Opinione scritta da ALI77
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CORRADO E I SUOI RICORDI
Corrado Lazzari è il protagonista di questa libro molto particolare, è un uomo anziano che vive da solo in un palazzo dove è l’unico coinquilino.
Il sentimento che pervade l’intera lettura del romanzo è la solitudine e la difficoltà di rimanere soli con se stessi.
Corrado è stato uno dei più grandi attori del Novecento, questo lo capiamo perché la narrazione in terza persona ci riporta molti episodi del passato dell’uomo, ci racconta i suoi viaggi, le persone che ha incontrato, i lavori di cui ha fatto parte.
Il palazzo in cui vive l’uomo è al centro di Roma, una città che non è più la stessa di tanti anni fa, che sta perdendo a poco a poco la speranza e la vita.
Roma è diversa, ormai spenta e non illuminata più dai splendori di una volta e dalla bellezza di cui Corrado ha solo un ricordo lontano, una città che in passato l’ha emozionato e affascinato.
Corrado è un uomo schivo, riservato e anche un po’ burbero non lascia avvicinare nessuno, solo una ragazza gli porta da mangiare , è Alessandra una giovane che studia lettere alla Sapienza.
L’uomo si vuole isolare e lasciare tutti fuori dalla casa in cui vive, come se si volesse allontanare da un mondo che non sente più suo, di cui non fa più parte.
Un giorno Alessandra prova a chiedere aiuto a Corrado per il suo percorso di studi, ma l’uomo inizialmente non vuole aiutarla, ma poi tutto cambia e i due iniziano a parlare. Corrado inizia ad essere “Il maestro” del titolo, a spiegare e ad insegnare quello che sa e quello che ha fatto per una vita.
Quello che notiamo è un forte contrasto tra il passato glorioso, pieno di successo, di soddisfazioni, pieno di amore, di viaggi e un presente di solitudine e di tristezza, dove regnano solamente la malinconia e dove ogni gesto diventa abitudinario.
Con Alessandra ritrova il piacere di parlare con qualcuno, di non essere più solo e la ragazza gli confessa le sue paure, i suoi momenti difficili e come se il maestro fosse una sorta di padre, di zio che la consiglia.
Lo stile di Carofiglio è molto scorrevole, il romanzo si legge velocemente e la narrazione è quasi teatrale, frammentata, con periodi molto brevi.
Il filo conduttore dell’intera storia è l’opera “Amleto” di William Shakespeare, che viene citata in più pagine e che è molto cara ai due protagonisti.
Un romanzo che è pieno di malinconia, di tristezza e di rimpianti, un uomo che è rimasto solo, nonostante il gran talento, il successo, gli amici.
Un libro che ti fa pensare, che ci insegna a non dare nulla per scontato, a dare il giusto valore e importanza alle persone che ci stanno accanto.
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SEMPRE LA SOLITA STORIA
Ogni tanto cado e mi faccio male e alcune volte fa veramente molto male.
Non so a cosa pensavo quando ho comprato questo romance, volevo leggere una storia d’amore e niente di più, una lettura leggera e rilassante, invece mi ritrovo a confrontarmi con un libro con una trama molto scontata e uguale a molte altre, dove ci sarebbe da dire poco o niente.
Con Bossman, volevo staccarmi dalla mie solite letture e mi sono avventurata nello scoprire un’autrice americana che pensavo mi avrebbe fatto divertire, invece mi sono solamente annoiata e basta.
Reese è la protagonista della storia, è una ragazza intraprendente e alquanto disinibita, il libro parte con una cena disastrosa, infatti l’appuntamento con Martin non sta andando affatto bene.
Martin, è uno dei tanti ragazzi con il quale Reese esce, ma serata non sta procedendo come la donna si aspettava o sperava.
Quindi come i classici dei cliché, Reese si rifugia in bagno e chiama l’amica chiedendo il suo aiuto per finire prima del previsto l’appuntamento, ma un affascinante ragazzo Chase ascolta la sua telefonata e rimprovera aspramente la ragazza per il suo comportamento.
Reese non è arrabbiata per le parole del giovane, ma sembra essere più colpita dalla bellezza di Chase, che però a sua volta non perde l’occasione per divertirsi e decide di unirsi alla sconosciuta e al suo accompagnatore, fingendosi un vecchio amico e raccontando degli aneddoti assurdi.
Non mi voglio dilungare troppo sulla trama, ma Reese in quel momento sta cambiando lavoro e viene assunta proprio nell’azienda di Chase e qui parte per più di metà libro un tira e molla tra i due, che giocano sul fatto di avere un rapporto amoroso, con battute più o meno esplicite.
Questa parte naturalmente non mi è piaciuta l’ho trovato poco vera e molto forzata e soprattutto troppo lunga, Reese da donna sessualmente attiva si trasforma in una pudica ragazza che sebbene sia attratta da Chase, non vuole ripetere l’errore fatto nel precedente lavoro( dopo una terribile sbornia è finita a letto con un collega).
Capite bene che questa cosa non regge, il personaggio di Reese non è coerente con quelle che abbiamo letto nelle prime pagine, si riscopre una ragazza di sani principi che preferisce non mischiare il lavoro con il piacere. Questa è solo una strategia della scrittrice per allungare il brodo perché alla fine ad una trasferta di lavoro, i due finiscono a letto senza troppi complimenti.
Naturalmente non ci possiamo aspettare che tutto sia finito qui, perché Reese e Chase hanno i loro segreti e un passato difficile alle spalle, quindi per il “trionfo” del loro amore ci vorranno ancora un po’ di capitoli.
Non ho apprezzato come è stata sviluppata la trama e soprattutto questo libro non mi ha lasciato nulla, nessuna emozione, ma solamente un forte senso frustrazione nei confronti di queste autrici e di questo genere che sta prendendo piede.
Dove sono finiti i veri romanzi rosa, quelli che ti facevano sognare senza dover descrivere nei minimi dettagli le scene hot tra i protagonisti?
I lettori e noi donne vogliano leggere veramente queste storie?
Lei bella e disinibita e lui figo, ricco e con un passato torbido?
Vogliamo questo?
Io no, non più e non farò più questi errori.
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Una ritrovata felicità
Un incantevole aprile è un romanzo affascinante e che trasmette al lettore un senso di pace e di tranquillità.
Lo stile di Elizabeth Von Armin è molto curato e ricercato, oltre che essere molto elegante e pacato e ha un modo sublime nel descrivere i paesaggi e l’ambientazione della storia.
Le protagoniste della storia sono quattro donne inglesi che decidono di andare a fare una vacanza in Italia a San Salvatore, una piccola cittadina della costa ligure.
Siamo negli anni venti del Novecento e quindi le donne sono ancora legate all’idea di famiglia, di devozione al marito e a Dio, il loro divertimento e i loro desideri rimangono in secondo piano.
Mrs Wilkins sta aspettando di avere una svolta nella sua vita fin troppo ordinaria, è sposata ad un avvocato ma non è ricca e soprattutto la figura del marito la rende una persona invisibile e poco interessante.
Mellersh Wilkins è un uomo che cerca di apparire migliore di quello che è in realtà, l’unico suo motivo che lo spinge ad essere gentile o a parlare con questa o quest’altra persona, è il suo lavoro e il suo volersi arricchire.
Così un giorno Mrs Wilkins legge sul Times un annuncio per un castello in affitto e guardando fuori dalla finestra e vedendo la pioggia che scende e il grigiore della giornata, capisce che lei ci deve andare, anche se suo marito non approverebbe.
Poco più in là la donna vede Mrs Rose Arbuthnot, una signora elegante e distinta che vede sempre in chiesa e che fa parte del suo stesso club, ma con la quale non ha mai scambiato neanche una parola. Decide così istintivamente di andare a parlare con lei e le fa una proposta: andare insieme in quel castello, in Italia a riposarsi e a passare dei giorni spensierati.
Per Mrs Arbuthnot questa proposta è assurda, per lei Mrs Wilkins è pazza ad aver solo pensato a una cosa del genere, per lei ci sono solo Dio, suo marito, la casa e il suo dovere verso i poveri. Lei è felice dalla sua vita e per lei questa vacanza non sarebbe decorosa e troppo immorale per la sua posizione e per la sua famiglia.
Ma l’idea di questo posto così bello, così pacifico le solletica la mente e alla fine decide di scrivere al proprietario per sapere delle informazioni.
Il prezzo dell’affitto però è molto alto, quindi le due donne decidono di coinvolgere altre persone e rispondono al loro annuncio Lady Caroline e Mrs Fisher.
Mrs Fisher è una signora anziana con la puzza sotto il naso e Lady Caroline è una giovane donna intelligente e di bell’aspetto che vuole allontanarsi dall’Inghilterra e dalla vita mondana.
In queste settimane riaffiorano tutte le problematiche e anche i desideri che erano ormai soppressi da anni di vita monotona e abitudinaria.
Ogni donna reagisce in maniera diversa a questa vacanza, chi gioisce, chi è ringiovanita, chi invece cade in una depressione e crede di aver sprecato il suo tempo e chi invece capisce di aver vissuto fino ad allora, una vita mediocre.
Nella vacanza verranno anche coinvolti Mr Wilkins e Mr Arbuthnot e anche per loro questa vacanza sarà terapeutica e ritroveranno l’amore per le loro mogli. Successivamente arriverà anche il proprietario del castello, George Briggs.
Insomma una storia che unisce una ricerca interiore di se e un’analisi della propria vita con un paesaggio di sole, mare e dell’inebriante profumo di glicine.
Consiglio questo libro per la meravigliosa scrittura della Von Armin e per la storia che ci ha proposto uno spaccato di vita di quattro donne diverse e radicate nel loro tempo, ma che iniziano anche a guardarsi intorno e a cercare di trovare la loro felicità.
Magari non ci riusciranno ma vediamo una piccola evoluzione nel modo di pensare delle donne, della voglia di prendersi del tempo per se stesse e per riscoprire i loro interessi e i loro desideri e non assecondare sempre quelli del marito.
Una storia di donne, di coraggio, di nuovi percorsi, di nuove strade da percorrere, di felicità conquistata e di un nuovo equilibrio interiore tutta da scoprire.
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E' MIO MARITO OPPURE NO?
La verità è un thriller molto particolare, che mi ha colpito sia in maniera positiva che negativa, l’autrice utilizza una prosa che in alcuni punti rende la storia monotona e priva di suspence.
I protagonisti di questo romanzo sono Philipp e Sarah, che sono marito e moglie e hanno un figlio di nome Leo.
L’uomo è scomparso da ormai sette anni durante un viaggio di lavoro in Sudamerica, nessuno ha più sue notizie fino a che un giorno, Sarah riceve una telefonata dal Ministero degli Esteri dove le viene detto che suo marito sta per tornare a casa.
La donna è veramente sorpresa e confusa da questa notizia, ormai dopo tanti anni aveva perso la speranza di poter riabbracciare Philipp, ma quando lo vede non lo riconosce, è convinta che l’uomo che è sceso dall’aereo non sia suo marito.
Infatti, lei lo chiama “lo sconosciuto”, “l’impostore”, cerca di parlargli, di smascherare la sua vera identità e cerca in tutti i modi di capire chi sia e cosa voglia da lei, ma l’uomo non sembra intenzionato ad aiutare Sarah.
In un intreccio di accuse, di sospetti e di dubbi e di ambiguità la storia confonde il lettore che non riesce a capire quale sia, appunto, “la verità”.
L’inizio devo dire è stato molto coinvolgente ma dopo poche pagine la tensione della trama cala molto e la narrazione diventa piatta, statica e ferma su uno stesso punto dal quale non si riesce ad uscire, sembra quasi che l’autrice abbia perso le idee oppure che abbia deciso di tenersele per la seconda parte del libro.
La parte finale del romanzo è veramente molto intensa e ricca di azione, che invece, manca nella prima parte dove non succede molto.
Questo si può definire un thriller psicologico, nel senso che l’autrice dà molta importanza alla parte interiore dei personaggi, descrivendoli nei loro stati d’animo e facendoli sembrare innocenti e colpevoli allo stesso modo, in questo devo dire che è stata molto brava ma in alcuni punti l’ho trovato veramente noioso e ripetitivo.
I capitoli sono molto brevi e si alternano tra la voce narrante di Sarah e quello dello sconosciuto/Philipp.
Sinceramente questa scelta è stata abbastanza infelice, i capitoli della parte maschili sono secondo me troppo corti e sinceramente non aggiungono nulla alla storia, anche se rendono la narrazione più scorrevole.
Mi aspettavo di più, mi aspettavo qualcosa di diverso, non ho amato il fatto che ci fosse scritto che questo romanzo era la risposta tedesca al libro “La ragazza del treno”, in quanto entrambi i thriller non mi sembrano “indimenticabili”.
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MARGARET E JOHN: NON SOLO UNA STORIA D'AMORE
Ho iniziato a conoscere e a leggere Elisabeth Gaskell proprio con questo libro e mi sono innamorata dello stile e del modo di narrare di questa autrice inglese.
La protagonista di questa storia è Margaret Hale, giovane donna che si trasferisce da Helstone, un paese del sud dell’Inghilterra, al nord e precisamente a Milton.
Questo cambiamento è voluto dal padre per ragioni di tipo religioso e per Margaret e la madre il trasferimento è molto difficile, oltre che essere inaspettato.
Il sud viene descritto dagli occhi della ragazza come un posto sereno, pieno di pace e di sole mentre Milton è una città industriale, grigia e piena di fumo.
Al di là del raccontarvi la trama del libro che vi lascio scoprire se vorrete leggere il romanzo, vorrei parlare di come l’autrice sia riuscita a coinvolgere il lettore sebbene siano passati duecento anni.
Elizabeth Gaskell descrive i vari personaggi a tutto tondo, approfondendo il loro carattere, le loro convinzioni, i loro pregiudizi ma soprattutto ce li fa conoscere e apprezzare mano a mano che la storia continua. Non sono dei personaggi totalmente buoni o cattivi, ma hanno una loro personalità e un loro pensiero sulla vita, sulla società in base alla istruzione che hanno avuto, al luogo dove hanno vissuto e a quello che hanno imparato.
Nonostante sia stato scritto nel 1855, è un testo che si legge con molto interesse anche ai giorni nostri, è molto moderno e sembra quasi di avere tra le mani un libro di un’autrice contemporanea.
Elizabeth abbonda nelle descrizione delle città e anche nel raccontare la vita di tutti i giorni dei protagonisti, ma ci troviamo davanti anche una storia dove non si parla solo di ricchi e di sfarzo ma ci scontriamo anche con la vita degli operai, della loro voglia di ribellarsi, dello sciopero e anche, purtroppo, con la vita vera di persone che non riescono nemmeno a dare da mangiare ai loro figli.
Margaret, è una ragazza che può sembrare altezzosa, raffinata e che si dà della arie sebbene la sua famiglia non sia neanche ricca, ma in realtà nel corso del libro la scopriamo anche molto debole e fragile, ma allo stesso tempo sa tirare fuori il coraggio e affrontare le dure sfide che la metteranno alla prova.
All’inizio possiamo provare per lei una sorta di antipatia, per lei gli industriali sono dei semplici commercianti e quindi proprio per l’ambiente in cui è vissuta non li considera con il loro reale valore.
All’epoca gli industriali non erano ben visti e non erano considerati alla pari di un avvocato o di un proprietario terreno, probabilmente era ancora una professione “nuova” e non considerata con lo stesso valore di un altro onorabile mestiere.
Mr Thornton è il protagonista maschile, ha una fabbrica di cotone e da subito ha un interesse per Margaret, anche se inizialmente questo sentimento non viene ricambiato dalla ragazza che probabilmente non conosce ancora bene il valore e l’umanità dell’uomo.
Infatti John Thornton è sicuramente uno di quegli uomini rari, che rispettano la donna, che nonostante tutto quello che succede nella storia continua ad amare Margaret, perché sente nel suo cuore che lei è la donna giusta.
E’ anche un uomo buono e molto umile, ha avuto una vita difficile e a volte può sembrare duro e insensibile, invece, è una persona piena di buone intenzioni e di valori.
A volte, come dicevo, può sembrare distante e sulle sue, ma racchiude in sé moltissimo amore da dare e soprattutto è un uomo molto umile che ha sofferto molto nella sua vita e ha dovuto ricominciare da zero.
Oltre a questo sicuramente c’è da parte dell’autrice, una forte descrizione della società industriale e della classe operaia e della loro condizioni dell’epoca e delle città in cui vivevano. Questa parte è stata veramente molto interessante e anche è stata uno dei primi testi a mettere in luce la classe operaia, nel vita lavorativa e in quella personale.
Questo libro racconta una storia vera, di tutti i giorni e delle differenze che ci possono essere all’epoca tra i padroni e i lavoratori, oltre che i pregiudizi nei confronti delle città industriali rispetto a quelle del sud, dove si viveva principalmente del lavoro dei campi.
Margaret ha una forte evoluzione e mano a mano sconfigge i suoi pregiudizi e i suoi sentimenti nei confronti di Milton e di Mr Thornton, rivalutandoli con altri occhi e ha un sincero pentimento per delle scelte che ha fatto, tra cui rifiutare la proposta di fidanzamento di John.
Un libro pieno di sentimenti, ribellione, voglia di libertà, amore, dolore e sofferenza dove ti affezioni ad ogni personaggio, dove non riesci a staccarti dalla storia, dove alla fine del libro credi di aver letto un romanzo perfetto, che ti riempito il cuore.
Non solo una storia d’amore quindi, ma il racconto di un spaccato della società inglese di metà ottocento, in un periodo che segna un forte cambiamento nelle persone dell’epoca e nel mondo del lavoro, con la crescita delle prime industrie.
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SIAMO SOLO PER POCHI?
Si può dimenticare il grande amore?
Si può continuare per anni a chiedersi se quello che abbiamo fatto, i nostri gesti, le nostre parole, abbiano determinato il nostro passato e la fine della nostra relazione?
Si può vivere nel ricordo seppur andando avanti con la propria vita?
Si può perdonare l’altro/a nonostante tutto il dolore che abbiamo provato?
“Non sempre, la felicità è un casino, Correrle dietro è un casino, Ma vorrei tanto il coraggio di seguire sempre il mio cuore, questo sì…”
Devo essere sincera di questo libro non ho apprezzato la storia raccontata, ma mi ha colpito di più il modo di scrivere, meraviglioso, poetico, autentico dell’autore che secondo me, riesce a catturare le emozioni e i sentimenti delle persone e a trasformarli in parole. Roberto ha sicuramente un dono, usa in maniera eccezionale e con una proprietà lessicale invidiabile le parole e ne crea delle opere d’arte.
Non ho amato alla follia la storia, che in alcuni punti mi è sembrata troppo romanzata e assurda soprattutto verso il finale.
Assurda per come è stata studiata, per come l’autore l’ha tramutata su carta.
La storia è divisa di tre parti, la prima ai giorni nostri dove la voce narrante è Leonardo,il protagonista, poi c’è il passato quando incontra Angela e poi ci sono i capitoli dedicati al diario della figlia Laura, dove conosciamo la vita della ragazza e il rapporto con il padre attraverso i suoi occhi.
Leonardo è un uomo che non ha mai dimenticato Angela, la madre di sua figlia Laura, e nonostante siano passati quasi vent’anni ancora non capisce come mai la donna abbia potuto lasciare la sua famiglia.
“L’amore è quando la guardi di continuo e ogni volta pensi sia più bella dell’attimo prima.”
E’ ancora un uomo giovane, ha molte relazioni occasionali che aumentano la sua autostima ma che lasciano dietro solo altra sofferenza, la stessa che lui prova per l’ex.
Si sente figo, questo concetto viene ripetuto varie volte nel testo, anche dalla figlia e le sue stesse amiche vorrebbero avere una relazione con il padre della ragazza.
Laura ha quasi diciott’anni è in un periodo particolare della sua vita e le manca soprattutto il confronto con una figura femminile che la indirizzi e la consoli nelle relazioni amorose.
Leonardo e Laura si vogliono bene, ma litigano spesso, Leonardo non vuole perdere la figlia e cerca di proteggerla dai pericoli, anche se alcune volte in maniera sbagliata e Laura vorrebbe essere trattata da adulta e libera di fare le scelte che vuole e anche di sbagliare.
Leonardo si comporta male con le donne che incontra, perché è rimasto ferito e deluso dal suo grande amore e non riesce più a fidarsi, non si lascia andare nel conoscere veramente qualcuno, rimane cullato nel ricordo di un amore che lo tormento e che allo stesso tempo non riesce a dimenticare.
Forse perché quello che ha provato è vero amore e non riesco a trovarne un altro che sia all’altezza di quello che ha vissuto anni prima.
“L’amore arriva e capovolge il senso di ogni cosa. La direzione degli elementi. Trasforma il rumore in musica, rende colorato quello che sembrava grigio e senza vita. L’amore è questo[…]”
La storia è letteralmente sommersa da citazioni di canzoni o di libri, i vari post dei social e dei blog hanno preso molto spazio nel romanzo, rendendolo sicuramente un testo molto attuale.
Nella parte di Laura, ho trovato il racconto di una ragazza che come molte, è alle prese con le prime cotte, con i primi amori, gelosie, sofferenza, rifiuti, dolore e che cerca anche di essere più matura della sua età. Con i post che lei scrive, cerca di esprimere come riesce la sua vita e ho trovato questa parte molto veritiera.
La storia passa da un capitolo all’altro senza risentire della cambio di tempo o di voce narrante, ho apprezzato il fatto che l’autore sia riuscito a non creare confusione nel lettore.
L’autore crede nell’amore, lo si vede e lo si sente attraverso le pagine, che lui scrive di getto, con passione, con autentico talento, sembra quasi un psicologo dell’amore, dispensa consigli sulla felicità e sulla ricerca della stessa.
Ma quello che mi è piaciuto di più, è che Roberto descrive l’amore in ogni sfaccettatura, nel bene e nel male, e anche facendoci capire che ci sono varie forme d’amore e non sempre la direzione che stiamo prendendo è quella giusta ma che possiamo in ogni momento cambiare e correre verso una realtà diversa.
Ma forse a volte quello che ci manca è proprio il coraggio.
Persino nei ringraziamenti continuava a largirci di frasi così belle e poetiche che è riuscito a tenermi incollata anche nelle ultime pagine, che molti tralasciano e che invece a me piace molto leggere.
Sì, devo ammettere che mi ha conquistata ma non il romanzo che è comunque godibile ma l’uomo che lo ha scritto, non conoscendolo non so se sia reale o se sia un provolone, ma ho apprezzato moltissimo il rispetto che ha per l’amore e per i veri sentimenti.
Mentre per quanto riguarda la storia e i vari personaggi non mi hanno convinta del tutto.
La figura di Leonardo sembra a volte molto maschilista anche troppo, poco sensibile verso le sue avventure e invece molto rispettoso e quasi “devoto” all’ex che comunque lo ha lasciato. Ma è forse per questo che lui la rincorre? E’ stato ferito il suo ego?
Il fatto di essere protettivo nei confronti della figlia l’ho trovato più che legittimo e ho apprezzato ugualmente il fatto che comunque è riuscito a crescerla senza una madre.
Quello che ha stonato forse è l’inserimento eccessivo di testi di canzoni o di citazioni di libri, alcune volte non potevo più.
