Opinione scritta da NomeUtente

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    28 Novembre, 2010
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Lo sporco sporco sporco Leeds

Il romanzo parte da una storia vera, quella di Brian Howard Clough, considerato uno dei migliori allenatori inglesi di tutti i tempi.
Il libro raconta i suoi 44 giorni sulla panchina del Leeds United, forse il momento peggiore di tutta la sua carriera da allenatore.
Peace racconta il travaglio di questi giorni mischiando il presente e il passato in un vortice convulso di emozioni e stati d'animo forti, al limite tra passione e follia.
La scrittura è dura, proprio come il calcio inglese di quegli anni fatto di sacrificio, botte e giocatori che in campo sputavano il sangue.
Inutile dire che per apprezzare a pieno questo libro bisogna essere appassionati di calcio giocato, bisogna aver sofferto su campi fangosi, bisogna aver vissuto sulla propria pelle l'emozione di una vittoria e la delusione di una sconfitta.
Un romanzo emozionante, che racchiude tutta la passione per uno sport che in fondo, è una metafora di vita.

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Politica e attualità
 
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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    28 Novembre, 2010
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La manomissione delle parole

In questo libro Carofiglio analizza il "linguaggio del potere", ovvero sviluppa una analisi lessicale del linguaggio politico utilizzato da Berlusconi e del suo impatto sulle masse.
E' un libro interessante, che analizza la comunicazione come strumento di potere, gioca a scomporre e ricomporre il significato delle parole, tenta di ridare un contenuto a parole ormai vacue, svuotate di ogni significato.
Questo viaggio nelle parole della lingua intaliana passa inveitabilmente per il linguaggio giuridico, articolato, ostico, reso impermeabile alle masse dall'uso di parole e periodi fini a se stessi.
Un ibro di grande interesse, che aiuta a rivalutare alcuni termini di cui oggi la società abusa.
Dette questo non posso esimermi da alcune doverose critiche: innanzzi tutto non mi sento di imputare tutto questo alla singola persona di Berlusconi, come invece fa Carofiglio, ma estenderei queste riflessioni a tutto il mondo politico. Il termine "politichese" è stato coniato ben prima che Berlusconi andasse al governo ed è un male che affligge il paese da tanto, troppo tempo.
In secondo luogo credo che lo stesso Carofiglio, con questo libro, si macchi degli stessi "crimini" che lui stesso condanna, fornendo un testo di grande interesse, ben strutturato e logicamente ineccepibile, ma anche un testo fazioso, schierato, dove non solo restituisce alle parole il giusto significato, ma le carica della sua personale interpretazione politica, inevitabile per uno nella sua posizione.
In generale, al di là di ogni considerazione politica, un saggio interessante.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    15 Novembre, 2010
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L'insostenibile pesantezza di Kundera

Si tratta di un testo molto intenso che non lascia certo indifferenti.
Nel libro la storia d'amore di Tomas e Tereza e quella di Sabina e Franz si sviluppano parallelamente e si incastrano nel contesto storico-politico della cecoslovacchia nei primi anni ottanta.
Kundera analizza le correlazioni tra il pensiero politico imposto da un regime ditatoriale comunista e la vita dei personaggi e loro modo di pensare.
Compone un quadro psicologico estremamente reale dei protagonisti, analizzando le motivazioni che determinano i loro comportamenti e i loro pensieri, rivelando dietro a decisioni importanti una semplicità fredda e disarmante.
Ne risulta un testo pesante, di una tristezza indescrivibile.
Si susseguoni immagini strazianti (mi viene in mente l'emblematica cornacchia seppellita), muoiono tutti, compreso il cane, al termine di una lenta agonia fisica o psicologica che rende la lettura faticosa e lascia perennemente il lettore in uno stato di angoscia.
E forse è proprio questo il pregio-difetto di questo testo: ha la capacità di penetrare nel profondo dell'animo e di trasmettere sensazioni forti, purtoppo tutte negative.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    07 Novembre, 2010
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Capolavoro "scolastico"

