Opinione scritta da Belmi

375 risultati - visualizzati 301 - 350 1 2 3 4 5 6 7 8
 
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    05 Dicembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Alla ricerca delle proprie origini

Marguerite Yourcenar è una donna che si è fatta da sola, ma come molti di noi, anche lei si è chiesta da dove arrivassero sia il suo aspetto che il suo carattere. Questa ricerca l'ha portata ad aprire una porta sul passato. Il primo passo l'aveva già fatto a vent'anni, ma solo negli anni Settanta venne "creato" questo libro: "Care memorie".

Il libro è suddiviso in quattro parti, ognuna affronta una fase particolare del passato, un passato molto lontano rispetto al suo presente.

Nella prima parte viene affrontato il "principio" della scrittrice, IL PARTO.
E' la parte più recente, si torna indietro alla nascita (1903) e alla non conoscenza della madre morta dopo solo dieci giorni dal parto. Fra le varie cose, ritrova anche i capelli della madre:

"Esaminandolo verso il 1929, mi accorsi che quei capelli finissimi, di un castano scuro quasi nero, erano identici ai miei".

La seconda parte è dedicata a IL GIRO DEI CASTELLI.
La scrittrice ricerca i suoi avi, scruta le sue origini franco-belga; gran parte delle pagine è dedicata alla famiglia belga della madre.

"Le affinità che credo di scoprire qua e là sfumano appena mi sforzo di precisare, divengono null'altro che le somiglianze esistenti fra tutte le creature".

La terza parte va molto a ritroso nel tempo, coinvolgendo i prozii Octave e Remo. Si intitola DUE VIAGGIATORI IN CAMMINO VERSO LA REGIONE IMMUTABILE.
Addirittura scopre che un suo romanzo è ambientato in una spiaggia dove il prozio Octave c'era stato tre secoli prima. Coincidenze? Chi può dirlo...

L'ultima parte parla della madre, FERNANDE. In questa donna ritrova la medesima passione per i viaggi e la letteratura anche se vissute in maniera molto diversa.
Una parte è anche dedicata all'incontro dei suoi genitori:

"So che cosa mi fa sentire vicina a quelle due persone smarrite, si direbbe, fra la folla del Tempo Perduto, in un mondo dove ognuno pensa a mettersi in mostra essi non se lo sognano neppure".

Una scrittura impeccabile e colta, la scrittrice ci riporta nelle sue origini con maestria. La Yourcenar è stata la prima donna eletta alla Académie Francaise; in quei geni qualcosa di buono sicuramente c'era.
Non è una lettura scorrevole ma neanche pesante, bisogna dedicare la giusta attenzione (che tra l'altro merita). Una donna che ha fatto la storia e l'ha saputa scrivere.

Lo consiglio.

Buona lettura!



Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
190
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    01 Dicembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Secondo capitolo, brava Rowling!

Dopo "Il richiamo del cuculo", la Rowling torna con "Il baco da seta".
Cambia la trama ma non i protagonisti; l'investigatore privato Cormoran Strike e la sua assistente Robin sono sempre in azione, alla ricerca di nuovi indizi.

La trama è più avvincente del precedente.
Strike viene ingaggiato dalla moglie dello scrittore Owen Quine perché ormai di lui si sono perse le tracce una decina di giorni prima. Il mistero si infittisce perché sembra proprio che la scomparsa dello scrittore sia legata a "Bombyx Mori" (la traduzione latina di Baco da seta).

Bombyx Mori è l'ultimo libro di Quine, un libro che "fra le righe" mette in cattiva luce diverse persone famose raccontandone particolari imbarazzanti e compromettenti.
Un solo problema, il libro non è stato mai dato alle stampe e quindi il cerchio si restringe ai soli pochi che lo hanno letto che guarda caso sono proprio le persone coinvolte nel libro. Ognuno di loro ha più di uno "scheletro" nell'armadio e Strike si ritroverà a dover vedere un pò più chiaro in tutta questa "nebbia".

La Rowling (o Galbraith) è propria brava. Scrive i gialli come quelli di una volta; il lettore non si deve scervellare pensando a chi sarà la prossima vittima (come spesso succede in molti altri libri), ma dovrà scervellarsi sperando di non perdersi nessun indizio.
Credetemi mi sono impegnata, ma la scrittrice con i suoi indizi/depistaggi mi ha traviato e non mi ha fatto scoprire il colpevole.

Un'altra cosa che ho veramente apprezzato è il fatto che in questo secondo capitolo vengono anche approfondite le vite ed i caratteri dei due protagonisti. Mi sono affezionata a Strike e Robin e non vedo l'ora di leggere il prossimo libro.

Intrigante, può creare dipendenza, scorrevole e non prevedibile.

Lo consiglio.

Buona lettura!


Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Il richiamo del cuculo
Trovi utile questa opinione? 
210
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    21 Novembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Piccole perle da leggere

Non sono un'amante dei racconti, ma questa piccola raccolta mi ha proprio conquistata.

I racconti sono quattro e tranne il secondo (La sfinge senza segreti) che mi è piaciuto un pò meno, gli altri sono dei capolavori in "miniatura".

Lo stile do Wilde è sorprendente per il tempo. I racconti come dicevo sono brevi ma d'impatto. Troviamo tracce di ironia, una particolare attenzione alla società (bellissimo il confronto fra lo stile inglese ed americano), l'ingenuità di alcuni e la furbizia di altri.
Rispetto ad altri scrittori dell'Ottocento, Wilde riesce proprio bene ad integrarsi con lo stile moderno, potrebbe tranquillamente confondersi con scrittori più contemporanei. Pensare che la raccolta è del 1891 mi fa uno strano effetto.

Il titolo della versione originale è "Lord Arthur Savile's crime and other stories" probabilmente nella versione italiana è stato scelto questo perché più intrigante.

Si legge in poco tempo, scorre velocemente ma lascia qualcosa, almeno a me ha lasciato un sorriso.

Lo consiglio vivamente.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
1.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    19 Novembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Ha sbagliato titolo

Dopo aver letto l'intero romanzo, che conta ben 500 pagine, vi posso assicurare di non aver trovato nessuna "traccia" che possa riportare alla parola amore.

Probabilmente, un titolo più adatto e secondo me più appropriato, sarebbe stato "Il libero mercato del sesso".

Devo ammettere che ho dell'amore una concezione forse un pò antiquata; per come lo intendo io dovrebbe almeno comprendere: il sentimento, il rispetto (fedeltà) e la condivisione.
Grunberg invece ne ha una concezione molto più moderna e cinica.

Il protagonista è l'economista Roland Oberstein, olandese di 41 anni, che senza consultare la moglie, accetta di trasferirsi in America, per fare il professore e continuare le sue infinite ricerche sulla bolla (gli economisti sanno di cosa parlo).
In Olanda non lascia solo quella che diventerà la sua ex moglie, ma anche il suo figlioletto e la sua "amica".

Tutto il romanzo ruota intorno a questo personaggio e si divide fra America e Olanda.
L'economista è un uomo egoista, inaffidabile, egocentrico e con una concezione un pò particolare dei sentimenti e del termine "cortese". Appassionato di Olocausto, non avrà mai una "dimora" accettabile.

Dopo tutto questo però devo dire che l'ho letteralmente divorato, Grunberg sa scrivere; è riuscito a tenermi lì anche se l'argomento per me era più irritante che piacevole. Affronta purtroppo la cruda realtà, senza tralasciare niente, credo proprio che sia riuscito ad includere quasi tutto il peggio di quello che si trova nella nostra società ed è riuscito a farlo in maniera non volgare.

Non è facile affrontare un argomento del genere e non finire nel volgare, la società purtroppo ci da molti spunti sull'argomento. Leggerò sicuramente ancora qualcosa di lui.

Lo consiglio, ma non fidatevi del titolo.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
170
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    17 Novembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Oltre la frivolezza

L'abbandono è una delle fasi più difficili che ognuno di noi, nella vita, si trova ad affrontare. Esistono molti tipi di abbandono, la Torres ci parla di quello in cui nella coppia uno dei due dice basta.

Questo è quello che è successo a Nata (nome intero Fortunata) che viene lasciata da Beto (Alberto), dopo 3 anni di relazione. Nata affronta la fase dell'abbandono semplicemente come non accettazione e per sopravvivere si crea un'altra vita parallela, la vita immaginaria.

Quanti di noi, mi includo, non si sono trovati a fantasticare su qualcosa di ormai concluso? La vita immaginaria ti rende quello che è passato come se fosse ancora presente.

Come affronta tutto questo la scrittrice?

Con leggerezza, forse anche troppa. Tutto quello che succede a Nata, arriva al lettore come una cosa un pò frivola, a volte anche comica, ma c'è dell'altro.

Sono andata oltre la frivolezza della scrittura e ho trovato una Torres sensibile al contesto nazionale. Si parla della Spagna (il romanzo è ambientato a Madrid), del momento di crisi che anche gli spagnoli stanno affrontando. Si parla della perdita dei posti di lavoro, delle incertezze della vita. Parla di speranza, della fase dell'abbandono e dell'importanza di avere le persone amiche vicine.

Tutto questo però, come dicevo prima, l'ho letto fra le righe, perché il romanzo si presenta leggero, un pò prevedibile ma piacevole.

Lo consiglio solo a chi cerca una lettura leggera ma carina.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    12 Novembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Come sconvolgere la normalità

"La prima cosa che guardo" è il secondo libro di Delacourt e dopo "Le cose che non ho" non potevo perderlo.

In entrambi i romanzi lo scrittore, con successo, riesce a stravolgere con un unico avvenimento la vita di persone semplici.
Questa è la volta di un giovane meccanico, che una sera si ritrova ad aprire la porta al suo sogno, questa volta però vivente. In meno di una settimana tutto quello in cui Arthur credeva viene stravolto.

Non voglio anticipare altro sulla trama, ma quello su cui mi voglio soffermare è lo stile dello scrittore e le tematiche che va ad affrontare.
Si parla di normalità, di come un incontro possa condizionare l'avvenire. Di come alcuni non riescano a vivere la propria vita; di come a volte quello che non siamo in grado di trovare da soli (dentro di noi), lo cerchiamo negli altri. Di come un'infanzia difficile posso condizionare le scelte che ci troviamo a fare.

Con Delacourt niente è scontato. Un romanzo che scorre velocemente, che pagina dopo pagina ti coinvolge e ti fa riflettere. Alla fine ti lascia con quell'idea che ti ronza nella testa e ti porta a chiederti: e se fosse successo a me?

