Opinione scritta da Sydbar
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Il giro di boa
Questa è l'ennesima storia del Maestro Camilleri con protagonista il Commissario Montalbano ed è l'ennesimo successo di un autore che ormai è marchio di garanzia.
Ma andiamo con ordine, l'autore questa volta gioca molto molto sporco con il lettore e con il suo protagonista, perchè il sottotitolo dell'opera potrebbe benissimo essere "nulla è come appare". Un susseguirsi di falsi indizi e false impressioni, un incalzare dell'ingagine spinta solo ed esclusivamente dalla caparbietà di Montalbano, indiscusso protagonista attorniato dal fedele Fazio, dall'amico Augello e dal simpaticissimo Catarella.
Da sfondo alla storia vi sono gli sbarchi di extracomunitari sulle coste siciliane accompagnate da un ulteriore male dilagante...
Spettacolari sono le descrizioni di piatti tipici che il nostro commissario divora con grande senso di piacere.
Camilleri questa volta però è risultato un po' più prolisso del solito in alcuni passaggi nella storia, che seppur obbligatori, potevano essere sicuramente più snelli.
Nel complesso una grande storia, che lascia l'amaro in bocca perchè ci ricorda che nulla è come sembra, anche se noi viviamo in una parte di modo "fortunata", forse ancora per poco, ci sono parti del nostro pianeta in cui la gente vive la propria vita nella disperazione.
Grazie Camilleri.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Il male non dimentica
Il male non dimentica è l'ultimo capitolo della trilogia del male di Roberto Costantini.
Sicuramente, essendo il libro di conclusione, andrebbe letto dopo i primi due e anche con molta concentrazione ed attenzione perchè tutto quello che è cominciato in Libia con l'avvento di Gheddafi e quanto occorso ad un giovanissimo Michele Balistreri, protagonista assoluto della trilogia, viene snocciolato e portato a nudo con la consapevolezza di dover aver letto l'intero progetto dell'autore. Intricatissimo avvicendarsi di epoche e di avvenimenti che spaziano da contesti molto intimi ad altri di rilevanza pubblica ed internazionale di cui tutti siamo a conoscenza, vedi il ribaltone che portò al comando della Libia il suo dittatore ed alla sua caduta, nonché di tutti quegli intrighi internazionali che hanno visto l'Italia e lo Stato del Vaticano con la Sua Banca oscura, lo IOR.
All'interno di tutto questo contesto Balistreri si ritrova a dover fare i conti una volta per tutte con il suo passato, con la sua famiglia, con i suoi amici ma soprattutto con se stesso e la sua coscienza.
Un libro molto intimistico nel tratteggio dei personaggi che risultano ben descritti e delineati nell'ambito del romanzo.
La struttura dell'opera è rappresentata da capitoli brevi che ci fanno rivivere avvenimenti della fine degli anni '60 ai quali si annodano quelli del 2011.
Unico vero neo è rappresentato, per chi non conoscesse la trilogia, dal fatto che sono richiamati innumerevoli personaggi ed avvenimenti su cui si basano i primi due capitoli della saga sapientemente organizzata da Costantini, una saga le cui trame sono così intricate che possono richiamare il nido di una rondine pronto ad accogliere il lettore che vuole trovare pace e ristoro o la tela di un ragno che aspetta inesorabile la cattura del lettore stesso che si ritroverà divorato da una storia al cardiopalma, una storia che non da tregua, ricca di colpi di scena fino all'ultimo... e che purtroppo si conclude con la parola FINE.
Le mie impressioni sono condizionate dal fatto che quest'autore mi piace tantissimo per il suo stile narrativo, certo la storia è complicata ed a volte quasi al limite, conclusa la lettura mi sento esausto ed ho avuto bisogno di 24h per metabolizzarne la valutazione.
Rimane anche questo un gran bel libro se lo si inserisce nel quadro generale della trilogia, letto singolarmente non avrebbe senso.
Complimenti all'autore ITALIANO Roberto Costantini, con questa trilogia rende omaggio ai suoi natali libici e ci consegna un elaborato romanzo della storia italiana.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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La storia insegna...
Ad un certo punto dell'estate mi capita per caso questo libro edito Time Crime Fannucci, scritto da Giuliano Pasini, mi dico dai sembra una trama interessante...lo è!!!
Quest'opera è scritta davvero molto bene, con una trama assolutamente probabile e credibile, insomma un gran bel thriller, unico neo il protagonista, Commissario Serra, ha come un "dono" che gli permette di vivere delle situazioni tragiche in prima persona nel corpo di chi effettivamente le ha vissute...insomma una roba sulla falsa riga di Ricciardi di De Giovanni. Questo però non pregiudica un thriller accattivante, scorrevole, che trova le sue origini nella storia, nella pagina più triste forse della storia stessa, la seconda guerra mondiale e le sue tragiche soluzioni che hanno coinvolto in omicidi sommari singoli e di massa sia dalla parte dei nazisti che dei partigiani, a volte scontro tra gente della porta accanto solo per il fatto di credere o meno in un'ideologia politica o meno ma anche per interessi personali.
La storia è ambientata nel 1995 nella provincia di Bologna, ha dei personaggi ben tratteggiati, bellissimo legegre il dialetto emiliano, fortissimo anche il continuo proporre anche usanze e detti della zona. "Se sei ospite di un emiliano ti offrirà dell'acqua e se sei ospite di un romagnolo ti offrirà del vino quel sangiovese di sostanza non quella roba con le bolle che bevono in Emilia", questi confronti campanilistici sono davvero l'essenza della nostra bell'Italia, ci danno ancora quella sensazione di essere legati al territorio.
Un libro che offre tanti spunti, da leggere sicuramente.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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Delirio della leggerezza
Incredibile, davvero delirante, un trionfo di leggerezza della lettura.
Diciamo che l'idea non è poi tanto nuova, trasmigrazione spaziotemporale di anima da un corpo di un'epoca in un corpo estraneo in un'altra epoca.
Sicuramente la bellezza del libro non è nei contenuti ma assolutamente nei toni stilistici, si, sicuramente se si vuole fare un salto per distrarsi nell'epoca dell'Inghilterra shakespeariana, con tutti i suoi pregi e difetti, questo è il libro giusto.
Un romanzo che si legge in un pomeriggio, la cui struttura è rappresentata da capitoli brevi e i cui contenuti sono di una grande leggerezza nonchè frivolezza in alcuni passaggi. Bene, certamente una donna che finisce con il suo spirito nel corpo di un uomo, con tutto quello che comporta e lo spirito di un uomo che finisce nel corpo di una donna con tutte le curiosità, immaginabili, del caso.
Un'opera non eccelsa ma di sicuro il lettore non si annoia e sorride.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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Storie di vita a Sud degli USA
John Grisham, autore divenuto famosissimo grazie ai suoi legal thriller, ci conduce in una contea del Mississipi, uno degli stati del Sud degli USA, intriso di forte senso storico e ricco di tradizioni.
Questa opera è una raccolta di racconti che trattano momenti di vita vera, vissuta, dalle cui trame si percepisce un'attualità di situazioni ed eventi legate a situazioni di ambito storico/sociale.
L'ultimo di questi racconti, il più breve penso sia il più intenso,ci narra di un condannato nel braccio della morte, che vuole vedere la luna per l'utima volta, nel suo dialogo con la guardia penitenziaria ci fa capire quanto le nostre vite siano condizionate dagli ambienti in cui si nasce e cresce, e di come alcune situazioni siano condizionate da luogh9i comuni troppo facili da accettare...10 e lode.
Per il resto da segnalare il racconto delle case di riposo, un omaggio ironico e contraddittorio, non aggiungo altro.
L'autore, secondo lo scrivente, ha voluto dedicare un'opera alla sua terra, alle sue tradizioni, alle sue contraddizioni ma soprattutto a se stesso.
Un libro da leggere in totoale leggerezza, lo si conclude in breve temo per la sua piacevolezza e scorrevolezza.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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Maschere...della vita
Fuentes ci propone un'opera intrisa di tutta la cultura cubana, con le sue meraviglie e le sue sottili atrocità.
Un delitto di un ragazzo travestito da donna, un poliziotto un po' croce e delizia del suo comando, luoghi comuni e stereotipi che si miscelano all'interno di una società, seppur rivoluzionaria, estremamente bigotta, questa è l'ambientazione nella quale ci immergiamo sulla fine degli anni '80.
L'autore attraverso le indagini di Mario Conde ci conduce nei meandri della cultura gay, in un'isola che assolutamente ripudia tali persone in tutti i modi.
Maschere mai titolo fu più indovinato per un'opera letteraria, si, Fuentes ci fa capire come vengano indossate più maschere da ogni individuo, un po' per immedesimarsi nell'altro ma anche e soprattutto per scomparire e riemergere sotto nuove vesti ed identità. Il chi scompare per divenire un nuovo chi...
Poliziesco dei più classici come struttura, le caratteristiche essenziali dell'opera sono nel contenuto, dai forti messaggi sociologici ma anche da quei simboli di una cultura mai banale, quella cubana appunto, quelle birre di contrabbando, quei rum desiderati e assunti come acqua per un assetato, i sigari, mai tutti perfettamente uguali semmai simili, quel sesso vissuto come un'arte, quei corpi di entrambi i sessi, mulatti, "negri", bianchi e creoli in un turbinio di passioni, questa è anche Cuba, una Cuba dalla grande tradizione teatrale e letteraria da cui si attinge per un finale seppur prevedibile ma non assolutamente banale e sicuramente attuale.
All'inizio l'opera va letta con estrema attenzione perchè non è di facile comprensione e potrebbero perdersi passaggi e sfumature importanti, ecco perchè potrebbe risultare un po' pesante per poi passare a dialoghi molto più scorrevoli nella seconda metà del libro.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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La giostra della delusione
Sarò un caso clinico e controcorrente...
Ambientazione siamo nel Veneto di fine '800.
L'opera si avvia con la descrizione di un cruento omicidio e francamente ho subito avuto in mente le immagini del film From Hell, si lui, Jack the Ripper (lo squartatore). Caspita mi sono detto cominciamo bene in quanto ad originalità. Poi mi sono addentrato sempre più nella lettura e...ecco siamo al cospetto di un serial killer spietatissimo contro il quale indagano tre personaggi, un ispettore di polizia, un criminologo "alienista" (o alienato a colpi di laudano???) ed un giornalista, legati da un'amicizia scolastica.
Improvvisamente l'opera comincia ad attrarre la mia attenzione per i suoi riferimenti alla criminologia positivista del Lombroso e del Ferri in netta contrapposizione alle nuove teorie in cui si comincia a tener conto dell'ambiente in cui un individuo cresce e viene educato, wow finalmente un vero thriller con veri riferimenti criminologici mi sono detto...niente di più sbagliato.
Poi il noto criminologo decide di provare a consultare un altro serial killer rinchiuso in un manicomio criminale, per sfruttarne le conoscenze e soprattutto le esperienze...ma caspita mi ricorda qualcosa...sarà mica Hannibal the Cannibal (il silenzio degli innocenti). Peccato che Hannibal è un noto psichiatra e il personaggio a cui ci si rivolgono è un mentecatto.
Insomma il colpo di grazia l'ho ricevuto nel finale, assurdamente improbabile, l'autore ci tira davvero un brutto colpo, non si può proporre un finale in 4 pagine con una chiusura del genere...a voi un parere cari colleghi lettori..
I ritmi sono lenti, alcune descrizioni superflue, vari passaggi noiosi.
Nel complesso il parere dello scrivente è di delusione quasi totale.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Ira Domini
Dopo le eccellenti impressioni de Il segno dell'untore, prima opera dell'autore dedicata al notaio criminale Niccolò Taverna, Franco Forte ritorna a raccontarci le tristi vicende che vedono protagonista la Milano appestata del Borromeo.
In quest'opera il protagonista si ritrova a dover indagare su due vicende, il rapimento dei tre figli di un' altolocata famiglia spagnola nonché di alcuni strani omicidi di persone assolutamente non collegate tra loro se non per le modalità della morte, per mezzo di un dardo scoccato da una balestra.
Non saprei dire se le pretese del lettore fossero troppo alte ma questa storia è raccontata in modo troppo semplicistico, poco approfondito, con passaggi superflui come quello del bollitore di teste e le soluzioni ai due casi sono ancora più deludenti.
Altra nota che mi lascia perplesso è la figura di Isabella, sicuramente portatrice di colore ma assolutamente fuori luogo per l'epoca e per come si inserisce nelle vicende. Ne avrei già voluto parlare di quest'ultimo personaggio con l'autore stesso durante un incontro che purtroppo venne annullato.
Comunque l'opera si legge molto velocemente grazie ad uno stile sicuramente scorrevole.
Un vero peccato perchè Franco Forte è un autore che scrive molto bene e che con la prima avventura del Taverna ci ha conquistati.
Nelle ultime pagine ci sono già le premesse per il terzo capitolo che vedrà protagonista il notaio criminale milanese.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Inferno per Ricciardi
L'inferno non è per il Commissario Ricciardi ma anche per il lettore.
Cominciamo con grado...
Siamo a al cospetto di una nuova avventura che vede protagonista il Commissario Ricciardi ed il suo fido Brigadiere Maione. Attorno a loro ruotano le consuete figure della tata Rosa, Lucia moglie di Maione, la bellissima vedova Livia ed Enrica, il contesto è Napoli e tutta la sua varietà paesaggistica e culturale...in questa occasione tutto avvolto da una indicibile calura, con i preparativi per i festeggiamenti della Madonna del Carmelo.
Ormai chi segue le avventure del Commissario Ricciardi sa che raccontano di storie le cui trame si sviluppano su binari paralleli, da una parte la vena prettamente gialla e dall'altra parte quella rosa.
Un Ricciardi perennemente in tumulto sia per le sue indagini che per il suo cuore combattuto sull'esporre definitivamente i suoi sentimenti ad Enrica.
Caro De Giovanni, stiamo perdendo evidentemente colpi, per chi si aspetta un giallo come i precedenti questa volta si ritrova a leggere un romanzo rosa e per fortuna perchè ormai ritengo più interessanti gli sviluppi della vita privata del nostro protagonista che quelli professionali. In quest'opera anche "il fatto" ha assunto un ruolo marginale, domanda all'autore: si è stancato di raccontare Ricciardi e cominciamo a deporlo?" Non ci credo e non voglio crederlo, Ricciardi è ormai un'icona della Nostra letteratura come Montalbano per Camilleri o Guerrieri per Carofiglio o il Barlume per Malvaldi...
I ritmi sono da subito molto blandi, più del solito come se si stesse percorrendo una salita sotto un sole cocente che affanna il lettore. Si denotano troppe e lunghe divagazioni con poco interessanti introspezioni.
I voti dati all'opera sono assolutamente dovuti agli antichi allori della serie di De Giovanni perchè non posso bruciare un autore encomiabile, un protagonista affascinante, una Napoli così sublime e pur dannata.
Sempre di livello le descrizioni della città partenopea, con i suoi vicoli, i suoi locali con i loro caffè e sfogliatelle, i suoi "boss" di quartiere, gli artigiani unici al mondo e lo sono ancora oggi, la fede incondizionata verso una sacralità viscerale di speranza nei confronti della Madonna e della cristianità, la sua musicalità che scandisce ogni azione e sentimento, bello sul cambiamento di umore del brigadiere Maione che prima non sopporta nenache un fruscio e poi nel pieno tumulto caotico della città lo rappresenta melodioso.
Questa Napoli rende godibile quest'opera che altrimenti affogherebbe negli inferi con la speranza che anche la Madonna del Carmine aiuti a far ritrovare all'autore una vena più ispirata nel proseguo della serie dedicata al Ricciardi ed ad una Napoli del ventennio fascista.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Il manoscritto dell'imperatore
La Montaldi non delude, molto interessante lo stile, caratterizzato da capitoli non molto lunghi e che non lasciano il lettore in attesa spasmodica per la lettura del capitolo successivo. Forse un po' ingarbugliate le ricostruzioni e gli avvenimenti che interessano svariati protagonisti, infatti ad un bel momento il lettore potrebbe sentirsi quasi disorientato ma nel complesso si recupera immediatamente. Un neo è nel finale, sicuramente affrettato, anche se i tasselli tornano a posto.
La trama potreva avere dei colpi di scena invece tutta la storia scorre via in modo lineare e ramificato contemporaneamente, nel senso che vengono inseriti forse un po' troppi personaggi collaterali, ognuno con un suo percorso ed un suo perchè...ma purtroppo senza inserimenti degni di nota o rilevanti, solo da contorno ad uso ed abuso dell'autrice che possano spiazzare un lettore che si annoia facilmente.
Nel complesso l'opera supera la sufficienza e ci si riserva di leggere ancora questa autrice italiana interessante, con l'auspicio di ricevere più adrenalina dalla lettura, si certo poi bisognerebbe anche vedere quali aspettative ci si pone quando si decide di scegliere un libro e leggerlo.
Per il momento buona la prima mi verrebbe da dire (di lettura della Montaldi) ma alla prossima pretendo qualcosa in più.
Buona lettura a tutti.
Syd
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L'odore della notte
L'odore della notte parte molto in sordina e francamente risulta tra i romanzi della serie di Montalbano tra i più anomali.
Questa versione letteraria di "Chi l'ha visto?" incolla il lettore nel seguire le vicende dei personaggi del commissariato di Vigata in una caccia all'uomo, non mancando di forti tinte ironiche in alcuni passaggi.
Camilleri forse si sente di dover respirare un attimo anche lui, forse vuole farci capire che Montalbano perde dei colpi? Mmmh non credo proprio!
Sicuramente ci prende per mano e ci conduce con estrema audacia nei meandri oscuri della psiche umana, si a volte il cervello di noi individui è indefinibile soprattutto nei pensieri che generano le azioni e quindi le conseguenze.
Un capitolo finale, quasi gotico, ha attirato lo scrivente in un ritmo vertiginoso e seppur a rilento, conduce ad un finale tinteggiato quasi di horror.
Un Montalbano amante ed amato, questa volta accompagnato durante il racconto da una grave perdita personale...non posso dirvi altro, magari ripensate all'opera della serie immediatamente precedente!!!
Inutile dire che Camilleri non perde un colpo anche questa volta con un romanzo godibile che può solo essere letto.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Una mutevole verità
Saremmo quasi sulla retta via... si Gianrico, questo formidabile autore capace di strabiliarci attraverso le sue opere, tra queste le più fulgide quelle riguardanti l'avv. Guerrieri.
