Opinione scritta da Clangi89
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Qualcuno ha detto maggiordomo?
Italianità, colori e sentori della costiera amalfitana, misteri, scogli, mare e voci: ecco le sensazioni che mi hanno coinvolta sin dalla prime righe uscite dalla penna di Imperatore. Con tanto affetto ti ammazzeró ha rappresentato, per me, una lettura distensiva, adatta alle ultime giornate estive mentre l'afa lascia lo spazio alle prime piacevoli brezze settembrine.
Nel corso della sera di gala volta ai festeggiamenti del novantesimo compleanno di Elena De Flavis (Baronessa) mentre una schiera di invitati drogati a loro insaputa crolla in maniera rocambolesca, sparisce l'anziana donna ed il suo maggiordomo, Kiribaba.
L'affascinante ispettore Scapece presente alla festa nella sontuosa villa Roccaromana da il via alle indagini assieme al commissario Carlo Improta. L'attività investigativa non può non essere supportata da una tavolozza di personaggi calorosi, grintosi e dotati di un forte senso di unità e spirito di solidarietà. La famiglia allargata dei Vitiello che ruota attorno all'osteria Partenophe è infatti coinvolta nelle ricerche, nelle ispezioni e nelle perplessità che Scapece, fin da subito, nutre verso i figli della Baronessa, tali Roberto, Emilia e Simone, persone senza scrupoli, avidi di denaro, viscidi ed indifferenti; l'opposto della loro madre, donna di nobili origini quanto d'animo profondo e caritatevole.
Le vie seguite dall'ispettore conducono nelle spettacolari ville dei figli della nobildonna, all'interno delle quali si celano passati nebulosi, rapporti disintegrati e spinosi. Le vicende si arricchiscono di spaccati della vita partenopea e portano a svolte inattese anche grazie all'aiuto canino di Zorro, l'immancabile quadrupede della famiglia Vitiello, al quale è impossibile non provare simpatia e affetto!
Il ritrovamento di un cadavere; la baronessa a quanto pare è defunta ma dov'è il maggiordomo? Che poi è risaputo, il maggiordomo è sempre colpevole secondo la migliore tradizione investigativa (!). Nel mentre il testamento della Baronessa viene ufficialmente letto e qualcosa cambia di improvviso.
Soldi e felicità sono messi a confronto perché "a ben vedere, le ricchezze materiali si riducono a poca cosa dinnanzi alla privazione di un affetto, di un conforto, di un benevolo aiuto. Sono più coerenti e sereni coloro che viaggiano da soli con un carico d'oro in un deserto o quelli che lo attraversano nudo godendo della compagnia di propri simili di cui si fidano ciecamente? "
Ogni personaggio interviene a modo suo, lasciando il proprio zampino ed il proprio intuito per rintracciare il fino conduttore che lega tutti i tasselli che mano a mano si aggiungono.
Nel racconto siamo immersi nei sentimenti e nelle impressioni che animano ed arricchiscono le descrizioni e le curiosità dei luoghi napoletani permettendoci di seguire le ricerche con la splendida ironia e l'attenzione che non mancano mai da parte dell'autore. Imperatore infatti saggiamente affianca personaggi contrapposti e dotati di sfumature psicologiche scure e grigie a soggetti caratterizzati da slanci e passioni coinvolgenti. L'ironia non è mai sinonimo di frivolezza e la trama è scorrevole, piacevole e molto molto pittoresca.
Napoli, sentori e calore umano arricchiscono i contrasti tra dovere ed etica e qui mi fermo altrimenti rovino il finale, dolce e agrumato, amorevole e sofferto che intrattiene il lettore fino all'ultima riga.
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La notte non interrompe il tempo
Reduce dalla lettura appassionata del Grande Gatsby mi sono dedicata al medesimo autore con Tenera è la notte. Trattasi di un romanzo, quest'ultimo, di spessore, in quanto affianca tematiche non leggere, quali, le instabilità mentali, i sentimenti, l'alcolismo, il decorrere del tempo, i soldi, le apparenze e le amarezze.
Lo stile narrativo è decisamente descrittivo. Fitzgerald ci guida tra la Francia del Sud e la Svizzera in un sentiero che ripercorre il presente e il passato dei protagonisti di origine americana che vivono nel vecchio continente. Spiagge e montagne, sorrisi e amarezze si confrontano costantemente.
Trama di per sé semplice con pochi ma significativi eventi intervallati da vicende effimere e sdrucciolevoli quanto le apparenze mondane che fanno da sfondo. Dick è dottore in psichiatria e proprio grazie alla professione si infatua della giovane Nicole, paziente presso un collega operante in una rinomata clinica svizzera. La donna ha infatti ha subito traumi giovanili di non poco conto dai quali lentamente ne esce. Dai sentimenti ne nasce una futuro insieme. L'amore che cura gli animi è accompagnato dal cospicuo patrimonio di lei che permette di viaggiare e godersi la vita.
Dick è dotato di spirito accattivante ed esuberante con tutti grazie alla battuta pronta, alla prontezza ed alla grande volontà di aiutare la moglie. Egli apparteneva a coloro che possedevano quel fascino e "dovevano usarne a piene mani e continuare ad attrarre gente di cui non avevamo alcun biaogno."
