Opinione scritta da Sara S.
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serie Hunger Games, vol. 1
"Hunger Games" è un libro Young Adult distopico, ambientato nel futuro post bellico e post apocalittico, in una zona imprecisata degli Stati Uniti del futuro (ora chiamati Panem) divisi in 12 Distretti (ogni distretto deve provvere a una certa attività) e governati dalla tirannica Capitol City (il cui unico riferimento geografico ci fa capire che si trova nella zona delle Montagne Rocciose). Katniss, la protagonista sedicenne di questo libro, vive nel Distretto 12 (come collocazione geografica sembra trovarsi nella zona degli Appalachi, dove ci sono dei vasti giacimenti di carbone, forse in West Virginia?) che si occupa dell'estrazione del carbone. Le attività che i distretti svolgono sono diretti solo ed esclusivamente al fabbisogno di Capitol City, e nessuno dei lavoratori può permettersi di tenere per sé il frutto del proprio lavoro, con il risultato che gli abitanti dei Distretti sono tutti molto poveri e patiscono la fame. Ma come si vedrà successivamente leggendo il libro non tutti i Distretti hanno però lo stesso trattamento. Alcuni sono visti più di buon occhio dalla capitale e quindi hanno dei favoritismi, mentre il Distretto 12, è invece tra quelli più poveri e più oppressi. Successe però (74 anni prima dello svolgersi della storia) che i Distretti si ribellarono alla capitale uscendone sconfitti. Capitol City per punirli del loro tentativo di tradimento organizzò quindi gli "Hunger Games". Di cosa si tratta? Gli "Hunger Games" (che tradotto significa "giochi della fame") sono un crudele reality show i quali partecipanti si sfideranno (all'interno di un'area circoscritta e all'aperto) in una lotta all'ultimo sangue. Solo un partecipante vincerà, l'unico a sopravvivere! I partecipanti vengono pubblicamente sorteggiati in ogni Distretto tra i ragazzi dai 12 ai 18 anni e in ogni Distretto deve avere due partecipanti, un maschio e una femmina. Katniss, che per sfamare sua madre e la sua sorellina deve andare a caccia tutti i giorni, è ormai abituata ad una vita piena di privazioni, ma il giorno della mietitura (giorno dell'anno in cui vengono sorteggiati i due tributi che dovranno partecipare al reality) quando sente sorteggiare il nome di sua sorella appena dodicenne si offre immediatamente volontaria. Sa che le speranze di riuscire a vincere il reality e quindi di rimanere in vita sono pochissime (in 73 anni di Hunger Games solo due concorrenti del loro Distretto sono riusciti a vincere), ma sa anche che le possibilità di sua sorella sarebbero nulle, mentre lei, già abituata a cacciare, qualche misara speranza ce l'ha. Che i settantaquattresimi Hunger Games abbiano inizio!
Devo ammettere che questa storia è stata capace di coinvolgermi fin dalle primissime pagine. Amo le ambientazioni distopiche e quella ricreata da Suzanne Collins ha davvero una marcia in più, risultando al tempo stesso affascinante e molto inquietante (un connubio che adoro!). Ho terminato di leggere il primo capitolo ed ero talmente pietrificata da quello che avevo letto che ho dovuto aspettare un po' per avere il coraggio di proseguire. Il personaggio di Katniss l'ho trovato l'emblema della perfetta protagonista (quel tipo di personaggio che vorrei ritrovare ovunque): carismatica, dal carattere forte ma che rivela anche tanta umanità e vulnerabilità in alcune occasioni: io l'ho adorata in tutto e per tutto! Un po' meno mi è invece piaciuto il personaggio di Peeta, quel suo amore l'ho trovato quasi inaccettabile nel contesto in cui si trovava, poco umano in realtà. Ma mi fermo qui per non rivelare troppo sullo svolgersi della storia. Vi basti sapere che "Hunger Games" è un libro originale, appassionante, emozionante e dalla trama, a mio avviso, straordinaria! Al suo interno non mancano l'azione, l'introspezione e i momenti toccanti (nella scena di Rue ho pianto come una fontana). In più fa anche riflettere, perché il gioco descritto nel libro è uguale in tutto e per tutto ai reality show che sono soliti trasmettere nelle tv di tutto il mondo. Solo un piccolo particolare è diverso: la morte dei partecipanti.
Primo di una trilogia di cui in Italia sono stati pubblicati i primi due libri (il cui secondo, "La ragazza di fuoco", lo leggerò prossimamente) "Hunger Games" sarà anche presto un film. Nel 2012... non vedo l'ora!
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un'atmosfera magica a tinte fosche
Molti anni fa ho visto la trasposizione cinematografica di questo romanzo e devo dire che sono stata molto combattuta se leggere il libro o meno. Mi sono decisa solo adesso perché, appunto che sono passati molti anni, del film ne ho un ricordo ormai vago e confuso. Comunque, anche dal poco che mi ricordavo, appena lette le prime pagine mi è subito apparso chiaro che libro e film sono molto diversi, e da una parte ne sono stata contenta: odio leggere libri di cui conosco già a grandi linee la trama. "Chocolat" il romanzo, mi è apparso subito di ambientazione più cupa del film, con un'atmosfera magica a tinte fosche che nel film proprio non mi ricordavo. Inutile dire che è stato amore a prima vista (ops, a prima lettura!). Ho infatti adorato tantissimo l'atmosfera che sprigiona il libro. Joanne Harris ha uno stile narrativo unico, che rapisce, coinvolge; le descrizioni sono poetiche e vivide. E' un romanzo capace di dare forti emozioni. La narrazione in prima persona cambia punto di vista ogni tanto e dalla protagonista Vianne, si sposta al prete Francis Reynaud, una particolarità che ho apprezzato. La storia alterna momenti di felicità, speranza, tristi ricordi e dramma. Affronta tematiche le tematiche difficili dei legami affettivi con persone e animali e fa riflettere sulla vecchiaia, l'accanimento terapeutico e la morte, ma lo fa in maniera talmente lieve, leggera, la narrazione non risulta mai faticosa. E poi, naturalmente, c'è una forte componente culinaria, dove la Harris da sfogo al proprio amore per il cibo e lo fa diventare parte integrante e fondamentale di tutta la storia. Durante la lettura è inevitabile farsi venire l'acquolina in bocca, tra cioccolata calda di tutti i tipi, praline, boeri, eclaires, frutta candita ricoperta, crepes, meringhe, pan di zenzero, pain au chocolat, croissant, marrons glaces, fonduta al cioccolato.... basta, mi fermo qui che mi sta venendo troppa fame!!!!! Sappiate solo che "Chocolat" non è solo un romanzo da leggere, con una storia bellissima che fa divertire e commuovere, ma è un romanzo da gustare (e anche gli amanti dei cibi salati non verranno delusi)!
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mi aspettavo qualcosa di diverso, non mi ha convin
Attirata da titolo, copertina, e recensioni positive che leggevo in giro, devo ammettere di essere rimasta delusa da questo romanzo. La tematica trattata è molto triste: Zoe, la protagonista, sta vivendo un periodo bruttissimo della sua vita. Sua madre è gravemente malata all'ospedale e probabilmente morirà. Suo padre, preso dalla malattia della moglie, non si cura più di lei. La sua migliore amica di sempre sta per trasferirsi in un'altra città, molto lontano. Zoe vaga nella sua disperazione e tutta l'ambientazione della storia assume una visione cupa e sfocata. Sembra di stare costantemente immersi nella nebbia. Il suo incontro con Simon, vampiro centenario in cerca di vendetta, movimenterà quel brutto periodo della sua vita.
Pensavo che questo incontro avrebbe creato una svolta nella storia, ma in realtà è solamente un diversivo, un'esperienza che in definitiva non cambierà nulla nell'esistenza di Zoe.
Come romanzo è molto breve e forse è per questo che non è riuscito a convincermi. Ho trovato tutto troppo abbozzato, troppo superficiale. Si svolge tutto velocemente e in maniera meccanica... risulta poco credibile. L'incontro tra Simon e Zoe è freddo, non lascia trapelare nessuna emozione. Anche il finale mi ha delusa parecchio. Finisce tutto nel giro di un paio di pagine e mi ha dato l'impressione che l'autrice non vedesse l'ora di terminare. Chiuso il libro mi è rimasto solo un fastidioso e vaquo senso di tristezza. Come storia l'ho trovata inutile, non aggiunge nulla al panorama letterario urban fantasy, e non l'ho trovata nemmeno particolarmente originale. Intendiamoci, l'autrice ha uno stile di scrittura scorrevole e che non annoia, solo che sia a livello di trama che di caratterizzazione personaggi ho trovato moltissime carenze. Forse sarà a causa del fatto che questo libro è stata la sua opera prima? Il dubbio mi rimane... e sicuramente un'altra possibilità gliela darò.
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tante pagine per una storia evitabile
Mi sono convinta a leggere questo libro spinta dalle millemila recensioni positive che popolano la rete e anche dal fatto che è da poco uscita nelle sale cinematografiche la sua trasposizione. Tanto per dare una panoramica generale della storia premetto che questo bel tomone di quasi 500 pagine parla solo ed esclusivamente della vita di due personaggi: Dexter e Emma. Il tutto si svolge nell'arco di un ventennio e ogni anno è raccontato facendo riferimento ad un solo ed unico giorno: il 15 Luglio. Questa data, che segna il loro primo incontro, sembra essere un anniversario importante e ricorrente ed è il fulcro sul quale gira tutta la trama del libro.