L’autore in alcuni punti è risultato troppo prolisso, lui scrive molto bene, ma mi chiedevo per quanto ancora avrebbe ripetuto quell’argomento, seppur in maniera diversa e per quanti capitoli ancora avremmo dovuto subirci questa sua litania.
Dato la mia passione per i classici vittoriani, avrei dovuto apprezzare un amore mai dimenticato e ancora vivo di un uomo che nonostante il tempo e gli anni trascorsi risceglierebbe ancora una volta la sua Angela e che la perdonerebbe nonostante tutto.
Ma non ho creduto nel loro amore a distanza, forse mi mancava quel filo di romanticismo in più o quella spontaneità che non ho trovato nel romanzo.
L’amore può veramente superare tutto? O il vero amore lo possiamo trovare solo nei romanzi che leggiamo?
Siamo solo per pochi?
Una volta si diceva che possiamo amare solo una persona veramente , che l’amore vero esiste solo una volta, mentre oggi Roberto ha rivoluzionato il concetto d’amore indicandoci che siamo solo per poche persone. Ma non solo per uno. In fondo è sempre stato così, quelle erano solo convenzioni sociali che comunque venivano infrante puntualmente.
Non so se consigliare o meno questo libro, non ne ho proprio idea, ho delle sensazioni contrastanti perché mi sembra che parli di tutto e di niente, in alcuni punti avrei baciato le pagine e in altri lo avrei lanciato contro il muro.
Devo dire che mi capita poche volte di non riuscire ad esprimere un giudizio netto e di essere così indecisa riguardo ad un libro, questo devo dire è sicuramente un aspetto positivo perché vuol dire che mi ha lasciato qualcosa di indefinito, ma pur sempre qualcosa.
A voi la scelta finale!
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LA VITA NON E' PERFETTA
L a perfezione non è di questo mondo è il toccante romanzo d’esordio di Daniela Mattalia, un libro che mi ha colpito molto sia per i temi trattati, che per la descrizione dei vari personaggi e delle varie storie che si intrecciano.
Il protagonista assoluto del libro, che è un po’ anche il filo conduttore dell’intera storia, è Adriano, professore ottantenne che ha subito un grave lutto, la sua adorata moglie Giulietta è scomparsa da poco. L’anziano ripercorre i loro momenti felici, ricorda quello che facevano insieme, ma crede ancora di vederla tra le corsie delle Molinette, dove torna ogni giorno. Vorrebbe aiutarla, non capisce cosa voglia da lui e l’uomo in un certo momento, pensa anche di essere diventato pazzo.
Olga, invece, è un’anziana signora che è in pensione e vive con il gatto Renè, dopo aver lavorato per anni come caposala al reparto pediatrico del Regina Margherita. Nonostante il suo amore per i bambini, non ne ha mai avuto uno, ne si è mai sposata. La donna vive la sua età con leggerezza e ama la sua condizione di zitella, ma un giorno la sua vita cambia quando si rompe una gamba.
Gemma, è il personaggio che ho sentito più vicino a me, sarà per l’età o per la sua storia personale. E’ una ragazza alla soglia dei trent’anni, che lavora in una libreria, come tutti i giovani d’oggi deve fare i conti con la crisi e con la possibilità di perdere il suo lavoro. Il sabato lavora come volontaria in un call center per anziani chiamato il “Filo d’Argento” , dove si ritrova a parlare e ad ascoltare le storie, oppure i problemi, delle persone più avanti con l’età. Parlando con questi anziani, capisce di trascurare la madre e si sente in colpa di non stare molto con lei e soprattutto di non ascoltarla abbastanza.
Infine, troviamo Fausto, un giovane grafico che cerca di lavorare seguendo la sua passione, è fidanzato con Susanna una ragazza ricca della Torino bene e ha un cane, di nome Archibald, una vera forza della natura.
Il cane farà incontrare Gemma e Fausto al parco, dove è solito correre libero e spensierato e non seguire le indicazioni del suo padrone.
Quello che mi sorprende di questo libro è che la storia racconta un qualcosa di brutto come la fine della vita, ma l’autrice è riuscita a parlarne non scadendo nel melodrammatico, ma riuscendo a mantenere il giusto equilibrio tra le emozioni.
Questo romanzo, è dedicato sia alla nostalgia e al ricordo di una perdita che abbiamo avuto, sia alla terza età, a questo ultimo periodo della vita nel quale ci sentiamo più fragili e più soli.
La chiave è proprio questa, la solitudine. Questo sentimento ci può essere a tutte le età, ma in particolare gli anziani ne soffrono molto. La fretta della nostra vita, non ci permette di goderci al meglio i momenti che abbiamo e quindi spesso e volentieri i figli non hanno il tempo e il modo di accudire come merita, un genitore anziano. Il tempo non c’è, non c’è più l’attenzione necessaria e doverosa che dovremmo avere nei loro confronti, siamo così concentrati nella nostra vita che non li ascoltiamo nemmeno più. Diventano invisibili ai nostri occhi. Quello che resta agli anziani sono i ricordi, i momenti felici vissuti in famiglia, la nostalgia di un passato che non ritornerà.
Se da una parte troviamo la storia di Adriano e Olga, dall’altra invece l’autrice punta l’attenzione anche nei confronti di una figlia Gemma, che capisce grazie anche al call center, quanto sia importante ascoltare ed entrare in sintonia con la madre. I suoi genitori si separano quando Gemma era piccola infatti il padre le ha lasciate per un'altra donna. La ragazza soffre molto per questa assenza, ma capisce anche che la colpa di quello che è successo non è di sua madre.
“Piena di iniziative, strampalate, di passioni che evaporavano dopo qualche mese:le lezioni di yoga acquatico, il corso per realizzare bambole di pane da appendere alle pareti quello per dipingere i sassi. Ogni due o tre giorni Gemma la chiamava, ma in quel fiume materno di discorsi le restavano poche tracce.[…] Certo le voleva bene. Però non riusciva ad ascoltarla. A entrare nel suo cuore.”
Gemma si sente molto lontana da sua madre, ma le vuole bene e capisce che in fondo non è così differente da lei.
Galeotto fu Archibald, qui possiamo dirlo, che ha fatto incontrare la nostra Gemma con Fausto e che i social hanno in un qualche modo aiutato la loro conoscenza.
Fausto all’inizio del libro si dice molto innamorata della sua Susanna, una bellezza oggettiva, bionda, magra, abbronzata, alla moda e anche ricca. Ma con l’andare avanti della storia, capiamo che i due sono molto differenti. Fausto si sente sempre un po’a disagio quando va dai genitori di lei, anche se loro non fanno nulla per metterlo in difficoltà, ma nonostante questo lui percepisce la distante che c’è tra di loro. Susanna, possiamo dirlo, è una ragazzina viziata, abituata a vivere nel lusso e a frequentare determinate persone e determinati eventi o locali. Nella sua famiglia, l’unica parola possibile da dire per descrivere le loro cene, è finzione. Si capisce chiaramente che Fausto non è l’uomo adatto alla loro figlia, ma fingono di accoglierlo sperando che prima o poi Susanna cambi idea.
“Non disse nulla di tutto ciò, davanti aI Manero era impossibile intavolare una discussione che fosse men che gradevole. Soprattutto la signora Marilena era abilissima nel lisciare le pieghe di qualsiasi discussione, come fosse una tovaglia di lino bianca, nessuna macchia, nessun segno di stropicciamento. Le tovaglie non vanno sporcate, le conversazioni non vanno sgualcite.”
Daniela Mattalia riesce a coinvolgere il lettore in una maniera straordinaria, ci si affeziona ai personaggi, come se fossero dei nostri amici. I capitoli alternati con quattro voci narranti differenti sono la vera forza del libro, rendono la storia viva, emozionante e la lettura molto scorrevole.
Temi importanti come la terza età, la vita, la solitudine, la nostalgia vengono raccontati in maniera delicata e riusciamo a capire e ad accorgersi, che a volte bisogna fermarsi e dare più attenzione alle persone che amiamo.
I personaggi non sono stereotipati ma sono persone normali, semplici, umili potremmo trovare Olga al mercato o Fausto al parco con il suo Archibald.
Credo che l’ultimo capitolo sia molto originale e segue molto il mood del romanzo, il tracciare e delineare la storia con delicatezza ma anche con freschezza e vitalità.
Una piccola nota la vorrei fare per la copertina, molto azzeccata, originale e in linea con il libro,un particolare non da sottovalutare.
La perfezione non è di questo mondo ci vuole indicare come il nostro mondo così imperfetto e a volte delicato, sia anche pieno di lati positivi e di piccoli gesti semplici che possono aiutare le persone a migliorare la propria vita.
Un racconto intenso, che ci fa scoprire fragili e vulnerabili quando subiamo una perdita che ci tocca da vicino, ma anche che ci fa capire che c’è sempre il modo per rialzarsi magari facendo del bene, rivalutando le persone che ci sono vicine e magari amando un po’ di più.
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ENZA CARUSO UNA DI NOI
La protagonista di questo romanzo Enza Caruso, non è di sicuro un personaggio stereotipato anzi, è una di noi, la possiamo trovare al mercato, al negozio del pane oppure dal fruttivendolo.
All’inizio del libro la troviamo che sta affrontando un momento di svolta nella sua vita, sta divorziando dal marito e si trova coinvolta in un giallo, nel condominio dove lavora sono scomparsi dei carlini.
Daniela nei vari capitoli racconta la storia di Enza e della sua famiglia, da quando nasce fino al matrimonio e al suo attuale stato di “singol”.
La cosa che mi ha colpito di più è il lavoro che fa Enza, ma soprattutto l’enorme passione che ci mette nel farlo. Lei adora pulire, sistemare, riordinare , è precisa e molto ordinata e fin da quando andava a scuola, l’unico lavoro che voleva fare,erano le pulizie.
“Ero un’enfant prodige del lustro, un talento naturale del lindore, una Mastro Lindo con la permanente.”
Enza è molto simpatica, il suo personaggio crea subito un’empatia con il lettore e nel corso della storia incontriamo sia dei momenti divertenti che ci fanno sorridere ma anche dei momenti di riflessione, sulla vita, sulla famiglia, sulle donne.
Sono convinta che questo libro sia per le donne e con le donne, non a caso già dal titolo abbiamo sentore di questo, ma quello che mi ha sicuramente entusiasmato è che il libro parla di donne normali, che magari non trovano il principe azzurro e che nonostante tutte le esperienze negative ci sia sempre il modo e la forza per rialzarsi e iniziare una nuova vita.
L’amore è uno dei temi del libro, ma anche questo argomento non viene affrontato con retorica ma con sincerità. Non troveremo mai un Mr. Darcy che ci aspetta a braccia aperte o un Mr. Thornhon che nonostante tutto ci ami ancora e ci dia una seconda possibilità, a volte l’amore presenta anche dei difetti, sia fisici che di carattere. Ma alcune volta la felicità è bella anche se non è perfetta.
“Sono stata sposata sette anni con Domenico e a pensarci adesso sono stati anni felici. Più o meno. Di quella felicità che possiamo pretendere noi, gente normale che vive nelle case in affitto, che deve pagare i debiti, che sogna le ferie come liberazione, che compra in saldo o nei mercati, che va a mangiare il pesce al ristorante solo quando deve festeggiare un anniversario, che impara ad accontentarsi.”
Come anche la vita vera non è detto che sia perfetta, ma come ci dice l’autrice non possiamo e non dobbiamo vergognarci delle nostre origini e della nostra famiglia.
Anche Enza è orgogliosa della sua famiglia, lei è di Napoli e il trasferirsi a Milano non è stata di certo una delle cose più facili del mondo.
Nel libro aleggia il sentimento partenopeo e Daniela usa molte espressioni napoletane che, secondo me, arricchiscono la storia e la rendono ancora più vera. Devo dire la verità io da veneta, non ho capito tutte le espressioni, ma questo non ha intralciato la mia lettura.
Posso dire che ho imparato alcune cose delle famiglia napoletane, loro ci tengono molto al valore delle tradizioni, dei santi, al culto del caffè e del matrimonio, ricordo con il sorriso la scena in cui Enza dice alla madre che sta per separarsi e che deve impegnare l’anello per le spese legali, disperazione pura.
I personaggi che ruotano a Enza, sono particolari e danno ancora di più veridicità alla storia che Daniela ha voluto regalarci.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, Enza vi conquisterà subito, con le sue forme generose, la sua fissazione con la pulizia e con il suo humour innato.
Un romanzo che vi sorprenderà e che vi farà passare delle ore in spensieratezza e in tranquillità.
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NON FIDARTI DI NESSUNO
Alice Humphrey è la protagonista di questo thriller psicologico che mi ha coinvolto ed entusiasmato.
Alice è ormai una donna adulta anche se non è ancora realizzata sul lavoro, è divorziata e disoccupata da vari mesi e non vuole tornare a chiedere aiuto ai suoi genitori. Seppure sia di famiglia ricca, avrebbe voglia di cavarsela da sola e quando incontra Drew Campbell pensa che i suoi problemi siano finiti. Pensa che finalmente sia arrivata la sua occasione.
Lui si presenta così dal nulla e le propone di gestire la sua nuova galleria, Alice si fida di lui ma i problemi iniziano presto e la donna si ritroverà in un vortice che le si ritorcerà contro.
La protagonista trova il corpo di Drew e in un solo giorno la sua vita cambia, a causa di una foto che la ritrae mentre bacia il suo capo e il suo mondo le crolla addosso…
Alice non si ricorda nemmeno di averlo baciato, sta mentendo? Oppure qualcuno la incastra? O ancora non se ne ricorda? Eppure la donna della foto è identica a lei, gli stessi capelli rossi, lo stesso giubbotto, gli stessi lineamenti.
Inizierà una corsa contro il tempo per capire cosa è successo, prima che la polizia si convinca che lei sia la colpevole.
Parallelamente alla storia di Alice, c’è anche la scomparsa di una quindicenne Becca, figlia di una madre single e vittima del bullismo a scuola, con una storia personale molto dura alle spalle, la ragazza non ha mai conosciuto il padre.
Alice, però può contare su Lily la sua migliore amica e su Jeff avvocato e suo amico, con il quale ha avuto anche una relazione amorosa.
La protagonista con i genitori ha un rapporto difficile, soprattutto con il padre ex regista, che ha tradito la madre con varie attrici e con il quale non è mai andata d’accordo, l’unico della famiglia con cui si sente veramente legata è il fratello Ben.
L’autrice ci lascia molti indizi durante il libro che mano a mano durante il racconto, si intrecciano e prendono la loro giusta collocazione.
I personaggi non si scoprono se non alla fine, ma non sono né completamente buoni né completamente cattivi, quindi il lettore sospetta di tutti e di nessuno. E’ molto comune in questo genere di romanzi trovare questa caratteristica, lo scrittore cerca di tenere i vari personaggi sullo stesso piano, creando quindi nel lettore confusione e tenendo nascosto le varie sfaccettature dei loro caratteri.
Alafair riesce a coinvolgere il lettore tenendo alto il livello della suspense e creando molto intrecci mano a mano che si va avanti a leggere e alla fine quando si pensa di aver capito tutto e di essere arrivati alla soluzione, l’autrice ci sorprende con ulteriori colpi di scena.
All’inizio devo dire che il racconto mi è sembrato alquanto confuso e articolato, i capitoli cambiano voce narrante e vengono introdotti vari personaggi. Nonostante questo piccolo difetto iniziale, la storia prosegue diventando molto avvincente e non si riesce a fermarsi perché si vuole conoscere come va a finire il romanzo.
Un thriller psicologico che consiglio, dove si intrecciano varie storie e dove nessuno è come sembra e dove la verità non è così scontata.
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TANTO TALENTO E POCA TRAMA
Questo libro per me è un’incognita a tratti non mi è dispiaciuto e in altri lo volevo scagliare contro il muro e non solo letteralmente.
L’autore ha provato a raccontarci una storia forte, che in sé racchiude moltissimi temi dalla discriminazione, alla solitudine, all’amore, alle cadute e alla possibilità di avere una seconda occasione, che a volte non si riesce a cogliere.
Distefano non scrive delle storie, ma unisce insieme varie frasi che prese singolarmente possono suscitare delle emozioni ma che messe insieme a casaccio non fanno un libro, ma piuttosto un lungo post da scrivere nelle giornate di pioggia sui social, quando non si ha niente di meglio da fare.
Con questo non voglio dire che l’autore non ci abbia provato, ma secondo me non aveva idee sufficienti per creare una trama, e quando la trama non c’è purtroppo la valutazione scende di molto.
Ifem e Yannick, i protagonisti della storia, avrebbero molto da dire ma non vengono valorizzati, la loro storia d’amore non viene al primo posto ma subordinata dalla voglia dell’autore di strafare con le parole e con l’uso di termini ormai in disuso.
I due ragazzi non entrano mai nel cuore di noi lettori, non ne hanno né il tempo né il modo perché la storia è troppo breve e il finale rimane in sospeso.
Le sensazioni che scaturiscono da questo libro sono molto negative, traspare la drammatica del tema, la malinconia, la disperazione, lo sconforto e la delusione ma non vengono approfonditi, vengono solamente accennati.
La storia non è romantica, non c’è sentimento, non c’è passione, non c’è nulla, solo una relazione tra due persone che si sentono sole e cercano di sopperire a questa mancanza rifugiandosi l’una nella braccia dell’altra. Sbagliando, perché soffriranno ancora di più.
E’ giusto però non lottare per amore, non combattere per la persona amata e lasciare che le persone e le cose passino senza far niente? Senza cercare di cambiare le cose? Ecco avrei voluto leggere questa storia, forse mi sono immaginata tutto e invece l’autore voleva dirci dell’altro che però a me non è arrivato.
Il forte disagio che Ifem e Yannik che provano nell’essere esclusi dalla società in quanto immigrati si percepisce tra le pagine anche se, come già detto, Distefano non si sofferma molto nell’indagare e nel descrivere tale disagio. Secondo me ci sarebbe molto da dire.
Questo libro ha tutte le carte per risultare interessante e avere degli spunti per affrontare dei temi quanto mai attuali , ma non capisco perché non vengano utilizzati questi temi, perché l’autore sebbene dotato di talento non lo sfrutti, non lo voglia valorizzare.
Sicuramente il libro non è romanzato, vorrebbe descrivere la realtà, essere innovativo, descrivere una storia fuori dagli stereotipi classici del rosa, ma nemmeno in questo la storia riesce a fare centro.
A volte mi chiedo perché ci devono propinare questi libri? Distefano lo aveva regalato ai suoi fan e forse doveva rimanere solamente un testo gratuito, mentre quando si inserisce il marketing a farne le spese sono solo i lettori.
L’autore ha tutto il talento per riuscire a creare una trama credibile e sensata ma non vuole impegnarsi a farlo, perdendosi nelle sue stesse parole d’effetto che però, a mio avviso, l’effetto lo fanno solo su lui stesso.
Il libro si legge velocemente essendo breve, però a volte mi capitava di guardare quando pagine mi mancassero per finire e mi sembrava fosse lunghissimo e non solo di un centinaio di pagine.
Che dire, sicuramente Distefano ha molto da dire e da dare ai suoi lettori, e spero di poterlo leggere in altri libri, spero che un giorno riuscirò ad apprezzarlo come si merita.
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- no
I GEMELLI E IL LORO RAPPORTO ESCLUSIVO
“Le Sorelle” è il libro d’esordio di Claire Douglas, un buon thriller psicologico che tiene il lettore con il fiato in sospeso e alcune volte lo manda in confusione.
Lucy e Abi sono le protagoniste di questa storia, due gemelle legata a doppio filo e quando scompare Lucy scompare, Abi cerca di sopravvivere e ricominciare anche se la sua vita sarà sempre segnata da questa perdita.
Abi cerca di allontanarsi dalla sua vecchia vita, cambia città, lascia i genitori e cerca di vivere da sola anche se le cose non saranno mai come prima, la ragazza si sente in colpa per la sorella, si dà la colpa di quello che le è successo.
Un giorno incontra Bea, che le sembra identità alla gemella, inizia a conoscerla ne diventa amica e a sua volta scopre che ha un gemello Ben con il quale inizia una relazione.
Abi si trasferisce da Bea, inizia una convivenza ma succedono delle cose strane che fanno dubitare la ragazza di aver fatto la scelta giusta, a trasferirsi dalla sua nuova amica. Bea sembra essere indispettita e infastidita dal rapporto d’amore tra il fratello e l’amica e Abi pensa che tutte le cose che le stanno capitando siano causate da Bea.
Ma la realtà è ben diversa e i due gemelli nascondono un segreto, Abi dovrà capirlo prima che sia troppo tardi…
Un romanzo non privo di difetti, ma anche con degli spunti interessanti.
I capitoli sono alternati da voci narranti diverse anche se il lettore non lo capisce subito perché non c’è il nome del capitolo com’ è di consuetudine, ma la storia passa da una voce all’altra, senza nessun segnale che possa mettere in allerta chi legge.
Devo dire però che i colpi di scena sono molti e alcune volte inaspettati, sicuramente è un libro diverso dai soliti thriller, dove viene ampliamente descritto come sia forte e assoluto il legame che c’è tra due gemelli, fin dalla nascita e anche dopo che uno dei due se ne va. Il legame che c’è tra di loro non sparisce mai e Abi cerca in tutti i modi nell’amica di ritrovare la sorella, non lo fa solo con Bea ma lo aveva già fatto in passato con un’altra ragazza.
Il personaggio di Abi, me la sarei aspettata come una giovane ventenne mentre il personaggio è una trentenne, anche se non sembra essere matura per la sua età. L’ho trovata molto fragile ed estremamente insicura della sua vita e ha bisogno di avere un supporto per riuscire ad affrontare la situazione.
Nessuna persona si può intromettere nel rapporto esclusivo che c’è tra i gemelli, entrambe le situazioni sono difficili da capire da parte di persone che non hanno questo tipo di rapporto e quindi un così forte legame è difficile da comprendere.
Secondo me in alcuni punti, la storia è veramente particolare e intricata e mi ha sorpreso, anche se a mio avviso c’è qualche punto che si può migliorare.
Come romanzo d’esordio crede sia un’ottima opera prima, devo leggere qualcos’altro di Claire per farmi un’idea più precisa dell’autrice e visto che ha pubblicato un nuovo libro non tarderò a farlo.
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RACHEL, MEGAN E ANNA
La ragazza del treno è uno di quei romanzi che non mi convinceva appieno, forse perché in molti ne parlavamo e alcune volte con recensioni anche negative.
Ho aspettato a leggerlo proprio perché volevo che il clamore si affievolisse ma nonostante tutto il romanzo rimane ancora in classifica, causa l’uscita del film e la riedizione con la cover della pellicola cinematografica. Ho trovato questo thriller molto incalzante e ricco di suspence, lo stile dell’autrice porta il lettore a continuare incessantemente la lettura fino alla conclusione della storia.
Non si può che provare simpatia per Rachel, che vive un momento di forte crisi nella sua vita, beve, mangia molto, ha perso il lavoro e si sente estremamente sola da quando il marito l’ha lasciata per un’altra donna.
Ogni mattina prende il treno per andare a Londra, fingendo con la sua amica/coinquilina di andare a lavorare, e nella corsa verso la città vede continuamente una coppia alla quale dà dei nomi inventati e si immagina come possa essere perfetta la loro vita e gli invidia perché vorrebbe anche lei essere ancora felice con il suo ex marito.
