Opinione scritta da LuigiDeRosa
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Per la barba del Profeta!
Darioush è uno di quei ragazzini che un padre ed una madre non dobrebbero mai lasciare soli in casa perchè al loro ritorno potrebbero non trovare più la loro bella casa e forse anche per qualche vicino bisognerebbe rivolgersi a "Chi l'ha visto?" per riaverne notizia.Darioush "una ne pensa e cento ne fa", è indubbiamente vivace, la sua terribile fantasia è forse stata alimentata dai tantissimi film americani con Burt Lancaster,Steve McQueen,Omar Sharif,Bruce Lee che ha avuto modo di vedere grazie alla sconsiderata videoteca fuorilegge (fuorilegge per l'Imam Khomeyni) che lo zio tiene nascosta in cantina?
Probabilmente le videoamericanate hanno contribuito, il resto l'ha fatto la guerra e la convinzione di essere il Prescelto. Andiamo con ordine, il romanzo è ambientato a Teheran, da poco lo Scià ha cambiato aria, ora su tutti c'è l'Imam Khomeyni che è un vecchio tosto e per niente tenero,ad un certo punto Saddam Hussein decide che ha bisogno anche del petrolio iraniano e invade il paese vicino (Saddam non era uno che si perdeva in chiacchiere).Durante la guerra anche i civili imparano a combattere, Darioush naturalmente impara a costruire molotov, non prima di aver rischiato di dare fuco alla sua casa e al suo migliore amico, Zal. Un giorno per non essere bocciato dal prof di arabo e religione ,aghaye Mir Hassani, impara delle Sure del Corano a memoria e fortuna vuole che nelle prove Invalsi (noi in Italia le chiamiamo così) Darioush risulta essere il migliore,l'unico in tutta la scuola ad aver risposto alla decima e difficilissima domanda che riguardava le Sure imparate per "strizza". I professori sono sorpresi ed emozionati, lo elogiano davanti a tutta la scolaresca e lo premiano organizzando un incontro solenne nientepopò di meno che con il supremo,il magnifico: l'Imam Ruholl?h Mu??af? Mosavi Khomeyni ! Darioush, ormai ha capito, questo è un segno divino, il suo destino è di diventare
un grande eroe, davanti a lui fuggiranno Iracheni e Americani. Beh ormai il piccolo "Gianburrasca"iraniano , come capirete, è pronto,è lanciatissimo verso nuove disavventure, chissà a chi o che cosa darà fuoco.Fortuna che i suoi colombi e l'amore per la bella Soheila ogni tanto tengono a freno la sua irruenza. Un testo divertente e colto che racconta l'Iran in modo originale.
di Luigi De Rosa
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Le donne venute da lontano
Sulla nave eravamo quasi tutte vergini.Avevamo i capelli lunghi e neri,
i piedi piatti.Alcune venivano dalla montagna e non avevano mai visto
il mare.Alcune erano figlie di pescatori e non avevano mai visto la neve.
Tutte avevamo la foto del nostro futuro marito.Le immagini erano quelle di giovani bellissimi che scrivevano di possedere case e di svolgere lavori interessanti.
Quando sbarcammo alcune di noi trovarono ad attenderle gli stessi uomini delle foto ma con vent'anni di più (le foto che avevano inviate erano di quand'erano giovani),alcune scoprirono che le foto erano di amici, di cugini, di fratelli.
Tutte noi trovammo contadini e operai,braccianti,mercadali che non possedevano nulla.
La prima notte di nozze ci presero dolcemente, ci presero supine sul pavimento di un motel,ci presero in luride stanze, ci presero prima che fossimo pronte e sanguinammo per giorni, ci presero con i nostri kimono bianchi attorcigliati sulla testa e credemmo di morire.Ci presero al buoi,ci presero anche se li mordevamo, ci presero anche se li insultavamo.
Ci portarono nei campi dei bianchi e ci dissero di raccogliere le loro fragole,i loro fagiolini,le loro mandorle,i loro asparagi etc etc.Ci insegnarono a dire "acqua" e ci dissero che questa parole ,nei campi,ci avrebbe salvato la vita.Ci misero a servizio delle donne bianche,fummo gentili,fummo docili, pulimmo la loro sporcizia,accudimmo i loro bambini,ascoltammo i loro lamenti,mentimmo per loro e qualche volta,quando loro non c'erano,il Boss(il padre dei loro figli), ci prese come i nostri mariti.
Ci insegnarono una nuova lingua,una nuova cucina, ci diedero nuovi abiti,ci cambiarono i nomi.
Partorimmo in capanne,in bettole,lungo la strada, nei campi.Partorimmo da sole, con l'indovina, con nostro marito.Continuammo a pulire,zappare ,servire e quando scoppiò la guerra,nonostante noi e i nostri figli avessimo inparato la loro lingua,servito nelle loro case, lavorato la loro terra, costruito le loro strade,le loro case,le loro chiese, ci misero sui treni e ci spedirono nei campi di concentramento perchè non eravamo esseri umani,ma musi gialli.
Questo libro parla delle donne giapponesi ,piccole bambine di quattordici anni che a migliaia il secolo scorso,a bordo di navi attraversarono l'oceano direzione California,sposate per procura,costrette ad accetare un marito mai conosciuto in un paese lontano per non morire di fame.Un libro simile,sono convinto,potrebbero scriverlo le migranti italiane,irlandesi,polacche,russe,turche,congolesi,nigeriane etc etc l'unica differenza sarebbe la lingua, ma le sofferenze e le umiliazioni subite sarebbero le stesse.
L'8 marzo è troppo poco per ricordare tutte le donne che sono venute dal mare con la speranza di sbarcare nella terra promessa ed invece si trattava dell'inferno.
l'8 marzo è troppo poco per ricordare a noi uomini che veniamo da una donna e che solo per questo meriterebbe il rispetto che merita chi il segreto della vita lo porta con se dall'inizio alla fine dei suoi giorni.
di Luigi De rosa
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Morire per una birra ai tempi dello spread
Un pugno in pieno volto,di quelli che fanno male, fratturano il naso.
Senti il sangue scorrere sulla bocca e poi imbrattare vestiti e mani.
Poi arriva il secondo,senza pietà, nello stomaco, ti manca il respiro, apri la bocca,come uno che affoga e soffochi con il tuo sangue e finalmente lo sputi via:respiri!,ma non è finita.
Siamo a Parigi in un grande centro commerciale, uno sbandato, di quei fratelli maggiori che non sono mai cresciuti,di quei cugini che ne combinano sempre una,
di quei figli che continuano a credere che Peter Pan busserà alla loro porta per
portarli sull'isola;va in giro, sostanzialmente cazzeggia e poi, ha sete,che fare?
Soldi in tasca non ne vede da quando ha perso il lavoro,quella specie di lavoro che aveva, ed
ecco il reparto birre,un niente,allunghi la mano, bevi,sfrontato davanti alle
telecamere che ti seguono come fossi una pop star sul palco e poi eccoli quei quattro
della security,hanno la sua stessa età,i loro sogni li hanno affossati
in una divisa sdrucita che fa il verso a quelle vere della polizia.Lo prendono , lo spingono
nel magazzino lontano da tutti e da tutto e lo massacrano di botte.
Il ragazzo muore per aver rubato una birra in un grande magazzino.
Provate a sfogliare un quotidiano qualsiasi ,troverete dei piccoli articoli, lunghi e stretti,come piccole bare incastonate nella pagina,come dice Mauvignier, è di quei "nulla" che parla questo libro, di quelli che sono sempre i fratelli,i cugini, gli amici,i figli degli altri.
di Luigi De Rosa
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Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Daniel Sempere è seduto di fronte al fedele amico Fermìn, in tavola tapas colorate che ammiccano invitanti, un profumatissimo porosciutto e del buon vino catalano,ma queste leccornie non riescono a lenire il dolore e a far dimenticare i sospetti.Sua madre , la bellissima affascinante Isabel Sempere ha tradito suo padre? Lui è figlio dello scrittore David Martìn? Sembrava che tutto andasse nella direzione di uno splendido Natale, dopo l'allestimento nella vetrina della libreria di uno splendido Presepe napoletano, la fortuna sembrava essersi accorta dei librai Sempere e figlio,e lo stesso Fermìn era pronto ad impalmare la formosa Bernarda,poi quel maledetto zoppo, lui i suoi soldi, i suoi segreti velenosi, quell'ingombrante "Conte di Montecristo", maledizione!
In questo romanzo Daniel non risce a trovare pace nè a chiudere occhio, come nell'Ombra del vento ci trascina in vicoli bui, sporchi e fetidi come gli esseri che li abitano,segrete di castelli, assassini e faccendieri senza scrupoli, ma è la gelosia la vera protagonista di questo romanzo, quel tarlo meschino e infido che scava imperterrito cunicoli sempre più profondi nel cuore dell'amante fino a ridurlo in un colabrodo dove i sentimenti vengono setacciati senza lasciare più nulla ed in questo nulla mette radici l'odio.
di Luigi De Rosa
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La tuffatrice
Quando il protagonista del romanzo convola a nozze con la bella e affascinante Isabel, dopo varie relazioni sentimentali fallite, crede di aver risolto buona parte dei propri problemi esistenziali.La sua felicità raggiunge l'apice quando la giovane moglie gli annuncia di aspettare un bambino;già si immagina di realizzare una famiglia modello "Mulino bianco". Quindi quando Isabel, lo costringe a diventare vegetariano per il bene del nascituro, perchè per il feto vuole il meglio, l'asseconda senza battere ciglio,così come non fa più caso agli esercizi di yoga ripetuti con ossessione,alle musiche tibetane e agli incensi che rendono l'aria della casa quasi irrespirabile.Dopo alcuni mesi, il loro piccolo appartamento si trasforma nel regno del New Age.Il feng shui regola la loro vita esteriore,il Reiki quella spirituale.Isabel non stà più nella pelle quando Lella ,una sua amica sensitiva,le annuncia che il bimbo che nascerà sarà indaco.Negli anni settanta la parapsicologa americana Nancy Ann Tappe raggiunse un successo planetario con il libro "Indigo Children" dove riprendendo concetti New Age come l'aura, sosteneva con dimostrazioni pseudoscientifiche che nel terzo millennio sarebbero nati bambini speciali, dodati di poteri paranormali confermati dalla loro aura color indaco frutto del nuovo step evolutivo della specie umana.I dubbi sulla salute mentale di Isabel cominciano a scavare profondi solchi nel cuore dell'incredulo marito,quando scopre ben nascoste,in tutto l'appartamento sotto federe e cuscini,dietro quadri e mobili le fotografie del santone tedesco Bruno Groening.Isabel si giustifica asserendo che servono a migliorare l'armonia della coppia,ma dopo il parto la situazione precipita, le ossessioni alimentari di Isabel che l'hanno resa anoressica, rischiano di uccidere il piccolo Pietro. Così come "La tuffatrice" protagonista del quadro di Francis Bacon, che fa da muto testimone alle nevrosi di Isabel nel suo soggiorno, la coppia precipita in un abisso dove presto pazzia e sanità mentale,amore e odio si fondono e diventano indistinguibili,come nel quadro il corpo della tuffatrice non si distingue più dall'acqua che l'inghiotte.
Romanzo dalla sofisticata analisi psicologica della fragilità della coppia moderna,siete proprio sicuri che "le madri non sbaglino mai?"
di Luigi De Rosa
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"Ascolta come mi batte forte il tuo cuore"
Massimiliano e Moreno.Un padre,il primo, un figlio,il secondo.
Un professore di sociologia della Bicocca,il primo, un ragazzino handicappato,con il cervello grande quanto una zigulì,il secondo.
Questa è una storia d'amore,del primo verso il secondo e viceversa.Il primo ce la racconta con una serie di riflessioni che spesso hanno la forza espressiva di una poesia.Il secondo la vive tutti i giorni.
Il primo si incazza e ne ha molti di motivi per farlo,il secondo ascolta i Kasabian.
Il secondo si sporca di merda dalla testa alle unghie dei piedi,il primo lo pulisce per venti minuti sotto la doccia tutte le volte.Il primo consuma scarpe,fogli e inchiostro per visite dai medici, per avere diagnosi, capirci qualcosa di quello che ha o che è Moreno, il secondo ascolta i Kasabian.Il primo cerca di capire in questo paese,quali diritti ha il genitore di un disabile e se si possono avere i pannolini gratis,il secondo ascolta i Kasabian.Il primo lo prende in braccio e lo mette nel carrozzino,il secondo gli scivola fra la mani come un'anguilla e gli lecca tutta la faccia,quando arriva alla Bicocca che sembra sia stato investito da una lumaca gigante nessuno più,fra i suoi studenti, si meraviglia.Il primo si commuove salutando le tre maestre dell'asilo,il secondo ascolta i Kasabian.Il primo guarda l'Inter in TV, il secondo è cieco ma alle urla di gioia per un gol di Zanetti si sbatte,forse pensa ai Kasabian.Il primo si chiede "che cazzo vuol dire diversamente abile? Il secondo ha una crisi epilettica. Il primo spige il carrozzino,guarda la gente che passa,gli sguardi di sottecchi, le mezze frasi,i commenti sottovoce,il secondo succhia tutta l'acqua dalla bottiglina.Alle volte il primo ha paura di non farcela, alle volte il secondo mangia il gelato senza spalmarselo addosso.Il primo dopo aver salutato Moreno che fa fisioterapia con uno "ciao",si ferma sulla porta,pensa che per Moreno "ciao" è uno dei tanti rumori che lo circondano, allora gli si avvicina e gli da un bacio.Il secondo...che fa il secondo?,è scritto a pagina 172 del testo.
di Luigi De Rosa
"Non importa se ci sei davvero.Cioè ,sia chiaro:quando non ci sei si sente la differenza.Ma non è questo il punto.Perchè una parte di te è sempre presente,in ogni momento ,in tutto quello che faccio,che dico,che penso.E un'altra parte (quante parti hai?) è in tutto quello che vedo, che immagino,che sogno.E' un po' come quando si è davvero innamorati,quando lei o lui sono un pensiero piacevole e ricorrente, che ti riempie e che ti scuote.E ti senti contento di non poterne fare a meno.Forse la differenza è che tu non sei sempre così piacevole e che io non sono sempre felice.Ma quanto a scuotermi te la giochi davvero bene".