Le lunghe e pigre estati in Costa azzurra permettono alla coppia di assaporare le élite emergenti della società e conoscere stelle del cinema, arricchiti di borsa, etc. Proprio su una spiaggia soleggiata conosciamo la neodiciottenne Rosemary, promessa del cinema americano, pallida ed attraente. La conoscenza della famiglia Diver per la giovane rappresenta l'Amore con la "a" maiuscola. L'infatuazione tra la ragazza e Dick e l'attrazione che la stessa prova per Nicole avranno risvolti nel tempo. Proprio il tempo che scorre percuote gli animi, assottiglia le energie e dona splendore, a seconda dei personaggi. Assistiamo al decadimento di Dick, al disfacimento dei sentimenti, nonché all'amarezza dei fallimenti. No, non tutto è perduto, non tutto è nero perché il tempo rimescola le carte e non si scorda di nessuno. La fragile Nicole trova energie ed esplora spazi inespressi all'interno dei suoi sentimenti, mentre la stella nascente insita in Rosemary inizia a risplendere. Donne che emergono e uomini che precipitano, per poi rialzarsi, forse, perché "le cose stanno in un modo che non puoi fare come vorresti".
Personalmente ho preferito il Grande Gatsby; con Tenera è la notte numerosi sono i dettagli superflui i quali tuttavia, ammetto, rendono il clima di vacuità rappresentato dal denaro che dona e toglie qualcosa, sempre. Ho faticato ad ultimare il libro seppur riconoscendo lo spessore dei temi trattati e lo stile molto fotografico e sicuramente sottile delle scene che si susseguono. Interessante e studiato è il contrasto tra il sole del Mezzogiorno francese e l'oscurità dell'animo umano rappresentato, questo, dai toni scuri senza stelle di lunghe notti buie. Mal di vivere e gioie hanno confini labili tra i personaggi e nelle singole vite che si intersecano inciampando negli imprevisti dei destini.
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Lascia che sia Napoli a parlare
Cosa possono aspettarsi tre giovani aspiranti kamikaze appena approdati a Napoli per programmare la strage degli infedeli? Nella mente di Salim, Feisal e Amira i piani sono chiari. Il comando presso il quale si sono duramente addestrati vuole che la città partenopea sia oggetto di attacchi terroristici e loro saranno gli artefuci.
Quello che non era previsto nei dettagli dell'operazione era in sostanza tutto! L'approccio con Napoli, il contatto con la gente, le vie, i rumori ed i sapori rappresenteranno un vero e proprio viaggio fuori e dentro ognuno dei giovani con effetti sorprendenti.
La giovane Amira alle prese con la rabbia per aver perso la famiglia negli attacchi americani studia i luoghi frequentati dagli studenti. La donna è convinta della sua lotta e degli ideali che persegue ma proprio durante gli appostamenti certi incontri inattesi la scombussolano. Cosa vuole da lei Matteo, cosa le sta tirando fuori nei sentimenti?
Feisal monitora i monumenti, le chiese e la cultura napoletana per scegliere dove attaccare. La sua piccola vita da sognatore si colora delle attenzioni, donate e ricevute, dal gattone del quartiere che, non a caso, decide di alloggiare con il trio. Una volta battezzato con il nome Mustafa il felino è parte integrante dell'alloggio! Cosa potrà mai rivelare San Gennaro a Feisal non è da spoilerare, ovviamente, basti immaginarsi un dedalo di sentimenti, avventure, malesseri psico-fisici e mancamenti deliranti nella mente di un giovane non qualunque.
La squadra è guidata da Salim convinto temerario, quanto inconsapevole portatore di iella e disastri. Ad ogni passo nei mezzi di trasporto e nei vicoli malfamati, non soltanto le persone ma pure il temuto gabbiano Pizzicatore avrà da discutere con lui.
Per non parlare della loro postazione alloggiativa scovata dal Volpacchiotto con tanto di una tivù autonoma ed autogestita ed una buona dose di insetti a far loro compagnia.
Le avventure si susseguono con ironia saggiamente dosata senza volgarità né inutile leggerezza. Si sorride e si riflette. L'autore ci parla di Napoli e ci fa calare nelle sue realtà e tradizioni. Il tema di base è delicato quanto complesso. Tradizioni e sentimenti messi a confronto per costruire un delicato equilibrio in cui l'ambiente influenza le persone e queste influenzano l'ambiente. Solamente la volontà può determinare dei cambiamenti come nell'istante in cui qualche corda dell'animo umano viene smossa, allora, qualcosa si modifica!
Napoli è il palco scenico di tutto ciò. Da leggere, assolutamente, un libro curioso, ironico, riflessivo, un vero viaggio!
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Libertà e non nelle passioni
È il primo libro che leggo di questo autore giapponese. La trama è lineare. Ci troviamo nel secondo dopoguerra, in Giappone, a Tokio. Tre amiche all'incirca quarantenni, divorziate, indipendenti e con posizioni lavorative alquanto elevate, si ritrovano una volta al mese nei locali, i più svariati della città, dai ristoranti ai bar frequentati da omosessuali, alle sale giochi. Il "Comitato Toshima", appellativo della combriccola femminile composta da Taeko, Suzuki e Nobuko, può includere al suo interno pochissimi prediletti del sesso maschile, uno dei quali è Kaizuka, amico di vecchia data, ristoratore e amante dei piaceri "alla maniera dell'anteguerra" dotato di una eleganza un po' retrò.
Il trio ha un preciso scopo, ossia, scambiarsi informazioni leggere, confidenze in fatto di uomini e consigli soprattutto su avventure amorose senza affrontare discussioni pesanti e tristi sul loro passato.