Un giorno la ragazza che lei vede attraverso il treno, Megan, scompare e per lei diventa una questione fondamentale capire e scoprire cosa sia successo alla ragazza.
I capitoli sono alternati, troviamo tre voci narranti, quella di Rachel, Megan e Anna la nuova compagna dell’ex marito della protagonista. Il lettore non può che “odiare” il personaggio di Anna così pieno di sé e così egoista, tanto da non aver sensi di colpa per quello che ha fatto a Rachel, in fin dei conti è stata lei ad essere l’amante e non il contrario. Fino alla fine il suo personaggio rimane sempre della stessa opinione nei confronti di Rachel, non ha un’evoluzione oppure un’ammissione della colpa che ha compiuto nei confronti della donna.
Nei capitoli di Megan, conosciamo la dura vita di questa ragazza, disseminata di uomini e storie sbagliate, una donna fragile, succube della sua bellezza ma che ci risulta un personaggio da compatire più che da colpevolizzare.
Rachel, invece, così fragile e così impaurita anche di se stessa, dove l’alcool alcune volte le fa vedere cose non reali ed estramente sbagliate, che non viene creduta da nessuno nemmeno dalla polizia che non ha nessun dubbio su di lei, la considera solo una povera pazza ubriacona e che non crede alle sue parole, al suo disperato bisogno di aiuto.
Lo stile del romanzo è molto scorrevole e serrato e fino a trequarti della storia, avevo dei sospetti sul possibile colpevole, anche se di capitolo in capitolo la mia opinione passava da un personaggio all’altro.
Ho trovato il finale alquanto scontato, sicuramente questo successo è dovuto più alla pubblicità giusta che è stata fatta al libro e non al valore reale dell’opera stessa.
Un buon thriller che non annoia il lettore, con alcuni punti su cui si può riflettere, sul valore della fiducia, sull’amore incondizionato verso un’altra persona e sulla fragilità delle persone che a volte a causa di un trauma reagiscono in maniera differente.
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KATIE E IL SUO SOGNO LONDINESE
Katie, o meglio Cat come si fa chiamare, non vuole altro dalla vita che vivere a Londra, adora la città, il traffico, lo smog, la metropolitana affollata, è tutto quello che sogna da sempre.
La ragazza è nata e cresciuta in un piccolo paese in campagna e sta cercando in tutti i modi di diventare una londinese, per questo cambia il suo look, fa credere agli altri di avere una vita sociale molto attiva, posta continuamente foto sui social, dando un’immagine di sé non vera. Si cambia perfino il nome, perché crede che il suo non sia adatto alla sua nuova vita.
Sopporta di tutto, mangia pochissimo, vive in un piccolo appartamento con altri due coinquilini, acquista degli abiti usati o a basso costo e lavora come stagista in un’agenzia di branding e di marketing, dove non viene nemmeno presa in considerazione.
Ma lei ha un obiettivo e cerca in tutti i modi di raggiungerlo anche se, questo significa far vedere agli altri una persona che in realtà non esiste, un’immagine confezionata e studiata a tavolino per adattarsi al mood londinese.
Ma ne vale veramente la pena far tutto questo, per vivere in un mondo che non è il tuo?
Londra, come tutte le grandi città, ha degli aspetti positivi e degli negativi.
Da una parte il mondo patinato, scintillante, le luci delle grandi metropoli, il glamour, la moda, lo sfarzo, e dall’altra le difficoltà di trovare un lavoro retribuito, lo stress,le spese varie e la sensazione di non essere mai all’altezza.
Oltre tutto questo, ci si mette anche il capo di Katie, Demeter, che sembra avere una vita perfetta come quella che anche la nostra protagonista sogna, come tutti i capi è una stronza e si comporterà male con Cat, ma forse anche qui l’apparenza inganna.
Katie, è un personaggio con il quale ho da subito simpatizzato, una ragazza piena di sogni, che vuole con tutta se stessa essere diversa, ma che si scontra con la dura realtà e con le difficoltà economiche. La sua famiglia non è di certo ricca, e quindi forse il fatto di aver vissuto sempre una vita umile le è sembra andata stretta e quindi ora vuole avere la sua rivincita. E’ lei è brava, ma purtroppo capita in un ambiente in cui non è apprezzata e dove lei è considerata come un numero, come la maggior parte dei tirocinanti nel mondo del lavoro.
Questo romanzo è molto attuale, sia come tema, come nel descrivere la condizioni di molti giovani oggi, che hanno talento, hanno studiato ma purtroppo non trovano lavoro e devono rinunciare ai loro sogni.
Sophie descrive in maniera molto realista e in maniera anche sensibile, attraverso il personaggio di Katie, le difficoltà e la lunga gavetta di una ragazza che sogna solo di fare un lavoro e di vivere la vita che sognava da quando era piccola. Mi sono immedesimata in lei, nelle sue speranze, nei suoi sogni infranti, nelle sua voglia di cambiamenti e di adattarsi agli altri e cercare di sembrare diversa da quello che è.
Ma è così importante apparire? In un mondo fatto di social, di selfie, dove conta solamente l’immagine che si ha, quali posti si frequenta, con quali persone si esce e cosa si mangia.
Dove è finita la genuinità, la spontaneità e l’umiltà, persi dietro alcuni like?
Quando Katie perde il lavoro allora tutto le crolla addosso, deve ricominciare da capo tornare a casa dai suoi genitori, rivedere i suoi piani di diventare qualcuno.
Ma per fortuna, la vita forse a volte è imprevedibile…
Katie, però, non si dà per vinta lotta e spera che prima o poi la sua vita trovi la direzione giusta.
La storia è scritta dal punto di vista di Katie, lo stile di Sophie è molto scorrevole e il libro si legge in poco tempo, ho apprezzato moltissimo il fatto che l’autrice non abbia reso il racconto e la storia d’amore, mielosi e sdolcinati anzi il romanzo risulta essere molto divertente e spiritoso.
I personaggi sono ben delineati e caratterizzati, Katie in particolare, è descritta in maniera tale che tutte le sue emozioni, le sue frustrazioni,le sue paure e le sue delusioni vengono trasmesse al lettore, come se fosse lui stesso a viverle. E questo succede solamente con le bravi scrittrici.
Un libro molto ironico, che divertente ma che fa anche riflettere, su quanto noi cerchiamo di essere apprezzati dagli altri, dimenticandoci di quello che siamo veramente.
La vita, come ci suggerisce il titolo, non è perfetta ma in verità non è così per tutti?
Sono le persone che decidiamo di accogliere nella nostra vita, che la rendono speciale e perfetta anche se in realtà non lo è.
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JESSA O JENNA?
La trama di questo young adult mi aveva colpito subito appena la lessi in libreria, mi sono detta, finalmente un libro di questo genere dove non si parli solamente di ragazzi fighi, tatuati con poco cervello e di ragazze che non aspettano altro che lui le guardi e di vivere una storia d’amore che non dimenticheranno così facilmente.
Le premesse c’erano tutte, Jessa che aspetta il ritorno del fidanzato e del fratello, entrambi soldati della Marine, che sono dovuti partire per una missione rischiosa in Afghanistan e l'arrivo dell’auto militare che porta solo brutte notizie.
Uno dei due che non ce l’ha fatta ma chi?
Ma poi capisci che chi ha scritto la trama non ha scritto anche il libro, capisci che si parla sempre delle stesse cose, di Kit, il fidanzato di Jessa, che è super bello, sexy, che nonostante i problemi delle loro due famiglie, combatte per vivere il suo amore per la ragazza. E fino a qui nulla di male, se non che nel romanzo si parli unicamente, o in maggior parte, di quello e basta.
Non era questo, quello che mi aspettavo, in alcuni punti ho sperato che l’autrice cambiasse registro ma non è stato cosi.
Interessante è stato l’accenno all’ addestramento che hanno i Marine, alla loro vita dura e piena di sacrifici e secondo me poteva essere sviluppata di più questa parte.
Il libro si fa leggere velocemente, lo stile di Mila è molto semplice, utilizza termini comuni, di facile comprensione, i periodi sono brevi e la lettura risulta scorrevole,anche perché i capitoli sono alternati, dal punto di vista di Jessa e dal punto di vista di Kit.
Mi fermo qui?
Certo che no, questo young adult ha molti elementi in comune con gli altri del suo genere:
- due ragazzi adolescenti che lottano per amore
- il rapporto difficile con i genitori, il padre di Tessa che è molto autoritario,un ex militare
- alcuni luoghi comuni Kit è un superfigo e Jessa la ragazza della porta accanto
- la drammaticità della vicenda fa solo a contorno alla storia.
Per essere onesta fino in fondo, troviamo anche dei errori piuttosto gravi, il primo che ho notato fin da subito, è che nella trama la protagonista si chiama Jenna, mentre in tutto il libro viene chiamata Jessa e nel libro si descrive così la protagonista “ha i capelli biondo chiaro, la pelle color panna, occhi così verdi che mi verrebbe da pensare che abbia le lenti a contatto, se non sapessi che sono proprio i suoi”.Nella copertina la ragazza ha gli occhi e i capelli scuri, cosa centra con Jessa?
Se andiamo a vedere la versione originale su qualsiasi store online, leggiamo che nella trama il nome della protagonista è corretto, si chiama dunque Jessa, e nella copertina troviamo una ragazza con i capelli chiari quindi l’edizione italiana non ha curato questi aspetti che potrebbero sembrare deboli, ma che non possiamo ignorare.
Che dire?
Se amate gli young adult e le solite trame questo libro fa per voi, se volete qualcosa di diverso vi conviene scegliere degli altri titoli.
UN ROMANZO CON POCHE IDEE
Landon, è il protagonista di questa storia, un bravo ragazzo, semplice, che si è trasferito a New York per seguire la sua ragazza, Dakota, che lo ha prontamente lasciato per vivere la sua vita. Nothing more-Dopo di lei, non è un libro, ma una serie di pensieri e riflessioni che Landon fa sulla sua vita, su quanto la grande mela, sia diversa dal suo piccolo paese d’origine, di quanto gli manchi la sua famiglia. Si divide tra l’amore per la sua ex, o forse è solo desiderio, e l’attrazione per Nora, un’amica della sua coinquilina. Detta così potrebbe anche sembrare una storia, solo che la nostra Anna Todd, continua per tutto il libro a raccontare di come Landon si senta spaesato nella sua nuova vita, di quanto sia indeciso nella sfera privata, di quanto abbia sofferto nel suo passato quando nessuno lo considera. Questo personaggio non ha un’evoluzione, ma subisce tutto quello che gli succede, alcune volte mi sono chiesta se questo ragazzo sia vero, se possa esistere veramente. Mi sembrava surreale, tutto in questo libro sembra finto, senza alcun senso. L’autrice non ha idee, ma prende un personaggio già presente nella sua serie più famosa “After” e lo riprende sperando di avere lo stesso successo dei precedenti libri. Quello che più mi ha spaventato è lo stile della Todd, semplice, anzi semplicissimo quasi elementare, mi sembrava di leggere una serie di pensierini così basilarI, che non mi aspetto in un romanzo. Sono veramente queste, le storie che le adolescenti vogliono leggere? Criticare non fa mai bene, ma qui ci sono veramente molti punti deboli, prima di tutto il libro è noioso, Landon è anche simpatico a tratti, ma rimane fermo non tentando di cambiare la sua vita. In molti punti l’autrice ci parla del caffè, di quanti caffè si bevono i protagonisti, di cosa fanno durante il giorno, di cosa mangiano, insomma il nulla. Anna Todd, non sa coinvolge il lettore, non lo rende partecipe della vita dei protagonisti, ma questo rimane ai margini solo come spettatore, freddo e distante. Inevitabile è stato anche trovare nel testo, il riassunto o comunque dei cenni che rimandano ad “After” , che a mio avviso sono inutili e non arrichiscono la storia. Landon, alcune volte, in poche pagine ripete gli stessi concetti e pensieri, la storia si arena e non prosegue. Il protagonista non sa scegliere, tra l’ex e Nora, l’amica della sua coinquilina. L’ex ragazza, è un’ oca giuliva che vuole avere la sua libertà, ma allo stesso tempo è gelosa di Landon e non lo vuole lasciare andare. Mentre Nora,è una donna sicura di sé che fa colpo su Landon,che lo attrae fisicamente, ma non si capisce ancora se tra loro può nascere qualcosa di importante .La narrazione è pesante anche perché la storia è raccontata unicamente dalla parte di Landon e forse avrebbe aiutato la doppia versione da parte di un altro personaggio. Questo dovrebbe essere un romance ma non c’è nessun elemento che lo possa far assomigliare ad un testo d’amore. Inoltre, l’impaginazione è orribile, caratteri grandi, margini larghi, alcuni errori nel testo, ripetizioni che appesantiscono il libro. Verso la fine del romanzo la storia inizia a prendere forma, ma per capire qualcosa in più bisognerebbe leggere il seguito. Credo che questo romanzo sia partito da una buona idea che poi si è stata sviluppata male.
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PER FORTUNA C'E' ALICE ALLEVI
E per fortuna c’è Alice Allevi!
Eh si, bisogna dirlo, Alice mette sempre il buon umore con la sua eterna goffaggine e la sua autoironia, ma anche con la sua dolcezza e il suo estremo romanticismo.
Questo libro è un punto di svolta nella sua vita, sta concludendo il suo percorso di studi e sta conseguendo la specialistica in Medicina Legale, questo sembrerebbe un addio, ma per fortuna la brava Gazzola sta già preparando un nuovo romanzo con protagonista la Allevi.
Alice non annoia mai il lettore le sue avventure sono sempre tra l’assurdo, il tragicomico e il romantico e io l’adoro.
L’autrice scrive divinamente, ha un modo di narrare che sa coinvolgere il lettore e che lo fa appassionare alla vicende amorose e professionali della giovane Allevi.
Se la vita lavorativa della giovane aspirante medico legale è in bilico, infatti la ragazza non sa cosa farà da qui a pochi mesi, quella privata sembra aver trovato un punto fermo in Arthur.
O almeno, come ho detto, sembra.
Alice sta per sposarsi con il bel e distante Malcomess ma è questa la persona giusta per lei?Alice lo ama veramente?
“Quando smettiamo di provare qualcosa, non per questo dimentichiamo cosa significa sentirla”.
Sarà riuscita a dimenticare veramente il tenebroso e pure stronzo CC?
Potrà mai andare avanti con la sua vita e dimenticare il passato?
“Ma c’è una cosa che mi renderà triste da qui all’eternità:non essere mai riuscita a guadagnarmi la sua stima come allieva.”
Alice è sempre e la solita ragazza che abbia già avuto modo di conoscere, piena di insicurezze e di paure, che non riesce a capirci nulla della sua vita, ma il lettore non può che affezionarsi a lei, alle sua dissacrante ironia, alla sua curiosità estrema e alla sua predisposizione a cacciarsi nei guai.
Ma parliamo anche della parte gialla, che non ha un ruolo meno importante rispetto alla vita amorosa di Alice, anzi ne è parte integrante come sempre nei suoi libri.
Il giallo riesce a tenere con fiato sospeso il lettore, che fino all’ ultimo non capisce chi sia il colpevole, la storia è avvincente e piena di colpi di scena.
L’autrice è straordinaria, ogni suo libro lo aspetto sempre con ansia, oltre a questo riesce sempre a creare delle storie credibili, dei gialli non scontati, toccando anche dei argomenti , come in questo caso le malattie della mente, sempre un po’ lasciati in sordina, che quasi si ha paura di affrontare.
Ho avuto il privilegio di conoscere l’autrice ad una presentazione e devo dire che è una persona squisita e molto umile ma anche una persona pulita e dolce ,che si è anche fermata, alla fine, a parlare con noi lettori e ad autografarci il libro.
Oltre che una bravissima scrittrice, è anche una persona genuina e molto simpatica.
Al prossimo capitolo su Alice Allevi e aspetto con ansia anche la seconda stagione della serie tv!
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IL POTERE DEI FIORI
Questo romanzo racchiude in sé due storie, che l’autrice riesce ad unire e a fondere in un unico racconto.
Iris e Viola sono le protagoniste del libro, due gemelle, divise quando erano piccole e che per caso si incontrano per la prima volta al Chelsea Flower Show di Londra. Al primo sguardo loro si vedono identiche e non capiscono come sia possibile una cosa del genere e rimangono incredule da quel loro incontro.
Prima di continuare, premetto, che voglio fare una recensione un po’ diversa, non raccontandovi la trama che troverete tranquillamente, ma nell’affrontare i punti di forza e quelli deboli del testo.
I fiori e i giardini sono il tema principale che l’autrice tratta nel libro, come se i fiori avessero un potere e una magia, che conduce le due ragazze a conoscere la verità sul loro passato.
L a prima parte del libro è molto lenta e poco scorrevole, è come se le vicende per capitoli rimassero statiche, senza un’evoluzione e questo mi ha messa in difficoltà nella proseguire la lettura.
Nonostante questo sono andata avanti e la cosa positiva è che l’autrice ha talento e questo si vede nello suo stile che a volte sfiora il poetico, e dalla seconda parte del libro, la storia ha iniziato a coinvolgermi.
Credo che la mia difficoltà più grande sia quella che io non ho lo stesso amore per i fiori che ha la Caboni e questo mi ha impedito di godermi a pieno la storia.
Devo dire anche che,la trama del romanzo che sono andata a leggere, è ben congeniata e attenta a creare, soprattutto nella parte finale, la giusta suspance.
Le due giovani amano i fiori e sentono di essere legate in qualche modo, ma sono distanti e non si vogliono mettere in gioco per conoscersi veramente.
Il loro rapporto è difficile a causa della lontananza, non si fidano l’una dell’altra, anche se capiscono che il loro legame è molto forte, ma non lo vogliono affrontare.
Credo che l’autrice abbia toccato in maniera delicata il tema della separazione e dei gemelli, non scadendo mai nei toni troppi dolci o in quelli troppo duri, trattando l’argomento nella giusta posizione.
I fiori, hanno un ruolo fondamentale, tutti i personaggi sono legati a loro anche se indirettamente.
Si nota molto, il gran lavoro che c’è dietro alla stesura del romanzo, una ricerca accurata e dettagliata per descrivere i vari fiori e le loro caratteristiche, per me è stato interessante leggere anche se, alcune volte, mi sembrava di essere di fronte ad un manuale e non ad un romanzo.
Ho apprezzato molto la descrizione dei luoghi, che l’autrice ci racconta con dovizia di particolari e in maniera accurata le varie ambientazioni del romanzo, è come se ci trovassimo lì.
Posso dire che sicuramente le lunghe descrizioni non stonano con la storia, ma sono parte integranti della storia.
I personaggi sono delineati e subiscono un’evoluzione nella storia, capiscono i loro errori e maturano mano a mano che i vari segreti vengono svelati.
Iris e Viola, a loro modo, sono delle vittime e si trovano a doversi confrontare con la verità della loro vita e devono anche insieme, ricostruire il loro rapporto.
Il modo di raccontare la storia non mi ha saputo coinvolgere nel modo che avrei voluto e ci ho impiegato più del necessario per terminarlo, forse non amo molto la narrazione in terza persona, che crea sempre una sorta di distacco dalla storia e dai personaggi.
Probabilmente mi sento in difficoltà io, perché, non si è creata la giusta empatia con questo romanzo e non mi aspettavo che fosse così, anche se avevo delle ottime aspettative.
Sicuramente devo riconoscere che l’autrice è bravissima, riesce a scrivere un libro in maniera quasi poetica, come dicevo prima, ma forse il problema è che al centro del libro ,sembra quasi, ci siano i fiori e le piante e non la storia di Iris e Viola.
Un romanzo che consiglio di leggere se amate i fiori, i giardini e le piante, dove l’autrice è brava a raccontare in maniera delicata e a volte intensa, la storia di due ragazze che si ritrovano dopo anni e che non riescono a riconoscersi e che oltre a capire il loro passato, devono anche imparare a conoscersi.
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UN VIAGGIO VERSO LA VITA
“Ci proteggerà la neve” è il nuovo romanzo di Ruta Sepetys che con la sua scrittura e la sua storia mi ha emozionato, un racconto pieno di coraggio e di speranza.
Siamo nel 1945 e la Prussia è invasa dalla Russia, nel libro le voci narranti e così i protagonisti sono quattro: Joana, giovane lituana scappata dal proprio paese e da una colpa che non sa dimenticare, Florian un misterioso ragazzo che ha una missione da compiere, Emilia giovane polacca incinta e Alfred ufficiale tedesco che crede ancora nella Guerra e negli ideali tedeschi.
Mano a mano che la storia va avanti capiamo i segreti dei vari personaggi, l’autrice è brava a svelare a poco a poco le loro vita e a tenere il lettore con il fiato sospeso.
Joana, Florian e Emilia si incontrano nel corso della storia e il loro unico obiettivo è quello d’imbarcarsi in una nave che attraverso il Mar Baltico e lì porti nella Germania orientale in una zona non occupata, questa nave rappresenta la libertà, una via di fuga verso la salvezza.
A viaggiare con loro ci sono anche una donna gigante, un calzolaio, una ragazza cieca e un bambino di sei anni, tutto il gruppo conta su Joana e sul suo aiuto come infermiera ma anche sul suo carisma nel non arrendersi mai.
Alfred invece è un ragazzo tedesco di soli diciassette anni che crede al Fuhrer e alla sua pazzia, non ha nessun dubbio e cerca di servire la patria come un bravo soldato, anche se lui nasconde un passato che non ci aspettiamo.
Ogni personaggio ha la propria personalità che esce nel corso della storia, chi sembra più fragile, chi poi invece si scopre forte ma nonostante le differenze che ci possono essere, tutti i profughi in fuga cercano di farsi coraggio e forza tra di loro per cercare di sopravvivere.
L’autrice è riuscita a descrivere in maniera vivida e molto realista l’enorme disagio e difficoltà che i nostri ”profughi” hanno incontrato nel loro percorso per la salvezza, affrontando, il freddo pungente, l’inverno, le temperature sotto lo zero,la neve, il poco cibo e le ferite.
Non so immaginare cosa abbiano provato le persone durante la guerra, quanta paura avranno avuto di non riuscire a sopravvivere e se credevano davvero che un giorno sarebbe tornata la pace.
In quel periodo la Prussia però si trovava con un duplice pericolo: da una parte c’era i tedeschi che stavano avanzando e che imprigionavano le persone nei ghetti o nei campi di concentramento e dall’altra i sovietici che mandavano la gente nei gulag o in Siberia.
L’unico modo per salvarsi era attraversare il mare.
Come accade oggi non riesco a pensare a quanta paura possano avere i profughi ad attraversare il mare e il nulla davanti a loro, non avendo la certezza di riuscire ad arrivare a terraferma.
La storia è interessante, piena di segreti e di misteri sui protagonisti oltre che molto appassionante, i capitoli brevi aiutano moltissimo a rendere scorrevole la lettura, che risulta essere semplice ma piena di descrizioni accurate e precise.
Nonostante il libro sia romanzato, si base su alcuni fatti realmente accaduti e forse poco conosciuti, la nave su cui i protagonisti salgono e dove Alfred è arruolato è la “Wilhelm Gustloff”, a molti non dirà nulla questo nome, ma quando questa affonda nel gennaio del 1945 porta con sé in mare circa 15000 persone e la maggior parte non riuscirà a sopravvivere.
