Opinione scritta da sonia fascendini
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Il vaso di Pandora
Annie vive da sola con la madre. A sedici anni decide di chiamare la polizia e scoperchia un mondo difficile da credere. La madre infatti, da anni abusa di lei nei modi più terribili e disgustosi. Non riuscendo a soddisfare in questo modo la sua mente perversa, rapisce anche dei bambini, che uccide dopo averli torturati. La piccola Annie è la sua aiutante, che viene gratificata se abbastanza crudele e vessata se troppo indulgente. Dopo la denuncia la ragazza cambia nome e diventa Milly.si trasferisce in una famiglia affidataria, dove il padre è uno psichiatra, la madre è impegnata in casa e fuori e la figlia è una delle ragazze più popolari della scuola. Una volta sollevato il velo di quella che sembra una famiglia perfetta Milly, vede tutto quello che c'è sotto. La scuola, gli amici e la nuova famiglia però non riescono ad alzare il velo che protegge Annie, ancora vigile e attenta sotto le spoglie dell'indifesa Milly.
Trovo questo libro, scritto da una professionista nel settore della malattia mentale, originale e intrigante I temi trattati sono i più svariati: dall'abuso di sostanze di vario tipo, al bullismo a scuola, ai maltrattamenti in famiglia. L'autrice è molto brava nello svelarci poco a poco quello che è successo a Annie e quello che sta succedendo a Milly. Il finale è del tutto inaspettato, ma credibile ed in linea con un ottimo romanzo.
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Per essere rosa è rosa
Immaginatevi una città tutta dipinta di rosa, con nell'aria il profumo più dolce mai sentito. Dentro mettiamoci dei negozi tutti avvolti nel tulle, naturalmente nei colori pastello. Poi popoliamola di omini di marzapane, riccamente decorati con panna, cioccolatini e frutta candita. Ecco questa è l'aria che si respira in questo romanzo. Tutto è infarcito con le più stucchevoli banalità legate all'amore di coppia. Tutti i protagonisti sono intelligenti, belli affermati e ottimi professionisti. Ogni posto in cui entrano è delizioso. Per non parlare di New York, dove si può girare da soli ad ogni ora, tutta è lindo e ordinato e chi più ne ha più ne metta. Anche la trama è in linea con tutto questa sovrabbondanza di bello e buono: due trentenni che sono agli sgoccioli con una storia d'amore di lunga durata si incontrano a una festa. Flirtano il tanto che basta, si dichiarano inorriditi all'idea di iniziare una nuova relazione e si giurano amicizia eterna. Ma il destino e i loro amici hanno progetti diversi. Devo dire che questo libro è un ottimo spot pubblicitario per la grande mela, il cui fascino viene ripetutamente sottolineato. Trovo che il continuo ripetersi della protagonista nel sottolineare il suo amore per questa città alla fine diventi pesante. La trama è scontata, non che mi aspettassi qualche colpo di scena da questo tipo di libro, però una scossettina ci poteva stare. Il modo di scrivere della Dickinson è semplice, lineare, insomma senza infamia e senza lode.
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di tutto un po'
Come sempre succede nelle raccolte di racconti ci si trova dentro un po' di tutto. Alcuni sono particolarmente ben riusciti, altri decisamente no. In questo caso non parliamo di una raccolta dello steso autore, ma della raccolta dei migliori racconti mistery del 2009. Jeffrey Deaver, il cui nome campeggia in copertina si è occupato solo della scrematura finale dei racconti che gli sono stati proposti da altri. Nel complesso trovo che questa raccolta sia riuscita abbastanza bene e che il curatore sia stato capace di mettere assieme esempi di tutto quanto può essere inserito nella categoria di thriller o di noir. I venti autori scelti declinano col loro stile e dal loro punto di vista la paura, la rabbia, la tensione e i brividi. Probabilmente ogni lettore riuscirà a trovare qualche racconti di suo gradimento, ma vista la vastità e la varietà del materiale,difficile che qualcuno sia così eclettico da apprezzarli tutti in blocco. A me è piaciuto pe esempio il racconto di Connelly: un modo diverso di affrontare il dramma di un genitore che si "dimentica" il figlio in auto.
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Esordio interessante
Thérèse è una trentenne inquieta. Ha lasciato il fidanzato, si è trasferita a Lisbona dove non conosce nessuno e ha "un intruso" nella pancia. Tra i suoi tormenti interiori, le passeggiate solitarie e le puntate al bar si intromette una telefonata. Sua zia Louise la invita ad andare in Corsica a trovare la nonna. Sembra che l'anziana abbia deciso di anticiparle una parte della sua eredità e servono alcune firme. La ragazza parte e si trova in poche ore in un ambiente surreale.L 'isola e in particolare Cap Corse è una zona aspra, più respingente che accogliente, quasi inadatta ad accogliere la razza umana. Lo stesso sembra dirsi degli abitanti del paesino di origine di Thérèse: Talmente elusivi da essere difficili da vedere. La vita sembra svolgersi dietro le persiane chiuse e le tende appena scostate per spiare chi passa in piazza. Tutti ostentano di farsi i fatti proprio eppure individuano uno straniero alla prima occhiata, lo catalogano e lo sfuggono. Già la prima notte che la ragazza passa nella casa di sua nonna ha un assaggio di quello che l'aspetta. Un intruso infatti uccide l'anziana buttandola da una scogliera e ruba i documenti della nipote. Da qui partono le indagini private di Thérèse per capire da un lato chi sia l'assassino e dall'altro di conoscere la storia della sua famiglia. Una storia fatta di segreti che tutti conoscono ma che nessuno le vuole svelare, perché sembra siano così terribili da non poter essere raccontati.
Questo è uno di quei libri che fa fatica a partire, ma poi una volta presa velocità non c'è più modo per fermarne la corsa. La partenza è decisamente confusa: le prima pagine fanno venir voglia di lasciare perdere. Due dei protagonisti si alternano nel raccontarci la loro vita ma in modo così criptico da creare solo confusione. La parte ambientata in Corsica invece cambia completamente: Thérèse e l'amico Wiliam continuano ad alternarsi nel racconto, ma in modo più chiaro e continuo. La Piazza è brava nel fornirci i dettagli della storia poco alla volta, così da creare non solo nell'isola ma anche nella nostra mente un clima di sospetto che non risparmia nessuno. Ne esce una trama che, anche se non sempre del tutto credibile è comunque intrigante e piena di spunti di riflessione. Belle le descrizioni che l'autrice fa del paesaggio aspro del Cap Code. Interessante anche il tema che parallelamente a quello del delitto viene sviluppato. Il rapporto con i figli infatti tormenta molti dei protagonisti. Il piccolo "intruso" nella pancia della protagonista, la figlia defunta che visita William, tutti i componenti della famiglia di Thérèse che sono stati genitori e figli discutibili.
Nel complesso bell'esordio per questa ragazza di professione scout letterario che questa volta ha deciso di esporsi in prima persona.
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Fuoco e fiamme
Secondo l'investigatore di Scotland Yard Thomas Lynley il delitto perfetto esiste. Però non è come molti credono quello dove non esistono prove, ma quello dove ne esistono così tante da confondere le idee alla polizia. Insomma l'abilità del criminale non deve stare tanto nel nascondere, quanto nell'indirizzare le indagini su più fronti possibili. E' quello che succede alla morte di un noto giocatore di cricket soffocato dal monossido di carbonio prodotto dalla combustione di una poltrona. In realtà gli investigatori si accorgono subito che si tratta di un assassinio, ma da parte di chi? E si tratta di un maldestro tentativo di inscenare un suicidio, di una scena abilmente studiata per incastrare qualcuno o di altro^. E poi, siamo sicuri che la vittima sia quella giusta^. Sono talmente tante le domande e altrettante le risposte che questa volta Lynley arriva a confidare alla sua campagna di lavoro Barbara Havers di essere vicino al suo primo fallimento .
Ancora una volta la signora George è riuscita a confezionare un romanzo , che nonostante la lunghezza invoglia i lettore a divorarlo con voracità. Gli investigatori sono già noti: il lord inglese elegante, colto e raffinato e la donna poliziotto stropicciata, sboccata e priva di tatto. una coppia che senza l'abilità della scrittrice avrebbe potuto diventare un macchietta. In realtà la coppia è credibile, ben amalgamata e capace di offrire anche momenti di divertimento. Le incursioni nella loro vita privata sono misurate e discrete, ma sufficiente a rendere questi personaggi ormai diventati familiari più umani.
Bella e allo stesso tempo tragica la trama con tutta la varia umanità che come sempre viene toccata dalle indagini. Fino alla ultime pagine le ipotesi su chi sia il killer si sprecano. Noi siamo in possesso di tutte le informazioni che ha Scotland Yard e siamo lasciati liberi di farci la nostra opinione. Solo alla fine avremo la conferma o la smentita delle nostre ipotesi.
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buona anche la seconda
Ho affrontato il secondo capitolo della serie su Cormoran Strike con una certa aspettativa e devo dire che non è andata delusa. La signora Rowling ha mantenuto in pieno le promesse fatte col primo capitolo. Un giallo, che non è solo tensione, sangue e assassini. Il protagonista principale di questo libro è infatti l'investigatore privato più che le indagini o gli indagati. Cormoran è figlio illegittimo di un'importante rock star, è un reduce di guerra, dove ha lasciato una gamba fino al ginocchio. Inoltre fatica a superare la fine della sua storia d'amore durata sedici anni con una donna che più bella non potrebbe essere. Volete dell'altro? vive accampato in un monolocale dove la sua enorme mole è incompatibile con la presenza di mobili e forse si sta invaghendo della sua assistente, che è quasi felicemente fidanzata. Ma visto che per qualche legge cosmica non tutto può andare male a un uomo, Cormoran ( che dire dl nome che gli è capitato in sorte?) è un ottimo investigatore. Ha fiuto, faccia tosta, piace nonostante i suoi limiti alle donne ed è guardato con sospetto ma anche rispetto dagli uomini. Attorno a questa figura così ingombrante che avrebbe potuto inglobare completamente la storia l'autrice è brava a costruire delle storie. Le indagini ci sono, eccome: dettagliate, precise e credibili. L'astuzia, la capacità dialettica e l'inventiva di Strike gli fanno superare in parte i suoi limiti. per il resto è capace di ricorrere all'aiuto di amici e conoscenti ben lieti di diventare investigatori per un giorno.