Avete mai pensato alla prima cosa che guardate negli altri? La risposta potrebbe raccontarvi qualcosina in più su voi stessi.

Una belle frase è:
"Ma le parole sono codarde e si nascondono; si sentono sminuite davanti alla coniugazione di un corpo da sogno, confuse di fronte alla grammatica tagliente del desiderio; tutte le parole sono inutili nella crudezza delle cose":

Chi non si sentirebbe così davanti al proprio sogno?

Lo consiglio.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
200
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    11 Novembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Non è al livello degli altri

Identici è il quinto libro che leggo di Scott Turow. Solitamente i suoi libri mi prendono talmente tanto che vorrei subito arrivare alla fine. Questa volta non è andata così, sono stata due o tre volte sul punto di mollarlo ma la stima che ho dello scrittore mi ha fatto arrivare fino alla fine.

Identici è la storia di due gemelli. Uno di questi è finito in carcere 25 anni prima per aver ucciso la proprio fidanzata e dopo aver scontato la pena si appresta a ritornare in libertà. In contemporanea suo fratello gemello sta concorrendo in politica alla carica di sindaco.

Proprio quando i desideri di entrambi i Gianis si stanno per realizzare, il fratello di Dita, la ragazza uccisa, se ne esce con la storia che anche il fratello non condannato, in realtà, è stato complice del suo gemello. Chi ha realmente ucciso quella ragazza 25 anni prima?

Segreti, indagini superficiali, intrighi e rivalità familiari fanno da scenario a questo romanzo. Molti personaggi si alternano, anche se solo alcuni sono i principali. In qualche punto diventa anche un pò confusionario.
Una cosa mi ha fatto sorridere che per una volta la mafia era quella greca e non quella italiana.

Fino a 2/3 del libro ho fatto davvero fatica a leggerlo, l'ultima parte è quella più avvincente. Molto presente e anche qualche scena del passato. Non ho apprezzato i troppi dilungamenti su argomenti non pertinenti alla trama, stancano il lettore.

Lo consiglio comunque, anche se gli altri sono migliori.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Presunto innocente
Trovi utile questa opinione? 
210
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    10 Novembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

126 Kg, una bicicletta e gli Stati Uniti da attrav

Smith Ide ha 43 anni e pesa 126 Kg e con ancora indosso l'abito del funerale dei genitori inizia la sua avventura. In garage ritrova la sua vecchia raleigh, la bicicletta che utilizzava quando era piccolo e magrolino, per andare ovunque.
Senza rendersene conto, sale sulla raleigh e si mette a pedalare. Parte per affrontare un lungo viaggio che lo vede partire da "East Providence" nel New England diretto verso Los Angeles.
Smith si ritrova ad attraversare tutti gli Stati Uniti perché è alla ricerca della sorella scomparsa molti anni prima, Bethany.

Parte non molto convinto, ma dopo poco, pedalata dopo pedalata una nuova consapevolezza si fa strada nella sua mente. Sente che questa avventura è necessaria, per affrontare finalmente la sua vita da protagonista e non più da comparsa.

L'inizio è un pò lento, si alternano presente e passato; ma pagina dopo pagina ti ritrovi immersa nella lettura e coinvolta nell'avventura di Smith.

In questo romanzo vengono toccate tematiche molto forti e importanti, che ti fanno riflettere.
Smith Ide è vittima del pregiudizio e del sospetto. Il suo aspetto lo porterà più di una volta a dover affrontare situazioni pericolose ed in parte imbarazzanti solo perché vittima del giudizio altrui.
Smith per fortuna incontrerà anche persone piacevoli che lo aiuteranno.

Sapete perché ho scelto di leggerlo?

Perché il consiglio è arrivato da "Stephen King" che lo ha definito "un libro che deve assolutamente trovare un posto nella vostra libreria".

Intenso, riflessivo, ingiusto ma piacevole.

Lo consiglio.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore
Letteratura rosa
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    06 Novembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Gli manca qualcosa

Il romanzo parla dell'amore, di quell'amore che appunto ti capita solo una volta nella vita. E' l'amore che ti si palesa davanti, quando ti rendi conto di aver trovato la tua anima gemella, quella che colma la tua parte mancante.

Adam è un agente immobiliare che si ritrova ad affrontare un divorzio, un uomo che sa di aver fallito e non crede più nell'amore. Sfiduciato, comincia a svuotare la casa degli Alexander che deve mettere in vendita dopo la morte della proprietaria. Nel controllare i vari scatoloni, in un album di fotografie vede delle vecchie cartoline datate 1926. Curiosando si rende conto che ce ne sono tantissime e ognuna porta come destinatario Pearl (soprannominata Huck) e come mittente Gabe.

La passione e l'amore che ritrova in queste cartoline lo inducono a cercare più informazioni possibili su i due protagonisti. Scopre che Gabe per oltre sessant'anni ogni venerdì spediva una cartolina alla sua amata.
Adam si rende conto che forse scoprendo il segreto di questa felice unione, anche per lui potrebbe esserci una seconda possibilità. Alla ricerca della speranza, sul suo cammino incontrerà la giovane Yevette.

Il libro si incentra principalmente sul passato, narrando molto poco del presente. Il romanzo è piacevole e scorre bene, solo che giunta alla fine non mi sono sentita pienamente soddisfatta, è come se al libro mancasse qualcosa, forse il termine più corretto è incompleto.

Ho apprezzato molto il fatto che Lewis per scrivere questo romanzo si sia ispirato alle cartoline che suo zio e sua zia si sono scritti per sessant'anni.

Fra cartoline, anime gemelle ed angeli custodi, vi ritroverete a leggere un libro piacevole ma niente di più. Non è il classico libro di letteratura rosa.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    21 Ottobre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Più letteratura rosa che romanzo

Ho iniziato a leggere questo libro e dopo poche pagine mi sono resa conto che si trattava di letteratura rosa. Genere che non disdegno e quindi per la valutazione l’ho messo a confronto con altri romanzi simili e da qui il voto non molto alto.

“Lo strano caso dell’apprendista libraia” parla di Esme, giovane ragazza inglese di 23 anni che vive momentaneamente a New York per seguire un dottorato in storia dell’arte. Esme si “ritrova” incinta, il padre è un ragazzo di quasi dieci anni più grande di lei, che con due parole definirei molto inaffidabile. Da qui la necessità di lavorare e la fortuna di ritrovarsi catapultata alla Civetta, una libreria davvero suggestiva.

Solitamente trovo sempre qualche elemento del carattere della protagonista che mi affascina. Qui l’unico barlume di personalità l’ho visto solo nella scelta significativa che farà sulla maternità, per quanto riguarda il resto, sono rimasta molto delusa. Una ragazza con una personalità debole, facilmente influenzabile, insicura e senza un briciolo d’orgoglio e di amore per se stessa. Posso capire la giovane età però poi ho pensato ai miei 23 anni e non ho trovato nessuna giustificazione per Esme.

Per la Meyler è un esordio, devo dire che lo stile non è male però ricorre a delle descrizioni troppo noiose che a volte invece di arricchire la mente del lettore la fanno stancare e distrarre (e va considerato che amo molto il genere descrittivo). Inoltre su scene non particolarmente importanti si è dilungata anche troppo e su parti, secondo me fondamentali (come il ruolo dei genitori in Inghilterra), le ha solamente accennate, come se fossero un contorno.

Da salvare c’è la parte della libreria, la Civetta è un posto in cui vorrei perdermi, e poi ho scoperto che grazie all'aiuto della scrittrice due librerie indipendenti si sono salvate dalla crisi. Questo gli rende davvero merito.

Sul punto se consigliarlo o meno, lascio libera scelta perché in fin dei conti non è proprio un libro da buttare ma neanche da sollecitare.

Buona lettura!

Trovi utile questa opinione? 
210
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    21 Ottobre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

La scrittrice anticonvenzionale

Chéri è davvero un romanzo forte per la sua epoca. È stato pubblicato nel 1920 e parla di una relazione veramente anticonvenzionale.

I due protagonisti sono uno agli antipodi dell’altro: da un lato troviamo il bello e narciso Chéri, giovanotto di venticinque anni, viziato e impertinente, dall'altro troviamo la cinquantenne Léa, ex cortigiana esperta, che in vita sua ha lavorato solo con il suo corpo.

I due diventano amanti nel momento in cui lui, poco meno che ventenne, ritrova in lei forse l’amore materno che non ha mai avuto dalla madre sempre assente. Fra i due non ci sono mai stati sentimentalismi; la loro relazione va avanti fra superficialità, pettegolezzi e quotidianità finché non arriva l’imprevisto.

A volte il vero nemico non è solo quello che si palesa davanti a noi, ma spesso è quello che rimane celato ed è inevitabile..va affrontato.

Colette è davvero una scrittrice che non ha mai avuto paura di osare; spesso è stata anche lei al centro di grandi scandali ( ha fatto l’attrice e non si è mai vergognata di posare nuda). Ci porta davanti una realtà che in passato come oggi ci ritroviamo a vedere con più facilità quanto si presenza inversa.
Specialmente in tempi passati era più facile trovare romanzi su mogli o amanti giovani o anche “bambine”.

Il romanzo è molto breve e considerato gli anni in cui è stato scritto lo trovo molto originale ma non memorabile. Pur narrando di una relazione anticonvenzionale, la scrittrice non va mai nel volgare, direi piuttosto nel frivolo.

Una bella frase del libro è:

“Povero Chéri… E’ buffo pensare che tu, perdendo la tua vecchia amante ormai logora, e io, perdendo il mio giovane amico scandaloso, abbiamo perso ciò che di più onorevole possedevamo in questo mondo”.

Lo consiglio.

Buona lettura!

Trovi utile questa opinione? 
190
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    20 Ottobre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

La follia della guerra

"Libri da ardere" ci mette davanti ad alcune scelte che difficilmente vorremmo trovarci a fare.
La trama è semplice e proprio per la sua semplicità è crudele.

Tre sono i personaggi: il professore, Daniel (il suo assistente) e Marina (studentessa fidanzata con Daniel). Tutto il romanzo si svolge in una stanza nella casa del professore. Il contesto non è facile: la guerra e il freddo, un freddo davvero tiranno.

Cosa viene in mente alla bella Marina per "alleviare" un pò il freddo? Bruciare i libri.
Lì arriva il difficile, quale sacrifichereste per primo? Da quale non vi potreste mai separare? Anche perché i libri sono eterni, ma la fiammata dura solo pochi secondi...

