Opinione scritta da sonia fascendini

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    06 Gennaio, 2020
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Trama debole

Probabilmente Dinah Jefferies è molto aiutata dall'aver scelto di ambientare le sue storie in un luogo da favola. Comunque le devo riconoscere una certa abilità nel rendere l'atmosfera che si respirava negli anni '30 a Ceylon. I profumi pungenti delle spezie, quelli più dolci dei fiori, i colori che solo la fantasia sfrenata della natura può creare, il chiacchiericcio degli animali esotici che si intreccia con quello quasi sussurrato del vento e delle foglie sono parti integranti di questi libri. Accenni all'abbigliamento, agli arredi e all'architettura mischiati a episodi dove i rapporti tra i ricchi inglesi e i locali ci aiutano a "vedere" la storia Detto questo, mi tocca fare un passo indietro e dire che in questo caso la parte che dovrebbe fare da contorno è molto più gustosa del piatto principale. Ho trovato abbastanza debole la storia che viene raccontata in questo romanzo. Per tutta la storia, e anche nel titolo, ci viene millantato un qualche segreto che il defunto marito della protagonista ha portato nella tomba, salvo poi dirci candidamente che si trattava delle manchevolezza di cui ampiamente si è parlano per centinaia di pagine. Poco convincente anche la storia d'amore tra Louisa e il pel di carota Leo: un amoretto tra due adolescenti che hanno giù superato la trentina e hanno una discreta esperienza.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    06 Gennaio, 2020
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Questo sì che fa paura!

Questo romanzo mi ha fatto passare attraverso tutta la tavolozza dei colori delle sensazioni che provoca un libro. Dapprima ero incredula nel pensare che Rebecca Coleman avesse veramente deciso di scrivere un libro dove ci raccontava una storia d'amore tra una quarantenne e un ragazzo di sedici. Più o meno una Lolita al contrario con il ragazzo carico di ormoni che stuzzica e poi seduce la donna a cui è stato affidato per svolgere alcune attività extrascolastiche. Mi hanno fatto infuriare le giustificazioni che si dava Judy con salti nella sua infanzia tormentata durante i quali ci lasciava intendere cose terribili per poi rimangiarsele. Ci ha dato a intendere di essere intrappolata in un matrimonio triste e stanco, ci ha fatto sorridere con le sue piccole violazioni alle rigide regole della scuola Steineriana in cui lavora. Poi, piano piano il romanzo ha cambiato registro, sono venute fuori altre sfaccettature del carattere di questa maestra d'asilo perfetta che hanno dato al romanzo un taglio diverso. Così il libro è diventato qualcosa secondo me di veramente pauroso. da un lato perché ha aperto uno squarcio sui danni che una persona apparentemente irreprensibile può fare ai ragazzi. Ci ha fatto vedere che l'orco può vestire i panni dell'educatore, della madre del miglior amico di nostro figlio, di quella vicina tanto a modo. Soprattutto se quella vicina nasconde parecchie cose. Ho trovato la scrittrice molto abile nello svelarci poco a poco il carattere della protagonista, tanto abile che solo verso la fine siamo consapevoli dell'entità del baratro che c'è dentro quella donna. Lo stile non è dei migliori che mi siano capitati, comunque è gradevole e fluente.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    27 Dicembre, 2019
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sex in the city a Madrid

Mi ha consigliato questo libro una tassista che con entusiasmo mi ha detto che le ha cambiato la vita. Parto subito col dire che a me non l'ha cambiata e in realtà non mi ha poi nemmeno così tanto coinvolta. Vanessa Montfort ci racconta di uno strano negozio di fiori situato in un vecchio cimitero nascosto tra le stradine di Madrid. Qui arriva Marina. una donna rimasta vedova da poco che fatica a lasciare andare l'uomo che ha amato per tanti anni. Viene accolta da una fioraia bizzarra che la introduce in un gruppo di donne altrettanto sopra le righe. Donne che di base hanno problemi irrisolti con gli uomini che le incrociano e che alla moda di sex and the city adottano una terapia a base di serate alcooliche, battute volgari e approcci aggressivi verso i maschi. In tutto questo Marina, spinta dalle nuove amiche decide di partire con le ceneri del defunto marito per un viaggio in barca a vela al limite del tentato suicidio. Una rincorsa di flashback tra passato e presente ci conduce a un finale banale e scontato. Ho letto questo romanzo cn una certa fatica. Poche sono le pagine che mi hanno coinvolto e mi hano invogliato a proseguire per vedere che cosa succede dopo. Più spesso mi sono distratta, o sono arrivata alla fine di una pagina per poi tornare indieto visto che avevo perso il filo. Eppure Ci sarebbe tanta carne al fuoco: una serie di donne con un sacco di esperienze alle spalle, un'avventura in barca a vela verso l'ignoto, un mistero nascosto dentro il tronco di un albero. Probabilmente molte idee non sono sufficienti a fare di un libro un buon compagno.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    26 Dicembre, 2019
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Giocare con l'ambiguità

Due gemelle: Calli e Carme tanto uguali esternamente che è difficile distinguerle. Il fidanzato di Carme abbraccia la sorella sbagliata per errore, o perché è quello che vuole veramente. Il capitano e mentore di Calli per essere sicuro di parlare con la persona giusta tasta il polpastrello della ragazza dove sa che deve esserci una cicatrice. I loro genitori le scrutano pensierosi e eludono domande dirette. Una vita stana è quella di queste donne cresciute in una base della Nasa e abituate ai segreti: quelli dei genitori che non possono parlare dl loro lavoro e quelli che hanno tra loro. Così ugual all'esterno, ma così diverse, quasi incompatibili dentro. Si conoscono poco, o forse così bene da dubitare l'una dell'altra ma nonostante tutto da decidere di rischiare carriera e affetti pur di aiutarsi. Quando entrambe decidono di iniziare una carriera all'interno di organismi militari le cose si complicano. Le parole che non si possono dire, ma forse solo accennare prestando attenzione a microspie e a orecchie indiscrete diventano sempre di più. Niente di strano quindi se ci sono partenze improvvise o se qualcuno della famiglia Chase rimane assente senza spiegazione per lunghi periodi. Più strano invece che un generale con quattro stelle faccia domande su Carme senza dare ulteriori spiegazioni, Strano anche che alla vigilia di due importanti missioni spaziali che dovranno essere coordinate da Calli un badge venga rubato, qualcuno faccia scattare l'allarme di un sotterraneo segreto e la proprietaria del badge scomparso decida di suicidarsi in modo alquanto complicato. Da qui partono le indagini di Calli: una specie di factotum della Nasa esperta di cybersicurezza, ma attiva anche nel collaborare a indagini che esulano dai suoi compiti principali. Sullo sfondo sua sorella, il rapporto che lega le due ragazze e uno strano episodio che le ha viste coinvolte nell'infanzia. In primo piano le indagini che sembrano portare verso Carme e come contorno segreti di Stato, depistaggi e operazioni di facciata che nascondono altro.
Direi che la signora Cornwell si sia abbastanza discostata dai romanzi della serie di Kay Scarpetta. In realtà in Calli Chase che da come finisce il romanzo probabilmente diventerà una nuova investigatrice seriale, vedo molto di Lucy Farinelli, la nipote della dottoressa Scarpetta. L'ambientazione e le caratteristiche degli altri personaggi però sono abbastanza nuovi. La trama è piuttosto contorta: sembra quasi che l'autrice abbia voluto mettere troppe cose in poco spazio. Inoltre, pur tenendo conto che parlando di servizi segreti ad alto livello ci si può sbizzarrire con la fantasia mi sembra che si tocchino livelli di irrealtà abbastanza elevati. Finale aperto, anzi apertissimo, senza vere risposte e che rimanda al prossimo volume. Abbastanza deludente per me questo aspetto. Tanto impegno per rimettere assieme tutti gli indizi e le mezze informazione che la Cornwell ha seminato nel corso del romanzo, per poi rimanere a bocca asciutta.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    15 Dicembre, 2019
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Una piacevole scoperta

Siamo in Bretagna, in un paesino di quelli che lotta per strappare al mare e al vento qualche scampolo di benessere. Qui il carattere degli abitanti è ruvido, privo di orpelli sembra quasi scolpito nella roccia dal vento e poi modellato con tenacia dall'acquaregiola che impietosa si insinua anche nella roccia. Proprio qui Mary Lester sta compiendo i suoi primi pasi da poliziotto. Affidata a un supervisore poco incline a fare da mentore e ancora meno a seguire le intuizioni e gli entusiasmi di una ragazza. Il ritrovamento del cadavere di un barbone su una spiaggia è l'inizio del romanzo e delle indagini. La morte viene catalogata come accidentale da parte delle autorità, ma non da Mary. L'investigatrice sembra essere inseguita da incarichi all'apparenza di poco conto e di semplice soluzione. Ma lo sono solo se presi una alla volta. Se con calma si uniscono i puntini, invece ci sono troppe coincidenze, troppi avvenimenti bizzarri per un villaggio con poche anime. Sarò proprio Mary ad armarsi di pazienza e tenacia e portare a casa il risultato. Romanzo con un'ambientazione a metà tra il lugubre e il fiabesco. Molto abile l'autore nel rappresentarci a tratti in modo poetico l'ambientazione della Bretagna selvaggia, dalle sue parole traspare la sua passione per il mare e il fascino misterioso della marea che col suo andirivieni svela e nasconde a suo capriccio bellezze e vergogne. Ben costruito e svelato poco a poco anche il delitto che sta alla base del romanzo. una storia in definitiva semplice, ma raccontata con un'abilità tale da incuriosire e catturare il lettore. Conosco, con questo che è stato il suo primo scritto Jaen Failer e sono più che soddisfatta dall'incontro. Lieta di scoprire che ci sono ancora scrittori che si ricordano di non pensare solo a stupire ma anche produrre qualcosa di piacevole da leggere.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    09 Dicembre, 2019
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Tra il serio e il faceto

Ho comprato questo libro perché mi erano piaciuti altri romanzi di Coe. Quando, poi ho letto il retrocopertina, mi sono pentita, perchè a me le spy story risultano abbastanza indigeste. E invece Coe mi ha confermato di essere un grande narratore: così abile da raccontarci con leggerezza di qualsiasi argomento .E così bravo, da farmi piacere anche una storia di intrighi internazionali, con al centro la guerra fredda e dove i cospiratori sono ovunque. In effetti non tutte le spie di questo libro sono all'altezza dei loro più noti colleghi di Ian Fleming e potrebbero facilmente trasformarsi in macchiette. Non succede grazie a una buona dose di ironia che tiene questo romanzo piacevolmente in bilico tra il serio e il faceto. L'ingenuità di Thomas Foley è tale da fare tenerezza, ma allo stesso modo non può non lasciare un alone di rabbia. Le spie: quelle vere sono talmente improbabili, anche per la fine degli anni '50 da diventare vere.
La storia è quella di Thomas Foley un funzionario pubblico inglese che viene inviato come supervisore all'Expo di Bruxelles. Questi sei mesi per lui si riveleranno ben diversi da quelli che si aspettava. Coinvolto senza quasi accorgersene in un intrigo internazionale si lascia trascinare fino a vedere ambiguità e scorrettezze anche nel suo ambito familiare. Non si accorge invece delle scorrettezze vere che gli scorrono sotto gli occhi e probabilmente neppure quando tutto gli viene svelato capisce fino in fondo che cosa ha rischiato e che cosa ha contribuito a cambiare nel mondo.Affascinato dalla multietnicità dell'Expo lascia uscire con prepotenza tutto il suo essere provinciale nonostante viva in una città cosmopolita come Londra. E infine da bravo ingenuo pensa di essere l'artefice del suo destino mentre in realtà si lascia manipolare senza alcuno sforzo da quelli che lo circondano. Bello il protagonista principale ma belli anche tuti i comprimari che lo circondano ognuno col suo stile ognuno ben amalgamato nella trama del libro e ognuno con qualcosa da raccontare, ma solo al momento giusto.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    06 Dicembre, 2019
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Il dramma di vivere

