Opinione scritta da cosimociraci

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    27 Giugno, 2016
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Il passato che ritorna

David Raker è un investigatore che si occupa di ritrovare persone scomparse. Vive o morte, porta a casa delle famiglie la verità che lo scomparso si è lasciato alle spalle. Ma c'è una persona non è mai stato in grado di salvare.
Colm Healy è stato uno dei migliori investigatori, fino a quando gli omicidi irrisolti di una madre e le sue figlie gemelle consumano la sua carriera, la sua famiglia e la sua vita. Per lui, non ci può essere redenzione senza giustizia.
Anche se in pensione, l'ex poliziotto riapre il caso per conto di un uomo misterioso, ma questa volta le sue indagini lo porteranno a sparire per quasi un anno.

Tim Weaver ci propone un thriller in piena regola. Ricco di colpi di scena e ben studiato. Lo stile è scorrevole, il ritmo incalza pagina dopo pagina e la trama è interessante e solo alla fine se ne coglie l'ovvietà.
David Raker è il personaggio meglio caratterizzato per ovvie ragioni narrative. Gli altri personaggi, infatti, emergono pian piano offrendo ulteriori dettagli all'indagine che altrimenti sarebbe stata fin troppo banale.
L'autore è capace di una trama intricata ma per nulla difficile da seguire. L'intreccio si infittisce pian piano, senza fretta, in modo da consentire al lettore di interiorizzare il mistero creato fino a quel momento.

Il finale è ricco di colpi di scena, forse troppi. Sembra che Weaver si diverta a lasciare il lettore perplesso e con il fiato sospeso fino alla quasi conclusione del romanzo.

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Avventura
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    27 Giugno, 2016
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I viaggi di Porter

Romanzo molto interessante sia nello stile, sia nel contenuto. L'autore ci offre una lettura che spazia tra il romanzo di avventura, lo spionaggio, il thriller e la fantascienza, tutto addolcito con una punta di romanticismo.

Consigliato agli amanti della guerra fredda, narra le vicende di Porter, unico occidentale che può sperare di entrare e uscire fuori da una base top secret nascosta all'interno di una montagna in Siberia. La base, dove si svolgono esperimenti scientifici è così segreta che nessuno, che sia entrato, ha mai potuto lasciarla in vita.

Porter, tuttavia, discende da Inuit canadesi, che rimangono - fisicamente, etnicamente e culturalmente - praticamente identiche alle loro controparti siberiane, nonostante la spaccatura politica pluridecennale tra i due popoli. Forte delle sue abilità linguistiche e trasformistiche – utili anche a farsi passare come un marinaio coreano – riesce ad avvicinarsi alla base senza destare sospetti, non senza una buona dose d'improvvisazione e di fortuna.

La parte iniziale del romanzo è studiata bene e stimola l'attenzione del lettore verso il mistero cui Porter va incontro. Tuttavia la spiegazione di come avviene il suo coinvolgimento non è ben lineare e la lettura incespica un po'.

La parte centrale del romanzo – e anche la parte conclusiva - mescola avventura e spionaggio lasciando chi legge incollato alle pagine. Le vicissitudini del protagonista sono ridicolmente incredibili ma allo stesso tempo Davidson le disegna in modo tale da renderle possibili. La corsa contro il tempo, infatti, è così implacabile che offre poco spazio per riflettere sulla folle – e un po' insensata - faccenda.

Non ho apprezzato molto la parte di fantascienza che per l'autore dovrebbe giustificare il percorso di Porter. A mio avviso avrei preferito una giustificazione seppur scientifica ma che restasse con i piedi per terra.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    03 Giugno, 2016
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Un classico

Considerato da molti come uno dei migliori misteri di Agatha Christie, questa storia, un po' macabra, non ha perso nulla del suo intrigo avvincente da quando è stata pubblicata la prima volta nel 1940. Senza dilungarmi troppo sulla trama raccontata da chi scrive prima di me, basti sapere che al Jolly Roger, un hotel per vacanzieri sulla costa meridionale dell'Inghilterra, uno degli ospiti, una splendida attrice, è strangolata a morte. Per puro caso il famoso detective Hercule Poirot sembra essere in vacanza anch'egli al Jolly Roger. Il famigerato investigatore impiega tutto il suo ingegno per risolvere il caso apparentemente incomprensibile poiché gli indizi sembrano creati apposta per depistare le indagini. Per la trama Agatha Christie utilizza la formula che da allora è diventata uno standard de facto dei suoi romanzi gialli, e non solo dei suoi. L'autrice aggiunge una scena fissa raccogliendo comodamente tutti i personaggi in cerchio ed esaminandoli uno per volta. Ognuno dei personaggi è ben sviluppato e su ognuno di essi, il belga, fa ricadere il sospetto man mano che dipana l'ordito. In questo, e non solo, Agatha Christie è una maestra.
Nonostante il romanzo l'abbia già letto in passato, non ricordavo tutti i passaggi dell'indagine, quindi ho sentito comunque forte la tensione che si creava con l'avvicendarsi degli eventi. Il segreto secondo me sta proprio nel proporre uno stile di scrittura semplice contrapponendolo ad una soluzione del caso molto difficile, che lascia quasi la sensazione di essere stati ingannati perché è impossibile arrivarci da soli. Sicuramente non mi aspettavo che il finale cambiasse però se fosse accaduto non avrei gridato al miracolo ma l'avrei attribuito a un altro colpo geniale dell'autrice.
Concludo consigliando questo romanzo o altri di Agatha Christie in quanto queste letture le considero un passaggio obbligato per tutti gli amanti del genere giallo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.5
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    31 Mag, 2016
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Elementare Holmes

L'autore ci propone un libro a racconti. Tanti racconti che alla fine riescono a disegnare il giusto profilo dell'ispettore Rebus. I racconti sono molti, forse troppi per lo stile semplice e misurato di Ian, consigliato più a chi si avvicina per la prima volta al giallo che per chi apprezza intrighi più avvincenti. Tuttavia l'autore spazia nelle sceneggiature più disparate offrendo un assaggio di trame tra le quali troviamo omicidi, suicidi, furti, molestatori e tanto altro. Tutto questo non annoia ma basta appena ad annoverare il libro come genere giallo.

La cosa che più ho apprezzato dei racconti sono i nomi dei personaggi. Come è stato già osservato nell'opinione precedente, il nome del personaggio – e il conseguente titolo del libro – lasciano spazio a giochi di parole ma non solo. Non ho potuto che sorridere sin dalle prime pagine quando ho letto del fido detective Holmes, sorriso che si è ampliato con l'aggiunta del sovrintendente Watson, entrambi mitici personaggi conandolyani.

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Romanzi
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    25 Mag, 2016
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Un'altra storia

Shantaram è stato forse il miglior libro che ho letto l'anno scorso, sicuramente quello che più mi ha colpito. In quel primo romanzo è possibile vivere il percorso di Lin, dalla fuga al carcere, la guerra in Afghanistan, lo slum. Un vero percorso di vita. L'ombra della montagna è una gran bella storia ma è un'altra storia. E' il seguito in fin dei conti è propone una serie di momenti accattivanti ma che non aggiungono nulla di nuovo. Con questo non voglio dire che non mi sia piaciuto, ma a differenza del primo non mi ha lasciato tanto.

E' una storia d'amore, termine del quale l'autore abusa in senso buono. Amore per gli amici, per la propria compagna, per il cibo, per la musica e tanto altro. E' lo stesso Roberts a citarsi quando nel romanzo racconta dei suoi appunti sul romanzo sulla sua vita, che per un colpo di vento si mescolano, confondendo le storie d'amore e crimine, crimine e amore.

Adoro il suo stile romantico che ho ritrovato anche in questo romanzo. "Famiglia, casa: piccole parole che sorgono come atolli dai terremoti del cuore. Separazione, isolamento: piccole parole che inondano le valli di chi è solo". Anche questo romanzo comunque ha proseguito nell'insegnamento della filosofia indiana ed orientale in generale mediante discorsi filosofici e rituali tra i quali quella del braccialetto rakhi, che è il mio preferito.

Spesso questo stile ha lasciato spazio a troppe locuzioni e per citare lo stesso autore, Roberts potrebbe essere citato per eccesso di aforismi, che alla lunga stancano.

Il mio è un giudizio combattuto e forse sono ancora influenzato dal primo romanzo. Nonostante Shantaram fosse un po' più lunga, la lettura di è stata sicuramente più veloce ed apprezzata di quest'ultimo che non finiva più.

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Shantaram
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Racconti
 
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4.3
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    16 Mag, 2016
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I ragni e i visigoti

Lo scrittore coglie l'essenza della quotidianità evidenziando le sensazioni che ci rendono insoddisfatti e tristi.
Un elenco di momenti elencati, alcuni brutalmente senza neanche la necessità di svilupparli, altri più argomentati, tutti cinici ed esilaranti.
Lo spirito di osservazione di Piccolo, che non ha eguali, si concentra in questo breve volume molto scorrevole ma non affatto banale.
Lo stile immediato e la franchezza dei contenuti offrono un volume da leggere e rileggere o addirittura da aprire a caso.
Spesso mi sono identificato nell'autore ed è proprio questo che mi ha permesso di ridere di ciò che era più triste.
Il finale si presenta come un'acquazzone di momenti infelici, tra questi, il più bello è "Le cose definitive".

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.5
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    13 Mag, 2016
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Violenza e sentimenti

Questa raccolta contiene cinque brevi racconti basati sui personaggi che Camilla Läckberg ha creato all'interno della serie Patrik Hedstrom e Erica Falck.
Ogni racconto racchiude in modo abbastanza completo le circostanze misteriose e personaggi intriganti, che apparentemente nonostante non hanno alcun intreccio comune. Questo mette in mostra le abilità della Läckberg, come scrittrice del crimine, e di come sia riuscita a giocarsi una buona trama in poche pagine.

IL CAFFE' DELLE VEDOVE è il mio preferito. Il personaggio femminile è diabolico e non ho potuto che parteggiare per lei. Riesce a riequlibrare l'ago della bilancia quando questa tende troppo spesso verso un marito violento. Tutto ciò viene fatto proprio senza violenza, nel modo più elegante e semplice possibile.

