Opinione scritta da cartacciabianca
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |
L'Altai, un fiero e nobile cacciatore
Altai è un libro che uccide. Uccide nel senso che uccide tutti gli altri libri letti o ancora da leggere, perché cancella il loro ricordo sostituendolo col proprio. Dopo aver sfogliato le sue 400 pagine, è impossibile rimanere quelli che si era quando si ha intrapreso il primo capitolo. Altai è, perciò, un viaggio, un viaggio nella storia e nel tempo dei suoi protagonisti.
Altai è un signor thriller storico. In sé racchiude tutto il fascino della seconda metà del XVI secolo. A Wu Ming non è mancato l’occhio scrupoloso su nulla, poiché Altai abbraccia tutti i campi: dall’azione al sentimento, dalla guerra all’amore, e così fino all’amicizia. Il lettore è catapultato nell’Universo del romanzo e si perde volentieri in esso, grazie al dettaglio delle descrizioni che ricostruiscono un’ambientazione fedele al periodo storico.
Le città, Venezia, Ragusa, Famagosta e Costantinopoli, hanno letteralmente il loro colore, come un profumo o un puzzo inconfondibile, e si estendono davanti agli occhi del lettore fino all’orizzonte. Delle descrizione colpisce anche o soprattutto l’approfondita conoscenza di termini e dialetti tipici, frutto di una ricerca meticolosa e approfondita sulla cultura ottomana e non solo.
Nelle vicende fanno la loro comparsa numerosi personaggi storici di rilievo realmente esistiti, quali Yossef Nasi, in primo luogo, ma anche il Gran Sultano Selim II, il Visir Lala Mustafa e lo stesso sfortunato Bragadin. Il protagonista, Emanuele De Zante, è inventato dagli autori e segue una linea comportamentale molto realistica. Tutti i personaggi sono magistralmente resi attraverso dialoghi spontanei e incalzanti, atteggiamenti particolareggianti, tipici solo di quel determinato individuo. Ci si affeziona a ciascuno di loro, a proprio modo. Alle volte uno sguardo, un’alzata di mano… questi gesti, descritti a caratteri, raccontano righe e righe per ognuno di loro. I Wu Ming hanno tessuto una tela invisibile sotto le parole, hanno trasformato semplici pagine nel loro II capolavoro per cui sarà ricordato.
Indicazioni utili
Piatto come un libro - La voce di una fan molto de
Credetemi, parlare male di questo libro è un colpo al cuore. Tratto e fin troppo ispirato all'omonimo videogioco della casa di produzione canadese, Ubisoft Montreal, Assassin's Creed Rinascimento riporta per filo e per segno le scene dallo schermo alla carta, in una struttura narrativa che non riesco a far combaciare al mio ideale di romanzo storico. Qua e là sono inseriti dettagli pressocché irrilevanti al fine di arricchire una narrazione antipatica e le espressioni tipiche dei personaggi che, molto sinceramente, sono meglio resi nel videogioco. Comprando questo volume non mi aspettavo di leggere tutt'altra storia a quella già proposta, ma almeno un approfondimento della stessa! Chi ha avuto esperienza in entrambi i campi potrà confermare di trovarsi di fronte ad un semplice reportage, resoconto di fatti, schedatura! Un peccato, un peccato davvero, perché la trama di Assassin's Creed meritava molta meno autocommiserazione. Non mancano errori di battitura, e viene da chiedersi se quello stile narrativo incolore sia opera della traduzione. Perché non riesco a credere che la Ubisoft abbia potuto permettere un'offesa simile.
Sono stata esagerata?
Indicazioni utili
Chi vive di sogni ha meno bisogni
Gradevole su tutti i punti vista: storicamente parlando è dettagliato nelle descrizioni di ambienti, personaggi e costumi. Di Leonardo da Vinci, intenso e credibile, si scoprono sfacciettature alle volte esilaranti e alle volte commuoventi; per chi nutre passione verso il suo genio la Stuckart ha riservato non poche sorprese. Catapultati nel mondo medievale a seguito di un pazzo inventore e maestro pittore, a caccia di un misterioso e letale assassino: avanti, chi non vorrebbe fare a cambio di ruolo con il protagonista? Una trama lineare, ben articolata e originale. Una perla di Thriller Storico per tutte le età.
Assolutamente consigliato.
Indicazioni utili
E meno male che io a Roma ci vivo!
Leggere questo romanzo è aprire un libro di storia a cubitali e apocalittici caratteri dark. Quando l'ho comprato mi sono chiesta cosa mi avesse realmente spinta all'acquisto, a parte le documentate vicende di Spartaco e una Roma Repubblicana su cui indagare. Le prime righe hanno catturato la mia attenzione per la cura nello sperimentare sensazioni, sentimenti e pensieri di personaggi affascinanti e una trama ben costruita. I dialoghi a "spruzzo" inseriti nel corso della narrazione in alcuni punti mi hanno un po' confusa, portandomi fuori strada assieme alle poche descrizioni. (Sono una che va a caccia dei più piccoli dettagli, una a cui piace immaginarsi scene e personaggi attraverso le parole dell'autore). M.Marcialis ricostruisce una Roma fedelmente storica, ma davvero troppo, troppo dura, sottolienando oltremodo la crudeltà della sua gente e del suo popolo con l'uso del presente narrativo. Ho voltato l'ultima pagina del libro con la mente piena di cultura, ma il cuore pesante.
Non consiglio la lettura, anche se tra le due avrei preferito una terza opzione che dice: "nì".
Indicazioni utili
Piacevolmente storico
Lettura consigliata? Assolutamente sì! Lo stile narrativo di Alfry, tra attimi noir, azione e colpi di scena, non smette mai di stupire. La trama è amalgamata con maestria ad una perfetta ricostruzione storica, i personaggi sono scaltri, intraprendenti, furbi, maligni o sfacciati come l'autore li vuole, presentati al lettore senza mai annoiare. Questo nuovo capitolo della saga Thriller di Alfredo Colitto intrappola e catapulta gli appassionati nella dimensione medievale grazie alla percettibile cura per i dettagli e le descrizioni suggestive di una Bologna reale. Rispetto al primo capitolo (Cuore di Ferro) c'è un ritmo crescente, con un'esplosione di pienezza nel gusto e nell'apprezzamento soprattutto per gli ultimi capitoli. Se siete pronti a trascorrere notti bianche a lume di candela... ;P
Indicazioni utili
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |