Opinione scritta da Elisabetta.N

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    21 Febbraio, 2014
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Shade e Runa

Eccoci al secondo ed intrigante appuntamento con la serie Demonica di Larissa Ione.
In questo libro il protagonista è Shade, il fratello di mezzo, vicino, come lo era stato Eidolon nel primo volume, alla s’genesis (giusto per chiarire: s’genesis = finale maturazione dei demoni seminus che avviene al compimento di 100 anni. Se il demone in questione non è legato a una compagna dopo la trasformazione deve inseminare ogni donna fertile che incontra).
A differenza del primo volume, ho trovato i rapporti fra i due protagonisti, Shade e Runa, molto presenti ma non così centrali e questo ha, da subito, costituito una nota positiva per me. Qui infatti troviamo una trama densa di eventi e di particolari che mi hanno incuriosito, come il mistero del fatto che Runa non avesse i tatuaggi tipici dell'unione con Shade nonostante il legame che, almeno da parte del demone seminus, era presente…
Sicuramente i momenti appassionanti e travolgenti non mancano, ma sono stata contenta che non fossero il punto focale del romanzo.

Nonostante questo, non so, mancava qualcosa.. Forse ho lasciato trascorrere troppo tempo da quando ho letto il primo volume o forse ho trovato meno appassionante la storia fra Shade e Runa rispetto a quella tra Eidolon e Tayla, ma questo libro è stato decisamente meno coinvolgente..

Lo stile della Ione però è sempre scorrevole come nel primo libro e anche questo è stato letto in pochissimo tempo.

Mi è piaciuta molto la simbologia dei tatuaggi. Questa è una particolarità che mi ha fatto apprezzare maggiormente questo romanzo, perché sottolinea una evoluzione della storia, della trama che si fa via via sempre più completa e complessa man mano che scopriamo i caratteri dei tre demoni seminus. Prima della sua unione con Tayla, Eidolon aveva un tatuaggio rappresentante una bilancia con braccia sfasate, mentre dopo l’unione le braccia della bilancia sono in equilibrio, quasi a simboleggiare, appunto, l’equilibrio ritrovato; il tatuaggio di Shade, invece, aveva un occhio chiuso che dopo l’unione con Runa si è aperto, a simboleggiare che finalmente è stato risvegliato.

Riassumendo, è stata una lettura piacevole anche se non entusiasmante.
Sono curiosa di leggere il terzo volume che avrà come protagonista Wraith, il terzo fratello. Ho grandi aspettative, vedremo!!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    19 Febbraio, 2014
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Juniper

Avevo già letto un assaggio di questo libro e, da subito mi aveva colpito.
Innanzi tutto la protagonista, Juniper, è davvero interessante: è simpatica, divertente e un po’ imbranata, quindi non è difficile entrare immediatamente in sintonia con lei. Mi ha fatto davvero sorridere e ridere mentre leggevo.
Ah, quasi dimenticavo, Juniper è un fantasma che vive in una libreria (ottima ambientazione!) e che non ha alcun ricordo della sua vita passata, di chi era prima di ritrovarsi fantasma. L’unica cosa che sa è che la “Luce” ogni tanto le appare, ma non è confortante come dovrebbe essere, le fa paura e non vuole andarle incontro.
Ovviamente non poteva mancare anche un affascinante Lui, Logan, inspiegabilmente attratto da lei e anche lui fantasma (anche se inizialmente non lo avevo capito, mi sembrava molto… corporeo).

La loro storia è molto particolare. Sostanzialmente sono due ragazzi in cerca del loro passato ormai dimenticato per qualche strana legge fantasma, ma anche del loro futuro. Sono innamorati, è evidente, ma è anche inspiegabile, ed è proprio su questo mistero che si evolve la vicenda.

Ammetto che questo è un libro molto, ma molto romantico e non a tutti potrebbe piacere per la sua infinita dolcezza, ma devo sottolineare che non è banale ed è riuscito a mantenere vivido il mio interesse fino alle ultime pagine.

Ho saputo che questo è il primo libro della scrittrice perciò si merita tutti i miei più sentiti complimenti per lo stile lineare, mai ripetitivo e molto scorrevole.

La romanticona che è in me ha davvero apprezzato questo libro fin dalle prime pagine e ha fatto enormi salti di gioia… Ogni tanto ci vogliono romanzi come questo!!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    17 Febbraio, 2014
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La scogliera e la luna

Molto carino questo libro…
Ne avevo intravisto il film di cui però mi ricordo solamente l’ambientazione, in particolar modo una luna gigantesca su una scogliera… (ma magari mi ricordo male…)

Insieme a Maria, la protagonista, mi sono ritrovata a Moonacre, e insieme a lei ne ho scoperto i segreti e i misteri.
Essendo un Middle Grade, posso perdonare la semplicità con cui alcune cose venivano spiegate o semplicemente accettate. Troppo spesso frasi come “Ero sicura di potermi fidare di lui, me lo sentivo” oppure “Sentivo che non mi stava mentendo” mi facevano storcere il naso e la parte razionale dentro di me si ribellava per la mancanza di una spiegazione plausibile che scaturisse da qualcosa di più che da un semplice presentimento…

L’ambientazione però è davvero meravigliosa: i boschi illuminati dalla luna, Moonacre manor stessa, con i suoi ambienti hanno da soli soddisfatto le mie aspettative e la mia mente non ha faticato ad immaginare quei luoghi nascosti.

Anche i personaggi mi sono piaciuti, in particolar modo Worlf, il cane/leone! Non è strano che come personaggio io abbia scelto un animale perché qui sono i veri protagonisti, non solo in quanto vengono umanizzati a tal punto che possono persino recapitare messaggi, ma anche in quanto l’amore per loro viene sottolineato in ogni pagina.
Ho notato e apprezzato, inoltre, l’evoluzione che la protagonista, inizialmente descritta come vanitosa e curiosa. In realtà non ho riscontrato in lei alcun comportamento superficiale o negativo nonostante le prime pagine mi avessero fatto pensare a una ragazzina viziata e infantile, ma ho apprezzato il suo impegno, costante durante tutta la lunghezza del romanzo, per migliorarsi.

Lo stile, semplice e scorrevole, consente una lettura lineare e piacevole, a parte in quei piccoli momenti, un po’ sparsi in tutto il libro, dove le soluzioni troppo semplicistiche mi facevano esclamare “Ovvio, no??”

Una splendida e magica avventura..

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    14 Febbraio, 2014
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Ho ucciso Mr. Elton!!

Mi sono divertita tantissimo nel leggere e giocare (ma soprattutto giocare) con questo libro.
Ecco la mia avventura.
Inizialmente catapultata in Orgoglio e Pregiudizio nei patti di Elizabeth, ho leggermente deviato strada quando, preoccupata per la salute della mia adorata Jane, mi sono attardata qualche giorno in più in casa di Mr. Bingley dove ho potuto conoscere Mr. Crawford (direttamente da Mansfield Park) che, dopo aver corteggiato spudoratamente Mrs Hurst (sì, donna sposata!) e contemporaneamente Miss Bingley (quale sfacciataggine!!), pensa bene di corteggiare me e di farmi la proposta… Ma chi si crede di essere?? Un no secco è d’obbligo!
Arrivo a casa e chi mi vuole affibbiare mia madre? Ovviamente Mr. Collins che, altrettanto ovviamente e prontamente, viene rifiutato.
Improvvisamente devio e mi ritrovo in Emma, dove acquisisco alcuni difetti, ma anche alcune nuove conoscenze, tra cui Mr. Knightley.
Ahimè, faccio una scelta sbagliata e decido di partecipare ad una festa dove, nonostante tutti i miei buoni propositi per piacere ad Emma, finisco accanto all’odioso Mr. Elton, che sfortunatamente e accidentalmente finisce sotto i cavalli della mia carrozza.
Volendo evitare di passare i migliori anni della mia vita in prigione, faccio qualche passo indietro e ricevo la proposta da Mr. Knightley… Sarebbe perfetto, ma il mio cuore batte per un altro e così anche lui viene rifiutato..
Dopo questa parentesi finalmente ritorno nel mio amato Orgoglio e Pregiudizio e ripercorro la fine del romanzo fino all’epilogo… Evviva!! Mr Darcy è mioo!!

Questo libro è stato davvero un divertimento. Mi ha fatto sorridere moltissimo sia per le illustrazioni davvero simpatiche che per gli avvenimenti davvero improbabili (ho riso tantissimo quando ho ucciso Mr. Elton!!)

Questa è stata la mia esperienza di gioco-lettura, e la vostra?
Buon divertimento!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    13 Febbraio, 2014
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La solitudine

Josè Arcadio Buendia e Ursula Iguaràn hanno avuto 3 figli: Josè Arcadio Buendia, Aureliano Buendia e Amaranta Buendia.
Josè Arcadio Buendia ha avuto un figlio con Pilar Ternera (una donna dai facili costumi, tanto per usare un eufemismo) di nome (Josè) Arcadio Buendia in quanto adottato dalla famiglia per evitare lo scandalo.
In seguitò Josè Arcadio Buendia (figlio), dopo essere fuggito con gli zingari e aver sparso figli un po’ in tutto il mondo, ritorna e sposa Rebecca Buendia, lontana parente “adottata” anch’essa dalla famiglia Buendia.
Aureliano Buendia prima fa un figlio con Pilar Ternera (come il fratello) dandogli il nome di Aureliano Josè Buendia, poi sposa Remedios Moscate che però muore giovane.

… questa è la genealogia della famiglia Buendia solamente nei primi capitoli di “Cent’anni di solitudine”, mi si perdonerà quindi la confusione che tutti questi nomi similari mi hanno causato.

Se inoltre aggiungiamo il fatto che questi personaggi sembrano eterni (solo per fare un esempio, Pilar Ternera conserva bellezza tale da tentare anche dopo anni e anni) e che vivono per periodi lunghissimi, in uno stesso momento si possono trovare, anche se con età differenti, più Aureliano e più Arcadio.
Eh sì, la confusione è tanta, ma la magia che si crea intorno al villaggio di Macondo è qualcosa di così surreale e mistico che non può lasciare indifferente.
A Macondo i morti non sono mai realmente morti. Ad esempio, Melquiades, il capo degli zingari, è una figura sempre presente, in una forma o in un'altra, compagna dal primo all’ultimo Buendia.

La famiglia che si delinea dalle parole di Marquez è molto particolare. I caratteri e le particolarità si ripetono in ogni generazione tanto che non solo i figli assomigliano ai padri, ma anche i nipoti assomigliano ai nonni o a altri parenti, generando un filo conduttore invisibile che crea inevitabilmente una certa confusione…

Una famiglia denotata da un unico sentimento che li accomuna tutti: la solitudine.
Una solitudine intesa sia come completa assenza di contatti con altre persone, ma anche come quel senso di malinconia che ti assale nonostante la compagnia e i divertimenti.

Una famiglia molto sfortunata e triste. La felicità li tocca solo per un attimo e, così come è arrivata, se ne va.
Una storia familiare che dura un secolo, cent’anni, cent’anni di solitudine.

Un libro sicuramente da leggere almeno una volta nella vita.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    07 Febbraio, 2014
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Will e... Will!!

Ecco finalmente un YA Contemporary dove non ho dovuto versare litri e litri di lacrime!
Spesso, infatti, questo genere tratta tematiche profonde con toni cupi e solitamente le lacrime scorrono abbondantemente e senza alcun preavviso… stavo per gettare la spugna (inzuppata) quando mi capita tra le mani questo piccolo gioiellino che riesce a trattare di argomenti importanti pur mantenendo un tono leggero e spesso ironico che mi ha completamente conquistato.
I protagonisti sono Will Grayson e… Will Grayson!! Due ragazzini con lo stesso nome e la stessa età, ma che abitano in due città diverse. Il destino vorrà che i due Will si incontrino per un caso fortuito e che “intreccino” le loro esistenze. Due persone che non possono essere più diverse, ma che hanno, allo stesso tempo, un percorso similare da intraprendere, una maturazione per comprendere chi vogliono realmente diventare.

Mi è piaciuto molto lo stile che alterna i punti di vista dei due Will Grayson. Gli scrittori sono stati davvero abili nel differenziare i toni dei due diversi protagonisti. Troppo spesso infatti mi capita di leggere libri in cui i differenti punti di vista mantengono uno stesso tono, ma con “Will ti presento Will” non mi sono ritrovata in questa situazione… il punto di forza dei due scrittori è stato sicuramente quello di differenziare i caratteri dei due protagonisti, uno fortemente depresso, e l’altro fortemente indeciso, uno tendente al rischio (si sposta in un’altra città pur di incontrare una persona), l’altro ancorato nelle sue sicure abitudini.

Devo dire che però il personaggio che ho profondamente adorato è Tiny Cooper!! Che dire, è assolutamente FA-VO-LO-SO!!

Un romanzo davvero piacevole, divertente, ma che tratta di argomenti importanti, quali la diversità, la depressione, ma anche l’amore in quello strano periodo che è l’adolescenza quando tutte le piccole o gradi difficoltà ci appaiono come ostacoli insormontabili.
Entrare nella testa dei due Will Grayson è stata un’esperienza davvero divertente, da provare assolutamente!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    06 Febbraio, 2014
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The Sky is everywhere

“Il cielo è tutto intorno a te, sopra e sotto. Il cielo è ai tuoi piedi”

Ultimamente mi capita di leggere libri delicati, commoventi, un po’ tristi… sicuramente “The Sky is everywhere” è tra questi.
Fin dalle prime pagine le lacrime erano assicurate…
E come si fa a rimanere indifferenti quando viene descritto il dolore per la perdita di una persona cara? Quello strazio simile ad un urlo silenzioso che ti distrugge l’anima ma di cui nessun altro si accorge…
Lennie è così, lacerata dal suo dolore per la perdita improvvisa della sorella Bayley. È così che la conosciamo. E in mezzo a tutto questo dolore c’è solo lui Toby, l’unico che sembra capire e conoscere ciò che prova Lenny perché anche lui era molto legato alla sorella essendone il fidanzato e che sembra, con la sola sua presenza, lenire la sua solitudine e il suo tormento

“Quando sono con lui qualcuno mi tiene compagnia nella mia casa del dolore, qualcuno che come me conosce l’architettura di ogni stanza traboccante di sofferenza e fa si che quel vacillante edificio di vuoto e di vento sia meno spaventoso, meno deserto. (su un ramo nelle vicinanze del liceo di Clover)”.

