Opinione scritta da gracy
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Da un'infanzia infelice non si guarisce mai!
Ho letto in ordine "Il malinteso" e "Due", "Il vino della solitudine" che ho appena concluso è finora il più bello.
Autobiografia di una donna emancipata e fuori dagli schemi per il tempo in cui è vissuta, leggere i suoi libri mi cambia tutte le volte, ha il dono della scrittrice per antonomasia, che grazie alla sua scrittura superba e al dolore perpetrato della sua adolescenza triste riesce a trasmettermi tutti i sentimenti e le sensazioni del suo tempo, dimenticando il conteso storico, politico in cui è vissuta. Irène Némirovsky è morta ad Auschwitz nel 1942.
Ma lei amava lo studio e i libri, come altri amano il vino, per la loro facoltà di dare l'oblio...
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Mea culpa!
Carrisi ha voluto stupirci con effeti speciali e tanti enigmi insoluti. Le anomalie e i dettagli, il perdono e la vendetta, il penitenziere e il trasformista, il profiler e il cacciatore, yin e yang, la Penitenzeria Apostolica e gli angeli e i demoni, il bene il male, Roma eterna e misteriosa ed un tribunale di anime. Praticamente uno zibaldone di eventi e di personaggi avvolti in un mistero che solo il Vaticano conosce e tutela, io non sapevo dell'esistenza della Penitenziaria Apostolica dove sono archiviati i peccati .... mea culpa!
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Un libro che non mi aspettavo
Un libro che non mi aspettavo, leggerlo è stato come vedere un film a pezzi e rivedere le stesse scene riavvolgendo il nastro per poi rifarlo ancora, forse per lo stupore di una bravura che non leggevo da tempo o forse per capire meglio i personaggi spesso affiancati da tanta nebbia psicologica o per le troppe reazioni emotive scaturite . Dopo aver letto il dissacrante “Lamento di Portnoy” non pensavo che “Pastorale americana” mi avrebbe proiettata nei meandri di una famiglia americana benestante, ebrea da parte di padre e contraria alla guerra e che poco dopo avrei sofferto assieme a loro tutti i conflitti psicologici che affioravano e che rimanevano senza risposte. Roth ha preso i personaggi e li ha maneggiati come voleva lui, anche nelle situazioni più assurde e bizzarre, ha scavato per bene, ha fatto perdere loro il controllo ed ha fatto emergere tutta la devianza che ha causato il dolore rendendoli incapaci di gestire la loro infelicità.
”Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando.”
"Ma cos’ha la loro vita che non va? Cosa diavolo c’è di meno riprovevole della vita dei Levov?…" ...
mi verrebbe da rispondere “…le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo…"
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Il gusto del passato che ritorna...
Non è la solita biografia, ma è "un cuntu", raccontato con grazia e semplicità spiazzanti, non è un caso che mi sono quasi commossa quando ha raccontato della solennità della preparazione del pane e della cura e precisione dei dolci fatti in casa. Mosè, situata ai piedi dei Templi (Patrimonio dell'Unesco) è senz'altro stata la bella dimora estiva dell'autrice, ma nel mio piccolo l'ho vissuta un pò come se mi appartenesse.
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Dalla serie “Papermoon”
Camaleontico e seduttore Lansdale non finisce di sorprendere con la sua scrittura sottile e con le sue storie irresistibili, complice la traduzione di Luca Conti che è perfetta. Il cielo è tinto di sabbia insidiosa, di cavallette, del torrido caldo e dall’Oklahoma, tre giovani orfanelli Jack, Jane e Tony, fuggiti nel Texas orientale con la speranza di trovare il quieto vivere, devono fronteggiare tante insidie. Siamo negli anni trenta, il conflitto sociale e la Depressione sono i temi che tra un evento e l’altro affiorano prorompenti ed a raccontarli è la voce narrante di Jack; l’innocenza infantile è del piccolo Tony e l’ironia a volte spietata è di Jane. Avendo amato “La sottile linea scura” e “In fondo alla palude”, influenzati per molti aspetti dal “Il buio oltre la siepe”, “Cielo di sabbia” l’ho trovato un po’ “sottotono”, perché fin troppo prevedibile e incapace di emozionare fino in fondo.
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Storie ignobili che hanno voce!
Anna Pavesi è una psicologa che si ritrova a fare indagini, non per scelta ma per caso. E' sparita una salma misteriosamente e seguendo un paio di piste si ritrova a risolvere una piccola storia ignobile nell'hinterland milanese. La bellezza di questo noir è racchiusa nella narrazione, è scritto in prima persona, Anna la protagonista femminile, è dotata di una delicata sensibilità, è un personaggio complesso e credibile, bravo Perissinotto ad averle dato voce.