Con questo racconto breve di genere poliziesco Carofiglio può tornare a respirare dopo la evitabile performance con suo fratello Francesco...ma questa è un'altra storia per fortuna.
La trama non è complicata ed il romanzo segue una storia abbastanza lineare con un maresciallo dei Carabinieri che indaga su di un delitto all'apparenza già risolto ma si sa le verità possono anche essere mutevoli, possono far sorgere dei ragionevoli dubbi, perchè tutte le perfezioni potrebbero anche essere provvisorie, ed un testimone consapevolmente diviene chiave per condurci ad occhi chiusi sull'assassino.
Ma a volte le cose non sono come si pensano bensì come riescono ed è così che il nostro protagonista, maresciallo Fenoglio, percepirà come una strana sensazione che lentamente lo condurrà a destinazione.
Una trama il cui esito è quasi prevedibile ma a Carofiglio riconosciamo una certa voglia di esplodere come per i primi suoi romanzi.
Una piccola sorpresa ci viene riservata nel finale...quindi per gli amanti dell'autore un consiglio, leggete l'opera senza pretese e gustatevi la sorpresina.
Buona lettura a tutti.
Syd
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L'ulivo
Perchè dare questo titolo alla mia recensione? Ulteriore domanda: lo avete mai visto un ulivo secolare?
Bene guardatelo in foto o se vi è più facile guardatelo dal vivo.
Un ulivo secolare ha un tronco che è un vero e proprio monumento della natura, un esercizio cosmico la cui trama è inspiegabile ma al tempo stesso giustificabile, un albero le cui fronde sono di per sè un oggetto misterioso, i cui frutti donano un bene preziosissimo e salutare per l'uomo, le cui radici lo ancorano come possedendolo al terreno.
Ecco l'essenza di quest'opera è proprio questa, una pianta di ulivo secolare.
Un Montalbano astuto, mai banale, sempre umano, istintivo e razionale in modo disarmante, un personaggio nel pieno della sua forma intellettuale.
La trama è intricatissima e si annoda su se stessa come il tronco d'ulivo esplodendo in un finale catartico per alcuni personaggi.
Tutti i personaggi coinvolti hanno una loro perfetta collocazione e degli spazi equilibrati nell'ambito della storia, dai secondari ai protagonisti.
Un Camilleri che sicuramente sfoggia doti di mastro tessitore in un congegno letterario che fino a questo momento, per quanto riguarda le trame elaborate per Montalbano, non ha eguali.
Un'opera scorrevolissima seppur non poco riflessiva, un camillerese ormai divenuto un codice linguistico familiare ed accattivante.
La gita a Tindari rappresenta un gioiello letterario dal punto di vista della trama, così intricata possente ed armoniosa al tempo stesso.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Peggio di così
Cari lettori con Peggio di così ho ottenuto la conferma alle mie idee, Westlake è un autore controverso davvero.
Questo romanzo vede protagonista un personaggio tra i più belli mi incontrati, John Dortmunder, un ladro di professione, un ladro gentiluomo, un vero lord dei ladri.
Derubare un ladro è pur sempre un reato ma la verità è un'altra, potrebbe anche essere pericoloso.
La trama è come sempre geniale e si dipana in modo molto lineare, con un gran finale alla Ocean Eleven. L'unico neo che trovo nell'opera è dato da dei tratti in cui il racconto è davvero prolisso, ricco di descrizioni e racconti nei racconti a mio avviso troppo dispersivi e non molto piacevoli per la lettura. E' per quest'ultima motivazione che questo libro non prende un voto che vada oltre la più che sufficienza.
Sicuramente divertente, un thriller comico che si gode molto, mai banale e sicuramente consigliato per qualsiasi tipo di palato.
Buona lettura a tutti.
Syd
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La piramide di fango
Ormai siamo all'ennesimo capitolo di una fortunatissima serie letteraria di Andrea Camilleri, con protagonista il Commissario Salvo Montalbano.
Gli anni passano caro Salvo, con essi si appannano un po' la vista e l'udito, e ci si mette anche il cattivo tempo, con pioggia torrenziale e colate di fango ad annebbiarti il cervello. Sarà così? Tu Salvo lo sai bene da cosa deriva il tuo malessere, tu sai bene che seppur adori il tuo lavoro il tuo cuore batte per Livia che non passa un bel periodo, reduce da un finale che vi ha segnati per sempre ne "Una lama di luce".
Questo romanzo parte come gli altri, un morto ammazzato in circostanze poco chiare, si sviluppa molto a rilento, una cadenza ritmica data sicuramente da un Montalbano scarico, spossato, che non mette bene a fuoco le circostanze, il tutto scandito da condizioni meteo che non fanno altro che rendere più cupo il nostro Commissario.
Per fortuna la lucidità non abbandona l'impareggiabile collaboratore Fazio, l'eterno incompleto Augello ma è Catarella che con la sua naturale ingenua e semplice personalità a donare quel tocco di luce al romanzo, altrimenti troppo fosco e grigio negli umori.
L'ambiente in cui si svolgono i fatti è una Vigata immersa nel fango dei cantieri, quei cantieri di opere pubbliche che toglieranno il sonno al Commissario, quella Sicilia fatta di mille sfaccettature condizionate dalla storia, dalla politica, dalla Cupola o sarebbe meglio dire dalla piramide? Quei siciliani che si svegliano ed intraprendono ogni tipo di attività per fame, dagli imprenditori rampanti ai professionisti che saltano da un piede ad un altro come dagli scrupoli all'irresponsabilità, quegli operai assunti a nero, quelli clandestini, quelli di cui nessuno si preoccuperà mai pronti ad essere martiri per una fine vile o quelle anziane donne che nonostante l'età e le norme, si muovono borderline contrabbandando alimenti e donando un tocco di folklore puro e verace ...
Camilleri questa volta ce la mette tutta per cambiare il colore alla sua opera letteraria, dal giallo al noir il passo è davvero breve per un autore che in quest'opera appare un po' "cambiato", nell'approccio al lettore, sarà un' impressione personale?
L'opera è comunque godibilissima e si legge in una giornata, perchè è impossibile non avere voglia di scoprire come andrà a finire.
Ecco il finale. Seppur concludendosi con il colpo di scena alla Salvo Montalbano l'ho trovato molto sbrigativo.
Buona lettura a tutti.
Syd
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La stagione della caccia
La stagione della caccia è un romanzo pubblicato nel 1992 e seppur non rientrante nel filone che ha per protagonista Montalbano dovrebbe, a parere dello scrivente, essere collocato tra le vette letterarie di Andrea Camilleri.
Un'opera sopraffina che affascina fino all'ultima pagina e che trae ispirazione a detta dello stesso autore da: l'Inchiesta sulle condizioni sociali ed economiche della Sicilia (1875-1876).
La trama narra di strane morti che colpiscono i componenti di un'altolocata famiglia di Vigata, località di fantasia in cui sono ambientati tantissimi romanzi di Camilleri, per la causa delle cui morti nessuno si fa nascere alcun sospetto...
Una storia dalla trama semplice eppur geniale, mi ha rimandato il pensiero allo stile di una Agatha Christie in salsa trinacriana, ambientato in una Sicilia del XIX° secolo appena dopo l'unità d'Italia, una lettura piacevolissima che mi ha fatto sentire a mio agio nel leggere.
La stagione della caccia è divertente, ammaliante, sottile, acuto nell'ingegnosità, di facile comprensione, ironico e avvilente nel drammatico finale, un finale in cui non c'è pentimento, non c'è perdono, ma per cosa poi? Vi invito a leggerlo e fare le vostre considerazioni.
Mentre mi addentravo nella lettura di questo libro mi sono posto il dubbio se Camilleri abbia ideato una nuova lingua letteraria, il Camillerese come dice una mia cara amica, un dialetto siculo ma riadattato e personalizzato. Potrebbe essere Camilleri il nuovo Dante della Sicilia? Ai posteri l'ardua sentenza diceva il Manzoni.
Buona lettura a tutti.
Syd
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La voce del violino
La voce del violino è la quarta opera con protagonista il Commissario Salvo Montalbano.
Sono ancora forti le influenze degli avvenimenti occorsi ai protagonisti dopo l'opera cronologicamente precedente alla presente, ma anche in questo caso il romanzo potrebbe essere comunque letto senza aver letto le opere antecedenti.
Caro Salvo la vita si complica, sarà la tua personalità, sarà che gli eventi della vita e chi ti circonda influenzano irrimediabilmente le tue storie o sarà semplicemente perchè Camilleri ti racconta come uno di noi, un uomo dotato di sentimenti, un uomo che attinge ai suoi istinti, ai suoi intuiti, un uomo dal chiaro senso di giustizia equilibrata, un uomo alla ricerca della verità ma quella vera non di convenienza, un uomo che non si abbassa a leccare i superiori, tanto alla fine avrai ragione tu.
La voce del violino è l'ennesima opera con la quale Camilleri mostra le sue doti di maestro sopraffino, ci distrae, ci mescola le carte eppure la verità è lì sotto i nostri occhi. Camilleri fa inquietare, irritare, inseguire ed affannare il nostro Salvo, il quale trova pace e tranquillità durante il racconto solo a tavola e nel finale strepitoso e grandioso.
Non vorrei sbilanciarmi troppo ma sia Camilleri che il suo protagonista sarebbero dei grandi giocatori di poker.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Il ladro di merendine
Uno dei Montalbano più commoventi...
