Opinione scritta da Pupottina

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    30 Settembre, 2016
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Avresti dovuto saperlo

"Avresti dovuto saperlo." È questo che Grace ripete sempre alle sue pazienti, ma, molto probabilmente, è quello che avrebbe dovuto chiedere a se stessa, prima che la situazione le sfuggisse di mano.
Grace è un'affermata analista, divenuta ancora più famosa grazie al libro che sta pubblicando, dal titolo enigmatico ed esauriente "Avresti dovuto saperlo." È questo il mantra di una donna che è anche una moglie felice e una mamma attenta. O almeno crede di esserlo. Non vuole che le due realtà, personale e lavorativa, si intreccino o si mescolino, ma il suo destino è imprevedibile. Crede di essere fortunata nell'avere una vita perfetta con la sua famiglia felice, ma è tutto vero o, come accade a molte delle sue pazienti, è lei ad aver idealizzato la situazione? Quante cose può nasconderci la nostra mente se noi non diamo ascolto all'istinto? Quanti dettagli ci sfuggono perché il nostro inconscio è troppo spaventato per volerli analizzare?
Grace Reinhart Sachs è felice con suo marito Jonathan, oncologo pediatrico di fama, e suo figlio dodicenne, Henry. Tutto è perfetto finché un giorno scopre che niente è come lei lo ha creduto, in un crescendo di situazioni assurde e dubbi che destabilizzano la protagonista, ma anche il lettore, costretto a farsi domande su ciò che è reale e ciò che non lo è, nel romanzo come nella propria vita.
È una lettura avvincente e interessante che dissemina indizi e elargisce consigli su come affrontare la propria esistenza con lucidità, anche quando tutto sembra sfuggire al nostro controllo.
È una storia originale dalla trama creativa con un crescendo adrenalinico di suspense e colpi di scena, dalla perfetta calma all'incubo che serpeggia maleficamente in ognuno di noi durante un periodo tranquillo.
È il primo romanzo che leggo di Jean Hanff Korelitz e l'ho trovato un ottimo thriller psicologico.
"Non fidarti della prima impressione. Ascolta il tuo istinto anche quando ti dice cose che non vuoi sentire. È più facile annullare una festa di nozze che dieci anni di matrimonio."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    26 Settembre, 2016
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Cold case: Cinderella Murder

Mary Higgins Clark e Alafair Burke, una coppia improbabile, ma che funziona. Si nota maggiormente lo stile della Higgins Clark che, anche in COSÌ IMMOBILE TRA LE MIE BRACCIA, tende a far sentire il suo personalissimo modo di narrare: forse per via degli anni di esperienza letteraria, forse per la sua età, superiore rispetto alla Burke, o forse per la sua indole, ormai consolidata, di scrittrice onnisciente che decide di raccontarci una storia con il suo personale stile. Mi è stato difficile identificare, un brano, una pagina, un capitolo con la consapevolezza che a scriverlo sia stata Alafair Burke. Si avverte poco la sua presenza, che sicuramente ci sarà, anche se difficile da rintracciare.
La trama e lo stile sono quelli che hanno portato Mary Higgins Clark al successo, ad essere un'affermata scrittrice di bestseller che hanno fatto il giro del mondo. In COSÌ IMMOBILE TRA LE MIE BRACCIA tornano i personaggi, conosciuti e amati, in LA NOTTE RITORNA: Laurie Moran, con il figlio Timmy e il padre, un vero nonno tutto-fare; il suo staff al completo; e infine l'avvocato Jack, figura fondamentale e di aiuto per le indagini, ma anche per la vita privata.
Under Suspicion, la trasmissione televisiva che indaga sui crimini rimasti irrisolti, in COSÌ IMMOBILE TRA LE MIE BRACCIA, parla del caso di Cinderella Murder: vent'anni fa, quando la bella studentessa Susan Dempsey viene trovata morta nel parco, i sospetti cadono subito sull'ambiguo fidanzato. In mancanza, però, di prove indiscutibili, il caso cade nell'oblio, finché Laurie Moran, per dar voce alle preghiere di Rosemary, madre della vittima, torna a indagare, entrando, anche questa volta, nel mirino del colpevole che non vuole essere smascherato.
Amo veramente e con tutta me stessa i mystery di Mary Higgins Clark che non mi delude mai e sa appassionarmi con i suoi romanzi alimentati dalla suspense e dalla bellezza dei suoi personaggi, delineati a tutto tondo.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    25 Settembre, 2016
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Se non mi struggo, mi sembra di non amare

"La verità è che il mio amore si nutre di stenti. Se non mi struggo, mi sembra di non amare."
Alice Allevi è così. Sensibile, appassionata, pronta a struggersi per amore e a non smettere mai di rincorrerlo, tra un dubbio e l'altro, tra una riflessione filosofica, un rimorso o un rimpianto. E sarà sicuramente così anche nella serie televisiva a lei ispirata, L'ALLIEVA.
Alice Allevi è il personaggio, la protagonista femminile più riuscita nel panorama della letteratura italiana contemporanea. Piace troppo. Non puoi non amarla. E come dice la sua creatrice, la scrittrice ALESSIA GAZZOLA, adesso «vive di vita propria». Nei primi romanzi, a partire da L'ALLIEVA, la Gazzola l'ha inventata, ispirandosi un po' alla sua vita, alla sua routine di medico legale, ma poi è stata la protagonista Alice a emergere, a trovare la sua strada, lanciandosi in una serie di avventure, professionali e sentimentali, ognuna della lunghezza di un romanzo. Anzi, di un bestseller, poiché i libri della Gazzola sono così accattivanti, credibili e, soprattutto, scritti bene, che non si può non leggerli.
Se i delitti più efferati e i gialli avvolti nel mistero, da insolubili trovano il loro colpevole, l'amore per Alice ha sempre un po' di alti e bassi, anche quando sembra aver trovato l'uomo che le chiede di sposarlo. Come in un romanzo di formazione a puntate, che si sviluppa un libro dopo l'altro, la specializzanda Alice Allevi cerca di districarsi tra gli uomini della sua vita: Claudio Conforti (altresì noto come "CC"), Arthur Malcomess e l'ispettore Calligaris.
Anche in UN PO' DI FOLLIA IN PRIMAVERA, giallo coinvolgente e chick lit rosa al punto giusto, Alice piace tremendamente, con tutti i suoi pensieri e il suo filosofeggiare sulla vita, ma soprattutto sull'amore. Tutto è imprevedibile e mutevole, grazie ai colpi di scena che tengono intrappolato il lettore. Gli omicidi, anche in UN PO' DI FOLLIA IN PRIMAVERA ci susseguono a catena. Alice è curiosa, tremendamente curiosa, non di morbosità, ma di interesse umano, da vera filantropa della vita, piena dei sentimenti più nobili anche quando non se ne sente all'altezza. È fantastica. È unica. Non tutti ricordano con sincero interesse e quasi affetto il professore con cui si è sostenuto un esame all'università. Lei, sì.
Un uomo si suicida. È il paziente di un noto professore di psichiatria, Ruggero D’Armento, che Alice Allevi, da studentessa, ha seguito con interesse nelle varie lezioni e nei seminari.
Dopo poco, anche l'importante professore viene trovato morto: però assassinato. La sua non è una morte qualunque, come nessuna lo è quando c'è Alice Allevi nelle vicinanze. L’indagine su questo omicidio è impervia, ma c'è sempre la specializzanda Alice, un po' pasticciona alla Bridget Jones, un po' signora in giallo, che si impegna, prendendola a cuore come suo solito.

