Opinione scritta da martaquick
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LA VITA 15 ANNI DOPO
I testamenti vuole essere il "seguito" del famoso racconto dell'ancella scritto dalla Atwood circa trent' anni fa.
Lei stessa ci spiega che i suoi lettori le domandano: che fine ha fatto Offred? Cosa è successo?
Ci sono delle premesse da fare a mio parere prima della lettura del romanzo. Bisogna considerare prima di tutto che la scrittrice non è più la stessa, gli anni sono passati sia per lei sia per la sua storia; i tempi sono cambiati, se per l'epoca del racconto dell'ancella i temi trattati erano innovativi ed estremi, oggi con i telegiornali e i fatti della quotidianità come maltrattamenti alle donne, abusi di potere e corruzione non sono più tanto sconvolgenti.
Detto questo la Atwood ci propone non una storia di un singolo narratore ma una serie di testimonianze scritte da persone che hanno partecipato oppure vissuto le vicende di Gilead, i nuovi Stati Uniti a regime patriarcale.
I documenti sono stati scritti e raccontati da 3 persone ben diverse tra loro in un periodo di circa 15 anni dopo le vicende del primo romanzo: Zia Lydia, una delle leader del nuovo stato, una delle poche donne che ancora hanno qualche potere; Agnes, una ragazza cresciuta a Gilead ; Daisy/Jade/Nicole cresciuta in Canada al sicuro dalle terribili vicende dello stato vicino.
Quello che mi è saltato subito all'occhio dopo aver letto molti romanzi di Margaret Atwood è che questo è leggermente meno "Atwoodiano " nel senso che lo stile dell'autrice è meno marcato, mi è sembrato molto più romanzato del solito e i personaggi delle due ragazze sono molto semplificati, mentre invece mi è piaciuta Zia Lydia, il suo lato buono molto ben mascherato dai suoi giochi di potere e di astuzia, la sua crudeltà che non è finta ma è dettata dalla necessità di sacrificare molto per salvare le donne dal loro futuro nello stato di Gilead.
Le trame si intrecciano e per me ci sono state delle sorprese inaspettate, scoprire che Nicole è la figlia di Offred e Nick, nascosta per anni in Canada da persone facenti parte dell'organizzazione Mayday e anche Agnes figlia di Offred e del precedente marito, cresciuta a Gilead da genitori adottivi.
È stato strano leggere queste vite frutto della donna che ha lasciato la prima testimonianza nel racconto dell'ancella..un filo conduttore che ci porta a reincontrare Offred ma solo per qualche riga di una pagina.
Sicuramente un personaggio forte come lo era Offred nel primo romanzo la Atwood non è riuscita a darcelo ed è anche palese che i testamenti non sarà mai altrettanto audace e d'impatto ma ciò non toglie che la storia si faccia leggere e dà una specie di conclusione al mondo di Gilead e alle sue vittime.
Ultimo appunto che mi sento di fare è che ho sentito una forte influenza della serie tv nelle pagine del romanzo.
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Un inizio
L'ombra del torturatore è il primo romanzo di una serie abbastanza sconosciuta in Italia, il ciclo del Libro del Nuovo Sole.
Siamo in un futuro o tempo imprecisato, in un mondo che non sembra più il nostro con un sole tenue e timido, un'atmosfera cupa e misteriosa in una specie di scuola per giovani futuri torturatori.
Il protagonista Severian si accinge a diventare apprendista in questa "arte" che consiste nel sottoporre delle persone, chiamate clienti, a pene strazianti in base alla decisione di colui che ha commissionato l'incarico ai torturatori.
Severian è un giovane che si applica agli studi e si attiene alle regole finché non succedono due fatti importanti, l'incontro in un cimitero con un uomo particolare a cui salverà la vita e dall'altra parte la morte della cliente Techla di cui si era innamorato portandolo a disobbedire alle regole della scuola.
Il suo esilio lo porterà all'inizio di un viaggio in cui ci sono avventure e nuovi personaggi ma quasi tutto ruota attorno alla sfida che riceverà da un armigero in una piccola città.
Il romanzo è molto particolare sia come ambientazione sia come scrittura, di sicuro non si può dire che si trovino libri simili ma quello che mi ha costretto a dargli un voto mediocre è tutto il percorso centrale in cui il protagonista deve cercare un'arma per rispondere alla sfida dell'armigero. È davvero troppo lunga la parte della ricerca che lo porta da un posto all'altro, sembra come rimbalzare da un personaggio ad un altro senza senso.
Un'altra causa del mio parere è il finale del romanzo che lascia davvero troppo la trama stroncata, un lettore si vede costretto a iniziare il secondo per sapere come prosegue come in ogni serie di romanzi ma qui mi sembra troppo forzato il proseguimento. Un buon romanzo anche se parte di un ciclo di libri a mio parere dovrebbe essere piacevole anche a sé stante.
Dopo questa serie di considerazioni credo che leggerò il secondo romanzo ma non sento una grande urgenza ad iniziarlo.
L'ANTIPATIA PER OTTILIA
Il secondo grande classico che ho scelto di leggere quest'estate è le affinità elettive di Goethe.
Che dire? Mi aspettavo di più, forse una trama più forte, invece il romanzo è quasi un'analisi di una coppia non più giovane che viene "rovinata" da che persone esterne. L'amico del marito, il capitano, entrerà in forte sintonia con la moglie, e la protetta di quest'ultima conquisterà il cuore di Edoardo, il marito.
L'autore ci dimostra come un uomo o una donna non possano quasi comandare il loro bisogno di trovare un'anima affine, una persona vicina che comprende sentimenti e necessità e passioni.
Non sono pienamente d'accordo con l'autore perché gli impulsi si possono dominare e anche le emozioni, basta volerlo. Anche se Goethe non ci dice se qualcuno è nel giusto o nel sbagliato , ci spiega solo i passaggi e i pensieri dei personaggi e da come cosa nasce cosa.
I protagonisti Edoardo ed Ottilia, ossia il marito e la ragazza di cui si infatua, non mi sono minimamente piaciuti, anzi ho trovato pesante leggere i loro capitoli; Carlotta, la moglie , mi ha ispirato subito fiducia e simpatia, una donna con i piedi per terra e con la fedeltà nel sangue, il Capitano invece mi ha lasciata indifferente.
Forse la forte antipatia per il personaggio di Ottilia mi ha rovinato la lettura che di certo è ricercata e ben strutturata, ma purtroppo non mi ha appassionato.
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LA MIA UMILE OPINIONE
Ultimamente ho voglia di classici e senza essere particolarmente convinta ho iniziato il grande Gatsby.
A malincuore per tutte le persone che amano e adorano questo romanzo devo dire che a me non è piaciuto molto.
Non voglio stroncare un romanzo che è ritenuto un capolavoro della letteratura e studiato e da critici e acculturati anche perché io sono una semplice lettrice, ma non mi ha colpito, non mi ha preso se non le poche pagine centrali in cui sembra quasi che finalmente inizi il colpo di scena del romanzo, non mi ha dato quella voglia di leggerlo tutto d'un fiato.
L'ho trovato lento all'inizio, quasi noioso. Quando capiamo lo scopo di tutte le feste di Gatby mi è sembrato di iniziare a prenderci gusto per poi scoprire il suo piano di ricongiungimento con la sua amata di un tempo passato che in realtà è una persona frivola e distratta. Ma poi in realtà anche Gatsby è tutta apparenza e poca sostanza. E Nick spettatore finto innocente ma che prima aiuta un tradimento coniugale e narra la vicenda con aria di stupore e ammirazione, poi critica e sdegna quasi l'oggetto della sua adorazione e infine dopo la tragedia di nuovo è la persona che difende e veglia la fine dell'"amico.
Sicuramente è parte del ciclo narrativo questa creazione del mito e poi distruzione e certo è che la scrittura fine e essenziale non vuole creare un romanzo avvincente ma questa serie di sensazioni durante la lettura non mi hanno reso piacevole la storia.
Ripeto che la mia è un'opinione e di sicuro non pretendo di avere ragione.
Il mondo è bello perché è vario e grazie a questo abbiamo tanti libri e tante storie che possono piacere o non piacere!
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LA VITA DOPO ERIKSON
Ebbene sì, dopo 5 anni di lettura ho terminato la saga dei caduti Malazan.
Mi ci sono voluti anni perché i libri sono di circa 1000/1300 pagine l'uno e sono romanzi ricchi che non si possono prendere alla leggera.
Ora posso dire: cercate una saga di intrattenimento, da leggere come passatempo? Non leggetela. Cercate una serie di romanzi stile trono di spade o Harry Potter (che a me sono piaciute moltissimo)? Non leggetela.
Siete alla ricerca di un mondo intero pieno di storie, popoli e razze, dove il bene e il male non sono come il bianco e il nero, con una cinquantina di storyline aperte e non per forza autoconclusive? Ok, potete iniziare.
L'ultimo romanzo è intitolato il Dio Storpio che ho sempre pensato fosse il nemico finale. Ebbene anche stavolta Erikson mi ha fregato e finalmente ho capito perché i libri sono chiamati storie tratte dal libro Malazan dei Caduti. I caduti sono coloro che sono morti nell'arco di tutti i romanzi per aiutare il Dio in questione, chiamato anche il Dio Caduto.
Ho capito l'amore di Erikson per l'antropologia grazie alle meravigliose razze che ha creato. Ho imparato mappe di un mondo che non ha fine. Ho sentito il cameratismo tra soldati, il coraggio delle vittime, la fiducia e il rispetto verso il proprio alleato.
Quest'ultimo romanzo ha un'intenso finale, le ultime 300 pagine rapiscono il lettore e commuovono.
Ovviamente anche una saga di questo livello ha dei difetti ma sinceramente credo che pochi autori possano reggere il confronto con il genio di Steven Erikson.
Grazie per aver creato questa maglia e che Hood ti prenda se smetti di scrivere, Erikson!
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UN MIX TRA IRONIA E CITAZIONI
Mi piace Alice Basso, mi piace come scrive senza essere pretenziosa, mi piace la sua ironia e i suoi personaggie in questo quarto romanzo della serie con protaginista Vani Sarca mi sono molto divertita.
Non è la classica tipologia di libri che leggo ma ho trovato in quest ' autrice una scrittura frizzante , una vera amante della letteratura con le citazioni che ci fornisce nei vari romanzi, insomma una persona che conoscendo la potrebbe avere molte cose in comune con me.
Aggiungiamoci poi che la protagonista Vani viene descritta come una Lisbeth Salander all'italiana (personaggio della saga Millennium che ho adorato) ha fatto breccia su di me come lettrice.
In questo romanzo in specifico ritroviamo tutti o personaggi già conosciuti, in particolare l'ex fidanzato Riccardo che viene minacciato di morte. Vani si impegnerà controvoglia a rintracciare il colpevole insieme al suo nuovo fidanzato, il commissario Berganza. Devo dire che sotto sotto a me piace ancora molto il personaggio di Riccardo sebbene sappia cos'ha combinato nei volumi precedenti.
