Opinione scritta da LuigiDeRosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    31 Dicembre, 2012
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Scelte difficili

Alessia Gazzola nel 2011 ha raggiunto il successo con un giallo intitolato "L'Allieva" romanzo dove ha presentato al grande pubblico un nuovo divertentissimo "detective" ,Alice Allevi, giovane laureata in medicina specilizzanda in Medicina Legale.Alice è testarda,ma soprattutto insicura e sbadata (chiedete al povero "Mortimer"),si tratta di un pesonaggio letterario a metà strada fra Key Scarpetta e Bridget Jones. Questo nuovo romanzo è esattamente il prequel de "L'Allieva",la giovane ragazza di Sacrofano (piccolo borgo della provincia romana che fa da location alle vicende) in "Sindrome da cuore in sospeso" è alle prese con i suoi eterni dubbi sulla professione che intende fare, la Medicina l'intriga ma è spaventata dal dolore dei pazienti,non sa come gestirlo,purtroppo una disgrazia accade proprio in casa Allevi, la badante russa,Tamara Mironova, della sua effervescente nonnina viene ritrovata morta, assassinata con un colpo di pistola nella sua camera da letto. In casa della nonna, dove si è consumato il delitto , sulla scena del crimine, Alice fa la conoscenza del dottor Claudio Conforti, medico legale incaricato dagli inquirenti di stilare il referto,l'uomo si rivelerà tanto bello quanto burbero e cinico.Fra i due "colleghi" sarà amore e odio a prima vista,anzi a prima autopsia!

Sarà durante l'autopsia infatti che Conforti scoprirà che Tamara aveva da poco partorito, ma del bambino o della bambina nessuno dei testimoni sa nulla,nè nonna Allevi nè Belinda l'altra badante russa che frequentava la bella famigliola romana ma si sa : " Li guai di la pignata li sapi la cucchiara chi li rimina".

Alessia Gazzola siciliana come Camilleri dimostra ancora una volta che la Sicilia è fucina di veri talenti del genere giallo.

Alessia Gazzola scrive in modo chiaro e scorrevole, questo romanzo non mi è piaciuto, la trama l'ho trovata banale e a fine romanzo ho avuto la netta sensazione che sia un prodotto fatto a tavolino per cavalcare l'onda del successo.

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L'Allieva
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    26 Dicembre, 2012
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Yo soy yo y mi circunstancia...Josè Ortega Y Gasse

Arno Cange suona il violoncello nell'orchestra della Scala,dopo sedici anni incontra Sara Ferrando, il suo primo amore, conosciuta a tredici anni al "Bagno Vela" a Marina di Pietrasanta in Versilia, i due si sposano e costruiscono insieme una famiglia perfetta, lui lavora col suo violoncello notte e giorno"ha la musica in testa" direbbe Giovanni Allevi,lei si prende cura notte e giorno dei loro tre bambini una femmina e due maschi. Arno ha anche un amico perfetto
Massimo Sanna, sardo professore di Filosofia, conosciuto durante il servizio civile presso la comunità "Anime Sante" dove si occupavano di tossicodipendenti e malati mentali, condivide con lui la passione per il surf. Arno ha un padre, Guelfo , economista che non rinuncia ad una vita bucolica nelle campagne di Anghiari dove passa il tempo allevando galline e coltivando l'orto divide la sua vita da sempre con Klara, tedesca sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale dalla quale ha avuto due figli, Arno e Guido,ancora una famiglia perfetta.
Un giorno però quest'acustica perfetta viene sconvolta per sempre,Arno trova un biglietto di Sara, la moglie gli dice che ha bisogno di prendersi un periodo di risflessione e gli chede di comprenderla e di non cercarla.Quattro giorni prima di Natale Arno Cange scopre di essere stato abbandonato dalla donna della sua vita, dapprima pensa ad uno scherzo, poi si concentra sui suoi figli, viene aiutato in questo arduo compito dal suocero Rino, elettrauto in pensione. Durante la convivenza con Rino, Arno apprende della moglie molte vicissitudini che la donna gli aveva taciuto, poi da una vecchia lettera trovata per caso fra le carte di Sara scopre della sofferenza , anch'essa taciuta, che le aveva procurato la perdita della prima figlia ,Chiara, e del fatto che le era stata vicina in quel momento Massimo. Arno comincia a dubitare di tutto e tutti, sta scoprendo di aver avuto per tredici anni una donna completamente diversa da quello che credeva o è lui che per tredici anni non si è occupato di nient'altro se non del suo violoncello ignorando tutto il resto?
Comincia così una ricerca dura e affascinante che alla fine del percorso gli rivelerà molto di più di quanto lui e noi lettori ci saremmo aspettati.
Daria Bignardi firma un romanzo "acustico" nel senso che leggendolo si avvertono vibrazioni che ci rapiscono come un assolo di violoncello, ma solo chi ha esperienza della gioia e del dolore sa come si suona, sa come far vibrare il cuore.

di Luigi De Rosa

“Yo soy yo y mi circunstancia, y si no la salvo a ella no me salvo yo”
(io sono io e la mia circostanza e se non salvo questa non salvo neppure me)
da Meditaciones del Quijote di Josè Ortega y Gasset
Daria Bignardi,scrittrice

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Dicembre, 2012
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Quanto amore serve a salvare un amore?

Quanto amore senve a salvare un amore?
"Te ne stai andando e non me lo vuoi dire ma io l'ho capito.
Io non ci credo tanto nel Dio tuo e di papa Dieter adesso,ma ci provo ti prometto che ci provo,perchè voglio continuare a sentirti per sempre come ti sento adesso.Poi voglio per sempre i tuoi capelli lunghi da arrotolare la sera quando mi raconti le storie.Non tagliarli mai più.Prometti.
(...)Quanto amore senve a salvare un amore?

Difficilissimo dare una risposta ad una simile domanda, soprattutto se a porgerla è una madre in fin di vita,Tommaso il figlio che le chiede teneramente di lasciarsi i capelli lunghi e non tagliarli più cortissimi, come quando con questo gesto aveva cercato quasi di "punirsi" per il fallimento del matrimonio con suo padre Pierre, è ancora troppo piccolo per capire ed accettare questa tragedia che li ha investiti in pieno come una di quelle slavine che scendono lungo i ripidi crinali della Croda a Campodalba in Alto Adige, dove da alcuni anni trascorrono le vacanze,da quando l'introverso ed enigmatico Pierre li ha abbandonati ,mentre il granitico Dieter, li ha raccolti dal pozzo della depressione e li accuditi con tutto l'amore che aveva.
Ildegarda si chiama la protagonista di questo romanzo, come la fomosa Santa di Bingen e come lei è donna intelligente,colta ma dalla salute cagionevole, sarà capace anche lei nella sofferenza di "sci vias?, conoscere le vie che portano a Dio?"
Un testo cattolico, nel senso etimologico
della parola Katholikòs: universale perchè la ricerca del senso ultimo, la ricerca di Dio appartiene a tutti.
di Luigi De Rosa

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Avventura
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Dicembre, 2012
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Jurassic insect

Sette studenti di dottorato di Cambridge in Massachusetts,Rick Hutter,Karen King,Peter Jansen,Erika Moll,Amar Singh,Jenny Linn e Danny Minot specializzandi in materie come Etnobotanica,Aracnologia,Entomologia,Biochimica etc etc vengono contattati ed ingaggiati dalla
Nanigen Micro Technplogies un'azienda che opera alle Hawaii e produce micro tecnologie.
Vincent Drake, Alyson Bender ed Eric Jansen sono i manager dell'azienda , Eric è anche fratello di Peter, i due fratelli sono legatissimi ed è sconvolgente per Peter dopo pochi giorni dall'avventura allle Hawaii, scoprire che il fratello è rimasto vittima di uno strano incidente, anzi grazie ad un hacker, Peter Jansen viene a conoscenza dei nomi dei due assassini del fratello: Vincent Drake capo della Nanigen, affarista senza scrupoli, spalleggiato dalla bella Alyson Bender si è voluto liberare da un socio,Eric Jansen, diventato ormai scomodo.
Per una serie di circostanze fortuite per il perfido Drake, i sette ragazzi finiscono sotto il Tensore nel laboratiorio e vengono rimpiccioliti, ridotti come degli insetti, vengono abbandonati nella foresta hawaiana.Mentre l'infame Vin Drake è convinto di essersi liberato di ogni possibile testimone dei suoi crimini, i mini uomini cominciano un 'avventura nel micro mondo tentendo di sopravvivere all'attacco di formiche,millepiedi,pipistrelli e tanti terribili insetti per raggiungere il laboratorio dove potranno invertire il processo che li ha resi minuscoli,ma hanno i giorni contati perchè c'è una sindrome, la Mdd, che colpisce gli esseri micro che a lungo andare conduce alla morte. Un romanzo d'avventura e fantascienza che ha ritmo e suspance, pubblicato post mortem è stato "finito" da Richard Preston che ha svolto bene il proprio compito rispettando l'arte del compianto Crichton, se avete amato Jurassic Park questo romanzo non vi deluderà.
A mio modesto parere la debolezza del testo è nel plot che da a noi lettori l'idea che si tratti di un prodotto commerciale costruito a tavolino seguendo gli schemi di Crichton, i buoni che combattono il cattivo scienziato pazzo, un po di splatter qua e là con sfigati sbranati, nozioni pseudoscientifiche e un pizzico di romanticismo
di Luigi De Rosa

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Jurassic Park
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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    13 Dicembre, 2012
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Fuori dal tunnel

All'inizio il romanzo della Ghinelli ti confonde, ti senti come Alice che precipita nella voragine sotto l'albero per inseguire Bianconiglio, infatti è nella testa di un bambino traumatizzato che ci ritroviamo, il bambino si chiama Estefan ed è terrorizzato da "Cartoon Killer" , finisce pure lui in un buco quello dello scivolo del parco giochi, alla fine si sveglia dall'incubo, mamma lo chiama , lo riporta alla realtà per certi aspetti più brutale del sogno, perchè è un mondo anaffettivo e sordo ad ogni richiesta d'aiuto. A diciotto anni Estefan,il bambino che abbiamo conosciuto nei primi capitoli, è diventato un ragazzo di quelli arrabbiati con il mondo e soprattutto con i genitori, condivide questo astio con Martino,il suo miglior amico,anche lui da ragazzino è stato investito dalla realtà come un passante sulle strisce pedonali da un pirata,la violenza degli adulti gli è entrata nelle carni ed ha lasciato un marchio infamante dentro di lui.Infine c'è Greta bambina sopravvissuta alla giovane madre morta di overdose che vive con i nonni in campagna, sarà lei , la più piccola dei tre, la ciambella di salvataggio che impedirà a questi naufraghi di affogare nella violenza e nei sensi di colpa. "La colpa" è un romanzo complesso e originale descrive giovani vite ma parla agli adulti ,all'inizio graffia e ferisce, poi qualcosa cambia, sono le emozioni che ti aiutano ad uscire dalle forre infernali dove la violenza degli adulti ti precipita, sono puntelli d'acciao ,l' amore,l' amicizia, l'affetto etc, li inchiodi lungo la parete con ostinata determinazione ed alla fine sei fuori dal precipizio.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    02 Dicembre, 2012
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Vipera, tu si na malafemmena, quest'occhi hai...

"Scusi, questo è un Montabano?", fino a poco tempo fa i clienti appassionati di libri gialli, dopo aver individuato sulle mensole il nuovo libro di Andrea Camilleri, li vedevo agitare la mitica copertina blu cobalto delle edizioni Sellerio a mo di bandierina di guardialinee e chiedermi se il testo era di quelli che avevano per protagonista il famoso Commissario di Vigata, oggi mi capita lo stesso con Maurizio De Giovanni,li vedo sventolare i libri dall'inconfondibile costa gialla dell'Einaudi Stile Libero e chiedermi con apprensione:"Scusi, questo è un Ricciardi?" Ma non è tutto, alcuni comprano i gialli di De Giovanni non per scoprire l'assassino di turno, ma per sapere se il Commissario cilentano si è deciso fra Enrica e Livia, quale delle due donne avrà sposato? Saranno queste piccole cose che ti danno il metro del successo di un autore? Il talento di uno scrittore di gialli si rivela anche in questo, nella capacità di creare pesonaggi ai quali i lettori si affezionano come i fan al grande cantante lirico e questo talento De Giovanni lo ha.Vipera è il soprannome di Maria Rosaria Cennamo, la più bella prostituta di un frequentatissimo bordello napoletano il"Paradiso", trovata morta, soffocata con un cuscino appurerà il dottor Modo, una mattina dalla "collega"Lily", anzi il Commissario Ricciardi ,giunto sul luogo del delitto con il fido briadiere Maione,scoprirà subito che a trovare la bellissima ragazza era stato uno dei suoi clienti più ricchi il cavalier Vincenzo Ventrone, titolare di una rinomata ditta di arredi sacri, e allora perchè Lily ha mentito?, per lo scandalo che avrebbe investito Ventrone? E Madame Yvonne, la tenutaria del bordello perchè copre il figlio, un buonoannulla che gioca tutti i suoi soldi nelle bische?
E Coppola,Peppe 'a frusta, il "fidanzato storico"di Vipera, non era geloso di Ventrone,dei suoi soldi e del suo frustino? Già il frustino,il fantasma di Vipera "sussurra"queste ultime parole a Ricciardi : Frustino,frustino.Il mio frustino."
La caratteristica di questo giallo è che più il Commissario indaga più la vicenda si fa ingarbugliata e i possibili sospettati aumentano anzichè diminuire ,in un crescendo di dubbi che invogliano il lettore a divorare le pagine del testo per scoprire chi sarà stato fra loro ad assassinare la bella donna. La vicenda si svolge a Pasqua, che da De Giovanni è magnificamente celebrata con le descrizioni dei piatti tradizionali del Cilento, terra d'origine di Ricciardi, così come intriganti sono le location della vecchia Napoli, Vomero, Chiaia, il Porto, via Toledo.I personaggi che avete imparato a conoscere nelle precedenti avventure ci sono tutti, compreso qualche fantasma assiduo del Gambrinus, ma non chiedetemi se Ricciardi alla fine opererà la sua scelta fra Enrica e Livia, perchè non lo rivelerei neanche sotto tortura,so solo che la signora Rosa tifa sfacciatamente per una di loro e che Bambinella ne sa una più del diavolo e secondo me è l'unica ad averci capito qualcosa.
Un grande prova di De Giovanni che dice :"come tutte le storie di Ricciardi,nasce dai racconti e dal sorriso di mia madre.Io l'ho solo raccontata".