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Consigliato a chi ha letto...
... la serie di gialli con Alice Allevi, ma anche a chi non conosce ancora questo interessante personaggio letterario.
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    18 Settembre, 2016
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Perfezione vs incubo

"La paura è il miglior deterrente che ci sia."
LA COPPIA PERFETTA, romanzo d'esordio della scrittrice B. A. PARIS, è il thriller psicologico che tutte le donne, che si accingono a sposarsi, dovrebbero leggere, soprattutto se lo sposo è tanto perfetto da sembrarlo "troppo", un sogno impossibile che si realizza. Lui, Jack, è un uomo affascinante, un avvocato di grande successo, un marito innamorato. Ma è anche un uomo che mente costantemente e a tutti, poiché la sua brama di perfezione e apparenze irreprensibili nasconde oscuri segreti.
Scivolare dalla perfezione all'incubo, però, è questione di istanti, e, malauguratamente, Grace deve prenderne atto. È la donna nella quale molte altre possono ritrovarsi, immedesimarsi, provare una empatia quasi tangibile. Sposarsi, per Grace, è stato un terribile errore. Ma non è solo questione di incompatibilità o abitudini diverse. È molto di più. È quella consapevolezza che ti porta a pensare: "La porta si apre e appare lui. Quell'aitante psicopatico di mio marito." Per Grace, è ancor più terrificante se pensa che, sposandolo, ha messo in pericolo non soltanto la sua vita, ma anche quella delle persone a lei più care. Liberarsi di lui diventa il suo costante imperativo. Deve essere veloce e deve farlo prima che sia lui a stancarsi e a liberarsi di lei. Però, deve fare i conti con il fatto che "Lui è scaltro, incredibilmente scaltro." Lui è avido. Si nutre della paura altrui. "La paura, non c'è niente al mondo che la uguagli."
La sua follia è il terrificante incubo di Grace. Il peggio deve ancora venire e lui non ha limiti. "Tutto ciò che gli ho confidato lo ha usato contro di me. Sta architettando la mia rovina."
"La sensazione di pericolo incombente è come una bomba a orologeria che scandisce il conto alla rovescia fino all'inaspettato, travolgente finale" dice di questo romanzo il Publisher Weekly e non ha torto.
Un esordio straordinario, coinvolgente e travolgente. È una trappola non soltanto per la protagonista, ma anche per chi lo legge e non riesce a staccarsi finché non ne ha terminato la lettura.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    11 Settembre, 2016
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Indagine a Kingsmarkham

Tra gli ultimi capolavori della scrittrice londinese, RUTH RENDELL, venuta a mancare nel 2015, c'è sicuramente UNA FINE IN LACRIME. È un poliziesco, ricco di suspense e di colpi di scena, che intreccia le vicende dei personaggi ad un importante tema d'attualità, quello della maternità surrogata. Cosa arriverebbe a fare una donna pur di avere un figlio? E cosa farebbe un padre se ne perdesse una?
In particolare è sul secondo interrogativo che si concentrano le vicende che vedono George Marshalson, sconvolto dal ritrovamento della figlia, ormai cadavere a pochi metri da casa.
Chi la voleva morta? Perché tanta ferocia nei confronti di una minorenne?
A seguire il caso è l'ispettore capo della polizia di Kingsmarkham, Reg Wexford.
La storia narrata è coinvolgente e mette in primo piano l'importanza dei bambini e di quelli che, crescendo, non lo sono più, ma che non si possono nemmeno considerare considerevolmente adulti.
L'indagine segue varie piste ed è condotta, per lo più, alla vecchia maniera, poiché quello è lo stile investigativo di Wexford, ma si avvale anche della collaborazione dei suoi sottoposti: il vice Mike Borden, il sergente Hannah Goldsmith e l'agente Baljinder Bhattacharya. Intorno alle loro vicende, professionali e private, c'è anche la turbolenta situazione famigliare di Wexford, sempre pronto a fare da paciere in ogni situazione, non tralasciando di dire la sua.
Ottima lettura che non si può non consigliare.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    08 Settembre, 2016
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I delitti nella camera chiusa

Una interessante raccolta di racconti all'insegna del giallo più autentico. Nei tanti personaggi, chiamati di volta in volta ad indagare, è possibile scorgere i tratti, le abitudini, gli atteggiamenti dei grandi protagonisti del giallo classico, ma anche gli eroi nati dalla fantasia di RINO CAMMILLERI, Corrado de Tours e don Gaetano Alicante.
Intellettuale agrigentino, scrittore e giornalista, autore di saggi, ma soprattutto di gialli. Ecco chi è RINO CAMMILLERI, già autore di altri gialli, editi dal Giallo Mondadori.
Tanti sono i racconti interessanti che compongono questo volumetto: "un omaggio al genere più bello del mondo".
I DELITTI NELLA CAMERA CHIUSA va a celebrare quello che è una delle componenti più suggestive per generare suspense e mistero, ossia l'ambiente chiuso o "circoscritto", che non è necessariamente una camera chiusa, ma può essere anche un sito isolato dal resto del mondo: il luogo dove avviene il crimine.
Ecco quali sono stati i miei racconti preferiti: "La biblioteca dello Spettro", "Il caso del canonico sul treno" e "Omicidio al party". Però, anche gli altri sono molto coinvolgenti ed interessanti.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    08 Settembre, 2016
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Due Miss Marple a Milano