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B- side
Forse un pò troppo splatter o troppo poco, non mi ha nè disgustato, nè infastidito e nè fatto ridere. Lansdale è bravo, sono di parte lo so, ma questa volta ha "cannato", la parte iniziale della storia è bella, esplosiva come solo lui le sa raccontare col suo classico stile inconfondibile, poi diviene piatta, banale e poco credibile.
"Nessun uomo ha mai arrecato deliberatamente un danno a un altro senza infliggerne uno ancor più grande a sé stesso."
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La bastarda di Istanbul...e non solo!
Un bel libro che parte da una storia per abbracciarne e raccontarne molte altre e alla fine come per magia ti ritrovi a riflettere, ma la bastarda di Istanbul chi è? E'Asya, è Armanoush, è Zeliha, è Banu, è Shermin o Shushan messe assieme, ha origini turche e armene.
La vita è fatta di coincidenze, anche se a volte ci vuole un jinn per capirlo.
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Il malinteso
E' ben inteso che amare è doloroso, la felicità è l'assenza di dolore e che la vita diventa complicata quando subentra la sofferenza, ma si sa che anche questa è felicità. Il malinteso è solo un pretesto che ci mette davanti ad un bivio per reinventare un nuovo ruolo nel mondo; Yves deve lottare per vincere la povertà e il degrado e Denise giovane ricca amante inquieta in perfetto stile desperate housewives di fronte ad un inconsapevole malinteso devono reinventare il proprio destino.
Irène Nemirovsky nel 1926 a soli 23 anni lo esprime in maniera perfetta, lungimirante e profetica donna del nostro tempo.
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I panni sporchi si lavano in famiglia
Un geniale thriller-psicologico narrato in maniera semplice e senza tanti giri di parole. Il delitto non c'è, ci sono solo le colpe, i silenzi e l'amore di una donna verso il proprio marito che elabora tanti pensieri e crea diverse situazioni fino a toccare il fondo.
Tua è la donna romantica che mette il rossetto e lascia i post-it con i cuoricini disegnati, Tua è innamorata ama ed è ricambiata o forse no ...quella Tua è una donna sull'orlo di una crisi di nervi, si tratta di Ines ed è un'altra cosa...
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Questo è il mio Texas...e il vostro?
"Mia madre non conta un accidente. Se lei si azzarda a mettersi a tu per tu, mio padre le molla una labbrata. Mi ha detto che certe volte le donne bisogna trattarle come i negri."
Questo scrittore ha un posto speciale in cima all'Olimpo, bravo per davvero. Minuziosa descrizione dei personaggi sempre impeccabili, è il migliore a dare voce agli adolescenti ed ai bambini che agiscono e pensano come gli adulti. Il caldo e il razzismo, la violenza ed il perbenismo, l'odio e la morte spiccano e confinano al di là dalla sottile linea scura.
"Non sempre la vita dà soddisfazione e, al tirar delle somme, carne e polvere finiscono per rivelarsi la stessa cosa."
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Niente, tranne la pioggia
Solo la pioggia scrosciante e pulita può lavare il fango di cui sono sporche le nostre città, ne occorre tanta e dovrebbe piovere tutti i giorni. Sergio Paoli, attraverso le indagini del sovrintendente capo della Polizia Vasco Lubrano, fa emergere lo sporco della criminalità, impossibile da togliere con una semplice acqua che scorre dal cielo, mentre i criceti corrono imperterriti lungo una ruota che non li porterà da nessuna parte.
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Carta vetrata e fight club....uguale!
"Contenuti pulp e crudi"...questo l’ho capito!
“La prima regola del fight club è che non si parla del fight club” ed anche la seconda regola è uguale… ed anche questa l’ho capita!.
“Gente che conosco, che una volta andava a sedersi in bagno con una rivista pornografica, adesso va a sedersi in bagno con un catalogo dell’Ikea”….mh divertente
“Volevo respirare scarichi”
“volevamo liberare il mondo dalla storia”
“La prima regola del Progetto Caos è che non si fanno domande sul Progetto Caos”…..non l’ho capita proprio ….ed anche l’altra frase…no…meglio che fermi a queste!
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Le irregolari
Autobiografico. Il nonno di Massimo Carlotto, un anarchico antifascista, pagò a caro prezzo il suo rifiuto della tessera del partito. I suoi familiari non seppero mai niente della sua vita in Argentina, lui stesso non ne parlava mai.
Ho sentito parlare per la prima volta dei "desaparecidos" negli anni ottanta, a scuola ci proiettarono "La notte delle matite spezzate" di Héctor Olivera, ricordato pure nel libro, purtroppo il nostro professore di lettere era troppo democristiano e si limitò solo alla narrazione didattica della dittatura in Argentina. In questo libro Carlotto narra tante storie assolutamente vere e rispettivamente documentate.