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Gli altri testi di De Giovanni con Ricciardi per protagonista
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    29 Novembre, 2012
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Latte e filati,quello che rimane di una storia

Borgo Propizio è uno di quei paesini di provincia dove ti fermi solo se per sfortuna buchi una ruota, salvo poi scoprirne il fascino e decidere di piantarci le tende per tutta la vita. Anche i personaggi che incontri nelle piccole strade fra il Castelluccio e la latteria in allestimento sono quelli della provincia italiana. Marietta e Mariolina , le due protagoniste di questo romanzo sono le tipiche "zitelle" di paese , senza i genitori, hanno affrontato la vita con coraggio rimanendo però nel guscio protettivo del loro borgo, la prima intenta a ricamare, la seconda immersa nelle scatoffie,infatti Mariolina dopo gli studi, era riuscita a far carriera presso la Casa comunale di Borgo Propizio, ma col tempo le scatoffie l'avevano stancata, desiderava un uomo ed una famiglia.La vita delle due sorelle s'incrocia con un giovane piastrellista Ruggero alle prese con l'allestimento della latteria di Belinda , giovane imprenditrice che nel latte e nei dociumi anzichè nelle noiosissime carte di Cesare, suo padre rinomato avvocato, vuole realizzare i suoi sogni.Un giorno Ruggero, lasciata la latteria dopo aver perso la testa tutta la giornata a cercare uno scatolo di piastrelle, ormai convinto del dispetto del fantasma che si vocifera abiti quei vecchi locali,nel correre col suo macchinone dall'avvocato Cesare per metterlo al corrente del ritardo che avrebbero subito i lavori s'imbatte in Mariolina e fra i due scocca la classica scintilla che nonstante, quei vecchi acidi dei genitori di lui,le serve sudamericane avide di euri, sempre di lui, le bigotte vicine di casa e le invidiose colleghe di lavoro di lei, diventerà incendio.
Ma la storia non finisce qui, perchè Ruggero troverà un anello assai antico, perchè il ciabattino suicida: il fantasma, non si da pace, perchè Cesare è ancora innamorato della sua ex Claudia e Belinda, la bellissima Ornella, Letizia...
La storia scritta da Loredana Limone è di quelle delicate e divertenti , ricorda la sceneggiatura dei film che firmavano registi del calibro di Camillo Mastrocinque o Ettore Maria Fizzarotti, negli anni Sessanta eleganti, colti e sempre con quel pizzico d'umorismo che conquista.

di Luigi De Rosa

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Narrativa per ragazzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    26 Novembre, 2012
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Mister Mosly

Questo è il libro lo consiglio a chi ha voluto veramente bene ad un animale e ha avuto la fortuna di crescere insieme a lui. Il racconto di Michael Gerad Bauer è senza fronzoli, semplice, sembra proprio il diario di un bambino ma è proprio questa seplicità e chiarezza espositiva che t'incolla a questa storia che descrive vita ,morte e miracoli di un cane simile a mille altri ma nello stesso tempo unico, come unico è stato Mister Mosly e unica è stata la storia del cane o del gatto o di qualsiasi altro animale che è cresciuto con noi, dividendo con noi gioie e dolori. La prima volta che il protagonista del romanzo vede Mister Mosly è un ciuffo di pelo in mezzo ad altri cinque sei cuccioli dalmata; ha le orecchie grandi, una macchia nera a forma di cuore in petto, le zampe grosse ,anzi enormi ma soprattutto "non si è mosso da lì!" , "vedi mamma" dice il futuro padroncino di Mister Mosly, "voglio quello che non si è mosso da lì" , così ,quando mamma e papà Bauer cominciano ad essere scettici sulla scelta operata dal loro primogenito ecco la nenia fastidiosa che mette in atto ogni bambino che con i capricci spera di ottenere, come spesso capita, qualcosa: "voglio non si è mosso da lì...non mosso da lì...mosso da lì...mosso lì...voglio Mo s lì !
Così "mosso da lì" divenne :Mosly, incrocio fra un dalmata e un alano, ma del dalmata non aveva che poche macchie nere e dell'alano solo le zampe grosse, aveva la pazienza di Giacobbe e l'irruenza di Sansone, la pazienza la dimostrava ogni volta che la piccola Amelia lo martirizzava bardandolo con improbabili vestiti e colorandolo in mille modi o zio Gavin lo terrorizzava con "la Pantera Rosa", l'irruenza la mise in atto quella volta che due tipi loschi al luna park avrebbero voluto rapire il suo piccolo padrone prima di fare una brutta fine,perchè Mosly era uno di quei cani che muore per il proprio padrone.
Di Mister Mosly ne parlo al passato, ma forse sbaglio, ho letto male, alla fine si parla di un arcobaleno, di semi strani...sarà il caso che leggiate voi come va a finire questa storia.

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Narrativa per ragazzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    26 Novembre, 2012
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Mix,Max e Mex per sempre amici

Chi ha letto "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" ha già avuto modo di sperimentare due caratteristiche di Sepùlveda, le capacità favolistiche, quelle che fanno di lui un pifferaio magico che con le parole, non con le note, conquista l'attenzione dei piccoli lettori e li trascina nel suo mondo fantastico, e il suo essere , come diciamo noi in Italia, un "gattaro" innamorato perso dei gatti, animali che nei suoi racconti godono della stessa considerazione che godevano presso gli Egizi.In questa nuova favola i protagonisti sono Max , un giovane studente che vive a Monaco di Baviera, Mix il suo gatto cieco e un topolino messicamo Mex,appunto.
I tre personaggi imparano a conoscersi, ma soprattutto a condividere, parola abusata ormai nel mondo digitale tanto da perdere, ahimè, il fascino e l'importanza che invece racchiude nella sua semantica originale.L'intento pedagogico della favola dello scrittore cileno è quello di tracciare , per i suoi giovani lettori la condivisione dell'amicizia a discapito della solitudine, il coraggio contro la codardia, la solidarietà per chi vive un handicap contro l'egoismo.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    26 Novembre, 2012
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Uomini soli

Il romazo di Paolo Giordano si apre con l'incontro casuale di due ex colleghi il tenente Alessandro Egitto,medico, e il maresciallo Antonio Renè, entrambi sopravvissuti ad un attentato talebano quando prestavano servizio nella base militare italiana in Gulistan. I due uomini, nonostante abbiano diviso quella terribile esperienza sono freddi,distaccati, nell'anima e nel corpo, quasi a voler cacciare dalla mente i fantasmi passati e impedire che le ferite appena rimarginate si riaprano. FOB è un acronimo, sta per "forward operating base", così dai militari vengono chiamate le basi in Afghanistan, le potremmo descrivere come recinzioni di fil di ferro costruite in mezzo al niente,circondate da sabbia , montagne e odio, quello degli Afghani che dopo decenni di guerre non sanno più o non vogliono più riconoscere amici o nemici: sono tutti invasori. D'un tratto mentre stai in casa tua con tua moglie,i tuoi figli e le tue capre, ti vedi piombare in casa un manipolo di saldati che ti punta i fucili in faccia perchè sta cercando i talebani, quelli che vanno distribuendo IED , ancora un acronimo per "improvised explosive device", sono ordigni realizzati in maniera improvvisata, sono quelli che fanno saltare in aria i soldati, i bambini e la gioia di essere al mondo.
La guerra descritta da Giordano è quella che ti cambia dentro, che incide come un bisturi nelle carni,lascia ferite che non si rimargineranno più. Ciò che colpisce in questo romanzo è l'ordinarietà dei personaggi, non ci sono i rambo americani ma neanche i terroristi assetati di sangue dei film holliwoodiani, ci sono i ragazzi che s'incontrano per strada, il figlio del vicino, l'ex compagno di scuola, il fidanzato, il marito,l'autore ci "veste" delle loro paure,delle loro debolezze, del loro corpo,indossiamo una divisa ed andiamo in Afghanistan in mezzo a ciò che di più stupido mente umana possa aver partorito:la guerra.Tempo fa lessi un articolo di cronaca, un Lince era saltato in aria a causa di un ordigno improvvisato, i militari italini che erano nel blindato tutti morti, adesso so che cosa ne è stato dei loro sogni e dei loro corpi.
di Luigi De Rosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    26 Novembre, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Alice e Mattia

Paolo Giordano scava nelle paure e nelle debolezze di due ragazzini Alice e Mattia, racconta il loro disagio nel rapportarsi col mondo degli adulti è il caso di Alice che non sopporta le imposizioni paterne, e di Mattia che è chiamato ad occuparsi della sorella Michela che a causa di un handicap mentale non è autonoma, ma il fratello in un episodio cruciale della storia,l'abbandona nel parco. Gli adolescenti di Giordano sono completamente diversi da quelli descritti in altri romanzi come "Bianca come il latte rossa come il sangue" o "Tre metri sopra il cielo" , hanno, a mio modesto parere, qualcosa in più: sono imperfetti e vivono con i piedi ben piantati a terra."Sono numeri primi" non fantasie. L'altro punto di forza di questo romanzo è il linguaggio, studiato, nulla è lasciato al caso, ne i tempi e nemmeno , per dire, le subordinate,un vero maestro questo scrittore torinese,peccato solo che , come spesso accade, da questo romanzo hanno tratto un film che non rende la bellezza del romanzo.

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La solitudine dei numeri primi
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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    16 Novembre, 2012
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Vacanze a Iscià...Isss...Ischia, l'isola davanti

Si è acceso l'ennesima Gauloises il Commissario Jules Rène Magrite mentre, lasciato il traghetto nel porticciolo ischitano, guadagna, abbracciato con Michelle Lapierre, la stretta strada per l'arbergo e la stazione termale. "Finalmente", avrà pensato, mentre in testa gli ronzano le note struggenti di qualche canzone di Frèhel, sulla soglia dei sessanta , una donna che è stata capace di farlo innamorare e non fa niente se è un giudice conosciuto mentre assicurava alla giustizia un bastardo che in Bretagna aveva fatto fuori donne e bambine, loro due sono riusciti a tenere fuori dal loro piccolo mondo antico gli orrori della vita.
Ad Iscià, no,a Ischia, "i Francesi si sà hanno difficoltà a pronunciare correttamente il nome dell'isola verde", il commissario conosce Peppe 'o Francese, un ex galeotto finito nelle prigioni parigine per un delitto d'onore, per vendicare la sua bellissima Denise,ex prostituta, finita fra le rudi mani di un criminale russo: Dragan il rosso. Fra poliziotto ed ex galeotto, si instaura un'amicizia che via via diventa sempre più profonda, Pèpè Couteau, questo il nomignolo francese dell'ischitano, si offre come guida alla coppia di innamorati. Gianni Mura/Peppe si rivela una guida superba, si capisce che oltre ad una grande passione per la cultura francese lo scrittore milanese ne coltiva una altrettanto profonda per l'Isola Verde, ma non è un amore cieco, perchè critiche feroci alla cemetificazione e agli interessi camorristici alla quale certa amministrazione sembra essersi arresa non vengono lesinate fra le righe del romanzo.
Dunque Pèpè e Magrite durante il soggiorno sull'isola vengono coinvolti in un delitto, quello di un giovane rumeno assassinato dalla Camorra, la giovane compagna , grazie all'intervento dei due amici riesce a sfuggire dalle grinfie del Capo clan che controlla i traffici di droga sull'isola, ma fantasmi antichi riaffiorano e Pèpè si lascia irretire da propositi vendicativi...mon tabac,mon bistrot du coin / tous les jours pour nous c'ètait dimanche..." a cantare è ancora la magnifica Frèhel perchè non si rinuncia mai a conquistare un po di felicità, soprattutto se si è assaporato l'Amore nel nostro passato.