Dalla redazione di Quarto Grado alle commedie in giallo, ROSA TERUZZI è una esperta di cold case e in LA SPOSA SCOMPARSA ce ne propone uno davvero molto interessante ed attuale, tanto verosimile da farcelo sembrare autentico. Il merito è anche nella caratterizzazione a tutto tondo dei suoi riuscitissimi personaggi: tre donne con un intuito particolare, ma in possesso anche di sensibilità e ostinazione.
Niente può fermare Libera, Iole e Vittoria. Tre personaggi che ti entrano nel cuore e, da donna, non puoi non ritrovarti nelle loro riflessioni sulla vita, l'amore, il lavoro e le vicissitudini della vita.
Libera è una donna appassionata di romanzi gialli, proprietaria di un casello ferroviario, dove ha ricavato un negozietto di fiori per realizzare i suoi, tanto pubblicizzati e controversi, bouquet nuziali. Libera è anche la vedova di un poliziotto, Saverio, morto in circostanze misteriose, quando la figlia, Vittoria, era ancora una bambina. Intrappolata tra le pagine dei suoi gialli preferiti e nel dolore per la perdita del marito, Libera ha rinunciato a indagare per scoprire tutta la verità sulla dipartita di Saverio. Si è rassegnata e ha imparato a convivere con tutti i perché di cui non saprà mai la risposta. Questa sua rassegnazione la porta ad avere un rapporto conflittuale con la figlia, Vittoria, la quale, ormai cresciuta, ha seguito le orme paterne. È una poliziotta con un alto senso del dovere. A completare l'allegro trio, c'è la madre di Libera e nonna di Vittoria, Iole, una quasi settantenne, disinibita e con la passione per gli uomini e le discipline tantriche. Insolitamente, è l'unica del trio a non avere problemi di cuore e quella che strappa ai lettori non pochi sorrisi.
E così che Libera si trova a convivere tra "sua madre, la sfacciata, e sua figlia, la sfinge, che si tengono testa reciprocamente: due autentiche femmine alfa, ognuna a suo modo."
In una, stranamente piovosa, giornata di luglio, Libera e Iole, conosciuta Rosalia, la donna vestita interamente di nero, non possono fare a meno di provare compassione per lei e volerla aiutare. Il lutto, ormai perpetuo, di Rosalia è dovuto al dolore per la misteriosa scomparsa, di sua figlia Carmela, avvenuta ventisei anni prima. La donna non ha mai scoperto la verità. Il caso è ormai archiviato, ma Rosalia, da madre, non si rassegna a non poter più riabbracciare sua figlia o, almeno, a poterla seppellire in un'urna confortata dal pianto. Libera non può smettere di chiedersi cosa farebbe se fosse al posto di Rosalia e sua figlia Vittoria scomparisse misteriosamente. Lei ha già una spina nel cuore, quella che le si è conficcata dopo la morte di Saverio, e non potrebbe sopportarne un'altra. Per questo motivo, Libera intercede con Vittoria in favore di Rosalia e riesce a far riaprire il caso, ma anche a far luce sulle misteriose vicende legate alla sua scomparsa.
Per risolvere un caso, impronte digitali e dna non bastano, se manca un po' di intuito femminile.
"Come avrebbe agito, al posto suo, uno degli investigatori dilettanti dei romanzi che amava?" Libera, troppo platealmente sosia di Julianne Moore, non passa inosservata. Si pone tante domande, cui dare risposte, che trova grazie alla collaborazione di sua madre Iole e dei suoi personalissimi metodi d'indagine.
LA SPOSA SCOMPARSA è un giallo che ho amato dalla prima all'ultima pagina e, visto gli indizi disseminati nel finale, spero vivamente che ci sia presto un seguito.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    31 Agosto, 2016
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"Aggiustare" la realtà

"Non troverai mai il vero amore
se non sei disposta ad accettarea
anche ciò che non ti aspettavi di trovare."
La narrativa italiana perderebbe qualcuno di fondamentale se lei non ci fosse.
La scrittrice veneziana Erika Favaro è molto brava nel parlare e spiegare tutto quelle che le donne non dicono, ma anche quello che dicono mentre intendono altro. È la voce che parla alle nuove generazioni.
Nei suoi romanzi c'è l'amore, con un tocco di ironia, malinconia, ma anche di romanticismo.
È UNA BUGIA MA TI AMO è un romanzo per giovani menti romantiche, ma anche per donne che l'amore lo conoscono, l'hanno vissuto, sperimentato e adorano ritrovarsi fra le righe delle vicende narrate da Erika Favaro.
Lo stile è leggero, scorrevole, appropriato, ma la storia raccoglie pillole di saggezza per chi l'amore ancora lo sogna, lo vive o lo vuole rivivere nel modo giusto. È un romanzo leggero, spensierato, ma ricco di consigli utili da mettere in atto nelle nostre esperienze romantiche.
La trentenne Wendy ha un lavoro che le piace moltissimo, una famiglia allargata e un po' scombinata che adora, un ex fidanzato inutile da dimenticare e un piccolo problema con la realtà. Non è che non veda ciò che ha davanti agli occhi, o che non abbia delle opinioni ben precise sulle cose: è solo che trova tanto più facile dire una bugia, più o meno innocente, soprattutto se serve a far sentire meglio chi le sta intorno. Potrebbe essere, forse, un meccanismo per proteggere se stessa da verità troppo dolorose da affrontare?
Forse.
La situazione cambia quando Wendy conosce Libero, l'affascinante proprietario del ristorante sotto casa sua. È così che tutto inizia a cambiare, perché lui non è come gli altri. Lui, al contrario di lei, è autentico e sincero. È un uomo da amare veramente.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    25 Agosto, 2016
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Morte all'ombra delle piramidi

È la prima avventura nel mondo del crimine di Jocelyn Shore, un'insegnante di storia, una texana in vacanza in Egitto, insieme alla cugina Kyla. L'ambientazione vacanziera non impedisce al peggio di accadere: una donna, piuttosto antipatica e malvista, viene trovata morta. Si pensa ad uno sfortunato incidente, ma di mezzo c'è la volontà di un assassino che la odiava a tal punto da volerla morta.
Il bello dei gialli dilettantistici è che chi si addentra nelle indagini lo fa da perfetto profano, da persona poco avvezza al crimine e men che meno a condurre un'indagine. In questo caso, a guardare con un'occhio inesperto la morte di Millie Owens è un'esperta di storia che si addentra nei misteri all'ombra della piramide di Chefren. È da lì che inizia il viaggio nell'incubo di Jocelyn Shore. Tocca a lei cercare la chiave di volta di un intrigo che, tra impostori e contrabbandieri di antichi reperti, minaccia di troncare non soltanto l'agognata vacanza di Jocelyn e Kyla, ma anche la loro stessa vita.
Janice Hamrick è stata un'autentica scoperta. Avvincente, ingarbugliato ed ottimamente scritto, questo suo giallo, all'ombra della storia dei faraoni, è un gioiellino da non lasciarsi sfuggire.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    25 Agosto, 2016
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Sei tu la ragazza nel parco?