La trama centrale è circondata da varie altre sottotrame: l'adolescente Morgana e il suo primo amore, la sorella di Vani e la sua separazione e la vita privata di Vani, difficile da ritagliare ma che diventa finalmente possibile e reale.
È il romanzo in cui ho trovato più messaggi per il lettore, una specie di positività e invito all'amore, all'integritá morale e alla bontà verso il prossimo nonostante sia risaputo che la civiltà e i suoi valori siano in continuo degrado e decadimento.
Il finale delle indagini è forse leggermente scontato ma mi è piaciuto lo stesso , mentre il finale del romanzo in sé è stato molto più interessante.
Consiglio quest'autrice perché sa scrivere, sa divertire e anche perché no, appassionare.
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MAI MENTIRE L'UNA ALL' ALTRA
Un messaggio criptico arriva alla protagonista Isa "Ho bisogno di voi" e da qui parte il romanzo che ho trovato piacevole e scorrevole ma abbastanza leggero, non la definirei una lettura impegnativa.
Isa ha un passato che ha cercato di rimuovere, un passato di bugie e mezza verità trascorso con le sue migliori amiche della scuola, Kate, Thea e Fatima.
Kate è sempre stata quasi una capogruppo, lei proponeva le uscite di nascosto, lei ospitava le amiche nella sua casa vecchia e pericolante in riva al mare, era suo padre Ambrose (nonché professore di arte nel loro istituto) che assisteva alla crescita delle quattro amiche.
Un giorno la loro amicizia viene scossa dall'apparente suicidio di Ambrose, ritrovato da Kate. Quest'ultima decide di chiedere aiuto alle amiche perché essendo minorenne teme di essere spedita in una casa famiglia e di essere separata dal suo "fratellastro", che in realtà non ha nessuno dei genitori in comune con Kate.
Diciassette anni dopo Isa si ritrova a tornare nei luoghi della sua gioventù e dove lei e le sue amiche giocavano al gioco delle bugie. Ma ora Isa capisce che tutte le loro menzogne verranno a galla insieme ad altri misteri che lei non poteva nemmeno immaginare.
Il racconto è ricco di flashback che spiegano l'adolescenza delle protagoniste e quello che è successo inizialmente viene solo accennato, diviene man mano più evidente mentre si prosegue con la lettura.
Ho trovato un po' scontata la conclusione del romanzo ma nonostante questo mi è piaciuto, l'ho trovato ben distributo, forse qualcosa si poteva accorciare ma in generale è un buon thriller di quelli che ti tengono incollato alle pagine.
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IL PREZZO DELLA GENIALITÀ
Il quarto romanzo di Wells che ho letto è quello che ho preferito maggiormente e devo dire che lo scrittore mi stupisce ogni volta per la sua genialità e creatività.
Considerando che i suoi romanzi hanno quasi cent'anni lo considero un vero genio per la sua epoca e un grande uomo di cultura.
L'uomo invisibile è il racconto di un esperimento del protagonista , uno scienziato che dedica i suoi studi alla fisica e alla ricerca della formula per rendere la materia invisibile.
Una volta trovata non esita ad applicarla su sé stesso per scopi non proprio onesti.
Il romanzo inizia con la presentazione dell' "aspetto" dell'uomo che per vivere deve acconciarsi nei modi più assurdi: un cappello, dei grandi occhiali da sole, un naso finto e una sciarpa per coprire la bocca, un grosso cappotto e guanti. L'uomo misterioso alloggia in una pensione e la proprietaria, curiosa, spia questa persona strana e irascibile.
A causa della padrona ficcanaso inizieranno una serie di rocambolesche avventure per il protagonista che sicuramente non è una brava persona, attacca la gente e non si cura di far del male al prossimo per salvarsi.
La sua fuga dal paese lo porta a casa di un ex compagno di studi, il dottor Kemp, e qui veniamo a conoscenza della lunga storia che ha portato Griffin all'invisibilità, la difficile situazione economica e i sacrifici per studiare e vivere dignitosamente.
Griffin si fida dell'amico di vecchia data ma costui ha già tremato alle sue spalle chiamando la polizia. Kemp ha paura delle idee folli di Griffin che vuole dominare il mondo con un regime di terrore grazie alla sua invisibilità.
L'epilogo del romanzo, con il cacciatore che diventa cacciato, è adatto al romanzo, visto che Griffin è presentato in chiave negativa e il resto delle persone sono i cosiddetti buoni, ma io per quanto abbia provato antipatia per il protagonista non mi aspettavo questa conclusione.
Dall'inizio alla fine questo romanzo mi è piaciuto moltissimo e l'ho trovato ben organizzato nella narrazione da tutti i punti di vista.
Complimenti a Wells per la sua scrittura!
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TOM ED HESTER SHAW
Il secondo volume della serie di Macchine Mortali di Reeve si rivela molto piacevole anche se non come il primo.
Ritroviamo Tom ed Hester dopo i fatti accaduti a Londra 2 anni prima, i ragazzi sono innamorati e vivono le loro avventure e alla giornata.
Rimane però l'eterna lotta tra le città Trazioniste (città su ruote che sopravvivono divorando le altre) e la lega Anti-Trazionista che combatte per il ritorno dell'uomo alla origini vivendo sulla terra senza distruggere l'ambiente e le altre popolazioni.
I protagonisti per fuggire dallo Stormo Verde, un ramo della lega Anti-Trazionista, si rifugiano ad Anchorage, una città del nord che vive sulle ruote ma non è una predatrice.
La città è descritta in maniera splendida e nella mia fantasia è un luogo incantevole, un posto di ghiaccio e Dèi e la nobile margravia è colei che guida il popolo.
L'infatuazione di Tom per quest'ultima è l'atto scatenante di una serie di eventi a catena: la gelosia di Hester che svela la posizione di Anchorage alla città predatrice e schiavista di Arkangel, il pentimento poi della protagonista che vuole salvare la città e l'amato ma viene catturata dallo Stormo Verde (Che ha un grande segreto da nascondere); la comparsa di "parassiti da città " che infestano le retrovie delle macchine ma che si riveleranno poi parte delle avventure degli stessi Tom ed Hester.
Insomma un'insieme di fantasia e piccoli colpi di scena che tengono il lettore curioso di sapere che fine faranno i protagonisti.
Hester è una ragazza forte ma in questo volume riconosce parte della sua natura e delle sue origini mente Tom, eterno ingenuo, pagherà la sua ostinata fiducia negli altri.
La saga è semplice ma secondo me merita di essere letta.
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MOLTE VITE IN UN ROMANZO SOLO
Reincarnation Blues è una piccola perla che ho letto davvero con molto piacere.
È un romanzo particolare difficilmente etichettabile, non si può catalogare come storico o Fantasy o fantascientifico.
È un racconto a sé con un mix di elementi che creano una storia divertente ma anche profonda e parla anche d'amore per la vita e per le persone.
Il protagonista Milo ha vissuto una marea di esistenze con l'obbiettivo di arrivare alla perfezione e diventate un tutt' uno con il mondo, l'alternativa è diventare il nulla. Milo ogni volta che rinasce ricorda frammenti o interamente le sue vite precedenti e l'autore ci accompagna a conoscere le varie persone (o animali e piante) che è stato, dal passato al presente fino al futuro.
L'ostacolo più grande di Milo per la sua ricerca della perfezione e quasi la voglia di morire; sì perché la morte si chiama Suzie e nei secoli tra i due è nata una relazione e il protagonista non riesce ad immaginare la sua vita senza l'amata quindi preferisce morire e passare i momenti tra una reincarnazione e l'altra con lei.
Quando scoprirà di avere a disposizione le ultime 5 vite per farcela o scomparire Milo è combattuto: come può rendere la sua vita perfetta senza Suzie? E come può pensare di farcela e raggiungere il Tutto cosmico per non poterla rivedere mai più?
Qui gioca anche un ruolo importante la scelta della morte Suzie che rinuncia a molto per aiutare il suo amato Milo.
La conclusione è stata davvero tenera se mi passate il termine, come se l'autore volesse dirci che la vita ha molte sfaccettature ma in due si è sempre più forti che da soli.
Questo racconto di vite (alcune veramente bellissime da leggere) parla di temi importanti ma non vuole essere pretenzioso, anzi, risulta quasi leggero nonostante le sfaccettature religiose.
Lo consiglio!
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INTRECCIO FORZATO
Un romanzo che vede le vite di cinque donne che si intrecciano nel Global Hotel.
Si parte con lo spirito di una ragazza morta e come inizio mi è piaciuto e lo stile dell'autrice, sicuramente diverso dal solito e con esperimenti letterari, mi ha trascinato nel proseguire la lettura.
In seguito però gli altri personaggi non mi hanno dato la stessa sensazione, ho trovato noiose le altre storie e l'intreccio delle vite secondo me è davvero forzato.
Ho fatto fatica a finire la lettura e non mi è piaciuto il romanzo.
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PICCOLA DELUSIONE
Era da tempo che volevo leggere Gaiman e soprattutto questo American Gods. Le mie aspettative erano molto alte forse e purtroppo sono stata leggermente delusa.
Indubbiamente lo scrittore ha fatto un attimo lavoro di ricerca sui miti e leggende e divinità antiche. Non si può negare che lo stile è di quelli che non lasciano spazio a critiche, il lettore viene accompagnato insieme al protagonista verso un mondo di déi e creature mitologiche in modo magistrale.
Ma..il racconto non mi ha preso come mi aspettavo. Ho trovato il percorso verso la guerra tra divinità antiche e quelle nuove troppo lungo. Tante cose non vengono dette e molto viene lasciato al mistero. Il finale chiarisce alcune cose ma mi ha lasciato con l'amaro in bocca, credo che il colpo di scena che doveva esserci non ci sia stato per me.
Non nego che alcune perle di questo romanzo mi siano davvero piaciute, anche l'analisi dell'autore sul mondo moderno con le nuove divinità che impersonificano tecnologia, media e televisione, ma nulla da fare, mi sono dovuta impegnare per finirlo.
In conclusione credo che questo sia un romanzo che non fa per me ma voglio dare un'altra possibilità a Gaiman in futuro.
TRAGICHE COINCIDENZE
Penultimo capitolo della saga di Erikson, la Polvere dei Sogni è il primo libro che ho trovato ostico della serie.
In questo romanzo Erikson continua le vicende dei Cacciatori di Ossa, la loro marcia dopo la conquista dei Letherii verso le Terre Desolate. Cosa aspetta i nostri soldati in quelle terre dimenticate e remote?
La marcia è lunga e a mio parere Erikson si è dilungato un po' troppo con le storie sugli alleati e nemici dei Cacciatori, ho trovato leggermente pesanti le parti riguardanti i Barghast, un popolo di lottatori anche se la loro fine è stata davvero un colpo di scena con l'arrivo inaspettato di un Dio Antico. Davvero una comparsa spettacolare.