Massimiliano Verga,Zigulì Mondadori,
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Storia di Shahbaz che nacque a Kushpur (Villaggio
Mi piacerebbe raccontarvi la storia di quest'uomo senza cadere nella retorica ma con la passione e il rigore intellettuale che merita ,come ha fatto splendidamente la mia conterranea Francesca Milano,perchè Shahbaz merita sopra ogni altra cosa di essere ricordato,di essere, ci auguriamo,imitato dai credenti di tutte le confessioni .
Il Pakistan descritto in questo testo è una terra ostile ai Cristiani,agli Indù ed alle altre minoranze religiose che ne compongono la popolazione. Se non ci fosse stata la lotta ostinata e coraggiosa di Shahbaz Batthi ci sarebbero potute essere delle leggi ratificate da parte di determinate fazioni politiche mussulmane al potere, che avrebbero ricordato quelle messe in atto da Hitler contro gli Ebrei. Shahbaz Batthi figlio di una coppia di pakistani cattolici, nacque il 9 settembre 1968 a Khushpur nel Punjab, in dialetto punjabi "khushpur" vuol dire "villaggio della felicità", strano destino quello di quest'uomo che spese tutta la sua breve esistenza per la felicità del prossimo,ma a lui,in questa vita ,è stata negata per sempre.Riuscì a laurearsi e a diventare Ministro per le minoranze religiose per le quali è morto il 2 marzo 2011 assassinato da un commando terroristico.In Pakistan c'è una legge chiamata "la legge nera" che regola la blasfemia, chi offende Maometto o il Corano, rischia la vita.
Gli integralisti e i terroristi da non confondere con i Mussulmani veri, adoperano spesso questa ed altre leggi della Shari'a per perseguitare,umiliare,assassinare Cristiani ed Indù senza che le autorità dello Stato muovano un dito.Nel testo si racconta di un vecchio cristiano analfabeta che faceva lo spazzino al quale dei "Talebani" avevano chiesto di buttare nell'immondizia certi fogli senza dirgli che si trattava di pagine del Corano, fu accusato di blasfemia,solo l'intervento di Shahbaz Batthi ne impedì la condanna a morte.Con la blasfemia in Pakistan si arriva a comportamenti grotteschi e orribili,accadde così che un giorno una coppia di giovani sposi "mussulmani" in moto,a causa del terreno accidentato, avesse perduto il controllo del mezzo e fosse finita contro una statua di Maometto, i due feriti non solo non furono soccorsi dalla gente,ma arrestati per blasfemia.Ricordare Shahbaz Batthi vuol dire parlare di un Uomo che ha sfidato le persecuzioni, l'intolleranza più becera,le continue minacce di morte a lui e alla sua famiglia per dare una mano ai poveri,ai dereletti,ai deboli di tutte le confessioni. Lo immagino salire sulle montagne del Kashmir per raggiungere Balakot a piedi, dopo il terremoto dell'8 ottobre 2005 ( 7,6 della scala Richter e 30mila morti ), tutt'intorno cadaveri e distruzione,freddo e neve,eppure con gli amici dell'Apma* strappò alla morte centinaia di donne e bambini,innalzò tende,offrì cibo e acqua a tutti.
Qualche volta ,da" occidentale pasciuto" come dice Erri De Luca,entro in un tempio di domenica,mi colpisce il freddo nelle navate e la eco dei miei passi,la solitudine del prete che officia la messa,penso alle parole di Shahbaz Batthi all'amico Monsignor Dino Pistolato direttore della Caritas di Venezia:"quanto siete fortunati a poter partecipare alla messa liberamente senza paura",in Pakistan dove si rischia la vita le Chiese sono piene di persone che pregano,da noi sono sempre più vuote.
di Luigi De Rosa
Dopo la lettura del testo di Francesca Milano ho pensato a questo brano di Erri De Luca che potete rileggere per intero nel libro "Nocciolo d'oliva" mi fanno pensare ai cristiani come Shahbaz Batthi:
Gesù? "Forse continua a nascere così, senza sopravvivere e il venticinque Dicembre è solo il più celebre dei suoi compleanni.Dopo di lui il tempo si è ridotto ad un frattempo,a una parentesi di veglia tra la sua morte e la sua rivenuta.Dopo di lui nessuno è residente,ma tutti ospiti in attesa di un visto.Siamo noi pasciuti di occidente,la colonna di stranieri in fila fuori all'ultimo sportello".
* APMA (All Pakistan Minorities Alliance)associazione fondata da Shahbaz Batthi per difendere i diritti delle minoranze in Pakistan.
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Una bugia e altri piccoli inganni
Sono diversi anni ormai che cinque amiche si danno appuntamento
ogni primo martedì del mese a "Le Jardin" un delizioso ristorantino gestito da Luc ospite sessantacinquenne, attento e discreto,alle prese con i primi acciacchi e con un figlio,Tom,che non mostra la stessa bravura nel far sentire a proprio agio la clientela.Le cinque indivisibili amiche sono: Caroline avvocato arrembante,Eva,dottoressa mancata e supermamma a tempo pieno di quattro pargoli,Kiki la più giovane del gruppo,designer della famosa ditta Thalberg che però non sembra apprezzare il suo talento,Estelle la più ricca,la più bella,la più fashion persa nei suoi continui shopping ed infine lei Judith,l'anima del gruppo.La vita delle cinque stelle sembra scorrere serena fino a quando Judith non viene colpita da un grave lutto,ad Arne, suo marito, è stato diagnosticato un cancro che nel giro di pochi mesi lo conduce alla morte.Caroline,Estelle,Kiki ed Eva si stringono immediatamente intorno all'amica che però non riesce a reagire alla scomparsa del compagno, il tunnel della depressione sembra aprirsi per inghiottirla per sempre fino a quando, per caso, fra le vecchie carte di Arne,l'affranta Judith non trova un quaderno di appunti dove il marito teneva il diario del suo viaggio a Santiago di Compostela, viaggio che Arne aveva interrotto in Francia per dei terribili dolori che lo avevano debilitato e che si erano poi rivelati i prodromi del cancro.Judith,letto il diario,ha una folgorazione, deve portare a termine quel viaggio.Le quattro amiche accolgono l'idea di Judith con entusiasmo e si lasciano coinvolgere in questo cammino che avrebbe cambiato le loro vite.
Gli antichi Greci per raggiungere un paese lontano si orientavano con le costellazioni del cielo, ma, come vi direbbe oggi qualsiasi astronomo, le costellazioni sono illusioni ottiche, nella vita spesso inseguiamo quelli che poi si riveleranno troppo tardi, miraggi.Il Cammino di Santiago è soprattutto cammino interiore che resetta le vecchie "mappature stellari",costellazioni di convinzioni,certezze e speranze che hanno orientato fin a quel momento la nostra vita,un cammino che ,se vissuto con pienezza,offre una nuova "stella polare": la fede.
di Luigi De Rosa
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Santa Rita pensaci tu
"C'è da prenderlo a schiaffi,e un giorno forse lo farò".
Questo è quello che scriveva Indro Montanelli nella prefazione
di quello che si rivelò l'ultimo capolavoro dell'amico Dino Buzzati prima della morte sopraggiunta il 28 gennnaio 1972,naturalmente gli schiaffi erano sfottò fra "bischeri" che si volevano bene.
Questo testo che la Mondadori ristampa dopo trent'anni dalla prima pubblicazione della Garzanti,novembre 1971, fu realizzato quasi per caso. Un gallerista d'arte,Renato Cardazzo, che esponeva a due passi dalla Fenice a Venezia commissionò una serie di quadri a Dino Buzzati,dovevano essere trenta, raccontare una storia che si sviluppasse dal basso verso l'alto lungo i tre piani che componevano la galleria. A Dino Buzzati venne l'idea di dipingere degli ex voto che avessero per tema i miracoli di Santa Rita da Cascia.Ma perchè il grande scrittore che si definiva "non credente" scelse questa forma d'arte? Lo sintetizza in buona parte Lucia Bellaspiga nella postfazione:"il legame profondo con le storie del Bellunese,leggende ricche di suggestioni nordiche,intreccio di fede e superstizione (...)che avevano affascinato Buzzati bambino,l'aver frequentato le cappelle votive di cui è ricca la zona del Piave che ospitano ex voto popolari misteriosi e naif,ma soprattutto perchè con queste tavole la sua fantasia poteva scatenarsi senza mai essere blasfema o irrispettosa". Dino Buzzati nell'intera sua opera dai "Tartari agli Orsi siciliani"ha raccontato quello che sente l'anima travagliata di un uomo che è alla ricerca di un Dio. In questo testo Buzzati finge di trovare un vecchio manoscritto nella biblioteca paterna, in esso in un italiano approssimativo si raccontano i miracoli di Santa Rita legati ad un santuario che si troverebbe vicino Limana nella Valbelluna. Dino Buzzati incuriosito, si recò in Val Morel,ma con sua sorpresa sia il parroco che gli abitanti negarono l'esistenza di un simile santuario.Buzzati non si diede per vinto,alla fine di un percorso, che definiremmo di trekking, fra le montagne giunse nei pressi di un cappella votiva dedicata a Santa Rita, il custode era un certo Toni Della Santa che da generazioni dipingeva ex voto per tutti coloro che dalla Santa di Cascia erano stati miracolati, il manoscritto si scoprì che era stato scritto dallo stesso custode e inviato al vecchio Professor Buzzati per un parere. Lo scrittore e l'artista si salutarono cordialmente, ma dopo la guerra,Buzzati tornato in Val Morel non troverà nè cappella,nè custode,ancora una volta sarà assalito dal dubbio di aver vissuto solo un sogno.
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'A mela
Questa mattina leggendo il giornale ho fatto un salto sulla sedia, "caspita!",mi son detto, "è proprio vero, spesso la realtà supera la fantasia!" Sul Mattino del 4 febbraio 2012 c'era l'articolo di una giornalista Diletta Capissi dal titolo "Il Computer sulla nuvola" dove veniva illustrata la storia di un quarantenne napoletano Fabio Cecaro che con la sua società la VMengine,ma soprattutto con la sua idea la" Cloud Computing" aveva ottenuto un importante riconoscimento dall'Amazon Web Services Solution Provider.In sintesi "Cluod Computing" rappresenta un'idea innovativa, un server fisico che ne simula altri cento facendo risparmiare tanti soldi alle aziende.Ho pensato subito al testo di Antonio Menna "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli" dove due ragazzi dei Quartieri Spagnoli, Stefano Lavori (Steve Jobs in "americano") genio dei computer che vive facendo il venditore ambulante e Stafano Vozzini (Steve Wozniak in "americano") studente in architettura inventano un computer innovativo nel loro garage, anzi nella loro grotta di tufo sotto i quartieri, e cercano
disperatamente i finanziamenti per mettere su il business che possa "scassare", renderli ricchi!
Ma Napoli, non è la California, Steve Jobs orfano siriano trovò Mika Markkula,un ricco industriale che ebbe il coraggio di finanziare le sue idee. I due "Steve" napoletani fra direttori di banca,commercialisti e una miriade di faccendieri che campano sui cosiddetti finanziamenti europei ed altro, di soldi non ne vedranno neanche l'ombra e allora, che fare? Pino Aprile nella prefazione al libro cita l'economista e Premio Nobel Amartya Sen: "le qualità personali sono necessarie , ma non sufficienti,perchè un uomo è quel che le circostanze gli consentono di essere", che cosa vuol dire ? Che chi nasce a Napoli non ha speranze?
Il romanzo di Menna ha la capacità di fotografare la sconfortante situazione dei giovani lavoratori napoletani,offre una speranza che la realtà,non la fantasia, ha confermato.
Sì, se Steve Jobs fosse nato a Napoli avrebbe inventato la Apple e non sarebbe stato "un pacco",il segreto è non arrendersi alle circostanze, ai pregiudizi alla rassegnazione.
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Verità apparenti
Ancora una volta Marco Malvaldi,dopo il thriller con soluzione "servita" da Artusi,ci offre un nuovo divertente giallo colto e arguto.I fatti: Massimo Viviani è un quarantenne che gestisce un bar,il Barlume, a Pineta dove sta cercando di dimenticare la sua ex moglie e sostanzialmente si fa gli affari propri.
I suoi più affezionati clienti sono Ampelio,suo nonno, e i suoi tre compari Gino,Aldo e Pilade, simpatici vecchietti che per arguzia,genio e battuta pronta ricordano quelli di "Amici miei".