In Italia si parlò poco della "desaparecion" e a tutt'oggi è una storia tristamente dimenticata, e pensare che fra i 30.000 desaparecidos ci sono italiani, figli di emigranti e cugini dello stesso autore. Tutti atrocemente torturati, uccisi nella maniera più terribile ed inimmaginabile e triste il destino dei loro figli, nati nei campi di concentramento depredati dalle famiglie e venduti.
Le "Irregolari" sono le donne di Plaza de Mayo che non avevano accettato la morte dei figli e il rapimento dei nipotini e che hanno sacrificato la loro vita alla lotta del regime e alla ricerca di figli e nipoti spariti nel nulla.
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Merita di essere ripubblicato
"Quando si stabilisce un rapporto, si diventa vulnerabili. Si comincia ad averne bisogno. Il rapporto diventa il centro della tua vita, e il giorno in cui te lo tolgono, se ne va anche tutta la tua gioia di vivere."
Inghilterra anni cinquanta, un college per ragazzi benestanti, ricchi ed infelici. La vita comunitaria, il bullismo e le vessazioni, l'omosessualità, le ombre del passato e del male presente, palpabile e vivo. Una lettura che inchioda e rapisce, ottimo triller psicologico ricco di suspance fino alla fine.
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Il burattinaio
Chi è bello conquista, chi è bravo indovina nelle scelte, chi ha i soldi domina e vince...questo è Max il burattinaio, invece Mike e Backy, una giovane coppia promettente e tranquilla, sono i burattini consapevoli di non riuscire a muovere da soli i fili e sottrarsi al burattinaio cattivo che ha già preparato il copione del film della loro vita.
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Ammorbante come una Big Babol
Narciso e Boccadoro, lo spirito e la natura...non mi soffermo sulla storia, non mi soffermo sul fatto che sia un classico del novecento, non mi soffermo sulle dottrine personali dell'autore, mi soffermo su alcune citazioni(che sono l'unica cosa che salvo).
"La massima sofferenza e la suprema voluttà hanno un'espressione perfettamente simile."
“Noi due siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l’uno nell’altro, ma d’imparare a vedere ed a rispettare nell’altro ciò ch’egli è: il nostro opposto ed il nostro complemento“.
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Che lo spettacolo abbia inizio!
Avete voglia di leggere una storia d'amore e di amicizia ambientata in America negli anni 30? Allora salite sul vagone del Più Strabiante Spettacolo del Mondo dei Fratelli Benzini, mettetevi in un angolo e godetevi lo spettacolo in silenzio anche se è un pò ingenuo e scalcagnato, di certo è che non vi annoierete.
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Gli indifferenti
Se è vero che dai vicini non ti puoi nascondere è anche vero che i buoni vicini sono quelli che si fanno i fatti propri. Ci sarà un'eccezione?
13 marzo 1964 una giovane donna viene pugnalata e nell'arco di 3 ore rimane agonizzante davanti casa sua, il suo violentatore ha avuto tutto il tempo per pensarci su, con comodo ritorna sul luogo dell'aggressione e finisce indisturbato il lavoro che poco prima aveva lasciato a metà. Orribile e devastante. "I buoni vicini" del condominio assistono indifferenti alla richiesta di aiuto. Perbacco! Sarà il caso di chiamare i soccorsi? Si saranno accorti tutti i vicini e qualcuno chiamerà? Però perchè intasare le linee telefoniche? Loro hanno altro a cui pensare, ma hanno anche la fortuna di risolvere in poche ore i loro problemi esistenziali ed una richiesta d'aiuto in quel momento è fuori discussione. Frank, però è l'eccezione, lui non fa finta che la terra sia fatta di marshmallow, ma quello che pensa lui non conta, conta l’amore ed il Vietnam. Lui è solo un nero.
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Ballata irlandese
Lo stile di scrittura è meritevole, la storia è ben strutturata, un pò pasticciata e poco scorrevole per un bel pò di capitoli, a distanza di qualche giorno dalla fine della lettura Mike il protagonista, mi manca, prima perchè è stato ben delineato e poi perchè rappresenta il simbolo della disperazione del genere umano, della serie basta che ammazzi il primo poi tutti gli altri li fai fuori e non te ne accorgi neanche. Un pò tutti i capitoli all'inizio hanno dato sfogo all'Irlanda ed a New York con splendide pennellate ricche di colore anche se il disagio e l'amarezza sono lo sfondo trainante.
