascia il segno

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Romanzi
 
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    10 Agosto, 2010
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il caldo torrido dell'anima

brucia l'anima quando questa non è nutrita. come torrida estate in una calabria statica, calda, lenta e inesorabile
libro di poche pagine. scrittura essenziale, puntigliosa, talmente reale nella descrizione di luoghi e fatti e sensazioni e stati d'animo che è impossibile smettere di leggere fino alla fine.
autore magnifico, in un panorama italiano in cui brilla di luce propria per la scomodità di racconti che non sono gialli, non sono "rosa", non sono polizieschi, non sono dannatamente tragici.
una storia non proprio come tante, ma unica nel suo genere. voler vedere, con gli occhi di un bambino, quello che succede quando il bambino - incredulo lui stesso nell'arrivare pian piano alla verità di un padre che riesce a dividere l'amore per il figlio con l'atroce rapimento di un altro figlio - prende lentamente ma inesorabilmente parte a questo piano ma dove la forza di un'anima pura riesce a elevarsi dal male. il più debole diventa il più forte, nonostante tutto e tutti. e nulla può fargli cambiare idea.

bellissima prova scritta e di vita. ammaniti: ma come diavolo fai a prendermi e portarmi via ogni volta???

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troppo poco
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    10 Agosto, 2010
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lezioni da un figlio...

Si. prendere lezioni da un figlio. in questo caso da mia figlia. l'ha visto sullo scaffale della libreria, le è piaciuto il titolo. ha letto la breve nota. l'ha scelto. l'ha letto in pochi giorni. aveva 13 anni. poi l'anno scorso mi son guardata in giro, in crisi di astinenza da lettura, e l'ho scelto. mia figlia ha aspettato qualche giorno, e poi con gli occhi che ridono mi ha chiesto se mi piaceva. se mi piaceva? ma è bellissimo! lo sto' divorado! scrive da dio. bravo, proprio bravo! e lei, con gli occhi di chi sa di avere dentro di se una piccola verità nascosata, se ne è andata non prima pero' di dirmi che quando lo finivo ne parlavamo...
l'ho divorato. ho amato ogni virgola, anche quelle che non ha volutamente messo. l'epilogo - ho scoperto poi dopo aver avvisato mia figlia che ero arrivata alla fine - è quello che ci è piaciuto ancora di più...
mi sono trovata poi a comprare tutto di ammaniti, e divorare tutto in un attimo e con quella fame di storie ed emozioni che raramente ti divorano come una febbre.

come ho gia' scritto per la recensione di "come dio comanda", questo con "io non ho paura" rappresenta l'elevazione di piccoli esseri umani - cui nessuno darebbe un centesimo - a maestri di vita. tre romanzi in cui ammaniti ha dato le risposte di questo mondo malato a tre anime pure, che non giudicano, che non si fanno sopraffare, ma che seguono soltanto la via del cuore.
bellissima prova di letteratura, anima e cuore.

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pochi autori italiani contemporanei
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    10 Agosto, 2010
Top 500 Opinionisti  -  

anima pura

Dopo "ti prendo e ti porto via" e "io non ho paura", anche questo libro ha per protagonista una periferia squallida. poi, nel sottofondo di pioggia, o paludi infestate da zanzare, o caldo torrido della calabria, ecco che arriva il secondo protagonista. in tutti e tre i libri è un ragazzo. è l'anima ancora pura, inviolabile nonostante tutto ciò che la circonda, è il giorno abbagliante in mezzo a tutto il buio che si lascia vivere attorno a lui. e nonostante tutte le premesse ci siano per fare in modo che anche il ragazzo diventi un tutt'uno con il mondo a lui vicino, questa perla rara esce di soppiatto e si fa strada. nel corpo e nell'anima di chi sta' leggendo.
ammaniti ha un modo di scrivere splendido, affascinante e crudo come pochi. riesce a farti esser li, accanto e dentro queste anime pure.
prendi il libro e ti immergi in posti poco ospitali, in personalità disturbate che ti disturbano, entri nei pensieri di tutta la comunità e nulla ti scivola addosso.
ma come non amare l'anima pura? sfuggirne è impossibile, perchè vorresti esser li a dare un abbraccio a ciò che vorresti essere.

bravo. splendida storia (finalmente!!!) di amore fra figlio e padre. splendido epilogo e meravigliosa lezione di vita.

