Opinione scritta da faye valentine
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la tela del ragno
Grandi aspettative che solo in parte sono state colmate: buono l'argomento, ma non mi è piaciuto molto lo stile dell'autore.. l'ho trovato poco accattivante, e, in termini concreti, non ha tenuto il libro incollato ai miei occhi!
Non che sia un brutto romanzo, per carità, però, per un viaggio nell'abisso della follia e della paura, semplicemente mi aspettavo molto di più.. Avrei voluto essere avvolta dalla tela di questo "spider"..
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Buona l'idea, ma...
Ho iniziato la lettura molto convinta, ma le prime pagine del libro stentavano a far decollare completamente il mio interesse; poi, arrivata a metà, l'ho divorato, fino alla fine, incuriosita dal crescendo di tensione che la trama creava.
Sinceramente mi ha lasciato una profonda delusione, nonostante alcune trovate siano molto coinvolgenti, ho trovato lo stile fortemente impersonale e poco caratterizzati i personaggi principali. La mancanza di una collocazione geografica precisa, come hanno riportato altri lettori nelle loro recensioni, crea una destabilizzazione (a me personalmente piace immaginare il luogo di ambientazione di un romanzo,come gli aspetti dei protagonisti..); non capisco perchè sia farcito di numerosi riferimenti al clima rigido se poi non dà nessun accenno sul luogo. Ma questa cosa non è poi gravissima se paragonata agli innumerevoli colpi di scena e coincidenze inverosimili che costellano la parte finale!! In alcuni punti è veramente TROPPO.
Tirando le somme, ho sicuramente letto di peggio, però personalmente ad un giallo/thriller io chiedo altro.. Credo sia manchevole di aspetti fondamentali per un libro che ambisce ad essere quello che è ed esagerato in altri..
L'idea di un fondo di male radicato nell'animo umano (concetto filosofico presente nella letteratura da secoli) è sicuramente vincente, ma a parer mio, presentato in modo troppo poco convincente.
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senza infamia e senza lode
Un discreto romanzetto di formazione, piacevole e di semplice lettura, ma senza troppe pretese.
Tutto sommato non mi ha lasciato grandi emozioni o spunti di riflessione, quindi mi sento di giudicarlo senza infamia e senza lode e di consigliarlo soprattutto a giovani lettori.
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IL thriller
Semplicemente IL thriller per eccellenza.. ricco di tutto ciò che si possa chiedere ad un libro di questo genere e non.. è anche un giallo ben architettato! ho commentato gli altri due romanzi, ma per questo splendido inizio della Trilogy non posso dire altro che.... Ottimo!
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intervista
Riservo a questo romanzo un posto particolare tra i miei preferiti.. ho letto anche altre opere della Rice, ma nessuna mi ha dato le emozioni di "Intervista col vampiro", un romanzo intriso di drammatica poesia, che affronta problemi sempre attuali e l'eterno dualismo bene-male. Un bel romanzo, ben scritto: molto efficace l'espediente narrativo dell'intervista. Vivamente consigliato!
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leggero
Della serie "I love shopping", che amo, l'ho trovato il meno riuscito, pur restando una buona lettura, ovviamente senza pretese, ma sempre piacevole.
Becky è alle prese con le spese per il suo baby e deve affrontare una rivale in amore e lo fa con il suo modo di fare brillante e spumeggiante come sempre, anche se però trovo che abbia perso un po' di smalto rispetto ai romanzi precedenti.
Comunque lo consiglio, è una bella parentesi di risate e simpatia!
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Meglio il film...
Consiglio vivamente di vedere il film (che è uno dei miei preferiti!) e faccio i miei complimenti al regista David Fincher e allo sceneggiatore che sono riusciti a ricavare un film così ben fatto da un romanzo così confusionario.
Colpita come da un pugno nello stomaco dal film, decisi di leggere anche il libro... per rimanerne profondamente delusa! Sicuramente le idee di Palahniuk sono grandiose, ma a parer mio mal realizzate. Si fa veramente fatica a seguire il concatenarsi degli eventi e i personaggi sono troppo sfuggenti e poco caratterizzati.. non lo consiglio.
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suggerimenti
Anch'io sono stata piacevolmente "vittima" dei vostri suggerimenti sul forum.. Che dire? Grazie, perchè ho letto davvero un bel thriller, scritto con stile asciutto, efficace e visivo.
I personaggi sono ben caratterizzati, ma quelli che più mi hanno colpito sono stati i detective con la loro umanità, il loro poter commettere errori: infatti non siamo di fronte ai classici super-detective inattaccabili sempre illuminati da intuizioni cruciali; in questo romanzo sono persone normali, con le loro debolezze e le loro esitazioni. Anche l'assassino è ben caratterizzato, come gli altri protagonisti.
Un thriller che tiene col fiato sospeso, che cattura e perfino stupisce in alcuni punti. L'ho trovato una buona sceneggiatura per un bel film, grazie soprattutto allo stile che rende perfettamente l'idea di ciò che stanno vivendo i personaggi e permette di "vedere" davanti ai propri occhi anche le descrizioni più crude.