Vitangelo Moscarda, un nobile abitante di Richieri, partendo da una banale considerazione sul suo aspetto fisico, si rende conto di come la percezione che egli ha di se sia differente da quella che sua moglie ha di lui.
Questa considerazione è l'inizio di una strada che lo porterà ad interrogarsi su chi sia Vitangelo Moscarda per gli altri e per se, una strada che lo porterà a sperimentare le proprie teorie rendendolo pazzo agli occhi degli altri. Ma si tratta di una lucida follia, che nasce da una presa di conoscenza (o dalla perdita di coscenza) del proprio io.
La voce narrante è quella dello stesso Morscarda, il quale instaura con il lettore una sorta di colloquio, si rivolge come se stesse motivando le proprie azioni spiegando le ragioni che lo muovono.
Il risultato è un libro straordinario, estremamente incisivo, dove il lettore non può restare indifferente ma è portato a sua volta a porsi gli stessi interrogativi del Moscarda e a seguire il suo percorso.
Dopo aver letto i primi capitoli, è impossibile non andare a guardarsi allo specchio e non rimanre turbati da questo romanzo.

E' un peccato pensare che quando me lo proponevano (o imponevano) come testo "scolastico" lo ripudiavo e lo riscopro solo ora.
A questo punto è inevitabile, una domanda: a 18 anni non si è abbastanza maturi per apprezzarlo o non viene proposto nel modo giusto?

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Gialli, Thriller, Horror
 
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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    25 Ottobre, 2010
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Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde

Inutile dire che stiamo parlando di uno dei libri più conosciuti al mondo, anche se molte meno sono le persone che lo hanno letto.
Premetto che mi ha stupito la dimensione: 70 pagine mi sono sembrate davvero poche.
Il mio giudizio finale è: corto ma incisivo.

In questa grande metafora dell'animo umano, Jackyll rappresenta la rispettabile immagine che ognuno di noi assume quotidianamente, mentre Hyde è la metà di noi che a volte ci fa pensare cose delle quali noi stessi ci vergognamo e che teniamo razionalmente sedata.
E' un romanzo che ci mette a confronto con il nostro lato oscuro, quello presente in tutti gli uomini, che si manifesta solo in rari casi.

Questo libro è molto più di una favoletta per ragazzi, è un viaggio introspettivo sulla sottile linea che separa il bene dal male.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    15 Ottobre, 2010
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Non può mancare in una libreria "seria"

Innanzi tutto va detto che è un vero e proprio dizionario, con parole e definizioni in ordine alfabetico. Una chicca da tenere in libreria e consultare di tanto in tanto.
Irriverente, sarcastico, cinico, spregiudicato, blasfemo: in una parola, imperdibile.
Un "aforismario" che dal tipo di comicità potremmo definire l'antenato di Spinoza.

Altre parole per descrivere questo libro non ce ne sono, cito solo alcune definizioni per inquadrare il genere:

Cinico. Mascalzone che, a causa di un difetto alla vista, vede le cose come realmente sono e non come dovrebbero essere.
Filosofia. Strada con molte diramazioni, che conduce dal nulla a nessun posto.
Omeopata. L'umorista della professione medica.
Pace. Nel diritto internazionale, si definisce così un periodo di inganni reciproci compreso fra due fasi di combattimento aperto.
Proibito. Investito di un nuovo irresistibile fascino.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    08 Ottobre, 2010
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Saggezza in pillole

Ho comprato questo libro attirato dalla frase riportata in copertina:
«Scrivere un diario è come guardarsi in uno specchio di fiducia, addestrato a trasformare in bellezza il semplice bell'aspetto o, nel peggiore dei casi, a rendere sopportabile la bruttezza massima. Nessuno scrive un diario per dire chi è. In altre parole, un diario è un romanzo con un personaggio solo».

Una bella dichiarazione di intenti che non viene certo smentita dalle pagine di un libro che racchiude i pensieri dello scrittore proposti sotto forma di diario. Ogni pagina è un input che spinge il lettore ad una riflessione ora politica, ora umana, ora sociale.
Per stessa ammissione dell'autore questo diario è un espediente per saltare da un argomento all'altro senza doversi curare di seguire una logica o una trama, un modo scaltro per regalare tante pillole di saggezza ai suoi lettori.
Forse questo libro va considerato come una lettura per chi già conosce Saramago e ne scopre i pensieri e il lato privato, una lettura dove l'autore si propone non solo come scrittore ma come uomo.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    08 Ottobre, 2010
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Vita sciteriata di Accio Benassi

