Opinione scritta da Pupottina

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    17 Giugno, 2015
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La domatrice di libellule

"Le immagini galoppavano, si sovrapponevano le une alle altre come proiettate in un gigantesco caleidoscopio." Una storia dentro la storia. Una storia per guardare dentro la vita e la sua varietà di emozioni. Ecco cos'è IL LADRO DI NEBBIA di Lavinia Petti, un romanzo per rimetterci in contatto con le esperienze della vita da cui decidiamo, più o meno consciamente, di fuggire. Quante porte, reali o metaforiche, chiudiamo ogni giorno? Quante le persone che perdiamo strada facendo?
Il personaggio di Antonio M. Fonte è molto particolare e complesso e lo si impara a conoscere davvero, dopo la descrizione iniziale che, per quanto particolareggiata sia, nasconde quel qualcosa che egli stesso ha deciso di dimenticare.
Antonio M. Fonte è uno scrittore napoletano di enorme successo, ma per lui fama e ricchezza non hanno alcun significato. Stralunato e sociopatico, vive in una vecchia casa dei Quartieri Spagnoli di Napoli con la gatta Calliope, e se non ci fosse il suo agente letterario a ricordargli scadenze e doveri sarebbe incapace di distinguere ciò che è reale da ciò che forse non lo è. A cambiare la cognizione che ha del mondo, un giorno, arriva il fortuito ritrovamento di una misteriosa lettera, datata quindici anni prima. Solo il nome del mittente gli è familiare, perché è il suo. Quelle parole accennano a un ricordo smarrito nella sua memoria e rimandano a un uomo che è stato ucciso, forse da lui stesso. Ma Antonio di tutto questo non ricorda nulla. Il giorno del suo cinquantesimo compleanno, Antonio si perde nei vicoli di Napoli e in un palazzo mai visto prima incontra uno strano personaggio che ha la mania di raccogliere tutto ciò che gli uomini perdono. Nel suo Ufficio Oggetti Smarriti, però, non si trovano soltanto svariati oggetti, ma anche ricordi di amori giovanili, speranze e sogni dimenticati e una miriade di storie, banali o straordinarie, felici o infinitamente tristi. Antonio intuisce che forse è da lì, da Tirnàil, il Regno delle Cose Perse, che deve partire per ritrovare il filo del suo passato e risolvere l’enigma della lettera, della vita e della morte, della luce e della notte.
Questo romanzo è un'avventura nella nebbia della memoria, un viaggio imprevedibile tra personaggi straordinari. Questo romanzo si addentra nel mistero di un ladro fatto di nebbia e di una storia tutta da ricostruire, per poterla raccontare.
IL LADRO DI NEBBIA è un eccezionale romanzo d'esordio di una giovane scrittrice che, nello stile e nell'intreccio della trama, appare già navigata e consapevole. È un romanzo che ci aiuta a percepire quello che è il nostro tesoro più prezioso: la memoria,"dove tutto va a finire quando se ne smarrisce il ricordo".

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    04 Giugno, 2015
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Élise e Sean

Ecco un altro romanzo, romantico e divertente di Sarah Morgan. Dopo MENTRE FUORI NEVICA, un romanzo brioso per chi odiava il periodo natalizio, ma è ben intenzionato a ricredersi, torna a scaldare i cuori con ALL'IMPROVVISO LA SCORSA ESTATE ed è così che le sue lettrici possono scoprire qualcosa in più su di lei: il suo talento e la sua creatività non smettono mai di stupire. È un romanzo che ti entra nel cuore, forse complice è anche un po' l'ambientazione con belle descrizioni spaziali che rendono, se possibile, visibili anche i luoghi dove nascono le emozioni. Le strade percorse da Élise Philippe stanno per incrociarsi nuovamente con quelle di Sean O'Neil. I due hanno già trascorso un magico momento di passione insieme, ma quell'incontro non è ancora stato dimenticato e forse non potrà mai esserlo. Adesso, complici gli eventi estivi, stanno per incontrarsi daccapo e la situazione tra loro può rivelarsi esplosiva, ancora una volta.
L'impetuosa chef francese Élise Philippe ha visto andare a monte i grandi progetti per l'inaugurazione del suo amato café e, come se non bastasse, Sean O'Neil è tornato in città. Il ricordo di quello che hanno condiviso l'estate precedente rappresenta per lei una vera tentazione, ma sa fin troppo bene che poi, alla fine, Sean se ne andrà di nuovo. Forse è un po' spaventata dal potere distruttivo dell'amore, ma non bisogna sempre vederlo come potenzialmente negativo.
Per lui, infatti, tornare a casa nel Vermont allo Snow Crystal Resort, anche se temporaneamente, è un vero incubo, perché significa affrontare il senso di colpa che lo tormenta per essersi allontanato dalla famiglia anni prima ed essersi costruito una vita tutta diversa, come medico, il più lontano possibile da loro.
Però, Sean trova subito il lato positivo nel trovarsi lì: Élise Philippe è ancora nei paraggi e non smette di fargli bollire il sangue nelle vene. Il pensiero di come sono stati insieme quella volta rischia di rendere ancora più difficile andarsene.
È una storia romantica farcita da ricette, sorprese e scene che fanno palpitare il cuore. Inoltre, leggendolo, ci si diverte anche. È un ottimo romanzo, leggero, ma interessante e adatto a coccolarsi un po'.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Giugno, 2015
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La fabbricante di angeli e altri misteri a Fjällba

Ottavo romanzo e ottavo omicidio per la coppia investigativa Erica Falck e Patrick Hedström.
Ormai sono una coppia felice anche nella vita: lei, scrittrice di successo; lui, poliziotto presso il locale commissariato; una figlia e due gemelli, tutti al di sotto dei quattro anni.
La loro routine quotidiana si mescola agli efferati omicidi che avvengono tra i fiordi.
Ancora una volta, l'ambientazione, suggestiva e privilegiata, è Fjällbacka, nell'arcipelago svedese.
In quest'indagine, IL SEGRETO DEGLI ANGELI, come in tutti i gialli di Camilla Läckberg, i misteri si sovrappongono e le storie dei personaggi si intrecciano nel presente e nel passato.
Se la coppia Erica e Patrick è in perfetta armonia, sua sorella Anna e Dan non se la passano più tanto bene e così pure i personaggi secondari protagonisti di questa intricata indagine.
Lei, Ebba, ne ha passate tante, ma è intenzionata a ricominciare daccapo e vuole farlo con suo marito, anche se è veramente difficile stargli vicina. Fanno ritorno a Valö, la splendida isola dell'infanzia di Ebba, affacciata sulle casette bianche e le rocce scoscese di Fjällbacka, nell’idillio dell’arcipelago svedese. Con suo marito, vuole impegnarsi nel progetto comune di rimettere a posto la colonia che le appartiene e che non ha più rivisto dal giorno in cui, una vigilia di Pasqua di molti anni prima, il 1974, la sua famiglia scomparve nel nulla, lasciando dietro di sé solo una tavola apparecchiata a festa e una bambina di un anno che vagava smarrita.
Nessuno fu mai in grado di stabilire cosa fosse realmente accaduto e cosa ne fosse stato di quella famiglia, apparentemente normale, come tante altre.
Anche questo è un mistero che da sempre stuzzica la curiosità di Erica Falck, la quale, ora che Patrick se ne deve occupare, è entusiasta all’idea di poter riprendere in mano la sua personale indagine su quell’oscura storia.
Ebba è in pericolo: qualcuno vuole farle capire che deve assolutamente allontanarsi da Valö.
C'è un segreto da scoprire, mescolato a violenza e rancore, e qualcuno teme che possa venir rivelato.
Patrick non la vorrebbe tra i piedi, ma Erica riesce sempre ad escogitare qualcosa per non rimanere in disparte.
Inoltre, la storia di Ebba non è legata soltanto a quell'evento, ma anche ad una sua antenata, la quale, all’inizio del secolo scorso, a Fjällbacka venne soprannominata "la fabbricante di angeli" a causa dei suoi riprovevoli crimini.
Questi sono tutti i punti di partenza da cui si dipana un interessante intreccio, seguendo la scia di sangue lasciata dagli eventi, pronta a macchiare le acque incontaminate dei fiordi.
C'è davvero tanto in questo nuovo, sempre molto complesso, ottavo thriller della Läckberg, che mescola efferati delitti a sereni ritratti di famiglia. La Läckerg, però, ci insegna che c'è sempre qualcosa che va oltre le apparenze. Nonostante la trama avvincente, che unisce eventi di fantasia a fatti di storia svedese, i misteri sono talmente tanti che qualcuno resta in sospeso. Forse è una strategia narrativa della Läckberg che ha già delle idee per un prossimo romanzo. Nel frattempo, tiene accese su di sé tutte le aspettative del suo pubblico di lettori, desidero di metterne insieme i tasselli nella prossima indagine.

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La principessa di ghiaccio
Il predicatore
Lo scalpellino
Il bambino segreto
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Il guardiano del faro
L'uccello del malaugurio
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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    29 Mag, 2015
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Un fiore con la luce del fulmine

Il secondo capolavoro di Vanessa Ruggeri, dopo Il cuore selvatico del ginepro. Ero già stata conquistata dal coraggio di Lucia e dal suo amore nei confronti della sorellina Iannetta, lo coga, un sentimento così grande da salvarla e difenderla per tutta la sua esistenza.
Dopo la famiglia Zara, la Ruggeri ci fa conoscere la famiglia Musa, vissuta ai primi del Novecento e altrettanto soggiogata e influenzata da antiche credenze e superstizioni sarde, che ne avvelenano i sentimenti e i rapporti di sangue.
In un piccolo villaggio sardo, nella famiglia Musa, l'irrequieta Nora viene colpita da un fulmine in una notte tempesta. Tutti la credono morta per giorni, finché la piccola non si risveglia nella bara e viene salvata. Ma non è più la stessa bambina vivace e sana. È diventata cupa; ha perso il sorriso. Inoltre, il fulmine le ha lasciato un segno indelebile, un fiore rosso sulla pelle bianca, e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono, i morti, e il potere di parlare con loro. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più, né la madre che l'amava tanto, né gli inseparabili fratelli.
La provvidenza l'ha salvata per un oscuro motivo e, anche quando la notte fa paura, il cuore di Nora sa riconoscere la sua strada, anche quando la priva degli affetti più importanti.
Nel suo piccolo paesino, Monte Narba, anche lei, come Iannetta, viene emarginata e diventa una creatura temuta, una bidermortos. Però, al contrario di Iannetta, non viene lasciata a se stessa, ma le viene offerta una chance, anche se lontana dal sangue del suo sangue. Viene mandata a vivere dalle suore, in un istituto per orfanelle, dove cresce e diventa una bellissima donna tra infusioni di religione, cultura e splendidi ricami, che soltanto le sue abili mani hanno il potere di creare.
Nonostante tutto il suo destino non è lì, fra le mura di un convento, la sua vita dopo la morte ha una missione da compiere, uno scopo che ancora non ha individuato. Nel suo destino è già scritto di un incontro importante con una ricca signora aristocratica, una viscontessa di Cagliari, Donna Trinez.
Anche questo secondo, interessantissimo romanzo possiede i tre elementi caratterizzanti delle trame avvincenti della Ruggeri. Infatti, parla: di figure femminili forti, che vengono indagate nelle pieghe più intime del loro animo; di Sardegna, un'isola autentica e piena di suggestive tradizioni e inquietanti superstizioni; di famiglie divise e legami spezzati.
Questi i tre ingredienti di successo contenuti in questo romanzo, cui va aggiunto lo stile narrativo piacevolmente prezioso, altamente descrittivo, totalmente incisivo e scorrevole.
Considero questo romanzo un vero capolavoro, in grado di parlare al cuore e di trasmettere emozioni forti intense.

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Il cuore selvatico del ginepro
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Mag, 2015
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RMS LUSITANIA

Leggere SCIA DI MORTE è stato come entrare nelle reali vicende storiche da un accesso privilegiato. Se i manuali di storia fossero altrettanto avvincenti, nessuno avrebbe più dubbi e conoscerebbe quello che è il passato della civiltà.
Lo stile è incisivo, semplice, scorrevole. Ottimo lavoro per ERIK LARSON che ha saputo raccontare l'ultimo, drammatico, ma eroico viaggio del transatlantico Lusitania.
RMS Lusitania è il nome di uno storico transatlantico britannico, in servizio agli inizi del XX secolo, di proprietà della Cunard Line. Era il gemello del Mauretania e fu affondato nel 1915 dal sommergibile tedesco U-20.
Erik Larson ha scoperto quella che lui stesso definisce «una gran bella storia» e ha deciso di narrarla coinvolgendo il lettore grazie all'utilizzo di un ritmo romanzesco, basandosi però rigorosamente su effettive testimonianze storiche: memorie, lettere, telegrammi o altri rilevanti documenti storici. Da SCIA DI MORTE emerge l'epopea di una nave e delle «molteplici forze, titaniche o pateticamente insignificanti, che in una bella giornata di maggio del 1915 sono confluite a produrre una tragedia di portata colossale, la cui vera natura e il cui significato sono rimasti a lungo celati tra le nebbie della storia».
Questo libro è un po' un miscuglio tra un saggio e un'avvincente narrazione storica: è un'opera interessante, puntuale e dettagliata nella ricostruzione degli eventi.
È un'ottima lettura per chi ama le tante sfaccettature delle vicende storiche.

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Romanzi erotici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Mag, 2015
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Tra Sogni proibiti e Incubi

Sylvia Day, come siamo abituati a conoscerla, è una scrittrice prolifica di romance a sfondo erotico. In I PIACERI DELLA NOTTE ha anche sfumature di paranormale.
Narra una storia che avviene in un mondo parallelo a quello in cui viviamo. In quel mondo, i Guardiani dei Sogni combattono contro gli Incubi per salvaguardare gli esseri umani.
La protagonista è la bella Lyssa Bates, che non sa, non sospetta nemmeno di essere una pedina importante in questo gioco paranormale. Quello che sa è solo quello che ricorda dei suoi sogni, nei quali le appare un uomo passionale e virile, che le dona piaceri indicibili.
La situazione arriva ad una svolta inaspettata quando il protagonista di quei torridi amplessi si presenta alla sua porta. Lyssa non riesce più a distinguere tra i piaceri onirici e la realtà. Questa situazione confusa la turba. Lui non è uno qualsiasi, ma l'aitante Capitano Aidan Cross dell'Elite, che combatte le sue battaglie sia contro gli Incubi sia contro l'istinto che lo porta a voler amare e proteggere la bella Lyssa anche nel mondo degli umani.
Ma da cosa deve essere protetta Lyssa? Cosa potrebbe metterla in pericolo? Perché Aidan deve recarsi da lei per difenderla?
È un erotico paranormale, ricco di suspense ed azione. Aidan è un bel personaggio, uno di quelli che conquista e resta memorabile nelle fantasie femminili.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    26 Mag, 2015
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Deo sic per diabolum

Samuel Bjørk è lo pseudonimo di Frode Sander Øien, poliedrico artista norvegese. È autore di pièce teatrali, musicista, cantautore e traduttore shakespeariano. Ho apprezzato moltissimo questo nuovo scrittore: il suo non è il solito giallo nordico dal ritmo incalzante. Ha quel qualcosa di più per riuscire ad entrare in sintonia con le aspettative dei lettori e non farli rimanere delusi. Interessantissima e coinvolgente, la storia di LA STAGIONE DEGLI INNOCENTI è ambientata nella florida ed inquietante vegetazione di una foresta norvegese dove, immerso nel silenzio, c’è qualcosa di inatteso: il piccolo corpo impiccato di una bambina, pronta per il primo giorno di scuola. Un'immagine fuori dal tempo.
Purtroppo è soltanto la prima di una serie che si profila numerosa ed agghiacciante.
La gravità del crimine spinge la polizia di Oslo a riaprire una speciale unità investigativa e a richiamare in servizio il veterano Holger Munch: sovrappeso, divorziato, solitario e appassionato di enigmi. Munch è un uomo all’apparenza gioviale che però dentro di sé nasconde un abisso. E non è il solo. Ad affiancarlo c'è la sua collaboratrice, Mia Krüger, che ha già un piede nella fossa per sua stessa decisione. Non ce la fa a continuare a vivere, sentendosi in colpa per non essere riuscita a salvare la vita della sua gemella. Sta davvero attraversando il momento peggiore della sua vita.
Munch sa di aver bisogno di Mia e del suo formidabile intuito per venire a capo di quel terribile enigma di morte. Ma deve riuscire a convincerla a tornare in azione.
La trama non manca di sorprendere con colpi di scena improvvisi e spiazzanti. Ricco di personaggi interessanti, oltre ai due protagonisti, Munch e Mia, destinati ad entrare nel cuore dei lettori, e con un intreccio spiazzante, LA STAGIONE DEGLI INNOCENTI è un ottimo inizio per una nuova serie poliziesca che si preannuncia grandiosa.
"Le cose penetravano sempre troppo in profondità dentro di lei." Ed è così che, un indizio dopo l'altro, si dipana una storia di morte e follia dall'adrenalinico ritmo poliziesco.