Libri da ardere è stato scritto come se fosse un testo teatrale, troviamo discorsi diretti ed entrate ed uscite dei vari personaggi (come se fossero degli attori che escono o entrano in scena).

Si legge in poche ore, è breve e scorrevole ma anche intenso; ti fa percepire la follia che la guerra porta negli animi delle persone.

Condivido molto questa frase del romanzo:

"Se ci mettessimo a bruciare i libri, allora davvero avremmo perso la guerra."

Lo consiglio.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    15 Ottobre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Il pregiudizio

Mi son avvicinata a questo libro con sentimenti contrastanti: da una parte ero preoccupata che la Grange danneggiasse il buon nome della Austen ( anche se la vedevo una cosa personalmente impossibile) e del personaggio di Mr Darcy con un romanzo completamente fuori luogo; dall'altra sono sempre stata curiosa di sapere che cosa pensasse Mr Darcy.

Dopo la lettura di questo libro posso non solo dire che la scrittrice ha soddisfatto la mia curiosità, ma l'ha anche fatto nel migliore dei modi.

Il "Diario di Mr Darcy" mi ha fatto rivivere "Orgoglio e Pregiudizio" dal punto di vista di Darcy quindi direi più pregiudizio che orgoglio.
Come si è evoluto il sentimento di Darcy ed il tormento interiore che ha dovuto affrontare.

La scrittura sotto forma di diario aiuta molto per quanto riguarda la cronologia degli eventi (qualche data è stata aggiustata perché durante la ricerca, sul testo della Austen, c'erano delle incongruenze che la Grange ha dovuto adeguare) dall'altro toglie un pò il piacere della diretta. Per fortuna lo possiamo ritrovare nell'originale.

A tutte le appassionate come me non posso non consigliare la lettura di questo diario. Mr Darcy è sempre affascinante e non delude mai.

Lo consiglio.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Orgoglio e pregiudizio
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    14 Ottobre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Leggeva lentamente per assaporare le parole

Cosa può fare un uomo che ormai è diventato vecchio? Antonio José Bolivar ha l'antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia.... sapeva leggere.

Ma non leggeva qualsiasi cosa, lui era "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore". Romanzi con grandi amori, che dopo mille difficoltà trovavano il lieto fine. La lettura era la sua salvezza.

Una vita passata nella foresta; arriva come colono ma poi conosce gli Shuar, gli indigeni del posto che gli insegnano come amare ed apprezzare quello che la natura ha da offrire. Antonio José Bolivar però "era come uno di loro, ma non era uno di loro". Quando sente che ormai la vecchiaia sta arrivando si trasferisce ad El Idilio.

La sua vita è una vera avventura, con molte difficoltà, solidarietà, pazienza ed amore (prima con la moglie e poi con i libri). Lo scrittore ci insegna ad amare la natura, rappresentata qui dalla foresta ed a rispettarla seguendone i suoi ritmi.

Breve, scorrevole ma intenso è un libro da leggere.

Uno dei passi più belli (ce ne sono davvero molti) è il seguente:

"Leggeva lentamente, mettendo insieme le sillabe, mormorandole a mezza voce come se le assaporasse, e quando dominava tutta quanta la parola, la ripeteva di seguito. Poi faceva lo stesso con la frase completa, e così si impadroniva dei sentimenti e delle idee plasmati sulle pagine."

Buona lettura.

Lo consiglio!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
170
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    13 Ottobre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Inizio promettente, il finale un pò meno

Ho deciso di leggere questo libro perché ho molta stima della Torregrossa;secondo me però poteva scegliere una copertina migliore.

Ambientato nella Sicilia di metà Ottocento ci troviamo a cavallo dell'Unità d'Italia.
In una Sicilia che vive di arretratezza, ignoranza e ingiustizia.

Romilda è la protagonista femminile, ha una carattere molto "manna e miele"; la prima qualità l'ha presa dal padre, il mannaluoro e la seconda dalla madre, apicoltrice. La bambina, desiderata tantissimo dalla madre ha un'aurea così intrigante da venir chiesta in sposa dal Barone di Ventimiglia, Don Francesco signore del posto.
In attesa che la "bambina" diventi donna per il matrimonio, Romilda rimane in famiglia e continua la sua vita tra la manna e il miele. Don Francesco, barone non di nascita, è uomo dal temperamento "ferro e fuoco" e ormai cinquantenne non vede l'ora di avere per se quella sposa bambina. Un'unione difficile che cambierà la vita di molti.

In ogni pagina del romanzo si sente l'amore della scrittrice per la sua terra. Leggendo i ringraziamenti ho addirittura trovato che ogni volta che scrive un libro si affida ad un santo, questa è stata la volta di Sant'Anna (nominata molte volte nel testo).
Adoro il suo stile, in questo romanzo l'inizio è stato veramente promettente, da metà in poi però la voglia di leggerlo è un pò diminuita. Forse ha un pò esagerato con la prima parte, creando delle grosse aspettative che però poi non sono state mantenute. Comunque va considerato che è sempre un piacere leggere quello che scrive.
Ho particolarmente apprezzato la descrizione sull'arte di lavorare la manna. La scrittrice è sempre molto minuziosa nelle spiegazioni e descrizioni, tanto da renderle reali nella nostra mente.

Per finire condivido la descrizione che fa dell'uomo ideale:

"Un uomo, quello voleva, dolce come il miele, puro come la manna, forte come il ferro e caldo come il fuoco."

Lo consiglio comunque.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
La miscela segreta di casa Olivares
Trovi utile questa opinione? 
180
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    07 Ottobre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Signorina di nome, donna di fatto

L'amore graffia il mondo è un romanzo che racchiude in se la vita di Signorina, Donna con la D maiuscola. Ambientato in Italia prima e dopo la seconda guerra mondiale questo libro ci riporta indietro nel tempo.

La protagonista è Signorina, ultima nata in una famiglia in cui i pantaloni li porta il padre Delmo, capostazione e uomo con principi di un tempo, in cui la donna deve fare la donna e rimanere a casa e pensare solo al marito, ai figli ed alla casa. Maria, la madre, è una donna con un unico obiettivo, quello di adempiere ai compiti che ognuna di noi dovrebbe seguire (vedi pensiero Delmo).
Poi ci sono i 3 fratelli e una sorellastra, ognuno con la propria vita ed infine Signorina.

La vita di Signorina sarà sempre coerente, metterà davanti al suo bene quello degli altri. Solo in rare occasioni si dedicherà a se stessa, per poi pentirsene. Una vita dedicata prima alla famiglia, poi al marito ed infine al figlio. Sempre pronta per gli altri.

In Signorina, vedo un pò le donne di un tempo che per fortuna ancora oggi non sono una rarità. Non condivido l'annientamento di noi stessi per il bene altrui, tutti dovremmo pensare anche un pò a noi stessi, ma in lei ammiro la forza che la fa andare avanti anche nei momenti più bui, l'amore e la speranza che non l'abbandonano.

Il libro inizialmente non mi aveva preso molto, ma poi mi sono ritrovata a divorarlo.
Ugo Riccarelli usa nella sua scrittura una sensibilità tipicamente femminile tanto da chiedermi a metà libro se avessi letto male il nome dello scrittore.

Riflessivo, intenso e reale.

Lo consiglio.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Non volare via
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    06 Ottobre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Vedere piuttosto che sentire?

Questo libro mi ha colpito principalmente per due motivi.

Il primo riguarda il contesto in cui è ambientato il romanzo: la Birmania. Ho una passione per i romanzi ambientati in contesti culturali molto diversi dal nostro perché mi piace scoprire la cultura, gli usi e lo stile di vita degli autoctoni. Sendker mi ha fatto scoprire un pò di questo paese, delle sue tradizioni, delle superstizioni con cui la gente vive, dei pregiudizi ma soprattutto del ruolo centrale che svolge la famiglia per ogni individuo.
Il romanzo ci mostra 2 prospettive diverse del paese: la Birmania di oggi vista dagli "occhi" di un'avvocato americano, Julia, giunta li alla ricerca del padre (originario di questo paese) scomparso ben 4 anni prima lasciando le sue ultime tracce qui e l'altra, la Birmania degli anni '30-'40 vista dagli "occhi" di Tim Wind.

L'altro elemento che mi ha fatto riflettere, per tutta la lettura, riguarda il motivo cruciale per cui la ragazza ha fatto il viaggio in Birmania.
Dopo aver trovato delle lettere scritte dal padre ad una destinataria a lei sconosciuta Julia si è posta delle domande. Pensiamo davvero di conoscere i nostri genitori oppure una parte di loro a noi è sconosciuta? Cosa hanno fatto i nostri genitori prima di mettersi insieme, come sono state le vite che hanno vissute individualmente e soprattutto siamo così sicuri di volerle sapere?

Nel testo c'è questa bellissima frase:
"Ma ero così sicura che avrei davvero voluto sapere ogni cosa? Sarei riuscita a compatirlo? I figli desiderano veramente conoscere i genitori come persone dotate di una loro vita autonoma? Saremmo capaci di vederli com'erano davvero, prima che arrivassimo noi?"

La risposta a queste domande non è facile, io personalmente ho trovato molto difficile rispondere, ma lo scrittore ci riesce nel migliore dei modi.

Appassionante, riflessivo, a volte un pò ingiusto, ma con uno stile elegante e originale, non vi pentirete di averlo letto.

Lo consiglio.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
L'ultima concubina
Trovi utile questa opinione? 
180
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
1.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
1.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    30 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Trama inconsistente

Mi trovo in difficoltà a recensire questo libro.
Ho scelto di leggerlo perché mi avevano incuriosito sia la copertina che il titolo. Non avevo aspettative ma comunque speravo in qualcosina di interessante, visto che Jacobson ha vinto il "Man Booker Prize" e da molti è definito lo scrittore contemporaneo più divertente.

Non solo non mi sono divertita a leggerlo ma ho avuto alcune difficoltà a capirne la trama e soprattutto a capire dove lo scrittore volesse andare a parare.
Il protagonista, che è anche il narratore, è uno scrittore ebreo (anche se non segue la religione) di nome Guy Ableman che dopo l'uscita di un romanzo che aveva avuto un "discreto" successo, ne aveva pubblicati altri che però lo hanno fatto finire nel dimenticatoio. Alla continua ricerca dell'ispirazione per riuscire a raggiungere i non-lettori, è continuamente distratto dalla bellissima moglie Vanessa, donna un pò squilibrata e dall'affascinante suocera Poppy, la donna delle sue fantasie.

