Opinione scritta da fabiomic75
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I Sonnambuli di Paul Grossman
Siamo nella Germania degli anni trenta, il partito nazista sta prendendo sempre più potere e per gli ebrei e i comunisti la vita si fa di giorno in giorno più dura. Willi Kraus, ispettore capo della polizia criminale di Berlino gode di grande notorietà, medaglia al valore militare nella Grande Guerra ma soprattutto responsabile della cattura del divoratore di bambini, uno spietato serial killer che aveva terrorizzato la Germania solo pochi anni prima. La sua posizione è pertanto privilegiata e nulla sembra possa scalfirlo, nulla tranne la sua condizione di ebreo. In questo clima di terrore crescente culminato nel 1933 con l'ascesa al potere del partito nazionalsocialista e con la promulgazione delle leggi razziali, Kraus si trova ancora una volta tra le mani un caso decisamente complicato. Nella periferia di Berlino infatti sta accadendo qualcosa di oscuro, persone spietate stanno effettuando crimini abominevoli nascondendosi dietro il partito nazista. Cosa fare? Continuare ad indagare per assicurare questi criminali alla giustizia? Permettere al mondo di conoscere le atrocità di cui sono vittime i nemici del reich? Oppure fuggire dalla Germania mettendo al sicuro i propri affetti? Non sarà semplice per Kraus rispondere a questi interrogativi. Consiglio il romanzo a tutti perchè si tratta di un buon thriller, ben scritto e con un'interessante ricostruzione del clima e dell'atmosfera che avvolgeva Berlino negli anni trenta.
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Tua di Claudia Pineiro
Una donna disposta a tutto pur di salvare il proprio matrimonio. Non solo disposta a sopportare le continue scappatelle del marito fedifrago ma anche a coprire l'omicidio da questi commesso per far tacere un'amante troppo possessiva. La realtà che però si presenta agli occhi di Inès non è però quella che sembra, il marito nasconde ben di più di quanto possa apparire inizialmente. A condire tutta questa situazione già di per sè critica, il difficile e conflittuale rapporto con la figlia adolescente. Una buona penna, una discreta trama, nel complesso un libro piacevole.
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Il privilegio di essere un guru di Lorenzo Licalzi
A chi non è mai capitato di indossare una maschera per conquistare una preda? Qualche volta è lecito e pure divertente. Qulache volta sì ma non sempre e comunque. E' così invece che sceglie di vivere Andrea Zanardi, infermiere per professione ma inguaribile donnaiolo per vocazione. Non esite donna avvenente che non provi a conquistare con ogni mezzo. La sua missione è quella di portarsi a letto quante più donne possibile, ovviamente il corteggiamento può essere più o meno lungo, il personaggio che deve costruire più o meno articolato, ma quando la donna cade nella rete, quando ha ottenuto il suo scopo, il buon Zanardi scompare per sempre: "Scusa ma la mamma, un ictus, è gravissima, mi faccio vivo io, scusa scusa!". Questa è la sua vita, una birra, un panino da Ditasudicie in compagnia di Saro, la sua Porsche ed una donna da portarsi a letto. Il resto non conta. Ma sarà proprio l'incontro con una di queste prede, la spirituale Maria, a cambiargli radicalmente la vita. Il libro è veramente spassoso, in certi passaggi esilarante (Mino Reitano, live in Osaka, che canta "Giappone, Giappone..." con folla in delirio mi ha fatto impazzire). Bravo Licalzi!
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Venti corpi nella neve di Giuliano Pasini
Veramente niente male questo thriller di Pasini. La storia è ambientata in un piccolo paesino dell'Appenino tosco-emiliano, poche case, poche anime, un piccolo commissariato ma un enorme fardello da portare. La popolazione è stata infatti protagonista, durante il Capodanno del 1945, di un massacro di massa ad opera delle SS di stanza a Case Rosse e guidate dal "Boia dell'Appennino", al secolo Enrico Zanarini, che seppur cresciuto tra quelle case, ha scelto di passare tra le file naziste allo scoppio della guerra. Oggi, cinquant'anni dopo, il paese viene nuovamente coinvolto in un efferato delitto, tre persone, tra cui una bambina, sono state trucidate nello stesso luogo teatro dell'eccidio del '45. A guidare le indagini è Roberto Serra, commissario di Case Rosse, che aveva scelto proprio quella tranquilla località, per riabilitarsi, per risolvere i problemi che lo attanagliano fin da bambino, quando vide morire sotto i propri occhi il padre, anch'egli poliziotto e la madre vittime di un agguato criminale. La strada che deve intraprendere il commissario Serra è tutt'altro che agevole, l'alone di mistero che circonda gli eventi è sempre più fitto e l'atteggiamento omertoso degli abitanti di Case Rosse rende il tutto ancor più complicato. Finale a sorpresa riuscito solo in parte ma nel complesso veramente un bel thriller. Il racconto dei fatti del '45 poi è veramente ben strutturato, impossibile non commuoversi leggendo le atrocità di cui furono vittime gli abitanti della zona. Consigliatissimo!
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L'uomo di Pietroburgo di Ken Follett
Carino, non entusiasmante come altri lavori di Follett ma comunque godibile. Il fatto che si tratti di uno dei suoi primi lavori salta subito all'occhio, vuoi per lo stile un pò meno affinato, vuoi per la trama sicuramente meno articolata rispetto ai romanzi degli ultimi anni. Siamo all'alba della Grande Guerra e l'imminente scoppio del conflitto preoccupa non poco i vertici politici inglesi, la Germania minaccia l'Europa e solo un intervento della Russia al fianco dei britannici, potrebbe spostare gli equilibri bellici. A tal proposito Lord Walden, nobile inglese imparentato con la corona russa, viene incaricato da Churchill di intavolare una trattativa con Orlov, nipote della moglie e allo stesso tempo nipote dello zar, affinchè la Russia sigli l'indispensabile alleanza. Di diverso parere è però Feliks, anarchico russo, che vuole impedire l'accordo perchè a suo dire molti giovani russi morirebbero inutilmente, migliaia di ragazzi perirebbero non in nome di un giusto ideale ma solo per assecondare i giochi politici della propria nazione.
Il destino però è in agguato e proprio mentre Feliks sta per eliminare Orlov gettando così ombre nei rapporti tra Inghilterra e Russia, conosce Charlotte, figlia di Lord Walden. Questo incontro riuscirà a sconvolgere totalmente lo scenario. Consigliato.