Altri personaggi e popoli continuano la loro lotta per la vita e il grande scontro finale vede quasi un tutti contro uno, un nemico potente che polverizza le armate con magia e forza bruta. Il sacrificio finale, anch'esso davvero inaspettato, è una specie di conclusione per la storia di un personaggio che conosciamo dai primi volumi.
Molto interessante anche il potere dei forkrul Assail che era rimasto molto nebuloso nei libri precedenti, la loro forza che risiede nella voce.
Diciamo che è difficile spiegare in qualche riga l'epicitá della saga dei caduti di Malazan, bisogna leggerla per capirla e conoscerla e magari rileggerla per saperla raccontare.
Mi accingo a leggere l'ultimo volume con curiosità ma anche un po' di tristezza, perché poi avrò terminato una serie che non ha eguali.
LA VERSIONE DI PENELOPE
Molto piacevole questo breve romanzo / racconto di Margaret Atwood che prende in mano la storia di Odisseo dal punto di vista di sua moglie Penelope.
Come sappiamo dagli insegnamenti scolastici Odisseo (cioè Ulisse) ha fatto un lunghissimo viaggio che ha coinvolto sirene, magia e mostri sovrumani ed è passato alla storia. Ma cosa sappiamo della moglie Penelope?
Lei era a casa da brava ad aspettare il ritorno del marito, tesseva la tela che disfava ogni notte per ingannare i pretendenti alla sua mano. Ma aldilà di tutto questo chi era veramente?
La Atwood con un divertente approfondimento ci descrive i vent'anni di Penelope, in una patria che non era la sua circondata da persone che non erano la sua famiglia, denigrata in quanto donna, madre di un figlio che non conosce il padre.
Penelope però dimostra negli anni di avere tenacia anche sopportando le disgrazie della sua vita, la morte dei suoceri che la costringe a prendere in mano l'economia del suo territorio e l'organizzazione della servitù e del commercio.
Molti anni dopo la partenza di Odisseo alla Corte iniziano ad arrivare dei pretendenti per la mano di Penelope perché tutti danno per morto il marito; la moglie devota però inventa degli inganni per evitare di dover scegliere un uomo e prega per il ritorno del marito.
In poche parole Penelope diventa una padrona di casa che sa il fatto suo, in qualche modo se la cava con i pochi mezzi a disposizione pur essendo una donna, che in quel periodo storico sappiamo com'erano considerate.
Il titolo del romanzo, il canto di Penelope , non è in particolare riferito a quest'ultima ma alle sue dodici ancelle che negli anni la aiutano ad scoraggiare i pretendenti inventando false storie sul suo conto e che ogni notte la aiutano a disfare la tela; quando finalmente Odisseo torna a casa le impicca tutte brutalmente non sapendo la realtà dei fatti e nemmeno curandosi di chiedere chiarimenti alla moglie. La scrittrice inserisce delle brevi poesie che sono il canto delle povere ancelle morte.
L'epilogo divertente che inventa la Atwood, tipico della sua irriverenza e originalità, lo adatta ai giorni nostri in un'aula di tribunale in cui le ancelle accusano Odisseo e lui si difende sostenendo le sue giuste accuse.
La povera Penelope dall'aldilá osserva la causa, piange le sue ancelle e ancora aspetta il marito anche in paradiso.
RITORNANO I QUATTRO DI EDIMBURGO
In un viaggio in Scozia, ad Edimburgo, ho scelto come compagnia il nuovo libro di Irvine Welsh, intitolato Morto che cammina, il terzo capitolo che racconta la vita di quattro "amici": Renton, Spud, Sick Boy e Begbie.
Chi non conosce il famoso film Trainspotting? Io mi sono innamorata del primo romanzo con lo stesso titolo da cui hanno tratto il film; il secondo capitolo, Porno, non mi aveva entusiasmata anche se i personaggi di Welsh mi piacciono moltissimo, sono profondi anche se non lo sembrano e leggermente rozzi, infatti la scrittura è un po' un gergo ( la traduzione italiana cerca di riportare il linguaggio usato dall'autore). Il terzo capitolo mi ha preso talmente tanto che l'ho terminato in un baleno.
Ritroviamo dopo tanti anni di nuovo i nostri protagonisti nelle loro assurde e frenetiche vite: Mark Renton agente di Dj tra un volo e un fuso orario non si sente di vivere appieno la sua vita ma, diciamolo, è il perenne insoddisfatto di sempre; Simon detto Sick Boy è il solito donnaiolo ma estremizzato, gestisce una app per cellulari di escort e si intrattiene con donne di ogni tipo, affascinandole e poi scaricandole. Begbie da violento psicopatico è diventato un artista di fama internazionale e ha scelto una vita migliore, non beve e non da più di matto e ha un bellissima moglie con due bambine; Spud invece è alla deriva, elemosina per strada non avendo più un soldo e invidia i suoi amici per la loro presunta realizzazione.
Chi è il morto che cammina? Non si fatica a capire già da queste premesse ma secondo me lo sono un po' tutti e quattro.
Renton ha una relazione quasi stabile ma da perenne insicuro non la sa gestire e nemmeno riesce a controllare la sua vita, è sempre in balia dei suoi vizi di droga e dei suoi dj che lo fanno dannare. La storia però approfondisce il suo essere "un bravo ragazzo", come lui non vuole essere definito, la sua continua ricerca di una stabilità nella vita. Devo dire che Rent è sempre stato il mio personaggio preferito e sempre lo sarà.
Begbie trattiene di continuo i suoi istinti scegliendo di dire no alla violenza e all'alcol e sfoga la sua indole nell'arte con sculture assurde di persone mutilate, ma bisogna dire che ce l'ha fatta,ha una vita realizzata ed è ricco. Ho trovato un messaggio tra le righe da parte dell'autore come per farci capire che ci si può sempre redimere dai propri errori e avere una vita soddisfacente.
Sick Boy è superficiale e tratta le donne come oggetti ma quando ritrova il vecchio amico Mark è come se quasi rinsavisse, per poi tornare ad essere l'approfittatore e dimostra che la vendetta e il tornaconto personale per lui sono sempre davanti a tutto e a tutti. é lui che a fine romanzo non realizza nulla della sua vita e mi è dispiaciuto perchè per quanto sia un personaggio sfrontato e donnaiolo secondo me ha un lato che in questo romanzo non è apparso molto.
Spud, il povero Spud, non è mai riuscito a combinare nulla nella sua vita se non avere un figlio di cui essere orgoglioso perchè diventato avvocato, il resto per lui è una continua sfortuna come rimanere coinvolto in un giro di traffico di organi che come al solito si ripercuote negativamente sulla sua misera esistenza. è un personaggio che fa davvero tristezza, il fatto di non riuscire a risollevarsi e di dire definitivamente no alla dipendenza di eroina ci fa provare pena.
I protagonisti si incontrano e le vicende si intrecciano, il morto c'è e l'epilogo (un po' troppo) felice mi è anche piaciuto sebbene sia strano da parte di Welsh. Forse ha voluto dare una conclusione ai suoi personaggi lasciandoci felici di aver letto le loro avventure e senza troppa amarezza.
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BENTORNATO CHUCK!
Finalmente posso dire con vero piacere che con questo ultimo romanzo è tornato il Palahniuk che ho sempre tanto amato, irriverente e provocatore alla ricerca della rivincita sulle regole della vita.
Il romanzo in questione è un'opera ricca di contenuti ma rispecchia lo stile dello scrittore che critica la società in cui ci troviamo e mette sotto accusa comportamenti scontati e ereditati dalla storia dell'uomo.
In particolare Palahniuk parla degli Stati Uniti e in un racconto tra il distopico e il visionario ci illustra cosa succede prima e dopo del Giorno dell'Aggiustamento, un momento importante per lo stato americano perché le masse di giovani uomini che sarebbero stati mandati a morire nell'ennesima guerra si ribellano e rovesciano il sistema.
La rivolta è fomentata da un piccolo libro, chiamato appunto il libro di Talbott, in cui viene incitato il singolo a far parte di un gruppo in cui identificarsi e legarsi in modo tale da formare una "catena" di persone che svolgeranno un ruolo chiave nel mondo del futuro.
Dopo il giorno dell'Aggiustamento si vengono a formare tre nuovi stati: Caucasia, Gayasia e Blacktopia . I nomi credo dicano tutto.
Lo scrittore ci fa conoscere una serie di personaggi che rappresentano le varie categorie di persone e li vediamo come sono prima e come sono dopo, perdenti che diventano vincenti, persone qualsiasi che si trasformano in tiranni o vittime di prima che continuano a esserlo anche dopo. In poche parole la storia è molto ricca dal punto di vista umano, ci sono una miriade di sfumature raccontate con una scrittura secca, che non ci gira attorno.
La conclusione del romanzo mi ha lasciato con qualche dubbio anche se devo dire che il messaggio finale l'ho recepito benissimo, non vogliamo stare per forza con chi è uguale a noi per colore di pelle o gusto sessuale ma vogliamo stare in compagnia di scegliamo noi in base ad una serie di sfaccettature che ognuno di noi solo sa.
Un ottimo libro, un grande scrittore che è tornato ad essere quello che era anni prima, una storia intensa e brutale ma allo stesso tempo che fa riflettere.
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PREDPREY
Mi sono avvicinata qualche anno fa a Crichton con Jurassic Park che ho trovato un capolavoro e ora ho finito questo romanzo molto diverso, non altrettanto appassionante, ma senza dubbio un libro che merita di essere letto.
L'autore è un amante del progresso tecnologico e scientifico e con questo romanzo parla appunto di nanotecnologie e ingegneria genetica.
La trama, abbastanza banale ma allo stesso tempo coinvolgente, si basa su un'azienda che sperimenta la micro tecnologia come metodo per aiutare l'uomo nella cura del corpo umano che perde il controllo della sua stessa creatura.
Il protagonista Jack, un programmatore di computer e simili si trova a dover aiutare quest'azienda, gestita e capitanata dalla moglie, a riprendere il comando di questi microorganismi.
Dopo una introduzione un po' troppo lunga in cui veniamo a conoscenza della vita della coppia e della carriera lavorativa di entrambi, ci si addentra nel vero succo della storia, i nano organismi che sfuggendo al controllo dei propri creatori si autogestisce e si evolve prendendo spunto dal programma su cui sono fondate, il programma PREDPREY.
Jack è un esperto nel campo avendolo usato più volte nei pc e ci spiega infatti che questo tipo di programma aiuta a far funzionare molte cose in campo informatico organizzando le diverse intelligenze artificiali a cooperare tra loro e risolvere eventuali problemi. L'autore ci fornisce molte altre spiegazioni tecniche tramite il protagonista decisamente interessanti anche se leggermente complicate.