Promosso a pieni voti!
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mah...
è il libro che ha suscitato in me il maggior disinteresse, molti lo definiscono un capolavoro ma da sempre sottovalutato dalla critica: io non riesco a trovare nulla di positivo e accattivante nel romanzo. l'ho trovato pesante e inutilmente dispersivo in descrizioni interminabili, a tratti ridondanti.. forse sono io che non riesco ad apprezzarlo... mah...
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carino davvero!
frizzante e tormentato romanzo adolescenziale, scritto in modo innovativo e giovane, cattura per il suo stile fresco e la facile empatia che immediatamente si crea con i personaggi. una bella storia d'amore/amicizia, a tratti irreale, ma proprio per questo paradigmatica.
personalmente ho amato molto il "sottofondo musicale" da cui tutta l'opera è percorsa.. sembra quasi di sentirli, i Clash e tutti gli altri..
stimola il sorriso e fa a tratti riflettere, lo lessi per la prima volta a scuola, l'ho riletto un paio di altre volte, è sempre piacevole e contiene alcune vere e proprie "perle"!
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in bilico
Devo ammettere che paolo giordano ha avuto il potere di destabilizzarmi: non riesco ad esprimere un parere chiaro e nitido su questo romanzo. l'ho terminato qualche settimana fa, ho aspettato per chiarirmi le idee, ma resto sempre in bilico.. mi è piaciuto? non mi è piaciuto? sono giunta alla conclusione che sia forse riduttivo giudicare un romanzo di questo tipo con i criteri del bello, voglio quindi solo chiudere gli occhi e apprezzarne l'effetto, la sensazione che mi ha dato e che mi dà tutt'ora, questa sensazione di bilico.. bilico sul mio giudizio altalenante, bilico in cui vivono costantemente i due protagonisti.
sicuramente il tema della diversità è stato affrontato milioni di volte in letteratura, ma dell'autore apprezzo la freschezza e lo stile asciutto ed efficace: giordano dà voce a chi di solito voce non ha, o la tiene troppo bassa per catturare l'attenzione ed essere ascoltato, e lo fa in modo semplice, pulito, giovane. mattia e alice esprimono sottovoce il loro vivere ai margini, il loro vivere per loro stessi, i tentativi di apertura al mondo, gli insuccessi. a mio parere il loro non è un grido disperato, semplicemente si cullano dolcemente nel loro dolore e nella loro diversità; a loro opposto è denis, che decide di aprirsi e annullare il suo disagio, ubriacandolo nel pieno della vita.
questo romanzo ha inesorabilmente catturato la mia attenzione all'inizio, l'ha leggermente assopita nel mezzo per risvegliarla bruscamente alla fine. ottima la conclusione, davvero la più efficace che l'autore potesse trovare e credo che possa rappresentare nel suo piccolo l'intero romanzo: l'atmosfera di sospensione che si vive leggendo le ultime pagine è quella che pervade le intere vite dei due protagonisti e ci lascia così.. in bilico.. come sempre in bilico, sul limite che confina ciò che è ritenuto normale, reale, razionale, sul quale riescono a vivere sospesi alice e mattia.
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ragazze interrotte
piacevole intermezzo
piacevole lettura senza troppe pretese, in stile Sex and the City, farcita dal simpatico e realistico umorismo di Madeleine Wickham. il personaggio di Maggie è a volte esilarante! anche se non arriva certo ai "supremi livelli" della Becky Bloomwood di Sophie Kinsella!! (eh già.. una stessa autrice, due identità.. non male come idea per scollarsi un po' di dosso qualche etichetta..)
ironia a parte, il romanzo è carino, non è certo un capolavoro, ma nemmeno aspira ad esserlo: resta una piacevole pausa che riesce perfino ad offrire qualche piccolo spunto di riflessione.. sempre con leggerezza e grande umorismo, la Kinsella è una certezza!
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inutile nascondiglio?
Siamo ben lontanti dai racconti del terrore di Poe, ma credo che l'esperimento di Faletti non sia totalmente da bocciare; alcuni racconti, infatti, son ben scritti e ben riusciti, altri esageratamente visionari e molto poco credibili.. Da segnalare, a parer mio, "L'ultimo venerdì della signora Kliemann", "Graffiti" (davvero agghiacciante!), "La ragazza che guardava l'acqua", gli unici a lasciare veramente qualcosa al lettore.. il resto.. un inutile nascondiglio.
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scuse o vendetta?
Una lettura interessante, che cattura fin dalla prima pagina, dove non ci sono buoni e cattivi, ma il male sconfina nel bene con continui rimandi e il confine tra chiedere scusa e la vendetta diviene un sottile tratteggio. Molto riusciti i personaggi, ben caratterizzati; efficacissimo lo stile, a cui si deve gran parte dell'effetto di suspance mista a pathos che crea il romanzo. Una delle migliori opere degli ultimi tempi, originale, avvincente, filosofico e inquietante al punto giusto: vivamente consigliato!