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Il prigioniero del cielo di C.R. Zafòn
Zafòn colpisce ancora nel segno. Devo dire che mi piace moltissimo il suo stile, la sua capacità di rendere atmosfere cupe, noir con un linguaggio poetico, avvolgente. Ho amato tutte le sue opere ed in modo particolare questa trilogia. Forse tra i tre romanzi questo risulta essere il meno ricco, il meno "necessario" se mi passate il termine ma comunque resta comunque un libro veramente bello. Protagonista è il suo più riuscito personaggio, quel Fermìn Romero de Torres che riesce a farti innamorare fin dalle prime righe per la sua stravaganza e per il suo linguaggio forbito ma allo stesso tempo sempre ironico. La storia ancora una volta riesce a rapirti, a coinvolgerti e soprattutto nella parte finale a commuoverti. Ancora una volta bravo Zafòn!
Consigliatissimo!
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Versilia Rock City di Fabio Genovesi
E' ufficiale: adoro quest'uomo! E' il secondo libro che leggo di Genovesi e non vedo l'ora di leggerne un terzo. Non mi sono mai divertito tanto nel leggere un romanzo, sfido chiunque a non farsi qualche sana risata leggendo i dialoghi, i pensieri, le situazione rappresentate da Genovesi.
I personaggi delle sue storie sono sempre un pò borderline, vivono in un mondo tutto loro, ma proprio per questo è impossibile non innamorarsi dei protagonisti, della loro genuinità, delle loro insicurezze.
Il romanzo è ambientato quasi totalmente a Forte dei Marmi ed ha come personaggi principali tre "disadattati", ognuno a modo suo, che si creano un microcosmo nel quale vivere. Il destino però è in agguato e li porta ancora una volta ad incrociare le loro strade, un pò come quel giorno, in quel bar....
Fantastico!!! Grande Genovesi!
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La cena di Herman Koch
Bellissima sorpresa questo libro di Koch.
Confesso che la prima parte non mi aveva entusiasmato, per carità stile fin da subito molto buono ma forse la parziale mancanza di accadimenti non mi aveva coinvolto completamente. La seconda parte però, quando la storia entra nel vivo, il romanzo è un continuo rilanciare, tant'è che diventa difficile sospendere la lettura. I temi trattati sono molto attuali, si ha a che fare con il razzismo, con la politica, con i rapporti tra genitori e figli e molto altro. Il tutto raccontato durante una cena, con le portate a scandire i vari momenti del racconto. Davvero un bel romanzo! Consigliatissimo!
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Tu sei il male di Roberto Costantini
Mi allineo alle altre recensioni, senz'altro un buon poliziesco.
Ho apprezzato in modo particolare la seconda parte del romanzo dove il ritmo incalzante rende la lettura veramente piacevole.
Molto buona anche la caratterizzazione di alcuni personaggi, commissario Balistrieri su tutti. La trama inoltre, affrontando i difficili temi dell'integrazione razziale e delle logiche "sotterranee" della politica, risulta molto attuale.
Consigliato.
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God save the King!
Bellissimo, bellissimo ed ancora bellissimo! Non ho alcun timore di affermare che si tratti di uno dei migliori romanzi di King in assoluto. Sono partito con moltissime aspettative visto l'argomento interessante ma al tempo stesso piuttosto inusuale per l'autore in questione e tali aspettative non sono state affatto disattese. Pagina dopo pagina non potevo esimermi dal pensare quanto fosse geniale la trama che si stava dipanando sotto i miei occhi nonostante fosse estremamente facile cadere in paradossi o in anacronismi trattandosi di viaggi nel tempo. Sapevo che King amasse gli anni '50, visto che spesso le sue ambientazioni hanno coinvolto quel periodo, ma in questo romanzo la nostalgia traspare ancora maggiormente. Per i kinghiani convinti poi sarà piacevole scoprire alcuni richiami a precedenti opere, non funzionali alla storia ma comunque piacevoli. La trama si può riassumere con una domanda: come sarebbe stato il mondo se qualcuno avesse fermato Oswald e salvato John Fitzgerald Kennedy? Non vi resta che acquistare questo stupendo romanzo e scoprirlo. Consigliatissimo!!!
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Bravo Buticchi!
Veramente un buon romanzo! Probabilmente consigliabile a chi ama il romanzo storico ma con una buona dose di avventura, a tratti addirittura forzata. Alcuni degli episodi e delle situazioni sono veramente al limite del realistico. Questo forse è dal mio punto di vista l'unico aspetto negativo, per il resto il romanzo è appassionante e ben orchestrato. Concordo con il precedente recensore, è importante leggere le note dell'autore perchè si resta stupiti nello scoprire che alcune cose che si potevano attribuire alla fantasia di Buticchi, in realtà siano realmente accadute. I personaggi chiave del romanzo sono molteplici e quasi tutti sono realmente esistiti ed hanno avuto un importante ruolo nella storia del novecento. Ho trovato in alcuni tratti del romanzo forti paralleli con Follett, autore che amo molto. Assolutamente consigliato!
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Una bellissima sorpresa.
"Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perchè non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi non ci riesco. Continuo a implorarmi di smettere e continuo a giocare, e questo divario, questo conflitto, tra ciò che effettivamente faccio mi appare l'essenza della vita...". Pochi altri atleti hanno incarnato come Agassi l'icona del campione stravagante, che emanava sicurezza da tutti i pori, che sembrava divertirsi sul campo più di chiunque altro, vuoi per la sua sfacciataggine, vuoi per il suo look senza dubbio fuori dagli schemi. Nessuno avrebbe mai pensato che interiormente portasse un simile fardello, quello di aver sempre odiato ciò che faceva meglio, giocare a tennis. Fin da piccolo infatti ha dovuto subire i metodi ed il carattere del padre, che lo costringeva ogni singolo giorno a passare ore ed ore sul campo a colpire palle lanciate dal "drago", la macchina lanciapalle così ribattezzata dallo stesso Andre. Mentre i suoi amici di Las Vegas si godevano la propria adolescenza lui era obbligato a dedicarsi solo al tennis trascurando tutto ciò che realmente avrebbe voluto fare. La sua missione, visto che i fratelli prima di lui avevano fallito, doveva essere diventare il migliore, scalare la classifica ATP fino a diventare il numero uno: questo il diktat del padre. In questa appassionante biografia Agassi ripercorre tutta la propria carriera, dall'ingresso alla Bollettieri Academy fino alla vittoria degli otto Slam ed al raggiungimento del vertice della classifica ATP. Pagina dopo pagina traspare tutto il disagio, la lotta interiore per cercare di essere l'uomo che gli altri volevano fosse, senza che potesse fermarsi un attimo a capire se era ciò che anche lui voleva per se stesso. Con la stessa schiettezza con cui parla del padre racconta il proprio matrimonio con Brooke Shields, l'amicizia intensa con Barbra Streisand, fino all'incontro con quella che definisce essere "un privilegio", la donna della sua vita: Steffi Graf. Ho trovato molto intense le pagine finali dove vengono descritti gli ultimi giorni di carriera, l'ultimo incontro agli US Open. Ciò che mi ha colpito maggiormente comunque è la capacità che Andre Agassi ha avuto nel fare bagaglio della propria esperienza per aiutare gli altri, infatti proprio perchè a lui è stata negata quasi totalmente un'istruzione degna di questo nome e grazie agli enormi guadagni ottenuti in carriera, oggi ha fondato a Las Vegas in un quartiere malfamato un'enorme struttura che consente a migliaia di bambini, che diversamente non ne avrebbero avuta la minima possibilità, di studiare e di crearsi il futuro che desiderano. "Quale altro messaggio potrei sperare di trasmettere? Quale altro messaggio potrebbero aspettarsi da uno che ha abbandonato gli studi al primo anno di superiori e adesso ha creato una scuola di cui va fiero sopra ogni altra cosa?". Premetto che amo tantissimo il tennis e che quindi mi ha divertito molto anche conoscere certi retroscena di questo sport ma comunque ritengo che questa sia veramente un'ottima biografia e pertanto ve la consiglio vivamente.