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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    19 Mag, 2015
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Ghostwriter

Quanto mi sono divertita a leggere un'indagine condotta da un personaggio così particolare come Silvana "Vani" Sarca!
Come spesso viene descritta all'interno del romanzo, Vani è un po' una Lisbeth Salander del mondo dell'editoria. Il suo look dark la avvicina molto al personaggio di Stieg Larsson ma, in realtà, è un'eroina che vive vita propria. Il suo lavoro è la ghostwriter per una casa editrice, ma è una vera profiler quando conduce indagini sul campo. Lei semplicemente è brava a leggere le persona e ad immedesimarsi, a vestire i panni altrui.
ALICE BASSO, la scrittrice, in comune con il suo personaggio, ha il lavoro nell'editoria. Non è una vera ghostwriter, ma non se ne discosta molto e, anzi, ne comprende perfettamente le dinamiche.
È molto brava e il suo stile ironico, sarcastico, brillante, avvincente, non può non conquistare i lettori, i quali si trovano a seguire l'indagine di una misteriosa scomparsa con il sorriso.
L'IMPREVEDIBILE PIANO DELLA SCRITTRICE SENZA NOME è un po' un giallo, un po' un chick lit, un po' una romantic comedy, ma è soprattutto un romanzo che svela il mondo segreto dei libri così come, noi lettori, non siamo mai stati abituati a considerarlo, indagarlo. Il romanzo è una finestra aperta sul mondo dei libri e ne richiama tantissimi. È un'indagine insolita con una protagonista imprevedibile e una storia d'amore dove non dare niente per scontato.
È un romanzo davvero originale, dove l'intreccio fra libri, amore e giallo conducono, con irresistibile ironia, ad un finale brillante e niente affatto scontato.

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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    11 Mag, 2015
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La soffitta

Avevo grandi aspettative per questo romanzo, da quando ho saputo che il famoso regista, produttore e sceneggiatore cinematografico, Pupi Avati, aveva intenzione di scriverlo. Ho atteso pazientemente.
Quando ho appreso il titolo, IL RAGAZZO IN SOFFITTA, ho iniziato ad immaginare quale poteva essere la trama e un po', chissà perché, ho ricordato quel suo film cult "La casa dalle finestre che ridono" e ho atteso qualche vicenda in quello stile horror e noir. Leggendolo, però, ho trovato molto di più: un romanzo che è semplice e complesso nello stesso tempo, con tanto da trasmettere per far riflettere sulla società contemporanea e sulle umane fragilità. Ci sono valori e ambiti positivi (come amicizia e amore, bellezza e musica), ma anche tutto il contrario (ambizione, follia, dolore, ossessione, deformità sia fisica che dell'anima, morte). Le mie aspettative non sono state affatto deluse, ma letteralmente ribaltate dalle continue sorprese e cambi di rotta nella narrazione che questo romanzo riesce a orchestrare, appassionando e sconvolgendo chi ne intraprende la lettura.
Il romanzo narra due storie, in anni e città italiane diverse, Bologna e Trieste, destinate a confluire in un presente che è quello mediatico di oggi, dove si è costantemente alla ricerca di un mostro da sbattere in prima pagina, cui addossare il brutto e il male.
Al centro di tutto, la storia della nascita di una grande amicizia tra due ragazzi completamente diversi, Dedo e Giulio, che affrontano eventi più grandi di loro, risalenti ad un lontano ed indicibile segreto del passato, fatto di depravazione e morte. Facendo riaffiorare, nel presente, un male celato nell'oscurità dell'oblio, la luminosa e spensierata situazione di partenza viene irrimediabilmente modificata in peggio. Tutto diventa tetro, pericoloso, malato. I due amici sono inevitabilmente destinati a rimanerne travolti.
Il romanzo, un noir che procede con un climax crescente di suspense, risulta vincente grazie all'alternanza delle vicende e alla mescolanza tra eventi indicibili e storie di banale quotidianità, narrate con uno stile fluido, scorrevole e attuale.
È un capolavoro destinato a fare scuola, con personaggi che ti restano dentro. L'ambientazione ristretta della soffitta, buia, stretta e invivibile, è una metafora perfetta della condizione esistenziale dei personaggi più riusciti.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    11 Mag, 2015
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Sexy brasiliana cercasi

Divertente e ben scritto dalla prima all'ultima pagina. Marco Ghizzoni ha saputo conquistarmi, insieme ai suoi personaggi della serie di Boscobasso. È bello leggere un romanzo e sentirsi all'interno della storia. La narrazione procede fantasticamente e leggere I PECCATI DELLA BOCCIOFILA è stato davvero piacevole, a tal punto che il vero peccato è stato ritrovarsi, di colpo, all'ultima pagina. Scorrevole, avvincente, ma soprattutto divertente. Si prova simpatia per i protagonisti, infinitamente umani nelle loro debolezze. Arrivati all'ultima pagina, ci si è affezionati così tanto che non si vede l'ora di ritrovarli in un altro romanzo, in un altrettanto interessante seguito.
La storia prende avvio dall'inaugurazione di una nuova attrazione a Boscobasso, il bocciodromo. È una novità che attira i curiosi, ma suscita anche polemiche accese ed atteggiamenti di passiva protesta. Grazie ad un campo "professionale" nel quale allenarsi, la bocciofila Alma Mater dell’oratorio e il suo capitano, Dermille Valcarenghi, hanno finalmente la possibilità di salire nelle classifiche provinciali e non vedono l'ora di salire di livello. Il problema, però, è proprio la moglie del gestore, la procace barista brasiliana, Juliana De Silva, sulla quale in molti iniziano a fantasticare. In molti la trovano irresistibile, ma, per altri, è un errore madornale. Certo è che crea uno scompiglio senza precedenti in un paese come Boscobasso, così facilmente impressionabile. Il meno contento del cambiamento è il maresciallo Bellomo, che non si è ancora ripreso dal caso precedente, e già si trova a indagare contemporaneamente su una rissa, una sparizione di persone ed anche un tentato avvelenamento.
Una lettura adatta a chi ha voglia di leggerezza e divertimento, ma anche di un'indagine sulla bocca di tutti in un piccolo paesino tradizionalista e chiacchierone come Boscobasso.

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Avventura
 
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4.3
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    10 Mag, 2015
Top 10 opinionisti  -  

Jack Reacher, sempre "ricercato"

Fantastica anche questa nuova avventura con Jack Reacher! Il ritmo è sempre ipnotico e incalzante.
Lee Child è sempre al primo posto delle classifiche USA e UK ed è un ottimo scrittore di action thriller, tanto da essere considerato "Il miglior autore contemporaneo di narrativa crime" anche dai suoi colleghi scrittori.
In questa avventura Jack Reacher è in una desolata contea del Nebraska. Ovviamente, lui è l'uomo che fa l’autostop nella notte. È l'ex poliziotto militare, che vive alla giornata. La sua direzione è la Virginia.
Quando un’auto si ferma, a bordo ci sono due uomini e una donna, tutti in uniforme aziendale.
Questo è soltanto l'incipit, avvolto nel mistero, della nuova avventura che vedrà Reacher come protagonista, risolutore: l'uomo giusto al momento giusto.
A lui non sfuggono i dettagli. Quella notte, in quell'auto, l'atmosfera è strana.
Inoltre, c'è stato un omicidio e molto altro ancora accade sempre nelle storie complesse, ma interessantissime che Lee Child crea.
Come sempre, Jack Reacher, guidato dal suo radicato istinto all’azione, si trova coinvolto in una nuova pericolosissima vicenda, mettendo, ancora una volta, a rischio la sua vita.
Fantastico, come sempre!

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L'ora decisiva
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Identità sconosciuta (prequel)
Una ragione per morire
La verità non basta
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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Mag, 2015
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Segreti di famiglia da svelare

Anche in questo romanzo di SUSAN WIGGS, le emozioni non si contano. È un uragano di passioni e segreti che si scontrano con il carattere della protagonista Tess, la quale è più decisa e determinata su un fronte, più fragile e insicura sull'altro. Se nel suo lavoro è la migliore, lo stesso non può dirsi per la sfera privata, dove è troppo riservata e sfuggente, preda di una sottile malinconia. Da sempre, Tess si sente privata dell'amore di una vera famiglia, proprio perché non ne ha mai avuta una.
È una giovane e bellissima ragazza dai capelli rossi, dolce e sensibile, ma anche profondamente sola. Per anni, con la madre ha avuto un rapporto difficile e, quasi sempre, a distanza: Tess le telefona, ma lei raramente risponde. Tess le lascia lunghi monologhi in segreteria telefonica, nei quali parla di sé e le chiede consigli.
Tutto cambia quando l'uomo più affascinante, che Tess abbia mai visto, si presenta da lei con uno stranissimo racconto: ha ereditato la metà di un frutteto, a Bella Vista, da parenti che non immaginava di avere e di cui nessuno le ha mai parlato. Inizia così per lei un viaggio che la porta ad assaporare le gioie della famiglia, il piacere di camminare a piedi nudi nell'erba e a scoprire il passato in cui affondano le sue radici. La vita procede a un ritmo nuovo, che lascia spazio a tutto ciò che è bellezza, amore compreso.
È una narrazione emozionante, ottimamente scritta, che intreccia i segreti di famiglia alle dolorose pagine di storia ebraica.
Con ACCADDE UN'ESTATE, che anche mi è piaciuto molto, ho conosciuto Susan Wiggs, ma è decisamente questo il romanzo che mi ha conquistata tanto che vedo l'ora di leggere anche il nuovo volume della serie ambientata alla tenuta Bella Vista, Dolcezze al miele di lavanda.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    13 Aprile, 2015
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Uscita per l'inferno

Non tutte le ciambelle riescono con il buco, di conseguenza, non sempre i libri di Stephen King riescono bene. Il fatto che USCITA PER L'INFERNO abbia ottenuto grande successo per le innumerevoli vendite è da attribuirsi al nome dell'autore, riconosciuto anche sotto lo pseudonimo di Richard Bachman.
Al centro della storia, c'è George Dawes, un uomo che ha perso l’unico figlio, Charles Fred, in tenera età per un tumore cerebrale. Con la moglie Mary ha tentato di tornare ad una vita normale, ma, quando sembra aver raggiunto il suo obiettivo, riceve il colpo che lo porta alla deriva, facendolo uscire di senno. A causa di un inutile prolungamento dell’autostrada 784, George deve perdere la sua casa e l’impiego, dato che la lavanderia in cui lavora verrà rasa al suolo. È questo l'inizio di una spirale che lo porta sempre più in basso, fino a perdere la moglie, sviluppare la doppia personalità di Fred, ricavandola dal secondo nome del figlio defunto, e barricarsi in casa con dell’esplosivo.
Stephen King ha messo nel personaggio di George parte il proprio vissuto, dato che lui stesso aveva lavorato in una lavanderia prima di diventare uno scrittore di bestseller di fama mondiale. Forse anche questo piccolo dettaglio lo ha smascherato e reso riconoscibile, nonostante lo pseudonimo che aveva scelto per mettersi alla prova, quando nel 1981 pubblicò questo romanzo. Certo è che compì un passo falso che rivelò la sua identità oppure la cosa era volta per aggiungere successo e gossip alla fama che già possedeva. Comunque, sicuramente ha saputo far parlare di sé e questo romanzo, come gli altri pubblicati con lo stesso pseudonimo, hanno ottenuto milioni di ristampe.
Certo è che in USCITA PER L'INFERNO manca quel tocco di soprannaturale che gli è proprio, ma sono presenti altri elementi narrativi e stilistici che lo contraddistinguono. Nonostante tutto questo romanzo non sempre si legge con piacere e, per alcuni capitoli risulta anche notevolmente noioso e privo di ritmo. Non è sicuramente da includersi nella rosa dei migliori di Stephen King.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    13 Aprile, 2015
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Sette Cavalieri d'oro

Seconda indagine per il commissario Alfredo Renzi. Secondo della serie “I delitti del barbiere”, dopo GLI AMANTI DI VICO SAN SEVERINO.
Sempre originale e vincente la scelta di Nicola Manzò , il quale ha scelto che il suo personaggio risolva le indagini più complesse stando comodamente seduto nella poltrona del barbiere o, in generale chiedendo aiuto ai frequentatori della barberia. Quale luogo migliore per rilassarsi e riflettere sugli indizi? Magari anche con un saggio consiglio da parte del barbiere Ettore Montesomma e del suo entourage napoletano di allegri e pittoreschi frequentatori.
Protagonista anche questa volta è Napoli con la sua gente, la sua cultura e la sua architettura cittadina.
In questo nuovo giallo c’è arte e tanta storia, anche quella della corte fiorentina ai tempi di Lorenzo de’ Medici. Ma a rendere piacevolissimo questo giallo, oltre ai personaggi, sono lo stile scorrevole, colorito e verace, misto a descrizioni che trasmettono una sorta di acutezza visiva, e a personaggi tanto simpatici da rimanere memorabili. È un giallo colto e popolare nello stesso tempo. È una lettura piacevole, interessante e fuori dal comune.
In SETTE CAVALIERI D’ORO, un ricco collezionista senza scrupoli muove pedine nell’ombra per rimettere insieme un tesoro dimenticato: sette cavalieri d’oro, scolpiti dal grande Bernardo Corradini per ordine di Lorenzo de’ Medici nel 1478, ai quali è legata una maledizione foriera di morte e di sventura.
Uno spietato serial killer, che ama firmarsi lasciando sulle sue vittime un’enigmatica filastrocca in spagnolo, minaccia di sterminare una nota famiglia della Napoli bene. Il potere occulto di una potentissima setta, l’Ordine dei Cavalieri Neri, sta tramando piani di morte e distruzione, mettendo in pericolo persino l’ordine costituito. Tre fronti vengono aperti per il commissario Renzi, milanese di nascita e napoletano di cuore, e la sua improbabile squadra: il barbiere Ettore, il gobbo Tatillo, detto Gùgol, e tutta internos, la straordinaria rete dei vicoli di Napoli. Tre casi da risolvere, uno più complicato e misterioso dell’altro. Tre indagini solo all’apparenza lontane tra loro, ma che nascondono più di un elemento in comune. E la soluzione i nostri amici la troveranno, come sempre un po’ per caso, proprio nell’immenso labirinto di gallerie che si apre nel ventre di Napoli, dove misteri millenari si nascondono.