Quante cose possono succedere in 24 ore. La Mazzucco decide di raccontarci la vita di un gruppo di persone attraverso la descrizione di quello che succede nell'arco di una giornata. Una giornata simile a tante altre, che come sempre succede intreccia e ingarbuglia le vite di quelli che entrano in contatto tra loro. Due famiglie scombinate che annaspano per farcela ogni giorno, se pur su fronti diversi. Figli in lotta per crescere e in lotta coi genitori che faticano a capirli. Storie di amori infranti, di desideri non realizzati, di scelte sbagliate, di cose non dette e di decisioni fin troppo definitive. In una parola la vita se pur concentrata dentro un libro e quindi con toni piuttosto accesi, senza le varie sfumature che di solito la illuminano. Mi è piaciuta la scelta di suddividere il libro in ventiquattro parti, ognuna per ogni ora del giorno, In questo modo seguiamo solo alcuni dei protagonisti per capitolo e vediamo scorrerci davanti la giornata di numerosi personaggi senza perdere il filo. Libro in alcuni passi pesante e faticoso da digerire, ma nel complesso abbastanza scorrevole. Una lettura capace di far riflettere e emozionare, Una di quelle che ti spinge a fare il tifo per i vari personaggi, ad avvertirli di fare una scelta diversa, a guardarsi non solo davanti, ma anche alle spalle e magari a destra e a sinistra.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    01 Dicembre, 2019
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meglio tardi che mai

Bosch è convinto che ogni caso abbia una scatola nera. Si tratta di una persona, un esperto o di qualche fatto in grado di spiegare l'inspiegabile. In sostanza si tratta di quel qualcosa che fa accendere la lampadina nella testa dell'investigatore e gli fa mettere assieme tutti i pezzi fino a portarlo alla soluzione del caso. Quando dopo vent'anni si ritrova per le mani le foto di "Biancaneve" una ragazza svedese assassinata durante i disordini razziali del 1992 a Los Angeles, ha poco da cui partire, se non dalla ricerca della scatola nera. Proprio lui è stato chiamato in quell'occasione a fare i primi rilievi e si sente particolarmente coinvolto e quindi adesso che si trova nella sezione che si occupa dei vecchi casi irrisolti decide di non farsi fermare dalle pressioni che lo spingono a chiudere definitivamente le indagini. Impulsivo, sempre sul filo del rasoio della legalità, ma guidato da un proprio spirito di giustizia non sempre condiviso ai superiori Bosch si getta a capofitto in un'impresa che sembra disperata. Con pazienza e qualche colpo di fortuna riesce a ricostruire una vicenda che parte dalla guerra del golfo, passa a attraverso i disordini di Los Angeles e che si avviava a continuare indenne la sua corsa verso l'assoluzione dei colpevoli di una catena di gravi delitti. Romanzo curato nei dettagli e credibile, come tutti quelli di Connelly. mi sono piaciute le indagini: metodiche, precise e sempre giustificate. Buono il ritmo: lento dove sono necessarie delle spiegazioni in più e rapido e incalzante quando ci troviamo di fronte a qualche cambiamento di rilievo. Fortunose e troppo ricche di imprevisti favorevoli all'eroe di turno le scende di azione. Nel complesso comunque ho trovato questo libro una compagnia gradevole per un pomeriggio di pioggia: leggero quanto basta con l'aggiunta di qualche spruzzatina di adrenalina qui e là.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    26 Novembre, 2019
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Quando basta un occhio

Direttamente dall'Inghilterra medievale arriva Owen Archer. Arciere in pensione a causa di una ferita in battaglia che gli ha fatto perdere un occhio l'uomo è diventato apprendista farmacista della moglie. Per ripagare un debito di gratitudine verso il lord cancelliere si occupa a tempo perso anche dell'attività investigativa. In questo romanzo è già alla sua seconda grossa indagine e inizia a essere sempre meno un dilettante e sempre più un esperto segugio, grazie anche alle intuizioni e all'intelligenza della moglie Lucie. Il primo morto sul quale Archer chiamato a indagare è un mercante di lana, al quale seguono numerosi altri decessi chiaramente collegati l primo. Le indagini sono minuziose e portano alla luce intrighi che non sfigurerebbero neppure ai giorni nostri. Il romanzo è complesso, ma chiaro e ben strutturato. Parecchi i personaggi, ognuno con una precisa caratterizzazione. forse un po' troppo moderni per essere personaggi che vivono nel 1365, o forse non lo siamo a sufficienza noi nel 2019.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    17 Novembre, 2019
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arcodiche?

Con la crisi di mezza età arrivano per il protagonista del romanzo tutte le classiche novità che di solito si accompagnano a questa patologia. Una giovane e bella amante, che verrà lasciata immediatamente dopo essere stato scaricato dalla moglie. Una sistemazione abitativa da adolescente in uno studio fotpgrafico adattato a "tana" da prestare anche al cugino in cerca di avventure. E poi sensi di colpa per il poco tempo passato coi figli, gelosia per la moglie che se la cava molto meglio di lui In tutto questo arriva Manuela: giovane, indipendente, misteriosa e sfuggente, e con lei quello che gli stessi protagonisti ci dicono essere l'arco d'amore. "Ogni storia ha una linea curva che sale e poi scende ed è finita: la puoi vedere da lontano come un tubo al neon colorato". La loro storia più che un arco è una serpentina: tanto assurda e incredibile come lo può essere solo quella di un uomo ancora troppo giovane per un amore senile, ma troppo vecchio per una storia adolescenziale. Nel complesso il mio giudizio su questo libro è un ni: a tratti è un bel libro con degli spunti interessanti e che promette un futuro gradevole. a tratti incede lento e pesante e sembra che non sappia neppure lui dove voglia andare.

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Romanzi storici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    14 Novembre, 2019
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fantastoricsentimentale

Come a volte accade con i libri voluminosi, con questo romanzo non sono arrivata alla fine con lo stesso slancio che ho messo nei primi capitoli. Nel complesso è comunque una lettura abbastanza gradevole, anche se per i miei gusti ci sono tanti generi frammisti tra loro. Intendiamoci non un pastrocchio , ma un bel piatto confezionato con cura e curato in tutti i dettagli: solo tanti gusti da assaporare. La storia che ci racconta Fernandez è collocata nel nono secolo e si distende per circa un ventennio. Con l'autore conosciamo un gruppo di incoscienti o coraggiosi personaggi molto variegati per classe sociale e attitudini che si trovano per volontà o per forza a ripopolare la "terra maledetta". Si tratta della zona che circonda Barcellona, che pur ricca di risorse e ben posizionata sulla cartina geografica si trova allo sbando, Posta ai confini del regno è la rima barriera contro gli assalti dei saraceni e comodo parco di divertimenti peri banditi che imperversano nelle foreste. La storia del vescovo Frodonio, della locandiera Elisia della nobile Gota e dei fratelli Isembardo e Rotel diventano dei tasselli centrali per la costruzione della "Storia" grande. di quella che vede coinvolti i discendenti di Carlo Magno e i suoi più stetti consiglieri nella lotta per accaparrarsi più lembi possibili del sud Europa. Ne esce una storia complessa, ma grazie all'abilità dello scrittore semplice da seguire. L'accuratezza nel raccontarci i fatti storici si alterna a passi molto vicino al fantasy: con bestiari, streghe, una sicario dalle capacità infinite di infliggere dolore alle sue vittime. Agli amori e alle scene di sesso e tenerezza susseguono scene di crudeltà anche eccessiva, incesti e stupri. Insomma chi cerca un genere ha buone probabilità di trovarlo dentro questo librone di oltre 700 pagine.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    23 Ottobre, 2019
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ululati di dolore: i miei

Due uomini trovati morti dentro un canotto sono l'inizio di una indagine internazionale per l'ispettore Wallander. I due risultano essere cittadini lettoni e una volta appurato questo le indagini possono dirsi concluse per la polizia svedese che passa, molto volentieri, la palla ai colleghi. Quando l'incaricato di tenere i rapporti tra le due polizie durante l'indagine, viene assassinato al suo ritorno in patria. Wallander è invitato a trasferirsi nella lugubre e comunista più che mai Riga per fornire assistenza ai locali. Parte da qui il vero e proprio romanzo fatto di un misto di luoghi comuni, colpi di fortuna, indagini poco credibili e alleanze improbabili. Trama molto lenta con i colpi di scena che arrivano quasi al rallentatore, quando il lettore già ha intuito da tempo che cosa succederà ed è proiettato verso un futuro che tarda a palesarsi. Giallo senza mordente, poco stimolante e con un finale prevedibile.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    16 Ottobre, 2019
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Una nuova coppia

In questo romanzo Connelly fa incontrare due dei suoi figli più noti al pubblico. Ne esce una coppia credibile, ben assortita e capace di mettere assieme una trama semplice, ma di effetto. Avevo già conosciuto il detective Bosch agli albori della sua carriera letteraria, adesso l’ho ritrovato dopo parecchi anni un po’ acciaccato e stanco nel fisico, ma ancora entusiasta. Conosco qui, invece la detective Ballard altrettanto attenta e precisa nel lavoro e con molti motivi razionali e validi per cambiare lavoro ma molte più ragioni irrazionali per continuare, invece a farlo. Entrambi, per ragioni diverse sono stati spinti dal sistema ai margini del distretto di polizia. Lui, ormai in pensione si occupa di casi freddi: i reati piuttosto datati, ma mai risolti. Nel corso del libro riuscirà a farsi buttare fuori anche da questo lavoro, ma non a farsi passare la voglia di giustizia. Lei, è stata punita per avere denunciato delle molestie sessuali subite sul posto di lavoro e quindi trasferita al turno di notte. Si tratta del turno più scomodo: quello in cui i poliziotti iniziano a fare esperienza e da dove se ne vanno il prima possibile alla ricerca di migliori opportunità di carriera. Rassegnata al suo destino, ma mai attirata dall’umano desiderio di prendersela comoda o di tirare a campare. Entrambi conducono per scelta una vita solitaria e direi quasi ai minimi termini. Molto pochi i contatti umani che hanno nel privato, ma quei pochi possono contare su due persone leali, generose e sempre pronte a spendersi. E’ questa loro caratteristica a farli incontrare e a convincerli a superare la loro naturale ritrosia e a impegnarsi nella soluzione dello stesso caso. Si tratta della morte di una ragazzina scappata di casa avvenuto parecchi anni prima. La madre della ragazza è temporaneamente ospitata a casa di Bosch e lui le ha promesso che le porterà un colpevole, anche lavorando nel suo poco tempo libero. Ballard, invece non ha alcun contatto con la vittima, ma quando trova quell’uomo dalla chioma argentata che fruga nei cassetti di un suo collega si incuriosisce e decide che Daisy merita giustizia. I due iniziano la collaborazione, continuando contemporaneamente a svolgere il lavoro quotidiano. Connelly è molto abile nell’accompagnarci nell’attività quotidiano dei due senza mai farci perdere di vista il caso principale: quello di Daisy. Con l’abilità degna solo di chi ha lunga esperienza lo scrittore ci racconta varie vicende, diversi crimini, facendo in modo di mantenere sempre la nostra attenzione. Tutto è chiaro e lineare, mai un passaggio brusco, mai la necessità di fermarsi per capire in che intrico siamo finiti. I personaggi pur nella loro bizzarria sono comunque realistici e capace di attirarsi simpatia. Molto credibili anche le indagini fatte a volte frutto di intuizioni e di qualche colpo di fortuna, ma sempre giustificate da spiegazioni razionali e logiche. Anche il paziente lavoro di archivio fatto dai due investigatori non è mai noioso, semmai serve a stuzzicare la curiosità del lettore. Interessanti le figure dei due protagonisti. Due poliziotti navigati, la cui esperienza avrebbe potuto farli diventare aridi e duri, ma che invece mantengono una rigida morale, che solo a fatica si deforma. E’ la stessa Ballard a mettere i paletti del loro lavoro: piegare le regole, ma mai infrangerle. Mi è piaciuto anche il finale: senza grossi picchi di adrenalina, come non ce ne sono in tutto il resto del romanzo, ma comunque capace di far passare in poche righe tutta una gradazione di emozioni e di dubbi morali.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    30 Settembre, 2019
Top 50 Opinionisti  -  

passabile,ma...