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Maigret
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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    12 Novembre, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Felicità, si cammina per te sul fil di lana

Milioni di milioni sono i fiocchi di neve che cadono a Montesodi Marittimo,paesino toscano di poche anime nascosto fra le montagne, che lo isolano dal resto del mondo per una settimana.
Milioni di milioni sono le volte che il biologo Pergiorgio Pazzi e la filologa Margherita Castelli hanno ripetuto a se stessi il "mantra": "ma chi ce l'ha fatto fare di venire quassù?". I due studiosi erano giunti una settimana prima a Montesodi Marittimo per una ricerca scientifica che incrociando dati genetici (il compito del dottor Pazzi) con dati genealogici (il compito della prof.Castelli) riuscisse a spiegare la forza sovrumana degli abitanti di questo paesino, un po Asterix e Obelix nel villagio gallico. Milioni di milioni sono i dubbi che ha il maresciallo dei carabinieri Zandonai, quando Piergiorgio Pazzi, testimoni anche il sindaco Armando Benvenuti e il medico del paese Biagini, scopre e rivela,dopo attento esame, che la sua ospite la signora Annamaria Zerbi Palla,è morta, soffocata con un cuscino da qualcuno che si è introdotto nottetempo in casa, e tutto fa pensare al carabiniere, che il primo sospettato sia proprio lui, il Pazzi (ma perchè non ti fai mai i fatti tuoi? E' il "mantra" che milioni di milioni di volte si è ripetuto in quel frangente il dottorino) infatti tutti gli altri abitanti del paese, che a causa della tremenda nevicata sono rimasti in casa, dimostreranno di avere, apparentemente: un alibi di ferro!
Fortuna per il Pazzi che molti ma non milioni sono i "becchi" del paese che la loro ricerca stava per rivelare e fra tante corna,palchi e soppalchi forse un innocente si potrà salvare dal carcere ed un assassino essere assicurato alle patrie galere. Milioni di milioni infine sono le stelle che Margherita osserva nel cielo limpido di Montesodi Marittimo con Piergiorgio che milioni di milioni di volte avrà pensato , a fine storia: "ma a questa donna piaccio?"
Anche se non ci sono i terribili vecchietti del Barlume suspance e brio vi divertiranno fino alla fine.

di Luigi De Rosa

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Romanzi storici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    08 Novembre, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Uh mannaggia lu Sissanta! Fracischiello,Francisch

Chi se non Ferdinando Russo, poeta e "guappo" avrebbe potuto raccontare la fine dei Borboni e il Risorgimento visto dalla parte dei Napoletani?
In questo saggio, racconto, romanzo non so come catalogarlo questo testo, Francesco Palmieri, giornalista e Maestro di Kung Fu, finge di essere il grande poeta napoletano e così racconta con l'ausilio delle rime del vate partenopeo la nascita dei guappi, le zumpate, gli affronti, i duelli con coltelli e bastoni. Racconta di un Re ,scippato dai Piemontesi di un regno e della dignità.
Racconta di eroi, fossero appartenuti ad altra epoca li avrebbero chiamati "partigiani", ma allora e dopo, gli storici sabaudi,piemontesi, Padani?, li chiamarono briganti: Edwin Kalckreuth, magnifico soldato austriaco che venne a morire per la libertà di noi Meridionali,Chiavone, il generale supremo imprendibile sostenitore di Re Francesco e come non ricordare l'irlandese Josef 'O Keeff che sembra uscito dalla penna di Emilio Salgari, e ancora Ludwig Richard Zimmermann, non vi sorprendano i nomi stranieri di questi e di altri "capitani di ventura" che leggerete nel libro, al Regno delle due Sicilie, il Mondo voleva bene, molto più di quello che dicono di volere, allora e oggi, i suoi stessi abitanti.In questa biografia di Ferdinando Russo,altra definizione per questo testo, c'è tutto, odio e amore, sangue e passione, soprattutto poesia.
Una volta Confucio disse : "Il letterato che ama starsene a casa non può esser considerato un vero letterato", per questo la Poesia e la Storia di Ferdinando sono stupende, sono parto di un letterato che non ha avuto mai una casa, se non il cielo e il mare di Napoli.

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Saggi e biografie romanzate
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    01 Novembre, 2012
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Aftò, signor "Nero Goodwin"

Nell'antica Bisanzio le cancellerie i documenti imperiali li trasmettevano apponendo dei sigilli d'oro in calce a delle preziose bolle, una di queste in particolare, la bolla di Alessio Comneno III sembra essere stata ritrovata,scrivo "sembra", perchè quando l'Istituto Bancario che ha deciso di acquistarla chiede conferma dell'autenticità ai massimi esperti del settore, si trova di fronte a pareri discordanti,su tutti quelli del professor Celletti e del professor Bosconi, quest'ultimo, fidato allievo del primo, tra l'altro risulta scomparso misteriosamente. Teresa Nitti, manager intraprendente e senza scrupoli è chiamata a risolvere il problema dagli finanziatori dell'acquisto,sia per avere la certezza che la bolla d'oro sia autentica sia per gettare luce sulla scomparsa dell'unico che la riteneva un falso:il professor Sandro Bosconi. La signora Nitti ricorre ad un amico, vecchio compagno di liceo, Carlo Donna, che di professione fa lo sceneggiatore, ma non nasconde una passione irrefrenabile per il detective inventato da Rex Stout: Nero Wolf. Dunque il protagonista di questo giallo, Carlo Donna , personaggio a metà strada fra Nero Wolf e Archie Goodwin,anche se con molte riserve e altrettanti dubbi, accetta la proposta della vecchia amica e parte per il Monthe Athos ,Repubblica Monastica in territorio greco, dove è stato visto per l'ultima volta il professore. Giunto sul Monthe Athos il nostro "Nero Goodwin" troverà ad aspettarlo Christos Sfakteriotis,guida greca tanto gentile quanto cocciuta, decisa a illustrargli tutti i misteri e le reliquie miracolose conservate nei venti monasteri. Saranno molte le levatacce alle cinque del mattino così come i chilometri a piedi macinati dal nostro novello detective in questo mondo "a parte" alla ricerca smasmodica del prof,ma il tempo stringe , Teresa Nitti continua a telefonare e a pretendere risultati immediati, ma "Nero Goodwin",suo malgrado, è finito nelle sabbie mobili del bizantinismo, deve raggiungere il monastero di Vatopedi e invece si ritrova a Simonos Petra, poi a Iviron,Diokiarion,San Pantaleimon,Grande Lavra etc etc, nessuno dei monaci,fra l'altro ospitali e cordiali,sempre pronti ad offrire vino,pitàkia e preghiere, ricorda Sandro Bosconi: che fine avrà fatto lui e i suoi preziosi documenti?
Quello che firma Valzania è un giallo che ha ritmo e un finale tutt'altro che bizantino.

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Chi ama i gialli di Stout
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    28 Settembre, 2012
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Kibbutz di sentimenti

Amos Oz racconta ancora storie delicate che incantano il lettore,perchè con un linguaggio semplice riesce ad incidere con il suo "bisturi letterario" lo scudo protettivo dei personaggi, mettendo a nudo della piccola comunità israeliana descritta, timori per il futuro, gioie e paure, tradimenti , tic nervosi, parossismi, amori magnifici o piccoli e beceri. Il Kibbutz è una comunità basata su principi socialisti di eguaglianza, ogni menbro spende le proprie abilità e capacità lavorative per il bene della Comunità. Nel Kibbutz Yekhat ci sono giardinieri, docenti, calzolai, avicoltori, bambini nati in terra di Israele e anziani sopravvissuti alla Shoah, single e coppie: tutti legati dal rispetto per la Comunità che sfama e fa crescere sani i propri membri. Non mancano i momenti di attrito, donne che tradiscono il proprio uomo, figlie che lasciano il padre per andare a vivere con il "vecchio" professore di cui si sono innamorate, giovani orfani che adottati dalla comunità con fatica si integrano imparando ad amarla ed altri che, nati nella comunità, tentano di lasciarla perchè si sentono incatenati dai suoi principi ed anelano una libertà che forse troveranno emigrando in Italia. Sembra un acquerello di Jean Francois Millet il kibbutz descritto da Amos Oz, si perchè lo scrittore israeliano ha la capacità di dipingere con le parole.
di Luigi De Rosa

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Scene dalla vita di un villaggio
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    28 Agosto, 2012
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Tetti di stracci e stracci di uomini

Un indutriale del tessile ogni giorno si reca sul posto di lavoro a Prato dove ha in atto una battaglia senza esclusione di colpi con i Cinesi, è quello che gli Americani chiamano self made man, un manager rampante che ,al contrario di altri colleghi, non vuole arrendersi allo strapotere che ha fatto di Prato , come ricorda anche Nesi nel suo famoso romanzo,un avamposto dell'industria tessile cinese. Durante il tratto di strada che è obbligato a percorrere per giungere nel distretto industriale, s'imbatte in una vecchia casa con due comignoli sempre fumanti, i tetti decrepiti raffazzonati alla bell'e meglio con teli colorati. Chi diavolo può vivere in una simile stamberga si chiede ogni volta che passa davanti a quei comignoli fumanti. Un giorno la curiosità vince l'abnegazione al lavoro, il manager parcheggia, attraversa la carreggiata, sale in collina e bussa. Ad aprirgli la porta sono due vecchi che a lui fanno venire in mente ricordi di gioventù ormai rimossi, quando poi i due anziani gli dicono che l'accoglieranno in casa solo dopo che avrà accettato di superare i sette ponti, va via indispettito e anche convinto di aver avuto a che fare con due pazzi.
Ma i giorni successivi una strana preoccupazione lo assale, a causa di un incidente è costretto in ospedale per qualche mese poi, rimessosi, decide di affrontare la prova dei sette ponti che gli cambierà per sempre la vita.
Mauro Corona racconta una favola moderna sui veri valori che devono influenzare le nostre scelte di vita.
di Luigi De Rosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    23 Agosto, 2012
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La verità, cercarla o immaginarla?

14 aprile 1912, notte, sul Monte Fumo due eserciti, quello austriaco e quello italiano si contendono pezzetti di terra a costo di tantissimo sangue, gli ufficiali italiani per persuadere le loro truppe ad attaccare, prima di dare il segnale di carica sparano a caso in testa a due dei loro stessi commilitoni, tanto per far capire agli altri che: o si muore con le pallottole austriache in petto o con quelle italiane nel cranio.
14 aprile 1912, notte, una montagna di ghiaccio è comparsa all'improvviso in mezzo all'Oceano, mentre l'inaffondabile Titanic cola a picco, un uomo,elegantissimo, Otto Feuerstein, si è seduto in mezzo ad uno dei ponti,circondato dal caos,si gode la sua ultima sigaretta e aspetta la fine.
14 aprile 1912, notte, sul Monte Fumo il dottor Jacob Roumann, chiusi gli occhi all'ennesimo soldato morto ammazzato, s'arrampica lungo la montagna in direzione della grotta dove è tenuta prigioniera una spia italiana,il maggiore gli ha chiesto, vista la sua conoscenza dell'italiano, di convincere il prigioniero a rivelargli nome e grado, potrebbe servire per uno scambio di prigionieri.
14 aprile 1912,notte, in America Isabel Scott Phillips, sta cullando il suo terzogenito, pensa a quando giovanissima nell'ambasciata del padre, quella spagnola, gli uomini si contendevano il suo cuore , c'era Guzman e poi quell'italiano, come si chiamava?
Davì, forse?
14 aprile 1912, notte, il dottor Roumann offre l'ultima sigaretta al prigioniero italiano, se non rivelerà il suo grado e il suo nome sarà fucilato, ma l'italiano è disposto a fare un regalo al dottore che proprio quel giorno compie gli anni, gli rivelerà il suo nome ma prima dovrà ascoltare una storia e da questa capire :chi è Guzman,chi è lui, chi era l'uomo che fumava sul Titanic.
14 aprile 1912 è l'alba, Roumann si è destato, il ricordo della donna misteriosa che gli nascondeva fiori di carta, fatti con pagine strappate da libri d'amore, nelle tasche del camice in ospedale,anni addietro, quando era un giovane internista, l'ha tormantato tutta la notte:ci sono uomini che cercano la verità, altri che si limitano ad immaginarla, lui adesso come allora è chiamato a decidere che tipo di uomo essere.
Un romanzo accattivante, dove come un gioco di scatole cinesi, siete costretti a inseguire e risolvere misteri che subito dopo la soluzione, vi pongono un nuovo più intricato enigma.
di Luigi De Rosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    17 Agosto, 2012
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Fedro,Esopo ed ora FIAE

Immagino la fame quella vera che ti morde letteralmente le interiora, di quel dolore continuo e fastidioso come quando ti mettono i punti e li senti "tirare la ferita" e la solitudine poi,quella vera , quella che provi quando scopri che al mondo non hai più nè padre nè madre. Non mi riesce difficile capire perchè il piccolo Marcos Rodrìguez Pantoja entrò nella tana del lupo, afferrò i pezzetti di carne destinati ai cuccioli e scappò via: ingenuo! stupido cucciolo di uomo!
Quello che mi riesce difficile e capire perchè la lupa, che in poco tempo fu su quel piccolo ingenuo di sette anni, dopo averlo messo al muro non gli strinse la carotide come era abituata a fare con gli agnelli, fino a saffocarlo? Perchè non sbranò quel piccolo bastardo di uomo che aveva tolto il cibo ai suoi lupetti? Perchè lo tenne giù nel terreno, annusò il suo sangue, ascoltò il battito della sua paura e poi...poi per sette anni el niño-lobo,il bambino lupo, come lo soprannominarono gli uomini della Guardia Civìl che lo catturarono Nella sierra Morena in Andalusia,diventò un lupo: imparò a correre a quattro zampe,imparò a uccidere i cervi e a mangiare la carne cruda con gli altri del branco, imparò a riconoscere gli odori, a conquistare il suo posto nel branco:appertenne ad una "famiglia". Il padre boscaiolo e la matrigna l'avevano cacciato perchè non potevano accudirlo, cosa che non gli negò mai la lupa.
Quello che mi riesce difficile capire è che cos'è un essere umano, perchè che cos'è un animale io l'ho capito. Questa e altre storie "animaliste" fatte di gatti volanti,tartarughe, cani e tanti altri amici di Esopo le troverete in questa piccola antologia di scrittori che hanno rinunciato alle loro royalties in favore della ONLUS Save the Dogs and other animals,un'associazione che in Romania da anni salva la vita a cani destinati alla stessa fine che hanno fatto in Polonia e Ukraina cani e gatti per far posto agli interpreti del "gioco più bello del mondo" quello fatto con i piedi, appunto, ancora una volta spiegatemi che cos'è un essere umano: tutto quello che non è intelligente?