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La gabbia criminale
La mente umana è davvero la parte dell'uomo che non finisce mai di stupire, il metro di studio è sempre aleatorio e suscettibile a modificazioni. Questo per dire che basta un piccolo ricordo del non-ricordo che col tempo si ragguagliano al proprio posto tutti i tasselli di un puzzle. Quello che è successo al professore in pensione, Alberto Sartini è l'esempio del ricordo "ingabbiato" in un vicolo dapprima cieco che poi diviene chiaro e netto come la luce del sole. Siamo nell'Italia del nord, è da poco finita la seconda guerra mondiale e c'è ancora la fame, si compie un delitto efferato, muoiono un uomo terribile e la moglie e di conseguenza subentra la morte morale di altre anime innocenti che poco alla volta si spingeranno alla deriva: Franco, Eva, Carlo, Bruno, Maria la longa e la povera Caterina (che mi ha fatto più pena di tutti). Tutti diversi e tutte vittime dell'omertà, del pregiudizio e della rassegnazione che le cose disumane devono rimanere sepolte nell'ombra.
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Discreto
In questo libro gli odori non mancano proprio, quello di chiuso è proprio quello che si sente meno, anzi trionfano gli odori della campagna della Maremma, della pioggia umida, dei funghi porcini, della giovane Italia da poco unita, della vecchia nobiltà obsoleta e poco avvezza al nuovo cambiamento, del polpettone al tonno all'uso zingaro, anche dell'ammoniaca acida dell'urina di chi ha mangiato asparagi. Già...niente DNA, niente impronte digitali, siamo nella seconda metà dell'ottocento, ma intuito e coincidenze illuminanti.
Come dice il Giusti:Il fare un libro è meno che niente, se il libro fatto non rifa la gente.
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Scappiamo...arrivano i topi!
Esordio brillante, Reece da bravo pifferaio magico, mi ha ammaliato per tutto il tempo e mi ha incollata nell’intreccio di questo thriller psicologico scritto davvero bene. Tra gli episodi di bullismo che annichiliscono Shelley, una giovane adolescente già provata per l’abbandono del padre e la triste condizione di Elizabeth la madre, a sua volta vittima di mobbing, si intreccia un episodio di morte inaspettata. Tuttavia le due donne riusciranno a uscire dalla loro condizione di indifese, solitarie, spaventate e recessive su tutto, adesso non squittiscono e non scappano più come “topi”, ma ruggiscono e si difendono come …..gatti!
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Revolutionary Road
Yates pubblica in America questo libro nel 1961 dove descrive storie di famiglie che hanno vissuto negli anni 50 e sorprendentemente nel 2011 le stesse famiglie sono collocate in un contesto attuale. Frank e April Wheeler sono una giovane coppia di sposi belli, intraprendenti e supponenti che alla fine fanno emergere tutta la loro debolezza, la loro ingenuità, l'incapacità di amare e di vivere, vivono a Revolutionary Road, un bel quartiere dove tutto è omologato, dalle case allineate con i tetti ben tenuti e il prato sorridente, alle mogli servizievoli ed i mariti grandi lavoratori amanti della prole e della bottiglia. Chi non ha conosciuto Frank e April una volta nella vita ed abbia condiviso una gita, un pranzo, un evento, un posto di lavoro, un buon vicinato assieme a loro e provato odio e amore insieme? Un pò tutti viviamo a Revolutionary Road, è un pò la nostra vita, il nostro quotidiano pieno di inezia a tratti arricchita di qualche novità da raccontare o da eventi che si vivono sulla propria pelle e sono quelle che fanno tanto male.
"...il fatto è che non so chi sei...e anche se lo sapessi temo proprio che non servirebbe a nulla, perchè vedi, non so neppure chi sono io..."
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..si può lavare in lavatrice
Settanta acrilico trenta lana va maneggiato con cautela, lavare a mano e non in lavatrice, è alto il rischio di infeltrimento. Ecco cosa succede a chi legge questo libro d'esordio, si passa dalla lana cotta alla lana acrilica ancora più spigolosa della carta vetrata, capace di suscitare la più prurigisosa orticaria, proprio come fa Amelie Nothomb o più dolcemente Banana Yoshimoto. Viola Di Grado è al suo esordio e lo fa con uno stile ricercato, moderno, decodificabile e ridondante come tanti ideogrammi cinesi, capaci di lasciarti indifferente o di trascinarti vertiginosamente, senza chiederti il permesso nel "buco" più profondo dell'angoscia di Camelia, la protagonista, “[…] La faccia scavata l’ho presa da mia nonna, la felicità invece l’ho presa dalla sabbia. L’ho presa con violenza, tirandola su come una carota, con tutta la radice, perché amavo fare le buche. Infatti ho le mani infilate nella sabbia, fino all’avambraccio, e c’è sabbia pure sulle mie gambe.”