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Cane mangia cane di Edward Bunker
E' la società americana ad essere a rischio per il dilagare della criminalità o sono gli stessi criminali ad essere vittime del sistema giudiziario statunitense? Edward Bunker ha le idee chiare sulla risposta a questo interrogativo, anche perchè lui stesso in prima persona è stato vittima di tale sistema. Proveniendo da una famiglia "difficile" infatti fin dall'età di undici anni si è reso protagonista di piccoli reati che lo hanno costretto a diverse detenzioni nei riformatori della sua regione. Ancora adolescente però la scoperta della letteratura l'ha portato a volersi redimere, cercandosi un onesto lavoro in modo da poter perseguire il suo sogno, quello di diventare un onesto cittadino ed un capace scrittore di romanzi. Nessuno però a causa della sua fedina penale tutt'altro che immacolata sembrava volergli dare una chance e così i suoi sempre più continui viaggi in carcere lasciavano presagire una fine scontata fino a quando però un editore locale non decise di pubblicare il suo primo romanzo biografico. Da lì la vita di Bunker è radicalmente cambiata. In questo romanzo il protagonista Troy si trova a percorrere le stesse orme dell'autore ma con un epilogo diverso. Insieme a due complici, anch'essi conosciutisi in riformatorio decide di rapinare gli spacciatori di Los Angeles per garantirsi un futuro rispettabile, perchè in fondo questa è l'unica possibilità che ha: crearsi un piccolo gruzzolo, appendere la pistola al chiodo e ritirarsi in qualche paradiso a godersi la vecchiaia. L'epilogo sarà però decisamente diverso. Lo stile di Bunker è molto diretto, schietto anche se non l'ho trovato così crudo come altri sostengono. In fondo oggi giorno è facile trovare testi altrettanto cruenti e scrittori addirittura più feroci anche se meno preparati. Consigliato.
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Il ladro di anime di Sebastian Fitzek
Bella sorpresa questo thriller psicologico di Fitzek. La mente umana può senza dubbio nascondere angoli bui nei quali spesso non ci è consentito avventurarci. E' questo quello che accade al protagonista, vittima di un incidente che lo ha portato alla completa perdita di memoria seppur temporanea. Durante il suo tentativo di recuperare la propria identità, l'ospedale nel quale è ricoverato viene preso di mira da un serial killer molto particolare, capace di ridurre le proprie vittime a vegetali. Perchè il famoso "ladro di anime" ha scelto proprio questa clinica? Cosa lega il protagonista all'efferato killer? Fitzek è molto bravo a portare il lettore lentamente verso la risoluzione di questi interrogativi generando nello stesso tempo ansia e paura. Se proprio devo trovare un leggero difetto per me il finale non è stato affatto sorprendente ma forse semplicemente perchè ho avuto un'intuizione che poi si è rivelata esatta. Non credo che per questo si possa parlare di un colpo di scena mancato. Fatemi sapere. Consigliato!
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Il libro segreto (forse troppo) di Dante
Mi dispiace andare controcorrente rispetto alla maggior parte dei precedenti recensori ma a me questo libro è piaciuto veramente poco. Fatta eccezione per l'accurata ricostruzione storica la storia mi è parsa quanto mai ingarbugliata e priva di mordente. Il racconto fatica a decollare e ritengo che si possa a fare a meno dell'ennesimo mistero che coinvolge l'arca dell'alleanza, i templari, il santo graal. Non mi fraintendete, sono anch'io un amante dei thriller storici e sono convinto che una buona dose di forzature, di anacronismi, di esagerazioni sia accettabile, ma qui francamente mi sembra che manchino le basi per un buon romanzo. Sconsigliato.
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Le luci di settembre di C. R. Zafon
Sicuramente non sarà il miglior lavoro di Zafon, la storia non ha il fascino de "L'ombra del vento" ma a mio modesto parere quest'uomo ha l'innata capacità di rapirti e catapultarti nelle sue atmosfere, nei luoghi dove le sue opere sono ambientate. Sarò ripetitivo ma trovo che questo sia l'aspetto che realmente caratterizza lo scrittore spagnolo. Ne "Le luci di settembre" ci troviamo in Normandia, in un paesino in riva al mare dominato dalla villa di un enigmatico e ricchissimo fabbricatore di giocattoli. Fin dalle prime pagine si capisce che costui e la sua dimora nascondono un terribile segreto, un'ombra minacciosa avvolge i protagonisti, una terribile disgrazia sta per abbattersi sui personaggi del racconto. Sono d'accordo con i precedenti recensori quando avvicinano il romanzo a "Marina" e a "Il palazzo della mezzanotte" anche se credo che qui l'aspetto horror-misterioso sia ancora più marcato. Comunque, libro per ragazzi o no :) ve lo consiglio assolutamente.
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Sorry di Zoran Drvenkar
Anch'io mi allineo... grazie a tutti del consiglio. Sorry è senza dubbio un thriller interessante, fuori dai soliti schemi, con una trama coinvolgente ed originale. Tutto nasce dall'idea di uno dei protagonisti, idea che appare inizialmente un pò folle ma che a poco a poco si rivela vincente: farsi pagare per scusarsi con qualcuno a nome di qualcun altro. Giorno dopo giorno il business diventa sempre più importante e solido fino a quando i quattro protagonisti non vengono contattati da un pazzo che intende coinvolgerli nella propria vendetta. Ho apprezzato molto i continui flashback, che raccontano parallelamente alla storia attuale, ciò che è accaduto in passato e che ha determinato la volontà dell'assassino di vendicarsi. Il tema trattato ripeto non è dei più allegri avendo a che fare con la pedofilia ma il romanzo resta assolutamente coinvolgente in ogni sua parte. Grazie ancora ai precedenti recensori. Consigliatissimo!