Inizialmente il libro parte con delle premesse molto buone: l'idea del "giorno" che cambia le loro vite è un'idea originale e, accompagnato da uno stile di scrittura scorrevole e lievemente ironico, può dare veramente l'impressione di avere a che fare con una storia appassionante e indimenticabile. Purtroppo, il mio entusiasmo iniziale viene smorzato a mano a mano che proseguo la lettura. Le vicende di questi due personaggi (con i loro alti e bassi, i loro cambi repentini di umore, il loro continuo rincorrersi, desiderasi e respingersi...) dopo un po' mi hanno annoiata. Sembra quasi di avere a che fare con una ripetitiva danza rituale del corteggiamento, un tira e molla continuo, una continua esasperazione. Ok, questa è la vita (NO-IO-SA) di due persone comuni, piene di difetti come tutto il genere umano e che conducono una vita più o meno ordinaria senza troppi colpi di scena. Mi rendo conto che non è il mio genere letterario preferito, ma continuo la lettura in attesa di un qualcosa che mi faccia cambiare idea. Penso: ci sarà un motivo per il quale un autore con uno stile di scrittura interessante come Nicholls abbia deciso di raccontare tutta questa mattonata pseudo-sentimentale. Ed ecco che nelle ultime cento pagine arriva l'agognato colpo di scena che sarà capace di dare la mazzata finale a tutti i lettori che fino ad ora hanno amato la storia e questi due personaggi. Tutto ciò mi è sembrato un brutto dejà vu del libro "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo": un colpo di scena posizionato ad hoc per far scendere la lacrimuccia. Ma per me un colpo di scena deludente e patetico. Niente da fare, questo libro non è stato minimamente capace di coinvolgermi. I due personaggi non sono stati capace di conquistarmi.
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protagonista è il silenzio
A volte ci troviamo davanti a bivi che cambieranno il corso della nostra vita. Dalla nostra scelta potrebbe dipendere non solo il nostro futuro, ma anche quello delle persone che amiamo. E' quello che accade a David, dottore e neopadre, che in una notte durante una bufera di neve assiste al parto della moglie. In clinica ci sono solo lui e l'infermiera, nessun altro. E quando scopre che i bambini sono due, un maschio e una femmina, e che la femmina ha la sindrome di down, si trova da solo ad affrontare tutte le sue paure. Sono gli anni '60 e la sindrome di down è ancora poco accettata dalla società. David, nei minuti che seguono il parto, decide di proteggere sua moglie, di non darle dispiaceri e si prende la responsabilità di fare una scelta senza neanche interpellarla credendo che sia la soluzione migliore per tutti. Affida la bambina all'infermiera, le ordina di portarla via, lontana, in qualche istituto apposito, che sua moglie non lo deve sapere mai. Ecco la scelta che gli cambierà per sempre la vita. Una scelta che innescherà una serie incessante di bugie, una più grande dell'altra per nascondere quel terribile segreto per il quale ormai non si può più tornare indietro. David agisce d'impulso, non pensa "all'effetto onda", alle ripercussioni sulla sua vita futura. Ripercussioni che lo porteranno a chiudersi sempre di più in sé stesso, innalzando una barriera tra lui e la sua famiglia. La moglie che sembra ossessionata da questa figlia "nata morta" (o così crede); il figlio che privato dalla sua gemella cresce con troppa pressione addosso, come se dovesse dimostrare di valere per due. Tutti i buoni propositi famigliari di David sembrano essere destinati a fallire, la scelta presa lo tormenterà per sempre. E intanto Phoebe, la bambina down, crescerà ignara di tutto in un "universo parallelo".
Prima di affrontare questo libro mi ero immaginata, come penso anche molti altri lettori, che l'argomento principale fosse la vita di questa bambina affetta da sindrome di down. Invece, andando avanti con la lettura, si capisce che questo argomento viene raccontato un po' di striscio e che le intenzioni dell'autrice sono invece quelle di focalizzare l'attenzione sulla vita di David e sulla sua famiglia apparentemente perfetta. Risulta quindi un romanzo piuttosto introspettivo, il cui fine è quello di analizzare le conseguenze delle decisioni, il senso di colpa protratto nel tempo, il raffreddarsi dei rapporti famigliari dinnanzi al pesante silenzio che li cincorda fino a quasi inghiottirli. E' il silenzio infatti il vero protagonista di questo libro. Un silenzio che da entità astratta e impalpabile si trasforma in qualcosa di tangibile, ingombrante, denso come gelatina e fosco come la nebbia. Il ritmo narrativo, nonostante la scrittura scorrevole, appare un po' lento, intervallato da qualche parentesi di ossigeno puro in cui il punto di vista cambia da David alla più allegra e spensierata vita di Phoebe. Nelle ultime cento pagine si assiste poi ad alcuni momenti drammatici che sono capaci di commuovere lievemente, senza esagerare. Malgrado mi fossi avvicinata a questo libro con un'idea completamente diversa, devo ammettere che il mio giudizio a riguardo è parecchio positivo. Per tutta la durata della lettura pensavo di dargli come voto quattro stelline (mi sembrava un buon romanzo, ma non del tutto soddisfacente), ma ora che l'ho ultimata e che ci ho riflettuto sopra mi sono accorta che a freddo il mio giudizio è addirittura migliorato, perché sono riuscita a cogliere delle sfumature e dei significati nascosti che subito, presa dalla mia brama di sapere come sarebbe finita, mi erano sfuggiti. Sicuramente non è un libro per tutti, nel senso che chi cerca una trama avvincente, e per giudicarla si basa solo sullo scheletro della storia, ne rimarrà deluso. Questo è invece un tipo di romanzo molto riflessivo, da gustare nei particolari e da metabolizzare a lungo una volta terminato.
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Un'avventura piratesca che entra nel cuore
Fin da quando ho visto questo libro in vendita in libreria ero curiosissima di leggerlo perché, oltre ad avere una veste grafica gradevole ed accattivante, sono sempre stata attratta dai libri voluminosi e questo, non c'è alcun dubbio, lo è! Subito però devo ammettere che ero un po' restia ad affrontarlo. Non sono un'appassionata di romanzi rosa, e mi spaventava un po' il fatto che venisse definito come "romance storico"; avevo paura di ritrovarmi davanti un mattone sentimentale melenso e pieno di scene amorose. Con mio sommo sollievo ho invece constatato che questo romanzo è parecchio versatile e riesce a soddisfare i gusti più disparati. Lo stile di scrittura dell'autrice (che, a discapito del nome, è italianissima) è superbo e ha una padronanza di linguaggio lodevole. La narrazione è infatti precisa, lineare, descrittiva al punto giusto e ricca di vocaboli tecnici ricercati che lasciano intendere un'accurato studio e un grande lavoro alle spalle. Fin dalle prime pagine di lettura la sensazione è stata di una full-immersion totale nel 1600 e di vivere le avventure dei protagonisti. Difficilmente un libro è scritto così bene da farmi immedesimare a tal punto, ma questo lo fa con estrema maestria e, considerando che è stato scritto nel ventunesimo secolo, trovo che sia ancora più straordinario. La storia è molto appassionante, ricca di avventura e di azione, tantissimi intrecci e colpi di scena. La scene romantiche ci sono, ma riescono a coesistere benissimo nel contesto storico-avventuroso-piratesco senza mai prevaricare sul resto e risultare eccessive. Ne risulta un romanzo ben bilanciato, una lettura gradevole che accompagna il lettore per più di 800 pagine senza annoiare. In particolare, le ultime 200 pagine, le ho divorate in un giorno perché trasmettevano una tale carica di emozioni e tensione che è stato proprio impossibile chiudere il libro prima di averlo terminato. So che sul finale sono state perpetrate delle critiche. Certamente alcune lettrici avrebbero preferito una variante molto più scontata e banale, ma secondo me l'autrice ha fatto benissimo a non cedere ad un ovvia conclusione e a dare quel pizzico di pepe in più che la arricchisce ulteriormente. Inoltre, non posso fare a meno di tessere le mie lodi anche per i personaggi, che sono tutti davvero ben descritti, sia i più amabili che i meno amabili. La protagonista Corinna e il coprotagonista Dorian sono due personaggi che mi hanno ispirato tantissima stima e simpatia; ho provato per loro un affetto sincero. Sono rimasta veramente soddisfatta da questa lettura e la consiglio a tutte le donne, amanti del romance e non.
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una perfetta e inquietante cittadina americana
Haven Woods è una cittadina inquietante. All'apparenza può sembrare un'ottimo posto in cui vivere, un luogo tranquillo per le famiglie felici e normali che si vedono negli spot pubblicitari. Ma poi, a osservarlo bene è tutto così silenzioso... immacolato... deserto! Sembra quasi che non ci abiti nessuno, o forse sono tutti rinchiusi in casa per la paura?
Paula non vede la madre da dodici anni, è stata allontanata da casa appena sedicenne, quando rimase incinta, e quel giorno successero eventi talmente drammatici che non vuole neanche ricordare. Fino ad allora si era sempre trovata bene ad Haven Woods, era stata felice, e non ha idea del perché sua madre non la vuole più vedere. Lei e sua figlia Rowan, ormai adolescente, vivono in città, un luogo squallido e pericoloso, hanno pochi soldi e il lavoro è sempre precario, così quando un'amica di sua mamma la chiama per dirle di tornare a Haven Woods che sua madre è stata ricoverata in ospedale per un malore, Paula non ci pensa due volte ed accetta subito. Ma sua madre, ospite del singolare ospedale del paese, senza dipendenti né dottori e né altri pazienti, non sembra affatto contenta di vederla, e tenta in tutti i modi dal dissuaderla dal rimanere. Quale segreto nasconde Haven Woods?
Sono rimasta soddisfatta dalla lettura di questo libro, è una storia abbastanza impegnativa, nel senso che la si deve leggere con mente attenta perché ci sono parecchi misteri da scoprire e subito non si riesce a capire quasi nulla di ciò che accade. La narrazione in terza persona cambia spesso punto di vista e inizialmente può sembrare che la trama sia ostica e ingarbugliata, ma poi, se si ha pazienza, tutto si sistema. Come tessere di un puzzle infatti, le nozioni che si riescono a recepire pagina dopo pagina sono prima molto poche e poi si intensificano finché piano piano non si riescono a incastrare le une nelle altre alla perfezione. Personalmente questo espediente narrativo mi è piaciuto molto perché ha fatto sì che la mia curiosità nei confronti del libro rimanesse sempre alta e non ho avuto proprio modo di annoiarmi. In più, le ultime cento pagine sono a dir poco adrenaliniche, da leggere tutte d'un fiato perché il concatenersi degli eventi è molto veloce e i colpi di scena e le sorprese non mancano! L'autrice ha saputo creare una storia adulta, con elementi paranormali e horror, ma vi è anche qualche piccolo accenno di romance che serve a stemperare la tensione e accontenterà le lettrici romantiche. L'unica cosa che non ho apprezzato in questo romanzo, l'unica che mi è sembrata assurda e avrei volentieri cambiato, è il ruolo interpretato dai gatti. Qui sono visti come esseri subdoli e crudeli, e forniscono la classica immagine del gatto come incarnazione del demonio. Amando alla follia i gatti, vivendoci a contatto quotidianamente, mi sono sentita tirata in causa in prima persona e ho trovato questo aspetto davvero ridicolo e improbabile. Se ci sono animali che non mi incutono nessunissimo terrore e che non ho mai visto comportarsi in maniera aggressiva nei confronti delle persone sono proprio i gatti. Ma vabbè, d'altronde è un libro con parecchi elementi di fantasia e non deve per forza rappresentare la verità delle cose.