L'insieme di organismi riuniti vengono chiamati sciame e iniziano a rivoltarsi verso l'uomo e Jack dovrà utilizzare la sua conoscenza e il suo coraggio per salvare prima di tutto sè stesso e i suoi colleghi e in secondo piano la minaccia di diffusione nel mondo di microorganismi predatori.
Il romanzo mi ha preso e ho letto tutto in una settimana incuriosita dagli sviluppi delle creature ma non ho trovato grossi colpi di scena che mi tenessero con il fiato sospeso, allo stesso tempo non ho mai trovato la lettura lenta o noiosa anzi ero davvero incollata alle pagine.
Il tema del progresso incontrollato dell'uomo è attuale e reale e Crichton lo affronta con occhio critico e pessimista come del resto è palese che egli la pensi. Non credo che quello che ci ha proposto in questo romanzo sia lontano dalla realtà.
Interessante anche le parti riguardanti la biologia e lo sviluppo di batteri che possono aiutare l'uomo come distruggerlo.
Mi sento di consigliarlo a tutti, in particolare ai fan dell'autore.
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AMAREZZA
Il primo romanzo di Kafka che leggo e devo dire che lascia il segno.
Questo breve racconto di un uomo che si sveglia e si ritrova trasformato in uno scarafaggio gigante potrebbe essere banale e assurda, invece Kafka la rende drammatica e amara.
Il protagonista, Gregor, un grande lavoratore che mantiene padre, madre e sorella scopre di non poter più fare nulla, essendo diventato un grosso insetto.
Quello che mi ha colpito subito dal racconto è stato che Gregor non è preoccupato del suo stato ma più che altro di non poter recarsi al lavoro e successivamente del controllo da parte dei suoi superiori.
L'uomo si sente impotente e non riesce nemmeno a farsi capire. Quando la famiglia scopre cos'è diventato reagiscono chiudendolo nella sua camera con un grande senso di vergogna. Quello non è più il loro amato figlio ma una brutta bestia.
I genitori dovranno riadattarsi alla vita lavorando per sopravvivere non avendo più i soldi del figlio e perdendo la loro agiatezza, una ulteriore disgrazia per la famiglia dopo quella di avere un mostro per figlio.
Gregor é annichilito, origlia dalla porta i litigi familiari causati dalla sua condizione e pian piano inizia inconsapevolmente a morire mangiando poco e vivendo in un ambiente sporco.
La sorella che inizialmente sembra cercare di accudirlo in qualche maniera, in seguito lo aborrisce non volendo nemmeno più pronunciare il suo nome; Gregor essendo molto attaccato alla sorella sente sempre più l'esigenza di morire.
L'epilogo che vuol quasi sembrare felice dimostra invece quanto l'umanità è insensibile.
Questo romanzo mi ha lasciato tanta amarezza e tristezza leggendo tra le righe la solitudine dell'uomo, la malattia per i soldi e lo status sociale, l'industrializzazione della vita dedicata al lavoro e al guadagno, l'essere spesso incompresi ma comunque in qualche modo attaccati alla vita.
Lo consiglio!
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ATTUALE
Parto dal presupposto che ho visto il film tratto da questo romanzo e quindi mi ha invogliato a leggerlo, il Cerchio è un libro a sé che non riesco a classificare facilmente quindi l'aggettivo che più gli si addice secondo me è attuale.
Il romanzo si addentra nella società dei social network, della politica e del consumismo, scava nell'animo umano e innorridisce il fatto che tutto ciò che ci viene raccontato potrebbe benissimo essere il nostro futuro.
La giovane Mae Holland non è soddisfatta del suo lavoro. Chi non lo è al giorno d'oggi? Invidio i pochi che invece al contrario lo sono.
Mae entra a far parte del Cerchio, un 'azienda all'avanguardia e di successo, chi non vorrebbe integrarsi per farne pienamente parte?
Mae ha una vita privata, passioni, amori, genitori e amici e sacrifica il suo tempo libero per il lavoro. Chi non è costretto a farlo tra noi?
Il problema che si raggiunge dopo queste premesse è fino a che punto siamo disposti a spingerci per avere successo, per la carriera, per essere visti come dicono nel romanzo.
Il cerchio vuole che tutto sia accessibile per tutti , la trasparenza, la verità e la condivisione.
Noi stessi postiamo foto video e quant'altro in internet per farci vedere agli altri. Ma mostriamo quello che vogliamo.
Il cerchio vuole mostrare tutto di tutti, anche di chi non ne vuole sapere. I segreti sono bugie.
I segreti sono segreti e tutti ne abbiamo e siamo esseri umani imperfetti fatti così, non si può essere sempre sotto osservazione perché si cambierebbe il proprio modo di essere.
Ma Mae accecata dal successo e dalla vita dai ritmi serrati, non ci pensa e decide di essere trasparente e donarsi agli altri e non ne viene fuori. Una sorta di lavaggio del cervello.
La conclusione mi ha deluso sebbene sia azzeccatissima al personaggio.
Nel complesso è un buonissimo romanzo in cui ci si può rispecchiare e durante la lettura noj si puo che augurarsi che non si arriverà mai a tanto. Lasciamo la libertà a chi non vuole essere visto.
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CAOTICO
Mi sono avvicinata a questo romanzo leggendone la trama ma dopo aver terminato la lettura, sinceramente cambierei tutta la piccola introduzione che danno sulla copertina.
Sì la storia parla di Caos, è vero che non ricorda il suo passato e odia il presente, scappa dalla sua vita di tutti i giorni e intraprende un viaggio assurdo con una ragazza piena di pelo , ma tutto il resto che racchiude il romanzo non può essere minimamente immaginato.
Caos non è solo Caos ma è molto di più. La sua vita non è del tutto reale e non sappiamo dove inizi la finzione o il sogno. Perchè Caos che è Everett ma è anche Moon sogna e i suoi sogni hanno il potere di modificare la realtà. Peccato che lui non sappia padroneggiare il suo potere e nemmeno tenersi stretto i suoi ricordi.
Caos scappa dal suo paese di origine (o almeno lui pensa che lo sia) e tocca luoghi assurdi, che l'autore racconta così bene che si potrebbe scrivere un piccolo romanzo per ogni città e i suoi modi di vivere.
Caos si perde e si ritrova di continuo, incontra persone che conosce ma non ricorda, altra gente che non conosce ma a cui alla fin fine si affeziona.
Caos vive in un romanzo caotico, ma alla fine più o meno si riscatta e riesce a trovare la sua strada. O almeno così io credo.
Un fanstastico miscuglio di fantasia, fantascienza e pazzia che mi ha tanto ricordato Ubik di Philip K Dick, mi è piaciuto ma davvero un po' troppo confusionario. Mi sento di consigliare lo stesso la lettura.
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ECCO A TE LA CHIAVE DEI MIEI PENSIERI
Trovato nella libreria di mio papà in condizioni illeggibili se non per la trama, ho acquistato questo romanzo che mi ha subito incuriosito già dalle poche parole di copertina.
È un libro che nasce come diario prima del marito e successivamente della moglie Ikuko.
Il marito è un uomo insicuro e con alcune perversioni particolari verso la moglie, che mette alla prova con le sue confessioni nel diario che lascia apertamente da leggere a quest 'ultima.
Ikuko da parte sua si comporta da moglie modello senza però accontentare il marito nelle sue pulsioni, o almeno così vuol farci credere.
In realtà leggendo il diario di lei nelle pagine successive si svelano le cose che accadono e scopriamo la vera natura della donna, i tradimenti e sotterfugi anche della figlia , complice della madre anche se in modo abbastanza nebuloso.
Lo consiglio perché la scrittura di quest'autore giapponese è scorrevole e misteriosa e anche piacevole da leggere. Un romanzo diverso dal solito.
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NOI SIAMO LA CRETA DEL VASAIO
Un'altro capolavoro di King che ho letto molto volentieri, un volume ricco e corposo sia di pagine sia di contenuti.
Ho acquistato la versione completa perché leggendo numerose opere del giovane King ho sempre apprezzato i suoi approfondimenti sui personaggi e fatti e devo dire che ne sono contenta, anche se alcune parti le ho trovate anche un po' troppo lunghe.
Veniamo al romanzo, che inizia come thriller con un'epidemia che decima la popolazione, continua come libro distopico e psicologico con la narrazione del mondo post- virus batteriologico e termina con dei tocchi di fantasia e spiritualità.
Sicuramente è scritto in maniera magistrale, inizialmente ogni volta che sentivo qualcuno soffiarsi il naso o starnutivo immaginavo che fosse per l'epidemia! E tutte i dialoghi e supposizioni di un personaggio mi hanno fatto riflettere , anche dal punto di vista religioso ed io non sono una persona particolarmente credente. Ci sono dialoghi bellissimi, dei paragrafi che si potrebbero applicare benissimo alla nostra vita, la continua auto distruzione dell'uomo, le regole sociali, l' inquinamento globale e la corruzione dettata non solamente dal maligno ma anche da invidia, risentimento e gelosia.
I personaggi sono tanti e talmente ben descritti che il loro destino mi stava a cuore. Devo dire che quasi mi sono piaciuti di più i personaggi "cattivi" , che in realtà non lo sono realmente ma per una serie di fatti e di reazioni si sono ritrovati tali, persone con del potenziale positivo che si trovano a reagire a torti o gelosie e passare al lato maligno.
Il bene e il male e i loro rappresentanti non sono perfetti, Randall Flagg è un essere oscuro e terrificante ma in alcuni momenti è confuso e vulnerabile, Mother Abagail è una vecchissima signora ma anch'essa peccatrice.
Perché come dice Glen, noi non siamo né il vaso né la ruota del vasaio ma siamo l'argilla, siamo materiale che a seconda della qualità viene plasmato dal tempo, dalla nostra storia e dalle altre persone.
Una bellissima lettura.
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ESSERE BAMBINI SPECIALI
Recensisco brevemente questo romanzo che ho trovato piacevole ma non particolarmente brillante.
La trama non è originale seppur ci sia qualche elemento diverso dal solito romanzo "fantasy": i bambini speciali, ognuno con una sorta di potere unico, si nascondono al mondo invece di provare ad essere qualcosa di più per colpa di mostri chiamati spettri che li cacciano; i bambini speciali non sono propriamente coraggiosi ma anzi per salvaguardare vivono in anelli temporali in cui trascorrono il tempo vivendo sempre nello stesso giorno.
Detto ciò la storia che si apre con un ragazzo speciale che non sa di esserlo, lo scopre e si ritrova a dover salvare i suoi amici è un classico del genere.
Mi è piaciuto il romanzo anche se ho trovato la prima parte come se fosse una eterna introduzione e ho aspettato qualche colpo di scena che ho trovato solo a fine libro.
Devo dire che questo primo di libro della trilogia non mi ha spinto a leggere i successivi che non acquisterò.
