Opinione scritta da sonia fascendini

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Romanzi storici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    03 Febbraio, 2021
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l'orologiaio

Siamo nel 1962: Emil, un sopravvissuto del campo di concentramento di Auschwitz si trova ad Amsterdam per partecipare a un torneo internazionale di scacchi. Qui incontra Paul, un vescovo dietro il quale si nasconde uno degli ufficialo che si doveva occupare della gestione del campo di concentramento dove era rinchiuso Emil. L'iniziale sentimento di repulsione verso i tedeschi in genere che secondo Emil non possono essere mai buoni, perché hanno consentito col loro silenzio che succedesse quello che è successo durante la guerra, pian piano si attenua e i due raccontano la loro versione della storia che in fin dei conti ha visti come protagonisti manipolati da altri. Al centro di tutto gli scacchi, usati da taluni come un ulteriore mezzo di sofisticata tortura e da altri come il modo di offrire una possibilità di salvezza. Si tratta nel complesso di un romanzo scritto bene, Facile da seguire nonostante la scelta sia quella di alternare racconti tra passato e presente. Al di là della scelta di immaginarsi che nel campo di concentramento fosse organizzato una specie di torneo di scacchi tra un ebreo e gli ufficiali tedeschi che non so quanto sia credibile, trovo invece credibile l'idea di torturare ulteriormente un prigioniero mettendo in palio per la partita la vita di un suo compagno. Si tratta comunque di un romanzo che offre parecchi spunti di riflessione anche sullo stato d'animo di chi stava dall'altra parte della barricata e magari ha tardato parecchio a rendersi conto di quello di cui era complice. In effetti compiangere chi era carnefice, perché aveva dei sensi di colpa, è qualcosa che ripugna. Questo romanzo aiuta però a inserire alcuni comportamenti criminali sotto una prospettiva diversa, ma evidentemente non basta a giustificarli o a spiegarli.

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Narrativa per ragazzi
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    02 Febbraio, 2021
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Eroi per caso

Consiglierei questo libro un po' a tutte le età anche se l’indicazione è quella di destinarlo ai ragazzi. Si tratta di un fantasy che è piaciuto anche a me nonostante di solito rifugga da questa categoria. Mi incuriosiva leggere qualcosa di Michel Ende che conoscevo solo per sentito dire, e allora eccomi qui a fare conoscenza con i due più improbabili eroi immaginabili. Un corvo spennacchiato, ma pieno di coraggio e presunzione e un gatto grasso, timido e ingenuo, possono non sembrare la coppia adatta a salvare il mondo, ma Ende ci mostrerà che niente è impossibile. Ho trovato questa che in fin dei conti è una fiaba, tristemente attuale nonostante risalga a un trentennio fa. Si tratta di un romanzo che potrebbe essere preso come bandiera da chi si occupa di ambiente e lancia continui inascoltati allarmi per i rischi che sta correndo il pianeta. I due eroi si trovano infatti a combattere contro delle forze del male il cui scopo è quello di distruggere il maggior numero possibile di specie animali e vegetali. In sostanza quello che stiamo facendo noi. Facile da leggere sia per i ragazzi che gli adulti. I primi sono attratti dalle atmosfere gotiche e fantastiche di vecchi castelli dove si praticano incantesimi e magia. I secondi sono portati a riflettere, o almeno io lo sono stata.

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Letteratura rosa
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    02 Febbraio, 2021
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Il piacere di leggere

Questo libro ci racconta la vita di Rocco De Falco, un uomo che si è fatto da solo. Figlio minore di due genitori siciliani che si sono trasferiti a Milano in cerca di fortuna e che grazie alle proprie intuizioni al coraggio e al proprio fascino è riuscito a conquistare il mondo. Ricco oltre ogni immaginazione, potente fino all'inverosimile, come spesso succede è carente solo in un settore di quella vita dorata che conduce. Si tratta della vita sentimentale, che è sempre stata in bilico: incapace di amare e di vedere al di là delle apparenze, come possono testimoniare le sue quattro ex mogli. La sua storia ci viene raccontata poco alla volta, intrecciandosi con quella di Giulietta. Lei è il grande amore della sua vita, che lo ha lasciato vicino all'altare perché lo ha scoperto a letto con un'altra. Anche per lei Rocco è stato sempre un'ombra che le ha impedito per tutta la vita di assaporare con pienezza i colori della sua esistenza. Si ritrovano quando entrambi hanno sessant’anni e riprendono le fila della loro vita da dove l’hanno lasciata cominciando dalle basi. Raccontandosi tutti i segreti che non si sono detti da giovani. Non conoscevo Sveva Casati Modigliani e mi è piaciuto molto immergermi in questo modo di scrivere d’altri tempi. Con piacere ho trovato qualcuno che ancora è capace di scrivere usando con competenza anche termini che sonio desueti, ma che rendono perfettamente il senso di quello che ci vuole raccontare. Ho goduto appieno di questo libro, per il solo piacere di leggere, senza mordere il freno per sapere che cosa succede dopo, ma solo per il gusto di vedermi davanti i luoghi e i personaggi descritti. Sempre rappresentati con discrezione, senza eccessi. Da un lato il mondo di Giulietta: una insegnate in pensione che pasa e serate con il club del libro, profuma di violetta e di bucato appena fatto. Dall’altro il modo di Rocco che sa di profumi costosi, aromi di ristoranti a cinque stelle e di mete esotiche. Detto questo commento solo di sfuggita la trama, abbastanza sdolcinata e direi tutt’altro che realistica. Troppo indulgente secondo me la scrittrice verso due persone arroganti e anaffettive. Mi verrebbe da dire che si piglia si somiglia.

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Letteratura rosa
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    24 Gennaio, 2021
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Leggero come una nuvola

Premetto che d solito non sono un'appassionata di letteratura o di film rosa. In questi tempi cupi, pieni di tristezza e con prospettive tutt'altro che a colori vivaci ,però mi lascio attrarre da letture leggere. Questa è la ragione per cui ho dato un voto alto a un romanzo che invece di solito avrei comunque letto, ma avrei classificato tra quelli che si lascino leggere, ma senza tanti rimpianti per essere finiti in fretta. In questo caso, invece un libro che in fin dei conti non ha una grande storia, che dipinge tutto a tinte pastello, mi ha fatto una buona compagnia .La storia è quella vista tante volte di una ragazza con una storia d'amore tormentata alle spalle che si trasferisce in un paesino da cartolina di quello dove tutti sono amici e realizza il suo sogno. Nello specifico la ragazza ha sempre voluto aprire un negozio vintage che prima di decollare le dà un certo numero di problemi. A fianco di questo una storia d'amore, amicizie che si consolidano, qualche lacrima. L'impressione è quella di essere davanti a un tramonto, dalle tinte rosa e lilla, con in sottofondo un concerto suonata da cinguettii di uccellini dal vento che si insinua tra i rami di una quercia. Il profumo non può che essere quello di biscotti appena sfornati, e zucchero filato rosa Decisamente troppo sdolcinato e poco realistico, ma in tempi di pandemia, perché no?

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    14 Gennaio, 2021
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I miracoli del denaro

Se vogliamo esagerare facciamolo per bene. così Glenn Cooper ha pensato di triplicare il miracolo che sta alla base dl cattolicesimo. Non una ma ben tre ragazze di nome Maria si ritrovano a essere incinte, senza sapere come mai. Dopo che i medici hanno escluso che nelle gravidanze ci sia stato un intervento umano, ci si orienta subito verso un intervento di tipo divino. solo il Vaticano, tentenna e sembra volerci vedere più chiaro. Si tratta di un romanzo in stile Cooper che ha alla base una chiesa cattolica potente e votata all'intrighi che are ci voglia nascondere chissà che segreti. I complotti si sprecano, il mondo è in balia di un folle che riesce a fare qualsiasi cosa, la popolazione, come un gregge di pecore segue inebetita un pastore che lo porta verso un baratro. La storia. però nel complesso, pur nella sua follia ha un suo senso. La trama è avvincente, con molti personaggi abbastanza delineati e con una loro personalità. Trovo che nonostante la storia raccontata sia del tutto improbabile, lo sia talmente tanto che potrebbe succedere davvero. Mi sono piaciute le spiegazioni che l'autore ci ha dato, gli eroi per caso che sempre si trovano in questi libri sono eroici solo il giusto, ma per il resto sono uomini e donne finiti in una mondo parallelo. In fin dei conti, poi un lieto fine c'è ma con quale sapore agrodolce che è tipico della vita reale.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    11 Gennaio, 2021
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Echo park

Io tanto per cominciare avrei tenuto nella traduzione il titolo originale. Tra l'altro si sarebbe dovuto fare riferimento ala volpe e non al lupo. Per quanto riguarda il romanzo, non l'ho trovato tra i migliori che ho letto di Bosch. Il personaggio continua a piacermi: tormentato, con i suoi principi, sempre al limite della legalità, sempre incompreso dalle sue donne che pur continua ad attrarre come una calamita. La trama ci racconta di un serial killer che confessa anche uno degli omicidi che parecchi anni prima sono stati seguiti dal detective, senza riuscire a chiuderlo. Uno di quelli che lo tormentano e che periodicamente riesamina spando di trovare finalmente quello che gli è sfuggito. Le cose peggiorano quando sembra proprio che un errore ci sai stato e anche piuttosto grave. Non convinto della confessione Bosch continua comunque le indagini fino ad arrivare a conclusioni ben diverse da quelle che si sarebbe aspettato.
Nel complesso il romanzo è abbastanza gradevole, si legge da solo per la parte che riguarda le indagini, che son abbastanza credibili e tiene il lettore sulla coda. Mi è piaciuta poco la svolta complottistica con retroscena a non finire. Troppi doppi giochi incrociati per poter funzionare alla perfezione. In effetti alla resa dei conti qualche intoppo lo trovano però mi hanno lasciata lo stesso perplessa.