Questo romanzo ripercorre le tappe della vita politica in italia dal primo dopoguerra fino agli anni '70 attraverso gli occhi di Accio Benassi.
Durante la sua evoluzione il protagonista attraversa fasi diametralmente opposte passando dal seminario, ai gruppi di estrema destra a quelli di estrema sinistra.
Ciò che stupisce è che lo fa mantenendo il suo carattere ribelle, le sue idee rivoluzionarie e la sua visione della vita politica pressochè inalterate.
Vive i passaggi storici con l'ingenuità di un ragazzo, con semplicità, senza addentrarsi in profonde tematiche politiche ma animato da un desiderio di libertà e giustizia. Per certi versi sfata il mito dell'impegno politico in quegli anni sottolineandone il lato umano che animava le masse, fatto di principi semplici, voglia di ribellione, ingenuità, paure e cultura popolare. In definitiva un quadro diverso da quello strumentalizzato dalla dirigenza dei partiti.
Emerge il confronto tra schieramenti politici opposti che in realtà si assomigliano, tra fazioni contrapposte che in fondo sono animate dagli stessi principi e dalle stesse speranze, mette in parallelo, con estrema lucidità, tre grandi fenomeni di massa come il fascismo, il comunismo e la chiesa rimarcandone le similitudini.
In tutto questo, inevitabilmente, si incastrano la storia e i sentimenti di un ragazzo di 17-20 anni, la sua famiglia, i suoi amici e i suoi amori.
Un libro che ripercorre sì la storia, ma che non può essere classificato solo come romanzo storico.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    07 Ottobre, 2010
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Un classico che non stanca mai

Un grande classico della letteratura che non stanca mai e rimane attuale sotto ogni aspetto: storico, politico, culturale, sociale, psicologico, educativo.
Orwell, con questo romanzo, esprime una feroce critica al regine comunista russo utilizzando la metafora della fattoria che si ribella al padrone.
Naturalmente, in questo parallelo, nessun dettaglio è lasciato al caso, al partire dalla scelta dei personaggi (porci = classe dirigente) e alla descrizione di avvenimenti storici (distuzione del mulino = battaglia di Stalingrado).
Nel complesso è una lettura apparentemente semplice che per poter essere apprezzata nei minimi dettagli va necessariamente rapportata con la storia (più si conosce quel periodo storico, più si appezzano i dettagli della "favola").

Una curiosità: il libro è stato pubblicato dopo la fine della seconda guerra mondiale in quanto era stato censurato a causa dei suoi contenuti.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    16 Settembre, 2010
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La passione secondo Thérèse

Questo libro si inserisce all'interno della saga dedicata al "clan Malaussène", una famiglia francese che vive a Belleville, un quartiere periferico di Parigi.
E' un libricino che si legge in fretta, ma merita grande attenzione. La trama è avvicente e ricca di colpi di scena, la scrittura ha uno stile fresco, divertente, diretto e mantiene sempre viva l'attenzione del lettore.
Inoltre Pennac ha il pregio di incastrare nella trama diversi temi di grande interesse quali le differenze fra diversi strati sociali, la cultura dei popoli immigrati in Francia, l'omosessualità, la politica, e tanto altro ancora.
Il tutto però non assume mai toni gravi di contestazione o di denuncia sociale, ma è descritto con ironia, giocando intelligentemente su questioni che sulla carta sono ben più serie.
Il quadro complessivo è una comunità unita, multietica, colorata, divertente, ricca di valori, ai limiti della legalità, tanto interessante quanto inconsueta.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    01 Settembre, 2010
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Che la festa cominci