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serie Promessi vampiri, vol. 2
E' sempre difficile realizzare il seguito di un libro, specialmente se quel libro ha avuto uno straordinario successo come è stato per "Promessi vampiri". Io ne ero rimasta entusiasta e deludere le mie aspettative sarebbe stato molto facile. Ma l'autrice è stata capace di rinnovare completamente la storia, ed è riuscita nuovamente a fare centro. "Promessi vampiri. The dark side" è un libro di crescita, con un'atmosfera molto più cupa del precedente e una storia meno giocosa e rilassata. Vedremo Jessica/Antanasia alle prese con la sua nuova vita da principessa, lontana dall'affetto dei suoi genitori adottivi, in mezzo a personaggi ostili e pericolosi, che parlano una lingua a lei sconosciuta e non vedono l'ora di toglierla di mezzo. La nostra eroina sarà messa a dura prova da avvenimenti poco lieti, ma solo quando capirà che la vita del suo amato Lucius è in pericolo troverà la forza per reagire e comportarsi da vera vera principessa e futura regina. E ad aiutarla questa volta ci saranno anche Raniero (una new entry), il cugino italiano di Lucius dal torbido passato e Mindy (la sua migliore amica di sempre), che nel libro precedente le era stato dato poco spazio, ma che in questo invece avrà un ruolo molto importante nella storia. E' stata una bellissima idea quella di dare modo al lettore di conoscere meglio il personaggio di Mindy, l'ho trovata una ragazza simpatica e leale, l'emblema dell'amica che tutti vorrebbero avere. La narrazione è in prima persona, principalmente raccontata secondo il punto di vista di Jessica/Antanasia, ma in alcuni capitoli il punto di vista si alterna con Mindy, una novità rispetto al precedente libro, che ho apprezzato tantissimo; in altri capitoli invece si assisterà alla corrispondenza (via mail o via lettera) tra Lucius e Raniero. Amo questo espediente per dare voce contemporaneamente a più personaggi, penso che alleggerisca molto la tensione causata dagli avvenimenti del libro e riesca a renderlo fresco e scorrevole. In definitiva infatti questo libro ha dei contenuti molto più maturi e tratta tematiche molto più serie, ma riesce a mantenere alto l'umore del lettore e non perde il velato e gradevole umorismo che lo contraddistingueva. Devo ammettere che in alcuni punti lo sviluppo della storia è intuibile, ma non mancano le sorprese e i colpi di scena. Fino alla fine non si può dare nulla per scontato. Per la seconda volta confermo il mio giudizio super-positivo, facendo entrare ufficialmente questa serie tra le mie preferite del vastissimo panorama letterario vampiresco young adult!
PS= Il libro contiene, a mo' di prefazione, il romanzo breve "The wedding", ovvero il matrimonio tra Lucius e Jessica, che era uscito l'anno scorso in formato ebook ma non in cartaceo. Acquistando questo libro si avrà quindi il vantaggio di ottenere due romanzi in uno!!! So che molti fan della serie lo avevano già letto, ma io, non essendo particolarmente amante degli ebook, avevo atteso con la speranza che uscisse in cartaceo ed è stata una piacevolissima sorpresa trovarlo qui!
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Sospeso tra sogno e realtà...
Il titolo di questo libro può portare alla mente parecchi déjà vu. La parola "diari" (o "diario") negli ultimi anni è stata usata a sproposito molte (troppe) volte per intitolare libri dai contenuti più disparati. Sembrava quasi una moda. Questa volta no. "I diari della falena", traduzione letterale dell'edizione in lingua "The Moth Diaries", si intitola così proprio perché (finalmente) il libro è scritto sotto forma di diario. L'ambientazione è negli anni '60. La voce narrante in prima persona (della quale non si conoscerà mai il nome) è una ragazza di 16 anni che frequenta il terzo anno di liceo in un collegio per ragazze. Nel suo diario narrerà da Settembre a Maggio la sua vita quotidiana all'interno del collegio, tutti i suoi pensieri e tutto ciò succede, che vede, sente o immagina fuori e dentro la struttura scolastica. Io amo i libri scritti sotto forma di diario, perché mi danno sensazioni più "vere" e più "forti" e questo libro non fa eccezione. Il ritmo narrativo è a volte cadenzato e poetico, a volte meccanico e veloce, come tutti i diari del resto, ma l'ho trovato molto gradevole. La storia parte pacata, in sordina, e sembra non succedere mai nulla di significativo, ma è interessante assistere alla quotidianità del collegio, assistere alla descrizione di quelle giornate apparentemente tutte uguali, scandite da prestabiliti rituali e dai suoni della campanella ad orari ben precisi. La protagonista giorno dopo giorno nota che Lucy, la sua migliore amica, le dedica sempre meno tempo e lo trascorre sempre più frequentemente in compagnia di Ernessa, una nuova allieva, molto misteriosa e riservata. Sarà la gelosia nei confronti di Lucy che la porterà ad osservare costantemente Ernessa e la porterà a notare che in lei c'è qualcosa di strano. I suoi movimenti, le sue abitudini, le sue caratteristiche fisiche... tutto in lei è diverso dalle altre ragazze. Ma la cosa che la tormenta maggiormente è che Lucy si allontana da lei sempre di più, Ernessa la sta circuendo, e non c'è nessuno in tutta la struttura collegiale a capirlo e ad accorgersi che Ernessa non è umana ed è molto pericolosa.
Nelle pagine di questo diario più si va avanti con la lettura e più si percepisce l'inquietudine e il tormento della protagonista. A volte le sue riflessioni appaiono confuse come in un sogno e neanche lei ad un certo punto riesce bene a capire ciò che è reale e ciò che non lo è. Inoltre, è sempre presente in lei un radicato sentimento di tristezza, causatole dalla morte per suicidio del padre tre anni prima. Un trauma che si trascina dietro senza riuscire a superare. Ciò che succede nel collegio non fa altro che acuire il suo dolore e portarla a pensare sempre più spesso al suo passato. E nel frattempo nel collegio avvengono episodi drammatici uno dietro l'altro e non c'è nessuno ad accorgersi che dietro a tutto ciò si cela Ernessa. Anzi, pensano che sia lei la persona da dover evitare e che la sua ossessione per Ernessa la stia facendo uscire di testa. Solo dopo l'ennesimo episodio drammatico la protagonista cercherà realmente di reagire e mettere fine alla scia di dolore e orrore che è stata trascinata nel collegio per tutta la durata dell'anno scolastico.
Ritengo che questo libro sia molto difficile da comprendere, perché vi è al suo interno una complicata analisi psicologica della protagonista, e dietro al lato sovrannaturale, che comunque ho trovato molto ben descritto e ben riuscito nel contesto della storia, si cela un qualcosa di molto più tortuoso e poliedrico di ciò che potrebbe apparire da una lettura superficiale. Non è un romanzo per tutti, e trovo riduttivo definirlo come un romanzo per adolescenti dai contenuti banali, perché per me non è affatto così. Io l'ho trovata una storia profonda, inquientante, disperata e drammatica, che mi ha fatto riflettere. Certo, è stato frustrante sul finale non riuscire bene a capire come sono andate davvero le cose. La narrazione rimane volutamente sospesa in una sorta di limbo tra sogno e realtà. O forse è la mente deviata della protagonista ad avere immaginato tutto? Mi sono lambicata più volte il cervello per cercare di capire meglio il messaggio che voleva trasmettere; in parte mi sembra di essere arrivata ad una soluzione, ma in parte non ne sono sicura. Indubbiamente questo è uno di quei romanzi del quale non mi dimenticherò tanto facilmente!!!
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Serie Iris, vol 2
Parto dalla premessa che ho letto da poco il primo volume di questa serie (Iris. Fiori di cenere) e ne ero entusiasta, soprattutto per la trama originale, e non vedevo l'ora di leggere il libro successivo. Mi ero però presa alcune riserve per quanto riguarda lo stile di scrittura, che, anche se buono, mi era apparso un po' adolescenziale. Da "Iris. I sogni dei morti" mi aspettavo quindi una storia piacevolissima ed appassionante ma al livello della precedente per quanto riguarda la narrazione. Devo però ricredermi. "Iris. I sogni dei morti" non solo non delude, ma addirittura va assolutamente al di là di tutte le aspettative che avevo nei suoi confronti. Non solo la storia è appassionante e piacevole come il volume precedente (e pure di più), ma lo stile narrativo è maturato! Inutile dire che ne sono rimasta pienamente soddisfatta! In questo nuovo episodio della serie i problemi di Thara, che nel precedente libro sembravano quasi risolti, subiranno una improvvisa impennata e si ritroverà in guai molto più grandi e pericolosi di prima, che coinvolgeranno da vicino anche i suoi amici Leonard, Christine, Nate e qualche new entries gustosissima di cui però non vi rivelererò nulla per non guastarvi la sorpresa. Anche le priorità sull'ambientazione cambiano, perché se nel libro precedente era dato molto spazio al Cinerarium, il mondo parallelo fatto di cenere dove trovano riposo gli oggetti bruciati e le anime tra la vita e la morte, questa volta la maggior parte dell'ambientazione sarà urbana, sia sopra che nei sotterranei, facendo anche virare il genere del libro da urban fantasy a urban fantasy con sfumature fantascientifiche e horror. In un'unica parola penso di poterlo definire: new weird. E per la prima volta compare nella storia la casa farmaceutica "Octagon corporation", che scopriremo essere invischiata e anzi, colpevole di tante cose brutte che accadranno. (Questo particolare mi ha fatto un tornare alla mente la "Umbrella corporation", famosa società biotecnica con ramificazioni farmaceutiche, informatiche e militari presente nei videogiochi e film "Resident Evil". E c'è anche somiglianza nei loghi delle 2 aziende: un ottagono a spicchi viola per la "Octagon" e un ottagono a spicchi bianchi e rossi per la "Umbrella". Ma fin'ora le affinità finiscono qui.)