Troppo spesso si accostano, con troppa facilità, romanzi che sono totalmente diversi. È il caso di due successi editoriali, due romanzi che hanno ottenuto fama planetaria. Ognuno dei due ha avuto il suo momento clou durante l'estate. Sto parlando di LA RAGAZZA DEL TRENO, estate 2015, e di LA RAGAZZA NEL PARCO, estate 2016, di autrici diverse. Li ho letti entrambi e posso garantirvi che sono fantastici, due letture interessanti, coinvolgenti ed avvincenti ma, a parte la somiglianza del titolo, non vi è nient'altro. Il primo è un thriller psicologico, mentre il secondo è un perfetto legal thriller. Non ne leggevo uno scritto in maniera così coinvolgente dai primi tempi di Grisham: i suoi primi romanzi legal thriller erano da divorare. LA RAGAZZA NEL PARCO mi ha tenuta con il fiato sospeso dalla prima all'ultima pagina. Il dubbio è rimasto costantemente nella mia mente, come era disseminato tra le righe, altalenando da un capitolo al successivo.
La protagonista Olivia Randall, stimata avvocatessa newyorchese, ha di fronte una scelta importante, una mattina, quando viene contattata da una ragazzina che le chiede di difendere suo padre, accusato di una strage nel parco. È accusato di aver ucciso tre persone, ma si dichiara innocente.
Ad Olivia basta venire a conoscenza del nome del sospettato per ritrovarsi catapultata nel passato, avviluppata nei suoi sensi di colpa per una storia d'amore finita nel peggiore dei modi. La ragazzina, infatti, è la figlia del suo grande amore, quello che non ha dimenticato. Oggi, lui è diventato un affermato scrittore di bestseller. La loro storia era stata davvero molto complicata, soprattutto per colpa di Olivia.
"L'unico motivo per cui non aveva funzionato tra noi due era che io lo conoscevo meglio di quanto lui conoscesse se stesso. Lui credeva che io lo avrei reso felice per il resto della sua vita. Io, invece, sapevo che avrei continuato a deluderlo."
I sensi di colpa, che prova verso di lui, le impongono di fare del suo meglio per scagionarlo. Olivia Randall assume la difesa del suo ex, Jack Harris. Lui è il segno che il passato torna sempre a bussare alla tua porta, quando meno te lo aspetti, quando non hai chiuso completamente con ciò che è stato. Lui non è soltanto un vecchio amore finito male vent'anni prima. Ma è un uomo che, forse, ha superato il passato ed è andato avanti, formando una nuova famiglia, felice, però ostacolata ed inquinata dal male della società. Purtroppo la gioia che Jack Harris ha provato deve fare i conti con la morte, col dolore, come troppo spesso è accaduto in passato. Olivia sa che non ha altra scelta. Aiuterà Jack.
Lui non ha un alibi, non ha testimoni e non ha un motivo plausibile per essere dov'era, quando qualcuno ha fatto fuoco nel parco, ammazzando tre persone. Olivia lo conosce, si ostina a credere in lui, ma deve anche chiedersi se Jack sia davvero innocente o se la stia manipolando per qualche oscuro motivo.
Lui ha raccontato una storia strana. "Surreale" come l'ha definita lui. Ha incontrato, per caso, una donna bellissima, sensuale e misteriosa, con un libro. Il suo preferito. L'ha cercata e ritrovata online e lei gli ha dato appuntamento nel parco, proprio all'ora della sparatoria. È una strana coincidenza anche questa? O è una trappola?
L'indagine della difesa e dell'accusa procedono parallelamente e si scontrano su più fronti: l'una per scagionare, l'altra per assicurare il colpevole alla giustizia. "Stai dicendo che non può essere colpevole perché sembra troppo colpevole?" Anche il lettore resta ossessionato da questo dubbio, mentre la trama tiene intrappolata l'attenzione in un groviglio di personaggi, i cui percorsi sono destinati ad intrecciarsi.
Ottimo bestseller, ottimo legal thriller che cattura, anche dal punto di vista psicologico, mentre si è alla ricerca della verità, come per dipanare l'eterno contrasto tra l'essere o non essere della vita.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    22 Agosto, 2016
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Borrowed crime

Come risolvere una situazione difficile o ottenere qualcosa che desideriamo più di qualsiasi altra al mondo?
Siamo proprio sicuri che farsi coinvolgere in un delitto sia la scelta vincente? Per scoprirlo bisogna calarsi nei panni dei protagonisti, disperati o avidi, di Cornell Woolrich.
Macchinosi, ma geniali. Ecco come si commentano da soli i quattro racconti della raccolta DELITTO IN PRESTITO E ALTRE STORIE. Ogni volta c'è qualcuno che muore e scoprire il colpevole, quando lo si scopre, è un compito arduo, adatto ad un vero maestro dell'investigazione, sia esso un reale poliziotto o un dilettante, intenzionato a portare a galla la verità.
La genialità dei racconti è nelle strategie narrative, ma soprattutto nell'originalità delle storie narrate, che trasmettono tanto quel senso, tutto novecentesco, di smarrimento, di alienazione, di incomprensibile disperazione. In questi quattro racconti emerge chiaramente l'ideologia di Cornell Woolrich, acuto conoscitore del senso di solitudine dell'individuo, costantemente in balia di un mondo spietato, e dei machiavellici meccanismi della suspense, che hanno fatto di lui uno dei grandissimi scrittori del giallo classico americano.
Degno di nota è anche il quinto racconto, "Zezolla" di Diego Lama, in appendice a quelli di Woolrich.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    22 Agosto, 2016
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Tutti probabili criminali

La poliedrica scrittrice neozelandese NGAIO MARSH, autrice di numerosi gialli, divenuti bestseller, attrice, regista e produttrice cinematografica, è una che sapeva il fatto suo. Nel romanzo del 1972, stranamente ancora inedito in Italia, dal titolo QUELLA CASA NELLA BRUGHIERA, ha dato il suo meglio.
È eccezionale come sia riuscita a creare un cosiddetto "enigma da camera chiusa" o meglio "da ambiente circoscritto". In una sperduta residenza di campagna, mentre è in programma un recital natalizio, sta per accadere un delitto. Nessuno lo immagina, nonostante il proprietario, nell'ambito di un programma di reinserimento lavorativo per ex detenuti, ne abbia scelto tanti da impiegare come domestici nella sua splendida ed immensa tenuta.
Ci si perde tra le stanze, i saloni, i giardini della residenza Halberds di Hilary Bill-Tasman e nell'osservare i movimenti frettolosi dei tanti ospiti, affaccendati nei loro compiti o meglio ruoli da perfetti personaggi di un giallo, dove sta per essere commesso un delitto.
Inizialmente è soltanto una misteriosa sparizione, ma quando tanti criminali, diversi fra loro, affollano un ambiente circoscritto, come la residenza Halberds, tutti ne diventano i probabili sospettati. Per fortuna, tra le ospiti, c'è proprio Agatha Troy, moglie del sovrintendente di Scotland Yard, Roderick Alleyn. Entrambi sapranno smascherare il colpevole, portando alla luce le sue spregevoli motivazioni. I geni, contenuti nel DNA, possono svelare un criminale, prima che lo diventi?
I romanzi gialli di NGAIO MARSH sono interessanti soprattutto per il sapiente utilizzo dei dialoghi che ne fanno degli autentici gioielli del genere. QUELLA CASA NELLA BRUGHIERA è forse il migliore che abbia scritto.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    14 Agosto, 2016
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Non è mai acqua passata