Sullo sfondo Christopher Road molto grigia, cupa, senza tempo e senza le stagioni, Camelia si cuce addosso ritagli di stoffa per meglio elaborare un lutto cercando di vivere seguendo una filosofia tutta sua che passa di sbieco dallo Zen a quella Escatologica, percorrendo un precipizio che la porterà alla follia tanto mentale quanto letteraria.
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L'ultimo inverno
Purtroppo devo ammettere che la profondità del linguaggio e la scrittura creativa dell'autore non hanno toccato il mio cuore.
La mamma è preoccupata, George. Devi tornare a casa. Lo so, Papà.
L'ultimo inverno è l'ultima volta che un padre e un figlio si incontrano o meglio ancora viene da pensare che nelle loro vite non si sono incontrati mai, solo quando il figlio, George in punto di morte ormai vecchio e malato, scandisce i suoi ultimi attimi di vita in parallelo tra lo scandire dei battiti dei suoi orologi e l'amore verso Howard, suo padre, una figura tenera ed eterea in cerca di calore in un freddo inverno.
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L'esordiente
Amo questo scrittore, mi piacciono i suoi romanzi anche quando mi fanno irretire ed arrabbiare. Raul Montanari è uno scrittore che ama rinnovarsi, ha iniziato con i noir e per il momento si è soffermato sul "post-noir", "L'esordiente" invece è un libro semplicemente divertente e sopratutto prevedibile e scontato dall'inizio alla fine, non è un poliziesco e nemmeno un thriller e per questo forse mi dovrei accanire malamente, ma non lo faccio.
Bellissima la citazione iniziale " La passione si nutre di inizi, la pornografia di ripetizioni, l'erotismo di sottrazioni".
Livio, il protagonista, si ritroverà con le spalle al muro come sedimentato, privo di slancio e di motivazioni, è anche lui un esordiente che ha bisogno di rinnovarsi sempre e di stupire con lo slancio degli inizi. E'un uomo che ama le donne, ha la consapevolezza di essere un numero uno come scrittore e molto ingenuamente cade nella trappola dei raggiri e delle mezze verità che alla fine gli si ritorceranno contro senza tanti tafferugli e senza finale pirotecnico come preannunciato nella trama.
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...Cosa ti aspetti da te?
"E' destino di tutti arrivare al dunque, salire il gradino della bilancia ed essere pesati. In quei momenti non ci sono trucchi, ci si pesa nudi."
Pensate un pò per un attimo alla vostra vecchiaia, alla malattia degenerativa e alla prospettiva di finire gli ultimi giorni della vostra vita in una casa di riposo e chiedetevi: Che cosa ti aspetti da te? E' dura e triste dare una risposta. Tommaso Perez ha avuto le sue risposte col tempo, senza finire mai di sognare.
"Io credo che la grandezza degli uomini si misuri con la grandezza dei loro sogni e con la loro capacità di realizzarli, ma ci sono sogni così grandi che fanno grande un uomo solo per essere riuscito a pensarli e aver provato a realizzarli."
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Edgar Allan Poe...il poeta
Tanta carne al fuoco, tanti indizi, colpevole ben delineato, classico colpo di scena finale rocambolesco e un pò scontato. Connelly un marchio garantito per il genere, perfetto! Nietzsche disse: "chiunque combatta i mostri, dovrebbe evitare di diventarlo a sua volta nel processo".
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Gridare
"L'amicizia è un enigma, come tutte le forme dell'amore. Accade e la si accetta. E quando se ne va, fa male ma si dimentica, come tutte le forme dell'amore."
Questo libro è una raccolta di dieci racconti che parlano d'amore, di terrore e nostalgia con una scrittura fresca e dirompente che da la voce a tante "voci" come frutto di esperienze personali. Ho amato Gridare, Ai nostri amori, La vita in fiamme, Il piacere degli sconosciuti.
"Il mondo è tanto inquietante che siamo costretti a correggere costantemente lo sguardo perchè il terrore non ci invada al tavolo della colazione, nelle riunioni di lavoro o mentre pratichiamo il sesso una volta la settimana"
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Come una matrioska!
Al di là del premio Pulitzer 2009, Olive Kitterdidge è una lettura davvero sorprendente dove stile e contenuti fanno la differenza, i capitoli sono indipendenti tra di loro eppure in tutte le storie c'è più di un filo conduttore che li unisce. C'è questa cittadina del Maine, così provinciale e bigotta e c'è lei Olive, che come una matrioska si inserisce in tutte le storie intime dei suoi abitanti, storie che non vorrei finissero mai, tutte diverse ma uguali per il sapore amaro e per la riconoscibile tristezza a cui è difficile potersi sottrarre.