Principale protagonista è Taeko che gestisce un atelier di alta moda e conosce il mondo emergente di donne, imprenditori, uomini borghesi e di stampo nobiliare, occidentali e politici. Taeko dai tratti estremamente eleganti, quasi snob, appare una donna bella, intelligente ed affascinante. Non le mancano gli spasimanti, non le mancano le avventure ma quel vuoto nel suo appartamento rappresenta il suo personale rifugio, un deserto in cui immergersi.
Una sera in un gay bar Taeko si approccia a Senkichi, barman molto attraente, giovane e virile è oggetto di attenzioni e non solo, da parte degli avventori che gli permettono di racimolare soldi e benefici. La donna ne è attratta, vuole divertirsi. Bastano poche uscite per creare un vortice di situazioni ed il divertimento si trasforma in protezione per il ragazzo e poi in sofferenza e poi in altro ancora. Taeko vuole liberarlo da quel mondo di bassezze e decide di investire si di lui sponsorizzando studi e vita personale. Vita di convivenza tra loro due! Il rapporto è anomalo fin da subito. Finta indifferenza, freddezza o simulazione di Senkichi caratterizzano e smorzano i pensieri della donna. Si avvicendano alcuni aneddoti curiosi circa il modo di interpretare il legame che intercorre tra questi amanti.
La libertà della coppia viene portata da Taeko agli eccessi e sarà proprio questa proposta a determinare i risvolti che il ragazzo seguirà.
Lettura caratterizzata da un racconto lineare, a lunghi tratti leggero. Una leggerezza che però non significa necessariamente frivolezza anzi, gli ultimi capitoli in particolare (più interessanti a mio parere) toccano alcuni pensieri sui vuoti di sentimento e sulla difficoltà di essere se stessi nelle relazioni. Difficoltà di esprimere l'orientamento sessuale e di ricevere l'amore nella forma che vorremmo. L'autore sembra voler dare risalto al substrato che si nasconde dietro i divertimenti della carne e dietro le maschere fasulle dovute alla ricerca del denaro. Una lettura dalla quale mi aspettavo di più forse sulla delineazione dei personaggi troppo sbrigativa. In ogni caso lettura piacevole e adatta per chi interpreta le relazioni oltre gli schemi concettuali tipici. Un racconto dal quale ritroviamo una ricerca della felicità che assume toni decisamente mutevoli.
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Zona d'ombra o cono di luce, a voi la scelta
Ci sono quei libri che per il tramite di una via o di un'altra arrivano dietro consigli o commenti, ti colgono nel momento giusto dandoti o rubandoti parole e pensieri come un segno lasciato lì, non a caso.
Ammetto che non conoscevo, prima, la vicenda di Billy Milligan. Una stanza piena di gente mi ha catturata dalle primissime righe.
Ci troviamo nell'autunno del 1977,Ohio Usa, polizia di Columbus. Con un esordio dallo stampo tipico della cronaca giudiziaria assistiamo alla fredda cattura di un ragazzo poco più che ventenne per violenze e rapine a danno di due giovani donne della facoltà di medicina. Eppure qualcosa non torna, Billy ha uno sguardo perso nel vuoto, non sappiamo se finge seguendo una strategia tutta sua o se sia sincero e dica la verità, come la Famiglia gli ha insegnato.
Qual è la vera verità che si cela negli occhi di questo ragazzo è un dilemma che era già emerso negli anni precedenti. Billy ed i suoi sbalzi di umore. Billy ed i vuoti di memoria o il cambio di accenti, di lineamenti del viso o di lacrime a dirotto. Billy e gli istituti di cura e le incomprensioni.
Siamo sicuri che la vicenda dell'arresto sia davvero l'inizio della storia?
È un viaggio a ritroso, alla ricerca nei meandri della mente, delle radici di un male mai superato che ha origini nell'infanzia. Come un pugno nello stomaco la violenza subita viene descritta lentamente dalle parole che il Protagonista esprime allo scrittore perché "la gente dovrebbe sapere. Potrebbe aiutare a capire che cosa può portare la violenza sui bambini".
L'autore sapientemente ci fa avvicinare alle personalità, ognuna caratterizzata da un proprio mondo, da conoscenze, abilità, limiti, forze, paure, sentimenti. Ai dettagli della cronaca assistiamo all'accanimento mediatico che aveva sconvolto la comunità e le persone coinvolte. Il difficile rapporto con i media e la delicatezza dei temi, un bilanciamento difficile e controverso.
Nell'evolversi della terapia ogni Persona assume corpo e si frammenta per poi riconoscersi. Arthur o Ragen, Allen o gli indesiderabili (ma quanti sono!) si avvicendano narrando vicende, episodi curiosi e a tratti pesanti. Momenti di confusione totale ad un certo punto sembrano andare nella corretta direzione di miglioramento perché "se vogliamo sopravvivere in questo mondo, dobbiamo fare un po' di ordine in tutto questo caos."
Cosa succede in quella testa ce lo accenna Arthur parlando ai bambini e dicendo loro "immaginate che tutti noi, tante persone, molte delle quali non le avete mai incontrate, ci troviamo in una stanza buia. In mezzo a questa stanza, sul pavimento, c'è una chiazza di luce. Chiunque faccia un passo dentro la luce esce sul posto, ed è fuori nel mondo reale, e possiede la coscienza. Questa è la persona che gli altri vedono, sentono e a cui reagiscono..chi è fuori, chiunque sia, deve fare molta attenzione a non rilevare l'esistenza degli altri. È un segreto di famiglia".
Da un ospedale ad un altro, fino alla fine attendiamo i risvolti ed i miglioramenti di Milligan, nonché le decisioni dei giudici. Un conflitto continuo. Chi ha fatto che cosa, perché, di chi è la colpa, qual è la soluzione e dov'è la giustizia. Tocchiamo il disagio della mente, il difficile rapporto medico e giudiziario.