TEMPESTA DI NEVE E PROFUMO DI MANDORLE è il racconto più sviluppato dei cinque. Si può vedere influenza di Agatha Christie sia per il luogo in cui si svolge sia per come si sviluppa la trama. Certo Martin Molin non ha l'eleganza e la perspicacia di Hercule Poirot ma riesce a cavarsela egregiamente.

UNA GIORNATA INFERNALE L'argomento del bullismo purtroppo è sempre attuale. Calarmi nella parte protagonista, vittima delle angherie dei coetanei sbruffoni, mi ha lasciato un profondo senso d'angoscia. Naturalmente la bravura dell'autrice non sta nello scrivere racconti con una trama più o meno intrigante ma sta nel proporre emozioni e con questo racconto Läckberg ha fatto centro.

SOGNANDO ELIZABETH e UNA MORTE ELEGANTE sono I racconti più brevi, I meno sviluppati. Li considero più uno spunto per dei racconti più completi, per questo motivo mi piace pensare che l'autrice abbia voluto mostrarci i suoi appunti conservati chissà da quanto.

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Religione e spiritualità
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    10 Mag, 2016
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Fu Pilato un deicida?

Corrado Augias propone un libro per metà romanzo e per metà saggistica. Il racconto romanzato, appunto, delle ultime ore di Joshua è intervallato da una narrazione esplicativa degli eventi prossimi alla condanna del profeta.
Questa distinzione di stili, per quanto ben fatta, non ha giovato alla lettura che di continuo doveva immergersi e emergere di continuo.

E' evidente una ricerca biblica che avvalora in parte il racconto ma l'autore, a mio parere volutamente, tralascia la differenza essenziale tra personaggi storici come Pilato, Erode Antipa e i personaggi biblici come Joshua, Nicodemo e via dicendo. Questo è agevolato dal profondo mistero che circonda la figura del Nazzareno che, unita alla licenza che merita ogni scrittore, consente ad Augias di realizzare la sua personale versione dei fatti.

E' apprezzabile anche il dubbio che giustamente l'autore lascia al lettore forte dalla quasi inesistenza di documenti storici che non confutano ma neanche avvalorano i testi biblici. Naturalmente penso che la lettura sia duplice: i non credenti continueranno a farsi forza della pochezza e dell'inattendibilità delle fonti storiche, i credenti invece non hanno bisogno di prove alcune; d'altronde "beati quelli che pur non avendo visto hanno creduto" (Giovanni 29)

Sicuramente fa parte della licenza di scrittore anche il ruolo di Joseph padre putativo di Joshua. Secondo l'autore è presente il giorno in cui Joshua è processato da Pilato ma secondo i vangeli canonici, non si hanno più notizie di lui a partire dall’episodio di "Gesù fra i Dottori", secondo il vangelo apocrifo "Storia di Giuseppe il falegname" egli morì fra le braccia di Miryam e lo stesso Joshua che l'ha protetto dall'atroce immagine dell'oltretomba per consentirgli una morte serena. Naturalmente ciò non coincide con la presenza di Joseph al processo di Joshua.

Ho trovato molto interessante le spiegazioni in merito alla figura di Pilato e del ruolo che copriva, specialmente il diverso significato che il procuratore aveva a quei tempi. Ancora più interessante la "traslitterazione" di Nietsche per bocca di Lucilio quando dice "La ragione ha bisogno di qualche grano di follia per poter funzionare" molto simile a "C’è sempre un grano di logica nella follia" tratto da “Così parlò Zarathustra”.

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Romanzi
 
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2.8
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    06 Mag, 2016
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Un mistico Botero

Nel fantomatico paesino del salernitano, Bauci, la vita scorre abitualmente lenta tra il letargo invernale ed il turismo estivo. Si conoscono tutti e come spesso accade nei paesi di provincia, il pettegolezzo è lo sport nazionale. A mettere paglia sul fuoco ci pensa l'amministrazione comunale che, nell'eterna battaglia tra maggioranza ed opposizione, riesce sempre a dare un buono spunto su cui parlare. Piccolo centro nevralgico, proprio il caffè dei miracoli, al quale si attribuiscono tre eventi sovrannaturali e dove si può essere sempre informati in anteprima di ciò che è accaduto, ciò che accadrà, tutto condito con diverse sfumature di verità. Due eventi danno una sferzata di rinnovamento alla chiacchiere di paese, una nudità di Botero che offre le terga alla chiesa e l'abbandono di una neonata ai piedi della scultura.

L'autore ci offre un romanzo semplice, senza pretese. Dal linguaggio fin troppo popolare, ad eccezione del personaggio professor Gaspare Mangiafico che vanta una cultura enciclopedica ma che spesso parla per citazioni.
Più che la storia in se, per lo più una fiaba di paese, è interessante come Di Mare abbia centrato lo spirito di Bauci e dei suoi abitanti, inteso come piccolo centro in generale - il terrore di perdere la reputazione.
Il gesto che spinge una adolescente, Dolli, ad abbandonare la neonata, è la paura del giudizio dei suoi genitori e del paese. Il parroco stesso è terrorizzato dall'idea che la statua possa essere vista dal vescovo il giorno della festa patronale che si terrà da li a pochi giorni. Infine, presentarsi alla messa della festa patronale per vedere e giudicare gli altri.

Romanzo non pretenzioso, tutto sommato gradevole e scorrevole.

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Romanzi
 
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4.8
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    03 Mag, 2016
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D’amore nun se more ma se stà male

Diego De Silva, uno scrittore pieno di sarcasmo che ha saputo farmi riflettere e divertire.
L'autore racconta I pensieri più intimi che si manifestano in un uomo - Modesto - e in una donna - Viviana, nel loro rapporto di coppia. In particolare si tratta di un amore clandestino tra due amanti dove i sentimenti iniziali di complicità e leggerezza lasciano spazio a gelosia e possessività che trasforma i due amanti in marito e moglie.

Molto interessante le voci narranti che passano dall'uomo alla donna, a volte anche per il terapista - anch'egli con problemi di coppia.
A mio avviso il personaggio più interessante è il padre di Modesto. In lui si percepisce la "saggezza" di un uomo che predica bene ma razzola male, lasciando perle di dubbia saggezza. Molto interessante perché riesce a stare sempre nella ragione malgrado l'inapplicabilità di quello che dice. Modesto si apre costantemente al padre "confessore" subendo sempre il suo rimprovero.

Ho letto alcune recensioni negative da parte di alcune donne che non si rispecchiano affatto in Viviana arrivando quasi ad odiare il personaggio. Altre invece a cui il personaggio calza a pennello. Anch'io non sono d'accordo con tutto quello che dice e pensa Modesto ma è innegabile che alcune sue riflessioni rispecchiano il mio modo di pensare. D'altronde, anche a non avere mai avuto grossi problemi di coppia, chi può negare di aver mai elucubrato su qualche discussione o aver immaginato discorsi - più simili ad arringhe – ma mai realmente pronunciati?

Un romanzo da leggere tutto d'un fiato e da rileggere di nuovo sicuramente.

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Romanzi storici
 
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3.3
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    27 Aprile, 2016
Top 50 Opinionisti  -  

La storia la fa chi la vince

E' proprio vero che la storia la fa chi la vince.
Cornwell rappresenta in maniera eccessiva il punto di vista britannico. Senza nulla togliere all'importanza strategica della battaglia di Quatre-Bras, questa ricopre gran parte del quarto capitolo. Inoltre è sempre molto attento nella denominazioni delle unità britanniche mentre per i francesi sorvola spesso le designazioni scrivendo genericamente "tiratori francesi", "cavalieri francesi", "francesi aggrediti nel bosco di Wood" e via dicendo.

A parte questo, ho notato un numero impressionante di ripetizioni in tutto il libro tanto da indurmi a pensare di aver sbagliato più volte a voltare pagina. Un buon metodo per imparare le cose sicuramente, e avrei dovuto adottarlo anche a scuola infatti non dimenticherò più che Wellington ha favorito il versante opposto, che Von Muffling operò come ufficiale di collegamento al quartier generale del Duca, che le baionette dei fucili sono lunghe 23 pollici...

Pagine e pagine, come direbbe la bella Sabatini, che non aggiungono nulla ai fatti. A parer mio un romanzo storico dovrebbe creare quell'atmosfera da consentire al lettore di calarsi all'interno della realtà storica che l'autore vuole raccontare.
Non voglio giudicare troppo però Cornwell, perché è il primo suo romanzo che leggo, e, ad onor del vero, ho letto ottime opinioni sul suo conto.

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Per gli amanti dei romanzi storici:
Gary Jennings
Robert Harris
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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.0
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4.0
cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    26 Aprile, 2016
Top 50 Opinionisti  -  

Riscatto morale

Non è sempre facile fare l'avvocato difensore, Mickey Haller sempre più spesso difende colpevoli di ogni tipo. L'etica professionale gli impone di fare il possibile per difendere al meglio i suoi clienti.
Uno degli ultimi ha investito e ucciso due donne tra cui l'amica di sua figlia Hayley. Quando Mickey ha fatto uscire di prigione il suo assistito la figlia ha dovuto cambiare scuola e ha scelto di non rivolgere parola al padre.
Finalmente Michael Connelly mette un po' di ordine nella vita dell'avvocato Haller, consentendogli di difendere un uomo innocente e di dormire meglio la notte. A rendere il tutto più difficile è che quest'uomo è stato incastrato da un agente corrotto delle DEA.

Un buon romanzo nel quale i piccoli colpi di scena ed il cambio ritmo consentono una lettura scorrevole. Il romanzo non annoia mai e l'autore non dimentica di definire un profilo caratteriale esaustivo del protagonista nonostante l'avvocato Mickey Haller sia al suo quinto romanzo.
La trama è abbastanza intricata ma solo con i personaggi essenziali, senza inutili e complicati passaggi a cui sempre più spesso autori inesperti si rivolgono per infittire la trama con l'inevitabile conseguenza di rendere tutto più confuso.