Una trama che non decolla mai, inconsistente che stanca il lettore. Mi dispiace perché l'autore ha un bello stile, ma se non si ha niente da raccontare, anche una scrittura piacevole può diventare noiosa.

Per 3/4 volte ho chiuso il libro con l'intenzione di non continuarlo, perché non l'ho fatto?
Perché all'interno del libro, dopo appena 70 pagine, avevo trovato questa frase:

"Devi leggere un libro per scoprire che era meglio non farlo, e a quel punto è troppo tardi. Ma sai una cosa? Non mi capita quasi mai."

Purtroppo a me non è andata così. Forse più in là proverò a leggerne un altro di lui, ma per ora non ne ho la minima voglia.

Non lo consiglio.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
no
Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    25 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Per un buon caffè ci vuole l'amore

Voglio iniziare questa recensione ringraziando la Torregrossa, dopo l'ultima pagina ho provato una bella sensazione, mi ha lasciato qualcosa e sicuramente leggerò anche gli altri di lei.

La miscela segreta di casa Olivares è ambientata nella Sicilia degli anni '40 e '50. In particolare siamo a Palermo. La scrittrice è riuscita a rendere viva in me l'immagine della Palermo prima della guerra, durante l'attesa. e dopo quando se ne raccolgono le conseguenze.

Gli Olivares sono una famiglia la cui fortuna è legata al caffè; sono proprietari di una torrefazione, per loro il caffè è un'arte. Tutta la loro vita, presente e futura, ruoterà intorno a questa miscela.

La Terregrossa mette in gioco molti elementi, il ruolo dell'uomo all'interno della famiglia, le donne che non hanno ancora raggiunto un briciolo di emancipazione, i pregiudizi ed i pettegolezzi. Tutto questo condito da tantissime espressioni in siciliano puro (per fortuna in fondo al libro c'è un glossario con le traduzioni, essendo toscana mi sarei persa tantissimi elementi) che rendono la scena ancora più viva.

La ricostruzione del post guerra porterà a Palermo dei nuovi cambiamenti, non solo dal punto di vista edilizio ma anche nel cuore delle persone. Specialmente nelle donne che nel momento del bisogno si rimboccheranno le mani.

Con la sua scrittura ricca di particolari, di profumi (mi ha fatto venire voglia di caffè io che sono un'amante del tè) ha reso vivi le emozioni, il dolore ma anche la passione e l'amore delle persone per la propria città.

Lo consiglio veramente a tutti.

P.s.: non ho messo niente sulla trama perché io l'ho letto non sapendo cosa aspettarmi e me lo sono gustata molto di più.

Buona lettura!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
180
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    23 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Dex ed Em, Em e Dex

Un giorno è un romanzo che inizia con una delle fasi più importanti della vita, il giorno in cui dobbiamo diventare "grandi". Il giorno a cui mi riferisco è quello che coincide con la fine degli studi, nel momento in cui la sicurezza non c'è più e bisogna fare delle scelte, prendere in mano la propria vita e decidere che cosa farne. Credo che sia un momento delicato della vita di ognuno di noi, almeno per me lo è stato.

Due persone, due destini. Dexter ed Emma si avvicinano per la prima volta proprio al rilascio della laurea, il giorno dopo ognuno seguirà la propria strada. Ma quel giorno, il 15 luglio, per loro diventerà il loro giorno e si inseguiranno per quasi vent'anni.
Una volta non sarà pronta lei, la volta dopo lui, ma il pensiero sarà sempre costante nei confronti dell'altro.

Due vite completamente diverse. Emma è una ragazza insicura che con il crescere e le batoste della vita diventerà una donna. La vita non gli regala mai niente e tutto quello che riesce ad ottenere gli arriva grazie ai suoi sforzi.
Dexter è di famiglia ricca, superficiale e presuntuoso. Baciato dalla fortuna raccoglierà poi quello che ha seminato.

Nicholls ci fa rivivere gli anni '80, le passioni per gli ideali che poi con il passare del tempo soccombano davanti alla realtà. Un romanzo appassionante, a volte un pò lento e spesso ingiusto ma reale.
Il libro è diviso in capitolo ma il tema centrale è il 15 luglio. A volte parla lui altre volte lei, almeno si possono confrontare i vari stati d'animo dei protagonisti.

"Perchè nel bene e nel male loro sono Dex ed Em e Em e Dex".

Lo consiglio.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi erotici
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    22 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Un'attrazione travolgente

Il colore del piacere è un libro erotico che però racchiude in se anche tematiche molto importanti.

I protagonisti principali sono Everett e Joy che il destino ha fatto incontrare in una fase particolare della loro vita.

Everett è uno dei divi più famosi di Hollywood ed è molto apprezzato dal pubblico, specialmente quello femminile, ma grazie alla sua famiglia è riuscito a tenere i piedi per terra. Cosa può mancare ad un uomo che può avere tutto? Solo una cosa, l'amore. Everett sta attraversando un periodo sabbatico, è stufo di tutte quelle donne che gli ronzano intorno affamate di lui e dei suoi soldi ma che difficilmente vanno in profondità. Si sente troppo fortunato e pensa che il destino gli abbia riservato invece delle delusioni in amore per compensare tutto il resto.

Joy dal canto suo è una semplice insegnante di disegno, timida e con un passato alle spalle non molto semplice. E se lui sta vivendo un periodo sabbatico, lei ha da poco ricevuto una notizia che potrebbe cambiargli la vita.

Queste premesse portano che al loro primo incontro scatta la scintilla, un'attrazione ingestibile per entrambi che nel momento più importante li porta a perdersi ed a ritrovarsi solo un anno dopo.

Trascorsi diversi, stili di vita diametralmente opposti e caratteri differenti. Un solo punto di incontro, il piacere.

Può un'attrazione travolgente trasformarsi in qualcosa di più? Ce lo racconta in maniera davvero convincente Beth Kery con il colore del piacere.

Piccante, scorrevole, forse in alcuni casi un pò prevedibile ma sicuramente scritto bene.

Lo consiglio!

Buona lettura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
40
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    13 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Un coatto in Val d’Aosta

Adoro i gialli ambientati in Italia, specialmente quando ne conosco la zona, e devo dire che Manzini ha descritto molto bene la realtà del posto.

Sapevo già che difficilmente avrei trovato un altro Montalbano, ma di certo non mi aspettavo Rocco Schiavone.
Il vicequestore Schiavone, guai a chiamarlo commissario, non è entrato nelle mie simpatie. Un coatto di città che si ritrova in un paesino di montagna è come il cavolo a merenda, non so se mi spiego.., specificando poi che è stato spedito li per punizione.

Non è il personaggio in se, quelli che non mi sono piaciuti sono i modi del vicequestore, capisco che per rendere "vivace" la trama uno possa tendere ad esagerare, ma i mezzi e i modi con cui Schiavone si accinge a risolvere il caso proprio non mi vanno giù. Direi che non è proprio un santo e la vita difficile, che caratterizza il vicequestore, a mio avviso non lo giustifica.

Per quanto riguarda la storia, Schiavone si ritrova a dover risolvere un omicidio, affiancato da una squadra molto eterogenea (forse anche lui ha letto Camilleri), si ritrova a dover scoprire come mai il catanese Leone Miccichè sia stato trovato morto su una pista non sciabile. La trama non ha grandi colpi di scena, prestando particolare attenzione si può scoprire l'assassino prima della fine, questo non mi è dispiaciuto, ho dovuto tenere la mente sveglia!

Il libro si legge velocemente, non so se consigliarlo, fate voi!

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    10 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Rebecca e la sua voglia di invisibilità

Una bambina brutta vive con prudenza, cercando comportamenti che non aggiungano disturbo a quello che già viene dal proprio aspetto.

Questa in breve è la storia di Rebecca, bambina nata brutta, talmente brutta che la madre non l'ha mai presa in braccio ed il padre non è mai stato molto presente. La sua più grande ancora di salvezza diventa la musica, quando suona il pianoforte Rebecca diventa un'altra.

La vita accanto ci porta in un Italia che vive di pregiudizi, ignorante e poco sensibile. Una bambina costretta a vivere senza affetto, in una casa in cui "le parole sono piatte come quelle scritte sul vocabolario". Una bambina che di certo non è figlia di Dio.

Il libro è molto breve, il tema trattato non molto semplice; la Veladiano va a toccare argomenti molto intensi andando anche oltre la realtà.

Lo consiglio.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Gli altri della Veladiano
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    07 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Con il silenzio riusciamo a dire molto

Una speaker radiofonica viene operata alle corde vocali e per ben 6 settimane dovrà rinunciare al suo punto forte, la voce.

In suo aiuto arriveranno le vecchie e le nuove tecnologie, infatti, Carla potrà comunicare con gli altri utilizzando lavagnette, whatsapp, e-mail...

Carla è una donna di natura pessimista, che delle sua voce ha fatto il suo lavoro e per una buona volta sarà costretta ad ascoltare gli altri senza interromperli.

Dopo aver letto il libro, che avevo scelto proprio per questa idea interessante, scopro che la stessa scrittrice ha subito due operazioni alle corde vocali e così facendo ha raccontato un pò della sua esperienza.

Il libro è leggero e scorre velocemente. Gli ho dato un voto medio e non alto perché speravo che la scrittrice approfondisse un pò di più l'importanza del silenzio e quella di imparare ad ascoltare gli altri, che viene considerata nel libro, però solo in maniera un pò superficiale.

Comunque lo consiglio.

"E' che alle fine andrà davvero tutto bene, Carla. E se non va bene...non è ancora la fine."

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    04 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Ma i soldi fanno davvero la felicità???

Ho letto questo romanzo tutto d'un fiato. Mi ha completamente assorbito e soprattutto mi ha fatto riflettere sulla fragilità della vita, come eventi inattesi possano stravolgerla.

Le cose che non ho ci insegna che spesso realizzare i sogni degli altri significa correre il rischio di distruggerli.

La protagonista è una donna con una vita tranquilla, serena, con due figli grandi ed un marito accanto. Una vita che forse non la rende felice ma che ormai ha deciso di mantenere.
Tutto scorre tranquillamente finché non scopre di aver vinto 18.547.301 euro e 27 centesimi. Cosa deve farne ora della sua vita? Metterla in bilico oppure mandarla avanti come se niente fosse?