Dunque i quattro "nonni", c'hanno tanto tempo "pe farsi gli affari dell'altri"! Un giorno Aldo racconta agli amici del bar che vorrebbe riaprire un ristorante come ai vecchi tempi,la
proposta l'ha ricevuta da Remo Foresti che però è un imprenditore chiacchierato.Remo Foresti,racconta Aldo, nel 1990 riuscì a comprare "come nuda proprietà" la magnifica Villa del Chiostro dell'industriale Ranieri Carratori, che prima del contratto godeva
di ottima salute e di molti debiti, dopo qualche settimana dalla famosa firma,invece si era ammalato di cancro e nel giro di due settimane era morto, "ma non è tutto" aggiunge Aldo, il dottor Davide Calonaci, genero del Carratori, fu accusato dalla sua compagna nonchè figlia dell'estinto di aver sbagliato la chemio e si suicidò alcuni giorni dopo.
Naturalmente ai vecchietti i conti non tornano,secondo le loro fervide immaginazioni il Carratori è stato avvelenato! Decidono di indagare,pardon, di farsi gli affari degli altri, ed ecco il primo grosso errore di Massimo che, pe fa il bischero, scrisse di suo pugno una lettera anonima indirizzata al bar nella quale si minacciavano tremende vendette contro i quattro spicciafaccende! Il secondo grossolano errore del barista fu quello di permettere ai quattro di consegnare la lettera al Commissario Fusco che anzichè mandare al diavolo i quattro vegliardi, riaprì il caso.
A questo punto al contrario di quanto dovrebbe fare un buon recensore di gialli, vi dico che la soluzione all'intricata vicenda è nelle pagine del Deuteronomio e in quelle dell'Ecclesiaste con traduzione di Erri De Luca: a voi la scelta
potete leggervi questi due "capolavori" o continuare a leggere Malvaldi che vi divertirà fino all'ultimo rigo.
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L'idiota sapiente
1Q84 Tokio , Aomame bella istruttrice di arti marziali è stata incaritaca
da una misteriosa attempata miliardaria di punire, uccidendoli, uomini che si sono macchiati di reati come stupri e maltrattamenti contro donne e bambine.
1984 Tokio,Tengo prof di matematica con la passione per la scrittura è contattato da un editor senza scrupoli,Komatsu, che gli propone di riscrivere il romanzo di una diciassettenne talentuosa ma dislessica di nome Fukada Eriko, questa truffa se andrà in porto, gli permetterà di dividersi i proventi di un prestigioso premio letterario.
1Q84 Tokio, Aomame ha ricevuto l'ultimo incarico, portato a buon fine il quale, cambierà identità,sparirà.Deve uccidere "Leader", capo misterioso di una pericolosissima setta religiosa:Sakigake.
1984 Tokio, Tengo riscrive il romanzo di Eriko,il testo vince il premio e sbanca in libreria,ma la diciasettenne è costretta a sparire,quelli della settta Sakigake la cercano, lei infatti è la figlia del Leader e nel libro ha svelato il segreto dei Little People.
1Q84 Tokio,Aomame è pronta ad uccidere Leader ma questo protrebbe comportare la morte
dell'unico amore della sua vita:Tengo.
Romanzo complesso e affascinante,accompagnati dalla Sinfonietta di Laos Janacek che fa da sottofondo musicale a molte vicende,lo scrittore giapponese sembra porci di fronte all'eterno dilemma: che cos'è la realtà?, come uno dei personaggi minori che soffre della sindrome del savant sembriamo geniali nel coglierne alcuni aspetti ma ignoriamo tutto il resto.
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Al marito non far sapere come è buono il moro con.
Ancilluzza,bella siciliana, vive una di quelle vite noiosamente rassicuranti,sposata con l'ingegnere capo di un piccolo Comune, due bambine Amalia e Caterina, una famiglia come tante della piccola borghesia di provincia.Un giorno però alla porta di Ancilluzza bussa la polizia, il marito Gaetano è
scomparso. Si pensa subito al peggio:basta aprire le pagine di cronaca di qualsiasi giornale italiano per capire che certe cariche pubbliche , soprattutto appalti e cemento fanno gola alla mala vita e Gaetano "a quaccheduno avrà pestato i peri!"
Dunque Ancilluzza, con due bambine,senza marito e senza lavoro, con mutui e debiti da pagare dapprima passa il tempo a chiànciri e ad "attapanarsi"poi grazie a Fifidda,sua sorella, tosta di carattere e di cuore, raccoglie i cocci della propria vita
e decide di trasferirsi a Strafalcello,baglio trapanese, zona turistica dove il vecchio padre possiede un magazzino. In questo luogo ameno, Ancilù e Fifidda che di professione
fa l'architetto, mettono su un negozietto di prodotti locali "Odori e Sapori".Il capitale iniziale è esiguo,mentre i debiti continuano a crescere,ma nonostante tutto la bedda matre siciliana prende coraggio e si dedica anima e corpo a costruirsi una nuova vita.La felicità sembra di nuovo fare capolino nella vita della mischina diversi mesi dopo la disgrazia:un pomeriggio bel raggio di sole entra nel suo negozio, si chiama Hamed, è alto bruno,ha fame!,lei gli serve il pane cunzato: taglia il pane e pensa a quei muscoli ben torniti,taglia i pomodorini
e pensa a quelle labbra rosse e turgide,affetta il formaggio e pensa a quei denti bianchi,pulisce le sarde vi spruzza origano e pepe nero e pensa all'odore di mare di quel corpo, dipinto fatimida,caduto dalla volta di una cappella palermitana,abbaglia,intriga,conquista!
Alncilluzza e Hamed "si assaggiano": eros e cibo sono il filo conduttore di quest'originale
romanzo da gustare fino in fondo,ma u pastizzu e che Gaetano tornò, vivu era...
di Luigi De Rosa
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E San Nicola disse:"Nessuno tocchi Caino!"
Durante una tormenta, sulle montagne dell'Anatolia in territorio frigio,il Vescovo Nicola e il fido novizio Libonio, diretti a Nicea per il Concilio voluto dall'Imperatore,giungono fortunosamente presso una locanda. Il rifugio è gestito da un uomo diabolico, un certo Marcione,detto Marcio (nomen omen!)che ha ridotto in schiavitù tre ragazzini che tratta peggio di cani rognosi.Nicola ,già fortemente indignato per la situazione di degrado fisico e morale in cui versano i bambini rimane sgomento quando, durante una passegiata di preghiera e raccoglimento nei boschi che circondano la locanda s'imbatte in una donna,la povera creatura è ridotta pelle e ossa,ruba gli avanzi agli animali,si chiama Grisa,è la madre dei tre ragazzini ma non la sposa di Marcio:che cosa è accaduto in quella locanda?Quale atroce delitto si è consumato?
In questa storia Santa Claus porta i doni più preziosi,conforto dove c'è sofferenza,libertà dove c'è sopraffazione,amore dove c'è odio. Un racconto interessante, lo stile mi ha ricordato alcuni racconti di Valerio Massimo Manfredi.
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Gringos,questo sogno non è in vendita
Una vecchia locomotiva corre solitaria circondata dall'abbraccio di un'immensa nuvola di vapore,attraversa una landa desolata, la sua meta è il sud del mondo.A bordo due amici si passano la zucca del mate,Luis sul suo taccuino continua a prendere appunti,scrive di uomini,assassini ed elfi, Daniel scorre le immagini sul piccolo schermo della sua macchina fotografica,vi sono immortalati eroi,gringos e fate.Questo libro è un"billete de tren" per il viaggio più emozionante che vi possa capitare.Seduti, al caldo della vostra camera, vi ritroverete a inseguire mandrie di pecore sferzate dal vento gelido australe,ma sarà la colt dello scherriffo Martin Scheffilds a farvi rabbrividire come faceva con Butch Cassidy e gli altri hijos de... che formavano il tremendo mucchio selvaggio.In Patagonia ci sono state donne come Elisabeth Walters Bakers che alle collane preferivano il winchester, che cercarono l'oro in miniere sperdute dove gli uomini avevano paura di andare e lasciarono, durante il loro cammino, una scia di sangue e piombo;ancora oggi se capitate dalle parti Caleta Tortes nella miniera di Madre de Dios potrete vedere scheletri di mapuche inchiodati alle rocce dai proiettili calibro 32 sparati da quella strega.Il Patagonia Express farà sosta in paesi che sembrano scintillanti cittadine svizzere,dove scorrono fiumi di birra e gli abitanti ,migranti teutonici,sventolano ancora le svastiche.Paesi che sembrano parti della fantasia di Tolkien, dove Elfi e Hobbit mangiano asados e i frutti saporiti dell'araucaria,sognarono di fondare Repubbliche Indipendenti abitate da rispetto e tolleranza per tutti, prima che le "truppe di Mordor",vale a dire l'esercito dei colonnelli argentini non li sterminasse tutti.Affaciandovi dai finestrini del treno vedrete l'ultima offesa fatta a questa terra meravigliosa,il filo spinato che delimita le proprietà comprate dai Benetton,da Ted Turner ,da Sylvester Stallone ed altri speculatori dell'ultim'ora;ancora una volta gli indios sono diventati ospiti in casa loro.
Se avrete la fortuna di fare questo viaggio fermatevi a casa di Dona Delia Ribera de Cossio, a 95 anni trasforma ancora le nuvole grigie tosate la primavera in lunghi fili di bianchi, crea maglioni che riscaldano il cuore: è inutile cercarli nei franchising.
di Luigi De Rosa
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Pastori,angeli,geogiane,asinelli e...
Napoli 1792 Tommaso Iannacone , figuraro napoletano, dopo un viaggio in carrozza che sembrava non finire mai,davanti a Suor Basilia e alla Badessa del convento di Sant'Agostino a Caserta, è basito,sconcertato, indignato! Invece dei tornesi pattuiti le suore
gli hanno offerto un bambino da tenere come lavorante si chiama Sebastiano, ma per tutti è "Purtuallo"(arancia).A malincuore Iannacone lascia la splendida Natività alle suore e torna a Napoli con quel bambino;ormai è solo, Ninì la sua splendida bambina se l'è portata via la Morte e la pazzia ha fatto il resto con sua moglie Lucia. Sebastiano da subito si rivela un tipo sveglio e ingegnoso, le sue mani lunghe fanno miracoli con l'argilla.Tommaso è felice, ha trovato un compagno,un amico,un figlio! Ma Tommaso è tutto fuorchè un egoista, una brutta malattia lo sta consumando anche fisicamente,non vuole che Sebastiano viva con lui una vita di stenti,decide di affidare "Purtuallo" all'amico Gaspare Riccio che è anch'esso presepista e scultore, la sua bottega rinomata in tutta Napoli diventerà polcoscenico degno del talento di quel bambino.Sebastiano,al contrario, interpreta questo affidamento,come l'ennesimo abbandono,è stato buttato via dai genitori,barattato per un presepe da Suor Basilia,e ora suo "padre" lo manda lontano,a servizio da sconosciuti in cambio di un tozzo di pane.Anni dopo "Purtuallo" viene chiamato al capezzale di Iannacone ,giunto nella vecchia bottega vede il padre adottivo ridotto pelle e ossa, le mani che hanno dato vita a mille pastori,angeli,animali,Re e soldati,bendate come quelle di un lebbroso, ma nello sguardo muto legge la gioia di rivederlo,legge la soddisfazione di aver fatto la scelta giusta e Sebastiano comprende l'atto d'amore che credeva abbandono.Sebastiano,commosso,afferra un pugno d'argilla ed immortala quello sguardo,Tommaso è diventato un pastore, merita di celebrare per sempre il mistero più grande .
Penisola Sorrentina ,estate 2009, Vicky si è appena svegliata , osserva un gabbiano tuffarsi nell'azzurro, scesa dal letto si precipita sul terrazzo inondato dal sole,colorato dalle bouganville, da lì può guardare tutto il paese verticale precipitare nella baia,sazia di vita si volta, sul tavolino c'è il regalo di benvenuto che le ha lasciato suo padre,è un astuccio,di quelli che si usano per i gioielli,apre la serratura dorata e guarda,stupita, dentro c'è un pastore, è storpio,sdraiato su di un fianco,le mani bendate ,ma gli occhi scintillano d'amore...sulla targhetta c'è scritto "lo scurnuso".
Questa è la lunga storia di una statuina e di un amore che attraverseranno i secoli come il mistero del Presepe. Presepio dal latino "prae saepes" vuol dire letteralmente innanzi al recinto, ed è in questo recinto che dovrete entrare per capirne il magnifico mistero che cela,ma attenzione:
la chiave per aprirne il cancello è ben nascosta, questo romanzo vi fornirà importanti suggerimenti per trovarla.
di Luigi De Rosa
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Cappello e guanti?
Il Commissario Ricciardi e il suo fedele brigadiere Maione sono chiamati ad indagare su di un efferato delitto, a Mergellina una coppia, Emanuele Garofalo,capitano della milizia portuale, e la consorte Costanza sono stati ritrovati dal portiere nella loro abitazione barbaramente assassinati. La donna sgozzata con un sol colpo mentre il marito sembra San Sebastiano per quante ferite ha sul povero corpo martoriato.Ricciardi e Maione ,dopo gli interrogatori di rito ai pochi testimone,il portiere e due zampognari di Baronissi che avrebbero dovuto suonare la novena per i signori Garofalo il venerdì prima della Vigilia,durante il sopralluogo,ascoltate le osservazioni del medico legale ,il dottor Modo, trovano ai piedi del bellissimo presepe di casa Garofalo, la statuetta di San Giuseppe fatta a pezzi: si tratta di una semplice coincidenza o l'assassino ha voluto lasciare un messaggio ben preciso e a chi?