Il giallo giudiziario sempre più spesso sta diventando il mio rifugio soprattutto dopo una lettura deludente. Per fortuna che tra Michael Connelly, John Grisham e Gianrico Carofiglio il materiale non manca.

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John Grisham, Gianrico Carofiglio
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Romanzi storici
 
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2.8
Stile 
 
3.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    12 Aprile, 2016
Top 50 Opinionisti  -  

Questione di feeling

E' il primo romanzo della saga del Codice Millenarius che leggo e forse questo influisce sul mio giudizio.

Ho gradito sicuramente l'analisi storica bene curata. Simoni trova spazio per descrivere in modo accurato quel periodo medievale in cui chiesa, povertà, peste e differenze sociali fanno da padrona. Tuttavia la trama mi è parsa un po' dispersiva. Gli eventi intricati ed i collegamenti tra I vari personaggi, che normalmente Simoni mi fa apprezzare, questa volta rendono faticosa e lenta la lettura.

Piccola delusione anche nel finale che si perde un po'. Un vero peccato perché l'autore finora non mi ha mai deluso ma con questo romanzo non c'è stato feeling sin dall'inizio.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.3
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3.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    05 Aprile, 2016
Top 50 Opinionisti  -  

La fine dei Dannati

Finalmente è finita. Non ricorderò con grande affetto questa trilogia. Solo il primo libro ho apprezzato per l'originalità di un nuovo inferno diverso da quello dantesco in cui personaggi di epoche diverse si affrontano in un'eterna battaglia. Anche in quest'ultimo romanzo la trama non è esigua di azione. Come ho già detto per il secondo volume, mi piace l'idea del pentimento post morte di alcuni dannati che si sono ritrovati all'inferno per eventi che tragicamente hanno segnato la loro fine, senza far parte di quella lunga schiera di efferati assassini.

Non è molto diverso dal secondo volume e per questo non ho grosse considerazioni in merito ma tra i finali scontati che si stavano presagendo ha scelto quello migliore.

Un piccolo buco nell'acqua per Glenn Cooper che scende di qualche posizione nella mia classifica personale. Auguro che ritorni ai fasti di un tempo.
Ma è davvero finita o c'è da aspettarsi un'altra trilogia sui "Beati".

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.8
Stile 
 
4.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    30 Marzo, 2016
Top 50 Opinionisti  -  

Il potere delle uniformi

Insieme a Gianrico Carofiglio è lo scrittore di gialli giudiziari che più apprezzo.
Sin dalla prima pagina John Grisham parte con una narrazione diretta, senza fronzoli. Lo scopo è quello di attirare immediatamente l'attenzione del lettore senza mezzi termini, senza leggere tra le righe. Ho apprezzato molto questo stile schietto che ben si adatta al personaggio principale.

I brevi racconti delineano man mano il carattere dell'avvocato canaglia. Inizialmente si ha l'immagine di un uomo retto, il cui senso di giustizia spesso vanno ben oltre gli interessi personali. Col trascorrere delle pagine, il personaggio, lascia da parte la moralità, suo malgrado, per concentrarsi sul proprio cliente. Grisham, ad ogni singolo capitolo manda un forte messaggio di denuncia contro l'abuso di potere della autorità .
"Un avvocato come me è costretto a lavorare nell’ombra. I miei avversari sono protetti dal distintivo, dall’uniforme e dalla miriade di trappole del potere governativo."
Lavorare nell'ombra significa anche imbrogliare per non farsi imbrogliare. Causa dopo causa porta avanti le sue battaglie, alcune perse sin dall'inizio altre invece, in cui per fortuna non è la legge a vincere ma la giustizia.

Ottimo lavoro per Grisham che ha creato un bel personaggio con cui ho un punto in comune, entrambi leggiamo Michael Connelly.

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Gianrico Carofiglio - Ragionevoli Dubbi
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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    21 Marzo, 2016
Top 50 Opinionisti  -  

Perplessità di una vita paranoica

Questo progressiva inversione di marcia di Patricia Cornwell, sul personaggio Kay Scarpetta, non riesce a trasportarmi come prima. Scarpetta è passata dall'essere una coroner investigativa ad una paranoica che va contro quell'immagine di donna razionale che apprezzavo tanto.

Tutto il romanzo è pervaso da incertezza. Scarpetta preferisce mantenere ogni segreto, forse per un desiderio perverso di saper tutto lei. Per tutto il libro gran parte dei dialoghi sono rappresentati dalle sue conversazioni interiori che nulla aggiungono alla trama se non confusione. Benton e Lucy sono altrettanto silenziosi e riservati.

Mi appare strano che l'autrice debba utilizzare questi escamotage dipanando la trama di una interminabile tessitura per imbastire un'atmosfera intrigante che a parer mio risulta solo intrisa di vaghezza.

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Scienze umane
 
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3.6
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    15 Marzo, 2016
Top 50 Opinionisti  -  

Viaggio nell'infosfera

"La rivoluzione dell’informazione" si prefigge lo scopo di classificare e collocare l'informazione nei diversi aspetti della vita umana.

Per fare ciò pone l'informazione come uno dei capisaldi dell'evoluzione umana dopo quelle copernicana, darwiniana e psicanalitica. Per questo Floridi parla di "rivoluzione". Definisce il "dato", e come la sua presenza o la sua assenza forniscano un'informazione. L'autore spiega come le nuove tecnologie non siano la vera rivoluzione, ma lo è l'informazione in quanto tale.

Nella recensione del professore Stefano Canali, si prende come esempio quella del navigatore GPS per indicare come, un agente biologico (l'uomo) sia connesso ad uno artificiale (navigatore GPS) quindi come "..al navigatore GPS accediamo a mappe, percorsi, punti di interesse, cioè a tutta una serie di Informazioni". A questa giusta considerazione mi piace aggiungere che, in passato con le "vecchie" carte stradali era l'uomo a leggere ed interpretare le informazioni per scegliere il percorso più adatto, adesso invece ci vengono direttamente suggerite (con inevitabile imprecazione nel caso in cui non siano corrette).

Il linguaggio è molto tecnico specie quando l'autore si inoltra nella filosofia analitica e, per me che non sono addentro, risulta di difficile interpretazione.
Tuttavia il testo è ricco di tanti esempi che chiariscono bene i concetti.

Particolarmente affascinante il capitolo sull'etica dell'informazione in cui agenti biologici e artificiali hanno pari valore e pari diritti in quanto appartenenti all’infosfera.

Il testo è introduttivo, come dice Floridi stesso, ed affronta diverse argomentazioni dalla teoria dei giochi ai computer quantistici. Tutti argomenti degni di approfondimento.

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Scienza e tecnica
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    04 Marzo, 2016
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Più europio per tutti

Un libro di storia più che di chimica. L'autore presenta anzitutto la storia della tavola periodica, ciò che portò Mendeleev a svilupparla e le dubbie opinioni di diffidenti colleghi. Successivamente l'autore presenta un lungo percorso a volte approfondito, altre volte vago o appena accennato, sulla nascita degli elementi ma soprattutto sugli usi che l'umanità ne ha fatto. Spazia dalla storia, ai costumi passando per l'arte antica e post moderna. C'è di tutto quindi credo che Hugh abbia preso in pieno il suo obiettivo. L'interesse durante la lettura è stato variabile, dipeso spesso dal racconto che in quel momento accompagnava l'elemento periodico. Tuttavia è da ricordare che non è un romanzo, un giallo in cui la trama si infittisce sempre di più aumentando l'interesse del lettore.
Sono soddisfatto della lettura che mi ha lasciato tanti piccoli aneddoti, alcuni spendibili con i più altri di più scarso interesse.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    17 Febbraio, 2016
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Amore dannato

Secondo libro della trilogia Dannati. Premetto che non amo il prosieguo dei romanzi in cui è necessario leggere i precedenti. Anche di recente mi è accaduto di leggere il secondo volume di una trilogia faticando a capire le situazioni già create e come si sviluppa il carattere dei personaggi principali. Di questo romanzo per fortuna ho letto il primo capitolo mesi fa ma credo che difficilmente l'avrei apprezzato se non l'avessi fatto. Naturalmente non credo che sia incapacità dello scrittore ma solo una scelta stilistica, a parer mio opinabile.

Il romanzo parte male rispetto al primo, che aveva come vantaggio l'idea del portale verso l'Inferno. Qui i giochi sono fatti, questo Glen Cooper lo sa quindi è molto attento a mantenere un ritmo sempre alto spezzando la monotonia con continui passaggi dall'Inferno alla Terra.

Non so quanto possa essere interessante dal punto di vista storico. Le alleanze infernali sono molto improbabili ma non biasimabili. Infatti l'autore già nel primo romanzo dichiara che il carattere dei personaggi storici famosi non è lo stesso che avevano in vita. Se si pensa infatti a Garibaldi - tra i più recenti dannati - ha vissuto 75 anni ma all'inferno ne ha trascorsi 133. Quasi il doppio della sua vita terrena. E' pensabile che in tutto questo tempo il carattere di chiunque sia plasmato.

Molti più interessante dal punto di vista teologico. Credo che si potrebbe scrivere molto. Non credo di ricordare passaggi biblici in qui si parla dell'Inferno e dell'amore. Invece quello che accade è che i terrestri ed i dannati provano sentimenti forti tali da portarli ad unirsi ed in particolare al personaggio femminile Alice, portata a rinunciare a tornare sulla terra.

Particolarmente significativo il passaggio sui bambini. All'inferno non ci sono e non possono esserci bambini. Il seguente passaggio:

"Non so se andrai all'inferno, ma ricorda che, chi ci finisce per aver maltrattato o abusato di un bambino, subisce lo stesso trattamento dei pedofili in prigione. Però all'inferno è per sempre."
Glenn Cooper, Capitolo 33

Mi ha fatto venire subito in mente il nuovo testamento

"Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare."
Matteo 18, 6

Il messaggio è il medesimo ed ho apprezzato che in tutto il guazzabuglio infernale, Glen Cooper abbia più di una volta sottolineato questo tema, come per mettere un po' di ordine morale.