A volte davvero troppo umano, si perchè non dimentichiamo che sotto una divisa, ricoprendo un ruolo, pur essendo un eroe della letteratura c'è sempre un personaggio che rappresenta un uomo, descritto e raccontato da un uomo.
In questo capitolo il Commissario Uomo deve davvero fare i conti con la vita e con la morte, con l'odio e con l'amore, con la pazienza e con la rabbia e l'impeto come quello di un mare tumultuoso in tempesta.
Montalbano è un figlio e come tale ha dei ricordi, ha dei genitori ha una storia pregressa che hanno contribuito a generare l'Uomo.
Montalbano è un amante, che si vorrebbe sposare e da cui avere un figlio e costruire una famiglia.
Montalbano è un Commissario di PS e non ha timore di affrontare chiunque si frapponga tra sè e la verità...
Tutto questo è il ladro di merendine, un'opera la cui trama è fitta di colpi di scena, retroscena, ansie e timori di ogni sorta. Un libro i cui ritmi variano per velocità, a volte senza respiro ed a volte quasi statici.
Un Montalbano che si ritroverà sulla sua strada tanti bivi, e che vie cercherà di percorre?
Un libro che non può assolutamente mancare nelle librerie degli appassionati di gialli e soprattutto dell'autore Camilleri...geniale come sempre.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Gratitude=Gratitudine
Approcciarsi ad una biografia è sempre un'incognita, in fondo è la storia della vita di un individuo, noi non possimo giudicarla perchè come si diceva in Radiofreccia "Noi non sappiamo proprio un ca... della vita di un altro".
In questo caso la cosa però è più semplice perchè Gratitude è la storia dei primi 25 anni di carriera di uno dei personaggi dello spettacolo più popolari d'Italia...Jovanotti al secolo Lorenzo Cherubini.
Ho trovato quest'opera all'interno del mega cofanetto BackUp e ho voluto attendere il momento più appropriato per leggerlo, forse per tirarmi un po' su da una serie di stati di sconforto.
Lorenzo racconta ogni concepimento gestazione e parto delle sue opere dalle quali immediatamente scaturisce uno sviluppo dal vivo in concerti.
Alcune cose le conosciamo davvero tutti anche senza dover leggere il libro, altre sono delle grandi rivelazioni ma poi francamente non sono poi così tante.
Sicuramente Lorenzo è stato "Un ragazzo fortunato" anche perchè molto giovane ha avuto la possibilità di lasciarsi catapultare nel mondo che più si adatta alla sua persona...quello della musica, quella che ti parte da dentro che si improvvisa e per i lettori come il sottoscritto rimangono indelebili quelle prime uscite su DJ Television o su Radio DJ, quella moda del cappellino BOY, del jeans di una nota marca e di una America stelle e strisce a cui questo artista si è ispirato nei primi anni.
Per me è stato molto malinconico l'inizio dell'opera anche se mi aspettavo, soprattutto per alcuni passaggi, un po' più di approfondimenti e curiosità.
L'opera scorre liscia come una bella canzone che segue il suo ritmo, il suo groove, le sue rime e le sue improvvisazioni come gli spettacoli live dell'autore.
Forse si poteva concedere maggiormente il "nostro" signor Cherubini, in alcuni passaggi è davvero poco convincente e fugace però per chi ha scandito con una parte della sua musica alcuni momenti della propria vita, la lettura di questa biografia era imprescindibile.
Gratitudine per quanto ci hai donato in questi 25 anni.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Payback
Payback questo è il suo nome e se lo ricorderanno in tanti. Payback protagonista assoluto di un'opera in cui Wastlake da sfoggio di una scrittura accattivante e dalla trama incalzante fin dalle primissime pagine. Un rapinatore professionista che viene "gabbato" a sua volta, in una escalation vertiginosa di violenza ma che non diviene mai cruenta, anzi in un certo qual senso il lettore diviene solidale con il protagonista che può solo che risultare un affascinante omone, dalle fattezze imponenti e da una logica semplicissima, andare avanti come un ariete pur di ottenere quel che vuole, affrontando anche "l'Organizzazione".
Un libro scorrevolissimo in cui i capitoli seppur brevi assomigliano ad una galoppata trionfale che conduce il lettore in una piacevolissima avventura tutta da leggere.
Concludo dicendovi che mentre leggevo l'opera, la stessa mi sembrava perfetta come sceneggiatura per un film...bene leggendo la quarta di copertina ho appreso che dalla storia di questo libro ne è stato realizzato davvero uno da Brian Helgeland interpretato da Mel Gibson.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Prigionieri di Zafòn
Questo è il terzo libro appartenente alla quadrilogia de " Il Cimitero dei Libri Dimenticati". Se L'Ombra del Vento ci ha ipnotizzati facendoci innamorare dello stile dell'autore e da una trama davvero avvincente, Il Gioco dell'Angelo ci ha elettrizzati e fatto perdere le ore del sonno, con Il Prigioniero del Cielo Zafòn ci prende per mano e sembra dirci di rallentare la corsa della lettura e riprendere fiato per il "colpo finale".
In una Barcellona ambientata nel dopo-guerra ritornano alcuni personaggi chiave che ormai potremmo definire Amici di lettura, dei quali difficilmente potremo dimenticarci e dai quali irrimediabilmente non potremo mai separarci.
Forse questo terzo capitolo è un po' più comico, sicuramente più leggero dei due precedenti, ma attraverso la lettura di esso Zafòn comincia a giocare a carte quasi scoperte.
Sono letteralmente innamorato dallo stile di questo autore che nel momento in cui sembra averci fatto toccare le profondità oscure del romanzo gotico ci proietta in un contesto solare ed abbagliante ma la cui risoluzione è così inaspettata ed incastonata ad hoc nel contesto della quadrilogia che ora ci porta ad attendere con sicura trepidazione l'uscita dell'ultima opera a conclusione di una storia davvero indimenticabile.
Il prigioniero del cielo è il libro giusto al momento giusto, l'aperitivo che non ti aspetti e che ti ingenera ancora più fame di lettura.
Non posso rivelare neanche una virgola della trama anche perchè anche la quarta di copertina non ne sarebbe all'altezza.
Con incommensurabile avidità...buona lettura a tutti.
Syd
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Lampi nella nebbia
Questa è stata una delle prime opere del Farinetti, un romanzo che estende alcune vicende di alcune grandi famiglie piemontesi le cui storie si rincorrono si intrecciano sfociando in alcune tragedie o in risvolti romantici.
In questo romanzo ci si perde un po' ad inseguire le vicende dei giorni che riguardano la morte di un capostipite di una facoltosa famiglia e delle vicende di famigliari e amici conoscenti dello stesso.
Forse è proprio per questo aggrovigliarsi di storie personali dei vari personaggi che un po' stanca il lettore che seppur incalzato da un buon ritmo e da un inaspettato finale, la trama ha un'evoluzione dalle chiare tinte gialle, rimane non del tutto soddisfatto.
Buono lo stile di scrittura ma questa volta è la storia nei suoi contenuti a deludere...
Per fortuna Farinetti ha scritto tanta altra validissima roba.
Buona lettura a tutti.
Syd
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- no
Il gioco dell'angelo
Secondo capitolo di una quadrilogia detta "Cimitero dei libri dimenticati".
In quest'opera Zafòn ci proietta nella Barcellona dei primi del XX° secolo, decrivendoci una città dallo sfondo nichilista che si fa soffocare da ambientazioni quasi dark, con location su cui incombono ombre e nebbie perenni, da cui si percepiscono, leggendo, olezzi maleodoranti quasi putridi.
Il genere thriller, quasi gotico, dai chiari influssi romantico-decadenti, con un tocco di paranormale nei punti giusti che non guasta.
I personaggi, nel bene e nel male, sono tratteggiati molto bene e per ognuno si potrebbe scrivere un romanzo a sé.
Ha una trama fittissima di colpi di scena ed il lettore si sentirà pempre più coinvolto dalle avventure del protagonista.
Solo il finale, a mio parere è un po' troppo forzato ed in alcuni tratti prevedibile.
Nel compesso la lettura risulta estremamente scorrevole e gradevole.
L'arte dell'autore sta nel rapire il lettore sommergendolo con una storia incalzante da vivere, sul finale, quasi in apnea.
Un'opera che conferma la magia letteraria di questa quadrilogia proposta da Zafòn.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Perché?
Perché? Si, capisco che ci possano essere dei contratti da rispettare, capisco anche che scrivere a quattro mani non sia semplice anche perché ci sono due teste.
I Carofiglio questo volta a mio avviso hanno "toppato", come si diceva una volta, non posso credere di aver letto un libro con argomenti ormai stautilizzati e per giunta con nessuna variazione sul tema.
Un vero e proprio album olfattivo-fotografico di storielle e vicende ambientate o che trovano spunto dalla classica casa in campagna per le ferie, di una coppia di fratelli.
Unica perla dell'opera sta nel ricettario finale, ma qui si vince facile con le ricette tipiche di una Puglia tutta da vivere e assaporare.
Sono rammaricato per un libro, di neanche duecento pagine, di cui non ne capisco l'esigenza realizzativa.
Perché?
Buona lettura a tutti.