Il nuovo romanzo di Maurizio de Giovanni non a caso è ambientato nel periodo natalizio perchè man mano che si procede nella lettura sembra di assistere alla costruzione di un presepe, niente è lasciato al caso, se nel presepe le rovine del tempio rappresentano la fine del paganesimo, nel romanzo ci sono le mecerie di amori traditi e vite spezzate,la taverna rappresenta il vizio e nel romanzo non mancano le figure meschine,lussuriose e colleriche.Il banchetto rappresenta l'egoismo che lascia fuori dalla porta degli ostelli Maria e Giuseppe e nel racconto saranno molti quelli che gireranno le spalle agli amici in disgrazia,nel presepe c'è il ponte che rappresenta l'unione tra i vivi e i morti,il commissario Ricciardi è il pastore fermo su quel ponte ,"condannato" ad ascoltare i morti.Infine Benito,il pastore addormentato, simbolo dell'ignoranza risvegliata dalla vera fede, nel romanzo Maione,Ricciardi,l'affascinante Livia,il disgraziato Antonio Lomunno,l'infame Biagio Candela,Rosa,Enrica tutti avranno modo di "risvegliarsi" toccati ognuno da un'emozione che rischiarerà le loro vite,lenirà i loro dolori,calmerà i loro tormenti.
Dimenticavo, nel presepe c'è anche il pozzo,rappresenta l'abisso dove si può cadere,la porta per gli inferi e lì in fondo che troverete l'assassino.
di Luigi De Rosa
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Che cos'è una fillette?
(...)di colpo Alex capisce.Non sono più solo i croccantini.Lo capisce quando vede la testa di un enorme ratto emergere dal bordo del cestino.Nel suo campo visivo,sul coperchio della gabbia,altre due sagome scure sfilano velocemente,accompagnate da quei fruscii che ha già sentito.Le sagome si fermano e infilano la testa fra le assi,proprio sopra di lei.Due ratti, ancora più grossi del primo,con occhietti neri e brillanti.Alex non riesce a trattenersi, urla da farsi scoppiare i polmoni.E' questo il motivo per cui l'uomo lascia i croccantini.
Non per nutrirla. Per attiraarli. Non sarà lui ad ucciderla...
Alex, la protagonista di questo thriller sconvolgente, è in una fillette (vergine) così Luigi XI chiamava questo terribile strumento di tortura formato da una gabbia che costringeva il condannato a rimanere accovacciato in un piccolo spazio fino a quando le giunture non collassavano saldandosi,i muscoli si atrofizzavano,si finiva per morire schiacciati dal proprio peso in mezzo alle proprie deiezioni,pazzi per il dolore. Chi ha imprigionato questa bella ragazza dalla vita apparentemente normale, ma soprattutto: finirà divorata dai topi?
A questa fine orribile la potrà sottrarre solo il commissario Camille Verhoeven ,un poliziotto fuori dal comune, per intelligenza e altezza,infatti capacità e intuito lo pongono al di sopra di tutti i suoi colleghi del commissariato parigino dove lavora, ma quanto ad altezza, non arriva al metro e quaranta.Comunque sia, si sà, anche a Parigi il vino buono stà nelle botti piccole.Il problema è che Camille dopo la terribile morte di Irène,sua moglie, rapita e uccisa da un pazzo, di indagini non vuol più sentir parlare.
Quando Le Guen , il suo capo, lo "costringe" a seguire questa intricatissima vicenda è per Irène che decide di accettare,ma bisogna fare presto, gli indizi per capire chi ha rapito e dove tiene la ragazza sono veramente pochi e i ratti hanno cominciato ad annusare il sangue che li accita maledettamente:fai presto Camille!
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Sarai pastore del suo corpo
Questa raccolta di racconti di Veronesi ci regala una galleria di personaggi interessantissima di padri e figli,mariti,mogli e amanti,tutti alle prese con il dolore nelle sue varie manifestazioni fisiche e psicologiche.Quello più bello, a mio modesto parere è "Profezia" che apre la raccolta raccontando una storia che ,ahimè molti di noi, hanno avuto la sfortuna di vivere, quella di una malattia chiamata cancro.Avremmo fatto volentieri a meno di conoscere Asl,pratiche burocratiche,specialisti e con l'andare del tempo ,come il personaggio del racconto,avremmo preferito dimenticare la terminologia medica,la posologia dei medicinali e tutte quelle metodologie,tutti quei protocolli che chi è sottoposto alla chemio impara a conoscere,pratiche che ti entrano non solo nel corpo ma nell'anima concime chimico di speranze che spesso non danno frutti.Eppure , in questo immane disastro, c'è una luce che poche volte rischiara le ombre delle nostre piccole vite, quella della solidarietà , dell'amore per il prossimo. Quando sei di fronte alla sofferenza di un uomo e con umiltà,coraggio,rabbia e testardaggine impari a diventarne il pastore del corpo, a seguire quel gregge impazzito di metastasi che pascola il suo corpo martoriato,avrai capito cosa vuol dire essere umano e cosa non lo è.
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La pentola d'oro
Fedele Solmi è un editore rampante ed un imprenditore senza scrupoli,ma la sua azienda ha i conti in rosso, deve assolutamente trovare un bestseller per risollevare le sorti della sua casa editrice. Fra i suoi scrittori c'è la famosa Serena Drago capace di vendere una media di 270mila copie a romanzo,ma la sua vena artistica sembra essersi esaurita da quando il suo compagno,l'eploratore Ciro Tempesta,è morto in un tragico incidente.Serena Drago ha dunque deciso di elaborare il suo lutto in una comunità New Age chiamata "La Quercia del terzo Salmo", un rifugio che le ha dato quella serenità che credeva di aver perduto,in realtà, è finita nelle grinfie di un'altra impreditrice senza scrupoli, la direttrice della comunità madame Margaux Tielmann(mamma e papà nazisti tanto per capire il personaggio) che vuole mettere le mani sull'immensa ricchezza della famosa romanziera.
Fedele Solmi è deciso a riprendersi la gallina dalle uova d'oro, fra i suoi scrittori c'è quello sfigato di Stefano Refoschi capace di collezionare un flop dietro l'altro ma ,incomprensibilmente amato alla follia dalla Drago, il piano che l'editore espone al Refoschi è tanto semplice quanto cinico: Stefano si iscriverà nella comunità farà la corte alla Drago,quest'amore ritrovato sarà la benzina che metterà in moto nuovamente la produzione letteraria dell'autrice che tornerà a sfornare bestsellers.Contemporaneamente a Roma c'è un altro editore rampante Eddo Pirroni,self made man,che dal profondo Sud è giunto nella capitale dove ha messo su un'azienda che si occupa di manualistica ma ha deciso di fare il salto di qualità;dall'amante, una vecchia nobildonna romana ha sentito parlare del rifugio dove vive ora Serena Drago,anche lui è deciso a conquistarla.Intanto alla "Quercia..."Stefano fa la conoscenza della direttrice Margaux Tielmann,fra i due c'è odio a prima vista, e della sua segretaria Ondina Santilli,fra i due c'è sesso a prima vista ed infine di Serena Drago,fra i due c'è qualcosa che non va a prima vista.Sempre alla "Quercia..." arriva il fidato segretario di Solmi,Vito Capaldi,incaricato di verificare che lo scrittore non sbagli talamo ed infine Isa la moglie fedifraga di Solmi che vuole spiare Vito il suo amante.
Vi ho confuso abbastanza le idee ? In realtà in questo testo tutte le vicende sono raccontate in modo chiaro e lineare, Gaetano Cappelli ha scritto una commedia brillante che fa il verso all'intero mondo editoriale, l'intreccio,la parodia,le battute ricordano quelle dell'Operetta di un vaudeville che vi divertirà dall'inizio alla fine.
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Storia di una gazzella
"Mani annaspano in superficie.Polmoni scoppiano senza rumore.Corpi calano verso il fondo basculano come scimmie su perdute liane.Creature di sabbia gonfie di mare,sbrindellate dalla fame dei pesci".
In poche righe la Mazzantini riassume l'oscena tragedia che da secoli si consuma nel Mare Nostrum, ed è questa tragedia che fa da sfondo a questo romanzo di profughi.Ci sono i Tripolini cacciati dal tronfio Mu 'ammar dalle loro case,dalla loro terra che si scoprono di punto in bianco nè Italiani, nè Taliani ma apolidi, perchè i profughi non hanno mai nazione non sono amati da nessuna nazione, solo sopportati e presto dimenticati.
Ci sono i Libici che fuggono nuovamente il Mu'ammar che hanno scoperto essere un tiranno non più padre liberatore. Ci sono due ragazzi Farid e Vito e le loro madri Jamila e Angelina, c'è un mare a dividerli e un deserto ad unirli, le loro vite sono come la cera d'api con la quale i genitori fabbricavano candele nel piccolo villaggio, quando le fiamme della Storia le lambirà esse inevitabilmente riveleranno tutta la loro debolezza liquefacendosi.
di Luigi De Rosa
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Ritratti di un copista
Jasper Gwyn,scrittore di successo,un giorno, di punto in bianco, spedisce una lettera al "Guardian", dalle colonne del prestigioso giornale annuncia che smetterà di scrivere.
Tom Bruce Shepperd,agente letterario e amico di vecchia data di Mr Gwyn, raggiunge telefonicamente il suo artista in Spagna dove si è rifugiato,per capire cosa effettivamente gli sta succedendo.All'inizio aveva creduto in una trovata pubblicitaria dell'amico scrittore,poi,col passare del tempo e dopo lunghe conversazioni telefoniche,si è reso conto che c'è qualcosa che non va, la tipica eccentricità di Jasper ha lasciato il posto alla pazzia?
Tornato a Londra ,Jasper viene contattato da Rebecca, segretaria di Tom che non vuole arrendersi all'idea che l'amico getti alle ortiche una splendida carriera,ma ancora una volta Jasper sorprende tutti: ha deciso, farà il copista, scriverà ritratti!
Rebecca e Tom ,rimangono basiti, il loro assistito ormai ha perso il senno: come si fanno a scrivere ritratti? Come tutti i geni o i pazzi, Jasper tira dritto per la sua strada, darà fondo a tutti i suoi risparmi per mettere su uno studio elegante e sceglierà Rebecca come prima modella, per cinquemila sterline,quattro ore al giorno,per trentadue giorni, Rebecca poserà per lui e cosa sorprendente,scriverà il ritratto.
Come si fa a scrivere un ritratto? Beh ci vuole uno studio non troppo grande,macchie di umido alle pareti,tubature rumorose, una serie di lampadine modello Caterina de Medici, un divano,carta, penna...e un copista naturalmente.
Questo romanzo è intrigante e molto diverso dagli altri di Baricco, la "pazzia" di questo pesonaggio ti tiene incollato alle pagine del libro, cerchi diperatamente di capire dove voglia andare a parare, alla fine anche noi lettori vorremmo dare una sbirciatina ai suoi ritratti e i colpi di scena finali qualcosa ci faranno intuire.
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Mammamia Lolì,e chi sei tu,Agatacrìsti?
Il commissario Lolita Lobosco l'immagino seduta,in un tardo pomeriggio d'estate, su uno dei sedili in pietra che si trovano sul Lungomare Imperatore Augusto.Libera dai tacchi che le tormentano i piedi, libera dalle scatoffie, dagli intrighi di Questura, da mariti scomparsi e amanti infedeli che le tormentano il cervello, libera dall'abbraccio di Danilo che le tormenta il cuore ma completamente inevitabilmente prigioniera di Bari.
La bella poliziotta, finalmente si riposa,lontana dalle lamentele di Marietta e dalle tresche di Nicolamio.Lolì è nel suo angolo di Paradiso: Bari vecchia "un formicaio ebbro di vitalità"come la definì Calvino.Di fronte a lei c'è un'immensa arancia rossa che si tuffa nell'Adriatico, i suoi raggi le riscalderanno l'anima per sempre.Ora potete cominciare a leggere questo brioso giallo, fatto di orecchiette,frittura di paranza,sole,mare, indagini su feisbùc(facebook),mafia Montenegrina ed eredità contese, ma prima, date retta a me,pagina 216 scoprite che cos'è la "crudaiola",mannaggiattè signora Lobosco!,Addio dieta!
di Luigi De Rosa
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Chissa se và ma sì che và
In questa storia ci sono uno psicologo Mr Wolf, il primo a mia memoria, che manda al diavolo un proprio paziente e arriva a rimbosargli 80 euro di onorario,c'è Vincenzo Malinconico,il protagonista,di professione avvocato capace di rompere i c... al suo psicoterapeuta di cui sopra, capace di innamorarsi durante un check in di Gigliola Imbriaco,bella e seducente come l'attrice Emmanuelle Bèart, capace di rompere anche con quest'ultima per poi non rassegnarsi alla fine di quest'amore struggente e quindi capace (perchè Malinconico la vita se la deve complicare!) di finire a letto con la sua migliore amica, Viola, prima che la stessa convoli a giuste nozze con Marco,povero diavolo!.Bel casino ,vero? E doveste vedere quello che c'è nella testa di Vincenzo!
Ma questo romanzo sarebbe la solita storia d'amore complicata se non ci fosse Raffaellà Carrà.
No, non sono impazzito , ma credetemi, quando l'avvocato Malinconico comincia a discorrere di "Rumore" per poi passare a "Forte,forte forte" e finire con "Chissà se va" vi renderete conto che si può parlare d'Amore ,quello con la A maiuscola,senza essere banali anzì più profondi di una poesia di Prevert ricorrendo a quelle che ingiustamente definiamo canzonette.