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piacevole
scorrevole, piacevolmente diverso dalle avventure della cara Becky shopping-dipendente. trama avvincente, di facile lettura, personaggi ben caratterizzati. unico neo: non è gustoso e divertente come sono le molteplici avventure di Becky, forse perchè l'autrice questa volta vuole insegnarci qualcosa... vivamente consigliato!
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divino!!
semplicemente divino nella sua semplicità.. apre gli occhi.. la mente.. è una metafora della vita che ha la ricchezza di non presentare un problema e fornirne la soluzione, ma di essere un libro aperto, che fa riflettere, dove ogni lettore può trovare la propria soluzione. drogo è tutti noi, ognuno a suo modo.
un romanzo sempre attuale, che abbaglia, stravolge, che crea ansia, che s'insinua nell'anima del lettore, che non può non essere amato. un capolavoro.
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intermittente
non vorrei ripetere cose già dette da altri, ma non posso evitarlo.. inizio molto dettagliato e finale poco approfondito: ritengo che la parte centrale sia la migliore del romanzo, quella per cui penso valga la pena di leggerlo.. niente a che vedere con "io uccido", tantomeno con "niente di vero tranne gli occhi" (sicuramente più belli e avvincenti a parer mio), lo ritengo invece più interessante rispetto a "fuori da un evidente destino".
lo stile di faletti è una garanzia: è scorrevole, il romanzo è piacevole da leggere.. peccato si abbia proprio l'impressione che il finale sia affrettato e personalmente credo non lasci abbastanza sbalordito il lettore: il colpo di scena c'è, ma non mi ha colpita più di tanto!!
aspetto il prossimo...
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più azione che thriller
non mi è piaciuto per niente lo stile di brown: suspence elementarissima, capitoli ridottissimi e troppo spesso sospesi per tenere il lettore appiccicato al testo, troppa azione e poca speculazione filosofica..
io penso che la suspence nasca dall'arte di saper governare il flusso della narrazione e che sia un'emozione che non possa essere ottenuta da mezzi creati ad hoc, ma sia una naturale conseguenza del saper raccontare proprio di un autore.
malgrado la complessità e l'interesse che poteva suscitare l'argomento, brown lo commercializza e lo fa diventare accessibile a chiunque (forse proprio qua stanno tutti i suoi meriti!). lo consiglio a chi vuole fare un tuffo non troppo profondo curiosando in campo religioso, senza rinunciare alla frenesia dell'azione.
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addicted to larsson
bellissimo, coinvolgente, ricco e appassionante.. non riuscivo a staccarmi dalla lettura..
a parte questi giudizi di carattere generico e un po' superficiali, l'ho trovato molto più complesso di "uomini che odiano le donne", il che forse implica una selezione naturale dei lettori di larsson, una sorta di scrematura: io credo che "uomini che odiano le donne" possa essere letto da chiunque ami il genere, mentre "la ragazza che giocava con il fuoco" sia un voler entrare nell'intimo dei due protagonisti.. per restarne circondati e coinvolti fino all'ultima pagina..
posso capire coloro ai quali, sulla scia del primo romanzo, non sia piaciuto questo, proprio perchè credo che la trilogia di larsson crei un legame particolare con il lettore e che solo chi è consapevole di aver sentito quest'emozione possa diventarne dipendente e proseguire la lettura... con la voglia di sapere come andrà a finire che è al tempo stesso paura che tutto finisca.
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a chi vuole saperne di più di lisbeth e mikael.. <br />
a chi vuole diventare "dipendente da larsson"!!!
no privacy!
Non posso considerarmi un'esperta di Deaver, essendo solo il terzo suo romanzo che leggo, ma lo trovo assolutamente al di sopra degli altri due per argomento, attualità e stile. Finalmente un'indagine complessa, ma risolta in modo verosimile, razionale, senza ricorrere a deus ex machina o simili...
Il tema del trattamento e della vendita dei dati personali inquieta... attira ottimamente l'attenzione... fa pensare... ed è sempre una bella sensazione quella che si prova quando un romanzo s'intrufola nella nostra vita e ci fa riflettere... e non resta un mero passatempo, no?
Lo stile è scorrevole, abbastanza coinvolgenti i personaggi: rhyme e sachs in ottima forma, più umani del solito!
Romanzo consigliabile anche a chi non legge solitamente Deaver.
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Dipendenza
la trilogia crea dipendenza, nel senso che, dopo aver letto il primo romanzo, non si può non andare avanti e approfondire sempre più la conoscenza di lisbeth e mikael... sono personaggi a cui ci si affeziona, che prescindono dalla trama giallo-thriller in sè e vanno oltre, molto oltre.
cosa leggere ora? difficile da trovare un altro personaggio da amare, pur nelle sue contraddizioni, come "sally".
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