Billy ed i suoi passi avanti o le sue cadute immergono totalmente senza mai perdere di vista l'etica e la sobrietà di una penna che sapientemente l'autore maneggia e adatta per rendere l'idea e l'assaggio di un mondo pieno di gente, da scoprire. Tante le riflessioni che emergono e tanti dubbi che magari restano lasciando l'amaro in bocca ma anche questo fa parte dei racconti, quelli descritti bene.
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Gioco o non gioco nella (in)felicità
In questo breve libro l'autore ci trascina nella difficile arte dell'osservare e smantellare, nel caso, le congetture e le assurdità tanto labili quanto impregnate di consistenza, che la diabolica mente dell'esperto pessimista/aspirante infelice insito nella razza umana si porta dentro e riversa fuori con astuzia acrobatica.
Umorismo, esempi e riflessioni si arricchiscono di numerose citazioni tratte dalla filosofia, letteratura, teatro, saggezza popolare e dalle scienze sociali, senza tralasciare un astuto utilizzo della penna sarcastica contro saccenti operatori che ricercano all'infinito le causa delle difficoltà esclusivamente nel passato, a ritroso, nell'essere fedeli a sé stessi, nella spontaneità etc, perdendo di vista la Vita nella quale "state giocando un gioco. Giocate a non giocare alcun gioco" .
Qual è la ricetta della felicità? È forse una chimera? Siamo sicuri di non andare alla ricerca, se non addirittura alla costruzione artificiosa e mentale, del suo esatto opposto: l'infelicità?
Nel paradosso rappresentato dalle innumerevoli sfaccettature e difficoltà insite nella comunicazione umana, nei rapporti con oggetti e/o relazioni, si smascherano gli artifizi. Ecco che le profezie che si adempiono da sé si colorano e i falsi miti contro cui sbattiamo costantemente il naso, ci accolgono. E quindi emergere la potenza creatrice o distruttrice dell'idea stratificata nella mente, la quale farà sempre in modo di darsi ragione con tutti i risvolti che ne conseguono nella realtà che attribuiamo agli altri, nonché nel destino che viviamo perché "il fato conduce dolcemente chi lo segue, trascina chi gli resiste".
Allora non resta che scegliere "liberamente" se fare, dire o essere se stessi così o comí, consapevoli che "psichiatri e psicologi non sanno ancora spiegare perché abbiamo la tendenza a farci ingannare dall'illusione delle alternative, mentre non abbiamo solitamente alcuna difficoltà a rifiutare sia l'una che l'altra alternativa quando esse ci vengono presentate separatamente, una alla volta. Bisogna imparare a utilizzare questo tipo di meccanismo se ci si vuole dedicare alla complicazione dei rapporti umani".
Leggendo le capriole che costantemente si ripetono nella vita di tutti i giorni, non possiamo che sorridere, di quel sorriso che fa riflettere non tanto sull'origine dei problemi, bensì sul fatto di non affrontarli, continuando imperterriti a dar la caccia alla chiave in un luogo in cui sappiamo non averla smarrita, perché dove l'abbiamo persa c'è troppa oscurità per mettersi alla ricerca.
Ma l'autore ci ricorda che nel gioco a somma zero, se così vogliamo intendere i rapporti umani in cui uno vince e dimostra la perdita e l'errore dello sconfitto, in questo gioco ci dimentichiamo che c'è una terza variabile: la vita. A questo punto resta a noi rivedere i termini del gioco in cui la prima regola è che non è un gioco ma una cosa molto seria nella quale la matematica può dir la sua.
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Dopo la festa, quel che ne resta
Un grande classico compresso in questo breve romanzo che mostra i ruggenti anni '20, i soldi facili, l' arricchimento senza domande malgrado il proibizionismo americano. L'immagine che l'autore ci riflette mediante scene, dettagli accostati non a sproposito, colori, profumi e città rendono l'idea di essere di fronte ad una natura morta. La grande depressione infatti si avvicina inesorabile, la perfezione si sfuma ed i sogni dorati e sfavillanti mano a mano vanno scemando. Quando sulle feste che Gatsby tiene senza sosta nella sua reggia cala il sipario, l'atmosfera cambia precipitosamente.
Pochi gli eventi significativi che si susseguono nel racconto lasciando il dubbio di non conoscere mai chi si cela dietro il personaggio, cosa maschera. I soggetti non sono descritti a fondo, la penna dell'autore sembra creare delle sceneggiature, attivando tutti i sensi del lettore, a tratti in maniera quasi poetica, a tratti il romanticismo e il grande senso di solitudine primeggiano, come sul finale.
Nick è la voce narrante, dalle sue impressioni incerte scopriamo del suo approdo estivo a Long Island. Lui stesso viene a conoscenza delle vicende dalla cugina al vicino di casa.
La trama è di per sé semplice. Un amore di un mese tra una giovane di ottima famiglia, Daisy, la cui voce "ha il suono dei soldi" e Gatsby pronto a partire per la guerra, all'epoca senza risorse eccetto il consistente bagaglio di sogni, avventure vissute e tante da scoprire narrate senza sosta alla spensierata donna.
Passano cinque anni, lunghi o corti che siano, hanno portato aria di cambiamenti nelle vite di tutti. Gatsby ha costruito in modo lecito o meno, una grande ricchezza finalizzata al suo sogno: rincontrare Daisy, far rivivere il passato, far vivere quell'amore lontano. Quali saranno gli effetti di questa chimera?