Buona l'idea generale del libro ma non mi sento di dire altrettanto della realizzazione.
La parte relativa ai personaggi della setta satanica la trovo una scelta commerciale, dal momento che è stato argomento di attualità non molto tempo fa ed è descritta per luoghi comuni, in maniera del tutto superficiale.
Bella l'idea di una grande festa a Villa Ada dove convogliano tutti i VIP : attori, scrittori, calciatori, veline e chi più ne ha più ne metta.
Ma è anche vero che è un mondo sul quale è facile sparare a zero, andando a pescare il peggio che la nostra società possa offrire riscuotendo facili consensi. Trovo sicuramente del vero in ciò che ironicamente l'autore descrive, ma tutto un po scontato.
Inutili le scene di sesso inserite fuori contesto, tanto per mettere un po di pepe nel racconto ma senza un fine nella trama.
E infine la storia, volutamente surreale, nella parte centrale sembra un film d'azione americano con avvenimenti esagerati e i nostri eroi che ce la fanno sempre per un pelo, un po stile "Die Hard" ma all'italiana.
L'unico personaggio che salvo è Bocchi, il chirurgo suo "amico". Un'ottima caricatura dalla quale escono, a mio avviso, le parti più divertenti e le migliori riflessioni del libro (bella quella relativa alle "figure di merda")
Insomma, trovo il libro un calderone di argomenti di attualità, gossip, luoghi comuni, che tutto sommato si lascia leggere, offre qualche buono spunto, strappa una risata ogni tanto, ma che in definitiva non mi ha convinto.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    31 Agosto, 2010
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Un'opera eccezionale

Siamo di fronte ad un capovoloro di proporzioni tali da rendere ogni elogio scontato e banale.
Il libro è davvero eccezionale, all'altezza della sua fama, soprattutto riletto in chiave moderna e rapportato al nostro tempo.
A distanza di 120 anni il mondo non sembra essere cambiato granchè, se non nei costumi e nelle abitudini. Mai come in questo periodo i personaggi e le vicende narrate nel libro risultano lo specchio di una società marcia, corrotta, che maschera uno squallore di fondo con una maniacale cura dell'apparenza.
Affascinante il personaggio di Lord Henry Wotton, che da voce ai peggiori pensieri che ognuno di noi porta con se. Il suo ostentato cinismo, l'ironia con la quale si fa beffe della società danno vita ad un personaggio indimenticabile della letteratura moderna.
E infine, a mio gudizio, inevitabile il parallelo tra l'immagine pulita di Dorian Gray e il suo ritratto, tenuto nascosto, che mette in mostra tutte le brutture della sua anima, e l'attuale classe politica dalla facciata pulita e dall'animo corrotto.
L'abbondanza di contenuti si fonde con uno stile elegante e aristocratico che rende la lettura piacevole. Un romanzo da leggere, anche più volte, distillando goccia a goccia ogni frase, ogni dialogo, con l'attenzione e la perizia che questo libro indubbiamente merita.

Oscar Wilde disse: Basil Hallward è quello che credo di essere, Henry Wotton è come il mondo mi dipinge e Dorian Gray è quello che mi piacerebbe essere.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    05 Agosto, 2010
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Hanno tutti ragione

E' un libro eccezionale, scritto in maniera intensa, fitta fitta, sia nell'impaginazione che nei contenuti.
A differenza di altri libri che si leggono in fretta, questo è un libro che va gustato piano. E' un concentrato di pensieri e riflessioni per i quali è necessario fermarsi spesso per assimilare ciò che si è letto. Ma non è un libro pesante, il ritmo è incalzante, ricco di avvenimenti ma più che altro di dialoghi illuminanti, dove Paolo Sorrentino snocciola tutta la sua visione della società moderna scavando nelle profondità dell'animo umano.
Il risultato è un quadro amaro, grottesco, dove emerge l'uomo in tutta la sua miseria, contrapposta ad una continua ricerca della felicità e dell'amore nonostante tutto.
Il protagonista è un prototipo di tutto questo: cocainomane, donnaiolo, spregiudicato, ma anche capace di piangere, commuoversi, innamorarsi nel più profondo del cuore.
A fare da sfondo alla storia c'è sempre una sottile ironia graffiante, fatalista, maliconica. L'ironia di chi vede il marcio della società ma si adegua per convenienza, di chi sta al gioco con consapevole superiorità e trova il coraggio di sdrammatizzare, lasciando il lettore perennemente in bilico tra una amara riflessione e un sorriso.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    26 Luglio, 2010
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Divertente (già dal titolo)

"Olive comprese" è una grande commedia paesana.
Gli attori sono i tipici personaggi di un paesino durante l'epoca fascista: c'è il maresciallo Maccadò, il prevosto, il podestà, il figlio del macellaio con la sua sgangherata combriccola di amici, la veggente (o presunta tale) e altri ancora.
Ognuno con la sua storia da raccontare, il suo modo di vedere la vita del paese, Bellano, che di fatto con i sui abitanti, il suo lago e le sue colline è il vero protagonista del libro.