Dimenticavo la trama. Una donna evidentemente squattrinata, triste scialba e piangente si presenta di Strike chiedendogli di trovare suo marito. Secondo lei si trova a una convention di scrittori, dove si è rifugiato per sfuggire ai doveri verso di lei e la figlia. Contro ogni logica l'investigatore accetta il caso, che si rivela in realtà uno degli omicidi più efferati e ambigui che gli siano mai capitati. Zoppicando per Londra e dintorni intreccia la sua vita con una serie di personaggi inquietanti, malati nella mente e nel corpo e soprattutto bugiardi. Vede tutto, archivia nella mente i dettagli e al momento giusto è pronto a catturare il colpevole.
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Daniel vs mostri 2 a 0
Dopo oltre trent'anni dall''uscita di shining King ci propone il seguito. Nel frattempo il piccolo Daniel Torrance, sopravvissuto all'Overlook hotel e ai suoi mostri è cresciuto. Quell'esperienza non poteva che averlo segnato e così il suo stile di vita somiglia molto a quello del padre. Alcool e ira la fanno da padrone. Però almeno sono capaci d tenere a freno la "luccicanza^ e tutto quello che ne consegue in termini di visioni e di lettura del pensieri con conseguente conoscenza di segreti che sarebbe meglio restassero tali. Dopo aver toccato il fondo, grazie all'aiuto di alcuni amici che gli sono affini per la predisposizione all'alcool o per avere in comune con lui un certo sesto senso, tenta di cambiare. Assunto in una casa di riposo, diventa doctor sleep: un inserviente particolarmente sensibile verso gli anziani che stanno morendo. Grazie al suo dono conosce anche Abra una bambina dotata di un potere infinitamente più forte del suo. La sua particolarità le attira anche l'attenzione di un gruppo di camperisti all'apparenza innocui. In realtà si tratta di vampiri moderni: una specie di Dracula in bermuda e ciabatte. Inevitabile sarà lo scontro anche con questi mostri.
Libro molto bello soprattutto nella parte in cui descrive la vita di Daniel e le sue bassezze. A me è piaciuta meno, ma solo per questione di gusti personali, la parte fantasy. Nel complesso, comunque è un libro che si lascia leggere. coinvolgente e capace di far riflettere in alcuni punti, leggero e divertente in altri. Molto diverso sia nel contenuti sia nello stile rispetto al primo capitolo mette ben in evidenze che oltre che per il protagonista anche per lo scrittore sono passati parecchi anni.
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Danny vs mostri 1 a 0
Jack Torrance è un trentenne alcolizzato, tendente a diventare violento, vicino non solo a toccare il fondo, ma a iniziare a scavare per andare più in basso. Sembra la descrizione perfetta del soggetto di cui si potrebbe facilmente approfittare un malintenzionato. Così non sembra, almeno all'inizio, quando un amico ricco lo raccomanda come guardiano per l'Overlook hotel, un albergo di lusso sui monti del Colorado. Il mastodonte, durante la stazione fredda viene letteralmente sommerso dalla neve e necessita la presenza di qualcuno che limiti i danni dei rigori invernali. Proprio qui accompagnato dalla moglie Wendy e dal figlio Danny, Jack decide di provare a risalire la china. Lontano dall'alcool, dallo stress e dalle critiche dei conoscenti, niente gli impedirà di scrivere il suo romanzo e di ripulire la sua immagine. Ma con una moglie che fatica a fidarsi ancora di lui e con un figlio dotato della "luccicanza": un potere che lo rende capace di leggere nella mente degli altri, la cosa non è semplice. E si farà ancora più difficile quando le entità che abitano nell'albergo si risvegliano, adocchiano una preda facile come Jack e decidono di servirsene per appropriarsi del potere di suo figlio. Questa sorta di vampiri giocano scorretto: usano la paura, le debolezze delle loro vittime. Mentono, lusingano e fanno vane promesse proprio come il più navigato dei truffatori. Hanno però sottovalutato le risorse infinite di un bambino di cinque anni ancora capace di credere nelle promesse degli adulti.
Un classico dell'orrore, capace di far sussultare il lettore con immagini sicuramente irreali e impossibili, ma comunque tanto nitide da essere credibili. Si tratta di un volume uscito per la prima volta nel 1977 e che quindi ha uno stile che ricorda molto i thriller del passato, che io di solito preferisco a quelli attuali. Peccato aver visto prima di leggere il libro la trasposizione cinematografica di KubriK che ha tolto un po' di tensione.
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E se fosse tutto un incubo?
Quando Emma si chiamava Susan aveva una bella casa, un marito devoto e soprattutto un bel neonato profumato da stringere ed abbracciare. Adesso Susan si chiama Emma, è una ex carcerata, vive da sola nel terrore che qualcuno possa conoscere il suo passato, il marito l'ha lasciata e non ha più figli. Perché le hanno detto che è stata lei a uccidere suo figlio, che lo ha fatto a seguito della depressione post partum e poi lo ha rimosso. Tutti glielo ripetono e così deve essere, o no? L'arrivo, davanti alla porta di casa di alcuni messaggi ambigui le fanno sospettare di essere stata la vittima di un complotto, e con l'aiuto di quello che crede sia un giornalista inizia a fare delle indagini. E' convinta che suo figlio sia ancora vivo, ma perché le hanno raccontato che lei lo ha uccisa e poi chi sono gli autori di una trama così perfida.
Romanzo originale cha fa leva su quella che probabilmente è la segreta speranza di tutte le persone che hanno perso un caro. Non è vero, è tutto un errore, nonostante le circostanza dicano il contrario.
La prima parte, con continui passaggi tra il passato e il presente è invece piuttosto ambigua, perché si fatica a capire dove l'autrice voglia andare a parare. Tutto viene poi spiegato a tempo debito, ma per quasi tutta la durata del romanzo rimarremo nel dubbio chiedendoci se Emma sia una donna razionale e intuitiva o se Susan le abbia trasmesso la sua follia.
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A caccia di fantasmi
Una strana coppia si incontra sulla costa Blancal in Spagna. Nel luogo deputato a zona di vacanze per famiglie e a posto dove trascorrere la pensione per anziani del ceto medio Sandra e Julian sono messi assieme del destino. Lui è un cacciatore di nazisti che in realtà non ne ha mai catturato nessuno. Lei è una trentenne incerta, incinta e indecisa su che cosa fare. La scelta la fanno per lei due simpatici vecchietti che la soccorrono sulla spiaggia a seguito di un malore. La portano in una casa da favola, la coccolano, la lusingano, le offrono un lavoro e tutte le attenzioni che desidera. Viene adocchiata anche da Julian che po' per salvarla, un po' per usarla per i suoi scopi le rivela che in realtà lei è finita nella tana di due dei peggiori criminali nazisti ancora in circolazione. Piano piano i due riescono a ricostruire l'identità anche di altri anziani "per bene" che vivono nel paesino spagnolo, portando alla luce uno scenario inquietante.
Trovo che la Sanchez, e chi si è occupato della traduzione, scriva con uno stilo chiaro accattivante, con molta attenzione all'uso delle parole. Il prodotto finale quindi risulta una lettura gradevole, che scorre senza intoppo sotto gli occhi del lettore. Il contenuto invece è forse troppo inverosimile. Troppe le coincidenze fortunate, gli incontri per così dire casuali.
Mi è piaciuta, invece la scelta della scrittrice di descrivere gli ex nazisti come delle persone sul viale del tramonto, sì, ma ancora con gli istinti predatori che li hanno caratterizzati i gioventù. Patetici, nel loro desiderio di restare giovani, ma ancora estremamente pericolosi perché decisi a non mollare. A volte la forza data dalla disperazione è maggiore di quella data dalla certezza di avere ancora in mano il potere.
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Sulla corda dall'inizio alla fine
Un'auto investe una donna durante la notte. Cambio repentino di scena, con noi che non ci dimentichiamo di questo delitto, ma ogni tanto ci chiediamo se la George ci ha preso per il naso con un inizio ad effetto. Con un balzo indietro di alcuni mesi ci imbattiamo in un altro incidente stradale sospetto. Da qui entrano in campo Thomas Lynley con Barbara Havers. Le indagini li portano a indagare sull'assassinio della figlia della donna finita sotto le ruote di un Suv. Quel delitto in realtà era già stato rapidamente risolto dalla polizia con tanto di condanna, già scontata da parte della baby sittter. Difficile, però non cadere nello scontato e pensare che la galeotta appena uscita di galera non abbia pensato di vendicarsi uccidendo una delle sue accusatrici. L'autrice ci presenta i personaggi poco alla volta, facendoceli osservare a volte dal buco della serratura, a volte mettendoli in piena luce. ogni volta che cambia prospettiva, riesce a fornirci dettagli che prima ci erano sfuggiti. Il tutto riuscendo a essere credibile e a mantenere sempre vigile l'attenzione del lettore. La George riesce a farci sospettare di tutti, proponendoci le teorie che avanzano gli investigator mano a mano che mettono assieme il puzzle e tutte sono verosimili. Così. solo alla fine scopriamo la verità, forse. Molto bello anche il finale, inaspettato e che decisamente lascia di stucco.
Bel giallo, che ha tutti gli elementi che servono per intrigare il lettore, senza tutto il sangue e la violenza di cui si può fare a meno. Adatto per chi ama i romanzi un po' alla vecchia maniera, scritti con attenzione ai dettagli e ai personaggi ognuno dei quali è delineato con precisione ed ha un preciso scopo dentro la storia.
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per romantici e sognatori
Clarice, una ragazza che vive nella Germania di inizio "800, diventata rilegatrice dapprima per passione e poi per lavoro inserisce nella copertina di un volume un messaggio che dovrà servire a chi lo troverà a conoscere la sua storia e attraverso una sorta di caccia al tesoro a scoprire un segreto. Lo troverà 200 anni dopo Sofia, una romana di origini tedesche sposata, ex bibliotecaria, ex ragazza entusiasta della vita. Il foglio inserito nel primo volume di una trilogia dello scrittore tedesco Fohr, che lei ammira e da cui è ispirata, la spinge ad un passo che non ha il coraggio di fare. quello di lasciare il marito per il quale si è annientata, senza riuscire però a compiacerlo del tutto. Convinte di essere in debito con Clarice per averla aiutata in questa svolta vuole ripagarla portando alla luce i suoi segreti. Ad aiutarla in una viaggio attraverso l'Europa sarà Tomaso, un grafologo ed esperto di libri antichi un po' blandito e un po' tormentato da questa donna insicura, e allo stesso tempo prepotente e capricciosa.