Feste, sfarzo e balli nelle sfrenate notti alla villa di Gatsby che cosa lasceranno nel momento del silenzio? Durante la più cruda solitudine che impregna gli ultimi capitoli, chi resterà sotto un cielo plumbeo e piovigginoso?
La fama che lascia spazio al vuoto. Il passato che non si ricostruisce, il sogno svanito. Grandi sono i temi che affiorano e lasciano una traccia nel lettore dopo essersi immerso negli anni '20. Leggere un grande romanzo?! si, a mio parere.
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L'aldilà, le verità e le ricerche
L'altro mondo in che senso? La terra di chi non ha sepoltura, la terra rigogliosa di alberi dalle fronde che vibrano come battiti immersi in praterie, foreste di bambù ed un fiume limpido a farne da cornice.
Un mondo in cui si percepiscono sorrisi, lacrime che non esistono ma che toccano le anime in un contesto nel quale non ci sono differenze sociali, non ci sono odi, rancori e disumanità, non può che essere il regno dei defunti. Eppure tutto ciò appartiene alla terra di chi non ha sepoltura perché non non possiede una tomba nell'aldiqua.
Yang Fei ha poco più di 40 anni quando a causa di un'esplosione nella locanda in cui si trova, lascia questo mondo, dice addio alla Cina dei vivi. Nei 7 giorni successivi ci guida tra scheletri, ricordi, rancori, gioie e soprattutto sofferenze della vita che ha da poco abbandonato. Molte le vite che si intrecciano e si ritrovano nella terra di chi non possiede la tomba per riposare "in pace". Riposare in pace o vivere in eterno in questa landa rigogliosa è anche il dubbio che sorge tra gli scheletri.
Yang Fei vaga per 7 giorni alla ricerca di un uomo vestito con la divisa da ferroviere, nuova di zecca, zelante nel lavoro e dotato di un profondo senso di amore perché il legame padre/figlio non ha abbandonato le anime che restano dopo la vita. Un sentimento che merita essere scoperto fino al fondo del racconto.
La scrittura lineare, calorosa e molto evocativa di Yu Hua avvolge e accompagna il lettore ma la penna dell'autore non ci vuole parlare solo dell'aldila, bensì della Cina di oggi, delle incongruenze, scandali, mezze verità e del decadimento di principi e sentimenti. Il mondo dei vivi che ha perso l'umanità, che ha distrutto paesaggi e cuori e persone. I racconti infatti si intrecciano con molta sapienza ed in modo chirurgico toccano la cronaca, l'attualità e la denuncia. Un mondo di vivi che ha smarrito il senso di umanità, dell'aiuto reciproco. Persone sempre di corsa che non si ascoltano in cui tuttavia germogliano vite, piccole esperienze che lasciano le dovute speranze.
"niente parole, niente gesti, solo uno scambio di sorrisi muti. Sediamo in silenzio senza altro scopo se non avvertire che non siamo soli. Siamo insieme"
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Decidere, non decidere, amarsi o riderci su?
Viviana e Modesto i protagonisti di una commedia, di un amore travagliato sotto il marchio degli amanti. Due amanti che a modo loro si amano, si desiderano da anni e affrontano i dilemmi della doppia vita, dei sensi di colpa ma anche dello stallo in cui si sono cacciati. Viviana dopo un sogno per lei drammatico, non si da pace. Cosa sono loro due? Avranno mai una vita scandita dalla quotidianità come ogni coppia? E Modesto, il musicista, con pregi e difetti, con la sua prospettiva, cosa prova per Lei? Queste e altre domande si affollano per poi sfociare seduti davanti un analista, il quale a sua volta non è immune a problemi di cuore nella vita privata! Tante visioni sulle dinamiche della coppia si alternano e confrontano con uno spiccato senso dell'umorismo che accompagna il racconto. Il ritmo della narrazione è anche accompagnato dal tema della musica che ne da una piacevole nota. E cosa decideranno i personaggi? "Perché nessuno può aiutarci a prendere la decisione che non sappiamo prendere. Neanche noi due, pensa un po'. Neanche io che sarei il destinatario diretto della tua scelta, posso aiutarti a scegliere. E neanche tu puoi niente con me. "
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"Non vedeva nessuno. Non pensava che a se stesso"
Siamo sul finire del XIX secolo, aria di Naturalismo francese e scorci parigini fanno da cornice a uomini e donne della nuova borghesia e della nobiltà che sopravvive per lo meno nei titoli, al denaro che unge gli ingranaggi della stampa e degli affari politici.
Come raggiungere in tutto ciò il potere e la fama senza possedere doti particolari, titoli di studio o nobiliari, senza aver mai eccelso nella vita insignificante e mediocre della lontana periferia? Queste e altre sono le domande che Guy de Maupassant provoca nel tratteggiare e far vivere Georges Duroy. Abile e scaltro personaggio, arrivato nella Ville Lumière per ottenere i soldi tanto sperati. Uomo di scarne doti personali e professionali, non ha studiato ma che possiede uno spiccato fiuto per ottenere ciò che vuole con il fascino, i giochi, i calcoli di amicizie strategiche e di finti amori con donne giuste.
Le donne che si alternano hanno posizioni di rilievo ed amano amanti, si fanno ammaliare dal bel giovane che usa saggiamente parole appropriate. Donne diverse, le protagoniste. La signora de Marelle rappresenta, forse, l'amante ideale, compagna scherzosa, astuta che sa sdrammatizzare ma pungente e lamentosa verso Bel ami che non perde i vizi segreti. Non manca la figura femminile che rappresenta l'amore appassionato, pesante e snervante. L'autore è davvero sorprendente nel porre a fianco figure femminili differenti, non banali e da non sottovalutare.