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    16 Agosto, 2012
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Uno squalo sul palcoscenico dell'Ariston

"Squalo" è un soprannome, quello di Sergio Scozzacane, manager fallito della Musica Blue Records,protagonista di questo romanzo, ma il signor Scozzacane non ha niente di vorace anzi sono gli altri a volerlo divorare e fra questi,i veri pescecani sono i Santamaria, clan della camorra al quale Sergio ha chiesto un prestito che non può più onorare.Marcello Santamaria, il vero squalo della storia, senza perdersi in chiacchiere ha già mandato un suo scagnozzo a dare il primo "morso" alla vittima predestinata, con una tronchese gli hanno amputato il mignolo tanto per far capire al signor Scozzacane che i soldi o li restituisce o per lui è finita. Dunque Sergio,detto squalo semplicemente perchè ha un naso a forma di pinna di pescecane,lasciato il tugurio,la pensione Nuova Libia dove soprevvive,claudicante, si reca nel piccolo ufficio dell'agenzia che dirige, qui Teresa, la sua bravissima segretaria gli da il ben servito;va bene l'amicizia ma senza stipendio da mesi non può proprio più andare avanti.Ma non tutto è perduto,Teresa che è una donna di cuore, comunque da una dritta al suo ex capo che gli potrebbe salvare la vita. In televisione ha vinto una piccola gara canora un loro assisstito, Mattia, cantante che Sergio aveva scartato perchè dotato sì di talento musicale ma anche di un lieve ritardo mentale che ne avrebbe inficiato tutte le possibilità di successo (neanche il fiuto dello squalo hai Scozzacane!).
Sergio è alla frutta, non può permettersi di fare lo schizzinoso, chiama Mattia, vince la sua ritrosia e lo costringe a venire in ufficio da lui e definire i termini del vecchio contratto. Mattia si presenta in ufficio con una bellissima ragazza , Sofia, la sorellina che da subito filo da torcere al manager e alla fine tutti cedono qualcosa, Mattia canterà al matrimonio dei Santamaria, ma Sergio lo farà cantare nientedimeno che a Sanremo.
A questo punto sembrerebbe che tutto possa trasformare questo noir in una favola, ma le carte si rimescolano nuovamente, Mattia tanta voglia di cantare non ce l'ha, Marcello Santamaria un altro morso allo "squalo" lo assesta volentieri e Sofia? Sofia è cieca, è sensibile, bellissima ed intelligente , come ha fatto ad innamorarsi perdutamente di Sergio?






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"Il buio e il miele" di Giovanni Arpino.
"Hanno tutti ragione " di Paolo Sorrentino.
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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    16 Agosto, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Giallo cingalese

A tutta l'Italia,gatti compresi




Non sono un fottuto giornalista eroe
di Antonio Di Costanzo
edizioniCentoAutori
Genere Thriller
Collana diretta da Umberto Rollino
pagine 133 € 11,00

Jacopo Fernandez dice di fare il giornalista, ma chiedete informazioni su di lui al suo caporedattore e rimarrete sbigottiti,abita in un bilocale, solo e con un gatto,Nerone, guercio e perennemente infoiato, chiedete alla povera gattina del dentista del secondo piano.Jacopo ama, dice sempre lui, una poliziotta Flavia Pulvirenti, di quelle che sogni ti vengano ad ammanettare al letto durante una perquisizione notturna e facciano con te l'alba.Jacopo fugge come la peste le responsabilità e gli atti di eroismo, perciò vede come fumo negli occhi la rossa Federica Guglielmi, avvocato "vogliounmondomigliore" che ad un certo punto della sua banale storia di cronista sfigato, che va in bianco con la poliziotta,che si trova due, dico due!, idraulici in casa che gli distruggono il pavimento senza venire a capo della perdita lamentata dai vicini, con Nerone che fugge inseguendo la gatta del dentista, il caporedattore furente perchè Evaristo l'astrologo per l'ennesima volta è stato svegliato dallo stesso Jacopo,ubriaco fradicio alla ricerca di informazioni su Giove e Saturno,dico Federica convince uno così ad aiutare due immigrate cingalesi Licia e Lia a scoprire chi ha ammazzato Givin Sandevi marito di Licia? E lui,giornalista amico della bottiglia e nemico di tutto quello che è politicamente corretto, Jacopo Fernandez, che decide di fare?
Un giallo divertente con quel pizzico di malinconia che rende il canovaccio più accattivante come un ritratto di Giacomo Di Chirico dove i colori vivaci e gli sguardi ironici rivelano a tutta l'Italia,gatti compresi che cos'è la Napoletanità.
Antonio Di Costanzo ha scritto un thriller divertente ma accanto a gag esilaranti che hanno per protagonisti gatti guerci e pappagalli reticenti, non rinuncia a momenti di riflessione seri come la condizione degli immigrati cingalesi a Napoli,il suo "investigatore-giornalista" Fernandez non è un eroe, come tiene a sottolineare nel titolo, ma il suo "politically uncorrect" lo rende più realistico ed efficace di qualsiasi altro collega di fantasia. Da "Volevo solo svagliarmi tardi la mattina" e "Non sono un fottuto giornalista eroe" dovrebbe essere tratto un film,come ci ha rivelato lo stesso autore ieri durante l'incontro letterario a Villa Fondi,gli sceneggiatori sono all'opera, il casting è aperto, chi sarà Fernandez: Valerio Mastandrea?Nicolas Vaporidis? Luca Argentero?Daniele De Angelis? Se avete letto i libri lasciate un vostro suggerimento, non si sa mai...

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Libri per ragazzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    16 Agosto, 2012
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"Sto bene,prof"..."Non credo ,Anna".


"Se potessi fidarmi,il domani sarebbe qualcosa di più che un coagulo di ore e minuti"
pink lady
Anna ha 17 anni capelli rosa e piercing a ingioiellarle (ma padre e madre direbbero,deturparle) il viso,ma il suo look non è sempre stato questo. La ragazzina ha cominciato a "inchiodarsi" il viso quando Laura, la sorella maggiore, è morta in un tragico incidente e i genitori, per quei strani meccanismi ,difensivi?, che mette in atto il nostro inconscio devastato dalla sofferenza, hanno cominciato a chiudersi nel loro dolore "dimenticando" di avere un'altra figlia.Anna ha così cominciato col tingersi i capelli di rosa, ma loro: niente, non la vedevano. Ha cominciato a infilarsi cerchietti nel naso, ma loro niente, allora è passata alle sopracciglia, alla lingua, infine quando credeva che il mondo si fosse dimenticato di lei, ha incontrato "un amico" che gli ha aperto la porta di un mondo migliore, un paradiso a portata di mano, anzi di braccio.Per conquistare la felicità basta un ago in vena e si parte per un posto migliore. La fortuna però assiste Anna, una prof, di quelle che non si fanno i fatti loro e credono nella Scuola con la S maiuscola, afferra Anna prima che faccia il grande salto nel buio,da una bella svegliata anche ai suoi genitori che, ridestatisi dallo choc decidono che è venuto il momento di cambiare radicalmente vita. Lasciano la caotica Milano e tornano nel paesello d'origine Belmonte. Qui Anna, che nel frattempo è diventata profondamente introversa e diffidente, fa la conoscenza di Silvia e soprattutto Marco un ragazzo che sembra capirla come nessun altro, è lui a soprannominarla "pink lady" non per il colore dei capelli, ma perchè la ragazzina di città si dimostra fin dall'inizio aspra e dolce proprio come la varietà di mela "pink lady" che nasce dall'innesto di una varietà rossa,dal sapore aspro, con una gialla, dal sapore zuccherino. I rapporti fra i ragazzi attraversano i soliti alti e bassi dei gruppi che cominciano a formarsi fino a quando Pink Lady viene a conoscenza di un segreto che rimescola tutte le carte.
"Pink Lady" è un romanzo delicato e intelligente che racconta il dolore di una perdita con raffinata analisi psicologica, lo consiglio ai lettori di "Rossa come il sangue e Bianca come il latte" o "La solitudine dei numeri primi".

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    13 Agosto, 2012
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La verità dell'elefante

Jalpaiguiri, nel Bengala occidentale due cuccioli di elefante sono rimasti incastrati nei binari della ferrovia, il branco torna indietro e uno degli elefanti si pone davanti al treno che sta giungendo a 70kmh sacrificandosi per i piccoli, questa notizia l'ho letta nel settembre del 2012 sul Corriere della Sera, la cito perchè spiega senza aggiungere altro "il senso dell'elefante" per l'appartenenza al branco, a quella che noi umani chiamiamo famiglia,che lo spinge a sacrificarsi anche per i cuccioli che non sono frutto del suo seme.
Con questo romanzo duro e difficile, Marco Missiroli riesce ad analizzare e descrivere questi sentimenti in modo originale e coinvolgente. In un condominio milanese viene assunto un nuovo portiere, si chiama Pietro, l'avv.Poppi, l'amministratore, l'ha scelto su segnalazione di una vecchia amica, si sa che è stato prete un tempo. Pietro si fa presto apprezzare e ben volere dai condomini, ma soprattutto lega con una famiglia i Martini, si tratta di una famigliola composta da Luca, apprezzato medico,Viola, moglie e madre premurosa e la loro bambina Sara.La verità nascosta , quelli che tutti i personaggi ignorano all'inizio della vicenda, è che Pietro, l'ex sacerdote è il padre di Luca, ha deciso di accettare questo lavoro per proteggere il figlio, ma da chi?, o da cosa? Ci sono molti "strani" pazienti che cercano "le cure" del dottor Martini e lui che è un uomo molto riservato e restio finisce sempre per cedere alle loro insistenze,ma che cosa chiedono al dottor Martini, questi padri sofferenti? Un romanzo affascinante che vi sorprenderà fino all'ultimo verso,anzi fino all'ultima verità nascosta.
di Luigi De Rosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    09 Agosto, 2012
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Dei delitti e delle pene,Vol.2.

E' una calda notte estiva , torno in macchina a casa quando dall'altro lato della carreggiata scorgo una cliente, la signora Rosetta è inginocchiata, parla al telefonino accarezza un animale. Parcheggio l'auto, attraverso la strada, saluto Antonio il marito di Rosetta, di fronte ci sono i soliti ragazzini tiratardi che finiscono l'ultima birra e si godono lo spettacolo, perchè per loro è solo questo. Sul selciato c'è un bastardino, un pirata della strada l'ha travolto e lasciato lì a morire. Rosetta l'accarezza e chiede al telefono all'amica veterinaria che cosa c'è da fare, immagino, dall'espressione che assume ,che la risposta sia:"nulla". Mi accovaccio anch'io, accarezzo il cane, l'addome è gonfio e caldo, la bestiola alza la testa, poi l'appoggia nuovamente all'asfalto, la lingua è completamente fuori dalla bocca che cerca disperatamente aria, un rivolo di sangue ne fuoriesce macchiando di rosso il nero che è tutto intorno a noi. I clacson delle macchine ci destano dalla pietà, devono passare i signori!, Rosetta prende il cagnolino e lo sposta delicatamente sul marciapiede, almeno lasciatelo morire in pace.
Leggendo il romanzo di Samanta Catastini mi è venuto in mente quest'episodio di alcuni anni fa, e vi confesso che è indescrivibile la sofferenza di qualsiasi essere vivente,così come tristissimo viverla in prima persona.
La Catastini, impegnata da anni nella lotta alla vivisezione e nel recupero di cavalli destinati al macello, nel suo romanzo racconta la storia di Elettra una ragazza che spinta dalla gelosia cerca di scoprire la causa delle continue telefonate e fughe improvvise del fidanzato Duccio.Alla fine dell'ennesima discussione animata rimane basita nell'apprendere che Duccio è un "terrorista", fa parte dell'ALF, Fronte di Liberazione Animale, un'organizzazione che anche con mezzi poco ortodossi combatte le aziende che adoperano gli animali per testare i loro prodotti. Ricordo che Elettra, che dopo lo choc, si farà coinvolgere nell'A.L.F. sviene in una delle prime incursioni , quando di notte con il passamontagna partecipa ad un raid per liberare coniglietti adoperati per testare prodotti cosmetici e ne scopre centinaia ammassati in piccoli spazi, vivi ma con arti amputati e aghi conficcati negli occhi,(a questo proposito vi consiglio quando comprate un rossetto , un eyeliner etc etc di controllare che abbiano il marchio Icea). Dunque con Duccio,Elettra,Gianna e Alessio entriamo in una "cellula" terroristica, ne viviamo scelte , conflitti e decisioni drastiche, impariamo a comprendere un mondo che spesso i mass media che vivono della pubblicità di certa industria, descrivono come degli esaltati, ma chi di voi è rimasto insensibile di fronte ai beagle da poco liberati grazie ad un incursione di questi ragazzi? La forza del romanzo di Samanta Catastini è nella chiarezza e nel ritmo che riesce a dare, probabilmente dettato dalla passione che ha per l'argomento, al suo scritto che ne fanno una piacevolissima lettura. Interessanti sono anche i due saggi brevi che l'autrice propone nell'introduzione al romanzo che descrivono le idee guida di due grandi pensatori del movimento animalista, il filosofo australiano Peter Albert David Singer uno dei padri del concetto filosofico dello "specismo" affine ai concetti di razzismo e sessismo e il filosofo statunitense Tom Regan uno dei fondatori dei Diritti degli animali.

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Se niente importa perchè mangiamo gli animali di Foer Jonathan
Acid Lethal Fast di Astor Amanti
E' tutto a posto di Deborah Gambetta
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    04 Agosto, 2012
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Vorrei che la mia anima se lo facesse il suo volo

Giacomo Rossi è un manager apprezzato,vive a Roma, prima di dedicarsi a questo lavoro così serioso e impegnativo con la sua amica e collega di sempre Cristina conosciuta sui banchi della Facoltà di Economia,faceva il Dee Jay e anche in questo lavoro "giovanile" aveva dimostrato talento, collezionando esperienze nelle discoteche di mezz'Europa prima di finire nella più prestigiosa di Londra: il Ministry of Sound, con lo psudonimo di Giako Dj.
Dunque Giacomo/Giako è uno di quegli uomini fortunati in ambito lavorativo e, a quanto ci racconta nel libro, che assomiglia molto ad un diario, sembra cogliere lo stesso successo anche con le donne, fino a quando non si imbatte in una ragazza Alice,che per ironia della sorte lui stesso ha bocciato durante un colloquio di lavoro per assunzioni.Il romanzo si apre e si chiude con questa tribolata storia d'amore, ma non è l'unico motivo di cruccio del giovane manager.
Un giorno Alice , fra il serio e il faceto, chiede a Giacomo qual'è la cosa più strana che gli sia capitata di fare in vita sua e Giacomo, dopo averci riflettuto a lungo le risponde che scrivere una lettera al padre e imbucarla l'ha vissuta come un'azione molto imbarazzante.Ma veramente c'è qualcosa di strano nello scrivere una lettera al proprio padre? Sì, se il proprio padre è morto all'improvviso alcuni anni prima nella sua piccola vineria e se la lettera che imbuchi la indirizzi: Via del Paradiso. Questo di Cacciapuoti è un romanzo sui sentimenti che legano un uomo ed una donna, un padre ad un figlio,un fratello ad una sorella, una moglie al proprio marito,è un racconto ricco di riflessioni acute e anche di citazioni che illuminano. Non molto lontano da qui c'è un mondo per niente banale, basta cercarlo, l'indirizzo? Via dei Sentimenti n°...
di Luigi De Rosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    27 Luglio, 2012
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Pronto?Pronto? Chi è? Diamine!,mi rispondete?