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Cecità di Saramago
Libro particolarmente toccante. Cosa è capace di fare l'essere umano quando non è "osservato"? Fino a dove può spingersi la crudeltà se le regole decadono? In situazioni di estrema difficoltà saremmo in grado di mantenere il nostro senso civico o saremmo disposti a tutto pur di migliorare la nostra condizione? Saramago ha le idee chiare in proposito: l'essere umano, soprattutto se in branco, è capace delle peggiori nefandezze, di umiliare, di cancellare totalmente l'amore per il prossimo. La trama: a causa di un'epidemia di cecità il mondo entra in un periodo di totale anarchia, dove solo la volontà degli individui e la loro capacità di riorganizzarsi socialmente può evitare che le cose degenerino. Inizialmente le persone affette dalla malattia vengono messe in quarantena e trattate come bestie; all'interno della comunità invece a farla da padrone è la violenza. Le cose vanno via via peggiorando fino a quando gli internati si accorgono che non sono più controllati perchè anche all'esterno è scoppiata l'epidemia. Il mondo che ritrovano è paradossalmente peggiore della struttura in cui erano costretti a vivere, le persone vagano di casa in casa in cerca di cibo, le strade sono piene di sporcizia, di cadaveri, di carcasse. Personalmente ho trovato il finale molto commovente e poetico. Lo stile di Saramago rende perfettamente le atmosfere che avvolgono la storia, il suo modo di rappresentare i dialoghi, senza discorsi diretti nè punteggiatura è senz'altro difficile da seguire ma quanto mai originale. Consigliato.
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Sezione suicidi di Antonin Varenne
Mi aspettavo molto di più da questo romanzo di Varenne. Il risvolto di copertina, il curriculum dell'autore ma soprattutto le vendite in patria mi avevano convinto che si potesse trattare di un'opera interessante, originale. A parer mio niente di tutto questo. La storia mi è piaciuta solo in parte, forse si tratta di una buona idea ma sviluppata male, lo stile l'ho trovato ingarbugliato a tal punto che mi è sorto il dubbio che fosse curata male la traduzione (anche se ormai un tale rischio dovrebbe essere scongiurato). Resta il fatto che, caratterizzazione di alcuni personaggi a parte, non mi ha per niente convinto ed ho fatto piuttosto fatica a portarlo a termine nonostante non sia certo un tomo (280 pagine circa). Insomma come avrete capito non ve lo consiglio.
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Esche vive di Fabio Genovesi
E' ufficiale. Da oggi sono un fan dei "Metal Devastation"! Non è possibile non amare una band così, pronta a spaccare tutto, a partire da Muglione per arrivare fino alla vetta del panorama musicale rock. Un gruppo che appende in bacheca questo annuncio: "Avviatissima band heavy metal cerca chitarrista minimo 18 anni massimo 21, pronto a viaggiare per concerti anche internazionali, dotato di tecnica ma soprattutto serio e incazzato. No perditempo, no persone fisicamente troppo belle". Non si può non amarla dicevo, così come non si può non amare Fiorenzo, il cantante con una mano sola per questo ribattezzato spietatamente "Manina", o Tiziana, piena di sogni e ambizioni ma finita a gestire l'Informagiovani del paese che giorno dopo giorno somiglia sempre più al bar dello sport locale, o Mirko, campioncino di ciclismo che vince ma non vuole vincere. Sono tanti i personaggi descritti da Genovesi nel romanzo e tutti sono a loro modo pittoreschi, a tratti esilaranti, così come lo sono i pensieri e i dialoghi dei protagonisti. E' un libro divertente, che fa sorridere anche se non nasconde una nota malinconica. Comunque davvero una bella sorpresa!
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Auschwitz è di tutti
"L'esperienza che ho attraversato ha cambiato di molto il mio carattere, minando la mia volontà, una volta ferrea, e riuscendo a farmi perdere il mio ottimismo e la fiducia nel prossimo. Ho ancora visibile sull'avambraccio sinistro il numero che mi hanno impresso, che rimane a testimonianza di ciò che sono stata costretta a subire. Non ho mai cercato di nascondere questo tatuaggio, ho sempre pensato che la vergogna di averci marchiato doveva ricadere su chi ce l'aveva imposto." Così si conclude questo terribile diario di Marta Ascoli, deportata ed internata nel 1944 ad Auschwitz-Birkenau, dal quale è stata liberata dagli alleati nel 1945 ormai in fin di vita. Tanto si è scritto sull'Olocausto e tanto ancora si scriverà, e questo è un bene, che questa pagina atroce della storia dell'umanità resti viva nelle menti di ciascuno di noi affinchè niente di tutto questo possa mai ripetersi. Tanto si è scritto dicevo ed il documento biografico di uno dei sopravvissuti non può che colpire al cuore un lettore sensibile. Le condizioni cui fu sottoposta la signora Ascoli, allora diciottenne, furono mostruose e solo un'incredibile forza d'animo, le permise di sopravvivere all'inferno che furono i campi di sterminio nazisti, Auschwitz su tutti.
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Il Terzo Reich
Non me ne voglia Jan ma francamente questo romanzo di Bolano non mi ha particolarmente colpito. Mi trovo d'accordo solo sull'aggettivo grottesco ma per il resto confesso che questo libro mi ha lasciato poco più di niente. Non ho probabilmente colto la metafora o il paradosso dello scrittore, ho solo respirato pagina dopo pagina una sensazione di amarezza e di dolore che avvolgeva sempre più il protagonista ed il luogo di ambientazione. L'hotel attorno al quale ruota tutta la storia somiglia molto all'Overlook di King, tanto che in certi passaggi mi sono chiesto se non ci sarebbe stata una svolta paranormale, invece no, i personaggi sono reali anche se decisamente stravaganti. Non vi fate ingannare dal titolo, "Il terzo reich" è il nome del gioco di guerra di cui il protagonista è campione ed appassionato, non c'è alcun richiamo (gioco a parte) alla Germania nazista.
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Social networking: nuova frontiera del business
I social network oggi la fanno da padrone, questo è innegabile. Non è importante stabilire se questo sia un bene o un male, almeno non serve a nulla visto il successo che riscontrano giorno dopo giorno. Essi rappresentano un'opportunità enorme per chi vuole promuovere il proprio business con budget limitati. Sia chiaro, anche in questo settore occorre prima formarsi perchè l'effetto boomerang è dietro l'angolo, ma una volta appresi i meccanismi, una volta individuata la strategia, le possibilità offerte dalla rete ed in particolar modo dal social networking sono enormi. In questa sorta di prontuario Luca Conti "insegna" al lettore l'utilizzo di facebook partendo dall'abc, dalla creazione del profilo in poi. Le parti centrali e finali del libro invece sono più tecniche ed unicamente orientate al business. Per quanto mi riguarda ho trovato il testo utile ed interessante anche se devo dire che speravo fosse maggiormente tecnico. Per la mia attività avrei preferito ci fossero maggiori consigli pratici. In ogni caso se volete conoscere meglio lo strumento facebook ve ne consiglio la lettura.