Andrea Vitali racconta tutto questo con ironia e passione, intreccia sapientemente pettegolezzi, equivoci, leggende e storia dando vita a un romazo che porta il lettore indietro nel tempo.
Anche il linguaggio usato, i nomi, i soprannomi e le abitudini dei personaggi contribuiscono a ricreare un'atmosfera leggera e dai sapori antichi, riportando alla memoria le storie raccontate dai nonni.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    12 Luglio, 2010
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Delusione

Dopo averne tanto sentito parlare ho letto "Sulla strada", libro cult della Beat Generation.
E' la storia di due amici che passano una vita "On the road", il grande mito di una esistenza libera, sulla strada appunto, fregandosene di tutto e di tutti.
Beh, la verità è che è un libro decisamente deludente.
Un libro che parla di viaggi, scritto in modo frenetico, convulso, alterato, ma che in realtà risulta noioso. Il racconto è un continuo elencare città, nomi di persone che incontrano sulla via, serate che in fondo sono tutte uguali, il tutto come fosse un diario di bordo.
Tutto ciò che viene descritto è sempre "il più incredibile", "il più bello" e "il più fantastico": va bene l'entusiasmo che si ha a 16 anni, ma dopo 400 pagine così non se ne può più!
Anche perchè non succede mai niente, mai un dialogo che si riordi, mai una analisi un po più approfondita di qualche personaggio.
Davvero poco rispetto alla sua fama ho pensato ... o forse era proprio questo il senso del libro: trasmettere il vuoto esistenziale, l'assenza di valori, di prospettive, di progetti, di sentimenti.

A parziale attenuante posso dire di aver letto il libro "fuori età", nel senso che il tema e il modo di scrivere si adattano di più agli anni della addolescenza.

Insomma una delusione, anche se una cosa la devo dire: a qualche giono dalla fine della lettura, per dirla alla Kerouac, devo ammettere che quel vecchio figlio di puttana di Dean Moriartry, un po ti rimane nel cuore.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    04 Luglio, 2010
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Perplesso

L'ho trovato un romanzo confuso, a tratti ci si perde tra i personaggi. Si accavallano le storie, i nomi, i tempi della narrazione, fondendosi in un insieme di vite che nel totale risulta "troppo". Probabilmente la storia di ogni singolo personaggio potrebbe essere un romanzo a se, e il libro risulta un concentrato decisamente incasinato (praticamente un libro in formato .zip)

Devo ammettere però che l'ultimo capitolo da parziale assoluzione: mi ha costretto a percorrere il libro a ritroso per rimettere insieme la storia ... e il giochino mi è piaciuto.

Leggo solo ora le recensioni (dovevo farlo prima) che lo definiscono un libro "quasi sperimentale" di Camilleri, quindi darò una seconda opportunità all'autore, essendo il primo che leggo.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    21 Giugno, 2010
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No

Sarà anche un grande capolavoro, sarà che io sono ignorante e bigotto, ma non vedo cosa ci sia di buono in questo libro. Certo non è del tutto negativo (e ci mancherebbe altro ...), sono daccordo con quanti dicono che, immersi nella lettura, ci si ritova seduti sul divano a bere birra con Bukowski ... ma da qui al capolavoro c'è parecchia distanza.

La scrittura è forzatamente volgare, ostentatamente priva di morale, mi sembrano i ragionamenti di un adolescente che vuole a tutti i costi esagerare, che cerca l'eccesso e si compiace ... solo che a fare questi discorsi è un vecchio di 70 anni (la parola vecchio e non anziano è usata di proposito).
Il successo di questo libro ? Una conferma che l'eccesso e l'esagerazione pagano sempre, vince chi la spara più grossa.

Una brutta, volgare copia di Hamingway.