Nella Firenze che non riesce a dimenticare il "suo" mostro se ne presenta uno nuovo. Si tratta di quello che presto si palesa come un serial killer di ragazzi omosessuali. A occuparsi delle indagini viene chiamato il capo della squadra mobile Michele Ferrara. Si tratta di un uomo di esperienza, ma con i suoi limiti mentali che tenderanno a farsi sentire nelle indagini. Lui stesso diventerà oggetto di lettere costituite da indovinello e enigmi, ma chiaramente minacciose e inquietanti. Ho trovato questo romanzo acuto e coinvolgente in alcune parti: non molte in realtà, lento e poco incisivo nelle restanti. Convengo anche io con i miei colleghi che lo hanno recensito prima di me che, anche trattandosi di un romanzo uscito nel 2004, il tema dell'omosessualità è stato trattato con tanto di piedi di piombo foderati da pregiudizi e da luoghi comuni. Interessanti, invece le motivazioni dell'assassino, che per buona parte del romanzo ci lascia all'oscuro se non della sua identità, subito chiara, almeno dei suoi trascorsi. Finale debole, poco credibile e un po' troppo basato sulle coincidenze. Le classiche fortune che capitano solo ai detective dei romanzi, forse quando l'autore è a corto di idee?.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.3
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3.0
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    30 Settembre, 2019
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pasticcio di carne in salsa dolce

Alex Cross è alla caccia di un pluriomicida evaso dal carcere e che si è dato come obiettivo quello di eliminarlo, possibilmente facendolo soffrire il più a lungo possibile. Astuto, dotato di mezzi sia materiali che cerebrali ben al di sopra dei normali criminali Gary Soniij sembra impossibile da catturare. Nel mezzo di questa corsa contro il tempo Cross viene invitato insistentemente a collaborare anche alla cattura di un altro serial killer di alto profilo. Si tratta di Mr. Smith, che da anni compie omicidi tanto curati nella forma quanto crudeli per chi li subisce. Suo malgrado Cross finirà anche nel mezzo di questa caccia all'uomo. Io penso che già mettere in un romanzo due serial killer tra di loro svincolati, due detective, delitti commessi sia in America che all'estero avrebbe potuto essere già sufficiente. Ma Patterson ha ritenuto di rivestire questo pesante pacchetto con una bella carta color confetto e con un lezioso fiocchetto luccicante. Così apprendiamo che Alex Cross oltre a essere bravo nel suo lavoro è un padre vedovo che vive con la nonna e dei figli piccoli. Poche sono le volte che manca a cena, o che il lavoro riesce a strapparlo i suoi affetti. La natura lo ha dotato anche di quanto di meglio in fatto di accessori: muscoli, altezza, denti perfetti e chi più ne ha più e metta. Non potevano quindi mancare dei tanto inutili, quanto per me fastidiosi, in un giallo, siparietti romantici con la bella preside della scuola dei figli. Per i miei gusti troppe notizie e troppi generi mischiati tra di loro.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    18 Settembre, 2019
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Faticoso, ma gradevole

Questo romanzo tocca il dramma della deportazione degli ebrei dal punto di vista di Arturo un uomo che non si vuole far catturare e tutto fa per riuscirci. Tutto compreso usare il suo fascino e la sua forza. Il libro è ambientato per la maggior parte sulle montagna svizzere in un ambiente ricco e isolato dove si fa tutto il possibile per ignorare che nel resto dell'Europa infuria la guerra. In questa apparente calma compare sulla soglia un uomo affascinante, colto e tenebroso. La matriarca della casa lo chiamerà Der Teufel: il diavolo. L'uomo è un demonio perché le ha portato via la sua Margot. Figlia prediletta su cui ha riversato le speranze che la figlia maggiore ha giù ampiamente deluso. Con continui salti nel tempo e nello spazio Rosetta Loy ci racconta attraverso questo uomo una storia di donne, di rapporti difficili tra di loro e con gli uomini che incrociano. Vengono messe a nudo debolezze, bassezze e relativi tardivi pentimenti.
Ho aprezzato la storia e la descrizione dei paesaggi, soprattuto perché è ambientato in una zona che conosco bene e trovo che la Loy sia riuscita a cogliere l'essenza dei posti descritti. Trovo, invece che sia un libro faticoso per la scelta fatta di passare in continuazione da un personaggio all'altro, dal passato al presente. Non sempre il lettore riesce ad avere l'agilità necesaria per stare al passo con la scrittrice. alcune pagine, poi mi sono sembrate pesanti e e avrebbero potuto essere anche evitate senza danni per la trama.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    18 Settembre, 2019
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Sopravvivenza a tutti i costi

Come spesso accade nel corso della demolizione di un edificio del 1800 a New York vengono rinvenute delle ossa. In realtà si tratta di un vero e proprio ossario, con decine di persone ammassate dento i loculi nascosti al di sotto di un vecchio museo di stranezze e curiosità scientifiche in voga due secoli fa. E di stranezze ce ne sono parecchie perché subito sul posto appare un agente del FBI proveniente da New Orleans che ha saputo non si sa come del ritrovamento e non vuole svelare le sue reali intenzioni. Abbastanza celermente il proprietario della società che intende costruire sull'area in demolizione fa raccogliere e inumare a sue spese tutti i cadaveri. Forse questo, essendoci di mezzo questioni economiche, è meno strano, ma ha il suo peso. Di qui in avanti le indagini si fanno sempre più bizzarre. Affianca l'ispettore un'archeologa che co lui mette a repentaglio la sua vita. Tanto più che vengono rinvenuti cadaveri freschi uccisi con le stesse modalità di quelli trovati sepolti. I nostri eroi sono alla rincorsa di un emulatore, di qualcuno che ha qualcosa da nascondere o dello stesso uomo sopravissuto per oltre un secolo. Indagando negli archivi polverosi del museo di scienze naturali i due iniziano a mettere assieme la tessere del puzzle, ma mentre per l'ispettore l'immagine che ne esce ha un senso, non ne ha nessuno per la sua improvvisata aiutante. Tra inseguimenti, indagini cartacee e spiegazioni quasi scientifiche alla fine i due arriveranno a una soluzione inaspettata.
Trovo questo romanzo abbastanza coinvolgente e ben strutturato. A parte alcuni passaggi che mi sono sembrati pesanti trovo che gli autori siano riusciti a destreggiarsi bene appioppandoci giustificazioni quasi razionali per quello che succede nel libro. Devo dire che alla fine quasi quasi mi hanno convinto sulle motivazioni del seriali killer e sulle modalità usate per raggiungere i suoi obiettivi. Abili anche nel depistare il lettore seminando qua a là indizi che accusavano prima l'uno, poi l'altro dei coprotagonisti. Bizzarro, quasi alieno il protagonista principale, ma in definitiva nel contesto del romanzo è l'uomo giusto al posto giusto.

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Romanzi
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    11 Settembre, 2019
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I bambini della luna

Viola come lo strumento musicale non come il fiore, è una ragazza neozelandese di 14 anni che è affetta da una malattia che fa paura solo a sentirne il nome. Si tratta della xerodermia pigmentosa: un morbo che in sostanza le impedisce di esporsi alla luce del sole anche indiretta.Se solo lo facesse la sua pelle brucerebb . Si alza a tramonto, fa colazione con gli avanzi del pranzo dei genitori, si incontra brevemente con loro e poi quando loro vanno a dormire inizia la sua vita. Indossa degli occhiali per la visione notturna e passeggia per il bosco, con la luna e gli animali selvatici come unici compagni. Arrivata all'adolescenza non ha più speranza o aspettative. sa che la sua vita sarà breve, e l'arrivo improvviso di qualche melanoma particolarmente aggressivo potrebbe accorciare ancora di più la sua esistenza. Studi la viola, fa i compiti on line e in qualche modo vive ma lo fa solo per i genitori. Si sente un peso e non vuole peggiorare le cose per loro, che già in quanto allevatori di pecore hanno parecchi problemi anche economici. Quando, una sera attirata da dei movimenti nel bosco assiste a un delitto la sua vita piano piano inizia a cambiare. Quella notte vede un uomo dare fuoco a un'auto con dentro un cadavere, ma soprattutto scopre che l'assassino ha nascosto uno zaino nel bosco nel quale naturalmente andrà a guardare.
Ho trovato abbastanza gradevole questo romanzo:. forse la scrittrice ha, però messo troppa carne al fuoco. Credo che già parlare della malattia di Viola e delle difficoltà di una famiglia che si trovi ad affrontarla sarebbe già stato materiale più che sufficiente per un libro. L'autrice però ha voluto inserirci anche un giallo. Va bene anche quello: bella idea quella di mettere alle calcagna di un assassino una ragazzina che può uscire di casa solo di notte. Il problema è che a voler mettere così tante cose in un romanzo così breve poi si finisce per essere superficiali e per lasciare molte cose non dette. Ne è uscito un quadro parziale dei personaggi e un giallo che ha poco mordente. Poca è la tensione, poco è il mistero e alla fine manca una soluzione convincente. Ho apprezzato però un finale con una Viola meno rassegnata e con un abbozzo di futuro a cui guardare.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    08 Settembre, 2019
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La debolezza del mostro

Geiger è un torturatore. viene ingaggiato da chi ha bisogno di far parlare qualcuno. Con metodo, freddezza ed efficacia riesce sempre a ottenere quello che vuole. Vale a dire una confessione senza infliggere danni irreparabili al "paziente". E' orgoglioso di non avere mai ucciso nessuno dei pacchi che gli sono stati consegnati. Lavora in modo ordinato: prima il suo socio fa delle indagini sulla vittima così da fornirgli i punti deboli su cui lavorare, poi fa dei test per verificare il grado di resistenza al dolore, infine, senza fretta lo fa parlare. Per lui questo è solo un lavoro: è bravo a farlo, ha molte richieste sul mercato e allora che motivo c'è per non farlo? Ha poche regole, ma mai derogabili. Una di queste è: niente minorenni, ma quando gli portano un bambino di dodici anni, sorprende il suo socio accettando l'incarico. ancora di più lo sorprende quando scappa col bambino e mette in discussione tutte le sue regole. Non sa che sta mettendo in discussione molto di più: prima di tutto il suo passato che di fatto non esiste, Sa solo di essere un bravo carpentiere, di avere un ottima resistenza al dolore e di avere il desiderio di nascondersi. Ogni tanto, grazie all'aiuto di uno psicologo e agli incubi che lo tormentano ha qualche sprazzo d quello che gli è successo durante l'infanzia, ma i pezzi sono troppo pochi per ricostruire il puzzle. Passando da momenti in cui ci vengono descritti metodi di tortura anche agghiaccianti, a momenti di introspezione psicologica, l'autore ci guida attraverso quello che è a metà tra un giallo e un romanzo di azione. Bel mix di generi diversi, con una trama originale e ben bilanciata. Poco credibile il mix di personaggi che Mark Allen Smith ha messo assieme, non tanto per il modo in cui li ha descritti, quanto per l'improbabilità che una così varia umanità si trovi a incontrarsi. Nel complesso però è un bel romanzo capace di stupire, agghiacciare e sorprendere con un finale in fondo pieno di speranza.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    08 Settembre, 2019
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vecchi debiti

Ci troviamo a Siviglia nella Semana Santa: la settimana che precede Pasqua con tutti i suoi rituali religiosi un po' mistici, un po' macabri. In quest'aria piena di tensione religiosa viene rinvenuto il cadavere di un ricco ristoratore. Un delitto fa parte della realtà di una grande città, ma ciò che turba gli investigatori è la tortura a cui è stata sottoposta la vittima. In particolare è Javer Falcon, il capo delle indagini, ad essere toccato in profondità. nonostante abbia visto di tutto, la rimozione delle palpebre fatta per obbligare la vittima a edere un qualche filmato, non lo lascia dormire. Iniziano così delle indagini piuttosto strane. Da un lato seguiamo gli investigatori attraverso la vita del ristoratore, dall'altro accompagniamo Falcon dentro la sua mente in subbuglio. Scopriamo che la vittima conosceva in passato il padre di Falcon. Niente di strano si trattava di un famoso pittore. Ma le cose si fanno strano quando Façon decide finalmente di riaprire lo studio di suo padre sbarrato alla sua morte. Qui inizia a leggere i suoi diari che pur incompleti ci raccontano le sue esperienze di guerra, il momento dell'incontro con sua madre, e poi lo aiutano a trovare l'assassino.
Questo libro, peraltro piuttosto lungo mi ha dato del filo da torcere per portarlo fino alla fine. Dopo averlo finito devo ammettere che la trama è interessane, la soluzione del delitto non era per niente scontato i personaggi sono diversificati e descritti abbastanza a fondo. E' tutto il complesso, la continua rincorsa tra il passato e il presente, le incursioni dentro la mente malata di Falcon che rendono il libro pesante e macchinoso. Secondo me in un giallo, che dovrebbe cercare di tenere in tensione il lettore sono troppe le pagine del diario del padre che ci sono state propinate. Lo sono a maggior ragione se molte sono quelle che ci raccontano le esperienze tristi, e drammatiche vissuta in battaglia dall'uomo. Sono queste le occasioni in cui viene voglia di abbandonare il libro perché distratti da una marea di informazioni si perde il filo conduttore che dovrebbe essere sapere chi ha ucciso chi e perché..