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Previsioni del tempo di Wu Ming
Il collettivo si cimenta questa volta in un'opera anomala, lontana dalle accurate ricostruzioni storiche che ne hanno caratterizzato l'ottimo lavoro in romanzi quali "Q", "Altai" o "54". Si tratta infatti di un lungo racconto su commissione che ha il compito di descrivere la "tratta" dei rifiuti che carratterizza Napoli e la camorra come già raccontato da "Gomorra" di Saviano. In questo libro però il punto di vista è differente, è quello del piccolo boss che segue il viaggio dei rifiuti, è quello del vecchio camionista che si trova invischiato in qualcosa di più grande di lui, è quello del broker che deve intervenire per risolvere l'intoppo, il tutto condito con un linguaggio essenziale, pulito, tipico del collettivo. Uno stile fatto di periodi molto corti, ricchi di punteggiatura che rimandano al lettore immagini e sensazioni quanto mai dirette. Ancora una volta consiglio l'ottimo Wu Ming.
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Bravo Ammaniti!
Ammaniti colpisce ancora. A me piace tantissimo il suo stile, il suo modo di rendere le situazioni ed i personaggi. Questo romanzo è breve e di facile lettura ma non per questo meno intenso. Il protagonista è un adolescente "problematico" che odia tutto ciò che è sociale, che non ha amici e non brama di averne. Per non creare dispiaceri ai genitori si trova però coinvolto in una situazione poco piacevole che si aggrava ulteriormente dalla comparsa nella storia della sorellastra. Mi fermo qui con la trama per non svelarvi troppo ma ve ne consiglio vivamente la lettura perchè il racconto è estremamente toccante. Ribadisco... bravo Ammaniti!
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New York segreta ma non troppo
Un differente punto di vista sulla metropoli americana che come nessun'altra città al mondo può incarnare, rappresentare il luogo in cui recarsi per far fortuna. Questo libro, come del resto tutti quelli di questo filone scritti da Augias, racconta "la grande mela" partendo dai personaggi, dalle storie, dai quartieri cittadini che ne hanno caratterizzato la storia. Tra le altre vicende vengono raccontate le storie di Gershwin, di Basquiat, di Marilyn Monroe, della statua della libertà, di Broadway. Un libro piacevole anche se in alcuni capitoli non proprio esaltante. Comunque consigliato.
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Bellissimo.
Ho letto diversi libri di Follett perchè amo le sue storie, le sue ambientazioni storiche, il suo linguaggio, ma fino ad oggi avevo rinviato senza un motivo preciso la lettura di quello che tutti definiscono il suo capolavoro. Mi allineo ai giudizi altrui, si tratta con ogni probabilità del suo miglior libro e ad oggi forse insieme a "Q" di Luther Blissett, del miglior romanzo storico che io abbia mai letto. La caratterizzazione dei personaggi è magistrale, la ricostruzione storica accurata e la trama veramente emozionante. La lunghezza del romanzo (1030 pagine) che apparentemente può "spaventare" il lettore è in realtà funzionale alla storia, la quale nonostante i fiumi di parole spesi per descrivere luoghi ed eventi non risulta mai noiosa o banale. Ho apprezzato anche moltissimo lo stile di Follett che nei momenti più coinvolgenti del romanzo decide di non cavalcare l'onda emozionale ma di percorrere strade differenti, mettendo sempre al centro del libro "la storia", non ricorrendo a facili mezzucci letterari. Consigliatissimo.
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Il Circolo Dante
Concordo con la precedente recensione. Si tratta di un romanzo deludente nonostante un'idea di fondo carina anche se tutt'altro che originale. Salverei l'ambientazione storica visto che risulta interessante calarsi nel circolo formato dai maggiori letterati dell'epoca alle prese con la traduzione della "Divina Commedia".
Per il resto però a mano a mano che la trama si dipana il testo perde di mordente e non riesce proprio a decollare. Anche il finale a me è apparso estremamente deludente. Sconsigliato.
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Questo sangue che impasta la terra
Ho letto questo libro dietro consiglio di un grandissimo appassionato di tutto ciò che fa Guccini e che quindi mi aveva parlato di questo come di un romanzo bellissimo. Ritengo sia eccessivo definirlo tale, sicuramente è un buon libro, ben scritto e con una trama interessante ma non esaltante. La cosa che ho maggiormente apprezzato è la capacità degli autori di rendere le atmosfere che si respiravano negli anni settanta, negli anni in cui a farla da padrone è la strategia della tensione, in cui i giovani sono alla ricerca della propria identità politica e sociale. Questo affresco degli anni di piombo rende bene le difficoltà di quel periodo ed è interessante calarsi in quelle dinamiche dal punto di vista del paesino di provincia, nella fattispecie di un borgo collocato sull'Appenino vicino a Bologna. Non è un capolavoro ma è comunque consigliabile.
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Non tutte le ciambelle riescono col buco
Ho letto tutti i romanzi di Faletti tranne la raccolta di racconti "Pochi inutili nascondigli" perchè assolutamente sconsigliatami da persone per me molto attendibili e devo dire che tra tutti questo è quello che mi ha convinto meno, vuoi per il genere a me non proprio caro, vuoi per la sensazione che anche l'autore si trovi più a suoi agio con il thriller, insomma sono rimasto piuttosto deluso. Per carità anche in questo caso emerge tutta la capacità descrittiva di Faletti ed il suo stile di scrittura che io trovo estremamente piacevole, ma è la storia che a mio avviso lascia alquanto a desiderare. Per queste ragioni non mi sento di consigliarlo.
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Il terzo gemello
Non concordo con le precedenti recensioni sul fatto che questo sia il miglior romanzo di Follett ma semplicemente perchè amo di più quando scrive romanzi "storici" possibilmente ambientati durante la seconda guerra mondiale (magistrali). Per il resto sono d'accordo sul fatto che il libro risulti molto attuale per il tema trattato. La trama inoltre nei romanzi di Follett si dipana sempre in maniera fluida ed intrigante, difficile abbandonare la lettura fino al termine. Solo una nota "curiosa": riuscirà mai a scrivere un libro dove i protagonisti siano brutti o nella media? Temo di no. Consigliato.
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Ricordo indelebile
Ho letto questo primo libro di Hosseini diverso tempo fa ma ne conservo un ricordo vivissimo. Si tratta di un romanzo emozionante e commovente che non può non toccare il cuore ad un lettore dotato di un minimo di sensibilità. Le condizioni in cui versano gli abitanti dell'Afghanistan durante il regime talebano sono descritte nel racconto in maniera estremamente vivida e cruda.
