Opinione scritta da Pupottina
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Ciò che non si conosce.
Un meraviglioso viaggio nell’aspetto rivoluzionario della sessualità. Ecco cos’è il romanzo storico della pluripremiata scrittrice danese Anne Lise Marstrand-Jørgensen, che scivola elegantemente nell’erotismo.
Tutti siamo attratti da ciò che non conosciamo e, nel corso della storia, il sesso ha avuto un fascino particolare. Il romanzo è ambientato, in una cittadina immaginaria, Vase, negli anni rivoluzionari tra il 1969 e il 1974, e racconta la vita della famiglia Horn, composta da marito, moglie e tre figli: Marie-Louise, Flora e Martin. Il marito, Eric, è l’uomo di casa, colui che, grazie al suo lavoro, mantiene in modo decoroso la famiglia. La sua lei, la donna che ama, Alice, è una casalinga che ha rinunciato alle opportunità di lavoro per seguire la casa e i figli, compiendo la più tradizionale delle scelte.
Attraverso vari flashback, la narrazione ci fa scoprire l’incontro e il breve fidanzamento della coppia, per aiutarci a conoscerli meglio, prima che la loro storia sentimentale subisca un’evoluzione, influenzata dal contesto storico e culturale di quegli anni nei quali spinte rivoluzionarie e hippie promuovevano un amore libero, senza legami o restrizioni coniugali. La famiglia vive in una bella casa, in un quartiere periferico, ma residenziale, dove tutte le famiglie sono omologate alla tradizione. La vita dei coniugi è forse troppo felice e perfettamente inserita nella comunità, perché loro possano realmente apprezzarla.
Tutto cambia quando Eric incontra un suo vecchio compagno di università Paul, il quale nel frattempo è entrato a far parte di una comune ed ha cambiato nome, diventando Sufi. È lui che infonde nella mente di Eric stravaganti idee sull’amore libero. Alice è troppo tradizionalista per farsi coinvolgere, ma è anche “fatta di felce e di gomma, troppo cedevole e troppo dura allo stesso tempo.” L’amore che li unisce è tanto immenso da convincerla a compiacerlo. Inizia così, nell’estate del ’69, la doppia vita dei rispettabili coniugi Horn. Iniziano, quindi, a frequentare club e feste private, hotel di periferia; partecipano a esperienze di gruppo; proseguono con tradimenti programmati e così via, finché, ad un certo punto, uno dei due coniugi viene a mancare, ma non voglio svelarvi troppi dettagli. Non siamo neanche a metà di questo splendido libro di 540 pagine che parla di vita e di erotismo, ma anche di testimonianze storiche, filosofie esistenziali, femminismo, educazione sessuale, libertà e diritti.
Anne Lise Marstrand-Jørgensen è stata attenta nella ricostruzione del contesto storico, accurata nella profondità psicologica, con cui ha reso sfaccettati i suoi protagonisti, e abile nel raccontare le loro vite e nell’intrecciarle, in modo avvincente, con quelle di altri. Ci sono vicende che scivolano nel dramma per poi risorgere, vite che cercano di seguire le spinte innovative del tempo, generazioni confuse da ciò che ancora non si conosce. Un ottimo romanzo dallo stile classico e perfettamente riuscito nel narrare com’era vivere negli anni della cultura hippie.
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Una seconda occasione è un nuovo inizio
“Mai sprecare una seconda occasione.” Questo è il consiglio scritto anche in copertina, un’immagine romantica splendida. Per chi guarda attentamente la copertina e va al di là del magico momento del bacio, potrà cogliere l’ambientazione magica della storia, Venezia. Kate Hardy, sempre attenta a perfezionarsi, facendo ricerche, prima di scrivere un nuovo romanzo, e a non deludere le sue lettrici con le quali ha rapporti d’amicizia su forum specializzati, incontri letterari e sul suo sito, dopo averci emozionate raccontandoci storie nate nelle corsie degli ospedali, cambia location ed anche collana. Infatti, da Bianca passa a Collezione, ma resta sempre con l’editore che sa raccontare l’amore, Harmony. Un futuro con la sua ex è ambientato negli uffici di una catena di grandi magazzini che vantano una lunga storia commerciale, i Field’s. Lui è il direttore generale, mentre lei l’aspirante direttrice marketing. Una seconda occasione per Alexandra e Jordan … Si ritrovano dopo dieci anni, ma l’amore è rimasto soltanto sopito e non è stato cancellato dalle bugie e da un bambino perduto, prima di nascere. Hanno provato a continuare a vivere, costruendo nuove esistente, ma separati qualcosa sembra non funzionare mai. E si ritrovano magicamente a lavoro, dove fianco a fianco iniziano a fare nottate e a condividere successi lavorativi, innovazioni e crescita professionale. Inevitabilmente, però, entrambi devono fare i conti con il loro passato d’amore ed è soltanto così che possono far luce su inganni e menzogne, che il tempo non può nascondere per sempre. Jordan e Alex si troveranno ad analizzare il consiglio, proposto in copertina, “Mai sprecare una seconda occasione.” e a farne tesoro. Una seconda occasione può voler dire anche che si può ottenere un nuovo inizio. Quando viene concessa una seconda occasione, non si deve commettere l’errore di sprecarla, perché potrebbe non ripresentarsene una terza.
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I morti conoscono la verità
Un ottimo giallo. Pura suspense, per la durata di 377 pagine. Una trama originale ed attuale con uno stile coinvolgente.
I morti lo sanno sembra essere il miglior romanzo di Laura Lippman, già famosa autrice di bestseller. Per parlare in cifre, la Lippman aveva già all’attivo mezzo milione di copie vendute, prima dello strabiliante successo di I morti lo sanno, pubblicato per la prima volta nel 2007.
Prima del titolo, altamente suggestionabile, a colpirmi d’impatto, è stata la copertina, che trasmette un senso di indefinito e di angoscioso limbo, una sorta di metafora simbolica del contenuto del romanzo.
La Lippman per la trama, misteriosa e complessa, prende spunto da una reale e analoga vicenda di cronaca, rimasta insoluta, avvenuta nella stessa zona, ossia fra Baltimora e Washington.
Nel giallo della Lippman, è il 29 marzo del 1975 quando le sorelle Bethany, che trascorrevano un pomeriggio spensierato al centro commerciale, scompaiono e di loro non si trova traccia per i successivi trent’anni, finché, dopo un incidente stradale, una donna misteriosa, in evidente stato confusionale, dichiara di essere la più piccola delle due, rimasta vittima di quello che, all’epoca, iniziò come un rapimento a scopo sessuale.
Coloro che possono dire se la donna sia una matta, una mitomane o realmente una Bethany, sono quasi tutti morti e far luce sul caso è difficilissimo. Il percorso verso la verità, custodita da una lunga serie di morti, è intricato, agghiacciante e sconvolgente, ma l’intreccio non risparmia emozionanti colpi di scena e sempre rinnovata suspense. È un giallo in piena regola: altamente misterioso e inestricabile. Chi si occupa delle indagini brancola tra le possibilità reali e l’inganno, tra ricordi incancellabili, morbose perversioni e segreti che si vorrebbe riuscire a dimenticare.
Dei thriller di Laura Lippman, Tess Gerritsen dice che “sono toccanti esplorazioni dell’animo umano”, ed ha ragione. Mentre George Pelecanos sostiene che lei scrive come un uomo e che anzi a molti giallisti maschi piacerebbe saper scrivere come lei. Mi ritengo d’accordo anche con questa affermazione.
I morti lo sanno è un capolavoro, un giallo psicologico, ricco di dettagli e sottigliezze che posso sfuggire ad un lettore poco attento, ma che la Lippman ha sapientemente dosato ad arte per accrescerne la suspense, anche a livello inconscio.
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Ladies’ Detective Agency N. 1
Un inconfondibile mix di giallo, umorismo e sensibilità.
Ladies’ Detective Agency N. 1
“L’Africa è così. Fila tutto liscio finché un giorno ti svegli e scopri che ti hanno tagliato la gola.”
Gli elementi indispensabili per aprire la sua agenzia investigativa in Botswana, di cui evidentemente c’è bisogno, sono: una stanza, come ufficio; due scrivanie e tre sedie; una segretaria, per leggere la posta e battere a macchina; un albero di acacia, dove sedersi a pensare; ed immancabile un tè rosso, sempre caldo e fumante, da sorseggiare insieme a clienti e amici. Niente indagini scientifiche. Niente computer. Solo ragionamenti e intuito.
Un bel po’ di misteri da risolvere in un romanzo solo. Alexander McCall Smith propone la sua variante africana di Miss Marple. Spesse volte, McCall Smith porta la sua stessa protagonista, Precious Ramotswe, a definirsi al pari dei personaggi del giallo classico di Agatha Christie. È lì, più che su un manuale, che ha imparato la sua professione, pur non essendosi mai allontanata dall’Africa.
A Preciuos, sin da bambina, è stato insegnato ad utilizzare la propria intelligenza, a rafforzare la memoria e a non trascurare il naturale intuito femminile. Dopo una fallimentare vicenda sentimentale, ha deciso di chiudere con gli uomini. Per lei non saranno più nient’altro che amici. L’unico uomo di cui si è presa cura, fino all’ultimo dei suoi giorni è stato il padre, al quale, in punto di morte, con fierezza, ha rivelato cosa ne avrebbe fatto dei soldi dell’eredità, ossia avrebbe fondato un’agenzia investigativa privata, la prima gestita interamente da una donna, in Botswana. Il padre, che l’avrebbe voluta proprietaria di una macelleria, non ce la fa a darle effettivamente la sua approvazione, ma ormai la decisione di Precious è presa ed è così che nasce Ladies’ Detective Agency N. 1.
Precious è simpatica, nella sua mole abbondante, “una corpulenta detective in gonnella”, e perspicace nel suo modo di analizzare con un occhio esperto la condizione umana. In questo primo romanzo, della fortunata serie di libri Ladies’ Detective Agency N. 1, da cui sono stati tratti film e serie tv, vengono presentati gli aspetti fisici, caratteriali e le abitudini della protagonista, oltre all’ambiente in cui opera per risolvere i suoi primi casi. La natura umana, africana, ma anche propria di tutto il mondo, emerge prepotentemente nei casi investigativi che le vengono sottoposti. Vengono presentate donne sottomesse ai loro mariti e in condizione di quasi totale ignoranza. Precious è la voce fuori dal coro: una figura femminile, moderna ed attualissima, una donna che ha saputo conquistare la sua libertà e che sa gestire la sua indipendenza, ma che soprattutto sa svolgere il suo lavoro, un tempo appannaggio maschile.
Un occhio di riguardo, l’autore inserisce nel descrivere quella che è la cultura del Botswana. L’Africa, in tutto il suo splendore ambientale e nei suoi aspetti folcloristici, regna tra le pagine.
Un giallo d’intrattenimento, rilassante, splendido da leggere, adatto a riflettere sui perché della vita e sulle condizioni esistenziali, che tendono a reiterarsi in ogni cultura, ma anche a mettere alla prova il proprio intuito investigativo, tra umorismo e sensibilità.
“In Africa c’era una tale sofferenza che eri tentato di scrollare le spalle e di allontanarti. Ma non potevi farlo, pensò. Non potevi e basta.”
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A proposito di Un innocente peccato
Beatrice De Carli ha scritto un racconto erotico con un protagonista maschile definito “pe-ri-co-lo-so”, ma che funziona perfettamente nel suo essere uomo, nonostante la giovanissima età.
Lei, Antonella, invece, è una donna che si sente oppressa dall’attrazione ossessiva che prova per questo giovane, Leone De Lellis, un autentico e selvaggio felino, di nome e di fatto.
Tra di loro, non ci sono solo sesso e passione travolgente, ma anche un po’ di inquietudine e di tensione ambigua.
La protagonista, Antonella, affermata avvocatessa di un noto studio legale, cerca un compromesso fra la sua irrazionale passione per il giovane, che potrebbe essere suo figlio, e l’indispensabile concentrazione sul caso, per difenderlo al meglio in aula, visto che lui è accusato di reati non da poco, furto e percosse.
Lui è innocente o colpevole?
Una cosa è certa: Leone è soprattutto “pe-ri-co-lo-so” su tutti i fronti.
È il giovane rampollo di una ricca famiglia, viziato, annoiato, abituato ad ottenere tutto ciò che desidera.
Lei, invece, è soltanto troppo sola e alla ricerca di conferme e certezze. Svolgere il suo lavoro con un cliente così “pe-ri-co-lo-so”, è l’esperienza più dura della sua vita e portare a termine il processo non è facile.
Gli spunti narrativi non mancano e l’intreccio della trama poteva essere ulteriormente sviluppato con un genere di più ampio respiro. Ci sono ottimi punti di partenza per un erotic romantic suspense o un thriller a sfondo sessuale.
Il “peccato” non è solo “innocente”, in questo racconto, ma troppo breve. Se anziché la brevità di un racconto, ci fosse stata la consistenza di un romanzo, la storia erotica tra i due personaggi, tanto diversi, si sarebbe potuta apprezzare di più.
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Un rapimento, la più bella settimana della sua ...
“Vuole che io ti tenga qui.”
Scott Heim è già famoso per il romanzo di culto Mysterious Skin, trasposto anche al cinema da Gregg Araki nel 2004. Poi ha pubblicato In Awe e per la stesura del suo terzo romanzo ha lavorato per più di dieci anni.
Vi annuncio che Le sparizioni, frutto di un immane lavoro, è un romanzo complesso, molto particolare soprattutto per i personaggi e per come viene sviluppata la vicenda, andando avanti e indietro nel tempo, fra l’oggi e i ricordi, più o meno confusi, fra gli indizi riportati dai giornali e le bugie che vanno ben distinte dalla realtà. È un romanzo ricco di situazioni cupe ed emozioni negative, carico di interiorità e simbolismi, volti a svelare la variegata complessità dell’animo umano.