E' ovvio che leggerò anche l'ultimo, Glen Cooper mi piace ma questa trilogia non è il massimo. Attenderò ancora altri suoi libri ma non in trepidante attesa com'è accaduto in passato

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Dannati - Glenn Cooper
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Fantasy
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    08 Febbraio, 2016
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Streghe

Terzo capitolo della saga Touched. Romanzo fantasy destinato, a parer mio, ad un pubblico di giovani ragazze, non solo per la trama melliflua ma anche per i diversi riferimenti a film e serie TV quali Hunger Games ma soprattutto per Vampire Diaries e Buffy.

Probabilmente avrei dovuto leggere i primi romanzi poiché i personaggi non sono ben sviluppati. La storia fatica a partire. Fino a metà libro l'autrice insiste troppo sulla straziante vicenda di Gemma tormentata dai rimpianti per la morte del suo amato Evan senza che tutto questo aggiunga particolari alla storia. La parte centrale del romanzo è abbastanza interessante anche se è sempre divertente vedere lo sforzo degli autori nel rappresentare l'inferno, suddividendo i dannati in categorie e descrivendo il contrappasso con l'inevitabile conclusione di cadere in una banale modificazione dantesca.

Credo di essere stato fuorviato dalla decine di recensioni positive di GoodReads. Forse perché sono affezionato a personaggi femminili forti e vulnerabili in stile Rachel di Paula Hawkins nel "La ragazza del treno" o forse semplicemente non è il libro che fa per me.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    02 Febbraio, 2016
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Diatessaron

La scarsità di fonti scientifiche attendibili e la complessità di quelle bibliche fanno della religione cattolica bersaglio di congetture e speculazione teologiche. Una di queste è affrontata dall'autore in modo elegante e convincente.

Il paragone con Dan Brown è d'obbligo? All'inizio istintivamente ero portato proprio al paragone ma man mano mi sono lasciato trascinare dal racconto e non ho più dato peso.
Il romanzo mi ha dato tanti spunti per approfondimenti che da ignostico ignoravo o conoscevo poco. Devo dire che in generale la teologia e una materia affascinante e il romanzo di Ian Caldwell ne è un degno testimone. Riesce, infatti, ad esaltare i misteri dosando egregiamente la storia delle religioni senza appesantire il racconto.

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Jose Rodrigues dos Santos - Vaticanum. Il manoscritto segreto
Dan Brown - Il Codice da Vinci
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Romanzi storici
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    25 Gennaio, 2016
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Stinco di santo

Appassionante romanzo ricco di contenuti che mi hanno stimolato molto a documentarmi su avvenimenti storici e religiosi che non conoscevo bene ed alcuni che non conoscevo affatto.
E' proprio questo interesse ciò che cerco in un romanzo storico e Matilde Asensi non mi ha deluso.
Questo non deve far pensare che la lettura sia impegnativa, anzi scorre molto velocemente, soffermandosi - a volte fin troppo - in quelle che l'autrice considera le tappe storiche principali che hanno portato i resti di Gesù fino ai nostri giorni.

Ottavia, protagonista principale e voce guida del romanzo, è un personaggio davvero bizzarro. E' considerata la massima esperta di greco bizantino ma è più un topo da biblioteca a differenza del marito, Farag, che è un archeologo ed è abituato a lavorare sul campo.
Questa differenza fa emergere l'assoluta mancanza di adattamento di Ottavia che si lamenta in modo eccessivo per una colazione al sacco, non adeguata al suo palato, o per l'impossibilità di farsi una doccia.
Nonostante queste difficoltà però, nei momenti più duri, si dimostra tenace al pari degli altri, fino a renderla indispensabile al raggiungimento della loro missione che farà vacillare la sua fede.
Anche gli altri personaggi sono discretamente descritti e la trama tende abilmente a far sospettare una sotto trama pronta ad uscire da un momento all'altro.

Quando si parla di romanzi storici-religiosi è inevitabile per me il paragone con Il Codice da Vinci di Dan Brown e Vaticanum di Jose Rodrigues dos Santos. Con le dovute differenze di stile e di genere si intende poiché quelli appena citati sono thriller e il Ritorno di Catone che è di avventura. Riesco a cogliere alcune similitudini con Il Codice da Vinci che non racconto per non fare spoiler.

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Per chi ama il romanzo storco-religioso
Jose Rodrigues dos Santos - Vaticanum. Il manoscritto segreto
Dan Brown - Il Codice da Vinci

Per chi vuole un punto di vista differente
Piergiorgio Odifreddi - Perché non possiamo essere Cristiani
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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    13 Gennaio, 2016
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Il dio denaro

Un buon romanzo, ricco di particolari. Tante storie intrecciate tra loro, ognuna con la propria drammaticità. Nonostante tutto questo romanzo non mi ha coinvolto emotivamente, non sono riuscito a sentirlo mio.

Sin dalle prime pagine si nota come Winslow non risparmia ne gli Stati Uniti ne il Messico in questa valutazione che esamina il problema da ogni punto di vista. La corruzione delle istituzioni messicane permette al commercio di prosperare e la violenza a crescere. Il romanzo mostra come gli Stati Uniti e le forze di polizia messicani sono diventati sempre più militarizzati a causa della guerra alla droga, nonostante i proventi siano riciclati senza batter ciglia.

E' raccapricciante come Winslow presenta il ritratto degli uomini e delle loro organizzazioni ed il modo in cui è raccontata la violenza.
Sembra non esserci confine tra gli appartenenti al cartello e i poliziotti corrotti.

L'autore non manca di sottolineare il ruolo delle donne nelle comunità messicana. Alcune vulnerabili e corrotte, tante altre spesso solidali con la loro comunità si ritorcono contro il leader dei cartelli.

Attualissimo Winslow nell'ultima sezione di questo libro affronta l'argomento del narcotraffico in direzione del narcoterrorismo. I due fenomeni, infatti, vanno in prestito l'uno dell'altro.

"Il denaro non compra la felicità ma l'affitta a lungo termine".

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.3
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    08 Gennaio, 2016
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Verso l'infinito e oltre

Stessa formula dei suoi più famosi romanzi. Unisce il protagonista maschile e quello femminile in una corsa contro il tempo per risolvere un grande mistero.
Anche se non è originale la formula a me continua a piacere, specialmente nel modo in cui la presenta.
Lo stile narrativo, infatti, è ciò che più apprezzo dei romanzi di Dan Brown. Si sente l'esigenza di trarne un libro per la capacità che possiede l'autore di raccontare fatti ed eventi.

Il tema è abbastanza attuale, nonostante il romanzo sia del 2001. La conquista dello spazio è sempre un argomento di forte interesse, come dimostrano gli incassi di The Martian di Ridley Scott, per non parlare dei finanziamenti ai politici.

I personaggi sono ben delineati, anche fin troppo. In effetti già da metà libro si intuiscono le parti e, a meno di colpi di scena (che non ci sono stati), si può stabilire chi trama, chi mente e chi è all'oscuro di tutto.

Ad ogni modo un romanzo in stile Dan Brown che difficilmente deluderà chi apprezza lui e il genere.

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Romanzi storici
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    04 Gennaio, 2016
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Interessante

Dopo aver letto "il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" pensavo che non avrei letto storie così particolari e articolate. Invece, sin dal principio, questo romanzo mi ha stupito per la capacità che ogni piccolo evento del passato, vissuto dal protagonista, si ripresenta con devastante effetto farfalla.

La prima cosa che in realtà mi ha fatto sorridere sono stati i tanti nomi o soprannomi Mexican attribuiti spesso a difetti fisici o ad atteggiamenti particolari, questo ha ricordato molto la mia provenienza meridionale dove ancora tanti sono conosciuti più per il proprio soprannome che per il nome stesso.

Il romanzo è stato consistente come i pranzi e le cene di questi periodi di vacanze. Partendo dall'infanzia di Mixtli, si percorre un lungo viaggio fatto di tradizioni, peripezie e di caparbietà fino ad arrivare all'invasioni spagnole che con la fede e le armi spazzano via i vecchi miti aztechi per imporne dei nuovi.

Molto interessante ma dallo stile troppo documentaristico. Nonostante la storia incredibile di Mixtli non mi ha rapito il modo in cui è stata raccontata ma è inevitabile continuare a leggere per conoscere fino ai più piccoli particolari di queste civiltà ormai scomparse. Infatti è stato molto affascinante venire a conoscenza delle antiche arti manifatturiere e delle loro costumanze. C'è tanto altro da imparare da questo nobile popolo.

La considerazione che hanno dei più poveri, per esempio, rendendo i primi filari delle coltivazioni disponibili per gli affamati, la capacità di capire che l'onestà nel commercio va a beneficio di tutti. Ma anche la semplice ed imbarazzante assenza di pudore nel descrivere le pratiche sessuali più spinte e l'intraprendenza con la quale mangiano qualsiasi essere vivente (dall'armadillo all'uomo passando per l'iguana).

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    22 Dicembre, 2015
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Metempsicosi

Un buon romanzo di Sebastian Fitzek, nel suo stile che lo contraddistingue. Purtroppo dopo due capolavori come Il Ladro di Anime e La Terapia, era fisiologico un piccolo calo.
Il tema di base è molto interessante. Ritengo che la traduzione non renda merito al romanzo, piena di ripetizioni che rallentano un po' la lettura.
La storia di per se è inquietante e non priva di colpi di scena, il finale per me è stato illuminante. Infatti quello che più mi piace di Fitzek è la cattiveria con la quale gioca con il lettore portandolo fuori pista per l'intero romanzo ma prendendo infine tutti i tasselli e ricollocandoli nella loro giusta posizione. Da questo punto di vista lo considero al pari del mio amato Carrisi, con una buona dose di cinismo in più.
La parte centrale è un calderone di idee mal gestite, fughe rocambolesche e situazioni anche inutili allo svolgimento stesso della trama. Alcuni personaggi che arricchiscono la storia sono tratteggiati fin troppo sommariamente.