Consiglio la lettura a chi si fosse lasciato "infastidire" dal tam tam mediatico che il libro ha suscitato anche in seguito all'uscita del fortunato film di Forster, non abbiate pregiudizi... è un peccato! Bellissimo.
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Il mistero Caravaggio
Questo libro ha la finalità di ricostruire gli ultimi giorni di vita di Michelangelo Merisi da Caravaggio. La morte dell'illustre personaggio vissuto nel seicento è avvenuta in seguito ad eventi misteriosi su una spiaggia di Porto Ercole, nella bassa Maremma.
La vita non proprio irreprensibile condotta dall'artista (frequentazione di prostitute, scontri frequenti con fazioni avverse) unita alle condizioni igieniche del tempo hanno senz'altro aperto un ampio ventaglio di possibilità sulle cause del decesso.
La parte terminale del libro riporta una vera e propria ricerca, effettuata da una equipe di esperti, volta al ritrovamento delle spoglie del superbo artista, spoglie che avrebbero senz'altro aiutato dopo attenta analisi, a capire di più circa le ultime ore di vita del Caravaggio.
Ho trovato il libro estremamente interessante anche se un tantino troppo "tecnico" nella parte finale. Ammetto però di essere un grandissimo estimatore del tormentato ma geniale artista.
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Gli anni della peggio gioventù
La confessione di Leonardo Marino è veritiera? Di certo per buona parte. A sparare al commissario Calabresi è stato Ovidio Bompressi? Molto probabile. Il mandante dell'omicidio è stato Pietrostefani? Probabile. Adriano Sofri è a conoscenza dei nomi e delle dinamiche dell'operazione? Ancora probabile. Fu lui a dare il via definitivo in una piazza di Pisa come sostiene Marino? Difficile da credere.
Analizzando a fondo le carte processuali Giampiero Mughini (uno dei direttori dei giornali di Lotta continua) trae le proprie conclusioni su una delle vicende più nere della storia italiana, quella dell'assassinio del commissario Calabresi, reo secondo i militanti di Lotta Continua (e non solo) di aver torturato ed ucciso l'anarchico Giuseppe Pinelli a sua volta accusato (ingiustamente) di essere uno degli esecutori dell'attentato a Piazza Fontana. Quello che emerge dal libro di Mughini è un manifesto spietato degli anni '70, anni in cui la politica e gli ideali probabilmente distorti hanno condizionato la vita di molti giovani e sono sfociati nei peggiori atti criminali che il nostro paese possa ricordare. Mughini riconosce col senno di poi tutti i torti della propria generazione pur essendo assolutamente d'accordo con la concessione della grazia ai protagonisti dell'omicidio Calabresi, uomini che, un pò come lui, sono profondamente cambiati negli ultimi trent'anni e che comunque hanno abbondantemente espiato la propria pena, Sofri su tutti.
Consigliato.
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"Spingendo la notte più in là" di Mario Calabresi
L'oasi perduta di Sussman
Non all'altezza del precedente "L'armata perduta di Cambise" questo romanzo resta un libro godibile e piacevole ovviamente per gli amanti del genere. A mio parere il finale decisamente avventuroso e rocambolesco così come alcuni passaggi centrali rendono il racconto un pò troppo surreale, all'Indiana Jones per capirci. Resta il fatto che se uno ama i misteri storici, egizi nella fattispecie, può affrontare tranquillamente questo libro senza il timore di rimanere deluso. La scrittura di Sussman è semplice e diretta quindi tutto sommato lo consiglio.
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I morsi del buio
Karine Giebel... un'altra bella sorpresa nel panorama del thriller! A me questo romanzo è piaciuto molto, mi ha tenuto inchiodato alla lettura fino all'ultima pagina. La scrittura è diretta, chiara, la trama decisamente originale e, nonostante la storia sia piuttosto articolata, coinvolgente. Lo scandire del tempo che passa e che mette in serio pericolo la vita del protagonista alle prese con una spietata psicopatica è veramente ben rappresentato. Il finale poi mi ha convinto anche perchè è tutt'altro che scontato. Consigliatissimo.
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Giovani, nazisti e disoccupati
Piacevole sorpresa. Ho scelto questo libro dal risvolto di copertina e sono contento di averlo fatto. Di solito non amo citare testualmente nè i passaggi dei libri nè eventuali interviste rilasciate dagli autori, questa volta però vi riporto proprio una parte di un'intervista rilasciata dal giovane scrittore Vaccari perchè credo renda benissimo il contenuto del romanzo. A mio parere molto interessante.
"Il titolo provocatorio è stato scelto dalla casa editrice con la volontà di giocare su un concetto… che è un concetto base poi di quando io scrivo… secondo me il sistema per uccidere le dittature, per uccidere il male se un male c’è, è quello di irriderlo. Infatti il nostro Premier non si arrabbia con quelli che lo attaccano ma con quelli che lo irridono, perché anche lui ha capito che in quel modo il messaggio passa.
Il libro nasce per essere “un manifesto antigenerazionale”, cioè in mezzo a tanti ragazzi che vengono etichettati come senza valori senza ideali, perditempo c’è un personaggio che dice: io valgo qualcosa…
Il dire alle nuove generazioni che non valgano nulla è il solito sistema che usano le gerontocrazie per tenerle distanti dal potere. Ad esempio se io ho 60 anni e ho il potere ed affermo che tu che hai 20 anni non vali nulla, e lo dico di fronte ad una platea che ovviamente ascolta me e te se io in quel momento sono colui che detiene il potere, la gente ovviamente crederà a me. E di te che hai vent’anni penserà: è solo un ragazzino, non sa ciò che dice, di quell’altro ci fidiamo da 40 anni. Lui ha ragione.
Nessuno si ricorda che a 20 anni quel 60 enne, probabilmente, era un porco pure peggio del 20enne di oggi.
Le nuove generazioni sono meno violente e meno drogate di quelle degli anni ‘70-’80. Ma i media giocano sulla memoria breve degli italiani. I sessantottini usano i giovani di oggi per nascondere le loro malefatte, accusano i ragazzi per non fare ricordare com’erano quarant’anni fa loro.