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Romanzi storici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    23 Dicembre, 2020
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e la morte racconta

La guerra, e l'olocausto viste dal punto di visto di una tedesca che in teoria starebbe dalla parte giusta della barricata. Liesel vede morire il fratellino su un treno mentre con la madre li sta accompagnando in una nuova famiglia che si occuperò di loro, perché lei non lo può più fare. Il dolore delle due perdite , l'arrivo della guerra, cos incomprensibile per una ragazzina, la solitudine si sopiscono solo quando può rubare libri. Non lo sa perchè lo fa, anzi all'inizio neanche li sa leggere e li scegli a caso. Ma questo atto la rende felice, viva, le fa scorrere il sangue nelle vene, Lei non è un ladra avida: ruba solo quello che le serve e si gode fino all'ultima lettera di quello che legge, Attorno a questa sua bizzarria intanto il mondo continua a scorrere. il nazismo si fa strada a gomitate, logorando anche la sua nuova famiglia. Ancora più la logora quando da lontano arriva un ebreo che chiede di essere nascosto. La famiglia non gli chiede il perché, solo apre le braccia e il cuore .In questa occasione i componenti della famiglia tirano fuori tutta la generosità di cui sono capaci, corrono rischi, si privano del poco che hanno e si rammaricano di non avere qualcosa in più da cedere. L'autore ha scelto di far raccontare questo romanzo dalla morte: una osservatrice imparziale, perché incapace di compassione o di antipatie. con la sua freddezza ci descrive quello che succede, lasciando a noi il compito di giudicare, giustificare o approvare.
Nel complesso il libro è abbastanza gradevole, forse un po'lento in alcuni passaggi, ma comunque interessante e coinvolgente.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    14 Dicembre, 2020
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chi si piglia si somiglia

Ho trovato questo romanzo gradevole, ma nulla di più. Un tema così drammatico, come quello della violenza domestica dovrebbe essere trattato secondo me con minore leggerezza. La follia della protagonista, mi sembra poi sia lasciata passare un po' troppo alla leggera. Non per quello che ha fatto al marito che di certo si meritava ben altro, ma per quello che ha fatto anche ad atri uomini che hanno messo in discussione i suoi piani. Come tutti i libri ai quali si affida il compito di trattare argomenti drammatici anche questo ha corso il rischio di banalizzarli. Anzi direi che li abbia proprio banalizzati.
Comunque detto questo il romanzo ci racconta di una donna con un passato dapprima oscuro, e poi piano piano svelato, succube del marito che si annienta per farlo felice, giustificando qualsiasi suo sopruso sia fisico che psicologico. Quando lui la caccia di casa per iniziare una vita con una ragazza più giovane decide di distruggerlo sia finanziariamente che socialmente. Come solo nei romanzi può succedere la donna tira fuori risorse insospettabili, capacità sia manageriali che di criminale eccezionali, e una fortuna al di la di ogni ragionevole aspettativa.
Il modo di scrivere dell'autrice è chiaro, ordinato, facile da seguire, anche quando la trama tende a divagare in diverse direzioni.

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Romanzi autobiografici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    29 Novembre, 2020
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utero cosmico???

Ho comprato questo libro attirata dalla copertina piena di farfalle azzurre. Poi ho letto la biografia dell'autore: un medico, e mi sono detta. "Con una copertina così sarà qualcosa di poetico, positivo, comunque una gradevole distrazione". Invece a una prima parte anche ben scritta, dove Eben ci racconta come è finito in coma e la ricostruzione che hanno fatto i suoi familiari di quei giorni, è seguita una descrizione dell'esperienza ultraterrena, piuttosto confusa e inquietante. L'autore ci racconta di aver voluto condividere la sua esperienza per dare conforto e speranza. Io, dopo aver letto alcune righe di questa descrizione mi sono distratta e ho avuto difficoltà a stare dietro al narratore. Nel complesso, leggendo poi tutto il libro ( ci ho messo parecchio come per tutti quelli che non mi catturano) ne ho tratto più inquietudine che pace. Ma in realtà non sono nemmeno sicura di aver capito tutto, quindi è possibile che rileggendolo e comprendendolo meglio anch'io ne tragga giovamento.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    16 Novembre, 2020
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Che dire? brutto

Questo libro non mi è piaciuto. Vedo che chi mi ha preceduto, e le cui recensioni ho letto con attenzione, ha un'idea del tutto diverso dalla mia. Tanto è vero che ho avuto il dubbio facendole scorrere che si riferissero a un altro romanzo. Quindi per eccesso di cautela premetto che probabilmente io non sono un'estimatrice di questo genere letterario, che non specifico perchè non mi è chiaro quale sia. Comunque ho trovato caricaturali e del tutto incredibili i due personaggi principali, per non parlare di tutti quelli chi vi ruotano attorno. Le ambientazioni sono dir poco surreali. i dialoghi sono forzati. Ho trovato la trama povera, triste e per niente stimolante. Non mi sono piaciuti Hap e Leonard ai quali trovo il loro "papà" abbia fatto un cattivo servizio facendoli diventare delle gran macchiette che del resto a me fanno più pena che simpatia . Che dire sullo stile di scrittura? Ho impiegato parecchio a finire questo libro e di solito mi succede quando mi annoio, devo tornare indietro perchè perdo il filo e in fin dei conti mi passa la voglia di leggere.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    22 Ottobre, 2020
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Il primo giorno

Con questo romanzo Angela Marsons torna indietro nel tempo e ci racconta, se non gli esordi della sua Kim Stone, almeno la nascita della squadra che i suoi appassionati lettori hanno imparato a conoscere. Dopo un certo numero di romanzi e di indagini, che le hanno valso tra l’altro anche il Premio Bancarella, il lettore curioso potrà scoprire in che modo questa squadra Investigativa britannica si sia formata. In un certo senso il primo giorno di scuola di un gruppo disomogeneo per carattere, cultura e formazione, ma con una sua certa omogeneità data dall’essere in qualche modo dei soggetti ai margini. Prima fra tutti lei: Kim Stone il caposquadra tanto brava e precisa nelle sue indagini quanto incapace nel gestire le dinamiche di gruppo e i rapporti con i superiori. Riservata e gelosa della propria vita privata, tende a disinteressarsi anche di quella dei colleghi apparendo più fredda e scostante di quanto in realtà sia. In realtà attenta a quello che succede e con la rara sensibilità di chi è capace di essere generoso senza mettere in condizioni il destinatario del suo gesto di ringraziarla o di sentirsi in imbarazzo. Attorno a lei due sergenti: uno più adulto stanco di superiori che vogliono fargli fare carriera, perché lui se ne sta benissimo dov’è con un lavoro che sa fare bene e senza gli ingombri di responsabilità a cui non vuole pensare. L’altro più giovane, ambizioso e con l’arroganza tipica di chi non ha l’esperienza necessaria a valutare correttamente le proprie capacità e quelle degli altri. Infine una agente investigativa di fresca nomina: desiderosa di dimostrare le sue doti che sono parecchie, ma forse troppo ansiosa di piacere e di compiacere tutti.
Direi che questo libro ci presenta innanzitutto una squadra fatta di personaggi ben amalgamati, credibili e interessanti da conoscere. Mi sono piaciute molto anche le indagini: chiare, serie e con esisti credibili, ma mai scontati. Il primo cadavere a cui fa riferimento il titolo è il primo che la neonata squadra è chiamata a visionare pochi minuti dopo essere stata formata. Il primo di cui si occupa, ma non il primo dello stesso assassino e neppure l’ultimo. A parte la tendenza della Marsons, che secondo me è diventata comune alla maggior parte dei giallisti, a calcare un po’ la mano sui dettagli macabri e a dare motivazioni e schemi mentali piuttosto contorti all’assassino, nel complesso si tratta di un buon thriller. L’esigenza di far inorridire e spaventare il lettore tanto da rendere appetibile il libro è bilanciata da una scrittura gradevole e fluente, dalla cura per i dettagli e da una trama fitta e coinvolgente. Abile l’autrice nel depistare il lettore, o almeno a depistare me che molto prima della fine ho sbuffato quando ho pensato di avere già individuato il colpevole. Abile anche a giustificare in modo logico tutto quanto ci ha raccontato, o solo accennato nel corso del racconto. Come dovrebbe succedere in un buon giallo alla fine, non una pagina prima, tutti i pezzi del puzzle che sono stati sparsi nelle righe precedenti, vanno al loro posto.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    05 Ottobre, 2020
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una santa contesa

Questo è il primo di una lunga serie di romanzi che Ellis Peters ha dedicato alle avventure di padre Cadfael. Ambientato nell'Inghilterra medievale questo libro ha poco a che vedere con i gialli attuali: tutti sangue e motivazioni complicate. Si tratta di un romanzo piuttosto datato, e sia per questo sia per il tipo di ambientazione scelta può apparire in molti passaggi piuttosto ingenuo o troppo ovvio. Descrive, però con precisione il modo di pensare medioevale con i suoi timori, le superstizioni e un innato rigore oggi del tutto impensata. Significativa la spedizione di un drappello di rappresentanti dell'abazia oltre confine alla ricerca di una santa da usare come specchietto delle allodole per attrarre visitatori. Ben descritta la figura di padre Cadfael. un monaco che ha deciso di vestire il saio solo dopo aver partecipato alle crociate, aver amato e tradito donne, aver sofferto e fatto soffrire. Arrivato a una età avanzata per l'epoca ha trovato in qualche modo la pace dedicandosi alle sue erbe. Gli è rimasto però lo spirito d'avventura, l'arguzia e l'astuzia necessaria a mettere assieme indizi, tessere trappole per gli assassini e metterli on le spalle al muro. Nel complesso un libro gradevole da leggere, scorrevole sia nella trama che nella prosa. Piuttosto azzardato metterlo tra i gialli a fianco degli investigatori degli ultimi decenni.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    05 Ottobre, 2020
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a scuola di truffa

Col suo consueto modo di scrivere: fluido con pochi fronzoli, ma capace di andare diretti al punto Grisham ci porta nella zona di confine tra i tribunali e le scuole di legge che preparano chi ci dovrà lavorare. Anzi il confine lo fa varcare ai suoi tre eroi che decidono di rispondere truffa con truffa a chi li ha raggirati. Tre ragazzi squattrinati si sono iscritti a una scuola di legge di Washington attratti dalle prospettiva di guadagni generosi. Accecati al desiderio di coprire i debiti che hanno contratto con lo stato per arrivare fino a lì, ne hanno contratto degli altri. con un'ingenuità che a fatica si può perdonare anche a ragazzi usciti da poco dall'adolescenza non hanno riflettuto sulla scarsa qualità della scuola a cui si sono iscritti. Non si son preoccupati, se non quando era troppo tardi del fatto che un titolo di studio della scuola che frequentano non li avrebbe aiutati a entrare in un grosso studio legale. Non hanno nemmeno riflettuto sulla scarsità della loro preparazione del tutto inutile al momento di studiare per l'abilitazione di stato. Ci riflettono, però quando un loro compagno si suicida. A quel punto mettono in campo tuta la sfrontatezza e il coraggio di cui solo i ragazzi giovani sono dotati. Solo grazie a faccia tosta e inventiva riescono a aggirare il sistema, a beffarlo, deriderlo. Ancora una volta Grisham, pur come ammette nelle note finali, prendendosi qualche libertà creativa, ci porta nel mondo forense americano. Un mondo fatto da un sacco di ombre e scappatoie. Divertente da leggere,ma forse un po' inquietante se lo si porta nella vita vera.