Syd
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- no
Il cane di terracotta
Questa è la seconda opera che vede protagonista Montalbano ed anche se il primo amore non si scorda mai questo libro tocca davvero le alte sfere letterarie.
È un giallo a tutti gli effetti caratterizzato da due filoni di indagine, una prettamente inerente a fatti di mafia attuali, l'altra dalla soluzione di un intricato rompicapo che riguarda la morte di alcune persone nel '43.
In questo romanzo Camilleri descrive a 360° il commissario Montalbano, portando il lettore a volte ad entrare in empatia col personaggio ed a volte a criticarne il cinismo e la dedizione al lavoro.
Inutile dire altro ma la maestria dell'autore nel costruire trame seppur semplici altrettanto complicate per quanto concerne la vena gialla dell'opera. Ma la verità è un'altra...abbiamo si tra le mani un ottimo giallo ma nulla sarà paragonabile alla vena giallo-romantica con cui Camilleri ci ipnotizza, Montalbano diviene un cobra incantatore ed il lettore si lascerà vincere dalla magia di un libro encomiabile.
Alla fine non saprei se ringraziare Camilleri o Montalbano due facce della stessa medaglia, tra di loro c'è un legame indissolubile, non si può separare l'autore dal suo protagonista, seppur in altre opere questo scrittore ha dimostrato di essere eccelso anche senza il nostro Salvo. Ehy e se fosse che noi lettori non godremmo di tanto piacere nel leggere senza Andrea e Salvo?
Buona lettura a tutti.
Propongo Sciascia e Camilleri tra le letture obbligatorie scolastiche.
Syd
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Addio Westlake
Un Westlake che sinceramente mi ha un po' deluso...
La trama tratta di un viaggio introspettivo di un autore di romanzi porno...il quale purtroppo ha esaurito la sua vena creativa, sempre che l'abbia mai avuta.
Non sono riuscito a percepirne la tanto osannata inclinazione comica, che francamente se ci fosse mi ha ricordato quella che potrei percepire il giorno del mio funerale.
Certo l'introspezione del protagonista, narratore in prima persona, è molto approfondita ma alla fine risulta inconcludente e poco efficace con non so quali intezioni potesse avere l'autore.
Il ritmo è molto basso, capitoli lunghi e assolutamente poco gradevoli.
In questo romanzo purtroppo Westlake mi ha deluso, sono però convinto che si possa rifare nelle prossime letture.
Buona lettura a tutti, non questa.
Syd
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Il primo Montalbano non si scorda mai
Questo è il primo di una serie di romanzi dedicati alle vicende del Commissario Salvo Montalbano. Un giallo a tutti gli effetti, un rompicapo dalla trama fitta di colpi di scena, dallo stile narrativo scorrevole caratterizzato da capitoli non molto lunghi che ne rendono la lettura leggera ed invitante.
Un'opera che si caratterizza per la descrizione dei personaggi, soprattutto quel Montalbano che diverrà icona di integrità morale, dall'approccio agli altri personaggi sempre genuino, il vicino che tutti vorremmo, l'amico che rischia per sè e per aiutare gli altri. Forse neanche l'autore, geniale nella stesura delle sue opere, avrebbe mai immaginato di aver, con questo suo libro, generato quello che oggi è uno dei personaggi più famosi, attesi ed apprezzati della letteratura italiana. Camilleri con La forma dell'acqua segna un punto di non ritorno per il lettore, dal momento che si legge quest'opera difficilmente si può scendere a compromessi, si diviene obbligati schiavi di un filone di storie che ci porterà ad entrare in empatia totale sia coi personaggi buoni che con i cattivi.
Perché ho perso tutto questo tempo? Camilleri va letto avidamente, Montalbano va amato incondizionatamente, le trame sono una droga che non lascia via di scampo.
Buona lettura a tutti.
Syd
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...e vissero tutti...
Ci sono storie che finiscono con "...e vissero tutti felici e contenti" ed altre come in questo caso "...e vissero tutti...". Non lo rivelerò soprattutto perché questo è un invito a leggere la trilogia della metamorfosi di cui questo ne è capitolo conclusivo.
Narra di una grande storia d'amore ma tra chi? Giurlà il pastore delle capre che vivrà una vita alla Forrest Gump ma che si concluderà con un insolito finale che comunque non poteva essere altro.
Un libro che ammalia, travolge e stordisce il lettore.
Un libro che fa capire che l'amore va oltre l'immaginazione, supera la passione che di solito non lascia nulla.
Quest'opera sprizza amore ad ogni pagina e Camilleri supera ogni aspettativa senza mai strafare.
Un degno finale ad un trittico di storie imparagonabili.
Non penso sia questo il più bello dei tre ma sicuramente è quello che segna il passo e col suo stile eleva il tutto a capolavoro dell' encomiabile Camilleri.
L'autore dà sfoggio delle sue doti creative facendo rilevare che non si vive di solo Montalbano.
Giurlà il ragazzo protagonista diviene al tempo stesso peccato e perdono di se stesso.
Cosa aspettate a leggerlo?
Unica nota: anche questo come il resto della trilogia è in scritto in dialetto siciliano ma comprensibile.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Il senso del nero
Secondo capitolo della Trilogia della metamorfosi. Se Maruzza Musumeci è stata una bella favola questo libro racchiude una favola nera...
È nera perché ambientato negli anni del fascio.
È nera perché tratta fatti di cronaca nera.
È nera perché gli avvenimenti si verificano nella notte nera.
È nera perché racconta della disperazione nera.
Per fortuna però il mondo è ricco di colori e luce.
Camilleri con il suo stile narrativo scorrevole seppur in vernacolo trinacriniano camilleresco ci conduce in una Vigata ai tempi del fascismo e più precisamente attraverso il quotidiano di una coppia il cui marito fa il casellante, ci porta nei meandri bui dell'animo umano, per poi farci risvegliare come da un incubo e vi chiederemo se tutto sia avvenuto davvero.
Un po' più pesante rispetto al precedente della trilogia ma molto accattivante perché ci mostra uno spaccato di una Sicilia adattabile alla nostra società attuale.
Violenza, abusi, soprusi, vendetta, quella che diverrà mafia di un sistema che purtroppo oggi non ci meraviglia più, purtroppo.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Che bella favola
Che bella favola, che gran bella favola...
Che dire di quest'opera di Camilleri? Una perla un diamante una stella nel firmamento letterario. Scritta interamente in dialetto siciliano riveduto e riadattato all'inizio è spiazzante ma poi diviene più scorrevole che leggere l'italiano.
Per tutto il tempo dedicato alla lettura ho viaggiato lontano dai miei pensieri e problemi ed ora che la lettura dell'opera è conclusa mi sento irrimediabilmente e malinconicamente solo.
Gnazio, Maruzza, gnà Pina e tutti i personaggi del libro sono entrati di forza e con gentile irruenza nel mio cuore. Trattasi di una favola antica, misteriosa seppur prevedibile e conosciuta ma la sua forza sta nello stile narrativo di un Camilleri nel massimo del suo splendore.
Pieni onori a te o Sommo Dante Alighieri della Trinacria.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Serial killer medioevale
Siamo ormai giunti al quarto capitolo di una vera saga medioevale ambientata ai tempi del regno di Enrico VIII che ha per protagonisti l'avvocato Shardlake ed il suo collaboratore Barak.
In questo romanzo ci si ritrova invischiati in una indagine davvero incredibile imperniata sulla ricerca di un folle serial killer che ispira i suoi omicidi all'Apocalisse rendendoli sempre più spettacolari e giocando sull'effetto sorpresa.
Sarà davvero difficoltoso questa volta sia a chi conduce le indagini che al lettore venire a capo di questa intricatissima matassa di indizi e depistaggi.
Il tutto sarà accompagnato da una crescita delle vite dei vari personaggi che già ci hanno accompagnato nelle precedenti opere. Con Sansom il Medioevo riprende forma e vita anche grazie ai riferimenti storici che saranno usati ad arte per rendere sempre più vicina alla realtà le varie descrizioni ed ambientazioni.
Capitoli non molto lunghi che incalzano la lettura. Questa volta il tratteggio storico è paragonabile all'adtenalina della trama.
Un libro che rende omaggio ad un autore leader indiscusso del genere thriller storico.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Il segreto della torre di Londra
Per chi fosse appassionato di thriller storici e interessato alle vicende della casa reale inglese nel regno di Enrico VIII quest'opera e le precedenti dell'autore fanno al caso vostro. Potrebbe non essere davvero legittimo il sovrano d'Inghilterra?
Una trama che lascia senza fiato, personaggi tratteggiati molto intimamente, ambientazioni descritte con ottimo realismo, animo umano sempre in primo piano.
Questa volta il protagonista, avvocato Shardlake accompagnato dal suo fido collaboratore Barak, si ritroverà in seri guai durante la spedizione a York del sovrano Enrico VIII e non voglio rivelare oltre perché i guai lo perseguiteranno fino alle ultime pagine.
Una lettura scorrevole, mai noioso e sempre efficace nei passaggi. Un 'opera che andrebbe letta inserita al filone di indagini delle opere dedicate da Sansom al personaggio, controverso ma simpatico, Shardlake.
Buona lettura a tutti.
Syd
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un nido di rondine
Perché Sciascia ha scelto un titolo così lontano da quella che è una storia complicata come l'architettura di un nido di rondine?