Ho scelto Bologna come città metaforica perché è da sempre la città del “fancazzismo” universitario… ma è anche la città, soprattutto per i ragazzi del sud, vista come un modo per “scoprire il mondo universitario”… e negli anni 70 era un pò come dire “andiamo a vedere il mondo”… Secondo me Bologna è vissuta ancora oggi così ed è l’unica città d’Italia dove sono rimasti i Punkabbestia.. che è questo australopiteco degli anni 90…il Punkabbestia che continua a resistere nella società dell’Homo Sapiens… insomma i giovani si sono evoluti in altre forme e invece c’è questa gente che continua a credersi figa nel fare gli alternativi: chi fa l’alternativo, a 28-30 anni, è uno che sa che a casa ci sarà sempre pappa pronta e lavoro… un ragazzo in vere difficoltà non ha tempo di fare il depresso o chiedere soldi in una tazza. Cerca un lavoro, sputa sangue per un contratto, e odia che gli adulti quando prendono ad esempio i giovani non prendano ad esempio loro ma l’esempio negativo dei punkabbestia, che di solito sono figli di avvocati, medici, politici etc… il libro non è contro chi fa barbonaggio o chi fa accattonaggio che rispetto come libera scelta, ma io odio chi fa il barbone come atteggiamento, per fare il diverso a tutti i costi. E poi fanno anche le vittime quando si accorgono di essere stati dei cazzoni. Alcuni di questi deficienti ti fanno passare la cosa come stile di vita: sono un insulto a chi si spacca la schiena per sopravvivere, per farsi una famiglia, per sopravvivere là fuori. Intanto la sera loro hanno la master del papà, capito?… Il libro è contro l’ipocrisia… tutto il libro è costruito contro l’ipocrisia di chi pensa che i giovani non faranno un cazzo nella vita… è costruito contro l’ipocrisia di chi ti chiede i soldi e poi viene da una famiglia borghese ed è ha l’american express… è costruita contro l’ipocrisia di chi vuol essere un nazista e poi cerca il consenso popolare dicendoti che coloro che compiono gli atti di violenza sono una parte del partito che sbaglia… è una cosa che vediamo anche comunemente nel Pdl nella Lega… quindi il fondamento del libro è che esiste sempre una parte che guarda ed una parte che agisce… la parte che agisce è quella che rischia di cambiare il sistema… se poi lo cambia la parte che guarda seguirà l’onda… se invece chi agisce fa degli errori e quindi non cambia il sistema, la parte che guarda critica e condanna.
Faccio un esempio sulla Lega che mi viene facile… se la Lega non ce la fa con la Padania, il Pdl dirà che è un idea del cazzo… se invece la lega ce la farà con la Padania, il Pdl dirà: “noi l’abbiam sempre detto, siam sempre stati con loro”… banalmente poi il libro racconta di questo 20enne anarchico che fa l’università, crede nell’anarchia di Malatesta ed ha come consigliere personale proprio il fantasma di Enrico Malatesta… e poi ci sono Punkabbestia che vivono in casa con lui… quindi entra dentro il partito nazista ritenendo i componenti del partito nazista degli idioti… poco alla volta viene coinvolto nel partito nazista… partito nazista che in Italia riesce ad avere successo elezione dopo elezione, perché non esiste nessun partito decente… arriva a tal punto il paradosso italiano che la gente dice: “meglio votare qualcuno che ha veramente il pugno di ferro e le idee chiare”. Perché sono finiti gli anni ‘70 del posto di lavoro fisso e sicuro dove tutti gli italiani potevano anche stare ore ad ascoltare i dibattiti di aldo moro o berlinguer. Adesso la gente ha bisogno di soluzioni reali, il mondo corre più veloce, non c’è più il tempo per stare lì’ a discutere. Una volta la gente voleva soluzioni annuali adesso ne pretende di giornaliere. Bersani fa ancora i punti della situazione, organizza i dibattiti: la gente muore di fame devi dire e fare cose concrete non sono più gli anni ‘70. La gente vuole la sedia sotto il culo, poi ascolterà tutte le tue elucubrazioni e teorie. Non è difficile ma quelli al palazzo mica lo intuiscono che è così. In un certo senso non è quello che sta accadendo con la Lega? Meglio qualcuno che ha le idee concrete piuttosto dei soliti politici che parlano solo… se poi queste idee concrete siano discriminare omosessuali… cacciare gli immigrati ecc ecc, il popolo se ne frega… meglio chi è concreto rispetto agli intellettuali…"
Ricapitolando... consigliatissimo!
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"Grossi" problemi
Scanzonato, ironico, irriverente, insomma il solito Hornby.
Racconto di rapidissima lettura (solo 80 pagine circa), la cui trama rende immediatamente l'idea del tenore della storia e dei dialoghi tra i protagonisti. Due genitori vengono a sapere dalla vicina pettegola che il loro figlio poco più che adolescente è diventato un famoso pornoattore grazie a "doti" insospettate. Come affrontare la faccenda? Come rapportarsi col ragazzo? Consigliato.
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Discreto
Mi sono fatto incuriosire dalla copertina e dalla trama del romanzo e devo dire che tutto sommato non mi sono pentito. Ho trovato affascinante l'ambientazione e apprezzabile la caratterizzazione dei personaggi. Unico neo, a mio modesto parere, l'epilogo scontato. Da tre quarti del romanzo in poi infatti a me l'assassino è apparso chiaro come il sole, tant'è che ho più volte pensato che se non fosse stato lui, i complimenti alla Griffiths sarebbero stati d'obbligo. Purtroppo ahimè mi è stato tutto confermato nelle ultime pagine. Non credo di essere stato particolarmente arguto nell'analisi quindi temo sia proprio evidente comunque vi invito a leggerlo vista la scrittura piacevole, in modo che poi possiate dirmi le vostre sensazioni (magari sono un genio e mi sottovaluto :)).
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Un pugno nello stomaco
Come ci saremmo comportati se fossimo stati nei panni di Rudolf Hoss? In questa drammatica biografia l'ex comandante del più grande campo di sterminio nazista cerca di giustificare se stesso ed il proprio operato sostenendo che al suo posto chiunque avrebbe agito nel medesimo modo, "in fondo", dice lui, "stavamo solo eseguendo degli ordini". La lettura è estremamente interessante anche se a tratti veramente "tosta". Vengono spiegate accuratamente le varie procedure adottate ad Auschwitz, come ad esempio (cosa che mi ha colpito particolarmente) come si è arrivati all'utilizzo del zyklon b, di fatto un pesticida, utilizzato per uccidere i prigionieri nelle camere a gas. E' un libro che va oltre la tragedia dell'Olocausto scendendo fino nei meandri dell'animo umano. Consigliatissimo.
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Non male
Quando si dice un romanzo che finisce in crescendo.
La storia ruota intorno ad un secondino che, in seguito ad un evento casuale, si trova durante una rivolta carceraria a dover fingere di essere anch'egli un detenuto. Gandul pone inoltre l'accento sulla difficile questione spagnolo-basca e lo fa utilizzando come narratori tre differenti personaggi della vicenda. L'epilogo inaspettato attrae il lettore fino ad un finale convincente. Consigliato.