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Romanzi storici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    02 Ottobre, 2020
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prese per la gola

Sono un po' dubbiosa su questo libro. Il problema è sempre : è possibile parlare con leggerezza di qualcosa di drammatico?. Non conoscevo le assaggiatrici di Hitler, che pur sono esistite, e dopo parecchi anni di silenzio hanno svelato anche questa crudeltà del regime nazista. Credo che la Pastorino in alcune parti sia riuscita a rendere l'dea della crudeltà di questo tipo di "lavoro". Ci sono alcuni brani del romanzo che in effetti mi hanno fatto rabbrividire e inorridire. Trovo però che la maggior parte del romanzo abbia una connotazione troppo rosa. Mi rendo conto che la vita debba andare avanti e che trattando di donne giovani, fosse necessario indagare anche nella loro vita romantica. Ma forse l'autrice ha indugiato troppo su questo aspetto, spingendo spesso in una posizione periferica il vero punto della storia. O almeno,quello che secondo me avrebbe dovuto essere rimarcato più e più volte. La paura, l'incertezza, quella lunga ora da trascorrere in attesa che l'eventuale veleno facesse effetto. Il desiderio che quel boccone fosse quello decisivo e che il pasto successivo non fosse più qualcosa da attendere con orrore. Ha salvato il romanzo, che devo dire mi aveva lasciata tiepida, l'ultima pagina. Ecco lì nelle parole finali del romanzo ho trovato quello che mi aspettavo si dicesse in tutti i capitoli precedenti: l'orrore vissuto da queste donne, il danno che è stato fatto loro, l'impossibilità di cancellare con un colpo di spugna quella che in fin dei conti è stata una vera e propria tortura. Comunque è un libro che consiglio di leggere a chi come me non sapeva dell'esistenza anche di queste vittime che per pudore, paura o altro hanno parlato molto tardi del loro ruolo di assaggiatrici. Un brava anche all'autrice per quell'ultima parte così chiarificatrice e capace di salvare tutto il libro.

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Racconti
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    02 Ottobre, 2020
Top 50 Opinionisti  -  

ottimo e abbondante

Il nuovo, finalmente del tutto resuscitato e tornato ad essere uno scrittore con tutte le lettere maiuscole ci propone questa volta quattro racconti. quattro belle storie lunghe, complete e con ben poco da invidiare ad un romanzo. In questo libro ritroviamo la Holly che alcuni romanzi fa abbiamo conosciuto come una donna paurosa e piena di fobie, che pian piano è riuscita a gestire le sue manie e a diventare una detective vera e propria. In quello che potrebbe essere un outsider 2, ma che in realtà è una storia che può essere presa da sola e apprezzata anche senza conoscere il primo capitolo Holly è finalmente la protagonista principale: sicura di sé. cattiva e efficiente. Non è diventata una eroina stile Wonder Woman, il che sarebbe stato quantomeno poco credibile, ma solo una donna che tiene duro, ce la mette tutta e ogni tanto viene premiata per la sua tenacia. Più tranquilli, ma comunque ben amalgamati sia per quanto riguarda la trama, sia per la caratterizzazione di personaggi principali e dei comprimari gli altri racconti. Da parte mia particolare apprezzamento per La vita di Chuck: un racconto che è stato capace di stupirmi, il che sta diventando sempre più difficile, ma n mano che l'età avanza. Bella idea, ben scritto, capace di tenere per tutta la sua lunghezza il lettore sulla corda, e poi eccolo il finale inaspettato, inimmaginabile, ma in fin dei conti del tutto logico. Bravo King.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.0
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Settembre, 2020
Top 50 Opinionisti  -  

Simpatico libretto estivo

Anche io come qualcuno che ha scritto una recensione precedente mi sono fatta guidare nell'acquisto di questo romano dalla copertina. Molto bella, ma poco indicativa del contenuto del romanzo. Si tratta di un giallo che vuole essere allo stesso divertente. Molte incursioni nel dialetto. questo volta genovese, che è sempre capace di strappare qualche sorriso al lettore. Una ragazza annoiata e ficcanaso per natura che si mette a rincorrere per tutto il nord Italia e parte della Svizzera gli autori di un ipotetico delitto. Nel complesso un libretto che si lascia leggere, con qualche battuta da ricordare e molte altre già sentite. Un'investigatrice maldestra, ma fortunata, come spesso succede, ma a mio gusto non particolarmente attraente o magnetica. La scrittura abbastanza scorrevole e agevole da seguire con dei dialoghi beh, un filo forzati e poco credibili. Finale giusto per questo romanzo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
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4.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Settembre, 2020
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Un sogno andarsene così

Se devo trovare un difetto a questo racconto è che è troppo breve. ma del resto prolungarsi ancora per parecchie pagine l'avrebbe probabilmente appesantito. e appesantire è tutto quello che non succedere dentro questo libro. La storia è folle: quella d un uomo che vive solo, ma in fin dei conti se la passa dignitosamente condividendo gli spazi col suo gatto. Dal punto di vista lavorativo ha appena raggiunto un traguardo importane e sembra quasi che al momento solo l'orizzonte possa essergli di ostacolo nella sua ascesa. Poi, ecco qualcosa di strano: si accorge di perdere peso, ma solo quello, non volume o massa che rimangono esattamente le stesse. Addirittura tutto quello che tocca perde peso appena entra in contatto con lui. Da creativo qual'è trova per quello che li sta succedendo un epilogo geniale, romantico, da favola. Bello questo racconto. Se non si era capito mi è piaciuto molto, mi ha fatto sorridere sognare, rattristire e rabbrividire allo stesso tempo.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    28 Agosto, 2020
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Discreto esordio

Delitti strani accadono in montagna. In questo romanzo facciamo la conoscenza con Teresa Battaglia. Una donna ruvida e anche un po' inacidita dal tempo. Devo dire che mi era risultata anche simpatica all'inizio. Col suo amore per i dolci, come succede a parecchi diabetici, col suo istinto materno verso i suoi collaboratori, ma celato il più possibile con l'ironia e la sua aria severa. Poi l'arrivo di una malattia grave come la demenza, e qui trovo che l'autrice abbia calcato un tantino la mano nel cercare di inventarsi un personaggio mai visto. Ho l'impressione che questi investigatori diventino sempre più bizzarri. Nessuno ha mai pensato di crearne uno che risponda ai canoni della "normalità"?
Anche la storia dei delitti: come sono nati, le motivazioni dell'assassino, e le indagini fatte per catturarlo. Non mi hanno convinto del tutto. Tutto troppo esagerato e poco realistico. Chiaro e lineare, invece il modo di scrivere di Ilaria Tuti. Ogni cosa ci viene messa davanti in modo semplice. Ogni personaggio ha il suo motivo di esistere ed è ben differenziato dagli altri. Nel complesso romanzo gradevole anche se non eccezionale soprattutto considerato che si tratta del primo.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    28 Agosto, 2020
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Storie di pulzelle e di banditi

Ecco un altro libro in stile Andre Vitali. Leggero, simpatico, capace di strappare qualche risatina. insomma un bel compagno con cui trascorrere qualche ora durante le vacanze. la vicenda è quella del povero Benito, un toro mezzo cieco, nato senza corna ma mastodontico per dimensioni. arrivato in quel di Bellano con l'intento di andarsene dopo pochi giorni lasciando in eredità agli abitanti del lago molti vitellini sani e robusti. A causa di due zitelle curiose, di personaggi pettegoli e maldicenti e infine per mano di un gruppo di ragazzotti desiderosi di fare gli eroi avrà una fine ingloriosa. Come in tutto questo saranno coinvolti i carabinieri e come Benito sarà riscattato ce lo racconta Vitali. Lo fa in un romanzo lunghetto ma gradevole da leggere, con qualche ammiccamento come è nel suo stile, ma sempre rimanendo ben saldo sullo spartiacque tra la volgarità e il buon gusto.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    27 Agosto, 2020
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Tutto il potere del mondo

Gwendy: una ragazzina dal nome strano, sovrappeso, in difficoltà con i bulli della scuola. Non la tipica adolescente, ma una forte che vuole farcela a dispetto degli altri. un giorno mentre corre, è sudata, stanca, ma determinata incontra un uomo strano. non dovrebbe dargli retta, ma lo fa, Non dovrebbe accettare il suo regalo, ma lo fa. Lo nasconde ai genitori e lo difende a tutti i costi senza sapere esattamente che cosa sia. si tratta di una scatola sopra cui invitanti fanno bella mostre di sé dei bottoni. sono invitanti: la chiamano, le chiedono di premerli e di vedere l'effetto che fa. L'effetto pare sia devastante :possono distruggere ogni cosa, o forse no? forse tutto è un illusione, forse tutto è nella sua mente.
Ho trovato piuttosto gradevole questo racconto. KIng ci porta dentro la vita di un'adolescente mischiando con abilità molte tematiche scottanti. le crisi dell'adolescenza, il bullismo, la voglia di riscatto. Lo fa col suo modo consueto: creando un mostro, un eroe in cui ci possiamo identificare con le sue fragilità e i suoi dubbi. Un pizzico di tensione e il gioco è fatto. Ecco una lettura poco impegnativa, di quelle che finiscono in un attimo e ci lasciano la voglia di riprendere subito a leggere.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    27 Agosto, 2020
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Personalità pasticciata

