Opinione scritta da Francesco Fontana
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L'oblio dello spirito
Con Cecità, Saramago ci trascina dentro l’oblio dello spirito, dentro la perdita dei sensi per acquistarne altri, un tunnel di pathos e angoscia che smarrisce il lettore fin dalla stesura del racconto stesso, senza dare nomi ai personaggi, senza punteggiature e paragrafi ben definiti.
Un libro da vivere con calma per non perdersi dentro il manicomio dell' oscurità e dentro lo scombussolamento dell'identità umana quando i valori costruiti nei secoli collassano riportando la specie in uno stato primordiale.
Cecità parla di nuove organizzazioni sensoriali, Saramago parla "all' io" più intimo dell'uomo.
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Mah...è già finito?
Non ho capito il senso del libro, mi spiego "la camera d' ambra" è un romanzo storico e giallo, con indizi e codici che portano alla scoperta di un grande tesoro,però, sembra la bozza del libro! Niente è sviluppato, tutto si ferma allo spunto che andrebbe approfondito. Che senso ha scrivere un libro del genere e lasciarlo acerbo, correndo verso il finale, in modo esageratamente frettoloso?
Bella l'idea, stavolta sono i cattivi i protagonisti, il punto di vista è originale, ma chi sono i cattivi? boh! Come sono questi tunnel che i protagonisti del libro percorrono per trovare il tesoro? boh! Che sensazioni provano nel farlo? Boh!
Che dire... sono rimasto perplesso, mi aspettavo un altro "L'ultimo catone" e invece niente.
Sarà per la prossima.
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- no
Uno dei migliori
Insieme a: "Il silenzio dei claustri" e "Serpenti nel paradiso", è uno dei migliori libri della saga: "Petra Delicado".
Tema crudo e diretto, che arriva subito e che butta il lettore dentro un'ambiente surreale, dove "la commissaria"e il "vice Fermin" devono indagare sul misterioso caso di un omicida che manda via posta al commissariato di Barcellona "peni recisi".
Ottimo il profilo psicologico "misterioso e passionale" del collega russo che si unirà al caso, ottima la fotografia di una Mosca fredda e corrotta, giusti tempi e spazi che vengono dati sia al caso, sia all'individualità di ogni personaggio.
Da leggere.
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Il popolo e il mito
Leggere questo classico di Yeats è fare un tuffo nella leggendaria Irlanda.
Una raccolta di racconti popolari tra il sogno e la realtà, che narrano dell' Irlanda e delle proprie divinità: "fate, folletti,sirene,druidi,streghe,orchi".
Mito e religione, paure e speranze di un popolo contadino che ha costruito la propria cultura attorno al mito.
Un libro da leggere davanti al camino, lasciandosi tentare dall'idea, che dietro la porta ad osservarci ci sia un piccolo folletto.
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La prima Petra Delicado
E' il secondo libro della saga di Petra Delicado composta fino ad oggi da 8 casi da risolvere.
Non è il miglior libro della Gimenez Bartlett, lo sconsiglio a chi si avvicina per la prima volta a questa autrice.
La protagonista "Pedra Delicado" e il mondo che la circonda è ancora immaturo, il caso da risolvere è quasi un'appendice tra gli istinti sessuali dell' ispettrice e i problemi in amore del vice Garzon.
Caso intuibile da subito con pochi colpi di scena.
Libro mediocre in confronto ai brillanti: "serpenti nel paradiso, messaggeri nell'oscurità e il silenzio dei chiostri".
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Libro fotocopia? Non proprio.
Quasi obbligatoria la lettura del seguito del: "I pilastri della terra". Il primo libro entusiasma al punto tale da volerne il seguito, da cercarlo. Si ritorna nel mondo medievale, nella città di kingbridge, ci si ritrova a vivere in mezzo agli eredi dei celebri protagonisti del primo medioevo.