Cristina Caboni ha scelto di raccontare in parallelo le storie di queste due donne, alternando i capitoli che ricordano la storia di Clarice e quelli che ci informano sulle indagini di Sofia. Scelta azzeccata che ha fornito al lettore aspettative sulla continuazione delle due storie. Mi è piaciuta la ricostruzione che stata fatta dello scrittore Roth, con numerose citazioni sui suoi presunti libri. difficile trovare una scrittore che si impegni nella storia tanto da ricostruire anche gli scritti di uno dei suoi personaggi. Anche la parte che ci parla del lavoro di rilegatura dei libri è accurata e evidenzia uno studio dell'argomento, o quantomeno dimestichezza col tema.
Purtroppo il realismo della stria finisce qui. Le vicende di alcuni dei personaggi sono a dir poco inverosimili. Le montagne di disgrazie che si abbattono sulle spalle di alcuni sono bilanciate da impensabili gesti di generosità o colpi di fortuna al di là di ogni immaginazione. Allo stesso modo le ricerche dei libri sono completamente campate per arie e assolutamente gestite dal caso e dalla fortuna.
In tutto questo devo aggiungere che sono stati trattati temi come la violenza domestica, sia fisica che psicologica che mi sembra stonino in questo contesto leggero e rilassato.
Riconosco comunque alla Caboni il dono della coerenza, visto che anche il finale è in tema col resto del racconto. Il lieto fine è talmente lieto da non permettere di immaginare nulla di più perfetto.
Volume adatto a chi apprezza colpi di fulmine, destini scritti in cielo e donzelle portate in salvo da un aitante cavaliere..
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Troppa eleganza per me
Questa è una storia di solitudine e incomprensioni. Renée portinaia per lavoro e filosofa per vocazione si incontra con Paloma ricca borghese per nascita e ragazzina impreparata al mondo per scelta dei genitori disattenti. Il loro incontro, l'abbozzo di amicizia che riescono a creare le ammorbidisce, le fa avvicinare l'una all'altra ed al mondo reale. Mondo che così dedite a nascondersi hanno fino ad allora temuto e travisato. Fino a qui l'idea dell'autrice mi è piaciuta. Non riesco ad avere per le protagoniste molta simpatia, perché pur concordando sulla necessità di omologarsi quando si ha a che fare con persone mediocri, mi sembra che loro eccedano fino a diventare loro stesse prevenute e con un certo complesso di superiorità. Ma del resto i protagonisti di un libro devono intrigarci, non piacerci per forza.
Nonostante abbia apprezzato la trama tutta la parte di contorno alla vera e propria narrazione, mi ha rovinato la lettura. Le riflessioni di Renée e il diario di Paloma sono troppo complesse per me e anche fuori luogo in un romanzo mentre starebbero perfettamente a loro agio in un saggio. Ho comunque letto il volume fino alla fine, perché la curiosità ha avuto la meglio sulla noia e il finale mi ha sorpreso e mi ha fatto rivalutare tutto il romanzo..
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Inquietante all'ennesima potenza
Da chi si trova alla nascita un cognome che significa "massacro" non ci si può aspettare niente di meno che orrore, brividi e perché no, anche disgusto. In questo la signora Slaughter non ha tradito le aspettative. Protagonista di questo romanzo è Sara una pediatra che con una scelta di certo originale ha deciso di occuparsi anche di autopsie. Del resto anche lei è ambivalente: dolce, quasi ingenua per quanto riguarda le faccende private, ma implacabile e decisa quando fa le indagini. Così avanti senza mai fermarsi alla ricerca di spiegazioni per quello che è successo a Jenny. La ragazza: insignificante, grassoccia, quasi invisibile a scuola, all'improvviso estrae un'arma e minaccia di morte uno dei ragazzi più popolari della scuola. Sarà lei ad avere la peggio: uccisa dalla polizia. Ma quello che sembra il finale è solo l'inizio di una storia cruda e terrificante, perché fa traballare tutti i nostri punti fermi. Con la Slaughter dietro ogni angolo c'è una verità ancora peggiore di quella in cui siamo appena incappati. Ma Sara non si ferma e continua a indagare anche quando noi quasi la preghiamo di smettere, perché ne abbiamo abbastanza di brutture ed orrori.
Romanzo nel complesso ben scritto, con parecchi dettagli sui protagonisti. L'autrice ha la capacità di farci provare simpatia per alcuni personaggi, per poi farci cambiare repentinamente opinione. Niente di quello che scrive è casuale e niente è scontato. C'è solo da augurarsi che la sua fantasia abbia di gran lunga superato la realtà, perché storie di questo tipo sì che fanno rimanere svegli la notte.
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Donatori involontari
Neppure quando si trova alla prese con una lezione sulle sepolture precolombiane la Brennan riesce a tenersi lontano da pericolo. così durante degli scavi archeologici si imbatte in uno scheletro che sulla ha a che fare con gli altri. Arruolata nella squadra di medicina legale di Charleston per valutare le ossa raccolte l'osteologa si trova coinvolta nelle indagini per una serie di altro cadaveri che sembrano spuntare come funghi dopo un temporale, Tutti scheletrizzati, senza una causa evidente di morte e tutti trovati in circostanza differenti. Le indagini della donna, però portano alla luce stranezze, che da prima supportate solo da sensazioni e sospetti diventano poi certezze ed evidenziano un progetto criminale tanto crudele quanto complesso e ben studiato.
Questo volume fa parte di uno die primi che la Reichs ha dedicato a Temperance Brennan. Secondo me uno dei migliori. In alcuni dei successivi trovo si riscontri una certa noia e stanchezza che è comune a molte serie. In questo, però, la scrittrice è precisa a cruda nella descrizione della parte scientifica. le spiegazioni sono accurate e prive di orpelli. Allo stesso modo è appassionata e fantasiosa nell'indagare sulle personalità dei personaggi, sulle strategie criminali e sulle motivazioni dei sospetti. Questa commistione rende piacevoli e credibili i suoi romanzi. La trama inoltre è ben strutturata, originale e capace di creare un clima di aspettativa che non viene deluso dal succedersi degli avvenimenti, Avrei evitato tutta la parte sentimental.casalinga nella quale ci racconta le schermaglie amorose tra Temperance con i suoi ex marito ed attuale amante che si sfidano per il suo amore, ma pazienza.
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Un giallo "classico"
Ci troviamo in un seminario nella campagna inglese. di fronte l'oceano impetuoso e pericoloso. Attorno fragili falesie e pascoli sterminati. All'interno una scuola per sacerdoti che costituisce una comunità a sé. La struttura è sempre a rischio di scomparire da una parte perché la furia della natura ne minaccia la stabilità dall'altra perché la chiesa per ragioni di costi e di politica la vorrebbe chiudere. La presenza di opere d'arte di pregio la rende inoltre gradita anche a ladri e truffatori. La morte di uno studente viene classificata come incidente e sembra turbare poco la normale vita accademica.
Il padre del ragazzo. però chiede l'intervento della polizia di Londra per un supplemento di indagini. Viene inviato a fare una ricognizione l2ispettore Adam Dalgliesh che da subito intuisce che questa strana comunità è composta da parecchi personaggi che hanno ben più cose da nascondere che oggetti da esporre con orgoglio. Poco male, fino a quando sembra iniziare un'epidemia di decessi e i morti diventano quattro. A questo punto le indagini diventano ufficiali e subiscono un'accelerazione.
Bel romanzo, che però non incontrerà i gusti di chi ama il sangue il brivido e la paura. Lo stile della James si avvicina molto a quello dei giallisti del passato. I delitti ci sono e anche efferati, ma a scrittrice non si sofferma sui particolari macabri. Piuttosto si lancia in descrizioni accurate ed interessanti dei personaggi e si sofferma anche con poesia sul paesaggio e sugli ambienti. Il mistero viene svelato poco alla volta dosando con sapienza indizi, indiscrezioni e fatti reali e appurati. Questa commistione rende questo libro accattivante e attraente. Forse non inquietante come ci si auspica sia un thriller, ma di certo un ottima compagnia.
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complothriller
Alcune coppie di ragazzi scomparse, e poi ritrovate sotto forma di scheletri fanno supporre che in Virginia sia in azione un serial killer. Quando a scomparire è la figlia di una nota donna politica le indagini dovrebbero subire un'accelerazione, ma in realtà sembra ci sia quasi l'intenzione di insabbiarle. A decidere di fare giustizia per questi ragazzi è Kay Scarpetta, il capo medico legale della Virginia supportata dall'amico della polizia Pete Marino. La strana coppia si troverà a combattere contro FBI, CIA e altre sigle non ben identificate.
Un libro, che come ho voluto dire nel titolo della recensione à un giallo con tanto di vittime, indagini e sospettati. Ma indugia molto anche su teorie complottistiche che vedono le agenzie statali come concentrate più sul desiderio di preservare la loro rispettabilità, che a svolgere il loro lavoro. Due generi la cui commistione a me non è piaciuta tantissimo. Trovo che l'autrice sia riuscita a mantenere la sua solita chiarezza. le spiegazioni di tipo scientifico sono chiare e puntuali, i personaggi son tratteggiati quanto basta le indagini sono credibili e il finale accettabile. Tutta la parte di contorno, con i vari depistaggi, la vita amorosa della dottorezza mi sembra che abbiano appesantito parecchio la storia senza costituire un grande valore aggiunto.
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Perdersi nella magia dei boschi
Trisha nove anni parte con la madre e il fratello per una gita dentro una foresta. Ha portato la merenda, da bere, l'antizanzare no ma poco importa. Stanca dei litigi dei suoi due compagni di viaggio si ferma a fare pipì. Poi decide che non c'è niente di male se prende una scorciatoia. Solo che quella foresta, come solo negli Stati Uniti ce ne possono essere: così vicina alla città, ma allo stesso tempo così pericolosa, la ingoia.