"Iris. I sogni dei morti" è un romanzo decisamente adrenalinico, dallo svolgimento imprevedibile e con molti colpi di scena, adatto a quella tipologia di lettori, come me del resto, che si sono un po' stufati delle storie d'amore sdolcinate e fini a sé stesse. Anche nella serie Iris c'è una storia d'amore, ma viene ben bilanciata e non prevarica mai sul resto della trama. Dire che sono rimasta soddisfatta dalla lettura di questo libro è dire poco, l'ho trovato (quasi) perfetto. Probabilmente avrei dato il massimo dei voti se non fosse stato per il finale a cliffhanger. Eh, sì... anche se la curiosità è tanta e con un finale aperto me ne è venuta ancora di più, ammetto la mia cocente delusione nel rimanere lì, con l'ultima pagina del libro aperta a mezz'aria e la mente tormentata dai dubbi su cosa succederà. Sarà dura attendere un altro anno (e spero non di più!) per il seguito.
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quando la vita è una corsa... ad ostacoli
La lettura di questo libro l'ho trovata molto piacevole e rilassante. In realtà i temi affrontati non sono dei più leggeri, anzi, trattano situazioni davvero ostiche e drammatiche, ma l'autrice è bravissima ad entrare nella vita incasinata degli adolescenti, anche di quelli più problematici, e riuscire al tempo stesso a non appesantire mai la narrazione. Ho iniziato a leggere il libro ieri ed è scivolato via pagina dopo pagina senza che me ne accorgessi, al punto che ritrovandomi davanti solo le ultime 50 pagine mi sono imposta di fare una pausa e di terminare la parte più succosa del finale oggi. La scrittura in prima persona dal punto di vista della protagonista Kate è stata una scelta azzeccata che mi ha permesso di immergermi completamente nella storia e di provare anch'io le tante le tante emozioni contrastanti che le passavano per la mente. Ho trovato straordinario e fondamentale il personaggio di Teri, una ragazza apparentemente difficile e impenetrabile, ma che con il tempo si impara a volerle bene e a capirla; così come ho trovato doloroso ma altrettanto fondamentale il dramma centrale della storia, che è stato il vero punto di svolta nella vita della protagonista. Da qui in poi non sarà solo Kate a cambiare, ma anche la storia si trasforma da un efficace romanzo adolescenziale ad un altrettanto efficace romanzo di formazione. In definitiva ho trovato in questo libro tante qualità diverse: è introspettivo nei confronti dei personaggi, ma porta anche il lettore a riflettere; ha una trama molto interessante, che appassiona, stupisce, commuove e diverte; i personaggi hanno tutti caratteristiche interessanti, è facile affezionarcisi; e poi, cosa importante, intrattiene senza annoiare.
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- Wintergirls
Le parole non dette
Scritto in prima persona in tempo presente, inframmezzato da parecchie pause e da capitoli brevi, "Speak. Le parole non dette" ha una struttura narrativa particolare e capace di comunicare subito al lettore il messaggio di base del libro. Il disagio e il silenzio della protagonista sembra trapelare dalle pagine ancora prima di cominciare la lettura. Melinda Sordino, quattordicenne al primo anno di Liceo, ha un terribile segreto che non riesce a confessare a nessuno e che sarà causa del profondo mutismo nel quale si chiuderà, creando una profonda frattura tra lei e i suoi compagni di scuola, i suoi professori e i suoi genitori. La cosa che mi ha colpita tantissimo di questo libro, non è la scelta di Melissa di non volersi confidare con nessuno, ma il fatto che attorno a lei in realtà non ci sia nessuno veramente degno di ascoltarla. E' facile dire che la comunicazione è importante e che ogni problema va affrontato parlandone con una persona fidata, ma se invece sembra che qualcuno di fidato non ci sia? Le amiche di Melinda la snobbano immediatamente appena fiutano un cambiamento in lei, senza neanche darle una possibilità. I professori sono interessati solo ed esclusivamente al suo rendimento scolastico, punendola pesantemente per ogni suo sgarro, pensando a lei solo come un cervello da indottrinare di nozioni e non come a un essere umano. I suoi genitori, sempre troppo presi da loro stessi, non si preoccupano minimamente dal fatto che se loro figlia si comporta in maniera così diversa potrebbe esserci qualcosa che non va. Anzi, pensano che il suo modo di fare sia solo un capriccio senza senso da ignorare, che diventa una preoccupazione solo quando tutto ciò va ad intaccare la sua pagella. Melinda, se già era un po' introversa di carattere, di fronte a questo muro non riesce a far altro che chiudersi in sé stessa ancora di più e inizia ad analizzare tutto ciò che la circonda in maniera sarcastica, e dispensando battute al vetriolo, nelle quali si riconosce la vera realtà delle cose. Per chi è (o è stato) un adolescente introverso, sarà facile immedesimarsi in lei e provare le sue stesse emozioni. E' una storia cruda e reale che consiglio vivamente di leggere anche agli adulti per riuscire a capire l'universo dei ragazzi. Lo sviluppo della trama è senza fronzoli, molto diretto, con il piccolo difetto che appare a volte un po' prevedibile. La maggior parte dei personaggi sembrano stereotipati, ma la verità è che tutti questi stereotipi esistono sul serio all'interno delle scuole, quindi mi sento di affermare che non è una carenza del romanzo.
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Il fascino della mitologia greca
Helen ha sempre saputo di essere diversa, ma ha sempre avuto paura di scoprire quanto. La sua vita è sempre stata scandita dai monotoni ritmi dell'isola di Nantucket, (nel Massachusetts, USA) ma cambia radicalmente quando la numerosa famiglia Delos si trasferisce lì dalla Spagna e gli adolescenti Lucas, Cassandra, Hector, Ariadne e Jason inizieranno a frequentare il suo stesso liceo. Da quel momento Helen inizierà a fare strani e spaventosi sogni, proverà un odio mai provato prima per nessuno e finalmente scoprirà la verità sulle sue origini...!
"Starcrossed" è un libro YA fantasy che mi ha appassionata molto. La scrittura è scorrevole e accattivante e, già dalle prime pagine, riesce a catturare il lettore e a farlo entrare in piena sintonia con l'ambientazione e con i personaggi, questi ultimi molto vari e ben descritti. Per quanto mi riguarda mi sono affezionata in particolare alla ragazza protagonista, la bella e timida Helen, (la cui massima aspirazione sarebbe stata quella di diventare "invisibile" per attirare l'attenzione il meno possibile, ma che, ironia della sorte, è invece destinata all'esatto contrario) e alla sua migliore amica Claire (dal fisico minuto e di origine giapponese, riesce a dimostrare di essere la degna e leale amica che tutti vorrebbero avere. In più dimostra una simpatia e un carisma eccezionale). Ma l'effettivo punto di forza del libro sta nella storia vera e propria, che ha per oggetto la mitologia greca, in particolare la vicenda che vede come protagonisti l'amore tra Elena e Paride e la tragedia della guerra che scoppierà per causa loro! Chi già conosce bene e ama L'Iliade, l'Odissea e la meno famosa Orestea troverà questo romanzo assolutamente irresistibile! Io devo ammettere di avere studiato i primi due poemi epici a scuola molto tempo fa, e dell'Orestea invece ne sapevo molto poco, però ne sono sempre stata attratta e avere avuto modo di rispolverare qualche vecchia reminescenza mi ha fatto piacere, oltre ad averlo trovato estremamente interessante. Personaggi mitologici come gli dèi dell'antica Grecia e i protagonisti dei drammi greci sono al momento poco utilizzati per i romanzi fantasy e questa caratteristica da alla storia un'originalità rara. Ma l'originalità non è tutto! La trama è anche ben strutturata, con molti intrecci e va avanti per quasi 500 pagine senza mai annoiare e senza risultare ripetitiva o scontata. Anzi, sarà proprio sul finale che se ne vedranno delle belle e tutte le carte in tavola precedentemente scoperte verranno rimescolate lasciando al lettore molti dubbi. Il finale infatti non è ben definito, ma viene volutamente lasciato semi-aperto, perché, essendo questo il primo libro di una trilogia, vuole lasciare la curiosità di come proseguirà la storia nei prossimi 2 libri. Forse questa scelta non piacerà a tutti, ma io personalmente la condivido. Ultimamente siamo abituati a saghe infinite e seguirle tutte è un problema, ma questa in particolare è una di quelle che seguirò con vero piacere!
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Una storia intensa a metà tra il thriller e la sag
"La rabdomante" è un romanzo con una trama molto particolare e difficile da categorizzare nei più conosciuti generi letterari; al suo interno vi è sicuramente del mistery, con un tocco di thriller e un accenno di paranormale, ma non è tutto. E' anche una storia intensa, dolorosa ed appassionante, una profonda indagine nei ricordi della protagonista, Cassandra, che dovrà affrontare i suoi fantasmi del passato per riuscire a sconfiggere quelli del presente. L'ambientazione estiva e ricca di elementi naturali, è molto particolareggiata, evocativa e rende questo libro assolutamente perfetto per essere letto nei mesi caldi e afosi. Lo stile di scrittura è scorrevole, un po' cadenzato e riflessivo, con numerosi ritorni al passato. Inizialmente questo ritmo narrativo mi ha spiazzata un po' perché mi aspettavo più azione, ma continuando a leggere sono rimasta stupita di come questa storia sia riuscita lentamente a catturarmi e ad affascinarmi. Ed è stato impossibile poi non provare affetto per i personaggi del libro: Cassandra e suoi i 2 figli undicenni, ma più maturi della loro età, li ho trovati assolutamente deliziosi, così come Nep (il padre di Cassandra) e Niles, (lo sceriffo e amico d'infanzia di Cassandra). E che dire della fragile Laura? Un personaggio che più di tutti mi ha ispirato tenerezza. Ho poi apprezzato moltissimo gli elementi paranormali che compaiono ogni tanto nella narrazione. Le così dette "visioni" di Cassandra che si scoprono poi essere legate a doppio filo con il suo passato permettono alla storia di assumere quella lieve atmosfera magica che tanto mi attrae, così come mi ha affascinata moltissimo apprendere alcune nozioni di rabdomanzia, pratica che prima d'ora mi era del tutto sconosciuta. Le ultime 80 pagine del libro sono quelle che mi hanno appassionata di più a livello emotivo, quando finalmente il mistero trova la sua soluzione in un finale, forse non tanto imprevedibile, ma comunque da mozzare il fiato per la rapidità con il quale arriva!