"Credevo che fosse giusto. Ma ormai è acqua passata."
"Niente è mai acqua passata."
Finché c'è qualcuno che cerca, spera, ama, non è mai acqua passata. Ecco il senso del quarto romanzo che ha come protagonista il vice commissario Rudi Carrera della questura di Milano.
Carrera è un personaggio a tutto tondo, destinato ad evolversi pur continuando, fermamente e ossessivamente, a rincorrere la giustizia: la verità ad ogni costo per vendicare gli innocenti.
Come dice l'autore, ALESSANDRO BONGIORNI, «Scrivere è un mestiere bellissimo. Ti permette di creare mondi, di tirare fuori quello che hai dentro, di fare ricerche che altrimenti non faresti, di sviluppare ragionamenti, di dare davvero qualcosa.» Lui ci è riuscito alla perfezione, scrivendo un romanzo dinamico, avvincente, dal ritmo rapido. È coinvolgente, a tal punto, da mantenere viva l'attenzione del lettore per quasi quattrocento pagine, che scorrono costruendo un mondo di personaggi verosimili, convincenti, possibili, quasi reali.
È un ottimo poliziesco, ambientato a Milano, con la sua vita frivola, dinamica, pulsante, ma anche ricca di insidie e pericoli, di desideri e vere e proprie ossessioni. Ma è anche un mondo in cui regna la criminalità e la lotta contro il crimine (in questo caso il racket della prostituzione) è destinata a perdersi nei meandri della burocrazia e nel turbinio di voci ed eventi apparentemente non connessi. In questo mare di voci, quelle dei più deboli non vengono ascoltate, generano confusione e si sommano al caos che già c'è e che nessuno riesce a fermare.
Troppe donne soffrono terribilmente, scompaiono, muoiono in questo romanzo.
A tentare disperatamente di proteggerle, di fare la cosa "giusta", c'è Carrera e la sua squadra.
Ma c'è anche Beppe Modica, un uomo che ha rinunciato a tutto pur di trovare Giada, la sua unica figlia, scomparsa quattro anni prima e dimenticata da tutti, ma non da lui.
Le strade di Rudi Carrera e Beppe Modica sono destinate ad incontrarsi. Si aiuteranno, poiché entrambi sono a caccia di verità e giustizia. Entrambi hanno qualcosa che li unisce: credono nelle seconde opportunità e non perdono le speranze.
Rudi Carrera è uno che ama Milano, in modo viscerale, e nello stesso modo ne conosce bene l'anima violenta e terribilmente crudele, quella che affonda le sue radici nella criminalità. Carrera non sa trattenersi, quando sente di dover fare tutto il possibile per ottenere giustizia e di essere uno dei pochi ad averla nel cuore, nella mente, nell'anima, come se ottenere giustizia fosse la sua più grande ossessione.
"È una parte di me. Non è tutto, ma esiste."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Agosto, 2016
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Non sono ... NORMALE

Un titolo originale, invitante, accattivante per un romanzo d'esordio che non si può perdere, soprattutto se si amano i thriller conditi da un eccellente humour inglese. È un romanzo tutt'altro che NORMAL. Lo scrittore esordiente, ma esperto di scrittura, di lessico e tecniche narrative per generare suspense e humour, GRAEME CAMERON, è un uomo che si identifica con il suo personaggio; sa calarsi nei suoi panni alla perfezione, pur non essendo un serial killer. Lo humour del suo personaggio, avvolto nel mistero,, esilarante e di cui non si può fare a meno, è qualcosa di travolgente, sconcertante. È uno spettacolo pirotecnico che non ha mai fine. Del suo protagonista serial killer, in piena attività, ci fa sapere molto, ma ci omette consapevolmente il nome e la descrizione fisica. Il bello sta proprio nel fatto che potrebbe essere chiunque: il nostro vicino di casa, il collega al lavoro, l'uomo che ci sfiora al supermercato, mentre prendiamo la nostra vaschetta con il gelato. Grazie a Graeme Cameron, ci caliamo in una storia avvincente, che ci tiene con il fiato sospeso, mentre divoriamo i capitoli, ansiosi di sapere che fine farà il nostro fantastico eroe, che lo è nonostante sia il classico cattivo della storia. In realtà, ci piace proprio per questo. È il cattivo che rende la storia interessante e in NORMAL è lui che ce la racconta, con il suo punto di vista, da un'angolazione privilegiata, che si rivela più "normale" e comune di come potremmo immaginarcela. È proprio il cattivo che ci racconta, nel dettaglio, il suo modo di agire, comprendendo tutti i suoi insani pensieri, la sua vita estremamente interessante e tutt'altro che "normale" e inumana come dovrebbe essere.
Di romanzi come NORMAL ne leggerei un centinaio senza stancarmi. A volte, la trama risulta folle, come il protagonista, ma anche come tutti i personaggi che lo circondano e che risultano affascinati da lui e tutt'altro che anonimi, però folli a modo loro: per disperazione, per solitudine, per amore, ecc.
GRAEME CAMERON non immaginava che il suo romanzo sarebbe stato un tale debutto esplosivo e, sebbene il suo protagonista sia arrivato ad un punto fermo, non può fermarsi: non vuol dire che i lettori non possano urlare e pretendere a gran voce un seguito altrettanto emozionante di NORMAL.
Non leggevo un romanzo così coinvolgente, ipnotico, imprevedibile ed esilarante da non so quanti secoli.
Se Dexter, dei romanzi di un altro autore e della serie tv, mi ha abbandonata, l'innominato di NORMAL ha saputo emularlo, sostituirlo, prenderne il posto, superandolo. È lui il cattivo che conquista il pubblico, pur essendo un feroce assassino, con tutti gli aspetti comuni che costituiscono la perfetta normalità.
"La verità è che faccio del male alla gente. È tutto quello che so fare. È l'unica cosa che farò."

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    24 Luglio, 2016
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Incendio. Il valzer dei morituri