Dunque prima di cominciare a leggere questo libro vi consiglio di cercare su Yuo Tube : Peppino di Capri in "Piano piano Dolce dolce" e di lasciarvi cullare dalla musica anni settanta, sarà l'atmosfera giusta per gustarvi al meglio questa lettura:
...E cerco di distrarmi e non pensare
ho tanti inviti e dico sempre no
Potresti farti viva all'improvviso
e che diresti se non fossi qui...
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Solo sesso,siamo Inglesi
Terminata la lettura di questi racconti di due cose sono certo, la prima è che Alan Bennett sa raccontare pregi e difetti,miseria e nobiltà, della gente cosiddetta comune come nessun altro, la seconda è che il titolo della raccolta in italiano è orribile, meglio l'originale "Two Unseemly Stories".Il sesso non è una cosa "sporca", le due storie raccontate da Bennett non sono "sporche" ma "unseemly", "sconvenienti"probabilmente se vogliamo essere bacchettoni sì,e senza ombra di dubbio come sottotitolo avrei aggiunto: non è mai troppo tardi per scoprire le gioie del sesso .Nel primo racconto una vedova di mezza età che vive facendo la paziente simulata presso un ospedale universitario, scopre grazie ad una coppia di studenti , suoi pigionanti, la bellezza del sesso dopo aver passato la vita con uno stoccafisso (parlo della buon'anima).
Nel secondo episodio Graham Forbes, un giovane adone di belle speranze sposa Betty, un'orfana vecchia e brutta(per la disperazione di mamma Forbes!): avrà fatto questa scelta dopo aver saputo che il padre della tardona collezionava azioni di quelle a rendita milionaria, non le junk bonds che rifila ultimamente il mercato? Ma la parte più divertente della storia la vivrà Betty dopo il matrimonio, sì perchè la famiglia di irreprensibili borghesi formata da Mr and Mrs Forbes & Son sotto le coperte nasconde più di un segreto.
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La normale consapevolezza dell'essere
(…)Quando penso a te il cuore s’affastella e perdo la cognizione del tempo e dello spazio.Sono sensazioni splendide dovremmo fare la collezione di emozionalità simili e invece ci impelaghiamo nella pigrizia dei sentimenti. Il mio amico non vedente ha nel palmo della mano i ricordi più belli dei suoi amori e nelle orecchie le melodie delle voci delle sue donne,ha una memoria
visiva più vivida e fiorente della mia…Il mio amico non udente ha un album di fotografie colmo di amore e pulsioni e detta poesie così sonore e belle che il vento con orgoglio e devozione trascina
con sé per le vie del mondo disadorno.
Il protagonista di questo romanzo è un uomo normale che vive una vita normale: la mattina esce dal proprio appartamento per recarsi a lavoro, dedica quattro cinque benedizioni alla signora dell’ultimo piano che ,come al solito,ha lasciato aperta la porta dell’ascensore al piano terra e per lui si configura l’ennesima discesa a piedi.Quando giunge al lavoro, dopo essersi misurato con la maleducazione degli altri guidatori, aspetta fiducioso l’ora di pranzo,quando sarà finalmente solo e consumerà in santa pace il suo frugale pranzo.Poi di nuovo a casa da moglie e
figli. Invece quello che non è normale in questo romanzo è il modo originale che ha scelto Silvestri di descriverci la normalità. Lo scrittore non racconta solo ciò che fa il protagonista ma soprattutto il flusso ininterrotto di pensieri che accompagnano il suo vivere,come se fossimo dentro il suo cervello nel pensiero pensante e pensato. Per apprezzare meglio questa tecnica bisogna approfondire la conoscenza di un mistico armeno ,Georges Ivanovic Gurdieff vissuto a lungo a Parigi e morto a New York nel 1949 molto apprezzato da artisti e scrittori dell’epoca. Gurdjieff approfondì lo studio del sufismo e alre religioni orientali, poi sviluppò delle tecniche di “lavoro sul corpo e sulla mente che permettessero di superare gli automatismi psicologici ed esistenziali che sono propri della condizione umana. Fondamentalmente Gurdjieff era convinto che la
vita da tutti noi è vissuta in uno stato di veglia e di “sonno”.Il
mistico, per superare questo stato, sviluppò delle tecniche che permettevano di lavorare su se stessi così da raggiungere livelli superiori di vitalità e di consapevolezza. Nel romanzo di Silvestri è questo che sembra fare il protagonista ,un lungo lavoro che lo porterà alla consapevolezza piena della sua vita e del suo rapporto con gli altri. Il testo è interessante
ma di non facile lettura come del resto la maggior parte dei testi che cercano di romanzare determinati paradigmi filosofici.
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"Giunge la morte in un'ora strana,non annnunciata,
"Giunge la morte in un'ora strana,non annnunciata, non pianificata,come un terrificante ospite in eccesso di amicizia che ti sei portato a letto"(Tempesta Elettrica di Jim Morrison)
Roma ,luglio 1982, la città è deserta, c'è solo qualche turista Giapponese che fotografa i Romani tutti con lo sguardo rapito dalle immagini televisive che ritraggono un campo di calcio e due squadre, Italia e Germania che si fronteggiano.Peccato che Elisa Sordi non sia rimasta in casa con la mamma Giovanna a guardare la partita come gli altri, a quest'ora il suo corpo senza vita non sarabbe in balia dei topi del Tevere,sulla sua schiena non ci sarebbe incisa una lettera:la firma dell'assassino?,"una lettera scarlatta" per infamare, denigrare,la povera ragazza?,che peccato avrà mai commesso?
Chiamato ad indagare su questo delitto è l'ispettore Michele Balistreri, uno che in gioventù era stato una testa calda,iscritto ad Ordine Nuovo la sua coscienza si era fermata là dove erano cominciate le stragi nere, tornato all'Università aveva conseguito la laurea in Filosofia e,vinto il concorso in polizia, si era sepolto in un piccolo commissariato dell'Urbe a mettere in ordine scartoffie e collezionare amanti, l'attività più impegnativa , fino a quel maledetto luglio, per Belistreri era la partita di poker con suo fratello Alberto e Angelo il suo miglior amico. Michele Belistreri non è il commissario senza macchia, che sbroglia le mattasse e acciuffa gli assassini in men che non si dica,non è un eroe da serie televisiva, è una persona normale, come tutti noi: molti difetti e qualche pregio, si trova invischiato in una serie di delitti e in situazioni più grandi di lui, sbaglia spesso,ma non molla mai, è testardo, sa ascoltare, sa valorizzare i suoi uomini e alla fine riesce a scovare il Male.
Se con "Canale Mussolini" abbiamo imparato a conoscere un grande narratore, con "Tu sei il male" finalmene scoprirete come si scrive un giallo.
di Luigi De Rosa
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Latte e Whisky
I protagonisti del racconto sono uno scrittore perseguitato dalla Camorra e Angelo il suo caposcorta, entrambi sono alle prese con una vita diventata maledettamente difficile, sono uomini liberi prigionieri dell'arroganza della Gomorra e dell'impotenza dello Stato. Governi ricorre spesso alla descrizione dei sogni e degli incubi dei protagonisti e proprio questa atmosfera onirica contribuisce a rendere il quadro della vicenda inquietante. Spesso ho avuto l'impressione che lo scrittore volesse dare a noi lettori la possibilità di calarci interamente nei panni di chi a causa "del vizio di scrivere" e "della cattiva abitudine di raccontare la verità", in una società che esalta la menzogna e la furbizia nei fatti, vede la sua vita trasformarsi in tragedia, non a caso fra le persone che ringrazia a fine racconto fa capolino il nome di Roberto Saviano, uno che sa benissimo che "chi scrive muore".
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Donne e uomini sull’orlo di una crisi di nervi
In questa raccolta di racconti Curzia Ferrari, analizza le debolezze, i tic, le nevrosi dell’uomo contemporaneo. C’è la vecchia attrice che cerca nell’avventura con il giovane scandinavo di ignorare l’infame vecchiaia che avanza inesorabilmente, l’industrialotto che nonostante i soldi soffre per un cognome ridicolo, ma quando è pronto con gli amici a festeggiare il cambio di cognome che gli è stato concesso impazzisce definitivamente perché il secondo è ancora più denigratorio. Ci sono racconti sull’amore quello che dura tutta la vita, quello che sembra scomparire per diventare sogno per poi tornare realtà un giorno, quando meno te lo aspetti. Ci sono gli amori infedeli e quelli non corrisposti, fatti amarissimi calici. Ci sono le passioni,quelle sportive,quelle rossonere!,Rivera e Pippo Inzaghi su tutti. C’è anche tanta letteratura nei racconti di Curzia Ferrari,Gorkij,Dostoevskij e l’odiato Miguel de Cervantes Saavedra che , ahimè!, finisce in pasto ad una capra, del resto, la scrittrice mi perdoni, ma lei che ha confessato di amare fra tutti i personaggi di carta Stavroghin, ha fatto fare al povero sognatore iberico una fine “Demoni...aca!”
di Luigi De Rosa
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Condijun letterario
All'inizio di questo saggio Pietro Citati ricorda di quando bambino trascorreva le vacanze estive a Cervo Ligure , salendo le infinite scalette che lo conducevano a casa incrociava lo sguardo e il saluto con il vecchio barbiere che a fine giornata nella bottega consumava il suo parco ma sostanzioso pranzo: il condijun, un'insalata fatta di cipolle,basilico,peperone,olive, acciughe e soprattutto pomodori, di quelli che il barbiere coltivava personalmente nella sua striscia di terra.
Quei pomodori non avevano nulla a che fare con quelli che si trovano nei mercati ortofrutticoli e al banco degli ipermecati insipidi e pallidi, quei pomi nati dal suolo ligure erano realmente cresciuti accarezzati dai raggi dorati del sole, con poca acqua e tanta cura, frutti dalle forme più strane e dal sapore divino. Questa raccolta di articoli è proprio un "conduijun" condito con lo stile , l'intelligenza e la cultura che da sempre contraddistinguono questo grande scrittore.Citati dedica le sue analisi ai "maestri del male" come Stalin e Osama Bin laden, ai disastri delle riforme scolastiche, soprattutto quella universitaria delle lauree brevi, al consumismo ottuso, al modo discutibilissimo di rendere le mostre d'arte un'occasione per riempire all'inverosimile musei come fossero stadi di calcio: chi riuscirà a godere della belleza della "Regazza con l'orecchino di perla di Vermeer con cento persone che spingono,sudano,chiacchierano davanti al quadro? Gli articoli sono cinquanta ed è impossibile riassumerli tutti, cito infine una chicca, il racconto di un compagno di scuola speciale, Silvio Berlusconi, com'era fra i banchi di scuola con i suoi amici il nostro Presidente del Consiglio?
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Mercanti,streghe e pittori
La Vucciaria è uno splendido mercato palermitano, uno dei protagonisti del romanzo dice :" la luci di fini luglio pare che passa na' mano di virnici frisca
ai colori delle merci esposta sopra le bancarelle, fanno macari doliri gli occhi". La Vucciaria è così bella che fa "doliri gli occhi" , gli occhi di un grande come Renato Guttuso, infatti Camilleri questo romanzo lo ha scritto per il centenario della nascita del grande pittore siciliano. Prendendo spunto da uno dei capolavori dell'artista: "la Vucciaria",lo scrittore agrigentino dà vita a due storie d'amore che si alternano in brevi capitoli, la prima ambientata nella Palermo del Seicento racconta una tragedia che si consuma fra le bancarelle,una storia di stregoneria e invidia che sarà la causa della condanna a morte di Anna Canzonieri,murata viva dai boia della Santa Inquisizione,unico peccato: essersi innamorata dell'uomo sbagliato. L'altra vicenda è ambientata nella Palermo contemporanea, Andrea Camilleri sembra aver voluto dare vita alla coppia di giovani che possiamo ammirare nel quadro di Guttuso,anche qui si consumerà una storia d'amore e di tradimenti, perchè l'eros più d'ogni altra cosa sembra essere il deus ex machina di quel pittoresco mercato fatto di cibo,colori,omini e fimmini.
Renato Guttuso dipinge la Vucciaria
Il testo è arricchito da un saggio su Guttuso di Fabio Carapezza e da splendide illustrazioni.
di Luigi De Rosa
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Madame e Monsieur ecco a Voi: Vaclav il magnifico!
Rasja e Oleg sono due migranti russi di ultima generazione,di quelli che nonostante la perestroika,i colossi economici come Gazprom e le promesse di benessere per tutti del "lupo alpha"( il signor Putin, wikileaks docet)avevano comunque dovuto fare le valigie ed andar a cercar fortuna nella vecchia America. Oleg ,architetto in Russia,a New York fa il tassista,Rasja invece è tutta concentrata sull'educazione del loro unico figlio: Vaclav "il magnifico.A Vaclav,quando era a Mosca, avevano regalato un libro per imparare l'inglese,si trattava della biografia del mago Henry Houdinì,così il bambino aveva cominciato a coltivare il sogno,una volta giunto a New York,di diventare un "magnifico" mago ed avere per assistente la sua piccola e bellissima Lena,l'unica amica americana.Lena era anch'essa figlia di emigrati russi, viveva a New York con una zia, Trina,di professione spogliarellista dalla dubbia moralità.I due bambini trascorrevano lunghe giornate insieme facendo i compiti e soprattutto preparando un grande spettacolo di magia da tenere un giorno nel più grande teatro di Coney Island proprio come il magnifico Houdinì. Un giorno però Rasja, che spesso si preoccupava del benessere di Lena,non fidandosi di quella sbandata di Trina, si recò a casa di quest'ultima per portare la cena alla bambina ed entrata nella camera di Lena fu testimone di una tragica realtà destinata a scombussolare la vita di tutti gli attori di questa storia.