Ma poi arriva lui, Joe, che porta allegria e calore con un semplice sorriso capace di rischiarare la giornata più buia di Lennie.

“Quando Joe suona la tromba cado in ginocchio. Quando lui suona i fiori si scambiano colore e secoli, anni, lustri di pioggia tornano al cielo”.

Devo dire che, nonostante capisca il motivo di questa “confusione” di sentimenti, non mi è piaciuto più di quel tanto. All’inizio avrei voluto scrollare Lennie e urlarle “Ma ti sembra anche solo sensato quello che fai???” Però poi, continuando la lettura, anche se non sono riuscita a capirla fino in fondo, l’ho perlomeno scusata..

Lo stile lineare e semplice garantisce un ritmo di lettura veloce. Ho adorato la scelta della scrittrice di inserire piccole poesie all’inizio di ogni capitolo. Brevi racconti o episodi della vita con la sorella che Lennie scrive su pezzi di carta trovati qua e là e che poi nasconde nel terreno o lascia liberi di volare al vento. Alcune erano davvero toccanti e ti sembrava di poter conoscere un po’ di più Bayley e di capire l’animo di Lennie.

“C’era una volta una ragazza che un giorno si trovò in cielo. Si sparse tra le nuvole e vide sua sorella sulla terra: sentiva troppo la sua mancanza, era troppo, troppo triste, così lei intrecciò fili che non si sarebbero mai incontrati, raccolse una manciata di momenti, li agitò e li lascio cadere come dadi nel mondo dei vivi. E funzionò. Il ragazzo con la chitarra attraversò la strada di sua sorella. Ecco qual Len, le sussurrò, ora tocca a te.”

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    01 Febbraio, 2014
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Charlie

Voglio partire subito da lui, Charlie, il protagonista.
Quando ho letto che doveva intraprendere il primo anno delle scuole superiori sono rimasta a dir poco scioccata.
Charlie è troppo ingenuo e immaturo per un ragazzo di quella età. Non sa come va il mondo, tutto gli deve essere spiegato e mostrato. E anche con tutte le esperienze che “subisce” non si può dire che alla fine ci sia stata una vera e propria evoluzione, una comprensione sì, ma un evoluzione del personaggio? Non credo proprio.

“Ragazzo da parete”, o “Noi siamo infinito”, è un romanzo di crescita e forse tocca troppi argomenti per trattarne anche solo uno in maniera chiara ed esauriente. Allo stesso modo, tutte queste esperienza fanno parte del bagaglio psicologico di Charlie e tutte servono per comprenderlo o per scusarlo dei suoi comportamenti spesso troppo infantili (non si può piangere per ogni cosa a quell’età!!!)

Lo stile invece mi è piaciuto.
Il romanzo è in forma epistolare e tutta la storia viene raccontata attraverso lettere cha manda a una persona che non conosciamo e che in fondo anche Charlie non sa bene chi è… questo mi ha lasciata un po’ sorpresa perché come si può scegliere di designare come proprio unico confidente una persona di cui si ha solamente vaghe informazioni?
In tutte queste lettere Charlie racconta la sua vita, fatta di momenti di tutti i giorni, ma spesso rappresentano solamente un flusso di pensieri… nonostante questo le ho trovate un po’ fredde. Le lettere infatti vengono scritte in un secondo momento, quando gli eventi sono stati già elaborati da Charlie e le emozioni risultano fortemente attenuate.
Ho apprezzato però le citazioni dei libri, ma soprattutto delle canzoni che costituiscono un’ottima colonna sonora per la lettura del libro. Non si può non avere la curiosità di ascoltare “Asleep” e di capire perché è cos’ importante per Charlie.

Tutto sommato è un libro che offre ottimi spunti di riflessione.
Forse lo scrittore si sarebbe potuto limitare, come già detto, nelle situazioni che ha inserito (A volte mi veniva da esclamare “Ma dai, gli succede anche questo! Non è possibile!!”) e negli argomenti che tocca (anche perché alcuni sicuramente meritavano un approfondimento), ma rimane comunque un buon libro

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    24 Gennaio, 2014
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Tutto ciò che sappiamo

Se avessi dovuto basare il mio giudizio esclusivamente sulla copertina di questo libro, non l’avrei mai preso.. e sarebbe stato un vero peccato perché è un romanzo meraviglioso!
“Tutto ciò che sappiamo dell’amore” è un romanzo dove puoi trovare amore, poesia, ma anche dolore, tristezza e così, inevitabilmente, qualche lacrima sfuggirà ed andrà a posarsi sulle pagine..

Lake è una ragazza sfortunata, costretta a trasferirsi in Alabama dopo la morte improvvisa del padre...
Guarda caso, proprio nella casa di fronte, abita un bellissimo ragazzo, Will, maturo, dolce, che fa cadere ad una ad una tutte le barriere che Lake aveva eretto intorno a se, ma…
Se Lake credeva che la cosa più brutta che potesse capitarle era scoprire che Will aveva già una ragazza, il primo giorno nella nuova scola dovrà ricredersi perché Will è un suo professore!!

Detta così potrebbe sembrare una banale storia d’amore, ma non è così, in realtà è una fantastica storia dove non solo c’è amore, ma c’è affetto, quello che sottolinea l’importanza di avere una famiglia accanto a te, e anche struggimento per qualcosa che si desidera ma che non si può avere.

Uno stile semplice, dal punto di vista di Lake, rende ancora più coinvolgente la trama da cui non riuscivo a staccare gli occhi (l’ho divorato davvero in pochissimo tempo!!)

Con mia grande gioia ho scoperto che c’è anche il seguito che non mancherò di leggere.

“Tutto ciò che sappiamo dell’amore? È che l’amore è tutto.” – Emily Dickinson

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    23 Gennaio, 2014
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Io vs Krakauer

Io e Krakauer abbiamo combattuto un'intensa battaglia, ma credo che il tutto sia terminato in completa parità.

Ho iniziato a leggere questo libro con un forte pregiudizio nei confronti di Chris McCandiss. Lo consideravo uno sciocco esaltato, impreparato, un arrogante che non voleva riconoscere i suoi limiti, una persona con dei seri problemi psicologici.
Lo scrittore ha provato in tutti i modi a portarmi dalla sua parte e a persuadermi che McCandiss era in realtà un ragazzo intelligente e amante della natura e per farlo mi ha raccontato vari episodi della sua vita, testimonianze e anche racconti di altri avventurieri che come McCandiss avevano affrontato l'ignoto, ma tutto il suo sforzo non ha dato grandi risultati con me.
Leggendo questo libro però ho mitigato le mie impressioni iniziali e ho dovuto riconoscere che Chris McCandiss non era uno stupido, ha studiato fino al conseguimento di una laurea, inoltre non era nemmeno così impreparato come credevo, infatti aveva fatto alcune ricerche per prepararsi alla sua avventura in Alaska.
Per tutto il resto però rimango fermamente convinta della mia idea. Qualche seduta dallo psicologo non avrebbe fatto certamente male al giovane e lo avrebbe sicuramente aiutato ad aprirsi con i genitori che neppure immaginavano che la vera ragione della sua fuga lontana da tutti erano proprio loro. Tutto quel rancore dev'essere logorante alla lunga e tenersi tutto dentro senza manifestarlo in alcun modo a parte un leggero mutismo non può portare a nulla di buono.
Probabilmente se non fosse fuggito nella natura sarebbe diventato un serial killer, gli elementi c'erano tutti!!
Inoltre quando si è circondati dalla natura bisogna riconoscere i propri limiti perché basta un piccolo errore, come quello commesso da lui, per soccombere. Sarebbe bastato accettare la ricetrasmittente che gli era stata offerta per potersi salvare la vita.. Ma no!!
Orgoglioso, testardo ed egoista, ecco chi era Chris McCandiss! Senza neanche un piccolo rimorso per non aver dato sue notizie ai suoi cari!

Pur non essendo amante dello stile bibliografico, devo ammettere che Krakauer è riuscito ad incuriosirmi e a non annoiarmi grazie a uno stile scorrevole e semplice
Lo so che il suo intento era quello di convincere il lettore della magnificenza della natura e delle buone capacità del protagonista e di chi, come lui, si avventura nelle terre estreme, ma, sono veramente dispiaciuta, con me non c'è riuscito.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    03 Gennaio, 2014
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Parto alla ricerca di un Grande Forse

“Parto alla ricerca di un Grande Forse…”
Queste sono le ultime parole di Francois Rebelais.

Perché aspettare di essere in punto di morte per cercare una grande incognita?
Miles Helter non è ancora morto, ma è come se lo fosse, intrappolato così com’è nella sua vita con il suo studio e le sue “ultime parole”, senza amici, senza passione, senza amore, insomma, senza vita!
Così decide di partire per il suo Grande Forse e lo fa andando a Clover Creek, un prestigioso liceo in Alabama.
E lì, a poco a poco, esce dal suo torpore, diventa “Ciccio” in stanza con il “Colonnello” e inizia a vivere e a compiere esperienze, e poi incontra lei, Alaska.
Alaska è allo stesso tempo una ragazza piena di vita e di dolore, briosa in certi momenti e triste e scocciata in altri.
Una persona, un enigma… E Ciccio riuscirà a risolvere questo enigma? Ma soprattutto riuscirà a dare risposta all’ultima domanda che si è posto Simon Bolivar “Come farò ad uscire da questo labirinto”? La vita è tutta un labirinto, a volte capiti in vicoli ciechi e l’unica cosa ce puoi fare è tornare sui tuoi passi e cambiare strada…

L’ambientazione di questo libro mi ha ricordato un po’ il film “L’attimo fuggente”, un liceo prestigioso, gruppi di amici che si divertono a fare scherzi e a sovvertire (nei limiti) le regole… molto, molto bello..
E i personaggi? John Green riesce a creare personaggi mai banali, che hanno sempre qualcosa da imparare, che sanno commuovere e divertire allo stesso tempo.. sono davvero unici!!

Ho adorato la particolarità del “prima” e del “dopo”. So che questa osservazione potrà sembrare un po’ criptica per chi non ha letto il libro, ma rischio di svelare troppo ed invece questo è un romanzo tutto da scoprire!

Avevo conosciuto lo stile di John Green in “Colpa delle stelle” e me ne ero innamorata, come non amarlo anche qui?

Concludo riportando un pezzo che nella mia edizione cartacea fa da prefazione.
“Quando gli adulti, con lo stupido sorriso di chi crede di saperla lunga, dicono “I giovani si credono invincibili”, non sanno quanto hanno ragione. La disperazione non fa per noi, perché niente può ferirci irreparabilmente. Ci crediamo invincibili perché lo siamo. Non possiamo nascere, e non possiamo morire. Come l’energia possiamo solo cambiare forma, dimensioni, manifestazione. Gli adulti, invecchiando, lo dimenticano. Hanno una gran paura di perdere, di fallire. Ma quella parte di noi che è più grande della somma delle nostre parti non ha un inizio e non ha una fine, e dunque non può fallire.”

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    20 Dicembre, 2013
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The knife of never letting go

Prendendo in mano questo libro e facendo il paragone con l'edizione italiana, non si può non notare l'orrendo titolo "Il buco nel rumore".
Un titolo del genere non mi avrebbe mai attirato in libreria, ma fortunatamente mi è capitata tra le mani la versione originale.. L'editore, probabilmente, ha letto giusto i primi capitoli per assegnare il titolo. Infatti nei primi capitoli si parla spesso di "hole in the noise", ma poi questo scompare.
Il titolo originale "The knife of never letting go" che tradotto semplicemente sarebbe "il coltello da non lasciare mai andare" è molto più significativo per la trama, simboleggia il passaggio da ragazzo a uomo ed inoltre è un concetto presente in tutto il libro.

Non ho nulla di particolare da sottolineare sullo stile che mi è parso abbastanza scorrevole. Mi piacerebbe però vedere, nella traduzione italiana, come sono stati diversificati i due linguaggi dei protagonisti Todd e Viola (il primo un po' più rude, il secondo più sofisticato, nella versione originale).

Il mio giudizio abbastanza tiepido, ma non del tutto negativo, risiede in diversi punti.
Parto con le cose che mi sono piaciute di più.
Ho adorato l'idea di un mondo dove si potessero sentire i pensieri altrui.. e chi non ha mai desiderato, almeno una volta nella vita, di poter leggere i pensieri di qualcun'altro?
Nessuno però pensa mai alle conseguenze di questa particolare capacità, pensiamo sempre che possa essere un potere che si accende a nostro piacimento, invece lo scrittore ha un’idea molto precisa di quello che potrebbe accadere: un costante rumore di sottofondo di tutti i pensieri ed immagini che si impongono nella tua mente tali da dover ripetere il tuo nome per non perdere la cognizione di chi tu sia… Inutile sottolineare che passa la voglia di avere queste capacità!!
Molto bello ed interessante anche il fatto di poter sentire i pensieri degli animali, alcuni molto inutili come quelli delle pecore, altri molto simpatici come quello di Manchee, il cagnolino di Todd.

Un ottimo potenziale, ahimè, poco sfruttato..

Il protagonista è inizialmente egoista, orgoglioso e infinitamente testardo. Si ritrova a scappare dalla sua città senza saperne il motivo e, nonostante questo, nonostante la violenza che lo costringe a correre via dai suoi cari, continua a non voler aprire gli occhi alla verità che lo circonda, anche se più volte ne ha le prove. La storia di Prentisstown, così come era stata raccontata a Todd, nascondeva terribili menzogne, ma questo non ha impedito al protagonista di negare l’evidenza per ¾ del libro, una cosa che ho trovato a dir poco esasperante.
Compagna di questa fuga è Viola, capitata, o per meglio dire precipitata, quasi per caso nei pressi di Prentisstown, e costretta a scappare da un predicatore pazzo che per buona parte del libro ho creduto immortale, ma che assomigliava di più a un cattivo dei film horror mediocri.
La cosa più esasperante è che questa fuga dura per tutta la lunghezza del libro attraverso sfortune davvero infinite per entrambi i protagonisti. A fine lettura mi sentivo spossata anch’io!!