Ho trovato questo romanzo complicato, contorto e ben poco credibile. Una mescolanza tra giallo e leggende popolari. Il sacro e il profano si rincorrono attraverso tutte le pagine del libro. Le indagini si mescolano fino a diventare difficili da distinguere con i racconti popolari delle zone rurali francesi. Le questioni personali degli investigatori a volte sono davanti, a volte dietro le indagini, ma pur sempre ingombranti. Difficile capire chi sia folle e chi sia sano. No: questa vicenda di sangue e follia di stampo francese non mi è piaciuta. MI è piaciuto poco anche lo stile di Vargas, che non avevo mai incontrato. Ho faticato a finire questo libro e dopo aver voltato l’ultima pagina mi ha lasciato se non indifferente quantomeno fredda a cospetto delle vicende dei protagonisti.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    12 Agosto, 2020
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Che bel giallo

Una piccola isola, uno scrittore in pensione volontaria acido e indisponente e un giovane aspirante scrittore in cerca di consigli. Se a questi elementi aggiungiamo una donna trovata assassinata e inchiodata all'albero più vecchio dell'isola e un ottimo scrittore ecco a voi un libro interessante, piacevole da leggere, pieno di spunti di riflessione e di tensione. Non conoscevo Guillaume Musso, ma se questo è un esempi credibile del suo lavoro penso che diventerò una sua assidua lettrice. Questo romanzo è pieno di sfaccettature: tutto quello che ci troviamo davanti ha una ragione d essere e se non la vediamo subito la scopriremo in seguito.Ogni pagina è una sorpresa, niente è scontato e tutto ha una logica. Da leggere fino all'ultima riga: anche quella potrebbe essere una nuova rivelazione.

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Romanzi
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    12 Agosto, 2020
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perplessa!

Ho trovato questo libro a tratti simpatico, qualche volta divertente, in alcuni passaggi tenero. Però tutto sommato l'ho trovato strano, esagerato, con la mano troppo calcata sulle bizzarrie dei protagonisti. Ci racconta le vicende di un ragazzino che si trova a vivere ella famiglia della quale fanno parte i matti del villaggio. tanti zii, senza figli, senza moglie e con lavori e passatempi bizzarri. Cresciuto in un mondo a parte Fabio diventa per forza di come un emarginato anche a scuola, e qui tra realtà e fantasia si arrabatta per stare a galla. quando il padre finisce in come il suo già folle mondo subisce un ulteriore scossone trascinandolo ancora di più in una specie di centrifuga emozionale. ribadisco non è un libro brutto, ma io ho faticato a finirlo. dopo un po' questi zii eccentrici, per non parlare di alcuni abitanti del paese mi sono sembrati troppo. Troppo strani, troppo slegati dalla realtà.Povero Fabio.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    29 Luglio, 2020
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Un king dei vecchi tempi

Che bello questo libro. All’inizio è un giallo. Uno di quelli ben costruiti con un delitto terribile che scuote l’opinione pubblica. Vengono fatte accurate indagini da parte della polizia che arriva anche abbastanza in fretta a catturare il colpevole. Lo fa in pompa magna, perchè è necessario mandare un segnale preciso alla popolazione. Ma da subito qualcosa inizia a scricchiolare. Perché il presunto colpevole ha un alibi. Quello non sarebbe un problema: tutti si aspettavano che se lo sarebbe procurato. In più è un padre di famiglia esemplare, un insegnate del liceo locale e un allenatore per i ragazzini che ha portato ottime soddisfazioni ai colori della sua squadra. Anche questo è un problema, ma di quelli secondari. Ma poi il suo avvocato inizia a presentare i testimoni a discapito e allo anche il responsabile delle indagini ha qualche dubbio. Fino a quando arriva il momento di chiedersi contro ogni logica se forse non ci sia qualcosa di sovrannaturale in questa storia pare proprio che ci sia e viene denominato come outsider, non essendoci modo di definirlo in altro modo.
Ho trovato questo libro molto ben scritto. Le informazioni ci sono fornite poco alla volta, ma sempre in modo preciso e puntuale. I personaggi sono interessanti ben descritti e capaci di farci immedesimare in loro. Bella e ricca la trama, schietto e rapido il finale. Allora, forse dopotutto Stephen King non ha perso il suo tocco da maestro.

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Romanzi storici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    29 Luglio, 2020
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Una storia triste

Che tristezza questo Sindacone! Non so se era questa l’intenzione di Andrea Vitali, ma a me questo nuovo antieroe arrivato dritto dritto di Bellano mi ha fatto tenerezza e mi ha intristito. Intristito perché in fin dei conti si tratta di un uomo solo. Incastrato in un matrimonio diventato un guscio vuoto, primo cittadino di un paese che non lo rappresenta e privo di amic veri o fittizi che siano. Unica consolazione le visite a una prostituta, più sola di lui che si lega a lui diventando l’uno la stampella dell’altro. Ma di tutto questo sappiamo poco, perché tutta la vicenda si svolge dopo la morte del sindacone. Numerose le gag che si susseguono nel tentativo di dare alla morte dell’umo un alone di decoro, ma secondo deboli e incapaci di togliere al romanzo la sua aura di tristezza. Non il migliore tra i romanzi che ho letto di Vitali. L’ho trovato un po’ appannato come uno specchio logoro dall’uso che comincia a riflettere poco.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    28 Giugno, 2020
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Questo autore mi sembra di conoscerlo

Sono stata una grande appassionata di Stephen King: per parecchi anni, ho aspettato il nuovo libro in uscita e poi l'ho divorato in pochi giorni. Poi ha iniziato ad annoiarmi. Non condivido ma sono intrigata dalla teoria semicomplottistica secondo cui fosse qualcun altro a scrivere per suo conto. Mi sono quindi approcciata a questo romanzo con cautela, dopo essermi rifatta una scorpacciata di quelli del passato. Invece ho avuto un ottima sorpresa, Non c'è l'attrattiva di quelli dei primi tempi: non mi sono fatta prendere dalla tentazione di controllare sotto il letto, però stiamo andando decisamente meglio. La storia ci racconta di un istituto. Qualcosa a metà strada tra un carcere minorile e un centro di internamento. Alcuni ragazzini che sono dotti e livelli diversi di capacità cinetiche vengono rapiti e sottoposti a esperimenti che sconfinano nelle sevizie e nelle torture. Poco alla volta scopriremo che anche questo posto inaccessibile, sconosciuto ai più ha delle debolezze che piano piano, con coraggio, inventiva e coesione di gruppo possono essere attaccate. Un libro scritto bene con la dovizia di particolari che caratterizza King. I personaggi ci vengono presentati poco alla volta facendoci conoscere i loro segreti man mano ce la storia va avanti. Le ambientazioni sono credibili e ben descritte. insomma tutto al suo posto. infine la trama: coinvolgente capace di incuriosire, divertire ma anche piena di sunti per chi voglia farsi delle domande.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    14 Giugno, 2020
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Dove sono le ossa?

Ho sempre associato Temperance Brennan alle ossa. In tutti i suoi romanzi mi hanno sempre divertito e intrigato le molte pagine passate in un laboratorio a esaminare ossa, ricostruire cadaveri, cogliere indizi e dare credito a intuizioni. Questo secondo me distingueva e dava un qualcosa in più ai gialli di Kathy Reichs rispetto a molti degli altri presenti sugli scaffali delle librerie. La Tempe di questo romanzo, invece entra ben poco in sala autopsie. Diciamo che non è più quella dei primi tempi. E' alle prese con un aneurisma che le provoca forti mal di testa e la rallenta, pur non riuscendo a fermarla. Si inimica il suo nuovo capo e finisce per essere cacciata dall'istituto di medicina legale, ma anche questo non la fa demordere. Le sue indagini assumono una connotazione un po' diversa. In questo romanzo diventa più un investigatore tradizionale che uno scienziato. Questa volta non sono le ossa a parlare e a sussurrarle i loro segreti, ma sono persone che ancora respirano.Si lanca in pedinamenti, interrogatori di testimoni, si improvvisa esperta del cyber spazio. Insomma un sacco di roba, anche gradevole da leggere, ma non la solita Brennan. La storia è piuttosto complessa. Partiamo del ritrovamento di un cadavere non identificabile a causa dello scempio che sul suo viso hanno fatto un gruppo di maiali. Convinta che l'uomo sia lo stesso che alcune sere prima la osservava nel buio e che sia anche la stessa persona che le ha inviato le foto di un bambino scomparso l'osteopatologa decide di indagare da sola. Affiancata da un poliziotto che stenta a starle dietro, così si lancia in quelli che all'inizio sono solo tentativi. Spara nel buio, finché riesce a mettere assieme una storia che per quanto incredibile si rivela essere parzialmente vera. La verità completa arriverà solo più tardi e sarà peggiore di quanto ipotizzava.
Nel complesso ho trovato questo giallo discreto: parti un po' faticose e pesanti si alternano ad altre pagine agili e piene di sorprese. Durante la lettura ho pensato più volte che ci fossero troppi argomenti diversi messi assieme. Pedofilia, truffe informatiche, traffici loschi, omicidi e chi più ne ha più ne metta. Prima di arrivare all'ultima pagina però tutto è stato spiegato: ogni pezzo è andato al suo posto, ogni incongruenza è stata spianata. il credibile è rimasto tale e l'incredibile è diventato per lo meno ipotizzabile.