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Romanzi
 
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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    12 Giugno, 2010
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Buon libro

Proprio un bel libro !
La storia è intrigante, non tanto per la trama quanto per la dettagliata descrizione degli stati d'animo e della psicologia dei personaggi: Olivia Hutton mi ha colpito fin da subito per l'evidente contrasto tra il suo aspetto e la sua vita tormentata, Marcus a tratti mi ricorda ... me. Diviso tra il perbenismo insito nella sua persona e nella sua educazione e la voglia di scrollarsi di dosso paure e pregiudizi, a mio parere senza riuscirci.
Infine il discorso del preside dell'isituto ai ragazzi è un discorso che andrebbe letto in tutte le scuole alle nuove generazioni, un discorso nel quale si percepisce e si tocca con mano la pochezza delle bravate di un ragazzo del college rapportate ai problemi del resto del mondo.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    08 Giugno, 2010
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Gradita sorpresa

Dopo aver visto il film, nel quale la figura del famigerato Sherlock Holmes mi è apparsa molto diversa da ciò che mi aspettavo, ho pensato di leggere il libro ... e con mia grande sorpresa ho scoperto che l'errore non era sta nella figura delineata dal film, bensì in quella dell'immaginario collettivo!
mi aspettavo un detective riflessivo, che dice "elementare Watson", con una lente di ingrandimento in mano, un cappello a quadretti marrone e la pipa in bocca ... niente di tutto questo ! Si scopre un detective d'azione, che fa pugilato, sarcastico, cinico ... tutte caratteristiche che non mi aspettavo.

Per quanto riguarda il libro niente da dire: un grande classico.
Forse riletto ai giorni nostri non è niente di incredibile, ma se lo rapportiamo all'epoca in cui è stato scritto allora è evidente la grandezza di questo autore e del mito che ha saputo creare.
Quando si leggono certi libri si va alle origini di un genere, si scopre da dove nascono i tratti di tanti gialli della letteratura moderna e si scopre che infondo, chi scrive oggi, per quanto bravo sia non ha inventato proprio un bel niente.
Per fare un parallelo musicale è come partire dagli Oasis per poi scoprire i Beatles ...

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    06 Giugno, 2010
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Veronika decide di morire

Credo di essere legato a questo libro per averlo letto in un momento particolare della mia vita, nel quale la filosofia che esce da queste pagine mi ha aiutato ad aprire gli occhi.
Coelho ha sempre la stessa capacità di dare inizio ad un piccolo viaggio nel proprio io, non solo portando a galla ansie e paure, ma proponendo una soluzione, proprio come farebbe un saggio amico.
Probabilmente c'è un libro di Coelho per ognuno di noi, questo è il mio.

Aggiungo una curiosità: so che dal libro hanno tratto un filmma non riesco a trovarlo (il che mi spinge a pensare che non sia stato un successone ... ), se qualcuno l'ha visto mi faccia sapere.

I veri voti:
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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    01 Giugno, 2010
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I bambini

Certe cose, con il passare del tempo, rimangono sepolte sotto strati di coperte che hanno il nome di società, costume, ragione, abitudine, paura, formalità, pudore.
A un certo punto gli strati sono talmente tanti che si rischia di non capire più cosa c'è sotto.
Allora arrivano i bambini ad aprirci gli occhi e mostrarci le cose per quello che sono, con la loro visione ingenua, semplice, lineare, incondizionata.

Una frase su tutte : "I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta."

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    31 Mag, 2010
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Interessante

Ho letto opinioni contrastranti su questo libro. Premetto che è il primo che leggo di Baricco ma devo dire che mi è piaciuto. La storia è interessante e offre diversi spunti di riflessione.
I temi affrontati sono tanti e sono raccontati con gli occhi di chi durante l'addolescenza ha vissuto in prima persona certe situazioni.
Mette in evidenza il contrasto tra un mondo fatto di vizi ed eccessi e uno fatto di castità e devozione, ponendo l'accento sulla distanza incolmabile tra ragazzi della stessa età che vivono vite opposte. Poi c'è il tema della curiosità mista a paura che attira verso tutto ciò che è proibito, gli occhi degli amici che vedono il compagno di sempre muoversi verso terre inesplorate, e ancora il tema dell'educazione e la fede che incombono come un'invisibile mano pronta a punire, a volte togliendo un po della leggerezza che contraddistingue quell'età, altre coprendo gli occhi di fronte ai problemi per non intaccare l'immagine della famiglia perfetta.
In infine credo che la storia racconti una verità assoluta: ci sono persone che vivono una vita rigorosa e senza sbavature, e queste sono le persone che al primo sbaglio si andranno ad infilare in situazioni più grandi di loro ...

