Opinione scritta da mariaangela
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finalmente...che risate!!
Divertentissimo!!! Un romanzo leggero, piacevole, che si fa leggere sempre con il sorriso sulle labbra e ti strappa anche delle sonore risate!! Se poi hai visto anche il film non puoi fare a meno di rivedere e sentire volti e voci delle protagoniste. Un libro ben scritto; inoltre far ridere non è certamente facile. Leggermente diverso dal film che ho trovato assolutamente all'altezza del romanzo. Davvero carinissimo.
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nessuna opinione
Autore a me sconosciuto fino a quando una collega non mi ha parlato entusiasta di 1Q84 (che non ho ancora letto); così leggendo varie recensioni non malvagie su Norwegian Wood son partita da questo. Che dire...ecco mi risulta difficile parlarne perchè non mi ha lasciato nulla, anzi si, un senso di assoluta indifferenza per questa "qualunque" storia di personaggi "qualunque". Inoltre inutilmente prolisso, pagine e pagine praticamente uguali. Poteva almeno dilungarsi sulla narrazione degli ambienti, dei colori, degli spazi, del cibo, delle stagioni, dei sapori...insomma per poter stare un pò lì con loro...se lo ha fatto per me è stato insufficiente; e perchè mettere alla fine del libro il glossario dei termini..ma dimmi man mano che leggo ciò che mi può piacere conoscere!!! che odio andare alla fine ogni volta per leggere...uff!!!!
Non ricordo di aver mai abbandonato un libro durante la lettura ma ho faticato ad andare avanti fino alla fine.
Lo consiglio senz'altro, perchè il mondo è bello perchè è vario, e perchè non sono assolutamente dispiaciuta di averlo letto.
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esageratamente peccaminoso
esageratamente peccaminoso. Anche a me è rimasta impressa la prima scena, quella con cui il libro ha inizio, con la bimba seduta sulle gambe...avevo iniziato a leggerlo in metro mentre aspettavo il treno....ho chiuso il libro come una ladra sorpresa nell'atto di rubare!!!ricordo ancora l'imbarazzo provato!!! alcune descrizioni sono davvero fastidiose, tipo quella con i c...ma non voglio dire nulla a chi non l'avesse letto e ne avesse voglia. Scandalizzata no, infastidita un pò perchè il troppo dà sempre fastidio. Ma provate a leggere apollinaire oppure il marchese de sade e noterete la differenza. Il titolo del romanzo è lungimirante...provate a pestare il grano nel mortaio.... ma come lo narra henry miller...
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- sì
- no
peccato che ho letto anche il II della trilogia
E anche il secondo atto di questa trilogia è assolutamente superiore alle aspettative. Ma che bello, che piacere leggere romanzi così ben scritti e raccontati. Ciò che più mi colpisce è l'aver trovato questo completamente diverso e ciò nonostante l'inevitabile prosieguo di "uomini che odiano le donne"; non è da tutti riuscire a continuare l'opera iniziata senza essere ripetitivo e dare la sensazione di aver già detto tutto. Il terzo è ormai una necessità, una dipendenza che non puoi non soddisfare.
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peccato!
peccato... l'incipit mi aveva incuriosita. lasciava trasparire forse ciò che avrei voluto trovare in questo racconto e non ho trovato. inutilmente prolisso, sembra prometterti ciò che poi non arriva; e resta come dire inconcludente, perso in spiegazioni inutili e anche poco chiare nonchè noiose. cerca forzatamente di stimolare la curiosità, sbagliatissimo: ciò deve magicamente e spontaneamente nascere in noi quando semplicemente ci appassioniamo alla lettura di un romanzo. un libro "inutile", non toglie e non mette; arrivata finalmente all'ultima pagina l'unica leggerezza è stata pensare: si passa ad altro! e sono andata in libreria!
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Capisco COME, ma non capisco PERCHE’
Winston Smith trentanove anni e un’ulcera varicosa alla caviglia destra. Una figura piccola, fragile, una magrezza del corpo appena accentuata dalla tuta azzurra che costituisce l’uniforme del Partito. Ha i capelli biondi, il colorito del volto sanguigno, la pelle resa ruvida dal sapone grezzo, dalle lamette smussate e dal freddo dell’inverno appena trascorso.