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Romanzi
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    08 Giugno, 2020
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drammaticamente leggero

Appena iniziato questo romanzo ho pensato di essermi cacciata dentro un polpettone romantico pieno di luoghi comuni. In effetti qualche caduta dentro il banale e lo scontato c'è, però nel complesso l'ho trovato abbastanza gradevole. la storia è quella di una ventiseienne rimasta disoccupata, che per disperazione e senza avere alcuna qualifica accetta di fare la badante/assistente per un tetraplegico grave. I due intrecciano un rapporto di amicizia o forse di amore che porterà un timido raggio di sole nella vita di lui e forse qualcosa di più in quella di lei. Molti sono i temi difficili toccati in questo romanzo primo fra tutti il diritto di scegliere il suicidio assistito. La Moyes però riesce a parlare di questo, ma anche dei dolori fisici e psicologici di chi è bloccato dalle spalle in giù con garbo e delicatezza. Non mancano anche attimi di ironia o qualche sorriso, ma senza mai andare sopra le righe o risultare fastidiosi. Mi è piaciuta la scelta di un finale non scontato e secondo me molto rispettoso di sentimenti di Will: il protagonista. Non un supereroe, che deve per forza accettare la sua condizione, ma un uomo come tanti che il destino ha caricato di sofferenze al di là dell'inimmaginabile.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Giugno, 2020
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thriller alla "Grisham"

Alla morte del padre Talcott Garland si trova coinvolto in un intrico che vede coinvolti proprio tutti i poteri americani. Da potenti esponenti della malavita, a importanti avvocati, fino all'FBI e la CIA: tutti sembrano prendere coscienza della sua esistenza. In realtà non si interessano tanto di lui che in fondo è solo un docente universitario di un piccolo campus americano, quanto di notizie di cui dovrebbe essere in possesso. Tutti ritengono che Talcott conosca le "disposizioni" lasciate da suo padre: un ex giudice salito agli onori della cronaca parecchi anni prima per uno scandalo legato alla sua candidatura a giudice della corte Suprema. Nessuno gli vuole rivelare a che cosa si riferirebbero queste informazioni, ma tutti ritengono che siano molto pericolose e sono pronti a tutto per entrarne in possesso prima degli altri. Di contorno a questa vicenda entriamo anche nella vita familiare di Talcott: le difficoltà con la moglie alle prese con une relazione extraconiugale, i rapporti tesi con il fratello e la sorella. ma anche le gli intrighi nell'ambiente di lavoro di lui e la combattuta candidatura a giudice di lei.
Il libro è piuttosto lungo e molto complesso da seguire, ma credo che meriti l'impegno nel portarlo a termine. Dentro c'è molto: personaggi interessanti e credibili capaci di creare empatia o antipatia, orrore o pietà. Il romanzo ci mostra inoltre una bell'affresco dell'ambiente legale e universitario americano. Bella e ben costruita anche la trama: fitta di avvenimenti e di personaggi, ma comunque sempre sotto controllo. Bravo Stephen Carter anche nel non lasciarsi tentare da un facile finale di quelli tutti felici e contenti.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    07 Giugno, 2020
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ingiustizia per Coco

Coco, una gemellina di tre anni scompare nel nulla nella villa delle vacanze dei genitori. Sparisce nel nulla, come se non fosse mai esistita. La sorellina continua a dormire nel suo letto, nessun allarme suona, suo padre e gli altri amici presenti in casa non sentono alcun rumore. La polizia, gli stessi amici influenti del padre fanno il possibile, ma dopo dodici anni ancora nessuna traccia della bambina. Nel frattempo il suo nucleo familiare, che già mostra vistose crepe, va definitivamente in frantumi. Sua madre se ne va con la sua gemella e si ritira in campagna votandosi a una specie di vita new age. Il padre si risposa due volte confermando la sua idea di vita libertina e senza complicazioni familiari, e ha una nuova figlia. Le sue sorelle più grandi nate da un matrimonio precedente sono adulte, tristi e ancora soffrono per l'assenza del padre. Sarà al funerale del padre di Coco che per la prima volta quasi tutte le persone presenti la notte della sua scomparsa si ritrovano. Qui un po' attraverso i discorsi fatti tra queste persone, un po' attraverso le cose che confessano solo al lettore veniamo a sapere che cosa sia veramente successo alla bambina. Questo libro è per certi versi bizzarro, vista la scelta di saltare continuamente dal passato al presente, a uno all'altro dei protagonisti. ognuno di loro in diverse fasi della sua vita ci racconta qualcosa. Così poco a poco mettiamo assieme i pezzi del puzzle. Alcuni sono reticenti, ma ci fanno comunque intravedere solo una parte della verità. Altri sono più loquaci, ma si rivelano essere poco corretti, tanto da mentirci e incolpare altri delle loro malefatte. Nel complesso ne è uscito un bel romanzo scritto n modo semplice, e dopo le prime difficoltà per ambientarsi tra tutti i protagonisti chiaro da seguire. Bello il finale che solo nell'ultimissima pagina ci rivela la verità che solo la piccola Coco e il suo carnefice conoscono.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.0
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4.0
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4.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    21 Mag, 2020
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Giallo fanatcreligioso

Romanzo gradevole, ma niente di eccezionale. A tratti complicato da seguire attraverso tutti i legami di parentela che si rincorrono passando allegramente tra incesti, tradimenti e scorrettezze amorose. Nel complesso, però il risultato finale è una trama ben studiata, abbastanza originale e pur nella sua follia anche credibile. Protagonisti del romanzo sono una coppia: lui investigatore, lei per il momento moglie incinta e poco attiva, ma mi dicono che col marito ha già risolto parecchie altre indagini tanto da aver già completato una collana di romanzi. La storia parte dal ritrovamento di tre cadaveri in un luogo piuttosto frequentato dai turisti. Uno è quello di una ragazza scomparsa di recente. Gli altri due appartengono a ragazze scomparse da decenni. Tutti e tre sono state torturate a lungo. L'impressione è che il carnefice abbia eseguito la stessa procedure su tutte le ragazze. Allora si tratta della stessa persona tornata in attività? Peccato che il principale sospettato dei primi due delitti sia morto da tempo. A questo punto la caccia è aperta: tutte le ipotesi sono valide e vanno verificate. Niente fretta all'inizio: tanto l'ultima vittima è morta. Ma poi scompare un'altra giovane e allora le indagini si fanno serrate e nonostante la polizia sembri girare in circolo va sempre a finire sulla porta di casa della stessa famiglia. Accurate la indagini anche se trovo che l'autrice abbia preso qualche scorciatoia, bello, inaspettato e particolarmente crudele il fiale.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.3
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4.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    05 Mag, 2020
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un po' complesso, ma interessante

James Oswald ha innanzitutto fatto vacillare una mia certezza. Infatti a Edimburgo: la città che mi ero sempre immaginata come popolata di simpatici fantasmi con tanto di lenzuola ha ambientato una storia diabolica e inquietante. Niente c'è in questo romanzo che mi richiami il fascino degli antichi castelli scozzesi o di anime perse che nottetempo se ne vano in giro a scuotere catene. Nel seminterrato di una villa abbandonata da anni gli operai trovano una ragazza che parecchie decine di anni prima è stata la vittima sacrificale di un qualche rito satanico. Sei parti del suo corpo sono state prelevate e messe in altrettante nicchie a fianco di oggetti personali, forse dei suoi carnefici? A occuparsi del caso è chiamato l'ispettore Mclean che nonostante sia alle prese con una serie di strani omicidi e suicidi non vuole lasciare questo cold case irrisolto per sempre. Le indagini si susseguono su diversi fronti a volte con accelerate improvvise altre volte con bruschi cambi di direzione. Il fiale ci viene sussurrato già parecchie pagine prima dell'ultima, però è il perfetto completamento del libro. Mi piace lo stile di James Oswald capace di descrivere con noncuranza anche scene raccapriccianti senza però cadere nell'esaltazione del macabro. Molto attento anche ai dettagli e a dare a ogni protagonista o comparsa una sua caratterizzazione. Le indagini sono forse accompagnate da qualche colpo di fortuna di troppo, ma del resto chi è senza peccato scagli la prima pietra. La trama è molto complessa e richiede al lettore un certo impegno per non perdere i diversi rami delle indagini. Molto abile però l'autore nel tenere sempre tutto sotto controllo e nel guidarci attraverso la storia.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.5
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4.0
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2.0
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2.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    21 Aprile, 2020
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Non si arriva mai al dunque

Un Thomas Lynley magro, sporco, barbuto e puzzolente si imbatte in un cadavere sulla costa della Cornovaglia. Rimasto da poco vedovo, dopo che la sua Helen è stata assassinata il sovrintendente di New Scotland Yard ha deciso di punirsi o di premiarsi con una specie di pellegrinaggio nella parte più selvaggia dell’Inghilterra. Sembra però che il lavoro, da cui si è dimesso non lo voglia lasciare. Così dapprima si imbatte in un ragazzo precipitato mente arrampicava, poi viene preso quasi a forza e infilato dentro le indagini. Al suo fianco arriva anche la fedele Barbara con tutta la sua carica di eccentricità, precisione sul lavoro e umanità.
Parto col dire che questo Lynley così dimesso non mi è piaciuto un granché, così come vedo poco Barbara nel ruolo della mamma/badante per il suo capo. Per il resto mi sono piaciute le cose che di solito ritrovo negli altri rrmanzi della George: belle immagini di campagna selvaggia, di mari in tempesta e di animali al pascolo. Le descrizioni sono sempre precise e coinvolgenti. Mi è piaciuto meno, invece la parte più investigativa del romanzo. Bea: la responsabile locale delle indagini coi suoi capelli fucsia, i tira e molla con l’ex marito e gli appuntamenti combinati tramite chat è poco più di una macchietta. La principale sospettata, poi ha una storia ben al di sopra dell’improbabile. Gli altri abitanti del villaggio, avrebbero potuto dare qualche brivido, ma in tanto sono troppi per riuscire a stare dietro a tutti. In secondo luogo giocano con noi a nascondino offrendoci uno spiraglio della verità, per poi nascondersi e ripresentarsi parecchie decine di pagine dopo quando siamo alle prese con qualcun altro. Secondo me il romanzo avrebbe guadagnato in efficacia se l’autrice avesse lavorato un po’ di forbice tagliando qualche comprimario e rendendo meno complicati i rapporti tra di loro. Il finale è in linea col resto del libro: pasticciato, eccessivo e poco credibile.