Questo è un romanzo d'amore impastato di gioia,sogni e dolore.Un romanzo sui bambini abbandonati e su quelli ritrovati.Un romanzo sulle madri,quelle vere e quelle semplicemnete biologiche.
Vaclav e Lena un giorno si recano nell'aula per bambini stranieri per un ripasso, la vecchia insegnante prima di cominciare la lezione spiega agli alunni le cose da fare in caso di incendio e poi chiede agli stessi cosa salverebbero nel caso si verificasse realmente un incendio.Vaclav si guarda intorno,è stupito e incerto,molto dubbioso su cosa rispondere, tutti gridano: il mio zaino signora maestra!,i miei colori maestra!,la mia playstation maestra! Vaclav, si sente diverso,ma alla fine decide cosa rispondere, perchè lui in caso di incendio,salverebbe solo una cosa:Lena.
di Luigi De Rosa
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E.T. cerca casa, pianeta numero sette o numero tre
Marcos è alla finestra, guarda distratto il formicaio di uomini e donne che è in fondo a Plaza de Santa Ana,sua madre, la sua amatissima madre, è morta; un dolore immenso lo stà tormentando, ha deciso così di iniettarsi la "cetamina" un nuovo tipo di sostanza chimica che elimina negli uomini la necessità di dormire, "regala" ai fruitori una vita con giornate di 24 ore, non c'è bisogno di riposare,il movimento è tutto,la vita vissuta raddoppia, i sogni belli o brutti spariscono!
Marcos, da un'ora sta aspettando che arrivi il chimico che gli venderà le iniezioni, d'un tratto il telefono squilla,il suo capo gli chiede di rientrare immediatamente in centrale, la notizia che gli grida nella cornetta è sconcertante: "Abbiamo catturato un extraterrestre!, devi venirlo a interrogare,subito!"
Come potete ben capire , da questa breve introduzione , questo è un romanzo particolare, a metà strada fra la "Profezia di Celestino e l'Alchimista", lo scrittore con non poca fantasia vi porterà a riflettere sull'amore,il sesso e la morte, dunque , come potete intuire, solo qualcuno che è straniero sul nostro pianeta potrà offrirci una lettura completamente originale di questi tre enigmi.L'appuntamento è davanti al Teatro Espanol in Plaza de Santa Ana, danno "Morte di un commesso viaggiatore", "Arthur Miller" vi darà il primo indizio per la soluzione degli enigmi.
P.S.: Il testo è di facile lettura, speravo ,tradito dalla pubblicità e dalle vendite in Spagna,in qualcosa di più originale, come la citata "Profezia..." fa parte di questo genere che ha la pretesa di rivelarci grandi verità ma alla fine sa solo annoiare con le banalità.
di Luigi De Rosa
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La verità è la bugia alla quale decidi di credere
Delicato e inquietante, potrei definirlo così in estrema sintesi questo romanzo del rumeno Adrian Chivu.Proprio come il più famoso "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" di Mark Haddon, il protagonista e io narrante del romanzo è un ragazzino che soffre di una particolare forma di autismo,mentre il padre e la madre sono alle prese con una dolorosa separazione.In particolare l'amatissima madre è disperata e soprattutto non vuole in alcun modo accettare la perdita del marito che combatte con frustranti e inutili scenate di gelosia.
Il ragazzino rinchiuso nel suo mondo fatto di alberi,uccelli,colori e numeri cerca di interpretare il mondo adulto molto faticosamente soprattutto perchè la nonna materna lo odia di un odio profondo e spietato,la vecchia, gretta e meschina, è convinta che la causa dello sfascio familiare sia proprio quel "ritardato,balordo" del nipote.
Un giorno la vecchia bavosa scompare, la figlia e il genero la cercano invano per settimane, infruttuose si rivelano all'inizio anche le ricerche del commissario di zona, eppure ,c'è un dubbio che scarnifica piano piano la giovane figlia e noi lettori, il bambino ha disegnato la nonna fatta a pezzi e poi gettata nelle condutture delle fogne...è questa l'amara verità?
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"Da lassù,dalla cima dei baci si può scendere poi
Erri De Luca, poesie scritte in prosa, non so come altro descrivere la bravura di questo autore.In questo nuovo romanzo ha raccontato l'età "del divenire": dieci anni.A dieci anni non siamo più bambini ma non siamo nemmeno uomini.A dieci anni,nè carne nè pesce, cerchiamo il nostro posto nel mondo senza sapere neache chi siamo?, che siamo?
A dieci anni, il protagonista del romanzo narra del padre che , finita la Prima Guerra Mondiale, ha scelto di cercare fortuna negli States, a casa ha lasciato la moglie con due figli.A dieci anni ,durante le vacanze su un'isola, il protagonista scopre la passione per la pesca e soprattutto conosce Lei, l'altra metà del cielo.
A dieci anni , l'impasto di sangue,ormoni,pensieri,dubbi e sofferenze ti porta a solcare mari sconosciuti dove è facile perdere la rotta,affondare.Solo i sentimenti, solo l'Amore rappresenta la luce,il faro nella notte buia
(...)a loro insaputa spuntò nei corpi l'appetito,la sete,l'entusiasmo....la prima notte sembrò a loro il resto della giorno uno,sbriciolato in puntini luce...non sapevano se sarebbe tornato il sole allora si abbracciarono.Le bocche si trovarono accanto e inventarono il bacio,il primo frutto della conoscenza (...)
Sono un appassionato lettore di De Luca, mi dispiace muovere una critica al Maestro, ma il limite di questo testo è nella ripetizione di temi già trattati,vedi Tu mio, Non ora non qui,l'Isola è una conchiglia...da un grande scrittore mi aspetto sempre qualche nuova "illuminazione",sono troppo esigente?
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Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie
Che provereste se d'improvviso una truppa di soldati piombasse in casa vostra, si accampasse nel vostro giardino, scavasse le latrine nel piccolo cimitero di famiglia, entrasse in casa vostra, vi derubasse di tutto e poi, cucina e dispensa requisite per il rancio dei "signori" ufficiali?
E' scontato, vi "indignereste!," per usare un verbo dei giorni nostri, la famiglia Spada che vive a Refrontolo piccolo paesino del trevigiano a qualche miglio dal Piave dove i soldati Italiani e Austrici fanno testa o croce con la morte, dopo la sconfitta di Caporetto, si vede piombare in casa gli Austriaci, Guglielmo ,il patriarca scrittore attaccato al suo Belzebù, sua moglie Nancy, indomita scozzese, donna Maria e il piccolo nipote Paolo, orfano di padre e di madere,io narra te di tutto il romanzo,vivono a Villa Spada,ormai ospiti in casa propria!
Nancy , non si dà pace, da vera britannica mette su un servizio di spionaggio, aiutata dal maggiordomo Renato (in realtà Maggiore Manca dell'esercito Sabaudo) e cerca di combattere in tutti i modi gli odiati crucchi, alla fine però i bastardi scopriranno gli inganni, ma a pagare sarà chi non ti aspetti. Romanzo splendido, affresco di un periodo,quello degli ultimi anni della Prima Guerra Mondiale ingiustamente trascurati sui banchi di scuola. Insieme a "Canale Mussolini" uno dei romanzi storici più belli degli ultimi dieci anni:un capolavoro di stile,contenuto e cultura.
di Luigi De Rosa
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Gli uomini? Cavie perse in un labirinto
Questa è la fiaba del piccolo Morfeo, la sera di Natale guardava fuori dalla finestra la neve dipingere di bianco le case e le strade del suo paese,mentre in cucina i nonni e i genitori preparavano la cena, d'improvviso, "una persiana pesante come una bara",incardinata alla parete da moltissimi anni,si staccò e colpì il bambino in mezzo alla testa",lo portarono in ospedale dove sopravvisse grazie ad un "veleno".Questa è la storia di un angelo di nome Gadariel, che legato ad un letto di contenimento,fu liberato perchè lo Stato avrebbe risparmiato soldi.Questa è la storia di un altro angelo Elpis, una giovane donna che credeva che per ottenere una guarigione bastassero poche gocce di gioia.Ed infine quasta è la storia dell'Inferno, quello che si nasconde in certe cliniche bianche come i sepolcri, dove medici detti Mister 20% (perchè l'industria farmaceutica riconosce loro questa percentuale sui farmaci propinati ai loro pazienti)vendono veleni chiamati medicinali.Ci sono tre padroni in questo mondo che comandano e condizionano la nostra vita,i signori delle armi ,i signori del petrolio, gli industriali farmaceutici,quelli che si dovrebbero occupare della nostra salute,ma ciò che conta è mettere sul mercato pillole,ciò che conta è che queste creino dipendenza,ciò che conta... Questa fiaba tagliente come i denti del lupo,avvelenata come la famosa mela, illuminante come l'acciarino racconta tutta l'idiozia e la disumanità di un modo di interpretare la professione medica,del modo come l'industria dei medicinali pensa alla salute di tutti noi,salvo poi scoprire, l'industriale farmaceutico,ammalatosi di cancro perchè si era dimenticato,distratto dagli estratti conto,che anche lui si sarebbe ammalato come noi miseri mortali, che di pillole che lo guariscano non ce ne sono neanche per lui,perchè i soldi per la ricerca se li era portati alle Cayman .
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Squali volanti e balene che planano
Credo che con Jacques Cousteau ,Folco Quilici sia uno dei più grandi narratori e documentaristi del mondo marino,film come "Il mondo del silenzio" del francese e "Fratello mare" dell'italiano fanno parte della memoria collettiva degli appassionati di tutto il mondo. Quest'ultimo scritto di Quilici,ancora una volta ci permette di immergerci,è proprio il caso di ribadirlo, in tre avventure marine che hanno per protagonisti tre magnifici animali. Il primo racconto ha per location i mari della Polinesia dove i pescatori ancor oggi per pochi dollari pescano dal fondo le nacre, conchiglie ricercatissime dai Cinesi, ma la loro vita è messa in costante pericolo dai voraci squali presenti in quelle acque come i tigre,i velocissimi squalo mako e soprattutto lui il più possente di tutti:la morte bianca. Atemi è un giovane pescatore,che al contrario degli abitanti della sua isola non teme gli squali, anzi durante un maramù (tempesta) e uno tsunami ne salverà uno a costo della propria.Il secondo episodio è incentrato sui furti di uno strano ladro nelle acque dell'isola d'Elba. Due archeo sub impegnati nello studio di un relitto vengono derubati di una fotocamera, il ladro,scopriranno, è un polpo: perchè mai questo intelligentissimo cefalopode tende a impadronirsi di oggetti luccicanti?
Infine al largo delle coste siciliane Tore, uscito per pescare con la sua piccola barca s'imbatte in un maestoso capodoglio morente perchè prigioniero di una spadara, il ragazzo con l'aiuto del biologo marino Antonio di Natale , libera l'animale dai cavi che lo stanno "stritolando"giungendo ad intrufolarsi nella bocca dentata del mammifero per tagliare uno dei cavi che lo sta soffocando.
Mi viene in mente che una volta al largo di Capri su un gozzo sorrentino, vidi emergere davanti alla prua della mia barca un 'isola, che spruzzò la sua gioia di vita in cielo,per poi scomparire nell'abisso:era una balena, non c'è emozione e paura più grande che un dio del mare vi possa regalare.
di Luigi De Rosa
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Joshua bar Joseph:ecce homo
Questo piccolo saggio di Paolo Flores d’Arcais ci aiuta ad approfondire la conoscenza di un personaggio storico straordinario quale si è rivelato Joshua bar Joseph, da tutti i Cristiani conosciuto semplicemente come Gesù.
Certo le tesi che porta avanti Flores d’Arcais sono completamente diverse da quelle presentate nel recente libro di Papa Benedetto XVI "Gesù di Nazareth,Libreria Editrice Vaticana,2011" , anzi con il professor Joseph Ratzinger non è per niente tenero, come storico gli contesta molte affermazioni se non addirittura accusarlo di disinformazione. Se il Gesù, descrittoci dal professor Flores d'Arcais nei primi capitoli era un ebreo osservante,un profeta apocalittico,rimasto fino alla morte tale, che non avrebbe mai immaginato di fondare una Chiesa,che annunciò a pescatori e contadini perlopiù analfabeti la prossima fine del mondo e il trinfo del prossimo Regno dove gli ultimi saranno i primi,che proclamò il suo euaggelion in Gerusalemme dove morì per mano dei Romani come furfante sovversivo, quello presentatoci dal professor Joseph Ratzinger invece è il Cristo dogmatizzato che emerge dai Concili di Nicea 325 e Calcedonia 451 dominati dagli Imperatori romani che avevano fatto del Cristianesimo una religione di Stato. In realtà sarebbe riduttivo presentarvi questo saggio come una disputa tra un fine filosofo e un altrettanto acuto teologo. Il professore friulano, così come Corrado Augias in "Inchiesta su Gesù" ci dà l'opportunità, partendo dalle fonti più autorevoli,Vangeli canonici,scritti di San Paolo e dei Padri della Chiesa di analizzare affondo la figura storica di Gesù e le conclusioni alle quali si giunge sono sorprendenti sotto tutti i punti di vista.Non meno interessanti sono i capitoli dedicati alle prime comunità cristiane, alla figura di Giacomo fratello di Gesù e primo capo della comunità giudaico cristiana di Gerusalemme, i numerosi vangeli apocrifi, di Pietro,di Tommaso,di Filippo, di Giacomo e di Maria.Non meno "lussureggiante"è la Babele di teologie inconciliabili fra loro e sette cristiane che si svilupparono dopo la crocifissione: vedi Simon Mago,Marcione,gli Ofiti,i Setiani,i Kainiti (Vengelo di Giuda),gli Ebioniti,Nicolaiti,i Simmachiani etc etc. Partendo dai Vangeli canonici, passando agli scritti di San Paolo, ai Vangeli apocrifi ed ai tantissimi documenti storici e scritti di padri della Chiesa, così come allo studio delle tantissime Sure del Corano dedicate a questo profeta , avrete modo di arricchire le vostre conoscenze su questo straordinario e irripetibile fenomeno storico.