CONVERGENZE
I Segugi dell'ombra, ottavo volume della saga dei caduti di Malazan, si può definire un romanzo Fantasy dai tocchi filosofici.
Erikson con grande maestria ci racconta le vicende dei protagonisti che abbiamo imparato ad amare (e non) e abbonda di riflessioni e pensieri estranei ai classici romanzi del genere.
I tocchi di saggezza e profondità che da lì scrittore al romanzo lo rende ancora una volta una pietra unica all'interno di una saga di 10 volumi in cui ognuno potrebbe essere a se stante.
Non mancano di certo le avventure e gli eventi straordinari in questo libro: il finale del romanzo è una delle più grandi convergenze di tutti gli otto volumi e personaggi cruciali si incontrano e si scontrano dando vita a 100 pagine che si leggono velocemente.
Trame e sottotrame si intrecciano e in particolare in questo volume ho apprezzato il personaggio del Dio Morente e la sua storyline con i Tiste Andii Nimander e seguaci e il Kelyk che trasforma le persone in burattini del Dio; il misterioso Viaggiatore e la sua strada insieme al duo Karsa e Samar Dev che io adoro; ed infine i sacrifici umani di molti personaggi che toccano il cuore, come Anomander Rake e la sua vita.
L'atmosfera del mondo di Malazan è unica e un volume come questo non può che spingere il lettore ad amare un autore come Steven Erikson.
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ANALISI DI UN'INVASIONE
Quest'opera di Wells, autore che più leggo e più stimo, si pone come una sorta di analisi di un'ipotetica invasione aliena.
La situazione è presentata come un racconto post- apocalittico da uno dei pochi sopravvissuti e ci vengono descritti i fatti in modo distaccato, quasi freddo, come se fosse passato parecchio tempo.
Il protagonista si ritrova testimone della prima caduta di un'elemento alieno sulla città di Londra e assiste all'evolversi della potenza dei marziani.
Inizialmente c'è la speranza di un'invasione pacifica e la curiosità della popolazione; poi ci racconta come i marziani si organizzino con macchinari grandi e complessi guidati da loro stessi, la loro avanzata tramite un raggio laser che uccide chiunque si trovi nella loro strada e la loro organizzazione anche dal punto di vista nutrizionale.
Il protagonista ci spiega la sua fuga e anche quella di suo fratello, entrambi alle prese con il veloce degrado dell'umanità da specie all'apice della catena alimentare fino a ritrovarsi allo stato di preda al pari degli animali che cacciamo noi; ci rappresenta come topi in fuga, con l'egoismo che prevale sull'altruismo, la pietà spazzata e la pazzia che prende il sopravvento.
Ho preferito l'inizio e la fine di questo romanzo perchè ho trovato alcune parti centrali un po' troppo analitiche ma nel complesso è un'opera fantascientifica semplice ma accattivante se si pensa all'epoca in cui è stata scritta.
altre opere di Wells si può considerare molto attuale e visionaria, il talento che aveva questo scrittore non si può discutere!
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ANCHE IO VOGLIO FARE UN GIRO A FANTASIA!
La storia infinita è senza dubbio uno dei racconti alla base della letteratura fantastica x ragazzi ma io mi ritrovo a leggerlo e recensirlo in età adulta.
Non posso non dire che mi spiace di non averlo letto molti anni prima perché lo avrei apprezzato di piu!
La storia dentro alla grande storia che è Fantasia, che a sua volta è un regno di infinita immaginazione; creature di tutti i tipi, ambienti e paesaggi senza fine fanno di questo libro un vero capolavoro di creatività!
Devo dire che mi è piaciuta di più la prima metà del romanzo, quella più candida e classica, la ricerca del giovane pelleverde Ateyu di un essere umano che possa salvare il regno in disgrazia. La seconda parte, la venuta del vero protagonista Bastiano nel mondo di Fantasia, dalle atmosfere magiche ma scandite dalle "cattive" scelte di quest'ultimo, mi è quasi stata di peso per arrivare alla conclusione del romanzo.
Nel complesso è un' ottimo libro pieno di insegnamenti e di spunti per altre avventure.
Mi è piaciuto particolarmente il leone Graograman e la sua morte multicolore e il personaggio di Yor il minatore ma anche tutti gli altri personaggi erano originali e molto ben costruiti.
Lo consiglio vivamente agli amanti dei racconti fantastici!
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IL DRAMMA DENTRO AL DRAMMA NEL ROMANZO
Un applauso alla Atwood per il lavoro che ha saputo fare in questo romanzo Seme di Strega , una rielaborazione de "La tempesta" di Shakespeare adattattato ai tempi moderni.
Margaret Atwood che apprezzo e leggo da anni si è presa l'incarico, insieme ad altri autori conosciuti, di riscrivere alcune opere di Shakespeare e rielaborarle per renderle più attuali.
La sua tempesta rivela un lavoro studiato nei dettagli e un racconto su più livelli e dimostra la sua profonda conoscenza per l'opera.
Il dramma della tempesta lo ritroviamo più volte e sembra quasi una storia dentro la storia dentro un 'altra storia. La bravura della scrittrice sta nel farci arrivare l'opera pura originaria illesa e nell'averci costruito intorno altri drammi.
Non approfondirò la trama del romanzo, dirò solo che il protagonista,Felix, vive le vicende che a sua volta subisce anche il personaggio principale della tempesta, Prospero, e i vari buoni e cattivi si possono facilmente trovare bella vita di Felix e paragonarli a quelli dell'opera Shakespeariana.
La stessa trama la ritroviamo poi nella vendetta di Felix contro coloro che gli hanno fatto dei torti e troviamo per la terza volta la tempesta nella rappresentazione teatrale "manomessa".
Ci sono delle piccole perle che fanno parte dell'autrice (che in questo romanzo ho trovato un po' meno provocatoria del solito) e che fanno sentire tutta l'attualità del riadattamento, come i detenuti che usano esclusivamente parolacce inerenti all'opera o espressioni come "Che il diavolo ti porti via le dita, peste infetta!" e la giovane Miranda non così tanto candida e innocua.
È un romanzo difficile da recensire senza entrare nei dettagli ma voglio lasciare a voi la scoperta leggendolo!
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Altri adattamenti di grandi classici
GLI INGANNI DEL PIACERE
La corrispondenza creata da de Laclos non può sembrare più vera in questo romanzo definito erotico che io invece direi sensuale e sentimentale.
Le lettere dei vari protagonisti sembrano scritte realmente da varie persone diverse e ognuna ha il suo modo di esprimersi e le sue sensazioni, fatto che dimostra l'abilità di questo scrittore del 1700 che potrebbe benissimo vivere nella nostra epoca attuale e anzi starci bene.
Le tele intessute dai due personaggi principali, il Visconte e la Marchesa, sono di una finta finezza fuorviante, nascondono due animi dediti ai vizi e ai piaceri della carne. Il primo corrompe giovani donne e signore felicemente accasate, la seconda si prende gioco di uomini affascinanti e importanti.
Ciò che accomuna i due nobili è il piacere che deriva dal manovrare le persone a proprio piacimento, non solo coloro che sono oggetto della loro attenzione ma anche tutti quelli che ci sono vicini.
Devo dire che le descrizioni di alcuni fatti sembravano davvero accaduti e le vicende definite divertenti dai due in effetti lo erano da leggere e ho provato una simpatia per il Visconte sebbene sia un seduttore accanito e la sua fine mi è dispiaciuta, mentre per la Marchesa ho provato dall'inizio astio e mi è sembrato strano perché da scrittrice donna dovrei aver provato l'inverso. Mi sono detta che lo scrittore è stato talmente bravo da farmi provare queste sensazioni.
Le vittime risultano tra il ridicolo e l'ottuso e non si riesce a provare molta pena per loro perché, per quanto siano le parti lese, in realtà sono anch'essi colpevoli di mancato giudizio.
Un grande esempio delle realtà umane offerto in chiave raffinata ed elegante da uno scrittore che non ha nulla da invidiare a quelli odierni.
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NONDONNE, ANCELLE E MOGLI
Una droga. Per me Margaret Atwood è una droga.
Ormai la segui da anni e questo è il suo quinto romanzo che leggo. È una signora autrice geniale, ha la sua età ma continua a essere moderna, stuzzicante e scomoda.
Perché? Perché è una donna che parla di realtà di donne, e in generale di persone, denigrate e smontate della loro personalità e volontà per vivere in un nuovo mondo migliore.
Il genere femminile nei suoi romanzi è solitamente quello che ne soffre di più e il racconto dell'ancella ne è un esempio fantastico.
Difred (offred in inglese) è l'ancella di Fred, da qui il nome, ed è assegnata a quest 'uomo e a sua Moglie come riproduttrice in un'epoca di infertilità e gravi deformazioni nei neonati.
Le donne possono essere Ancelle, Mogli che godono di qualche privilegio ma comunque sono di proprietà e sottomesse agli uomini, Marte cioè addette alle faccende di casa, Nondonne quindi esiliate ai lavori più pericolosi e quindi praticamente dichiarate a morte. Tutte le categorie belle etichettate dai padroni maschi che invece sono Comandanti.
È Difred che ci racconta tutte queste cose, gli scempi di uno stato che per rimediare ad alcune situazioni ricorre a stratagemmi degni di un regime totalitario maschilista.
Mentre si legge il racconto non si può provare che rabbia e disperazione, quelle che Difred accenna senza mai delirare. La forza delle donne si puo cercare di spegnere ma è impossibile, il cameratismo, la maternità e l'essere mamma è una cosa che gli uomini vogliono uccidere ma anche avere, una serie di assurdità.
Il libro è forte e la storia è drammatica ma ci sono sprazzi di luce: la gentilezza di un'autista, la possibilità di un noi, la speranza di una nascita.
La Atwood crea un mondo orribile all'interno di un romanzo splendido che rapisce, che vorresti leggere tutto d'un fiato e poi buttare a terra e calpestarlo come sono maltrattate le vite delle protagoniste. Questo romanzo sorprende per la sua attualità sebbene sia stato scritto ormai negli anni 80. Come non dire a Margaret Atwood che è un genio?
Ho iniziato a guardare la serie tv tratta dal libro ed è altrettanto ben fatta.
Consiglio la lettura e la visione delle puntate televisive.
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VANI E IL SUO NUOVO MONDO
Il terzo capitolo di Vani Sarca ha un inizio meraviglioso. Solo per le prime pagine merita di essere letto e ovviamente anche per il resto, perché la storia di questa protagonista è frizzante e simpatica, oltre che scritta benissimo.
La lettura si apre con un flashback di Vani adolescente e la lezione di un suo professore sulle rivoluzioni, tutto nasce sempre dalla carta dice il professor Reale. È davvero un paragrafo bello da leggere.