Grande perla della letteratura gialla italiana, un'ottantina di pagine che racchiudono l'essenza del giallo. Sciascia con un libricino come questo prende a sberle chi per attirare il lettore si ingarbuglia con trame assurde e finali inconcludenti. Una storia semplice è opera schietta sincera che non lascia delusi alla fine della lettura. Diretto e semplice nella narrazione ma elevato e complesso nella trama. Rasenta l'eccellenza.
Si legge in poco tempo e riempie di soddisfazione. Consigliato a chi non ha voglia di perdere tempo. Scorrevole essenziale e magistrale.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Una bufala
La Giunti ci prende un po' per i fondelli quando sulla copertina scrive a caratteri cubitali il nome dell'autore...solo Agatha Christie.
L'opera è scritta a più mani da svariati autori ed alla regina del giallo è affidato un solo capitolo. L'idea nasce da un club di scrittori che però non rende granché. Il giallo parte bene e sembra svilupparsi nel pieno stile del giallo classico ma purtroppo si perde ed alla grande nel finale...
Che occasione perduta per il lettore ma che profitti per l'editore. Tanto per rovinare la festa negli ultimi capitoli ci sono i vari finali che propongono gli autori. Davvero deluso. Lo consiglio solo ai sostenitori del giallo e della Regina.
Buona lettura a tutti.
Syd
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A ciascuno il suo
Quando decido di leggere le opere di un autore per imparare a conoscerne lo stile e i suoi argomenti e pensieri mi immergo nelle sue parole. Sciascia ha ricevuto lo stesso trattamento e devo confessare che per me è stato un piacere lasciarmi trasportare anche per quest'opera in un viaggio prima poetico poi prosatico, che ha colto i miei pensieri e e mie attenzioni conducendomi nelle profondità di un Giallo, volutamente maiuscolo, come il suo autore.
La Sicilia, ancora la Sicilia, terra di speranze, passioni, incertezze politiche nei primi decenni del dopoguerra, falsi comunisti, democristiani bigotti, nostalgici fascisti, qualunquisti senza ideali, chi più ne ha più ne metta, questo è il contesto in cui si dipana una trama che ti solleva sulle ali di un'idea, poi certezza che ti schiaffeggia con una verità così evidente che vorremmo rifiutarci di accettarla.
Sciasca in quest'opera sfodera un'architettura così semplice e lineare nel tessere la trama che farebbe sbigottire anche il più incallito lettore di gialli, quale potrebbe essere lo scrivente.
Un duplice omicidio, una lettera anonima contenente minacce, intrighi di paese, intrighi di palazzo, vite così normali e reali da sentirsi un abitante di quei luoghi, anche noi lettori potremmo sentirci dei personaggi di quest'opera.
Un ritmo che si avvia in modo sempre più accellerato che prosegue con alti e bassi, dovuti forse a dei dialoghi interiori che potevano anche essere evitati ma che alla fine dell'opera possono essere ritenuti utili per delineare i profili dei personaggi.
Meravigliose le ambientazioni e le discussioni ambientate nei caffè di paese, un lontano ricordo di luoghi in cui si faceva la politica, la cultura, la socializzazione, seppur d'élite, dell'Europa, dell'Italia, della Sicilia.
In questi ultimi tempi apporre su di un prodotto il marchio DOP o DOCG indica anche regionalizzare l'origine del prodotto stesso per esaltarne le peculiarità, mi sento di doverlo fare anche io con questo libro di Sciascia per esaltare una produzione letteraria con cui la Sicilia si fa grande per mano di un grandissimo autore.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Il giorno della civetta
Signore e signori esordirò con la quarta di copertina: "il primo e il più grande fra i romanzi che raccontano la mafia".
Un'opera che andrebbe letta sui banchi di scuola. Un ritratto nitido della Nostra Storia.
Sciascia è narratore ed poeta nella stesura di un pilastro della letteratura italiana.
Lettura scorrevole, avvincente e testo semplice che mai si aggroviglia.
Un contenuto che rappresenta la Sicilia e quindi l'Italia.
Un'opera mai banale, così essenziale ed al tempo stesso imprevedibile che spiazza.
Ecco alcune citazioni che non posso trascurare: "La famiglia è lo Stato del siciliano. Lo Stato, quello che per noi è lo Stato, è fuori: entità di fatto realizzata dalla forza...".
"La Sicilia...Donna anche lei: misteriosa, implacabile, vendicativa; e bellissima...".
Un libro che vi auguro di poter leggere ed apprezzare.
Encomiabile Leonardo Sciascia.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Buio anche per De Giovanni
Forse il titolo dell'opera si addice appieno al momento creativo dell'autore?
Non posso assolutamente dire che quest'opera sia uno dei picchi in cui De Giovanni svetti in termini di creatività.
Anche questa volta si attinge alle avventure ed alle storie personali dei personaggi del commissariato di Pizzofalcone, un covo di "Bastardi" non più graditi in altri uffici di P.S.
Sinceramente se non ci fossero le storie dei protagonisti del commissariato con le loro vicende private quest'opera sarebbe davvero inconcludente.
Passando alla quarta di copertina trattasi di un rapimento di un bambino a fini di estorsione, la trama è piatta e nel finale l'autore si arrampica sugli specchi...davvero triste come cosa, mi aspettavo un maggior tocco di creatività e il solito sottilissimo stile inconfondibile, leggendo i precedenti, di De Giovanni.
Questa volta sono messe in risalto le vite di tutti i personaggi del commissariato e non solo l'Ispettore Lojacono, sicuramente l'autore in questo modo amplia i propri orizzonti sul filone de "I Bastardi".
Con quest'opera leggendo Maurizio De Giovanni si brancola nel Buio davvero, ma quello dell'ispirazione letteraria.
Rimandato alla prossima fatica creativa dell'autore.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Ossa
L'opera è composta di più di 400 pagine ma l'autore avrebbe potuto utilizzarne molto meno.
L'idea iniziale è già abbondantemente utilizzata, cadaveri di donne ritrovati sulle rive di una palude, naturalmente la polizia USA indaga brancolando nel buio...nonostante ciò la lettura diviene incalzante seppur prevedibile nella trama. Ma ora basta con la quarta di copertina.
Sinceramente pur essendo un genere più poliziesco che thriller mi aspettavo un livello di tensione più alto, seppur in un certo qual modo l'autore ha uno stile che può attirare un lettore non propriamente incline ed abituato al genere.
L'autore avrebbe potuto creare una trama più tesa ed elaborata ma in questo libro purtroppo manca molto il mordente e la tensione è molto scarsa...anche nel finale l'autore si arrampica un po' sugli specchi lasciando il lettore un po' a bocca asciutta.
La Time Crime purtroppo questa volta ha proprio preso una cantonata seppur il libro promettesse maggiormente visto l'inizio.
Buona lettura al libro.
Syd
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Le notti di Salem
Le notti di Salem seconda opera pubblicata dal Re, un King sicuramente acerbo ma che si affaccia sfrontatamente sul panorama letterario mondiale con un'opera ambiziosa, più volte rivisitata e corretta. Un King dichiaratamente ispirato all'opera di Bram Stoker e di alcune riviste horror della sua infanzia.
Un King che genera brividi ma che ancora non è del tutto sfolgorante come in altre opere successive.
Il libro lo si potrebbe dividere in due macro sezioni. La prima è il racconto principale, ambientato nel Maine degli anni '70, che il sottoscritto dividerebbe a sua volta in altre due parti, una propriamente da brivido, la prima, ed un'altra un po' da Guerra dei Mondi. Capitoli medio lunghi intervallati da altri molto brevi portano a cambiamenti di ritmo intensi. Personaggi che non hanno bisogno di essere delineati perchè sono così immersi nella trama o forse è la trama stessa che ne delinea i tratti.
La seconda sezione è rappresentata da un' opera epistolare che precede di un secolo e mezzo la storia vera e propria. Bene quest'ultima sezione dell'opera mi è parsa intrisa di occulto, ho respirato il male e bevuto alla fonte dell'incubo. Ho apprezzato forse più queste ultime pagine che l'intero romanzo. Comunque l'autore già dai suoi primi passi si dimostra quello che diverrà il Re indiscusso del fantastico horror intriso di sano terrore...un brivido continuo nelle notti d'estate.
I vampiri ed il Male esistono?
Buona lettura a tutti.
Syd
PS non consiglio l'acquisto dell'edizione illustrata solo poche immagini e di scarsa utilità.
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L'isola che brucia
Questo romanzo di Gianni Farinetti è l'ennesima prova di quanto i nostri autori italiani siano davvero maturi e stilisticamente molto elevati.
Trattasi di un giallo anomalo, mi ricorda molto le tragedie di Shakespeare, una prima parte che precede, con la sua tranquillità e con una lentezza a volte disarmante, la grande tragedia che verrà narrata nel fiale. Un finale davvero drammatico e tragico, caratterizzato da una morte misteriosa e che per tutti sarà un grande enigma.
Una prima parte estremamente descrittiva della vita vacanziera sull'isola di Iddu (Stromboli), un vulcano che manifesta sempre la sua presenza incombente come una spada di Damocle su tutti gli abitanti, indigeni e vacanzieri, dell'isola. Un'isola meravigliosa, affascinante come la caratterizzazione dei personaggi del romanzo, tra cui spiccano innegabilmente due gatti. Un'isola raccontata e descritta nei suoi aneddoti dalle voci dei personaggi con grande passionalità, ambizioni, speranze affiancate da profonde delusioni e dalla "tragedia".