Un altro punto a sfavore del libro è la presenza di un diario della madre di Todd (che lui non ha mai conosciuto) che gli viene consegnato un attimo prima della fuga ma che non viene quasi mai aperto. Uno strumento poco sfruttato anche a causa della testardaggine del protagonista e che risulta essere poco più di un inutile peso…

Il finale poi, mi ha lasciato senza parole… Per ovvi motivi non lo posso raccontare, ma comunque ritengo che non si possa troncare la storia così, nonostante sia il primo libro di una serie!!

Insomma, il mio giudizio su questo libro è intermedio. Pregi e difetti che sommandoli danno un giudizio mediocre.

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Racconti
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    29 Novembre, 2013
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Meglio non bere, va là!!

Titolo spiritoso per un breve manuale dedicato al corretto modo di bere..
Eh, sì, Corona non si illude di poter distogliere i ragazzi dall'alcool in quanto "Pretendere che non bevano è come pretendere che non piova!", ma cerca di trasmettere il modo più giusto per farlo in modo da evitare conseguenze peggiori della sbornia del giorno dopo.

..e così troviamo alcuni consigli:
- Non mischiare mai le bevande o, se proprio non puoi farne a meno, parti con la bevanda con meno gradi per poi arrivare alla più forte.
- Evita bevande ghiacciate.
- Non metterti alla guida quando sei ubriaco, ma chiama un amico o i genitori.
- Non accettare passaggi da chi non conosci (potrebbe essere più ubriaco di te!).
E tanti altri..

Devo dire che mentre leggevo questo manuale condito con le diverse esperienze di Corona, ho pensato che nella vita ha avuto molta fortuna. Nel leggere le sue varie bevute, tra le quali quella, che mi è rimasta più in mente, quando ha mangiato un canarino intero e vivo, mi sono sentita triste..
Sì, triste è la parola giusta perché tutti quegli amici con cui Corona ha fatto queste bevute non ci sono più o perché caduti in un burrone o perché addormentati nel gelo della notte, ma comunque tutti uccisi dall'alcool.

Ho trovato lo stile di Corona un po' troppo ripetitivo. Ho percepito la sua solita ironia per l'umanità e per il mondo, ma la ripetizione eccessiva delle sue raccomandazioni ha fatto sì che, nonostante la brevità, questo manuale risultasse noioso.

Insomma un manuale per le bevute molto malinconico per i tempi andati che non torneranno più..

Meglio non bere, va là!!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    29 Novembre, 2013
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Moda, capitolo secondo

Forse è stato un errore leggere immediatamente il secondo libro della serie..
Infatti, una volta conosciuta Annie, ero molto meno propensa a perdonarle le stramberie e le situazioni assurde in cui si caccia per il semplice motivo che mi aspettavo un evoluzione del personaggio.. Sì, ok, non va più in giro a cercarsi un uomo (perché finalmente l'ha trovato), ma per il resto le sue esperienze non le hanno insegnato nulla..
Neanche Ed, Il compagni di Annie, è perfetto, anzi, in alcuni momenti la pensavo proprio come Annie, ovvero un immaturo che tiene il broncio..

Una cosa che mi è piaciuta molto è stata l'ambientazione in Tascana.. Ah, la magica Toscana, con i suoi paesaggi e le sue particolarità.. Meravigliosa..
... Peccato che gli italiani non ci fanno una bella figura in questo libro.. Uomini belli che ci provano spudoratamente e che non sono quello che si definirebbe delle brave persone.. Spesso gli scrittori stranieri ricadono in questi stereotipi (Italia= pizza, mandolino, mafia), ma va beh, la Toscana di per se ci fa invece una bellissima figura, tanto che mi verrebbe voglia di prendere la macchina e andarmene in quella meravigliosa villa che ha scovato Annie (chissà se esiste davvero...)

La linea di scrittura si mantiene la medesima utilizzata nel primo libro (inizio - complicazioni - sistemazione dei problemi), e la scrittura fluida garantisce molta scorrevolezza al testo.

I personaggi, come accennavo prima, rimangono sospesi, tali e quali a quando li avevamo conosciuti nel primo libro.
Mi aspettavo qualcosa in più sui figli di Annie, Lana e Owen, che sembrano essere un punto determinante nella vita della protagonista e allora perché non parlare di loro un po' di più? Ho notato che sono invece poco presenti, fanno quasi da sfondo, da fantasmi che interessano ad Annie solo quando gli si manifestano davanti e non può più fare finta che vada tutto bene..

In conclusione, una storia simpatica per passare piacevolmente alcune ore e per esplorare la moda, soprattutto quella italiana!!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    26 Novembre, 2013
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Notturni vs Daemones

Dal momento in cui ho posato gli occhi sulle prime parole di questo libro, non le ho più staccate finché non ho letto l'ultima.
Davvero avvincente!
Nonostante le poche pagine, la scrittrice è riuscita comunque a farmi entrare nel suo mondo dove troviamo Daemones (il "virus") e Notturno (la"cura").
Ho potuto conoscere Josè, il protagonista, un Notturno. E l'ho conosciuto davvero! Ho visto che nonostante una vita in cui è ben inserito, si sente un po' solo.. Ha amici e persone che gli vogliono bene, ma ha conosciuto il suo desiderio di avere una vita normale, una dove non muoiono 7 donne su 10 di parto..
E poi c'è Maria, una ragazza appena contagiata dai Daemones, ma che, non si sa per quale motivo, riesce a mantenere la sua umanità.. Un evoluzione dell'uomo contro il virus dei Daemones, la possibilità della salvezza..
E poi? Ah, sì, c'è anche un pizzico d'amore che non guasta mai in nessun romanzo, nato dapprima da curiosità e gratitudine, ma alimentato da un autentico affetto reciproco nonostante tutto..

Mi è piaciuto molto lo stile della scrittrice che inserisce, ogni tanto, parole tipiche spagnole.. Questo non rallenta la scorrevolezza del testo e da un tocco di originalità in più.

Tanti tantissimi eventi racchiusi in questo libricino.. e la speranza che la storia non finisca qui...

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    18 Novembre, 2013
Top 50 Opinionisti  -  

Shopping

In questo periodo di crisi in cui apro il portafoglio e vedo solamente scontrini e quindi lo shopping è limitato alle cose di prima necessità, mi sono detta: "perché non leggere un libro che parla di shopping??"
Purtroppo però la voglia di fare acquisti non mi è passata, ma parliamo del libro..

Mi dispiace dirlo, ma nulla di nuovo sotto il sole!
Se cambiassimo nome della scrittrice e mettessimo Sophie Kinsella, avremmo un altro libro della serie "I love shopping"! Questo non vuol essere un offesa perché, di tanto in tanto, mi piace leggere i libri di quella serie, ma, in questo libro, non ho trovato nulla di nuovo né di originale.
Ecco, forse l'unica cosa che si salva è la protagonista Annie Valentine, una donna decisamente intraprendente. Oltre ad avere un lavoro come consulente d'immagine al "The Store", ha anche un piccolo sito online dove rivende abiti, borse, scarpe ed accessori. Inoltre ristruttura case..
Se poi aggiungiamo anche due figli, Lena e Owen, e una disperata ricerca di compagnia maschile, visto l'assenza del marito, non è sbagliato dire che Annie Valentine è una donna davvero impegnata!!

Devo dire che la storia è un po' scontata, ma ammetto che non pretendevo nulla di più da questo libro, quindi alla fine ho trovato quello che cercavo..

Insomma, la storia è quel che è e i personaggi sono quel che sono, mancano di originalità e sono molto (troppo) prevedibili, ma è stata comunque una lettura piacevole e.. carina.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    13 Novembre, 2013
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Pietra di luce

Amabile Giusti è riuscita a dare un tocco originale in un settore ormai largamente sfruttato, ovvero quello dei vampiri.
Da una parte abbiamo il classico vampiro che non può stare al alla luce del sole e che teme l'acqua santa, dall'altra abbiamo un eccezione rappresentata da un unico vampiro , un vampiro che si è sottoposto ad un esperimento ed ora ha un pezzetto di "pietra di luce" nel cuore. Questo piccolo frammento gli consente di esporsi alla luce del sole e di vivere una vita quanto più umana possibile, e questo è solo l'inizio!
E poi ci sono i cacciatori di vampiri.. Detta così verrebbe da pensare, "ecco che arrivano i buoni!", invece no, non è proprio così.
Infatti i cacciatori di vampiri sono solamente l'altra faccia della medaglia di un unica specie (una sorta di evoluzione dei vampiri per equilibrare la vita), quindi se li chiamiamo "buoni" siamo proprio fuori strada.
Un altro piccolo tocco di originalità è dato dal fatto che, se sottoposti alla luce, i vampiri non muoiono immediatamente, ma si ammalano (una specie di cancro alla pelle) e a poco a poco muoiono.

La storia viene interamente raccontata dal punto di vista di Giulia una normale diciassettenne che mette brio e ironia in tutto quel che fa.
Anche quando viene mollata dal più bello della scuola cerca di metterci una pietra sopra e guardare tutto con filosofia.. Ma si sa, quando c'è l'amore, quello vero, tutto cambia!
Uno stile veramente semplice, anche se con qualche piccola incongruenza qua e là, ha consentito una lettura scorrevole e molto piacevole.

E il finale è... sorprendente.. sicuramente non la classica fine!
Devo dire che questo finale mi ha lasciato sì sorpresa, ma anche speranzosa per un futuro seguito...
Chissà...

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    31 Ottobre, 2013
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Mistero Regency

Eccomi catapultata ancora una volta nel fantastico periodo regency con il romanzo "Orgoglio e Preveggenza" di Carrie Bebris.

..Ah, come è bello ritrovare Elizabeth e Darcy novelli sposi e in un contesto così carico di mistero!
Non è stato altrettanto bello ritrovare Miss Bingley, dopo poche pagine Mrs Parrish, e le sue battute acide, anche se poi è impossibile non provare pietà per le sorti di questa sciagurata ragazza..
Quanti avvenimenti accadono in queste pagine! E nel frattempo Elizabeth vede sempre più lontana la sua adorata Pemberley.
Ah, ma troviamo anche alcuni personaggi nuovi, in primo luogo un affascinante Mr Parrish, affabile e gentile, e, a quanto pare, innamoratissimo della sua adorata miss Bingley. Effettivamente, descritto così, verrebbe da chiedere, "cosa ci troverà mai in Caroline Bingley un uomo così?", chissà, forse l'amore è cieco?.. Mah...
Poi traviamo anche un trasandato professore, Mr Randolph, archeologo ed esperto di reperti con particolari attitudini magiche.. Affascinante, no?
Infine c'è anche Mr Kendall che fa capolino fra le pagine. Figura ambigua e meschina, destabilizzerà non poco le sorti della numerosa compagnia..

Lo stile impeccabile delle Bebris è riuscita a trasportarmi nel fantastico mondo regency, cercando di accostarsi, per quanto possibile, allo stile dell'amata Jane Austen. L'ho apprezzato soprattutto perchè ha mantenuto alcune particolarità di Orgoglio e Pregiudizio facendo avverare, ad esempio, le parole di Mrs Bennet sulla generosità di Bingley e Jane, ma dando un suo tocco originale a tutto il contesto.
Mi è piaciuto molto la suddivisione del romanzo nei punti di vista alternati di Elizabeth e di Darcy, infatti, in questo modo, anche nei momenti in cui le signore non erano presenti, ho potuto seguire l'andamento della storia prova dopo prova e sospetto dopo sospetto

In un mondo pieno di sequel e variation (ahimè pochi tradotti in italiano), la Bebris spicca per la sua capacità di comprendere e seguire, per quanto possibile, le orme di Jane Austen.

Un bel libro davvero che, in aggiunta, ha quel tocco di mistero che rende ancor più avvincente la lettura.

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Consigliato a chi ha letto...
A chi ama Jane Austen e adora leggere variation e sequel che omaggiano, anche con la loro solo presenza, la grande Jane Austen e i suoi scritti.
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Fantasy
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    22 Ottobre, 2013
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Bleeding Love

In un mondo di libri sui vampiri ci voleva un tocco di originalità e, a mio parere, Alyxandra Harvey l'ha dato in Bleeding Love.
Possiamo infatti leggere di una famiglia dove, al compimento del sedicesimo anno di età, tutti i membri si trasformano in vampiri. Quindi fino a 16 anni umani normalissimi (o quasi) e poi vampiri.
Ma, e lo devo accuratamente sottolineare, questa è solamente un eccezione, in quanto gli altri vampiri vengono trasformati come al solito. A seconda del tipo di trasformazione però possono nascere differenti razze di vampiri, più selvaggi e più violenti (alcuni con addirittura due canini in più).. Quindi viva la varietà!!
Quella della trasformazione pertanto è la particolarità della famiglia Drake dove Solange, unica femmina con una miriade di fratelli, deve cercare di sopravvivere al suo sedicesimo compleanno!
Già questo sarebbe abbastanza, se poi aggiungiamo una profezia che indica Solange come prossima regina dei vampiri e pertanto circondata da sempre più numerose minacce.. beh, le cose si complicano notevolmente!!
E poi c'è Lucy Hamilton, umana e amica da sempre di Solange che cerca, a modo suo, di proteggerla e di starle accanto in questo strano passaggio.
...poteva mancare un pizzico di romanticismo?
Certo che no! Ma qui niente noiosi triangoli amorosi, solamente la coppia giusta al momento giusto!

Lo stile è semplice e scorrevole: la storia viene raccontata dai punti di vista alternati di Lucy e Solange.
Questo doppio punto di vista consente di seguire la storia anche quando le due amiche devono per forza separarsi. Ogni volta che leggevo il pdv di Lucy non vedevo l'ora di terminare il capitolo per scoprire cosa succedeva a Solange e viceversa!

Libro molto piacevole e avventuroso.
Una storia che scorre fluidamente dove i cattivi sono davvero cattivi e lo dimostrano!!