Aldilà di questo mio appunto personale ho trovato questo terzo romanzo scorrevole come i primi due, personaggi ritrovati con piacere e piu storyline intrecciate davvero ben fatte. Tutte che riportano alla protagonista che subisce una crescita personale e uso la parola subisce perché sembra proprio che Vani, grazie alle persone e alle cose che accadono attorno a lei , riesca a scoprire chi o cosa vuole diventare (e anche cosa non voglia essere).
Il personaggio nuovo introdotto dell'autrice è un altro ghostwriter ed è caratterizzato così bene che, sebbene sia un uomo ostico e antipatico, mi è piaciuto perché descritto così bene da sembrare reale.
I continui flashback nel romanzo sulla vita di Vani e anche di Berganza fanno luce sul loro passato , anche sentimentale, così ci portano alla conclusione in cui tutte un po' speravamo.
Riccardo Randi, l'ex ragazzo di Vani sempre alla carica, l'ho trovato affascinante come sempre attraverso le pagine ma forse la scrittrice poteva dargli una marcia in più, probabilmente ha voluto concentrarsi maggiormente su altre cose come il caso di traffico di droga in cui Vani indaga.
Sicuramente leggerò il quarto capitolo della ghostwriter ma io spero vivamente che Alice Basso, l'autrice, termini questa "saga" e ci regali altri nuovi libri con protagonisti altrettanto interessanti.
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UNA SCATOLA DELLA (S)FORTUNA
Uno scritto di King solitamente è tra il macabro e l'oscuro e questo racconto lo è ma molto velatamente.
Una storia di una scatola di bottoni che aiuta la proprietaria, Gwendy, a diventare adulta in modo splendido, dimagrendo, brillando nello sport e nella vita scolastica ed anche in campo amoroso.
Ma la scatola ha il suo costo e Gwendy ne è ossessionata.
Giunti a fine libro non vengono spiegati i perchè e i come, quindi questo racconto risulta quasi non in stile King, non ci sono particolari destabilizzanti o tocchi di horror, anzi il finale è abbastanza innocuo, definirei quasi noioso.
Il racconto in sè non è male ma quasi potrebbero cambiare il nome dell'autore, ma forse ne perderebbero le vendite.
Lo consiglio come lettura per un fine settimana di vacanza ma lo sconsiglierei per il costo eccessivo.
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- sì
- no
TANTO PATHOS IN UN SOLO VOLUME
Terminato il settimo volume della Saga dei caduti di Malazan rimango spiazzata per quanto ancora possa stupire Erikson nonostante le innumerevoli pagine dei volumi precedenti.
Venti di morte è un romanzo ricco di emozioni, di sentimento, ma aihmè anche di morte.
Le storyline dei precendenti volumi convergono e si incontrano in questo libro creando situazioni e rapporti unici che lasciano il lettore spiazzato per quanto sono profonde.
Una lettura fantasy che però tocca il cuore come il più bello dei romanzi di qualsiasi genere e rende quasi secondario tutto il contorno immaginario di creature ed eventi straordinari tipici del genere.
Tra guerre e imperi in rovina c'è l'amicizia tra Trull e Onrack, l'avanzata dei Cacciatori di ossa fedeli ognuno al proprio compagno di esercito, Theol e Bugg e i loro piani per rovesciare l'economia del paese, gli sfidanti Karsa Orlong e Icarium per un imperatore immortale, il fantasma Hedge che si ricongiunge ai suoi compagni..
Vendetta, dolore e amore si alternano tra le pagine di questo romanzo ricco in tutti i sensi.
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TRE RACCONTI PER DUE(?) PERSONE
Un racconto, anzi tre, scritti in maniera dura, asciutta e fredda, la storia di due gemelli alle prese con la guerra.
Un romanzo davvero particolare che lascia l'amaro in bocca ma anche molto di più perchè affronta l'argomento della guerra in modo quasi superficiale, ma in realtà è una presenza costante nella città, nelle persone, nell'atmosfera.
Lo stile della Kristof in questo libro è perfetto e le tre storie diverse con gli stessi protagonisti sono accattivanti, il testo scorre che è un piacere.
Quello che non è mi piaciuto del romanzo è la confusione che si ha dalla seconda parte in poi; sebbene mi siano piaciuti tutti e tre i racconti, l'ultimo l'ho trovato non all'altezza del primo, ma forse rispecchia la vita perchè molto spesso la verità non è piacevole come la menzogna. Io ho interpretato "la Terza menzogna" come l'unica vera storia di questo libro e putroppo non mi è piaciuta.
è indubbiamente un libro unico e mi spinge a leggere altre opere della scrittrice quindi ne consiglio la lettura.
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Maycomb insegna
Apro la mia recensione dicendo che non sono d'accordo nel dire che "va metti una sentinella" non è all'altezza de "Il buio oltre alla siepe". Sono due romanzi diversi ma entrambi pieni, intensi e toccanti.
In questo secondo libro troviamo la piccola Scout che è diventata la grande Jean Louise e torna a trovare il padre a Maycomb. Sono passati anni in cui la donna che vive a New York è cresciuta e ha imparato cosa significa essere adulti e con dei continui flashback ci racconta degli episodi di adolescenza, una sorta di collegamento tra Il buio oltre la siepe e il libro che stiamo leggendo. I racconti sono malinconici e ci raccontano di una Scout che quasi non vuole crescere, non vuole sapere cosa vuol dire essere una ragazza e non le interessa il mondo femminile.
Nella crescita di Jean Louise una cosa non cambia: il suo assoluto rispetto e devozione nei confronti del padre Atticus da cui ha imparato la mentalità e la determinazione.
Ne Il buio oltre la siepe abbiamo amato Atticus insieme a Scout, in Va metti una sentinella purtroppo il padre è una figura che viene quasi stravolta e il succo del romanzo, aldilà dello sfondo politico- razziale, è la crepa che si forma nel giudizio di Jean Louise.
La donna presenzia ad un consiglio cittadino in cui i partecipanti, compreso suo padre, criticano apertamente le persone di colore, usando il termine negro davanti a tutti e Atticus, silenzioso, non si oppone alle parole pesanti che vengono dette. Per Jean Louise è come uno schiaffo in faccia, un pugno nello stomaco perchè non riconosce il padre nei discorsi di questo consiglio.
Jean Louise aprirà una grandissima discussione interiore e anche un grande litigio con Atticus: come può il padre stravolgere tutto quello a cui lei ha sempre creduto ciecamente e spaccarle il cuore con il suo atteggiamento?
Le ultime pagine con il dialogo tra Scout e suo padre sono davvero travolgenti, la lotta di una donna che sostiene le sue convinzioni e un padre che in realtà semplicemente non è perfetto , la scoperta che di solito si fa già da bambini cioè che i genitori non sono degli Dei ma sono le persone che ci hanno cresciuto al meglio delle loro possibilità. Harper Lee scrive magistralmente questa parte che mi ha toccato profondamente.
Mi è dispiaciuto non poter approfondire la morte del fratello Jem, ne veniamo a conoscenza ma non ci viene detto cosa è successo, unica pecca secondo me in questo bel romanzo.
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GRANDE ERNEST CLINE
Ringrazio profondamente il Signor Cline per aver scritto questo romanzo cybernetico. Mi è piaciuto davvero moltissimo, l'ho divorato in meno di due settimane, ogni momento libero diventava prezioso per leggere ancora Ready Player One. Ora che l'ho terminato, non posso che condividere la mia opinione con voi.
Innanzitutto un romanzo come questo trova terreno fertile in una lettrice come me; sono cresciuta negli anni 90 con videogiochi, libri e tanta campagna in cui correre e divertirmi, ma devo dire che ho sempre prediletto le attività "mentali", la lettura sempre al primo posto e per sempre ma all'età di 10 anni ero abbastanza dedita a videogiochi quali super nintendo, game boy color e playstation 1. Questo preambolo spiega perchè un romanzo che come mondo principale è ambientato in una realtà virtuale, con persone che hanno avatar e vite online, non poteva non piacermi da matti.
I riferimenti poi da parte del protagonista agli anni 80 e 90, musica, videogames, film e tutta la cultura pop, rendono il romanzo un continuo flashback per chi ha vissuto quegli anni fantastici.
La storia in sè non vuole essere pretenziosa, per chi cerca letture di spessore non è il libro più indicato, ma se cercate, come me, romanzi sia intensi e profondi, sia divertenti e che rendono la vita più leggera, questo fa al caso vostro. Anche se devo dire che grattando la superficie di Ready Player One c'è più di quello che si vede.
L'attualità di questo romanzo è chiara, siamo nel 2018 e le persone già dipendono da internet e dalla vita virtuale, come facebook e social/siti web vari. La differenza del mondo futuro di Ernest Cline è che le persone vivono su oasis tramite un avatar e si collegano grazie a visiere e guanti aptici che ti fanno avere una visione in prima persona all'interno del mondo immaginario.
L'evoluzione della vita online presenta sempre le stesse caratteristiche di oggi: la tua identità può essere nascosta, il tuo aspetto reale non è visibile ma solo il tuo avatar e puoi modulare tutto, da voce a sesso. Wade Watts, alias Perzival su oasis, è un ragazzo insicuro e socialmente non stabile, ma nel web nessuno lo sa. é solo un'altro gunter, un cercatore dell'Easter Egg di Halliday. La trama del romanzo ruota attorno alla ricerca di questo Easter Egg (nei videogiochi è una specie di cosa nascosta di qualsiasi tipo) nel romanzo si tratta dell'eredità di James Halliday, il creatore di Oasis.
Wade da vero fan e nerd conosce a menadito la vita e le passioni di Halliday e le condivide e si ritroverà così in gara per la conquista del premio finale.
Le prove che Wade affronta sono disseminate da citazioni di film e videogiochi che hanno fatto la storia e accompagnate anche dalla musica anni 80. E' veramente appassionante lo svolgersi delle fasi e con queste l'evoluzione del personaggio di Perzival e degli altri coprotagonisti.
A breve uscirà la trasposizione cinematografica che sono molto curiosa di vedere.
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IL RISULTATO DELLA VITA
Le autrici giapponesi in generale mi affascinano ma Banana Yoshimoto non mi ha mai colpito e la lettura di Honeymoon non mi ha fatto cambiare atteggiamento verso la scrittrice.
Il romanzo è la strana storia d'amore tra Manaka e Hiroshi, vicini di casa e cresciuti insieme e diventati marito e moglie alla maggiore età. La loro relazione è basata sui continui turbamenti d'animo di lui e sull'attitudine leggera e quasi noncurante di lei, che sopporta e supporta Hiroshi nei suoi momenti di depressione.
Le cause di tutto il subbuglio interiore di Hiroshi sono dovute ai genitori che lasciando il figlio alle cure del nonno dedicano la vita ad una setta satanica, mentre Monoko vive una vita tranquilla e felice con suo padre e la matrigna che l'ha cresciuta sin da piccola. Le differenze delle vite e delle famiglie dei due si rispecchiano nella loro anima.