Resto titubante ogni qualvolta esce il seguito di un best-seller, e anche stavolta mi sono avvicinato alla lettura prevenuto.
Inutile dire che i personaggi ricordano quelli del primo libro,che gli eventi e le circostanze sono molto simili a quelle passate, ma infondo, sono arrivato alla fine del libro in poco tempo e a volte acceleravo la lettura per l' emozione e la curiosità di saperne di più su un determinato evento.
Libro fotocopia? Non proprio. Anche se l'autore sapeva bene cosa, il lettore si aspettasse e di certo non l'ha deluso, per Ken Follet il cammino è stato meno difficile e meno originale.
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Scorrevole
Sarà perchè è stato il primo libro che ho letto della Bartlett, sarà perchè ho letto il libro in lingua originale e in terra Iberica,ma, "Sepenti nel paradiso" è uno di quei libri che non scorderò facilmente, il caso è un' omicidio a Barcellona in un residence caratterizzato da gente ricca e superficialmente senza scheletri nell'armadio, una matassa da scioglere lentamente, entrando di volta in volta nella psicologia dei personaggi e di Petra, "una commissaria" forte ma fragile anche quando rivendica il suo essere donna e si confronta con uno dei personaggi chiave della lettura.
Una pecca, alcuni protagonisti, ricordano in modo evidente altri personaggi di altri suoi racconti.
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Lettura piacevole, ma con sensazione di dejavu.
Ottimo il riflesso psicologico in tutti i personaggi.
Unica pecca, sensazione di dejavu! Sembra proprio che la Gimenez Bartlett abbia riaperto il suo: "serpenti nel paradiso", e ne abbia tirato fuori la personalità forte e decisa di una sua vecchia amica per farla riapparire in "Madre Guillermina".
Per il resto, giallo che vi prenderà sin dall'inizio e che difficilmente riuscirete a chiudere.
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Alla scoperta del genio
Un'analisi superficiale ci porterebbe a paragonare "La chiave Gaudì", ai romanzi di Dan Brown, - c'è un enigma da risolvere, c'è un cattivo da sconfiggere e c'è un protagonista che compie mille peripezie - ma in verità in questo thriller/giallo, scritto a quattro mani, c'è di più: la scoperta del genio Gaudì e la descrizione meticolosa della città di Barcellona, una realtà contestuale che soddisfa la voglia del lettore di saperne di più sulle opere del genio.
E...se... alla fine del romanzo, inizia a farsi spazio dentro noi l'idea di visitare la città catalana, l'autore avrà raggiunto il suo obiettivo: di entusiasmarci e incuriosirci rispetto alla vita di uno dei personaggi più eclettici dell'architettura moderna.
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Crypto l'ignoranza di Dan Brown
Più avanzavo nella lettura e più mi rendevo conto della carenza di veridicità, non giustificata dal fatto che stiamo parlando di un romanzo.
Dan Brown non conosce Siviglia e nemmeno si preoccupa di fare un viaggio nella città, prima di scrivere questo "best seller"(?).
Descrive "Piazza di spagna" in modo errato,"la sede del comune di Siviglia" la colloca in un posto sbagliato, "la scalinata" della torre della cattedrale in modo errato, "non esiste nessuna scalinata, ma rampe costruite in epoca araba e riorganizzate in epoca cristiana"... offende il popolo spagnolo, calando uno dei protagonisti all'interno di una Spagna sporca, incivile, arretrata e maleodorante:
- Le stanze degli ospedali Sivigliani, hanno odore di orina, la polizia è corrotta, un pugno allo stomaco non è mortale all'infuori di un paese come la Spagna" -
Che Dan Brown abbia bisogno di ricorrere alla stessa struttura per ogni romanzo è perdonabile, risulta banale e se ne assume le conseguenze riempiendo le tasche di facili dollari americani, ma che offenda un'intera nazione e che non abbia idea dello scenario materiale sul quale si basa la sua storia non è perdonabile.
Da leggere?