Yocchan ha da poco raggiunto l'indipendenza economica dai genitori e vive da sola in un piccolo monolocale a Shimokitazawa, caratteristico quartiere di Tokyo fatto di stradine circondate da negozietti e ristoranti tipici ed è proprio in una di queste locande dedicate alla cuisine de ménage che lavora alacremente grazie all'affiatamento con la prorietaria Michiyo. La vita della giovane ristoratrice è stata sconvolta dalla notizia della morte di Imo, suo padre, apprezzato musicista, trovato morto, in quello che sembra a detta della polizia un omicidio suicidio, nei boschi di Ibaraki mentre era in compagnia di una giovanissima donna: la sua amante e cosa che ha lasciato tutti ancora più perplessi questa assassina-amante era anche imparentata con Imo. Se Yocchan è rimasta frastornata da questa tragedia,la madre sembra quasi uscire di senno, alcuni giorni dopo il funerale rivela alla figlia di ricevere giornalmente le visite del fantasma del marito,quindi chiede e ottiene ospitalità alla figlia.
Yocchan , messo da parte il suo egoismo,tenta di aiutare la madre a superare lo choc, ma anche lei ,che sembrava quasi immune al dolore, scoprirà, durante questa convivenza forzata, quanto Imo le manchi. Al ristorante un giorno capitano per puro caso, come semplici avventori, prima Aratani e poi Yamazaki due grandi amici e colleghi del compianto Imo. Questi due assidui clienti all'inizio sembrano aiutare la ragazza a superare il turbamento per la drammatica morte del padre,ma alla fine si trasformano,loro malgrado, in motivo di ulteriore sofferenza e
confusione,tant'è che Yocchan finirà per innamorarsi di entrambi divenendone l'amante.

Banana Yoshimoto ci sorprende ancora una volta descrivendo sentimenti, ossessioni, nevrosi che accompagnano il montare di una sofferenza repressa con originalità e raffinata analisi psicologica. Moshi moshi?, corrisponde al nostro:"pronto?Pronto? chi parla?"
Il lutto è una telefonata,improvvisa,inattesa, nel momento stesso in cui alziamo la cornetta e chiediamo "moshi?" moshi?" comprendiamo che non c'è e non ci sarà più qualcuno a rispondere.
di Luigi De Rosa

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    23 Luglio, 2012
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Ci sono una cinesina,un boss,un cretino ed un uovo

Primo detto Terzo, e questo è già un buon inizio per un giallo intricato,non trovate?,ebbene Primo è alla ricerca di un'uovo, l'uovo è quello di Amalia detta Antavleva amante del boss Giacomo Vattalà detto Pirinciolla a sua volta sposato con Minerva Esposito detta Pallade, la figlia del capo dei capi della mala romagnola, Priamo Esposito detto il Padrone. D'accordo mi fermo qui, non voglio esasperarvi con nomi e soprannomi. Dunque Antavleva, come tutte le amanti, si sente trascurata, per legare a sè definitivamente il Pirinciolla decide di dargli un figlio, ma il boss non è stupido, prende sempre mille precauzioni durante i loro incontri d'amore, ma si sa, le donne (chiedo scusa alle femministe) ne sanno una più del diavolo, e Antavleva ha studiato un piano diabolico per impadronirsi del seme dell'amante, con l'aiuto di un dottore senza scrupoli userà una ragazzina cinese , Maria (che fortuna,non ha soprannomi!),come utero in affitto che porterà avanti ,in sua vece, la gravidanza per dare poi, tra nove mesi immagino, al suo Giacomino l'erede che con Pallade non ha avuto sbaragliando così la rivale,per sempre.Per mettere in atto questo piano, gira e rigira, fra i vari tirapiedi e scagnozzi che frequentano la grande Casa Esposito , Antavleva sceglie Primo Casadei detto Terzo, uno sfigato, nè stupido ma neanche intelligente, che la donna pensa di convincere e manovrare a suo piacimento.Primo, voglio dire Terzo che è caduto in disgrazia nel clan, capisce che questa è l'ultima occasione per mettere da parte un discreto gruzzoletto ma sa che il Pirinciolla e il Padrone hanno riempito i pozzi artesiani di mezza Italia con i cadaveri di gente che si credeva più furba di loro,quindi accetta ma procede con i piedi di piombo nell'ardua impresa. Con il fido amico Proverbio (di quest'ultimo non si sa il vero nome),cerca e trova un dottore e una cinesina disposti a collaborare e così, grazie all'ars amatoria di Antavleva,procuratosi il seme del boss il piano sembra dare i suoi frutti,perdon il suo uovo fecondato. Purtroppo, i guai che sono sempre dietro l'angolo non mancheranno ed uno bello grosso, anzi robusto e muscoloso direi, si presenta un giorno inaspettatamente nel laboratorio del dottore nelle sembianze di Fammicapire (uno degli scagnozzi del Pirinciolla) che per capire ha capito e con la pistola puntata sta per far capire anche al resto della combriccola :la cinese,il dottore e Primo detto Terzo come si concluderà l'interna vicenda, peccato che per uno scherzo del destino, lui, killer professionista, si spara sul piede e capirete a questo punto che Fammicapire la sua missione non potrà portarla a termine,così come avrete capito che in Casa Esposito,non sarà stato mica solo Fammicapire a capire l'imbroglio,avete capito?
Siamo appena all'inizio!
Un thriller che ha ritmo,l'intreccio originale e l'uso del dialetto romagnolo, parco ma sempre opportuno aggiunge al testo quel tocco di originalità ,il finale è spiazzante come ogni giallo che si rispetti.
di Luigi De Rosa

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Romanzi autobiografici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    19 Luglio, 2012
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Vita di un giovane precario

Un giovane professore, stanco del solito tran tran quotidiano, casa lavoro,lavoro casa, dopo l'ennesimo viaggio in autostrada per raggiungere la sede scolastica dove insegna, decice di rassegnare le dimissioni. Naturalmente il ragazzo fa prima un pò di conti; è rimasto orfano di entrambi i genitori,l'unica sorella vive lontano, con qualche soldo ereditato e il pagamento dei diritti d'autore da parte di una casa editrice progetta di tirare avanti per qualche tempo senza fare un bel niente.
Purtroppo per lui,il giorno dopo le dimissioni,investe un povero cane in autostrada, la fidanzata storica lo lascia e i soldi finiscono presto anche senza darsi a spese pazze,dulcis in fundo, dalle graduatorie scolastiche, croce e delizia di tanti precari, non essendo stato ancora depennato, viene ripescato e chiamato per una supplenza,come professore di sostegno in un Istituto Professionale.
Diamine! Che sfortuna! Torna a perseguitarlo questa scuola, che da studente l'ha bocciato e da professore l'ho tormenta, ma i soldi servono ed Ugo, accetta la supplenza. Per ironia della sorte il professore tornerà ad insegnare nello stesso luogo abbandonato qualche mese prima ma in un Istituto Professionale di Agraria. In questa nuova scuola farà la conoscenza di Eugenio Calza , il ragazzino al quale deve dare una mano negli studi. Eugenio si rivela da subito un ottimo allievo con una particolarità, ama le lavatrici ed ha un'ossessione compulsiva per la collezione di tappi di bottiglia. Il busillis nasce quando Ugo è chiamato a mediare la voglia di una parte di professori di accontentare il ragazzo regalandogli i tappi ed un'altra parte che, seguendo alla lettera le direttive della psicologa, negano questo piacere al ragazzo. Ugo durante questa nuova esperienza scolastica scoprirà doti e sensibilità che non pensava di avere. In lui, quel momento di rabbia e scoramento che l'aveva portato a rassegnare le dimissioni mesi prima, sancirà l'inizio di una rivoluzione copernicana interiore che gli permetterà di vivere la scuola in un modo nuovo. L'originalità di questo romanzo sta, a mio modesto parere,anche nella geniale scelta della tecnica narrativa, infatti lo scrittore per rimarcare il momento di confusione,di stress psicologico del personaggio spesso su di giri e lunatico fa un uso smodato di coordinate e subordinate, di virgole in un capitolo ne ho contato 80 su 13 punti e 30 sono state le “e” congiunzione. Insomma Cornia, riesce con la sintassi a dipingere il carattere del professore un po come il personaggio del recente libro di Baricco Mr Gwyn che “scriveva” ritratti.
Una bella prova di Ugo Cornia, un romanzo che intriga per contenuto e stile.
di Luigi De Rosa

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Economia e finanza
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    19 Luglio, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

La casta delle caste

Nel paese del "Gattopardo" se c'è una professione che non è mai cambiata e mai cambierà,almeno se penso a quanto letto in questo libro, è proprio quella di notaio. Una vera e propria casta che fondata con decreto regio il 16 febbraio 1913 non è più stata riformata, una categoria Regia sopravvive nella Repubblica! I notai hanno visto passare governi, guerre e cataclismi e sono sempre rimasti fermi lì, aggrappati alla loro scrivania in noce massello doppio fronte stile '800, non temendo alcuna riforma. Quando un ministro della Repubblica paventa la possibilità di riformare questa professione, la categoria si muove nelle stanze dei bottoni con determinazione e discrezione sicura di ottenere il risultato migliore,come il principe Fabrizio Salina diceva al giovane Chevalley nel famoso romanzo, "se vogliamo che tutto rimanga com'è,tutto deve cambiare"ed in effetti le riforme del notariato hanno questo effetto,nessun cambiamento.Quando qualche parlamentare impertinente ha il ghiribizzo di snellire procedure, far risparmiare tempo e denaro ai contribuenti, il grido di dolore si leva alto e immadiato come quando il legislatore tolse l'esclusiva del passaggio di proprietà di moto e autoveicoli ai notai per affidarlo anche alle agenzie automobilistiche. Sono 4700 gli iscritti dice il sito del Notariato, divisi per distretti,liberi professionisti ma nello stesso tempo pubblici ufficiali, dichiarano un guadagno medio di 327mila euro all'anno con punte che sfiorano il milione di euro, per questo la Cassa del Notariato prevede un aiutino,un minimo garantito per quei colleghi"sfortunati" ai quali è toccato un distretto "economicamente disagiato", la pensione minima garantita è 90mila euro all'anno per tutti indipendentemente dai contributi versati, il 20 % è figlio, nipote o parente di un notaio. Onestà e imparzialità sono il fiore all'occhiello di questa figura professionale e nella maggior parte dei casi risponde al vero questo slogan, ma l'inchiesta coraggiosa di Tecce e Morello ,pone l'indice anche sulle pecore nere, il reato più diffuso in questa casta è il peculato, scandali e tuffe li hanno interessati in passato e anche nel presente ,vedi il caso Ciancico,notaio catanese al centro di un grosso scandalo,come pure la truffa emersa negli ultimi concorsi, sì perchè un altro argomento molto serio e ben analizzato in questo saggio è l'accesso a questa professione, molto complicato, fin troppo viene da dire.Infine mi piace citare un'intervista di Milena Gabanelli ,condutrice di Report,ricordata nel testo, fatta ad un apprezzato notaio che della sua professione disse cantando:
"Ho scelto di fare il notaio per lavorare quando mi va,se mi va,ma avere sempre tanti soldi". "Beati loro", a noi miseri mortali la voglia di cantare è passata da un bel po.
di Luigi De Rosa

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    14 Luglio, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Acqua cheta fondo...

Lansdale insieme a Stephen King è uno dei massimi esponenti della novella gotica, anzi horror, ma la bravura che dimostra nel farti saltare dalla sedia mentre sei preso dalle vicende dei suoi personaggi è inarrivabile.
E' uno di quei narratori che ti prende per mano, sorriso largo e gentile, ti presenta i suoi docili e inoffensivi ragazzini della provincia americana, quella di Steinbeck, povera e sfigata, ti conduce nel bosco , magari ti fa entrare nella casetta dalle mura di cioccolata e il tetto di marzapane,apre la porta e tu cominci a sperare d'incontrare la strega:"Salve, c'è nessuno?" ... zac! Un piccolo colpo veloce e indolore, abbassi lo sguardo e al posto delle mani hai due mocherini che stillano sangue dovunque,davanti a te c'è un colossale seminole con in testa una bombettaed un uccello morto che gli pende dalle trecce rosse (ma chi lo veste?) ,che gioca con le tue mani;un fottuto cacciatore di taglie, segugio instancabile incaricato di cercare i due ragazzini che per puro caso, seppellendo l'amica May Lynn, a sua volta affogata misteriosamente nel fiume, hanno ritrovato , nascosto in un'altra tomba, il frutto milionario di una rapina. Diamine ! I ragazzini pensavano che Skunk , il cacciatore seminole che taglia le mani alle sue vittime fosse solo una leggenda di paese e invece...
di Luigi De Rosa

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Decisamente gotico
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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    12 Luglio, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

A che santo votarsi?