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Acqua di mare
"Nella vita non hai quello che vuoi, ma hai quello che la vita ti dà"
Il grandangolo dell'amore: l'amore di un padre per il figlio, di un figlio per il padre, di un ragazzo per una giovane donna, di una ragazza per un uomo. L'amore è sconfinato, prepotente ed ingannevole, proprio come il mare che fa da sfondo in questo piccolo gioiello di Simmons, anch'esso protagonista con i suoi umori, quieto, innoquo e carezzevole con la sua brezza leggera ed impetuoso e incontrollabile preda delle sue stesse onde.
"L'amore è cieco, inspiegabile e crudele. Ed è anche precario. Nulla di così insensato può mai durare a lungo".
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Londra tra le fiamme
Fantastico racconto che vede protagosista Ned la foca, Marx Twain, H.G. Wells, Toro seduto e Jule Verne (che Google oggi ha ricordato il suo anniversario di nascita), è il seguito di "Fuoco nella polvere". Joe sempre scoppiettante e pieno di fantasia!
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Q
Non me ne vogliano gli estimatori!
Originale lo stile, davvero.
Un inchino per la Riforma protestante che ha cambiato il corso della storia moderna, ed un altro per la pazienza che ho avuto per finire di leggere tutto il libro.
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La accendiamo?
E'la tua risposta definitiva?
Si, questo libro mi ha coinvolto perchè è fiabesco, perchè è ambientato in India, perchè è triste e perchè mi strappato un breve sorriso alla fine. Ram Mohammad Thomas alla fine vince il quiz (il presentatore però non è buono come Jerry Scotty) che lo riscatta dalle difficoltà della vita ed ottiene la sua rivincita in perfetto Bollywood style!
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...non ci siamo detti tutto!
"Emmi mi scriva. Scrivere è come baciare, solo senza labbra. Scrivere è baciare con la mente."
Ma prima dell'era di internet non succedevano queste cose... o si? E se si come? Ammetto che mi sono affezionata alle e-mail di Emmi(con la i) e di Leo, semplici frasi all'inizio e un pò troppo leziose ed ammiccanti in seguito con tutte le perplessità ed il desiderio di volere strafare e poi non fare per paura di.....
Un 'utopia amorosa costruita con le lettere dell'alfabeto...che nervi il finale...
"Che c'è di male? E' tradimento? Cos'è il tradimento? Un'e-mail? O una voce? O un odore? O un bacio?"...
Il vento del Nord non ha avuto risposte efficaci, oppure ne ha date troppe, attenderò la doccia fredda della settima onda....spero almeno arrivi dai mari del Sud!
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Espiazione
Mc Ewan ha scritto una storia ben architettata, con personaggi ben delineati come Briony, Cecilia ed Emily Tallis in primis. L'adolescenza è una brutta bestia, le parole e le fissazioni sembrano immutevoli e non esistono le quasi mezze verità, piuttosto l'immaginario di una fanciulla diventa verità ineluttabile a spese della propria coscienza che paga poco a poco nel tempo un conto esoso, un'espiazione lunga tutta una vita.
Torna indietro. E' stato solo un brutto sogno. Briony, torna da me.
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Ciao banana...
Ferris, sei riuscito a fare scorrere calde lacrime liberatorie. Tim, Jane e Becka sono una famiglia, non intesa nel classico significato ma nel senso più spirituale e meno pragmatico. Dove la nebbia mentale di un uomo ipersbattuto, raggrinzito, stridente e combattuto si annidano i sentimenti e le angosce più profonde e sensate. Dove gli occhi del saggio sono nella sua testa e lo stolto procede nel buio. Dove nel pieno della follia tutto è delineato nella più totale lineare ragionevolezza, dove la libertà è nel cuore degli uomini e delle donne e se muore lì non c'è costituzione, non c'è legge, non c'è corte che possa salvarla.
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Un giorno...il 15 Luglio a Londra accadde...
Un giorno Emma e Dexter si conoscono, in un giorno si sono amati, un giorno hanno giurato fratellanza, un giorno sono diventati famosi, un giorno si sono persi di vista, un giorno capiscono che hanno sbagliato qualcosa, un giorno si sono rincontrati, un giorno diventa lento, un giorno sempre quel 15 luglio.....si è spezzata la catena della normalità tra Em & Dex e Dex ed Em....
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La trilogia della Metamorfosi
Camilleri dice questo : “Il meglio di me risiede in questa trilogia fantastica”.
“La legge suprema delle cose è il mutamento.” Nell’antichità lo diceva il poeta Lucrezio.
E’ il terzo libro dedicato alla trilogia delle metamorfosi e purtroppo anche l'ultimo! E’ la favola di Giurlà, un pastorello di pecore che ama il suo gregge ed ama una pecora in particolare, Beba, un amore ricambiato, completa la metamorfosi l'eterea Anita, con sonaglio al collo e zoccolo caprino al seguito. Il maestro al top dell'ispirazione.