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Gli amanti di Vico San Severino
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    07 Aprile, 2015
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Progetto Tess – Lehila

“Non c’è speranza di salvarmi dall’essere me stessa.”
PRENDI LA MIA VITA è un ottimo romanzo dai risvolti imprevisti, un sublime thriller psicologico. Non c’è niente di banale, ma una trama intricata, complessa e aggrovigliata come i molteplici ricordi, dati, informazioni che riguardano una singola vita.
Inizia tutto con una discussione sul social Red Pill e con una risposta di larghe vedute su un tema etico: «Sì. Credo che decidere quando e dove morire sia la massima espressione della sovranità individuale. E, per me, chi crede fermamente nella libertà personale non può avversare il suicidio. La possibilità di scegliere come e quando morire è un diritto inalienabile.»
È così che Lehila viene coinvolta nel cosiddetto Progetto Tess.
Leila è sempre stata una solitaria ed ha avuto non poche difficoltà a fare amicizia. Dopo la morte di sua madre si è ridotta ad un’esistenza senza quasi nessun contatto umano. Il suo unico legame col mondo è Internet. Ecco perché è la candidata ideale per far parte del Progetto Tess, organizzato dal carismatico moderatore di un forum, Adrian. Dapprima scettica, Leila si convince a partecipare e, senza mai incontrarla di persona, memorizza ogni dettaglio dell’esistenza di una ragazza, Tess Williams: dalla sua canzone preferita al compleanno della madre, dalle allergie alimentari al nome del suo primo amore. Poi, come pattuito, una volta pronta, inizia a usare l’indirizzo di posta elettronica e i social network di Tess, facendo finta di essere lei. Anzi, diventando lei. Così, senza che nessuno dei suoi amici e parenti lo sappia, Tess può andare via, per sempre … Restano però importanti riferimenti personali che non si può trascurare con semplicità: “Credo che tu abbia sottovalutato quando l’adoravamo. Forse non sei in grado di capirlo. Ho sentito che sei una povera creatura triste. Niente famiglia e niente amici.”
Ma fino a che punto si può conoscere davvero una persona? Non saranno troppi i dettagli e gli eventi da ricordare? Che fine fa la nostra vita quando ci impossessiamo di una altrui?
È un romanzo d’esordio sconvolgente, intelligente e ricco di suspense. Il lettore non può non rimanere coinvolto nelle scelte della protagonista. C’è così tanta vita da leggere in questo thriller psicologico che alla fine si fa fatica a ritornare nei dettagli della propria.
“Non è il raggiungere la meta quello che conta, ma ciò che trovi lungo la strada per arrivare.”

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    30 Marzo, 2015
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Non ti avvicinare

Inimmaginabile. Sconvolgente come tutti i misteri inspiegabili della mente umana. Cosa ci dice a volte la testa? Quali imprudenze ci fa compiere? NON TI AVVICINARE è un thriller psicologico che ti prende dalla prima all’ultima pagina. Riesce a mantenere la suspense ad un ritmo costante; non si affievolisce mai, ma resta desta, inquietando il lettore che non può non porsi più interrogativi di quanti se ne ponga la sua protagonista, Stella Davies.
A chi realmente la protagonista si rivolge quando dice “non ti avvicinare”? Chi è che vorrebbe tenere a distanza? Perché? Cosa potrebbe farle? Cosa le potrebbe accaderle?
L’agorafobica dottoressa, specializzata in psichiatria, Stella Davies, si trova in una situazione potenzialmente pericolosa. Compie un’azione, sapendo che non avrebbe dovuto. Semplicemente apre una porta.
Tu, lettore, ti sei mai chiesto cosa faresti se, in una gelida serata invernale, una ragazza bussasse alla tua porta per chiedere aiuto? Sei sola in casa e hai paura della tua stessa ombra. Recentemente hai vissuto un trauma da cui ancora non ti sei ripresa e sei consapevole che, potenzialmente, se ti accadesse qualcosa, dopo aver aperto quella porta ed esserti imbattuta nel peggiore dei pericoli, nessuno potrebbe correre ad aiutarti. In una situazione simile, cosa faresti?
Sai bene di avere dei grossi problemi, ma vuoi uscire dal tuo volontario isolamento e vuoi provare a te stessa che non sei costantemente in pericolo. Vuoi darti una chance e dire no alle tue paranoie. Chi suona alla tua porta, in fondo, è solo una ragazzina. Bella. Infreddolita. Apparentemente innocente. Stella non vuole sentirsi in colpa se la ragazza muore di ipotermia. Sente che non ha altra scelta e deve accoglierla. Dopo un po’ la ragazza sembra sapere delle cose su Stella e sulla sua vita. In un crescendo di tensione, Stella inizia a sentirsi in trappola, in una spirale di paura, che le è nuova poiché lei ha già costruito una prigione intorno a se stessa, mentendosi e fingendo che la sua situazione non sia poi tanto grave. È forse la verità, nascosta dalle menzogne, ad atterrirla di più. Non si sente più al sicuro, nella grande casa dove vive con suo marito Max, che però non c’è e non le risponde al cellulare.
La trama si dipana concatenando inimmaginabili colpi di scena e delineando profonde crisi individuali. Un ottimo thriller psicologico che vi farà riflettere su come possa essere considerata, relativamente banale e rassicurante, una situazione di apparente normalità.

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Avventura
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    24 Marzo, 2015
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Il Professore, il Conte, l’autopsia

“È così che dovrebbe essere” pensò. “Sole caldo, cibo saporito e donne seducenti. E niente lavoro”. Questo punto era molto importante per Peter Ross, giovane e brillante radiologo americano, in vacanza a Tossa de Mar, in Costa Brava. La Spagna e le sue spiagge piene di donne bellissime sono il suo unico interesse, poiché ha appena completato il suo ciclo di studio e i quattro anni di internato obbligatorio. Il problema è che la probabilità degli eventi indeterminati, quella che chiamano “predizione al singolo evento”, ha molte variabili. Ed è così che, pur essendo in vacanza ed avendo conosciuto Angela, la più bella ragazza che abbia mai visto, si ritrova coinvolto in una inspiegabile situazione che affonda le radici nella storia, nelle scienze matematiche e nella lotta tra il Bene e il Male.
Per Peter cedere ad una richiesta stravagante rischia di essere il più grande errore della sua vita. In poche ore, infatti, Peter si trova catapultato dal caldo assolato della spiaggia al freddo gelido di una sala per autopsie, minacciato da tre uomini in abito scuro, appena sbarcati da un volo proveniente dagli Stati Uniti. Peter non è abilitato a effettuare un’autopsia, sa a mala pena da dove cominciare, ma è obbligato ad eseguirla. Loro vogliono solo che lui nasconda qualcosa all’interno del cadavere. Si tratta di qualcosa di molto prezioso, per cui sono disposti anche a uccidere. Il problema è ancora più grande visto che non sono gli unici disposti a farlo. Terminata l’operazione, Peter si trova al centro di una spietata resa dei conti tra bande rivali, una corsa a perdifiato dalle torri moresche dell’Alhambra di Granada ai vicoli bagnati dalla pioggia di Parigi. Peter è solo e deve far affidamento su tutte le proprie risorse per fronteggiare la minaccia di un pericoloso scienziato, disposto a tutto per recuperare l’oggetto nascosto nel cadavere.
Ritmo e colpi di scena fanno di questo thriller un libro avvincente dalla prima all’ultima pagina. Anche sotto pseudonimo, Michael Crichton si è impegnato tantissimo, quando nel 1969 ha scritto questo romanzo, che poi ha sepolto nel cassetto. Scritto proprio durante gli anni dell’università di medicina ad Harvard, sicuramente Crichton si è immedesimato molto nell’avventura del suo personaggio Peter Ross. Per fortuna, questa spy story, dalla trama fulminante, ha visto la luce per la gioia dei suoi lettori che lo amano anche con lo pseudonimo di John Lange.
“Il secondo teorema di Gödel stabilisce che certe prove non possono essere dimostrate. Gödel ha ragione ovviamente. È questo il problema” alla luce di cospirazioni per il controllo del mondo ed enigmi insolubili, ingredienti primari di questo interessantissimo bestseller postumo.

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Micro
Jurassic Park
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    24 Marzo, 2015
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Lost in Botswana

Una suggestiva avventura nella selvaggia savana del Botswana. Ecco cosa si è inventata TESS GERRITSEN per allietare i suoi lettori. Niente di più avvincente, soprattutto quando la calura si tinge del rosso sangue delle vittime, gli ignari turisti che avevano deciso di intraprendere un tour estremo nella savana, “Lost in Botswana”.
Cosa c’è di misterioso negli eventi che si susseguono?
Perché queste terrificanti tragedie si mescolano con quanto accade a Boston?
Sì, proprio nella città dove l’agente di polizia, Jane Rizzoli, e l’anatomopatologa, Maura Isles, seguono un nuovo caso, che sembra collegarsi con quanto avviene in Botswana. Possibile?
Sì, perché TESS GERRITSEN ha un solo obiettivo: non scivolare mai nel banale, quando scrive uno dei suoi medical thriller. La trama è complessa, ma avvincente. L’atmosfera afosa del Botswana, quindi, rende particolarmente sanguinolenta anche la quotidianità di Boston. La collaborazione tra Rizzoli & Isles è indispensabile per la soluzione dell’indagine, finché ogni tassello dell’intricato puzzle trova il suo posto.
Come sempre gli elementi di successo di questi thriller sono: lo stile, la trama, l’azione e i dettagli medici, sapientemente spiegati e resi semplici e comprensibili dalle spiegazioni della strepitosa dottoressa Isles, alterego della Gerritsen. Tutti questi elementi insieme rendono molto interessanti ed avvincenti i suoi medical thriller.
Uno stranissimo omicidio colpisce Boston: un cacciatore viene trovato appeso e sventrato come uno dei trofei di caccia che amava impagliare, in una sorta di grottesco e crudele contrappasso. Per Rizzoli & Isles è un caso complesso e inquietante. La situazione peggiora quando viene ritrovato lo scheletro di un’altra vittima uccisa allo stesso modo e si capisce che l’assassino colpisce da anni. Boston non è il suo unico terreno di caccia. Le indagini portano tutte in una direzione: a una serie di brutali omicidi avvenuti cinque anni prima tra un gruppo di survivor e rimasti irrisolti. Jane dovrà avvicinare l’unica superstite di allora e costringerla a rivivere l’orrore per cercare di risolvere il mistero.

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L'ultima vittima
Il silenzio del ghiaccio
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Marzo, 2015
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Un bambino che si fa la barba

Chi l’avrebbe mai detto che Stephen King, agli inizi della sua carriera, quando già si era fatto un nome con i racconti horror, abbia voluto sperimentare e tentare un’altra strada proponendo romanzi con uno pseudonimo (Richard Bachman) e, udite udite, le strade dell’editoria sono così strane che gli vennero negate alcune pubblicazioni. Nel caso del romanzo BRAZE, scritto nel 1973, non ci fu nessuna opzione tra cui scegliere poiché lo stesso Stephen King, nonostante l’entusiasmo provato durante la stesura, ne fu totalmente deluso alla fine, tanto da volerlo relegare al cosiddetto cassetto dei romanzi non presentati nemmeno. Nel 2007, però cambia qualcosa: decide di riesumare questo romanzo, di rileggerlo ed adattarlo ai nuovi tempi. L’impresa è stata davvero epica. La sua assistente non sapeva nemmeno dove cercare. Il famoso “cassetto” è metafora di un luogo dimenticato dal tempo e, nel caso di BLAZE, era uno scatolone abbandonato e polveroso.
La storia, riletta e rieditata da Stephen King, risulta libera da ogni sentimentalismo o, almeno, è questo cui lo scrittore ambisce. Ma qualcosa gli è scappato. Lo stile è asciutto e si riconosce il narratore dei romanzi maggiori. La storia ha quel suo che di interessante e avvincente, quel qualcosa che il lettore deve riuscire a scoprire senza che gli venga detto. Però, non è abbastanza da considerarlo propriamente un ottimo romanzo, ma nemmeno un’opera non degna del noto autore. Soltanto è che ha abituato il pubblico dei suoi lettori a standard più alti.
Chi è Blaze? È Clayton Blaisdell Jr., detto Blaze. È un gigante col cervello di un bambino. Era più un balordo che un deliquente, finché non ha incontrato George Rackley, un furbo “con tutte le risposte” con il quale ha formato una coppia anomala ma affiatata. Potrebbero essere due come tanti, finché non decidono di fare i soldi sequestrando il figlio di ricchi possidenti.
Blaze, come sempre, è il braccio, George la mente. C’è solo un piccolo problema: George è morto tre mesi prima. Però, Balze sente la voce che risuona sotto la sua fronte ammaccata di Blaze. La voce gli suggerisce cosa fare, dando consigli sensati. È un fantasma o il suo io intelligente?