Con l'Accabadora, una storia di eutanasia ante litteram, la Murgia ha commosso e intrigato,mentre con questo nuovo romanzo "L'incontro",tanto breve quanto accattivante devo confessarvi che mi ha sorpreso
e divertito.Sono un uomo del sud , vivo in un piccolo paesino come Cabras, dove si svolge il racconto ed è nata la Murgia, e di processioni, di gelosie fra confraternite e preti non sono affatto a digiuno.Dunque è stato interessante calarsi nelle vicende di Maurizio,ragazzino che d'estate viene "parcheggiato" dai nonni, mentre i genitori sono a lavoro in città. Da "forestiero" Maurizio ha modo di conoscere i riti dei paesani, quelli che determinano l'appartenenza ad una comunità.
I guai cominciano quando ci mette lo zampino il di...di,no,no...il Vescovo! Il vecchio prelato che prima di lasciare il bacolo al suo successore, di punto in bianco, chiede di realizzare una nuova chiesa nella periferia,fra le case popolari :il Sacro Cuore di Gesù. Pensate in un paesino dove c'era sempre stata una sola chiesa , quella di Santa Maria , grazie alla "pensata", del vecchio vescoso sorgerà un nuovo tempio! Dunque quali parrocchiani confluiranno nella nuova comunità religiosa? Quali sono i confini del territorio della nuova parrocchia? I due preti, cominciano a guardarsi in cagnesco, il vecchio sacerdote non vuole cedere un centimetro della sua diocesi al nuovo sfrontato e intraprendente.I parrocchiani "nuovi" desiderano un campanile che sia il più alto che si sia mai visto,devono morire d'invidia quelli di Santa Maria! Infine la processione storica della città, quella che si svolge a Pasqua,durante la quale la statua del Cristo risorto dopo aver attraversato il paese "incontra" la statua della Madonna che a sua volta è stata portata in giro per il paese alla ricerca del figlio risorto.
Con l'istituzione della nuova parrocchia le statue del Cristo e della Vergine raddoppiano,così come i percorsi, ma il Sindaco è uno,da che parte sta?, la piazza dove avviene lo storico "incontro" è una, chi cederà delle due confraternite?
Etnografia,antropologia e tanto humor nel nuovo libro di Michela Murgia.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    06 Luglio, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Uva gnura

L'uva che ci offre Gabriella Genisi in questa terza indagine del commissario Lobosco,è aspra, non ubriaca ma stordisce quel poco che basta a darci coraggio è convincere noi e Lolitasua a guardare in un sacco nero, nero come l'anima di certi esseri umani, dove hanno seppellito un innocente, un bambino di nome Morris.
Ci vuole coraggio assai per indagare su un delitto tanto orribile e Lolita ci prova, all'inizio tentenna, sembra quasi mantenere un profilo basso, si fa distrarre dal bel magistrato, bisticcia con Danilosuo,la madre e la sorella, poi c'è quella strana faccenda delle scritte ingiuriose contro di lei nel parcheggio della Questura. Alla fine Lolita comincia a fare sul serio, interroga i vari testimoni,il padre dottor Lorenzo Milone,ricco farmacista, la madre Lory Depalma bella arrivista, la tata straniera, gli scagnozzi messi a guardia della villetta,perchè? E' una storia anche di mafia? Tutti giurano di aver voluto bene a quell'anima innocente,eppure c'è fra loro qualcuno che mente,quando muore un bambino, ucciso in quel modo,l'orco come nelle favole ha avuto la sua,vendetta? Toccherà a pollicina-Lolita, scoprire, cercare le mollichine che portano nell'antro dove si nasconde il mostro.
Un thriller originale e gustoso proprio come i piatti della cucina barese, si legge slow food,accompagnato con un Pardas Aspriu bianco,parola di Pepe Carvalho.
di Luigi De Rosa

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La circonferenza delle arance,giallo ciliegia
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Scienza e tecnica
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    27 Giugno, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

OGM or not OGM,this is the question

Osservo il piatto che oggi ho sul tavolo a pranzo, sono fave
accompagnate da patate,cipolle e un filo d'olio extravergine d'oliva.Mangio con fame e con gusto, perchè amo questi alimenti,d'estate li trovo freschi,sani e nutrienti.
Non mi chiedo mai, è questo lo confesso a malincuore, le patate,
le cipolle, le fave e l'olio da dove vengono, probabilmente perchè
mi fido di mio padre che ama la terra, lui che ha trascorso trequarti
della sua vita sulle navi, è l'uomo più felice del mondo
quando zappa, pota, semina, quindi son per certo che quello che mi servirà a tavola è buono.
Il saggio di Pascale "Pane e Pace" è questo, un confronto tra generazioni, tra modi di vivere, soprattutto di coltivare la terra e confrontarsi con essa e i suoi prodotti. Nel caso dell'autore si comincia dal nonno, contadino di inizio secolo,si passa al padre agronomo in Terra di Lavoro, per finire a lui che si confronta con scienziati e genetisti. Nel testo c'è un'analisi dettagliata, mai noiosa anche se i termini tecnici e le informazioni scientifiche sono abbondanti, sull'agricoltura, sui metodi di coltivazione tradizionali e all'avanguardia,sulla produttività,sull'uso della chimica e dei cosiddetti pesticidi,sugli agrofarmaci,sugli insetti,sulla modificazione genetica,sulla selezione, sugli OGM e sui pro e i contro dei diversi metodi di coltivare la terra.Una guida piccola e preziosa che non elimina tutti i dubbi ma almeno mette un po di ordine nel caos di informazioni che ci vengono proposte dai media tutti i giorni.

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Saggi sulla nutrizione e il rispetto dell'ambiente
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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Giugno, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

E' un Montalbano

"E' un Montalbano"questa è la risposta che ho imparato a dare
ai miei clienti quando in arrivo in libreria c'è il nuovo romanzo
di Andrea Camilleri e i più accaniti lettori del commissario desiderano sapere se sia un testo dedicato a qualche avvenimeto storico, alla biografia
di qualche artista, vedi i testi editi da Skira, o un nuovo giallo che ha
per protagonista il mitico poliziotto. Senza niente togliere alla ormai
vastissima produzione di Camilleri, "un Montalbano" è sempre speciale.
Come quando si va in un'enoteca e ti servono il principe dei vini siciliani,il
Nero d'Avola,dal primo sorso ti sembra di assaporare quelle colline
arse dal sole africano che una leggera brezza che sale dal mare mitiga
rendendo l'uva che producono meravigliosa. Così Camilleri intreccia due casi come
la vite che noi in Campania maritiamo all pioppo, da una parte
c'è il caso di una giovane donna sposata con un vecchio gioielliere, rapinata
e forse stuprata,ma allora perchè raccontare farfantariate insieme alla sua migliore amica a Montalbano?, dall'altra parte c'è un rudere abbandonato dove il proprietario
trova porte e finestre ed addirittura una catena a sbarrargli l'ingresso
senza che lui sappia niente:che c'era nascosto fino a poco prima dell'arrivo dei poliziotti di Vigata?
Ci sono gli acini d'uva da spiluccare vale a dire: le gag con Catarella, con Augello e con Fazio, c'è lo stordimento del vino quello rosso come le labbra della bella Marian che finisce a letto con Montalbano, e Livia?
Non vi racconterò più nulla, è un Montalbano va servito a temperatura
ambiente anche sotto l'ombrellone.
di Luigi De Rosa

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Racconti
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    19 Mag, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Racconti d'autore

Nella prefazione a questa raccolta di sedici racconti, Ammaniti spiega il perchè di questo titolo. "Il momento è delicato" era la frase fatta,trita e ritrita, con la quale lo congedava ogni volta il suo editore quando gli negava la pubblicazione della sua ennesima raccolta di racconti:"i racconti non vendono", e siccome i racconti non vendono ed il momento è delicato, merkelianamente parlando, ebbene Niccolò ha deciso ancora una volta di proporre all'editore una serie di racconti e stavolta l'ha spuntata. I racconti sono stati scritti lungo l'arco dell'intera carriera dello scrittore romano, ci sono quelli dell'esordio e quelli della maturità, soprattutto in nuce c'è tutto l'Ammaniti che abbiamo imparato ad amare ed apprezzare nei romanzi. C'è l'amore fra adolescenti, c'è il fatto di cronaca nera riscritto come solo lui sa fare,c'è l'avventura drammatica e quella surreale, ci sono le coppie,tante, tutte sull'orlo di una crisi di nervi.

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Che la festa cominci,Come Dio comanda dello stesso autore
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Romanzi storici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    16 Mag, 2012
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Hermosa,l'isola di un sognatore

Aurelio, dopo molti anni torna nella sua isola,Hermosa (la Sardegna?), è tempo di rivoluzioni, a Parigi ai nobili tagliano la testa con la ghigliottina e chissa che non si riesca a farlo con i corrotti Baroni della sua terra.
Aurelio torna dopo un lungo soggiorno nel continente dove ha servito un influente prelato di Venezia,il Vescovo Del Piano, ma essendo un uomo dall'indole irrequieta e indomita, ancora una volta, così come aveva fatto tempo addietro con il padre il Marchese Cabrè di Rosacroce e la madre Donna Inès, abbandona una vita serena che gli avrebbe regalato ricchezza e potere per un sogno di libertà e giustizia per tutti.
Aurelio infatti, tornato ad Hermosa, sceglie di condurre una vita da brigante, "Zorro" ante litteram, ruba ai ricchi per dare ai poveri.La fortuna al nostro "brigante buono" sembra sorridere con costanza fino a quando il vecchio padre gli chiede aiuto, suo fratello, Vincenzo Antonio ha deciso di battersi in duello con il figlio del Barone Cienfuegos per vendicarsi dello stupro consumato ai danni della sua donna.
Il vecchio sa che Vincenzo non è fatto per i coltelli,solo "Spartaco",questo è il nome da brigante di Aurelio, può impedire questa tragedia ma c'è un'altra donna che ha irretito il cuore di Spartaco, Ana Sofia, la Sivigliana, splendida spagnola conosciuta a Venezia.Sangue,coltelli,intrighi,tradimenti, amore e odio, nel romanzo di Soriga non mancano i principali ingredienti del romanzo storico d'avventura impreziosito da un linguaggio fluido e originale.

di Luigi De Rosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    07 Mag, 2012
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Non innamorarti,mai e poi mai!

Tic tac tic tac, immaginate di avere un orologio, di quelli antichi
con la molla, al posto del cuore e che la meccanica di quest'ultimo
sia talmente delicata da dover ben guardarvi dall'innamorarvi per non
rischiare di far saltare via tutte le fragili rotelline, capirete di essere
conciati proprio male. Questa è la condizione in cui si trova Little Jack, il piccolo
protagonista di questo romanzo. Il 16 aprile 1874 bussano alla porta della signora
Madeleine, è una giovane donna quella che si trova di fronte la vecchia fattucchiera,
è riuscita ad arrampicarsi sulla collina ricoperta di neve nell'estrema periferia
di Edimburgo.Come molte ragazze madri, chiede aiuto alla vecchia, aspetta
un bambino ma non può "permetterselo" ed allora, anzichè abbandonarlo
lo lascierà a Madeleine.
Il caso diventa ancor più drammatico quando le due donne scoprono che il neonato
ha il cuore che fa le bizze, ma la strega non si perde d'animo; prende la meccanica
di un vecchio orologio e la pianta, con un operazione che avrebbe fatto rizzare
i capelli in testa al grande Christiaan Barnard, nel petto del bambino e miracolosamente
gli salva la vita. Ora Little Jack, anche se abbandonato dalla madre, vive felice
nella vecchia casa in collina, certo ha degli strani amici, un criceto di nome Cunnilingus,
due prostitute Anna e Luna, un ex poliziotto zoppo Arthur e la signora Madeleine
che quando è triste beve cocktails di lacrime allungati con alcol di mele.
Un giorno,il piccolo Mr Tic tac, stanco di vivere solo in collina convince la vecchia fattucchiera a
fare una passeggiata in centro. Sfortuna vuole che nel parco l'attenzione di Jack
sia catturata dal soave canto di una bambina, la bellissima Miss Acacia. Ahimè, il piccolo cuore meccanico s'innamora a prima vista,è proprio un colpo di fulmine! La meccanica dell'orologio è messa a dura prova,deve intervenire Madeleine con i suoi cocktail ma non c'è nulla da fare il pupo è cotto!
Però tra il piccolo "orologiaio" e la bella cantante si frappone Joe, un ragazzo zotico,crudele
e innamorato a sua volta (non corrisposto) della bella spagnola e anche migliaia di chilometri, sì perchè Miss Acacia lo stesso giorno lascia Edimburgo per l'Andalusia. Jack dunque deve raggiungere Granada se vuole coronare il suo sogno d'amore, ma prima dovrà sistemare il cuore di Joe e di Madelaine che non vuole lasciarlo andar via.
Malzieu che di professione fa il cantante del gruppo "Dionysos", complesso rock molto apprezzato in Francia, ci consegna una favola originale e divertente, se siete amanti del cinema di Tim Burton,delle storie surreali dalle atmosfere gotiche arricchite da boutades spiazzanti e acute
questo romanzo non vi deluderà.
di Luigi De Rosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    01 Mag, 2012
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Ci si puo affezionare ad un terrore

Erri De Luca è seduto al tavolo di una locanda, mentre aspetta la cena, fritelle fritte di ricotta e spinaci in ladino sono turtles in napoletano pizzelle:il palato ne sancisce l'identica soddisfazione,legge le fotocopie di un testo in yiddish di Isaac Babel' dal titolo "Di Familie Mushkat" che un editore gli ha chiesto di tradurre.
Questo romanzo ha la particolarità di avere due finali,nella versione inglese due ebrei che si incontrano nel ghetto di Varsavia invaso dai Nazisti e si rivelano che presto arriverà il messia, ma chi è il messia per loro in quel momento? La morte, la morte è la terribile risposta.
Nella versione yiddish, il finale cambia, mentre i tedeschi bombardano, un gruppo di giovani ebrei fugge nei boschi in direzione della Russia e lo scrittore chiosa la loro corsa con la frase:
"Dalla nostra parte sta la vittoria finale.Per voi verrà il messia."
Perchè Babel ha scelto questo differente finale, uno per il Mondo l'altro per gli Ebrei?
Mentre Erri De Luca si inerpica fra le vette di quella lingua verticale e profetica che è l'yiddish tentando di capire il perchè del significato differente dato al messia da Babel nelle due lingue, si accorge che accanto al suo tavolo siedono un padre ed una figlia. Il padre sembra ostile e insofferente alla presenza di De Luca, soprattutto alle carte che ha sul proprio tavolo.
Dopo cena lo scrittore risale in macchina, scende dalla vetta yiddish ritorna sulle Dolomiti,ma lungo la strada è costretto a fermarsi dietro una colonna d'auto, c'è stato un grave incidente, un'auto con a bordo un vecchio ed una ragazza sono precipitati nel burrone.
Ancora una volta Erri De Luca con una lingua che ha la capacità di incantarci come quella dei poeti ci prende per mano, ci guida,lui esperto scalatore, lungo una parete impervia e ripidissima,quella del nazismo e della shoah,quella ancora più sconvolgente della vendetta e dei sopravvissuti ad una vergogna.