Vorrei raccontarvelo questo libro ma poi vi toglierei la voglia di leggere un'altra perla di uno dei miei autori italiani preferiti.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Augusto Salbertrand
Augusto Salbertrand, e chi sarebbe questo nuovo personaggio uscito dalla fantasia della coppia di autori italiani, Novelli e Zarini? Un investigatore, un luminare dell'Università di Torino, un indagatore del mistero, uno scienziato, un curioso sempre alla ricerca della verità??? Potrebbe essere tutto di quanto esposto ma forse la figura con cui vogliamo associarlo, non ce ne vogliano gli autori, è senza ombra di dubbio Sherlock Holmes. Si perchè seppur ambientato in una Torino degli anni Trenta, sembra di rivivere ambienti e sensazioni dell'Inghilterra descritta da Arthur Conan Doyle ed anche questo personaggio italiano seguendo una logica deduttiva riesce in ogni impresa a chiudere il cerchio scientificamente.
Quest'opera è una raccolta di racconti brevi, all'inizio ideati per e-book e lanciati singolarmente, per poi essere riproposta in forma cartacea in questa raccolta "Gli insoliti casi del professor Augusto Salbertrand".
Alcuni di questi capitoli sono davvero interessanti seppur prevedibili nel finale ma tutto è riequilibrato dall'esperienza stilistica degli autori che ci accompagnano in una vera e propria caccia al tesoro dell'enigma.
Potrebbe ritornare utile e non è uno spam, il finale lascia il lettore quasi interdetto perchè a volte non tutto è come si crede e gli enigmi non finiscono mai ma potrebbero complicarsi ulteriormente...
Certamente mi aspettavo qualcosa di più ma ho letto questa raccolta sotto l'ombrellone e non mi sono annoiato.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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Come la prima volta
Come la prima volta può essere considerata un' appendice de Le pagine della nostra vita ma ha vita autonoma anche se per chi ha apprezzato quest'ultimo non può essere tralasciato.
Un matrimonio, una crisi coniugale, persone di mezz' età con le loro riflessioni sul passato coniugale e professionale, accompagnato e condito con una tragica inosservanza...aver dimenticato l'anniversario di matrimonio. Si innesca una trama che per stile un po ' sotto tono ma che come al solito Sparks condisce con colpi di scena, a volte prevedibili, che però lasciano esplodere lo stesso i sentimenti anche nel lettore. Per chi avesse voglia di far riaccendere l'amore anche nelle coppie più stantie che hanno voglia di stupire e stupirsi come la prima volta. Ricordate però che l'amore, se è vero amore è per sempre. Ottima la scelta di capitoli medio brevi anche se un po ' lento nel ritmo...ma i sentimenti alla fine fanno perdonare tutto.
Buona lettura a tutti.
Syd
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I bastardi di Pizzofalcone
Il nostro autore, Maurizio De Giovanni, con grande maestria ci ha fatto conoscere un nuovo personaggio, l'ispettore Lojacono, con il romanzo "Il metodo del coccodrillo" opera attraverso la cui lettura abbiamo potuto apprezzare e confermare la bravura creativa dell'autore che ci ha fatto immediatamente entrare in empatia con il suo nuovo protagonista.
I bastradi di Pizzofalcone, ultima fatica di De Giovanni, ci conferma che il personaggio di Lojacono è davvero ben delineato, strutturato e soprattutto gradevole per il lettore...a me piace!!!
Da quest'opera Lojacono viene attorniato da una serie di personaggi, suoi colleghi nel Commissariato di Pizzofalcone, i quali potrebbero quasi soppiantare il protagonista stesso nel cuore dei lettori, si perchè tutti sono affascinanti per motivi diversi Commissario Palma, Sost. Comm. Pisanelli, Assistente Romano, Vicesovrintendente Calabrese, gli agenti Di Nardo ed Aragona...tutti con dei segreti da nascondere che potrebbero rivelarsi da un momento all'altro, (avete presente Desperate Housewife? Bene questi sono molto più reali).
Insomma ancora una volta De Giovanni cura in modo preciso e ben delineato i personaggi sia quelli protagonisti che quelli secondari, caratteristica questa che sta divenendo sempre più il suo marchio di fabbrica vincente, alla fine il lettore si ritrova sotto certi versi molto nei sentimenti che travolgono un po' tutti i personaggi...eccellente l'incontro scontro Piras/Letizia, con quel tocco un po' da soap opera.
I personaggi sono delle perle ma meravigliosi sono gli scorci descritti di una Napoli bella e dannata, violenta come un temporale ed infuocata di passioni come un incendio.
Dopo avervi parlato di tutto ciò del thriller rimane solo da dire che la trama è ben strutturata, ogni tessera del puzzle ritorna al suo posto e trova il suo spazio senza fraintendimenti e dubbi.
Come potrete apprezzare leggendo il romanzo, alla fine non sarete attratti solo dalla ricerca della soluzione dell' omicidio ma è tutta l'opera che diviene encomiabile, attraverso lo stille narrativo sempre con ottimi spunti, i luoghi un po' malinconici ed ovviamente i personaggi di cui non si può che rimanere ora in trepida attesa per il successivo libro di quella che sta per divenire ormai una serie di indiscusso valore per la letteratura giallo/thriller italiana, ormai con marchio DOP da esportare in tutto il mondo. Non affannatevi con autori stranieri che l'eccellenza ce l'abbiamo proprio sotto il naso, un po' a volte come la soluzione dei gialli.
Buona lettura a tutti.
Syd
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COSA ASPETTATE? ACQUISTATELO
Questa non può essere una semplice recensione, non può rappresentare una facile esposizione di un'opinione, non può essere un libro da liquidare velocemente...ma quante riflessioni ci conduce a fare?
Quaranta tra autrici e soprattutto autori, perchè soprattutto autori? Perchè questi quaranta scrittori cercano di narrare attraverso dei racconti brevi il femminicidio... quindi complimenti agli autori maschi che non sono rimasti insensibili al problema. Perchè scrivo "cercano di narrare"? Perchè solo la realtà può essere più cruda e vera della narrazione.
Sono un uomo e leggendo queste pagine mi sono vergognato, spaventato, terrorizzato perchè noi, gli esseri del mio genere si possa compiere azioni, inscenare pensieri e pronunciare parole che uccidano trucidando sia fisicamente che psicologicamente e moralmente la donna.
Si. io, uomo che moltissme volte alzo la voce per nulla, insulto gratuitamente la mia compagna, levo contro di lei la mia mano, tanto poi mi dirò: è una cosa normale è come quando si comincia con il fumo o le droghe o l'alcol, chi se ne frega tanto smetto quando voglio...aaah che amara delusione, uomo, maschio, macho, aaah non credere di essere così forte perchè se così fosse non avresti bisogno di usare violenza sotto tutte le forme per importi sulla femmina, sulla donna, sulla moglie, sulla figlia, sull'amante, sulla prostituta o semplicemente su di una sconosciuta.
Questo libro mi ha fatto riflettere tanto, molto, troppo e mi sono chiesto, ma tutto ciò perchè? Chi è il forte davvero? Come si può guardare, ascoltare, toccare, usare, violare una donna, così?
Inutili moralismi...si inutili perchè la realtà ci riconduce a delle statistiche di stragi da guerra...e quante altre vittime sommerse abbiamo in giro che devono ancora denunciare i loro aguzzini, e quante invece sciolte nell'acido, bruciate vive o morte, quante murate, quante seppellite o annegate che saranno custodite dalla natura, quella madre natura che genera santi, martiri, beati, giusti ed allo stesso tempo assassini, violenti, uomini deboli che cercano di sopraffare le loro debolezze solo riuscendo a piegare con la violenza le donne, si quelle donne che per taluni sono le responsabili delle stesse violenze da loro subite!!!
Un' opera da leggere non perchè è scritta bene, non perchè attira il lettore in storie ben congeniate, non perchè si tratti di un'antologia di racconti realizzati da penne del calibro di De Giovanni, Vichi, Bilotti, Novelli e Zarini, Oliva, Berselli, Morozzi o Raul Montanari e mi perdonino tutti gli altri per non averli citati, chiedo venia... Questa raccolta di racconti va letta perchè parla di un cancro della società, di un brutto male silenzioso come un serpente, che rompe le ossa come una tenaglia, che ferma il respiro come un pugno allo stomaco, che brucia come fuoco ed acido sulla pelle, che ammorba irrimediabilmente il sangue come un veleno, che soffoca come una mano sul collo, che semplicemente uccide donne, quelle donne che potrebbero essere le nostre madri, le nostre compagne, le nostre figlie, le nostre amiche o semplicemente femmine.
Buona lettura a tutti e complimenti particolari alla Dottoressa Bruzzone per aver sensibilizzato l'iniziativa ed al Telefono Rosa per il contributo d'aiuto e sostegno alle vittime. Ricordo che i proventi dell'opera saranno devoluti al Telefono Rosa.
COSA ASPETTATE? ACQUISTATELO
Syd
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L'ultima vittima
Sono da sempre un grande estimatore della Gerritsen che nel corso di questi anni ci ha regalato tra alti e bassi delle perle di genere thriller, ovviamente.
In quest'ultima fatica l'autrice mantiene altissimo il suo livello di bravura ed indiscutibile è la suspance che trasuda dalle pagine de L'ultima vittima.