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Romanzi
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    18 Ottobre, 2013
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Romanzo triste

"Le prime luci del mattino" è un romanzo triste..
è triste non perché di scarso valore, ma perché parla di una vita triste, di un matrimonio fatto così, non si sa bene il motivo, forse per fare una festa o, meglio, per non rimanere soli, non perché si ama l'altra persone e si vuole trascorrere una vita intera con lui condividendo tutto, gioie e dolori.
Ma come è possibile che esista una realtà come questa? So che esiste, lo so, ma io non la riesco a concepire..

Lo stile di Fabio Volo non mi dispiace, è semplice e lineare.
La storia viene raccontata attraverso la protagonista, Elena, che si sdoppia. Infatti da una parte abbiamo pagine di diario di un Elena di un tempo passato che la protagonista del presente rilegge intervallando suoi commenti o spiegazioni dei fatti narrati.
Nelle parti di diario troviamo i sentimenti, tristezza, frustrazione, apatia, malinconia, ma anche forza, tenacia e passione. Le altri parti servono per amalgamare il tutto e spesso per spiegare i fatti taciuti per pudore o per paura che venissero letti, in quelle pagine di diario.
La cosa che più sorprende è come abbia fatto lo scrittore, pur essendo uomo, a toccare un elemento così delicato dal punto di vista femminile..
Effettivamente lo stile è molto maschile ed alcune volte la protagonista mi è sembrata un po' troppo stereotipata, quasi che, non sapendo bene come stava la realtà, lo scrittore avesse scelto la via più banale e più facile. Elena aveva paranoie che non la facevano ragionare e crisi che mi sono sembrate solamente un cliché esagerato.
Ad esempio, Elena non riusciva a resistere a qualcosa visto in vetrina e impazziva finché non lo comprava.. ok, ci può essere qualcosa che ti colpisce, ma da qui al fatto di volerlo a tutti i costi, ne passa.. Inoltre non è vero, a mio modestissimo parere, che se fai un cambiamento nel look (tipo taglio di capelli) il marito non lo noterà mai.. Ma potrei continuare all'infinito..

Insomma, il modello di donna descritto in questo libro è così lontano dalla mia persona che ho fatto fatica ad apprezzare l'evoluzione che la protagonista compie all'interno del romanzo.

Libro carino ma non eccezionale.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    08 Ottobre, 2013
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Kurt la vera star

Mi è difficile dare un giudizio a questo libro.... Non riesco a capire fino in fondo se mi è piaciuto oppure no, so solo che quando l'ho finito sorridevo, quindi tanto brutto non è..
O forse sorridevo dal sollievo per aver terminato la lettura? Il dubbio c'è..
Vediamo se facendomi qualche domanda riesco a mettere un po' d'ordine nella mia testa..

E' un romanzo d'amore? è un romanzo, questo sì, dove due persone, per un caso fortuito e tra altri e bassi, si incontrano e forse si piacciono, ma definirlo d'amore? No, non è proprio la parola adatta.

Ci sono dei buon personaggi? I personaggi sono.. strani, sì ecco la parola giusta, strani.. All'inizio non pensavo che al mondo potessero esistere due persone come Kristin e Max, ma poi, pensandoci bene forse sì..
Kristin è una ragazza depressa perché non ha una relazione da un po' e i periodi natalizi la deprimono ancor di più perché è il suo compleanno e perché, come ogni anno, dovrà ascoltare le lamentele dei suoi genitori sul fatto che non si è ancora sposata..
Max invece fa tanti piccoli lavoretti che forse, messi insieme, non ne fanno uno intero; anche lui non ha una relazione da un po' ma il motivo è leggermente un po' più clinico e moolto bizzarro (lo lascio scoprire a voi!!).

Ma la cosa più incredibile di tutta questa storia è che è basata sul nulla!! Cioè tra i due c'è evidente attrazione, ma non si conoscono minimamente e soprattutto non si parlano, il discorso più lungo è su una torta di pere!!
E come fanno a piacersi due che non si conoscono nemmeno?? Mah...

Ma la vera star di tutto il romanzo è Kurt, un bracco tedesco a pelo ispido che non fa altro che dormire sotto una sedie e che, per qualche insensata ragione (che alla fin però viene svelata) quando dorme da Katrin si risveglia e diventa attivo.

Ho trovato lo stile poco soddisfacente e molto confusionario, troppe parentesi, troppe frasi uscite come d'impulso dalla testa dello scrittore e, quindi, dai suoi personaggi. Ho apprezzato maggiormente il suo stile in "Ti ho mai raccontato del vento del nord" e del suo seguito. Forse le e-mail gli si addicono di più.

Riassumendo è un buon romanzo, ma nulla di speciale..

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Letteratura rosa
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    03 Ottobre, 2013
Top 50 Opinionisti  -  

Ma.. E la fine?

OK, fermi tutti!!
Non facciamo brutti scherzi...
Dov'è la fine???
L'ho cercata dappertutto, ma non l'ho trovata..
Peccato, mi sarebbe piaciuta leggerla. Mi andava bene anche una fine sdolcinata, di quelle tutto zucchero e miele, invece nulla..
Peccato davvero! Il libro parte da una bella idea: donna giovane, rimasta vedova all'improvviso, che a causa della sua eccessiva intelligenza non riesce a trovare uno straccio d'uomo che non la guardi in modo stranito quando parla in polacco, conta tutto quello che vede o incomincia ad elencare le sue numerose lauree... Oppure lo trova? E chi può dirlo? Non c'è la fine!!!

Avevo già conosciuto la Gier con la Trilogia delle Gemme (e lì la fine c'è, al 3° libro, ma c'è!) che mi era davvero piaciuta molto e devo dire che, nonostante il cambiamento di genere, lo stile è sempre quello, semplice e a volte divertente e spiritoso. Mi ha fatto davvero ridere la figura della psicologa un po' pazza.. davvero esilarante! Non che la protagonista manchi di spunti e di situazioni tragi-comiche.
Ma la fine? Lo so che mi ripeto, ma il finale per un libro è importante! C'è quello felice e quello triste, ma questo, che non ti lascia nulla di concreto, non può essere un finale.
E il farmacista? Dico io, e il farmacista? So che questa domanda potrà sembrare un po', come dire, strana a chi non ha letto il libro, ma il farmacista in realtà è un punto focale!!
Giuro che ho girato pagina per vedere se c'era una sorta di epilogo tipo "dopo qualche mese.."(che è proprio quello che c'è nella Trilogia!) e invece nulla..

Tutto sommato è comunque una lettura frizzante e piacevole!

Buon divertimento!

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Fantasy
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    30 Settembre, 2013
Top 50 Opinionisti  -  

La trilogia si conclude

Non vedevo l'ora di leggere l'ultimo capitolo di questa avvincente trilogia, anche se, dopo averlo finito in poco più di due giorni, ora mi dispiace averlo già finito...

Eravamo arrivati ad un punto cruciale della storia: Helen, quasi uccisa da Ares, riesce comunque a spedire il dio della guerra nel Tartaro, ma ormai il danno è stato fatto: le case si sono unite e gli dei sono liberi di scorrazzare per la terra compiendo ciò che vogliono indisturbati... Ha inizio la guerra!!

Raccontare brevemente la trama non renderebbe giustizia al susseguirsi di colpi di scena, e di avvenimenti sorprendenti..
Se avete paura del tradizionale triangolo amoroso non posso che ricordare che qui c'è di mezzo la salvezza dell'intera umanità, anche se.. ma andiamo oltre..
Quello invece su cui voglio soffermarmi, e che mi ha affascinato fin dal primo libro, è la mitologia greca.
Ho sempre avuto un debole per i miti greci e poterne leggere in un romanzo è stato fantastico! Certo, alcuni fatti sono stati manipolati, ma la struttura dei miti è rimasta intatta!
Se precedentemente avevamo incontrato solo Ares, Ade e Morfeo, in quest'ultimo libro troviamo tutto l'olimpo: Zeus, Apollo, Afrodite, Poseidone, con tutte le loro caratteristiche, ma soprattutto con tutti i loro difetti...
Come al solito gli dei usano i mortali a loro piacimento, come piccole marionette, e non tutti usciranno indenni da questa battaglia..

Libro strepitoso con uno stile semplice e scorrevole che mi ha fatto apprezzare ancor di più la trama e l'intreccio con la mitologia greca.

Interessante il personaggio di Helen, che racchiude in se una forza spettacolare e per questo viene guardata da molti con timore..

In quest'ultimo capitolo tutto verrà svelato e chiarito per concludere il ciclo ormai deciso dalle Parche..
Quale sarà quindi il destino di Helen?
Buona lettura!!

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Romanzi
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    20 Settembre, 2013
Top 50 Opinionisti  -  

Una fotografia

La vita di un marine può essere davvero dura..
Si può quindi biasimare un soldato che considera una foto trovata per caso sulla spiaggia un portafortuna? No, non credo. Credo piuttosto che in quelle situazioni una persona si possa aggrappare a qualsiasi cosa pur di poter sopravvivere e sopportare la gravità dei momenti.
Questa è la storia di Logan Tibault.. Lui non sa se la foto gli ha portato davvero fortuna durante tutti quei mesi, ma è quello che pensa il suo amico Victor e così, per assecondarlo, decide di scoprire chi è la donna in quella foto e di ringraziarla o di pagare il suo debito con il destino in qualche modo..
La donna si chiama Elizabeth, ha un figlio di 10 anni e un ex marito che non è esattomente quello che si potrebbe definire un buon padre di famiglia. Elizabeth vive con sua nonna che addestra cani, mentre lei fa la maestra.
Una vita piuttosto normale per Hampton, dove vivono, ma Logan entrerà nelle loro vite, cambiandole in modo radicale.

La storia è raccontata attraverso 3 punti di vista: Logan, Elizabeth e Keith Clayton l'ex marito.
Inutile dire che lo stile di Nicholas Sparks mi piace sempre.. è semplice, ma riesce a creare la giusta tensione nei punti dove è necessaria, inoltre fa parlare i suoi personaggi con frasi e battute talvolta ironiche, ma mai banali.
è fantastico come,leggendo, io riesca ad immaginarmi i personaggi, i luoghi e tutto quanto... è talmente semplice che non mi stupisco del fatto che molti dei romanzi di Nicholas Sparks diventino poi film, lo sceneggiatore deve fare pochissimo lavoro, è tutto lì, nero su bianco!
è interessante come lo scrittore riesca a dirci tutto sui suoi personaggi e in poco tempo.. Partiamo dalla prima pagina e non sappiamo niente di loro, ma poi, a poco a poco, ecco che arrivano le informazioni e piccoli ricordi e, a fine libro, è come se li conoscessimo da sempre.

Bella la trama e finale adatto! Ottimo romanzo!!

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Narrativa per ragazzi
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    20 Settembre, 2013
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Il rifugio

Ho appena terminato questo fantastico romanzo con la lettura dei ringraziamenti: Harlan Coben ringrazia per aver letto il suo romanzo.. NO, IO devo ringraziare lo scrittore per essersi dedicato allo YA, aver creato "Shelter" e il suo incredibile protagonista Mickey Bolitar!

Ho veramente adorato questo romanzo dove non si resta sospesi su pagine e pagine di introduzione, ma si entra subito nel vivo della storia: Mickey Bolitar è nuovo in città, ma non fatica a trovare subito una fidanzata, Ashley, e un paio di amici, Spoon e Ema.
Tutto normale se non fosse che dopo poche settimane Ashley scompare senza lasciare traccia e una strana vecchietta gli dice che suo padre, morto da poco, è ancora vivo.
Pagina dopo pagina il mistero si infittisce e l'adrenalina scorre veloce leggendo questo libro da cui non riuscivo a staccare gli occhi.

Lo stile semplice, ma accattivante mi ha rapito, inoltre battute simpatiche e situazioni divertenti mi hanno fatto sorridere in parecchie pagine.

Il protagonista è un tipo un po' particolare, è solitario ma non disdegna farsi degli amici non proprio convenzionali e nel complesso l'ho trovato molto maturo per la sua età.. Considerando il suo passato in giro per il mondo e la sua situazione famigliare non mi stupisce più di quel tanto, ma questa maturità l'ho riscontrata anche negli altri personaggi..
Effettivamente sembrano avere tutti, chi più e chi meno, una situazione particolare alle spalle anche se poi non molto viene rivelato, chissà forse nei prossimi libri sapremo di più..
Devo dire che il mio personaggio preferito, a parte Mickey, è Spoon, che si è ritrovato questo buffo soprannome perché nel primo incontro con il protagonista ha esordito con "Vuoi il mio cucchiaio? Non l'ho praticamente usato".

Un libro veramente entusiasmante fino all'ultima pagina!

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Classici
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    17 Settembre, 2013
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Non delude mai

Ah.. (sospiro di soddisfazione)
Jane Austen è sempre Jane Austen, non delude mai!!

"Lady Susan" è un libro che viene considerato una delle opere incompiute di Jane Austen, anche se, in realtà, una conclusione c'è.
è una storia che si legge in brevissimo tempo, non solo per la lunghezza, ma anche per lo stile epistolare con cui viene raccontata. Ho sempre considerato che lo stile epistolare (o, in chiave moderna, delle e-mail) incentivasse una lettura fluida e scorrevole se la si sa utilizzare.
Naturalmente Jane Austen non poteva di certo sbagliare e lo stile epistolare, seppur magari considerato un esperimento dalla scrittrice, viene ben maneggiato.
Le lettere presenti sono scambiate tra Lady Susan e Mrs Jonson, tra Mrs Vernon e la madre e qualcuna anche tra sir Reginald e il figlio.
è bene sottolineare che Lady Susan non è una delle solite eroine di Jane Austen, ma piuttosto racchiude tutti i difetti della società dell'epoca in un unica persona! Lady Susan è sicuramente falsa, mira solamente al proprio interesse e piacere, quindi non si fa scrupoli ad "amoreggiare" con uomini sposati. Inutile aggiungere che è anche una manipolatrice, capace di soggiogare qualsiasi uomo, anche il più contrario a lei.

In tutte le lettere riportate, traspare la solita ironia tipica di Jane Austen ed è veramente stato un piacere leggerle!