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E se potessi scoprire cosa accadrà domani?
E' il primo libro che leggo di questa autrice e sono rimasta piacevolmente colpita dallo stile di scrittura scorrevolissimo, fresco e a tratti sottilmente ironico che lo contraddistingue. Ed è proprio grazie alla sua scorrevolezza che sono riuscita a finire 400 pagine in sole due serate. La storia poi è davvero piacevole e leggera, nonostante non affronti tematiche delle più allegre. La protagonista, e narratrice in prima persona, è Tamara, una sedicenne viziata e dal carattere insopportabile. Una di quelle ragazzine alle quali tutto è dovuto e che la parola "grazie" non fa parte del loro vocabolario. Insomma... sì, proprio una ragazzina da prendere a schiaffi! Tuttavia la vita di Tamara subirà un brusco cambiamento, e costretta ad abbandonare lussi, privilegi e ricchezza, si ritroverà in una casa di campagna ospite degli zii, due personaggi schivi e misteriosi, che sicuramente le stanno nascondendo qualcosa. Tamara dovrà cercare di cavarsela tra segreti e frasi non dette... ma cosa succederà se a complicare il tutto ci si mette anche un libro magico che scrive cosa succederà il giorno dopo? A me questo piccolo tocco di magia, in una storia che altrimenti sarebbe stata ordinaria, mi è piaciuto molto, perché l'ha resa davvero particolare e interessante. Come è stato interessante assistere al cambiamento caratteriale di Tamara, che prendendo atto della sua nuova situazione vede la necessità di rivalutare tutto ciò che prima dava per scontato e, anche se in molte occasioni l'avrei strozzata, devo ammettere che in molte altre mi è risultata piuttosto simpatica, riuscendomi a strappare più di un sorriso a causa degli avvenimenti strampalati in cui si trova coinvolta. Il finale del libro è tutto incentrato nella scoperta dei segreti che si celano nell'antica proprietà di campagna dove vivono gli zii e devo ammettere che è stato praticamente impossibile interrompere la lettura nelle ultime 100 pagine, sono state elettrizzanti e cariche di tensione! In definitiva "Il libro del domani" è un ottimo romanzo di svago, ma che al tempo stesso introduce tematiche più importanti e introspettive come la riscoperta di sé stessi, avvicinandolo quindi alla narrativa di formazione.
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Serie Hammarby, vol. 1
Ambientato in una grigia e fredda Svezia dove l'ingiustizia e la disuguaglianza sembra essere all'ordine del giorno, "La casa di pan di zenzero" è un thriller dai contenuti forti e controversi, che appassiona, stupisce e fa riflettere. Tratta tematiche attuali e pone spesso interrogativi ai quali è difficile dare una risposta. La presunta innocenza dell'infanzia ha qualche fondamento o è soltanto un mito da sfatare? Possono le azioni degli altri condizionarci a tal punto da rovinarci completamente la vita? Quanto a lungo può attendere la vendetta? Io stessa ho spesso cercato di fare chiarezza nella mia mente per stabilire i miei pensieri a riguardo, ma è davvero difficile comprendere tutte le debolezze dell'animo umano. Ma Thomas, uno dei personaggi di questo libro, non ha dubbi: la sua vita è stata rovinata per colpa dei suoi compagni dell'asilo. Per colpa delle loro continue violenze fisiche e psicologiche la sua vita è completamente distrutta. E anche dopo quasi quarant'anni quei ricordi non gli danno pace, il rancore è ancora vivo come un marchio a fuoco. Perché è a causa dei soprusi subiti che ha perso completamente la fiducia in sé stesso e non è riuscito a riscattarsi. E quando per caso per strada incontra Hans, il più terribile e sadico di quei bambini, e scopre che crescendo è diventato un uomo completamente felice, amato e capace di amare allora la sua rabbia esplode! Ma sarà compito della polizia di Hammarby fare chiarezza sull'origine delle morti improvvise e a catena che colpiranno alcuni quarantaquattrenni svedesi all'apparenza senza legami tra loro... e la verità sarà più incredibile di ogni supposizione...! Da parte mia ho trovato questo libro davvero scritto bene, dallo stile scorrevole e dinamico e dalla trama ricca di collegamenti e ben congeniata. Ne sono rimasta completamente rapita e ho terminato la lettura in soli 2 giorni perché ero curiosissima di scoprire il finale; un finale che devo ammettere mi ha colta piacevolmente impreparata: è giunto in sordina e inaspettato proprio come ogni gran thriller degno di questo nome! Sono rimasta solo un po' delusa di non aver scoperto la risoluzione del mistero che faceva di contorno alla storia principale, quella che vede come protagonista la poliziotta Pedra. Subito devo ammettere che non riuscivo a farmi una ragione di tale "mancanza", ma poi mi è venuto in mente che il libro fa parte di una serie e quindi è probabile (spero!!!) che la situazione rimasta in sospeso continui nel prossimo volume. E' inutile dire che non vedo l'ora che venga pubblicato!!!!
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Il protettorato del parasole, vol. 1
Premetto di essere subito rimasta molto attratta dalla mescolanza di generi che compongono questo particolarissimo romanzo. "Soulless" è infatti urban fantasy ambientato nell'800, con quindi alcune caratteristiche del romanzo vittoriano, ma anche del paranormal romance e dello steampunk fantasy, ovvero quel filone della narrativa fantastica che combina la magia con la tecnologia del vapore o l'ingegneria meccanica. Genere quest'ultimo davvero raro, sono infatti pochissimi i libri pubblicati in Italia che possono rientrare nella categoria. Ma non è finita qui... in "Soulless" vi è anche una dose massiccia di umorismo!!!
La protagonista del libro, Alexia Tarabotti, è una eroina sui generis. Formosa, con la pelle olivastra, il naso grosso, di età "avanzata" (ben 26 anni!), con un carattere risoluto e, cosa peggiore di tutte, di origine italiana, è spesso derisa e schernita dalle sorellastre e dal resto della società londinese, che trova le sue caratteristiche fisiche (e non) totalmente inaccettabili per gli standard dell'epoca. Ah... e come se tutte queste disgrazie non bastassero, la povera Alexia è anche... senza anima (da qui il titolo del libro)!!! Preternaturale, è questo il termine che definisce il suo stato di senza anima, del quale però gli umani ne sono completamente all'oscuro. Solo gli esseri soprannaturali che popolano Londra (specialmente vampiri e licantropi) sono a conoscenza di questa particolarità di Alexia, che la rende speciale proprio perché a contatto con uno di loro le qualità soprannaturali spariscono e ritornano umani fin quando il contatto non viene interrotto. E sarà per questo che Alexia finirà, suo malgrado, in un mare di guai...!
"Soulless" è un romanzo di completa evasione, con uno stile di scrittura volutamente ironico e con situazioni al limite del grottesco, che durante la lettura sono riuscite a strapparmi più di un sorriso. Ho amato tantissimo l'ambientazione vittoriana con dovizia di particolari nel descrivere ambienti e abbigliamento e ho trovato interessante il tentativo di imitare il linguaggio ottocentesco dei romanzi di Jane Austen, ma non aspettatevi una padronanza lessicale ai suoi livelli, perché comunque è evidente che il romanzo è del tutto contemporaneo. Il risultato infatti è quello di una parodia ben riuscita della Austen ma è evidente che non può essere scambiato neanche lontanamente per uno di essi. Il nocciolo della storia è rappresentato dal mistero che caccierà Alexia e i suoi amici in pericolosi guai, ma non è particolarmente complesso, perché il punto forte sono proprio le varie scene di vita quotidiana che fanno da sfondo e che si tingeranno di rosa in più occasioni, nelle quali vedremo la "brutta" e zitella Alexia alle prese con il suo primo amore, il barone Lord Maccon, alfa dei lupi mannari della zona. Insieme mi hanno regalato momenti davvero divertenti ed entusiasmanti. E che dire poi dell'eccentrico Lord Akeldama? Un vampiro appassionato di moda rococò; un personaggio esilarante che non mi sarei mai aspettata di trovare in un libro urban fantasy. In definitiva "Soulless" è un libro capace di far divertire, un gustoso diversivo da alternare a letture più impegnative, ed è il primo libro della serie "The parasol protectorate" (il protettorato del parasole) a cui seguiranno i libri "Changeless", "Blameless", "Heartless", "Timeless". Non vedo quindi l'ora di proseguire la lettura delle avventure di Alexia, il prossimo libro qui in Italia è previsto a Novembre 2011.
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Trilogia Iris, vol. 1
“Iris. Fiori di cenere” è il primo libro di una trilogia fantasy YA made in Italy, ha una trama originalissima e convolgente che riesce egregiamente a distinguersi dalla scena fantasy e urban degli ultimi anni. Thara, la protagonista in prima persona del libro, è una diciassettenne che soffre di una strana forma di narcolessia e con dei particolarissimi occhi viola. Nonostante abbia sempre pensato di essere “diversa” dagli altri suoi coetanei non avrebbe mai immaginato che il profumo degli Iris, i suoi fiori preferiti, sarebbe stato in grado di trasportarla nel sonno in un mondo parallelo, il Cinerarium, un mondo grigio dove gli oggetti bruciati sembrano risorgere dalla cenere. E' lì che farà conoscenza di Nate, apparentemente l'unico abitante del Cinerarium, un ragazzo senza memoria che tenta disperatamente di uscire dal quel luogo monocromatico e triste. L'avventura di Thara avrà così inizio tra Cinererium e mondo reale, alla scoperta delle sue origini, delle origini di Nate e alla scoperta di altri curiosi personaggi che popolano entrambi i mondi. Tra le caratteristiche positive di questo romanzo c'è sicuramente la trama, che mi è veramente molto piaciuta ed è stata capace di coinvolgemi fino alla fine. Un plauso va al giovanissimo autore Maurizio Temporin, che a mio avviso ha una fantasia eccezionale ed è stato capace di ricreare un mondo fantastico collegato ad un mondo reale in maniera davvero credibile usando il binobio già sfruttato del mondo dei vivi & mondo dei morti, ma arricchendolo di novità interessanti e uniche. Devo ammettere però che ho trovato qualche piccola pecca nello stile di scrittura: è molto scorrevole ma un po' acerbo e i personaggi appaiono un po' stereotipati e con poco spessore. Ma non è un difetto insuperabile, e spero che l'autore sappia maturare il suo stile di scrittura e migliorare questo aspetto nei prossimi libri, che sono curiosissima di leggere.