Le cose che non ho si sofferma molto su quello che a volte pensiamo di desiderare, finché non ce ne capita l'occasione ed allora ci domandiamo..ma è veramente quello che voglio?
Possono i soldi riscattare la felicità? Renderla più dolce?

Un romanzo forte, ti lascia un pò di malinconia e ti fa riflettere su come anche una fortuna può condizionare la tua vita in tutti i sensi.

Lo consiglio, è scritto bene, un argomento importante che molto spesso sottovalutiamo. E' stato bello pensare a quello che avrei fatto io al suo posto, e le difficili scelte che avrei dovuto affrontare.


Ma i soldi fanno davvero la felicità?

Una bella frase del libro " Vorrei avere la fortuna di decidere della mia vita, credo che sia il più grande regalo che ci possa esser fatto".

Lo credo anch'io, buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    03 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Giallo con pochi colpi di scena ma molto piacevole

Il richiamo del Cuculo è stato scritto da Robert Galbraith che in realtà è uno pseudonimo utilizzato dalla Rowling, la scrittrice di Harry Potter.

Un giallo un pò insolito nel suo genere. Il libro è scritto veramente molto bene, la trama entra subito nel vivo nelle prime pagine, per poi dilungarsi sulle indagini.
Le indagini non vengono seguite dalla polizia, che ormai ha archiviato il caso qualche mese prima ritenendolo un suicidio, ma sono portate avanti da un investigatore privato ingaggiato dal fratello della vittima.
L'investigatore privato, protagonista della storia, è Cormoran Strike, davvero un bel tipo.
Alto un 1,90 m, ex militare, figlio illegittimo di un star, incasinato con il lavoro e l'amore. Si ritroverà ad dover far luce su molti indizi un pò contrastanti fra loro; a fargli da spalla ci sarà la sua segretaria Robin.
Si sarà davvero suicidata la super modella Lula?

Intrigante, mi ricorda un pò i gialli di una volta, in cui più che i colpi di scena, la fanno da protagonista i piccoli dettagli, costringendoti a ricordarti volta volta cosa dicono i vari intervistati.
L'investigatore Strike più che un peso alle parole lo dà al linguaggio del corpo perché le persone possono mentire con le parole, ma difficilmente lo possono fare con il resto del corpo.

Lo consiglio a chi cerca un buon libro, lo sconsiglio a chi è amante dei gialli con grossi colpi di scena, anche perché prima di vedere un pò di azioni dovrete aspettare la fine...

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Rebecca la prima moglie
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    01 Settembre, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Io amo Gigio

Come si può ben capire dal titolo, questo libro è la parodia della trilogia di E. L. James. Premetto che non ho ancora letto l'originale, ma non ho saputo resistere a questo libro.

Molto spesso noi donne, mi includo anch'io, leggiamo nei libri di questi super uomini e poi guardando il nostro partner ci chiediamo "Ma come mai lui non fa come il protagonista del libro"..una delle risposte ce la da la Calabrò...saranno anche super uomini ma nessuno ci fa ridere come il nostro Gigio (l'uomo comune che ci troviamo accanto nel letto).

Probabilmente è vero che nei nostri sogni vorremmo un uomo come Mr Grey, ma pensandoci bene non darei mai il mio Gigio in cambio!!!

Parodia divertentissima, sotto alcuni aspetti prevedibile, ma il prevedibile include il fatto che i Gigi si assomigliano un pò tutti.

Leggero, si legge in breve tempo ed in cinquanta sbavature vi renderete conto che Gigio anche se ha molti difetti, è l'unico che ci fa sorridere.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Le due facce dell'amore
Trovi utile questa opinione? 
50
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    30 Agosto, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

L'alba, un hotel e 2 protagonisti

Tre volte all'alba è un piccolo libro che in 94 pagine riesce a lasciarti con il sorriso e la voglia di ricominciarlo per vedere se ti sei persa qualcosa.

Il libro è diviso in tre racconti, dove i due personaggi principali si incontrano sempre, ma ogni volta è come se fosse l'unica, la prima e l'ultima. Dal punto di vista logico, la storia non può essere reale,ma forse è proprio questo che la rende ancora più affascinante. Una storia dopo l'altra, pur essendo molto brevi, ti permettono di conoscere sempre qualcosa in più dei protagonisti. Si incontrano sempre in momenti importanti della loro vita, in momenti direi decisivi, dove l'uno è la salvezza per l'altro.

Il momento migliore per incontrarsi? L'alba, quando la luce è la migliore.

Ho notato qualche somiglianza o comunque mi ha fatto ripensare al libro "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo".

Pur non essendo una grande amante di Baricco, anche se Novecento è bellissimo, questo lo consiglio!

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Novecento e La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo
Trovi utile questa opinione? 
111
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    29 Agosto, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Ognuno ha il suo demone..il suo è Rebecca

Questo libro per me è stato una vera sorpresa, la Du Maurier è riuscita a catapultarmi nell'Inghilterra del novecento e a farmi seguire con trepidazioni la storia della protagonista.

La prima cosa che mi ha colpito è che dopo aver letto tutto il romanzo non ho mai saputo il nome di battesimo della protagonista, cosa che involontariamente ci fa capire che ruolo la scrittrice gli vuole attribuire.

In breve tempo, la protagonista passa da dama di compagnia di una signora particolarmente antipatica, a diventare la nuova signora De Winter, senza capirne bene le differenze.
A soli 21 anni si trova sposata con un ricco vedovo, Maxim, che ha il doppio dei suoi anni e una bellissima tenuta in Cornovaglia. La differenza di età per lei non è un problema, lei ama il suo Maxim, il problema è che nella sua nuova dimora, Manderley, tutto parla della prima moglie, Rebecca, annegata l'anno prima.

Ragazza impaurita dalla vita, goffa e incredibilmente insicura, passerà i suoi primi mesi di matrimonio con lo spettro di Rebecca dietro. Tutti le parlano di lei, Rebecca era capace di farsi amicizie ovunque e la sua bellezza non aveva paragoni. Così la nuova signora De Winter si trova sempre in difetto, convinta di non poter reggere il confronto con la rivale perché è difficile combattere con i morti. La signora Danvers, la governante, non le renderà sicuramente le cose più semplici.

La sua più grande paura è che Maxim sia ancora legato alla prima moglie, si sente come un rimpiazzo necessario a riempire quella casa vuota. Quella casa che nessuno gli ha mai insegnato a gestire.

Quando abbiamo la svolta? Semplice come ogni donna la signora De Winter dovrà mettere da parte il ruolo di comparsa e diventare la protagonista della sua vita.

La scrittura non è proprio leggerissima, ma il romanzo è veramente avvincente e pieno di sorprese.
La protagonista mi ha davvero affascinato, a volte provavo pena, mi immedesimavo in lei, pensando a quante persone purtroppo vivono con lo spettro del passato; molte altre volte mi faceva rabbia perché non reagiva e non prendeva in mano la sua vita.

Lo consiglio, si può definire un giallo un pò particolare anche se fino a metà può non sembrarlo.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
L'amore ai tempi del colera
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    24 Agosto, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Tutto concentrato in un 1,49 m

Ho deciso di leggere questo libro perchè incuriosita dal titolo, mi faceva venire in mente i ricordi delle medie quando studiando l'America Centrale si parlava di queste statuette della fertilità, piccole, molto formose, portatrici appunto di fertilità per la donne che ne avevano bisogno.

Quindi inizio la lettura e mi trova davanti Bianca, chiamata Bica, alta 1,49 e soprannominata così perchè in portoghese la Bica è un caffè molto ristretto. Le origini della protagonista infatti sono portoghesi pur vivendo in Germania.

Bica sta affrontando un periodo molto particolare della sua vita; ha appena perso sua madre ed è consapevole che la tradizione portoghese prevede che: "quando ti muoiono i genitori, devono arrivare dei figli a sostituirli, altrimenti i genitori non vanno in paradiso".

Il romanzo è diviso in due parti che si alternano fra loro, la prima vede Bica impegnata nella "caccia" dell'amore e la seconda sempre Bica però alla riscoperta del suo passato ed alla ricerca del padre che non ha mai conosciuto.
Fra reale e meno, tanto da indurmi a non terminarlo ma poi la tenacia me l'ha fatto finire, vi troverete a simpatizzare per Bica che non sempre agisce con razionalità.

Una delle particolarità dello scrittore è quella che ad oggi personaggio abbina l'altezza ma soprattutto il modo in cui preferisce bere il caffè. Dimmi come lo bevi e ti dirò chi sei!

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    21 Agosto, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Le parole che fanno la differrenza

La Veladiano si prende il difficile compito di affidare a molte parole il giusto significato; per farlo dedica ad ognuna di esse una mattinata.
Ne scaturisce un piccolo volume che ci fa riflettere sul peso ed il potere delle parole. Molte volte non ci accorgiamo che con una semplice parola possiamo davvero dire tanto.

Il libro è diviso in tre parti: sentimenti, azioni e parole.

La Veladiano ci insegna che le parole fanno davvero la differenza. Sorprende il fatto che molte volte non diamo il giusto significato o comunque ci fermiamo solo in superficie. Importante e non per ultimo, che alcune volte, le parole possono avere più significati. Fra queste una che mi è particolarmente piaciuta è:

Coraggio: "è un corrispondere che non si conosceva prima. Ci sorprende. Un essere che non ci appartiene ma ci possiede e ci porta dove non sapevamo di poter andare."

Buona lettura, lo consiglio!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
2.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    19 Agosto, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Io e Jonasson abbiamo chiuso

Dopo aver letto "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve", ero incuriosita di leggere il nuovo romanzo di Jonasson.

Il primo romanzo era folle, ironico, divertente e scritto veramente bene. Con tutte queste premesse apro ed inizio a leggere "L'analfabeta che sapeva contare".

Ovviamente Jonasson non è che con il secondo libro ha iniziato a scrivere male, anzi, lui sa scrivere sempre meglio però sono stufa delle sue trame. Con il primo romanzo si era raggiunto la follia, ma con questo si superano i limiti. Va bene essere originali, ma qui si va sempre più sul surreale e deve dire che incomincia a stufarmi.

Quindi ho deciso che non leggerò altro di questo autore, ovviamente se dovesse cambiare tematiche potrei ripensarci ma ora come ora posso solo dire bye bye Jonasson.

Per chi cercasse qualcosa di folle, surreale ma ironico..auguro buona lettura!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    10 Agosto, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Mi aspettavo qualcosa di diverso

Dopo aver letto la trama, mi aspettavo un certo tipo di libro, non dico di esserne rimasta delusa, però sicuramente le mie aspettative erano diverse.