È un onore che una scrittrice di fama mondiale, come Tess Gerritsen, apprezzi testi fondamentali della saggistica made in Italy. Tess Gerritsen ha abbandonato la sua celebre serie di medical thriller, divenuta una lunga lista di bestseller, che hanno come co-protagoniste la detective Jane Rizzoli e il medico legale Maura Isles, ma non ha cambiato il suo stile avvincente e le tecniche narrative appropriate, per generare tante aspettative e quel brivido di suspense. Soltanto la trama stupisce per l'originalità e per l'ambientazione. È un vero e proprio tributo agli affezionati lettori italiani che, nonostante siano rimasti un po' spaesati dalla novità, non hanno potuto non apprezzare IL BATTITO DEL SANGUE, un omaggio all'arte, all'architettura e alla musica italiana, ma anche alla storia drammatica e gloriosa del popolo che abita questo splendido Paese. Roma e Venezia fanno da sfondo al romanzo che raccoglie due generi diversi e due narrazioni, apparentemente indipendenti, ma destinate ad intrecciarsi. C'è una componente paranormale da thriller psicologico, quella di Julia Ansdell con le sue paure e paranoie. E c'è un'altra storica che narra il periodo delle deportazioni degli ebrei nel campo di smistamento della Risiera di San Sabba.
"Incendio", misterioso spartito di un inedito valzer, scritto da uno sconosciuto compositore, "è l'anello principale di una concatenazione di prove" che congiunge le narrazioni delle due vicende: la prima ambientata al giorno d'oggi; la seconda tra il 1938 e il 1944.
Nella prima vicenda, non c'è situazione più thriller per una madre del sentire la propria figlioletta di tre anni intonare una cantilena ("male a mamma, male a mamma"), per vantarsi di averla letteralmente ferita o per aver fatto qualcosa di profondamente malvagio.
"Ecco l'altra faccia della maternità, quella di cui nessuno parla mai, quella che non è tutta rose e fiori. Nessuno ti dice che il figlio che ha nutrito nel grembo, dal quale ti aspettavi amore e gratificazione senza limiti, ti succhierà il sangue come un parassita."
Nella seconda vicenda, c'è l'incontro tra due persone destinate ad amarsi profondamente negli anni a seguire. Ma il loro amore non nasce sotto una buona stella a causa del periodo storico in cui vivono. È avvolto da una funerea luce che non viene rischiarata nemmeno dalle melodie che i loro strumenti fanno risuonare.
È un ottimo thriller, un capolavoro che eleva il livello, già superlativo, di una scrittrice notoriamente affermata. Ho apprezzato questo thriller, incalzante, come al solito, ma che intreccia l'orrore della mente, che scivola nel demoniaco, all'orrore della storia in tutta la sua malvagità. C'è, da un lato, la singola mente che vede e percepisce il male, e, dall'altra, la follia di una individualità, che si sente tanto superiore alle altre da voler sterminare un'intera razza.
"L'orrore mi toglie la voce. Non voglio sapere altro. Resto lì, paralizzata a guardare." Invece, la scrittrice prende apertamente posizione nel narrare una grande pagina nera della storia e, nel farlo, non tralascia di dar sfogo a sentimenti drammatici, di sdegno e di speranza.
Inaspettato il finale che arriva dopo una lunga serie di colpi di scena e di depistaggi narrativi per non permettere al lettore di arrivare troppo facilmente alla soluzione del complesso enigma psicologico.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    20 Luglio, 2016
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Manipolatori

Mai titolo fu più accattivante di LA RAGAZZA SENZA RICORDI. Se Jane Hughes, la protagonista di questo thriller psicologico, avesse perso la memoria si tratterebbe forse di un romanzo banale. Ma non è così. Non c'è niente di più psicologicamente complesso delle articolate motivazioni che spingono una persona a voler dimenticare il proprio passato, cancellarlo totalmente, rinunciando soprattutto ai ricordi più dolorosi. I ricordi di Jane Hughes riguardano la sua vacanza avventurosa in Nepal. Poteva rimetterci la vita, ma è sopravvissuta. Per questo motivo, ha deciso di cambiare identità e iniziare una nuova vita, riuscendo magari a realizzare i progetti e i sogni che prima non si era impegnata abbastanza per portare a termine. La sua felicità attuale, però, è frutto di una menzogna. Ne racconta tante, ogni giorno, per creare la sua nuova identità, per nascondere agli altri il suo passato. Il suo vero nome è Emma. È sfuggita all'incubo di una setta e a tutte le sue coercizioni e perversioni.
Sono passati cinque anni e lei porta ancora nell'anima i ricordi dolorosi di quel periodo.
Cinque anni prima era partita per un viaggio in Nepal con le sue migliori amiche: Daisy, Leanne e Al.
Erano quattro ragazze molto diverse l’una dall’altra, segnate da esperienze ed esistenze differenti, ognuna con la propria individualità e il proprio carattere, ma legate da un’amicizia di lunga data, capace di resistere a varie prove, seppure a volte caratterizzata da un precario e fragile equilibrio. Doveva essere la miglior vacanza della vita, fatta di yoga, meditazione e splendidi panorami, una settimana che avrebbe dovuto trasformarsi in un ricordo meraviglioso, ma che si è rivelata un incubo. Da quel viaggio due delle quattro ragazze non sono più tornate a casa.
"Se c'è una cosa che ho imparato in Nepal, è che persone apparentemente innocue, a volte, nascondono una vena di crudeltà."
Tutti i nodi vengono al pettine. Anche l'armonia e l'amicizia possono essere messe a dura prova da invidie, gelosie, questioni irrisolte, segreti, se c'è qualcuno diabolico a manovrarne le dinamiche.
Il passato, nei thriller psicologici di Carol Louise Taylor, è sempre qualcosa di irrisolto e destinato a tornare. L'apparentemente felice, Jane, deve fare i conti con le cicatrici del passato, se vuole guardare al futuro. Deve ricostruire i ricordi, che ha voluto cancellare, per capire chi, del suo passato, è tornato a minacciarla.
Dopo IL CONFINE DEL SILENZIO, Carol Louise Taylor è tornata a inquietare il mio immaginario e a coinvolgermi in una originale storia di ossessioni, morbosità e intrighi. Anche la più salda delle amicizie può essere messa a dura prova. Si può arrivare al punto di non sapere di chi fidarsi.
Sorprendente la tecnica narrativa, che alterna la narrazione degli eventi attuali con quelli del passato. Innumerevoli i colpi di scena che si susseguono un capitolo dopo l'altro e ti tengono con il fiato sospeso. Assurdo come sia facile farsi manipolare e plagiare dal leader di una setta e quali strategie di coercizione e controllo sia in grado di attuare per confondere le menti dei più fragili, per approfittare delle loro debolezze, rendendoli degli automi, delle marionette al proprio servizio, degli schiavi, delle pedine da muovere a proprio piacimento. Assurdo il livello di distorsione della realtà che possono perpetrare ai danni delle menti più deboli, partendo dalla conoscenza dei segreti e delle debolezze. Assurdo come ogni forma di spiritualità sia programmata per confonderci.
"Sei radicata nella tua vecchia vita. Ti aggrappi ancora a pensieri, sentimenti, valori che ti sembrano normali, ma che in realtà ti rendono disperatamente infelice."
Anche in questo romanzo, la Taylor ha saputo sorprendermi.
Molto interessante l'ambientazione nepalese e la scelta della storia da narrare.
"Puoi mentire a te stessa finché vuoi sul valore dell'amicizia, sull'importanza della famiglia, ma non conoscerai mai il vero appagamento se non riuscirai a rescindere quei legami."