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Serie Promessi Vampiri, vol. 1
Sono rimasta piacevolmente colpita dalla lettura di questo libro, trovo che riesce a distinguersi parecchio dagli altri urban fantasy YA sui vampiri fin'ora pubblicati. La protagonista, Jessica, è una ragazza normalissima e, cosa importante, assolutamente razionale. Jessica ama la matematica e non crede affatto nell'esistenza dei vampiri, pensa che a tutto c'è una logica spiegazione e i vampiri non possono essere altro che un'invenzione letteraria e cinematografica, che lei, tra l'altro, non apprezza neanche sotto forma di finzione. Immaginate quindi la sua reazione quando dal nulla spunta uno straniero che dice di essere un vampiro, suo promesso sposo, e afferma che lei stessa è un vampiro! No, Jessica non ci può credere, pensa che quel ragazzo sia completamente matto, e anche i suoi genitori adottivi, che gli danno corda e confermano ciò che dice si devono essere completamente bevuti il cervello! E' così che inizia il libro, tra l'incredulità di Jessica e i tentativi da parte della sua famiglia e di Lucius (il suo promesso sposo) di convincerla ad accettare l'impossibile realtà. Ma la storia non è affatto così semplice, conta ben 500 pagine e vi assicuro che non c'è affatto da annoiarsi. Anzi, io ho letto il libro in soli due giorni a causa della brama che avevo di sapere come sarebbe andato a finire, perché come svolgimento è tutt'altro che prevedibile, tra colpi di scena, cambi di idee, cambi di sentimenti, e sgradevolissimi personaggi che tentano in ogni modo di rovinare tutto. Lo stile di scrittura è fresco, scorrevole, scivola via che è un piacere e inoltre nasconde al suo interno una leggera ironia che ho molto apprezzato. Non si può dire che sia un libro propriamente umoristico, sarebbe sbagliato definirlo così, ma ogni tanto ci sono situazioni un po' buffe, raccontate in maniera leggera ed ironica al punto giusto. Per non parlare poi delle lettere che Lucius occasionalmente scrive a suo zio Vasile, un simpaticissimo e gradevole interludio nella storia. Non posso quindi fare a meno di consigliare la lettura di questo libro e del suo seguito che uscirà a breve e che non vedo l'ora di avere tra le mani.
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Una delusione
Avete presente quei libri dalla copertina talmente favolosa che vi incantate a guardarla? E dal titolo talmente bello da far sognare? E da una trama intrigante? Avete presente quei libri che quasi quasi vi dispiace leggerli perché avete paura di finirli troppo presto? Ecco, "Alice nel paese della vaporità" era tutto questo per me! Ha passato mesi sul mio scaffale, e io di tanto in tanto gli davo un'occhiata e rimandavo la lettura, come se stessi rimandando una parentesi di felicità.
Ma ora finalmente mi sono decisa... e... che delusione!!!
La parte iniziale non era niente male: ottima introduzione, ottima ambientazione, ottime idee.
Ma man mano che procedevo con la lettura la storia è diventata confusa, noiosa, poco appassionante, poco fluida.
L'apoteosi della delusione è arrivata quando sono subentrate paginate e paginate di concetti mistici e filosofeggianti talmente vacui e farraginosi che dubito che lo stesso scrittore abbia capito cosa stava scrivendo. Il finale è stato di una banalità imbarazzante e a dir poco frettoloso. Ma a quel punto non vedevo l'ora che finisse, quindi meglio così, perché se fosse andato avanti con quella solfa zen per ancora un centinaio di pagine credo che non avrei resistito e lo avrei abbandonato.
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ottimo lo stile, ma la storia presenta alcune gros
La mia prima impressione sulle pagine iniziali di questo libro è stata ottima. L'inizio è criptico, originale, fa veramente pensare di avere tra le mani il thriller del secolo. Poi continuando la lettura la trama si uniforma un po' ma continua a restare convincente e scorrevole. Una piccola delusione l'ho avuta con la conoscenza del sergente investigativo Charlie Zailer, che, nonostante il nome possa far credere il contrario, è una donna e anche un po' ochetta. Ho sempre pensato che i funzionari di polizia (uomini o donne che siano) debbano essere delle persone serie, e scoprire che questa donna sergente ha invece l'abitudine di andare a letto con il primo che passa mi ha delusa. Ma comunque questa è solo una piccola parentesi sulla quale si può benissimo sorvolare. Il punto forte del libro è invece lo stile di scrittura trascinante, che alla fine dei capitoli fa rimanere sempre qualcosa in sospeso, con il risultato che mi sono ritrovata a leggerlo con la brama di sapere come sarebbe proseguito, ed è anche per questo motivo che nel giro di 3 giorni scarsi l'ho terminato.
Devo comunque ammettere che man mano che si avvicinava il finale il mio entusiastico parere si è leggermente modificato e se inizialmente avrei dato il massimo dei voti, sono arrivata all'ultimissima pagina con il dubbio sul voto da dargli. Le cause di questo ripensamento sono essenzialmente rivolte a come si arriva a scoprire la verità. Ci sono talmente tante (troppe!) coincidenze e intrecci improbabili che i colpi di scena che ne scaturiscono alla lunga appaiono quasi forzati. Inoltre il finale del libro sarebbe stato da accorciare di una cinquantina di pagine per apparire più gradevole. In definitiva, non dico che comunque sia un brutto libro, è sicuramente originale, ben scritto e mi ha fatto piacere leggerlo, però ha quel qualcosa di sbagliato al suo interno che non me lo ha fatto apprezzare come invece avrei voluto.
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Quando il suicidio di gruppo è terapeutico...
Owen, Jin-Ae, Audrey e Frank sono quattro ragazzi problematici che fanno conoscenza in chat e organizzano un viaggio on the road con il fine ultimo di onorare i loro intenti suidici.
Ho letto questo libro in una sola giornata (non riuscivo proprio a staccare gli occhi dalle pagine!) e ne sono rimasta soddisfatta. Lo stile di scrittura è molto veloce e dinamico, senza divisione in capitoli, ma intervallato spesso da flashback, spezzoni di chat e divertenti classifiche sulla tematica del suicidio e non. Il fatto che quindi non abbia stilisticamente le classiche caratteristiche che ci si aspetta da ogni libro non mi ha dato minimamente fastidio e, anzi, ho trovato che sia stata un'ottima idea che gli dona un'impronta particolare. La narrazione è in prima persona attraverso gli occhi, i ricordi e i pensieri di Owen, il protagonista; un personaggio che piano piano riesce ad entrare nel cuore del lettore, rivelando le sue paure più recondite, le sue riflessioni sulla morte e infine, la terribile causa della sua tristezza che gli toglie la voglia di vivere. Le tematiche affrontate sono più serie di quanto non traspaia dalle prime pagine di lettura. E' vero che ad un lettore poco attento può sembrare che i quattro ragazzi siano un po' superficiali e che le loro ragioni di togliersi la vita siano banali, ma io personalmente penso che sia sbagliato giudicare chi ha pensieri suicidi, a prescindere dalle motivazioni da loro arrecate. Questo libro mi ha insegnato che la mente umana è fragile e volubile e che spesso nei momenti di sconforto è molto d'aiuto essere in compagnia di altre persone che ti capiscono e ti sostengono. I ragazzi del libro infatti non trovano alcun conforto dalla loro famiglia o dagli istituti mentali preposti a tale scopo, perché lì si sentono inferiori, incompresi e non riescono davvero a tirare fuori ciò che hanno dentro. Invece tra loro si sentiranno finalmente a loro agio e in grado di dar voce ai loro pensieri senza paura di essere giudicati e trattati con aria di sufficienza. In definitiva "Il club dei suicidi" lo considero un buon libro young adult (adatto anche ad un pubblico più adulto), ma non abbiate paura di affrontarlo a causa dei contenuti pesanti o troppo seriosi, perché lo scrittore è stato bravissimo a stemperare momenti drammatici e a intervallare parti tristi con alcune situazioni che divertono e mettono il buon umore. Insomma... è una lettura leggera, ma che al tempo stesso fa riflettere!
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"Piccoli suicidi tra amici" Arto Paasilinna
Benvenuti a Ondine
Immaginatevi una calda serata estiva. Siete in camera vostra con la finestra aperta e all'esterno tutto tace, anche il vento. Cercate refrigerio accendendo il ventilatore e sorseggiando coca cola da una lattina ghiacciata. Ecco... questo è esattamente lo scenario adatto per affrontare la lettura di "L'estate dei fantasmi", ambientato proprio durante una afosissima estate, in una anonima cittadina americana dove non succede mai niente. Le quattordicenni Iris e Colette, annoiate dalla cadenzata routine estiva, amano fantasticare di avere poteri magici e un giorno, all'interno del cimitero, cercano di risvegliare i morti finché inaspettatamente succede per davvero! Un misterioso fantasma, con la fisionomia di un ragazzo, inizia a tormentare Iris. Subito l'incredulità è tanta, ma poi appare chiaro che questo fantasma non è un fantasma qualsiasi, ma è Elijah, un ragazzo del posto scomparso senza lasciar traccia molti anni prima. Sarà quindi compito di Iris, aiutata dall'amica Colette e dall'amico Ben, a scoprire il segreto che si nasconde dietro la sua scomparsa, per dare finalmente pace all'anima tormentata del ragazzo.