I temi toccato sono sempre attuali e descritti saggiamente come i vizi di un arrivista pieno di sé, senza scrupoli ed invidioso in una società materialista intrisa di legami tra mass media, soldi e potere pubblico. Bel ami conquista donne e soldi. Bel ami ci ricorda che un libro scritto con uno stile impeccabile non perde occasione di essere il linea con i tempi che scorrono.
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Scontro casuale di destini
Cosa hanno in comune Madeline e Gaspard? Ognuno lotta contro dei demoni differenti ma i loro destini si incontrano, anzi si scontrano, nelle feste di Natale. La giovane poliziotta inglese infatti si prende una vacanza lontana da tutti, a Parigi, per mettere a posto idee e speranze legate anche al buon esito della fecondazione assistita cui si sottopone da tempo. L'uomo scrive pièces teatrali di successo, burbero, solitario, avverso alla tecnologia e alle persone, per lavorare meglio si rifugia, in inverno, nella ville Lumière chiudendosi in un appartamento a lui congeniale.
Imprevisto vuole che i due prenotino nello stesso posto, una splendida casa appartenuta ad un ex artista di fama internazionale, Sean Lorenz. L'incontro non desiderato crea tensioni e disagi ma bastano pochi elementi ed indizi a creare intrecci e scoperte. Madeline e Gaspard si scontrano con diversi interrogativi: dove sono sparite le ultime tre opere del defunto artista? Cosa collega la morte del piccolo figlio di Sean Lorenz che decretò l'inizio di una brutta caduta interiore per l'artista e i suoi amici di gioventù, ex graffittari Newyorkesi? I nostri due protagonisti rimangono sulle loro idee e attriti ma qualcosa li porta a cercare. Gaspard sembra immedesimarsi nella vita del defunto artista per andare a fondo nei misteri, mentre la poliziotta vorrebbe pensare a ben altri problemi personali. Malgrado ciò emergono nuovi personaggi, altre domande e curiosità. La scoperta del passato di Sean Lorenz creerà nuove prospettive prima inattese per Madeline e Gaspard.
Le zone buie di ogni personaggio trascinano il lettore alla scoperta costante di situazioni e sentimenti contrastanti senza creare confusione. Sullo sfondo l'arte, i colori, la luce e un bambino. Il finale ha un ritmo incalzante e la lettura risulta piacevole.
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Zampino felino nelle indagini
Si preannuncia una torrida estate napoletana, non banale per 4 giovani che intrecciano le proprie vite in un coloratissimo e strambo alloggio in Via Atri 36, in compagnia di un gatto nero e setoso, Mycroft al quale non manca nulla di felino, misterioso ed intrigante, rompiscatole ed affettuoso. Facciamo però un passo indietro e scopriamo che Ariel si é ritrova una mattina in mezzo a stanze abbandonate, mezze svuotate dall'uomo che credeva sarebbe stato il suo futuro, la stabilità e la sicurezza. Solo un biglietto scarno di addio e nulla di più. Andrea se ne è andato, la casa candida e perfetta diventa all'improvviso soffocante per Ariel ma le lacrime devono lasciar spazio alla sua nuova vita. La donna deve andar via di lì, la soluzione é in un alloggio condiviso con altri giovani tutti da scoprire. Un nuovo inizio per lei: c'è il giapponese e sgrammaticato Kobe musicista, gentile ma geloso ed irascibile alle telefonate con la fidanzata che vive nel nord Italia. Samuel Italo nigeriano, rappresentante di gelati che ammalia con lo sguardo e con i gesti la nuova coinquilina. La stupefacente Malú l'archeologa, fenomenale mente aguzza, sempre con la caffettiera in mano e il micio a fianco. Questa palazzina é ricca di altri personaggi come l'anziana e tecnologica professoressa Papararo che fa domande in latino ed è la vedetta di turno e la bellissima Teresa, giovane messicana, perfetta in tutto, musicista nell'anima e sposata con Alberto. Un fatto scuote la stabilità che pare tornata nella vita di Ariel, una morte, quella di Teresa. Suicidio? Omicidio? Malú con Mycroft che miagola in maniera molto chiara e Ariel non si lasciano sfuggire la grinta di capire malgrado il dramma degli eventi. Ariel é nel mentre costretta a confrontarsi con il suo recente passato, Andrea. Intuizioni, scene di vita e tanta voglia di vederci chiaro arricchiscono il racconto, i sentimenti e le emozioni. Una lettura che unisce un giallo alle vite di chi ci sta attorno, all'aroma del caffè e delle torte di mele, alle domande che producono le menti ed ai misteri che si celano dietro volti all'apparenza perfetti. Un piacevole libro che scorre regalando immagini cui non manca lo zampino felino. Personaggi e momenti di vita che hanno sapore di casa.
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Oltre alla purezza della neve
La morfologia di una valle chiusa tra le alte vette innevate riflette alla perfezione il temperamento degli abitanti diffidenti e restii verso gli estranei, pronti ad autotutelare la loro piccola comunità celando e negando le verità passate e presenti. Questo perché nascondere realtà scomode permette di non turbare le coscienze e di apparire senza macchie. Il paese di Travení, tuttavia, viene scosso da una serie di delitti caratterizzati da una violenza letteralmente animalesca. Adulti e bambini, vittime e complici su diversi livelli si alternano. I bambini sono il perno, l'essenza della vita e del divenire, vittime e spettatori combattivi.