Monoko ama passare il tempo seduta in giardino ad oziare e ammirare la natura, Hiroshi vive nella casa con il nonno e ci sono ripetute scene claustrofobiche all'interno dell'abitazione, anche qui una netta distinzione sulla crescita dei due ragazzi.
I continui riferimenti sulla vita e sulla morte, temi trattati con leggerezza ma eleganza sono la cosa che mi ha trascinato nel proseguire la lettura rapidamente, lo stile della Yoshimoto è comunque molto appagante sebbene la trama in se del libro non mi abbia convinto.
ZAPHOD É UN MITO
Da anni avevo la Guida galattica per gli autostoppisti sulla mensola della mia libreria e finalmente ho deciso di fare conoscenza del famoso Douglas Adams.
La guida è in realtà la storia strampalata di Ford Prefect e Arthur Dent, un alieno e un umano che si ritrovano in bizzarre avventure nell'universo.
Aldilà della trama che è assurda ma comunque procede con un filo logico, quello che diverte di questo racconto spaziale sono le avventure dei protagonisti nei vari pianeti e navicelle spaziali. L'incontro con Zaphod Beeblebrox, ex presidente dell'universo, da inizio a dialoghi davvero divertenti e demenziali e secondo me questo è il personaggio migliore del romanzo.
La guida galattica si presenta come un romanzo di fantascienza fantastico ma in realtà dei soliti libri ha ben poco, è unico nel suo genere perché diverte e scorrevole e strappa più di un sorriso a chi lo legge.
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MACCHINE MORTALI
The Hungry City (titolo originale inglese Mortal Engines, Macchine Mortali) è un romanzo distopico che mi ha piacevolmente stupito.
Si presenta come l'ennesima storia futuristica in chiave negativa, le città sono diventate motorizzate e si muovono all'interno del mondo e si divorano l'un l'altra per sopravvivere, appunto per questo sono chiamate nel titolo macchine mortali.
La diversità di questo libro rispetto a molti altri è la semplicità de personaggio principale all'interno di una doppia trama oscura e tetra, è un gioco di apparenze.
La città di Londra dove vive Tom, il protagonista, sembra idilliaca. E' grande e potente, magnifica nei piani alti in cui vivono le persone importanti. Ma dietro alla facciata di bellezza si nascondono i piani inferiori e quelli interni alla grande macchina in cui lavorano operai ed ingegneri che vivono in condizioni pietose, tra il caldo asfissiante dei macchinari e i lavori massacranti.
Tom scopre il lato negativo della sua amata città trazionista nel corso del romanzo grazie a Hester. La ragazza ha un passato tumultuoso e lo dimostra il suo volto sfigurato e Tom, suo malgrado, viene coinvolto nella vita della ragazza.
I due vivono delle avventure da una città all'altra scoprendo realtà che non potevano nemmeno immaginare e cercano disperatamente di tornare alla città di Londra da cui sono stati scaricati. I motivi che spingono i due a tornare sulla città trazionista sono diversi ma verso la fine del romanzo diventeranno gli stessi.
La seconda trama del libro è una specie di guerra velata tra i sostenitori delle città mobili e la lega anti-trazionista, coloro che vogliono tornare a fondare città stabili e fisse e usare le risorse del terreno al posto di distruggere e divorare altre città.
La terza protagonista del romanzo, Katherine, è la figlia del capo della Corporazione degli Storici di Londra, è dovrà fare i conti con il lato malvagio del padre per il ruolo che ha avuto sia nella vita di Hester, sia nella guerra per il trazionismo.
Il romanzo scorre veloce per la sua semplicità e i protagonisti sono uniti da un filo conduttore che rende il romanzo veramente molto piacevole.
Esiste anche il seguito di Hungry City che acquisterò sicuramente.
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NON CATTURA
Il titolo rivela il tema principale del romanzo che ruota attorno alla storia della Sindone, il telo con cui fu avvolto il corpo di Gesù.
Un'incendio al duomo di Torino apre le indagini della squadra di Marco Valoni alla ricerca del presunto motivo per cui l'edificio in cui viene conservata la Sindone sembra colpito spesso da casuali incidenti.
Da qui parte la storia contemporaneamente tra passato e presente, l'indagine da una parte e il riassunto della "vita" della Sindone da Cristo a oggi.
Ho trovato molto interessanti tutte le nozioni storiche fornite dall'autrice ma il suo stile di scrittura non è nel mio gusto. Personalmente ho trovato i dialoghi finti e scontati, personaggi che non mi hanno preso e non mi hanno trasmesso nulla e alcune parti tirate troppo per le lunghe.
Quando entrano in campo anche i Templari il romanzo incuriosisce ma non cattura.
La conclusione lascia abbastanza delusi.
Lo reputo comunque un thriller scorrevole ma non lo inserirei tra i miei preferiti.
UN TUFFO NEL FUTURO
Siamo in un salotto di una casa insieme a medici, giornalisti e uomini d'affari e ci viene presentato così il personaggio del Viaggiatore del tempo. Non ci verrà mai dato nome o particolari se non che è un' inventore, una specie di genio strampalato che accoglie i suoi ospiti con una nuova invenzione:una macchina per viaggiare nel tempo!
Una piccola dimostrazione di un prototipo non convince gli spettatori eppure la visita successiva alla casa del viaggiatore nasconde una sorpresa, il protagonista è appena tornato da un viaggio nel tempo!
Così si apre il racconto di Viaggiatore nel futuro, millenni di anni successivi all'anno corrente.
Le sue aspettative vengono deluse perché nell'epoca in cui arriva l'uomo invece di essersi evoluto sembra retrocesso; le persone che incontra sono piccoli esseri aggraziati il cui scopo nella vita è mangiare e dormire e raccogliere fiori, poi scopre l'altro lato della medaglia cioè esseri che vivono nel sottosuolo diventati ciechi e cannibali.
Le teorie di viaggiatore sono tante, la più probabile è la divisione della società tra nobili e servi, i primi vivono nel giorno e gli altri sottoterra, ma negli anni i servi sono diventati più forti dei loro padroni infatti sono preda di attacchi notturni.
Viaggiatore perde la macchina del tempo ma dopo un lungo percorso pericoloso riesce a recuperarla, scappa da quel futuro disastroso e si proietta nel futuro per trovare solo freddo e desolazione.
Torna indietro al suo tempo e racconta tutto ai suoi amici scettici e increduli.
Solo qualcuno negli anni successivi ricorda la storia di Viaggiatore che ormai è scomparso da tempo. Al lettore non resta che immaginare in che epoca sia finito!
Molto bello il libro mi è piaciuto moltissimo.
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NON MI CONVINCE PER NULLA
Premetto che non è il genere di lettura che amo anzi solitamente non mi avvicino a libri di questo tipo ma essendo un regalo ho voluto fare lo sforzo di aprirmi a questo romanzo spirituale.
Si tratta proprio di un romanzo e non di un racconto tratto da una storia vera come dice l'introduzione; mi è sempre piaciuto informarmi su chi leggo come autore e cosa sto leggendo come tematiche o semplicemente come apprezzamento dei lettori e mi sono informata su Marlo Morgan, Così ho scoperto che il suo racconto di un'esperienza unica in realtà è in gran parte (se non completamente) una finzione, lei non è mai stata nell' Outback australiano per mesi con gli aborigeni ma se l'è inventato. Addirittura un gruppo di veri aborigeni australiani si è fermamente opposto alla creazione di un ipotetico film tratto da questo libro. Quindi insomma l'autrice ci sta vendendo come storia vera la sua immaginazione.
Le premesse non sono le migliori infatti ho letto il libro con scetticismo. Peccato perchè avevo deciso di aprire i miei orizzonti ma sono partita con il libro sbagliato!
Il romanzo in sè non è male, l'ho trovato scorrevole anche se molto ripetitivo ma non mi sono sentita coinvolta dalla storia della protagonista. Ho trovato assurde alcune cose scritte, per esempio la telepatia tra gli aborigeni e il sacrificarsi degli animali di loro volontà per diventare cibo. Credo che sia altamente impossibile.
Non mi sento di consigliare la lettura di questo libro.
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UOMINI, ANIMALI O MOSTRI?
Prendick,un'uomo disperso in mare, viene salvato da una nave particolare, la nave che conduce all'isola del Dottor Moreau. Da qui parte la vera storia di questo romanzo di Wells.
L'isola in questione è una specie di incubo perchè popolata da mostri da sembianze umane; il protagonista scopre verso metà/ tre quarti di libro che in realtà sono animali vittime di esperimenti da parte del Dottore.
Un'incubo a occhi aperti per Prendick scoprire i dettagli da parte di Moreau e il suo aiutante Montgomery: i due vivono sull'isola per poter dedicare la loro vita a sperimentare su animali vivi i possibili innesti per farli diventare uomini.
SI crea così sull'isola una popolazione di uomini metà cani, metà iene e metà lupi, mezze scimmie e mezzi tori, capaci di parlare e timorosi del Dottore in quanto punisce le sue creazioni quando violano un codice da lui stesso creato.
Prendick vive con il terrore di questi mostri e dopo una serie di tragici eventi è costretto però a convivervi in modo ravvicinato.
La conclusione del romanzo è ciò che colpisce, Prendick riesce a tornare nel mondo "reale", ad andarsene da quell'isola ma non riesce a tollerare la vicinanza delle persone normali e subisce un crollo emotivo. Il messaggio che traspare è che anche nel mondo normale l'uomo sotto sotto è animale, non nell'apparenza ma nel modo di essere.
Anche l'uomo civilizzato è da temere.
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L'ANNO 25
Margaret Atwood è una scrittrice che ho conosciuto qualche anno fa con il romanzo "l'ultimo degli uomini" e ho subito apprezzato, un'autrice attuale e provocatoria con i suoi libri che evidenziano i tratti più morbosi e oscuri della nostra attuale società.
La Atwood ha uno stile che mi ha colpito, molto affine ai miei gusti di lettura e ai miei pensieri e l'ho inserita tra i miei autori preferiti.
"L'anno del diluvio" è il seguito del "l'ultimo degli uomini" e sono entrambi parte della trilogia MaddAdam. Questi due romanzi possono ritenersi due storie nello stesso arco di tempo; nel secondo libro i personaggi di Toby e Ren ci raccontano le loro vicende post "diluvio senz'acqua" (l'epidemia che ci viene spiegata nel primo libro) e con dei flashback ci viene anche presentata la loro vita precedente e come sono entrate a fa parte dei Giardinieri di Dio, una sorta di setta che vive in semplicità e nutrendosi solo di prodotti vegetali nel rispetto dell'ambiente con nuovi Adami ed Eve del futuro.