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Settembre, 2019
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Angels flight

Connelly tratta in questo romanzo uno dei temi capaci di mettere a ferro e fuoco le città statunitensi. quello delle lotte razziali. In particolare quello delle reazioni violente che sfociano in vere e proprie guerriglie che seguono agli abusi veri o presunti della polizia nei confronti di uomini di colore. Nel libro il detective Bosch si vede affidare un caso che è forse peggio che avere in mano una bomba pronta a scoppiare. Su una funicolare infatti è stato trovato morto un noto avvocato che ha basato la sua carriera sulle querele fatte al dipartimento di polizia Elias Howard: l'uomo più odiato dalle forze dell'ordine perché è quello che fa venire a galla ogni infrazione alla legge, ogni caso di razzismo, ogni occasione in cui un uomo o una donna di colore non hanno ricevuto un trattamento equo. La sua morte rischia di far saltare per aria Los Angeles. Politici e capi del dipartimento si destreggiano per cercare di tenere sotto controllo la situazione minimizzando le prove, indirizzando il dito verso qualche possibile capro espiatorio e nello stesso tempo cecando di uscirne indenni. In mezzo a tutto questo Bosch appena lasciato dalla moglie, sempre più solitario e metidabondo e ogni minuto più vicino all'eventualità di essere sacrificato per il bene della patria e sempre più lontano dalla soluzione del giallo.
Nel complesso trovo questo romanzo discreto, anche se non è il migliore che ho letto di Connelly. Devo dire che questo detective così ombroso e tormentato non mi è così tanto simpatico, però il so modo di approcciarsi al lavoro è coinvolgente e logico. Molte le piste che i detective devono seguire e mantengono curiosità nel lettore. Credibile anche se un po' cauto il modo di trattare il tema della guerriglia urbana e dei disordini razziali.

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Romanzi erotici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Settembre, 2019
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Violenza. Punto e basta.

Spesso mi faccio incuriosire dalla copertina di qualche romanzo: in questo caso una ragnatela che ha intrappolato numerose gocce di rugiada. In questi casi mi aspetto che il contenuto appaghi la curiosità che mi ha dato la copertina. Spesso la sensazione che mi ha spinto all'acquisto è stata giusta. non in questo caso. Premetto di non essere una grossa affezionata di romanzi del genere sentimental-erotico, però mi incuriosisce cimentarmi con ogni tipo di letteratura. Mi aspetto che al di là del genere il libro abbia quantomeno una storia da raccontare e che mi offra un diverso punto di vista e eventualmente qualche spunto di riflessione. Quello che mi ha portato questo libro è stato più che altro irritazione. Una giovane architetto sigle piuttosto piena di sé e sicura di avere tutto nella vita esce per una serata di bevute con le amiche. Ecco primo punto la signora Malpas sembra ci voglia far passare il concetto che per delle trentenni il modo migliore per divertirsi sia quello di ubriacarsi fino quasi a svenire. Durante questa serata Annie conosce un uomo col quale passa la notte in un albergo. Nei giorni successivi lo incrocia nuovamente per lavoro e tra l'altro scopre che è sposato. Seguno innumerevoli pagine in cui i due si sentono in colpa, salvo cogliere l'occasione di fare sesso in ogni angolo. Porte sfondate, pugni ai rivali, scatti di ira sono simpatici siparietti che si alternano a scene di sesso violento e brutale. Seconda fonte di irritazione: una donna ha proprio bisogno nella sua vita di un uomo che oltre a cornificare la moglie si sente in diritto di essere possessivo fino ad essere violento, nei confronti dell'amante?Romanzo scialbo, con una trama banale, dialoghi poveri e personaggi solo tratteggiati in superfice. Poco convincente anche la parte per così erotica e del tutto incredibile quella romantica. Finale smielato e del tutto fuori gemere.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    05 Settembre, 2019
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Folcklore e colore

Torna in questo romanzo di Grisham il sud degli Stati Uniti. E' quello degli anni '70 che contrariamente all'idea di America diffusa in Europa era tutt'altro che moderno, tollerante e con un piede sempre ben piantato ben oltre il futuro. Qui invece non uno, ma entrambi i piedi sono ben ancorati dentro paludi di pregiudizi, razzismo e tradizioni vecchie di secoli. Penso, anzi spero, che l'autore abbia un po' esagerato nel descriverci una situazione certamente complicata, in ritardo rispetto alle grosse città del nord, ancora in difficoltà ad accettare le differenze razziali e con una base sociale e economica di stampo ottocentesco. Il quadro che esce da questo libro è quello di un ambiente corrotto, dove una popolazione, di base semplice e onesta viene in parte raggirata e in parte ammaliata da imbroglioni e imbonitori. Giustizia, forze dell'ordine, addetti alla consegna delle notifiche: nessuno che abbia a che fare con la cosa pubblica sembra esente dall'essere comprato, o ricattato. In questo simpatico ambientino di fatto vige ancora la segregazione razziale: i bianche dalla parte migliore della città, i neri dall'altra parte della ferrovia. entrambi felici di non doversi mischiare con gli altri. Chiese, scuole, feste: tutto è separato. Tutto tranne il settimanale locale. Dopo decenni di direzione familiare, lo acquisisce un ragazzo proveniente da Memphis: è lui che ci racconta i dieci anni che trascorre a Clanton in Mississippi. Accanto alla sue vicende personali ci racconta quelle della città e in particolare quelle del peggiore delitto mai verificatosi in quella contea; si tratta dello stupro e dell'assassinio di una giovane madre. Responsabile del delitto è senza dubbio Danny Pangin membro di quella che potrebbe essere definita una famiglia mafiosa del sud. Il clan vive su un'isola ai margini della città dove svolge le sue attività illecite rimandando indietro in malo modo le forze dell'ordine che tentato di avvicinarsi. Niente è al di fuori delle loro possibilità: dove non basta la corruzione arrivano le minacce, dove neppure quelle ottengono i risultati voluti ci pensa un bell'omicidio.
Nel complesso ho trovato questo libro gradevole e ben scritto, ma io ho un debole per il modo lento e avvolgente in cui si dipanano i romanzi di Grisham. Capace di dilungarsi per pagine con descrizioni delle verdure di un orto, delle vicende di una famiglia che ha poco a che fare con la trama, ma senza mai annoiare il lettore. Ribadisco però le mie perplessità sulla descrizione del sistema giudiziario e dell'ambiente socio culturale , che secondo me hanno patito della scelta di puntare più sul colore che sulla precisione storica.

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Romanzi storici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    19 Agosto, 2019
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Cambiategli il finale!

Siamo nell'Inghilterra del 1890: quella romantica e decadente della Bronté e quella dove si affaccia Sherlock Holmes più volte citato dai protagonisti. Susanne Goga ha fatto un tentativo secondo me riuscito piuttosto bene di amalgamare questi due generi letterari. L'autrice immagina che Charlotte, una istitutrice tedesca si trasferisca in Inghilterra in una magione piuttosto isolata dal mondo per accudire una ragazzina. La piccola ha perso la madre da pochi mesi in circostanze poco chiare. Il padre proibisce alla servitù di nominare la moglie convinto che questo possa aiutare la figlia. Se non bastasse questo a far drizzare le antenne alla nuova arrivata ci si mettono strani episodi di sonnambulismo della piccola Emily, una reticenza più che sospetta da parte del resto della servitù e degli abitanti del villaggio. Una malattia mentale affligge la sua pupilla, o forse la casa è infestata dai fantasmi? Piano piano le sue indagini proseguono e con difficoltà riesce a strappare qualche dettaglio sulla morte di Lady Ellen agli abitanti della zona. Mettendo da parte i suoi timori e affidandosi solo all'esame degli indizi, riuscirà con l'ausilio di un giornalista impegnato nello smascherare finti medium a mettere tutte le tessere in ordine e a risolvere il mistero.

Mi è piaciuto molto questo libro: scritto con semplicità eppure capace di coinvolgere il lettore e di attirarlo nel labirinto dei dubbi e delle ipotesi più strampalate. Coerenti e chiare le indagini con spiegazioni logiche per ogni stranezza che incontriamo sul nostro cammino. Resa con realismo anche l'atmosfera che si respira: Il desiderio di mistero che coinvolge tutti i salotti e che si riflette nella moda delle sedute spiritiche da un lato e dall'altro che viene messo su carta da un medico sotto forma del neonato Sherlock Holmes col suo acume e la sua logica. Credibili e suggestive anche le scene che ci descrivono la vita di tutti i giorni: donne in cerca di libertà ma ancora trattenute dall'educazione rigida ricevuta, rigide divisioni in classi sociali che iniziano a tentennare e ricchi che forse non sono più così tanto immensamente ricchi rispetto ai normali lavoratori. Mi ha lasciata perplessa solo il finale. non la parte in cui si svela il mistero, che ha una sua logica. Piuttosto l'ultima pagina, che trovo poco in linea col resto del romanzo e col carattere di Charlotte.

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Romanzi
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    19 Agosto, 2019
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che tristezza

Una canna al vento, una barchetta in balia delle onde, o una pallina tre le mani di un bambino. Io vedo così Erri Gargiulo. Già proprio scritto Erri. Triste perché non condivide la direzione che prende la sua vita, eppure incapace o poco desideroso di impegnarsi a scegliere quale bivio imboccare.. Succube di una madre autoritaria, innamorato della matrigna, invaghito del patrigno e in qualche modo geloso o invidioso di tutti i fratellastri e le sorellastre. Erri come da copione finisce sposato con una donna che non poteva che essere forte e decisa. Tanto decisa e convinta del proprio potere sul marito da concedersi il lusso di una breve convivenza con un altro uomo, salvo poi tornare con armi e begagli dal marito senza seppure porsi il problema che i suoi piani posano esser altri. Dopotutto quando mai Erri ha avuto dei piani? Tomanzo piuttosto complesso dove vengono tirati in ballo molti temi e che secondo me può avere delle letture anche molto diverse da quella che ho fatto io. Si tirano in ballo le famiglie allargate con tutte le loro complicazioni, le incertezze degli attuali quarantenni. Uomini e donne che nella generazione scorsa se non pensavano a fare i nonni e i pensionati poco ci mancava. Oggi invece sono poco più che ragazzini indecisi su che cosa fare, ma poi ce l'hanno qualcosa da fare?. Così è Erri sempre pronto ad adeguarsi a quello che gli altri hanno deciso per lui, mai preparato a difendere le proprie idee, perché in fondo non si è mai soffermato a svilupparle. Decisamente ragioni per essere triste e restare sveglio in balia della sua tristezza le ha.
Una trama così complessa e temi cos' importanti avrebbero meritato una maggiore fluidità. Trovo a tratti piuttosto pesane la prosa, fino a diventare difficile da seguire.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.5
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    11 Luglio, 2019
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Potere agli angeli