Questo testo vuole raccontare Gesù così come emerge dalle fonti storiche,"altra cosa è la fede,ovviamente,che orgogliosamente Paolo considerava follia e i cristiani dei primi secoli proclamavano altrettanto orgogliosamente nel credo quia absurdum."
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Positano,Ponte dei Pantanelli, ritrovato il cadave
Positano,Ponte dei Pantanelli, ritrovato il cadavere di una giovane francese in un dirupo sul posto i Carabinieri
Positano - Questa notte si è consumata una terribile tragedia, una giovane turista Mrs Nelly Beckett sposata con il Marchese Joseph Possel de Gondeville, per cause ancora da accertare (accidentale sciagura o suicidio?) , presso il ponte dei Pantanelli, sulla strada nuova che collega la Penisola Sorrentina a Positano, è precipitata in un dirupo trovandovi la morte.
Sul posto sono giunti per primi alcuni pastori attirati dalle grida di disperazione del Marchese con i Carabinieri della stazione di Positano agli ordini del Brigadiere Michele Sica.Dopo alcune ore,lo stesso Marchese , che vistosi perso si era precipitato a chiedere aiuto presso il casello della guardia daziaria al Teresinella a Piano di Sorrento,giungeva nuovamante scortato dalla guardia Giambattista Candeloro,gli assistenti Aprea e Caccaviello,l'appuntato dei Carabinieri Gargiulo e il signor Guido Fiorentino proprietario dell'Hotel Grande Bretagne, che non ha voluto lasciare solo il suo ospite in questo orribile frangente.
Il recupero del cadavere si è dimostrato da subito impegnativo e solo la buona volontà di alcuni pastori avvezzi a scalare i burroni e l'intraprendenza del Brigadiere Sica hanno permesso all'alba il recupero della povera marchesa. In mattinata il dottor Astarita ha potuto certificare il decesso,ma la data dei funerali è ancora legata al nulla osta della Pretura di Amalfi.
Corriere di Napoli 22 luglio 1898.
Immagino che i giornali locali avrebbero dato così la notizia della tragica scomparsa della Marchesa Possel.Perdonatemi, ho cercato un modo originale di presentarvi questo splendido giallo dalle raffinate ricostruzioni storiche, nulla è lasciato al caso dai vestiti delle dame all'arredamento delle camere degli alberghi, leggendolo vi ritroverete proiettati nella Sorrento di fine Ottocento e a questa splendida location si aggiungerà una vicenda intricata degna del miglior Simenon, all'inizio tutti crederanno Joseph Possel, vedovo inconsolabile,quando le "zandraglie" sorrentine (non sono mai mancate!),sapranno dell'esistenza di un'assicurazione sulla vita della Marchesa stipulata qualche mese prima,il vedovo santo si trasformerà in assassino da ghigliottinare seduta stante,salvo scoprire che...no no mon dieu!, è tutto scritto nella lettera di quel segugio infaticabile che era il commissario Gravelle.
di Luigi De Rosa
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Felix qui potuit rerum cognoscere causas,Publio Vi
Marguerite si fermò, si aggrappò ad una roccia,aspettò che l'affanno per la faticosa salita le concedesse una tregua,poi, come se sentisse gridare il suo nome guardò dritto dinanzi a sè, vide lo spiazzo di pietre tuffarsi nel blu, quello che i Capresi chiamano "il salto di Tiberio". La scrittrice fece forza sulle vecchie gambe e avanzò, anche se impaurita, si trascinò fino alla fine del promontorio e lasciò che il suo sguardo si ubriacasse d'infinito. Infatti , Marguerite guandando giù ebbe la certezza che in fondo a quella rupe non si vedesse la perfidia di Tiberio: la grettezza dell'animo umano,ma la profondità di pensiero dei grandi filosofi, il salto trascendentale del suo Adriano. Da quella roccia vedeva le infinite carezze che il mare faceva all'isola, l'azzurro intenso dei fiori della litadora: la spaccapietre,che cullata dal vento gareggiava con l'azzurro delle onde sottostanti, i pennacchi porporini della valeriana rossa spuntare dalle rocce come vessilli di truppe imperiali pronte a sfidare qualsiasi burrasca,qualsiasi invasore, i cespugli di ginestra e la barba di giove incoronare la roccia,la natura a Capri spuntava dalla roccia arida perchè la Vita non si piega a nulla...vitae arcu non aliquid. Così guardando l'infinito dal salto di Tiberio Marguerite Yourcenar pensò: "Dopo aver assistito a questo prodigio morirò un po' meno sciocca di come sono nata".
Ho immaginato una delle più grandi scittrici che ho avuto la fortuna di leggere e Capri di ospitare raccontare la parte dell'Isola Azzurra che amo di più, non quella chiassosa della Piazzetta, quella fatta di roccia,alberi,fiori,piante...la vita che potrete leggere in questa incantevole guida.
di Luigi De Rosa
Il testo "Guida illustrata di Capri" di Massimo Ricciardi e Stefano Mazzoleni è corredato da una carta botanica generale della vegetazione, fotografie e schede tecniche di tutte le piante,fiori,alberi presenti sull'isola,sentieri e percorsi,indice scintifico dei nomi delle piante e una curatissima bibliografia che rende il testo uno strumento utile sia per gli appassionati che gli esperti.
(le foto sono tratte dal web a destra valeriana rossa,a sinistra barba di giove, in alto il Salto di Tiberio)
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"Sotto sotto strapazzati da anomale passioni"
Raccontare l'erotismo senza cadere nel volgare o in un noioso nozionismo
da testo universitario è un esercizio sempre molto impegnativo ed in questo si è distinto egregiamente Luca Scarlini consegnandoci un saggio breve di notevole interesse. All'inizio del testo l'autore descrive la nascita della leggendaria sirena Parthenope, fra le varie rappresentazioni
iconografiche del mito mi è piaciuto il quadro di Gustav Adolf Mossa(vedi foto a destra tratta dal web),dove in primo piano c'è uno splendido volto di donna su un corpo di arpìa, dalle labbra cola il sangue, evidentemente dei marinai che occupavano la nave alla deriva
che si intravede sullo sfondo, migliore sintesi non potrebbe esserci dell'erotismo
partenopeo. Napoli è stata,è e sarà per sempre una sirena ammaliatrice
che dopo la gioia dell'atto sessuale pasteggia con le sue vittime, per punirle secondo una visione cattolica di punizione peccatorum o secondo una visione bacchica fondendole
per sempre nelle sue carni perchè il sesso è unione,fusione.
Il saggio di Scarlini attinge a tutte le fonti disponibili, quelle archologiche e storiche, quelle letterarie dalla poesia al romanzo, dal foglietton al diario,quelle dell'iconografia pittorica e quelle della più recente cinematografia. Si va dalla storia del meretricio che attirava larga fetta dei viaggiatori del Grand Tour, al machismo dei camorristi,fallocrati per eccellenza, la dolcezza triste dei leggendari femminielli e la superbia arrogante delle malefemmine.
I luoghi descritti sono quelli infamanti dei bassi, rozzi e zozzi del porto napoletano o quelli ameni della Penisola Sorrentina,che tutto nasconde nel suo perbenismo ipocrita, fino alla sfacciata Gaya isola: Capri,che da Tiberio prega Venere ma adora Lysis come direbbe Jacques Fersen.
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Non abbiamo idea di cosa sia il tempo fino a quand
Coscienza detta Enza,Enzima,Zen,è una quarantenne,come potete ben capire, che già col nome di battesimo e soprannomi vari parte male, poi mettiamoci che una mattina, durante il suo solito soggiorno parigino a casa della mamma malata di Alzheimer, le sue migliori amiche Alice e Mia le telefonano per comunicarle la morte del marito in un incidente stradale,vi renderete conto che alla poverina la sfiga non manca. Naturalmente, come nella migliore tradizione della Legge di Murphy: "quando vi capita una disgrazia ,state certi, che non sarà l'unica e neanche l'ultima",ed infatti alla povera Cosce (non si tratta di un refuso è un altro dei soprannomi della poverina!) giunta a casa, le carissime amiche comunicano che Andrea il marito è finito fuori strada con l'auto in località Santa Filomena, con lui ha perso la vita una certa Anita Mabbi, forse una collega del club di Golf alla quale aveva dato un passaggio?
No no, avete già dimenticato la legge di Murphy? Al funerale l'avvocato Luca Mabbi rivela a Guanel (altro soprannome di Coscienza,vi prometto che sarà l'ultimo) che la povera e compianta moglie era da un anno l'amante di Andrea. Orrore! Povera Lauren Bacall (altro nomignolo di Coscienza, lo so: sono un bugiardo)"cornuta e mazziata" aveva amato per vent'anni un uomo senza conoscerlo! Questo romanzo, nonostante parli di un lutto è una commedia divertentissima, a metà strada tra "La bruttina stagionata e Quattro matrimoni e un funerale", verve, suspense,cultura e ritmo narrativo ha tutto compresa una sopresa finale.
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La strana cura del dottor Scanlon, un rosso tedesc
La strana cura del dottor Scanlon, un rosso tedesco per Lord John
Lord John e una questione personale
di Diana Gabaldon
Corbaccio Editore pagine 296 € 18,00
Siamo a Londra nel giugno del 1757 , il cadavere del sergente Tomithy O'Connell viene ritrovato abbandonato in riva al fiume nei pressi dei Docks.
Il Maggiore Lord John Grey è in casa ad occuparsi del futuro matrimonio di sua cugina Olivia con l'onorevole Joseph Trevelyan, nobile e politico ben in vista della city,quando viene chiamato ad indagare sul delitto.
Le sue doti di discrezione e tenacia sono molto apprezzate,ma Lord John, malvoletieri accetta il caso perchè la sua attenzione è tutta presa da una sconvolgente scoperta, fatta per puro caso,il futuro marito della sua amatissima cugina ha il mal francese, la sifilide,di questo l'ufficiale vuole essere sicuro per rompere,quale capo famiglia,il matrimonio.
Dunque ,come da prassi, Lord Jhon con l'esuberante collega Harry Quarry si reca dalla vedova del sergente per porgerle le condoglianze e i soldi raccolti fra i commilitoni come aiuto tangibile dell'esercito di sua Maestà. Giunto a casa O'Connell ecco il primo colpo di scena di una lunga sequenza che terrà i lettori col fiato sospeso fino all'ultima riga del thriller;la vedova Francine O'Connell non è sola,ma in compagnia del suo amante il farmacista Scanlon che l'ha curata e posta sotto la sua protezione dopo l'ennesimo pestaggio subito dal defunto marito.Lord John ,lasciata la vedova che ha ribadito il disprezzo per il defunto rifiutando anche i soldi dei colleghi e avendo saputo da Quarry che rumors interni al reggimento insinuano che Tim O'Connell fosse una spia al soldo dei Francesi , nonostante abbia molti dubbi sull'innocenza della coppia di adulteri, ritorna ad occuparsi di Lord Trevelyan che insegue durante un'uscita notturna,che si interrompe di fronte a Lavender House. Questa nobile e austera dimora apre un nuovo capitolo nella vicenda di Lord Jhon, molto più personale, molto più sconvolgente perchè lo spinge ad indagare nei meandri del proprio io,a riconoscere la propria omosessualità che è sempre un momento delicato per un uomo e soprattutto un soldato al quale hanno insegnato ad odiare i pederasti.
Gabaldon è straordinaria non solo per lo stile narrativo,il suo racconto ha il ritmo incalzante del giallo, la profondità del romanzo psicologico, la delicatezza del romanzo erotico ed una "maniacale" cura nella ricostruzione storica, arriva addirittura a corredare il thriller di una bibliografia che permette agli interessati di approfondire la storia dei costumi sessuali omo, etero e trans nell'Inghilterra del '700.
di Luigi De Rosa
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Queste donne micidiali! Non si può vivere né con l
Dopo "Le donne al Parlamento" di Aristofane 391 a.C. ,senza ombra di dubbio questo è il miglior testo sul rapporto donna e potere,donna e uomo.
A Faguas paesino sudamericano ai piedi di un temibile e direi "castrante" vulcano il Mitre, la popolazione femminile è in fermento, le donne finalmente hanno deciso di scendere nell'agone politico, di conquistare il potere, dopo secoli di soprusi e corruzione,le donne, presa coscienza della propria forza e del proprio valore, vogliono portare una ventata di novità e onestà ponendo fine alla fallocrazia.