Patricia Mcfarland però non è una cappuccetto rosso qualsiasi che si fa spaventare da un vecchio lupo affamato. nemmeno la intimorisce l'idea di essere circondata da migliaia di ettari di alberi, felci, animali selvaggi, insetti e paludi. Giorno dopo giorno continua a camminare con metodo risparmiando il cibo e le energie convinta che prima o poi troverà qualcuno in grado di portarla a casa.
Questo libro è crudele. King presenta a questa ragazzina prove insuperabili per un adulto figuriamoci per una preadolescente. Eppure con una forza che tutti vorremmo avere lei va avanti. convinta che "i mondo ha i denti e in qualsiasi momento ti può mordere" prende con calma, ma senza rassegnazione ogni cosa che arriva. E' capace perfino di andare in estasi di fronte a qualche animale che vede per la prima volta da vicino.
Mi è piaciuto molto questo libro anche se si allontana parecchio da quelli di King. Tutta la paura e la tensione deriva dagli stessi timori di Trisha, Non so quanto possa essere realistica questa storia per quanto riguarda la resistenza fisica e psicologica di una bambina. Però è raccontata in modo tale da farla sembrare vera e questo credo sia il ragione per cui è così terrificante.
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Quando i vampiri erano seri
In un paese della campagna americana c'è una casa che fa paura ai bambini e fa venire i brividi agli adulti. Per anni si limita a fare solo quello fino a quando contemporaneamente arriva in città uno scrittore seminoto e due antiquari allo stesso tempo affascinanti e inquietanti. Un cane viene trovato impalato sul cancello del cimitero. Poi un bambino scompare e il fratello muore pochi giorni dopo forse per un'anemia fulminante. Altre morti misteriose si succedono ed a queste si aggiungono la scomparsa dei cadaveri. Pochi collegano le cose, alcuni però lo fanno e decidono di agire affrontando il rischio di essere rinchiusi in manicomio. Il nemico però è duro da battere.
Vista la piega che hanno preso i film e i serial sui vampiri è piacevole rileggere un libro dove si trovano ancora i classici seguaci di Dracula. Stiamo in effetti parlando di un libro di oltre trent'anni fa quando anche gli horror erano molto diversi da adesso. Concordo con chi ha scritto la recensione prima di me: i riferimenti a Stocker sono lampanti. Però a me non hanno dato fastidio aglio. paletti di frassino e avversione verso le croci. Dopotutto i protagonisti si impegnano parecchio nello sfogliare libri horrror e manuali di magia per trovare il modo di sconfiggere il nemico. Sarebbe stato strano vederli trovare soluzioni di altro tipo.
Detto questo la trama non mi ha particolarmente entusiasmato pur trovandolo gradevole. Mi sono invece piaciute le descrizioni sia dei personaggi che delle scene. Trovo che lo stato di torpore del paese e il terrore puro nei momenti salienti del romanzo siano resi molto bene. Tutto è descritto in modo vivido e realistico, senza lasciare spazio a troppi scorrimenti di sangue inutili.
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la verità è scritta nelle ossa
" Sai Hippo, non sempre l'uomo nero si aggira per il cortile della scuola o alla fermata dell'autobus, Può essere il tizio che sta in salotto con il telecomando in mano."
Temperance Brennan , la famosa esperta di ossa viene a conoscenza di un poliziotto che sfoggia sul suo tavolo il teschio di una ragazzina. Si tratta di vecchie ossa e nessuno se ne preoccupa tranne lei e Hippo, un investigatore che si occupa di cold case. L'esame delle ossa le riporta alla mente la sua amica Evangeline scomparsa durante l'adolescenza. Il desiderio di sapere che fine ha fatto l'amica e il ritrovamento di alcune ragazzine sconosciute la spronano a condurre un'indagine pericolosa e a volte ai limiti della legge. Vengono alla luce e si intreccino storie di malattie di altri tempi, ma che ancora fano paura con storie di ordinaria perversione. Lupi famelici che adescano ragazzine si contendono il territorio con capo branchi che difendono a tutti i costi le loro lupe.
Bella storia scritta con la solita dovizia di particolari della Reichs . Sia il contesto in cui sono inserite le storie che la parte scientifica sono spiegate con dovizia di particolari. Abbondanza a volte anche eccessiva. La storia però è interessante, originale e con un finale inatteso.
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Stile vincente non si cambia
Seconda prova letteraria di Gilly Macmillan con risultati migliori che nella prima. Lo stile dell'autrice è lo stesso del volume precedente. La storia ci viene raccontata in prima persona da alcuni dei protagonisti della vicenda. I nostri ciceroni sono Zoe: la brava ragazza, Tessa la zia comprensiva e fedifraga, Richard lo zio alcolizzato e Sam l'avvocato nonché amante della zia. Ognuno di loro ci svela un pezzo della trama, ma anche il proprio punto di vista. Spesso dello stesso avvenimento abbiamo più punti di vista, che ben amalgamati rendono il racconto più ricco e interessante.
La storia inizia con un concerto per pianoforte interrotto in modo brusco da un uomo che si mette ad urlare contro una dei due esecutori. la ragazza scappa sul retro del palco ed inizia il suo viaggio nel passato. Apprendiamo che quell'uomo è il padre di un'adolescente morta in un incidente automobilistico. Alla guida dell'auto c'era Zoe senza patente e con un tasso alcolico ben al di sopra di quello consentito. Il fatto ha portato al divorzio dei genitori e al trasferimento per la ragazza in un'altra città. Qui il passato è stato accuratamente nascosto, anche al nuovo marito e a suo figlio. Nella famiglia della "seconda occasione" non c'è posto per niente che sia meno che perfetto. Il mattino successivo però tutta questa perfezione si sgretola: sua madre viene trovata morta e da qui comincia il vero e proprio giallo. Anziché soffermarsi sulle indagini la Macmillan punta sul lato umano dei protagonisti. chi sospetta chi, chi si sente in colpa e chi ha effettivamente commesso il delitto.
Doppia sorpresa nel finale che completa un romanzo decisamente piacevole e meritevole di essere letto.
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Solo ossa, poca carne
Pensando al lavoro di un osteologo me lo immagino in linea di massima noioso. Un sacco di lavoro da solo, ad analizzare ossa con lenti, e microscopio, alla ricerca di qualche minuscolo dettaglio. Mi immagino anche che questo lavoro richieda molta pazienza, tanta attesa, tante ricerche. Se lo scopo della Reichs era quello di creare quell'atmosfera c'è riuscita in pieno. Questo volume è lento, va letto con pazienza. Inutile girare velocemente le pagine quello che deve arrivare arriverà coi tempi di un osteologo, poco alla volta. Tutt'altra cosa invece è di solito un thriller, che incalza il lettore a non smettere di leggere fino all'ultima riga.
La trama invece è piuttosto complessa. la relazione tra Temperance e il suo Ryan è in un periodo di stanca, ma fa da filo conduttore a tutto il volume. Ci sono naturalmente gli omicidi da risolvere, che come sempre succede per la Brennan si presentano nella forma i resti scheletrici. In più c'è un giallo interno al laboratorio con ossa e denti per così dire ballerini, che compaiono dove non dovrebbero essere. La stessa Brennan è coinvolta in un tentativo di omicidio. Insomma di carne al fuoco ce ne sarebbe parecchia, ma il tutto è amalgamato in modo da dare poco slancio al libro.
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Sinfonia di un crimine
Il papà del "collezionista di ossa" ci riprova e ancora una volta fa centro. Da un autore di questo livello non ci si può aspettare niente di meno che un romanzo di buon livello e le aspettative non sono andate deluse. Mi sembra che il primo volume della serie , come spesso succede continui ad essere il migliore. Però, come è altrettanto frequente non ho trovato quella stanchezza quasi noia che di solito c'è quando le produzione seriali sono abbastanza corpose.
In una giornata come tante a Manhattan si presenta qualcuno di nuovo. Dalle apparenze si tratta di un serial killer nuovo fiammante. Gli elementi ci sono tutti: un rapimento in pieno giorno, davanti agli occhi esterrefatti di una ragazzina, la firma lasciata sul luogo del reato. In questo caso è un cappio fatto con la corda di un violoncello, Infine il video dell'impiccagione della vittima caricato in rete. E' giusto che anche i delinquenti si adeguino alla tecnologia,
Un Lincoln Rhyme e una Amelia Sachs prossimi a delle nozze che sembrano più temere che aspettare con ansia vengono attratti dentro le indagini. La scena cambia all'improvviso e ci troviamo a Napoli dove il nostro killer è andato in trasferta. Sembra che tra Spaccanapoli, i quartieri spagnoli e la zona rurale campana si sappia muovere altrettanto bene che tra i grattacieli della grande mela. Il suo primo rapimento, con tanto di laccio lasciato a terra non può che attirare l'attenzione dei migliori investigatori italiani. Al loro fianco arriva anche Rhyme con la sua squadra. A fatica riesce a fare breccia dentro il muro eretto dalla procura italiana, che alla fine cede ad insistenze e competenza.
La richiesta fatta da parte delle autorità statunitensi di indagare anche su un'accusa di stupro rivolta a un cittadino americano complica le cose. Ancora di più le complicano gli esiti delle indagini scientifiche portando a uno scenario abbastanza incredibile fatto di segreti, doppi e tripli giochi,
Lyncoln è sempre il solito preparato arrogante, ma incisivo e difficilmente colto in fallo. Fermo sulla sua sedia a rotelle dirige la sua Amelia che gli fa da braccio armato raccogliendo prove e partecipando ad irruzioni e arresti. Al loro fianco gli investigatori italiani che fanno una discreta figura, ma forse hanno a disposizione più mezzi di quelli di quelli che ci sono nella realtà.
Dall'altro lato Deaver ci affianca al killer, diventato "il compositore". Con lui apprezziamo la bellezza della musica intesa non nel modo più classico, ma anche come il rumore fatto da dei tacchetti sull'asfalto o dalle zampe di un topo sul cemento. Ci fa gioire con lui per i risultati ottenuti, ci insegne come attuare le torture. ma, come sapremo più tardi non ci racconterà tutto , ma solo quello che scegli di farci sapere.
Come ho giù anticipato non ho trovato molto realistico il finale. Poi guardo un telegiornale e mi chiedo se Deaver non sia a conoscenza di informazioni che a me mancano. In effetti la situazione italiana, soprattutto con riferimento al problema profughi è descritta in modo così dettagliato da farci capire che l'autore ha fatto bene i compiti a casa.