E’ forse uno dei naufragi più catastrofici della storia e furono tre siluri russi ad affondarla.
La “Wilhelm Gustloff”, fa parte come altre navi, “dell’Operazione Annibale” che aveva lo scopo di salvare migliaia di rifugiati, soldati e feriti dall’attacco dell’esercito russo.
Una guerra senza esclusione di colpi, piena di sofferenza e di devastazioni che non lascia spazio a nulla, atroce, crudele e senza nessun senso.
Joana, Florian, Emilia e Alfred hanno un loro passato, dei ricordi, dei rimpianti e delle persone care che hanno lasciato o che hanno dovuto abbandonare e sperano un giorno di poterle rivedere e di ritornare nelle loro case anche se in realtà queste forse non esisteranno più.
Questo romanzo mi ha spiazzato, devastato, incuriosito e soprattutto emozionato, una storia che ho sentito veritiera fin dall’inizio e soprattutto piena di speranza verso il futuro, verso una nuova vita.
La trama non mi aveva coinvolto molto pensavo che la storia prendesse un’altra via invece sono stata piacevolmente sorpresa, quello che mi ha colpito di più è la scrittura dell’autrice fluida, scorrevole e con uno stile unico nel descrivere la storia e i personaggi.
Questo libro è un omaggio a tutti i profughi e le vittime di quel naufragio, è una testimonianza per ridare loro la giusta importanza e dignità e per non dimenticare mai.
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MARINA E LA SUA VITA DI ADOLESCENTE
Tutto quello che siamo, racconta la storia di Marina una diciannovenne che vive un periodo difficile della sua vita.
Si sente inadeguata nel mondo in cui vive, si sente fuori posto e incompresa come se fosse dentro un labirinto e non riuscisse a trovare l’uscita.
Sua madre non c’è più,ha un padre severo e autoritario, che non la considera e che ha poca fiducia in lei, la sua opinione non conta nulla e basta poco per farlo arrabbiare.
Marina potrebbe scappare via lontano, lasciare il paese, la casa in cui vive ma che non sente sua, ma deve pensare al suo fratellino Filippo che non può lasciare da solo.
Il padre si è risposato con una donna odiosa, fissata con la dieta e ogni occasione è buona per mettere in cattiva luce Marina, nei confronti del padre.
La protagonista ha un sogno quello di poter studiare all’Accademia delle Belle Arti, ma per il momento può solo sognare ad occhi aperti lì in quel bar di fronte all’istituto, dove lei lavora per poter mettere da parte qualcosa, forse per un futuro da sola con il fratello.
Il pomeriggio lavora nel negozio dell’amico Dario, un ragazzo mantenuto dalla madre, che non sa cosa vuole fare dalla vita e si ubriaca ogni sera a delle feste assurde.
Ad aiutare la protagonista c’è anche Ginevra, la sua amica del cuore, che si lascia coinvolgere in una storia con un uomo più vecchio di lei.
L’inizio del libro è molto duro e triste, Marina non vive bene la sua età, ricorda che nemmeno la madre l’ha mai fatto, lei non era felice ma è rimasta ugualmente con il padre perché”Le era stato insegnato che un matrimonio è per sempre e questa era l’unica cosa che importava”.
Nonostante tutto quello che doveva subire, anche se era stata tradita e picchiata, la madre di Marina era sempre rimasta insieme al padre.
La ragazza è convinta che nella vita la ruota non giri, non è che de da piccolo se sei uno sfigato crescendo hai un riscatto, no, se le cose iniziano male poi non possono che andare peggio.
E quando in tutta una vita Marina non mai ricevuto l’amore che merita, in quell’età ,a diciannove , per un po’ d’amore si commettono degli errori.
“E quando si è disposti a tutto pur di mendicare briciole di affetto, si finisce per incontrare un sacco di gente che se ne approfitta”.
Come nel caso di Christo, brasiliano che con la sua aria da ragazzo di strada, con i suoi dread e il suo sorriso, fa innamorare Marina solo che lei non riesce a parlarci, ma un giorno le cose cambiano i due escono insieme, ma la loro relazione non è proprio quella di cui Marina ha bisogno.
I loro incontri sono pressoché fisici e privi di sentimenti, fanno solo che aumentare l’estremo bisogno che ha la ragazza di essere amata, di trovare una persona che si prenda cura di lei.
Ma Marina ci casca ancora e ancora, deve scontrarsi con la dura realtà della vita, fino almeno quando incontra Nic, il classico principe azzurro che al posto del cavallo ha lo skate.
Nic è dolce, attento, simpatico ma ha un segreto che mantiene per quasi tutta la storia e che spiazzerà e devasterà ancora una volta Marina.
“Quando il cervello subisce un forte trauma psicologico, entra in uno stato di stress molto intenso e crea dei meccanismi di difesa per garantirsi la sopravvivenza e contenere il dolore”.
Per la sua giovane età, Marina, ha già subito una serie di perdite e di traumi ai quali poche persone sarebbero riuscite a tirare fuori il coraggio, che invece la ragazza è riuscita a far uscire in queste situazioni.
Io l’ho apprezzata moltissimo, quella sua estrema fragilità, ma anche la sua ricerca costante di un po’ d’affetto, anche se in alcuni casi si è intrufolata in situazioni sbagliate.
“Mi aveva preso il cuore, l’aveva accarezzato, cullato e protetto e poi sul più bello lo aveva scagliato contro il muro.”
Molte volte parliamo di seconde occasioni,e contrariamente a cosa pensa Marina all’inizio forse la ruota girerà anche per lei, ci potrebbe essere da un momento all’altro, una possibilità anche per lei.
Adoro Federica Bosco, il suo stile inconfondibile, unico che ti colpisce sempre anche quando scrive un genere diverso dalla chick lit e quando ti trasporta all’interno della storia.
I personaggi sono ben delineati e definiti,ho apprezzato moltissimo Marina, la sua fragilità e allo stesso tempo la sua forza e anche Dario con la sua ironia e la sua completa confusione nei confronti della sua vita.
Non sono abituata a leggere Federica in questa veste, in questo modo così drammatico e così triste, di solito leggiamo storie di single che si prendono un po’ in giro, autoironiche e diciamo che si cacciano in situazione assurde e divertenti.
Anche in questa veste l’autrice non delude e ci regala una storia reale, piena di buoni sentimenti, e dove la protagonista cresce con l’evolversi della storia, ma in un certo senso rimanendo sempre Marina, con il suo sogno di disegnare e con il suo estremo bisogno di trovare l’amore che merita.
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ANNE E LA SUA SECONDA OCCASIONE
Persuasione è l’ultimo romanzo di Jane Austen,l’ultima sua eroina si chiama Anne e capisce di aver commesso un errore seguendo l’opinione della sua famiglia e non sposando l’uomo che amava.
Frederick Wentworth, è un giovane ufficiale di marina, una persona educata, affascinante ma non è ricco, è proprio questo il motivo per cui la famiglia di Anne non lo crede adeguato per essere il marito della giovane.
Anne , anche se segue i loro consigli e decide di non sposarsi, è piena di dolore e di rimpianto nei confronti del suo amato.
“Pochi mesi avevano visto l’inizio e la fine della loro relazione; ma pochi mesi non bastarono a porre fine al dolore di Anne.Il suo amore e i suoi rimpianti, per molto tempo, avevano rattristato tutte le gioie della sua gioventù, e una precoce perdita della freschezza del suo aspetto e del suo entusiasmo era stato il loro effetto più duraturo.”
Dopo ben otto anni le cose sono cambiate, ora è Anne a trovarsi in condizioni economiche precarie e il padre è costretto ad affittare la loro tenuta.
Ma quando pensi che tutto sia finito, è la vita che ti sorprende e la protagonista avrà una seconda occasione per essere felice.
Jane Austen riesce sempre a coinvolgere il lettore , portandolo a spasso per le campagne inglesi e facendolo appassionare alle vicende amorose delle protagoniste.
L’autrice oltre a raccontarci la travagliata storia d’amore di Anne, ci descrive, con dovizia di particolari, come si viveva all’epoca, com’era la provincia inglese, i loro abitanti e le molto contraddizioni che anche in quel tempo esistevano.
Anne è una ragazza semplice e molto umile, ma anche estremamente romantica, il suo innamoramento per Frederick è sincero, ma non segue il suo cuore bensì l’opinione che hanno gli altri.
La protagonista in un primo luogo, sembra subire le scelte degli altri, non è mai stata considerata dalla sua famiglia e la sua opinione non conta molto.
Nella seconda parte è più donna, nonostante tutto quello che è successo, non si perde d’animo e cerca, una volta per tutte, di pensare a se stessa e ai suoi sentimenti.
La seconda possibilità non è un privilegio che hanno in molti, oggi è molto raro che una persona dopo un rifiuto e anni di lontananza, riesca a perdonare l’amata e a ricominciare insieme.
Il problema è che , al giorno d’oggi, si è perso quel romanticismo che ritroviamo nei romanzi dell’epoca regency, quegli amori che nonostante il tempo, le difficoltà non smettono mai di cessare.
Lo stile del romanzo segue quelli precedenti, della Austen, anche se qui la scrittura risulta essere più matura, più attenta a delineare i personaggi, nel raccontare i loro caratteri e i loro sentimenti.
Sicuramente il romanzo è pervaso dall’amore, in ogni pagina traspare quel sentimento che è il filo conduttore di tutti le produzioni letterarie della scrittrice inglese.
Quell’amore che supera ogni ostacolo, quell’amore assoluto, quello disperato, confuso, irrazionale che Anne e tutte le protagoniste austiniane cercano in tutta la loro vita, e forse quello che la stessa Jane ha cercato di trovare non riuscendoci.
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TRE PERSONAGGI DEL NOVECENTO
“La strana quadratura dei sogni” è il nuovo romanzo di Alex Capus, autore conosciuto grazie al bestseller del passaparola “Ogni istante di me e di te”.
Questo romanzo si apre nel novembre del 1924, quando i tre protagonisti si incontrano e si osservano senza mai presentarsi o conoscersi.
Sono tre persone realmente esistite, troviamo Émile Gilliéron, Laura D'Oriano e Felix Bloch , tre personalità differenti che non sono destinate ad incontrarsi una seconda volta, ma che per la loro vita verranno ricordati.
Li incontriamo giovani e pieni di sogni, non sanno cosa la vita ha in serbo per loro, Emile è figlio di un famoso pittore, Laura vorrebbe diventare una cantante e Felix sta per iscriversi all’università di ingegneria.
Alex ripercorre la loro vita e quello che sono diventati da adulti, a volte il loro percorso non sarà così facile e l’incontro con determinate persone segnerà il loro futuro.
Il lettore viene catapultato in un vagone del treno diretto a Parigi, dove ci troviamo a guardare,come uno spettatore in un cinema, il momento in cui queste tre personalità differenti si osservano ignorando chi siano veramente.
Sul web ci sono molto notizie su questi tre personaggi in breve Émile Gilliéron è stato un artista svizzero e disegnatore, archeologico tra i più noti per le sue ricostruzioni di manufatti micenei e dell’età del bronzo, si tratta di un falsario tra i più noti dell’inizio del novecento.
Laura D'Oriano è stata una spia italiana naturalizzata svizzera, per conto degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale, ma viene ricordata come l'unica donna ad essere stata condannata a morte in Italia la cui sentenza è stata poi eseguita (altre donne hanno subito la medesima condanna, ma poi la vita è stata loro risparmiata).
Infine Felix Bloch è stato un fisico svizzero naturalizzato statunitense, premio Nobel per la fisica per il suo contributo alla nascita della risonanza magnetica nucleare.
Lo scrittore ci racconta con dovizia di particolari, queste poche righe che qui sopra ho descritto, quindi c’è stato sicuramente un forte lavoro di ricerca per descrivere così bene la loro vita.
Possiamo anche considerare questo romanzo come una sorta di biografia di tre personaggi che sono stati i protagonisti del novecento, ho trovato interessante capire il ruolo che Laura e Felix hanno ricoperto nella seconda guerra mondiale.
Questa parte sicuramente ha catturato la mia attenzione ed è stata piacevole, come anche la vita di Emilie, anche se il libro in alcuni punti risulta essere un po’ lento.
Penso che lo scopo di questo testo sia premere l’attenzione su queste tre persone, per fare conoscere la loro vita, quello che è stato il loro ruolo nel secolo scorso, ma non ho capito fino in fondo come mai l’autore abbia scelto proprio questi tre personaggi.
In più non ho compreso fino in fondo il senso del romanzo, non c’è una vera e propria storia, ma solo la descrizione delle loro vite seppur nient’altro che ordinarie.
A mio avviso se l’autore avesse creato una sorta di storia inventata per unire le vite di queste tre persone, la narrazione sarebbe risultate più scorrevole e meno schematizzata.
In alcuni punti mi sembrava proprio una sorta di biografia e senza che l’autore mettesse nulla di suo, forse è una mia sensazione ma questa scelta non mi è molto piaciuta.
Nonostante questo, credo che se volete leggere e conoscere meglio la vita di questi tre personaggi non vi resta che immergervi in questo libro.
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- sì
- no
UN THRILLER INNOVATIVO
Questo thriller racconta la storia di Tessa, che oggi è una donna e ha 36 anni, madre single, è l’unica sopravvissuta delle ragazze chiamate come “Black eyes Susan”, dal nome di una varietà di margherite.
Tessa vent’anni prima è stata rapita e poi buttata in un campo con altre ragazze ma lei riesce a sopravvivere e ad incastrare il colpevole, ma oggi quell’uomo verrà condannato alla massima pena prevista in America e alla ragazza vengono in mente dei dubbi e insieme ad un avvocato e alla polizia inizia a rivangare il passato.
Ecco che ci troviamo dei capitoli alternati tra il presente e il passato dove vent’anni prima, dopo la tragica esperienza, Tessa si rivolge ad un psicologo dove cerca di ricordare cosa le è successo e di ricostruire tutti i tasselli del puzzle.
Conosciamo Tessa nella vita di tutti i giorni, nel rapporto con la figlia adolescente, nelle paure legate purtroppo al passato che non si sono mai dissolte, e al sospetto che il suo rapinatore sia ancora libero perché trova piantate, davanti alla sua camera, delle margherite di quella particolare specie.
Ora non può più scappare come ha fatto altre volte, cambiare città o casa questo non le farà dimenticare la sua dolorosa esperienza, solo affrontando quello che ha subito e ricostruendo i fatti può cercare di ricominciare una nuova vita.
Ci accorgiamo di quanto la Tessa di ieri sia molto simile a quella di oggi, che però deve anche cercare di andare avanti per sua figlia per poter dare un futuro migliore anche a lei, cercando di mettersi in gioco come non aveva mai fatto prima.
Basta paura, basta ansia e basta timore.
In una corsa contro il tempo e contro la condanna dell’uomo che la stessa Tessa ha indicato come colpevole, il lettore cerca di capire cosa sia successo veramente e di rispondere ai moltissimi punti interrogativi della storia.
Quando pensiamo di aver intuito la soluzione dell’enigma, in realtà non abbiamo capito nulla e ci aspettano ancora molte sorprese.
Tessa sente le voci delle altre “Susan” che le chiedono di fare giustizia e di andare avanti a cercare.
Ho trovato interessante la trama che è sicuramente innovativa, intricata e tiene alto il livello di suspence per tutta la durata del libro.
La storia di Tessa coinvolge moltissimo il lettore che ne vuole sapere di più, l’autrice riesce ad indagare moltissimo nell’aspetto psicologico dei personaggi ce li fa conoscere a tutto tondo e ad ogni pagina aggiunge degli aspetti nuovi che non conoscevamo.
Un thriller ben riuscito e per essere un esordio lo è ancor di più, se volete un libro dove nulla è come sembra e dove la verità delle cose non è così scontata avete trovato il libro che fa per voi!
Consigliato!
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UN'ALTRA PAGINA DOLOROSA DELLA STORIA DEL NOVECENT
Raccontami dei fiori di gelso è un romanzo che non vuole passare inosservato, che racconta una pagina della storia rimasta nascosta per anni e ancora oggi non molto conosciuta.
E’ un romanzo che riesce a portare il lettore nei meandri dimenticati della storia e di fronte all’ennesimo orrore della guerra.
Siamo in Anatolia centrale nel 1990, in un piccolo paesino dove il tempo si è fermato a molti anni prima, dove ci sono ancora i pastori e dove il progresso non è ancora arrivato,qui incontriamo Orhan uno dei protagonisti della storia, che ritorna al paese d’origine quando scopre che il nonno è venuto a mancare.
Qui lui ha dei flashback dove ricorda il suo passato, il modo in cui veniva guardato dalla gente del posto prima e come viene visto oggi .Le sue zie prima lo prendevano in giro, ora invece è un uomo rispettabile, ricco e che vive a Instabul, quindi un buon partito.
Il nonno di Orhan, Kemal, ha lasciato un testamento dove lascia la maggior parte dei suoi beni e la sua ditta al nipote e non al figlio, con il quale non ha mai avuto un buon rapporto.
La casa di famiglia, con sorpresa di tutti, viene lasciata a Seda Melkonian, una donna che nessuno conosce, ma è proprio qui il punto come mai suo nonno ha dato la casa a questa persona?
Orhan vuole andare a parlare con Seda e capire che rapporto c’era tra il nonno e la donna, ma soprattutto vuole riavere indietro la casa, la donna inizialmente non vuole parlare con l’uomo mentre poi gli racconterà la verità.
La vita di Seda è molto travagliata e anche dolorosa, ma questa sua confessione rivelerà molti segreti che metteranno in discussione la vita di alcune persone.
I capitoli sono molto brevi e ci sono due filoni narrativi, il primo che parla del presente negli anni novanta e un altro nel passato, nel 1915 nel pieno della prima guerra mondiale.
Il romanzo affronta uno dei temi meno conosciuti della storia del novecento, ovvero il genocidio degli armeni, migliaia e migliaia di persone furono deportate in un campo di prigionia.
Gli armeni furono costretti a lasciare le loro case, a prendere tutte le loro cose e a fare un lungo viaggio a piedi con i loro carri, per lasciare quel paese che non li voleva e a lottare per sopravvivere.
Non venivano accettati perché erano di religione cristiana e perché venivano considerati alleati della Russia imperiale e nemici dell’impero ottomano che governava la Turchia.
La storia di Seda e di Kemal, il nonno di Orhan, si intreccia nel racconto, loro si conoscevano, sono stati insieme, ma la guerra li ha divisi per poi farli rincontrare, ma le cose non saranno più come prima.
“Questo Kemal è proprio come l’altro pieno di sogni irrealizzabili.”
Come superare le perdite, il dolore, la vita che viene spezzata e i sogni ormai infranti?
“Non ti farò più altre domande. Ma c’è una cosa che ho bisogno che tu faccia per me. Puoi guardarmi con occhi nuovi?Non gli occhi del passato o del futuro.Rimani con me nel presente qui e ora. E io farò lo stesso.”
Il romanzo è tratto da una storia vera, la stessa autrice racconta che la sua bisnonna le aveva confessato l’orrore che ha dovuto subire in quei anni e ha voluto lasciare una testimonianza per non dimenticare.
Il titolo originale “Orhan’s Inheritance”, ovvero L’eredità di Orhan, ha una doppia valenza secondo me, sia come eredità materiale ma anche come eredità di memoria per cercare di tramandare la storia e gli orrori della guerra affinchè non succeda più nulla del genere.
In realtà oggi siamo ancora pervasi dalla diffidenza verso il diverso e da quello che non ha le nostre stesse idee che siano politiche, religiose o altro, quindi la storia non ci ha insegnato più di tanto, ma credo che l’importante sia informarsi, conoscere e capire cosa è successo veramente nel passato per cercare di essere più tolleranti o almeno provarci.
Questo romanzo è stato per me un viaggio in un paese che non conoscevo, durante la lettura impariamo anche molte parole turche e anche iniziamo a capire la cultura di questo paese non così lontano da noi.
Un romanzo che è pervaso dai ricordi, dalla malinconia, dal senso di colpa e dal voler dimenticare da parte dei sopravvissuti quello che gli è successo rimanendo in silenzio, come è stato per molti anni con l’olocausto degli ebrei, o con le foibe ardentine lo stesso è successo con il genocidio armeno.
Non aspettatevi una storia d’amore in quel tempo non c’era tempo per l’amore romantico, passionale o leggero come c’è oggi, ma i sentimenti che troviamo nel libro sono genuini vengono dal cuore, anche nei tempi più brutti l’amore può donarti un briciolo di felicità.
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Senza amore non siamo niente
Leggere questo libro è stata per me un’esperienza attraverso l’amore, i sentimenti e il tempo.
L’amore corrisposto, quello che ci manca, quello che ci fa essere delle persone migliori e quello che ci rende più felici. Alex è il protagonista di questa storia, è un ragazzo che ha tutto, una carriera ben avviata, il successo, i fan e soprattutto fa un lavoro che gli piace e che era il suo sogno, il cantante.
Come spesso accade quando si è all’apice della carriera, arriva un momento in cui non si riescono più a trovare nuovi stimoli, dove tutto sembra uguale e dove quello che fino a poco tempo fa ti faceva sorridere ora non riesce più a farlo.
Ad Alex, manca l’ispirazione per scrivere ancora, per un nuovo album, nemmeno l’amore dei fan riesce a colmare il vuoto che sente e che prova.
Il ragazzo pensa spesso ad una ragazza Greta, che per lui è stata un colpo di fulmine, la loro storia d’amore non è nemmeno cominciata, ma Alex è tormentato dal rimpianto e da quello che ci poteva essere e non c’è stato.
Da quello che capiamo loro si incontrano sui social e la ragazza è più giovane rispetto ad Alex, timida e inesperta, decide di non rischiare e lasciare tutto per Alex e vivere insieme il loro amore.
Il libro è pervaso dal tema dell’amore e dal fatto che il cantante ripensi sempre a Greta, oltre che al racconto dei loro incontri, alle lettere che lui le ha scritto e non le ha mai inviate e al forte senso di amarezza che prova Alex, per non aver provato con tutte le sue forze a conquistare il cuore della ragazza.
Le lettere, come anche le foto che Alex posta in rete, sono delle vere e proprie poesie moderne che ci fanno capire che un amore è difficile da dimenticare, ma che però ci si deve provare per riuscire a ricominciare.
E’ possibile dimenticare un amore?
Se come dicono, il cuore ha una memoria, non riusciremo mai a cancellare quello che abbiamo sentito, provato in quel determinato momento con la persona che noi ritenevamo giusta per noi.
“Senza amore non siamo niente” questo è un po’ il succo del libro e quello che l’autore cerca di comunicarci attraverso questa storia.
L’amore è la forza che ci anima, che ci fa sorridere,che ci fa gioire delle piccole cose che facciamo con la persona che amiamo e che ci fa superare le difficoltà rimanendo uniti.
Alex ha una possibilità per cambiare il suo rapporto con Greta e con il futuro, questa parte naturalmente è romanzata e alquanto fantascientifica, naturalmente nessuno di noi può tornare indietro per sistemare le cose. A Parigi, Alex incontra una singolare ragazza Nirvana che porta con sé un tubo di bolle di sapone, in grado di riportare indietro le lancette dell’orologio, in un determinato momento per cambiare il corso di quel giorno in cambio di un anno della propria vita.