Lavora all’Archivio del Miniver, il Ministero della Verità, rifabbrica il passato, altera le notizie. Chiedo scusa: lo aggiorna.
Una enorme struttura piramidale di cemento bianco sulla cui facciata sono stampati i tre slogan del partito:
LA GUERRA E’ PACE
LA LIBERTA’ E’ SCHIAVITU’
L’IGNORANZA E’ FORZA
Questo edificio e altri tre racchiudono l’intero apparato governativo:
Miniver Ministero della Verità si occupa di informazione, divertimenti, istruzione e belle arti;
Minipax, Ministero della Pace si occupa della guerra;
Miniamor Ministero dell’ Amore mantiene la legge e l’ordine pubblico;
Miniabb Ministero dell’Abbondanza responsabile per gli affari economici.
Il romanzo è raccapricciante. Proseguo nella lettura e resto sorpresa nello scoprire che pur cercando di immaginare il peggior epilogo possibile la mia mente non può veramente immaginarlo. Quando tutte le tessere vanno al loro posto e le persone non sono più ciò che appaiono, l’incubo è già in pieno svolgimento.
E’ impossibile spiegare la sensazione provata.
Far cambiare il pensiero. Per sempre e davvero.
Impossibile mentire o fingere.
Unico desidero: desiderare una veloce morte. Perché ti hanno trovato. E’ notte o è giorno?. Il tempo non è mai esistito.
Confessione. Deve essere autentica.
Polverizzazione nella stratosfera. E del tuo nome non resterà traccia alcuna.
Ma la tua mente non potrà mai cancellare. Non potrà mai non ricordare.
E nonostante ciò, è altro a farmi venir voglia di non proseguire nella lettura, uscire, camminare liberamente ascoltando musica ad occhi aperti. Un paio di dettagli, passaggi impossibili da spiegare; riguardano i bambini - già piccoli spietati esponenti della Psicopolizia - e il rapporto con i loro genitori…paura, sospetto e infine certezza…mi annichiliscono.
“…l’uomo sulla sessantina, magro e ricurvo, con un paio di occhi buoni, distorti da occhiali assai spessi. Benché i capelli fossero quasi bianchi, le sopracciglia erano folte e nere. Gli occhiali uniti ai suoi movimenti gentili e precisi e al fatto che indossava una vecchia giacca di velluto nero, gli conferivano una certa aria da intellettuale…”
La ragazza del Reparto Finzione, Julia,ventisei anni….
“…E’ certo che alla fine ci separeremo. Nessuno di noi due saprà mai se l’altro è vivo o morto. Non potremo fare nulla. E comunque, l’unica cosa che conta è che nessuno di noi tradisca l’altro.”
“Confessare non è tradire. Non importa quello che dici o non dici, ciò che conta sono i sentimenti. Se riuscissero a fare in modo che io non ti ami più..quello sarebbe tradire. …. Non lo possono fare. Non possono entrare dentro di te. Ciò che è nascosto in fondo al cuore è inespugnabile.”
E il tuo peggior incubo qual è?
Fine.
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Attenti al “cavallo di Troia”
Harry, centonovantadue centimetri di altezza, quasi quarant'anni. Setto nasale diritto, labbra morbide, quasi femminili, in contrasto con gli altri tratti del suo volto duri e maschi. Forse non un bell'uomo, almeno non nel senso classico del termine. Tuttavia ha qualcosa di speciale. Gli occhi, lo sguardo, così infantile, onesto, aperto, naturale e dolce; di una persona di cui ci si può fidare.
Ma agli occhi dei colleghi è un lupo solitario, un alcolista, l'enfant terrible del reparto e tuttavia insieme a Tom Waaler il miglior investigatore del settimo piano.
Lo abbiamo lasciato e lo ritroviamo alla ricerca ossessiva di un trafficante di armi con nome in codice Principe.