La misura della felicità è un romanzo che ci ricorda che per tutti c'è una seconda possibilità. Tutti noi durante la nostra vita abbiamo dei momenti di smarrimento, l'importante è ritrovarsi.

A.J. è un libraio un pò particolare, dopo aver perso la moglie Nic in un'incidente, porta avanti la sua vita senza molta convinzione e da tutti è definito un libraio snob. L'incontro con Maya gli cambierà la vita, lo farà ammorbidire e diventare meno egoista.

Ed è qui che il libro si perde un pò, speravo che questo argomento fosse quello centrale del libro, invece da qui partono una serie di altri intrecci, che girano sempre intorno alla libreria e al suo proprietario, ma non più incentrato su quello che c'era scritto nella trama.
Si affrontano argomenti importanti come l'adozione, l'amicizia, la buona lettura e il destino.

Una frase del libro che mi è particolarmente piaciuta è:

"Tutto quello che ti serve sapere di una persona lo capisci dalla sua risposta alla domanda: Qual è il tuo libro preferito?"

Un romanzo piacevole e scorrevole.

Buona lettura

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    05 Agosto, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Presto fu tardi nella mia vita

Sono un'inguaribile romantica e tutte le volte che cercavo, un libro romantico, nelle liste "delle più belle storie d'amore" mi compariva sempre davanti "L'amante" della Duras. Ne leggevo la trama e ne rimanevo delusa, tutta la storia di questa "bambina" che veniva definita la prostituta bianca ecc..
Comunque dopo molti ripensamenti ho deciso di leggerlo e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.

L'amante della Duras è ambientato nell'Indocina degli anni trenta, dove basta poco per venire discriminati ed evitati.
Tutto questo non ferma la giovane quindicenne, che un giorno decide di diventare l'amante di un miliardario cinese. Un uomo con dieci anni più di lei che pur essendo un miliardario è pur sempre un cinese.

Inizia la loro storia d'amore, se così si può definire, dove lui ormai si sente perduto ed incantato da questa "bambina bianca" che mette subito in chiaro le cose, lei non potrà mai amarlo.

Una bambina di origine francese, con una madre folle, un fratello maggiore mascalzone e un fratello minore per cui prova un grande affetto. Una quindicenne che decide di andare oltre le convenzioni della società e di osare.

Un romanzo che racchiude mille sensazioni, sentimenti a volte contrastanti ma sempre puri.
Un amore che può andare oltre le barriere del tempo.

Il libro è molto breve, si legge velocemente, quindi consiglio a chiunque di dargli una chance.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
Letteratura rosa
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    05 Agosto, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Non è letteratura rosa!

Jean Perdu gestisce la "Farmacia Letteraria", una libreria collocata all'interno di un battello sulla Senna.
Jean è un uomo capace con un solo sguardo di capire di cosa hai veramente bisogno. Lui ti può aiutare a trovare un libro per dormire meglio, uno per sorridere, uno per ritrovare te stessa. E' un uomo capace di aiutare tutti tranne se stesso.

Cosa ha cambiato la sua vita? Semplice una donna, Manon. L'ha conosciuta oltre vent'anni prima e dopo cinque anni lei lo ha lasciato. Da lì la sua vita si è persa. Un uomo non più capace neanche di riuscire a pronunciare il nome di lei, di non trovare pace in nessuna altra donna.

Il destino vuole che dopo vent'anni Jean si ritrovi davanti la lettera che Manon gli ha inviato subito dopo la separazione, una lettera che lui non ha mai aperto per paura di trovare delle scuse o delle spiegazioni inutili. L'orgoglio ha fatto il resto.
Tutto si poteva aspettare ma non quello che vi troverà all'interno.

Dopo lo sconforto, Jean Perdu è un uomo che ha cinquantanni capisce che la sua vita ha bisogno di una svolta. Cosa fa? Semplice, fa partire la sua Farmacia letteraria e parte alla ricerca di se stesso e di quello che si è perso.
Un viaggio alla ricerca del perdono, della rinascita e delle nuove possibilità. Durante il viaggio sarà accompagnato da nuovi amici e da nuove prospettive.

Questo libro mi è piaciuto molto, non ho adorato lo stile della scrittrice che spesso passa dalla terza alla prima persona facendoci forse perdere qualcosa.
Lo consiglio a tutti quelle persone che nella vita si sentono di aver perso un'occasione, ma anche a chi cerca una lettura un pò diversa dal solito.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
50
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    26 Luglio, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Puoi davvero fidarti di chi hai accanto?

Incantata, non posso cominciare questa recensione con una parola diversa. Ronald Balson mi ha fatto rivivere eventi molto drammatici della nostra storia ma che è bene non dimenticare.

Volevo solo averti accanto è la storia di Ben Solomon, un uomo che ha vissuto per la sua ballerina Hannah con cui ha condiviso un'intera vita, ed anche ora che se ne è andata gli rimane sempre accanto. Proprio in uno di questi momenti in cui Ben la sente vicino, gli viene l'ispirazione di accendere la televisione e casualmente di trovarsi sullo schermo il suo "fratello acquisito", l'uomo di cui più si fidava e proprio l'uomo che l'ha tradito. Perchè sullo schermo si ritrova Elliot Rosenzweig, il più ricco e importante mecenate della città di Chicago, ma che lui dopo più di quarant'anni riconosce come Otto Piatek, il Macellaio di Zamosc, feroce criminale nazista.

Ben ottantenne non risulta molto credibile quando accusa Elliot, solo grazie all'avvocato Catherine Lockhart, che per lui rivoluzionerà la sua vita, parte il processo per vedere chi dei due mente. “Più grande è la bugia, più persone ci cascano.”
L'ebreo Ben per far prendere a cuore il caso a Catherine, gli racconta la storia della sua vita, una storia iniziata nella cittadina polacca di Zamosc, un racconto davvero toccante che ci fa ripercorrere tutta la follia tedesca e la fede incondizionata di un uomo che continua a sperare.

Volevo solo averti accanto, ci fa capire come le persone che abbiamo vicino non sempre rimangono coerenti. La famiglia di Ben, nel momento del bisogno, aveva accolto il tedesco Otto e l'aveva fatto sentire per la prima volta in famiglia. Ma con l'avvento del nazismo, il giovane Otto sente che quella famiglia per lui ormai è più un peso che un bene.
Proprio nel momento del bisogno che possiamo capire che chi ci rimarrà accanto lo farà sempre.

Anche se la storia non è vera, comunque lo scrittore si è documentato e si è fatto aiutare da persone che hanno vissuto quello che Ben racconta. Non sempre conosciamo le persone fino in fondo.

Riuscirà il nostro Ben a far scontare ad Otto i suoi peccati? La corruzione e il potere riusciranno a superare la fede e la giustizia?

Lo consiglio, è davvero stupendo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Non volare via
Trovi utile questa opinione? 
190
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    24 Luglio, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Il primo amore non si scorda mai

La scelta di questo libro nel mio caso non è stata casuale...ho trascorso le vacanze in Corsica e cercavo un libro che parlasse di Napoleone; cercando cercando, mi sono imbattuta nel libro Désirée che, nella mia ignoranza non sapevo fosse stata il primo amore di Napoleone.

Leggendo, oltre ad aver fatto un ripassino di storia (che non fa mai male), ho scoperto che la giovane Bernardine Eugénie Désirée Clary era figlia di un facoltoso venditore di sete e da Marsiglia è riuscita a diventare la Regine di Svezia e Norvegia.
Il libro risulta essere il diario segreto della giovane Clary che incomincia a scrivere del suo primo amore e di tutti i cambiamenti che l'hanno portata a diventare regina. Una ragazza nata in una famiglia di repubblicani si ritrova ad essere la moglie del re.
Il libro, ovviamente, risultando un diario è romanzato; comunque la Selinko prima di realizzarlo si è documentata sulla famiglia reale e sulla storia della Regina Desideria.

Una storia molto interessante che ci fà capire che il destino che ci tocca a volte non ce lo siamo proprio cercato ma comunque lui ha deciso per noi. La descrizione sullo stile di vita delle varie corti, in particolare su quella francese, mi fa capire che purtroppo dal passato invece di imparare e correggere gli errori..li copiamo, dove tira il vento andiamo...a buon intenditore poche parole...

Lo consiglio! Il libro è lungo ma si legge velocemente, la scrittrice ha inserito un sacco di passaggi che lo rendono piacevole e non pesante.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
agli amanti dei romanzi storici
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    14 Luglio, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

L'amore può nascere fra le pagine di un libro...

Secondo libro che leggo di Barreau, visto che "Con te fino alla fine del mondo" mi era piaciuto, sono andata a ricercare gli altri. Rispetto all'altro forse è un pò meno divertente però comunque piacevole.

Lo stile di Barreau è molto semplice, scrive chiaramente e le sue trame in alcuni casi possono sembrare banali però io le trovo abbastanza originali (sotto alcuni punti di vista).

Come nel precedente anche qui sullo sfondo abbiamo Parigi, una delle indiscusse città dell'amore e proprio un colpo di fulmine da l'ispirazione all'editore André, che si ritrova a scrivere un libro ispirato ad una donna parigina. Per evitare complicazioni sul lavoro, decide di scriverlo facendosi passare per Robert Miller. un inglese che vive in maniera ritirata. Il "caso" vuole che proprio la "musa ispiratrice" del romanzo, Aurélie, in un punto critico della sua vita si ritrova a leggere questo libro ed a riconoscersi nella protagonista.
Aurélie e non solo, sono alla caccia dello scrittore che ovviamente è "difficile" da reperire..fra bugie, equivoci, destino e romanticismo, questo libro vi farà passare delle ore piacevoli.

Una delle frasi più belle è sicuramente:
"Se ci accorgiamo di aver fatto un errore, bisogna correggerlo prima possibile".

Alcuni, ho letto nelle precedenti recensioni, lo hanno definito quasi un harmony...sinceramente l'ho trovato romantico ma non ho avuto nessun attacco di glicemia!

Buona lettura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Gli altri di Barreau
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    07 Luglio, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Il centenario che amava l'acquavite

Ho iniziato a leggere questo libro perché incuriosita dall'uscita del film e come sempre faccio preferisco prima leggere il libro e poi vedere il film. Quindi quando ho cominciato a leggere il libro ero convinta di trovare la storia "ordinaria" e normale di un centenario; mi sono bastate poche pagine per ricredermi.