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Marzo, 2015
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Un assassino matematico

È un giallo venato d’umorismo, una lettura piacevolissima e scorrevole.
Lo stile di Andrea Vitali è sempre particolare ed interessante, in grado di rendere rilassanti ed entusiasmanti le sue storie, fino a fargli meritatamente superare i tre milioni di lettori, che gradiscono i suoi romanzi.
Il punto di forza è costituito sicuramente dai personaggi e dall’intreccio.
L’ambientazione è quella caratteristica di Vitali che predilige Bellano, sulle sponde orientali del Lago di Como. Cambia, però, l’epoca scelta per narrare la sua storia. Siamo nell’agosto del 1893, gli anni in cui medicina e scienza stanno progressivamente cambiando, nonostante il generale scetticismo.
La novità di questo romanzo è nel tocco noir che lo tinge di giallo e nella collaborazione o consulenza tecnico-scientifica con Massimo Picozzi, secondo nome in copertina, noto psichiatra e criminologo italiano, indispensabile per conferire quel punto di vista prospettico in più al personaggio di Cesare Lombroso, medico, antropologo, criminologo ed esponente del positivismo. Com’è noto, l’alienista Lombroso divenne celebre per aver ravvisato nella fisionomia facciale, o fisiognomica, indizi del comportamento criminale. Su queste sue congetture si basano le indagini che prendono avvio da vicende criminali. Trovare la soluzione al crimine non è cosa per cui possano bastare il rigore della scienza e della medicina. Forse, come fantastica il Lombroso, lo spiritismo potrebbe dare un contributo ed ecco che entra nella storia anche una medium.
Ne LA RUGA DEL CRETINO, il mondo di Andrea Vitali, sempre esilarante e pittoresco, si colora con le tinte del giallo, portando le lancette del tempo agli albori della psichiatria e della nascente criminologia moderna. Per Vitali è una nuova prova letteraria che all’abituale abilità narrativa di successo unisce un desiderio di esplorare ambiti nuovi per avvincere ed entusiasmare con elementi di novità il lettore.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    04 Marzo, 2015
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Lei, lui, l’altro … e un altro ancora

«Succede, non puoi fissartici. Si vive come si può. Ma davvero credi che si possa far quadrare tutto? Oh, sì, certo! Le rose dovrebbero fiorire a maggio, le madri amare i figli, l’amore durare per sempre... Ma la vita è più mutevole e capricciosa, non ci sta a regole fisse.»
Quando una donna si accorge che un amore è quello sbagliato? Quando dovrebbe chiudere una storia? Come funzionano i meccanismi alla base dell’amore? Ce lo spiega Giulia Alberico nel suo romanzo UN AMORE SBAGLIATO, raccontandoci le vicende sentimentali della sua protagonista, Lea, maestra elementare quarantenne, divisa tra il marito Stefano e un nuovo complicatissimo amore, Marco. “Non era amore, era una specie di febbre, un sommovimento, un magma che si era svegliato nelle profondità di lei e, da un minuto all’altro, poteva erompere in un fiume di fuoco, lava incandescente.”
Una relazione clandestina, adulterina, vissuta con i suoi ritmi irregolari e fuori controllo, provoca sempre emozioni contrastanti difficili da definire. Il rapporto con il marito cambia. Da sempre Stefano era stato troppo orientato verso la carriera e col tempo aveva iniziato a trascurarla. “Lei è sotto la spinta perenne di una sottrazione, la vita le ha sottratto qualcosa che non è chiaro, mai, cosa sia. Lea non manifesta in modi consueti questo suo tormento, voglio dire che non è gelosa, possessiva, diffidente, ma vive in allarme, il mondo le sta sempre apparecchiando una fregatura. È pesante avere a che fare con un’anima così programmata, è faticoso. Io, lo ammetto, non me la sentivo più negli ultimi anni di essere il riparo, la coperta di Linus.”
Lea risentiva di questo rapporto impari che viveva con Stefano, ma anche con Marco qualcosa non andava. “Di lui lo irritava, cominciò a capirlo nei mesi, esattamente quello che all’inizio l’aveva catturata.”
All’inizio, la relazione con Marco era la ventata d’aria fresca che ci voleva, il cambio di rotta giustificato e necessario. Marco l’aveva conquistata poco per volta, con le parole, le attenzioni e i modi gentili e, quando era totalmente coinvolta, le aveva rivelato la sua sconcertate verità, che però Lea era riuscita a razionalizzare e tollerare. Come Lea stava con Stefano, anche Marco aveva una relazione stabile che alternava ai loro incontri. Il problema era che lui divideva la sua vita con Carlo e aveva deciso di parlargli di lei. In amore, però, è già difficile un rapporto a due; a tre la situazione si complica, ma nella vita di Lea la realtà superava l’immaginazione e la loro geometria sentimentale diventava complessa e oltre il tridimensionale. “In uno spazio inerme come era il suo cuore le parole fermentano e impazziscono.”
Com’è facile intuire, la situazione non è tradizionale, ma modernamente allargata e mutevole. Le coppie iniziarono a frequentarsi. Vennero aboliti i segreti. Le vicende, però, potrebbero degenerare. «Mi hai svuotata, mi sento pesta, come un pugile suonato. Amarti è una fatica bestiale! Getto la spugna, ci rinuncio.»
Quella di Lea è un’anomala e rocambolesca avventura sentimentale. L’amore, però, ha limiti ben definiti che è proibito oltrepassare. “L’ho sopraffatto col mio innamoramento. Avrei dovuto essere più leggera, più lieve. Invece, gli ho rovesciato addosso un mio bisogno così monumentale di amare ed essere ricambiata. L’ho spaventato.”
Lea proverà sulla sua pelle l’imprevedibilità dei sentimenti e imboccherà le misteriose strade del destino verso un amore tutt’altro che sbagliato. La scrittura di Giulia Alberico è ironica ed elegante ed ha saputo trattare, con squisitezza e originalità, temi delicati. Lo stile narrativo, fresco e discreto, ha reso le vicende particolarmente interessanti fino al loro, nient’affatto scontato, epilogo.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    04 Marzo, 2015
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Il canto del deserto

Un romanzo come IL CANTO DEL DESERTO di ADELE VIERI CASTELLANO non può essere definito soltanto un romance, perché in esso c’è molto di più. Ci sono la potenza dei sentimenti, il fascino della storia, il mistero della natura umana e la passione che è più sensualità che erotismo. C’è anche la magia potente e disarmante delle emozioni che il romanzo è in grado di suscitare, grazie allo stile incisivo, scorrevole, fluido, unito ad una trama coinvolgente.
Dopo la serie Roma caput mundi, ADELE VIERI CASTELLANO torna ad affascinare il pubblico dei suoi lettori con un altro romanzo in grado di conquistare, grazie allo stile e ai personaggi memorabili. Abbandonata Roma, si viene conquistati dalla storia dell’Egitto.
IL CANTO DEL SEDERTO è un romanzo storico di notevole pregio. Da subito si avverte prepotente il senso di attesa che confluisce nella sabbia del deserto. Come recita un vecchio proverbio tuareg, quell’ecosistema viene definito il luogo adatto a ritrovare l’anima ed è un po’ quello che cercano i protagonisti di questo romanzo. La libertà di poter vivere appieno i loro sentimenti.
Il fascino della valle del Nilo, con tutta la sua storia, le tradizioni e le leggende, sono raccontati con gli occhi di appassionati archeologi e costituiscono un validissimo contesto storico-ambientale, una cornice unica per narrare gli eventi che ruotano intorno a Sylvia, la protagonista, una ragazza innamorata da sempre dell’uomo che non può avere. Quello che IL CANTO DEL DESERTO ci mostra è che, a distanza di anni, anche le cose possono cambiare. La narrazione è resa: avvincente, da colpi di scena ad effetto; preziosa, da descrizioni che arricchiscono il contesto e ne dilatano la funzionalità, rendendola anche istruttiva e costruttiva. È un romanzo storico speciale, per tutta una serie di elementi che rendono la scrittrice degna di nota.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    02 Marzo, 2015
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50 sfumature in parodia

Non ridevo tanto da tanto, tanto tempo. Simpaticissima la storia che prende in giro il libro più famoso degli ultimi anni. Ideato sulla scia del successo planetario ed in concomitanza con l’arrivo nelle sale dell’adattamento cinematografico delle Cinquanta Sfumature, ironizza pesantemente sulle scene più importanti del romanzo originale e crea anche un personaggio maschile più simpatico e da apprezzare per le sue piccole debolezze. Le prime differenze visibili sono nel nome che si scrive “senza H” e con una “I” al posto della “Y”. Altra differenza, che lo rende un perfetto made in Italy, è che Cristian Grei, ragazzo di trent’anni, vive a Campi di Bisanzio. È anche lui un imprenditore, come l’originale, anche se di pompe funebri. A renderlo un essere umano e non ultraterreno, come l’originale di E.L. James, ci sono il suo essere sempre ansiogeno e petulante, un perfetto ipocondriaco, ma anche tremendamente simpatico.
Però, nonostante il suo modo di essere, Cristian Grei è bello, bello abbastanza da attirare gli sguardi delle donne, prima di mandarle in visibilio, in estasi totale, quando rivela loro il proprio nome.
Chi non vorrebbe incontrare Cristian Grei? Quale donna al mondo non vorrebbe andare a letto con lui?
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI CRISTIAN GREI è il romanzo più bello e divertente, che ho letto nell’ultimo periodo, ed anche il più accattivante di quelli che ho letto di CHIARA PARENTI. Ho già letto ed apprezzato gli altri suoi due romanzi, ma questo è ad un livello superiore. Chiara Parenti ha saputo superarsi. La sua tecnica narrativa e le scelte lessicali, sempre più appropriate, segnano una svolta verso la maturità nella scrittura, che tuttavia dona estrema leggerezza nei contenuti. Un romanzo ironico, ma romantico. Una lettura da concedersi per ritrovare il buon umore. Una storia da leggere e rileggere per ritrovare il sorriso.

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Tutta colpa del mare
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    23 Febbraio, 2015
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The Edge of Normal

“So chi sei. So cos’hai sofferto. Perché io sono come te. Ma quello che so non basterà a salvarti.”
Qual è il limite della normalità? Se lo chiede spesso Regina Victoria LeClaire, la ragazzina rapita a dodici anni e tenuta prigioniera per quasi quattro. A 22 anni ha cambiato legalmente il proprio nome in Reeve, per cercare di superare il suo passato di vittima e gli assalti mediatici che hanno caratterizzato il suo ritorno a casa.
Reeve ci prova con insistenza ad essere come le altre ragazze della sua età, ma c’è sempre qualcosa che in lei non funziona più. Sa che il termine “normale” non piace al suo psichiatra e terapista, specializzato in sindrome da cattività prolingata. Reeve è stata tenuta prigioniera e abusata da un maniaco per tutta
l’adolescenza, e se riesce, in apparenza, a sembrare identica alle sue coetanee è solo merito della sua tenacia e dell’aiuto del dottor Ezra Lerner. Reeve vorrebbe lasciarsi tutto alle spalle, dimenticare, ma sa che non è così che funziona con la sua mente e con le ferite ancora visibili sul suo corpo, cicatrici fisiche e mentali che non si potranno rimarginare mai completamente.
A Jefferson City in California, in pochi anni, sono scomparse tre ragazze, vittime di predatori sessuali. Quando una delle tre, Tilly, ricompare, il dottor Lerner viene chiamato per gestire il caso da stress post traumatico e chiede a Reeve di aiutarlo.
Reeve ha capito che per salvarsi bisogna imparare a salvare gli altri ed è disposta a mettersi in gioco.
In LA SOPRAVVISSUTA, la giornalista e scrittrice CARLA NORTON ha preso spunto dalla realtà ed creato un ottimo personaggio femminile che è al tempo stesso, fragile e tormentata, empatica e battagliera ed anche sorprendentemente intuitiva. Reeve resta coinvolta nell’indagine. È lei che chiede di poter fare di più, perché comprende il legame tra la sottrazione di Tilly e quella delle altre due ragazzine.
Reeve è un personaggio dinamico, che stupisce per l’impennata caratteriale e per l’intraprendenza del suo spirito, deciso a superare la sua condizione di vittima.
La trama è avvincente, complessa, con il duplice punto di vista di Reeve e di “Signor Mostro” (così Tilly ha ribattezzato l’uomo che alberga nei suoi incubi). Quando tutto sembra volgere per il meglio, un colpo di scena, rimette tutti i personaggi in gioco in un finale che potrebbe trasformare le vicende di Reeve da romanzo autoconclusivo, o stand alone, a serie di thriller psicologici su casi di sindrome da cattività, cosa che mi auguro.
Carla Norton ha cominciato come giornalista corrispondente da Tokyo, dove si trovava quando è avvenuta la fuga di Colleen Stan, la donna tenuta per quasi sette anni dentro una cassa di legno da una coppia di maniaci. Su quella storia ha scritto il suo primo bestseller, Perfect Victim che è diventato un libro di testo dell’unità di scienze comportamentali di Quantico, la sede in cui vengono addestrati i profiler dell’FBI. Il romanzo, infatti, non narra solo la terribile esperienza della giovane Colleen, ma è anche un libro esempio che, a detta dell’autrice stessa, tutte le ragazze dovrebbero leggere per essere istruite e proteggersi.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    20 Febbraio, 2015
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Chi si adegua, prospera

Un romanzo autoconclusivo che propone personaggi intensi e ben caratterizzati, ricchi di sfumature e con una psicologia dinamica. Ecco l’elemento vincente della narrazione di Joe Abercrombie che con RED COUNTRY propone un ottimo prodotto, un romanzo definibile come un nuovo genere, un “fanta-western”.
La protagonista è Shy Sud, una giovane donna delle Terre Attigue, che vive dei frutti del suo lavoro di contadina. Shy sperava di poter seppellire il suo cruento passato e cavalcare via con un bel sorriso sulla faccia, ma prima deve rispolverare le maniere forti per riprendersi la sua famiglia. Infatti, è accaduto qualcosa che cambia le carte in tavola. Mentre era lontana dalla fattoria di famiglia, assieme al patrigno Agnello, per vendere frumento nella vicina città di Buon Commercio, la sua proprietà viene razziata e bruciata e i fratelli minori, il giovanissimo Pit e la piccola Ro, vengono rapiti.
Shy è un personaggio combattivo. Non è tipa da tirarsi indietro di fronte a ciò che è necessario fare. Il pericolo o le nuove sfide non la intimoriscono. E per questo che Shy decide di mettersi sulle tracce dei rapitori con un paio di buoi e il suo codardo patrigno, Agnello, a farle compagnia.
Ma anche Agnello ha seppellito un sanguinoso passato e nelle Terre Remote, dove non c’è Legge, il passato non rimane a lungo sotto terra. Il loro viaggio li porterà per aride piane fino a una città di frontiera stritolata nella morsa dell’avidità, tra faide, duelli e massacri, e poi fino in cima alle inesplorate montagne verso la resa dei conti con gli Spettri. E come se tutto questo non fosse abbastanza, saranno costretti a una scomoda alleanza con Nicomo Cosca, il famigerato mercenario, e il suo scriteriato legale Tempio, due uomini di cui nessuno dovrebbe fidarsi.
In questo nuovo romanzo, Joe Abercrombie ha riproposto personaggi, già noti al pubblico dei suoi lettori, ed ha rimescolato situazioni ed avventure, umorismo sinistro, azione e ferocia per tenere alta l’attenzione e non deludere le aspettative. Da Clint Eastwood in poi, il genere western non è mai passato di moda ed ora è anche migliorato fondendosi al fantasy.
“I tempi cambiano. Ma solo chi possiede la lungimiranza di prevederlo e affrontarlo, solo chi è capace di adeguarsi prospera.”

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    18 Febbraio, 2015
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L’originalità del Male

Un sequel ricco di innumerevoli colpi di scena, quello di DAVIDE ROMA, che torna a distanza di due anni dal suo esordio narrativo con “Il bacio di Jude”. Il suo secondo young adult urban fantasy, NIGHTWALKERS I FIGLI DEL TRAMONTO, torna a seguire le vicende del suo protagonista Jude Westwick che ormai è consapevole della sua doppia natura e dei suoi immensi ed incontenibili poteri. Dopo la straordinaria ed inaspettata aurora boreale in Alaska, chi è sulle sue tracce sa dove viene tenuto nascosto. Infatti, Jude, dopo aver scoperto di non essere totalmente umano, in quanto reincarnazione di un demone, ha dovuto lasciarsi alle spalle la scuola, gli amici, Amber, a cui lo lega un vincolo speciale (Gemini), e Emily, l’amore della sua vita. Connor, l’uomo che gli ha fatto da padre, lo ha convinto che l’unico modo per sfuggire alla setta al servizio del Male, sia isolarsi e portare avanti l’addestramento che gli consentirà di padroneggiare i suoi straordinari poteri. Ma Connor è, in realtà, un traditore e il suo vero scopo è trascinare il ragazzo nell’oscurità. Per questo, lasciata l’Alaska, è a Manhattan, dove il vizio si annida e il Male alberga da sempre, che Jude dovrà concludere da solo la sua formazione. Però, qualcosa della sua vecchia vita continua a esercitare un richiamo che lui non può ignorare. Qualcuno che non ha mai dimenticato lo sta aspettando. E per Jude, ancora una volta, è arrivato il momento di scegliere tra condannare il mondo intero alle tenebre o amare una singola persona.
Grazie allo stile scorrevole e alla trama avvincente, il lettore segue le vicende di Jude e resta affascinato dal suo comportamento, come da quello dei membri della misteriosa e malvagia setta.
Ciò che piace di più di Jude, come personaggio, e conquista totalmente il lettore è l’alone di Male che lo circonda e con il quale il ragazzo deve costantemente fare i conti. La sua natura è doppia. In lui c’è il normale adolescente, ricco e un po’ viziato, e Jude il Torvo, quando Shaitan prende il sopravvento e lo porta a compiere azioni mostruosamente indicibili.
È fantastico per un qualsiasi adolescente sentirsi dare la libertà di seguire l’imperativo di Aleister Crowley: “Fa’ ciò che vuoi, sarà l’unica legge”. Per Jude, questa concessione è estremamente ed ulteriormente pericolosa, poiché i suoi poteri e i suoi desideri, in determinati luoghi, potrebbero sfociare in perversioni e deliri di onnipotenza.
Ma come in ogni essere umano coesiste sempre una parte buona ed una cattiva, anche Jude, l’Ospitante di Shaitan, può scegliere se afferrare con forza la sua parte più semplice, quella umana, costituita da dolci ricordi di amore e amicizia, e da due figure femminili per lui molto importanti, Emily e Amber, oppure obliare tutto nella perdizione assoluta.
Le duplici aspettative del lettore possono lasciarsi conquistare dalla seconda sorprendente scelta narrativa di Davide Roma.