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Sorelle
Barbara Garlaschelli è stata finalista per il premio Strega 2010 con "Non ti voglio vicino", ma qualche anno fa ha pubblicato questo piccolo gioiellino noir ricco di tensione e poesia senza fronzoli esasperanti, grazie ad una narrazione semplice ma dotata di una notevole forza prorompente.
Amelia e Virginia sono sorelle, sono cresciute assieme e sono diventate donne senza dividersi mai, vivono da sempre nella casa di campagna dei nonni, non sono le sorelle March e neanche le sorelle Materassi. Amelia è una mora dominante e Virginia una bionda recessiva. Qualcosa di veramente drammatico si è consumato nelle loro vite durante la loro fanciullezza che ha completamente sovvertito gli equilibri della loro crescita. Come in ogni quadro familiare che presenta dei problemi, le figure del padre e della madre sono praticamente inesistenti o semplicementie eterei e quasi inavvicinabili, mai una carezza, mai un abbraccio. Si crea un vortice che vede le due sorelle alle prese con il presente ed il passato in balia dei loro rispettivi sentimenti che si mescolano ai colori:
"Chiudo gli occhi e immaginoche questo caldo abbia un calore. Giallo.
Respiro l'aria, a fondo, fino a saturarmi i polmoni. Azzurro.
Il rosso della vendetta, il blu del tradimento."
E la storia seguiva uno schema preciso: prima il tradimento, poi l'abbandono. Un dolore che sembra attenursi con il tempo, ma che non passa mai. Niente poteva dividerle erano come sdoppiate, erano una ed erano anche l'altra, tutti gli altri erano dettagli compreso Dario, un uomo pieno di problemi, che irrompe nella loro vita sovvertendo i loro equilibri, ma alla fine pensare a lui era come a un nome privo di sostanza, come dire tappeto, bicchiere o maniglia.
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E morì a occhi aperti
E' il primo romanzo di Raymond di una seria dedicata alla Factory. Un indagine inconsueta in una Londra degradata e spietata, svolta da un sergente senza nome, senza ambizione che opera alla A14 della sezione delitti irrisolti, ma abbastanza dignitoso da dare voce a a chi ha subito un torto, in questo caso la morte di Charles Staniland che ha assistito al proprio massacro così ad occhi aperti, impassibile e rasseganato in modo quasi profetico.
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Shantaram
"Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell'amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita"...
Il libro inizia così e dura ben 1177 pagine. L'India che fa da sfondo è vista dagli occhi di un australiano Lin, che per pochi aspetti ricorda Vallanzasca, per molti altri ad un istrionico uomo carismatico dai mille volti. Emerge il lato debole dell'India, quella che da esilio alla "felce" che proviene da tutto il mondo: europei e medio-orientali, uomini e donne che sono scappati dalle loro nazioni perchè colpevoli di reati non scontati debitamente nel loro paese di origine. Una società legata alla mafia al traffico di droga, alla prostituzione, al riciclaggio, al traffico d'armi, alla ricettazione. Durante questo viaggio si incontrano tanti personaggi, col rischio a volte di fare confusione, poi si riallacciano i dialoghi e tutto torna, non mancano gli scivoloni leziosi e le metafore filosofiche un pò troppo forzate. Personaggi che ricorderò sono l'indiano Prabu e l'orso Kano. Il pregio di questa lettura è stata l'abilità dell'autore di farmi incollare nelle sue pagine e di apprezzare alla fine la buona volontà del protagonista per quello che ha fatto, che pur essendo un criminale è "Shantaram", un uomo di pace.
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L'ultimo vero bacio
E' per davvero l'ultimo bacio che Crumley da al lettore dopo aver finito di leggere questo gioiello che ha più di trentanni!
Inizia così: "Alla fine lo beccai, Abraham Trahearne: Lo beccai che beveva birra in compagnia di un bulldog alcolizzato, tale Fireball Roberts, in una sgangherata bettola appena fuori Sonoma, California, intento a spremere anche le ultime gocce di un bel pomeriggio di primavera."
E finisce:"L'ultima volta che lo vidi, se la filava a gambe levate dal bar di Rosie, inciampando sulla tomba di Fireball.
Crumley è uno scrittore che fa sentire tanto della sua vita personale in questo libro e credo che il segreto della buona riuscita sia proprio questo. E' davvero un romanzo toccante, per tanti motivi: lo stile fresco, impeccabile dell'hardboiled americano, i contenuti che all'inizio sembrano semplici e convenevoli si trasformano in un susseguirsi di colpi di scena carichi di vero talento modellati dal cinismo, dall'ironia, dalla disperazione. Reduci del Vietnam, falliti, donne che collezionano amori e che non hanno conosciuto l'ingenuità, spacconi, provinciali e tanto whisky.