Heim ha deciso di chiamare Scott il suo protagonista, per conferire alla narrazione quel tono solenne di memoriale. Scott non è un personaggio positivo, che si cimenta nelle indagini per svelare anni di misteriose sparizioni. Lui è un omosessuale con una vita precaria e tormentata, scandita da tossicodipendenza e solitudine, esistenziale, oltre che morale. Intorno a lui, situazioni surreali, allucinazioni e profonda tristezza, circondate da morte e decomposizione, accentuate dopo che viene trovato il cadavere di un ragazzino scomparso. Le vicende sono ambientate nel Kansas, dove, come in ogni parte del pianeta, non mancano disperazione, ossessione e dolore, bugie dette a fin di bene e terribili segreti di famiglia, nascosti nell’umidità di un seminterrato.
A scomparire nel nulla, da decenni, sono bambini e bambine, soprannominati “piccoli angeli” dall’opinione pubblica, dopo che i loro volti hanno troneggiato per mesi, prima di essere sostituiti da quello della sparizione successiva: al mattino, sulle confezioni del latte e, la sera, nei programmi televisivi di investigazione.
È la madre di lui, Donna, che, fin da quando i suoi figli, Scott e Alice, sono piccoli, li coinvolge in questioni da adulti, come le allarmanti sparizioni. A loro, Donna racconta, parte di una verità, ossia cosa le è accaduto, quando era una bambina infelice, in una famiglia disagiata. È su questo misterioso avvenimento che Scott deve indagare. A lui Donna chiede di scoprire che fine abbia fatto Warren, il bambino che ha condiviso con lei quella settimana di prigionia. A pochi mesi dalla morte, mentre il suo orologio, guidato dalla fase terminale del tumore, scandisce le ultime settimane, Donna vuole sapere la verità su quella che, nei suoi ricordi nostalgici, lei ha sempre considerato “la settimana più bella della sua infanzia”.
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Il casale in un incubo noir
Ci sono atmosfere che si vanno creando con il susseguirsi delle pagine ed è questo il caso di Il casale, la cui trama mi ha subito incuriosita ed invogliata a leggerlo. La trama non preannuncia niente di quello che contiene questo sconvolgente romanzo d’esordio che racconta una storia noir, nella quale lo scrittore Francesco Formaggi dà il suo stesso nome al protagonista.
Francesco si lascia convincere dalla sua ragazza, Giulia, a trascorrere un periodo di vacanza in campagna, nel casale degli zii di lei. Già durante il viaggio, vari sono i presagi funesti che sembrano volerlo avvertire e convincerlo a fare dietrofront. In principio, un inquietante allarme scaturisce dall’alluce deforme di Giulia che Francesco, nonostante la convivenza con lei, non ha mai notato. Poi, seguono una serie di indizi ed avvisaglie negli avvenimenti e nel paesaggio circostante.
Il casale in campagna è un luogo di totale relax, ma anche di opprimente noia, finché anche altri personaggi arrivano per villeggiare. Quindi, accadono cose strane nel casale, si stabiliscono legami, si scoprono sordide relazioni e si allacciano intrighi e collaborazioni tra i forzati coinquilini e, ad un certo punto, ci scappa anche il morto. Il primo.
Francesco è un personaggio semplice e comune, verso cui si prova subito empatia. È sempre, imbarazzato, impacciato, anche un po’ imbranato, ma soprattutto è attento e pensieroso e delle sue riflessioni non ci viene precluso nulla. Dopo la prima misteriosa scomparsa, Francesco indaga furtivamente per chiarire quelli che sono i suoi personali interrogativi e saprà dimostrarsi un personaggio tutt’altro che pigro.
Il romanzo inizia un po’ lentamente, ma, quando la situazione si complica, è un’escalation di accadimenti fino ad un finale originalissimo, che convince e che, da lettrice appassionata del genere, ho apprezzato. Un’ottima trama, avvincente, serrata, coinvolgente e che sa lasciare il segno.
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François, un indifeso ladruncolo di merendine
Come tutti i libri di Camilleri, si legge benissimo.
È scorrevole, nonostante quel linguaggio tutto suo, cui ci si abitua, dopo la prima decina di pagine.
È incalzante, nell’azione; è ironico, nelle battute sarcastiche del commissario Montalbano; è comico, per come vengono delineati alcuni personaggi di contorno o di secondario interesse.
Pur essendo anche questa storia commovente e stupendamente scritta, forse alcuni personaggi non hanno riscontrato pienamente la mia simpatia. In questo romanzo poliziesco, di Livia, la compagna di Montalbano, emerge un lato materno. Al contrario, il commissario sembra non averne uno, ma ogni cosa è destinata a cambiare, anche all’interno di questo piccolo volume.
*** AVVISO SPOILER ***
Ho sperato che il personaggio di Karima, la prostituta, madre di François venisse ritrovata viva e il nucleo familiare ricomposto, ma forse avrebbe rovinato l’originalità del finale, che si è rivelato struggente e romantico e che, invece, si è ottenuto: Montalbano ha deciso di sposare Livia per poter adottare François. La decisione è presa, poi chissà cosa accadrà …
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Alice. Figlia. Amore. Scusa. Padre.
“Anche quando hai perso la strada c’è una stella che ti riporta a casa.”
Un libro sulle tante cose che, nei rapporti familiari, vengono omesse, su tutto ciò che una famiglia tace o non riesce a dire. Un romanzo sulla comunicazione all’interno di un piccolo nucleo, come la famiglia, e sull’amore. Un libro intenso, dove a comunicare sono i gesti, le abitudini, più che le parole realmente pronunciate. Un libro troppo breve, ma ricco di emozioni, toccante e commovente, che trasmette il senso delle infinite sfaccettature di cui si compone l’animo umano.
L’amore in un giorno di pioggia non è il primo libro di Sarah Butler, ma il primo che le viene pubblicato. Dietro la tecnica di scrittura personalissima dell’autrice, ci sono molto studio e ricerca. I personaggi, psicologicamente, non sono semplici e lineari. Ed anche la descrizione dei luoghi è precisa dal punto di vista architettonico ed edilizio.
L’amore in un giorno di pioggia ha tre protagonisti: Alice, suo padre Daniel e la città di Londra, moderna e cosmopolita, ma che subisce il fascino di un glorioso passato.
Daniel è un uomo che ha perso la possibilità di essere padre e di crescere sua figlia, ma non ha mai smesso di cercarla. Di lei conosce solo il nome: non l’ha mai vista. Sa che l’ha concepita, in un giorno di pioggia, insieme alla donna che ha amato di più al mondo e che ha perso quasi trent’anni prima. Per Alice, quando arriva il giorno del suo compleanno, Daniel scrive delle lettere piene d’amore e di tutte le cose che vorrebbe poterle raccontare e, non conoscendo il suo indirizzo, le affida al destino, depositandole in luoghi improbabili di Londra, dove spera che lei, per caso, le trovi.
Alice è una ragazza indipendente che nasconde, però, tanta fragilità, poiché non riesce a sentirsi a casa vivendo con la famiglia in cui è cresciuta e, inoltre, ha il tormento di un vecchio amore che non riesce a dimenticare. Per Alice fuggire, dai luoghi e dalle persone, è una costante. Tutti, coloro che la circondano, sono abituati, da sempre, ai suoi viaggi nei luoghi più sperduti del mondo, dove lei va a cercare quella parte di se stessa, che non riesce a trovare, e per vedersi in una prospettiva nuova.
Lo stile narratologico e la scelta lessicale non sono propriamente semplici, perché la Butler ha deciso di farci conoscere i personaggi e di farceli confrontare ed analizzare, alternando non soltanto i capitoli riferiti a Daniel e ad Alice, ma anche corredandoli di liste costituite da dieci cose. Di volta in volta, si trovano liste su ciò che amano, ciò che odiano, ciò che li colpisce, ecc. Queste liste o decaloghi sono elementi mutevoli, che impreziosiscono e schematizzano le sfaccettature dei personaggi principali. Il lettore impara a conoscerli anche grazie a queste sintetiche pagine, nelle quali colori, sapori, oggetti, ricordi e sensazioni prendono vita. I dettagli iniziano a contare più delle parole non dette. Gli oggetti, semplici e quotidiani, iniziano a costruire quel qualcosa chiamato “casa” che entrambi i personaggi cercano, in base al loro legame d’amore. È come se entrambi percepissero quel senso di mancanza e quel sentimento naturale, genetico, che li accomuna e li unisce. Come forze misteriose, aiutate dal destino, i due personaggi trovano la strada che li porta l’uno verso l’altra.
“So che quando ci incontreremo non conterà quanto mi ci sia voluto per trovarti. Quando ci incontreremo, avremo tutto il tempo di dirci quello che dobbiamo dirci.”
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"Il cuore selvatico del ginepro" di Vanessa Roggeri
"Non volare via" di Sara Rattaro
"Tra la notte e il cuore" di Julie Kibler
"Le sorelle dell'oceano" di Lucy Clarke
"Entra nella mia vita" di Clara Sanchez
Tutte sogniamo un assistente personale
Un assistente personale di Portia Da Costa è un racconto intrigante e romantico di sole 34 pagine che arrivano al cuore, oltre che ai sensi. L’amore deve assolutamente sbocciare fra i due protagonisti Miranda Austin e il suo assistente personale Patrick Dove. L’amore che nasce sul posto di lavoro ha meccanismi sempre intriganti che appassionano e fanno immedesimare le lettrici e su questo punto non ci sono dubbi. Tutte sogniamo di essere il capo e di avere un attraente assistente personale che ci corteggi. Audace e soft l’erotismo che nasce tra i due e che in poche pagine esplode in una serie di appassionanti e simpatici giochi sessuali.
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Donne in carriera e giochi sessuali
Rituale proibito di Saskia Walker è un racconto decisamente erotico e stimolante da perdere i sensi, in cui perversioni sessuali, giochi estremi e amore si intrecciano con effetti esplosivi per i due protagonisti destinati a trovare una nuova strada comune da percorrere insieme. Nelle pagine del racconto, c’è Imogen che ha 40 anni ed è una donna in carriera, un funzionario di alto livello, la quale ha una relazione con un suo collega più giovane, Giles che di anni ne ha 32.
Lui non è un uomo che si accontenta in fatto di giochi sessuali e dopo sei mesi di relazione clandestina vuole portare il loro rapporto su livelli più elevati con un “rituale proibito” coinvolgendo Imogen nei meccanismi di dominazione e sottomissione ed introducendola nel mondo dello shibari. Imogen è molto combattuta sul se accettare o meno le seducenti proposte di Giles, ma in guerra e in amore tutto è possibile. Troppo breve!
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Quella nuova cosa era dentro di lui
Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe accaduto? Nel mio cuore, Stephen King è stato soppiantato da Carsten Stroud. La sua trilogia, Niceville, mi entusiasma sempre di più.
Ho appena finito il secondo volume della trilogia, I confini del nulla, e vi posso assicurare che il nulla sembra non avere confini in una storia avvincente e assolutamente superlativa nell’esito.
Rainey, il bambino scomparso e ritrovato in Niceville, è sempre più inquietante ed ha un segreto: quella nuova cosa è dentro di lui, ma lui non sa cos’è.
Il primo romanzo, che dà il nome alla trilogia, Niceville, ha lasciato il lettore in sospeso con un eclatante finale catastrofico, impensabile e sconvolgente.
Il lettore era rimasto a chiedersi cosa avrebbe inventato Carsten Stroud per il seguito.
Le vicende, ambientate nell’omonima cittadina, sin dall’inizio, si complicano e si dipanano, introducendo nuovi personaggi e inediti risvolti. Ad un certo punto, prosegue risolvendo alcune delle vicende, mentre la storia principale che ruota intorno al detective della omicidi, Nick Kavanaugh, si rinnova di mistero. Niceville è quel luogo, apparentemente tranquillo, ma profondamente strano, dove tutti i cittadini hanno segreti su segreti e dove le ombre rincorrono i vivi ed, in particolare, i discendenti delle quattro famiglie fondatrici.
I confini del nulla è un romanzo pieno di orrore, visioni, fantasmi, delitti efferati e molto altro ancora. La componente mistery della ghost story domina sulle vicende dei protagonisti, ma non manca anche quel tocco di azione, di avventura e poliziesche sparatorie, cui Carsten Stroud ci ha abituati. Il mio cattivo preferito, un intrigante uomo d’azione alla Clint Eastwood, Coker, è ancora vivo, mentre altri personaggi sembrano essere usciti di scena. Niceville continua ad essere una città che ha segreti sepolti e nella quale i cittadini non possono mai essere completamente tranquilli, sebbene riescano infine ad avere un po’ di tregua, che il lettore percepisce come apparente ed instabile. Sicuramente, Carsten Stroud ha in mente molti risvolti interessanti da far prendere alle vicende, mentre su Niceville, oltre al Crater Sink, incombe anche la leggenda Cherokee di Tal’ulu, la mangiatrice di anime.
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Non permettere a ciò che è fuori di entrare
Leggendo Niceville di Carsten Stroud, bisogna tenere in conto qualcosa di fondamentale: non è un romanzo autoconclusivo, ma il primo di una trilogia. Se lo si considera così, è davvero spettacolare, dall’inizio alla fine. Ecco perché non c’è il vero e proprio finale che tutti si aspettano, ma un qualcosa che rimette in gioco tutto, personaggi compresi.
Mi aspettavo un thriller, ma ho trovato molto di più.
C’è una forte componente surreale, soprannaturale, che lo rende una perfetta ghost story con lo stile di Stephen King.
C’è anche una componente legal-thriller, come se ci si trovasse in tribunale, in un’aula, a dibattere le prove di un caso particolarmente ostico, accanto ad uno qualunque dei personaggi di John Grisham.