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Sebastian Fitzek - Il cacciatore di occhi
Sebastian Fitzek - Il ladro di anime
Sebastian Fitzek - La terapia
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Romanzi
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    20 Dicembre, 2015
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Tutto fumo

Dallo scenografo de "La leggenda del pianista sull'oceano" mi aspettavo un libro particolare ma non immaginavo cosi tanto. Il primo aggettivo che mi salta in mente è "elegante", perché in modo elegante si spinge ai margini dell'erotismo senza mai valicare la linea del volgare. Il linguaggio ricercato l'ho apprezzato. All'inizio è stato molto piacevole lasciarsi coccolare da una lettura così articolata ma non è bastato tanto affinché, dopo l'ennesimo pensiero della durata di due pagine e con innumerevoli parentesi aperte, che la mia mente urlasse "Basta, vieni al dunque!" Anche l'ironia ben studiata che accompagna l'intero romanzo mi ha divertito come i pensieri e i rumori corporali dimenticati nei cassetti. Ma alla fine dei conti questo linguaggio ricercato ed oltremodo arzigogolato, non mi ha lasciato molto. Se ripenso a romanzi come "Shantaram" o "La donna dei fiori di carta" che mi sono portato dentro per settimane anche dopo aver concluso la lettura, non posso fare a meno di domandarmi: cosa mi ha lasciato questo libro? La storia di per se non è il massimo se privata elegante erotismo e della sottile ironia che ho già dimenticato a fine lettura.

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no
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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.8
Stile 
 
5.0
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4.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    15 Dicembre, 2015
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Da leggere con le luci accese

Nessun testimone, nessuna traccia, nessun cadavere. Josy, figlia dodicenne del famoso psichiatra Viktor Larenz, scompare in circostanze misteriose. Il suo destino rimane sconosciuto.
Quattro anni più tardi: Viktor, in lutto, si è ritirato in un cottage su un'isola. Anna, una scrittrice di libri per l'infanzia, lo incontra insistendo per avere alcune sedute. Lei è tormentata da deliri, infatti una bambina che compare nei suoi romanzi la perseguita nella sua mente e quello che lei scrive, prima o poi si avvera. Questa bambina è appena scomparsa senza lasciare traccia, proprio come è accaduto a Josy. Viktor inizia con la sua terapia perché le allucinazioni di Anna potrebbero essere frutto di una mente schizofrenica ma in cuor suo spera che queste nascondano indizi che potranno aiutare Viktor a risolvere il mistero della scomparsa della sua bambina,

Romanzo molto coinvolgente che mi ha sorpreso ad ogni capitolo. Trama e il ritmo sono eccezionali. Nulla sembra avere senso, nulla si adatta, tutto è così rado ed etereo che sembra impossibile chiarire qualcosa.
Francamente, uno dei migliori che ho letto nel genere thriller psicologico. Il tutto, dall'inizio alla fine è stata scritto per giocare con la mente del lettore. Impossibile indovinare la trama, quando si pensa di avere degli indizi, qualcosa di diverso si rivela e soffia via tutte le teorie. Fitzek continua a giocare col lettore, fino alla fine, creando suspense pagina dopo pagina. Strane cose accadono e l'atmosfera è costruita in modo drammatico mentre Viktor si trova sull'isola - in particolare per quanto Anna continua ad apparire dal nulla, per poi svanire.

Mi sono immedesimato spesso nel racconto e provavo dispiacere per Viktor e per tutto ciò che lo affligge in questa storia. Sembrava subire ogni colpo ed ogni giorno era sempre più sconfitto, ma nonostante tutto andava sempre avanti. Ho trovato Anna affascinante. Le sue storie sollevano sempre nuove domande che inevitabilmente mi hanno portato per la strada sbagliata.

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Romanzi autobiografici
 
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3.5
Stile 
 
3.0
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5.0
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3.0
cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    14 Dicembre, 2015
Top 50 Opinionisti  -  

Il Dio vivente

Con la deflagrazione delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki l'Imperatore Hirohito annunciò la resa incondizionata del Giappone, ponendo fine alla guerra.
Questo è quello che in breve era scritto nei test scolastici. Questo è quello che è accaduto ed è quello che ha concluso questo capitolo di storia. Nulla di più sbagliato. Il romanzo comincia proprio da qui, dove tutto finisce, dove la bomba ha dilaniato nel corpo e nell'anima un nobile popolo che, come spesso accade, è innocente e paga per le decisioni dei poteri forti.
Il romanzo racconta questo episodio che non solo ha lacerato il Giappone che già pativa per gli stenti della guerra e che già troppo aveva chiesto al proprio popolo, ma ha reso Hiroshima una landa che non appartiene più a questo mondo lasciando spazio a demoni e ad angeli.
Il romanzo è crudo e toccante, una pagina di storia mai piacevole specialmente dal punto di vista delle vittime. Lascia l'amaro in bocca se si considera che quella di Shinji Mikamo è solo la testimonianza di una delle centinaia di migliaia di persone coinvolte. Secondo me il romanzo rappresenta una delle migliori manifestazioni che il futuro non è qualcosa di lontano ma esso rappresenta il quotidiano e costante impegno in tutto ciò che facciamo.
Invidio il carattere liberale di Shinji e di suo padre. Quando dice alla figlia che la colpa non è dell'America ma della guerra in senso generale non posso fare a meno di pensare che, forse, questo atteggiamento è la risposta alla ferocia di quei tempi e dei nostri.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.8
Stile 
 
3.0
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2.0
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3.0
cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    11 Dicembre, 2015
Top 50 Opinionisti  -  

Discreto

Un discreto giallo deduttivo. Come al solito il vernacolo dona al romanzo un fascino particolare ma al contempo perde di eleganza. Il racconto è basato molto sugli equivoci e su alcune deduzioni errate di Montalbano che servono a deviare i sospetti su una pista che, a parer mio, si cominciava ad intravedere già verso metà libro. Inoltre le informazioni che ottiene sono spesso dovute a confessioni più o meno spontanee più che prove schiaccianti ed incontrovertibili. Il commissario è invecchiato e forse per questo perde un po' di colpi, ma in compenso il personaggio è maturato e consolidato.
Impossibile non immaginare i personaggi televisivi che da anni danno forma ai soggetti di Camilleri. Lo scrittore e il registra sembrano rincorrersi e c'è da domandarsi se la serie è fedele al romanzo oppure il contrario. Ad ogni modo considerando il periodo di uscita del romanzo, la considero una buona lettura estiva. Nulla che mi abbia impegnato o che mi abbia lasciato un'emozione particolare.

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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    09 Dicembre, 2015
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Caso scottante ad Aosta

Un bel libro con grossi contrasti. Da un lato viviamo il dramma della ragazza rapita ed abbandonata, dall'altra abbiamo il vice questore e le situazioni comiche tra lui e due dei suoi sottoposti. La figura di Rocco Schiavone è spettacolare, oserei dire grottesca. Dai discutibili principi morali e disobbedendo a tutte le regole, va avanti con le indagini non sul filo della legge ma soverchiandola di buona misura. E' certo però che per salvare Chiara, la ragazza rapita, mette da parte anche il sonno. Questo forte contrasto è il valore aggiunto del romanzo la cui trama si infittisce solo alla fine. A completare l'opera basti pensare che Rocco è romano trasferito ad Aosta ed odia la neve. Il finale lascia intravedere un altro episodio di Rocco Schiavone che dal 2012 accompagna l'autore, attore, registra, sceneggiatore (e chi più ne ha più ne metta) Antonio Manzini.

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Alessia Gazzola - Una lunga estate crudele
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Fantascienza
 
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3.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    04 Dicembre, 2015
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Pirata spaziale

Ho cominciato a leggere il romanzo spinto dalla curiosità e dal successo del film, che non ho visto. Il fascino della lettura, la capacità che possiede lo scrittore di far immaginare al lettore quello che non è scritto, è qualcosa che non appartiene al cinema. Quindi in attesa di vedere gli spettacolari effetti speciali (che solo il cinema sa dare) mi sono immerso in questa singolare lettura.

Certo che se tutto il libro fosse stato come la parte iniziale l'avrei abbandonato subito. Inizialmente i calcoli che il naufrago Mark effettua per cercare di risparmiare anche la più piccola particella di azoto, sembravano interessanti ma alla lunga non danno alcun valore aggiunto. Solo più tardi ho capito che è proprio nell'intenzione dell'autore manifestare tutto quello che passa per la testa a Mark, d'altronde era a rischio la sua vita. L'unico modo per non cadere in totale catatonia, inoltre è proprio quello di continuare a tenere attivo il cervello in calcoli e parlando da solo.

Alla mia richiesta di aiuto Houston risponde. Infatti da quel momento in poi il libro rimbalza tra Marte e la Terra, dove la NASA si è accorta che Mark è ancora vivo e cerca con ogni mezzo di riportarlo a terra. Mark non lo sa, non può saperlo. I suoi piani di sopravvivenza potrebbero contrastare quelli di salvataggio della NASA. Dopo giorni e notti di studi finalmente Terra e Marte si mettono in contatto. Forse c'è speranza. Forse l'equipaggio che, inconsapevolmente l'ha lasciato su Marte, può tornare indietro a prenderlo a rischio della propria vita. Il dibattito è tra un alto rischio che Mark riesca da solo ad attendere la prossima missione o il basso rischio del salvataggio immediato che però mette a repentaglio altre cinque vite. Una guerra interna alla NASA tra rischio, fattibilità e rientro delle spese.

Un buon romanzo che fa capire i valori della vita e quanto sono importanti le piccole cose che circondano, specialmente quando non possiamo più averle. Peccato per le parti più tecniche che fanno abbassare un po' la tensione ma che ritengo indispensabili per dare più credibilità a tutto.
Unico neo, secondo me, è nello stile un po' piatto, lontano (per esempio) da Niccolò Ammaniti che ho letto di recente, ma questo non ha compromesso la lettura.

Adesso sono pronto per vedere il film e dire la fatidica frase "Bello, ma sempre meglio il libro".