A proposito delle descrizioni di luoghi, cibi, abitudini sono indubbiamente dettagliati. forse fin troppo soprattutto per un italiano che sa giù di che cosa si parla. però trattandosi di un volume con respiro internazionale anche questa pedanteria, questo fare da maestrina forse ha il suo perché.
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Sospetti
Vi presento Sarah. La sua vita sta rasentando la perfezione. col nuovo e affascinante maritino fa il suo ingresso in una zona esclusiva, di un tranquillo ed elegante paese americano. La casa, manco a dirlo è la quintessenza della comodità e del buon gusto, i vicini sono cordiali, educati e disponibili.
Quando però scoppia un incendio, che uccide due suoi vicini e rende inagibile, anche la casa di Sarah, da questa enorme crepa, piano piano se ne diramano altre facendole intravedere cose che prima non aveva mai visto, Da donna fiduciosa, la ragazza si trasforma quasi in una paranoica, L'abilità della scrittrice è quella di creare una tale empatia con Sarah, ha metterci sul suo stesso piano. I suoi sospetti sono i nostri, i nostri dubbi sono i suoi.
Alla fine come nei migliori romanzi il cattivo viene catturato, ma non tutti i dubbi scompaiono.
Volume da leggere con leggerezza, ricco di personaggi, di descrizioni e capace a momenti anche di scendere in profondità nell'analisi dei protagonisti.
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I tormenti di Marie
Marie è un anestesista che prende molto sul serio il suo lavoro. Si rende conto e si compiace di sapere che la vita di perfetti sconosciuti è nelle sue mani per alcune ore. Si immedesima coi suoi pazienti, gli parla mentre sono addormentati, si immagina quale sia il loro destino. Lei, che ha la capacità di tenere tra la vita e la morte le persone, che resuscita i morti e ha il potere di allontanare i vivi dalla vita, però non sa vivere.
Dedita solo al lavoro, senza una vita amorosa, familiare o di amicizia che sia degna di questo nome. Perché se ne renda conto deve arrivare una tragedia. Nel suo lavoro dovrebbe essere normale almeno una volta perdere un paziente. Non lo è quando si tratta di un intervento semplice, su una bambina senza apparenti problemi e quando si è convinti di aver fatto tutto nel migliori dei modi.
Per Marie iniziano i problemi legali, le interminabili analisi di ogni dettaglio dell'intervento e i sensi di colpa. Sono soprattutto questi che le annebbiano la capacità di giudizio e le nascondono l'ovvio.
Ho trovato questo romanzo interessate. Scritto da un anestesista sicuramente fornisce dettagli accurati e veritieri su quanto succede in sala operatoria. L'autrice è precisa ed approfondita anche nell'analizzare i sentimenti della protagonista, le reazioni dei colleghi e dei suoi familiari. Forse indugia troppo nel sottolineare l'autocommiserazione di Marie trascinandoci in pagine e pagine di sensi di colpa che alla fine ci fanno perdere la simpatia che avevamo per la donna. Il finale, pur poco credibile è comunque inaspettato e capace di dare quel pò di frizzantino che è mancato per tutta la parte centrale del volume
Scritto in modo chiaro e scorrevole credo anche per merito di chi si è occupato della traduzione vista la presenza di molti termini medici.
Il genere? Una via di mezzo tra i serial televisivi ambientati negli ospedali ed un tiepido giallo.
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Anna Curtis loves
Anna Curtis, giovane procuratore della sezione crimini sessuali di Washington inizia la giornata raccogliendo la deposizione di una giovane donna picchiata brutalmente dal fidanzato. Si tratta di una mattina di routine, per chi fa questo lavoro. E' routine anche il fatto che la ragazza arrivata al dunque davanti al giudice ritratta la sua denuncia. Come è diventato ormai un fatto di cronaca, pochi giorni dopo la ragazza sarà rinvenuta cadavere. Primo indiziato è come ovvio il fidanzato.carnefice.
Anna, combattuta tra voglia di emergere sul lavoro e sensi di colpa per non essere stata abbastanza incisiva nel convincere la ragazza inizia ad imbastire un processo il cui esito sembra ovvio. In realtà non lo à per nulla
Nel frattempo la sua vita privata scorre parallelamente a quella professionale con una relazione niente di meno che con l'avvocato della difesa.
Penso che il giallo sia costruito piuttosto bene. I personaggi sono abbastanza da rendere interessante la trama, ma non così tanti da complicarla troppo. Abbastanza credibile lo svolgimento delle indagini e finale con il giusto in termini di sorpresa finale.
Tutto il contorno, in sostanza quello che caratterizza questa collana di romanzi, invece si avvicina molto a un romanzo rosa. Una storia d'amore da nascondere, corpi muscolosi e sudati sotto le lenzuola, sguardi ammiccanti ecc.
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Dubbi e segreti
Con questo romanzo Vitali vira verso il giallo. Giallo, ma non troppo, perchè lo stile è sempre il suo. Sono l'ironia. la voglia di irridere benevolmente istituzioni, regole e luoghi comuni i veri protagonisti di questo romanzo.
Questa volta conosciamo Il Dubbio, che suo malgrado si imbatte in un cadavere. Imbatte letteralmente perché la malcapitata sceglie proprio il suo remo, per farsi trascinare dal centro del lago di Como fino a riva. Tutto sarebbe semplice se non parlassimo del ragazzotto, poco sveglio e un po' scemo del villaggio di Bellano. Così anziché correre dai carabinieri avverte qualcun altro. Tra somiglianze inaspettate, lettere sibilline, polvere nascosta sotto i tappeti, piano piano Vitali ci prende per mano e centellinando le informazioni ci porta verso la soluzione del mistero.
Mentre le pagine scorrono e veniamo a conoscenza di innumerevoli dettagli sugli abitanti delle rive del Lario ci viene da chiederci se l'autore si sia dimenticato del cadavere che ci ha piazzato davanti dopo poche righe. Se ci stia prendendo in giro, divagando tra gare canore, scherzi crudeli e aneddoti simpatici. Ma poi come per magia ogni cosa trova il suo posto. Tutto è chiaro: non ci stava prendendo in giro, ci stava offrendo gli elementi per risolverlo il giallo da soli.
Decisamente al di fuori del modo consueto in cui gli autori si accostano a un mistero. Romanzo comunque gradevole da leggere, scritto con una passione per la scrittura e per il lago di Como che trasuda da ogni pagina.
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indagini e seduzione
Una ragazza, poi rivelatasi una squillo d'alto profilo, anzi quella di maggior profilo in assoluto in tutta Washington, precipita da una terrazza del Campidoglio. E' subito scandalo con coinvolgimento dei media e della procura federale ai più alti livelli. Fa parte del team Anna Curtis tanto avvenente quanto giovane sostituto procuratore della sezione crimini domestici. Suo superiore, nonché amante clandestino è il sostituto capo della sezione omicidi.
Le indagini seguiranno il loro corso tra intrecci continui della vita privata dei due e dell'attività forense. Una specie di commistione tra un romanzo erotico.sentimentale e un legal thriller. Genere che può piacere a molti, ma che non incontra esattamente i mei gusti. Piuttosto debole il personaggio di Anna, sempre insicura, desiderosa dell'approvazione del suo amante-mentore, ma allo stesso tempo alla ricerca della affermazione professionale e della libertà.
Poi ci sono le indagini che a fatica tentano di farsi strada tra drammi familiari, patemi d'animo e lenzuola di seta. Nonostante tutto credibili, ma non la parte centrale del volume.
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Hardeep in trip
Hardeep è stato nella Gran Bretagna degli anni settanta un ragazzino robusto dai tratti somatici orientali e con un turbante in testa. Un abbinamento potenzialmente letale, se non dotati di una buona dose di senso dell'umorismo. Diventato in seguito un eccentrico conduttore televisivo che sfoggia la tipica gonna a quadri di Glasgow accompagnata da un bel turbante rosa, l'autore del volume continua a ostentare il suo essere qualcosa di diverso. Questa dicotomia, o contrasto, che dir si voglia è la molla che lo spinge ad intraprendere il viaggio che sarà la base di questo libro. L'idea iniziale è quella di visitare le più importanti città indiane portando sul posto alcune cibi tipici inglesi. Una specie di incontro di pace con al posto di bandiere bianche e dichiarazioni d'intenti pietanze benauguranti. La pace da stringere è quella tra l'Hardeep indiano legato alle tradizioni e quello scozzese proiettato verso la vita anglosassone.
Volume abbastanza gradevole. A tratti presenta qualche momento divertente, descrizioni simpatiche degli indiani e una generosa dose di autoironia. A tratti invece il divertimento è forzato e lo humor poco condivisibile. Nel complesso la bilancia pesa comunque verso i lati positivi.
Il ritratto che ne esce dell'India. i racconti d famiglia e gli aneddoti sull'infanzia di Hardeep sono la parte di gran lunga e probabilmente avrebbero potuto stare in piedi da soli senza ricorrere al viaggio come pretesto per metterli su carta.
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Di corsa verso l'ignoto
Come è complicata l'adolescenza. Lo è a maggior ragione quando i genitori sono inadeguati e invece di appoggiare e aiutare i figli, scaricano su di loro responsabilità enormi, violenze e quant'altro capita loro tra le mani. In questo libro la Anderson ci racconta le vicende di due ragazzine, che vivono in un ambiente totalmente diverso, ma che ha risultati altrettanto devastanti.
La protagonista è figlia di un pastore, orfana di madre, brava oltre la media a scuola, eccellente nello sport, con un ragazzo e una buona amica del cuore. Caricata da un padre assente di responsabilità ben oltre quelle che dovrebbe avere un'adolescente si perde. Per sfogarsi corre di notte fino allo sfinimento. Si preoccupa di tutti in famiglia lasciando da parte la sua vita. prende decisioni sbagliate. Mente sperando di dilazionare il più possibile il momento della verità. Un incendio la fa incontrare con la compagna di classe disagiata per eccellenza.
Piano piano entriamo in un altro modo di essere adolescente, di soffrire, di non avere speranze per il futuro. Il dramma di quest'ultima è talmente grande che anche Kate è costretta a smettere di correre e prendersi il tempo per essere una ragazzina e non più un'adulta che si preoccupa di tutti.