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Letteratura rosa
 
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2.8
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3.0
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2.0
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3.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    05 Aprile, 2020
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troppe tragedie

Non conoscevo questa autrice, però quando ho iniziato a leggerlo mi aspettavo qualcosa di leggero, senza impegni. Magari una storiellina d'amore con delle belle ambientazioni nella campagna greca e con un bel finale tutti felici e contenti. E in effetti l'inizio ha rispettato le mie aspettative. Una giovane donna greca contro il parere di tutti si sposa col belloccio di turno. I due hanno cinque figlie, vivono felici e contenti, fino a quando il marito piuttosto che accettare di farsi amputare una gamba decide di morire di cancrena. La giovane vedova rimane sola, ma se la cava egregiamente, ottenendo anche un certo numero di proposte di matrimonio, nonostante la numerosa progenie a carico. Le cinque figlie nel frattempo crescono e una alla volta se ne vanno per il mondo, abbandonando la madre, dalla quale si fanno sentire solo di rado e solo con qualche lettera. Qui le cose si complicano: il romanzo dedica un capitolo alla vita di ognuna delle figlie. Tutte, anche se in modo diverso si rivelano essere assetate di denaro, fama o sesso e a volte di tutte e tre le cose. Seguiamo queste ex campagnole che si trasformano in quattro e quattr’otto in donne fatali prive di scrupoli e di pudori. Le accompagniamo mentre passano sui cadaveri di amanti che si suicidano per loro, di mariti completamente succubi di loro, ma incapaci di trattenerle. Assistiamo inermi mentre dimenticano con noncuranza tutti i valori e gli insegnamenti che la madre pensava di aver loro trasmesso. Carriere, spettacolari, fortune inimmaginabili, tragedie difficili da sopportare vedono protagoniste le cinque ragazze mentre si trasformano in donne. Insomma direi che Lena Manta abbia forse calcano un tantino la mano coi suicidi e i lutti sia con le fortune toccate alle cinque sorelle. E perché no, anche con gli svenimenti, visto che queste donne così spregiudicate hanno in comune la tendenza a svenire di fronte alle traversie della vita. Naturalmente hanno sempre un cavalier servente pronto a raccoglierle e a curarsi di toglierle dai guai. Nel complesso, comunque il romanzo dal punto di vista stilistico è scritto in modo gradevole, con descrizioni dettagliate e precise delle ambientazioni. Per quanto riguarda la trama diciamo che è un libro che si lascia leggere, anche se arrivata a poco più della metà ero veramente stanca di tragedie. Carino, anche se scontato il finale. Romanzo adatto a chi ama il genere romantico o a chi cerca un po’ di distrazione.

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Romanzi autobiografici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    30 Marzo, 2020
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Da leggere poco alla volta

“La felicità non si cerca, si trova”. Credo che questa frase racchiuda tutto il succo di questo romanzo. L’autrice, arrivata a cinquant’anni fa una specie di bilancio della sua vita approfittando per raccontarci alcuni aneddoti della sua esistenza, oltre a presentarci alcune delle persone che l’hanno influenzata. Mette sullo stesso piano i suoi nonni con scrittori del passato che non ha mai conosciuto. Entrambi però in qualche modo l’hanno toccata e quindi si sente di essere in intimità anche con autori di versi che ormai stanno solo su libri impolverati. Stesso posto anche per il profumo della cioccolata, per il piacere di scrivere, per la bellezza dei vulcani, In definitiva tutto quanto contribuisce a fare la nostra felicità sembra debba avere la stessa dignità. E a fianco della ricerca della felicità c’è la speranza. “Non c’è mai che tenga e, come diceva la zia Luisa, di cielo ce n’è per tutti. Anche per i leoni deve esserci un cielo. Per questo ci afferra la seduzione. Perché cosa è la benedetta seduzione, se non il sogno che esiste qualcosa di simile al paradiso?”
Questo libro è qualcosa a metà strada tra un’autobiografia e un saggio. Piccoli episodi della vita dell’autrice servono come spunto per raccontarci la sua filosofia di vita. A tratti è divertente, simpatico e a tratti diventa quasi poetico. Non è qualcosa da leggere in modo frettoloso o come puro svago. Credo che richieda del tempo per riflettere su tutte le sfumature che Angeles Mastretta ci vuole comunicare. Un volume di quelli da lasciare sul comodino e aprire ogni tanto per leggere qualche pagina alla volta.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    30 Marzo, 2020
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orgia di sangue

L’ispettore Santoni alias Lupo Bianco si trova nel mezzo di una serie di delitti tanto efferati quanto poco credibili. In mezzo alle montagne, nel paese di Valdiluce viene organizzata la caccia a un animale mitologico che attira moltissimi partecipanti. Caratteristica della ricerca è che deve essere svolta di notte e per quanto possibile al buio. Sembrerebbe una bizzarria come tante se non fosse che in realtà questa uscita tra boschi e picchi innevati non è nient’altro che il pretesto per una nottata di sesso sotto le stelle. In questa occasione, però le cose si complicano e quella che dovrebbe essere una tranquilla notte di orge, bevute e abusi di sostanze eccitante si trasforma in un massacro. Toccherà a Lupo Bianco mettere in campo istinto e fiuto alla ricerca del colpevole.
“…mentre la coppia formata da Kristal e Lupo si avventurò in un’azione dai contorni assai infidi.” Credo che questa frase sia esplicativa di questo romanzo. Fuori dal tempo, ingenua e al tempo stesso eccessiva. Secondo me questo libro è tutto questo. Ricco di dettagli e di termini inutili, ma poco convincente e quasi sbrigativo quando invece ci sarebbe la necessità di giustificare i fatti raccontati. Di notte le belle cacciatrici se ne vanno in giro con pantaloncini minuscoli e al mattino si ritrovano con un piumino e sotto un’abbondante nevicata. I personaggi sono delle macchiette difficilmente immaginabili nella realtà. I dialoghi sono zoppicanti e forzati. La storia è poco appetitosa con un finale che lascia ancora affamati.

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Racconti
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    29 Marzo, 2020
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paurina

Il sottotitolo di questo libro è "quattordici storie nere". Io direi che in realtà si tratta di una serie di racconti nelle varie tonalità del grigio: alcune scurette, altre anche un po' sbiadite. Ma questo va anche bene, perché trovo sia bello trovare dentro una raccolta diversi generi. Il limite di questo libro secondo me è che Stephen King non è molto portato alla sintesi. Mi è sempre piaciuto il suo modo di descrivere nei dettagli, quasi farci vedere davanti i suoi personaggi e gli ambienti dove si svolgono le sue storie. Il problema è che questo richiede un numero elevato di pagine. La storia in questo modo si distende piano piano, creando dentro il lettore l'appetito necessario a farsi l'abbuffata finale. In questo bisogna essere degli abili scrittori. Altra abilità, invece è la capacità di condensare in poche pagine una storia senza nulla togliere alla sua completezza. Credo che questa non sia una caratteristica di King, infatti a me in questa raccolta i racconti che sono piaciuti meno sono quelli più brevi. Le storie mi sono sembrate quasi affrettate verso la fine, come se a un certo punto la carta fosse finita e ci fosse la necessità di concludere. Belli invece i racconti lunghi nei quali si vede il tratto del maestro.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    23 Marzo, 2020
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la svolta

Un liceo americano durante una normale mattinata di lezioni. Poi accade l'impensabile: un ragazzo estrae una pistola , uccide due insegnati e si barrica in un'aula con tutti i suoi compagni di corso. Beh forse, visto quello che negli Stati Uniti uno scenario del genere si ripete almeno un paio di volte l'anno non è una trama poi così originale. Se non fosse che King decide di cambiare un po' le carte in tavola. così Charlie, il protagonista, decide che vuole usare le ultime ora della sua libertà. o nel caso le cose vadano male della sua vita per parlare con i suoi compagni. Il periodo di reclusione, così si trasforma in una specie di riunione dei falliti anonimi dove alcuni dei ragazzi raccontano esperienze dolorose della loro vita. A sorpresa, gli altri accolgono queste confessioni con simpatia, offrono conforto e si sentono liberi di condividere anche i loro peggiori segreti. Tra i ragazzi si crea così un'unione che li fa diventare un branco, con tutte le implicazioni che ne seguono. La morale, le regole e le remore che hanno come singoli vengono spazzate via dalla loro nuova coscienza collettiva. Il gruppo sembra ragionare in modo del tutto autonomo . La prima scelta del "mostro" creato da Charlie sarà la decisione di rivoltarsi contro l'unico che ha deciso di non partecipare a questo gioco al massacro.
Ho trovato questo libro decisamente inquietante. Non tanto per il personaggio di Charlie. quanto per quello che riesce a fare agli altri La sua capacità di tirare fuori il peggio di sé ai suoi ostaggi fa paura. Paura soprattutto perché temo che la logica del branco, la sua cattiveria, l'incapacità del gruppo di sorvolare sopra la morale, sia qualcosa di molto attuale.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    21 Marzo, 2020
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donne e motori

Rileggere questo romanzo dopo parecchi anni mi ha confermato che il King del passato era tutta un'altra cosa.. Un libro uscito nel 1983, anche piuttosto voluminoso, eppure da leggere tutto d'un fiato, o magari tirando fiato ogni tanto visto che è molto lungo. In Christine ci sono tutti gli elementi per un bell'horror. Una cosa all'apparenza innocua che si rivela un mostro, una vittima tranquilla e ingenua che diventa carnefice, ma che non può non farci simpatia. Ancora un eroe alla buona che potrebbe essere ognuno di noi, per il quale non possiamo far altro che fare il tifo. Di contorno una scrittura agile e curata capace di rendere bene la tensione e le emozioni dei protagonisti. La scelta i personaggi abbastanza complessi da essere interessanti, ma comunque "normali" così da risultarci gradevoli. Inoltre descrizioni accurate di ognuno dei protagonisti e cura per ogni dettaglio sia temporali che spaziali. La storia è quella di Arnie: il classico liceale destinato a fare da tiro a segni per i bulli della scuola. Dalla sua ha la fortuna di avere come amico un giocatore della squadra di football che evita che la sua esistenza scolastica sia un completo massacro. Poi un giorno per caso posa gli occhi su Christine e la sua vita assume tutta un'altra sfumatura. nessuno tranne lui e il personaggio che gliela vende capisce il potenziale di quell'ammasso di rottami uscita di fabbrica vent'anni prima, ma che ne dimostra molto di più. Anzi gli altri la trovano "antipatica" pur non capendo a fondo come un oggetto possa ispirare antipatia e quasi timore. Troppo tardi capiranno con che cosa hanno a che fare.
Un romanzo forse non di quelli che ti tiene sveglio e ti fa venire voglia di controllare dentro l'armadio prima di andare a letto, comunque nel complesso un bel libro da paura.