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E' possibile descrivere l'anima di un'epoca?
Bastano poche pagine per sentrisi costruttori di una delle prime cattedrali gotiche inglesi, bastano poche righe per sentirsi "conte", "vagabondo" o "principe", bastano poche pagine per ascoltare i fantastici canti gregoriani di mezzanotte dei monaci del priorato di kingsbridge, basta poco per odiare il conte William e il vescovo Waleran.
In poco tempo Ken follett ci regala il "medioevo" con i suoi commerci, il modo di vivere di conti,contadini e vagabondi, un eccellente excursus storico,altamente descrittivo e profondamente emozionante...a poche pagine dalla fine, si resta col fiato sospeso, e alla fine, resta la voglia di saperne di più, di continuare a vivere l'epoca delle cattedrali e dei "valorosi" cavalieri.
Architettura dentro l'Architettura è questo il libro di Follett.
E' l'anima di ciò che era un edificio in passato, è l'anima di un contrafforte, di arco acuto, è l'anima di una muraglia, e del caldo pane fatto dalla gente più ricca.
Tradimenti, false morali, streghe,battaglie, potere politico ecclesiastico, non manca nulla in questo capolavoro.
Da leggere.
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La fratellanza da riscrivere!
In: "La fratellanza della sacra sindone",Julia Navarro delude, copia se stessa e con rocamboleschi salti temporali confonde il lettore bloccandogli la voglia di restare incollato al libro e la suspense, che sono prerogative fondamentali di chi si avvicina a questo tipo di lettura.
I personaggi non reggono e perdendo di credibilità ne perde anche la storia.
Un finale da riscrivere in modo meno fantastico e più credibile.
Noioso.
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Petra Delicado espatria a Madrid
Non è il miglior giallo di Alicia Gimenez Bartlett, in questo nuovo caso, ambientato nel patinato mondo del gossip, il commissario Petra Delicado, stenta a decollare e ad affermarsi come invece fa nei racconti precendenti: "Il silenzio dei chiostri,serpenti nel paradiso o in messaggeri dell'oscurità", in questo romanzo Petra Delicado espatria da Barcellona e diventa estranea in Madrid, non perde la propria ironia, non perde il collaboratore amico: Fermin Garzòn, ma perde d'identità, poco introspettiva, perchè costretta a dividere la scena con gli altri personaggi del libro.
La sensazione è che la Bartlett, questa volta volesse dare spazio ad "altro" che non fosse soltanto la "famosa commissaria" che tanta fortuna le ha dato.
Da leggere, ma senza tante aspettative.
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Parola d'ordine: introspezione
Se l’intento dell’autore è quello di incollare il lettore al libro ci riesce,forse non il migliore libro di Giorgio, ma comunque intrigante e meticolosamente descrittivo, un libro che appassiona il lettore che cerca il thriller e che ha bisogno di verità non celata dietro una penna buonista, ma al contrario cruda e a volte spietata. Ottimo anche l’aspetto introspettivo dell’assassino e degli attori che gli ruotano attorno.
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Entusiasmante
L’ Ultimo Catone è forse il libro piú brillante dell’ autrice, che narra dell’esperienza spericolata di una suora, una guardia svizzera e un archeologo egiziano che attraverso la “Divina Commedia” del nostro Dante Alighieri vivono una caccia al tesoro per recuperare la vera croce di Gesù Cristo.
Sarà infatti la Divina Commedia a guidare i personaggi in distinte prove, che si svolgeranno in città distinte tra le quali: Siracusa, Roma, Antiochia,Istambul, Alessandria d’ Egitto.
Un romanzo Storico/Avventuriero che cresce di intensità, insieme alla storia d’amore che si ritrovano a vivere due dei protagonisti.
In un finale quasi fantasy, la Asensi quasi strafá arrivando ad un epìlogo, forse intuibile ma per niente scontato.
Da leggere sotto l’ombrellone tutto d’un fiato.
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