Bel libro scritto in modo secco e immediato che ben si adatta alla drammaticità degli argomenti toccati. Presentato come un romanzo da adolescenti, ma io penso che per il modo in cui è scritto e per il tema esaminato vada bene anche per gli adulti.
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Intrighi intriganti
Questo è uno di quei romanzi che definirei davvero un thriller. C'è un mistero, ci sono indagini, indizi, possibili criminali e poi la soluzione più o meno sorprendente. Uno di quelli che nonostante sia piuttosto voluminoso si legge con voglia già dalle prime pagine e si finisce con dispiacere. Scritto molto bene, con i personaggi tratteggiati con cura, indagini credibili e con molti dettagli accattivanti. Non abbastanza però per farci individuare prima degli investigatori chi fosse il colpevole.
La storia è quella di una ragazza che si sarebbe suicidata gettandosi in un lago con tanto di bilglietto di addio. La polizia locale incolpa un ragazzo con evidenti problemi mentali che poi si suicida in carcere. Caso chiuso e tutti contenti se non fosse che i fattacci sono capitati nel luogo di nascita di Sara Linton ex pediatra e medico legale del paese. La donna insospettita da quelle indagini affrettate chiede l'intervento della polizia statale. Sul posto viene inviato Will Trent che provvederà a mettere tutto a posto. Conoscevo già Trent detective dislessico che fa i salti mortali per nascondere il suo problema con la lingua scritta, scopro che anche la Linton è un personaggio noto con già alle spalle numerose indagini.
Idea originale da parte della Slaughter quella di far incontrare e forse innamorare i suoi figlioli, o carenza di idee?
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Segreti pericolosi
Le ragazze silenziose a volte sono quelle che nascondono segreti, a volte sono quelle che non hanno niente da dire. Se ne accorge l'investigatore privato Rath, quando viene coinvolto nella ricerca di un'adolescente scomparsa e si trova a fare i conti con realtà inaspettate. Tutore di una nipote diciassetenne, rimasta con lui dopo l'assassinio dei genitori il nostro eroe si vorrebbe dedicare alla caccia di cervi e alla caccia di innoqui mariti fedifraghi. Entra invece in un mondo che non conosce fatto appunto di ragazze che nascondono cose a e di adulti che fingono di non vedere. Di ragazze che necessitano di aiuto e di adulti che se ne aprofittano
Un giallo interessante, ben costruito e ricco di svolte interessanti. Finale poco credibile e basato troppo sui colpi di fortuna per quel che riguarda la soluzione del'indagine.
La parte, invece che riguarda la vita privata del detective è ben amalgamata con la storia. L'autore ci svela poco a poco la natura dei tormenti di Rath. Ci centellinella le ragioni dei suoi sensi di colpa e poi ce li getta adosso all'improvviso lasciandoci di stucco. Il finale che riguarda la vita privata, invece è tutt'altro che scontato e lascia con l'amaro in bocca perchè in realtà non è un finale. Del resto però gli autori seriali devono sempre lasciarsi uno spunto per il prossim volume.
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Ho letto di meglio
Il classico uomo della media borghesia americana si trova suo malgrado in lotta contro il sistema. George ha una casetta in periferia un buon lavoro in una lavanderia industriale dove ha fatto la classica carriera da fattorino fino a dirigente. Con la moglie hanno tentato con poco successo di superare la morte del figlio, ma nel compleso sono sereni. Fino a quando arriva il progetto per costruire uno svincolo autostradale. L'arteria passerà proprio sulla casa e sul posto di lavoro di George. In entrambi i casi la soluzione è pronta: un indennizzo sufficiente ad acquistare una casa in un altro posto e lo spostamento di pochi chilometri della fabbrica. Il nostro eroe però si rifiuta con ogni sua cellula di accettare questo cambiamento. La follia che si nasconde sotto strari di panni sporchi non lavati neppure in famiglia, sotto dolori che mai hanno visto la luce, finalmente trova la via per la libertà. Pian piano la sua mente cede e dà libero sfogo a rabbia e rancori.
Volume interessante ma abbastanza confuso soprattutto all'inizio quando non si capisce dove voglia andare a parare. La parte centrale diventa più scorrevole, ma senza grandi colpi di scena, a volte piuttosto noioso. Il finale, poi è piuttosto scontato e abbastanza affretato.
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Divorata dalla noia
Difficile inserire questo libro dentro una categoria. Fantasy, ma non troppo, giallo, ma anche no, thriller, ma con pochi brividi. Quello che di solito è un pregio, non essere imprigionato dentro uno schema, in questo caso mi sembra solo un difetto. Ritengo che l'autrice, pur con uno stile originale quasi da fotografo che immortala la scena, alla fine produca qualcosa di poco consistente.
La storia poteva essere una buona idea. Alcuni ragazzini spariscono, lasciando indietro solo i loro abiti. nessun indizio su dove siano finiti e su chi sia l'omicida o il rapitore. La psicologa che segue un ragazzino autistico oggetto di bullismo da parte di alcuni dai bambini scomparsi si farà carico delle indagini. Lo sviluppo però è lacunoso, poco approfondito con spiegazioni tutt'altro che convincenti. Non credo che sia sufficiente affidarsi al surreale per far credere tutto al lettore. Così come le troppe coincidenze alla lunga diventano sospettte. Un minimo di costruzione e di credibilità ci vuole. Finale tutt'altro che esaltante.
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Mostri & Co.
Venti racconti dello Stephen King degli anni '70 quando ancora era capace di far saltare il lettore sulla sedia, indurlo a controllare sotto il letto prima di addormentarsi, farlo tremare sentendo i normali rumori che fanno tutte le abitazioni. Con questa raccolta King solletica molti dei nostri nervi scoperti proponendoci cose impensate di cui potremmo avere paura. Il ragazzo che ci falcia il prato potrebbe inorridirci in modi imprevedibili, l'unbriacone del paese potrebbe esere nascosto in casa da mesi per ragioni raccapriccianti. E ancora forse nostro figlio ha davvero ragione ad avere paura del babau, oppure se una cantina è chiusa con catene e lucchetti che ci sembranno eccessivi, non è detto che non siano stati posizionati per un'ottima ragione..
Questo e molto altro in una serie di racconti che come sempre succede nelle raccolte non mantiene lo stesso livello in tutte le pagine, ma è comunque appassionante e piacevole da affrontare. Lo stile è il solito. preciso nel descrivere i personaggi, realistico e credibie anche quando c'è poco a cui voler credere. Il genere varia dal fantasy, all'horror al similgiallo.
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Bell'inizio, ma poi..
Siamo nel pieno del sogno americano. Mike Wingate è un giovane uomo di successo. Da alcuni salti tra passato e presente apprendiamo che la sua infanzia è stata difficile. Abbandonato dal padre su una panchina, ha passato infanzia e adolescenza in una casa famiglia. I suoi amici sono stati dei piccoli delinquenti ed i suoi giochi furtarelli e atti di delinquenza minore. Finito in rformatorio si ravvede, studia, inzia a lavorare, si sposa ha una figlia del tutto perfetta. Ed eccoci ai giorni nostri. quando si appresta a ricevere un premio dal governatore per la costruzione di un complesso edilizio all'avanguardia dal punto di vista ambientale. Da qui cominciano i guai: dapprima viene minacciato in modo velato, poi qualcuno gli entra in casa, lo aggredisce, gli rapisce la figlia e riduce la moglie in fin di vita. Grazie all'aiuto di un investigatore privato con una malattia allo stadio finale e di un amico della casa famiglia Mike entrerà in un mondo violento, incomprensibile e con regole proprie.
Mi è piaciuto molto questo libro nella parte iniziale. E' scritto in modo chiaro e scorrevole, ed ho trovato interessante si soffermasse più sul ruolo di padre di Mike, piuttosto che su quello di supereroe improvvisto. Nei suoi pensieri sempre la famiglia, le debolezze dell'uomo comune. gli errori di ingeunità che tutti noi potremmo commettere.
Il finale, invece è sicuramente originale, perchè ci porta in una direzione inaspettata. Dopo aver sfogliato trecento pagine chiedendoci che cosa vogliono questi loschi individui da un uomo qualunque, la risposta è sicuramente diversa da tutte le noste ipotesi. Però, per la fretta di finire o per la voglia di introdurre qualche effetto speciale il volume è virato molto verso l'incredibile. Tutto quanto c'era di poetico, correttezza e buoni sentimenti nelle prime pagine è stato sostituito da violenza, crimine e surreale
Credo però meriti di essere letto anche solo per le informazion che ci offre sulla gestione del gioco d'azzardo e di alcune aree degli Stati Uniti.
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niente cambia
Bisogna essere dei grandi scrittori per riuscire attraverso quella che sembra all'apparenza una favoletta, a far una delle più feroci satire del '900. Questo volume di metà del secolo scorso, infatti è ancora assolutamente attuale e probabilmente lo sarà anche negli anni a venire.
La storia è nota: in una fattoria gli animali decidono di ribellarsi agli umani. Stanchi di vivere in condizioni disagevoli, di lavorare ottenendo poco in cambio, senza essere apprezzati attaccano il fattore e lo vincono. Comincia così la vita ideale: tutti felici e liberi, ognuno ha il giusto e nesuno ha la supremazia sugli altri. Il paradiso, però dura poco. I maiaili si "umanizzano", vanno ad abitare nella casa del fattore e ne prendono tutte le abitudini compresi sopprusi e mortificazioni. In sostanza tutto cambia e niente cambia.
Bel romanzo, facile da leggere. Piacevole con o senza riflessioni.