Il finale invece mi ha lasciato un po' perplessa, non dico nei contenuti che ovviamente non rivelerò, quanto nel cambio di stile. Infatti non è in forma epistolare e in poche righe vengono riassunti gli eventi finali... forse è per questo che viene considerato un romanzo incompiuto?

Chissà, forse, se avesse avuto tempo, Jane Austen avrebbe ripreso in mano questo romanzo abbandonando la forma epistolare, così limitante per quanto riguarda i punti di vista.. ma questo non potremmo mai saperlo!

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Romanzi storici
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    06 Settembre, 2013
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Eterna

La prima parola che ho pensato per descrivere questo libro è stata "confusione"..
Nella parte centrale, infatti, quando di domande ce ne erano fin troppe e le risposte continuavano a mancare, ho avuto un momento in cui anch'io aggiungevo all'infinita lista di domande le mie: chi è chi? Chi ha fatto cosa?
Ovviamente tutto a trovato risposta a tempo debito, ma ci sono stati dei momenti che mi hanno lasciato con un grosso punto interrogativo e nulla più..

Eterna è la storia di Annabel Lovelace, medium con la sensazionale capacità fin dalla più tenera età, di vedere gli spiriti dei defunti che non avevano ancora trovato pace e che pertanto non erano ancora passati dall'"Altro Lato".
Le vicende relative allo "Squartatore", così come indicate nella trama, fanno solo da sfondo a tutta l'ambientazione che comunque rimane molto suggestiva e misteriosa, sicuramente dovuto all'intreccio tra mondo dei vivi e quello dei morti..

Provare a riassumere la trama, cercando di non rivelare troppo, sarebbe troppo riduttivo e rischierei di sminuire quello che in realtà è un ottimo libro! Vediamo comunque di dare qualche indizio...

All'inizio del romanzo troviamo un Annabel bambina che vive con i suoi zii nel cimitero di Highgate (la fata di Highgate, veniva chiamata), poi la ritroviamo come medium affermata all'età di 21 anni. Una vita non tropo facile quella di Annabel, costretta fin da bambina ad assumere gocce di digitalina per far fermare il suo cuore altrimenti debole.
Alcune vicende, devo ammetterlo, mo sono parse un po troppo...insomma troppo!
è vero che l'amore è cieco, ma il tipo di amore che si evolve in questo romanzo è un po' troppo "incorporeo" per piacermi.

Un finale meraviglioso, non scontato e adatto al libro! Fantastico!
davvero un ottimo libro!

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Romanzi erotici
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    10 Agosto, 2013
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50 sfumature di Grey

Avevo già letto i precedenti, quindi non potevo di evitare di leggere anche quest'ultimo libro per mettere la parola "FINE" ai libri di E.L. James.

Devo essere sincera, quest'ultimo capitolo mi è parso assolutamente superfluo.. Avrei tagliato almeno 200 pagine dei vari rapporti, litigate e riappacificazioni.. Sarei andata direttamente ai punti salienti..
Tutti i vari amplessi potevano forse andare bene nei primi due libri: nel primo è la novità della cosa, mentre nel secondo ci poteva stare per il cambiamento del rapporto che la rottura aveva apportato, ma qui?
Mi è piaciuta solamente la parte "triller" del romanzo, ma per il resto, come ho detto, potevano essere di certo evitare 200 pagine..

Non posso però dire che lo stile non consente una lettura scorrevole, perché non è così. Il fatto che ho letto il libro in 5 giorni dimostra che comunque lo stile semplice di E.L. James ti consente di macinare pagine velocemente senza accorgertene..
Certo che però ci sono salti temporali spaventosi! In alcuni punti mi sembrava che mancassero delle pagine..

Per quanto riguarda i personaggi... Anastasia continua a provocare Christian e Christian continua ad arrabbiarsi per tutto il romanzo.. c'è una evoluzione dei personaggi? Forse, verso la fine ma solamente perché si mettono in testa che continuare a stuzzicarsi a vicenda non porta a nulla..

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Fantascienza
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    02 Agosto, 2013
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Atreiu e Fucur

Non avevo mai letto "La storia infinita", però mi ricordavo alcune immagini del film e avevo grandi aspettative per questo libro e invece..
Ma iniziamo dal principio.
Il libro potrebbe essere diviso in due parti. La prima, che mi è piaciuta maggiormente, racconta gli avvenimenti prima che Bastian arrivi a Fantàsia, quindi sostanzialmente le avventure da Atreiu, mentre nella seconda parte il protagonista vive le sue avventure a Fantasia visitando posti e incontrando persone di cui aveva solamente letto..
La seconda parte è stata per me una grande delusione. Mi ha trasmesso messaggi sbagliati e lo stesso comportamento del protagonista mi irritava sempre di più, pagina dopo pagina; l'importante per lui è essere bello, coraggioso e venerato da tutti.
Capisco che questo non è il reale messaggio finale del libro e che tutto fa parte di un percorso evolutivo che Bastian deve intraprendere per capire chi è realmente, ma la consapevolezza non mi è bastata per entrare in sintonia con il protagonista..
È vero che forse questa sembra una critica un po' debole, ma per me è estremamente importante riuscire ad avere un collegamento con il protagonista, e la sua mancanza mi rende la lettura lenta.

Sullo stile però non ho nulla da ridire, le pagine scorrono facilmente (per me più nella prima parte che nella seconda), e la lettura non è pesante.
Ho trovato molto particolare l'utilizzo di alcune frasi che raccontano in parte e in poche righe il futuro dei personaggi secondari per poi finire inesorabilmente con "... Ma questa è un altra storia e la si dovrà raccontare un'altra volta".
È che dire poi delle descrizioni? Assolutamente magiche! Quanti popoli e quanti personaggi fantastici dai nomi bizzarri! Non dimentichiamoci poi dei personaggi che hanno aiutato Bastian lungo il suo cammino: Atreiu del popolo dei Pelleverde, e Fucur, il drago della fortuna. Devo dire che le loro avventure mi hanno entusiasmato maggiormente rispetto a quelle di Bastian.

Tra pregi e difetti questo libro raggiunge per me un giudizio intermedio.
Sicuramente è un libro da leggere prima o poi perché la fine del percorso porta ad un messaggio chiaro e diretto..
Chissà poi che non capìti di dover dare un nuovo nome all'infanta imperatrice!

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Romanzi storici
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    19 Luglio, 2013
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La seconda guerra mondiale

WOW!
...Voglio dire... WOW!
I miei più sentiti complimenti per la ricerca storica e per l'immenso capolavoro che ne è uscito, ma...
Mi dispiace, io adoro tutti i libri di Ken Follett, ma stavolta, mentre leggevo, sentivo che mancava qualcosa..
Mi è mancato il legame con i personaggi. Non so se questo sia dipeso dal numero piuttosto elevato dei personaggi e quindi dei vari punti di vista, o dalle vicende in se che per quanto terribili potessero essere erano (non tutte) prive di tensione e spesso si risolvevano senza molti problemi..
Con questo non voglio dire che siano mancate le scene drammatiche, in diversi punti ho persino versato qualche lacrima, ma diversamente ad altri suoi libri, non leggevo febbrilmente macinando pagina dopo pagina per scoprire se un certo personaggio sarebbe sopravvissuto o no (tranne in alcuni limitati casi)..

Inoltre ho notato che manca la guerra in Italia.
A parte un piccolo accenno all'inizio quando viene detto che anche l'Italia, con Mussolini, appoggia la Germania, non se ne parla più. Mi aspettavo che qualche personaggio venisse mandato in Italia per raccontare un pezzettino della guerra, invece nulla..
Forse l'Italia non ha mai costituito un reale pericolo agli occhi dell'America, anzi forse eravamo il punto debole del nazismo a causa del movimento partigiano che minava il regime, ma abbiamo avuto i nostri morti e intere città devastate, non meritavamo forse un capitolo o due?

A parte questi particolari, ho apprezzato la storie e la capacità dello scrittore di intrecciare le vite dei diversi personaggi.
Devo ammettere che all'inizio ero un po' confusa da chi fosse chi. Già nel primo libro c'erano diversi personaggi che poi hanno avuto 1 o 2 figlio (legittimi e non), quindi i punti di vista sono molteplici, ma Ken Follett è stato abile nel mettere alcuni indizi sparsi qua e là per far riprendere il filo al lettore. In fondo sono passati almeno 2 anni da quando ho letto il primo volume, è normale non ricordarsi proprio tutto..

La trama è incentrata sulla seconda guerra mondiale e attraverso i vari personaggi percorriamo i momenti più drammatici della storia, compresa la terribile invenzione della bomba atomica.
L'evoluzione a cui assistiamo, non solo dell'epoca in se, ma dei vari personaggi che rappresentano in un modo singolare, le diverse tipologie di persone e i diversi caratteri..
Sono rimasta sconvolta da Erik, che credeva così fermamente nel nazismo per poi credere fermamente nel comunismo... eppure erano in tanti che non riuscivano a pensare con la propria testa e che pertanto cercavano la "stabilità" di un regime oppressivo..
Sono rimasta invece piacevolmente colpita dall'evoluzione di Daisy, da snob vanitosa a guidatrice di ambulanze durante i bombardamenti..

Veramente un ottimo libro che fa apprezzare la storia!

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Fantasy
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    17 Giugno, 2013
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Cenerentola

Mah, pensavo meglio...
Pensavo di ritrovare la fiaba di Cenerentola anche se in chiave un po' alternativa, invece della fiaba originale c'è ben poco..
Uno degli elementi principali che caratterizza l'originale fiaba di Cenerentola è, come tutti ben sappiamo, la matrigna cattiva che, insieme alle due sorellastre, la tratta malamente.
Anche Ash ha la matrigna e rimane con essa e le due sorellastre alla morte del padre, ma inizialmente non viene trattata male, anzi riceve un educazione alla pari delle due sorellastre. Solamente quando la matrigna viene a sapere dell'ammontare dei debiti che le ha lasciato il padre di Ash, decide di far lavorare Ash come una sorta di risarcimento... Un atteggiamento sicuramente poco materno, ma non si può dire che fosse anche crudele.. Un atteggiamento... pratico? Forse, ma non da cattiva della fiabe.
In Cenerentola inoltre troviamo la fata madrina che la aiuta nei momenti più difficili. Anche Ash ha la sua fata, una fata dei miti e delle leggende, Sidhean. Una fata non troppo generosa, che si innamora di Ash e la aiuta ma... a una condizione, perché ogni cosa ha un prezzo...
Infine in Cenerentola c'è il principe, e come dimenticarsi di lui? Non ci si può scordare del principe che con in mano la scarpetta di cristallo bussa ad ogni porta per ritrovare la sua amata..
Evidentemente però non era così importante per la scrittrice perchè è vero che c'è un principe (e Ash balla pure con lui!), ma fa solamente da sfondo, tra l'altro è anche poco attraente (a detta di Ash)..
Alla protagonista invece interessa la cacciatrice del re!
Quindi, a parte qualche evento principale, come ad esempio il ballo, c'è ben poco della fiaba di Cenerentola e Ash segue una storia tutta sua.

Peccato per il finale... mi è sembrato che la scrittrice volesse chiudere in fretta il romanzo e ha trovato una soluzione troppo semplicistica a tutti i problemi che nel corso della storia si erano creati..
Peccato, perché invece l'ambientazione mi è molto piaciuta.. Molti degli eventi più importanti avvengono all'interno di un bosco, il luogo per eccellenza delle fate, e durante tutto il romanzo si può sentire la magia ruotare tutt'intorno al bosco incantato.. molto suggestivo..
Bella, ma non molto approfondita, la contrapposizione fra credenze antiche legate alle fate e alla magia che le circonda e quelle moderne, razionali e basate su eventi verificabili.

Lo stile, semplice e scorrevole, mi ha consentito una lettura veloce anche in lingua originale.

Anche i personaggi sono "semplici", ma questo non è un punto positivo per me..
Di Ash sappiamo poco, ma, ancor di meno sappiamo di Kaisa, la cacciatrice, e di Sidhean, la fata. Tutti personaggi importanti di cui però la stessa protagonista sa pochissimo..
Fanno tutti parte dello stesso fondo, ma nessuno riesce ad emergere, nemmeno Ash, nonostante la storia venga raccontata dal suo punto di vista.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    07 Giugno, 2013
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Burned

Avevo detto basta alle saghe interminabili, basta a protagoniste che si dividono fra due o tre ragazzi fra mille dubbi e problemi... eppure eccomi qui a leggere il 7° libro della saga de "La Casa della Notte" (e subito dopo il 6°, aggiungo!!)
Sì, perché è un libro veloce, frizzante e scorrevole e se poi viene inserita anche una certa maturazione da parte della protagonista, ecco che diventa un libro piacevole per staccare un po' la spina.

In Burned troviamo Zoey sospesa tra la vita e la morte nel regno dell'aldilà insieme a Heath. Kalona, intanto viene spedito da Neferet (ormai malvagia fino al midollo), nel regno dell'aldilà e cercherà di tenere l'anima di Zoey intrappolata, in modo che il suo corpo, privato di essa, muoia.
E Stak? Beh, lui farà di tutto per raggiungere la sua regina e per servirla nell'aldilà come nella vita.
Infine c'è anche Steve Rae, ma ormai lei sembra prendere una direzione tutta sua e non riesco ancora ad inquadrarla bene (forse nei prossimi libri?).

Lo stile delle Cast, sempre molto giovanile e frizzante, garantisce un ritmo di lettura veloce e senza intoppi.
Diciamo che a volte il linguaggio un po' troppo colorito di Afrodite sembra essere messo a forza all'interno di un contesto dove poteva essere tranquillamente evitato, ma, probabilmente, fa parte del personaggio ed inoltre viene anche giustificato, in parte, all'interno del romanzo.