Ce ne è, infine, un’altra componente action, avventurosa, con sparatorie e inseguimenti alla Jack Reacher, ossia con lo stile di Lee Child, ed anche un personaggio che sembra in grado di poter fare davvero qualsiasi cosa e di ribaltare qualsiasi disparata situazione, basta soltanto che lo voglia. Non vi dirò, però, chi è. Uno dei tanti personaggi di Niceville, una cittadina, di 25 mila abitanti, dove si vive come se fosse un territorio insulare. Nessuno esce, ma c’è costantemente qualcuno o qualcosa che ci vuole entrare.
Niceville non è assolutamente tranquilla come sembra, essendo avvolta nel verde delle colline e costituita da antiche ed eleganti ville coloniali. Infatti, nel corso degli anni, troppe persone sono scomparse nel nulla. I morti non lo sono mai abbastanza. Ogni famiglia ha un segreto da nascondere. E il male, come pura essenza, cerca di porre in atto la sua vendetta.
Un romanzo dove tutti i personaggi, presenti e passati, sono intrecciati e lo stile e la fantasia dell’autore ci hanno abituati a imprevedibili colpi di scena ed agghiaccianti situazioni al cardiopalma.
Alla fine di Niceville resta comunque quel brivido che fa accapponare la pelle e che, in alcune pagine, raggiunge livelli estremi, insieme a tanta curiosità di sapere come Carsten Stroud farà evolvere le vicende nel secondo e nel terzo ed ultimo libro della serie.
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Un distopico originale e avvincente
Nell’attesa che il romanzo Memento I Sopravvissuti di Julianna Baggott diventi un film, visto che i diritti sono stati acquistati dalla Fox, non potevo fare altro che precorrere i tempi scoprendone la storia attraverso le 496 pagine che mi hanno portata in una realtà davvero diversa, futuristica, fantascientifica e profondamente catastrofica. Siamo cioè nella fase post-catastrofe, nel “Dopo”. Siamo sul pianeta Terra, o meglio su quello che ne è rimasto, dopo che è avvenuta una grande Detonazione, ossia il sole ha aumentato troppo l’intensità del suo calore perché tre stelle si sono sovrapposte. Le Detonazioni hanno cambiato la vita degli essere umani e li ha distinti in due categorie. Alcuni, i Puri, sono rimasti indenni e sono andati a vivere sulla Sfera (un microcosmo protetto in cui pochi eletti hanno avuto il privilegio di rifugiarsi), mentre i Sopravvissuti hanno riportato deformazioni, bruciature e cicatrici e si aggirano tra i detriti e le pozzanghere nere di pioggia della Terra, dopo l’esplosione. Questi ultimi, i Sopravvissuti hanno inglobato gli oggetti che tenevano in mano. Per esempio, Pressia, la protagonista, al momento della Detonazione, aveva sette anni e la sua mano si è fusa con la bambola con cui giocava. Nel “Dopo”, Pressia vive nascosta in un armadio sul retro di un negozio di barbiere, insieme all’unico familiare che le è rimasto, suo nonno, il quale ha un ventilatore innestato nella gola. In questo mondo segnato dalla sofferenza, Pressia si aggrappa disperatamente alle poche tracce del “Prima”, ossia ai ricordi del passato e tenta di rievocarlo giocando a “Mi ricordo” e tentando di riportare alla mente il volto dei suoi genitori e tutte le cose normali della vita così come la vivevano prima gli umani. C’è, però, qualcosa che, più delle deformità, spaventa Pressia e suo nonno. Infatti, il suo sedicesimo compleanno si avvicina e con esso il terrore di doversi consegnare dall’ORS (Operazione Ricerca e Salvataggio). Nel suo futuro Pressia potrebbe o diventare un soldato o un bersaglio, se la milizia la giudicasse troppo danneggiata e deforme. Cercando di fuggire da questo terribile destino, Pressia incontra Partridge, un Puro fuggito dalla Sfera per cercare sua madre. Tra i Sopravvissuti si dice che i Puri che vivono sulla Sfera osservano con benevolenza dall’alto i fratelli sventurati e che, al momento più opportuno, interverranno a salvare anche loro. Nessuno sa se credere o meno a queste voci che altro non fanno che alimentare le speranze. Anche Bradwell, un ribelle, che convive con alcuni uccelli innestati nella schiena, ha dei dubbi e, entrando in contatto con Pressia e Partridge e confrontandosi con loro, scopre la verità. L’unica cosa certa è che devono cercare di mettersi al sicuro e non sarà una cosa facile. L’atmosfera che si percepisce tra le pagine di Julianna Baggott è perfettamente distopica in ogni sua componente. L’ambiente descritto è distopico. Le speranze sono davvero poche e vengono subito cancellate. Il futuro è caratterizzato da incertezza e gli stessi protagonisti soffrono, sia chi vive nella Sfera, sia chi ne è al di fuori. Un comune destino di infelicità avvolge chi agisce fra le pagine di questo romanzo distopico pensato per un pubblico young adult. La Baggott alterna capitoli in cui racconta la storia attraverso gli occhi di Pressia ad altri in cui la racconta in base alla vita di Partridge. Il loro duplice punto di vista alternato narra la storia dall’una o dall’altra prospettiva. Lo stile della Baggott crea un’atmosfera sofferta, ma non risulta rallentato nelle scene d’azione e di svolta. Il lettore si sente costantemente coinvolto nell’assistere alle vicende. Si sente impotente e viene pervaso dall’inquietudine e dal terrore. Il dramma è già avvenuto, ma i personaggi non hanno smesso di essere in pericolo e ogni situazione angosciante appare imminente e probabile, ciò anche grazie alle macchinazioni sempre in atto all’interno della Sfera che non smette di ordire complotti e programmare qualcosa di ancora più terribile. Gli spunti d’attualità e di riflessione, contenuti in Memento, sono tanti, così come altrettanti sono i valori positivi proposti, portati avanti da personaggi validi e sfaccettati nelle sfumature della personalità. Questo volume di Julianna Baggott è solo il primo di una trilogia che inizia ottimamente e promette ancora molto. Originale nella storia ed avvincente nell’evoluzione dell’intreccio e dei personaggi.
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Il Delitto di Perugia
Un libro tratto da fatti di cronaca che chiarisce e svela ciò che in tv non viene detto. Scende nei dettagli del caso e fa addentrare il lettore nel mondo di chi indaga sul controverso, contraddittorio ed ancora avvolto nel mistero, “Caso di Perugia”, quello in cui morì Meredith Kercher. Il 5 dicembre 2009, il Tribunale di Perugia ha condannato Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Il saggio è stato scritto nel 2010, poi sappiamo che le vicende giudiziarie sono cambiate ma non il modo in cui si è svolta la vicenda di cronaca e gli individui che ruotano intorno. Il libro, però, descrive dettagliatamente la scena del crimine, gli indizi e le prove che accusa e difesa hanno portato in scena. Le vicende, come accade in questo genere di libri, i True Crime book, romanzano gli eventi e ne raccontano, per mezzo di ipotesi, vagliate da prove e ricostruizioni, il reale o probabile svolgimento. Consigliato per gli appassionati delle vicende di cronaca. Peccato soltanto che siano in costante fase di ribaltamento e mai definitivamente concluse.
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Una moderna fiaba d'amore
Lui è un milionario e lei una semplice segretaria personale. Lavorano fianco a fianco da 3 anni, ma non sono mai stati così vicini ... e poi, complice il Natale, qualcosa cambierà. Niente di più poeticamente romantico. Lei, Meg, non ha mai pensato niente di William che si potesse distanziare dal normale rapporto di lavoro ma, la situazione inconsueta di trascorrere insieme alcuni giorni e proprio quelli natalizi, le farà cambiare idea. Anche a lui accadrà lo stesso. Finalmente, riuscirà a liberarsi da quelle imposizioni che i suoi genitori gli avevano inculcato durante l'infazia. Proprio lui, che non sa cosa sia una vera famiglia (infatti, i suoi genitori sono divorziati e non li vede quasi mai), ne scoprirà il calore, accompagnando la sua assistente nell'unico posto, dove potrà avere un letto a Natale, non avendo prenotato per tempo, una fattoria: sperduta nel nulla, senza telefono e con il collegamento a internet che assomiglia ad un miraggio nel deserto. A fargli compagnia ci saranno la dolce ed energica nonna di Meg e il suo fratellino quindicenne, insieme a cento mucche, da accudire, e a dei cani, che familiarizzano facilmente con gli estranei. Sì, avete capito bene, perché anche Meg sente la mancanza dei suoi genitori, morti nell'incidente che ha reso disabile suo fratello. Ma le cose sono destinate a cambiare, grazie alla presenza di un milionario che rivoluzionerà le loro vite. Il loro Natale sarà anche avventuroso, in alcune pagine di forte suspense, perché porterà Meg e William a salvare l'arzilla nonna, arrampicatasi sul tetto per sistemare gli addobbi natalizi. E lo stare così vicini e così in apprensione farà scoccare la scintilla. Alla fine, anche se sembrano appartenere a due mondi diversi l'amore appienerà le differenze. Lui non potrà più fare a meno di lei e della sua famiglia nella sua vita. Il finale, se avrete modo di leggerlo, sarà spettacolare e di un romanticismo estremo. Niente sesso, prima dell'unione ufficiale, ma solo un grande amore raccontato secondo i canoni delle fiabe migliori e più moderne. Un romanzo breve, ma perfettamente accurato nei dettagli. VOTO 10
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Peccato che non ne ha scritti altri !
Sempre più rammaricata per il fatto che Jeff Lindsay dal 2011 non scrive un nuovo romanzo, ho concluso il sesto ed ultimo della serie incentrata su Dexter Morgan, il serial killer dei serial killer e molto altro ancora. Dico questo perché, nel corso dei romanzi, Dexter è stato un personaggio in costante evoluzione.
Fin dall’inizio è stato attento a mantenere un profilo basso e, progressivamente, si è creato un nucleo, di apparente normalità, dietro cui celare la sua vera natura di feroce assassino, non per sua scelta, ma per un difetto esistenziale che ha creato il Passeggero Oscuro che alberga dentro di lui.
Ma oltre a questo, Dexter Morgan è un personaggio che ci risulta simpatico e terribilmente accattivante, poiché ci identifichiamo con lui e lo sentiamo così tanto normale da assimilarlo con noi stessi. Non che ce ne andiamo in giro a compiere omicidi come fa lui, che, in fondo, è un personaggio di finzione, ma amiamo il suo essere schivo e poco sociale, un individuo che si nasconde dietro un aspetto tranquillo e affabile per proteggersi.
Nel corso dei romanzi, lui stesso riflette su come è cambiato, diventando un vero e proprio “rammollito” che commette errori, perché si è abituato a vivere nella comodità e ha finito per prenderci gusto. Questa sua indolenza è diventata la sua colpa, poiché è stato scoperto.
Gli agi del matrimonio con Rita, la rasserenante presenza di Lily Anne, la vita tutta casa, focolare e omicidi, per lui è diventata troppo tranquilla. Per fortuna che, come ci ha abituati Jeff Lindsay, è sempre e soltanto apparente perché nella vita di Dexter tutto si complica e lui deve sempre sopravvivere a qualcosa che diventa un’impresa epica, anche la situazione più banale come una cena in famiglia o una moglie che sospetta che lui le sia infedele. Tutto viene descritto e narrato con sarcasmo, ironia e trascinante ilarità.
Oltre a Dexter, sono fantastici tutti i personaggi che gli ruotano attorno, da quelli abituali, che si ripetono di romanzo in romanzo, come la sorella, la moglie e i colleghi, a quelli che appaiono soltanto una volta e vengono ammazzati nel giro di poche pagine o capitoli.
È sempre molto convincente e simpatico il modo in cui Lindsay presenta le situazioni con la sua consueta ironia che va a vantaggio di Dexter. Divertente in ogni scena, anche in quelle d’azione che, a volte, sono tanto assurde e paradossali da accrescerne ancora di più l’effetto ironico. Mentre i colpi di scena si susseguono ed accavallano, non si riesce a staccarsi dalla lettura che ha incipit di capitolo fantastici e chiusure ad effetto infarcite di suspense.
In questo romanzo, torna a portare un po’ di suo anche il fratello di Dexter, Brian, anche lui serial killer, ma meno addomesticato. I piccoli Astor e Cody crescono e sono sempre più presenti nelle azioni criminali di Dexter, che è il loro patrigno, il loro esempio, pur rimanendo soltanto dei teneri bambini fuori dal normale. Soltanto Dexter è in grado di gestire dei figliastri così.
Il titolo DOPPIO DEXTER, che mi ha tratta in inganno, suscitando in me tutt’altro tipo di aspettative, ha a che fare con il cattivo di turno, un assassino di poliziotti, il quale avendo visto chi si cela dietro l’apparente normalità dell’esperto anatomopatologo della scientifica, Dexter Morgan, non si accontenta di osservarlo e rimanere soltanto un “Uomo nell'ombra”, ma vuole diventare il suo doppio o addirittura sostituirsi a lui. Infatti, cerca nei modi più subdoli di indirizzare i sospetti dei suoi omicidi su Dexter, per incastrarlo.
Dal canto suo, Dexter è scisso fra il desiderio di una vita normale e l’istinto omicida che lo porta a uccidere per calmare il suo Passeggero Oscuro. Dexter si vede crudelmente riflesso nel rivale, come se si guardasse in uno specchio. Ma forse il suo antagonista ha varcato un confine morale che lui si è sempre sforzato di non oltrepassare. E per questo merita di essere punito.
Il personaggio di Dexter, anche in questo ultimo romanzo della serie, resta sempre sarcastico, ironico e autoironico, originale ed affascinante. È un antieroe cui ci si affeziona e che diverte.