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troppi libri di Laila...
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    10 Agosto, 2010
Top 500 Opinionisti  -  

delicato e potente

Leggo e rileggo la prima parte. poi torno a leggere le parti in corsivo, che sono i rari momenti in cui l'autrice inserisce i suoi sentimenti personali con così tanto fatalismo e amore che ci lascia come in un ponte sospeso su un grande precipizio.
certe volte non capisco la struttura della frase, altre devo tornare a rileggere alcuni passi che ritrovo poi nel proseguo. nomi strani e a noi sconosciuti incalzano e si va un po' per intuizione nel capire il senso di quel preciso momento del racconto.
figure di donne, eroine non per scelta ma per puro caso. no, non sono eroine. sono solo donne che si scontrano con la tragicità di quei momenti ma che non dimenticano un solo istante della loro dannata vita qual è la cosa che ci fa sopravvivere nel mondo più crudele: l'essere madri, sorelle o protettrici di quello che è il futuro che i bambini devono avere a tutti i costi. per dimostrare che la vita non è solo marcia fetida e sporca, non sono solo le violenze fisiche e morali, non è solo sangue e morte.
e quello che vivono e scelgono le donne di questo racconto non è di pertinenza solo femminile, ma di tutto il nostro genere umano. solo di quel genere che si può ancora definire "umano".

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troppo poco dell'infelice razza umana
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    10 Agosto, 2010
Top 500 Opinionisti  -  

Leggero come il periodo più pesante della vita: l'

Si, è piacevole. scorre in fretta e ci sono tante frasi che ci si cuciono addosso. sono un genitore che ha preso in prestito il libro alla figlia che ha "dovuto" leggerlo per la scuola. lei l'ha trovato troppo esagerato nelle esternazioni o pensieri del protagonista. io l'ho trovato invece più aderente alla realtà dei veri pensieri dei ragazzi, tanto spacconi fuori, tanto idealisti dentro (e mai parlare di questi sentimenti e sensazioni ai coetanei: meglio sempre scrivere tutto in un luogo segreto, vuoi che sia dell'anima, vuoi che sia un ammasso di fogli bianchi o a quadretti).
ho visto nero su bianco alcuni errori che faccio, alcune frasi che odiavo tanto quando me le dicevano i "vecchi", alcune riflessioni cui proprio non avevo pensato. e mi ha intenerito il fatto che anche noi matusa abbiamo avuto sentimenti uguali, e il parlarne coi nostri figli fa di noi esseri alquanto fuori e dentro nel tempo.
piacevole, come ho scritto. scorrevole, scritto in modo estremamente essenziale ma con effetto.

buona la prima.

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troppa roba "pesante" negli ultimi tempi...
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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    09 Agosto, 2010
Top 500 Opinionisti  -  

Regalarlo è come dichiarare il proprio amore

Sono d'accordo con tutte le recensioni finora lette. Anche per me vale lo stesso effetto nel rileggerlo spesso ed ogni volta trovarci qualcosa di più, una nuova scoperta.
Adoro il momento della volpe che chiede di addomesticarla.
Ma la cosa che vale per me è regalarlo.
Ogni volta lo compro, lo leggo, lo scopro ancora e lo faccio mio. Ma non riesco a tenerlo nella mia libreria: quando penso sia il momento e la persona giusta, lo regalo a chi veramente amo o a chi ha bisogno di trovarsi. A chi mi ha addomesticata. Privarmene per me vuol dire aprirmi e creare dei legami. Perchè non riesco, con le parole, a dire quanto bene io provi per quella persona che lo riceve.
Leggerlo, leggerlo ancora, e poi regalare la tua rosa...

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