Il filone dei romanzi complottistico-religiosi si arricchisce di un nuovo capitolo. Glenn Cooper immagina che esista la possibilità di evocare gli angeli grazie all'uso di un oggetto capace di riflettere la luce, un medium particolarmente dotato e la conoscenza delle giuste formule. Secondo lo scrittore tutta una serie di angeli se ne starebbe lì in attesa di essere evocato. Questi angeli un po' maestri severi, un po' servitori disponibili garantirebbero a chi li ha al proprio servizio di tenere tra le mani le sorti dell'intera umanità. Solo una cosa questi angeli sarebbero restii a dare agli uomini: la formula per accedere al quarantanovesimo livello. In questo, quello che si trova più in alto di tutti, infatti risiede l'angelo caduto: Satanian. Essere al suo cospetto ed avere la forza d'animo di affrontarlo significa ottenere tutti i vantaggi che solo il male può dare. L'autore arriva a ipotizzare che anche le crociate e altre grandi battaglie a sfondo religioso sarebbero state agevolate con interventi di tipo angelico. Dalla ricerca di questa formula che solo poche volte gli angeli si sono fatti convincere a cedere, salvo poi pentirsene, parte la trama di questo romanzo. Un potente immobiliarista di origini asiatiche, ma trasferitosi negli Stati Uniti, infatti venuto a conoscenza del ritrovamento di un kit per l'evocazione angelica si dà da fare con tutti i mezzi per entrarne i possesso. A difendere il mondo il dapprima inconsapevole Cal Donovan, figlio dell'archeologo che ha fatto la scoperta.
Ho trovato questo romanzo poco stimolante e privo di grandi attrattive. Devo dare merito a Cooper di essere un buon narratore. Con naturalezza salta da un'epoca storica all'altra, da uno scenario all'altro senza mai perdere per strada il lettore. Il suo tratto è semplice e lineare, forse un po' troppo orientato verso la chiarezza e la semplicità a discapito della tensione e del mistero. Questa mollezza nello scrivere si abbina a una trama che con qualche correzione avrebbe potuto essere più accattivante e originale. Gli elementi che entrano in questo genere ci sono tutti: l'affasciante studioso, una bella, giovane e entusiasta ragazza che lo aiuta nella difesa del mondo. e ancora un cattivo con risorse finanziarie infinite oltre a una immoralità di tutto rispetto. Infine il nostro povero mondo e noi poveri cittadini ignari che come al solito siamo in balia di un folle qualsiasi. I personaggi però sono solo tratteggiati, i momenti di azione sono piuttosto soft e il finale è scontato. Da bravo scrittore di serie, naturalmente Cooper ha scelto un finale che lascia la porta ben spalancata al capitolo successivo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Luglio, 2019
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Due genitori a confronto

Sonora è un detective della omicidi. Separata, vive con due figli adolescenti. Come molte donne si barcamena tra una carriera che vorrebbe più splendente di quanto sia, una vita sentimentale che decolla a fatica, un fisico meno attraente di quanto vorrebbe, una casa che non si autopulisce e i sempre presenti sensi di colpa verso i figli. Insomma una di noi. La sua vita familiare entra in qualche modo in ogni singola pagina del libro, non in modo particolarmente invadente, ma è una costante della trama. A fianco, quasi sullo stesso piano le indagini che la donna conduce sula scomparsa , e poi il ritrovamento del cadavere di una ragazzina. Inizialmente si pensa a un incidente collaterale avvenuto nel tentativo di rubare il cavallo su cui montava la ragazzina al momento della scomparsa. Le indagini, quindi ci portano nel mondo piuttosto spietato degli allevatori di cavalli e in quello del commercio degli equini come carne da macello. Andando avanti le indagini su concentrato su più sospettati ognuno dei quali ugualmente credibile. Un finale inaspettato porta invece in una direzione del tutto diversa e molto più crudele di quelle ipotizzate durante tutto il romanzo. Non conoscevo questa autrice e ho trovato interessante la sua idea di base. Non mi piace moltissimo invece il suo stile tranquillo e soft. Tutto si svolge in modo chiaro e lineare, ma con ben pochi scossoni o momenti di attesa. Al limite qualche leggero alito di vento lungo un sentiero largo e dal fondo ben levigato.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.3
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4.0
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Luglio, 2019
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Romanzo a corrente alternata

Kay Scarpetta è triste, sconsolata, non ha più voglia di combattere. Nonostante siano passati alcuni anni dalla scomparsa del suo Benton ancora non riesce a superare il lutto. In più la sua carriera ha subito non solo una battuta di arresto, ma una bella marcia indietro. Abbandonato il ruolo di capo medico legale della Virginia è diventata una consulente privata, si è trasferita in una casa ben ai di sotto dei suoi standard. insomma la donna che sembrava fatta di acciaio si è rivelata una donna come le alte: con le su fragilità e i suoi drammi. Peccato che trattandosi della protagonista di un romanzo giallo, e non di un polpettone psicologico, a me piaceva proprio quella donna invincibile, un po' cinica e sempre professionale. In questo romanzo invece poco fa per le indagini, che in un certo senso vanno avanti da sole. Lo steso vale per i suoi fidi Pete Marino e Lucy Farinelli che sembra diano il peggio di sé sfoggiando una cattiveria mai vista in precedenza per poi crogiolarsi in sensi di colpa e piangere sul latte versato. Infine il mistero della morte di Benton Wesley che si svelerà essere un mistero solo per Kay. Questa è la parte del volume che mi è piaciuta poco. Più intrigante, invece la parte dove la Cornwell ci racconta di un serial killer, del suo nascondiglio, delle sue battute di caccia e della strana simbiosi che ha sviluppato con una delle sue vittime, o forse i ruoli si sono invertiti? In questa parte ho ritrovato tutta la Patricia Cornwell dei primi romanzi: con una scrittura precisa, capace di andare al punto, di descrivere con naturalezza dettagli raccapriccianti, ma senza indulgere nel piacere di scandalizzare o far arricciare il naso per il raccapriccio ai suoi lettori. Poche pagine estratte da un contesto piuttosto piatto, che comunque bastano a salvare parzialmente un romanzo che in effetti non è poi un granché.

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Fantasy
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    23 Giugno, 2019
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libro per ragazzine

Ho affrontato questo volume per curiosità. Avevo voglia di entrare in quel mondo fatto di vampiri giovani e sensuali che per alcuni anni hanno tanto fatto successo tra le adolescenti. Non mi aspettato nulla di eccezionale e in effetti le mie aspettative sono state ampiamente rispettate.
Il libro ci racconta di Claire, una sedicenne piuttosto dotata che inizia l'università in anticipo e diventa il bersaglio delle ragazze più popolari della scuola. Per sfuggire alle loro angherie decide di trasferirsi fuori dal campus, ma finisce dalla padella nella brace. Coinquilina con una ragazza e due ragazzi poco più grandi di lei viene introdotta nel mondo reale di Morganville: la città che ospita l'università. Scopre che in realtà il luogo è controllato dai vampiri e che il campus era uno sorta di zona franca: Adesso, trasferitasi al di fuori di questa area protetta è carne e sangue fresco per i succhiatori di sangue. Definirei questo romanzo, che è il primo di una serie, al limite come carino, ma a parlare è una lettrice più che adulta. Probabilmente incontra le attrattive di molte ragazzine, grazie alla sapiente introduzione di bei ragazzotti ombrosi da salvare da loro stessi, di una protagonista goffa e sola che si riscatta e salva tutti, di qualche inizio di storiella d'amore. Direi grazie anche a tutto il fascino che il buon Dracula ha lasciato in eredità anche ai suoi bisnipoti.

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Romanzi
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    14 Giugno, 2019
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Nell'ombra di Guido

Mario conosce Guido al liceo: i due sembrano riconoscersi subito come le due parti complementari di qualcosa di più grande. Due figli degli anni sessanta che vorrebbero ribellarsi, ma a che cosa poi? Pieni di slanci in avanti, per poi tornare frettolosamente indietro incarnano perfettamente la difficile situazione di trovarsi ragazzini in un momento in cui anche il mondo sembra essere un preda degli ormoni adolescenziali. La loro amicizia è altalenante ma segnata da fatti importanti: le lotte studentesche, i primi approcci con le ragazze, le scelte scolastiche e lavorative. Più coerente e posato Mario si organizza comunque una vita approfittando di quello che il caso gli mette a disposizione. Guido invece non riuscirà mai ad adattarsi al mondo: vorrebbe che fosse il resto del cosmo a mettersi al suo servizio: ribelle di comodo capace di indignarsi di fronte alla pretesa del suo editore di mettere mano al suo libro, ma più che disponibile a spendere compensi e anticipi per futuri lavori.
Ho trovato questo libro interessante perché tratta un infinità di argomenti, ricorrendo alla scelta di mettere l'uno a fianco dell'altro due ragazzi che in fondo sono diametralmente opposti anche se per tutto il romanzo cercano di avvicinarsi e di riuscire a catturare l'uno la serenità e l'altro l'inquietudine dell'amico. Quando sono assieme Guido è il faro che con la sua luce mette chi gli sta attorno in ombra. Quando sono separati Mario è il rassicurante lumicino che si vede dietro la finestra in una notte di tormenta. Il libro à raccontato un po' nel modo scanzonato e leggero di vedere le cose dei ragazzini. I fatti che succedono sono molti, alcuni anche piuttosto gravi o drammatici, ma ci sono svelati con pacatezza e senza tanti patemi d'animo. Non è decisamente il volume che si divora in poco tempo, girando in fretta le pagine per veder quello che succede. La lettura è lenta, tipo : succederà quel che deve succedere. Il finale: direi che era inevitabile. Mi sono chiesto a partire dalla metà del volume in che modo De Carlo sarebbe riuscito a far quadrare il cerchio. Devo dire che c'è riuscito nel modo migliore possibile.

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Avventura
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    14 Giugno, 2019
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Buon narratore non si smentisce

Già ho letto alcuni romanzi di Grisham e ho ammirato la sua capacità di spaziare dal suo classico: il legal thriller ad altri ambiti anche leggeri. Anche in questo caso devo dire che la prova come narratore è superata a pieni voti. Come al solito Grisham prende per mano il lettore e piano piano lo fa entrare in un mondo complicato fatto di intrighi, complotti e cavilli legali. Come è tipico del suo modo di scrivere, però spiega tutto con naturalezza rendendo semplice e credibile anche il castello di fatti e di leggi più surreale possibile.
Questo libro ci racconta la storia di Joel un avvocato di quelli che possono dare del tu ai personaggi più influenti degli Stati Uniti e il cui solo sguardo accigliato è capace di far tremare gli avversari. Lo conosciamo nel punto più basso della sua carriera lavorativa e umana. In un penitenziario in regime di carcere duro fatica a sopravvivere di giorno in giorno, ma non molla. All'improvviso il cielo gli porta la grazia concessa dall'uscente Presidente degli Stati Uniti. Nel pacchetto oltre alla libertà trova una nuova identità, una specie di baby sitter che lo aiuterà a crearsi una vita in incognito e in apparenza niente da dare in cambio. Trasferitosi in Italia si gode per alcuni mesi la vita a Bologna accompagnandoci tra i vicoli della città, osservando gli italiani e il nostro stile di vita con occhi foderati dei più classici stereotipi e iniziando a farsi qualche domanda su che cosa voglia veramente da lui lo zio Sam. Quando arriva il momento di pagare il conto Joel è pronto e mette in campo tutta la sua abilità di stratega.
Ho già anticipato che questo libro m è piaciuto ella parte narrativa e nella costruzione della storia. Si tratta però di uno di quei libri dove il piacere è quasi tutto nel godere di un buono stile narrativo e poco in quello di immergersi in una trama di qualità. Tutto sommato la storia e in modo ancora maggiore il finale non è poi così credibile. Le ultime pagine, che si scostano per stile a quelle precedenti sono secondo me del tutto prive di qualsiasi legame con la realtà, ma capisco che le alternative a quel punto erano solo due o libero o morto e in qualche modo ci si doveva arrivare.