La lettura di questo libro, anche se destinato a dei giovani lettori, l'ho trovata piacevole e scorrevole e mi ha molto coinvolta. E' un paranormal mistery dove la tensione cresce a poco a poco e la voglia di venire a capo del terribile segreto che nasconde la scomparsa di Elijah induce a procedere con la lettura molto velocemente, soprattutto nelle ultime cento pagine! L'autrice è molto brava a far immedesimare il lettore nell'afosa ambientazione della storia, tanto che a volte si ha l'impressione di trovarsi accaldati e respirare l'aria pesante e carica di umidità della Louisiana. Ma "L'estate dei fantasmi" non è incentrato solo sul mistero del fantasma di Elijah, al suo interno vi è anche un percorso di crescita che riguarda i ragazzi protagonisti. Tra piccoli litigi, sbalzi d'umore tipici dell'età adolescenziale e l'inizio di una storia d'amore, l'amicizia tra Iris e Colette verrà messa a dura prova e in alcuni punti la narrazione vira dal mistery al romanzo di formazione. Ho trovato però qualche carenza a livello dei dialoghi, che mi hanno dato l'impressione di voler simulare le conversazioni degli adolescenti, risultando invece (a mio parere) un po' infantili e inconcludenti. Ma per il resto è un libro con una trama ricca e ben congeniata, tutt'altro che banale e imprevedibile fino alla fine.
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incantevole
Adoro lo stile della Austen e sono fermamente convinta che i suoi romanzi andrebbero gustati poco per volta per apprezzarli di più. Ma, ahimè, da buona divoratrice di libri non ho potuto fare a meno di leggerlo in 3 giorni. La storia di per sé è molto semplice, incentrata principalmente su dolori e gioie amorose di due sorelle. Ma la Austen è bravissima a tessere intorno uno scenario che fa rimanere incantati, con dialoghi deliziosi e guizzi di ironia taglienti come rasoi, che mettono sottilmente in ridicolo gran parte della società aristocratica inglese ottocentesca. Poi la caratterizzazione dei personaggi femminili è minuziosa e articolata a tal punto che sembra di averceli davanti; un po' meno per quanto riguarda i personaggi maschili, però anche qui, con brevi tratti, si riesce a scorgere gran parte della personalità di ognuno. Unico punto debole è il finale, che, dopo tutte le puntigliose descrizioni che si è avuto il piacere di leggere per tutta la lunghezza del libro, si sarebbe aspettato meno frettoloso.
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piacevole ed istruttivo
Difficilmente mi sarei addentrata nella lettura di questo romanzo se avessi saputo che trattava (come tema principale) di paleontologia, ovvero, lo studio dei fossili. Ma non fatevi spaventare: io non sono affatto un'appassionata del genere, ma ne sono rimasta proprio colpita! "Strane creature" si basa su personaggi realmente esistiti, attorno ai quali si sviluppa una storia romanzata e reale al tempo stesso, in quanto moltissimi dei fatti narrati sono accaduti veramente. Mi sono piaciute le protagoniste, che sono donne un po' fuori dall'ordinario dell'epoca, donne che non se ne rimangono ai margini della società, ma che cercano di farsi valere nonostante agli albori dell'800 le donne non contassero nulla. Fu grazie a queste donne che Darwin ebbe le basi per formulare la teoria dell'evoluzione della specie e non è poco! Inoltre mi è piaciuto molto lo stile narrativo, che è ricercato e rilassante come i romanzi dell'epoca, ma al tempo stesso molto più scorrevole. Per me è stata una lettura piacevole e istruttiva, senza risultare mai noiosa.
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Una Cina dolorosa e struggente
Un libro molto interessante, ma anche difficilissimo da accettare da quanto è diverso dalla nostra cultura. Davvero inconcepibile la vita che dovevano affrontare le donne cinesi nel 1800, che oltre ad essere totalmente represse, dovevano affrontare trattamenti di dolore estremo come quello della fasciatura dei piedi. Sembrerebbe quasi di leggere un romanzo distopico, da quanto ho trovato difficile immedesimarmi in quegli usi e costumi... Nonostante tutto è stata una lettura che sono contenta di avere intrappreso, mi ha portato a conoscenza di cose che non immaginavo neanche. Però l'epilogo tristissimo, nelle ultime pagine armatevi di fazzoletto.
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La solitudine dei numeri primi
Una storia che mi ha lasciato davvero l'amaro in bocca. Mi ha fatto capire l'importanza del dialogo. Mi ha fatto capire che è davvero stupido tenersi dentro le cose. Questo libro è pieno di parole non dette, gesti mai fatti, solitudine e frustrazione, è pieno di situazioni ormai irrimediabilmente rovinate e che avrebbero potuto essere diverse. E' davvero bello questo romanzo, ma davvero triste. Chi ha dato voto basso a questo libro secondo me è perchè non ha mai provato nulla di simile ai 2 protagonisti, non ha mai avuto troppi pensieri per la testa e troppe poche parole ad uscirgli dalla bocca. Anche se le storie di questo libro sono estreme cio' non significa che siano è inverosimili, purtroppo sono molto più vere di quanto si possa credere...
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Anna Karenina
Un libro completo da ogni punto di vista. L'autore è stato bravissimo a descrivere in maniera perfetta ogni cosa, dai luoghi ai personaggi, dagli stati d'animo ai dialoghi...!! Le storie di vita quotidiana si intrecciano... i pensieri vengono completamente messi a nudo e contornati dai contesti in cui essi nascono. I temi principali sono le relazioni amorose, la felicità e l'infelicità che regna in famiglia, l'infedeltà, la gelosia, l'odio, il rancore. Ma non mancano le chiacchiere e i perfidi pettegolezzi nei salotti dell'alta società, le discussioni e i pensieri sulla politica, sull'economia, sulla religione e sul senso della vita! Ci sono inoltre scene di morte e di nascita, di matrimonio e di separazione... insomma è un libro talmente complesso che è anche difficile trovare una descrizione appropriata per esso!!! Consiglio a tutti di leggerlo e di non farsi troppo spaventare dalla mole, perchè comunque è scritto in maniera piuttosto scorrevole e piacevole.
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il titolo riflette molto la "pesantezza" del libro
Scritto molto bene, non lo metto in dubbio! Un gran lavoro di fantasia da parte dell'autore, non metto in dubbio neanche questo!! Però che fatica riuscire a finirlo...!!! In realtà non sarebbe un libro lungo, è "soltanto" di 400 pagine e ne ho letti di molto più consistenti... però è talmente ricco di avvenimenti e di informazioni che leggere una pagina è come leggerne 5 compresse di un altro libro!! Nelle parti centrali poi è stato un po' noioso, soprattutto quando parlava delle guerre del colonello Aureliano Buendìa è stato difficile mantenere la concentrazione!!! Mi sono davvero sentita sollevata quando verso il finale i personaggi hanno iniziato a diventare meno numerosi... è stato un po' come godermi una stanza appena messa in ordine... e finalmente sono riuscita ad assaporare meglio gli ultimi capitoli, che a mio avviso sono stati i migliori! Inoltre il finale mi è piaciuto molto, l'ho trovato azzeccatissimo!!! Non c'è che dire, questo romanzo è "diverso" rispetto agli altri in commercio e mi sento di consigliarlo come uno dei libri che vanno letti almeno una volta nella vita, anche se ammetto che personalmente non sono riuscita ad amarlo come molti lo amano... però è stata una soddisfazione riuscire a finirlo e ne conserverò un buon ricordo!!!
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- sì
- no
Il primo libro delle cronache dei vampiri
Una storia affascinante e ricca di emozioni, dove i vampiri sono creature complesse ancor più degli esseri umani, dove i vampiri hanno un anima che li rende capaci d'amare ma che li rende capaci nel contempo di compiere azioni malvagie nella più completa indifferenza. A volte la narrazione scorre veloce incalzata da un susseguirsi di avvenimenti, mentre altre volte scorre lenta sotto i turbamenti d'animo del protagonista, ma io ho amato entrambe le fasi! E ho altresì amato il personaggio di Claudia, così piccola e dolce, così diabolica e letale. Una donna intrappolata in un corpo di bambina, una figura così peculiare e inquietante che non avrei mai immaginato di incontrare neanche tra le pagine di un libro.
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il mio libro preferito
Bellissimo!!! Un libro che offre tantissimi spunti di riflessione e che mi ha lasciato carica di emozioni contrastanti. E' stata una lettura quasi dolorosa, divorata con brama, e dalla quale non riuscivo a staccare gli occhi! Il finale prima dell'epilogo è stato un colpo al cuore, da una parte ci sono rimasta malissimo, è il primo Dostoevskij che leggo e l'avrei preferito più cinico e cattivo. Ciò nonostante questo romanzo è un capolavoro!!!
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la beat generation
Appena ho iniziato a leggere questo libro non mi ha trasmesso niente. Gli avvenimenti all'interno della storia si accavallavano gli uni sugli altri in maniera confusa e caotica, la narrazione scorreva velocissima, non riuscivo ad entrare in sintonia con i personaggi, non riuscivo a trovare un senso alle loro vicende, il loro continuo spostarsi da un luogo all'altro invece di appassionarmi mi annoiava. Ho dovuto leggere faticosamente 200 pagine prima di abituarmi al ritmo narrativo e iniziare davvero a comprendere la storia. Ho capito che nonostante sia difficile approvare lo stile di vita sconclusionato, infantile e autodistruttivo dei protagonisti, questo libro rispecchia fedelmente il credo dell'autore, perché lui c'era dentro fino in fondo a quello stile di vita. Non bisogna immaginare che lo scrittore raccontava di una vita sbandata e degradata stando seduto a bordo di una piscina con idromassaggio sorseggiando champagne. No, Keruoac ha vissuto ciò che ha scritto e la sua vita è stata quella fino alla fine dei suoi giorni, quando lo trovarono morto in una stanza fatiscente contornato da bottiglie di whisky, più vuote che piene. Si può certamente trovare disgustosa e senza senso una vita condotta così. Io dopo aver finito di leggere il libro penso solo che sia tutto molto triste. Penso che la ricerca della felicità all'infuori dei soliti cliché dettati dalla società sia una ricerca ardua ed effimera, nonché inutile. Penso che la libertà sia un concetto utopistico e che scappando da una gabbia si finisce solo per finire in un'altra. Ci si può ingabbiare in una vita di lavoro noioso, con una casetta deliziosa, maxischermo tv e vacanze dilazionate in piccole rate annuali. Oppure si può decidere di mandare al diavolo tutto e di ingabbiarsi in una vita di scomodità, stenti e privazioni. Cambia il tipo di gabbia, ma non la sostanza. Ecco, come già accennato in precedenza, questo libro, seppur scritto in maniera opinabile, è riuscito a trasmettermi qualcosa, qualcosa di infinitamente triste. Ma perlomeno c'è riuscito.