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Gabbie
Siamo ala fine dell'800 nella casa di un avvocato fresco di nomina a direttore di banca. quindi un notevole avanzamento di carriera, che ne consoliderà anche il benessere economico. Adesso Helmer ha tutto: una moglie carina ed obbediente, tre figli educati e sani, ma soprattutto la sua immagine è solida e pulita. Con dedizione si preoccupa che niente offuschi il suo buon nome, di essere accettato nei posti che contano, di non essere oggetto di maldicenza. Ci si può sempre girare dall'altra parte quando qualcuno spazza la polvere sotto il tappeto: l'importante è non vedere. Tutto queso sarà scolvolta da Nora. la moglie che è appunto quella che in passato ha tenuto in mano la scopa ed in un momento di dificoltà ha risolto i problemi economici della famiglia in modo non proprio ortodosso. Quando però non riesce più a tenere il tappeto al suo posto ed il marito intravede la polvere che c'è sotto da lodoletta canterina diventa agli occhi del marito una fedifraga capace di corrompere anche i figli. Salvo poi come per magia tornare ad essere un incantevole uccellino quando il tappeto torna al suo posto. Ed è qui che la mogliettina ubbediente da oggettino decorativo si trasforma in una persona pensante e fa una scelta sorprendente sia per l'epoca sia per una madre.
Commedia sicuramente di rottura che pur ricorrendo ad espedienti leggeri ed a momenti di divertimento dà una grande lezione. attenzione alle acque chete. Sottolinea inoltre la condizione di molte donne dell'epoca imprigionate in gabbie le cui sbarre sono le convenzioni, il buon nome, il decoro. Sbarre che non sono più così serrate da impedire loro di vedere che cosa c'è di fuori, ma che non hanno ancora la forza di abbattere.
Piacevole da leggere, nonostante si tratti di un lavoro teatrale e quindi la scorrevolezza ne soffra.
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La mia vita e basta
Devo dire che di George dentro questo libro c'è poco. C'è una lista delle spese mediche sostenute dalla sua proprietaria. Ci sono le vicende sentimentali di Judith Summers, qualche accenno al figlio ed alcuni cenni storici sulla Londra del passato. Soprattutto questi ultimi li ho trovati fuori luogo in questo volume. Poi scopro che la Summers scrive anche biografie storiche e allora tutto acquista un senso.
Nonostante il titolo qesto romanzo ci racconta le vicende di una donna, rimasta vedova con un figlio, che affronta le difficoltà legate al dolore della vedovanza ed alla necessità di ricostruirsi una vita da sola. In tuto questo le uniche costanti sono il figlio ed un cucciolo. George appunto, che appartiene alla razza dei cavalier king charles spaniel. Come ci fa sospettare il nome altisonante il cane discende da una schiera di incroci scriteriati che ne hano fatto un pupazzo bello da vedere, ma allo stesso tempo un essere vivente pieno di malattie genetiche. Viziato ed usato come valvola di sfogo da una donna in cerca di affetto i suoi problemi comportamentali e di salute non fanno che acuirsi.
Libro a tratti divertente, a tratti triste. Trovo che qui dento ci sia un pò troppo. Forse la Summers poteva scrivere un libro che parla di lutto, uno su una donna sola alla ricerca di un uomo a tutti i costi ed infine un altro dedicato solo allo sfortunato George. Oppure non scriverne nessuno.
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Quattro amici al bar
Una commedia degli equivoci? No una ricca descrizione della vita in un paesino degli anni '40. Forse una benevola presa in giro dei regime fascista, o una feroce satira che prende di mira perbenisti e benpensanti. Come sempre nei romanzo di Andrea Vitali si trova un pò di tutto. E legittimamente vedo, che alcuni di quelli che mi hanno preceduto ci hanno trovato poco di buono. A me invece lo scrittore lariano continua a piacere, forse perchè la vicinanza geografica mi permette di apprezzare maggiormente alcune battute fatte in dialetto ed alcuni adagi che erano tipici anche degli anziani che ho conosciuto io.
In "olive comprese" veniamo coinvolti nelle scorribante di quattro giovani bellanesi che tra una puntata al bar e l'altra si divertono loro malgrado a mettere in allarme cittadini ed autorità civili e religiose. Passato qualche anno le vicende dei giovani, alcuni dei quali hanno messo la testa a posto tornano a far parlare. Di contorno le donne che entrano nella loro vita. alcune esibiscono una forza che non hanno, altre dietro un'apparente ingenuiità celano risorse e giudizio inaspettato. Come sempre le apparenze a volte ingannano, a volte no.
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zzzzzzz...
Il detective in pensione Bill Hodges viene chiamato sulla scena di un delitto per una consulenza. Si tratta dell'invito fatto dall'amico Pete, ex compagno di squadra, più per curiositò che per dare una mano alle indagini. Una madre, infatti ha ucciso la figlia paralizzata dal collo in giù e si è suicidata. Caso chiuso. La figlia è una delle vittime di Mr Mercedes, un folle che si è gettato su una folla di disoccupati con l'auito facendo danni rilevanti. Alcuni anni dopo ha cercato di farsi esplodere ad un concerto gremito di ragazzine. Ridotto ad un vegetale da Hodges e dalla sua banda di investigatori dilettanti adesso si trova nell'ospedale cittadino ed apparentemente è innoquo. Buona parte di questi fatti sono successi nei volumi precedenti.
Veniamo a "fine turno". Ossessionato da Brady, Hodges ha la sensazione che in qualche modo abbia messo lo zampino anche in questo atto, dopotutto il suicidio, assieme all'informatica sono una delle sue fisse. Si prende del tempo per indagare e trova una Z scritta su un muro ed uno Zappit. Si tratta di un giochino elettronico piuttosto datato e poco coerente con le padrone di casa. Tanto basta per far partire le indagini, scoprire l'esistenza di un progetto di induzione al suicidio del maggior numero di adolescenti possibili, l'individuazione dei complici piò o meno consapevoli di esserlo e la scoperta dell'ideatore di tutto questo.
Le ragioni per cui ho deciso di chiamare questa recensione ZZZZZZZ sono diverse. Innanzitutto perchè questa è la lettera che viene lasciata come firma sui luoghi dei delitti.
Poi, perchè il modo in cui le vittime sono indotte al suicidio mi ricorda il rumore delle zanzare che ti ossessionano durante la notte. Sempre lì fino a diventare a momenti un suono di fondo di cui quasi ci dimentichiamo e a momenti qualcosa che ci manda al manicomio.
Infine, perchè alcune delle scene che avrebbero dovuto dare maggiore tensione a me sono sembrate piuttosto soporifere. Troppe descrizioni, troppi pensieri da parte dei protagonisti, tanto da far passare la voglia di sapere come va a finire.
A parte questo, nel complesso il libro mi è piaciuto abbastanza. Le indagini di Hodges sono credibili, precise e rigorose anche quando si accorge che il colpevole più incredibile piano piano sta diventando quello più plausibile. La scelta di fare del suicidio degli adolescenti uno dei protagonisti avrebbe potuto rivelarsi piuttosto antipatica. Dopotutto questo non è un saggio, ma un libro di svago. E' stato inserito talmente bene nel contesto da non dare fastidio e l'idea di fornire il numero del telefono in aiuto ai potenziali suicidi probabilmente è una furbata, ma chissà per qualcuno può essere stato un servizio pubblico.
Visto il contenuto delle ultime pagine suppongo che, come annunciato, questo sia veramente l'ultimo volume su mr Mercedes. Consiglio di leggere anche i due precedenti, perchè i personaggi e i fatti sono talmente tanti che conoscere il passato aiuta ad apprezzare di più il presente.
Nel complesso la trilogia mi è piaciuta, però condivido il parere di quanti dicono che King stia perdendo lo smalto. Ancora un buon scrittore, ma quello di vent'anni fa era un'altra cosa.
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Testimone oculare
Scopro leggendo questo romanzo che esiste un lavoro terribile che non conoscevo. quello di identificare le persone massacrate durante le guerre, e poi di informarne i familiati. Questa attività è svolta da Jack Solomon nella ex Iugoslavia, dove ha parecchio lavoro d fare. Reso piuttosto cinico da migliaia di cadaveri e convinto di poter sopportare ogni cosa, nonostante tutto la crudeltà umana riesce ancora a sorprenderlo. In un camion vengono infatti trovate ventisette persone tutte imparentate tra loro e morte soffocate. Scopre che una sola ragazza della famiglia è sopravissuta e si mette alla sua ricerca convinto che abbia assistito all'eccidio e che possa dargli delle risposte. Da qui il romanzo cambia e diventa qualcos'altro. Solomon, infatti entra nel mondo della prostituzione e delle tratta delle schiave. Conosce sfruttatori di varie nazionalità ma accomunati da una crudeltà indicibile, frequenta bordelli, parla con ragazze confuse e spaventate.
A metà strada tra un racconto d'azione ed un libro di denuncia, alla fine mi sembra che il libro non centri bene nessuno dei due obiettivi. Probabilmente la parte che riguarda lo sfruttamento delle ragazze è drammaticamente vera e avrebbe meritato di essere trattata da sola. Invece l'autore ha voluto esagerare e ci ha messo lotte tra bande, poliziotti corrotti, pulizia etnica. Insomma troppe cose per un romanzo così breve.
Infine veniamo al titolo: perchè non mantenere nella traduzione italiana il titolo originale? "macabri resti" è decisamente fuori tema e fuorviante.
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delitto tutt'altro che perfetto
Sembra che che la signora James ci racconti subito, nella prima pagina, i tratti salienti del delitto. Già nella prima pagina ci fa i nomi degli investigatori e ci dice chi è la vittima. Niente di più sbagliato. La prima vittima, non influenzerà più la trama del romanzo. si tratta solo di un pretesto per introdurci nell'ambiente in cui avverrà, appunto la morte di un medico legale. Delitto che inizialmente sembra proprio quello perfetto. L'uomo viene trovato cadavere nel suo ufficio, che è chiuso a chiave. Per non farsi mancare nulla l'edificio in cui lavora è altrettanto sbarrato e protetto da un sistema di allarme. Neanche a dirlo non ci sono impronte e le persone che avrebbero valide ragioni per gioire del decesso sono innumerevoli.
Romanzo scritto con cura, con particolare attenzione a descrivere dettagliatamente ogni personaggio che si affaccia alle indagini. Dagli investigatori, ai sospettati, ai testimoni, tutti sono attentamente scandagliati dalla penna della James. Senza indulgere in crudeltà gratuite, l'autrice non lascia passare niente alle sue creature: ogni difetto è evidenziato, ogni debolezza sottolineata. I sospettati si succedono man mano che scopriamo le dinamiche del villaggio che ruota attorno all'istituto di medicina legale. Ognuno di loro viene depennato dalla lista dei colpevoli, fino ad arrivare al finale: sorprendente, ma viste le prove in nostro possesso, anche inevitabile.