I thriller di Lindsay sono molto particolari, pur non tralasciando l’efferatezza dei crimini e delle torture, riescono a suscitare simpatia, perché amalgamano, nella giusta misura, quei dettagli con riflessioni esistenziali e sarcasmo.
Promosso anche questo ultimo, fantastico episodio della serie.
Dei sei romanzi della serie, quattro sono stati davvero fantastici e DOPPIO DEXTER è uno di questi.
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Dexter il Venticatore,
Dexter il Devoto
Dexter l'Oscuro
Dexter l'Esteta
Dexter il Delicato.
4 dei 6 romanzi sono stati assolutamente fantastici.
Non sperate, però, di ritrovare il DEXTER della serie tv.
I romanzi sono differenti ed il personaggio è ancora più simpatico.
Personalmente, però, nel corso della lettura, mi piace immaginarlo esattamente con le sembianze di Michael C. Hall che molto ha dato al personaggio.
Abby e Travis: UNO SPLENDIDO DISASTRO
Jamie McGuire è una delle scrittrici più controverse del momento. Il suo UNO SPLENDIDO DISASTRO è un romanzo che ha diviso la critica che come al solito si aspetta un tipo di storia, ma appena c’è un tocco di originalità o di novità inizia a darle contro.
Anche io, devo essere sincera, mi aspettavo il solito tipo di storia, che avrei comunque letto con piacere, ma, avendo riscontrato elementi di novità, ne sono stata favorevolmente colpita.
In una storia d’amore stile Twilight, ma senza il paranormale, trovare scene di combattimento alla Fight Club o alla Warrior, è davvero insolito, ma non per questo ne preclude il romanticismo. Anzi, forse ne risulta incentivata l’intensità con la quale ci si predispone a interiorizzarla. Per le amanti delle storie young adult, forse è una componente che stona, se la si legge pensando alla proprie esperienze adolescenziali, ma è proprio qui che, secondo me, si dovrebbe consolidare il gradimento, poiché tutte abbiamo tra i nostri primi amori ragazzi irrequieti, irruenti, etichettati, a primo impatto, come sbagliati. Lui, Travis, non è il classico principe azzurro della favola, ma è sicuramente più credibile e reale, soprattutto per il target di pubblico cui il libro è indirizzato. Nel romanzo, c’è anche la classica figura del principe azzurro, Parker, cui la protagonista rivolge, per un periodo, le sue attenzioni, ma non può e non vuole mai rinnegare l’attrazione che la spinge verso Travis. Entrambi hanno questioni irrisolte. Lei, in particolare, è quella che, se vogliamo parlare di “superpoteri” in senso metaforico, ne ha da vendere e sarà in grado di dimostrarli al pari di lui, in scene con giochi d’azzardo. Perciò, ognuno dei due è “splendido” nel suo ambito. Proprio per questo, sono una coppia, insolita, chiacchierata, ma che tende a compensarsi, risultando perfetta.
Lui è come tutti i fidanzatini adolescenziali, ossia molto molto geloso. Lei, Abby Abernathy, è la classica ragazza perbene che vive le sue prime esperienze con il ragazzo più chiacchierato della scuola, attuando la missione impossibile di cambiarlo, almeno un po’. È una storia adolescenziale e romantica, con tutti i pro e i contro che hanno questo tipo di amori che si vivono in maniera più intensa che nell’età adulta, avendo anche tutt’altro tipo di approccio e di esigenze. È una storia in cui ci si identifica, nonostante qualche situazione sia particolarmente insolita e improbabile. Comunque è un bell’inizio.
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L'arte dell'adulterio
34 pagine che costituiscono un piccolo gioiello nel quale la scrittrice, che si nasconde dietro lo pseudonimo di Laura Martini, racconta l’essenza sognatrice delle donne. In particolare, la lettrice si trova a simpatizzare con la trentacinquenne protagonista, Lucia, anche lei una donna con l’hobby della lettura, verso la quale ha quasi un accanimento ossessivo. Per lei leggere è vivere storie scritte da altri, lasciando che la guidino anche nella sua vita. Quando la finzione narrativa si confonde con la sua quotidianità, il peccato che sta per vivere comincia ad assumere sembianze perfette e sempre più reali.
Lucia è una donna troppo sola per non lasciarsi attirare dagli elementi reali che le ruotano attorno, come Giorgio, l’aitante giovane pittore che si trasferisce di fronte a casa sua. Guardarlo, sognarlo, desiderarlo, per Lucia, potrebbe diventare un impegno a tempo pieno, trasformandosi in qualcosa di molto meno idealizzato, quando lui se ne accorge.
Un racconto bellissimo e, nonostante sia breve, riesce a rivelare anche un eclatante colpo di scena, niente affatto prevedibile.
Lo stile è audace, ma mai volgare. La scrittura è raffinata ed elegante nei contenuti e risulta piacevolissima nell’atto della lettura. La storia è sorprendente, avvincente profondamente sensuale.
L’adulterio è il peccato che preferisco e che coinvolge di più nelle storie che pretendono di essere romantiche e fortemente erotiche.
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La seduzione del tradimento
Un racconto sulle insidie che racchiude l’amore. La più grande è quella di scivolare dal sesso all’amore senza nemmeno accorgersi. Bello, scorrevole e intrigante questo racconto, dominato dal concetto della libertà e dall’evasione che si raggiungono grazie al tradimento, coinvolge la lettrice o il lettore in una storia sensuale e avvincente, ma soprattutto molto possibile e contemporanea. Forse proprio per questo l’ho trovata particolarmente interessante. Il tradimento resta sempre il più seducente dei peccati e quello in cui è più facile scivolare, ma se l’attrazione nasconde qualcos’altro è solo il tempo a determinarlo.
È una storia molto intrigante e insidiosa da gestire quella che i personaggi si trovano a vivere e alla quale decidono di attribuire una semplicissima parola “evasione”.
Bella e romantica. Audace, ma mai volgare. Raffinata nei contenuti e piacevole da leggere.
Ad impreziosirla, ci sono vari aforismi, soprattutto shakespeariani, che ne rendono prezioso lo stile.
In appena 75 pagine, Sara Tessa è stata in grado di narrare una storia che lascia il segno.
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Il Principe Azzurro lo si incontra solo in Corea d
Ho fatto ambo con i libri di Anna Premoli. Non c’è niente di suo che non abbia letto. ;-)
Dopo il tanto meritatamente osannato Ti prego lasciati odiare, di cui spero di poter vedere presto la trasposizione cinematografica, non mi sono fatta mancare anche il secondo chick lit, pubblicato da Newton Compton.
La copertina di Come inciampare nel principe azzurro mi piace di più rispetto a quella del precedente romanzo che pure era graziosa, ma meno d’impatto. Almeno per il mio modesto parere.
Anche il titolo è clamoroso ed efficace e, come per il precedente romanzo, anticipa quella che è la storia, in linea con il genere chick lit che, in Italia, Anna Premoli è riuscita ad arricchire di simpatia e ironia, oltre che di effervescente leggerezza. Se di uno scrittore si può capire l’anima e l’indole della persona attraverso i suoi personaggi, Anna Premoli deve proprio essere l’amica che tutte vorremmo avere accanto nei momenti no. Brillante e vivace, il suo stile scatena la risata e riesce a mantenere costantemente viva l’allegria della lettrice che vi si accosta o anche del lettore uomo, perché sono a conoscenza di molti uomini che si divertono a leggere i chick lit nel privato delle mura domestiche. ;-) (E, con questa rivelazione, voglio sfatare il mito che il genere chick lit sia solo letteratura femminile.)
Tornando alla trama e ai personaggi che sono quasi come da copione, la novità da segnalare è l’ambientazione scelta da Anna Premoli per il trasferimento della sua eroina sui tacchi a spillo, Maddison, che, per un avanzamento di carriera, viene catapultata in Corea del Sud e precisamente a Seul, insieme al suo capo americano, ma di origini coreane, il tanto affascinante quanto intransigente, Mark Kim.
La seconda novità rispetto al genere chick lit è rappresentata da tutte le parti in cui la scrittrice rallenta un po’ la narrazione per far conoscere al lettore luoghi e usanze coreane, per descrivere interi quartieri di Seul e località vicine in cui la protagonista, insieme al suo capo, viaggia per le riunioni di lavoro. Questo aspetto rende ancora più interessante e ricco di spessore un libro che dovrebbe essere soltanto una lettura leggera. Al termine del romanzo, anche io, avevo voglia di intraprendere un viaggio nella stupenda Seul, per visitarne personalmente i luoghi e per gustarne i sapori che Anna Premoli, attraverso gli occhi della sua protagonista, è riuscita a farmi amare. La “Miss Perfettina”, Maddison, altissima, bellissima, biondissima e molto pudicamente inglese, è colei che riesce a far breccia nel cuore di un uomo convinto che oltre al lavoro non ci sia altro. Lui incarna, in tutto e per tutto, un moderno Principe Azzurro, quello anticipato dal titolo, soprattutto dopo che lei impara a conoscerlo anche per il suo lato umano e non soltanto per la maschera che indossa nell’ambiente lavorativo.
Non mi fermerei più nel parlarvi di quanto ho apprezzato questo romanzo e devo rivelarvi che mi è piaciuto più del primo. Anche per questo romanzo vorrei vedere ogni capitolo diventare la scena di un film.
E anche per questo secondo romanzo credo che un nuovo premio sia doveroso.
Se Ti prego lasciati odiare è stato il vincitore del Premio Bancarella 2013, rivelandosi un vero e proprio caso letterario c’è sicuramente un perché ed io l’ho trovato.
Grazie, Anna, per l’allegria, il buon umore e il romanticismo che il tuo romanzo mi ha trasmesso!
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E a chi ha già letto Ti prego lasciati odiare di Anna Premoli e vuole divertirsi e fare sogni romantici ancora di più
Capodanno in corsia. Il mio preferito della Iding
Entrambi hanno qualcosa che li tormenta e che, se vogliono stare insieme, devono riuscire a superare. Lei ha visto morire di malattia il marito dopo soli due anni di matrimonio. Lei non ha mai desiderato avere figli perché essendo stata abbandonata non poteva essere sicura del suo patrimonio genetico e non voleva generare un figlio con qualche patologia grave. Lui, invece, ha perso la moglie, che lo accusava di essere un cattivo marito ed un pessimo padre. Un giorno ha deciso di suicidarsi. Il figlio Danny ha deciso di smettere di parlare da quel giorno. Lui deve vivere la sua vita da padre single, facendo i conti con le sue esigenze di uomo ancora preda del desiderio. E soprattutto quando avrà Leila come collega, non riuscirà più a scendere a patti con se stesso. La vuole disperatamente, ma non può permettere che lei si avvicini troppo a suo figlio, rischiando di destabilizzare la loro precaria esistenza, frutto di un dolore che non hanno superato. Il sesso fra loro, scelto per compensare due esistenze solitarie, fra persone che, comunque, avvertono una forte attrazione fisica, dovrà fare i conti con la potenza dell'amore, non solo con le difficoltà della vita che il Destino ha in programma per loro nei giorni successivi al Natale. E' stato bello vivere per poco più di 150 pagine in corsia con loro due, destinati a compensarsi e sostenersi a vicenda. L'attrazione è soltanto il mezzo che il destino ha scelto per farli avvicinare. Come nelle migliori storie d'amore la passione è tanto intensa da non poterli tenere troppo lontani. Un uomo ha bisogno di trovare la compagna della sua vita ed un bambino, troppo piccolo, ha bisogno di qualcuna disposta a fargli da mamma e chi meglio di Leila. Lei potrà guarire entrambi dalla loro sofferenza. Sarà la medicina migliore, indispensabile a sanare qualsiasi lenta agonia. Anche Leila risolverà i suoi dubbi nel modo più tenero possibile, fino al cononamento delle esigenze e dei sogni di tutti. Qualche litigio va preventivato, come d'altronde accade in ogni coppia. Ma niente è senza soluzione. Anche fra le corsie di un ospedale, la medicina migliore resta l'amore.
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Un equivoco scottante
Ogni libro di Laura Iding è capace di suscitare emozioni leggere, romantiche, che fanno sognare ad occhi aperte le lettrici, mescolando l’amore alle emergenze delle corsie ospedaliere dove affascinanti e preparati dottori fanno di tutto pur di non perdere il paziente. I capitoli romantici si amalgamano con quelli ricchi di terminologia medica e sembra davvero di ritrovarsi nella corsia di un avvincente medical drama.
In Un equivoco scottante per una giovane tirocinante chirurgica, Hannah Stewart, c’è in più l’emozione di essere al primo giorno del suo tirocinio formativo nel più importante ospedale di Chicago. È eccitata perché finalmente, dopo tanti anni di duro studio, i suoi sforzi verranno ripagati.
Tutto procede come ha sempre sognato, finché non incontra il dottor Jake Holt, il suo nuovo capo che è anche l'uomo con cui ha condiviso una folle notte di sesso il giorno prima.
Jake Holt è prevenuto nei confronti di Hannah, un po’ per i suoi trascorsi personali e un po’ perché si sente preso in giro. Non si fida di lei, ma non può non sentirsi ancora attratto da lei, la donna che ha conosciuto in un bar del porto. Non può, però, fare a meno di chiedersi se Hanna conoscesse la sua identità, quando è andata a letto con lui? Cosa pensava di ottenere? L’esperienza lo ha sempre tenuto alla larga dalle relazioni sul posto di lavoro, ma la nuova tirocinante potrebbe rappresentare una distrazione difficile da ignorare.