"Le storie sono come istantanee, figliolo, immagini che immobilizzano il tempo, dai margini nitidi e ben definiti. Così sono le donne, ragazzo. Non la capiscono questa necessità di muoversi. Da' loro una caverna riscaldata e trippe d'antilope a pranzo e a cena, e chi le muove più di casa?"
P.S..Einaudi deve stare attenta alle correzioni....certi errori non si fanno!
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Le anime grigie
Mauro Baudino de la Stampa scrive che "Le anime grigie" potrebbe ricordare Simenon più "noir" ma anche il Marai di "Le braci" la mia sensazione sin dalle prime pagine è del tutto diversa a partire dalle emozioni, qualcosa di profondo poteva esserci, ma tutto ciò non è arrivato.
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Foer...hai toccato il cuore!
Extremely Loud & Incredibly Close
...Libro molto forte, per l'ironia e la profondità del messaggio;
....incredibilmente vicino ad Oskar.
Ma Oskar è solo un bambino? No, è uno di noi, con le scarpe pesanti ed il vuoto nello stomaco come quando cerchiamo la verità ed a volte pensiamo che basti una chiave che apra uno scrigno per trovare la felicità.
.... Non si può amare niente più di quello che ci manca...
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...la fame arriva sempre un pelo prima...
Bastiano ha gli occhi verdi, Bastiano è bello, Bastiano ha fame, Bastiano mangia poco, Bastiano non mangia perchè non c'è cibo, Bastiano cresce, Bastiano si spacca la schiena, Bastiano ama, Bastiano uccide, Bastiano fa la guerra, Bastiano prega la sua mamma, Bastiano prega il suo papà, Bastiano è triste, Bastiano non ride mai, Bastiano odia, Bastiano fa i conti con l'istinto e con la ragione....lui è un cariolante, Bastiano invecchia ed è felice perchè è come ritornare bambini, ha paura dell'orco che mangia i bambini, sa di essere nato di traverso ed alla fine questa è una consolazione.
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Bologna la dotta!
Siamo sempre a Bologna, sono gli anni Settanta, si consuma un omicidio insolito, intanto al Sanleonardo scoppiano i "soliti tafferugli di sinistra", quattro compagni sono indagati. Di questa trilogia è quello che ho maggiormente apprezzato, Sarti è più "maturo" e la storia è davvero un inno appassionato di quell'Italia che mi piace leggere.
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...c'è un capro espiatorio: l'Uomo - Capra...
Lettura ipnotica come Lansdale sa creare. Il linguaggio è pacato, sciolto e in linea con i personaggi, narrato in prima persona da Harry, un ragazzo bianco di dodici anni, un pò come ha fatto Ammaniti nel suo "Io non ho paura", di forte impatto la sensazione che si avverte leggendo i dialoghi tra Harry & Jacob, paragonabili a quelli tra Scout & Atticus de "Il buio oltre la siepe". Il tema è il razzismo, come ormai Lansdale ci ha abituato, un conflitto che viene "eviscerato" sempre con un stile che ormai appartiene solo a lui. L'ambiente è il Texas, quello della legge dei bianchi, delle zone paludose e dei bayou del fiume Sabine degli anni della Depressione ricco di pesci mocassino, ci sono le donne che indossano vestiti ricavati dai sacchi di patate, tutti tengono in casa un fucile oppure una pistola, c'è il "Klan", c'è il grottesco Pharaoh senza gambe che si sposta su un carrettino trainato da un maiale, c'è la paura del mostro che si aggira nei boschi "l'Uomo-Capra" il presumibile assassino. Manca il classico houmor e l'horror spietato ma c'è tanto contenuto sociale articolato magistralmente in maniera semplice e crudele.
Il mondo era tornato normale come sempre, anche se ai miei occhi non sarebbe più stato limpido e pulito come prima e qualunque cosa avessi fatto non l’ avrebbe più riportato indietro.
Non sarei stato sorpreso di scoprire all’improvviso che si può raggiungere la luna arrampicandosi fin sulla cima dell’albero più alto e che con un paio di buone forbici si poteva tagliarla in due.
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Li seppelliamo vivi i nostri morti!
Mi ha lasciata un pò fredda, proprio come la storia nel suo complesso. Peace, definito l'erede inglese di Ellroy, per il linguaggio asciutto e la narrazione serrata, mi sembra un pò forzata, mi aspettavo qualcosa che lo accomunasse a lui dopo aver letto "Dalia nera", invece mi è sembrato troppo azzardato questo affiancamento. Andiamo al libro: troppo carne al fuoco in un'Inghilterra ai limiti della tolleranza e della democrazia, dove la vera rivoluzione è la musica. Non so se leggerò gli altri che seguono, per il momento credo proprio di no.
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