Giunta alla fine del libro, alcune cose si sono risolte, mentre altre rimangono in sospeso...
Mi verrebbe voglia di leggere subito il successivo, ma per il momento deve attendere.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    07 Giugno, 2013
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Tentazione

Questo libro si intitola Tempted, ovvero tentazione, ed infatti in questo 6° capitolo della saga della Casa della Notte, Zoey verrà tentata dall'immortale Kalona, in ogni modo possibile..
è passato circa un anno da quando ho chiuso il 5° libro di questa saga, ed è passato così tanto tempo proprio perché il libro mi aveva notevolmente deluso.. C'erano molti difetti, come il riassunto delle puntate precedenti che si intrometteva nell'io narrante (es. per chi non lo sapesse...), cosa che trovavo alquanto irritante, inoltre c'era l'eterna questione Erik-Heath, a cui si era aggiunto pure Stark...
In questo capitolo, invece, le cose migliorano,
Innanzi tutto la trama riprende dall'esatto punto in cui si era interrotta, senza lunghi e fastidiosi riassunti, inoltre ogni "ragazzo" di Zoey prende un posto ben preciso all'interno della sua vita.
Mi spiego meglio: essendo una vampira, nonché Somma Sacerdotessa, Zoey può avere un consorte e, in questo caso, è Heath, con il quale ha un imprinting, un guerriero, Stark, che costituisce un legame speciale e infine rimane uno spazio anche per un comunissimo fidanzato. 3 tipi differenti di amore che trovano il tempo e lo spazio per coesistere, anche se...

Inoltre c'è una novità rispetto ai romanzi precedenti: non c'è più solamente il punto di vista di Zoey, ma viene introdotto anche quello di Steve Rae, Stark, Rephaim, e Heath. Decisamente molti punti di vista che ci consentono di capire meglio i pensieri, le speranze e le paure dei vari personaggi.

Una grave pecca di questo romanzo? La totale assenza di eventi notevoli, anche se il finale sconcertante può, in un certo senso, compensare questa mancanza.

Lo stile delle Cast, sempre giovane e frizzante, non si risparmia nei termini usati che sembrano, a volte, decisamente poco "educati" e spesso gratuiti (ovvero, a mio parere, senza una reale necessità data dagli eventi di utilizzare un linguaggio appositamente forte). Lo stile è comunque semplice e consente una lettura veloce e poco impegnativa .

Insomma se siete arrivate al 5° libro non potete fare a meno di leggere anche questo, ma sinceramente, a parte il finale, non mi ha colpito molto.

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Romanzi
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    02 Giugno, 2013
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Maomi

Adoro i gatti!! Era quindi impossibile che non mi piacesse questo libro che ha come protagonisti due simpatici maomi (gattini) pechinesi: Soia e Tofu.
Spesso mi ritrovo a pensare che se potessi rinascere (e potessi scegliere), vorrei essere un gatto, ma purtroppo non sempre la vita di un gatto è fortunata..
La piccola Tofu, ad esempio, è nata in un bidone della spazzatura e spesso la sua mamma non aveva abbastanza latte per lei e i suoi fratellini (anche se poi la fortuna gira, si sa!).
Vorrei essere come uno dei miei gatti, coccolati e probabilmente straviziati, un po' come Soia e Tofu, una volta adottati da Mr e Mrs A.
"L'incredibile storia di Soia e Tofu" racconta le avventure di questi due simpatici micetti che compiranno cose veramente... incredibili e all'oscuro dai loro padroni!!

I capitoli alternano il punto di vista di Soia e di Tofu.
Ho trovato molto simpatico il fatto che all'inizio di ogni capitolo ci fosse il disegno stilizzato di un gatto, grassottello e sdraiato per indicare Soia, più longilineo e seduto per Tofu.
Molto interessante è stato inoltre l'utilizzo di parole cinesi all'interno del racconto. Oltre ad un glossario finale, le parole venivano subito tradotte all'interno della frase e ciò ha fatto sì che la lettura non rallentasse per l'incomprensibilità di alcune parole e, allo stesso tempo, ha dato un tocco particolare al romanzo.

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Narrativa per ragazzi
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    28 Mag, 2013
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Dreamless

I miti dell'antica Grecia mi hanno da sempre affascinato, e questo libro che li utilizza all'interno di una nuova ed avvincente storia è per me irresistibile!!

Dreamless è il secondo volume della serie Awakening, che vede come protagonista Helen, erede della casa di Atreo.
Lei è l'unica discendente (o semidea) con la capacità di scendere agli inferi, ed è per questo che ogni notte si reca là, per porre fine a tutti i debiti di sangue tra le case nemiche e a tutte le sofferenze che esse causano, anche a costo della sua stessa vita.
Esistoni infatti 4 case; Atreo, Tebe, Atene e Roma. Queste devono rimanere divise per evitare che gli Dei, rinchiusi nell'Olimpo, possano liberarsi secondo un antico patto.

In questo nuovo capitolo della saga troviamo l'introduzione di un nuovo personaggio, Orion, appartenente alla casa di Roma e di Atene, che aiuta Helen nel suo viaggio attraverso gli inferi.
Sembra, a questo punto, scontato il triangolo amoroso, ma non è così, o meglio esiste, ma, dal momento che non è il punto principale del romanzo (perchè la missione di Helen rimane sempre il suo scopo primario che mette in secondo piano tutto il resto), non costituisce, a mio avviso, un punto negativo per il romanzo, anzi, la sua atipicità ne costituisce un punto di forza!

è stato molto interessante leggere la descrizione di alcuni Dei dell'Olimpo.
Morfeo è proprio come me lo immaginavo, gentile, persuasivo, capace di rilassarti...
Anche Ade, coperto di tenebre, un po' inquietante, con voce profonda è come me lo aspettavo.
Invece Ares, il dio della guerra, viene descritto come un vigliacco (cosa che poi dimostra), un po' pazzo e per quanto riguarda l'immagine che mi ha suscitato la sua descrizione, beh, è abbastanza inquietante e del tutto contraria all'idea che avevo io (forzuto, con armatura segnata da 1000 battaglie...?)

Lo stile della scrittrice è molto scorrevole e mi sono ritrovata a divorare il romanzo senza alcuna difficoltà (come anche per Starcrossed.
Ho apprezzato il fatto che quando Helen discende agli inferi, viene utilizzato lo stile corsivo: questo a mio avviso, consente una narrazione fluida e non crea confusione nel lettore che capisce immediatamente in quale dimensione si trova.

Infine i personaggi...
La cosa che mi piace è che in questo libro ci sono personaggi con difetti...
beh, non difetti fisici, essendo semidei da quel punto di vista sono perfetti, ma per quanto riguarda il carattere... Sono gelosi, irascibili, rabbiosi, superbi, un po' stalker e chi più ne ha più ne metta!
Ho letto poi di molte critiche sul fatto che i personaggi ricalcano un po' quelli di Twilight...
Effettivamente in Starcrossed questa impressione c'era, ma qui non è così evidente.

Conclusione?
Mi è piaciuto tantissimo e non vedo l'ora di concludere con l'ultimo capitolo della saga!

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Consigliato a chi ha letto...
Starcrossed
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    13 Mag, 2013
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The diviners

Meraviglioso!
era da un po' di tempo che non mi capitava di trovare un libro capace di rapirmi e di spingermi a leggere in ogni mio minuto libero (sempre troppo pochi)..

Iniziamo con l'ambientazione: una fantastica New York anni '20, anni del proibizionismo, ma anche un periodo dove tutti potevano diventare ciò che volevano, bastava desiderarlo!
Ed Evie, la protagonista, vuole diventare qualcuno, vuole che il suo nome sia sulla bocca di tutti e il suo viso su ogni rivista.
Evie è semplicemente "troppo" e anche se quando glielo dicono non è mai per farle un complimento, è proprio così, Evie è troppo per la cittadina di provincia in Ohio dove è nata e per quella casa dove la tristezza per aver perso un fratello in guerra pesa come un grosso macigno.. Così, dopo l'ennesima bravata, i genitori la spediscono a New York da suo zio Will, non proprio una punizione per Evie che vede New York come la città dei suoi sogni dove finalmente potrà diventare qualcuno!
Che dire poi della straordinaria capacità di Evie di scoprire la storia di un oggetto semplicemente tenendolo in mano?
E poi quanti personaggi affascinanti, purtroppo alcuni solamente abbozzati, ma mi aspetto grandi cose da loro nei successivi libri!!
Certo, i molti punti di vista possono dar fastidio a volte, ma in questo caso la scrittrice è riuscita a dare un "tono" particolare a ciascun personaggio, dando la possibilità di intuire da subito chi in quel momento stava parlando.

La trama, che inizialmente sembra frivola e leggera, è invece densa di mistero e, in alcuni i punti, mette letteralmente i brividi..
Una serie di omicidi che sembrano seguire uno strano rito, simboli nascosti, capacità paranormali...

Ho adorato lo stile della scrittrice, così scorrevole ma capace di darti immagini vivide e profonde. Inoltre ho trovato fantastiche le "panoramiche" che venivano inserite talvolta alla fine di un capitolo, talvolta in mezzo, per dare, con sole poche frasi, la visione completa di cosa stavano facendo tutti i personaggi in un determinato momento. Mi ha ricordato molto le panoramiche dei film dove la telecamera spazia dando un'ampia visione del paesaggio o si sofferma pochi istanti sui vari attori... molto bello e coinvolgente, soprattutto per le immagini che mi ha suscitato..

Mi è piaciuto tutto, persino il finale perché, pur essendo il primo libro di una serie, ha, in un certo senso chiuso una parte della storia anche se, naturalmente, ha lasciato aperti numerosi interrogativi...

Attendo il seguito!!

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Letteratura rosa
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    02 Mag, 2013
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Delusione totale

Avevo voglia di leggere un bel romanzo d'amore, magari anche un po' più sdolcinato di quanto consentirei normalmente, e il titolo di questo libro "Innamorarsi a Manhattan", sembrava rispondere proprio a questa mia esigenza del momento.
Invece..
Mi sono ritrovata tra le mani un romanzo con molti difetti, senza umorismo o battute veloci ed incalzanti che normalmente mi aspetterei da un romanzo del genere, con una trama banale e scontata ed un prologo che toglie al lettore la curiosità di scoprire come andrà a finire..
Insomma una delusione totale!

Siamo da Tiffany, la più bella e lussuosa gioielleria mai esistita, i loro sguardi si incrociano e il tempo sembra fermarsi. Non si conoscono, ma passeranno un po' di tempo insieme spinti da non so quale magia, poi le loro vite continueranno più o meno come prima fino a quando...
è inutile continuare a raccontare la trama. Quante volte l'abbiamo letta o vista nelle commedie romantiche?

Eppure io sono convinta che per quanto un argomento sia stato trattato innumerevoli volte, è lo stile e come viene impostato che fa la differenza... Purtroppo però anche in quest'ambito non ho saputo trovare aspetti positivi.
La narrazione in terza persona alterna differenti punti di vista, quindi non solo troviamo quelli di Matias e Alice, i personaggi principali, ma anche quelli di molti (e sottolineo molto) personaggi secondari come l'amico John, poi Grace, la nonna di Matias, il capo di Alice Frank...
Tutto questo potrebbe anche essere un pregio, i diversi punti di vista consentono al lettore di avere una visione più ampia di tutta la storia, ma occorre anche una buona struttura, cosa che purtroppo manca in questo romanzo! Molto spesso infatti mi sono ritrovata a dover rileggere alcune righe per capire chi in quel momento stava effettivamente parlando/pensando.

Ho trovato inoltre alcuni punti della trama molto carenti e che secondo me avrebbero dovuto essere trattati con più cura.
Ad esempio, nel primo incontro tra i protagonisti, Alice è vestita come Audrey Hepburn in "Colazione da Tiffany" per fare l'esame finale del suo corso di recitazione. Mentre ne parla sembra una cosa davvero importante a cui tiene molto, ma, per qualche strano motivo, dopo non se ne fa più cenno, nonostante sia presente comunque la sua passione per la recitazione...
Cosa dire poi del rapporto di Alice con l'ex marito? Avrebbe dovuto creare un po' di tensione? Suspance? Perchè io non ne ho trovata e la risoluzione di tutto mi è sembrata un po' troppo semplicistica..

Un aspetto positivo però l'ho trovato: i personaggi.
Sono ben caratterizzati e le loro paure, i loro timori, le loro speranze e passioni vengono descritte in modo minuzioso facendo comprendere meglio al lettore cosa li spingeva ad agire in un certo modo.

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Fantasy
 
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4.8
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    01 Mag, 2013
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Ci ritroviamo Roland Deschain

Sono ormai passati anni da quando ho finito di leggere l'ultimo libro della saga della Torre Nera e, come sempre quando qualcosa ti accompagna per tanto tempo, avevo provato una sorta di nostalgia per quello strano mondo inventanto da Stephen King...
Poi un giorno, in una libreria, il nome Stephen King, scritto in oro su sfondo verde-azzurro, colpisce la mia attenzione, ma non è stato tanto il titolo a colpirmi maggiormente, quanto la frase sotto "un romanzo della torre nera".
Quando ormai pensavo che per ritrovare i personaggi, il mondo e le sensazioni non mi rimaneva altra soluzione che riprendere da principio la saga, ecco apparire uno spin-off..

Sarò sincera, solitamente non amo gli spin-off perchè spesso sono solo un modo per gli scrittori per guadagnare altri soldi sull'onda dl successo della saga principale, ma per Stephen King non è così.
Chi ha avuto la possibilità di leggere l'intera saga sa che non è lo scrittore che inventa, ma sono i personaggi che chiedono di venire ascoltati e probabilmente Roland Deschain aveva altre due storie da raccontare, altri due racconti per incantare il suo ka-tet e tutti noi..
La prima, una storia della giovinezza di Roland e la seconda, interna e collegata alla prima, la storia dello starkblast, una terribile tempesta che gela qualsiasi cosa trova sul suo cammino..
Due storie connesse all'intera saga della Torre Nera, ma in un qualche modo anche divise, che possono essere gustate anche separatamente, anche da chi non ha ancora intrapreso il suo personale cammino verso la Torre Nera.
Certo, forse si potrebbe storcere il naso di fronte a termini normalmente usati nel Medio-mondo, ma che a noi possono sembrare fuori luogo, persino sbagliati, ma si sa, nel cammino verso la Torre Nera, sul corso del Vettore, tutto è possibile e infinite realtà e epoche si mescolano per crearne una unica e misteriosa.