Lavorare fianco a fianco potrebbe costituire un problema per entrambi, soprattutto perché anche Hannah ha varie e misteriosi questioni familiari da sbrigare, da risolvere. La sua famiglia conta su di lei. I soldi sembrano non essere mai sufficienti, ma il suo lavoro e la vita dei pazienti richiedono la sua attenzione, già fortemente minacciata dalla presenza del dottor Holt. L’amicizia che si instaura fra di loro potrebbe essere difficile da mantenere, perché l’attrazione potrebbe vincere sui loro principi morali.
L’eleganza e la magia di una storia d’amore che nasce in corsia poteva essere narrata così bene soltanto da Laura Iding, tra le scrittrici preferite della collana Bianca di Harmony.
Se il camice non vi lascia indifferenti e volete sognare di vivere una favola potrebbe emozionarvi questo nuovo titolo di Laura Iding.
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Una bambina con una colpa non sua
Baghintos, 31 ottobre 1880. Non è solo la notte delle anime, ma anche quella in cui inizia una storia triste, che raccoglie tutti gli aspetti della vita umana e li narra dal punto di vista di una società fortemente matriarcale, come quella sarda. È la storia di una bambina che nasce portando addosso il fardello di una colpa non sua e, forse, proprio per questo, riesce a giungere sino al cuore del lettore, facendolo intenerire, riflettere e commuovere.
Il cuore selvatico del ginepro, splendido romanzo d’esordio di Vanessa Roggeri, è la storia di una famiglia che si lascia assorbire da antiche credenze e superstizioni, ne trascina i componenti verso direzioni diverse, e impone loro un’esistenza angosciante, crudele e infelice.
In Sardegna, se una famiglia arriva ad avere sette figlie femmine consecutive, sta attirando la disgrazia per il suo nucleo e per l’intero paese. Questo accade alla famiglia Zara e l’unico modo per porre fine alla sciagura è uccidere subito la settima nata. Ma questa storia deve fare i conti con l’innocenza di una bambina, Lucia, la primogenita, che, troppo piccola per capire, decide di salvare quella creatura indifesa nella quale riesce a vedere soltanto la sua sorellina. Lucia ha il cuore grande e lo sanno tutti in famiglia. Le perdonano quel gesto, ma non riescono a voler bene all’ultima nata, cui Lucia ha dato il nome di Iannetta. Tutti devono tenerla a distanza, perché lei è una coga maledetta e Iannetta stessa, crescendo in questo mondo di superstizione, se ne convince. Soltanto Lucia non ne è certa. Non ci vuole credere. Per lei, il legame di sangue vuol dire automaticamente amore, ma per non tutti è così.
Passano gli anni e la famiglia viene emarginata dal resto del paese e affronta varie disgrazie, che tutti attribuiscono a Iannetta. Anche Lucia dovrà fare i conti con la superstizione, con quell’alone di mistero che avvolge la vita di sua sorella.
Il cuore selvatico del ginepro si rivela essere quello di Iannetta, la quale è come un legno di ginepro, ossia esile, ma abbastanza robusta da non spezzarsi, nonostante l’odio e il rancore altrui.
Questo romanzo è principalmente la storia di due sorelle, Lucia, così equilibrata e razionale, e Iannetta, così odiata e maledetta, con il fardello di un’antica colpa non sua. Tra le due sorelle si instaura un rapporto segreto, unico e speciale che, però, la società e il corso degli anni e delle sventure mettono a repentaglio.
Nel libro le protagoniste sono donne molto diverse tra loro. Ci sono donne che lottano per sopravvivere o che si lasciano accecare dalla superstizione, dal rancore o dalla gelosia, ma anche figure femminili più moderne e capaci di guardare oltre.
È un romanzo che racconta un mondo ancestrale, agreste, selvatico, ma anche fortemente intimo e pieno di passioni. Un romanzo assolutamente consigliato.
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Difficile resistere se dice: Non amarmi
Lori Foster la leggevo già nel ’97 e l’adoravo per il suo stile ricco di suspense e per le sue trame che, a volte, avevano atmosfere intriganti e con un tocco di noir. La leggevo in formato libro “sottiletta” (il formato con le classiche 150 pagine) e ancora li custodisco gelosamente poiché restano tra i miei romanzi preferiti.
I tempi sono cambiati ed anche la mia amata Lori Foster si è tenuta al passo con i tempi e ha reso più moderne le sue figure femminili e reso perfette per il genere romantic suspense le sue trame.
L’ultimo suo romanzo, giunto in Italia ed inglobato dalla collana Romance, è Non amarmi. Una storia con ambientazione poliziesca, dove la protagonista Pepper Yates vive sotto copertura. È una storia d’amore in cui il romanticismo si fonde con la suspense fra sparatorie e inseguimenti. Le vicende della malavita si confondono con quelle sentimentali, mentre i colpi di scena si susseguono.
L’amore quasi impossibile sboccia fra Pepper e il suo vicino di casa sotto copertura Logan. Entrambi sono sotto copertura per diverse finalità. Pepper e Logan giocano un po’ al gatto e al topo. Lei cerca di essere invisibile, mentre lui è fin troppo bello e visibile, ma anche protettivo ed affidabile. Decidere se fidarsi o meno di lui è una questione ardua per Pepper.
Il cuore ha sempre le sue ragioni anche quando le situazioni sono pericolose.
346 pagine. Prezzo di copertina € 6,50. Un ottimo rapporto qualità prezzo.
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In Sardegna. Matrimonio al castello
Matrimonio al castello di Chantelle Shaw è un romanzo che fa sognare e che ci porta nella suggestiva terra dei Nuraghi, la Sardegna, dove un uomo ricco e misterioso, Cesare Piras, vive nella sua antica dimora, quasi seppellito da un dolore che non riesce a cancellare.
È un romanzo che riesce a far sentire coccolata anche la lettrice e non soltanto la protagonista, Beth Granger, che ha una misteriosa missione da compiere perché ha fatto una promessa che vuole assolutamente mantenere.
La trama romantica si sviluppa non privando la lettrice di colpi di scena ben piazzati all’interno della narrazione, il cui stile scorrevole rende piacevolissima la lettura. La storia sentimentale si sviluppa in maniera avvincente ed originale e tutto ha inizio con una tempesta e le antiche mura di un imponente castello. L’amore e la generosità sono gli elementi essenziali che porteranno alla vera felicità, coronata dal più romantico dei matrimoni.
L’ho adorato e l’ho letto divorandolo in tutte le 155 pagine. Piccolo, ma ricco di emozioni.
Una lettura consigliata per chi crede nel fiabesco potere dell’amore.
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La piccola Laurie va In giro per la città
Adoro Mary Higgins Clark da sempre!
Nel suo thriller del 1992, In giro per la città, gli effetti degli anni trascorsi dalla stesura sono evidenti. Si parla ancora di macchine da scrivere che si alternano al computer. Una nota insolita, ma che non compromette la storia che Mary Higgins Clark ci racconta. Una storia molto triste e sconvolgente, fatta di pedofilia e canti gospel, sette religiose e indagini da discutere in aula. Sembra che il lavoro più diffuso nei romanzi di Mary Higgins Clark sia quello dell’agente immobiliare. Infatti, ci sono sempre case in vendita e probabili acquirenti, ma anche ricordi dolorosi e segreti che si nascondono al di là della porta d’ingresso.
I romanzi di Mary Higgins Clark sono quasi sempre brevi, circa 300 pagine, e con capitoli di varia lunghezza, ma tendenzialmente brevi, che si chiudono ad effetto. Nonostante la lunghezza esigua, sono dei romanzi intensi, con una narrazione dal ritmo serrato e uno stile raffinato, che fa percepire le brutture, ma non si compromette né si lascia corrompere.
Di In giro per la città mi ha colpita soprattutto il titolo, che trasmette l’idea di spensieratezza, mentre tutt’altre situazioni devono affrontare le due sorelle in pericolo in questo romanzo, Laurie e Sarah Kenyon. La più piccola delle due, Laurie, è stata rapita quando aveva appena 4 anni ed è stata tenuta in ostaggio per un lungo periodo. Tornata a casa, i genitori hanno improntato il suo ritorno verso la ripresa della normalità, precedente il rapimento, senza ipotizzare abusi o probabili problemi psicologici. Trascorsi gli anni e divenuta una studentessa, Laurie inizia a dare segni di squilibrio dopo un nuovo evento traumatico e Sarah farà di tutto per proteggere sua sorella, ma a volte gli indizi tenderanno a confondere anche lei, perché il passato non prende mai troppo le distanze e gli amori malati, spesso, si rivelano troppo intensi per essere messi da parte.
Una storia avvincente e dai risvolti psicologici interessanti, che non trascura quel tocco gradito al pubblico femminile.
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Stessa famiglia, ma nuovi amori
Avevo già amato I ribelli, primo volume della serie, ma con il secondo, Stagione d’amore, mi sembra di essere andata anche oltre. Un po’ forse perché sono stati approfonditi alcuni personaggi, secondari nel primo volume, principali nel secondo, come ad esempio Cassie che trova l’amore con Devin, un altro degli affascinanti fratelli MacKade. Sappiamo che sono quattro i fratelli MacKade e, visto che in ognuno dei due romanzi ce ne sono due, il conto dovrebbe essere completo e credo proprio di dovermi abituare all’idea che, se voglio rincontrarli, devo soltanto rileggere uno dei due volumi. ;-) La sorte di Cassie, viste le sue precedenti vicende esistenziali, mi stava molto a cuore e, vederla incamminarsi verso la felicità con Devin, da sempre innamorato di lei, ha rasserenato il mio cuore in pena. Pensavo che la prima parte del libro, quella dedicata a “Devin”, sarebbe stata il massimo della perfezione, proprio perché amavo i due personaggi, ma mi sbagliavo perché l’arrivo nella cittadina di Antietam, famosa storicamente (per la battaglia del 17 settembre 1862) e leggendaria per i suoi fantasmi, di una ricercatrice del paranormale avrebbe rimescolato le carte in tavola, aggiungendo un po’ di mistery, e placato passioni e sentimenti che portano ad un antico passato. Fantasmi, possessioni e anime che tornano a parlare fanno da contorno. Nella seconda parte, dedicata a “Shane”, il più giovane dei fratelli e impenitente rubacuori di Antietam, colui che da sempre va fiero della sua indipendenza e mai cederà al matrimonio, non riesce a non caderne vittima, non come un soldato morto durante la guerra di secessione americana, ma come un uomo innamorato e la sua dolce metà è Rebecca. Quindi, se da un lato l’amore, fra i protagonisti del presente, trova la giusta felicità, anche chi da tempo aleggia come spettro, fra le stanze del bed & breakfast dei fratelli MacKade, può trovare finalmente la pace. Sentimenti, passioni che il tempo non ha cancellato e mistero sono gli ingredienti di questo doppio romance per chi ha il cuore tenero e non disdegna una romantica lacrimuccia. Un altro appassionante volume scritto da una delle mie autrici di romance preferite, Nora Roberts.
VOTO 10+
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Nora Roberts e i fratelli MacKade
Lo stile inconfondibile di Nora Roberts, il suo modo di destreggiarsi fra personaggi complessi e non semplici situazioni familiari, la sua scrittura vivace e attenta alla complessità dell’animo umano, sia femminile che maschile, hanno fatto meritatamente di lei una scrittrice di fama mondiale. I suoi romanzi sono sempre più pezzi da collezione per impreziosire scaffali privilegiati del genere romance.
I ribelli è stato scritto nel 1995 ed è arrivato in Italia l’anno successivo.
Lo leggo per la prima volta solo ora, in questa nuova edizione Harmony Romance.
Leggendo la trama, non avevo capito che quello che io credevo un unico romanzo si componesse in realtà di due. Il primo dedicato a Rafe. Il secondo a Jared. Sono due dei quattro fratelli MacKade, famosi sin da giovani nel tranquillo paesino di Antietam per il loro temperamento impetuoso oltre che per l’irresistibile mascolinità. Crescendo ognuno ha trovato la sua strada. Manca solo l’amore.
Ed è così che Rafe, tornato nel paesino, dopo dieci anni d’assenza, conosce Regan, una giovane antiquaria, dedita al lavoro, una donna senza grilli per la testa, al contrario di lui.
Rafe ritorna ad Antietam, dopo aver fatto fortuna altrove, con l’obiettivo di acquistare un’antica casa che si vocifera sia infestata dai fantasmi e trasformarla in un bed and breakfast.
Non ci sono problemi se a curarne l’arredo è la giovane antiquaria. Infatti, fra i due è da subito fuoco e fiamme, nonostante lei cerchi invano di tenerlo a bada. Quella che inizia come una relazione senza pretese dovrà fare i conti con i complessi meccanismi dell’amore.
La seconda vicenda amorosa inizia quando la prima è già ben consolidata. Rafe e Regan sono ormai sposati, quando Jared conosce la nuova vicina, una ragazza madre di 26 anni, Savannah. Oltre che per essere nuova ad Antietam, lui la contatta per un’eredità ed è subito colpo di fulmine, soprattutto per Jared. Savannah, avendo un figlio, ci va con i piedi di piombo, ma non tanto da non lasciarsi travolgere dalla passione per il bell’avvocato.
In entrambe le storie molti personaggi secondari sono in comune. Tutti hanno un bel carattere definito, un qualcosa che li definisce e li differenzia. Non tutti i personaggi sono buoni, ma la maggior parte sono simpatici, credibili e nelle loro battute non c’è mai niente di scontato, banale o volgare. L’eleganza dello stile della Roberts resta sempre ineccepibile e di alto livello.
Il mio preferito fra i due racconti è decisamente il primo, in cui si delinea l’ambientazione e si presentano più dettagliatamente i personaggi. Anche il secondo racconto non è male e narra l’inizio di un amore più consapevole ed approfondisce l’evoluzione di alcuni personaggi.