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.0
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3.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    02 Dicembre, 2015
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Un giallo sbiadito

Un romanzo basato su uno pseudobiblion. Trama secondo me molto originale. Per certi versi, questa indagine nel passato, mi ha ricordato La scatola nera di Michael Connelly solo che Colin Dexter non è riuscito a dare la spinta giusta al romanzo. L'inizio sinceramente l'ho considerato un po' lento, ho pensato che l'autore avesse utilizzato l'escamotage del "libro dentro al libro" per rimpolpare un po' la storia priva di grosso interesse. In realtà prende un discreto ritmo ma solo dopo la metà del libro, e senza grossi eccessi purtroppo. Direi che se fosse stato più lungo delle circa 300 pagine che lo compongono, non l'avrei apprezzato più di tanto. Alla lunga, poca tensione stanca, considerando che leggo quasi esclusivamente a letto, il più delle volte ha avuto un effetto soporifero.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.3
Stile 
 
4.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    01 Dicembre, 2015
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Un pilastro della lettura

Affascinante romanzo ambientato in XII secolo in Inghilterra, I pilastri della Terra racconta la storia delle vite intrecciate nella costruzione della più grande cattedrale gotica del mondo abbia mai conosciuto, e una lotta tra il bene e il male che trasformerà chiesa contro Stato, e fratello contro fratello.
In un periodo di guerra civile, carestie e conflitti religiosi, sorge una magnifica cattedrale a Kingsbridge. In questo contesto, le vite si intrecciano: Tom, il capomastro, Aliena, la nobildonna, Filippo, il priore di Kingsbridge, Jack, l'artista scultore e Ellen, la donna dalla foresta che getta una maledizione.

Un libro di spessore, e con questo intendo proprio indicare i centimetri che lo compongono. Quindi prendetevi tutto il tempo necessario per leggerlo. La storia merita, quindi non consiglio di leggerlo nei tempi morti. Personalmente ho dedicato diverse ore a sera.

Follett fa un lavoro magistrale di sviluppo del personaggio. Ogni personaggio è così ben definito e rimpolpato, che diventa quasi reale. Quello che un grande scrittore, come Follett, riesce a fare, è dare la sensazione di conoscere personalmente i personaggi tanto da poter immaginare come avrebbero reagito in situazioni diverse. A differenza di quanto ho letto in altre recensioni, ho avuto la sensazione che nessuno di loro fosse al 100% buono o cattivo, proprio come nella vita reale. Alcuni sacerdoti sarebbero stati santi, altri invece diavoli; alcuni erano ricchi con grandi cuori, altri con piccole menti e cattive intenzioni; alcuni contadini poveri erano di giudizio, con atteggiamenti meschini, altri hanno aperto le loro porte agli sconosciuti.

Ho assolutamente adorato le forti donne in questo libro! Aliena tra tutta perché è riuscita a ritagliare il suo futuro dopo che il suo mondo era stato capovolto.

E' un vero peccato che a questo romanzo sia stata dedicata solo una miniserie TV. Forse avrebbe meritato di più, immagino Peter Jackson come candidato regista. Ad ogni modo, non ho visto la serie in TV, ma sembra che abbia avuto buone recensioni.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    27 Novembre, 2015
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Anna - e dei tuoi occhi così belli spalancati sul

Quante volte da piccoli ci è capitato di essere rimproverati per aver visto troppa televisione o per aver continuato a giocare a letto anche se era ora di dormire. Quanti nostri piccoli capricci ci sono stati rimproverati e tutte le volte abbiamo desiderato che i Grandi non ci fossero più. I desideri finalmente si realizzano ma invece di trasformarsi in un meraviglioso sogno, ci si risveglia nel peggiore degli incubi.

Come sarebbe il mondo governato solo da bambini e senza una guida adulta? Tutto zucchero e miele o morte e violenza?
Sono queste le domande che mi sono posto mentre leggevo. Un romanzo crudo ed inquietante sotto alcuni aspetti e ricco di allegorie che nella mente devo ancora decifrare del tutto. Anna e il suo fratellino, rappresentano speranza? Futuro?

Per alcuni versi, questo racconto, mi ha ricordato La Strada di Cormac McCarthy facendomi provare le stesse sensazioni, anzi Anna ha un ritmo decisamente migliore.

Uno di quei libri che si legge tutto d'un fiato, non solo perché è di poche pagine, ma soprattutto perché la storia è molto interessante e soprattutto lo è il modo in cui è stata presentata.

Mi domando quale messaggio ci offre l'autore. Sicuramente una percezione del futuro diversa dalla nostra, direi persino inesistente. Ogni giorno è un giorno a se o dobbiamo tenerlo stretto, viverlo al massimo e con le persone che amiamo.

Per farla breve, un altro gran bel libro di Ammaniti.

PS: proprio ieri trasmettevano "Io sono leggenda". Indovinate come si chiama la ragazza, accompagnata dal suo piccolo fratello, che salva Will Smith dall'orda di zombie?

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Cormac McCarthy - La Strada
Jose Saramago - Le Intermittenze Della Morte
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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    24 Novembre, 2015
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Storia OK, Thriller KO

L'autore presenta una Roma non tanto diversa da oggi nonostante i quattrocento anni che ci separano dal racconto. Questi la ritrae come una piccola Europa e al giorno d'oggi si potrebbe dire un piccolo mondo, certo c'era artisti e cortigiane ma forse ci sono ancora ma non si chiamano più così... e c'erano gli scandali nella chiesa.

Romanzo molto interessante dal punto di vista storico e artistico ma il ritmo è poco incalzante e manca il giusto pathos. Gran parte del libro è quasi totalmente incentrato sulla figura del personaggio che è analizzato fino ai più piccoli dettagli. Ogni volta però che qualche dettaglio della trama comincia a spuntare fuori, il libro si perde nuovamente narrando storie e vicende dell'epoca che nulla hanno a che fare con il giallo vero e proprio. Il ritmo è annacquato dalla vita romanzata di Caravaggio che, nonostante sia estremamente interessante, non ha avuto quel mordente che mi aspettavo.

Naturalmente ho apprezzato molto le note artistiche dell'autore specialmente quando spiega che significato hanno le luci e le ombre per Caravaggio e di come i suoi contemporanei, e ad onor del vero anch'io, avevano frainteso.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    19 Novembre, 2015
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Il pibe de oro

E' da tempo che non leggevo un romanzo così divertire. Ma attenzione, non è un romanzo comico, anzi è un'analisi profonda del comportamento umano abilmente raccontata con episodi, alcuni dei quali esilaranti.
L'autore ha una capacità descrittiva unica, si capisce sin della prime pagine quando descrive la cassiera del bar. In pochi versi la cassiera era proprio li davanti a me, con il suo modo frenetico di telefonare, fare cassa e prendere ordinazioni senza sforzo apparente.
Notevole come l'autore abbia citato innumerevoli volte l'Argentino, il Nano, il numero 10 dribblando il nome reale.

Il romanzo ci accompagna per un breve viaggio nel mondo del calcio. Naturalmente si parte dal bar, il pantheon per gli amanti del pallone, e si attraversa lungo un filo azzurro che passa attraverso i cuori dei tifosi. Il viaggio ci insegna che il calcio è amore e passione, un vero e proprio collante che tiene uniti amici e parenti. Il racconto però non si riduce solo al mondo del calcio, ma è l'incipit per frugare nei sentimenti della gente comune. Amore tra padre e figlio, amore per una ragazza, amore per il proprio lavoro, amore per il calcio. Questi sentimenti non possono essere presi singolarmente perché sono tutti presenti e mescolati in ciascuno di noi.
D'altronde spesso il calcio viene paragonato a 22 uomini in mutande che inseguono un pallone. Questo è vero però questi 22 uomini sono spesso diversi tra di loro per età, razze, religioni ed estrazioni sociali. Se si aggiungono i 30 mila e più tifosi da stadio ed i milioni che sono in casa che si abbracciano ed esultano insieme allora si fa presto ad arrivare ad una moltitudine eterogenea che vive all'unisono anche solo per un giorno. Una manna per il cuore direi, specialmente in questi giorni tragici.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    15 Novembre, 2015
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Antipatico


Personaggio sherlockiano e come tale antipatico. Una bambina di appena 11 anni esperta di chimica. Specializzata in veleni (e la cosa potrebbe essere già sufficientemente inquietante) sfrutta le sue capacità per sviluppare una pellicola cinematografica, ma dubito che un qualsiasi altro esperto di veleni ne sia in grado. Conosce la musica classica per mezzo della sorella maggiore Feely, naturalmente conosce la mitologia greca, la filosofia classica ed è arguta come poche. Insomma, la sorella spocchiosa che nessuno vorrebbe avere.

Rimprovero l'autore il paragone che fa per bocca della bambina in cui lei commenta il momento distaccato che ha vissuto durante il funerale della madre. Pensa che avevano ragione le sorelle maggiori nel dirle che lei era stata adottata poiché a quel punto la vicinanza tra lei e la madre sarebbe stata la stessa che intercorre tra un asino e la luna. Come fratello di una bambina adottata preferisco non commentare tale obbrobrio specialmente quando al giorno d'oggi, purtroppo, accade che madri biologiche si sbarazzino dei propri figli.

Mentre da un lato c'è la bambina cinica e razionale che non piange al funerale della madre, dall'altro intrattiene improbabili conversazioni con una gallina (chiamandola stupida oca ) degna di un novello Banderas.



Per la sua saccenza attribuita alla bambina c'è da dire che il romanzi è ricco di contenuti che mi hanno dato diversi spunti per approfondimenti e di questo sono grato all'autore. Primo fra tutte queste curiosità è che il vetro è liquido. Subito confutato visitando alcuni siti scientifici.


Per concludere abbiamo un finale senza finale, sembra di aver letto la scenografia di un telefilm per ragazzi. Senza un inizio (e questo ci può stare se il romanzo è un seguito di un altro) e senza una fine probabilmente per creare l'attesa di sapere che fine fa la piccola Flavia.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    15 Novembre, 2015
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Chi l'avrebbe detto



Dopo il profondo trauma cranico, provocato dal suo stupratore, lei ricordava ben poco. Il fattorino stava per andare via dopo aver consegnato le pizze. Lei nota il nome sulla targhetta della divisa. "Io ti conosco", dice lei. Tutti la guardavano increduli, proprio lei che fino a quel momento non ricordava neanche se la pizza le piacesse. "Io ti conosco" ripete lei, "Hai ucciso la mia migliore amica."