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Romanzi
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    17 Marzo, 2020
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una scatola di piume

Questo romanzo ci racconta una serie di vite che si intrecciano, si allontanano, si rincorrono e a volte si raggiungono, ma troppo tardi. E' un bel libro a tratti poetico: capace di metterci sotto agli occhi immagini che fanno stupire e emozionare. I protagonisti danno il meglio di sé: hanno sentimenti delicati sono affettuosi e amorevoli verso le persone che accudiscono. direi che sono quasi troppo belli per essere veri. Poi il romanzo fa una virata brusca e il libro si trasforma in qualcosa di talmente reale da essere crudele. Davanti a noi si susseguono immagini di guerra e di povertà. L'autore indaga senza pietà dentro i pensieri e i sentimenti dei protagonisti e ce li mette davanti nudi e crudi senza possibilità di nascondersi dietro a paraventi. Le vicende dei protagonisti partono da viaggio fatto in mezzo al deserto con direzione Kabul da un padre accompagnato dai due figli Abdullah e Pari. Il nome della bambina di soli tre anni significa Fata e per il fratello è proprio quello. Lui se n'è occupato dopo la morte della madre, l'ha cambiata, fatta giocare, le ha raccontato storie. Vivono quasi in simbiosi: separarli sembra esser la cosa più crudele da fare. Eppure è proprio il padre che divide a metà questa coppia perché " è meglio perdere un dito che perdere tutta la mano". Una scelta crudele più per chi ha dovuto farla che per gli altri che l'hanno subita. Non sarà l'unica decisione all'apparenza tremenda, ma in realtà forse dettata dall'amore e dalla disperazione che incontreremo in questa storia.
Nel complesso è una lettura gradevole e agevole da leggere. Ho trovato solo alcune parti pesantucce. In generale però devo dire che l'autore è stato bravo nel destreggiarsi con molti personaggi, molte ambientazioni e intrecci di storie e di vita un tantino azzardati, ma comunque di effetto. e sempre funzionali alla buona riuscita della trama.

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Romanzi storici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    05 Marzo, 2020
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libro triste

Questa è una storia triste. Charlotte Link nell’ultimo capitolo della trilogia dedicata a Felicia e alla sua famiglia si sofferma a indagare i pensieri e i patemi di una generazione stanca, afflitta con poca voglia di combattere. Questo romanzo ambientato nella Germania che va dal secondo dopoguerra fino ala caduta del muro di Berlino ci mette davanti una serie di persone in difficoltà. Chi è stanco di lottare e chi ha rinunciato senza neppure sapere cosa è la lotta. Chi rischia tutto pur di inseguire chimere e chi non rischia nulla per paura di trovarsi davanti una chimera. Chi trova un sollievo passeggero nelle dipendenze e chi per paura di diventare dipendente da qualcuno o qualcosa non si concede di avere alcun sollievo. Insomma, lo ribadisco un libro triste, che solo alla fine ci fa intravedere un barlume di luce. Ancora una volta, però la Link è stata capace di mettere assieme un romanzo gradevole, credibile e ben strutturato. Con abilità ci ha esposto le vicende di numerosi personaggi, ha indagato le loro motivazioni e i loro sentimenti e ce li ha descritti in modo convincente. L’ambientazione storica e sociale è descritta con ricchezza di particolari e in modo molto realistico. In definitiva un romanzo storico dove la storia la fanno i singoli con le loro grandi vicende di tutti i giorni.

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Romanzi storici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    02 Marzo, 2020
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resilienza

“Non siamo abituate a essere sfruttate, ingannate e maltrattate. Non ne abbiamo neppure bisogno.” Così risponde al marito durante un litigio una delle protagoniste di questo romanzo. Lei, sua cugina, la nonna e molte altre che le seguiranno sono le donne della famiglia Degnelly. Hanno in comune degli occhi di un grigio quasi trasparente. Freddo come il ghiaccio e capace di far paura. Sono donne convenzionali solo fino al punto in cui ritengano che questo possa essere a loro utile. Da quel punto in avanti sono eccentriche, addirittura rivoluzionarie e guai a criticarle. Non sono quello che si definirebbe come dotate di istinto materno, non sono dolci, amorevoli o portate verso la civetteria. Eppure gli uomini cadono ai loro piedi tentando in ogni modo di farle proprie e a volte illudendosi che sia così. I loro figli le detestano, le considerano prive di cuore e egoiste. Eppure tutta la famiglia si rivolge a loro quando ha bisogno di qualcosa di veramente importante da chiedere. Che siano soldi per vivere nel lusso, richieste di assistenza, oppure necessità di essere appoggiati per avere favori da altri. E in questi casi non sono capaci di dire di no: si spendono fino all’ultimo quando necessario anche rischiando la vita. In questo libro, il secondo di una trilogia che racconta la saga di questa famiglia la Link ci racconta la Germania che con difficoltà si rialza dopo la prima guerra mondiale. Ma quando sembra che fondo al tunnel ci fosse una luce ecco arrivare il nazismo e poi la secondo guerra mondiale con tuti i suoi orrori. Attraverso gli occhi di Felicia, Nicola, Belle, e delle loro figlie vediamo questo periodo da diversi punti di vista. L’amore che nonostante tutto si fa avanti prepotente, la preoccupazione per figli, fratelli e padri in guerra. Ancora il dramma di chi si rende conto di che cosa stia succedendo nei campi di concentramento. Il coraggio di chi aiuta ebrei e perseguitati politici, l’avidità con cui altri sfruttano la situazione. Il tutto senza ripararsi dietro moralismi, senza giudizi o pregiudizi. Mi è piaciuto molto questo libro: scritto con cura per i dettagli e secondo me tenendo conto se non di tutti i punti di vista possibili, della maggior parte di essi.

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Romanzi storici
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    27 Febbraio, 2020
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Storia romantica

Charlotte Link è capace di affrontare tutti gli argomenti, anche quelli più difficili con leggerezza. Non intendo superficialità o indelicatezza, ma con un tono lieve che sottolinea la voglia di vivere dei suoi personaggi. I suoi romanzi sono principalmente storie d’amore , ma anche affreschi nitidi e realistici dei periodi storici che sceglie di rappresentare. In questo volume ci racconta la Prussia che affronta i primi decenni del 1900. Principale protagonista è Felicia: una giovane donna ricca che pian piano cresce e fa esperienze di vario tipo man mano che il lettore volta le pagine del libro. Attorno a lei la sua famiglia composta di diverse generazioni, modi diversi di affrontare la vita, i suoi amici pescati soprattutto, ma non solo nell’alta borghesia e gli incontri occasionali ancora più variegati. A volte sullo sfondo e a volte prepotentemente in primo piano la prima guerra mondiale, poi la rivoluzione russa e infine la crisi economica mondiale del 1929. Da tute queste esperienze Felicia esce sempre in apparenza sorprendentemente bene. In effetti la sua principale caratteristica è quella di cogliere sempre al meglio i frutti che la vita le offre. Sfrutta, facendosi pochi scrupoli tutto quello che le si mette davanti e ne ricava a sufficienza per farsi sfruttare a sua volta da chi sa toccare le corde giuste. Questo romanzo non rappresenta il migliore libro a cui affidarsi per avere una ricostruzione rigorosa di questo periodo storico. Trovo che i colpi di fortuna e gli stratagemmi adottati da Falicia siano un tantino eccessivi. Ha però il merito di essere un romanzo positivo, che inneggia alla vita, alla forza di volontà e allo spirito di iniziativa. Scritto in modo chiaro e lineare è una lettura capace di fare compagnia, raccontarci una storia gradevole e far battere il cuore a chi apprezza particolarmente il genere romantico.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    25 Febbraio, 2020
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Brava questa burke

Alafair burke è stata molto abile nel confezionare un romanzo giallo capace di sorprendere. Siamo tutti abituati ai presunti colpevoli che si inventano delle storie per cercare di salvarsi. Ma non siamo abituati a un indagato così candido nel raccontarci una storia talmente assurda che non possiamo fare altro che cedergli. Però, pensandoci bene le sue ipotesi sull’esistenza di un complotto che sarebbe stato ordito con il dispendio di mezzi complicati sembra così poco probabile che già le nostre certezze vacillano. Ecco questo romanzo per me è stato così dall’inizio alla fine: certezza che quello che vediamo è la verità e subito dopo altrettanta certezza che Jack sia colpevole. Quindi un protagonista non tanto in chiarocuro, quanto illuminato con tutti i colori possibili. Complessa e ben delineata anche Olivia: l’altra protagonista. Si tratta di un avvocato, ex fidanzata del suo cliente e dopo parecchi anni ancora piena di sensi di colpa per aver chiuso la storia d’amore che li stava portando dritti dritti verso l’altare. Proprio questi suoi sentimenti in sospeso la inducono a credere a quanto le dice il suo cliente e a cercare di nascondere a anche a sé stessa alcuni elementi stonati. Storia nel complesso credibile. Ricca di sorprese e di momenti di tensione. Finale secondo me non all’altezza del resto del romanzo, comunque accettabile.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    25 Febbraio, 2020
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legal connelly