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Il confine del silenzio
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Narrativa per ragazzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Luglio, 2016
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Pazzi di vita e di tutto subito

Fantastico romanzo a metà strada tra lo young adult e il thriller psicologico.
Il romanzo di Martyn Bedford narra la fuga di Gloria e Uman, partendo dalla fine della loro storia on the road. La detective, che si occupa della loro misteriosa scomparsa, deve rimettere insieme tutti i tasselli per portare a galla la verità prima che sia troppo tardi.
È un romanzo introspettivo e psicologico. Le idee di Jack Kerouac, in TUTTA LA VERITA' SU GLORIA ELLIS, sono ancora attualissime ed infiammano l'anima della giovane Gloria, che è infelice pur non rendendosene pienamente conto.
Quando nella sua scuola arriva un ragazzo egocentrico, eccentrico e bellissimo, Uman, qualcosa in lei cambia. Lui riesce a portare alla luce le inquietudini che Gloria non sa di provare e, con le sue idee, infiamma la monotonia esistenziale della ragazza. La vita di Gloria è come quella di tante ragazze della sua età, fatta di scuola e famiglia.
Però, quando nelle loro vite irrompe una ventata di libertà, Gloria e Uman ne restano travolti e, senza averlo programmato, partono per un'avventura che li cambierà profondamente. Le loro esistenze non saranno più le stesse. Ogni cosa ne risulterà sconvolta.
Tuttavia Gloria conosce appena Uman e non immagina quanti segreti nasconde quel ragazzo tanto interessante e quanto sia pericolosa la strada che decidono di percorrere insieme.
"Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano... bruciano... bruciano come favolosi fuochi artificiali."

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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Luglio, 2016
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Barbizon Hotel

È il libro adatto per tutte le donne che hanno un sogno.
In CERCANDO GRACE KELLY, di sogni ce ne sono tanti e, nonostante il romanzo sia ambientato nel 1955, sembra proprio che i sogni, col passare degli anni, restino sempre gli stessi. Amore, successo, indipendenza, realizzazione personale.
Le protagoniste sono tre ragazze che arrivano a New York da tre angoli diversi d'America per seguire le proprie aspirazioni. Ognuna hai il proprio sogno ed un bagaglio pieno di buona volontà e speranze.
Laura si prepara al suo nuovo lavoro nella redazione della rivista Mademoiselle, sapendo che se la moda si può comprare, lo stile invece no.
Dolly arriva dalla provincia e ha lasciato la famiglia bigotta per diventare qualcosa di più che una moglie, anche se non sa ancora cosa.
Vivian, dai capelli rosso fuoco, per ora si mantiene vendendo sigari in un locale, e intanto insegue il sogno di cantare a Broadway.
Per ogni ragazza di provincia decisa a cambiare la propria vita nella città, che non dorme mai, c'è un solo posto dove stare per realizzare i propri sogni: il famoso Barbizon Hotel, alloggio per sole ragazze dove sono cominciate le storie di tante altre come loro, che ora tutto il mondo conosce.
Una per tutte, Grace Kelly. Le ragazze forse la incontreranno mentre rincorrono i loro sogni, tra nuove amicizie, nuovi amori e tutto quello che di bello può capitare a delle belle ed eccezionali irrequiete giovani donne.
È un romanzo deliziosamente chic, con quel qualcosa di magico che rende piacevole e interessante la lettura. È bello vedere un sogno che si avvera, anche quando è quello di un'altra.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Luglio, 2016
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Se guarderai a lungo nell'abisso...

Se guarderai a lungo nell'abisso anche l'abisso vorrà guardare in te.

Un romanzo da mozzare il fiato. Avvincente, coinvolgente e ricco di colpi di scena. Non potevo chiedere altro ad un thriller. Il personaggio Bruno Jordan, giornalista investigativo, è riuscitissimo. È credibile, coraggioso, determinato. È proprio il perfetto protagonista di un thriller.
NON GUARDARE NELL'ABISSO porta con sé il lettore grazie al ritmo incalzante, alle vicende interessanti, ai personaggi, che si percepiscono come reali e credibili, e allo stile narrativo.
Massimo Polidoro, l'esploratore dell'ignoto, guarda nell'abisso e porta i lettori con lui, travolgendoli con la narrazione, catturandone l'attenzione, mentre seguono le vicende, investigative e familiari, di Bruno Jordan.
NON GUARDARE NELL'ABISSO è un thriller mozzafiato, scritto con capitoli brevi e intensi, scritti ottimamente e che scandiscono lo scorrere del tempo, acuendone l'effetto suspense.
Mentre viene delineata l'atmosfera avvolta nel mistero, l'autore narra e riprende eventi storici, di un passato della storia recente, ancora attuale, integrandoli perfettamente all'interno del racconto senza appesantirlo o dilungandosi troppo, quindi trovando la formula perfetta per mescolarne ogni componente con successo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    23 Giugno, 2016
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Le tenebre tra le piume

In LA STAGIONE DEL SANGUE, Samuel Bjørk torna a parlarci di Holger Munch, il capo dell'unità speciale incaricata di risolvere i delitti più efferati e misteriosi, il quale non può fare a meno di chiedere aiuto a Mia Krüger, poliziotta geniale, ma piena di problemi ed attualmente lontana dall'attività lavorativa per gravi problemi personali che l'hanno resa inabile al servizio. Soltanto lei, però, è in grado di vedere al di là delle apparenze, leggendo le corrispondenze segrete tra le cose e gli eventi. Nell'adottare il suo punto di vista, Bjørk adotta uno stile conciso e immediato, fatto come un susseguirsi irregolare di flash visivi che rendono l'andamento della narrazione vorticoso e rapidissimo e intrappolano il lettore in una serie di congetture ed ipotesi.
Anche quest'indagine è stata sviluppata ottimamente per dare largo spazio a suspense e colpi di scena. L'indagine inizia, come sempre, con un ritrovamento apparentemente casuale che non può non sconvolgere chi vi assiste, ma soprattutto chi deve trovare il colpevole ed assicurarlo alla iustizia prima che l'orrore si ripeta.
In una bella mattina di sole, sulle sponde del fiordo a sud di Oslo, in una radura tra boschi accesi dai colori autunnali, viene trovato il cadavere di un'adolescente. È nuda, magrissima, distesa su un letto di piume. Intorno a lei una schiera di candele disposte a formare una stella a cinque punte.
Mia Krüger e Holger Munch devono scavare nei segreti inconfessabili di una città apparentemente perfetta, nei traumi di persone sole e abbandonate da tutti, negli i abissi della follia e nei recessi più oscuri della rete, per poter fermare il colpevole che dissemina cadaveri avvolti da tenebre macchiate di sangue.