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Agghiacciante
In questa approfondita inchiesta Safran Foer ci apre gli occhi sul processo che affronta la "carne" per arrivare sulla nostra tavola, dalla nascita dell'animale in questione fino alla sua macellazione passando per indicibili atrocità. La sua lucida analisi non ha la pretesa di convincerci a diventare vegetariani o vegani ma semplicemente ci dice che se vogliamo mangiare carne almeno dobbiamo conoscerne le conseguenze. La nostra volontà, per alcuni necessità, di mangiare carne o pesce a prezzi sempre più concorrenziali ha portato negli ultimi decenni all'affermazione definitiva degli allevamenti intensivi industriali, gli unici che possono garantire certi quantitativi di prodotti facendo quadrare i bilanci. Queste strutture però sono diventati sempre di più luoghi di indicibile sofferenza per gli animali che vi vengono allevati. Leggendo il testo ci si rende conto di quanto si sia andati oltre, passi il tacito accordo uomo animale secondo il quale in cambio di protezione e cibo l'uomo possa cibarsi degli animali al crepuscolo della loro vita ma sicuramente oggi il business e la nostra superficialità ci ha fatto esagerare. Non voglio essere ipocrita, non smetterò di mangiare carne o pesce ma ringrazio Safran Foer per avermi reso edotto su certi meccanismi. Inoltre nel libro vengono affrontati altri temi come ad esempio il surriscaldamento globale, gli allevamenti intensivi di animali infatti ne sono la maggior causa. Scusate se mi sono dilungato più di quanto sono solito fare ma ritenevo doveroso approfondire il contenuto della recensione dato il tema decisamente drammatico. Consigliatissimo!
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Bella sorpresa!
Veramente una bella sorpresa questo romanzo di Morozzi di veloce lettura. Tre persone, due ragazzi ed un quarantenne, restano intrappolati in un ascensore nel giorno di ferragosto. La convivenza forzata si tramuta in un incubo a causa del fatto che uno di loro si rivela un serial killer. Ottima la caratterizzazione dei personaggi ed il finale tutt'altro che scontato aggiunge valore al racconto già di per se coinvolgente. Consigliato!
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Niente di che
Sei racconti che non mi hanno coinvolto particolarmente. Non ne ho capito il filo conduttore e nessuna storia è degna veramente di nota. Una volta terminata la lettura ho appreso dalle note che si tratta di racconti usciti per "Il Corriere della Sera" e successivamente raccolti in un libro. Gli autori mi avevano fatto sperare bene, Saviano, Lucarelli, Wu Ming, tutti scrittori che amo particolarmente ma paradossalmente la "penna" che più mi ha colpito è quella di Simona Vinci, ho trovato interessante le sue considerazioni sulla solitudine. In ogni caso comunque la raccolta non mi ha convinto del tutto.
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Angosciante
Futuro post atomico? Terza guerra mondiale? Sconvolgimenti climatici? Cos'è successo al mondo? Padre e figlio attraversano l'America in cerca di altri sopravvissuti "buoni" e lo fanno tra mille difficoltà, cercano con vari espedienti cibo e abiti caldi che gli consentano giorno dopo giorno di rimanere in vita. I pericoli sono in agguato ovunque e la sensazione che tutto sia vano attanaglia spesso il padre che però per l'amore che nutre per il figlio tenta in ogni modo di portarlo in salvo. Notevole la capacità di McCarthy di rendere le atmosfere apocalittiche che circondano i protagonisti. E' un libro che colpisce, coinvolge e commuove. Assolutamente consigliato!
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Zafon è Zafon.
Concordo con chi ha detto che questo romanzo di Zafon si avvicina di più a "Marina" che a "L'ombra del vento". Forse in assoluto quello cui si avvicina di più è "Il principe della nebbia". Quello che intendo è che ci si trova senz'altro di fronte ad una storia più orientata verso un pubblico di ragazzi ma che però grazie alla maestria di Zafon e alla sua innata capacità di rendere luoghi e atmosfere noir, cupe e ricche di pathos, questo romanzo ha la forza per far breccia anche nel cuore degli adulti. Come potete capire da quanto ho scritto io amo particolarmente questo autore e non è importante per me che le storie siano ambientate a Barcellona piuttosto che a Calcutta perchè ogni luogo che ha la "fortuna" di passare per le sue sapienti mani ne esce con un fascino veramente particolare. Non vi aspettate di affrontare niente di articolato o impegnativo ma comunque leggete anche questa opera del grande scrittore spagnolo.
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Buono.
Non male questo thriller. Se devo essere sincero forse ho trovato un pò esagerata la quantità di accadimenti non ordinari presenti lungo tutta la durata del romanzo. Le tragedie che in vario modo colpiscono i personaggi sono veramente tante e tutte di un'atrocità fuori dal comune. Detto questo comunque resta il fatto che McFadyen è senz'altro un giovane autore con dei numeri per il genere in questione. La storia ha come protagonista l'agente dell'FBI Smoky Barrett che incrocia la strada dello "Straniero", uno spietato ed anomalo serial killer, che ha scelto di forgiare col dolore una ragazzina fin dalla nascita senza alcuna apparente motivazione diretta e lo fa uccidendo davanti ai suoi occhi tutte le persone che nel tempo lei è riuscita ad amare. Non mi dilungo ulteriormente sulla trama ma ve ne consiglio la lettura senza impegno.
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Buon thriller!
Anch'io ho deciso di leggere questo libro grazie alle recensioni trovate in un forum e devo dire che non ne sono affatto pentito.
La Gerritsen è veramente molto brava, mi piace il suo modo di scrivere, la sua capacità di "scandire" i tempi del romanzo, mai lento, nonchè quella di caratterizzare i personaggi principali.
La trama è molto coinvolgente quindi diventa difficile abbandonare il romanzo finchè non lo si finisce. Sinceramente mi aspettavo qualcosina di più dal finale, ho affrontato il rush finale con una grandissima aspettativa e per motivi che non posso ovviamente svelare sono rimasto un pochino con l'amaro in bocca. In ogni caso vi consiglio vivamente questo thriller.
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Una stagione selvaggia
E' la prima volta che leggo Lansdale e quindi sono partito dal primo romanzo che vede protagonisti Hap e Leonard. La lettura è semplice, piacevole e diretta e i due protagonisti ispirano simpatia nonostante non siano propriamente "ordinari". Di sicuro tornerò a leggere Lansdale quanto prima. Consigliato.
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Tempesta solare
E' la prima volta che leggo Asa Larsson e ammetto che non mi ha convinto completamente. Mi riprometto di leggere qualcos'altro scritto da lei perchè in questo caso forse non mi ha coinvolto particolarmente la trama, nulla da eccepire invece sul modo di scrivere, semplice e scorrevole. Si tratta di un giallo a sfondo religioso ambientato in Svezia e che vede come protagonista l'avvocato Rebecka Martinsson, personaggio seriale della Larsson, che fa il suo esordio in questo romanzo. Da leggere? Forse si ma c'è sicuramente di meglio.
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