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Romanzi
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    13 Giugno, 2019
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I fiori di cactus durano un giorno

Se la metafora che ci vuole trasmettere questo libro è che proprio grazie alle difficili condizioni in cui vivono i cactus, all'apparire della prima vera pioggia primaverile danno il meglio di loro, così come ha fatto la protagonista, io aggiungo che poi nel giro di una giornata il fiore avvizzisce e loro tornano a essere piante spinose e inaccessibili. Forse non è questa loro particolarità a renderli così amati dagli intenditori? Ho trovato questo libro come un insieme di stereotipi triti e ritriti conditi da qualche spruzzo di melassa e da una abbondante dose di irrealtà. Ci racconta di una donna in carriera che dalla sua ha la capacità di essere molto concreta e autonoma. Pratica e efficiente è capace di organizzare le se giornate tenendo conto solo dell'esito di un attento esame costi/benefici lasciando da parte romanticherie, sentimentalismi e patemi d'animo. Questo la porta a essere arida e priva di empatia. E' inoltre saccente, arrogante e presuntuosa. Nonostante questo per ragioni inspiegabili si trova a conoscere anche alcune persone che insistono a voler trovare dentro di lei la copia della perfetta amica/mogliettina. In effetti nel corso delle pagine qualcosa riescono a trovare e sembra proprio che sia quel famoso bocciolo di cactus, che nel giro di pochi attimi si trasforma in un fiore attorno a cui ronzano insetti festanti. Io comunque insisto nel dire che questi fiori durano poco e lo stesso vale per l'improvvisa metamorfosi della protagonista e per questo libro.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    13 Giugno, 2019
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Finale di .. comodo

Il rapimento di un bambino per una famiglia costituisce un dramma di dimensioni difficilmente immaginabili. peggio ancora se quella famiglia si è trasferita da poco in Africa dall'Inghilterra e ancora ha poca dimestichezza on la vita locale. il libro ci racconta le dinamiche di una famiglia composta da due medici fortemente competitivi sul lavoro soprattutto fra di loro e con due figli. La prima, che evidentemente sente le tensioni che aleggiano in casa ha difficoltà a rapportarsi con i genitori e con la scuola, ma i due preferiscono prendersela con l'insegnante invece di reagire. Il secondo è un neonato concepito dalla madre quasi per dispetto verso il marito che le ha proposto un soggiorno in Africa per un progetto di ricerca. Il rapimento del piccolo porta alla luce una serie di cose che all'interno della famiglia erano sempre stati nascosti sotto il tappeto. Buona parte del volume ci descrive questa realtà con tatto, andando a insinuarsi nei meandri più nascosti dell'intimità di questo gruppo complicato. Questa parte mi è piaciuta, l'ho trovata ben scritta e abbastanza credibile. i sospettati si sono succeduti, sono stati analizzati e poi scartati per passare oltre e il mistero mi ha intrigato e incuriosito. Le ultime pagine. quelle dove tutti i nodi vengono al pettine e finalmente si capisce che cosa è successo al bambino invece mi hanno lasciata tiepida. Trovo che l'autrice abbia scelto la strada più facile, e invece di costruire qualcosa di coerente col resto del libro si sia lasciata attrarre dalla tentazione di rifugiarsi in facili coincideze e personaggi che compaiono al momento giusto con la risposta giusta.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    19 Mag, 2019
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questione pelosa

Gli scrittori di romanzi seriali si trovano a un certo punto a essere stanchi delle loro creature, o a non sapere più che cosa inventarsi per stupire i loro lettori più appassionati. Credo che con questo libro c troviamo un po' in questa situazione. I personaggi del romanzo sembra stiano andando alla deriva. Si ha quasi l'impressione che la loro mamma si stia preparando ad abbandonarli. se non fosse che in realtà dopo questo la Cornwell ha messo sui banchi delle librerie numerosi altri volumi della serie. Per i miei gusti troppo è lo spazio che viene dato agli investigatori e ai loro drammi rispetto a quello lasciato alle indagini e alla incursioni nella sala di dissezione. Una delle cose che ho sempre apprezzato di questa scrittrice è quello di spiattellare davanti al lettore, in modo semplice e naturale anche tutto quello che succede tra le pareti dell'obitorio e di mettere i primo piano la scienza. Qui invece si dilunga molto nel parlarci di complotti di tipo politico per ridurre il potere della dottoressa Scarpetta, e per spostare da un ufficio all'altro le competenze sulle indagini.
La storia è quella di un cadavere trovato dentro un container e ricoperto da dei peli che per struttura ricordano quelli di un neonato, ma per lunghezza assomigliano a quelli di u animale.ci troviamo di fronte a un lupo mannaro?. Ci vorranno una spedizione a Parigi e tuta la fortuna e la capacità deduttiva della Scarpetta per venire a capo del mistero.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    18 Mag, 2019
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cena con delitto

Immaginate la storia di "il giorno della marmotta". Per un giornalista la stessa giornata si ripete all'infinito: ogni giorno alla radio la stessa, canzone, poi lo stesso commento da parte di un passante e via di seguito fino a sera. Riuscire a cambiare in una giornata quello che non funziona della sua vita è il solo modo per scender da questa giostra. Questo romanzo parte dalla stessa idea di base, ma è tutt'altra cosa: coinvolgente, inquietante, innovativo e pieno di sorprese. Stuart Turton si immagina un uomo che si sveglia in mezzo a un bosco, forse coi postumi di un doposbronza, o forse dopo aver commesso un delitto o magari ancora a seguito di un aggressione. Si ricorda solo un nome: Anna e convinto che sia stata uccisa cerca aiuto. Privo di memoria arriva in una dimora un tempo di un lusso abbagliante, ma oggi in piena decadenza. Affacciatosi all'ingresso scopre di essere uno degli ospiti invitati per ricordare un macabro evento di diciannove anni prima. Il figlio dei proprietari, infatti è stato ucciso in riva a un laghetto a pochi metri dalla casa. Convinto di poter liquidare la sua avventura come una momentanea perdita di memoria, se ne dovrà presto ricredere. Piano piano, assieme a noi scopre di essere finito dentro un gioco terribile: ogni giornata per lui si ripeterà all'infinito. Lui si troverà ogni volta nei panni di una persona diversa e avrà il compito di indagare sull'omicidio di Evelyn, la figlia dei proprietari della magione. In cambio della soluzione del mistero riotterrà indietro la sua vita. Così Aiden inizia a entrare a uscire dai panni delle persone che popolano la casa: si scontra con fisici decadenti, giovani vigorosi, personaggi ambigui. Dentro ognuno di loro Aiden deve lottare per mantenere la propria personalità e per portare avanti il suo compito. Deve però essere abbastanza abile da usare le caratteristiche del suo ospite che siano utili ai suoi scopi. Giorno dopo giorno sommando gli indizi che ha raccolto nel giorno precedenti un po' si avvicina e un po' si allontana dalla sua meta. Scopre che i delitti avvenuti nella tenuta sono più numerosi di quanto credeva, muore più volte, quasi si innamora e alla notte segue sempre la stessa mattinata piovigginosa. Regole del gioco ferree, concorrenti che non sempre sono corretti rendono il tutto ancora più complicato.
La struttura di questo libro è indubbiamente molto complessa. I protagonisti sono molti e nettamente diversificati l'uno dall'altro. Noi in realtà non consociamo mai il vero Aiden pechè lui stesso si è dimenticato il suo passato. Conosciamo, invece un personaggio che ogni giorno è totalmente diverso: si approccia in modo differente sia alle indagini che ai comprimari che lo circondano. Una scelta da parte dell'autore che avrebbe potuto trasformarsi in un pastrocchio. L'abilità di Turton, invece è tale di spianarci davanti in modo semplice e lineare un'infinità di informazioni. Ogni dettaglio ha un suo perché e anche se alla sua comparsa ci sembra una bizzarria dell'autore e prima o poi lo rincontreremo e capiremo i motivo della sua comparsa. Tenendo conto che si potrebbe definire un fantasy. giallo, trovo le indagini realistiche e ben congeniate. Interessante il finale, perfettamente a tono col resto del romanzo e capace di lasciare quella puntina di fame non ancora soddisfatta. Le ambientazioni sono quelle cupe e misteriose delle vecchie magioni sparse nella campagna inglese. Ambienti apparentemente abitati da personaggio snob e un po' decadenti, ma comunque di classe. In realtà, scavando anche solo con la punta di un'unghia si intravedono brutture di ogni genere.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Mag, 2019
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un po' vago

Scopro leggendo questo romanzo che il libro dei morti è il registro su cui negli obitori vengono annotati i nomi dei cadaveri e la presunta causa di morte. Chiarito questo, dimentichiamoci questo libro, perché all'interno del romanzo non ha un ruolo. Poco spazio nel romanzo hanno in realtà anche il reato e le indagini per individuare il colpevole. La gran parte delle pagine sono dedicate a descrivere le disgrazie e i patemi d'animo del gruppo che contorna Kay Scarpetta. Chi ha un tumore, chi soffre di depressione, chi è in crisi col compagno, chi una relazione proprio non ce l'ha. Tanto per non farsi mancare nulla la Scarpetta ha anche dei vicini antipatici, qualcuno che la minaccia ed è vittima in una sorta di complotto politico.istituzionale per farla fuori lavorativamente parlando. Insomma troppi pensieri per la testa nella quale resta ben poco spazio per il lavoro. La storia parte con il ritrovamento a Roma di una ragazza americana che è stata sottoposta prima della morte a torture. Di lì in avanti le indagini si trascinano stancamente tra una crisi e l'altra degli investigatori. Nonostante questo arrivano alla fine a trovare il colpevole, attraverso una serie di deduzioni aiutate da una sfacciata serie di coincidenze. Ho trovato questo romanzo poco coinvolgente e più che trasmettermi tensione e attesa come dovrebbe fare un buon thriller mi ha dato l'idea di una scrittrice stanca dei suoi personaggi e poco motivata.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    05 Mag, 2019
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La George che non ti aspetti

Dopo aver letto il primo di questi cinque racconti mi sono detta che la signora George non è proprio portata per scrivere narrativa breve. Mi sono sempre piaciuti i suoi romanzi, ma questo racconto con protagonista l'ispettore Lynley e signora pur partendo bene: descrizione accurata degli ambienti e dei personaggi e un delitto che sembra impossibile, ma in realtà deve avere una spiegazione. Il finale però è molto più che frettoloso: arriva a velocità supersonica, così quasi senza indagini e con spiegazioni ridotte all'osso. Ho avuto l'impressione che l'autrice si fosse data un numero massimo di parole e che accortasi di essere vicina a sforare abbia buttato giù un finale in tutta fretta e usando il minor numero possibile di pagine. Bene ho fatto a non fidarmi di questa impressione e a leggere anche gli altri quattro. Perché gli altri sì che sono dei bei racconti: completi, interessanti coinvolgenti e tutti diversi tra loro. Ambienti diversi dalla solita Inghilterra ricca e decadente, con personaggi che potrebbero essere i nostri vicini di casa. In tuti i casi, infine finali sempre sorprendenti: così semplici e logici da lasciare di stucco.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.8
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4.0
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4.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    05 Mag, 2019
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soft thriller

Quando si dice che ci si guadagnerebbe molto a farsi i fatti propri, si sta descrivendo quello che succede alla protagonista di questo romanzo. In viaggio in treno una mamma di famiglia, ascolta per caso la conversazione tra due ragazzine chiaramente provenienti dalla campagna e due ragazzotti. L'immagine che si fa è quella di due topolini tra le zampe di due grossi gattoni randagi che le stanno usando per giocare in attesa di mangiarsele. Riflette sull'opportunità di metterle in guardia, di avvertire i loro genitori, un controllore del treno: ma per dire cosa? Che ha avuto una brutta sensazione. Pochi minuti per riflettere e poi passando accanto al bagno sente una delle ragazze che chiaramente sta avendo un rapporto sessuale con uno dei due giovinastri. Disgustata e arrabbiata con sé stessa per aver giudicato come ingenue due ragazze che chiaramene non lo sono si sposta e si dimentica di loro. Quando dopo pochi giorni legge sul giornale che una delle due è scomparsa però si ricorda di quello che ha visto, si rivolge alla polizia e si immerge fino al collo nel pericoloso mare dei sensi di colpa. Non l'aiuta il fatto che la sua testimonianza e la sua identità venga diffusa. Parte così una caccia alle streghe che ha come scopo non di trovare chi ha fatto sparire la ragazza ma di mettere alla gogna la testimone che non è intervenuta sul treno. Dopo un anno, quando il polverone di fronte a lei si è un po' abbassato inizia a ricevere lettere anonime. Parallelamente a quello che succede alla testimone l'autrice ci racconta l'andamento delle indagini e le reazioni e gli effetti che questa scomparsa ha sull'amica che l'ha accompagnata nel viaggio e sulla sua famiglia. Piano, piano ci vengono svelati segreti sospetti e sensi di colpa di tutti i protagonisti, per arrivare alla fine all'individuazione del colpevole della scomparsa ed quello delle lettere minatorie.