Il commissario, Teresa Battaglia, inizia una serrata indagine per risalire al colpevole. La protagonista indaga nell'animo umano, nella psiche delle persone e allo stesso tempo combatte un'altra durissima battaglia personale. Il carattere di questa donna, forte, pungente verso i colleghi, a volte acida ma dall'animo profondo e sensibile emerge mano a mano che scorrono le pagine.
Un thriller ben strutturato in cui la trama é strettamente connessa al paesaggio circostante. Sembra infatti di vedere i riflessi cristallini del ghiaccio e della neve, sembra di sentire il vento freddo e pungente che soffia contro la pelle. In questa cornice emergono i segreti, passato e presente non hanno confini. Il colpevole che ha subito a sua volta dei soprusi viene analizzato senza però cadere in inutili sentimentalismi bensì scatenando delle reazioni e delle riflessioni nel lettore!
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La verità cercata, creata o voluta
Quanto vale la verità? La verità é quella ricostruita, cercata o creata magari ad arte? Carrisi con questo romanzo tocca temi sempre attuali che si incastrano e si avvicendano alla perfezione spaziando dal ruolo che gioca l'opinione pubblica sull'immagine della vittima e del (presunto o reale) carnefice fino alla facilità con la quale il pubblico muta quella stessa opinione, molto rapidamente.
L'influenza delle parole dei massmedia e dei social che fanno eco alla tragedia creano un alone di curiosità, mistero e show attorno ad un paese di montagna sotto le feste di Natale. A provocare il trambusto nella valle é la scomparsa di una sedicenne dai capelli rossi e lentiggini sul viso, Anna Lou. L'attenzione morbosa dei cronisti viene attirata e provocata dall'agente speciale Vogel, uomo attento al fascino, alle interviste e pronto a creare il suo piccolo destino. Il ritmo della narrazione si fa via via più stringato fino a provocare irritazione verso le diverse verità che si stratificato. Il creare la notizia con l'apparenza dei personaggi, l'additare il mostro ed il santificare chi di dovere rappresentano spesso i punti fermi per aumentare l'audience attorno alla tragedia mettendo via via da parte la sofferenza che strazia la famiglia Kastner che nulla sa circa la figlia scomparsa.
La nebbia avvolge il paesaggio e sembra il riflesso di vecchi eventi drammatici, ricordi e vissuto di persone coinvolte. "La notte in cui tutto cambio per sempre" é solo un inizio a ritroso nel tempo e nelle menti dei personaggi.
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Il riflesso della bellezza
Tutto ha inizio, sfuma e scorre sulla tela che ritrae i lineamenti affascinanti e raffinati del giovane aristocratico che ispira come una musa la mano dell'artista ed amico Basil Hallward. Quando Dorian Gray riceve il dipinto che lo ritrae, ammira se stesso nelle pennellate e non ha dubbi, parte una supplica, un desiderio dentro sé affinché il suo viso, i suoi tratti bellissimi, non vengano scalfiti dal fatidico scorrere del tempo. La preghiera non resta inascoltata, il ritratto subisce i segni degli anni che passano mentre nella vita Dorian Gray scopre quanto potere esercita la bellezza eterna. Inizia una vita di scoperte, eccessi non privi di spiacevoli effetti in coloro che ne subiscono le attenzioni.
Donare l'anima in cambio della bellezza, dei piaceri assoluti e della vanità sfrenata ha tuttavia conseguenze inattese. Il protagonista subisce il dominante fascino del criptico e riflessivo Lord Henry e a mano a mano che le vicende si susseguono emerge un Dorian Gray sempre più svuotato nel cuore. Nelle notti insonni riemergono i fantasmi di episodi malvagi ed i terrori, le visioni e l'orrore davanti allo specchio che riflette un aspetto magnifico quanto orrendo dietro e dentro. Lo specchio donato dal caro Lord Henry viene infranto e il cerchio si chiude o si riapre per tornare al famoso ed inscindibile legame del corpo/anima.
Un classico che scorre nella trama e nei pensieri sull'arte, la natura umana, passioni e paure, che prendono voce dai protagonisti. Un viaggio nella penna di Oscar Wilde che merita assaporare!
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LA SOMMA DI 2+2..
Come rimanere in un certo senso destabilizzati, arricchiti di riflessioni e perplessità su molti temi attualissimi, ecco la prima impressione a conclusione di 1984. La trama di uno dei romanzi distopici per eccellenza è risaputa. il Grande Fratello incombe e sorveglia una società angosciante sotto tutti i punti di vista. L'assenza di libertà, unitamente ad una prospettiva orrenda che caratterizza cittadini, famiglie e valori spingono il protagonista (e trascinano il lettore) a pensare, sperare, sognare oltre alla realtà asettica...ma nulla è lasciato al caso. Orwell ci descrive infatti i dogmi ed i tre cardini del Partito, il susseguirsi degli eventi storici che hanno condotto a tutto ciò e motiva le ragioni per le quaili il Grande Fratello non cesserà.
I collegamenti con l'attualità sono innumerevoli, tra le righe sorgono dubbi, domande e pensieri. Quanto possiamo essere controllati, si pensi alla geolocalizzazione, alle innumerevoli telecamere di videosorveglianza, ai nostri pagamenti con carte e bancomat, alla pubblicità mirata grazie ai nostri dati in rete etc. Dove finiscono e dove iniziano le nostre libertà? Il passato e gli insegnamenti che se ne possono trarre sono una ricchezza preziosa e questo emerge costantemente dalla lettura.