Però...c'è sempre un però, un ma, un eppure...
In questo caso tutto fila davvero liscio, ovvero tutto è incasinatissimo, un'indagine che attraversa degli omicidi che spaziano in tempi e luoghi anche lontani tra di loro.
Unica linea rossa...tre ragazzi lasciati in vita dopo che le loro famiglie biologiche ed adottive sono state uccise.
Ma andiamoci piano, certo l'autrice ci accompagna in un mondo fatto di tanti segreti, anche istituzionali che nessun lettore non potrebbe non apprezzare ma parliamoci chiaro, gli ingranaggi di questa trama sono un po' forzati ed al lettore attento la cosa non può sfuggire a meno che non accetti il compromesso di leggere un bel romanzo della Regina del Thriller, Tess Gerritsen.
Capitoli non lunghi, ritmi sempre alti ed incalzanti, soprattutto nel finale, dialoghi ben congeniati e personaggi altrettanto caratterizzati non possono far passare inosservato quest'opera di più che buona fattura.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Non esiste saggezza
Non esiste saggezza...comincia proprio con questo titolo il primo dei racconti narrati da Carofiglio che ormai ci ha abituati ad uno stile che in quest'opera è complesso ed ambizioso su diversi piani narrativi e stilistici.
Nell'arco della lettura vi è un forte senso narrativo che in alcuni racconti raggiunge livelli di suspence molto elevati, è il caso dell'ultimo racconto il cui titolo è La doppia vita di Natalia Blum, con il quale l'autore ci conduce in una storia alla Alfred Hitchcock.
Ogni racconto è una perla di rinomata fattura e adatta ai palati dei lettori più svariati.
Di certo non si toccano i livelli del capolavoro ma con questa serie di racconti Gianrico Carofiglio centra ancora una volta il bersaglio non lasciando insoddisfatto il lettore.
I racconti sono tutti di lunghezza variabile, quindi alcuni più brevi ed altri più lunghi e corposi ma ognuno ha una sua peculiare piacevolezza alla lettura.
Carofiglio sempre una conferma.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Il bambino segreto
Quinta opera di questa autrice scandinava, che senz'altro si pone in un livello molto alto nel panorama degli autori di genere thriller.
Il bambino segreto è un thriller davvero atipico, si perchè pur partendo dal ritrovamento di un cadavere in una casa tutto poi si sviluppa sulle indagini dei movimenti, ruoli, comportamenti o sul movente dei vari e tanti personaggi ma in questo caso i veri protagonisti di questa storia sono quattro grandi sentimenti...l'odio, l'amore, il rancore e la vendetta.
L'opera si sviluppa su due trame ambientate in Svezia, una ai nostri giorni e l'altra ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Inutile dire che i due filoni scorreranno velocissimi e paralleli lasciandoci sempre un po' di curiosità tra un passaggio e l'altro, potranno i due binari incontrarsi?
Quanto può una guerra cambiare l'animo umano? Quanto può l'amore cambiare l'animo umano?
Questi due sentimenti quanto possono alimentare l'odio il rancore e la vendetta?
I sentimenti sono davvero immortali? O pensate che essi possano evolversi e trasformarsi per divenire cosa?
La storia insegna qualcosa? Il razzismo, l'umiliazione, l'annullamento, l'alienazione subiti da un uomo possono trasformarlo? E l'essere innamorati quanto può incidere sulle scelte ed i comportamenti di una persona???
Un'opera questa che non deluderà il lettore di qualsiasi genere, dall'amante del thriller all'amante del genere sentimentale, da chi cerca un libro storico a chi vorrebbe leggere un libro d'avventura.
"Non ci si può permettere di amare troppo. Il prezzo è sempre altissimo, ed infatti lei stava ancora pagando per l'unica volta in cui, tanto tempo prima, aveva amato troppo."
Il passato insegna e ci tralascia sempre qualcosa...ma quanto tempo impiegheremo per arrivare a conoscere ciò e a che prezzo?
Un libro che affascina e rapisce soprattutto sul finale che seppur prevedibile è di un crescendo assoluto. Un libro i cui personaggi ti implorano di entrare in empatia con loro e le loro vite. Al lettore non rimane che prendere delle decisioni ed andare avanti nella storia così ricca di misteri e segreti.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Il passato è una terra straniera
Mi sono seduto a cavallo della mia moto 1000 di cilindrata e mi sono diretto su di un vialone in pieno centro, ho inserito le marce in una splendida e sciolta progressione sequenziale, poi non so perchè ma all'improvviso ho scalato due marce ed i cavalli della mia moto mi hanno lanciato ad oltre 200 km orari scansando vari altri veicoli e pedoni, ormai ho inserito tutte le marce e mi pare quasi di decollare ma all'improvviso una buca, perdo il controllo sono disarcionato dalla motocicletta e lanciato in aria contro un muro ma ehy...che bello spavento era un sogno ma che sudore freddo.
Questa è la sensazione alla fine della lettura di quest'opera, in cui una trama ben scritta ed argomentata assieme a dei personaggi credibili mi hanno sequestrato al resto del mondo.
Personaggi analizzati e sviluppati fin nella più profonda intimità di emozioni e tormenti etici dell'individuo.
Una Bari questa volta tratteggiata quasi in penombra fa da sfondo ad ambienti caratterizzati dal gioco d'azzardo, abbordaggio e sesso spensierato ma mai volgare ed esplicito, droga, alcool denaro sproco quello si ce ne è in abbondanza.
Un Carofiglio che grazie a tale opera ha conquistato il Premio Bancarella 2005 e che ha fatto ancora una volta un bel centro nel bersaglio.
Vi consiglio la lettura di quest'opera che segna ancora una volta la grandezza di uno scrittore di casa nostra.
Complimenti vivissimi Gianrico.
Buona lettura a tutti.
Syd
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L'arte del dubbio
Se non lo sapete Gianrico Carofiglio è un magistrato oltre che essere l'osannato autore di celebri libri come quelli in cui vi è protagonista l'avvocato Guerrieri.
Voi direte e quindi???
Quindi ecco svelato l'arcano, L'arte del dubbio altro non è che un manualetto che ci descrive in modo molto esplicativo quella che è una delle fasi più avvincenti di una causa penale, quella appunto del dibattimento, nello specifico quella riconducibile all'esame ed al controesame di testi e testimoni.
Con quest'opera Carofiglio ci propone una ampia gamma di sfaccettature che interessano appunto la fase dibattimentale ma soprattutto il lato professionale di avvocati e pubblici ministeri, nel bene e nel male eterni protagonisti assieme a testi e testimoni o addirittura pentiti ovvero di soggetti che seppur citati come tali risulteranno essere titolari di un bluff nell'ambito dello svolgimento del processo.
Davvero molto ben argomentato il lato psicologico nonché della filosofia del diritto di cui l'intera opera è permeata.
L'autore ci accompagna attraverso estratti di dibattimenti nel mondo processuale e secondo lo scrivente se non è del settore, il lettore potrebbe annoiarsi non poco, il 3 in piacevolezza potrebbe essere più vicino ad un 2,5.
Non aspettatevi un romanzo, questo potrebbe essere definito un piccolo saggio.
Consiglio la lettura dell'opera ad avvocati, magistrati, ufficiali di polizia giudiziaria ma anche a scrittori in erba che volessero acquisire nozioni significative di quello che è il procedimento penale soprattutto in fase di dibattimento in aula di giustizia.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Un delitto fatto in casa
Gianni Farinetti ha esordito in narrativa nel 1996 con il romanzo Un delitto fatto in casa, con cui ha vinto il Premio Grinzane Cavour, Il Premiere Roman di Chambery e il Premio Città di Penne.
A mio avviso potrebbe essere considerato l'unico autore che per come articola le sue trame, anche in quest'opera, potrebbe essere considerato uno, se non il migliore giallista italiano attualmente in circolazione.
Con “Un delitto fatto in casa” l'autore ci propone le vicende di una agiata famiglia patriarcale piemontese, all'interno della quale tutti i componenti si rendono protagonisti di storie che potrebbero essere definite esse stesse dei romanzi nel romanzo.
Questo libro non ci narra di violente uccisioni, non ci rapisce per la tensione o la suspance bensì per una lieve sensazione di malinconia, come quando si beve un cocktail dai sapori molto forti ma il cui retrogusto ci lascia come un senso dolciastro in bocca che lascia spiazzati da qualcosa che non ti saresti aspettato.
Allo scrivente ha ricordato un po' i romanzi alla Agatha Christie, si perchè la trama è alquanto semplice se si pensa ma allo stesso tempo, anche se ce la si mette tutta a cercare il colpevole, Farinetti ci propone la soluzione o le potenziali soluzioni, in modo così tanto subliminale che ci fa credere di averci preso un po' in giro.
Belle le ambientazioni tra Piemonte e Costa Azzurra, i personaggi sono ben delineati e curati nei dettagli sia fisici che sentimentali ma forse sono davvero in un numero molto elevato, infatti alcune volte, riprendendone la lettura, avevo bisogno di ricollegare il “tale” personaggio al contesto.
Farinetti rimane una delle stelle più fulgide nel panorama letterario italiano.
Il libro mi sento di consigliarlo a chi vuole un giallo non impegnativo ed un po' sentimentale.
Buona lettura a tutti.
Syd
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