Questo può essere anche visto come una metafora che in realtà ci fa capire, che il valore di una persona lo riconosciamo solo quando non è più accanto a noi e alcune volte arriviamo troppo tardi per cambiare le cose.
Se come Alex, avessimo questo tubo di bolle di sapone dove andremo? Quale giorno sceglieremo per cambiare le cose? Ma c’è anche la possibilità che il presente non sia più quello che abbiamo oggi, che alcune cose non rimangano le stesse e allora che fare? E’ meglio rischiare o rimanere nel dubbio?
E se tornassimo indietro ne varrebbe veramente la pena?
L’autore ci dice che “nella vita abbiamo due amore, uno possibile con cui costruire, uno impossibile con cui vivere in sogno ciò che avrebbe potuto essere” e qui ci colleghiamo al fatto del tempo che corre troppo veloce che non torna indietro e che le occasioni non tornano mai due volte, e anche se tornassero non sono mai identiche alle prime ma si presentano in una forma differente mai uguale.
Alex, come Massimo e come tutti noi, abbiamo incontrato nel nostro percorso di vita una Greta al maschile o al femminile, un amore non vissuto, tormentato, ma che non abbiamo dimenticato che sta ancora lì con noi nel nostro cuore.
“L’amore è uno di quei rari combattimenti che finisce pari.”
E’sempre giusto seguire la strada del cuore? O alcune volte è meglio seguire la ragione e quello che ci dice la testa?
Sta a noi decidere.
L’autore ha uno stile veramente particolare, riempie il lettore di parole, che in un certo senso lo stordiscono, lo disorientano ma che lo pervadono anche di bellezza per il bel scritto, per i romanzi che non pensano ti possano sorprendere come questo.
E ‘ un vero narratore d’amore, di quell’amore che non credi possa ancora esistere, in una società dove i rapporti sono sempre più veloci e dove i sentimenti non sono di certo importanti, leggere queste pagine da un senso di speranza verso l’amore.
Alcune volte Massimo ci dà dei consigli amorosi, quasi fossimo davanti a un manuale di vita sull’amore, ma lo fa sempre in punta di piedi senza salire in cattedra, rimanendo umile mettendo in campo anche le sue esperienze.
Dietro il personaggio di Alex sicuramente si nasconde l’autore, che lo anima, gli dà vita ma che in fondo non è molto lontano da se stesso.
Alex è un personaggio credibile, pieno di fragilità e insicurezze si ritrova nel pieno del successo ma si rende conto che è da solo, senza una persona che gli voglia bene, che ci sia nei momenti di felicità e in quelli di crisi.
Il protagonista rimane, o almeno cerca, di essere sempre indipendente, libero e di fare le sue scelte in base alla propria coscienza e al proprio cuore.
Una critica da fare è che in alcuni punti il libro risulta troppo mieloso e la figura di Greta viene idealizzata fin troppo, e alcune volte Alex, mi sembrava un babbeo che non riusciva più a ragionare per l’amore di questa ragazza.
Voi come vi comportereste se aveste la possibilità di tornare indietro e cambiare un giorno solo della vostra vita?
Lo fareste o no?
Consiglio questo libro perché fa bene al cuore, perché in un mondo di violenza, l’amore può essere ancora la nostra salvezza.
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COME ESSERE SINGLE OGGI
Questo romanzo è il classico esempio di ciò che amo leggere e che appartiene ad uno dei miei generi preferiti, la letteratura chick lit, se poi l’autrice è anche una delle sceneggiatrici di Sex and the city, non può che essere un’ottima lettura. E lo è stata.
In questa storia non viene più affrontato il come essere single e i perché di questa “condizione”, ma in che modo lo sono le donne oggi, infatti il titolo originale è “How to be single”.
La protagonista è Julie, che lavora come addetta stampa in una grossa casa editrice di New York, il suo lavoro le sta stretto e vuole dare una svolta alla sua vita. Ha 38 anni è ancora single e non capisce il perché, infatti come molte donne americane, anche lei è carina, intelligente e in carriera ma non ha un uomo. Julie ha quattro migliori amiche che tra di loro non si conoscono o almeno non subito.
Ognuna affronta una fase della vita diversa, chi è ancora single, chi sta per divorziare, chi vorrebbe crescere un figlio da sola e in un preciso momento quelle cinque donne si ritrovano a New York e sono ancora single.
Una sera passata per locali ad ubriacarsi e un’idea che sfiora Julie, fare il giro del mondo da scrittrice per fare un indagine sull’amore, sull’essere single e sui rapporti di coppia.
Il suo editore non è convinto di questa sua scelta, ma alla fine trovano un accordo e Julie parte per quest’avventura.
Il suo viaggio inizia dalla Francia, poi Roma, Rio de Janeiro, Australia, Bali, Pechino, India e Islanda e in ogni paese cerca di capire come vivono l’essere single le altre donne. Ci saranno delle sorprese per Julie, conoscerà nuovi tipi di rapporto d’amore, nuovi compromessi e nuovi modi di vivere una relazione.
Le sue amiche rimangono a New York e devo affrontare una serie di problemi , tra peripezie varie, tradimenti, nuovi appuntamenti, inseminazione artificiali e ricerca di un nuovo equilibrio dopo il divorzio.
Quello che accomuna tutti i paesi che visita Julie è che in fondo le donne come sempre, cercano di trovare l’Amore e che nonostante l’emancipazione, l’indipendenza e anche nuovi tipi di concessioni che fanno al partner ,alla fine per loro c’è sempre la ricerca dell’uomo giusto e di come non farselo sfuggire.
I rapporti possono essere moderni, aperti, ed essere vissuti in una maniera meno austera rispetto ad una volta, ma c’è un momento in cui la donna ritorna sempre al punto di partenza e al fatto che nonostante tutto voglia tenersi l’uomo che ama e avere un amore tradizionale.
Julie in prima persona lo sa bene, in questa sua avventura incontra un ragazzo con cui vivrà una storia d’amore, ma non è quello amore convenzionale che ci si aspetta e alla fine capisce che quello che ha fatto è sbagliato, ma che i suoi sentimenti erano veri e così può finalmente ricominciare.
Esistono delle regole in amore?
Questa è la domanda che ci fa il libro, io direi di no che ogni coppia ne può avere delle proprie, ma che in fondo non ci siano delle regole uguali per tutti.
Credo che quello che conta non è come essere single ma non pensare troppo a questa condizione, come un’etichetta attaccata addosso, che sapendo aspettare l’amore arriva e che quello che conta è ciò che siamo single o non.
Lo stile del romanzo in alcuni punti non è molto curato, ma la lettura risulta scorrevole e molto piacevole, consiglio questo libro a chi ama questo genere e a chi vuole fare un viaggio per il mondo attraverso la penna dell’autrice.
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UNA FAVOLA MODERNA
Ho sempre apprezzato quest’autrice, la seguo da anni e ho letto tutti i suoi libri, che per me sono ormai un appuntamento fisso al quale non posso proprio rinunciare.
Il suo stile unico, coinvolgente e divertente caratterizza ogni suo libro e ogni personaggioche crea e che prende vita davanti ai nostri occhi, nella nostra testa.
In questo nuovo libro la protagonista è Emma De Tessent, trent’anni, una laurea in tasca e un lavoro come stagista anzi come “tenace stagista”.Si perché lei non molla, nonostante sia sottopagata e fruttata a dovere dalla società cinematografica dove lavora, vive a Roma con la madre ed è single. Una passione fra tutte leggere romanzi regency.
Ha vari sogni nel cassetto primo fra tutto un contratto a tempo indeterminato, un villino con il glicine che vorrebbe acquistare e incontrare l’uomo della sua vita.
Emma è una ragazza molto semplice, moderna, autoironica che cerca la sua strada nella vita e nel lavoro, ma oggi trovare un impiego decente non è di certo facile e quando non le viene rinnovato lo stage tutto intorno a lei crolla.
Come ci dice il titolo “Non è la fine del mondo” non dobbiamo credere che lo sia mai, anche quando le cose introno a noi sembrano sgretolarsi via via, quando non crediamo in noi stessi e nelle nostre capacità. Quando non abbiamo che pochi soldi in banca e un futuro incerto davanti a noi, forse proprio questo periodo sarà il più felice della nostra vita, come diceva Hemingway che la stessa autrice cita nel libro”…quando eravamo molto poveri e molto felici”.
Ma la vita sa sempre riservare delle sorprese e lo sa anche Emma che si reinventa, per così dire, trova lavoro in un negozio di vestiti per bambini e impara a cucire, ma sa anche che quello può essere solamente un lavoro temporaneo.
In questa nuova esperienza incontra Vittoria,l’anziana proprietaria del negozio, una donna d’altri tempi che si perde nell’arte del cucire tra merletti, stoffe e filo, un personaggio molto dolce e tenero.
Un giorno però tutto cambia quando la società dove ha fatto la stagista per tanti anni la richiama, Emma si trova davanti ad una scelta che può cambiare la sua vita.
Infatti ha ricevuto anche una nuova offerta di lavoro per una società cinematografica concorrente e questo farà vacillare le certezze che Emma credeva di avere e le farà mettere in dubbio anche la scelta che sta per compiere. Nel suo cammino incontriamo Il Produttore, Pietro Scalzi, un uomo dal brutto carattere ma che in fondo è affascinato da questa ragazza.
Nel romanzo troviamo molti personaggi interessanti, la sorella di Emma, Arabella, sposata con quello che viene definito dalla protagonista l’Orrido Cognato, è madre di due splendide bambine che sono i due amori di Emma. Arabella è un personaggio a mio avviso fragile,molto emotiva e complicata ha un rapporto buono con la sorella e con le figlie a volte è un po’ dura, ma le Nipote, come vengono chiamate nel libro, sono una vera forza della natura divertenti e molto intelligenti.
Tameyoshi Tessai, è invece lo scrittore a cui Emma è molto affezionata, ma che soprattutto non vuole cedere i diritti alla ragazza,per trasformare il suo bestseller in un film.
Loro si incontrano spesso, anche solo per parlare o per bere qualcosa insieme, Tessai è molto schivo e introverso, vive in un bosco da solo e da quando il suo agente è venuto a mancare si sente perso, solo e smarrito.
Tessai è l’amico per Emma, le da dei consigli preziosi e dal canto suo la ragazza ha molta stima professionale nei suoi confronti, ma lo apprezza anche a livello personale.
Emma è la nostra eroina, come se fossimo in una dei suoi amati romanzi regency, ci regala dei momenti divertenti e ironici nel corso della storia, cerca di non piangersi troppo addosso e di cercare di andare avanti. E’ una ragazza anche con delle idee molto chiare, ama le cose semplici, l’odore del bucato asciugato al sole, le lanterne, un trancio di pizza. Ma è molto tenace e determinata a realizzare i suoi sogni e anche a mantenere le proprie idee.
In amore non è affatto fortunata, è stata l’amante di un uomo sposato e di questo non va di certo fiera.
Il rapporto con la madre l’ho trovato convincente e molto credibile, oltre che maturo e di affetto reciproco, sa che può contare sia su di lei che sulla sorella.
Questo romanzo è incentrato su Emma, quindi l’autrice ha voluto raccontare la sua storia lasciando in disparte i personaggi maschili che fanno da cornice alla storia della ragazza.
Ho apprezzato il fatto che in questo libro non ci sia una vera storia d’amore, nel senso che il lato romance c’è, ma è relegato a fare da contorno al racconto della vita di Emma, che ci ricorda moltissimo le protagoniste dei romanzi della Austen, determinata, appassionata che lotta per trovare la sua indipendenza.
Lo stile è molto scorrevole, divertente, ma anche capace di raccontare ogni aspetto della vita della giovane, dal lato più felice a quello più serio.
Ma in fondo se siamo in un romanzo della Austen non ci può che essere il riscatto per Emma e il classico happy end che catapulta il lettore in una favola moderna.
Come sempre Alessia non ci delude e ci fa conoscere un altro personaggio femminile difficile da dimenticare.
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UNA STORIA PIACEVOLE CON ALCUNI PUNTI DI DOMANDA
La storia non è riuscita subito a coinvolgermi, i primi capitoli sono stati abbastanza difficili ma proseguendo la lettura, la narrazione è stata più scorrevole .
Ho apprezzato molto l'iniziativa della pet therapy e l'amore che la protagonista ha per gli animali, ma mi aspettavo qualcosa di più da questo romanzo, qualche emozione che non ho provato.
Forse il problema è mio, perchè credevo che la storia prendesse una piega diversa rispetto a quella che invece l'autrice aveva prospettato.
Mia è una giovane donna di trent'anni che ha realizzato il suo sogno di bambina, lavorare in una clinica veterinaria, lei ha lottato con tutte le sue forze ed è riuscita insieme ad un'amica ad aprire quest’ attività.
A Torino è molto conosciuta ed apprezzata, chi invece, non crede al suo talento e alle sue aspirazioni è proprio la sua famiglia,in particolare la madre che non la considera all'altezza della sorella.
Mia verrà contesa da due ragazzi ma nel suo passato ha avuto un evento doloroso che ancora la accompagna.
Ecco su questo mi fermo, io non avevo nemmeno sospettato, fino a metà del libro, che Mia potesse aver vissuto un episodio così traumatico, l'autrice ha volutamente tenuto segreto il passato della ragazza?
Ma perchè poi non lo ha approfondito?
I personaggi sono ben caratterizzati e delineati anche dal punto di vista psicologico ma tutti nel loro passato hanno un qualcosa che li ha colpiti negativamente.
Lo stile è semplice e mi piace il modo in cui scrive Lucrezia, preferisco leggere una storia in cui la scrittura è più vicina al lettore e non ci sia una ricerca accurata di parole alte e discorsi complicati che in fondo non hanno un senso.
Mia è un personaggio che da una parte ho apprezzato ma che non ho capito fino a fondo, nelle sue scelte, nei suoi atteggiamenti, nelle sue paure e insicurezze.
La domanda finale che al lettore sorge spontanea è “per Mia ci sarà il lieto fine?”.
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IL LUNGO CAMMINO VERSO L'ALTARE
Melissa Hill, come nei precedenti libri, riesce sempre a conquistare il lettore portandolo dentro un mondo in cui si perde e dove, anche se per poche ore, si dimentica di tutto quello che lo circonda.
Unico è il suo stile, il suo modo di raccontare la storia e i personaggi e dobbiamo ammettere quanto sia difficile rendere piacevole e non scontata la lettura di un romanzo rosa.
Il libro inizia con un invito di matrimonio che Cara, la protagonista, riceve da una sua amica.
Questo non sembra proprio un invito per partecipare ad un evento felice ma sembra più una lista di pretese che gli sposi avanzano sui possibili partecipanti,è come se fosse più una sorta di raccolta fondi e non una festa per festeggiare un amore.
Per questo mi sorge una domanda, ma il matrimonio oggi è come viene descritto da Melissa, solo una questione di soldi e regali? Tutto ruota attorno alla festa, agli invitati, all’abito ma i sentimenti dove sono andati a finire?
Cara, è una giovane designer e ha una famiglia che è tutt’altro che ordinaria, la sorella maggiore Danielle vive in America e non si fa mai sentire, la sorella minore Heidi è una ragazza viziata, si lamenta per tutto e fa la parte della vittima l’unico che si salva è il fratello Ben che vive felice il suo matrimonio con Kim.
Il ragazzo di Cara si chiama Shane, diciamo che subito mi è sembrato un antipatico almeno leggendo la trama del libro, dove veniva definito”bello,intelligente e sicurò di sé”io aggiungerei anche ricco e quasi perfetto.
Già di per sé mi sembra una cosa irreale che una sola persona abbia tutte queste caratteristiche, inoltre mi sembrava esagerata come descrizione quindi mi ha fatto una brutta impressione.
Shane invece, si è rivelata una persona molto intelligente ma anche e soprattutto bella dentro e ho tifato perché l’amore per Cara trionfasse su ogni cosa.
I due decidono di sposarsi e qui iniziano i problemi, Cara e Shane non decidono di fare una cerimonia sfarzosa ma optano per qualcosa di semplice e intimo ma verranno contrastati dalle rispettive famiglie che vogliono per loro qualcosa di più.
Tutti i personaggi subiscono un’evoluzione durante il libro, quando la famiglia va a pezzi è qui che i componenti della stessa o cadono o si rialzano ancora più forte, quello che conta è sicuramente il rimanere uniti.
Troviamo molto clichè tipici del romanzo rosa, amore, ostacoli, sentimento, personaggi di supporto al protagonista e antagonisti, nonostante questo Melissa è riuscita a dare un qualcosa in più alla storia.
C’è un filo sottile tra il noioso, il banale, il già letto e tra il piacevole, l’innovativo e l’originale.
Questo confine non si è spezzato anzi la Hill lo ha reso più forte e ha fatto si che la tensione crescesse con il passare delle pagine.
Naturalmente la trama ci anticipa che un segreto che sconvolgerà la vita di tutti e per me l’autrice l’ha inserito nel momento giusto e lo ha reso credibile.
Ma ci sono alcuni punti deboli altrimenti non si spiegherebbe la mia valutazione, l’autrice non approfondisce i personaggi, ce li fa conoscere, ci parla solamente brevemente dei loro caratteri non andando a scavare nella loro interiorità diciamo che ne fa una descrizione in maniera superficiale e approssimativa.
Come anche il titolo del libro si insegna, questo romanzo ruota attorno ad un”matrimonio complicato”, titolo sicuramente azzeccato anche se non rispecchia fedelmente quello originale, ma superato questo la storia parla solo di matrimonio di come organizzarlo, di ostacoli da superare, di invitati che non vogliono partecipare e niente altro. Non ho trovato reale il fatto che questi personaggi siano così tanto stereotipati cioè non si confrontano con i problemi della vita di tutti i giorni, in fondo a parte qualche cenno non ne ho visto traccia.
Alla fine del libro ogni cosa e ogni personaggio trova la sua dimensione e il suo posto “giusto”, forse questo è stato per me la cosa più scontata del libro e mi è dispiaciuto perché nonostante Melissa riesce a trascinare il lettore e a coinvolgerlo nella storia non mi spiego come si sia abbandonata ad un finale triste.
In fin dei conti un romanzo non deve essere perfetto ma ti deve saper emozionare per me è stato così, almeno per buona parte della storia, lo consiglio a chi ama le storie romantiche e complicate ma che riescono a far sorridere.
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CITADEL
Il nuovo romanzo di Kate Mosse ci porta a viaggiare nel tempo, siamo a Carcassone nel 1942 e conosciamo una rete di resistenza armata composta solamente da donne chiamata “Citadel”, che è anche il titolo originario del libro.
Questa storia è dedicata a “Martiri di Baudrigues”, diciannove prigionieri francesi che furono giustiziati dalle forze armate naziste in ritirata il 19 agosto 1944, pochi giorni prima che la Linguadoca fosse liberata.
Di queste persone ancora oggi due donne rimangono ignote e su questo l’autrice ha scritto il suo libro, questo fatto storico si va ad aggiungere ad altri che risultano essere attualmente poco conosciuti o almeno io non ne avevo mai sentito parlare.
Senza dilungarmi troppo sulla trama, a capo di Citadel c’è Sandrine, che si unirà a Raoul che è a capo di un’altra rete di resistenza francese, ma loro oltre a voler liberare il paese dai nazisti, devono difendere un antico codice eretico che i tedeschi stanno cercando.
Tutto ruota attorno alla guerra e alla ricerca del codice ma nella narrazione possiamo trovare anche le difficoltà dei francesi durante la guerra per riuscire a sopravvivere, i drammi famigliari legati ad un parente che non torna dal fronte, e anche l’odio antisemita e i campi di concentramento.
Nella storia, come la stessa autrice ci spiega, non sono mai esistite reti tutte femminili di partigiane come Citadel, ma nel conflitto il ruolo della donna è stato fondamentale o almeno molto importante anche se molte volte i libri non ce ne hanno mai parlato come avrebbero dovuto.
Per me quest’ idea è stata veramente azzeccata e a mio avviso è stata raccontata in maniera realista ed è stato giusto voler omaggiare e far conoscere il contributo che le donne hanno dato nella resistenza.
Questo romanzo mi ha da subito affascinata in quanto racchiude nelle sue pagine, storia, mistero, avventura e amore elementi che di per sé attirano molta la mia attenzione.
La narrazione prosegue veloce e il lettore vuole sapere come succede, come prosegue la storia, ma ho trovato delle difficoltà soprattutto nella prima parte dove i capitoli sono brevi e conosciamo moltissimi personaggi e in più abbiamo uno sbalzo temporale notevole passiamo dal 1942 al 342 dell’anno domini.
Questo crea nel lettore moltissima confusione che vi via si attenua perché poi chi legge viene reso partecipe della storia, però credo che ugualmente l’autrice abbia inserito moltissimi temi non sviluppandoli in maniera adeguata, nel senso che ha iniziato a raccontarli per poi lasciarsi sospesi senza avere una vera e propria conclusione.
Questo a me non è piaciuto mi ha lasciato l’amaro in bocca, è come se sali su una montagna ma quando arrivi in cima non vedi il panorama che ti aspettavi.
Ho apprezzato moltissimo il coraggio di Sandrine, e anche della sorella Marianne come di Lucie, Suzanne e Liesl, tutte queste donne hanno veramente avuto un ruolo fondamentale nella lotta per liberare il paese occupato e con la loro forza sono state al pari degli uomini.
Ogni volta che leggo dei libri sulla guerra resto sconcertata dal dolore, dalla crudeltà e dalla sofferenza che hanno dovuto subire le persone come noi, i cosiddetti civili, e quanto la loro vita sia stata difficile e il dover andare avanti lo era ancora di più..
Vi consiglio questo romanzo se volete leggere una storia piena di avventura e mistero ma anche che vi lascerà molte domande senza risposta e con un finale aperto.
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ALLA RICERCA DI BEN
Il thriller è un genere che amo e che leggo spesso, questo in particolare mi ha coinvolto molto e appassionato,l'inizio per me è stato un po' duro ma dopo due/tre capitoli la storia mi ha catturato e mi ha tenuto sulle spine fino alla fine.
I capitoli si alternano con due voci narranti quella di Rachel, la madre di Ben il bambino scomparso, e l'ispettore addetto alle indagini Jim, questo alternarsi non annoia il lettore, quello che intriga di questo romanzo è l'analisi psicologica dei personaggi che prevale rispetto alla vera e propria azione che è la caratteristica principale di un thriller.
L’autrice ha scavato a fondo nella loro psicologia facendoceli conoscere a tutto tondo, raccontandoci anche il loro passato, le loro gioia e i loro dolori.
Rachel, la possiamo definire la co-protagonistache viene vista da tutti come una madre sconsiderata, che non badava alla salute del figlio, viene anche accusata di essere stata lei a fare del male al suo bambino; come poi succede anche oggi, i blog, i giornali, i talk-show contribuiscono moltissimo a creare l'immagine di una persona anche se poi questa non è reale ma frutto solo dell'opinione che le persone si fanno.
Rachel è una donna forte e fragile, naturalmente nessuno nasce imparato e il ruolo di madre single di sicuro non è facile ma quello che traspare da subito al lettore è che lei ama moltissimo suo figlio e che farebbe di tutto per riaverlo con se. Almeno così è sembrato a me.
Rachel si è separato dal padre di suo figlio John, che nel frattempo si è risposato, ho apprezzato molto che i due non si facciano "la guerra" quando il loro bambino scompare, non si sono mai detti una parola offensiva o di accusa ma anzi cercano di aiutarsi a vicenda.