Il libro è diviso in due parti che si alternano: la prima narra l'avventura che il centenario Allan Karlsson vive dal momento in cui decide, il giorno del suo compleanno, di scappare dall'ospizio saltando la finestra; la seconda racconta la vita di Allan dalla nascita fino alla fine nell'ospizio.
Entrambe le storie si possono definire avventure; nel primo caso il nostro centenario decide di salire su un pulman per allontanarsi dalla detestabile infermiera Alice e pensa di "arricchire" la sua giornata rubando una valigia..che poi risulterà della banda Never Again che cercherà in tutti i modi di recuperarne il contenuto.
L'altra parte invece racconta la vita di Allan, un uomo che non voleva sentir parlare né di religione né di politica e che grazie alla sua esperienza con le bombe, la sua voglia instancabile di acquavite ed alle sue memorabili bugie vivrà un'avventura dopo l'altro che lo porteranno in giro per il mondo e gli permetteranno di conoscere personaggi illustri del Nocevento.

Divertente, imprevedibile, non potrete non simpatizzare per Allan, che con le sue idee e le sue irresistibili bugie vi conquisterà. Fra il reale e il "surreale" vi vedrete catapultati in giro per il mondo.
Jonas Jonasson scrive veramente bene, il libro scorre velocemente e le trame che riesce a far intrecciare in alcuni casi sono davvero geniali e divertenti.

Lo consiglio.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
La verità sul caso Harry Quebert
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    02 Luglio, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Che piacevole sorpresa

Primo libro che leggo di Nicolas Barreau e mi posso ritenere soddisfatta.
L'ho scelto perchè molto incuriosita dalla trama. Jean-Luc Champollion è un famoso gallerista francese che vive la sua vita tranquillamente finché nella sua cassetta delle lettere trova una busta azzurra che contiene una delle più belle lettere d'amore.
La misteriosa Principessa indirizza al suo Duca (Jean-Luc) parole profonde e soprattutto frasi che fanno capire che il mittente conosce bene il destinatario.

Jean-Luc si ritrova "impelagato" in uno scambio epistolare che porterà il nostro spensierato protagonista a dei cambiamenti. Il finale è tutto da scoprire.

Barreau ci fà divertire, incuriosire e soprattutto ci lascia con il sorriso sulle labbra dopo aver letto il finale. Pensavo a qualcosa di molto più scontato ed invece mi ha sorpreso.

Una delle frasi più belle del libro secondo me è:

"Il segreto innalza i normali dettagli al rango di eventi eccezionali"

infatti proprio grazie al mistero che il protagonista abbandona il suo lato un pò superficiale, per dedicarsi al mondo, in questo caso alle donne, con maggiore attenzione.

Lo consiglio a chiunque cerchi una lettura breve, scorrevole ma non scontata.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Classici
 
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    25 Giugno, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Le mie aspettative erano troppo alte

Probabilmente sono una voce fuori dal coro, ma a me questo libro non è piaciuto molto.
Ho deciso di leggerlo perchè incuriosita dalla "storia" legata intorno all'uscita del romanzo che inizialmente ha fatto molto scalpore tanto da provocarne in alcune parti la censura. Solo negli anni '60 è stato possibile vedere pubblicata la versione integrale.

La storia è molto interessante e gli argomenti trattati sono importanti. Lady Chatterley, moglie di Sir Clifford si trova chiusa in una situazione con poche vie d'uscita. Sente che la sua vita sta andando sempre più alla deriva. Sposata con un uomo che ha subito una ferita di guerra che lo ha reso impotente, si rende conto di essere sempre stata circondata da uomini che difficilmente potevano essere descritti tali.
La sua vita viene sconvolta dall'incontro con il guardacaccia Mellors che la riporterà alla vita e le farà conoscere una parte di se stessa che prima non era mai uscita fuori.

Nel romanzo si parla di differenze di classe, lei è una Lady, lui un semplice guardacaccia, della differenza di approccio alla vita, della indifferenza della classe sociale per i meno abbienti.

La cosa che come dicevo prima forse mi ha un pò deluso, è che mi aspettavo una passione travolgente e romantica. Per quanto riguarda la passione sicuramente quella non manca ma devo dire che ho trovato anche molta volgarità. Credo che l'erotismo non debba per forza sfociare nel volgare e il finale mi ha lasciato con un pò di amaro in bocca.

Sono comunque felice di averlo letto e mi posso immagine lo scandalo che ha fatto al momento dell'uscita.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
141
Segnala questa recensione ad un moderatore
Classici
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    16 Giugno, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

L'ultima eroina della Austen

Persuasione è l'ultimo libro scritto dalla Austen e devo dire che è veramente riuscita a persuadermi. Non è all'altezza di Orgoglio e Pregiudizio (credo che pochi libri possano arrivare a tanto), ma è comunque veramente molto bello.

Nel libro possiamo trovare delle caratteristiche che hanno rappresentato gli altri classici della scrittrice. Troviamo il pregiudizio degli Elliot (esclusa la protagonista), l'orgoglio del protagonista maschile, il sentimento di Anne e la ragione della "classe sociale" che in un buon matrimonio (ovviamente con interessi di titoli e soldi) vede la felicità.

La protagonista di Persuasione è Anne Elliot, seconda di tre figlie di Sir Walter Elliot. La diciannovenne Anne è fidanzata con Wentworth, persuasa però dalla famiglia e dall'amica Lady Russell, decide di rompere il fidanzamento perché non ritenuto all'altezza del suo stato sociale.
Il destino vuole che otto anni dopo, la situazione economica degli Elliot non sia buona (Sir Walter e la figlia maggiore vivono sperperando le loro risorse) e sono costretti ad affittare la loro grande casa ad una famiglia e trasferirsi a Bath. La famiglia Croft che prende possesso dell'abitazione altro non è che la sorella di Wentworth, diventato ora il Capitano Wentworth.
Anne appena lo sento nominare capisce che otto anni non sono stati sufficienti a dimenticarlo.
Anne ormai è una donna matura, che ha capito che non si farà mai più persuadere da altri e che le sue priorità avranno la precedenza su tutto. Proverà ancora dei sentimenti nei suoi confronti il Capitano?
Dopo anni in cui la sua famiglia non ha mai considerato la sua opinione, Anne prende in mano la situazione e riesce a non cadere questa volta nel gioco della persuasione (con un cugino che la corteggia offrendogli un matrimonio vantaggioso).
Fra incomprensioni, gelosie e romanticismo, la Austen vi farà innamorare di questo libro.

MI è piaciuto molto il ruolo dell'Ammiraglio Croft e di sua moglie (la sorella del Capitano Wentworth) che non si vergognano a dimostrare pubblicamente l'affetto l'uno per l'altra, e soprattutto lei, che ammette di seguirlo in ogni avventura pur di rimanergli accanto; davvero una novità per quel tempo, in cui l'amore era una priorità per pochi.

Lo consiglio!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Orgoglio e pregiudizio
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
Letteratura rosa
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    11 Giugno, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Cosa non si farebbe per rendere felice un padre

Un libro che ti prende subito e non puoi lasciarlo fino alla fine, una scrittura scorrevole che forse in alcuni punti avrei preferito un pò più descrittiva.

Mr Transome è un mercante di carbone, diventato ormai un ricchissimo borghese che proprio per questa sua posizione sociale, non è ben visto dalla nobiltà che odia gli arricchiti.
Mr Transome, colpito da una malattia, è ormai alla fine dei suoi giorni ed il suo desiderio più grande è quello di accasare sua figlia con un bel matrimonio combinato e trasformare la sua adorabile Eleanor in una duchessa.
Decide quindi di fare delle ricerche e trovare il candidato più indicato e "metterlo all'angolo"..come ci riesce..semplice offrendo all'affascinante Lord Randolph Falloden, una fortuna per ripagare tutti i suoi debiti e vivere in ricchezza per il resto dei suoi giorni.

Ovviamente combina un matrimonio in cui secondo lui entrambe le parti potranno guadagnarci qualcosa, senza contare che fa promettere ai due giovani di mantenere la promossa di rimanere insieme.
Così dopo neanche una settimana Eleanor Transome si ritroverà ad essere una contessa non troppo felice, considerando il suo odio per la categoria nobiliare e Lord Randolph Falloden si ritroverà legato per il resto dei suoi giorni ad una borghese che definisce gelida e insensibile.

Dopo la morte del padre, la giovane coppia dovrà riuscire a superare pregiudizi, amori persi, malintesi e soprattutto classi sociali molto differenti.

Appassionante e veloce da leggere, vi renderete conto che in alcuni casi le differenze di classe si rispecchiano ancora oggi nella società.
Altezzosità e modi distanti & calore e famiglia..mondi diversi che incontrandosi possono trovare dei punti di contatto.

Da leggere!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Orgoglio e pregiudizio e La figlia del matematico
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    03 Giugno, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Sesto capitolo della serie Fjällbacka

Arrivata alla conclusione di questo sesto "capitolo" devo dire di ritenermi un pò meno entusiasta rispetto agli altri. Qualcosa è cambiato nella scrittura della Lackberg. L'aspetto che caratterizza la scrittrice è quello di inserire nei suoi romanzi un continuo alternarsi del presente e del passato. Ovviamente tramite i passi del passato si può risalire alle motivazioni degli avvenimenti presenti.

Nella sua serie, ogni volta, affronta un dramma diverso; la cosa che secondo me è cambiata e devo dire mi ha anche un pò turbata, e che questa volta l'ho trovata un pò più superficiale sui sentimenti delle famiglie che stanno vivendo il dramma. Per non parlare del finale che questa volta non è stato proprio il massimo. Di solito era molto più partecipe della sofferenza altrui.

Come sempre il centro di tutte le vicende è Fjällbacka, con l'ispettore Patrick Hedstrom e la sua curiosissima moglie Erica (tra l'altro in attesa di due gemelli).
Tutto inizia con la scomparsa di un abitante del posto, insieme all'uscita del romanzo Sirena scritto da Christian Thydell, tra le altre cose amico dello scomparso. Persone scomparse, lettere minatorie ed un passato davvero invadente vi porteranno alla ricerca dell'assassino.
Come sempre non è l'obiettivo della scrittrice quello di farvelo scoprire, anzi i dubbi saranno sempre maggiori e solo nelle ultime pagine troveranno soluzione.