Certo, non ci sono scene di particolare tensione e chi creca emozioni forti non le troverà qui dentro. A chi piacciono i gialli un pò vecchio stile però questo romanzo sarà gradito.
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Quando Ernesto fa rima con onesto
Peccato che nella traduzione in italiano il titolo perda un pò del suo significato. La commedia è infatti tutta basata sull'assonanza in inglese tra le parole Ernesto ed onesto. (pronunciate quasi nello stesso modo). Già dal titolo quindi Oscar Wilde dà la prima stilettata ad una società perbenista, che si nasconde dietro alle apparenze ed ignora piccoli dettagli quali l'onestà. Il racconto gioca tutto su una serie di equivoci, su bugie più o meno innocenti che portano ad altri equivoci e ad altre bugie. Tanto per non smentire il rilievo che hanno le apparenze nella società alla fine tutto si metterà a posto, o almeno lo sarà nelle apparenze.
Molto divertente in alcuni tratti, anche se nella traduzione in italiano si perdono alcuni dettagli. si tratta poi di un scritto fatto per il teatro, quindi la lettura non sempre è così immediata e gratificante come nei romanzi veri e prpri. nel complesso, però merita di essere affrontato.
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E Jack se la ride
Il caso del'assassino più sfuggente di tutti i tempi ancora affascina e fa discutere. La Cornwell ha deciso di lasciare temporaneamente Kay Scarpetta e company e di mettersi ad indagare su quello che è il più intrigante cold case di tutti i tempi. Lo squartatore di prostitute che dall'Inghilterra vittoriana periodicamente fa capolino in ogni epoca. Devo riconoscere al'autrice che si è impegnata parecchio in questa indagine. le ricerche sono state fatte a tutto tondo. Ogni affermazione è motivata, ogni prova di senso opposto è minuziosamente smontata. Tutto è tanto preciso ed accurato da diventare piuttosto pedante. Un romanzo decisamente lontano da quelli a cui la Cornwell ci ha abituati.
Il caso dello squartatore londinese è stato risolto? No e a mio parere a meno che si trovi qualche confessione scritta che oltre ogni dubbio sia originale non lo sarà mai. Certo i risultati dell'autrice hanno una logica anzi sembrano inoppugnabili. E' necessario però dare per buone una serie di premesse ed ipotesi che a me sembrano troppo numerose. Quindi lettura gradevole se considerata come racconto di fantasia, poco realistico se considerato come ricostruzione storica.
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i morsi della paura
Siamo nel Maine di King, in quella Castle Rock dove tutto può succedere. Fine degli anni '70, quando è stato scritto questo volume. Una famiglia di giovani rampanti, marito pubblicitario, moglie casalinga e figlio di quattro anni si sono trasferiti in campagna da New York. Come da copione la moglie annoiata si trova un amante, il marito è distratto dalla nuova attività ed il figlo piccolo ha paura del babau. Attorno a loro gravita una discreta rappresentanza di varia umanità. Tutti con le loro particolarità e con i loro difetti, che ci vengono descritti con la maestria di King. Una serie di circostanze sfavorevoli portano mamma e figlioletto ad essere ostaggi di un enorme San Bernardo affetto da rabbia. Il buon Cujo, che altro non desiderava che accondiscendere ai desideri del suo bambino diventa uno spietato assassino, ma almeno io, fino alla fine ne ho avuto compassione.
Bel libro. del King degli inizi, quando non si era ancora addentrato nel fantasy ed era capace con poco di creare una storia appassionante, commovente, paurosa. Quelle storie ce ti fanno distogliere gli occhi perchè non vuoi sapere, ma che subito te li attirano con forza sulla pagina perchè invece sì che ti vuoi spaventare. quelle storie che finiscono troppo presto, nonostante lo spessore dl volume.
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Thriller visto da un'altra angolazione
Rachel. madre divorziata, che accetta con qualche difficoltà questo suo status porta il figlio e il cane a fare una gita domenicale. Lascia che il piccolo Ben la preceda qualche metro per raggiungere l'altalena. E... non lo trova più. Da qui partono le ricerche, dapprima aiutata dagli altri escursionisti, poi dalla polizia. Parte anche il circo mediatico, con la televisione, ma soprattutto i social che trovano subito il mostro da inseguire con le torce infuocate. Si tratta della madre, che travolta dall'angoscia non segue i consigli degli esperti e mostra al mondo tutto il dolore che la sta straziando.
Giallo scritto in modo originale, perchè si svolge alternando i racconti della madre e quelli di uno degli investigatri. I due ci danno un quadro delle indagini e dei personaggi che che le svolgono, ma ci raccontano soprattutto gli stati d'animo dei due protagonisti. Le paure di trovare il bambino troppo tardi, le delusioni, i sospetti inconfessati. Di questo volume mi è piaciuto lo stile, la capacità di entrare dentro la testa delle persone e l'originalità nel modo di strutturarlo. Inoltre è molto attuale la scelta di dare un posto di rilievo ai social, che hanno decisamente modificato il concetto di informazione. Perchè ho dato solo due alla trama? Perchè un finale del genere io l'ho già visto in qualche telefilm, che non era la trasposizione cinematografica di questo romanzo. Inoltre trovo che per definirlo un thriller avrebbe dovuto esserci qualche brivido in più e forse la soluzione finale avrebbe dovuto esere meno fortuita.
Rimane comunque un libro che ho letto con piacere e un buon esordio per una neoscrittrice.
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Il classico che non passa mai di moda
Siamo nella Sicilia di fine ottocento. Una famiglia fatta di pescatori, onesti lavoratori, sani, pieni di progetti, nel corso di pochi anni vede poco a poco svanire quel poco di benessere di cui dispone. Con quello se ne vanno amici, la casa di famiglia e i fidanzati dei figli. Rimane solo la dignità, l'attaccamento alla famiglia, alle tradizioni e una profonda onestà di fondo. In realtà la trama è molto più complessa di così, ma questo come tutti i grandi libri ha tante sfaccettature, spunti di riflessione ed interpretazioni che spiegarle richiederebbe uno spazio più ampio di quello occupato dal romanzo stesso.
Libro che ha stupito, meravigliato, dato quasi scandalo al suo esoridio. Oggi è ancora del tutto attuale, quasi fosse stato scritto di recente. Basta introdurre qualche auto per strada, un paio di smartphone ed eccoci catapultati ai nostri giorni. Togliamo i termini in dialetto siciliano e sostituiamoli con quelli di unaltro dialetto ed eccoci in qualsiasi altra parte d'Italia. perchè Verga ha sì descritto la vita di Aci Trezza, ma vi ha inserito tutte le dinamiche e le problematiche con cui si trova a combattere ogni famiglia. I figli da sistemare, i debiti da pagare, i presunti amici che si nascondono, lo Stato che latita.
Unica difficoltà, come sempre succede con gli autori che inseriscono parecchie parole dialettali mi deriva dal non essere siciliana, ma è stata facilente superata da un'edizione ricca di note.
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recensito da napoleone
Anche Napoleone ha letto questo romanzo. Per la precisione sette volte e poi ne ha discusso con l'autore. Pare l'abbia letto con lo stesso spirito con cui "un giudice criminale studia i suoi atti". Forse è perchè io l'ho letto solo una volta e mi ci sono approcciata con spirito diverso che non condivido le critiche dell'Imperatore. Secondo il blasonato lettore lo scritto avrebbe dovuto essere un elogio alla forza soprannaturale dell'amore, ma è stato sciupato quando Goethe ha deciso di affiancare alla passione amorosa l'amor proprio offeso.
Io ci vedo poca forza prorompente dell'amore, forse forza distruttiva, capacità di ridure all'impotenza. Werther è tutt'altro che attivo e dirompente. Dal primo incontro con una ragazza che a noi tutt'al più sembrerebbe carina, le è assolutamnte succume. Sa da subito che è findanzata, legata ai numerosi fratelli orfani di madre, ma nulla fa per strapparla ai suoi affetti. E' arrendevole, patetico, il suo dolore stenta ad attirare le simpatie perchè è così totale e privo di dignità semmai da attirare fastidio ed astio. Neppure quando un fortuito incontro gli svela che la dolce Lotte ha un che di gattamorta si ravvede.
Non ci trovo neppure l'amor proprio che l'avrebbe portato almeno a dichiararsi in modo chiaro e non solo a sospirare in un angolo come una timida collegiale.
Naturalmente nulla ho da eccepire su stile scelta di ambienti ed abilità narrativa dello scrittore.
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Non solo maghetti
Premetto che non avrei letto questo romanzo se avessi capito prima che Galbraith e la mamma di Harry Potter sono la stessa persona. Sì, lo ammetto, ho dei pregiudizi e non sono un'appassionata del maghetto più famoso dell'editoria. Comunque, grazie alla mia ignoranza ho scoperto un'autrice ed un libro che mi sono piaciuti. Chissà che non decida di dare un'occhiata anche ad Harry.
Veniamo al libro in questione. Il protagonista è un detective privato, ex militare con una protesi ad un gamba, cacciato di casa dalla fidanzata, pieno di debiti ed a corto di clienti. Gli capitano un colpo di fortuna e qualcosa di strano. Il primo è l'arrivo di Robin. una segretaria mandata da un'agenzia di lavoro interinale con capacitò decisamente al di sopra di quelle a cui Strike è abituato. La seconda è l'arrivo nel suo scalcinato ufficio di un avvocato di successo che gli chiede di indagare sulla morte della sorella. Si tratta di Lula una modella che secondo la polizia si è suicidata gettandosi da una finestra. Il fratello ritiene invece che le indagini siano state troppo affrettate. Strike accetta il caso e con metodo, calma fortuna e perspicacia porta a termine il suo lavoro anche se in modo diverso da quello che il cliente avrebbe voluto. Mi sarei risparmiata l'epilogo: scontato e banale, ma capisco la necessità di preparare il terreno agli episodi successivi. Dopotutto parliamo di una scrittrice seriale.
In questo romanzo inutile cercare azione, suspance o colpi di scena clamorosi. Ha comunque la capacità di catturare il lettore, è credible e gradevole da leggere. Stridente, ma interessante la descrizione dei vari mondi che si incrociano nei quartieri di Londra. Realistica l'equa distribuzione di vizi e di virtù tra i vari strati sociali
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