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Il bacio di Jude
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    16 Febbraio, 2015
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Piramo e Tisbe erano amanti ...

“La vita è una sorpresa dietro l’altra.” E lo è anche la lettura di LE MILLE LUCI DEL MATTINO.
Dedicarsi alla lettura di un romanzo di Clara Sánchez è sempre un’ottima decisione, poiché mescola le vite dei suoi personaggi, narrando storie straordinariamente fantasiose, intricate e complesse. La cura, che la Sánchez ha messo nella caratterizzazione dei personaggi in LE MILLE LUCI DEL MATTINO, l’ha portata a raggiungere un livello superiore, poiché non è soltanto la storia ad essere inimmaginabile, ma lo sono anche gli stessi personaggi, imprevedibili in ogni azione che decidono di compiere, animati da quel fervore esistenziale che la vita dona unicamente agli esseri umani.
È bandita la presenza dei segreti in ogni loro forma. Durante la narrazione, le certezze vengono messe in dubbio e trovano sfogo nelle domande che la protagonista e voce narrante, Emma, non può fare a meno di porsi. Lei deve sapere se ha avuto delle colpe nella morte del suo capo, il signor Sebastián Trenas. Deve sapere se le sue azioni lo hanno messo in pericolo; se qualcosa di misterioso e segreto si cela tra i volti indaffarati a produrre, non si sa cosa, in una importantissima azienda di Madrid, dove la luce si riflette sulle immense pareti a specchio del palazzo denominato la Torre di Vetro. Il palazzo sovrasta la città e ingloba un grandissimo numero di impiegati, dando luce alle loro vite, ma anche tramando nell’oscurità contro di loro. “È meraviglioso poter smettere di odiare” si trovano a poter dire gli ex impiegati.
In questo nuovo romanzo, la Sánchez svela la realtà complessa delle grandi multinazionali, mega aziende nelle quali gli individui smettono di essere tali, ma vengono assorbiti dal sistema economico-produttivo. Niente è come sembra nel romanzo, come nell’azienda, dove le storie dei protagonisti si intrecciano tra bugie, segreti, amori clandestini e adozioni difficili. La forza di Emma può sfidare l’oscurità del sistema, all’interno della multinazionale, instaurato dai tanti individui della grande famiglia che la gestisce. Tra complicità e misteri, i segreti emergeranno come la più basilare delle verità: c’è sempre qualcosa di segreto che vuole essere svelato.
“È risaputo che nel mondo reale non si può avere tutto.”

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Le cose che sai di me
Entra nella mia vita
La voce invisibile del vento
Il profumo delle foglie di limone
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    12 Febbraio, 2015
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Mamihlapinatapei

Leggere Alessia Gazzola è sempre un’esperienza unica, nonostante alcune situazioni di base si ripetano, resta magistrale io suo stile ironico, interessante e coinvolgenti. Il suo quarto romanzo, Una lunga estate crudele, ripropone la stessa protagonista, Alice Allevi, specializzanda in Medicina legale al quarto anno, ma con l’hobby per le investigazioni, sempre pronta a sacrificare il suo tempo libero per affiancare l’ispettore Calligaris.
Alice, come personaggio, è molto simile a quella bambinetta curiosa creata da Lewis Carroll, ma allo stesso tempo riesce a risultare sempre nuova, originale, interessante e profonda nelle sue riflessioni sulla realtà che la circonda. “È che il mondo è diventato un luogo talmente orribile che ormai mi aspetto brutture anche dai film della Disney.”
La vita rocambolesca di Alice Allevi è totalmente attiva, sempre impegnata a destreggiarsi tra delitti, indagini e perizie, tra le attività in Istituto e quella della vita privata, nell’appartamento di Roma e nella sua casa al paese, Sacrofano. Goffa, ma simpatica fino al midollo, come sempre, Alice Allevi è l’eroina femminile che aiuta le donne a sentirsi meno sole, nelle loro disavventure amorose, e gli uomini a comprendere i misteriosi pensieri che affollano le menti del gentil sesso. “Per te che ami guardare realtà inesistenti e ti ostini a ignorare quello che in realtà esiste.”
La situazione sentimentale di Alice è confusa e come sempre ad un bivio, dove la scelta non dipende da lei, ma tutta una serie di circostanze e scelte altrui. È esattamente come dovrebbe essere per non portare le sue avventure, e di conseguenza la serie dei suoi romanzi, ad una fine. “Dopo anni di tira e molla, di indecisioni e turbamenti, nel momento esatto in cui sarai pronta a una notte di torbido sesso senza complicazioni, per il puro gusto di farlo, lui non ti guarderà nemmeno.”
Alice è sempre concentrata e concreta nelle investigazioni ma, parallelamente, resta totalmente confusa sulla direzione da dare alle sue vicende amorose, divisa tra uomini diversi, nessuno dei quali riesce a renderla interamente felice. “Me ne rallegro. Che capisca cosa vuol dire stare dall’altra parte, nel regno degli sfigati in amore, un’immensa e arida landa, popolata da una civiltà che ogni giorno sacrifica il proprio orgoglio per un sms.”
È cose se tutti fossero una piccola parte di ciò che lei vorrebbe nell’insieme. “Fa ciò che senti. Ogni istinto che reprimiamo ci logora.” Per una donna, è semplicissimo capire la condizione in cui Alice si trova a navigare, insieme a lei, nella moltitudine confusa dei suoi sentimenti e delle sue aspettative negate. “Il dopo ti avvelena e basta.”
Questa nuova e particolare indagine, che Alice si trova a dover risolvere, affonda le sue radici nel mondo del teatro. Infatti “La vita è uno spettacolo bello da morire.” In un teatro, viene rinvenuto lo scheletro di un giovane attore teatrale, che si credeva fosse scomparso volontariamente anni prima, ma che invece è stato assassinato. Questo è solo il primo atto di un’indagine intricata e complessa, nella quale Alice farà, come sempre la sua parte da protagonista. “Inizio a pensare che dovrò leggere questa commedia. Forse potrebbe aiutarmi a capire qualcosa di più.”
Un nuovo romanzo della Gazzola che il lettore vorrebbe che non finisse mai. In grado di entrarti sotto la pelle, lasciandoti quel qualcosa in più. Un’emozione unica, una risata e una malinconica condivisione con la protagonista.

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L'allieva
Un segreto non è per sempre
Sindrome da cuore in sospeso (prequel)
Le ossa della principessa

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    11 Febbraio, 2015
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Una vita trepidante

È un libro che forse i monogami potrebbero non capire. Ma è così interessante calarsi nei panni di un adultero che sicuramente perderebbero qualcosa se non lo leggessero.
Cosa sono monogamia e poligamia se non ci si sforza di comprenderle? Che differenze salienti ci sono? E cosa porta le persona a scegliere l’una o l’altra opzione?
Con uno stile originalissimo, la scrittrice franco-svizzera DIANE BRASSEUR narra con un breve e sensuale monologo i perché di un uomo che ha scelto di dividere la sua vita tra l’amatissima moglie e l’irresistibilmente giovane amante.
“Ho cinquantaquattro anni e, da un anno, tradisco mia moglie con un’altra donna, più giovane di me, una giovane donna che ha ventitré anni meno di me.
Vorrei che avessero torto, quelli che penseranno: E allora? Sono cose che capitano dopo diciannove anni di matrimonio. Quelli che simpatizzeranno con me perché ci sono già passati, quelli che azzarderanno una spiegazione sociologica.
Vorrei impedirgli di fare il calcolo: Quanti anni avrai, quando lei ne compirà trentasette?
Vorrei che avessero torto, quelli che ci guardano un po’ troppo a lungo per strada, al parco, al ristorante.”
Quella che ha scelto di vivere l’io narrante è una vita sempre attiva e trepidante, ma anche una vita fatta di cose uniche moltiplicate per due che infine risultano appena mezza, poiché niente di ciò che fa può essere vissuto in modo totalizzante. Il perché vero e proprio della sua doppia vita ce lo spiega con il desiderio che esprime nell’incipit di questo interessantissimo monologo e lo fa in un modo tanto diretto e semplice che, travolti dalla narrazione, troppo facilmente si dimentica: “Non voglio invecchiare.”
Ma c’è molto di più che in sintesi ci viene rivelato, una pagina dopo l’altra, dall’anonimo uomo fedifrago la cui moglie resta per tutto il romanzo “mia moglie” e la cui giovane amante viene immortalata con un nome sonoro, insolito e facilmente memorizzabile, Alix. In questo monologo intitolato appunto LA FEDELTÀ, DIANA BRASSEUR ci parla di quelle che possono essere le fasi dell’amore e i vincoli e gli obblighi che l’amore ci impone con una prepotenza tale che per l’individuo è impossibile sottrarsi. Il protagonista potrebbe essere scoperto dalla moglie o potrebbe decidere di porre fine alla sua relazione. Oppure potrebbe essere lasciato dalla sua giovane amante per qualcuno che le offre delle certezze ed un futuro. Ma molte altre sono le possibilità che in una storia di tradimento si affacciano sulla scena.
Lui è un uomo, tutto sommato, onesto o almeno così si illude di essere poiché non fa promesse. Lui è semplicemente uno che prende ciò che gli viene offerto, non limitando le sue possibilità. Questo dato di fatto è scontato e lampante. È lui a tradire le donne che ama, ma è anche lui che tradisce se stesso perché rende sì la sua vita avventurosa, ma anche inquieta, falsa e piena di sotterfugi, scuse, frasi dette per metà o dette due volte. L’adulterio, per lui, è fonte di ricchezza e povertà al tempo stesso.
DIANA BRASSEUR è stata così brava nel descriverci quest’uomo, calandosi nei suoi panni e nella sua mente, che alla fine di questa storia lo si comprende perfettamente in tutte le sue scelte. Al lettore, forse, resta solo il dubbio per la vita che ha scelto in attesa di quella possibilità che la faccia cambiare …

“Normalmente fantasticare significa assumersi il rischio di essere delusi.”

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    10 Febbraio, 2015
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Tecnologia ed emozioni trattenute

“Si può fingere una cosa simile?” se lo chiede la protagonista di questo romanzo, che presto diventerà anche un film. È un romanzo che ti tiene costantemente sulle spine e ti impone degli interrogativi che affondano le radici nella natura umana e, di conseguenza, chiamano in causa anche le riflessioni profonde del lettore, uomo o donna, adulto o giovane che sia.
Gli ultimi young adult che ho letto mi hanno un po’ delusa, ma con VIOLET è tutt’altra cosa. Non è un romanzo che limiterei ad un genere predefinito, visto che molta dell’atmosfera creata è quella di un thriller con cospirazioni segrete.
Capitolo dopo capitolo, mi sono chiesta come ha fatto JESSICA BRODY ad orchestrare una trama simile? Davvero spettacolare.
Un po’ un miscuglio tra film d’azione come Unbreakable e The Bourne Identity, ma immaginato tutto al femminile. VIOLET è un personaggio che ti resta dentro a più livelli. È un’adolescente la cui mente è una tabula rasa. Non ha più nessuno ricordo di se stessa. È spaesata, confusa, ma è anche una celebrità. Lo è diventata a seguito dell’incidente aereo del volo 121 della Freedom Airlines, precipitato nell’Oceano Pacifico, di cui lei, misteriosamente, è l’unica sopravvissuta e dal quale è rimasta praticamente illesa. Ha riportato soltanto danni cerebrali, un’amnesia totale. Niente di fisico. Stranamente i medici si accorgono che qualcosa in lei non va. È diversa. Sembra che lei non ricordi nemmeno le cose banali del quotidiano: come la tv, i computer, i cellulari, ecc. Ed è impossibile che una cosa del genere accada ad un’adolescente del ventunesimo secolo.
Lei è bellissima e perfetta. Il nome che le è stato dato non è il suo. VIOLET viene dal singolare colore viola dei suoi occhi. Il suo ritrovamento è un mistero, poiché lei non era mai stata sull’aereo precipitato. Nessuno la riconosce, dopo che la sua immagine è stata trasmessa da tutti i telegiornali del mondo. Nessuno la cerca. Nessuno ha denunciato la sua scomparsa. VIOLET è intrappolata in un mondo che non riconosce, ma ha qualcosa di diverso dagli altri. Ha delle abilità incredibilmente eccezionali, che lei stessa non sa di possedere, finché non le capita di metterle in pratica.
Lei è la prima ad essere spaventata da se stessa. All’improvviso, in lei si accende la speranza di poter recuperare il ricordo della sua vita, ricostruendo il suo passato, accanto all’unico ragazzo che sembra conoscerla da prima del disastro aereo e che sembra aver condiviso con lei delle emozioni speciali.
“Sì. Sempre sì.”
Complotti, intrighi, controllo tecnologico e fughe continue, per non cadere nella trappola del nemico, creano una trama ricca di suspense, letteralmente imprevedibile.

“Perché avrei avuto bisogno che qualcuno mi ricordasse cos’è reale?”
“Perché non tutto nella tua vita lo era.”

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Romanzi autobiografici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    10 Febbraio, 2015
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Quanto mi manca, cara primavera …

“Senza contorni, senza fine, e forse senza forma … sta succedendo qualcosa dentro di me, ma non capisco cosa.”