Dana, rapita è stata violentata nel corpo, nella mente e nell'anima. Forse il coraggio, la forza o la sua disperazione l'aiutano ad assassinare e scappare dal suo boia.

Dopo un periodo di coma Dana si riprende fisicamente ma ha la psiche a pezzi. Per cercare di ricostruire la sua vita parte alla ricerca di informazioni della sua amica sparita. Si fa aiutare dall'investigatore che otto anni prima ha indagato sul caso. Forse riuscirà a capire chi è lei, forse riuscirà a scoprire chi ha rapito la sua migliore amica e se è viva o morta, oppure se lei stessa è coinvolta e non ricorda più di esserlo. La verità, però, potrebbe essere ancora più sconvolgente.



Un grande thriller. Si voglio sbilanciarmi. Sono al mio esordio con l'autrice che, non me ne vogliano i più esperti, non conoscevo. In realtà Tami Hoag

ha scritto un primo romanzo in cui si dovrebbero narrare le storie delle prime otto vittime del serial killer. Spero di riuscire a leggerlo.

Un libro ricco di colpi di scena non forzati. La storia è ben studiata. Un libro "pieno". Mi ha catturato, anzi avvolto pienamente e mi scaraventato violentemente in una storia buia, lugubre e con un finale non proprio lieto. Dove c'è tanta violenza non è possibile avere un vero e proprio lieto fine. Sono conscio del fatto che non si affatto proponendo un'analisi oggettiva ma sono più che altro spinto dalla adrenalina che la lettura mi ha lasciato. Ancora appena distante dalla perfezione del thriller psicologico che per il momento ho trovato solo in Sebastian Fitzek, però cara Tami
continua così, perché hai trovato un altro fan.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    10 Novembre, 2015
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Pelle e ossa

Il Libraio di Parigi un anno dopo. Questa volta gli affascinanti bouquinistes parigini sono appena accennati. Questo romanzo infatti, a differenza del suo predecessore è dai toni più forti. Lo Scarabeo si tinge delle sfumature di Jame Gumb de Il silenzio degli innocenti, trafugando ossa dai cimiteri e pezzi di pelle tatuata da giovani donne. Tutte hanno un particolare in comune, sono ballerine spogliarelliste.

La lettura è piacevole ed il romanzo ha un ritmo sostenuto. C'è tanta azione ma pochi colpi di scena. Non c'è nulla che non mi sia piaciuto ma niente in particolare che mi abbia lasciato l'adrenalina o che mi abbia incollato alle pagine.
Il killer è un bel personaggio. Il suo passato si svela poco per volta lasciando che l'alone di mistero si dipani pagina dopo pagina. La sua mente è contorta come ci si aspetta da uno psicopatico. Sicuramente il personaggio migliore a parer mio.
Tom, il migliore amico di Hugo, è molto diverso da come si presentava nel romanzo precedente. L'alcool e la droga hanno eliminato la patina di super detective che si era costruito, rendendolo decisamente più interessante ed è un vero peccato che le sue nuove caratteristiche sia state presentate in modo così superficiale invece di snocciolarle come avrei preferito. Avrebbero dato un tratto più drammatico al romanzo al di là della lotta buono contro cattivo.
Sicuramente la lettura de Il Libraio di Parigi è consigliata prima di affrontare questa, per avere un quadro completo dei personaggi.
Ma con questo non voglio giudicare male un romanzo che ho gradito molto nello stile e dal buon finale.

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Fantasy
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    05 Novembre, 2015
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Interessante

Il romanzo apprezzabile che mi ha trasportato in un mondo tra Divergent e Hunger Game. Ma è veramente un fantasy? Se analizziamo, anche superficialmente, i personaggi principali ci troviamo di fronte a degli esempi molto attuali. Da un lato gli argentei, ricchi e prepotenti, dall'altro i rossi, poveri e deboli. Questo esempio purtroppo è sempre attuale, patrizi e plebei nell'antichità, politi e operai ai giorni nostri. L'azione che compie Mare e il suo amico nel tentativo di scappare da una guerra che non capiscono e che non gli appartiene, non è molto distante delle immigrazioni che viviamo al giorno d'oggi dove ogni singolo individuo spende più di quel che ha per lasciare il proprio paese da una guerra che gli porterà una morta certa, alla ricerca di un futuro incerto ma speranzoso.
I personaggi argentei sono interessanti, fortebraccio, portaombra, magnetron, come estimatore dei fumetti della Marvel non ho potuto non notare l'affinità con vari personaggi, primi tra tutti i Mutanti e gli Inumani. Anche la vita degli argentei però non è tutta rose e fiori. Dietro una patina di sfarzo e potere si celano rigide regole e gerarchie da rispettare. Telecamere in ogni stanza sotto il costante controllo delle guardie per impedire che in nessun momento qualcuno possa violare la minima imposizione della regina. Infatti solo lei ed il re godono di privilegi assoluti a cui neanche i principi possono ambire. Trasponendo un vecchio detto potrei dire che: non si muove foglia che la regina non voglia.
Poi c'è lei, Mare, che a differenza dagli altri rossi ha dei poteri inimmaginabili anche per gli argentei. Inutile dire che il suo avvicinarsi agli argenti ha creato il caos, smuovendo gli animi e provocando rabbia da un alto e amore dall'altro.
Nel romanzo c'è tutto quello che ci si aspetta, azione, sentimenti e tradimenti. Un buon romanzo, anche se non eccessivamente entusiasmante. Consigliato gli amanti del genere ma lo consiglio anche a chi si affaccia per la prima volta al fantasy, come buon diversivo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    02 Novembre, 2015
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Nella vita bisogna fare tre cose: fare un figlio,

Gli eventi tragici dell'11 settembre continuano a sentirsi nel cuore degli americani. Questo romanzo ne è una prova. Apparentemente potrebbe sembrare il classico libro di azione, un po' poliziesco e un po' thriller, in cui due nemici storici, Arabi e Americani, compiono la propria battaglia sul suolo Americano.
In realtà il romanzo cela qualcosa di ancora più profondo: l'amore per i propri figli.
Senza entrare in disquisizioni sull'argomento storico politico, senza eleggersi giudice ed assegnare i ruoli dei buoni e dei cattivi, se è vero che il presidente degli Stati Uniti ama i propri figli, è vero anche che un terrorista Islamico li ama alla stesso modo. Il romanzo racconta proprio questo, racconta come Alex Cross, ama i propri figli e indaga sul rapimento dei figli del presidente, che nonostante gli attentati terroristici non si sottrae ai propri doveri e si espone più di quanto la Sicurezza vorrebbe. Il romanzo racconta di come una donna terrorista, ama i propri figli, e compie ciò che deve compiere. La storia racconta di una ragazzina che perde l'amore del padre e della madre ormai morta, ma trova un'altra famiglia che le dona amore; ed infine di un padre che perde l'amore del proprio figlio.
Mi perdonerete per l'abuso della parola amore, ma per una volta, più che il racconto di per se, più che l'azione o il brivido, quello che mi ha davvero colpito è proprio questo messaggio.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    02 Novembre, 2015
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Storia, enigmi, leggende. C'è troppo di tutto

Autunno del 1787, Praga. La città è in attesa per il debutto del “Don Giovanni”, ultima opera dell’eclettico compositore viennese Wolfgang Amadeus Mozart, dopo il grande successo delle “Nozze di Figaro”. Anche l'avventuriero italiano, Casanova è giunto direttamente da Venezia e con il suo amico, il librettista Lorenzo Da Ponte, è ansioso di partecipare alle feste organizzate per l’occasione. Il capo del Consiglio di Giustizia di Praga, Karl Maria Von Weber, organizza ronde per vegliare sulla città e sull’incolumità delle varie autorità che interverranno ad assistere allo straordinario evento.
Una serie di delitti disturba la quiete dell'aristocrazia, quando ogni cadavere ha uno stralcio di un antico manoscritto con citazioni in una lingua sconosciuta ed incomprensibile. Al manoscritto è accompagnato un disegno che rappresenta le modalità dell'omicidio. Le indagini riconducono proprio a Mozart, inizialmente come indiziato, anche per le sue stravaganti frequentazioni, ma infine dall'indagine emerge che è proprio lui la vitta predestinata a conclusione di questa serie di omicidi.

Inquadrandola dal punto di vista storico, ci troviamo in giovane Praga poiché solo tre anni prima era stata proclamata città dalla fusione di quattro città indipendenti. C'è ancora molta diffidenza tra il popolo ed il governo e questo non aiuta lo scorrere delle indagini. Casanova invece proprio in quell'anno scriveva l'Histoire, che sarebbe bello pensare che includano anche in parte questo racconto.