La prima parte è molto più lenta, poi il romanzo scorre bene anche se il finale probabilmente vi deluderà un pò di più rispetto agli altri, comunque per gli appassionati della serie è imperdibile!.
Sono capitoli che si possono leggere anche singolarmente, però rischiereste di perdere tutte le dinamiche che esistono fra i personaggi della serie.

Buona lettura!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Chi ha letto gli altri della Lackberg
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Letteratura rosa
 
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    29 Mag, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Un amore al gusto di cioccolato

La ladra di cioccolato si legge davvero molto bene, è scorrevole e racchiude dei temi interessanti come Parigi, il cioccolato e il confronto fra la grande distribuzione e i piccoli artigiani.

Cade Corey è una giovane miliardaria, proprietaria della più grande azienda di cioccolato americana specializzata nella realizzazione di prodotti destinati ad un pubblico di massa. Decide di fare un viaggio a Parigi perché vuole ampliare la gamma di prodotti dell'azienda, andando ad inserire nella loro collezione una tavoletta di cioccolato di "lusso" (offrendola sempre ad un prezzo accessibile) e si rivolge al miglior chocolatier di Parigi, Sylvain Marquis.
Come può reagire un maestro dell'artigiano che fa pagare oro il suo cioccolato...semplice con un bel rifiuto e l'indignazione per niente gentile nei confronti di Cade che si è permessa di fargli una richiesta del genere.

Cosa può fare una ragazza abituata a comprare tutto con i suoi soldi e con una tenacia non indifferente...continuare per la sua strada e diventare la ladra di cioccolato!

Un romanzo divertente in cui vediamo due punti di vista molto diversi, da una parte Cade e la grande distribuzione, dall'altra la passione artigianale per il cioccolato e l'unicità di Sylvain.
Anche se diversi, la passione per il cioccolato li unirà e scoprirete se la ladra di cioccolato è riuscita a rubare solo quello!

Una lettura piacevole, piena di sapori e descrizioni davvero allettanti.

Lo consiglio!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Letteratura rosa
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    27 Mag, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Alla ricerca della felicità

Romanzo piacevole, in cui i personaggi sono ben delineati.

Sara è una ragazza di campagna che si trasferisce per un breve periodo a Londra. La motivazione è quella dell'indagine, perchè Sara è una giovane scrittrice di romanzi. Il suo più celebre romanzo è Matilda, in cui la protagonista è una prostituta; questa volta vuol toccare il delicato tema delle sale da gioco. E proprio durante una di queste "indagini" che si imbatte in Derek Craven, salvandolo da dei malviventi.
Quello che non si aspetta è che il signor Craven è il proprietario della maggiore casa da gioco di Londra, proprio il luogo ideale per trarre spunto per il suo nuovo romanzo.
Lui è scontroso, cinico e molto sospettoso; lei è indipendente, testarda e gentile.

Sara, partita dalla campagna per Londra con un "quasi" fidanzamento in corso, tornerà da Londra completamente cambiata non solo nel suo modo di essere ma anche nella comprensione delle sue vere esigenze.

Amici, interessi, ex-amanti e molto altro renderanno questo romanzo piacevole.
Non è sicuramente fra i miei preferiti però lo consiglio perchè si legge velocemente ed il personaggio di Sara è davvero innovativo per quel periodo...

Buona lettura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Letteratura rosa
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    19 Mag, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

L'amore..direi che è più che sufficiente

Un incantevole esempio che dimostra come spesso quello che facciamo per una vita, convinte che sia l'unica strada giusta per noi,..può essere spazzato via da imprevisti davvero forvianti.

Cosa possono avere in comune due persone completamente diverse come Christian Langland, duca di Jervaulx e la quacchera Archimedea Timms, detta Maddy? Semplice la matematica!

Lui, duca spregiudicato e debito al lusso ed agli eccessi, è un appassionato di matematica; lei, quacchera devota al vivere semplice, è figlia di un celebre matematico cieco.
Si incontrano perchè il duca sta collaborando con il padre di lei ad una serie di equazione.
Christian, dongiovanni, viene colto dal marito di una sua amante e sfidato in duello da cui ne uscirà indenne fisicamente ma non mentalmente... da molti considerato addirittura morto, il duca farà perdere le sue tracce misteriosamente.

Maddy, insieme al padre, si trasferisce in una casa di cura per matti gestita dal cugino di lei e durante un giro di conoscenza dei pazienti,si ritrova davanti il duca, legato e considerato alla stregua di una bestia, praticamente muto, violento e incapace di intendere.
Maddy, pensa che Dio l'abbia fatta arrivare lì per aiutare il duca e da qui partirà la loro nuova "conoscenza" anche perchè il duca sembra reagire solo a lei.

I miglioramenti però non scoraggiano i cognati di Christian che lo vogliono in manicomio per poter mettere le mani sui suoi soldi. Riuscirà la TataMaddy a salvare il suo "paziente"?

Un libro piacevole, in cui la forza dell'amore è rappresentata in molte sfaccettature. Mondi diversi, che si possono unire se l'amore è più che sufficiente.

Una delle frasi che mi ha più colpito è:
"una stella che potevo solo guardare e ammirare, tu hai percepito la mia vera natura e i miei desideri. Sono contenta che questa stella sia caduta, così posso tenerti tra le mie mani".

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Lemonade
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    14 Mag, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Uniti sempre

E' il primo libro che leggo di Sara Rattaro, ed è stata davvero una piacevole sorpresa.
Un libro che in poco più di 200 pagine mi ha fatto provare emozioni molto contrastanti. Solidarietà, angoscia, rabbia, allegria e speranza. Un mix molto interessante.

La Rattaro affronta un tema molto particolare; una famiglia composta dal padre Alberto, la super-mamma Sandra, ed i figli, l'incredibile Alice e Matteo, l'imperfetto che risulta perfetto.

Una famiglia che dopo la nascita di Matteo, affetto da sordità, si ritrova ad affrontare mille difficoltà cercando di rimanere sempre un'unita. Una mamma che si plasma per amore del suo bambino, Alice, la sorella, che diventa un pilastro della famiglia pur essendo solo una ragazzina.
Tutto questo equilibrio viene messo in dubbio dalla scoperta casuale, da parte di Alice, dell'adulterio del padre. Sandra si ritrova a dover affrontare non solo l'infedeltà del marito, ma anche a dover sopportare tutto per non scombussolare l'equilibrio di Matteo, abituato ad una routine quotidiana difficilmente modificabile.
Nel racconto principalmente parla Alberto. Ogni decisione porta con se delle conseguenze, ed proprio questo che vivrete leggendo questo libro.
Riusciranno Sandra ed Alberto a mantenere la promessa che si sono fatti alla nascita di Matteo? Ovvero rimanere sempre uniti?!

Una delle frasi che mi ha colpito è:

"Arrecare un danno, ferire, provocare dolore, ecco di cosa siamo capaci. E dopo, per quanto cerchiamo di stare attenti, per quanta sia la cautela che ci imponiamo di usare, ci aspetta sempre e solo un'unica via: trovare un modo per riparare alle ferite che abbiamo inferto".

Buona lettura, lo consiglio, si legge in un giorno!!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi erotici
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    12 Mag, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Come l'infanzia condiziona la vita

Fondente come il cioccolato è un romanzo davvero molto particolare, per niente prevedibile e scontato.

Elle è una ragazza che a causa di un'infanzia non proprio idilliaca ha deciso di non darsi completamente a nessuno, inclusi gli uomini. Con loro fa solamente sesso, senza mai permettere a nessuno di baciarla, riuscendo così a mantenere sempre un certo distacco. Non racconta i particolari della propria vita. Senza amicizie se non quella di una collega di lavoro molto esuberante e di suo fratello gay che però vive lontanissimo da lei.

Il cambiamento avviene quando un giorno in un negozio che vende cioccolata incontra un tipo che gli fa battere il cuore. Il caso vuole che dopo qualche tempo riesca a rivederlo in un locale e da li, inizia la passione fra Elle e Dan. Una passione che per entrambi, ma soprattutto per Elle, deve rimanere solo sesso senza impegni. La vita di Elle quindi sembra essere sempre uguale finché Dan non scopre di essersi innamorato.
Passato e presente si intrecciano nella mente di Elle. Riuscirà la nostra protagonista a fidarsi di qualcuno e a voltare pagina???

Un romanzo che affronta le dinamiche famigliari e i problemi adolescenziali che non sono da sottovalutare. Ci fà capire l'importanza della famiglia e il giusto sostegno che ogni bambino ha bisogno di ricevere per poter vivere la propria vita serenamente.

Buona lettura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
40
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    09 Mag, 2014
Top 50 Opinionisti  -  

Dinamiche troppo simili

Ho iniziato a leggere questo libro con delle aspettative molto alte, anche perché era il quarto libro dell'autore che leggevo. Inoltre abito non molto lontano da Firenze ed ero curiosa di sapere come Dan Brown l'avesse descritta.

Infermo, a differenza degli altri non mi ha preso subito, anche perché ho riscontrato una dinamica molto simile agli altri libri; soprattutto con Angeli e Demoni, dove anche lì, il professor Langdon deve riuscire a trovare un luogo seguendo degli indizi che ovviamente solo lui riesce a decriptare.

Dal titolo si può facilmente comprendere che il racconto è legato all'Inferno della Divina Commedia opera di Dante Alighieri.
Langdon si ritrova a Firenze senza riuscirne a ricordare il motivo perché affetto da un'amnesia che gli ha cancellato gli ultimi ricordi. Con l'aiuto della dottoressa Sienna, che l'aiuta a scappare da delle persone che lo inseguono, Langdon si ritrova all'interno delle più belle opere fiorentine. L'unica cosa che sa è che deve riuscire a trovare il luogo in cui uno scienziato ha lasciato un virus che può danneggiare la popolazione.
Da Firenze lo scenario si sposta in altre città, che però non cito per lasciare un pò di curiosità a chi volesse leggere il libro.

Come dicevo prima, non ne sono rimasta entusiasta; in alcuni punti è stato anche abbastanza prevedibile visti i precedenti dell'autore.
Sono sicura però che per chi si avvicinasse a questo testo senza aver letto i precedenti, lo troverà molto interessante e appassionante.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
375 risultati - visualizzati 301 - 350 1 2 3 4 5 6 7 8

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'antico amore
La famiglia
Fatal intrusion
Degna sepoltura
Il grande Bob
Orbital
La catastrofica visita allo zoo
Poveri cristi
Se parli muori
Il successore
Le verità spezzate
Noi due ci apparteniamo
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Delitto in cielo
Long Island
Corteo