Rywka Lipszyc (si legge “Rifka Lipsciz”) cominciò a scrivere l’unico volume superstite dei suoi diari nel ghetto di ?ód?, poco dopo aver compiuto 14 anni. Nel giro di 6 mesi, dall’ottobre del 1943 all’aprile del 1944, riempì più di cento pagine, poi all’improvviso smise. Un anno dopo, una dottoressa sovietica entrata ad Auschwitz-Birkenau, insieme all’Armata Rossa, trovò il diario accanto alle macerie del forno crematorio. Il percorso del diario sembra suggerirci che Rywka abbia trovato la morte nel campo di concentramento, ma non rimarrà una delle tante vittime senza nome dell’Olocausto, poiché le sue parole vivranno per sempre.
Il suo diario ha affrontato una storia particolare. La dottoressa che lo ha rinvenuto accanto ai forni crematori lo ha custodito per sessant’anni nella Siberia occidentale fino al momento della sua morte quando i suoi effetti personali passarono al figlio e alla morte di quest’ultimo alla moglie. Nel 1995 il diario giunge nelle mani di Anastasia, una discendente. Anastasia lo legge e ne intuisce lo straordinario valore. Decide di portarlo a San Francisco, dove è emigrata nel 1991. Negli anni seguenti si mette in cerca dell’istituzione più adatta cui consegnare questa straordinaria testimonianza.
Nel 2008 Anastasia lo consegna al Centro per l'Olocausto del nord California e del Brooklyn College che, stabilitane l'autenticità, decide di assicurare la sopravvivenza del testo originale e due anni dopo il diario viene tradotto in inglese, corredato dagli interventi di importanti studiosi, integrato con le testimonianze di due cugine di Rywka e con il resoconto delle ricerche compiute sulla sorte dell’autrice dopo il ritrovamento del diario. Dietro la pubblicazione di questo preziosissimo volumetto, c’è un lungo lavoro storiografico che ricostruisce le vicende storiche e biografiche della protagonista.
Il suo diario, che rimane bruscamente in sospeso, come se Rywka fosse stata interrotta mentre lo scriveva, non ci offre soltanto uno sguardo privilegiato sulla vita quotidiana nel ghetto, ma soprattutto la storia personale e la lotta di una ragazza costretta a crescere orfana di entrambi i genitori, occupandosi delle sorelle, in una situazione di totale povertà e oppressione. Per la ragazza, il diario è l’unico conforto, uno strumento di salvezza, che simboleggia agli occhi del mondo l’ineluttabilità del suo destino.
Nonostante tutto quello che le succede, Rywka non perde la fede, nemmeno negli ultimi giorni, perché è una delle poche cose che i suoi genitori, prima delle loro premature morti, hanno avuto il tempo di trasmetterle.

“Io amo il Signore. Posso confidare in Dio sempre e ovunque, ma non devo mai smettere di impegnarmi, perché le cose non succedono da sole! Ho la certezza che Lui si prenderà cura di me. Sono fortunata ad essere una ragazza ebrea a cui è stato insegnato ad amare il Signore, e per questo sono profondamente grata. Ti ringrazio Signore.”

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Febbraio, 2015
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Mary Poppins su: Nuvoletta.com

Leggere Chiara Parenti ti mette di buon umore. È ufficiale. Il suo stile è brioso, ironico, si legge che è un piacere. Con questo secondo romanzo, per la seconda volta, dopo Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un Mojito), Chiara Parenti inizia e richiama alla memoria una citazione alla Mary Poppins, la celebre tata del film Disney, la quale nel momenti peggiori era solita cantare: “Con un poco di zucchero la pillola va giù”.
Ed è proprio di questo che, fin dalle prime battute di questo secondo romanzo breve, ha bisogno il protagonista Matteo Gallo che è solito ripetersi “Se una cosa può andare male, lo farà. Penso alla prima Legge di Murphy mentre …”
A trent’anni suonati Matteo è un aspirante scrittore senza soldi e senza speranze. È costretto a vivere con la sorella Beatrice e i due pestiferi nipotini, Rachele e Gabriele. Per accudire i piccoli, Matteo e Beatrice sono alla ricerca di una tata, ma nessuna delle ragazze ingaggiate finora è riuscita a tenerli a bada, finché, come per magia, un pomeriggio di fine settembre, un forte vento che spazza le nubi dal cielo porta tata Katie.
Restano tutti incantati da questa ragazza inglese un po’ stravagante e scombinata, che fa yoga, mangia verdure, va pazza per i dolci e che, con le sue storie fantastiche e i suoi giochi incredibili, è in grado di cancellare l’amaro della vita, un po’ come riusciva a fare Mary Poppins nel celebre film.
Matteo prova a sottrarsi al suo influsso “magico”, ma è inutile anche per lui, perché Katie compie su di lui la magia più grande: l'amore. Non può non innamorarsi di Katie che è davvero fantastica.
Con un mood principalmente ironico, ma anche romantico ed emozionante, Chiara Parenti conquista il cuore delle lettrici ancora un po’ bambine e predisposte ad una delle più magiche storie d’amore.

“«Sei … sei il mio Mr. Incredibile!» mi sussurra all’orecchio, poi si scosta leggermente e la sua bocca adesso è vicinissima alla mia.
Fragole. Ci sono fragole ovunque.
Sento ogni parte di me fremere di un desiderio folle, tutto ciò che voglio in questo momento è sparire dentro di lei.”

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Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un Mojito)
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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Febbraio, 2015
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Apetta, Tonno e più di un Mojito

“So che sembro idiota ma è che in fondo io sono una Principessa Disney e a me le grandi storie d’amore piacciono un casino!”

Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un Mojito). A chi dare la colpa delle nostre imprudenze, quando non vogliamo assumerci le nostre responsabilità? È l’alcol che ci fa agire così o c’è dell’altro?
Forse è semplicemente qualcosa di naturale che accade perché, una volta nella vita, è il nostro cuore che prende in mano la situazione e ci guida sulla retta via. Ci sono scelte del nostro cuore che ci vengono imposte dagli eventi. È giusto che sia così, soprattutto quando, schiave della società, prendiamo le scelte sbagliate per il nostro futuro soltanto per assecondare le aspettative altrui.
Leggere questo romanzo è un po’ come trovarsi in una serie infinita di scene da film. È così che procede la vita di Maia Marini che vola a vele spiegate verso la vera felicità.
Infatti, Maia crede di avere già tutto dalla vita dalla vita. Ha un fidanzato appartenente a una prestigiosa famiglia, un lavoro presso una delle più rinomate agenzie di comunicazione di Milano, tre amiche splendide. Ma può sperare di avere di più. Magari potrebbe incontrare l’amore o meglio ritrovarlo se lo ha perso.
L’incipit del romanzo di Chiara Parenti è ambientato in Versilia, dove Maia e le sue amiche sono dirette per trascorrere il weekend, festeggiando l’addio al nubilato di Diana, la sua futura cognata. Maia, la protagonista, conosce bene la Versilia perché è lì che ha trascorso le vacanze fino all’estate dei 16 anni, quando ha incontrato per la prima volta l’amore, accompagnata dalla colonna sonora di una band emergente, quella dei Sea Tribe. Ritornare in quei luoghi, dove ha lasciato il cuore, e ritrovare lì Marco la confonde, le crea un fortissimo turbamento emozionale. Per non pensarci, Maia si concede più di un Mojito, ma il mattino dopo non ricorda niente. Il problema è che il Mojito l’ha resa ancora più vulnerabile alle sue emozioni e la notte l’ha trascorsa proprio con Marco.
Il peggio deve ancora venire per lei, perché se è vero che lei non ricorda niente, in compenso, invece, tutti i suoi 768 amici di Facebook sanno esattamente cosa è accaduto. Una situazione compromettente e pericolosamente esplosiva aiuterà Maia a riflettere sui suoi sbagli del passato per indirizzare il suo futuro là dove la porta il cuore. Se l’alcol ha fatto fare pazzie anche a lei, è altrettanto vero che a volte può aiutare nel fare la cosa giusta.
Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un Mojito) è un romanzo breve dallo stile ironico e scorrevole che si legge con spensieratezza.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    30 Gennaio, 2015
Top 10 opinionisti  -  

Nel buio il cieco è sovrano

I coniugi Lars Kepler hanno pubblicato un altro grande successo da sommare ai precedenti e forse anche un po’ superandosi, visto che sono tornati con una serie infinita di colpi di scena. Il bello dei loro romanzi sta proprio nell’imprevedibilità delle loro storie. Il lettore resta sempre spiazzato dinanzi alle loro scelte narrative.
Dopo lo sconvolgente finale de L’UOMO DELLA SABBIA, che aveva lasciato l’affezionato pubblico dei lettori in sospeso per la sorte dell’ispettore Joona Linna, i Lars Kepler riportano in primo piano il loro personaggio più interessante del romanzo d’esordio, colui che aveva dato il titolo a L’IPNOTISTA.
Erik Maria Bark torna con una situazione familiare mutata, ma positiva dal punto di vista professionale e personale. Ha nuovi interessi, ma anche vecchi casi con cui fare i conti. Errori del passato tornano a dominare il suo presente. Verità taciute consolidano sospetti contro di lui. Preoccupanti pericoli incombono sul suo futuro.
Soltanto Joona Linna potrebbe aiutarlo, ma lui è stato dichiarato morto.
Ciò che rende fantastico questo nuovo romanzo, portandoci NELLA MENTE DELL'IPNOTISTA, è soprattutto la decisione dei Lars Kepler di sottoporre l’ipnotista ad esperienze inimmaginabili. Lo mettono in situazioni spinose, che sono letteralmente contro la sua natura e formazione medica; vicende che si evolvono in pericoli costantemente in crescita, creando un ritmo adrenalinico che non si perde, nonostante le 600 pagine di action thriller.

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L'ipnotista e L'uomo della sabbia
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    26 Gennaio, 2015
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Per salvare Mia Dennett

Un esordio sconvolgente, coinvolgente e spiazzante perché i colpi di scena sono davvero tanti, fino a quello finale, davvero spettacolare. Questo thriller è stato un successo internazionale da cui ci si aspetta prontamente la versione cinematografica, perché è proprio questo lo stile con cui è stato scritto e ideato.
MARY KUBICA è un nome che annoto per gli anni a seguire. Il suo primo romanzo è un thriller profondamente psicologico che inizia con una misteriosa scomparsa, la sparizione nel nulla di colei che è immortalata nel titolo come UNA BRAVA RAGAZZA. Il titolo stride con l’immagine inquietante in copertina che magnetizza l’attenzione e impone di mantenere un segreto. Quindi c’è qualcosa da scoprire e il lettore entra già in quest’ottica con una miriade di attese che verranno gratificate in seguito.
Quando si inizia a leggere questo libro, il resto lo fa l’autrice con uno stile incisivo, ricco di dettagli che restano impressi nella memoria, soprattutto perché sono strani, inquietanti, bizzarri. Rendono partecipe delle indagini il lettore che, un capitolo dopo l’altro, cambia punto di vista e momento temporale delle vicende, dal prima al dopo il rapimento.
La bella Mia Dennett, figlia di un giudice di Chicago, viene rapita. I capitoli, che raccontano la serie concatenata di eventi, sono brevi e focalizzati su tre personaggi principali: la madre della ragazza scomparsa, Eve; l’ispettore di polizia, Gabe Hoffman; e il rapitore, Colin Thatcher.
I personaggi sono dinamici, subiscono un’evoluzione durante la narrazione. Non restano immobilizzati nei loro ruoli. Sono caratterizzati in modo eccellente. Sembrano avere vita propria.
Impariamo a conoscere anche la vittima Mia nei racconti fatti dagli altri: la madre, che l’ha cresciuta, il detective, che studia la sua vita privata; e colui che la tiene prigioniera, ma ne subisce l’incantevole bellezza. In realtà, Colin,il rapitore, ha studiato le sue abitudini e l’ha presa in ostaggio per un motivo ben preciso: è stato assoldato per farlo. Qualcun altro aveva in mente di farle del male. Ma chi? Lui l’ha rapita, ma non l’ha consegnata a chi gli aveva commissionato il crimine. Lui l’ha solo protetta. Però, agendo così, tradendo colui che l’ha assoldato, ha messo nei guai anche se stesso.
Il filo temporale della narrazione è doppio, come doppia è la verità che una serie di colpi di scena rendono intrigante. È un romanzo ad alto contenuto di suspense che una volta iniziato non si riesce a mollare fino alla fine. Un thriller davvero memorabile, per veri amanti del genere.

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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    23 Gennaio, 2015
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Tè e camelie per un amore magico

“Il cuore non si spezza. Siamo noi che ci spezziamo, lui continua ad amare come se niente fosse. È questo il problema.”

“Se il segreto dell’amore fosse racchiuso in una tazza di tè?”
Questo è l’interrogativo che ci viene posto all’inizio del libro. Sarà possibile? Quanta magia è racchiusa dentro il romanzo “Le regole degli amori imperfetti”? E quanta vita reale è possibile all’interno di una grande magia?
A raccontarci tutto, con uno stile impeccabile, meravigliosamente delizioso, che si mescola a colori, odori e sapori, è MARA ROBERTI. Le vite dei personaggi, che si intrecciano con tradimenti, sofferenza e amori perduti o da dimenticare, sono narrate con intensità. La maggior parte dei personaggi sono ben caratterizzati e risultano dinamici nel loro mutare. Ad impreziosire questo piccolo gioiello ci sono i capitoletti con “Le regole del tè e degli amori (im)perfetti”, che si alternano ai capitoli narrativi principali, dove l’amore viene spiegato in modo generale, al di là delle vicende dei personaggi, e dove particolari pillole di saggezza farciscono la piacevole e scorrevole narrazione.
La protagonista femminile principale è Elisa, una donna alla ricerca dell’amore o semplicemente della perfezione. Elisa partirà per un weekend nel borgo arroccato e fuori dal tempo, Roccamori, alla ricerca del romanticismo perduto. Fra gli aromi del tè e il mistero della stupenda camelia gialla, il suo passato si intreccerà con il suo futuro e con una nuova consapevolezza di sé, oltre l’angosciante paura di essere ferita in amore. Ma il cuore non si spezza mai, semplicemente continua ad amare quel lui che non c’è.
L’amore non accetta regole, però è pronto ad approfittare dei suggerimenti racchiusi nella cerimonia orientale del tè.
Le regole degli amori imperfetti è un viaggio alla ricerca della felicità più grande che è racchiusa in un amore perfetto. Questo è il romanzo giusto per chi ha bisogno di ricominciare a credere che la felicità non solo è possibile, ma è necessaria.

“Non sapevo neanche di doverti cercare. Ma adesso che ti ho trovata non voglio perderti.”

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Romanzi erotici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    23 Gennaio, 2015
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12 Sfumature di Trasgressione

Quante autrici possono portarci nel backstage dell’attesissimo film erotico “Cinquanta Sfumature di Grigio”?
Ve lo dico subito. Bastano 12 scrittrici, maestre di seduzione, pronte a spiegarci come sentirci totalmente nelle mani del nostro Mr Christian Grey, con la sola differenza che noi saremo ancora più coinvolte di Anastasia Steele.
Con Sei.Solo.Mia., avremo: 12 fantastici uomini da cui farci dominare; 12 storie erotiche con cui trascorrere le ore migliori; 12 nuovi peccati che non ci sentiremo di confessare a nessuno; 12 regole da non accettare; 12 sfumature di trasgressione che sarebbe un peccato non leggere. Noi potremo, di volta in volta, essere una delle 12 donne pronte a farsi travolgere dalla passione. Come per me, anche per voi, sarà difficilissimo non immedesimarsi nelle situazioni più sconvolgenti che le 12 bravissime scrittrici hanno immaginato per noi lettrici, avide di piacere. È una lettura molto molto hot, che ci disinibisce e ci suggerisce cosa potremo desiderare e pretendere nelle nostre relazioni di coppia. Nuove ed originali idee per ravvivare l’intimità. Questa è la componente principale di questa raccolta di racconti dove troviamo soltanto le migliori scrittrici del genere passion.
Eccole le 12 regine del genere: Megan Hart, Adelaide Cole, Portia Da Costa, Tiffany Reisz, Elisa Adams, Eden Bradley, Alison Tyler, Alegra Verde, Lisa Renee Jones, Alison Richardson, Eleila Elmwood, Anne Calhoun.
Sublimi i racconti: Sette giorni in prestito, Fantasie su carta, Legata a te, Desiderio nascosto e Il gusto del peccato.