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Testi sulla shoah e la kabbalà
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    21 Aprile, 2012
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Ippopotami nani della Liberia

Toghtli è un bambino messicano orfano di madre che vive in un grande palazzo,
con lui ci sono il padre Yolcaut che gli insegna a comportarsi da uomo e non da finocchio:patetico, e Masatzin il suo maestro personale che gli insegna a leggere e scrivere, la storia e la geografia: nefasto.
Toghtli è solo nel grande palazzo dove nessuno può entrare perchè due energumeni al soldo di Yolcaut, Mitzli e Chichikuali praticano degli orifizi dolorosi con le loro colt a chiunque non sia il benvenuto:nefasto.
Toghtli non può conversare con nessuno tranne che con suo padre e il suo maestro Mazatzin. giacchè il resto dei dipendenti del palazzo o è muto, o preferisce farsi passare per muto o è un cadavere e questi ultimi non parlano:patetici.
La sera prima di addormentarsi legge il dizionario, è affascinato dalle parole:patetico.
Toghtli ama guradare i film giapponesi sui samurai,un giorno anche lui sarà un samurai e si chiamerà Usagi:patetico.Colleziona cappelli, di tutti i tipi e di tutte le fogge, l'unico paese che ha visitato è stato la Francia e dei Francesi ha grande stima (nefasto,questo lo dico io) giacchè hanno imparato a tagliare la testa ai sovrani,con efficienza ed efficacia: non rovinano le corone, non sporcano e raccolgo nei cesti le teste mozzate, sono senza dubbio più civili dei Messicani che con i macete ci mettono assai più tempo a tagliare una testa:nefasto.
Nel palazzo il resto delle stanze è occupato da: un leone,due tigri, vari pappagalli, una Beretta ,una Browning,una colt,una Smith & Wesson, un bazooka, un AK-47,un M-16 e alcuni Uzi israeliani:nefasto.
Un giorno a Toghtli viene un irrinunciabile desiderio e chiede a Yolcaut come regalo due ippopotami nani della Liberia.Il padre che è abituato a soddisfare tutti i desideri del suo unico figlio, vista anche la brutta aria che tira per il Cartello, decide di partire per la Liberia alla ricerca degli ippopotami:patetico.
"Il bambino che collezionava parole" è un romanzo originale e toccante; un bambino abbandonato a se stesso, fuori dal mondo, al quale nessuno ha insegnato cos'è bene e cos'è male, perchè a nessuno degli adulti che lo circondano alla fine importa, scopre grazie a degli ippopotami nani della Liberia, che piangere,ma soprattutto scoprire i sentimenti è la cosa migliore che la vita ti possa donare: patetico.
Patetico?

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Racconti
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Aprile, 2012
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E finalmente il mare!

"Sotto la masseria il sentiero si faceva scosceso.C'erano ancora terrazzi di pomidori,ma più stretti e dirupati,e olivi,e fichi d'India,e schieramenti di canne.Noi ne prelevavamo qualcuna:divenivano lance per le battaglie.E c'era ancora odore di campagna,di terra tiepida,di concime,ma insieme arrivava anche odore di mare,di sale e di alga secca.Io mi ubriacavo di quella mescolanza di odori.Poi cominciava la roccia,punteggiata di ciuffi di ginestra,di cespi di capperi,di pennacchi di finocchietto.C'era ogni tanto uno scalino,appena abbozzato,che si faceva fatica a distinguerlo.(...)
E finalmente il mare!"

Ho voluto citare questo passo tratto dal libro della Mozzillo, ma molti altri ve ne avrei potuto portare ad esempio, perchè non sarebbe bastato dirvi che la lettura di questo romanzo è una specie di trekking letterario attraveso luoghi della Penisola Sorrentina e di Napoli che realmente ammaliano. La protagonista del romanzo ,una bambina sfollata insieme alla madre professoressa nella cittadina di Gragnano durante il secondo conflitto mondiale, racconta la sua infanzia e la sua adolescenza trascorsa fra i Monti Lattari e Napoli,non la metropoli chiassosa e imbrattata di immondizia dei nostri giorni,ma quella intrigante post bellica,fatta di un popolo che ha voglia di rinascere,come begonie che dopo il temporale ricoprono l'intero perimetro del giardino colorando di un verde intenso il ritorno alla normalità. Durante tutto il romanzo protagonisti silenti sono i giardini,i boschi,le radure,le spiagge che "affatturano" per bellezza la protagonista e noi lettori così come incantano le storie che l'autrice narra su tutte quelle della famiglia Diaz che in un albergo si barrica in camera per resistere ai Nazisti nell'indifferenza abietta degli altri ospiti non ebrei e nella stessa indifferenza vengono alla fine catturati e...non si sa neanche se poi vengano fucilati,impiccati, deportati,in fondo che importa? Erano solo gente che occupava una stanza.
E ancora mi piace segnalarvi la storia d'amore di Lia e Angelo Antonio, la stiratrice e il saponaro, l'eterna Penelope che attende Ulisse, sempre fedele, pronta ad uccidere le rivali, pronta ad amarlo e ad accudirlo anche se dalla lontana America, o dalla lontana Australia torna , come Ulisse da Troia, più vecchio,più povero e più "struppiato".

di Luigi De Rosa

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    16 Aprile, 2012
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I segreti di Gheel

A Gheel in Belgio nel 1864 venivano ospitati da ogni famiglia dei matti.
Si trattava di un'antica tradizione legata alla drammatica vicenda della “principessa-santa” Dimfna alla quale era consacrata la chiesetta
del paesino. Quest'adolescente fuggì dalle braccia del padre, un nobile irlandese, che, accecato dal dolore per la morte della bellissima moglie, desiderava congiungersi carnalmente alla figlia che,crescendo, ne era diventata la copia perfetta. La principessa Dimfna pur di non consumare quest'assurdo incesto, di fronte alla pazzia del padre,grazie all'aiuto di un prete aveva lasciato l'Irlanda e si era rifugiata a Gheel dove però il padre era riuscito a scovarla e,dopo l'ennesimo rifiuto,a ucciderla decapitandola. Da allora era diventata,per tutti i Cristiani, la protettrice dei matti.
In questo paesino giunse un disorientato Vincent Van Gogh che, vagabondando per la Campine belga,dopo un alterco col fratello Theo, per pura casualità si era trovato di fronte alla casa dei Vanheim,una delle famiglie di Gheel deputate ad ospitare alienati, questi ultimi, cadendo in un “qui pro quo”, (credevano fosse il matto inviato dalla struttura sanitaria statale che invece a causa di un incidente occorso alla carrozza sulla quale viaggiava era rimasto nel manicomio)lo ospitano . Del geniale pittore s’innamora perdutamente Teresa Senzasogni,ragazza intelligente e giudiziosa,ospite anch'essa dei Vanheim, figlia di una poco di buono morta pazza che però il medico del paese,il dottor Shepper, in accordo con i Vanheim aveva “adottato” e fatto passare per matta per poterla tenere a Gheel e risparmiarle lo squallore di un orfanotrofio.
Van Gogh però,ospite abusivo della famiglia Vanheim, continuava a vivere in un mondo tutto suo, dove non sembrava trovare posto l’amore, tantomeno qualche interesse per la piccola Teresa che, come ogni donna innamorata,invece non si era data per vinta ed alla fine aveva scoperto come comunicare con quell'uomo tenebroso dai capelli rossi:attraveso i colori,quelli del cielo,della natura,che il pittore catturava con i suoi pennelli.
Fin qui sembrerebbe una storia interessante che descrive con garbo e sensibilità un amore struggente ma non corrisposto, proseguendo però nella lettura scoprirete che sono molti i segreti dei protagonisti di questa vicenda più intricata e accattivante di quanto possiate credere.
I Segreti sono legati a quella costruzione straordinaria del Sé che noi sinteticamente chiamiamo:identità.
Dunque, chi se non Van Gogh, che con i sui 43 autoritratti ha cercato tutta la vita se stesso,poteva farci da guida in questo labirinto metafisico?

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    29 Marzo, 2012
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La lunga notte del Sensei

Il katana, per un samurai, è più di una semplice spada, è il suo spirito,è la parte più importante del guerriero,è il coraggio.Spesso nei tempi antichi i forgiatori erano profondamente gelosi delle proprie opere d'arte. Un giorno,si racconta, i più grandi forgiatori di tutti i tempi Goro Niudo Masamune e Muramasa Sengu desisero di mettere alla prova le loro rispettive spade.Chiamarono così un sant'uomo a fare da giudice alla loro contesa. Il monaco allora appese le katane dei due samurai alla sporgenza di un fiume con la lama immersa nell'acqua che scorreva e rimase per qualche ora ad osservare quello che accadeva.L'arma di Murasama Sengu,guerriero duro e sanguinario, chiamata Juuki Fuyu (diecimila inverni) tagliò tutto quello che finiva contro il suo filo:foglie,pesci, rametti. Yawara Te (mano delicata) il katana di Masamune non tagliò nulla,tutto quello che finiva vicino al suo filo veniva dolcemente deviato. I due forgiatori a fine giornata furono chiamati dal monaco che decretò il vncitore:Goro Niudo Masamune! Muramasa Sengu incollerito chiese perchè il vincitore era il forgiatore della spada che non aveva tagliato nulla. Il sant'uomo per niente impressionato guardò negli occhi i due guerrieri e spiegò ciò che aveva visto nel fiume:"la prima spada è sicuramente tagliente ma portatrice di sangue, è una spada malvagia che non fa differenza tra ciò che taglia,la seconda,invece, è notevolmente più tagliente ma non taglia senza motivo ciò che è innocente". Lugli ha scritto un thriller intriso di saggezza orientale, sappiamo fin dall'inizio, chi è l'assassino, conosciamo le vittime, abbiamo un eroe, il cronista di nera Marco Corvino,ma lo scrittore riesce comunque a sorprenderci ed affascinarci fino all'ultima pagina come un monaco zen .A Roma c'è "La scuola senza nome" una setta segreta presieduta da un Sensei che ha ormai perso il contatto con la realtà e fa a pezzi, proprio come Juuki Fuyu, tutti quelli che non rispettano le ferree regole del Bushido. Marco Corvino, deve lottare con una moglie ormai stufa, un capo che lo vorrebbe fuori dal giornale e poliziotti e giudici che invece lo vorrebbero fuori dai piedi,darebbe chissa che cosa per raggiungere il fudoshin (la mente immobile) lo stato mentale del samurai che permette
di affrontare tutto e tutti, come un salice con le radici ben piantate nella terra e i rami sempre pronti ad una leggera accomodante resistenta che niente può spezzare,ma il satori , l'ultima illuminazione, sarà lungo e doloroso da conquistare.
a cura di Luigi De Rosa

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Arte della guerra,l'adepto,saggi e romanzi sulla filosofia giapponese che guida il confronto tra guerrieri sia con spade che a mani nude.
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Romanzi storici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    27 Marzo, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Tribuno!, preparati al dolore!

Tito Flavio Sabino e Tito Flavio Vespasiano sono i classici "fratelli coltelli",
diversi in tutto,il primo Sabino votato fin da piccolo all'arte della guerra si è subito fatto legionario ed è partito in cerca di gloria agli ordini di Tiberio,
il secondo Vespasiano al contrario ha sempre dimostrato doti notevoli
nella gestione della fattoria di famiglia,la sua soddisfazione è far fruttare
le terre e mettere in riga gli schiavi. Il padre e la madre , Tito e Vespasia, un giorno però decidono di invertire i ruoli che i ragazzi si sono istintivamente cuciti addosso, così Sabino richiamato nella villa rustica fuori Roma è costretto dal padre a lasciare la carriera militare per occuparsi della fattoria, mentre a Vespasiano viene imposta la carriera di legionario.Tito Flavio Vespasiano,cuore di mamma!, tutto sommato è un semplice "campagnolo",Vespasia lo sà e per evitare che venga divorato dai lupi che siedono nel Senato romano lo affida alle cure del potente fratello, Gaio Vespasio Pollione.
Purtroppo la scelta non si rivelerà fra le più felici, Giao infatti è impelagato mani
e piedi in una lotta intestina per il potere fra l'infido generale Seiano e
la potente Antonia, vedova di Druso fratello dell'imperatore Tiberio. Questa lotta
accesissima costringerà Vespasiano a crescere sia come soldato che come uomo
rapidamente perchè il Potere,come imparerà drammaricamente sulla propria pelle, è un dio spietato che non fa prigionieri.
Roberto Fabbri ci offre un romanzo storico completo c'è azione, quella delle corse con le bighe o le battaglie truci con le orde barbariche, ma anche l'intrigo,quello della migliore tradizione della famiglia imperiale e infine la ricostruzione della vita quotidiana degli antichi Romani, sia di coloro che abitavano le insulae che le ville.
di Luigi De Rosa

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Romanzi storici
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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    21 Marzo, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Mi fa il pieno...di birra?

Bukowski è disarmante nella sua assoluta sconsideratezza e incapacità di dare delle regole alla propria vita.
Anzi l’unica cosa certa nella vita di Hank Chinaski è il caos etilico totale.
La sua scrittura è semplice e fluida, accattivante anche quando parla delle cose più squallide che gli capitano.Certo se la narrazione vedesse ripetute meno volte termini, come cazzo o fica, scopare,leccare,la clitoride sarebbe da consigliare ad un pubblico più vasto, ma non sarebbe più un libro di quel simpatico alcolizzato.I personaggi femminili che ci descrive Bukowski/Chinaski sembrano usciti da un manicomio, Lydia su tutte, una donna capace di grandi momenti di passione alternati a furiose scazzottate.Fortuna che Chinaski fra una corsa di cavalli e un pieno di birra incontra e scopa affascinanti antiquarie vedi Joanna Dove, dolcissime brune come Dee Dee o la texana Katherine.
I “trip” non mancano mai con la rossa Tammie
Ciò che rende unica la narrazione sono anche quelle perle di saggezza etilica che il poeta californiano lascia quasi per caso lungo l’asfalto letterario, quando si ricorda dove cazzo ha parcheggiato la sua Volks , sempre che non l’abbiano rubata o sequestrata.