Circa a metà del romanzo spuntano nomi famigliari quali Jimmy, il protagonista del primo libro, e Crake. In questo modo veniamo a conoscenza di ulteriori dettagli sui personaggi del libro precedente e i fatti si collegano in modo più che naturale, grazie all'abilità dell'autrice nel dare una continuità ai romanzi senza cadere nel banale e scontato.
Ren e Toby sono due personaggi con storie intense e il romanzo incentrato sulle loro vite scorre velocement ma quello che cattura di più a mio parere è la curiosità sul post epidemia e sulla popolazione creata da Crake, che ritroviamo a fine romanzo, quegli uomini blu che fanno le fusa che abbiamo conosciuto nel primo libro. Come si evolveranno nel terzo romanzo? Non vedo l'ora di scoprirlo.
Il romanzo in sè è una continua denuncia velata sul progresso che distrugge l'umanità delle persone e la tecnologia che avanza fino a diventare mostruosa. Animali geneticamente modificati che diventano mostri e dall'altra parte l'estinzione di sempre più specie, le sempre più comuni modifiche corporee grazie alla chirurgia plastica e la commercializzazione di organi umani. La volontà di tornare alle origini, le guerre di popolazioni divise in una sorta di caste, la disumanità di chi è ricco e lavora per arricchirsi senza guardare in faccia il mondo. Tutto questo è l'anno del diluvio.
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EPICITÁ ALLO STATO PURO
Ecco a voi il sesto capolavoro di Erikson: i cacciatori di ossa!
Con questo libro la saga dei caduti di Malazan si amplia ma allo stesso tempo si schiarisce e tu, ormai preso nel vortice del mondo eriksoniano, non riesci più a fermarti nella lettura.
Si perché i cacciatori di ossa parte in modo tranquillo quasi troppo per poi aumentare di livello come un'iperbole con una conclusione indimenticabile.
L'aggiunto Tavore è un tutt'uno con il suo esercito, il quattordicesimo, il sentimento e la tensione per la guerra in corso è palpabile ed è memorabile la guerra di guerra di Y' Ghatan che battezza appunto i soldati che verranno chiamati cacciatori di ossa. La scena di questa guerra in particolare che dura parecchi capitoli è un'insieme di ansia e speranza per la sopravvivenza dei soldati che ti stanno a cuore.
Il padrone del mazzo Ganoes Paran ci mostra un po' dei suoi trucchi ora che ha questo potere e ci lascia di stucco la sua abilità e furbizia.
Mappo Runt ci spezza il cuore più e più volte.
Ben lo svelto è una bomba, il dado truccato che tutti vorremmo.
Kalam..non riesco a parlare di Kalam perché la conclusione mi ha distrutto. Un personaggio così potente e formidabile da non aver uguali in abilità fisica e tattica.
Dopo qualche libro finalmente rincontriamo l'imperatrice Laseen che è colei che muove i fili dietro le quinte (o quasi).
Troviamo anche dalla casa delle catene Trull Sengar e Onrack a proteggere un trono importante.
Finalmente Fiddler suonerà il suo violino, una melodia unica che ti sembrerà quasi di sentire attraverso le pagine.
Altri personaggi altrettanto importati hanno la loro storia e le loro avventure e il Dio Storpio continua a muoversi ora che è nel pantheon degli dei.
Cosa succederà dopo tutte queste guerre e queste storie, lo sapremo solo continuando la lettura.
Ringrazio di aver iniziato questa saga!
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UNA REALTà CRUDELE
Natsuo Kirino è a mio parere una tra le più geniali scrittrici giapponesi contemporanee e questo suo libro non fa altro che confermare la mia opinione.
Una storia crudele mi ha presa a tal punto che l'ho divorato in soli 4 giorni durante le mie vacanze estive ed il finale mi ha lasciato particolarmente perplessa perchè è una storia nella storia molto ambigua.
Keiko viene rapita all'età di 10 anni da una specie di psicopatico di nome Kenji e nel tempo presente, circa vent'anni dopo, la storia è ancora nebulosa perchè Keiko non ha mai voluto raccontare la verità di quel che successe alla polizia o alla sua famiglia. Ciò che sappiamo è che il fatto ha sicuramente sconvolto la vita della ragazza. Ma in che modo?
Veniamo a sapere i dettagli del rapimento e della segregazione della protagonista tramite un manoscritto di quest'ultima lasciato nel suo pc e consegnato al suo editore dal marito, che ammette che sua moglie Keiko è scomparsa.
Leggendo le confessioni di Keiko veniamo a sapere del rapimento, della segregazione di oltre un anno e della fuga e di tutto quello successo dopo. La storia man mano che prosegue nella sua morbosità e drammaticità si fa sempre più carica di una tensione di sottofondo che sfocia con le rivelazioni sconvolgenti sulla "vera" verità nelle ultime pagine. Un continuo susseguirsi di affermazioni poi sormontate da altre rende nebulosa la storia di Keiko e Kenji e il suo vicino di stanza Yatabe.
Mi sono chiesta più volte se la verità finale è la realtà dei fatti o se è una sorta di provocazione da parte della protagonista/scrittrice e questo dubbio mi è rimasto.
Un romanzo scritto magistralmente che ci consegna la società moderna distorta così com'è.
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L'OSCURITà CELATA
Il terzo romanzo di McEwan che leggo non posso dire che mi sia piaciuto molto ma non mi ha lasciato nemmeno indifferente.
Le premesse incuriosiscono e ti spingono a correre con gli occhi tra le pagine e la descrizione della coppia Colin e Mary, tra noia e improvvisa passione, è davvero realistica e lo scrittore si conferma ai miei occhi nuovamente un maestro nei piccoli dettagli della vita.
Proseguendo però non mi sono sentita coinvolta nella storia, solo incuriosita, anche se il finale totalmente inaspettato è atteso e quindi è come se ti togliesse un peso, finalmente sappiamo cosa si nasconde dietro a Caroline e Robert.
Ogni coppia e ogni famiglia cela qualche segreto ma c'è chi ne ha più oscuri degli altri. In questo caso McEwan ci ha trascinati in mezzo a violenza e ombre ben nascoste dall'apparenza.
Non mi sento propriamente di sconsigliarlo ma ho preferito di gran lunga Espiazione e non mi fermerò nella lettura degli altri libri dell'autore.
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STORIE DI VITE E SCACCHI
Gli scacchi mi hanno sempre affascinato e anni fa ogni tanto ci giocavo, le regole di base bene o male le so e devo dire che questo libro, un intreccio di vite che ruotano intorno a tale gioco, mi ha messo una grande voglia di riprovare a muovere qualche pezzo.
Maurensig ci narra la vita di tre persone attraverso pedoni, cavalli ed alfieri, sono racconti che affascinano e mi sono piaciuti i passaggi da una storia all'altra per poi giungere ad una conclusione che mi ha lasciato un po' perplessa, speravo in un riscatto finale più esplicito per così dire.
Il libro resta un gran bel racconto diverso dal solito e lo consiglio a tutti gli amanti non solo degli scacchi ma della lettura in generale.
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ANNA SALVA SEMPRE
La storia di una famiglia e in particolare di due sorelle, Anna e Kate.
Kate è malata di leucemia e Anna è stata concepita in modo tale da essere una sua donatrice perfettamente compatibile e negli anni dona alla sorella sangue e tutto ciò che può servire. Ma quando si tratta di donare un rene la situazione cambia.
Anna decide di fare causa alla sua famiglia per opporsi al trapianto di rene. Ma cosa c'è dietro alla sua decisione?
C'è amore, rabbia e tanto sentimento e anche una piccola parte di egoismo, ma come ci sentiremmo noi a non essere padroni delle decisioni sul proprio corpo?
La scrittrice ci racconta dai vari punti di vista dei familiari, e anche dell'avvocato di Anna, cosa succede in questa particolare situazione.
Una malattia non tocca solo chi ne è colpito ma anche chi sta attorno e vediamo gli effetti in una famiglia normale che scende a patti con la vita.
A me è piaciuto molto questo libro l'ho trovato toccante e interessante soprattutto per i piccoli approfondimenti medici e legali.
Se poi si ha qualche sorella non si riesce a non farsi coinvolgere!
Il finale mi è dispiaciuto e l'ho trovato scontato e su questo punto ho preferito la trasposizione cinematografica.
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FRATELLI, DEI E SANGUE
Maree di mezzanotte, il quinto libro della saga dei caduti di Malazan, potrebbe benissimo essere letto per primo perché è un libro a sé stante che si colloca come linea temporale alla pari del primo libro, i giardini della luna, ma racconta i fatti di un altro continente e di altri personaggi.
Qui il livello di scrittura di Erikson tocca l'apice con dialoghi profondi e sentimenti palpabili tutto condito da una guerra tra due popoli con diverse abitudini e credenze.
La guerra in questione è tra i Letheri, umani dediti all'arricchimento e i Tiste Edur, popolo non umano che basa la piramide sociale sulla famiglia nobile e sulla forza dei guerrieri.
Di questi ultimi fa parte Trull Sengar che abbiamo già incontrato nella casa delle catene, il libro precedente, ed è il personaggio più vero di tutta la saga fino ad ora per me. È così reale il suo affetto per i suoi fratelli e poi il dolore per Rhulad, suo fratello minore.
Il libro viene alleggerito poi dalla coppia Theol e Bugg, padrone e servitore con dialoghi al limite del demenziale che strappano più di un sorriso tra le pagine e che racchiudono una grande storia di fiducia e mistero. I fratelli di Theol, Hull e Brys hanno anch'essi una grande importanza per la guerra in procinto di nascere.
Ci sono tantissime altre trame e sottotrame che vale la pena nominare come la storia di Seren Pedac o lo schiavo Udinaas, il dichiarato Iron Bars e la ladra non morta Shurq Elalle..
Tutto ancora una volta in un libro che è stupendo. Non si possono descrivere altrimenti i romanzi di Erikson.
Consiglio la lettura di tutta la saga!
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IL CANTO DELLA DOLCE MORTE
Avendo letto ormai quasi tutti i libri di Palahniuk, Ninna Nanna non è stata una grande novità come stile di scrittura e contenuti. L'autore ha un modo tutto suo di esporre le sue storie ciniche e critiche nei confronti della società moderna che ti colpisce e ti tiene incollato alle pagine come mi è successo con tanti altri suoi scritti.
Questo romanzo in particolare mi ha preso meno e non mi ha trasmesso quello che magari libri come Invisible Monster e Rabbia mi hanno dato, quindi non mi sento di dire che mi sia piaciuto particolarmente, sebbene la storia sia intrigante.
Un canto mortale in mano a gente comune e le conseguenze che ne derivano:abuso di potere, paura di farne uso , ambizione alla sovranità, ideali di falsa profondità e tutto quello che ci va dietro.
Palahniuk non sconta niente all'uomo moderno e un'ipotesi di società come quella descritta ipoteticamente dal protagonista (riferendosi ad una conoscenza da parte di tutta la popolazione del canto della dolce morte) è davvero inquietante.
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