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E.L. James, Megan Hart, Adelaide Cole, Portia Da Costa, Tiffany Reisz, Elisa Adams, Eden Bradley, Alison Tyler, Alegra Verde, Lisa Renee Jones, Alison Richardson, Eleila Elmwood, Anne Calhoun.
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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    22 Gennaio, 2015
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Ogni giorno bambina per un segreto

Un romanzo che fornisce materiale interessante anche per le antologie scolastiche, proprio come i grandi capolavori. Non a caso è stato un caso letterario italiano che ha conquistato anche gli editori stranieri. MICHELA TILLI, autrice televisiva e teatrale, con questo romanzo, è stata in grado di scrutare nel profondo l’animo umano.
Per trasmettere il suo imponente messaggio ha scelto come protagoniste una coppia inusuale, che appare da subito male assortita, ma destinata ad entrare in simbiosi, istaurando una perfetta armonia. Figure femminili di grande spessore sono Arianna, una sedicenne goffa e insicura, e Argentina, un’ottantenne che spesso si perde, “si incanta” letteralmente, lontana dal presente e avvolta nell’universo dei suoi ricordi. Il passato è così presente in lei che anche il lettore ne sente l’intenso velo di atavico e suggestivo mistero. Ogni mattina Argentina attende con ansia quella sorpresa che le cambierà la giornata. In quella sorpresa, c’è un segreto solo suo, da non rivelare a nessuno.
Arianna troverà il modo di crescere, maturare e superare ciò che le impedisce davvero di vivere: l’insicurezza, che opprime la sua quotidianità e non le permette di sentirsi bella. La bellezza e la fiducia in se stessi, come le insegnerà Argentina, derivano da cose più profonde e non solo dall’apparenza.
Inizialmente le due donne si trovano forzatamente insieme, ma le cose cambiano presto, quando tra loro si instaura un rapporto di condivisione ed interesse reciproco. Si aiuteranno entrambe, poiché ci sono linguaggi che non hanno né tempo né età. Nonostante il forte divario generazionale che le separa, Arianna e Argentina diventano autentiche amiche. Ad unirle, oltre la forte amicizia, c’è quel segreto, quel qualcosa che Argentina ha celato per più di mezzo secolo, ma che Arianna è riuscita a riportare a galla, insieme a tutti quei sentimenti che ne hanno cementato l’immobilità. Arianna è lì per assisterla, ma anche per darle il coraggio di affrontare un viaggio che la donna desidera fare da troppo tempo, senza averne mai avuto il coraggio. Durante quel faticoso viaggio, si scopre che il cuore, a dispetto dell’età anagrafica, non smette mai di sognare, anche quando è solcato dalle rughe profonde incise dagli anni.

“È tra gli occhi e ciò che guardano che si annida la bellezza.”

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Classici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    20 Gennaio, 2015
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Franco, Luisa e Ombretta

Quanto romanzo scritto da Antonio Fogazzaro, PICCOLO MONDO ANTICO è considerato il suo capolavoro.
È un romanzo molto particolare del 1895, con il lago di Lugano come ambientazione. Franco e Luisa si innamorano, ma la nonna di lui si oppone, a causa della condizione plebea della ragazza. Per questo motivo, la nonna, una marchesa, minaccia il nipote di non lasciargli l’eredità se deciderà di sposarla. Franco, aiutato dallo zio Piero, organizza un matrimonio segreto. Scoperto tutto, la nonna disereda il nipote, anche se non avrebbe potuto, visto che il marito aveva dichiarato Franco erede universale. Franco lo scopre ma rinuncia a tutto non rivelando niente a Luisa
Il matrimonio di Franco e Luisa procede tra varie difficoltà economiche. Solo lo zio Piero li aiuta, e concede loro di vivere nella sua casa di vacanza, dove nasce la loro bambina, Maria, che sarà soprannominata “Ombretta”. I due, però, spesso sono in disaccordo perché hanno caratteri profondamente diversi. Franco è passionale, idealista e ottimista. Luisa, invece, è riflessiva, cupa e crede nella giustizia divina. Man mano che le vicende procedono Luisa perde progressivamente la sua fede in Dio.
Luisa, scoperta la verità sul testamento nascosto, vorrebbe servirsene, ma Franco è contrario.
Quando Franco è lontano da casa ed anche Luisa lascia incustodita la figlia per andare a sfidare la marchesa, avviene la tragedia. Ombretta annega nel lago.
Luisa si sente responsabile e crede di non amare più Franco, poiché è troppo addolorata dalla perdita di Ombretta. Perde definitivamente la fede in Dio e si avvicina allo spiritismo nel tentativo di rievocare la figlia perduta.
Franco non riesce a comprendere e ad aiutare il mutismo della moglie. Dopo questa tragedia, anche la marchesa, avendo paura della dannazione eterna, cambia improvvisamente opinione e vorrebbe risarcire il nipote Franco, che rifiuta.
Luisa non crede di poter più trovare l’amore dentro di sé, ma capisce che è suo dovere andare da Franco che l’ama ancora. Lo stare insieme, dopo un lungo periodo, aiuta entrambi a superare la tragedia vissuta e a riscoprire il sentimento che li ha uniti.
Questa brevemente è la storia nota di questo romanzo di fine Ottocento, studiato anche a scuola.
Fogazzaro descrive con dovizia di particolari il piccolo comune di Valsolda, affacciato sul lago di Lugano, che possiede riferimenti autobiografici. Non mancano descrizioni dettagliate e vivide, tanto da immaginare i luoghi come se si stesse osservando un dipinto.
I personaggi non sono propriamente simpatici, ma forse è questo lo scopo di Fogazzaro che ha saputo descriverli bene nella loro negatività.
Luisa è un bel personaggio, molto profondo, una donna con molti pensieri, profonde opinioni ed un forte raziocinio. È un personaggio femminile dinamico. Purtroppo è stata spezzata dal dolore per la perdita della figlia e, come è ovvio immaginare, è regredita psicologicamente e intellettualmente, prima di recuperare nuovamente lucidità alla fine del romanzo.
Franco, al contrario, è veramente un personaggio “insipido”, dall’inizio alla fine. Ha suscitato la mia irritazione in più momenti del romanzo. Come unico punto di forza ha l’amore per la moglie.
A conclusione romanzo, resta il perché, ahimè già noto, su cosa accadrà a Luisa.
Non è semplice lasciarsi coinvolgere da un romanzo di cui si conosce già la trama e il seguito.

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Romanzi autobiografici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    19 Gennaio, 2015
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#GirlBoss per la vita

“La vita è breve. Bando alla pigrizia” di Sophia Amoruso.
Definizione di #GirlBoss: «Una #GirlBoss è padrona della sua vita. Prende quel che vuole perché lavora per ottenerlo»
“Una #GirlBoss è qualcuno che si assume la responsabilità della propria vita. Ottiene ciò che vuole perché lavora per questo. In quanto #GirlBoss, assumi il controllo e ne accetti la responsabilità. Sei una lottatrice. A volte infrangi le regole, a volte le rispetti, ma alle tue condizioni.”
Wow! Può essere davvero così facile ottenere quello che vogliamo? Possiamo impararlo anche noi grazie ad un libro scritto apposta per raccontare un’esperienza biografica ed infondere fiducia e speranza nel futuro, ma anche per trasmettere pillole di saggezza e spiegare quale può essere il metodo per raggiungere i nostri obiettivi e realizzare i nostri sogni.
Chi è realmente la scrittrice di questa autobiografia? È nata nel 1984. “Da ragazzina, Sophia Amoruso girava in autostop, rubacchiava nei grandi magazzini e rovistava nei cassonetti della spazzatura.” Ecco com’è iniziata l’odissea che in otto anni l’ha portata a creare la Nasty Gal, un’impresa on-line da 100 milioni di dollari, con 350 dipendenti, un autentico impero della moda.
“Nel giro di circa otto anni sono passata dall’essere una freegan1 assolutamente squattrinata, anarchica e in lotta con il sistema, a una donna d’affari milionaria che si sente a proprio agio tanto in una sala riunioni quanto in un camerino. Non ho mai ambito a essere un modello di comportamento, ma ci sono alcune parti della mia storia, e lezioni che da queste ho appreso, che desidero condividere.”
Una storia vera un po’ come quelle che siamo abituate ad ascoltare della controparte maschile, Steve Jobs e Mark Zuckerberg. Sophia Amoruso è brava quanto loro e ha dato al successo una frizzante impronta femminile.
Sophia ha cominciato con semplicità da un negozio su ebay; non è mai stata un tipico imprenditore né un tipico alcunché: viene dalla strada. Non ha studiato nei college e nelle università, ma direttamente dalla strada e sulla sua pelle.
Ha deciso che scrivere la sua autobiografia, #GirlBoss, è qualcosa di utile per raccontare la propria ricetta per il successo. La sua è una storia molto personale che può valere per tutti, uomini e donne. Basta crederci e lavorare sodo.

“L’unica cosa che mi fumo è la mia concorrenza.”
“Una #GirlBoss sa quando tirar pugni e quando incassare.”
“Datemi del lavoro! Voglio del lavoro e lo voglio adesso!”

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    18 Gennaio, 2015
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Tra noi c'è un omicidio

Che autentico dilemma si presenta quando a ostacolare quella che potrebbe essere una magnifica ed emozionante storia d’amore si intromette la cosa più grave che si possa immaginare: un omicidio. O, peggio ancora, una serie di omicidi. Infatti la grandezza di questo insolubile problema si percepisce proprio quando la protagonista Eve Dallas mette le carte in tavola tra lei e Roarke e gli dice: “tra noi c’è un omicidio”.
La situazione peggiora perché Roarke è in cima alla lista dei sospettati.
Lui è dannatamente bello (irlandese, celibe, “Capelli: neri. Occhi: azzurri. Altezza: 188 cm. Peso: 78,4 kg”) e insopportabilmente ricco (fondatore, presidente e amministratore delegato della Roarke Industries con filiali in tutte le principali città del pianeta Terra e con filiali extraterresti).
Perché uno così dovrebbe pagare per fare sesso?
Torno ai principali dati della storia.
Eve Dallas è una poliziotta del futuro.
Siamo a New York nel 2058.
Lui, Rourke, è un uomo dal nome sconosciuto, misterioso, con interessi anche nei settori immobiliare, import-export, spedizioni, intrattenimento, manifatturiero, farmaceutico e trasporti. Ed è anche un noto collezionista di armi del passato.
La prima vittima, quella annunciata come la UNO DI SEI, è una squillo di lusso, Sharon DeBlass, nipote di un senatore ultraconservatore. È una donna talmente ricca che non avrebbe bisogno di lavorare, ma ha l’hobby ed una sfrenata passione per il sesso.
“Lei amava l’eccitazione e il rischio, e non perdeva occasione per provocare imbarazzo alle persone che l’amavano. Però, …”
Coraggiosa, decisa e sprezzante, Eve è l’unica che può trovare la soluzione all’efferata catena di delitti, ma è anche pronta a trovare un compromesso tra la sua professionalità, come detective, e l’attrazione per il miliardario irlandese Roarke.
La suspense si fonde con l’ambientazione futuristica e con un’accettabile componente romance, che non invade gli indispensabili elementi di un coinvolgente thriller di successo, ma ne rende sfumati gli aspetti più accesi. Personaggi forti e vicende inquietanti, caratterizzate da misteri familiari e sensuale passione, sono solo il primo atto di una serie di avvincenti romanzi che vi terrà con il fiato sospeso.

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Nora Roberts e polizieschi e thriller romantic suspense
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    15 Gennaio, 2015
Top 10 opinionisti  -  

All is that blue


“- E tu come pensi di riuscirci? – chiese Giulia.
- Sui metodi di indagine della polizia so praticamente tutto – dichiarò Alex con sicurezza. – Ho visto tutto CSI, spin off compresi. E anche Dexter.
- Che c’entra – intervenne Susanna. – Quelle sono solo serie TV.
- Vero. – Steve si diresse verso la libreria. – Vetrini insanguinati, bisturi e polverine lasciali ai topi da laboratorio. La realtà è un’altra cosa.
- E cos’altro dovrei sapere?”

Eh! Bella domanda che necessita una risposta esaustiva. Per fortuna che a rispondere c’è tutto un romanzo di un’autrice dallo stile navigato, che con la scrittura non ha problemi e conosce tutti i retroscena anche delle serie tv, in primis Dexter. CRISTIANA ASTORI, infatti, l’arte narrativa la gestisce alla perfezione e, grazie alle sue traduzioni, ho amato i romanzi della serie dexteriana di Jeff Lindsay.
Con TUTTO QUEL BLU, terzo romanzo di una serie che vede come protagonista Susanna Marino, passata da studentessa attira guai a neolaureata in cerca d’impiego, vengono confermati gli elementi base che la caratterizzano e sono le sue passioni per il cinema, specialmente horror, e gli amici, quelli che non sono morti nelle sue precedenti disavventure. Susanna è tornata per i suoi lettori che si ritrovano nel suo modo di essere, una inguaribile appassionata della cultura anni Ottanta con i riferimenti serrati a cinema, musica e luoghi trasformati dal tempo come i, tanto frequentati, videonoleggi.
Le investigatrici dilettanti sono le mie preferite. Forse perché mi immedesimo di più nelle loro indagini fatte alla buona, senza una tecnica precisa, ma non per questo meno avvincenti. Susanna e i suoi amici sono personaggi incisivi, che lasciano il segno. Bella la trama, ricca di suspense, scritta davvero bene, con uno stile brillante, ironico e magistralmente coinvolgente.
Adesso è chiaro, qual è il colore della morte … Un ottimo giallo da leggere.

“Ci sono alcuni fatti che quando ti capitano sono troppo strani per essere semplici coincidenze, e allora tu sai, in modo netto e chiaro, che sono un segno … e soprattutto sai che non potrai tornare indietro, come se nulla della tua vita precedente ti appartenga più.”

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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    11 Gennaio, 2015
Top 10 opinionisti  -  

Anime fragili che amano senza amarsi

Lorenzo Marone è un giovane scrittore che riesce a cogliere l’essenza profonda delle persone e dei perché della vita e lo fa con simpatia e originalissime pillole di saggezza. Il suo protagonista, Cesare Annunziata, è proprio un bel tipo: settantasette anni, vedovo e padre di due figli, adulti ed affermati, convive con i suoi fantasmi, ricordi e rimpianti del passato nel suo appartamento all’interno di un condominio sufficientemente affollato e movimentato.
Cesare è un trasformista che, a suo modo, cerca di affrontare quel che resta della sua vita, con i suoi problemi legati alla solitudine e alla vecchiaia, non lasciandosi sconfiggere dal rimorso per le “non scelte” che hanno caratterizzato e tracciato la sua esistenza, al di là della completa felicità.
Però, Cesare è anche un autentico rompiscatole, un vecchio burbero dal cuore buono, cui ci si affeziona come al proprio nonno. Il merito di questa empatia con il “caro” Cesare Annunziata è tutto di Lorenzo Marone, bravissimo nella caratterizzazione del personaggio, che sembra esistere realmente, anche fuori dal romanzo, e nella scelta di ogni elemento della narrazione. Lo stile è tra i migliori della narrazione italiana contemporanea. È avvincente per la trama e per le ironiche disquisizioni che spaziano dalle quisquilie ai grandi perché dell’umanità.
Il titolo è interessantissimo. LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICI parla al lettore ancor prima di iniziarne la lettura e suscita aspettative che non riguardano la simpatia del personaggio che però c’è, è travolgente e non guasta.
Cesare Annunziata è un personaggio che piace per il suo lato umano e per le sue, sempre presenti riflessioni sull’esistenza. Ne combina tante, nel presente come nel passato. Vive di rimpianti, ma cerca di non commiserarsi e anche di aiutare il prossimo in quella che è la scelta più coraggiosa: l’ostinazione a rincorrere la felicità. È un’anima fragile che ama senza amarsi.