Oltre a questo ho notato che la squadra di polizia con a capo Jim Clemo, ma anche lo stesso ispettore, un po' si perdessero nelle loro questioni personali più che pensare alla salute del bambino, in alcuni momenti ho percepito che addirittura se ne fregassero del rapimento e di ritrovare Ben.
L'ispettore Clemo non ha gestito al meglio il caso perdendo tempo e incaponendosi troppo su alcune sue convinzioni personali, invece che analizzare dei dettagli che gli sono sfuggiti, ha seguito molto volte il cuore piuttosto che la testa e questo poteva essere fatale per Ben.
L'accanimento che le persone hanno verso un caso di cronaca alimentato molte volte anche dalla stampa e dai mass media, è veramente preoccupante e l'idea che poi noi ci facciamo di un accusato/sospettato spesso è diversa dalla realtà.
Così le persone stesse tendono a fare delle ipotesi su quello che può essere successo e chi può essere il colpevole, causando così un effetto devastante che può portare a farci una brutta opinione su una persona.
Devo dire che anche la stessa squadra che svolge le indagini deve rimanere attenta alle informazioni che possono uscire dall'ufficio e che possono fare notizia, data l’invadenza della stampa e della televisione.
La tensione rimane molto alta durante tutto il romanzo, si snodano durante la narrazione molti punti oscuri che ogni personaggio racchiude in se, alcune volte devianti per il lettore ma funzionali per la storia.
Un romanzo che ho trovato molto attuale, un ottimo thriller che mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine, in attesa e in ansia per le sorti del piccolo Ben.
Consigliato!
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ALLY E LE SUE ORIGINI
Questo romanzo è il secondo di un progetto ambizioso composta da ben sette libri che Lucinda Riley ha deciso di regalarci.
L’intera opera gira attorno al mito delle costellazioni delle Pleiadi,alle sette sorelle, o meglio dire sei, che portano il nome di una stella.
La copertina del romanzo ci fa scorgere una ricostruzione del lago dove si affaccia la villa dove sono cresciute le sette sorelle e la famosa sfera armillare che unisce tutte le figlie di Pa’ Salt.
Nessuna di loro sa le proprio origini, il loro padre Pa’ Salt le ha adottate in varie parti del mondo e loro hanno vissuto insieme a Ginevra fino a quando non hanno preso le loro strade lontano dalla Svizzera.
L’unica che è rimasta a vivere là è Maia che è la protagonista del primo romanzo.
Lucinda ha creato in ogni libro una storia diversa, l’unico fatto che accomuna i romanzi è la tragica scomparsa del loro padre, che ha lasciato alle figlie delle lettere e delle coordinate per ritrovare e ricostruire le loro storie.
Molti misteri avvolgono l’intera saga, il primo fra tutti chi sia il misterioso e ricchissimo milionario Pa’Salt e come abbia adottato le sette bambine e poi perché l’ultima sorella non è mai arrivata?
Dopo Maia, in questo libro è il turno di Alcyone o meglio chiamata Ally o Al, una velista esperta, che ha molto talento nel suo lavoro e sta vivendo un amore appassionato con il famoso skipper Theo.
Così inizialmente l’autrice ci fa conoscere la loro storia d’amore, la loro intesa sia sul lavoro che a livello personale, la scomparsa del padre adottivo per Ally è un duro colpo, cerca di affrontarlo al meglio e all’inizio quasi non crede a quello che è successo.
Ally decide di non iniziare subito la ricerca delle sue origini, accantona le coordinate che Pa’ Salt le ha lasciato e continua a vivere la sua vita fino a che un altro drammatico evento la travolgerà e l’unica cosa che le rimane è quella di ricominciare da dove era nata, capire chi era veramente.
Va in Norvegia e su suggerimento del defunto padre inizia la lettura di una biografia su Anna Landvik, famosa cantante d’opera norvegese dell’Ottocento che divenne la musa del compositore Edvard Grieg, personaggio realmente esistito.
Quindi si reca a Bergen sulle tracce della vera storia di Anna.
In questo romanzo troviamo tre livelli di narrazione e tre epoche storiche differenti che si intrecciano per raccontarci la storia di Ally, l’abilità dell’autrice sta nel fatto che riesce a mescolare tempi e luoghi differenti riuscendo a trovare un filo conduttore che accompagna il lettore per tutto il libro.
Quello che mi affascina di questo romanzo è che la suspence rimane costante per tutto il libro e quando pensi di aver capito le origini di Ally, in realtà quello che si è scoperto non è tutta la verità.
Questo libro, in un certo modo ci fa conoscere anche alcune parti del carattere delle sorelle di Ally, anche se loro rimangono marginali rispetto alla storia della protagonista.
Verso la fine del romanzo conosciamo Star, la terza sorella, sarà la ragazza che conosceremo nel prossimo capitolo dell’opera di Lucinda.
La narrazione è molto scorrevole, non mi sono mai annoiata e i vari avvenimenti e le scoperte che via via Ally faceva rendevano la storia interessante e non vedevo l’ora di andare avanti con la lettura.
Il lettore si trova quindi catapultato in un viaggio ricco di storia, musica, e anche mitologia che rende affascinante il romanzo e anche l’opera stessa, la curiosità che si ha nello scoprire chi sia veramente Pa’ Salt e le origine delle ragazze come anche il segreto della settima sorella.
Un’opera ben congeniata e studiata a tavolino come un arazzo che via via riesce a comporsi con tutti i suoi fili al posto giusto, quest’idea così grande e ai nostri occhi anche esagerata può risultare vincente se l’autrice continua a tenere questi segreti e questi misteri ben stretti a sé e a poco a poco li fa scoprire.
Le descrizioni dei luoghi che Ally visita, sono molto accurati e dettagliati sembra quasi di vedere un film, sebbene il romanzo si snoda in 600 pagine la storia ha così tante sfaccettature e sfumature che nemmeno te ne accorgi e non risulta affatto un libro impegnativo da leggere.
Il personaggio di Ally, viene ben delineato, lei è la leader delle sorelle anche se è la seconda, però conosciamo anche quanto sia fragile e quanto i fatti che le succedano la colpiscano molto. Sebbene sia una velista con molta esperienza, il mare è generalmente un luogo per uomini, pertanto lei si deve far strada per dimostrare quale sia il suo reale valore.
Oltre a questo Ally da piccola amava suonare il flauto che però tralascia per seguire la sua passione per il mare, ma il talento che ha per la musica è comunque ben radicato in lei.
A mio parere Lucinda, oltre alla mitologia e alla Pleiadi, ci vuole descrivere anche sette o sei grandi personaggi femminili, che con il loro carattere diverso, fragilità,sentimenti e aspirazioni sono una spaccato delle ragazze di oggi indipendenti, intelligenti e al pari degli uomini.
L a particolarità di quest’opera è che si può cominciare a leggere anche in un ordine differente rispetto a quello scelto dall’autrice e riuscire comunque a seguire l’evolversi della storia.
Non mi resta che continuare la lettura di questi romanzi e capire quale mistero ci sia dietro le sette sorelle!
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ROSA DELLE TEMPESTE
Corina Bomann continua a regalarci dei romanzi molto intensi, un’autrice che sa trasmettere delle emozioni e sa coinvolgere il lettore rendendolo partecipe della storia.
La protagonista del libro è Annabel, giovane mamma che si è separata da poco dal marito e che cresce da sola la figlia di cinque anni Leonie.
La donna sta attraversando un periodo molto doloroso causato dalla fine del suo matrimonio, per ricominciare a vivere decide di cambiare città e si trasferisce in una casa nell’isola di Rugen.
Ma Annabel non sta scappando solo dal suo recente passato ma anche da una ferita che non si è ancora rimarginata, infatti quando era piccola sua madre l’ha abbandonata per scappare nella Germania ovest.
Infatti in questo romanzo oltre a raccontare la vita della protagonista si ripercorrono alcuni fatti storici non troppo lontani da noi, parliamo della divisione della Germania in due parti est e ovest dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Ed è così che conosciamo meglio alcune nozioni di storia recente che magari avevamo dimenticato o non abbiamo avuto l’occasione di approfondire, migliaia di persone hanno cercato di fuggire dalla Repubblica Democratica Tedesca per riuscire a raggiungere l’ovest.
Anche la vera madre di Annabel è scappata all’ovest e l’ha abbandonata e questo episodio della sua vita l’ ha segnato molto e la tormenta ancora, infatti, la giovane donna sogna spesso quell’ultima notte insieme, e non riesce a capire cosa sia successo alla madre per aver fatto una scelta simile.
Dopo un periodo in istituto Annabel viene adattato dalla famiglia Hansen, i suoi nuovi genitori la crescono con tutto l’amore possibile ma alla donna manca sempre qualcosa che solo la sua vera madre può darle, un vuoto che non riesce a colmare.
Un giorno la protagonista vede al porto una vecchia barca la “Rosa delle Tempeste”e se ne innamora tanto da volerla comprare, purtroppo però non dispone di tutti i soldi necessari per l’acquisto.
Ma la soluzione al suo problema si chiama Christian Merten anche lui è interessato alla vecchia imbarcazione ma per motivi leggermente diversi rispetto a quelli di Annabel.
Il ragazzo le propone di diventare soci in affari e di comprare insieme la “Rosa delle Tempeste”.
Anche Christian ha un passato doloroso che è legato alla storia della barca, infatti, questa che non era solo un peschereccio ma è stata anche un mezzo per trasportare i cittadini che volevano scappare dalla Germania est all’ovest.
In più Annabel ritrova nella barca una lettera di una donna Lea che dice addio al suo adorato Bob, anche lei stava tentando di passare il confine.
Chi è questa donna? E come mai la madre ha abbandonato Annabel?
E Christian sarà per Annabel solamente un socio o qualcosa di più?
Annabel tenterà di riportare alla luce la storia della barca ma questo riaprirà le vecchie ferite del passato sia della protagonista che di Christian.
Corina ci conduce in una storia davvero molto credibile e ricca di suspence ma anche intrisa di una parte forse poco ricordata del nostro recente passato.
Una pagina della storia forse non approfondita, ma la creazione del muro di Berlino è stato un evento che ha cambiato la vita di molte persone, lo costruirono nel 1961 fu voluto dal governo della Germania est e divise il paese per ben 28 anni e impedì alle persone di andare liberamente da una parte all’altra della Germania.
Infatti dalla divisione del paese tedesco in quattro zone avvenuta nel 1949, moltissime persone emigrarono dall’est all’ovest, il muro fu realizzato proprio per impedire l’esodo.
Nella repubblica Democratica Tedesca la televisione e la radio erano controllate dalla stato, ma in alcune zone si potevano vedere quelle dell’ovest, naturalmente tutto quello che non veniva ritenuto idoneo veniva censurato ecco perché moltissime band o cantanti famosi dell’epoca e conosciuti in tutto il mondo erano proibiti all’est.
Annabel e Christian sono figli di questo tempo ecco perché il nostro libro si intreccia ed è legato a doppio filo con questa parte della storia, ma anche Lea e la sua lettera sono un esempio di questo drammatico periodo.
Questo romanzo però affronta anche un altro punto importante, il passato non può essere dimenticato fa parte di noi, del nostro vissuto e in qualche modo ha contribuito a formare la nostra personalità.
“Evidentemente non ero riuscita a lasciarmi tutto alle spalle, trasferendomi in quel luogo. Ma è mai possibile cancellare il proprio passato?” (citazione)
Cambiare paese, iniziare una nuova vita cercare di dimenticare un periodo doloroso e difficile che ancora ci fa soffrire, a volte non serve a niente forse bisogna affrontare le nostre paure e non nascondersi.
Annabel è un personaggio veramente ben delineato e che ho apprezzato molto sia per la sua voglia di realizzare i suoi sogni sia per il fatto che non si arrende davanti alle prime difficoltà ma che trova sempre un modo per andare avanti.
Ho adorato anche Leonie, sua figlia, una vera forza della natura, simpatica, spiritosa ma anche molto sensibile.
I luoghi che vengono descritti sono molto realistici e quasi quasi andrei volentieri a visitare l’isola di Rugen e il bellissimo porto di Sassnitz e magari salpare con la “Rosa delle tempeste” per poter rivivere le mille storie che lei ci può raccontare.
Corina ha creato una storia veramente emozionante che ci fa capire che si può superare le sofferenze del passato e continuare a vivere.
La lettura va via veloce anche perché il romanzo coinvolge il lettore, che si lascia trasportare dalla vita dei protagonisti.
L’unica pecca del libro è secondo me il titolo o meglio la traduzione, quello originale “Rosa delle tempeste” era sicuramente più incisivo quello scelto invece nella versione italiana è troppo lungo e devia un po’ il senso del libro, che invece merita molto.
Consiglio assolutamente la lettura di questo libro!
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REEVE E LA SUA STORIA
In questo thriller la protagonista è la giovane Reeve LeClaire che ha subito un rapimento quando aveva solo dodici anni.
Questo duro episodio ha segnato in maniera indelebile la sua vita e ha ancora moltissimi incubi e attacchi di panico legati al periodo che è stata segregata. Con l’aiuto di Ezra Lerner il suo psichiatra cerca di superare il trauma che l’ha segnata.
Reeve per cercare di lasciarsi alle spalle il rapimento, ha cambiato nome, cambia spesso il colore dei capelli e si è trasferita a San Francesco dove lavora in un ristorante cinese.
Un giorno però la sua vita prende una svolta inattesa, quando viene ritrovata viva Tilly Cavanaugh una ragazza rapita e seviziata come lo è stata Reeve.
I genitori di Tilly e il dottor Lerner vogliono che Reeve parli con la giovane e la aiuti a superare questo tremendo episodio, infatti proprio chi meglio della protagonista può aiutare Tilly nella sua rieducazione alla vita? O al senso della normalità?
Ma questa storia coinvolgerà più di quanto si possa immaginare Reeve, perché oltre a ripercorre il suo personale rapimento e tutte le paure che lei aveva provato a superare, per scoprire la verità sulla prigionia di Tilly mette a repentaglio la propria stessa vita.
Reeve cerca di rendersi utile e di aiutare un’altra ragazza che come lei è stata rapita e torturata in modo aberrante ma per questo dovrà una volta per tutte affrontare anche il proprio dolore e cercare di andare avanti con la sua vita.
Un thriller che mette in evidenza anche il mondo della stampa e del giornalismo che molte volte invade la privacy delle persone, e anche in questo caso delle vittime, in maniera assolutamente inappropriata e mette in luce solamente l’aspetto negativo di queste persone che cercano solamente di ottenere uno scoop prima della concorrenza.
E poi vediamo anche come il lavoro della polizia è molto complesso e ricco di personale altamente qualificato che a volte non riesce da solo a risolvere i casi.
La lettura risulta essere molto scorrevole, i capitoli non seguono uno schema preciso ma ognuno è diverso e anche il punto di vista di chi racconta la storia.
Verso la fine, la trama risulta essere un po’ forzata e alquanto improbabile ma ho apprezzato comunque il fatto che il libro abbia affrontato il tema del rapimento dal punto di vista delle vittime e delle loro difficoltà nel recuperare la normalità della propria vita.
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GENIALE E RIVOLUZIONARIO
“Ho fatto tante cose di cui non sono fiero, come mettere incinta la mia ragazza quando avevo ventitré anni e poi comportarmi come mi sono comportato. Ma non ho nell’armadio nessun scheletro che non si possa far uscire”Steve Jobs riguardo alla sua idea di farsi scrivere una biografia.
Questo libro mi ha molto colpito ma la mia recensione non sarà volta ad analizzare l’aspetto tecnico, anche perché me ne intendo molto poco, ma bensì cercherò di parlare di Steve Jobs come uomo,padre,marito e amico.
Steve, è stato l’uomo più eclettico, pazzo, innovativo e rivoluzionario degli ultimi anni, è riuscito a cambiare la vita di tutti noi e da solo ha creato l’industria informatica.
Da piccolo è stato abbandonato dai suoi genitori biologici, anche se la sua infanzia è stata molto felice grazie all’affetto e all’amore di Clara e Paul le persone che lo hanno adottato.
Il fatto di essere stato abbandonato segna in qualche modo ugualmente la vita di Jobs che da ragazzo lascia la fidanzata dell’epoca e la bimba nata dalla loro relazione, pentendosene poco dopo.
Steve è un bambino molto intelligente rispetto ai suoi compagni, e sviluppo da piccolo un interesse per l’elettronica.
Jobs amplifica tutto nella sua vita, e ogni momento, ogni sua scelta sia personale che religiosa, la vive in maniera estrema e a volte in modo irrazionale, potremmo dire che non si fa mancare nulla.
Steve è una persona dal carattere assai particolare e difficile, pretende il massimo dai suoi collaboratori, vuole che il prodotto che venga realizzato sia perfetto sia come funzionamento ma anche come estetica.
“E se alcuni vedono la pazzia, noi vediamo il genio. Perché le persone così pazze da pensare di cambiare il mondo… sono quelle che lo cambiano davvero.”
E’ ossessionato dal controllo, vuole che tutto venga curato nei minimi dettagli, non tralascia nemmeno un aspetto del suo lavoro e molte volte esagera nelle sue critiche e nel dire quello che pensa in faccia ai suoi dipendenti/amici con modi molto diretti.
Oltre al design del prodotto, cura moltissimo anche la promozione, il marketing che c’è dopo la realizzazione, è fondamentale per farsi conoscere e per proporlo al pubblico.
Steve pensava che quando una persona tocca il prodotto finito, solo con questo semplice gesto, questo si rivela determinante per far capire cosa c’è all’interno dello stesso. Se per esempio, un cellulare è curato e bello esteriormente lo sarà anche nel funzionamento.
Jobs nel suo privato ha avuto varie storie d’amore, ma quando incontra Laurene Powell capisce che lei è la donna della sua vita e con lei avrà tre figli.
Non mi soffermo molto sugli alti e bassi della sua carriera, e sui suoi successi, ma quello che posso dire è che il suo lavoro ha contribuito moltissimo a cambiare radicalmente le nostre vite e le sue idee ricadono tutt’oggi su di noi, sul nostro modo di vivere, di lavorare.
Nonostante tutto quello che possiamo dire sul suo carattere, sta di fatto che lui tiene molto al concetto di famiglia, e la sua vita oltre al dolore, alla sofferenza soprattutto per quanto riguarda il rifiuto dei suoi genitori biologici, cerca di amare con tutte le sue forze le persone che gli stanno accanto e che gli vogliono bene.
La lettura del libro risulta molto scorrevole, e si legge velocemente merito sia dello scrittore che non lascia spazio a tempi vuoti e anche alla curiosità del lettori nei confronti della storia.
Un uomo che ricorderemo per sempre per la sua pazzia, per il suo genio e per aver contribuito a cambiare per sempre il mondo dell’informatica.
“Cerchiamo di usare i talenti che abbiamo per esprimere il nostro sentire più profondo, per esternare la nostra ammirazione per tutti i contributi di chi è venuto prima di noi, e per aggiungere qualcosa a quel percorso è questo che mi ha dato la spinta”
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L’AMAREZZA DEL RICORDO
Questo è un romanzo che racconta quel momento della vita in cui credi di aver trovato la persona giusta per te, quella con cui puoi condividere tutto, che ami profondamente e con tutta te stessa ma quando la storia finisce non ti restano che ricordi, lacrime, rabbia e amarezza per quello che c’è stato e che non potrà più esserci.
Quando ci si innamora si ha veramente il prosciutto sugli occhi? Non riusciamo a vedere la realtà delle cose, i difetti che ha l’altra persona, le sue insicurezze, le sue paure ?
Antonia la protagonista racconta proprio la sua storia con Vittorio, la ragazza è arrivata a Milano con un sogno, finire di scrivere il suo romanzo ma in quella città così triste e cupa il destino le riserverà l’incontro con Vittorio, ricco e fascinoso quanto sfuggente editore.
La copertina di questo libro è molto significativa e rispecchia molto la figura di Antonia, un treno e lei che guarda fuori dal finestrino in attesa che l’uomo compaia davanti a lei e la venga a prendere.
La loro relazione anche se non si può definire così è formata da incontri mondani dove loro partecipano, e a notti di passione ma poi Antonia vorrebbe qualcosa di più una storia seria fatta di chiamate,messaggi uscite a due, invece Vittorio fugge da questo, e spesso e volentieri, non si fa sentire per parecchi giorni lasciando la ragazza a gongolare per un suo messaggio.
Antonia si dà anima e cuore in questo rapporto, quando ritorna a casa al sud sconfitta e stordita per la fine della sua relazione, cerca di ritrovare se stessa “Ma dove vanno a finire i pezzi di noi che abbiamo ceduto per un po’ d’amore?”.(cit)
Antonia vive dei suoi ricordi, dell’amore che credeva Vittorio provasse per lei, la ragazza chiede più volte di avere delle certezze nel loro rapporto ma lui non gliele da mai.
La “cosa tra noi” così la definisce la protagonista non avrà mai un nome per Antonia è un sentimento forte, puro e che la fa andare in frantumi, come un vaso che si rompe in mille pezzi.
La ragazza non si riconosce più e cerca di analizzare cosa non ha funzionato, era lei che non andava bene? O semplicemente Vittorio non era pronto ad impegnarsi fino in fondo con lei oppure non l’amava?
L’amore grande che Antonia prova poteva bastare per entrambi? Quando un amore è a senso unico, una storia può durare lo stesso?
Vittorio il fascinoso editore, con il bicchiere e la sigaretta sempre a portata di mano poteva essere veramente il grande amore che Antonia cercava?
“L’amore ti riempie e ti svuota con la stessa brutalità”.(cit.)
Vittorio sembra far capire in mille modi ad Antonia che non la ama, si allontana, si avvicina, non la chiama e non è presente quando lei ha bisogno, non si cura dei suoi sentimenti, innalza sempre di fronte a se una barriera fatta di silenzi e di punti interrogativi di fronte ai quali la ragazza non riesce a rispondere.
Nonostante tutto Antonia continua a stare con lui, a racimolare quel poco di amore che lui le dona, cercando di trovare un equilibrio alla loro relazione, anche se la protagonista immagina che Vittorio un giorno sarà con un’altra persona e non con lei al suo fianco.
L’amore rende così ciechi e poco obbiettivi?
Fino a dove possiamo spingerci per mettere a rischio la nostra felicità e per ferire i nostri sentimenti?
Antonia sbatte e sbatte ancora contro quel muro, e raccoglie, ripara e ricomincia e ancora raccoglie, ripara e ricomincia ancora e ancora prova a far funzionare la loro storia.
Il libro è un continuo flashback di ricordi e dal loro primo incontro, ai loro viaggi, alle uscite con gli amici di lui, ammiro molto Antonia che raramente riesce a colpevolizzare l’infimo Vittorio che non bada a lei e la tratta con indifferenza.
“Quando la tristezza finisce si può ricominciare?”(cit.)
Fino al momento in cui Antonia esasperata da questo tira e molla, lacera le catene che ha creato intorno a sé e affronta Vittorio per l’ultima volta, come in un ring alla resa dei conti finali.
Lui riconoscerà di amarla?
Questo non ve lo posso dire vi anticiperei il finale del romanzo e vi rovinerei la lettura.