Harry viene però distratto da una serie di efferati omicidi dietro cui si maschera un probabile serial killer che lascia sul suo cammino dita amputate e blood diamonds: diamanti di sangue a forma di stella.
Bjarne Moller capo della squadra anticrimine, che ha sostituito Karl Weber da poco andato in pensione, forma una squadra d'eccezione:
Tom Waaler, più basso di Harry ma dà l'impressione opposta; forse per il suo portamento eretto, o per la naturale fiducia in sé che emana; molte persone che lavorano con lui ne hanno soggezione.
Beate Lonn, trasferita dall'antifurto alla scientifica, calma, arrossisce non appena le si rivolge la parola; ma ha la capacità come nessuno di concentrasi sulle tracce tecniche, un indizio, una registrazione video, una vaga descrizione, finché alla fine non iniziano a dare un senso al tutto.
Stale Aune, psicologo, esperto sul fenomeno degli omicidi in serie.
Bjorn Holm della scientifica..
Poi c'è Oystein, l'amico d'infanzia, tassista sempre pronto a cacciarlo dai guai... e ad entrarci lui.
Ma c'è soprattutto Hole, che arriva da solo alla soluzione, che è davanti agli occhi di tutti, ma solo alla sua portata; beh, ammetto che un brivido di soddisfazione e solidarietà si impadronisce di me che leggo.
Se solo Rakel capisse che Hole è imperfetto perché per risolvere i casi e per il suo lavoro ogni volta non indugia a sacrificare un pezzetto di sè....ma non è detto che non lo faccia in futuro....chissà...
Questo è forse fino ad ora il romanzo in cui Hole va più a fondo, nel senso deleterio del termine...”Harry, sappiamo che puoi, ma vuoi restare lontano dall'alcol? Il tuo lavoro ti può bastare e salvare?
O ti serve altro?”
Harry io tifo per te!!!!! E senza pregiudizio alcuno.
Ciao.
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insisti nella lettura
Lettura non proprio scorrevolissima nè fortemente avvincente; ma ciò non è per forza un demerito; uno di quei romanzi "classici" che ti arricchiscono e incredibile... divertono! io leggo tantissimo in strada, piuttosto che in bus, metro... e mi sono sorpresa a ridere immaginando perfettamente alcune scene molto ben descritte. E se un libro riesce a trasportarmi con la mente lì dove l'autrice racconta... beh allora per me è riuscita spero nel suo intento. Sicuramente ha soddisfatto la mia aspettativa quando mi accingo ad una nuova lettura: vivere un po' con loro, nel bene e nel male, le loro emozioni. Finale assolutamnete non deludente..insomma, un bel libro.
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essenzialmente perfetto
Ma che bello. che bello quando leggi libri come questo di ian mcewan, semplicemente perfetto. Cosa dire della narrazione di questa "qualunque" giornata non lavorativa del neurochirurgo Henry Perowne: è talmente ovvia nella sua semplicità di avvenimenti e di racconto che ti immedesimi tanto da sentirti tu stesso il protagonista. E la partita a squash con il collega...beh, rimbalzi con lui su quel muro ogni palla. Ma tutto. Tutto il romanzo è talmente ben scritto, talmente elegante, talmente...come sempre vorresti poter leggere che, quando arrivi all'ultima pagina sei un pò triste perchè sai che la perfezione è rarità, ma ringrazi di averlo avuto tra le mani e lo stringi forte a te perchè ti resti impresso.
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ma che delusione
quando ascoltai l'intervista all'autore, appena vincitore del premio strega, l'intervistatore sottolineava una particolarità: anche chi odia la matematica potrà appassionarsi e riscoprirne il fascino... si vabbè, solo perchè la storia è banalmente incentrata sui 2 protagonisti che sembrano ovviamente vicini perchè alla fine uguali, ma non si incontreranno mai veramente come banalmente potremmo aspettarci. Ma non è neanche questo il punto. E' proprio il racconto, il contenuto, la storia, così normale da essere assolutamente banale. E' un libro leggerissimo, un pomeriggio sono troppe ore per finirlo. E questo non è bene.
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