Il thriller storico è sicuramente il genere che più preferisco perché unisce il brivido del romanzo giallo con il fascino di quello storico. Fascino che però non ho subito, brivido che però non ho provato.
Lo stile di Crane non ha saputo catturare la mia attenzione neanche sui personaggi principali specialmente nel pavido sovraintendente con le sue indagini che fanno acqua da tutte le parti e con il suo giovane sub alterno spesso di maggiori principi morali e più intuitivo. Il romanzo parte bene ma perde subito di interesse. La trama, come l'indagine, è altalenante comincia a diventare interessante verso la fine, quando il mistero giunge al suo apice. Si conclude con un buon finale ma ormai inutile ai fini della piacevolezza del romanzo.
Leggermente più interessanti sono i contenuti, non solo per la vita di Mozart ma ho trovato notevole l'evocazione dell'antica leggenda ebraica del Golem che ha dato un tratto un po' più interessante alla storia.
La sensazione è che l'autore si sia sforzato in una trama particolarmente complessa e piena di enigmi, come se questo fosse essenziale per una trama piacevole ed interessante. Mi perdonerete per il paragone ma purtroppo lo stile di Jose Rodrigues dos Santos è inimitabile.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    27 Ottobre, 2015
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Mia Famiglia

Romanzo molto interessante ma con un grosso punto debole. Il brivido, che ognuno di noi lettori spera di trovare nei thriller, è praticamente assente. Decontestualizzando questa affermazione potrebbe far storcere il naso a tutti voi, tuttavia ho trovato il romanzo ricco di tante altre qualità.
Innanzitutto la storia si svolge secondo tre punti di vista, quello di Eve - madre della ragazza rapita, quello di Gabe - ispettore incaricato alle indagini - e quello del rapitore Colin. Questo, aggiunto ai salti temporali (prima e dopo il rapimento), offre una lettura tridimensionale molto interessante.
L'autrice, inoltre, affronta dei temi molto importanti dal punto di vista sociale che ci toccano (o sfiorano) tutti i giorni.
Per prima cosa evidenzia le differenze sociali che hanno portato Colin che, nonostante riempisse la giornata di piccoli lavori per mantenere se e sua madre malata, suo malgrado si è lasciato trascinare da loschi figuri in affari pochi raccomandabili rendendolo del tutto un reietto. Dall'altra parte vediamo la famiglia agiata di Mia.
Un altro tema importante è proprio quello della famiglia. Sempre da un lato troviamo quella di Colin, composta solo da lui e la madre, abbandonati da un padre assente ed ubriaco. Colin si prenderà cura di sua madre e pur di starle vicino scende a compromessi e sceglie una vita di disagi e false speranze. La famiglia di Mia invece è assente. Il padre è un giudice ricco e famoso, Mia è la sua seconda figlia, ribelle, lontano da quello che il padre vorrebbe. Lei è un'artista ma per il padre esiste solo la giurisprudenza. Le uniche testimonianze di affetto si perdono nell'infanzia di Mia. Eva, la madre è succube del marito e la sorella è del tutto assente. Da ragazzina Mia sempre più spesso combina guai che il padre copre per non macchiare la sua candida figura di giudice ignorando il grido silenzioso di Mia che chiede solo la sua attenzione.
Poi c'è il rapporto tra Mia e Colin, rapita e rapitore. E' troppo facile per me parlare di sindrome di Stoccolma. Il romanzo a questo punto prende quasi una piega rosa. Infatti Mia e Colin si ritrovano a vivere, con l'incombere dell'inverno, in una baracca in montagna priva di riscaldamento, cibo ed ogni tipo di confort. Per la prima volta Mia, nel bene e nel male, riceve le attenzioni di un uomo. Proprio lei, che non ha avuto mai l'affetto del padre e neanche quello del fidanzato che ha altro a cui pensare. Tra loro nasce qualcosa più profondo di una semplice infatuazione. Colin si prende cura di lei per le cose essenziali. La nutre, la riscalda, la fa sopravvivere. Tutto questo è molto lontano dal nostro quotidiano dove prendersi cura della propria compagna si riduce ad acquistare per Natale l'ultimo modello di smartphone.

Complimenti all'autrice per il suo primo romanzo che dal punto di vista dei contenuti è incredibile. E' vero, manca il brivido, ma il finale è davvero imprevedibile.

NB: consentitemi il gioco di parole del titolo della mia opinione. Mia non rappresenta solo il nome della ragazza rapita ma "Mia Famiglia" è anche il titolo di una commedia di Eduardo de Filippo il cui tema è incentrato proprio sui complessi rapporti familiari.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    22 Ottobre, 2015
Top 50 Opinionisti  -  

Nozze d'argento per Michael Connelly

Venticinquesimo romanzo di Michael Connelly che ci ripropone Harry Bosch in forma smagliante.
Il solito detective dai metodi poco ortodossi e refrattario alla tecnologia. Padre amorevole ma che si rimprovera di non esserlo abbastanza. Insomma, un uomo tutto d'un pezzo. Adesso fa parte dell'unità Casi Irrisolti ed ha rispolverato un omicidio avvenuto nel 1992 a Los Angeles durante dei tragici tumulti.
Un romanzo che parte un po' lento ma credo che questo sia voluto per dare maggiormente l'idea di un indagine ripresa dopo vent'anni. Infatti il romanzo diventa sempre più interessante man mano che il mistero si infittisce.
Un libro che tocca l'autore da vicino e questo fa assumere al romanzo un certo spessore. Noi lettori viviamo della fantasia dei nostri autori preferiti ma quando un romanzo fa riemergere vicende e paure realmente vissute sulla propria pelle, allora tutto questo mi tocca profondamente. Almeno è questo che ho provato leggendo questo romanzo, Shantaram di Gregory David Roberts e Made in Sweden di Stefan Thunberg.
Inutile infine elogiare le doti ormai note di Connelly. Insomma, un romanzo da leggere per chi ama i gialli polizieschi.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    19 Ottobre, 2015
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Sherlock Holmes texano

Sicuramente non è un libro di spessore, consigliato forse a chi si avvicina alla lettura di gialli senza immergersi sin da subito in trame inaccessibili o difficili da seguire.
In generale il romanzo è ben strutturato, sicuramente scorrevole e piacevole nella lettura. Quello che tuttavia si perde è quel brivido tipico del thriller facendo pendere il genere leggermente più verso un poliziesco/azione. La trama per me non è per nulla scontata, i nodi cruciali si dipanano pian piano lasciando spazio al lettore per alcune deduzioni.
Simpatico il confronto tra il protagonista ed il suo "mentore" Sherlock Holmes, come questo infatti Hugo prosegue le indagini mediante un'attenta analisi deduttiva. Non me ne vogliano i fans di Conan Doyle ma per quanto io adori i suoi libri, l'eccessiva arroganza mascherata da sapienza di Sherlock Holmes non mi è mai stata simpatica. A differenza di Hugo che a parer mio è un buon personaggio.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    16 Ottobre, 2015
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Il ritorno di Guerrieri

Leggevo di recente un vecchio articolo nel quale Testimone inconsapevole è stato considerato uno dei migliori gialli legali. Sicuramente l'indagine successiva dell'avvocato Guerrieri non è da meno.
In questo romanzo in cui lo vediamo prendere le difese di una suora enigmatica, comincia una lotta all'ultimo respiro sia dentro che fuori al tribunale. Quello che più mi entusiasma di Carofiglio è la sua capacità di creare un aurea di azione del tutto controversa alla tipica lentezza dei tribunali italiani, eleggendo Guerrieri ad avvocato furbo (tipicamente italiano) ma pieno di passione. Guerrieri riesce a farsi strada attraverso il pigro senso di giustizia che pervade gli ambienti giudiziari con una passione, ahimè, frutto dell'irrefrenabile fantasia dell'autore.
Trama semplice ma intrigante, la suspense è ben dosata. Fortunatamente l'autore non si protrae mai inutilmente in descrizioni o commenti pleonastici lasciando spazio ad un racconto più essenziale arricchito solo dall'ironia tipica del personaggio alla quale non si riesce a rinunciare.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    15 Ottobre, 2015
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La fine del mondo

La giusta fine della trilogia. Anche in questo caso Glenn Cooper non delude i suoi lettori. Non che questo libro sia un capolavoro, l'eccellenza a parer mio resta al "La Biblioteca dei morti", però il romanzo resta comunque interessante. Più che il mistero in questo caso c'è l'azione che definirei un po' esagerata, specialmente rispetto ai precedenti. Il meno sobrio da questo punto vista rispetto alla serie, tuttavia la lettura è comunque piacevole grazie alle doti dell'autore che rende sempre tutto interessante dosando accuratamente la suspense. Mi lascia un po' incerto l'intenzione di lasciare il finale aperto che però, in questo caso, non aggiunge ulteriore tensione.
Fondamentalmente va letto come trilogia completa e, solo a quel punto, assume una bellezza tutta sua.
Con questo romanzo Glenn Cooper ha voluto concludere la trama principale che, con incredibile genialità, ci trasporta dal passato al futuro ricordandoci che si ha paura di ciò che non si conosce e di ciò che è oscuro come lo è il futuro di tutti noi.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    15 Ottobre, 2015
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Viaggio nel tempo tra le pagine di un libro

E' la naturale continuazione de "La biblioteca dei morti" senza la quale la lettura di quest'ultimo risulta sicuramente meno affascinante. Infatti questo romanzo non aggiunge niente di più al mistero de "La biblioteca dei morti" e risulta piacevole ed interessante soprattutto per l'abilità dell'autore. Tuttavia Glenn Cooper ci ha abituati bene ed assodato il prequel ci trasporta in un'affascinante caccia al tesoro che viaggia attraverso le porte del tempo. Shakespeare, Calvino e Nostradamus sono protagonisti di questa avventura poiché anche loro non sono rimasti indifferenti al fascino del "Libro delle anime".

Sicuramente un libro da leggere, un approfondimento dovuto al primo volume. Consigliato agli amanti del genere e di Cooper in particolare che non delude mai nello stile. Quello che ritengo sia la cosa incredibile e sicuramente quella più apprezzata dai lettori è come Cooper riesce a riporre in un libro un potere immenso, riportando il fascino della carta che perdura nel tempo ed attraversa la nostra era digitale restando sempre al centro della nostra vita, ed in questo caso, della nostra morte.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    14 Ottobre, 2015
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Terra del ghiaccio

Erano mesi che non leggevo un libro il cui interesse mi cattura sin dalla prima pagina. Leggere la recensione di Valerio91 mi ha provocato un prurito che sarebbe stato placato solo leggendo il libro. Non è stato neanche necessario leggerlo, è stato sufficiente aprirlo e l'autrice ha fatto il resto. Pregno di superstizioni, storia, omicidi ed indagini al limite con la metafisica il romanzo mi ha accompagnato in una maratona di emozioni. Mai come in questi giorni, in cui si celebra l'arrivo della DeLorean, un romanzo poteva essere più attuale. La lettura scorre molto velocemente come il passato che rincorre il futuro in un vortice in cui è meglio riporre la ratio in un posto sicuro. Se il discendente di un boia, duecento anni dopo è un macellaio, se un demone protegge una pietra tiepida nella "terra dei ghiacci", se un bicchiere di porto può aiutare a trovare la soluzione e se tutto questo anche a voi suscita prurito, allora leggete il romanzo o vi gratterete per sempre.

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