Le emozioni non si contano ad Antietam. Gli imprevisti, gli alti e bassi, i fraintendimenti e le piccole gelosie sono ingredienti con cui Nora Roberts sa giostrarsi in maniera eccellente per costruire storie d’amore che non deludono e sanno parlare dolcemente al cuore.
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A Capri, i miracoli esistono
Un dottore a Capri è un bel romance che ho apprezzato, anche perché ha trattato una tematica strana per il genere. Non voglio anticipare molto di questo Harmony della collana Bianca, dove l’amore nasce in corsia e si intreccia con la professione medica. Come sempre, la storia è attuale e molto dettagliata, dal punto di vista medico. Ci si sente davvero in corsia in questo romance di Kate Hardy, che arriva a portare i protagonisti a Capri.
L’amore nasce tra i personaggi e l’unico ostacolo è il loro doloroso passato.
Per Sydney Collins amare ed essere amata non è mai stato facile. Per una come lei i sentimenti sono un’inutile complicazione e lei non ne vuole più sapere. Ma, quando incontra il dottor Marco Ranieri, tutto quello che le era stato negato, l’amore e la felicità di una famiglia, le viene offerto su un piatto d’argento. Marco è un uomo premuroso e presente. Nella splendida cornice di Capri, Sydney scoprirà che i miracoli esistono davvero.
Anche Marco, però, è combattuto all’idea di lasciarsi coinvolgere da una storia con Sydney. Lei è tutto ciò che un uomo potrebbe desiderare, ma c’è sempre un “ma”. Entrambi possono far cambiare la situazione, chiarendo le cose fra loro.
*** AVVISO SPOILER ***
Un bel romanzo in cui Capri dovrebbe aver avuto un ruolo maggiore. Infatti, è un peccato che le pagine dedicate a Capri siano davvero così limitate. Adesso, che siamo in sede di spoiler, posso dirvi che il fatto che si parli delle cicatrici dovute alla malattia mi è sembrato insolito, pur rimanendo un tema doloroso, reale e attuale e che è giusto che sia trattato anche qui in questi romanzi dedicati principalmente ad un pubblico femminile. Accettarsi dopo una malattia è un tema che merita di essere trattato anche in questa tipologia di romanzi e l’amore può rendere possibile questa situazione apparentemente impossibile.
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Costanza e Simone. Personaggi in evoluzione
Un romance storico con tutti gli ingredienti per essere una piacevolissima e interessante lettura, con un tocco di erotismo molto soft, che non si prolunga per scadere nel volgare.
Ambientato nell’Italia del 1810, con descrizioni di costumi e usanze del periodo storico, non manca di appassionare la lettrice, che ne intraprende la lettura, la quale, fin dalle prime pagine, vede tutti i presupposti per far nascere una romantica storia d’amore fra la marchesa Costanza Balbi e il dissoluto ed enigmatico colonnello Simone Aldobrandini Colonna.
Seduzione e vendetta di Simona Liubicich inizia con la storia personale della giovane marchesina Costanza, la cui matrigna, l’arrampicatrice sociale Sveva, vorrebbe dare in sposa al suo sadico amante Dario Rizzo, con il benestare del padre di lei, il marchese. Costanza, quindi, prende la decisione di fuggire a Roma e ricongiungersi in convento con la zia materna, ma sulla strada incontra lui, Simone, pronto a proteggerla.
Per lei la scintilla si accende quasi subito.
Lui ci mette un po’ più di tempo a scoprire che nel suo cuore c’è posto per l’amore e una nuova vita con lei.
Sebbene all’inizio Costanza risulti una fanciulla acerba, anche nel carattere, il suo temperamento si fortificherà man mano che la narrazione procede, facendo di lei un’incantevole figura femminile che resta nel cuore delle lettrici.
L’enigmatico colonnello, al contrario, affascina subito le lettrici con il suo aspetto e il suo carattere deciso e autoritario.
Entrambi i personaggi subiscono un’evoluzione, che li rende ricchi di spessore e di sfumature, mentre i cattivi, che ruotano intorno alla coppia per ostacolarne la felicità, non smentiscono il loro lato negativo e restano fermi nel loro principale obiettivo, la vendetta.
Un libro che vi consiglio perché coinvolgente, romantico, piacevolissimo, non troppo impegnativo, ma scritto sapientemente (con punti di vista alternati, meccanismi narratologici usati con maestria e descrizioni dettagliate di ambienti e costumi del periodo storico).
VOTO 10
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Lizzie Borden e la sua Casa dolce casa
E' risaputo che adoro i libri di Mary Higgins Clark. Di lei adoro il suo modo di raccontare delitti senza turbare, senza quell'accanirsi sui particolari macabri, cosa che si riscontra in altri autori, dove anche il lessico si modifica diventando brutale.
Mary Higgins Clark si mantiene su toni distinti ed il suo lessico è avvolgente, rilassante, tranquillizzante. Esattamente come in un romanzo rosa. Niente inquieta, mentre l'indagine procede e si ingarbuglia, travolgendo la protagonista, sempre fragile, vulnerabile, confusa, alla ricerca di una sua stabilità personale, emotiva, familiare e sociale. Alla fine del libro si risolve sempre tutto con un lieto fine favoloso: tutto risplende e lei è felice, ricca, innamorata, protetta.
Che bello essere una delle sue protagoniste!!!
Pure in questo libro, che ho letto, Casa dolce casa, la storia è pressapoco come l'ho descritta. Lei è Celia Nolan e nasconde un segreto che la lega a filo doppio alle cruente vicende di sangue della casa in cui vive. Celia è fragile, ma combattiva ed il suo segreto è che era solo una bambina, quando fu incolpata di aver ucciso sua madre e tentato di uccidere il suo patrigno. Mentre lei non si macchia mai di colpe, ma soltanto di sospetti, qualcosa di pericoloso si delinea intorno a lei, dove persone amiche, reali e non, e spietati assassini ruotano in un vortice di delitti.
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RK - 357 / 9
Non credo esista in giro una sola opinione o recensione negativa del libro Il Suggeritore, che è anche stato Premio Bancarella nel 2009. Un thriller che è stato il lancio di un grande autore italiano, sicuramente il più bravo al momento.
Ho letto Il Suggeritore di Donato Carrisi, non divorandolo, ma concedendogli il giusto tempo di lettura, per comprenderlo al meglio ed assimilarlo negli innumerevoli concetti, tratti da manuali di criminologia e medicina forense, oltre che per farmi coinvolgere dalla trama originale ed avvincente, che ha come protagonisti Mila Vasquez e Goran Gavila. Lo considero un romanzo thriller senza precedenti e ad un livello altissimo.
Tempo fa, anche Ken Follett, dopo averlo letto, ha deciso di condividere la sua esperienza di lettore, osannando questo libro con un tweet. Non avevo letto niente di Donato Carrisi e ho deciso di accostarmi alla lettura partendo, però, dall’ultimo libro in ordine di uscita, L’ipotesi del male, nonché seguito di Il Suggeritore. Anche L’ipotesi del male l’ho considerato un capolavoro ed ho ancora questa opinione, pur ammettendo che notevoli sono le differenze fra i due libri. Il primo è più manualistico, senza risultare pesante, mente il secondo è forse ancora più psicologico del primo.
Leggere Il Suggeritore è come avere fra le mani 10 strepitosi libri thriller e comprimerli in un unico super avvincente thriller, nemmeno tanto lungo, infatti, è composto di appena 450 pagine, ma si legge che è un piacere, perché tiene sveglia la mente del lettore, portandolo a seguire vicende che lo documentano e lo fanno stupire un capitolo dopo l’altro. È un gioco per la mente ed è sconvolgente, incalzante ed inimmaginabile. Un capolavoro del genere thriller di cui aspetto una fantastica trasposizione cinematografica.
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Il messaggio nella bottiglia
Ancora una volta, si resta intrappolati nella storia e nello stile inconfondibile di Jussi Adler-Olsen che non smentisce la sua destrezza narrativa, nemmeno nel terzo romanzo thriller della serie Sezione Q, dove il detective Carl Mørk indaga sui cold case, insieme alla sua squadra formata da Assad e Rose.
Il messaggio nella bottiglia è un thriller paragonabile a una vera e propria bomba di adrenalina, partendo dalla situazione angosciosa di partenza: un ragazzino, sconosciuto e spaventato a morte, scrive con il proprio sangue un messaggio, lo mette in una bottiglia, la sigilla con il catrame e ne affida il contenuto al mare e a degli ignoti destinatari nella speranza che gli siano d’aiuto. Una serie di eventi, a distanza di molti anni, fanno giungere il messaggio nella bottiglia sulla scrivania di Carl Mørk, che il pubblico dei lettori ha già imparato a conoscere e ad apprezzare. Scettico come sempre, Carl Mørk fatica sempre un po’ a farsi coinvolgere da un caso, ma a spronarlo e ad indirizzarlo nella giusta direzione per decifrare quel misterioso ed agghiacciante messaggio, consumato dal tempo, sono sempre il suo collaboratore, Assad, intuitivo, imprevedibile e simpaticissimo, e la sua, strana e dark, segretaria Rose.
Non c’è niente di facile. L’indagine è complessa, sempre avvincente, esplosiva e non subisce rallentamenti. Il colpevole è misterioso e lucido nel suo modo d’agire e di programmare le sue atrocità. A suo modo, anche l’omicida ha un suo fascino, un mistero che lo avvolge, e sembra essere così bravo e metodico, da non lasciare indizi o tracce per poterlo identificare. Così bravo che di lui non si conoscono nemmeno i crimini.
Jussi Adler-Olsen è stato bravo, sino ad ora, dopo La donna in gabbia e Battuta di caccia, a scrivere thriller in serie, uno diverso dall’altro e ognuno a suo modo speciale. Stupendi nel loro modo di attrarre i lettori più esigenti del genere, nel modo di raccontare le vicende, intricate e all’apparenza insolubili, alternando efferatezza di azioni a umorismo di battute. Assad è la nota di simpatia sempre onnipresente nell’indagine, ma è anche lo snodo nelle situazioni più complicate. Pur essendo così simpatico, Adler-Olsen ce lo tiene, ancora in parte, avvolto nel mistero, ma lo ha reso una spalla indispensabile per Carl Mørk.
Questo romanzo è anche pieno di donne interessanti. Ritroviamo la stramba segretaria Rose, che abbiamo conosciuto nel secondo romanzo della serie, e altre tre donne che si rivelano eccezionali, nonostante le avversità, e i loro nomi sono Mia, Isabel e Rakel, figure femminili che riescono a rimanere memorabili.
Jussi Adler-Olsen ha sapientemente scritto anche il terzo romanzo della serie Sezione Q, destreggiandosi fra atti criminali, violenza, amori indecifrabili e approfonditi ritratti psicologici. Ancora una volta, ha saputo fare centro. Il messaggio nella bottiglia è un thriller fantastico da non lasciarsi sfuggire.
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Fatine buone, la vostra padrona è morta
Un romanzo intenso, dove il mistero della morte di due donne solitarie, Claire e Hilda, soprannominate le “Signore delle api”, è avvolto nelle millenarie tecniche di apicoltura. L’unico a conoscere i segreti delle due donne è l’anziano vicino di casa, Albert, il quale non le frequenta da più di dieci anni. Anche lui è un apicoltore e per il detective Grayson, scoprire come sono andati veramente i fatti e risolvere il caso, comporta la conoscenza approfondita dell’anziano e solitario Albert, trascorrendo molto tempo ad ascoltare i suoi racconti e le sue divagazioni legate alla sua passione per le api.
È un romanzo, carico di nostalgia e di intensa poesia, dove il filo del ricordo serve a svelare la verità, oscurata da segreti inconfessabili e avvolta dal ronzio laborioso delle api. I misteri della vita e della morte si fondono lentamente nel racconto delle esistenze dei personaggi che abbracciano svariati anni e più di una generazione. Parlando con le api di Peggy Hesketh è un capolavoro lirico di poesia, adatto a chi ama le storie indimenticabili che toccano l’anima. Il lettore resta intrappolato a seguire il filo della memoria di un anziano uomo che ha trascorso la propria esistenza, lontano dal mondo reale, ad assecondare la sua passione per l’apicoltura. Innocenza, rimpianto e nostalgia si mescolano al silenzio di esistenze non pienamente vissute, alle occasioni perdute e ai segreti di famiglia celati fra le pareti domestiche, mentre i rapporti di buon vicinato appaiono invadenti e occasioni di pettegolezzo.
Lo stile, caratterizzato da poetica lentezza, e il racconto, denso di colpi di scena e intreccio narrativo, procedono, di pari passo alle tecniche e alle tradizioni storiche, legate alle api, con un tocco di filosofia, che abbraccia i personaggi e coinvolge il lettore, toccandolo profondamente, grazie alla nostalgia evocativa delle situazioni narrate, mentre ogni segreto progressivamente torna alla luce.
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Kate Burkholder costretta al silenzio
Non ho rispettato l’ordine di lettura dei romanzi di Linda Castillo, ma sono riuscita ad apprezzarli ugualmente. Più di un anno fa, ho adorato il secondo romanzo della saga investigativa con i casi della detective Kate Burkholder, LA LUNGA NOTTE, che al momento resta il mio preferito.
Il primo della saga, COSTRETTA AL SILENZIO, introduce e presenta i vari personaggi principali, l’ambiente in cui si svolgono le indagini, ossia la cittadina rurale di Painters Mill, nello stato dell’Ohio, dove vive anche una nutrita comunità di amish dei quali, un tempo, anche Kate faceva parte.
Sebbene si trovi a investigare, fra non poche difficoltà, al suo primo caso importante, un serial killer particolarmente sadico che semina il panico nella cittadina, è proprio lei ad essere “costretta al silenzio” a causa di eventi legati al suo passato, talmente efferati che per poco non le hanno tolto il futuro.