Un altro tema riguarda il vocabolario della "neolingua" che viene costantemente ridotto per evitare di interpretare le parole, per escludere così "lo psicoreato", cittadini che eseguono e si esprimono senza dover pensare. Ciò non può non far riflettere sulla comunicazione massiccia mediante slogan e frasi fatte in cui conta di più la forma del contenuto.
La lungimiranza dell'autore spazia anche su concetti quali il consumismo, la produzione di beni e la relativa distruzione nonchè la guerrra costante e la manipolazione di dati e fatti da propinare ai cittadini. Il "bipensiero" diventa una regola pacifica e nessuno sembra porsi problemi..
Infiniti collegamenti da un romanzo che personalmente ho apprezzato moltissimo. A mio avviso la conclusione non poteva essere diversa, a chiusura del ragionamento che Orwell con lungimiranza e precisione intende esprimere.
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Non solo minatori
Zola permette di tuffarci nel clima del Nord della Francia in mezzo ai minatori, ai pericoli del sottosuolo, alle sofferenze ed agli slanci di molte famiglie. Bambini, donne, ragazzi e uomini che ogni mattina scendono nelle viscere della terra.
Le piccconate non cessano mai di stancare i muscoli mentre i polmoni, gli occhi, la pelle e le vite stesse sono velate di polvere ed umidità fin nelle anime.
Amori, promiscuità, invidie e tare delle famiglie si alternano trascinando il lettore nella scoperta dei personaggi.
Stefano Lantier conduce il paese di minatori in una lotta serrata contro la compagnia mineraria che continuamente abbassa i salari. I risultati di tale resistenza però sono tutt'altro che scontati.
Lo spaccato di una società che presenta molte crepe ma anche grandi slanci di furore. Dai personaggi prendono voce visioni differenti sulla lotta di classe e l'autore non manca di sottolineare i timori e gli stratagemmi della borghesia nonché le aspirazioni di crescita del protagonista.
"Chi era dunque il colpevole? E appunto questa domanda, che Stefano rivolgeva a se stesso."
Lettura che fornisce interessanti prospettive su numerosi aspetti sociali.
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Piccola visione e versione del nemico
Sabotaggio d'amore non manca della scrittura sferzante dell'autrice. Filo conduttore é la guerra, anzi la Seconda Guerra Mondiale mai finita, senza pietà tra bande di monelli nel ghetto delle famiglie di diplomatici di tutte le nazioni in una Pechino all'inizio degli anni '70. La protagonista che si crede il centro del Mondo combatte attivamente e gloriosamente ma scopre un amore di origini italiane che la mette a tappeto per l' indifferenza. Scopre così la sofferenza. Un amore che al tempo stesso però trasmette molti insegnamenti che Amélie non mancherà di sfruttare nel futuro.
L'autrice a tratti fa immergere nella visione combattiva dei bambini sempre alla ricerca di nuove tattiche e astuzie, torture e scaramucce; a tratti invece delinea l'orrendo ghetto grigio senza verde, l'isolamento rispetto ai cinesi e la sua personale idea di comunismo. In tutto ciò la descrizione degli adulti guasta feste non lascia scampo e la piccola Nothomb non si smentisce! Tanti spunti e punti di vista. Un po' autobiografico, un po' irriverente, un piccolo "sabotatore" a "cavallo" nella città dei "ventilatori"!
L'autrice o la si ama o la si odia, ho letto molto di lei e preferisco altri libri ma questo scorre e rende bene l'idea di una Amélie maschiaccio e piena di carattere, che impara le lezioni di amore e sofferenza! "prendete una banda di ragazzini di tutte le nazionalità: rinchiudeteli insieme in uno spazio ristretto e cementificato. Lasciateli liberi e senza sorveglianza. Chi suppone che i ragazzini si daranno la mano con amicizia é davvero ingenuo"
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Il fuoco che accende i pensieri
Quasi si sente l'odore del fuoco che inebria i pompieri mentre bruciano i libri poiché causa di turbamento della felicità in una società di rumori, velocità, tivù, cultura in pillole. La società con la scusa di rendere sereni i cittadini bandisce infatti le letture che provocano pensieri e reazioni emotive. I classici sono rivisitati, ridotti in poltiglia e svuotati di significato per mantenere gli animi piatti, pronti a farsi riempire dalla "Famiglia" degli schermi.
Montag però è perplesso, non accetta quella vita di alienazioni e la forza del pensiero si accende in lui. Si chiede se i pompieri abbiano sempre appiccato fuoco o se, come ha sentito dire, in passato spegnevano roghi. Si susseguono aneddoti, velocità e corse. L'acqua del fiume come passaggio che trasporta, lava e purifica il protagonista in fuga dalla città. Una città che non si accorge della guerra imminente ma é preoccupata di dare la caccia all'ex pompiere.
Montag scopre che il fuoco non sempre brucia ma può anche illuminare e scaldare volti di una manciata di uomini..Senza svelare finale.
Come non pensare alla tivù, rumori costanti, pubblicità martellante per riempire vuoti e vite? Le facili distrazioni sono alla portata di tutti senza creare pensieri né turbamenti, meglio la piattezza delle menti! Concetti che sono sempre attuali! La "Famiglia" che dagli schermi chiama per nome lo spettatore solitario seduto in salotto sembra preannunciare la eco dei social e le realtà virtuali(fino a che punto virtuali?) che sembrano conoscerci per nome ed abitudini.
E i libri? Leggere e rileggere. Consigliatissimo
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