Ho definito questo romanzo come thriller soft perché in effetti non è uno di quei libri che tiene il lettore sulla corda, lo fa sobbalzare ad ogni cambio di pagina, o che lo trattiene con forza fino all'ultima riga. Si tratta di una lettura piacevole con un bell'intreccio, forse anche troppo complesso, ma con poca tensione. Ho trovato poco realistico il finale e la soluzione del giallo: troppe le coincidenze e abbastanza tirate per i capelli i moventi. Mi è invece piaciuta la parte per cos' dire psicologica dove vengono analizzate sia le ragioni della messa alla gogna della testimone: trovo che lo sport dello scarica barile sia qualcosa di tristemente attuale. Ho apprezzato anche la parte in cui parenti e amici della scomparsa si confrontano non tanto col dolore della perdita, ma con i loro sensi di colpa e spinti da una coscienza non sempre limpida si accusano di colpe che non sempre hanno.

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Classici
 
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3.5
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    22 Aprile, 2019
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Il non principe azzurro

Con questo libro Mann ha mischiato i suoi contenuti realistici con descrizioni precise accurate di luoghi e di personaggi mischiandoli abilmente con alcuni dei contenuti delle favole classiche. Ne è uscito qualcosa che non è fiabesco e che difficilmente può essere inserito in una cronaca fedele della realtà. Ci racconta di un principe, che però è tutt'altro che azzurro: è il figlio cadetto e quindi gli tocca solo l'attività di sostituto in pubblico del fratello debole di salute. In apparenza incarna l'immagine del bel principe che sognano le ragazze, ma in realtà ha una menomazione a una mano che ha imparato a nascondere fin da piccolo. Vive sì in un castello, ma in modo ben poco principesco. un regno gestito male dai suoi predecessori gli ha portato in eredità molti debiti, mobili tarlati e giardini ricchi di erbacce. Infine si innamora di una principessa tutto meno che Bella Addormentata, Cenerentola, Biancaneve o altra fiabesca ragazza . In definitiva un mondo che vorrebbe essere ancora ovattato e quasi inutile come quello che si incontra nelle fiabe, ma che deve per forza di cose scontrarsi con il mondo moderno. Sarà la principessa arrivata da oltreoceano a svegliare questo immaginario regno tedesco dal suo torpore? O forse le doti a cui mirano il marito e i dignitari del regno non sono l'intelligenza e la cultura, ma piuttosto quelle che suo padre custodisce gelosamente in banca?

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.0
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4.0
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    14 Aprile, 2019
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a spasso col malloppo

Alla morte del padre, un giudice, uno dei due figli realizza il sogno della maggior parte degli eredi. Neanche tanto ben nascosti, infatti trova tre milioni di dollari in contanti. Professore di diritto, non ha bisogno di consultare nessuno per sapere che cosa la legge prevede in questi casi, ma tre milioni di dollari sono tanti e allora perché dichiararli e dividerli con lo Stato? E allora di questo passo, perché non tenerli nascosti anche al fratello che tra l?altro è tossicodipendente e quindi li sperpererebbe in un soffio?. La decisione di infilarli in sacchi della spazzatura, caricarli in macchina e portarseli a casa si rivela quasi subito poco saggia. Qualcuno sa dell'esistenza del malloppo e lo minaccia. Iniziano così le indagini per capire da dove il padre abbia preso tutto quel denaro, e contemporaneamente la fuga da chi cerca in tutti i modi di intimidirlo. Questo libro si discosta da quelli di Grisham di solito essenzialmente legati a vicende giudiziarie. E' comunque costruito con lo stesso stile: dettagliato, preciso e circostanziato. Forse non il migliore scritto dall'autore, ma comunque coinvolgente e piacevole.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    14 Aprile, 2019
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quando la mente inganna

Dexter è un alcoolizzato e gliene importa poco. Sua figlia è morta e come spesso succede il matrimonio non ha retto alla batosta. Dexter ha anche una malattia di tipo psichiatrico, ma ha deciso di smettere di prendere le pillole che tengono a bada le allucinazioni, ma tendono a stordirlo. In un momento tra una sbornia e l'altra quando è abbastanza lucido per alzarsi dal letto, decidere di dedicarsi ai suoi campi, ma ancora fatica a tenersi ben dritto sulle gambe trova sotto un albero qualcosa dii inaspettato: si tratta del cadavere di una ragazzina con una divisa da cameriera. Con la coscienza perennemente sporca Dexter decide che nong li conviene denunciare il ritrovamento e si incammina verso il sentiero più complicato: vuole trovare il colpevole e in questo modo assicurarsi di non essere lui l'assassino. Ad aiutarlo nelle indagini ci sarà il fantasma della ragazza morta: a volte una seducente Lolita, altre volte una compagna crudele e feroce. John Rector ha con abilità costruito un giallo che spazia liberamente nella parte più cupa e nascosta della mente umana. Per quasi tutto il libro mi sono chiesta se in quel momento eravamo nella fase vigile di Dexter, o se mi trovavo dentro una delle sue allucinazioni. Fino alla fine non ho saputo se era lui il copevole e se n'era semplicemente dimenticato, ma anche se il cadavere esistesse o anche quello fosse solo un parto di una mente al collasso. Romanzo breve che si legge tutto d'un fiato, non solo per le poche pagine, ma soprattutto perchè la prosa è semplice e scorrevole e perchè la trama fa sì inorridire, ma come tutte le cose raccapriccianti attira come una calamita.

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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
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4.0
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5.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    13 Aprile, 2019
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sorprendente

Ambientato in Canada, questo romanzo è uno di quelli che ultimamente mi hanno sorpreso di più. In senso positivo, intendo. Ammetto di aver conosciuto solo con questo romanzo sia Armand Gamache sia la sua mamma Louise Penny, che con questo sono arrivati già al quindicesimo volume con protagonista il commissario nordamericano. In tanto mi è piaciuto molto lo stile di questa signora: qualcosa che per certi versi ricorda i romanzi gialli del passato, con citazioni di libri e di leggende, ma tenendo sempre i piedi ben piantati nel presente e gli occhi fissi sull'attualità. Questa autrice ha la bravura di spiegare in modo semplice anche le cose più complesso e quella di dosare poco a poco le notizie. Come una brava cuoca solo al momento giusto mette un pizzico di questo, un niente di quell'altro e ne fa uscire un ottimo piatto. Un'impresa non da poco, visto che questa storia è piuttosto complicata da costruire. con continui salti tra passato e presente, molti personaggi e indagini che vanno in più direzioni. fino alla fine il lettore si chiede dove Gamache vuole andare a parare con suo modo insolito di procedere. Solo la fiducia per quest'uomo, che l'autrice ha saputo trasmettere consente di andare avanti con le pagine e di non rinunciare temendo che si tratti solo di un bluff e che alla fine tutto il castello costruito dalla Penny le cada addosso come un mucchio di sabbia, seppellendo anche le speranze del lettore.
Il libro è ambientato quasi interamente in un villaggio di frontiera del Canada. Talmente di frontiera che passando attraverso i boschi dal centro del paese in pochi minuti si può arrivare negli Stati Uniti. E' qui, a Three Pines che abita Gamache: il capo della Sureté du Québec. Nonostante sia stato di recente promosso Gamache è rimasto un poliziotto di quartiere, Considera i suoi concittadini come fratelli e sorelle da proteggere quando ne hanno bisogno, ma non ha alcuna remora nel metterli aspramente al loro posto quando sbagliano. Nello stesso modo si comporta coi subordinati: paterno nel modo in cui si intendeva in passato: una guida dura, ma giusta. Nel paese vive tutto un campione di varia umanità delle più diversificate e bizzarre. Solidali tra di loro come possono esserlo solo persone che vivono quasi isolate e allo stesso tempo con quell'astio latente tipico di chi vive a contatto troppo stretto. In questo luogo ameno e quasi paradisiaco per l'osservatore meno attento compare un losco figuro che per alcuni giorni mette in subbuglio i cittadini. Si tratta di un Cobrador: un personaggio incappucciato che silente e inquietante sembra si metta alle calcagna di persone con la coscienza sporca. Un modo per far sapere al mondo che la persona inseguita ha nel suo passato qualcosa di poco chiaro. Le regole vogliono che questo personaggio si limiti a seguire la sua preda. Questo volta però una donna viene trovata morta con addosso lo stesso costume del Cobrador. Partono le indagini sull'omicidio e parallelamente e di nascosto la Surete si mette al lavoro per contrastare il fenomeno del contrabbando di droga attraverso la frontiera. Che cosa due crimini così diversi tra di loro abbiano in comune lo sapremo solo nelle ultime pagine del libro. In queste ultime pagine avremo anche la sorpresa di scoprire che il nostro Gamache non è poi quell'impenitente pantofolaio che ci siamo immaginati per tutto il libro: appassionato di letture che cita sempre con cognizione di causa, ma anche coraggioso e reattivo.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    29 Marzo, 2019
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Il gioco è bello quando ..

Una coppia decide di trascorrere un pomeriggio nella casa al mare dedicandosi a dei giochetti sadomaso. Già legata al letto con un paio di manette, però Jessie, la moglie, decide di essere stanca di assecondare il marito e gli chiede di fermarsi. L'uomo insiste, si prende alcuni calci che lo fanno cadere dal letto e sono seguiti a ruota da un infarto. Adesso arriva il bello: legata a un letto con le chiavi e il telefono fuori portata, nessuno nei dintorni a sentire le sue urla e come scendiletto il marito bello stecchito. Decisamente Jessie si trova in una situazione che sembra non avere via d'uscita. Nonostante questo per molte ore insiste nel trovare una soluzione per liberarsi. Sfinita nel fisico e nella mente, lottando contro la sete, i crampi, la paura di un cane randagio che è riuscito a entrare in casa e banchetta con la faccia del marito pensa che niente possa andare peggio di come già sta andando.. Poi arrivano i ricordi del passato: quelli brutti e infine le allucinazioni, o non lo sono? Questo libro ci porta con una lunga cavalcata attraverso molti stati d'animo: dall'incredulità, alla paura, al disgusto fino alla rabbia e alla compassione. King è stato capace di inventarsi una storia talmente incredibile da sembrare vera. Tutti i dettagli dei tentativi di fuga ci vengono descritti in modo preciso e realistico: ogni crampo di Jessie, ogni sua fievole speranza si delinea davanti a noi in modo brutale. Le vicende delle Jessie bambina, invece per quanto siano più drammatiche di quello che le succede da adulta sono trattate con delicatezza e ingenuità. Due storie diverse che si fondono dando luogo a un romanzo che mi è piaciuto molto.

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Fantascienza
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    27 Marzo, 2019
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helen chi?