Se non avessi visto la copertina e non conoscessi già Bosch avrei potuto confondere questo libro per un di quelli di Grisham. Pur con uno stile e con una ambientazione diversa, infatti si tratta di un libro che ci fa entrare nell’ambiente giudiziario americano puntando soprattutto su magie legali e strategie avvocatesche. Il famoso detective uscito dalla penna di Connelly invece qui è poco più di una comparsa. Ingombrante, sempre pronto all’azione, sempre dalla parte giusta, ma questa volta pronto a il passo a un altro personaggio. Mickey Haller è un avvocato abile, ma che ha dovuto subire un brusco arresto nella sua carriera e un rallentamento per quel che riguarda la sua vita. La morte di un suo collega e amico, lo getto all’improvviso nuovamente nella mischia. Diventa infatti “l’erede” dei clienti dell’amico e si trova da subito a lavorare ai livelli più alti. La storia si presenta come un legal thriller dove veniamo presi per mano da Haller che ci spiega che cosa succede in un’aula di tribunale americano, ci fornisce le prove, ci fa ascoltare le testimonianze, inoltre ci mette a parte di tutti i traffici sottobanco per influenzare la giuria, per portare dalla propria il giudice e per abbindolare la controparte. Due sono le storie che ci vengono raccontate in parallelo: la morte dell’amico di Haller, che in realtà è un assassinio su cui indaga il detective Bosch e la storia del principale cliente che l’avvocato ha ereditato. Ho trovato questo romanzo abbastanza coinvolgente, semplice di seguire, ma ricco di dettagli sui protagonisti e denso di avvenimenti. Solo il finale mi è sembrato un po’ troppo frettoloso. Quasi buttato lì tanto per farla finita.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.0
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    09 Febbraio, 2020
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Tanta violenza, ma bella storia

Il trasferimento a Castromagno per Giulio Terenzi sembrava essere solo una punizione. In effetti il suo capo aveva questa intenzione quado aveva mandato un giovane e talentuoso bancario a dirigere un ufficio sperduto in mezzo agli Appennini. Un ufficio che forse in un paese di poche centinaia di persone non avrebbe neppure ragioni di esistere. Le ragioni, invece ci sono e sono le disponibilità economiche più che ragguardevoli di una tanto misteriosa quanto anziana contessa. In pochi giorni il giovane Giulio viene fagocitato da questo strano paese, dai suoi abitanti schivi e sospettosi, dalle loro attività svolte nottetempo. Viene a conoscenza della pratica di messe sataniche, di presunti delitti sia finanziari che di sangue, senza riuscire però a capirne esattamente i responsabili..
Trovo questo romanzo molto ben scritto e costruito. I fatti ci sono raccontati poco alla volta mantenendo sempre alta la curiosità del lettore. Pur coinvolgendo molti personaggi tutto è chiaro e facile da seguire. Bella la scelta del finale. L'unico appunto è la presenza di una serie di scene di violenza, da film americano, che secondo me avrebbero potute essere evitate senza togliere nulla a un romanzo già abbastanza ricco di fatti. e di scene raccapriccianti.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.8
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2.0
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    09 Febbraio, 2020
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troppa roba

Sono un gruppo di cigni le prime vittime di questo romanzo. A cercare chi abbia deciso di dare fuoco ai pennuti è l’ispettore Kurt Wallander. A questo che inizialmente viene considerato come un atto di vandalismo isolato seguono altri reati altrettanto inquietanti che fanno pensare che ci si trovi di fronte a un delinquente seriale che stia puntando al rialzo con atti sempre più efferati. Al poliziotto svedese si affianca anche la figlia Linda: un quasi poliziotto in attesa di entrare in servizio effettivo. Le indagini dei due si svolgono su due fronti diversi: quella di lei è volta alla ricerca dell’amica Anna che sembra scomparsa nel nulla. Quella del padre invece è volta a cercare di capire se dietro a una serie di fatti strani ci sia la stessa mano che si stia preparando al colpo grosso. Le due indagini spesso si scontrano e si intralciano, altre volte corrono parallele. I due metodi di lavoro e i caratteri di padre e figlia li portano ad azzuffarsi, tenersi il muso, salvo alla fine raggiungere comunque la meta.
Mi sembra che questo romanzo sia la dimostrazione che spesso la semplicità paga. Secondo me l’autore ha voluto mettere troppe cose nello stesso calderone sul presupposto che più ingredienti aggiungi più la zuppa è buona. Il risultato invece è stato una gran confusione di fatti, personaggi e luoghi. Sì: alla fine tutto viene chiarito, ma sarebbe stato bello non avere bisogno di tornare spesso indietro per riprendere il filo del discorso. Mi sarebbe piaciuto di non dovermi preoccupare di più storie ognuna lasciata in sospeso e non sempre così interessante da farmela ricordare anche quando viene ripresa dopo qualche decina di pagine. Quindi in definitiva una storia che avrebbe potuto piacermi ma che è stata rivestita da così tante sottostorie e racconti collaterali da rendermi faticosa la lettura.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.8
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    08 Febbraio, 2020
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L'abilità di essere chiari

L'ambiente di questo romanzo è quello da sempre caro a Grisham: il sistema giudiziario statunitense corredato sa un sottobosco fatto da avvocatucoli, grandi legali, giudici politicizzati, personaggi ambigui in cerca di fortuna. In questo mondo si fa strada anche il protagonista di questo romanzo. Un avvocato sulla rampa di lancio verso il successo, la fama i soldi: quelli con tanti zeri. Poi all'improvviso muore in un incidente e contemporaneamente il suo studio legale scopre di aver perso una cifra enorme che deteneva in attesa di trasferirla a un cliente. Il dubbio che la morte di Patrick sia solo una messa in scena e che in realtà sia scappato coi soldi si trasforma presto in una certezza. La cattura dl nostro avvocato: che all'apparenza si è fatto acchiappare come un pollo da inizio al vero e proprio romanzo. Da lì in poi Grisham ci prende per mano e poco alla volta ci racconta le strategia di difesa che l'avvocato mette in atto e le manipolazioni di cui sono oggetto quelli che vengono in contatto con lui. Grisham ha la capacità di rendere semplici anche le cose più complicate e di presentarcele davanti con naturalezza. Molto abile anche nel creare attesa e poi nel sorprenderci con colpi da maestro inaspettati ma sempre ammantandoli con un aurea di credibilità. A tutto viene dato una spiegazione logica, magari non sempre condivisibile, ma comunque possibile. In questo romanzo più che le persone sono i fatti a essere protagonisti: gli umani sono descritti quasi frettolosamente, mentre ogni cavillo legale, ogni strategia avvocatesca ci si para davanti con prepotenza. Trovo però che questo sia una delle caratteristiche di Grisham che lo rende unico. Bello anche il finale, che forse non è del tutto inaspettato, perché era nell'aria, ma che se fosse stato diverso avrebbe reso il libro un po' troppo sdolcinato.

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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
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4.0
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4.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    08 Febbraio, 2020
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telefoni da paura

In questo romanzo uscito nel 2006 King immaginava che tutte le persone che parlavano a un cellulare fossero colpite da un virus, una maledizione o da un raptus di follia. Diamogli pure il nome che vogliamo, il risultato è che tutti gli Stati Uniti e forse tutto il mondo all’improvviso si popolano da degli esseri a metà strada tra zombie e spietati killer. A scatenare tutto questo sembra essere un qualche segnale trasmesso attraverso i telefoni cellulari. Forse una specie di riprogrammazione, forse una verità tanto terribile da farli impazzire. Non sappiamo chi ci sia dietro questo complotto e in effetti se un complotto ci sia veramente e non sappiamo neppure quale ne sia lo scopo. Con precisione, indugiando nei dettagli lo scrittore ci offre il racconto di qualcosa di assolutamente surreale e incredibile, ancora una volta però lo fa con una tale perizia e abilità da renderlo se non realistico almeno verosimile. Un manipolo di eroi per caso che hanno solo la fortuna di non essere stati al telefono nel momento in cui tutto inizia provano ad opporsi a qualcosa che non conoscono e di cui non riescono a immaginare le finalità. Forti e coraggiosi come solo i disperati sanno essere, ingegnosi come solo il non avere più nulla da perdere insegna a essere. Tuto questo e molto altro sono i protagonisti di questo romanzo grazie al loro creatore che riesce a creare u filo diretto del lettore, che con ansia li segue e si preoccupa del loro destino. Finale a sorpresa, ma non troppo in linea col resto del romanzo: coinvolgente e da paura. Da paura non tanto per le scene di violenza e per gli attimi in cui si aspetta per vedere che cosa c’è dietro l’angolo, quanto per la scelta del tema. Non nascondo che mentre lo leggevo ho guardato spesso con sospetto il mio smartphone.

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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    15 Gennaio, 2020
Top 50 Opinionisti  -  

Porta bene i suoi anni,,però...

Nella Londra di fine 1800 l'ispettore Pitt viene chiamato ad indagare su un omicidio ambiguo. Il dubbio è che si tratti di un incidente. Nel corso del processo smonta abilmente tutte le ipotesi che la difesa gli para davanti, a favore di un evento casuale. Rimane solo il dubbio del movente. Il presunto assassino, infatti è un amico del defunto, una persona senza dubbio per bene e infine non si riesce a trovare uno straccio di movente. Nonostante questo l'uomo viene condannato e la sentenza di morte viene eseguita. Il dubbio sulla sua colpevolezza, però rimane, l'ispettore Pitt viene trasferito in un quartiere tra i più degradati di Londra per una missione in incognito e da qui parte il vero e proprio romanzo. L'ispettore se ne rimane in disparte a fare il lavoro che gli è stato assegnato, mente delle indagini si occupano i suoi amici. Un collega vi dedica il tempo libero, la sua domestica si improvvisa pedinatrice, la moglie inizia a fare domande e una ricca parente muove le sue pedine. Interessante, curata e credibile questa parte delle indagini: suggestive le descrizioni della povertà di Whitechapel, e ben descritti i sentimenti sia di paura che di coraggio ostentato dei protagonisti. Meno accattivante, invece la parte relativa al complotto internazionale che starebbe dietro non solo a quello, ma anche ad altri assassini. Come molti hanno fatto dopo di lei anche a signora Perry dà una propria spiegazione sui delitti di Jack lo Squartatore, ma anche in questo caso solo il diretto protagonista potrebbe dire se questa ricostruzione è verosimile o no.

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