Parallelamente alla storia personale di Antonia ritroviamo nel romanzo una serie di pagina del libro che sta scrivendo la ragazza con protagonista Silvia, una ragazza down, che come Antonia deve affrontare i suoi limiti e le sue paure.
La penna di Claudia Serrano è molto felice, fluida, coinvolgete, raramente riesci a staccare gli occhi dal romanzo, che ti avvolge in maniera inaspettata.
Il sogno di Antonia si sarà spezzato oppure continuerà?
Non vi resta che leggere questo delizioso romanzo.
“Così Vittorio mi avviava alla sua grammatica dei sentimenti e io mi affannavo a imparare: stava a me, alla mia natura di donna, farmi carico della comprensione. Era compito mio decifrare il suo linguaggio, preparargli una strada perché potesse trovare espressione, un territorio sul quale sbrogliarsi; era compito mio, un compito quasi religioso, compensare le parole mancanti non con altre parole(che io sognavo di ascoltare ma che no non gli sarebbero appartenute), ma con una comprensione più grande.”(cit.)
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UNA PIACEVOLE CONFERMA
Secondo romanzo di Daniela Volontè che come il primo mi è piaciuto molto e mi ha emozionato.
Melissa è la protagonista, trentuno anni ricercatrice single divide l’appartamento con l’amico gay Damiano, la sua vita procede regolarmente fino al giorno in cui ad un’asta acquista un ipad, dopo aver rotto quello dell’amico.
Nello stesso trova moltissime foto che aveva lasciato l’ex proprietario e da lì prova a cercare in google se c’è qualche associazione, è così che trova il profilo facebook di Leon de Rouc.
Una foto in particolare la colpisce è quello dei frangiflutti di Zumaia, in Spagna, così Melissa decide di scrivere dei messaggi a Leon de Rouc e tra i due inizia una corrispondenza all’inizio ironica e spiritosa e poi la cosa diventa via via più seria, fino a che per loro risulta difficile rinunciare a quei messaggi.
Leon è un pseudominio in realtà dietro al profilo ci troviamo il giovane e bello Riccardo, programmatore di software.
L’autrice ci fa conoscere la vita di entrambi prima del loro incontro, Melissa ha una famiglia che non ha fiducia in lei, che non la trova mai all’altezza e tendono ad escluderla dai loro problemi.
Anche a suo modo la famiglia di Riccardo non lo apprezza, i suoi sono ricchi ma pretendono da lui sempre di più, in particolare nel campo professionale; è fidanzato con una modella insipida.
I messaggi tra Melissa e Riccardo continuano per un anno, fino a quando è proprio il ragazzo ad andare incontro alla sua intrepida “amica virtuale” e tra i due scoppia la passione.
La loro relazione sarà ostacolata da molti fattori e difficoltà che forse solo affrontandole insieme potranno superare.
Melissa, è un personaggio molto dolce, sensibile e altruista, una donna tenace, coraggiosa e trasparente.
E’ un personaggio che è difficile non amare e tifare per lei e per la sua relazione, ho apprezzato molto il fatto che non si pianga addosso, che affronti ogni giorno e imprevisto della vita con un sorriso.
Riccardo è un uomo , a mio avviso semplice, rifiuta la sua famiglia snob e chic, rimane molto colpito da Melissa la trova bellissima, gentile e genuina, rara qualità visto l’ambiente da dove proviene.
E prima di rendersene conto si trasforma in un uomo innamorato di una ragazza acqua e sapone senza troppi fronzoli e senza troppe aspettative su di lui.
Un romanzo che fa emozionare ma anche riflettere il lettore, sui rapporti, sui sentimenti e sulla vita , dove possiamo sorridere, arrabbiarci, piangere e ancora sorridere.
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SE IL FUTURO E' COSI'........
In questo romanzo ci troviamo catapultati moltissimi anni dopo quello che stiamo vivendo, dopo la quarta guerra mondiale più precisamente, ma in un certo senso stiamo tornando indietro.
Perché dico questo? Le persone sono divise in otto caste, con un bel stampato arrivederci ad anni di lotta per i diritti e per l’uguaglianza.
Ma a parte questo la protagonista di questa serie, si ancora una volta siamo di fronte ad una trilogia, è America Singer sedici anni casta cinque vale a dire quella di artisti e musicisti.
Lei ama cantare e si immagina già al fianco del suo ragazzo ad essere moglie e madre, il problema è che lui è un sei.
In più la madre insiste perché partecipi ad un reality show che porterà a scegliere la sposa del principe Maxon.
Ah dimenticavo siamo a Ileà , questo è il nome del paese, e c’è ancora la monarchia, appunto un ritorno al passato e non al futuro.
Alla fine America verrà scelta e parteciperà al programma con altre 34 ragazze e qui mi fermo per chi mai lo volesse leggere.
Ma perché mai ho intrapreso questa lettura?
Me lo sto ancora chiedendo credo che sia solo una la risposta, curiosità.
Il libro non mi è piaciuto, troppo scontato, troppo tutto bello e soprattutto America non mi ha lasciato emozioni.
Ho odiato il fatto che l’autrice abbia voluto creare le caste, questo ritorno al passato dove le differenze sociali la fanno da padrone non fa per me.
Oltre che questo principe Maxon mi sembrava un pivellino che non ha arte ne parte ne personalità, forse mi sbaglierò.
Far diventare un reality show la scelta della futura sovrana non è una cosa poi così originale ma non ho capito dove volesse andare a parare la scrittrice.
Credo anzi è certo che uscirà un film o meglio una serie su questi libri, ma noi ragazze vogliamo davvero trovare il principe azzurro da sposare e vogliamo leggere questi romanzi?
L’unica cosa positiva è che una casa editrice abbia lasciato il titolo originale all’opera ben fatto!
Per il resto a voi la scelta della lettura.
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NULLA E’ COME SEMBRA
E’ il primo libro che leggo della Link è da un po’ che sono incuriosita da quest’autrice, della quale ho sentito parlare solo che bene.
Questo thriller mi ha lasciato un po’ perplessa, sia per il finale che per una serie di passaggi che ha avuto la storia.
Rosanna è la protagonista, quarantenne che si è trasferita a Gibilterra per amore e che dopo alcuni anni dove si è dedicato per lo più alla casa, al marito e al figliastro, decide di accettare una proposta di lavoro dal suo ex capo.
Lei prima di sposarsi lavorava come giornalista, amava la sua professione, ora è in un periodo che non sa più se le scelte che ha fatto sono state quelle giuste.
Il suo compito è quello di risolvere dei casi che sono stati archiviati, di alcune persone scomparse non più ritrovate, che sono sparite nel nulla.
Uno dei casi che deve seguire è quello di Elaine, una giovane ragazza di ventitre anni, che lei conosceva e che doveva partecipare al suo matrimonio ma che non è mai arrivata a destinazione.
Questo caso la coinvolge da vicino, forse troppo , rischia tutta se stessa per scoprire la verità che non è così ovvia e scontata, nulla è come sempre.
La lettura del libro è stata nella prima parte lenta e poco coinvolgente, ogni capitolo aveva una voce narrante diversa è questo secondo me ha tratto in inganno il lettore che faticava a capire l’evolversi della storia.
Nella seconda metà del libro invece il racconto della storia diventa sicuramente interessante, oltre che ricco di suspense e di pathos.
Che poi ancora adesso non mi capacito del finale, veramente un intreccio ben strutturato e congeniato anche se suppongo che questo non sia il libro migliore della Link.
Per farmi un’opinione su di lei leggerò qualche altro suo romanzo a tutti si concede una seconda opportunità alla prossima Charlotte!
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LA VERSIONE DEL MASCHIO
Su Grey, sono state dette e scritte moltissime cose, libri che lo deridevano, che lo prendevano in giro insomma si è marciato molto sul suo successo e sul suo fascino.
Anche la stessa sua creatrice, ha deciso di riportare in pista il bel fusto di Grey, dando la sua versione personale delle “Cinquanta sfumature di grigio”.
La trama non ve la racconto già la sapete, la scrittrice dedica il libro ai lettori che da tanto tempo lo aspettavano.
Il romanzo è diviso in maniera cronologica con tanto di data, tutto inizia lunedì 09 maggio 2011 e termina il 09 giugno 2011 esattamente un mese dopo.
Che dire, il libro è scorrevole non è di certo una novità, la storia bene o male è la stessa di quella che avevamo già letto, ma c’è qualcosa fin da subito che lo rende diverso rispetto alla versione di Anastasia.
Non che il mio giudizio si sia alzato rispetto alla mia precedente recensione, però il punto di vista di Grey mi è piaciuta di più, si rivela un uomo molto fragile e in alcuni punti sensibile.
Sicuramente il suo passato e la sua infanzia non hanno giovato sul suo modo di rapportarsi e di vivere il rapporto a due.
Grey, non mi è mai risultato antipatico per via del fatto che sia ricco, potente, ambizioso ma in questo libro mi è sembrato addirittura più umano.
Detto questo avrei tolto, come sempre, le scene più hot che secondo me stonano e sono ripetitive, almeno non abbiamo più dovuto sorbirci il contratto di “sottomissione” e la voce interiore di Anastasia che era veramente eccessiva.
Concludo dicendo che chi ha amato le sfumature adorerà ancora di più questo libro, tutti gli altri che invece lo hanno denigrato lo faranno ancora di più.
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UN VIAGGIO ATTRAVERSO I SECOLI
Un romanzo veramente intenso con protagonisti Claire e Jamie che con la loro storia d’amore ci fanno capire che l’amore può superare ogni cosa.
Claire, è un’infermiera e dopo la seconda guerra mondiale ritrova il marito Frank e fanno una sorta di seconda luna di miele in Scozia, un giorno visitando la collina di Craigh Na Dun dove ci sono delle pietre antiche, la donna viene catapultata duecento anni prima nel 1743.
Dopo un periodo di smarrimento la donna si dovrà ambientare nella nuova epoca e cercare di sopravvivere e capire come mai si trova lì e se riuscirà a tornare indietro.
Mi fermo qui perché la trama è arcinota ed è un romanzo di enorme successo tornato in voga in questo periodo grazie al telefilm ispirato al libro, che però ancora non abbiamo avuto il piacere di vedere in Italia.
Questo romanzo è stato scritto in maniera molto dettagliata a livello storico, con una ricostruzione veritiera degli eventi accaduti.
Claire è una donna forte che non si abbatte, che riesce sempre a trovare una via per riuscire a sopravvivere ed è un personaggio che risulta subito simpatico al lettore.
Jamie non è il ragazzo perfetto, non è ricco ne ha una buona posizione, ma è sicuramente bello e prestante colpisce molto Claire ma poi scopriamo nel corso della storia essere anche una persona di buon cuore e leale.
Una storia d’amore tra una donna Claire che ha qualche anno in più di Jamie che lo guida, un po’ mi è sembrato avere con lui un senso materno, forse per la differenza di’epoca o forse solamente per le esperienze che lei aveva fatto.
Ho avuto delle sensazioni contrastanti leggendo il libro, mi è piaciuto moltissimo, mi ha coinvolto e appassionato ma potrò continuare la serie?
Qualcosa attualmente mi blocca forse non voglio rovinare l’idea che mi sono fatta dell’amore tra Claire e Jamie, non voglio andare avanti e magari scoprire delle cose spiacevoli che rovinino tutto.
Come tutti i veri amori la loro storia verrà ostacolata, non c’era nemmeno il tempo di fermarsi un attimo a godersi il momento che succedeva qualcosa.
Un libro che consiglio perché l’autrice ha creato un romanzo, sì molto lungo, ma che non annoia mai il lettore, pieno di colpi di scena e ricco di una storia d’amore unica che forse esiste solamente tra le pagine stampate di un libro.
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FRANCESCA E LA VOGLIA DI RICOMINCIARE
Federica Bosco riesce sempre a inventare delle storie appassionanti dalla prima all’ultima pagina e questa volta ha creato un romanzo stupendo, forse il migliore degli ultimi anni.
Francesca ha una vita normale fatta di routine, lavora in una casa editrice ed è fidanzata con Edoardo da sei anni. Il loro rapporto è arrivato al capolinea almeno per Francesca, che non crede di amare più il suo ragazzo, ma quello che la frena dal ricominciare una nuova vita è che Edoardo è perfetto dolce, gentile, non la contraddice mai in nessuna decisione lascia che sia lei a condurre la loro vita.
Loro due non litigano mai e questa cosa a Francesca non piace preferirebbe che Edoardo esprimesse la sua opinione, che avesse una qualche reazione e che la facesse sentire importante.
Il suo lavoro e gli amici Paola e Alessandro, sono la valvola di sfogo nella vita amorosa piatta e insoddisfacente che la donna vive.
Sarà un nuovo incarico, creare un romanzo da zero con il famoso scrittore Leonardo Calamandrei che oltre a diventare un bestseller dovrà ambire a vincere il prestigioso premio Strega, a stravolgere la vita di Francesca.
In un susseguirsi di malintesi, di risate e di arrabbiature la protagonista riuscirà a trovare la sua strada e a riuscire a ritrovare se stessa e ad iniziare una nuova vita.
Federica Bosco ha uno stile unico, che riesce sempre a farti sorridere e passare delle ore in spensieratezza, con un romanzo pieno di colpi di scena e con un finale inaspettato.
Per la prima volta nei suoi libri, Federica parla della fine di un amore,al contrario i suoi precedenti lavori avevano delle protagoniste che cercavano l’amore.
Qui invece Francesca deve affrontare il processo inverso, riuscire a staccarsi e a riconoscere che la storia con Edoardo è finita e nonostante gli voglia bene non può continuare a starci insieme se l’amore che prova non è più quello di prima.
Edoardo è un personaggio che mi sembra alquanto irreale, così buono, così tollerante, che si adatta ad ogni cosa; forse noi donne vorremmo che il nostro uomo fosse così ma alla fine cerchiamo sempre di complicarci la vita.
Un po’ di pepe in una coppia è quel qualcosa in più che ci vuole per continuare a tenere vivo un rapporto o almeno è quello che Francesca cerca di trovare.
Federica Bosco non si smentisce mai , con una scrittura ironica, divertente e frizzante crea sempre delle protagoniste vicine a noi nelle quali ci possiamo riconoscere.
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ROBERTA E DOROTHEA UN SEGRETO TRA PASSATO E PRESEN
“Ripulisco i libri . Spolvero i dorsi, le pagine, a volta una per una. Recupero le cose nascoste dentro:fiori secchi, scontrini, fotografie, cartoline, biglietti di ogni genere. Lettere personali scritte da persone comuni;lettere d’amore, lettere piene di segreti o di discorsi banali”.
Dopo aver letto questo poche righe non potevo non rimanere colpita da questo romanzo che aveva tutti gli elementi per conquistare me e qualsiasi lettore.
Roberta lavora da undici anni nella libreria “Old and New”, ha un buon rapporto con il capo Philip Old e ha un amore smisurato per i libri e conserva tutto quello che trova tra le pagine. Ed è proprio in uno di quei romanzi che trova una lettera che suo nonno Jan ha scritto alla sua adorata nonna Dorothea.La cosa strana era la data 1941 anno in cui il nonno era già venuto a mancare infatti, da quello che sa la donna era scomparso nel novembre del 1940 durante un combattimento in guerra.
E’ qui si apre la storia incentrata sul perché di questa lettera e sulle dure parole che l’uomo aveva rivolto alla nonna.
Il libro si snoda tra la vita non sempre soddisfacente di Roberta e quella della nonna che è stato altrettanto difficile.
Roberta ha un passato molto complicato la madre l’ha abbandonata da piccola e si può rifugiare solamente nell’affetto del padre e ha delle relazioni amorose sbagliate.
Dorothea ha sofferto molto,ma è un personaggio al quale ci si affeziona perché condividi con lei le sue paure, preoccupazioni, sofferenze, dolori e felicità.
Pensavo che con una trama del genere e una bellissima copertina fosse uno di quei libri che potevano diventare veramente indimenticabili, ma non è stato così.
Il racconto scorre molto lentamente all’inizio il lettore ha un po’ di confusione e non capisce bene il filo della storia, vengono piazzati molto elementi differenti che confondono.
All’incirca superato tre quarti del libro, la narrazione cambia registro e si ha una svolta, vengono scoperti molti segreti e il romanzo diventa molto coinvolgente e interessante.
Alla fine ti rimane un po’ l’amaro in bocca, capisci che alcune volte non esistono le seconde occasioni e che in un attimo la vita può cambiare.
Un romanzo che sento ugualmente di consigliare perché dalle pagina traspare proprio l’amore per i libri e il messaggio che vogliono trasmettere.
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A QUALE DESTINO DOVREMMO CREDERE?
“Il destino è quella porta socchiusa da cui ogni tanto puoi sbirciare. E allora vedi che nulla avviene per caso e che tutto ha un senso, anche quando sembra non averlo”.
Anch’io mi sono sforzata, e non poco,a cercare di dare un senso alla storia che avevo appena terminato di leggere ma non l’ho ancora trovato.
Siamo a Londra, dove troviamo Ornella una donna di mezza età che lavora in una libreria chiamata “Italian Bookshop” e che ha avuto una vita alquanto burrascosa e complicata ma che è sempre riuscita a rialzarsi.
Arriva in Gran Bretagna vent’anni prima per dimenticare e lasciarsi alle spalle la vita che aveva e anche suo marito.
Sembra interessante, mi sono detta, ma in questo libro ho trovato veramente poche cosa da salvare, forse solamente la copertina che è indubbiamente molto carina.
Sicuramente l’autore scrive molto bene quindi anche se di per sé la storia non mi è piaciuta sono riuscita o meglio mi sono trascinata fino alla fine. Non si è creata nessuna empatia ne con la protagonista ne con nessuno dei personaggi secondari.
La Patti l’amica milanese o più che altro una sorella per Ornella, sembra aver in tasca la soluzione dei problemi ma secondo me non ha idea di cosa fare per aiutare la donna. In più dovrebbe risollevare l’amica, darle forza invece è sommersa dal pensare ai suoi problemi.
Diego, ragioniere napoletano da poco a Londra, viene assunto per risollevare la libreria ma l’autore tende a sottolineare molte volte la sua bellezza e la sua simpatia, che io tra l’altro non ho ritrovato nella pagine, le sue battute non facevano ridere.
Clara, la collega di Ornella ha da sempre dell’astio nei confronti della donna, si sente ormai più inglese che italiana e ha abbandonato il caffè per il tè. Un personaggio non rilevato.
Bernard, il vicino di casa di Ornella un uomo che non ho capito, ne ho ancora decifrato.
Mr George, un anziano signore che si ritrova da anni nella stessa panchina di Ornella e che ascolta e consiglia la donna nell’affrontare al meglio le sue disavventure. Ama Calvino e ama la lettura, forse l’unica persona credibile della storia.
Ho odiato il fatto che Ornella si sia inventata un’intolleranza alimentare all’origano, originale direte, io penso solo che sia patetico.
Ornella e la Patti ma quanto bevono queste donne?Per tutto il libro sembra ripercorrere il ritornello del “beviamo qualcosa”?
Ma dalla trama sembrava che fosse importante risollevare le sorti della libreria, però questo fatto è del tutto marginale rispetto al raccontare la vita di Ornella e dei personaggi a lei legati.
I temi che si sviluppano sono anche interessanti, ricostruire la propria vita, darsi una seconda possibilità, il passato difficile da dimenticare e da affrontare, l’amicizia e l’amore.
Ma sembra che in questo libro si parte con una storia e poi al capitolo successivo ne inizi un’altra del tutto diversa, non legata per niente alla precedente.
Non c’è un inizio e una fine sembrano dei pezzi buttati là e messi insieme, dove troviamo in tutto il libro una serie di clichè riguardo gli italiani che potevano essere risparmiati.
Mi dispiace molto dire queste cose anche perché ho letto nei ringraziamenti finali che è una storia vera, ma non sono riuscita ad entrare in quello che l’autore ha raccontato e ad affezionarmi ai personaggi, lo avrei voluto fare ma Luca secondo me non è riuscito a coinvolgermi, sebbene ci fossero tutte le premesse possibili.
I personaggi che lui ha creato sono spenti, senza sale, senza qualcosa da scoprire, il lettore non ha stimoli a continuare a leggere e alla fine mi sono chiesta a che destino dovrei credere?
Essendo il primo libro che leggo di questo autore mi sono informata molto su di lui, ammetto la mia ignoranza nei suoi confronti.
Non so effettivamente quale sia il suo stile, che nella quarta di copertina leggo che sia inconfondibile ma che non sembra essere quello che c’è in questo romanzo. Non ho trovato uno stile frizzante o ironico mi sembrava solamente piatto.
Ornella è una donna che ha sofferto molto però non sono riuscita a capirla, a inquadrarla, almeno fino a quando non rivede suo marito. E’ un personaggio che non mi ha lasciato emozioni sebbene avesse avuto una vita veramente difficile,lontano dalla sua famiglia, in un paese straniero ma che ha scelto di cambiare per poter ricominciare.
Una cosa mi ha colpito che la vera Ornella ha detto che la libreria l’ha salvata e quindi doveva salvarla, solo che purtroppo l’attenzione del libro e del lettore andava più verso altre cose, tralasciando l’imminente chiusura della libreria.
Luca Bianchini non è riuscito a creare una storia che ti rimane nel cuore e alla fine del romanzo non ti resta nulla solo che un gran senso di vuoto e spaesamento.
Spero di ricredermi su questo autore e che questo sia stato solamente un libro che io non sono riuscita a capire.
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LA STORIA DI EVA
Questo è un’autobiografia della vita di Eva Schloss e della sua esperienza ad Auschwitz.
Inizio con dire che ho letto molti commenti negativi su questo libro forse dovuti alla non-informazione su chi sia Eva, di certo non è la sorella di Anne Frank , come è riportato nella copertina.
La madre della ragazza Fritzi o Mutti, come la amava chiamarla lei, risposa in seconde nozze il padre di Anne, Otto l’unico superstite della famiglia Frank. Pertanto come si definisce lei ”è la sorellastra postuma” di Anne.
Le due non si conoscono bene giocano solamente poche ore ad Amsterdam, le loro vite si intrecciano in quei pochi minuti di divertimento, ma non sanno ancora che saranno legate per sempre.
Un’altra cosa che molti lettori non hanno apprezzato è il fatto che Eva nel suo lungo e sofferto racconto nomini molte volte Anne o le molte fondazioni, opere teatrali, mostre a lei intitolate e lo faccia per un secondo fine. Per me non è assolutamente così, Otto in qualità di suo patrigno era una presenza costante per Eva e anche per i suoi figli e lui ha dedicato la vita alla memoria sia di Anne che della sorella Margot. Quindi il fatto che lei ne parli molto è inevitabile perché anche la sua vita indirettamente è legata a quella di Anne.
A prescindere da questi pregiudizi, chi vuole leggere questo libro deve sapere che Eva non è la sorella di Anne Frank e che lei si limita a raccontare con estremo dolore e sofferenza la sua vita segnata dalla prigionia in un campo di concentramento.
Eva passa l’infanzia a Vienna, dove la sua famiglia era benestante e viveva in una villa, in quel periodo lei era felice con l’amato fratello Heinz. La città in cui vive, negli anni venti, era molto fiorente, moderna per il tempo un connubio tra arte, cultura e musica e accoglieva persone di varie religioni.
Con gli anni trenta e poi con la guerra, anche a Vienna si diffuse il clima antisemita ed Eva prima si trasferisce in Belgio e poi in Olanda ad Amsterdam.