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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Gennaio, 2015
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Natale con Amore

L’AMORE è sempre il regalo più richiesto per Natale. Ne sa qualcosa anche Cassie Beaumont, la protagonista femminile di IL NATALE PERFETTO di DEBBIE MACOMBER. Cosa vuole trovare Cassie sotto l’albero?
Il suo è forse un desiderio impossibile?
Cassie vuole l’amore entro Natale e lo vuole a tutti i costi. A dirla tutta, a Cassie non sembra un’idea così irrealizzabile. Non le manca niente, se non un uomo da amare. È colta, carina e le sue amiche l’adorano perché è simpatica e affidabile. Per essere sicura del risultato si affida ad un professionista. Chiede aiuto ad un consulente di appuntamenti per trovare l’uomo ideale. Dunque, decide di affidarsi alle competenze di Simon Dodson che le promette di presentarle il candidato perfetto a patto che lei superi tre prove: cantare le carole porta a porta, cucinare un tacchino e vestirsi da elfo per intrattenere un gruppo di bambini.
Il giorno di Natale si avvicina e Cassie, impegnata a soddisfare le assurde condizioni di Simon, non si accorge che l’amore è più vicino di quanto immagini. È proprio così, con semplicità, che Cassie realizza il suo desiderio con un bacio perfetto sotto il vischio.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    07 Gennaio, 2015
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Ditelo allo Sposo

Vorrei essere al posto di Lou ed essere la migliore amica di Penny, la simpaticissima protagonista del romanzo di ANNA BELL. Vorrei essere io quella a cui confida i suoi incresciosi segreti, come quel suo vizio che le causa incubi da estratto conto bancario quando giunge sul punto di sposarsi con il suo amato Mark.
In realtà, anche Lou ha un grosso segreto con la sua amica Penny e non sa come rivelarle la verità. In molti hanno dei segreti in questa storia prematrimoniale.
È stata brava ANNA BELL a inventare questa brillante commedia romantica farcita di segreti e colpi di scena.
La protagonista Penny è una donna come tutte le altre ed anche lei sogna ad occhi aperti il suo matrimonio da favola con l’uomo che ama. Penny e Mark sono perfetti per stare insieme e, quando decidono di passare dalla convivenza ai preparativi per il matrimonio, c’è un solo ostacolo a contrapporsi al lieto evento. Peccato che la nonna di Mark insista per affrettare la cerimonia e Penny non abbia il tempo sufficiente per rimediare a quella sua debolezza al Bingo che potrebbe mettere a repentaglio il suo futuro con l’uomo che ama. Perché raccontargli tutto e deluderlo?
Penny deve affrontare le conseguenze di quel suo non tanto “innocuo” passatempo al Bingo. Ha risparmiato una vita per realizzare il suo sogno del matrimonio perfetto, ma è bastato un attimo (o più di uno) per far volatilizzare il denaro necessario. Penny non può confessare a Mark la sua terribile imprudenza, ma può cercare di rimediare. È così che capovolge la situazione del reality e inventa, per i preparativi della sua cerimonia, il NON DITELO ALLO SPOSO.
Più avvincente anche della Kinsella, la BELL propone una protagonista credibile, niente affatto surreale, veramente simpatica, capace di riflettere sul suo problema e, perché no, anche un po’ baciata dalla fortuna.
Lo stile è frizzante, brillante, spiazzante e ironico. Suscita buon umore, divertimento e romanticismo, pur trattando un problema serio, come quello della dipendenza dal gioco d'azzardo. Lo fa in modo leggero, ma anche simbolico e dona fiducia e speranza di venirne facilmente fuori. È un ottimo romanzo che vi farà divertire dall’inizio alla fine, superando di gran lunga gli altri chick lit cui siete abituate.

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la Kinsella e vuole divertirsi ancora di più
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Fantasy
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
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4.0
Pupottina Opinione inserita da Pupottina    04 Gennaio, 2015
Top 10 opinionisti  -  

Romeo e Giulietta come Lupi mannari

Ululare alla luna non è stato mai così romantico e sensuale.
Originalissima l’idea di creare una trama urban fantasy, prendendo spunto da uno dei capolavori tragici della letteratura romantica.
Anche i licantropi possono provare sentimenti autentici, potenti, intensi.
Ad innamorarsi sono Kelly ed Eric.
A fare da sfondo New York e le dimore lussuose delle famiglie più ricche della metropoli.
Le due famiglie rivali, come nel capolavoro shakespeariano, si dividono il territorio, ma devono fare i conti con la reciproca attrazione dei loro figli.
Kelly ed Eric sono due perfetti adolescenti con le zanne e il pelo da licantropi.
Moonlight è un racconto lungo, suddiviso in capitoli, in cui la scrittrice Connie Furnari ci presentai suoi giovani protagonisti e ci racconta la loro storia d’amore tragica, diversa dal solito. È innovativa questa mescolanza di generi, tragico e fantasy, che confluisce e sfocia in uno young adult innovativo, perfettamente dark e romance.
Lo stile è semplice, chiaro, accattivante, coinvolgente e appassiona la lettrice con la trama che intreccia i suoi ingredienti in un crescendo di suspense.

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della stessa scrittrice STRIX. Il marchio della strega
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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
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4.0
Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Gennaio, 2015
Top 10 opinionisti  -  

Bugie e follia in amore

Gillian Flynn è tra le mie scrittrici preferite di thriller psicologici. La pubblicazione italiana di questo libro, tradotto in L’AMORE BUGIARDO, mi è sfuggita a suo tempo, ma l’uscita del film ha posto rimedio alla mia mancanza.
Come sempre, le sue storie sono diabolicamente geniali, machiavelliche, articolate, dettagliate, sorprendenti. Questa volta, però, la storia d’amore e coniugale di Nick e Amy, che coinvolge perché richiama eventi di cronaca nei quali prende risalto il fenomeno della violenza sulle donne, è forse troppo costruita e contorta, tanto da apparire irreale. È un romanzo in cui c’è troppo. Anche troppe riflessioni che si vorrebbero evitare.
Confesso di essermi un po’ persa con i troppi dettagli e forse, proprio per questo motivo, ne ho apprezzato meno la lettura.
Il tema principale, l’amore, è espletato nella maniera più approfondita che abbia mai incontrato durante le mie letture sull’argomento. Forse anche troppo.
In amore, entrambi i partner dovrebbero essere al loro meglio in qualunque momento per poter non far venir meno la scintilla che ha portato a generare il sentimento. L’amore incondizionato è amore indisciplinato, e come tutti abbiamo potuto vedere nelle nostre esperienze, anche personali, l’amore indisciplinato è disastroso a tutti gli effetti. Da questo punto di partenza, viene spiegata la natura dell’amore, nella visione dei personaggi della Flynn. In teoria si dovrebbe amare il partner, malgrado le sue inadeguatezze e nonostante le sue stravaganze. Ma è evidente che nessuno dei due protagonisti ci riesce, e questo fa supporre che tutti si sbaglino quando parlano dell’amore. In realtà, in amore, ognuno deve sottostare a molte condizioni che possono provocare problemi e incrinare il rapporto di coppia, dopo aver compromesso il sentimento. La storia d’amore dei due viene indagata in profondità, giorno dopo giorno e con il progredire delle indagini, fino ad un plateale colpo di scena che ribalta la situazione di partenza e le aspettative del lettore che si trova dinanzi ad un prodotto editoriale nuovo nel suo genere.
Se dalla creatività di uno scrittore si cerca di intuire la personalità reale, nascosta dietro al nome, con Gillian Flynn forse è meglio non interrogarsi troppo.
Sicuramente, questo libro porta a guardare al di là delle apparenze di una coppia e a mettere in discussione l’opinione che ognuno di noi ha della storia che vive.
I giochi psicologici che ruotano nella dinamica di coppia ci portano ad interrogarci prima su chi è il marito e su cosa può aver commesso. Poi è la volta della moglie e le riflessioni si ribaltano sconvolgendo nel profondo anche il lettore.
Fantastico nell’articolazione della trama, ricca di suspense, caratteristica primaria dei thriller, altamente psicologici, della Flynn, ma forse troppo sconvolgente per chi vuole vivere la propria storia sentimentale senza doversi porre troppe domande su se, come e perché.

“Mi hanno sempre detto che l’amore dovrebbe essere incondizionato, così è la regola. Ma se l’amore non ha confini, né limiti, né condizioni, perché uno dovrebbe sforzarsi di comportarsi bene? Se io so di essere amata qualunque cosa accada, che gusto c’è?”

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200
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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Gennaio, 2015
Top 10 opinionisti  -  

Il passato nel bunker

IL BUNKER è un sorprendente romanzo d’esordio nel thriller di una scrittrice italiana, VIVIANA DE CECCO, sicuramente poco nota ancora per poco, alla luce di questo eccellente risultato.
La storia prende avvio dal ritrovamento di resti umani, vicino ad un vecchio bunker della prima guerra mondiale, abbarbicato sulle montagne e affacciato sul fiume Tagliamento. È un luogo quasi segreto, dove le vicende storiche non hanno generato un fenomeno turistico di massa e dove la desolazione dei piccoli centri italiani si mescola ai racconti leggendari sui fantasmi dei soldati che nel bunker hanno trovato rifugio. Ma quel bunker, perfettamente conservato nel tempo, è qualcosa di più per sette persone autoctone, che l’hanno vissuto come un ritrovo spensierato durante il loro periodo adolescenziale.
Solo quelle sette persone, a distanza di anni, vedono in quel posto un luogo, non più tranquillo, ma trasfigurato dal tempo del ricordo e dal pericolo di essere smascherati per il loro patto mortale.
La storia si compone di pochi personaggi, ben caratterizzati, le cui vite ruotano intorno a quel paesino in provincia di Udine.
La trama è un crescendo di suspense, man mano che i misteri vengono chiariti. Non manca l’azione di alcune scene al cardiopalma, giungendo ad un risultato ottimale per un thriller dal retrogusto noir.
Consigliato!

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Romanzi erotici
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Pupottina Opinione inserita da Pupottina    29 Dicembre, 2014
Top 10 opinionisti  -  

Gay felici ma discreti

E siamo a tre per S.M. MAY e la sua Lara Haralds. Entrambe non hanno problemi con l’amore che rompe gli schemi ed esiste al di là delle classiche restrizioni sociali e morali. “Tu puoi vivere comunque, a prescindere dal fatto che quelli che ti interessano ti accettino o meno.”
Dopo aver amato i primi due della serie The Strange Matchmaker, CAMBIO GOMME e NEVE FRESCA, ritrovando gli stessi personaggi, in maniera approfondita, non potevo non apprezzare.
Come nei perfetti romance, anche qui, in GHIACCIO SALATO, c’è la “regina della serie”, Lara Haralds in una sorta di cameo appearance, che la vede indaffarata nella ricerca dei regali natalizi e, come sempre, accompagnata dai suoi amici e pronta a dare amorevoli consigli.
Questo romanzo, dunque, oltre che dall’amore man to man, è permeato anche dallo spirito natalizio.
Dopo l’inizio tormentato di questo romanzo #3, nel quale vengono narrati i precedenti Natali, che hanno segnato una svolta, in casa Foreman e Decant, episodi indispensabili per comprendere la psicologia dei personaggi, Terence e Sebastian ritornano al giorno d’oggi, giusto nell’ultimo mese del 2014, per tirare le somme della loro storia d’amore. Se la passione non si è spenta, però, va ridefinita e chiarita la situazione sentimentale.
Forse questo #3 è meno eroticamente disinibito rispetto alle precedenti, ma è intensamente impegnato nella caratterizzazione psicologica dei personaggi e più consono al periodo natalizio. GHIACCIO SALATO racconta meravigliosamente l’amore che non risente dei limiti e delle avversità.
Una lettura perfettamente romantica, ardente di sentimenti forti ed in linea con il Natale e con le splendide grandi storie d’amore. “L’amore è tornato a Cold Lake e Natale sta arrivando. Ma la felicità non è un pacco già pronto sotto l’albero.”

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CAMBIO GOMME e NEVE FRESCA
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120
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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Dicembre, 2014
Top 10 opinionisti  -  

Sheldon Horowitz

Un libro vincitore di così tanti autorevoli premi (ECONOMIST TOP FICTION libro dell’anno, FINANCIAL TIMES best book dell’anno, GUARDIAN best crime e thriller dell’anno, KIRKUS REVIEWS best crime dell’anno) non può non suscitare interesse. Annoverato tra i migliori crime e thriller dell’anno, colpisce anche per il titolo inglese “Norwegian by night” che in italiano appare altrettanto forte ed interessantissimo: UNO STRANO LUOGO PER MORIRE. È il romanzo d’esordio di Derek B. Miller ed è un thriller, ma anche una commedia umana, una parabola politica, con un memorabile personaggio, Sheldon Horowitz. È americano. È ebreo. Ha ottantadue anni. È un vedovo in pensione. È un marine. Ha l’Alzheimer. Grazie a tutte queste caratteristiche, risulta un personaggio grandiosamente unico, cui ci si affeziona come ad un nonno.
Sheldon Horowitz è anche questo: è il nonno un po’ svampito di Rhea. Quando lei gli ha chiesto di trasferirsi in Norvegia, con lei e suo marito Lars, Sheldon le ha risposto: «Cosa ci verrei a fare?».
Ma al cuore, come alla famiglia, non si comanda ed è così che inizia l’ultima avventura di un ottuagenario che assiste ad un crimine, l’omicidio di una donna, e decide di mettere il salvo il suo figlioletto di otto anni, come non ha saputo tenere suo figlio alla larga dai mortali pericoli della guerra.
È un romanzo avvincente, interessante e che sa commuovere. La realtà, a volte, è quella della mente distorta dalla vecchiaia di Sheldon, dove i ricordi non sempre combaciano con le verità che ha raccontato o i segreti che ha voluto nascondere; altre, è quella della nipote che ha vissuto una storia diversa, crescendo con le cure amorevoli dei nonni americani.
Sheldon Horowitz è un personaggio complesso, grazie ai contrasti della sua mente che lo portano a confondere i ricordi, a distorcerli, a mescolarli con la sua realtà, di cui fanno parte anche i fantasmi del suo passato. È una storia esistenziale dentro altre storie, dove i racconti biblici si affiancano ai quelli di guerra, dove le crudeltà subite dal popolo ebraico si confondono con le atrocità delle guerre del presente, dove c’è sempre un cattivo pronto ad uccidere una madre per portarle via il figlio.
È un romanzo eccezionale, un’opera letteraria mascherata thriller, di cui si raccomanda vivamente la lettura.

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