Poche parole sullo stile sempre inimitabile del grande Stephen King, così scorrevole e immediato, da fare sembrare le ore passate a leggere, solo pochi minuti..
Descrizioni accurate di un mondo creato con proprie regole, un misto tra il Far west e modernità, un mix unico e beh, sì, che confonde, ma è proprio per questo che piace!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    09 Aprile, 2013
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Capaille Uisce

La "Corsa delle Onde" di Maggie Stiefvater è stato un libro molto piacevole da leggere, ma si poteva fare di più.
La storia è interessante; la scrittrice ha voluto trattare il mito (scozzese/irlandese) dei cavalli marini o, nel libro, capaille uisce. enormi animali assetati di sangue, ed è riuscita a creare un bel libro, ma a tratti la storia presentava alcuni punti di debolezza.

I capaille uisce (ancora non ho la più pallida idea di come si pronuncia questo nome), sono all'apparenza come i comuni cavalli, anche se più grandi, quindi riescono a muoversi tranquillamente sulla terraferma dove hanno velocità impressionanti. Ma sono cavalli marini e quindi sono anche formidabili nuotatori, e temibili predatori in quanto, a differenza dei nostri cavalli, mangiano carne.
Grazie alla loro potenza, forza e pericolosità vengono catturati dagli abitanti dell'isola, allevati e impiegati nella temibile "Corsa dello Scorpione". Ed è proprio intorno a questa corsa che si svolge tutta la trama.
Seguendo i due protagonisti Sean Kendrick e Kate Connolly (ma nel libro viene chiamata Puck, immagino per riferimento a "Sogno di una notte di mezza estate", anche se nel libro rimane un grosso punto interrogativo perché non viene spiegato) conosciamo tutte le varie fasi della gara, dall'iscrizione al temibile 1° novembre, giorno annuale della gara, giorno dove sempre e inevitabilmente qualcuno muore.

La trama è avvincente, ma come ho detto all'inizio, si poteva fare di più, in quanto certi aspetti della trama ed alcune descrizione o spiegazioni sarebbero dovute essere più approfondite, mentre in altri momenti gli avvenimenti erano fin troppo lenti e la scrittrice si dilungava troppo.
Inoltre alcune decisioni dei protagonisti appaiono deboli e senza un vero fondamento, come se in quel momento la scrittrice avesse il blocco dello scrittore e, per non lasciare uno spazio vuoto, avesse messo la prima cosa che aveva in mente..

Lo stesso stile, seppur molto semplice e scorrevolissimo, presenta delle mancanze.
La storia viene raccontata dal punto di vista dei due protagonisti alternando quindi capitoli tra Puck e Sean, ma spesso la differenza fra le due voci (cosa secondo me essenziale se si vuole scrivere attraverso diversi punti di vista) era minima e solamente gli eventi descritti potevano rassicurarmi su quale personaggio in quel momento stava parlando..

Infine i protagonisti erano poco... profondi.
Puck inizialmente era troppo infantile, le sue decisioni insensate e inspiegabili, mentre Sean era fin troppo serio e maturo per l'età che avrebbero dovuto avere. Entrambi però non riescono ad esprimere i loro sentimenti, rimangono lì in superficie... Se solo si fosse scavato un po' più a fondo probabilmente certi momenti che ho trovato un po' vuoti, si sarebbero trasformati in eventi toccanti e commoventi.

Dopo queste piccole critiche devo però dare un 10 e lode per il finale.
Non solo l'ho trovato adatto alla storia e non scontato, ma anche molto emozionante.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    03 Aprile, 2013
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Seraphina

Seraphina è un incrocio tra due specie: umano e drago. Una possibilità che non doveva nemmeno essere immaginata, eppure lei esiste, frutto di un amore vietato.
Se la si guarda però è una ragazza normale, solo una fascia di squame intorno alla vita e al polso possono identificare chi è veramente. Ma chi è veramente Seraphina? È un'artista che suona magnificamente, è una ragazza forte e intelligente, e ha poteri che le consentono di comunicare con altri come lei.. Il suo "giardino mentale" è veramente una cosa che tutti dovrebbero avere, un luogo dove andare per sistemare le cose che si ingarbugliano nella mente durante la giornata... Ah come lo vorrei anch'io!!
Ma allora perché Seraphina come protagonista non mi ha convinto? Ho notato più evoluzioni in un personaggio secondario che non in lei..

La trama invece è avvincente. La scrittrice ha impostato tutti gli elementi che fanno di un libro, un buon libro.
Innanzitutto l'ambientazione ricorda molto il Medioevo, con corti, feste e balli.. Inoltre il contrasto, mai assopito del tutto nonostante la convivenza, tra due specie e sempre un ottimo spunto per le evoluzioni della trame e così è stato, ma.. Perché c'è un ma! In certi punti la trama sembrava procedere a rilento nonostante la scorrevolezza del testo e improbabili nomi di draghi, santi e varie usanze all'inizio mi hanno terribilmente confusa.. Ma non ci si può catapultare in un mondo nuovo pretendendo già di sapere tutto, no? Infatti pian piano mi sono abituata al mondo di Seraphina e ne sono rimasta affascinata.
Ma l'amore? Sì c'è anche quello, ma inizialmente in una forma talmente banale e infantile che non userei questo come un punto di forza della trama, ma come un, seppur piacevole, intervallo che poteva essere tranquillamente accantonato.

Lo stile infine, come accennavo, è semplice e scorrevole, i capitoli sono ben strutturati e spesso il colpo di scena è lasciato proprio all'inizio del capitolo successivo, cosa che mi ha spinto, più di una volta, a continuare la lettura per poter sapere come andava a finire..

Concludendo "Seraphina la ragazza con il cuore di drago" è un libro piacevole e scorrevole che mi ha saputo intrattenere.. Ovviamente sono parecchio curiosa come si evolverà la trama, perché molte cose sono rimaste in sospeso e molte altre c'è ne sono da scoprire..

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    30 Marzo, 2013
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Oggetto: bello, bello, bello

Oggetto: bello, bello, bello!

Bello, bello, bello, anzi no, che dico, meraviglioso!
"La settima onda" è il seguito di un altro romanzo di Glattauer "Le ho mai raccontato del vento del Nord" e, al pari del precedente, l'ho trovato meraviglioso.
La storia è quella di Emmi e Leo e, per chi non la conoscesse dal libro precedente, la riassumerò brevemente.

La storia di Emmi e Leo nasce da una lettera sbagliata in un indirizzo e-mail. È una storia fatta di e-mail, di sentimenti che nascono solo dalle parole, da incontri richiesti, ma mai avvenuti.
E qui inizia "La settima onda". Perché dopo un incontro fallito cosa rimane? Scappare? Forse sì, ma prima o poi si ritorna al punto di partenza e ogni fine porta con se sempre un nuovo inizio...

Emmi scrive a Leo, Leo scrive a Emmi... E-mail meravigliose, un botta e risposta incalzante, mai noioso che incuriosisce e costringe ad aspettare con trepidante attesa la successiva e-mail.
E-mail dolci, arrabbiate, passive, attive, intense e a volte anche banali, e-mail meravigliose.
Ovviamente, come in ogni continuazione, ci deve essere un evoluzione che qui è rappresentata dai vari incontri tra i due protagonisti.
È poi? E poi bisogna leggerlo, non posso svelare tutto!!

Mi piace lo stile utilizzato. Le e-mail (solo ed esclusivamente e-mail) creano un ritmo veloce di lettura e sono al contempo profonde e semplici. Ci sono anche e-mail di brevissime frasi che creano un botta-e-risposta simpatico e divertente.
A mio parere non è facile utilizzare questo tipo di stile in un romanzo, si rischia che le e-mail siano o troppo complesse e profonde da risultare irreali o troppo banali e scontate, ma Glattauer è riuscito a trovare la giusta combinazione e a creare questo romanzo fantastico!

Che altro aggiungere?
Buona lettura!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    28 Marzo, 2013
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Angeli non proprio angelici

La prima cosa che colpisce di "Angel" di L.A. Weatherly è la concezione di angelo.
Avete presente i dolci e simpatici angioletti nei dipinti? O quei volti così splendenti e rassicuranti che portano buone nuove e pace?
Beh, SCORDATEVELI!
Perchè la fame, quando si fa sentire, colpisce tutti indistintamente e per sopravvivere non si farebbe di tutto?
Anche gli angeli sono in crisi, il loro mondo ha carenza di etere, hanno fame e trovano nutrimento in noi attraverso il "fuoco sacro"... e cosa ne ricaviamo noi in cambio? Una vita più bella e soddisfacente? Gioie e ricchezze? NO! Malattie fisiche e mentali.
Ecco quello che produce il tocco di un angelo secondo L.A. Weatherly. Un punto di vista molto alternativo che mi ha decisamente colpito.

La storia è raccontata attraverso due punti di vista principali: Willow e Alex
Willow è una ragazza sensitiva, pratica di motori, che per la sua "particolare natura" verrà a trovarsi in contatto con Alex, un giovane e infallibile AK, ovvero "Angel Killer", che ha il compito di fermare l'invasione di angeli.
Il fatto che ho apprezzato maggiormente è che, a differenza di molti altri libri che ho letto, non c'è solamente il solito sguardo tra i due protagonisti e poi inspiegabilmente entrambi sono avvinghiati in un bacio appassionante, ma qui i due protagonisti prima si conoscono, parlano, cercano di capirsi a vicenda e solo dopo c'è l'innamoramento con tutte le insicurezze e i timori tipici dell'età dei due personaggi.

La trama viene raccontata, come già accennato, attraverso due punti di vista principali, Willow e Alex, ma solamente i capitoli raccontati attraverso la ragazza sono in prima persona, quasi a voler indicare il personaggio con il quale la scrittrice si sente più in sintonia.
Solitamente non mi piacciono troppi punti di vista all'interno di una storia e qui, devo dire, ce ne sono molti di personaggi secondari, ma li ho trovati ben strutturati, non mi hanno creato confusione e invece mi hanno fornito quelle informazioni in più utili per l'andamento della storia.

Insomma un bel libro, scorrevole avvincente e mai lento.
Quello che mi ci voleva!

Buona lettura.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    25 Febbraio, 2013
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Il segreto di Ulisse per l'Emilia

Questo piccolo libricino ha un sacco di pregi, primo fra tutti il fatto che i soldi spesi per il suo acquisto vanno per la ricostruzione delle zone emiliane colpite dal terremoto del maggio 2012, zone che conosco e che amo..

è fantastico ritrovare la propria città in un libro, soprattutto se la storia raccontata parla di un mistero basato su fatti e personaggi storici.
Ci sono 3 amici che non potrebbero essere più diversi: Ildebrando il genio, Marcello il "figo" e Martina, la streghetta.
Attraverso un viaggio che parte da Mirandola e si dirige poi in Grecia e nel Lazio, per poi ritornare al punto di partenza, i 3 risolveranno il mistero sull'ultimo viaggio di Ulisse, scoprendo cose veramente sensazionali.

Devo dire che il linguaggio utilizzato da questi ragazzi liceali (quindi circa 17 anni di età), non rispecchia molto il target di quell'età, ma sembrano più maturi e le "battute" riferite ai classici, per quanto comunque studenti di un liceo classico, sembrano un po' troppo mature..

Lo stile della scrittrice è duplice.
Da una parte troviamo uno stile semplice e lineare, dall'altra troviamo citazioni o modi di dire che si rifanno al mondo antico classico che, senza note, non sono immediatamente comprensibili.
Devo dire che conosco personalmente questa scrittrice e dal romanzo si possono notare i suoi studi classici.. Spesso si possono notare frasi in latino, debitamente tradotte, o riferimenti tipici della storia antica..

Una bella avventura che mi sento di consigliare a tutti coloro che vogliono conoscere un po' di più la "bassa" modenese.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    17 Febbraio, 2013
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La matematica non è un opinione!

Ah quanti ricordi!!!
Questo libro mi ha fatto tornare in mente tutti quei pomeriggi passati su quaderni rigorosamente a quadretti tracciando parabole e derivate, calcolando funzioni ed integrali per poi arrivare quasi sempre a x=0!!

Devo iniziare sottolineando che adoro la matematica.. Può sembrare strano, ma quando mi mettevo a risolvere un problema, mi sentivo confortata che, per quanto potesse sembrarmi complicato e irrisolvibile, c'era sempre un metodo di risoluzione, una formula che correttamente applicata portava al risultato. Molti mi chiedevano, ma come fai a capire la matematica? E cosa c'è da capire? Prendi un problema, applichi la formula e ottieni il risultato, più semplice di così!!
Eppure la matematica è il tallone d'Achille di molti giovani. Forse non ne vedono l'utilità. Perchè applicarsi per ore su cose che poi nella vita "reale" non ti serviranno?
Sbagliato!
Forse non servirà nella vita di tutti i giorni, ma pensiamo al passato, quando non c'erano tutte le tecnologie di adesso, quando anche calcolare la circonferenza di un cerchio era un problema.. come si potevano fare le misurazioni? E le costruzioni antiche che tanto ci affascinano? Come avrebbero potuto essere costruite se non attraverso calcoli che hanno impedito ai muri di crollare come un castello di carta?

é proprio questo che il libro ci vuole comunicare.. La storia.
La storia della matematica, dai suoi primi scopritori, fino ai più moderni, passando per paesi stranieri, assaporando culture e cività diverse..
La matematica è la vera protagonista di questo libro!
Certo, c'è anche un giallo, un evento che deve comunque fare da collante a tutta la vicenda e che dopo pagine di dimostrazioni e di discorsi di matematici, rappresenta un sollievo, uno stacco da un lettura che altrimenti potrebbe risultare noiosa..

Bello!
Lo stile è una delle caratteristiche di questo libro che mi ha colpito di più: è talmente semplice e immediato che non importa se il lettore che intraprende questo viaggio non sa nulla della matematica, perchè neanche i personaggi ne sanno qualcosa! Si impara tutto poco alla volta leggendo parola dopo parola, ed improvvisamente.. Eureka! Tutto diventa chiaro e quella montagna insormontabile che è la matematica diventa chiara e semplice.

I personaggi principali sono decisamente un po' strani: C'è il sig. Rouche, il filosofo-libraio, Perette l'aiutante libraia, e i suoi 3 figli Max, Jonathan e Lea..
Dire che sono una famiglia bizzarra è dir poco, ma anche loro svolgono la loro parte nel risovere i 3 problemi di Rue Ravignan
E poi come domenticarsi dello strano pappagallo Nofutur?