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Narrativa per ragazzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Marzo, 2012
Top 50 Opinionisti  -  

Riuscirete mai a trovare due fiocchi di neve ident

The Giver ha venduto sei milioni di copie nel mondo ed è uno dei capolavori della letteratura “distopica” che ha avuto come massima espressione letteraria “1984” di George Orwell. Oltre ad essere molto dibattuto negli Stati Uniti è stato anche censurato da diverse scuole per i suoi riferimenti esplitici all’eutanasia.
Jonas, il protagonista del romanzo, è un dodicenne che vive in una società
“perfetta”. L’autrice ha immaginato una società dove tutto è controllato soprattutto le emozioni e le pulsioni. Il mondo è regolato da leggi rigide che hanno come fine ultimo il mantenimento della pace e il benessere collettivo, ma a caro prezzo. Nella società “perfetta” il controllo delle emozioni ha eliminato il dolore,la sofferenza,la fame, la guerra ma con esse anche l’Amore, la gioia, i colori,la musica la diversità,la memoria.
Per poter tenere tutti sotto controllo la “Società” ha uniformato l’intera umanità, ci sono uomini simili per aspetto fisico e psicologico che vivono in pace perché non c’è diversità, anzi il diverso viene “congedato” (eliminato).
Al compimento del dodicesimo anno ogni bambino riceve il suo incarico nella vita, a Jonas è affidato il più prestigioso, quello di “Accoglitore di memorie”, sarà lui grazie ad un anziano chiamato The Giver (Il Donatore) a ricevere tutti i ricordi delle gioie, dei dolori ,delle diversità che c’erano un tempo e che sono stati censurati nella mente della moltitudine ma conservati dai controllori per rammentare cosa accadrebbe se nella società tornassero le emozioni.
Jonas , il prescelto, però grazie alla conoscenza del dolore scoprirà qualcosa che cambierà per sempre la sua vita e quella del Donatore.
Nella storia dell’umanità passata, i nazisti, e presente, i talebani, ci sono stati e ci saranno tentativi di uniformare le persone, di selezionare una razza o di controllare la libertà dell’altro per il bene della collettività, questo libro vuole spingere i lettori a riflettere sull’importantza della diversità.
I fiocchi di neve sono unici?




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Romanzi
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Marzo, 2012
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Scacco matto allo Zar

Un gruppo di affascinanti ladri di opere d’arte, chiamato “il Gruppo degli scacchi, composto da cinque elementi, Roi (francese, il capo) Donna (italiana, restauratrice) , Cavalo (portoghese falsificatore) Peòn (spagnola, l’esecutore materiale dei furti) Rook (inglese, esperto finanziario della City), Läufer (tedesco,hacker eccellente)
vengono ingaggiati da un ricco magnate russo Vladimir Mentelev,che offre loro una cifra astronomica per rubare il Mugik , un quadro del pittore russo Krylov esposto in un castello di proprietà di un industriale tedesco Helmut Hubner.
Ana (Peòn – Il Pedone) esegue alla perfezione il furto,sembra procedere tutto secondo routine, ma nel riporre nel solito nascondiglio l’opera d’arte la spagnola si accorge che nel retro è nascosto un altro dipinto,una crosta del 1949 del pittore nazista, Koch,raffigurante il Profeta Geremia che viene tratto in salvo dal pozzo dov’era stato rinchiuso.
L’intero Gruppo degli scacchi si riunisce, perché la diffidente ed astuta Peòn, si rende conto che questo nuovo elemento rappresenta un intrigo forse pericoloso per tutti loro.
Il Profeta Geremia è da tutti conosciuto, come il primo inventore di linguaggi cifrati, il suo metodo era chiamato Atbash e serviva al Profeta a mandare invettive contro i Re corotti di Gerusalemme senza farsi scoprire; Peòn decifra il codice segreto contenuto nel quadro: c’è un tesoro di opere d’arte nascosto da qualche parte in Europa. Dove? Da chi? Chi è in realtà Mentelev? Che cos’è l’operazione Pietro il Grande? Che cos’è la Camera d’Ambra degli Zar?

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Marzo, 2012
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Nemesis

Il 10 Dicembre , durante il ballo che si tiene, dopo la cerimonia della premiazione dei Nobel, un medico israeliano vincitore del premio, viene ferito e Caroline von Behring del Karolinska Institutet, giurata del premio, viene assassinata. All’uccisione , per puro caso, è testimone la giornalista di “La Stampa Sera” AnniKa Bengtzon. All’inizio le autorità svedesi pensano ad un’azione terroristica contro un obiettivo israeliano, ma l’ispettore Q interrogando AnniKa, capisce che c’è sotto qualcosa di più ambiguo e le cose precipitano quando un altro giurato viene trovato morto con il cranio e la gola inchiodati.Fra Annika e il signor Q si instaura da subito un rapporto di “odio e amore”. Annika infatti attraversa un brutto periodo sia lavorativo, al giornale la vogliono licenziare, sia affettivo, Thomas il marito la tradisce; questo scoop le risolleverebbe il morale, ma l’ispettore Q le impone il divieto di divulgazione contemplato nell’ordinamento svedese in caso di pericolo. AnniKa ha mani e piedi legati, ha visto l’assassina, dalla sua descrizione la polizia ha capito che si tratta di una killer americana di professione di nome “Gattina” e quest’ultima nella sua tenuta spagnola viene raggiunta dall’e-mail del suo mandante: qualcosa è andato storto; la “gatta” deve finire il lavoro, il nuovo obiettivo è AnniKa la ficcanaso.
All’interno del romanzo si inserisce con forza una tragedia parallela, quella di Beatrice Cenci, un’eroina cinquecentesca romana che stuprata e picchiata dal padre, si vendicò ficcandogli dei chiodi in gola e in testa e lasciandolo così morire,in seguito dal Papa fù condannata alla decapitazione. La sua tragedia colpì la natura sensibile di Alfred Nobel che volle scrivere per lei,la sua opera più famosa “Nemesis” con la quale intese celebrare tutte quelle eroine colpite ingiustamente dalla durezza dell’uomo e dall’ingiustizia terrena.

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“Il testamento di Nobel” si inserisce a pieno titolo nella ormai consolidata tradizione del giallo scandinavo.“Annika Bengtzon” non ha niente da invidiare alle eroine come “Smilla” di Peter Høeg o “Lisbeth Salander” di Stieg Larsson: lo consiglio agli amanti del genere.
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Romanzi storici
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    19 Marzo, 2012
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La bruttina stagionata,Pompei 63 d.C.

Vibia Tirrena , figlia del rinomato libraio pompeiano Numerio Vibio Calamo, di sgridate alle due terribili figlie adottive,Gemina ed Elianilla,ormai è stanca di farne, come tutte le mamme è alle prese con l'irrequietezza dei figli, ma la mattinata si era da subito presentata drammatica per i suoi nervi come,del resto lo era stata la nottata,in questo caso ci aveva pensato il piccolo Epidiano che nel letto di Vibia,dove aveva trovato asilo accampando paure non meglio identificate per gli spiriti del buio e il freddo della notte,aveva lasciato a tradimento il risultato di un'abbondante enuresi notturna:cresci figli!

Dunque la povera Tirrena appena nel triclinio ha intercettato suo marito Marco Epidio Fusco, artista dal pennello elegante e dalle tendenze alternative ( direi greche) lo ha bloccato è posto di fronte alle sue responsabilità.

Alle terme la sprucida Tirrena per un po' trova pace, anche se le terme di Decidia Margaris sono un covo di "inciucesse".

I rumors delle belle ancelle si scatenano quando fa la sua entrata nei bagni una donna misteriosa, dalle vesti ricercate, i monili d'oro e la lettiga con quattro splendidi nubiani parcheggiata fuori deve essere una diva della capitale.

Vibia Tirrena , come è suo costume, sta in disparte, deve preparare una festa per zia Plotilla, non si può permettere distrazioni, servono molti denari,il terremoto le ha distrutto la casa ed è stata costretta a chiedere asilo al padre nella vecchia villa urbana ,ma si sa l'ospite dopo tre giorni puzza.

Ma i guai per la bella bisbetica non sono finiti, Rubria, questo è il nome della misteriosa "diva", dimostra subito interesse per lei, le vuole affidare un incarico delicatissimo,se il dio Eros l'assisterà, la sua carriera di pierre

avrebbe una svolta radicale, se no...beh provate voi a deludere Lui, lui chi? Lucio Domizio Enobarbo Claudio Cesare Augusto Germanico in una parola: Nerone.

Carmen Covito dopo "La bruttina stagionata" ci ha consegnato un'altro romanzo originale,intrigante e divertentissimo.

di Luigi De Rosa

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Racconti di viaggio
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    19 Marzo, 2012
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Storie di un poeta

Tonino sta scappando, c'è la guerra e i Tedeschi stanno rastellando
interi villaggi in Romagna, d'un tratto vede da lontano un uomo,porta sulle
spalle una scatola bianca. Anzichè nascondersi lo aspetta, d'istinto sente che non è un uomo pericoloso.Dopo alcuni minuti scopre che quella che credeva una scatola era una piccola bara. I due uomini si salutano, Tonino si offre di portare lui la bara per l'ultimo tratto di strada che conduce in una piccola Chiesa.
Arrivati nel tempio i due uomini si consultano: dove mettere la bara? Tonino è colpito dai raggi di sole che attravesano una delle piccole finestre laterali della navata,le lame luminose che filtrano attraverso i vetri hanno al loro interno quel pulviscolo, quella polvere che per un gioco di rifrazioni fa pensare a polvere di sole che piove sul pavimento.Tonino incantato da questo spattacolo luminoso dice al vecchio: "Adagiamola qui, proprio dove cade il raggio di sole, il bambino starà al caldo, non sentirà freddo".
Sono tanti e tutti toccanti i racconti che troverete in questa raccolta di Tonino Guerra. Sono descrizioni delle sue amate Georgia e Romagna, sono storie romagnole incantevoli e malinconiche,sono leggende russe fatte di speranza e di amore per la vita. Mi viene in mente, a tal proposito, la descrizione di un bosco di gelsi fuori Tbilisi, ormai andato distrutto a causa di un devastante incendio, che nonostante tutto ancora oggi è meta delle puerpere georgiane che presso quegli alberi da secoli sono abituate a raccogliere i bozzoli lasciati dai bachi da seta, convinte, come gli hanno insegnato i vecchi del villaggio che, nascosti nella culletta, doneranno fantasia per tutta la vita ai loro bambini.

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Politica e attualità
 
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    19 Marzo, 2012
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Quando volevamo cambiare il mondo

Beirut ,agosto 1976, per le strade che conservano qua e la qualche traccia della ricchezza
finanziaria che aveva caratterizzato questa piccola "Svizzera" mediorientale fino all'anno
precedente, si muovono normalmente i vecchi, i tassisti,i bambini e le donne che si recano al mercato,ogni tanto un razzo katiusha ferisce l'aria e finisce in qualche palazzo;"com'è la frutta oggi?", "dai fammi il prezzo buono!" una donna contratta, da lontano si sentono le sirene delle ambulanze, "devo fare presto", "ho appuntamento in ufficio" dice un uomo in giacca e cravatta, passano alcuni fedayn correndo,uno ha la divisa lorda di sangue, Attilio Wanderlingh inviato a Beirut dal Manifesto è giunto in questa città da poco e scopre per le strade l'assurdità della guerra.La gente sotto shock si rifugia nella normalità per sopravvivere all'orrore che ormai è calato nelle loro vite. Wanderlingh grazie al pass rilasciatogli da Al Fatah cerca di testimoniare quello che sta succedendo, si spinge fino a confini proibiti, una sventagliata di kalashnicov lo desta dal suo delirio di giornalista occidentale , la morte è pronta ad accogliere anche lui fra le sue instancabili braccia.
Poi la notte in albergo, i razzi che a migliaia illuminano il cielo, sembrano stelle cadenti, poi la mattina seguente scopri che quella piaggia di meteore illuminava una strage: i falangisti avevano massacrato donne e bambini.
Chiami Roma e il capo redattore ti fa : "Attilio che ci fai 120 righe su la strage?"
Come si fa a raccontare in 120 righe di un ragazzo che è stato legato con le braccia e le gambe al retro di due camionette che poi si sono allontanate in direzioni opposte scuarciandolo?
"Mi vennero in mente i pezzi più toccanti che avevo letto sui fronti di guerra, di tutte le guerre. Trasudavano di pietas, mischiavano l'affranto del cronista allo strazio delle vittime. Pietas umana di routine, un sentimento in vendita su carta stampata, uno scarto incolmabile tra la realtà e il racconto che forse sarebbe stato più giusto lasciare com'era: territorio del nulla umano, intestimoniabile",racconta Attilio Wanderlingh.
La parole del disincanto trascinate da un vento dapprima inpetuoso soffiano fra gli alberi della foresta guatemalteca,attravesano i fucili di un plotone d'esecuzione,spostano la sabbia del deserto eritreo,scuotono le tende nei campi di addestramento in Giordania,s'infrangono sui cingolati sovietici a Praga, nelle aule universitarie dove Giangiacomo Feltrinelli parlava del Che e gli altri credevano che fossero solo le spacconate di un ricco che giocava a fare il povero. Alla fine il vento diventa una leggera brezza e poi cessa, sembra si sia vissuta la stessa stagione dei comunardi parigini che nel 1871 sparavano agli orologi delle torri campanarie per fermare il tempo: è stato questo il Comunismo?

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