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Gialli, Thriller, Horror
 
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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    24 Mag, 2010
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Giorgio Faletti

Più che recensire il libro mi verrebbe da recensire Faletti.
Un artista poliedrico che senza troppa pubblicità e troppo clamore è riuscito in tutto: televisione, cinema, libri, musica ... un artista puro, a 360°. Basta sentire una sua intervista per rendersi conto dello spessore di questo personaggio a volte sottovalutato dalla critica.

Per quanto riguarda il libro, questo è il primo e a mio avviso il migiore insieme a "Niente di vero tranne gli occhi".
E' impeccabile sotto tutti gli aspetti: stile, supence, trama, ambientazioni, risvolti psicologici dei personaggi.
Se devo trovare un difetto a tutti i costi direi che a tratti è un po troppo descrittivo (ma questo più che un evidente eccesso è un gusto personale).

Da leggere assolutamente.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    21 Mag, 2010
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Da leggere assolutamente

Premetto che ero scettico dl momento che mi è stato consigliato da troppe persone, e di solito non è un buon segno.
E' un libro che affronta temi delicati come guerra, stupri, razzismo e soprusi.
La cosa più interessante è come questi temi siano fusi con la società, l'educazione e le abitudini del paese nel quale si sviluppano, l'Afghanistan.
L'autore riesce a far capire che nessun comportamento può essere gudicato a prescindere dal suo contesto e come l'educazione e le abitudini di un popolo siano difficili da modificare.
Non tutti gli uomini che agiscono in maniera sbagliata sono cattivi, l'analisi del contesto è l'unica strada per capire.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    20 Mag, 2010
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Un po' deluso ...

Mi dispiace bocciare Daria Bignardi ma devo ammettere che come scrittrice perde tutto il suo smalto. L'ho preso solo perchè ho sempre guardato "Interviste barbariche" e ritengo l'autrice una delle poche donne che si salvano in TV (visti i tempi che corrono ...)
Eppure il libro non mi entusiasma, lo definirei piatto.
Devo dire però che l'ho consigliato a mia madre in quanto l'ho letto a seguito della scomparsa di mia nonna: non sarà eccezionale ma è sicuramente scritto con il cuore, per questo le pagine emanano calore e sincerità, facendo rivivere qualche bel momento passato in famiglia.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    20 Mag, 2010
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Meglio come scrittore che come cantante ...

Naturalmente è un'opinione del tutto personale dal momento che Vecchioni come cantante non mi ha mai entusiasmato, ma come scrittore devo dire che mi ha stupito. Un testo brillante, irriverente, a volte ai confini tra satira e blasfemia. Nel complesso un testo piacevole e ricercato.
Infine una nota (non saprei se positiva o negativa): è ricco di riferimenti ad altri testi. Una volta finito mi fatto sentire un pò ignorante e un pò curioso.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    15 Mag, 2010
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Siddharta

Molte persona legano questo libro alla fase addolescenziale ma non sono daccordo. Semplicemente credo che leggerlo da ragazzino e leggerlo a 30 anni siano due modi diversi di viverlo. Nel primo caso lo si legge con la curiosità di chi deve ancora scoprire la vita, più avanti lo si legge riguardandosi alle spalle con un pizzico di maturità e di esperienza in più. Se mai sarà, lo vorrò rileggere una terza volta quando avrò un figlio.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    07 Aprile, 2010
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Una storia d'altri tempi

Un tuffo nel passato, più precisamente a Roma nel 1944.
Una storia raccontata in maniera magistrale da Ascanio Celestini, che con il suo linguaggio popolare e la sua inflessione dialettale romana, racconta con gli occhi di un bambino la guerra.
Storia e leggenda si fondono in un racconto d'altri tempi, un racconto ingiallito, in bianco e nero.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    30 Marzo, 2010
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Bel libro

L'ho trovato un libro molto piacevole.
Si sviluppa in dodici racconti brevi che tagliano orizzontalmente strati sociali, tempi e luoghi,
con la casualità della vita a fare da filo conduttore.
150 pagine (per chi non ama i mattoni) che scorrono veloci, mischiando sogni, desideri e realtà con dialoghi diretti e brillanti.

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