Così, tanto per passare il tempo un gruppo di amici decide di giocare all'ipnotista. L'esperimento va bene, tutti di divertono, la cavia fa e dice cose imbarazzanti, poi si risveglia un po' intontito e se ne torna a casa. Tutto, tutto bene proprio no. Infatti da quella notte iniziano a succedergli cose strane. innanzitutto vede e, se non vede, sente una giovane donna seduta nel suo salotto. Poi, inizia a sentire quello che pensano le persone che conosce e ad avere quelle che sembrano premonizioni, anche se interpretarle è piuttostocomplicato. Più di lui a essere terrorizzata la moglie, che teme stia impazzendo, oppure che le veda dentro, o che in qualche modo possa fare male a lei e al loro bambino. Il ricorso a un amico medico sembra risolvere il problema, ma per poco. La famiglia continua a essere ostaggio di qualcosa che non capisce, che non sa gestire e in definitiva non capisce neppure se sia una cosa da sfruttare positivamente o un pericolo da cui cercare di difendersi. Ho trovato questo romanzo originale e piacevole da leggere. non un capolavoro, o qualcosa di indimenticabile, ma di certo un modo diverso per vedere il thriller. la paura più grande è certamente quella di chi non sa esattamente di che cosa deve temere. Trovo che Matheson sia stato particolarmente abile nel descriverci che cosa succede quando non si sa esattamente chi o che cosa sia il nemico, si ignora che cosa voglia da noi, sempre che voglia qualcosa e nessuno sia in grado di dirci se è in nostro potere opporci in qualche modo al destino o lo dobbiamo accogliere supinamente.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    25 Marzo, 2019
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lasagne radioattive

In trasferta per sostituire un collega con problemi familiari Kay Scarpetta viene chiamata nel cuore della notte per recuperare un cadavere rinvenuto in un porto dismesso. Da subito capisce che non sarà un'indagine facile: i poliziotti locali la guardano con sospetto e la intralciano. Il recupero del cadavere: un giornalista conosciuto dalla Scarpetta va comunque a buon fine, anche se i risultati dell'autopsia sono piuttosto ambigui. Atti di vandalismo a carico dell'auto degli investigatori, uno strano libro e infine tracce di materiale radioattivo mettono se non in crisi, almeno in grosse difficoltà il capo medico legale della Virginia. Il sequestro di una centrale nucleare da parte di un gruppo di terroristi non meglio identificati mette definitivamente in fila tutti gli indizi. Adesso i colpevoli e i moventi sono chiari: rimane solo da salvare il mondo da un disastro ambientale. Solo con l'aiuto della consolidata squadra composta da Pete Marino, Benton Wesley e Lucy Farinelli il caso sarà risolto.
Questo libro si discosta in parte a quelli soliti scritti dalla Cornwell. Nella prima parte troviamo la solita Scarpetta altrettanto a suo agio nel descriverci i dettagli di un'autopsia o nello spiegarci il modo migliore per cucinare le lasagne. La parte successiva del romanzo, invece si sofferma molto sulle questioni personali dei quattro protagonisti, e soprattutto estende le indagini al di fuori del laboratorio dove vengono dissezionati i cadaveri. Con calma e senza lasciare null al caso la scrittrice ci apparecchia davanti un intrigo a livello internazionale dove ogni fatto trova il suo posto. La Scarpetta si trova per una volta da solo in mezzo al nemico senza la protezione del suo gruppo di lavoro: dove ha a sua disposizioni come armi solo la sua intelligenza e la sua abilità nel dissimulare la realtà e nel convincere la gente. L'ultima parte è poco realistica, ma comunque gradevole d leggere e ben integrata nel resto del romanzo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    22 Marzo, 2019
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troppa roba

A volte gli autori si fanno prendere un po' troppo la mano e lasciano uscire dalla penna tutte le idee, molte delle quali, se non tutte anche discrete, che gli passano per la testa. Non sempre la somma di tante cose buone da un risultato altrettanto buono. A volte, e secondo me questo è il caso, ne esce un pastrocchio difficile da digerire, che con qualche semplificazione sarebbe invece stato piuttosto gradevole. La storia che ci racconta Francesca Bertuzzi è quella di una ragazza omosessuale, con un passato di immigrata clandestina e quindi di vita ai margini, che adesso fa l barista ed è perfettamente integrata in un paesino di provincia. Anzi, lo sarebbe se fosse meno scontrosa e sopra le righe. Subito nella prima pagine viene aggredita al termine del suo turno di lavoro e subisce anche un tentativo di stupro. Ne esce piuttosto malconcia, mentre il suo aggressore, grazie all'aiuto del suo datore di lavoro finisce in ospedale in coma. Fin qui tutto chiaro, poi le cose si complicano e si confondono parecchio. A Danny viene recapitato un messaggio, dove sua sorella le chiede aiuto. Peccato che la bambina sia morta di malattia già da parecchi anni. Di qui iniziano incontri con un'ambigua ricatttrice/complice, indagini sul passato torbido di alcuni abitanti di San Giusto che danno un quadro piuttosto inquietante della località e dei dintorni. In mezzo a tutto questo l'autrice decide anche di tenerci informati sulle vicende sentimental/sessuali dei protagonisti comprese quelle di Huan il cane di Danny. In particolare le notizie relative a quest'ultimo credo avrebbero potuto essere tranquillamente omesse senza intaccare minimamente la trama. Strada facendo incontriamo personaggi sempre più improbabili, un traffico di esseri umani, contrabbando di preziosi a livello internazionale, associazioni a delinquere che coinvolgono personaggi di spicco, conflitti a fuoco di quelli del tipo" non ho mai usato una pistola in vita mia, ma guarda un po' all'improvviso sono diventato un incrocio tra un cecchino e un agente segreto". Non posso dire che il finale sia scontato, perché visto tutto il putiferio che c'è stato nelle pagine precedenti mi sarei aspettata qualcosa di diverso. Però in definitiva oltre ad essere poco credibile, come del resto lo è buona parte del libro, è anche banale.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.3
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5.0
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    20 Marzo, 2019
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scienza e logica

Beryl: una giovane scrittrice molto riservata, che firma tutti i suoi romanzi con pseudonimi, ha pochi amici e sembra si impegni per passare del tutto inosservata viene trovata assassinata in casa. Sono evidenti le tracce della sua lotta per salvarsi e della crudeltà e della ostinazione con cui il suo assassino l'ha braccata e poi annientata. Difficile per Pete Marino e per la dottoressa Scarpetta trovare un movente e un potenziale colpevole. Le indagini vanno subito verso il suo mentore: un noto scrittore che in realtà ha pubblicato sono un best seller, per poi vivere di rendita. ma anche lui viene ucciso. Altre persone che fanno capolino nelle indagini muoiono in circostanza dubbie. Nel frattempo altri sospetti si affacciano sulla scena, ipotesi di moventi vengono vagliate, ma senza successo. Saranno l'intuito del capo patologo della Virginia e soprattutto la forza delle prove raccolte dalla scientifica a portare a una soluzione del mistero.
Romanzo coinvolgente e incalzante, dove tutto ci viene spiegato nei dettagli senza deviare nella pedanteria dello scienziato che spiega cose per lui ovvie a chi non ne sa nulla. Le informazioni vengono dosate con cura, lasciando sempre spiragli per più di una ipotesi Infine la soluzione arriva al momento giusto: prima che il lettore inizi a chiedersi se lo scrittore stia giocando come il gatto come il topo, ma allo stesso tempo non tanto presto da dare l'impressione che abbia voluto liquidare frettolosamente il finale.

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Classici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    20 Marzo, 2019
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occasione perduta..per non intervenire

Un gruppo di esploratori inglesi parte alla volta del Rio delle Amazzoni per smentire una scoperta che se vera avrebbe dell'eccezionale, ma che per il momento ha solo coperto di ridicolo il professor Challeger, che se ne fa portavoce. Inviati dalla società inglese di zoologia sono oltre al noto scienziato, anche un suo collega, del tutto scettico sull'utilità del viaggio, un giovane giornalista che dovrà occuparsi del diario di viaggio e un noto atleta dedito a imprese sportive estreme. Il libro ci racconta la cronaca del viaggio e soprattutto l'arrivo nel luogo dove si dovranno svolgere le immagini. Luogo che pare sia passato indenne attraverso i millenni e abbia conservato in vita vari esemplari di dinosauro. Non solo quel mondo perduto viene trovato, ma svela ai quattro sorprese ben al di là di quanto si sarebbero potuti immaginare. Tuto quel microcosmo: insetti, animali e umani che ci vivono tentano i di neutralizzarli e di evitare che l'uomo moderno faccia quanto gli riesce meglio: impicciarsi in equilibri che funzionano benissimo da soli anche se non rispondono ai suoi ideali etici. In questo Doyle non fa altro che descrivere lo spirito ancora in voga tra gli scienziati di inizio '900 . Si tratta dell'idea di dominare, più che di convivere, di catturare, più che di preservare di distruggere invece di osservare e studiare.
Quindi: tema che ho trovato interessante e anche attuale perché mi sembra che anche se mascherata dietro a tante dotte disquisizioni la voglia di colonialismo ancora imperversi. Il libro del 1912, però sente abbastanza i suoi anni e a tratti è di difficile gestione. Infinite descrizioni rendono la prosa abbastanza pesante e sono solo marginalmente alleggerite da alcune descrizioni ironiche e acute dei personaggi.

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Romanzi
 
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2.3
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3.0
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2.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    18 Marzo, 2019
Top 50 Opinionisti  -  

lacrime e miele

Questo romanzo si sviluppa per quasi tutta la sua interezza come la classica storia rosa. Di un bel rosa confetto è la protagonista, che pur divorziata ha una vita vicino alla perfezione: giornalista affermata che si barcamena bene con un figlio adolescente, mantiene rapporti civili con l'ex marito e si fa pochi patemi d'animo nell'essere single. Bella da far girare la testa agli uomini non faticherebbe comunque a trovarsi compagnia. Il protagonista maschile non sfugge ai canoni di perfezione dei romanzi di questo genere: bello, ombroso, triste per la perdita della moglie. Incapace di lasciarla andare le scrive struggenti lettere d'amore che mette in una bottiglia e getta nell'oceano. A intercettarle è Theresa che dapprima le pubblica sulla sua rubrica e poi si getta alla ricerca di questo misterioso G. Lo trova, se lo lavora per bene, ha la presunzione di offendersi quando lui trova per caso le lettere e le chiede spiegazioni. E via su questa linea. Solo il finale si è scostato, e mi ha fatto piacere, dal resto del libro. Nel complesso penso che l'idea di fondo del libro non sia male, probabilmente scrivendo in modo più frizzante e strizzando meno l'occhio alle appassionate di romanzi rosa ne sarebbe uscito un lavoro di gran lunga più coinvolgente.

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Racconti di viaggio
 
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4.0
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4.0
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4.0
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4.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    17 Marzo, 2019
Top 50 Opinionisti  -  

Il sogno di viaggiare

Pic è il ragazzo più nero che si si sia visto nella sua scuola, e quando glielo fano notare dà una bella alzata di spalle e pensa che non ci sia niente di strano. Vive nel North Carolina degli anni '40 in un ambiente profondamente razzista, isolato e con pochi contatti con l'esterno. Pic è felice pensa che nessuno si diverta tanto come lui a starsene seduto col cane sui gradini di un emporio scalcinato e vedere chi passa, a rompere la ragnatela di un ragno o semplicemente a stare in compagnia col nonno. Poi, il nonno muore e la sua vita ha una virata che grazie al suo ottimismo e alla sua curiosità e gioia di vivere gli aprono davanti opportunità inimmaginabili. Una notte suo fratello Slim: la pecora nera della famiglia, quello che se ne è andato a New York per fare fortuna e ha abbondonato i suoi torna e gli chiede di avere fiducia in lui. Pic gliela concede, si lascia caricare sulle sue spalle, e mai se ne pentirà. Quella fuga nella notte è l'inizio di un viaggio, forse per noi banale, ma per un ragazzino ingenuo e più piccolo della sua età è una continua scoperta. Il viaggio su un grosso autobus lo affascina e lo sconvolge allo stesso tempo. Da qui vede la sua prima città, scopre che c'è un confine passato il quale anche lui: un ragazzo nero, diventa un persona come le altre e può scegliere dove sedersi e con chi interagire. Sceso dall'autobus solo pochi giorni per farsi inebriare dalla gande mela. e poi di nuovo in strada per una nuova avventura: questa volta verso la California e con pochi soldi in tasca. Passaggi in autostop, lunghe scarpinate per Pic non altro che un sogno realizzato che neppure sapeva di avere.
Mi è piaciuto molto questo racconto, peccato che si sia per così dire interrotto bruscamente con un arrivo frettoloso alla destinazione e nessuna altra informazione. Ma forse trattandosi di una cronaca di viaggio, così doveva finire.

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