A capo delle "indignatos", come diremmo oggi, c'è Viviana Sansòn, una donna tenace, che dopo aver superato la morte dell'amatissimo marito,grazie all'amore dell'eclettica madre e della figlia Celeste,riprende con grinta a fare la cronista,come la nostra Milena Gabanelli punta l'indice e l'occhio della telecamera su sprechi e corruzione; quando comprende che come giornalista cambierà ben poco, decide di fondare un partito il PIE (Partido Eròticos de Izquierda) Partito della Sinistra Erotica che intende ,una volta al potere realizzare una vera e propria rivoluzione copernicana in ambito politico e sociale. Quando sembra che ancora una volta le donne debbano soccombere allo strapotere degli uomini ecco che come un deus ex machina, il vulcano Mitre erutta e le sue polveri causano un calo di testosterone negli uomini che si arrendono alla vivacità delle loro donne decretandone la vittoria nelle elezioni presidenziali.
Il giorno dell'insediamento di Viviana, a fine discorso di ringraziamento al suo elettorato, ecco un altro deus ex machina,Dionisio,autista violento e rancoroso,che salta sul palco e le spara.
Viviana ,portata in ospedale entra in coma,accanto a lei le amiche di sempre Eva,Martina,Juana de Arco,Rebeca ed Ifigenia sono disperate: che cosa accadrà della rivoluzione delle donne?
Ancora una volta la violenza ha tarpato le ali ai sogni di rinnovamento? Una nazione che vede ai posti di comando solo donne, mentre a casa rimangono gli uomini a badare ai bambini e a fare il bucato,può funzionare?Rubando ancora una volta una battuta ad Aristofane: "puoi insegnare ad un granchio a camminare dritto?"Aspettate a dare una risposta, leggete prima la storia e il pensiero di un venditore ambulante Josè de la Aritmètica, lui li conosce i granchi,conosce Viviana/Lisistrata ed altri segreti .
di Luigi De Rosa
P.S. Ho trovato molto indovinata anche la scelta dell'autrice di narrare l'intera vicenda alternando brevi capitoli alcuni che narrano la ricerca da parte delle amiche di Viviana dei nemici che hanno ordito il complotto ai danni del PIE ed altri che raccontano con i flashback e i sogni che popolano lo stato comatoso di Viviana, passo passo , il perchè della nascita del Paese delle donne.
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Il mio miglior amico
Filippo, giovane cassiere, viene raggiunto dalla telefonata allarmata di un'amica del padre che gli chiede di recarsi nel piccolo bar che da quarant'anni è l'unica ragione di vita del vecchio.
Quando l'uomo giunge sul posto, ci sono auto della polizia e la solita folla di perditempo che non manca mai lo "spettacolo" delle disgrazie altrui.
I poliziotti accompagnano uno scioccato Filippo nella cantinola del bar dove, in fondo alle scale, giace il corpo senza vita del povero padre:disgrazia o delitto? Ora che non c'è più, Filippo si interroga sul vecchio genitore che ,rimasto vedovo ,l'aveva cresciuto come meglio poteva,sempre aggrappato a quel bar anche quando l'età e l'andamento economico gli suggerivano perentori la via della pensione,lui,cocciuto!, si ostinava a tenere aperto, salvo poi chiedergli un aiuto, ma Filippo sordo,come molti figli, non lo ascoltava,per poi capire ,a babbo morto, che quando le persone che ami ti chiedono aiuto,vi sembrerà strano,ma è a voi che lo stanno offrendo.
Filippo s'interroga su Marlen, la moglie dominicana che ha abbandonato il tetto coniugale andando via con un'amica brasiliana per costruirsi una vita meno ordinaria a Milano.S'interroga soprattutto sul suo amico di sempre, Gigi,quello più bravo,più bello,più furbo, sposato con una figa dell'alta borghesia bresciana,che possiede un ristorante e una villetta e che non sente più dal giorno del celebratissimo matrimonio con Benedetta.
Storia dell'amicizia,quella che celebriamo ogni giorno nella nostra società, quella fatta di egoismo,invidia,rancore,menefreghismo,indifferenza e raggiro, come spiegarmi meglio?, l'amicizia quella che abbiamo su Facebook,quella del mi piace e condivido,il format che ha creato Zuckerberg che è un vero genio: si è guardato intorno e poi ha battuto sulla testiera copia incolla,non c'era bisogno di fare altro per digitalizzare l'assoluta inconsistenza della parola amicizia.
di Luigi De Rosa
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Normografia ortopedica del pensiero,come combatter
Ci sono miniere che sembrano non contenere più nulla di prezioso, solo pietre e odore di chiuso, poi capita che un disperato scenda nei cunicoli e scopra una nuova vena d’oro.
Pasolini mi sembra questo, una miniera abbandonata, dagli intellettuali (ma ci sono ancora gli intellettuali oggigiorno?),dagli amici e dai nemici, poi , per fortuna sua e nostra, capita che un’attenta giornalista (disperata perché circondata dal piattume intellettuale di oggi) decida di rileggere le carte del poeta bolognese ed ecco che nuovi spunti di riflessione,idee e concetti sorgono dal pensiero muto ma mai sterile di Pasolini. Rubo un’espressione ad Enrico Aceti, autore della prefazione, “normografia ortopedica del pensiero” perché è questo che ci è accaduto e che profetizzava Pasolini.In questi anni abbiamo assistito all’omogeinizzazione del sapere, all’omologazione dell’immagine ma soprattutto "abbiamo accettato" l’avvento al potere dell’autorità che sa come non far conoscere, come non far sapere, che con l’uso scaltro dei media ha impararo ad anestetizzare il pensiero critico, a renderlo pedante.
Leggendo la rubrica “Dialoghi con Pasolini” sul settimanale Vie Nuove, scopriamo il pensiero profetico di Pasolini che va dalle riflessioni sui migranti,come non citare “Alì dagli occhi azzurri” 1950 (…)sbarcheranno a Crotone o a Palmi,a milioni, vestiti di stracci (…) alla corruzione dei politici e all’amara riflessione sugli Italiani o Italioti?,scusatemi ricorro ad un'altra citazione, "Alla mia nazione" (…)Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti (…) . Berlusconi,la televisione spazzatura, la politica delle starlette ,Marchionne, il manager italo-canadese che è “autorizzato” ad umiliare sindacati e lavoratori tutti questi fenomeni erano già stati oggetto di analisi di Pasolini perché tentativi di togliere dignità al lavoratore sono sempre stati messi in atto da coloro che comandano: “così come Mussolini voleva organizzazioni sindacali fasciste (estensione del modello di società concepita dalla sua mente), ugualmente Marchionne ambisce ad un sistema di relazioni industriali dove i rapporti di forza slittino alla competenza dell’azienda (quella che lui stesso rappresenta)minando quel principio del favor prestatoris che giuridicamente viene riconosciuto al lavoratore quale contraente debole nella contrattazione negoziale”.
Il Saggio della Buonomo è costituito da capitoli brevi che con linguaggio sempre chiaro e scorrevole analizzano vari temi sociali,quando una citazione riguardante un episodio biografico del poeta o della Storia d'Italia potrebbe mettere in difficoltà un lettore meno addentro a certe tematiche viene spesso in aiuto una nota esplicativa,un ottimo saggio che consiglio a tutti coloro che amano Pasolini ma soprattutto a coloro che hanno voglia di capire.
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All out
La "Nena" è uno di quei locali di lusso dove vi servono piatti gran gourmet e la cantina è quella del Re di Enotria, il proprietario ,Giorgio Pellegrini, ha sudato sette camice per realizzarlo, fra rapine a mano armata e attentati terroristici è stata proprio una gran fatica mettere i soldi da parte per realizzare questo piccolo gioiello, frequentato dai migliori politici del Veneto:i più corrotti naturalmente.Fra tutti la punta di diamante è l'onorevole Sante Brianese, il capobastone del partito che , di questi tempi, deve badare ai Padanos che sono diventati i più forti in Veneto e continuare a fare il politico, vale a dire "fottere il prossimo" e le molte escort che gli procura Giorgio e la sua socia Nicoletta.
Purtroppo Brianese un giorno commette un grave errore, frega due milioni di euro in un affare truffa a Dubai, al suo amico di sempre,Giorgio Pellegrini, e quando il ristoratore gli chiede la restituzione del denaro, gli fa un altro sgarro, invita i fratelli Palamara, autorevoli rappresentanti della n'drangheta milanese nel ristorante che dovrà trasformarsi in una "lavatrice" un posto deputato a riciclare denaro sporco. Sembra a tutti che Giorgio Pellegrini ormai abbia il cappio intorno al collo, manca solo qualcuno o qualcuna che gli tolga il sostegno da sotto i piedi per farlo penzolare, avanti e indrè,avanti e indrè...ma in questo noir molti hanno fatto confusione scambiando il lupo cattivo per una pecora, che non avendo perso il vizio,come recita l'adagio, comincerà col mangiarsi cappuccetto rosso per poi passare a tutto il villaggio.
Hard boiled raffinato , non manca nessun ingrediente,pistole,sesso,coltelli,sesso,mafiosi,sesso,mogli,amanti e...sangue
di Luigi De Rosa
p.s: "all out" nel gergo criminale è il killer "bruciato", quello che ha tradito il gruppo ed è a sua volta braccato, un morto che cammina che si assume per i lavori peggiori:la soluzione finale,per tutti.
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pezzetti di cielo mi cascano addosso e mi tagliano
Immaginate per un momento di essere brutti,di più: orrendi, di essere a causa di questo handicap segregati in casa, di sentire intorno a voi i bisbigli velenosi
dei compagni di classe (come possono essere crudeli i bambini!), di accorgervi degli sguardi di disgustata meraviglia di chi vi incontra per la prima volta, immaginate tutto questo e comincerete ad entrare nel mondo di Rebecca, la protagonista di questo romanzo.
Siamo a Vicenza , un ricco medico di una facoltosa famiglia, apprezzato professionista in tutta la città, è accanto alla moglie puerpera, la ragazza è distrutta dal dolore, il viso della primogenita è deforme, la donna non lo vuole accettare, una profonda depressione ha scavato macerie nel suo animo angosciato. Il marito non sa come affrontare questa terribile situazione,irrompe nella tragedia la vitalità di sua sorella,zia Erminia è una concertista brillante, una donna indomita (fin troppo!) comincia a decidere lei per tutto e tutti,soprattutto per Rebecca. La bambina deve fare questo e non quest’altro!,la bambina ha talento per la musica, diventerà un'artista... il fratello la lascia fare,mentre la moglie sparisce nel dolore.Rebecca cresce accudita da una tata ,Maddalena, che imparerà ad amarla più di chiunque altro e ,finalmente, stringerà amicizia con un’altra bambina Lucilla che non sembra , al contrario degli altri, riconoscere in lei un “Mostro”.
Romanzo toccante, dove l’autrice con semplicità affronta argomenti dolorosi e analizza emozioni e sentimenti che investono la vita dei personaggi senza cadere mai nel patetico, vista la passione per la musica che fungerà da chiave di volta nell’esistenza di Rebecca, potrei paragonare questo racconto ad un brano musicale,non so se avete mai ascoltato "come sei veramente" di Giovanni Allevi, dove il tema musicale rinasce ogni volta che il silenzio sembra ucciderlo. Rebecca, in ebraico significa :che avvince gli uomini con la sua bellezza,leggendo questo romanzo scoprirete se c'è bellezza nel "monstrum": nel meraviglioso.
di Luigi De Rosa
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Di quando la Madonna fuggì dalla Cantata dei Pasto
"Son sogni,e come tali, ombre e chimere.
Ma dì pur che sognavi..."
Nella Cantata dei pastori queste sono le prime parole che Armenzio rivolge
al figlio Benino che, destato, scopre che a Betlemme un Sogno sta diventando realtà.Questo romanzo è la storia di un "risveglio", è il racconto di un ritorno alla realtà da parte di un uomo che, colpito duramente dal destino, si era difeso fuggendo via dal dolore, negando alla propria coscienza ciò che era evidente a tutti. Virgilio Viviani, un giovane pittore napoletano, alla vigilia di Natale, durante la tradizionale Cantata dei pastori dove la mamma, Esther, era solita interpretare la Vergine Maria e per questa sua intensa e rituale interpretazione soprannominata "la Santa",assiste sbigottito all'uscita di senno della madre che annuncia a tutti dal palco,non la venuta di nostro Signore, ma il suo tentativo di suicidarsi e di uccidere così il figlio che lei stessa portava in grembo. Virgilio quel Natale insegue invano nei vicoli di Napoli, la madre impazzita. In seguito decide di imbarcarsi e per quindici anni si rifugia in Sud America dove grazie al ricavato della vendita dei suoi quadri riesce a ritagliarsi un'esistenza più che dignitosa. Ma la ferita che ha lasciato dentro quest'uomo la "Santa", nonostante il tempo trascorso continua a sanguinare e per fermare quest'emorraggia di sentimenti ,Virgilio dovrà ritornare nel ventre di Napoli, gravido di ricordi e inseguire come i pastori la sua stella: Esther in ebraico, sarà solo ritrovandola che tutta la sua esistenza rinascerà sotto una nuova luce,ma continuando ad adoperare questa metafora , vista la passione dei personaggi per la Cantata, nella stalla Virgilio/Benino non troverà più la Madonna...non è più tenpo di Sante.
Antonia Iaccarino che abbiamo imparato ad apprezzare come sceneggiatrice di film su tutti "Jimmy della collina" e "Tutto torna" firma un romanzo introspettivo e struggente come può essere solo la scoperta, da parte di un figlio, della vera natura della persona più amata:la madre.
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