Già sedici anni prima, infatti, quando lei era poco più che una bambina, un feroce killer, dal modus operandi analogo e mai catturato, aveva sconvolto le due comunità residenti nella zona di Painters Mill, gli amish e gli inglesi. Kate ha la sensazione di ritrovarsi nel passato, quando era ancora una indifesa amish, riprovando lo stesso dolore e la stessa paura, ma adesso ha più mezzi per difendersi e per fermare quella mente malata, assetata di sangue, colui che tutti hanno soprannominato “il Macellaio”, ma di cui lei è la prima a non riuscire a pronunciarne il nome.
Una storia complessa, intricata e profonda a livello interiore. Le scene del crimine sono indagate con l’aiuto delle moderne tecnologie e il ritmo delle indagini è serrato e avvincente, man mano che si iniziano ad ottenere i primi risultati, ma senza trascurare inattesi colpi di scena. Consigliato.
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Il mio preferito di Beth Kery
È un romanzo che unisce l’erotismo al sentimento, ma non è esente di tutti meccanismi narratologici della suspense e del mistery.
Lei, Sophie Gable, è una donna morigerata, irreprensibile, e una brava psicologa che si trova a dover curare l’uomo che da anni è al centro dei suoi pensieri.
Lui, Thomas Nicasio, è un uomo d’affari, affascinante e cordiale, con cui ha avuto solo formali rapporti di cortesia, ma improvvisamente si presenta da Sophie con tutti i sintomi da stress post traumatico, quali amnesia temporanea e scatti di aggressività. Sembra un’altra persona.
Lui, Thomas, non è l’uomo romantico e perfetto che siamo abituate a trovare negli Harmony. Spiazza un individuo così tormentato e prepotente, un uomo che si impone e che tende a prevaricare la dolce Sophie, che, forse, soffre della sindrome da crocerossina perché vuole aiutarlo a tutti i costi, anche se potrebbe essere rischioso. In realtà, in pericolo sono entrambi. Lui, perché c’è qualcuno che lo vuole morto e non lo sa. Lei, perché si ostina a tenerlo vicino a sé, soprattutto per controllare le fasi del suo forte trauma psicologico e scoprire cosa abbia causato in lui un vuoto nei ricordi recenti. C’è qualcosa che l’ha scioccato a tal punto da aver voluto consciamente rimuoverla o è stato aggredito e, avendo battuto la testa, ha perso temporaneamente la memoria? Sophie è tormentata dalle condizioni di Thomas, poiché lo vede confuso e strano, mentre lui sfoga questa sua condizione con un’intensa, incontenibile ed inesauribile energia sessuale.
Il personaggio di Thomas, così cupo e tenebroso, spiazza, ma non delude. È bello scoprire che le cose che lui non ricorda risultano come buchi nella narrazione. Questo meccanismo narrativo è particolarmente adatto ad aumentare il mistero della storia, dove non mancano esplosioni, omicidi, boss malavitosi e agenti dell’FBI che cercano di fare il loro lavoro.
L’erotismo non manca, anzi è la componente principale. Ma anche l’azione e l’intreccio creano una travolgente storia in cui ci si aspetta di tutto. La situazione è davvero esplosiva, come dice il titolo, e la sensualità crescente nelle vicende sentimentali della coppia di protagonisti subisce un’escalation di seduzione davvero fantasiosa e peccaminosa. I momenti hot sono davvero tanti, soprattutto una volta che la storia e i vari personaggi in azione (protagonisti e secondari) sono stati ben delineati nei loro ruoli e si sono creati i primi sospetti su chi possano essere i cattivi, ma senza mai indicarli con chiarezza.
Il finale è a sfondo rosa, ma anche intrigante, come gran parte dell’intreccio di questo avvolgente romance. È una lettura piacevole, adatta ad un pubblico femminile che, oltre al sentimento, vuole altro: un tocco di mistery, con colpi di scena, momenti di sesso per adulti e un gradevole e romantico lieto fine.
VOTO 10+
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Ipocrisie, segreti e indifferenza da adulti
Un libro che non lascia indifferenti, nel quale si provano tutte le emozioni, dalle risate alle lacrime, dalla riflessione esistenziale profonda al pensiero più frivolo e di basso livello. Forse c’è un po’ troppo.
Il seggio vacante rappresenta perfettamente la società e gli individui del mondo contemporaneo, non soltanto inglese. Le situazioni narrate potrebbero adattarsi o potersi riscontrare in qualsiasi società, in qualsiasi, piccolo o grande, centro abitato.
Gli esseri umani sono esattamente come li descrive J. K. Rowling.
Tantissimi personaggi vivono nelle pagine del romanzo, che in svariate parti riassume gli elementi essenziali di una soap opera. L’idillica cittadina inglese di Pagford è totalmente diversa da come appare nelle prime pagine. La cordialità e l’affiatamento fra concittadini lasciano progressivamente il posto al cinismo e alla totale indifferenza. Vince l’egoismo, quando ci sono di mezzo determinati interessi e l’idillica situazione iniziale non può reggere. Pettegolezzi, gelosie, tradimenti e politica fanno intrecciare le vite di tutti i personaggi e le loro vicende, orientate da desideri, sogni e speranze.
Una morte improvvisa lascia vacante un seggio all’interno del consiglio cittadino di Pagford e subito il paese inizia a manifestare il suo vero volto.
Accantonato Harry Potter, la Rowling cambia totalmente registro in un romanzo per adulti che, però, non mi ha convinta totalmente. Forse per via dei troppi personaggi in cui non mi sono immedesimata. Forse per alcune scene troppo lunghe, che avrei preferito più concise e sintetiche. Forse per quei frequenti e lunghi incisi, racchiusi tra parentesi, che mi hanno fatto perdere il filo del discorso anziché chiarirlo.
È migliorato nel finale, ma non si è salvato totalmente.
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Sarà l'inizio dell'eternità
“La Divina Commedia è così satura di velati riferimenti religiosi, politici e filosofici che Langdon suggeriva sempre ai suoi allievi di studiare il poeta fiorentino come si studia la Bibbia: leggendo tra le righe nel tentativo di coglierne il significato più profondo.”
Molto atteso e molto desiderato questo libro ha, però, qualche piccola pecca.
Dan Brown riesce a gestire, nel consueto modo, la narrazione, creando, come sempre, situazioni estreme che il suo Robert Langdon deve affrontare insieme a svariati e concatenati enigmi da risolvere. Lui spiega tutto il suo ragionamento e il discorso fila, ma non sempre è piacevole. A renderlo ancora più interessante è che questa volta gli enigmi abbracciano le tre cantiche della Divina Commedia e tutti i riferimenti, storici e leggendari possibili, relativi al celebre poeta Dante Alighieri. Inoltre, oltre all’arte prettamente analizzata dal punto di vista letterario si affiancano la scultura e l’architettura dinanzi a cui il nostro Robert Langdon non può non restare colpito. Firenze, Venezia e Istanbul sono le location nelle quali il professore esperto di Simboli ci trascina, correndo e cercando, per scoprire quale verità e quale insana follia c’è dietro la sua corsa per salvare se stesso e il destino dell’umanità. Ad affiancarlo c’è la dottoressa Sienna Brooks che cerca di aiutarlo a risolvere gli enigmi, poiché oltre all’arte e alla letteratura includono anche nozioni di genetica.
È indubbiamente un libro interessante e le consulenze di cui si è avvalso Dan Brown hanno dato il loro apporto e contribuito a creare un prodotto commerciale interessante, ma non hanno potuto impedire un paio di “ma”.
Dopo essere iniziato letteralmente con il botto, questo romanzo alterna sequenze adrenaliniche, di azione, sparatorie e inseguimenti, ad altre parti troppo accademiche e dottrinali che non sono sempre di elevato gradimento e non risultano ben amalgamate con il resto della narrazione, che subisce rallentamenti non desiderati. Nonostante tutto la tecnica narrativa di Dan Brown, costituita da capitoli brevi con relativo colpo di scena finale, crea effetti di suspense che invogliano il lettore a continuare.
La trama, opportunamente sintetizzata, si presta ad un adattamento cinematografico
La seconda pecca riguarda il formato cartaceo del libro la cui copertina rigida si è andata sgretolando durante la lettura delle 500 pagine, cosa che non succede con altri libri di uguale o superiore numero di pagine. Il rapporto qualità-prezzo non è giustamente motivato. Vi ricordo che il prezzo di copertina è di € 25. Forse avrei dovuto optare per il formato ebook per evitare di scoprire questa seconda pecca.
“C’è un antico detto, spesso attribuito a Dante. […]. Ricorda questa sera, perché sarà l’inizio dell’eternità.”
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Un mistero sepolto nel ghiaccio
Un viaggio che non va come dovrebbe e tanti, tantissimi imprevisti e situazioni inquietanti e cariche di mistero.
Il silenzio del ghiaccio di Tess Gerritsen ci porta con il medico legale Maura Isles in montagna per un weekend fra cime innevate in un paesino sperduto e, per di più, disabitato, dove tutto parla di un improvviso e inquietante abbandono. Mentre Maura Isles cerca di sopravvivere con un gruppo di amici, l’unico ad accorgersi della sua inspiegabile assenza è l’uomo che ama, ma che non può essere totalmente suo, il prete Daniel Brophy. È proprio lui ad attivare la detective di Boston, Jane Rizzoli, e a metterla sulle tracce della comune amica, misteriosamente scomparsa.
Il romanzo precede quello letto poco tempo fa, L’ultima vittima, e infatti mi era già nota qualche evoluzione futura delle vicende e dei personaggi. Nonostante tutto, non ne ha intaccata l’ottima qualità stilistica e narrativa della Gerritsen che ha ideato un’altra storia avvincente, inquietante e che tiene il lettore in tensione fino alla fine, creando un finale non banale, ma interessante e innovativo per il genere.
Adatto a chi ama le storie di suspense e di mistero, scritte bene.
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e in generale a chi ama i gialli soft che nno mancano di suspense e mistero
C’è sempre qualcuno che mente
È un libro che volevo leggere da tanto, essendo una fan della serie tv L’ispettore Barnaby.
Leggere questo giallo, mi ha catapultata nella serie tv, tra gli attori e gli splendidi paesaggi di campagna, di una puntata che, tra l’altro, avevo già visto ed è tra le mie preferite, anche se non ne ricordavo, con esattezza, il titolo.
È un giallo classico, alla Agatha Christie, fatto di interrogatori e indizi. L’ambientazione della piccola comunità rurale di Bradger’s Drift, nella quale i legami fra i trecento abitanti che la costituiscono sono più intricati e meno stretti di come appaiano, funziona dall’inizio alla fine del romanzo, mantenendo viva l’attenzione del lettore, mentre lo fa immergere in un paesaggio rurale incantevole.
L’ispettore capo Barnaby è aiutato dal giovane e inesperto sergente Troy, il quale ha scelto la carriera nella polizia più per la parte attiva, fatta di inseguimenti fra i campi e corse in auto a sirene spiegate, che per la raccolta, porta a porta, delle deposizioni.
Barnaby è simpatico e professionale, con problemi di stomaco e una famiglia composta in maggioranza da donne di carattere che, però, lo rassicurano e gli rendono gradito il ritorno a fine giornata. Se le ascoltasse di più, risolverebbe anche prima i suoi casi, perché loro hanno sempre un grande intuito e una serenità nel rielaborare le vicende criminali, pur essendo impegnate in tutt'altre attività e in vari hobby ricreativi.
Le sue indagini non riescono mai ad essere totalmente fuori dalla porta di casa. Lui pensa sempre ai casi da risolvere e la lotta per acciuffare i cattivi non la vede come una possibile vittoria sul crimine, poiché di cattivi ce ne sono sempre tanti e smascherare le loro bugie diventa sempre più complicato.
Nonostante le cittadine in cui indaga siano, quasi esclusivamente, costituite da arzille vecchiette, ci sono sempre pettegolezzi, retroscena inaspettati e soprattutto efferati ed irrisolvibili enigmi. Le indagini di Barnaby non sono mai noiose, ma sempre complesse e ricche di colpi di scena e di dettagli da ricostruire e Caroline Graham non se ne lascia sfuggire nessuno. Nemmeno in Ragnatele d’inganni.
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I ricordi sono tutto ciò che ci resta
“Se il mio tempo è finito, preferirei non andarmene in questo modo” diceva Ira, consapevole che “i ricordi sono tutto ciò che ci resta.”
“Dovrai avere cura del tuo cuore, se no finirà in mille pezzi.”
Queste e molte altre le pillole di saggezza che Nicholas Sparks dissemina fra le pagine del suo 17esimo romanzo e, se ne avete letto almeno uno dei precedenti, sapete bene di cosa parlo.
Ancora un altro indimenticabile, toccante, commovente romanzo, scritto abilmente e destinato a diventare un altro film, tratto dai bestseller di Nicholas Sparks, il cui nome è già una garanzia.
In LA RISPOSTA è NELLE STELLE, Nicholas Sparks riesce a superarsi. È all’altezza dei precedenti, ma con qualcosa in più, che lo rende superiore agli altri. Oltre all’amore vero, alla speranza e a quel senso di tragedia incombente, c’è la fortuna, quel tocco quasi magico, che può rendere tutto perfetto. Vi parlo di quell’incontro che cambia la vita e che sembra accadere per caso, mentre è il volere magico delle stelle a renderlo possibile, realizzabile, memorabile, un momento che conduce alla felicità più grande ed unica della vita.
Nicholas Sparks è l’unico che sa raccontare questo genere di emozioni che toccano il lettore nel profondo e riescono a commuoverlo, in un crescendo, dalla prima all’ultima pagina.
Stupendo! Nicholas Sparks ha scritto un romanzo anche più bello dei precedenti. Assolutamente da leggere.