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un viaggio intorno al mondo ma senza mongolfiera
Phileas Fogg, il protagonista di questo grande classico della letteratura d'evasione, è un personaggio a mio avviso meraviglioso, entrato subito nelle mie simpatie. Sembra l'emblema dell'inglese doc, con un autocontrollo formidabile e con la mania per la precisione. «Phileas Fogg era di quelle persone matematicamente esatte che non hanno mai fretta e sono sempre pronte, economizzano i loro passi e i loro movimenti; non faceva mai un passo lungo più del necessario e sceglieva sempre la strada più breve; non si permetteva nessun gesto superfluo; non lo si era mai visto né commosso, né agitato.» Invece Passepartout, il suo domestico, è il suo esatto contrario. Apprensivo, impulsivo e pasticcione. E quando per scommessa Fogg deciderà di fare il giro del mondo in ottanta giorni, inizierà una mirabolante avventura, che li vedrà entrambi alle prese con i più disparati contrattempi, incluso un agente di polizia con un mandato d'arresto alle calcagne che cercherà di mettergli i bastoni tra le ruote. Il libro è talmente scorrevole che l'ho divorato, leggendolo nell'arco di sole 12 ore! E' stato un ottimo interludio per riposare la mente in vista di letture più impegnative. Di due sole cose sono rimasta un po' perplessa: 1) il continuo utilizzo di denaro a cui Fogg fa sempre ricorso per risolvere i problemi l'ho trovata una soluzione un po' poco ortodossa. 2) Ma la mongolfiera che viene spesso ritratta in copertine di libri e film recanti questo titolo che fine ha fatto all'interno del romanzo? Durante il viaggio viene fatto ricorso ai mezzi di trasporto più disparati: treno, nave, battello, catamarano, elefante... ma di mongolfiere nessuna traccia! E pensare che fino da bambina avevo questo mito nella mente e ora me la sono visto sfatare!
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mi è piaciuto molto
Un buon libro, scritto bene, interessante la trama, ma ancora di più il modo di esporla. Le atmosfere sono magiche e calde e sono state rese tali soprattutto per la piacevolissima presenza un po' ovunque del cibo e dei suoi profumi. Diciamo che questa "intrusione" non era propriamente necessaria per lo sviluppo della storia, ma l'ha addolcita, senza di essa sarebbe stata un po' triste. E' il primo libro di Joanne Harris che leggo e ne sono rimasta molto soddisfatta.
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non mi ha convinta
Con il primo racconto (hard boiled) ho avuto qualche difficoltà ad ingranare, era carico di spiritualità e può essere che non era il momento adatto per leggerlo. Però andando avanti con la lettura ha iniziato a piacermi, soprattutto per le ambientazioni suggestive. Invece il secondo racconto (hard luck) l'ho trovato piatto e banale dall'inizio alla fine (e in più c'è stata una frase, totalmente fuori dal contesto della storia, che mi ha fatto rizzare la cresta come un gatto da quanto era gratuitamente di cattivo gusto, non me l'aspettavo da questa scrittrice!). In definitiva... voto Hard Boiled: 6 - voto Hard Luck: 2!
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Una bellissima avventura
Questa è in assoluto la favola animalesca più bella che abbia mai letto! E' un'epopea travolgente ed emozionante da leggere tutta d'un fiato, scritta benissimo, interessantissima anche dal punto naturalistico & faunistico. Gli amanti degli animali, della natura e delle storie fantastiche non potranno fare a meno di apprezzare questo piccolo capolavoro letterario! Dovrebbero pubblicarne di più di storie così belle sugli animali *__*
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una saga familiare raccontata attraverso le foto
Inizio col dire che sono rimasta assolutamente sorpresa dal contenuto di questo libro, in quanto non mi aspettavo da Coe una saga familiare tutta al femminile. E inoltre, dal titolo e dalla copertina immaginavo tutt'altro! Dopo aver letto le prime pagine si è insinuata dentro di me una leggera delusione; gli argomenti trattati mi sembravano noiosi, ma, inaspettatamente, ho continuato a leggere e a leggere incessantemente, e senza quasi accorgermene sono riuscita a finire il libro in poco tempo.
E' una storia che trasuda nostalgia, ricordi e rimpianti. Di certo non mette il buon umore, ma mi è piaciuta, soprattutto per la capacità di trascinare il lettore dal punto di vista emotivo. Però speravo in un finale più incisivo, invece cade nel vuoto.
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Non male, ma mi aspettavo di meglio
Interessantissima e particolare la tematica trattata in questo libro, quella della morte volontaria, nei nostri anni definita eutanasia. Ma ancora più interessante è apprendere che nella Sardegna degli anni '50 questa era una pratica comune, affidata ad una persona che svolgeva l'incarico come se fosse un mestiere. Il libro è scritto molto bene (a parte la caratterizzazione dei personaggi che non mi ha soddisfatta), e soprattutto nella prima parte la storia mi è piaciuta in modo particolare, perché è stato come entrare a far parte degli usi e costumi antichi del popolo sardo, che a me personalmente erano del tutto sconosciuti. Oltre alla figura dell'Accabadora, è stato anche molto interessante conoscere l'usanza dei fill'e anima (figli dell'anima), quei bambini adottati senza alcuna forma di regolamentazione giuridica, e che di fatto venivano allevati dai genitori adottivi ma senza perdere contatti con i genitori naturali.
Poi però, nella seconda parte del libro, devo ammettere di non aver apprezzato per niente la parentesi torinese. Le prolisse descrizioni degli anni vissuti lì mi hanno profondamente irritata, perché tentavano di sviare dalla storia principale con particolari talmente inutili che ho pensato che quella parte fosse necessaria solo per allungare il libro (altrimenti forse troppo corto) di un altra ventina di pagine. E dopo questo inutile interludio, che ha avuto solo il potere di congelare il mio interesse iniziale per la storia, anche il ritorno in Sardegna con relativo e agognato finale mi ha lasciata un po' fredda e indifferente.
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Un romanzo atipico e visionario
Un urban-fantasy decisamente atipico, un mix di fantasia e realtà visionaria. Prima di leggere questo libro me ne ero fatta un'idea diversa, in parte ne sono stata delusa e in parte soddisfatta. Ma partiamo per gradi: il mondo ricreato da Gaiman è unico: fantasioso, fiabesco, surreale, grottesco... ma anche REALE. E' per questo che il libro viene collocato nel genere dell'urban, perché l'ambientazione alla fine non è niente di meno che Londra, una Londra sotterranea, fatta di cunicoli e passaggi nascosti e ormai abbandonati e dimenticati, ma realmente esistenti! Per quanto si tratta quindi della collocazione ambientale e delle sue descrizioni non si può chiedere di meglio e sono altrettanto straordinari gli abitanti di questo strano universo parallelo: uomini e donne scartati dalla società e che hanno ritrovato in Londra-sotto il loro regno, diventando così: conti, marchesi, guerrieri, frati, parla-coi-ratti... e ciò che è interessante è che tutti loro sono invisibili agli ambitanti di Londra-sopra. Ma Richard, il protagonista di questo romanzo, è un normalissimo londinese, con una normalissima routine, eppure la sua vita verrà totalmente sconvolta quando a causa di una fatale casualità farà la conoscenza degli abitanti di Londra-sotto e non portrà più sottrarsi all'avventura che lo aspetta. Però devo ammettere che per quando riguardo lo svolgimento della storia mi aspettavo molto di più, perché a mio avviso l'ho trovata poco coinvolgente, tolte tutte le bizzarrie e le stranezze che sono disseminate un po' ovunque rimane ben poco! Quindi, più che un vero ed avvincente romanzo, lo definirei come una rivisitazione amalgamata in stile dark di diversi romanzi famosi. Al suo interno infatti vi troviamo elementi in comune ad "Alice nel paese delle meraviglie" (realtà distorte e situazioni talmente strane da sembrare dentro ad un sogno) "Il signore degli anelli" (la ricerca della chiave come punto focale, come era per Tolkien la ricerca dell'anello) e "Pinocchio" (il gatto e la volpe collodiani sono rappresentati alla perfezioni da Mr Croup e Mr Vandemar). E non mancano nemmeno i cenni alla mitologia greca, come ad esempio "Il Minotauro", che nel libro viene rappresentato da un mostro molto simile che anch'esso custodisce un labirinto. Non posso comunque dire che questo libro non mi sia piaciuto, perché l'ho trovata una lettura interessante e scorrevole, certo che però si merita un 10 e lode per la creazione di ambientazione e personaggi e una sufficenza per quanto riguarda i nudi contenuti della storia. Da leggere assolutamente se volete qualcosa di estremamente diverso dall solite pubblicazioni.
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Un piacevole libro d'evasione
La protagonista di questo romanzo, Elisa, si ritrova improvvisamente catapultata indietro nel tempo (dal 2009 al 1496) e dovrà riuscire a cavarsela nella Roma dei Borgia. Come premessa è molto carina e devo ammettere che anche la storia lo è. Riesce ad appassionare, divertire, sorprendere ed emozionare! Come anche l'autrice sostiene, non si tratta di un romanzo storico, ma d'evasione, e come tale bisogna giudicarlo. Infatti, nonostante nel libro siano presenti nozioni storiche realmente accadute, le descrizioni ambientali sono superficiali e poco accurate e a causa di ciò durante la lettura non si ha realmente la sensazione di vivere nel XV secolo, ma piuttosto in un contesto storico-fantastico. Unica pecca che comunque mi permetto di sottolineare è il linguaggio adottato nei dialoghi, che non rende assolutamente l'idea del divario temporale di oltre cinquecento anni tra la protagonista e gli altri personaggi. Per il resto ne sono rimasta soddisfatta e il finale un po' aperto mi ha lasciato tantissima curiosità di leggere il seguito.
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