Ma nonostante tutti gli sforzi per non farsi catturare all’età di 15 anni Eva viene presa dai nazisti come anche il fratello e i suoi genitori.
Dopo un viaggio a dir poco burrascoso arriva in Polonia nel campo più grande d’Europa simile ad una cittadina, Auschwick-Birkenau.
Oltre ad ebrei c’erano moltissimi altri tipi di prigionieri, ma loro erano quelli trattati peggio, se per gli altri ci potevano essere delle concessioni per loro non era possibile; non potevano migliorare la loro condizione e non erano destinati ad uscire vivi dal campo.
Eva, è stato fortunata, dapprima perché a causa di un cappotto e un cappello viene scambiata per una donna e messa nel gruppo delle lavoratrici, poi perché è stata per quasi tutto il tempo con la madre e infine per l’aiuto di un’infermiera.
I sovietici arrivano e liberano le poche persone rimaste il 19 gennaio 1945, prima però i tedeschi avevano costretto tutti ad andare via con loro nella cosiddetta” marcia della morte” , che Eva e la madre pensano bene di non partecipare e fingersi malate nell’ospedale del campo.
Una decisione che salvò loro la vita.
Una cosa che mi ha sorpreso di Eva, è che lei non ha mai voluto farsi compatire o fare la figura della vittima, no non poteva permetterlo non dopo quello che le era successo.
Come per tutti i sopravvissuti la vita non è di certo facile, alcuni non riescono ad andare avanti e anche per Eva non fu così semplice.
Ha attraversato una lunga fase di depressione, ma l’incontro con Zvi, l’uomo che diventò suo marito, le ridarà la gioia e la forza di vivere.
Dopo la guerra si trasferisce a Londra dove lavora e si costruisce una famiglia, ha un rapporto di alti e bassi con la madre e non ha mai del tutto accettato il fatto che lei si sia risposata con Otto, non riusciva a immaginare di poter sostituire la figura di suo padre con lui.
Dopo moltissimi anni, riparlare di quello che ha vissuto è stato molto difficile e doloroso per lei, si sentiva molto insicura, fragile e aveva paura.
Ma lei stessa nel libro dice che con il tempo le cose passano anche se non si può dimenticare quello che le è capitato e non lo si deve fare.
Un libro che fa riflettere molto sulla vita , un’autobiografia che va letta, lasciando perdere tutto il contorno, una testimonianza che deve rimanere per ricordare quello che è accaduto.
A volte la vita è strana, ci pone davanti degli ostacoli e delle prove da affrontare ma vale la pena pensare che la scelta migliore sia sempre la vita.
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UN MICIDIALE ESEMPIO DI COPPIA CONTEMPORANEA
Secondo romanzo che leggo della scrittrice Margaret Mazzantini, lo avevo comprato quando era uscito nel 2011 ma che non ero mai riuscita a concludere la lettura.
Lo avevo acquistato sulla scia di “Venuto al mondo”che avevo amato molto e credevo, erroneamente, che lo stile fosse lo stesso del precedente.
Dovevo capirlo subito già dalle lunghezza del libro, che questo romanzo era l’opposto di quello che avevo appena finito.
L’ho ripreso in mano solo ora dopo aver visto il trailer del film, che mi aveva colpito anche se gli attori non mi hanno convinto piu¬` di tanto.
I protagonisti di questa storia sono Gaetano e Delia, che si ritrovano una sera a cena a discutere delle vacanze estive dei figli e questa sarà l’occasione per riflettere sui motivi della fine della loro storia d’amore.
Loro si conoscono dieci anni fa ed entrambi sono delle persone che si portano gia’ dentro dei demoni che devono combattere, Delia ha un problema con l’anoressia e Gaetano è uno scapestrato che non sa ancora cosa fare della sua vita.
Si mettono insieme, si amano, si fanno del male, si tradiscono, si offendono “Due velleitari pieni di buchi emotivi”.
La scrittrice ha voluto raccontare le difficoltà che oggi incontrano le giovani coppie che decidono di sposarsi, fare una famiglia e che poi inesorabilmente l’amore che prima li univa svanisce.
E quando non ci si ama più, si dicono cose che non si pensano e si vedono tutti i difetti del compagno/a, che prima non avevano importanza,in più se, come nel loro caso ci sono di mezzo anche dei bambini, tutto si complica. Non si riconosce più la persona che si amava anni fa e non la si capisce più come una volta.
La prima difficoltà che si incontra nella lettura di questo romanzo , è il linguaggio usato che è molto crudo e diretto difficile da trovare in un libro, di solito certi termini non vengono utilizzati. Sicuramente la Mazzantini lo fa’ per essere più vicino nel raccontare la vita di tutti i giorni di una coppia comune.
Una scrittura così ti spiazza soprattutto se prima hai letto Venuto al mondo come me.
Il rapporto si può salvare, ma non da soli come dice il titolo”nessuno si salva da solo”, ma entrambe le persone devono fare insieme questo passo.
Una cosa che non ho sopportato è che Delia e Gaetano affrontano i loro problemi senza considerare i propri figli, sono due persone che si arrendono oltre alla fine del loro amore anche allo stato di non essere dei bravi genitori .Vivono il dolore di un amore finito, che però si ripercuote anche nella vita dei loro figli.
I personaggi risultano antipatici a mio avviso più Gaetano che Delia che pero’ in alcuni momenti diventa veramente irritante , non capisco perché l’autrice abbia voluto parlare di una coppia che dopo anni d’amore si odia con cosi’ tanta rabbia.
Devo dire che di per sé questo libro non ha una trama, non c’è una storia vera e proprio, c’e’ solo il dolore che entrambi provano per il loro amore finito, ma credo che prima di arrivare a questo punto si deve avere il coraggio di dire basta.
“Due timidi asfaltati di rivalse che si palleggiavano una sola mitomania, quella della loro unione".
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UNA FAMIGLIA APPARENTEMENTE PERFETTA
Questo romanzo parte con la sparizione di Mia Dennet, una giovane venticinquenne figlia di un importante giudice.
Il libro è raccontato da tre punti di vista differenti, abbiamo quello di Eve la madre della ragazza scomparsa, quello di Gabe Hoffman l’ispettore incaricato alle indagini e infine quello di Colin il rapitore.
In più ogni capitolo oltre a raccontare la versione della storia vista da un personaggio diverso è diviso in prima e dopo il rapimento.
Partiamo con Eve, una donna che sembra almeno all’inizio molto rigida e fredda, non crede che sia successo qualcosa alla ragazza ma che lei si sia allontanata volontariamente. Capisce solo più avanti che sua figlia potrebbe non tornare più e allora conosciamo veramente la storia di questa donna che risulta essere sensibile e anche fragile. Si rende conto di aver perso molto tempo e vuole recuperare il rapporto con la figlia.
Gabe, invece, è un semplice funzionario che si ritrova tra le mani un grosso caso da risolvere, viene sottovalutato e denigrato da James, il padre di Mia, che lo trova un incompetente. Lui farà del suo meglio per ritrovare la ragazza.
Colin, è il ragazzo che rapisce Mia, ma in realtà lui è un intermediario che però non decide di consegnare la ragazza come gli è stato detto ma la tiene con sé. Conosceremo anche la sua storia e la sua vita difficile.
Un romanzo molto scorrevole, che ti tiene incollato alle pagine perché la storia non annoia, i fatti si susseguono velocemente e il finale sarà incalzante e pieno di colpi di scena.
Considerando che è un libro d’esordio crede che valga la pena di tener d’occhio questa nuova autrice.
Mia,la protagonista come ci suggerisce il titolo è la classica “brava ragazza”?
Quello che sappiano è che non va d’accordo con il padre, appena ha potuto è andata a vivere da sola, insegna in una scuola disagiata e ama disegnare. Non condivide il mondo ottuso e ricco dove è cresciuta e cerca di essere una ragazza normale.
Cosa si nasconde, quindi, dietro la facciata della “famiglia Dennet”?Chi ha voluto il rapimento della ragazza?
Per saperlo non vi resta che leggere il romanzo!
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UN ROMANCE ORIGINALE
Daniela Volontè è l’autrice di questo contemporary romance, tra i libri più venduti di questo inizio 2015.
Il fenomeno del self-publishing è in netto aumento soprattutto grazie ad Internet molti nuovi autori, che non trovano spazio nelle case editrici, decidono di auto pubblicare il loro romanzo sperando di avere successo.
Grazie al passaparola, questo romanzo è diventato un vero e proprio “caso” editoriale tanto che la Newton Compton ha puntato su questo libro e lo ha ripubblicato.
Buonanotte amore mio racconta una storia d’amore delicata, passionale e piena di imprevisti com’ è la vita reale.
I protagonisti sono Valentina Harrison, impiegata per un’importante agenzia pubblicitaria di Milano e James Spencer ricco e snob americano che viene chiamato in Italia per risolvere un problema creatosi in agenzia.
Valentina e James, non possono che essere più diversi.
Vale è una giovane donna molto brava e seria nello svolgere il suo lavoro, non è appariscente e non le piace farsi notare, preferisce vivere in un piccolo paese del comasco che nella caotica Milano.
James, ama la bella vita e le donne è molto ricco ed estremamente narcisista e quando capisce che Valentina sarà la sua segretaria quasi gli prende un colpo.
La considera sciatta, vestita male e totalmente fuori luogo ma a poco a poco capirà che Valentina ha molte altre qualità che vanno al di là del solo aspetto fisico.
Questo romanzo descrive l’amore in ogni sua sfaccettatura ma lo fa in maniera delicata, romantica ed estremamente realista.
Ho adorato il personaggio di Valentina, una ragazza comune che passa inosservata, che tutti i giorni prende il treno e va al lavoro e cerca di svolgerlo al meglio anche se magari non viene apprezzata come meriterebbe.
James, invece, è il bel ragazzo biondo occhi chiari, che non si sognerebbe mai di guardare una ragazza che non sia alla moda e super tirata ma capisce con il tempo che vuole di più, una donna che ha solamente un bel viso e niente sale in zucca a lungo andare annoia.
Valentina è attenta alle piccole cose, è dolce, gentile e nonostante James inizialmente la tratti molto male e in maniera burbera , lei non si piange addosso ma cerca di andare avanti stringendo i denti.
L’unica cosa che non mi piace di questo libro è la copertina che non rappresenta a mio avviso il contenuto del libro.
Un romanzo che consiglio di leggere a tutti perché racconta con garbo e con leggerezza una storia d’amore molto attuale e verosimile e anche perché è scritto (finalmente) da una scrittrice nostrana e che è molto meglio di moltissimi romance di autori stranieri dove le storie si assomigliano tra di loro.
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SENZA IL DOLORE NON CONOSCEREMO LA GIOIA
Un romanzo che mi ha veramente sorpreso, dopo tutto il clamore che c’è stato dietro questo libro e anche dopo il film omonimo, avevo veramente poca voglia di affrontare questa lettura.
Poi, però, il caso ha voluto che una mia amica me lo prestasse, io ero titubante e lei mi ha detto testuali parole ”Tieni leggilo, non te ne pentirai” e io “non lo so sai” e lei “Lo vuoi?! Se no lo riporto a casa” e io ho pensato non si può rifiutare un libro no?
Così una sera l’ho iniziato e sono stata letteralmente rapita, una scrittura che arriva subito al lettore con un linguaggio semplice, diretto, molto caro a noi giovani lettori.
Non ci credo nemmeno io d’ aver letto un new adult decente, visto le migliaia di proposte di questo genere che non sono all’altezza delle aspettative.
E’ un romanzo che rimane dentro a chi lo legge, non perché si parla di un tema delicato come la malattia, ma perché ti sa coinvolgere e ti affezioni ai personaggi, non solo ai protagonisti ma anche a tutti gli altri.
Abbiamo Hazel Grace, 16 anni affetta dal cancro, e Gus un ragazzo che sembra aver superato il periodo più duro,ma che ha dovuto sacrificare una gamba.
In questa età così difficile due ragazzi si incontrano, si conoscono e si innamorano con un sentimento puro e sincero.
Il loro primo incontro avviene ad una riunione del gruppo di supporto, Hazel non crede che chiacchierare e confrontarsi con altre persone malate le sia d’aiuto per affrontare il suo dolore, ma su suggerimento della madre vi partecipa.
Hazel, affronta la vita, con il sorriso non scoraggiandosi mai e cercando di riuscire a vivere al meglio nonostante le molte limitazioni che incontra tutti i giorni.
E’ ossessionata da un libro che si intitola “Un’imperiale afflizione”, lo rilegge molte volte fino allo svenimento in quanto non si capacita del fatto che non ci sia una fine e che l’autore dopo dieci anni non abbia ancora pubblicato un seguito.
Hazel Grace si sente in colpa per il dolore che provoca sia nei confronti dei suoi genitori ma anche in quelli di Gus che a poco a poco si ritrova innamorata della ragazza.
Il successo del libro, secondo me, non è tanto dovuto al tema che viene trattato che è quello del cancro e della malattia di due adolescenti, ma credo sia perché è scritto in maniera delicata e soprattutto si attiene alla verità dei fatti. Mi spiego questo libro non ci racconta favole, storielle spensierate e felici ma ci fa capire com’è la realtà.
Hazel nonostante le difficoltà e il dolore che prova scherza sugli effetti collaterali che le provoca il decorso della sua malattia, vorrebbe essere una ragazza normale che va a scuola, esce con le amiche, va a ballare e che ha una relazione con un ragazzo.
Vuole una vita “normale” insomma, dove quando esce di casa tutti non si girano a guardarla, per giudicarla, per impietosirsi o semplicemente per curiosità, vorrebbe avere una speranza per il futuro.
Questo romanzo, ti pone davanti degli interrogativi, delle domande sulla vita, sulle relazione, sul poco tempo che abbiamo per amare e farsi amare dagli altri.
Un libro che ti fa pensare, che ti obbliga a fermarti a riflettere sulle cose che si accadano e che basta un attimo perché tutto cambi, un secondo, un soffio e ti ritrovi da solo o non ci sei più.
E’ triste vi chiederete? No è la realtà, e alcune volte i libri oltre a far sognare devono anche raccontare quello che succede nella vita di tutti i giorni, devono parlare di sofferenza e di dolore ma anche di speranza in qualcosa di migliore.
Un romanzo che consiglio a tutti quelli che vogliono leggere qualcosa di diverso dai soliti new adult e che vogliono immergersi in una storia difficile da dimenticare.
“ Il mondo non è un ufficio esaudimento desideri”.
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AMORE AL SAPORE DI CUPCAKES
Questo romance contemporary è veramente un gioiellino, una perla rara nel suo genere letterario, che è molto amato da noi lettrici.
Una storia semplice, a tratti divertente ed entusiasmante, che però per essere sincera, ha il difetto di essere pervasa da una buona dose di clichè.
Protagonista è Chloe Madison, una neo chef molto attraente che si trasferisce a Sugar Creek per incominciare una nuova vita, lontano da Manhattan e dalla fine della sua relazione con Ryan.
Nella nuova città, deve lavorare come dama di compagnia per una bizzarra vecchia signora Daisy Monroe, che nonostante la sua età, si comporta come una ragazzina spericolata ed eccentrica.
Ma Chloe non sa che i guai sono appena iniziati quando incontra il nipote di Daisy, Devlin, che farà di tutto per salvaguardare la sua famiglia e non permettere alla nuova arrivata di intromettersi nella loro vita.
Ma l’uomo deve anche affrontare, la forte attrazione fisica che prova per la ragazza che lo sconvolgerà e porterà delle conseguenze sulle decisione che prenderà.
Chloe è una persona eternamente indecisa, ha lasciato che le sue passioni prendessero il sopravvento nella sua vita e ora dovrà invece capire cosa vuol fare veramente del suo futuro.
Siamo di fronte ad una classica storia d’amore che però non è mielosa, noiosa o melensa è divertente, ironica, dolce al punto giusto che ti fa sorridere mentre stai leggendo.
Anche i personaggi secondari che troviamo Rocky,Monica, Jayce, Luke, Sam non fanno solo da contorno alla storia ma la arricchiscono tingendola di vari colori ed emozioni.
Una grande parentesi la dobbiamo aprire per Daisy, una donna in gamba, piena di vita e spirito d’avventura che vuole vivere gli ultimi anni che le restano con gioia, entusiasmo, felicità e un pizzico d’ incoscienza.
Una nonna sprint che conosce i suoi nipoti, la sua famiglia tiene a loro ma che riesce anche a ricavare sempre il buono dalle persone e il lato positivo delle cose.
Molte persone non vedono di buon occhio i romanzi rosa, che vengono considerati delle letture leggere e poco impegnative, invece io credo che queste possano essere importanti anche se solo per qualche ora ti fanno dimenticare i brutti pensieri o lo stress che domina la nostra vita.
Lo stile dell’autrice è molto lineare, scorrevole e semplice, la lettura risulta molto veloce e facile da affrontare, i protagonisti sono ben caratterizzati e si crea subito un’ empatia tra di loro e il lettore.
Un romanzo che fa sognare, che fa bene agli occhi e anche al cuore e che riesce a trasmettere delle emozioni d’ amore e di felicità.
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PRIMA O POI QUALCOSA DI BELLO SUCCEDERA'...
Le parole chiave sono speranza e ottimismo, credere che ci sia qualcosa di buono e di bello che ci aspetta, che prima o poi arriverà, quella opportunità o quella occasione che aspettavamo da tempo.
Appena ho concluso la lettura mi è venuta in mente proprio la parola speranza, nell’amore, nel futuro, nella famiglia e nell’amicizia.
L’autrice di questo bellissimo romanzo riesce sempre a creare delle storie che riescono a colpire nel profondo il lettore, lo emozionano e lo accompagnano all’interno della storia e non lo lasciano andare nemmeno quando il libro finisce.
Jojo Moyes è una scrittrice inglese, che mi aveva già rapita con il romanzo ”Io prima di te” che lessì l’anno scorso.
Jojo, riesce a raccontare attraverso la sua penna, delle storie d’amore che non sono mai banali e che ti entrano nell’anima, come in questo caso dove abbiamo come protagonisti Jess e Ed.
Jess, giovane mamma single, ha due figli Tanzie un piccolo genio della matematica e Nicky, un adolescente che sta affrontando un periodo difficile.
Ed Nicholls,invece, è un uomo d’affari che non si preoccupa degli altri, pensa solo a guadagnare e a se stesso ma quando viene sospeso dal lavoro con l’accusa di insider trading dovrà rivedere la sua vita e iniziare a guardarsi dentro.
Per un caso del destino i due si incontrano e si inizieranno a conoscere.
La scrittrice descrive dei personaggi agli antipodi, che non potrebbero essere più diversi, con vite e abitudini differenti, riusciranno a trovare un punto in comune?
Jess una ragazza di 27 anni che resta incinta prima della maggiore età, decide di crescere e allevare la figlia, Tanzie. Anche quando il suo compagno la lascia, non si dà per vinta e si rialza, trovando vari lavori per riuscire a mantenere la sua famiglia. Lei ama moltissimo i suoi figli e farebbe di tutto per aiutarli e per farli stare meglio e realizzare i propri sogni, ma alcune volte la realtà non è così facile. E’ giusto arrendersi o è meglio continuare a lottare?
Nicky, l’altro figlio della donna, in realtà è nato dal rapporto tra il suo ex e la sua precedente compagna, lo accoglie con sé e lo considera come suo figlio. Lo cerca di aiutare come può ma il ragazzo soffre molto a causa del bullismo.
Infatti , Nicky viene continuamente preso in giro dai suoi compagni di scuola e da uno in particolare, che lo minaccia e lo picchia.
Il bullismo e anche il cyberbullismo sono dei temi molto attuali, ne sentiamo parlare al telegiornale, su internet e nei giornali e sono causa di molti problemi tra i giovani d’oggi. Sono vittime del bullismo i cosiddetti “sfigati” oppure i ragazzi che sono considerati diversi, non perché in realtà lo siano, ma perché non vogliono integrarsi ad un gruppo conformato di persone e al loro stile di vita.
La diversità accresce la società non la indebolisce. Sempre.
A tutti noi è capitato a scuola di essere presi in giro per qualcosa, tutti indistintamente io per esempio perché usavo gli occhiali e quando ero piccola non erano molti utilizzati, ora invece sono di moda e vengono usati anche se non c’è un problema reale.
Mi ricordo ancora cosa mi dicevano e quanto mi faceva male, mi sentivo diversa da loro, ma per fortuna non mi sono mai scoraggiata.
Si, ancora oggi non ricordo bene quel periodo, ma mi è servito per essere più forte e pensare che essere diversi è bello e che è meglio non essere omologati alla società ma pensare con la propria testa.
Questo per dire che Jojo ha saputo parlare di questo argomento con la massima delicatezza possibile, anche se affrontare questi problemi non è facile e anche la stessa Jess in qualche occasione non sapeva come comportarsi.
Tanzie, invece la figlia di Jess, è dotata di grande talento, la matematica per lei non ha segreti, è una piccola bambina prodigio.
Lei ha un dono, e questo andrebbe valorizzato ma se il talento non è supportato anche da un sostanzioso aiuto economico alcune volte non si può sviluppare al meglio.
O forse no,alcune volte basta solo quello?Il talento va incoraggiato o si può andare avanti solo con la propria tenacia, e con la convinzione che solamente con le tue forze ce la puoi fare?
A completare la famiglia di Jess, c’è il cane Norman, un’ enorme massa di pelo e dolcezza che accompagna i vari protagonisti nella storia.
Invece, poi troviamo Ed, è un personaggio che all’apparenza non ha problemi, può avere tutte le donne che vuole, ha un bel lavoro e guadagna molti soldi.
In apparenza, appunto, è separato, è sostanzialmente solo e un giorno la sua vita è sconvolta da uno scandalo nella sua azienda.
Fino a che punto gli errori piccoli o grandi che siano possono avere delle conseguenze sulla persona che gli ha commessi?
Alcune volte bisogna riconoscere i propri limiti e le proprie debolezze, cercando ugualmente di capire dove si è sbagliato e cercare di risolvere il problema, dichiarando le proprie colpe e facendo della buona autocritica.
Jojo Moyes, descrive i suoi personaggi a tutto tondo, in tutte le sue sfaccettature raccontando tutti gli aspetti della loro vita con le loro insicurezza, debolezze, paure, angosce ma anche nelle cose che gli fanno sorridere ed emozionare.
Jojo, nei romanzi che ho letto, descrive delle ragazze comuni, come noi, Jess lo è, come anche Louisa nell’altro libro, delle persone moderne che vivono con difficoltà, che affrontano la crisi sia lavorativa che di sentimenti, che però sono forti, si sollevano da sole e riescono sempre a trovare una soluzione e ad affrontare la vita con il sorriso.
La scrittrice, è madre, e solo una mamma può descrivere così bene l’amore che si prova nei confronti di un figlio, credo che abbia raccontato questo sentimento con estrema delicatezza e dolcezza, senza mai scadere nello sdolcinato.
Un romanzo che consiglio perché vi troverete di fronte una storia d’amore non comune, strana, ingarbugliata, inedita e sicuramente inattesa e non prevedibile.
Non vi aspetterete di restare colpiti così tanto da un libro, che vi rapirà per alcuni ore e giorni della vostra vita ma che una volta finito non vi lascerà più andare.
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