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I LOVE FASHION e lavoro nella moda
Quale donna, per vanità o eccessivo senso estetico, non esprime il desiderio di poter affermare: “Lavoro nella moda”?
Angela Clarke ha avuto questa fortuna e, nel suo spiritosissimo romanzo chick-lit incentrato sul mondo della moda e sulla sua personalissima decennale esperienza nel settore, ci propone una protagonista femminile, se stessa per l’appunto, verso cui si prova subito simpatia. Ovviamente, la sua storia si basa su ricordi ed esperienze nell’appariscente mondo fashion della moda, ma è anche, per alcuni personaggi e situazioni, frutto della sua originalissima fantasia.
Da lettrice donna, mi sono ritrovata, sin dalle prime pagine, nel mio elemento. Ho seguito, con interesse e con tante risate, Angela che si districava nelle varie, paradossali ed esagerate situazioni lavorative.
La protagonista è una neolaureata che non ha le idee chiare su quale carriera intraprendere e, pur non avendo nessuna esperienza nel settore della moda, decide di buttarsi, di ottenere dei risultati esageratamente positivi. Fa tutto per un suo senso di rivalsa: in generale, nei confronti del mondo; nel particolare, verso il suo ex fidanzato perfettino, da lei soprannominato, per tutto il romanzo, Riga Da Una Parte, il quale osa rimpiazzarla con un’avvocatessa Nasona.
La situazione sentimentale resta presente, quasi come sfondo, per tutta la lunghezza del romanzo, ma, secondo me, i punti di forza e di originalità di I LOVE FASHION sono tutti nei racconti che riguardano lo sfrenato e festaiolo ambiente della moda, dove Angela si lascia travolgere e dove si impegna a dare il meglio di sé.
Ho trovato divertentissimo questo racconto del dietro le quinte del mondo della moda che, effettivamente, non è tanto patinato e glamour come appare dall’esterno. Davvero coinvolgente ed accattivante lo stile della scrittrice che riesce a presentare con ironia e satira anche situazioni che non lo sono normalmente.
Un punto di vista interessante per tutte le donne che sognano di far parte del mondo della moda e delle agguerrite fashioniste.
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Finche' ci saro' io, ci sara' la tua casa
“Finchè ci sarò io, ci sarà la tua casa.”
È proprio vero che, quando si tratta di fantasmi del passato che ritornano, LISA UNGER è la migliore.
Dopo DEVI TACERE PER SEMPRE, in SEPOLTA NEL BUIO, la scrittrice torna a indagare l’animo umano e i segreti che la psiche è in grado di nascondere. I segreti dei protagonisti appaiono attraverso le loro azioni volte a celare o a scoprire i tanti segreti che nascondono. Tantissimi personaggi, quasi tutti con ruoli da coprotagonisti, vivono a The Hollows che, molti anni prima, è stato teatro della misteriosa scomparsa della più bella donna del paese, la quale sembra sia fuggita con un misterioso spasimante, lasciando per sempre il marito e i due figli.
Michael, il figlio più grande, cresciuto e diventato uomo, vuole far luce sulla vicenda e chiede aiuto a Cooper, poliziotto in pensione, e ad una medium. Ma l’indagine coinvolge anche una scrittrice di successo e la sua irrequieta figlia adolescente, trasferitesi a The Hollows, piccola cittadina poco lontana da New York City, alla ricerca di pace e tranquillità.
Segreti inconfessabili, senso di colpa, dolore da abbandono e sentimenti repressi sono alla base di una trama intricata, ricca di suspense, narrata con raffinata scorrevolezza di stile e dovizie di dettagli sui personaggi e intensa analisi psicologica.
Un giallo denso di sfaccettature e colpi di scena, dove il dubbio e l’incertezza sono disseminati ovunque per appassionare un lettore esigente.
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Emma e Alexander forever
Mistero, intrigo, passione. Ecco i tre elementi alla base dell’ultimo romanzo storico di Mariangela Camocardi che in UN SEGRETO TRA NOI racconta una vicenda sentimentale, ambientata nel 1848 nel Regno Lombardo-Veneto.
Emma Savoldi si trasferisce dal cognato, il gelido visconte Alexander Lippi Monzani, per scoprire cosa si cela dietro la tragica fine di sua sorella Loretta e prendersi cura del piccolo nipote, Markus.
Emma è una donna forte e caparbia, ma è anche il contrario della sua avvenente e ammirata sorella. Il suo atteggiamento estremamente perbenista e da bisbetica la porta spesso a scontrarsi con l’affascinante cognato. Tra i due la scintilla fa scoppiare un incendio di passione e sentimenti contrastanti con cui entrambi faticano a prendere consapevolezza.
La trama è ricca di colpi di scena, grazie a dei cattivi multi sfaccettati e sempre pronti a ordire inganni subdoli e crudeli per tramare contro Emma e Alexander.
Mariangela Camocardi è tra le più acclamate scrittrici italiane di romance storici e con UN SEGRETO TRA NOI regala alle sue lettrici una storia romantica e imprevedibile per il susseguirsi di colpi di scena, che la rendono una lettura piacevolmente interessante e originale.
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I LOVE CHANEL: L'AMORE NON PASSA MAI DI MODA
“Tre cose non passano mai di moda: il tubino nero, il rossetto rosso e il vero amore.”
È proprio vero, ma mancano i romanzi chick lit di Daniela Farnese che diventano, meritatamente, dei bestseller del genere nel panorama italiano. Daniela Farnese è la Sophia Kinsella italiana e giustamente le sue lettrici aspettano, sempre trepidanti, il seguito delle vicende sentimentali della sua simpatica protagonista, Rebecca Bruni, chiamata dagli amici Coco, per la sua grande venerazione nei confronti della mitica Coco Chanel, di cui, anche in questo romanzo, ne ripercorre le tappe fondendole con gli eventi della sua vita.
L’amore sbocciato in VIA CHANEL N°5 fra Rebecca e il suo Étienne è ad un punto di svolta. Infatti, I LOVE CHANEL inizia proprio con i preparativi per il trasferimento di Rebecca a Parigi, la città degli innamorati, dove vive già il suo grande amore Étienne. A Parigi l’attendono la convivenza e il lavoro, quasi fianco a fianco, con Étienne nella stessa agenzia di eventi, di cui lui è il capo.
Ma c’è sempre un “ma” in qualsiasi fiaba, anche nella vita quasi perfetta di Rebecca Bruni. Oltre ai primi imprevisti e ai cambi societari, c’è sempre chi trama per separare la sognatrice Rebecca dal suo Principe azzurro.
Daniela Farnese, ancora una volta, regala alle sue lettrici una storia romantica, tutta al femminile, su come sopravvivere al giorno d’oggi nel lavoro e nelle sfide sentimentali alla ricerca e alla conquista del vero amore, che non sia quello che, come una fiamma, sia destinato a consumarsi, ma quello che sopravviva per sempre imparando a superare anche le prove più difficili, le situazioni più insidiose e le varie persone che tentano di insinuarsi in una storia dove l’amore unisce due anime gemelle che hanno avuto la fortuna di incontrarsi.
Gli aforismi di Mademoiselle Coco Chanel sanno guidare la protagonista nella giusta direzione e sapranno fare altrettanto con voi se siete pronte a divertirvi leggendo l’evoluzione dell’avventura sentimentale di Rebecca Bruni.
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Ti piacerebbe cambiare vita?
Approdo a Donato Carrisi con il libro L’ipotesi del male. Capisco subito che avrei dovuto leggere prima Il Suggeritore, ma non ho comunque problemi a comprenderne la narrazione e ad apprezzarlo. Nonostante il personaggio del Suggeritore venga spesso citato, resta comunque avvolto nel mistero. Il Suggeritore è sicuramente un romanzo da leggere, anche per la diffusa opinione positiva, che sento di poter estendere a questo libro e, perché no, anche ai successivi, visto il finale aperto.
L’ipotesi del male è un thriller che colpisce, per la trama, che propone persone scomparse, scivolate, volontariamente o meno, nel Limbo, le quali decidono di tornare per uccidere, passando così dall’essere vittime del sistema a diventarne i carnefici. Si parte, quindi, da una efferata e varia serie di omicidi che lasciano sconvolto il lettore e gli trasmettono quel senso di confusione, che provano anche i personaggi che indagano, tra i quali Mila Vasquez. Una tecnica narrativa, voluta e riuscitissima, che aiuta il lettore ad entrare nella storia; a coinvolgerlo nella logica delle indagini; nelle questioni antropologiche, che ne sono la base; nelle vite dei personaggi che si evolvono, mentre la narrazione si dipana. Avvincente, enigmatico, intricato e con imprevedibili colpi di scena, Donato Carrisi, al momento, il miglior scrittore di thriller del panorama italiano, riesce a conquistare, meritatamente, il giudizio positivo anche dei lettori più esigenti.
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Chi e' veramente Lady Lucinda Orrefors?
Simona Liubicich torna a distanza di un anno per farci sognare con una nuova storia romance che riprende alcuni dei personaggi del primo romanzo, Seduzione e vendetta, la coppia formata dalla marchesa Costanza Balbi e dal dissoluto ed enigmatico colonnello Simone Aldobrandini Colonna, che nel frattempo hanno formato una famiglia felice.
A sperare di fare altrettanto è un’altra coppia, formata da Lady Lucinda Orrefors, meglio nota anche come la Dama oscura, e dal giovane ufficiale italiano, Guglielmo Cannizzaro, barone di Monterotondo.
Anche la loro è una storia complicata dai loro ruoli professionali. La loro vicenda sentimentale, ambientata nel 1815, ha varie ambientazioni, essendo per così dire itinerante (Parigi, Londra, Roma e altri scenari).
Rispetto al primo romanzo, in Tentazione e Orgoglio, ruotano molti più personaggi, i quali complicano e rendono maggiormente avvincenti le vicende romantiche di Lucinda e Guglielmo. Degni di nota, perché molto ben caratterizzati, sono Jonathan Pelroy, conte di Stenton, e Rosario Irune Navarro Delgado.
Lei, Lucinda, è una figura più attuale e indipendente, nonostante il periodo in cui vive. Ha un passato angosciante e, a tratti, misterioso, ed un lavoro segreto, quello di essere una spietata e letale spia al servizio della Corona inglese. Il suo obiettivo è carpire informazioni sui piani di Napoleone, ma sul suo cammino, a complicare il suo lavoro, compare Guglielmo Cannizzaro e tutto cambia. Lucinda riacquista il suo lato umano, quello che la rende debole, perché ha a che fare con i sentimenti.
Simona Liubicich si è superata con Tentazione e Orgoglio, regalando alle sue lettrici una figura femminile dominante e delle complesse vicende sentimentali che sanno appassionare e rapire il cuore.
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Un agghiacciante futuro tinto di noir
Tutto ciò che non va bene nel mondo oggi viene proiettato in un fantascientifico futuro con Italo Bonera.
È il 2056 ed esistono ancora corruzione, abusi di potere, omertà, immigrazione clandestina, insieme a violenza, sesso e morte.
Agisce un personaggio che resta senza nome. È un insegnante che, per futili motivi o meglio senza un reale motivo, viene arrestato ed entra in un tortuoso sistema, ne resta intrappolato e lui non può fare altro che sperare di fuggire, anche a costo di fingersi un vegetativo per mesi, per non destare sospetti e per pianificare per se stesso una nuova, possibile, libertà.
Nella finta Democrazia, un regime totaldemocratico del futuro, il protagonista viene trasformato in un mercenario della Direzione Terza del Direttorato e qualcosa nella sua anima si spezza per sempre. La sete di vendetta si impossessa di lui e continua a cambiarlo. Non sarà il sangue versato a placare la sua anima.
Lo stile è incisivo, breve, fulmineo. Il ritmo della narrazione è serrato, avvincente e riserva vari colpi di scena e chiusura ad effetto dei singoli capitoli. La storia, di un uomo normale che progressivamente si trasforma, perdendo la propria umanità e lasciandosi sopraffare dal demone che è in lui, colpisce e fa immedesimare il lettore nel senso di sconforto e di insoddisfazione che alberga nel nostro subconscio.
Nel pessimismo per il futuro, c’è una sorta di energia atavica che spinge il protagonista a pianificare ed agire.
È un thriller che parla di un futuro agghiacciante che continua a schiacciare i più deboli e gli individui comuni. Un bel romanzo di fantascienza, made in Italy e finalista del premio Urania 2012, da non lasciarsi sfuggire.
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Morte su Facebook 2.0
«Quel tizio è come Google. Trova tutti.»
Veit Etzold è uno scrittore tedesco informatissimo nel settore informatico, ma anche esperto di criminologia, snuff movie e narratologia, in generale, perché ha ideato una storia verosimile ed attualissima. Tutto questo emerge dal suo ultimo romanzo, inquietante già dal titolo: Utente anonimo. L’originalità è sicuramente il punto di forza del romanzo, unita ad uno stile incalzante, avvincente, immediato, proprio perché parla di un mondo che ormai tutti conoscono, quello dei social network.
In Utente anonimo rende reali le paure di tutti quelli che vivono il mondo virtuale, come quello reale.
Il mondo e i pericoli di Facebook, Google, Youtube (chiamato Xenotube nel romanzo) e dei vari e più famosi social network, chat d’incontri, ecc. emergono e vengono spiegati chiaramente, di pagina in pagina. Il familiare mondo virtuale, che fa parte della nostra quotidianità, diventa il terreno di caccia per una mente malata, assetata di sangue. Utente anonimo dà voce a quei dubbi interiori di ognuno di noi: chi c’è dietro quel nickname? chi è veramente la persona raffigurata nelle foto? chi è che parla da quel video? chi è che risponde davvero alle nostre mail?
È una lettura interessante, che non risparmia i dettagli più cruenti. Un thriller informatico per appassionati del genere e non solo.
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