Che altro dire? Buona matematica a tutti!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    06 Febbraio, 2013
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The Girl Who Circumnavigated Fairyland

Ci sarebbe molto da dire su questo libro..
Mi ha ricordato un sacco altri libri come "Alice nel paese delle Meraviglie" o anche "Il leone, la strega e l'armadio" e anche altri che non sto ad elencare..
Certamente un libro fantastico, ma un libro per bambini?
Non lo so..
La protagonista è September, una bambina di 11 anni che un bel giorno decide di accettare un offerta e di partire alla volta di Fairyland, alla ricerca di avventure.
Un percorso lungo e tortuoso dove la nostra protagonista incontra diversi amici, tutti pronti ad aiutarla anche quando le cose sembrano mettersi proprio male..
Una bambina coraggiosa, generosa, gentile e simpatica, ma "heartless".
Questa parola mi è rimasta particolarmente impressa, perchè inizialmente viene spiegato che tutti i bambini sono letteramente senza cuore ed è questo che permette di partire per magiche avventure o di essere spericolati.. Ma poi September decide spontaneamente di prendere la strada "lose your heart"..

Lo stile mi ha lasciato un po' sorpresa.. Ho avuto l'impressione a volte che la scrittrice non sia riuscita a inserire una particolare frase in un contesto e quindi è stata obbligata a inserisi con prepotenza nella storia altrimenti raccontata dal punto di vista della protagonista. Forse non è così, ma a me ha dato questa impressione.
Devo anche sottolineare che ho letto questo libro in lingua originale e ho trovato le descrizioni molto lunghe e complesse, piene di vocaboli che non conoscevo.. Le immagini che mi suscitavano erano ben delineate, ma che fatica leggere!! Quindi non ho apprezzato particolarmente queste descrizioni e, proprio per questo, direi che non è esattamente un libro per bambini, ma questa è solo la mia opinione...

Infine un piccolo commento sul titolo: ma quanto è lungo?(Titolo originale: The Girl Who Circumnavigated Fairyland in a Ship of Her Own Making)
Devo dire che però incuriosisce parecchio e non vedevo l'ora di arrivare al punto della barca...

Riassumendo però non mi è piaciuto molto, soprattutto all'inizio dove le continue peripezie e vagabondaggi sembravano solamente un modo per allungare la storia.. La fine invece ha avuto un bel ritmo, ma solo negli ultimi capitoli che ho divorato..
Buona lettura!

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    29 Gennaio, 2013
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zia Julia

Solitamente non impiego più di una settimana per leggere un libro, ma questo non è riuscito a prendermi e la lettura si è inevitabilemente prolungata.

Iniazialmente non capivo perchè la storia principale veniva intervallata con altre storie, altri personaggi, che nulla avevano a che fare con la trama. Si inseriranno nel romanzo pian piano? Arriveranno a far parte tutti della stessa storia?
Mi ponevo queste domande, ma ancora non trovavo risposta, finchè non ho capito, continuando a leggere, che erano i romanzi radiofonici di Pedro Camacho, uno dei personaggi di questo romanzo...
Mah..
Perchè tutto questo? La storia principale non era abbastanza interessante?

Lo stile è scorrevole e piacevole da leggere. Non ho trovato alcuna differenza tra le storie "staccate" e il romanzo vero e proprio dal punto di vista dello stile, ma devo dire che, almeno all'inizio, trovavo più belle le mini storie, più coinvolgenti.

Il protagonista della storia principale è Mario, un diciotenne che sogna di andare a vivere in una mansarda di Parigi e li coronare il suo sogno diventando scrittore.
Un ragazzo appassionato che si innamora della zia Julia, trentenne divorziata e che quindi dovrà affrontare tutti i problemi che questo amore clandestino generano.

Romanzo carino, ma che non mi colpito nè rapito.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    18 Gennaio, 2013
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Speciali

Recensisco qui l'ultimo libro della serie perchè, a differenza dei primi due, non è mai stato pubblicato da solo, ma solamente della raccolta della trilogia "Beauty".

Eccoci arrivati all'ultimo libro della trilogia "Beauty" di Scott Westerfel: Speciali. Beh, proprio ultimo no, c'è anche Extras, ma poichè i personaggi e le ambientazioni sono differenti (e non è ancora stato trodotto in italiano) posso considerare le avventure di Tally Youngblood concluse con Speciali.

Dopo essere stata una Brutta e poi una perfetta, ora Tally è una Speciale.
I suoi sensi sono stati spinti al massimo, la vista riesce a cogliere i più piccoli particolari, le suoi orecchie suoni impercettibili, le sue ossa sono di ceramica infrangibile, denti e unghie sono vere e proprie armi letali.
Tally è un mostro. è la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho letto dell'ultima trasformazione della protagonista, e che dire poi dei continui sbalzi di umore che passa dall'euforia alla rabbia in pochi istanti?
Il brutto che non se ne accorge! Le piace la sua situazione e prova repulsione per tutti gli altri che non sono come lei.
Tally fa parte di un gruppo, capeggiato da Shay, una sua amica, i Taglianti, chiamati così perchè per essere superlucidi si tagliano usando un coltello rituale..
Sono senza regole, senza paura, spericolati, vivono nella natura selvaggia e possono fare quello che vogliono, ma spesso le regole servono e Tally presto capirà il perchè.

La stile di Scott Westefeld è molto scorrevole e si è mantenuto costante in tutti e tre i libri.
La cosa che colpisce è la società che lo scrittore ha voluto creare: a volte sembra voler condannare la società moderna suggerendo modi tecnoligici ed ecologici per vivere, altre volte sembra volere accusare la stessa società che ha creato rendendola un mostro che priva della libertà di pensiero. I perfetti infatti, sono esteticamente bellissimi, ma gli vengono applicate micro-lesioni al cervello in modo che non possano creare problemi, sono calmi e remissivi..
Questa non è vita, è prigionia nel proprio corpo..

La protagonista, Tally è egocentrica.
In tutti e tre i libri, fin verso alla metà, riuscivo a stento a sopportarla.
In "Brutti" era terribilmente superficiale e lamentosa, in "Perfetti" era vuota e vanitosa, infine in "Speciali" è antipatica, crudele e spietata.
Insomma in tutti e tre i romanzi inizialmente la protagonista è così odiosa che ti viene normale tenere per altri, ma poi evolve, cambia, capisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato..
In fondo c'è anche da capire che tutte le trasformazioni che ha subito non sono state volute da lei, le sono semplicemente state imposte e ha dovuto riconquistare la sua normalità un pezzo per volta.

é stata una bella lettura, una bella conclusione per una bella serie.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    04 Gennaio, 2013
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Incredibilmente incredibile!!!

Incredibile!
La prima parola che mi viene per descrivere il romanzo di questa scrittrice è solo una: incredibile!
Incredibile per la storia, così ricca di eventi da lasciarti col fiato sospeso in attesa del successivo colpo di scena.
Incredibile per i personaggi, così determinati, forti e pieni di buoni sentimenti.
Ma partiamo con ordine..

"The sun and the moon. I dodici Guardiani" è il secondo romanzo di una trilogia: Jay, nel precedente libro, era riuscita a sconfiggere, almeno per il momento, le tenebre.
In questo capitolo, invece, troviamo la nostra protagonista alle prese con la ricerca di 12 guardiani che la devono aiutare a salvare il mondo dalla sua fine il 21/12/2012 (ed evidentemente ci sono riusciti!!)
Tra eventi eccezionali e una famiglia sempre più numerosa, viviamo le avventure dell'eletta e dei suoi amici, con tutte le gioie e i dolori che le varie vicende causano ai protagonisti.

Già dal primo libro ero rimasta piacevolmente colpita dalle caratteristiche della protagonista: è attiva, non subisce gli eventi in modo passivo, è determinata nel proteggere la sua famiglia, ma soprattutto in lei traspare una quantità infinita di amore e di serenità.
è un personaggio non privo di difetti, ma è equilibrato e quindi, secondo me, perfetto.
Se dovessi citare tutti gli altri personaggi che compaiono in questa storia, scriverei un romanzo. Questo non vuol dire che ce ne siano troppi o che si faccia confusione, perchè ognuno ha una propria collocazione e rimarrà impresso nella memoria di ogni lettore, così come sono rimasti impressi nella mia..

Lo stile di questa scrittrice mi ha colpito per la semplicità con cui riesce a scrivere anche di argomenti importanti.
In tutto il romanzo non solo traspare l'amore verso i famigliari e gli amici, ma anche verso la natura, gli animali e le forze elementari della vita.
E tutto questo viene fatto in maniera così semplice da stupire, una volta chiuso il libro, per quanti argomenti vengono trattati e per una percezione della vita che penso di non sbagliare nel definire pura e semplice.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    16 Dicembre, 2012
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Violenza gratuita

Finalmente è finito!
Non ne potevo più, è stata una vera tortura leggerlo!

Iniziamo dalla trama, che è un inutile insieme di violenza a dir poco gratuita, senza alcuno scopo. Si passa dall'uccisione degli Apache, con relativo taglio di scalpo (che schifo!!) allo sterminio di interi villaggi, così per capriccio, solo perchè qualcuno aveva alzato un sopracciglio di troppo... Ma andiamo!
Immaggini troppo crude che mi imponevano di leggere lontano dai pasti, mi ricordo ancora la frase di un personaggio "mi puzza il braccio" e tutte le immagini che ne sono conseguite.

Anche lo stile non mi ha consentito una lettura veloce, anzi l'ho trovato pesante e ripetitivo. Ho letto di qualcuno che ha definito lo stile biblico, per me è un esagerazione, infatti l'ho trovato noioso, scontato e ripetitivo, oltre che inutilmente crudo. L'uso continuo di "e" piazzate in ogni dove all'interno del romanzo mi hanno terribilmente infastidito. Diciamo le cose come stanno, se avessi mai scritto un tema utilizzando lo stile di questo libro avrei sicuramente preso un 3, pertanto perchè dovrei scusare uno scrittore che, a maggior ragione, dovrebbe prestare più attenzione allo stile? Solo perchè viene definito scrittore?

Continuiamo con i personaggi.
Il protagonista è il ragazzo. Era così difficile inventarsi un nome per questo protagonista? Eppure ce ne sono così tanti!!! Lui è l'ignaro testimone delle vicende violente che questo gruppo di persone così diverse condivide. A volte sembra che lo scrittore si dimentichi di lui e più volte mi sono chiesta se non avevo perso un passaggio in cui "il ragazzo" moriva, invece eccolo riapparire qualche pagina più avanti, ancora lui, ancora senza nome.
Se possiamo definire il ragazzo il protagonista, l'antagonista è decisamente il giudice, figura enigmatica, che soffre evidentemente di una grave alopecia universale, dotato di una crudeltà disarmante e di una parlantina capace di confondere anche il più colto degli uomini.
Figura interessante in un contesto grottesco.

Se lo scopo dello scrittore era quello di sfatare il mito del Far West, dei pistoleri dotati di onore, per descrivere eventi probabilmente realmente esistiti, e quello che definisce vero west, mi dispiace, ma a mio modesto parere c'è modo e modo!!
Ho letto altri libri che descrivevano la crudeltà degli eventi senza cadere nell'orrido e nella violenza gratuita..

Detto questo, ho finito il llibro solamente perchè non mi piace lasciare un libro a metà, assolutamente una scelta sbagliata, avrei fatto meglio a riporlo dopo le prime righe.

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Narrativa per ragazzi
 
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5.0
Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    03 Dicembre, 2012
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If I stay

Pensavo di trovarmi di fronte a un altro romanzo come E finalmente ti dirò addio. Beh, non potevo sbagliarmi di più. Non è meglio o peggio, solamente diverso.
Entrambi sono YA che vogliono in qualche modo trasmettere qualcosa, valori più alti, ma è come lo fanno che è diverso, moolto diverso.

La protagonista è Mia, una violoncellista classica, cresciuta da due genitori amanti del punk-rock, con una vita perfetta contornata dalla musica e dalle persone che ama: mamma, papà, il fratellino Teddy, i nonni, la sua migliore amica Kim e il suo fidanzato musicista Adam.
Ma all'inizio non sappiano niente di tutto questo.
Riporto un piccolo pezzo della trama in copertina: Non ti aspetteresti di sentire anche dopo. Eppure la musica continua ad uscire dall'autoradio, attraverso le lamiere fumanti. E Mia continua a sentirla, mentre vede se stessa sul ciglio della strada e i genitori poco più in là, uccisi dall'impatto col camion...
Ecco cosa sappiamo di Mia all'inizio del romanzo.
Tra i ricordi del suo passato e il presente, Mia ripercorre la sua vita, tutti i suoi momenti più importanti e impariamo a conoscerla sempre di più.

Premetto che ho letto questo libro in lingua originale, quindi non so come certe descrizioni possono essere tradotte in italiano, ma, soprattutto all'inizio, ho trovato certe descrizioni un po forti, senza sentimento e aggiungo anche un tantino macabre.
Non c'è che dire, l'idea viene resa bene, ma, ecco, mancava un senso naturale di compassione o tristezza o anche un po' di disperazione nel descrivere certe scene dal punto di vista di Mia.
Erano fredde. Troppo fredde.

Per il resto lo stile è scorrevole, semplice e, ad eccezione che nel primo capitolo, le emozioni vengono trasmesse bene ed in modo efficace dalla narrazione dal punto di vista di Mia.

Ecco, parliamo di Mia. è semplicemente troppo pefetta: brava, ubbidiente, eccellente musicista, ama stare in famiglia... troppo per apparire come un adolescente normale... Ma lo ammetto, anche se mi sembrava un po' "stonata" l'ho preferita a molti altri protagonisti perfettamente inseriti di cui ho letto..

Concludendo questo libro è stato molto soddisfacente perchè in primo luogo mi ha dimostrato che, nonostante sia un po' arruginita, leggere in lingua originale non è così difficoltosa e poi per il finale che.. beh, questo non lo posso svelare, ma sicuramente è il finale adatto per questo libro.

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