Opinione scritta da davidemorena
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Continuare a danzare
Parlare di genere o di trama può essere fuorviante per un libro e un autore così fuori dagli schemi. Il sogno e la realtà si mescolano, si confondono, si spiegano reciprocamente, in una narrazione che richiama i film di Truffaut piuttosto che altra letteratura. Il protagonista, che narra in prima persona, è banalmente alla ricerca di sé stesso, come mille altri “eroi”. Ma, fuori da ogni schema, qui niente accade per una sua scelta consapevole, per una sua qualche attitudine volitiva: per arrivare a sciogliere i nodi della sua e di altre esistenze che ruotano attorno a lui, il nostro giornalista si limita a “continuare a danzare”, seguire i passi, lasciarsi trascinare dal corso degli eventi. E così tutto accade, tutto ha un senso. In un'ossessiva ripetizione di frasi a effetto (“non sono uno scrittore, mi limito a spalare la neve”), telefonate senza senso, attese più dense delle azioni.
Detta così, quella di queste 500 pagine suona come una lettura noiosa e asfissiante. E invece c'è qualcosa in questo libro, una magia, che tiene incollati alla lettura fin dalle prime righe. Si aspetta che affiorino grandi temi, la vita, la morte, la coscienza di sé, ma invece non accade: non c'è preludio a grandi intuizioni o rivelazioni, ma un flusso ininterrotto di eventi – reali o immaginati – che sono, essi stessi, la vita.
Il tutto scritto con indubbia maestria.
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Preparati
Se come me non hai mai sentito parlare di Terry Southern, che ha scritto i dialoghi di Easy Rider e del Dottor Stranamore, che ha scoperto Burroughs e ha inventato il New Journalism, allora come me sei COLPEVOLE. Colpevole di vivere senza aver letto una tra le penne più divertenti, dissacranti, intelligenti, visionarie, scorrette, libere e inclassificabili della storia della letteratura. Se pensi che i dialoghi di Quentin Tarantino siano cool, se ridi alle battute di Colorado Café, se credi che i personaggi di Boris siano estremi, preparati: queste pagine ti scaraventeranno su un livello superiore di follia grottesca. Lo amerai, chiedendoti perché nient'altro di questo grande autore sia stato tradotto in italiano; o lo odierai, pensando che sono un cretino. Ma saprai che tutto questo è possibile, e vivrai nella consapevolezza che un giorno, un altro pazzo, farà un film tratto da questo libro. E allora cosa accadrà?
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Un omaggio alla lettura
Un libro che sembra il testamento intellettuale dell'autore. Un omaggio profondo e sincero alla parola scritta, alla letteratura come fonte di gioia. Forse qui sta anche il suo limite: è un libro che parla più agli scrittori che ai lettori, o comunque più al lettore maniacale che al lettore comune. Un'esperienza di lettura che ha il sapore di una serata con gli amici passata a parlare dei "libri più belli che abbiamo mai letto".
Ma la carenza di stile e di esperienza nello strutturare un romanzo è molto evidente e lo rende piuttosto indigesto, soprattutto nella prima parte. Poi pian piano prende quota, ma è difficile dare 100 pagine di fiducia a un autore esordiente...
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