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La stagione degli innocenti
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    21 Aprile, 2016
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La verità su Julia

CAPELLI BIONDI, OCCHI AZZURRI è un ottimo prequel che espone gli antecedenti di una storia thriller, destinata ad appassionare e sconvolgere il lettore. KARIN SLAUGHTER, nel mystery investigativo, QUELLE BELLE RAGAZZE, riprende gli eventi lasciati in sospeso in quel piccolo, ma interessante, ebook e narra le complesse vicende dopo la misteriosa scomparsa della bella e dolce Julia.
Come tutte le scomparse, anche quella di Julia ha lasciato un vuoto nella sua famiglia, che non riesce più ad essere unita e felice, come un tempo. La scomparsa di Julia l'ha disgregata. A distanza di vent'anni, i genitori si sono prima separati, poi il padre si è suicidato per il dolore e l'ossessione di non riuscire a riportare a casa la figlia scomparsa. Anche le due sorelle di Julia, Claire e Lydia, sono cresciute e si sono allontanate, tanto da non conoscono più le rispettive vite. Non si parlano da quasi quindici anni. Una è un'ex tossicodipendente e madre single, l'altra una ricca donna alcolizzata che mal gestisce la rabbia.
Il mistero di Julia torna a sconvolgere le vite delle due sorelle che si ritrovano unite a voler indagare sulla sua scomparsa. Il mistero di Julia sembra essere legato a quello di un'altra ragazza della zona, il suo corpo è stato stuprato ed orrendamente mutilato.
Karin Slaughter conduce il lettore in una feroce storia di violenza sulle donne, narrata con una tecnica magistrale che alterna colpi di scena a suspense. A rendere ancora più interessante questo romanzo di Karin Slaughter è la sua capacità di descrivere dettagliatamente gli eventi, tracciando anche approfonditi ritratti psicologici dei personaggi.
È un ottimo thriller psicologico che ritrae gli aspetti più crudi del male.

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Avventura
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    21 Aprile, 2016
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è una questione personale

Se hai fatto parte dell'esercito non puoi mai liberartene totalmente. "Puoi lasciare l'esercito, ma l'esercito non lascia te. Non sempre. Non completamente."
Jack Reacher, il noto e amato personaggio, nato dalla creatività di LEE CHILD, lo sa bene. L'esercito è in ogni romanzo che lo vede protagonista. Jack Reacher è l'uomo a cui ti rivolgi quando hai un problema, un problema bello grosso.
In PERSONAL, Jack Reacher è costretto a tornare in servizio, richiamato dal dipartimento di Stato e dalla Cia, perché qualcuno ha colpito il presidente francese a Parigi. Il caso è particolarmente complicato ed è destinato a complicarsi ulteriormente, poiché il proiettile, destinato al presidente, era americano.
il caso risolvere, fin da subito, si profila irrisolvibile. La distanza tra il killer e il bersaglio era notevole a tal punto da avere dell'impossibile. Quanti cecchini sono in grado di sparare da quasi un chilometro con la certezza di fare centro?
Jack Reacher fa un rapido calcolo e viene fuori un solo nome, quello di un certo John Kott.
Reacher lo conosce perché, quindici anni prima, lo ha mandato in galera. Ora Kott è un uomo libero e con il G8 in corso, questa non è affatto una buona notizia, visto che il cecchino con l'hobby dei grandi obiettivi è da qualche parte là fuori ed è a piede libero.
Reacher gli dà la caccia, ma non è il solo. Con lui c'è Casey Nizza, una brillante analista.
Ma i due hanno di fronte una strada disseminata di scelte difficili e di probabili e spietati nemici. Jack Reacher, però, non vuole una donna al suo fianco, poiché ricorda il drammatico epilogo dell'ultima volta che ha lavorato in coppia con una donna come partner. Jack non vuole assolutamente che accada di nuovo. Questo incarico, per Jack Reacher, diventa una vera e propria questione personale e lui ci mette ancora più impegno delle altre, mirabolanti, impossibili avventure. Il risultato, quando c'è Jack Reacher di mezzo, è sempre quello di entusiasmare e far vivere al lettore un'avventura straordinaria.

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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    24 Marzo, 2016
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La tristezza ha il sonno leggero

"Vai e impara a farti accettare da chi non è obbligato a farlo."
Erri Gargiulo è un personaggio incisivo, che sa entrare in confidenza con te parlandoti di sé, non tralasciando nessun dettaglio, nessuna fase della sua vita.
È un libro talmente bello che è difficile racchiuderlo in una umile recensione.
Erri Gargiulo è un protagonista perfetto per un romanzo: è il personaggio di cui si vorrebbe poter parlare, ma anche l'amico comprensivo che si vorrebbe avere. Ha due padri, una madre e mezza e svariati fratelli. È uno di quei figli cresciuti un po' qua e un po' là, in una cosiddetta "Famiglia allargata", trascorrendo un fine settimana dalla madre e uno dal padre e quasi vivendo due esistenze in una vita sola.
A quasi quarant'anni, Erri è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, tanto emotivo e trattenuto che nella sua vita da viverla metaforicamente in punta di piedi.
Erri non è per niente bravo ad esprimere le sue emozioni e, per questo, le somatizza, finché un giorno la moglie Matilde, con cui ha cercato per anni di avere un bambino, lo lascia dopo avergli rivelato di avere una relazione con un collega.
Da quel momento Erri deve fare i conti con la sua vita ed iniziare a prenderla di petto, affrontando, una per una, le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto: una casa che senta davvero sua, un lavoro che ama, un rapporto con il suo vero padre, con i suoi irraggiungibili fratelli e le sue imprevedibili sorelle. Imparerà così che per essere soddisfatti della vita dobbiamo essere pronti a liberarci delle ancore del nostro passato e procedere a vele spiegate, afferrando saldamente il timone e non lasciarci semplicemente trasportare dal vento.
Dopo Cesare Annunziata di LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICI, Lorenzo Marone ci propone un nuovo romanzo con un altrettanto fantastico personaggio.
LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO è uno straordinario romanzo sulla famiglia allargata italiana sempre più comune ai giorni nostri. Tutte le persone, che ci circondano e che ruotano intorno alla nostra sfera vitale, in un modo o nell'altro, influenzano la nostra esistenza. Ma se non vogliamo vivere una vita che non ci appartiene, dobbiamo scuoterci e vivere a modo nostro. Questo è il grande insegnamento che ci dà Lorenzo Marone: vivere la nostra vita e amare gli altri anche se hanno qualche difetto.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    24 Marzo, 2016
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Il gioiello che era nostro

Norman Colin Dexter è il creatore dell'interessante personaggio del detective Morse. Riesce perfettamente a fondere la componente classica del giallo deduttivo al poliziesco d'azione. Docente di greco all'università e specialista in enigmistica, Colin Dexter mette tutte le sue conoscenze nei romanzi della serie del detective Morse, diventando famoso, prima in Inghilterra e poi nel resto del mondo, anche grazie alla fortunata serie televisiva inspirata alle indagini. Dexter trascina il lettore in una giostra di indagini, ciascuna con raccolta di indizi, analisi, profilo del sospettato, ricostruzione del passato, trama del crimine e colpo di scena catastrofico. Seguire il personaggio di Morse nella sua attenta analisi della scena del crimine, dei tanti dettagli, che, attraverso deduzione e colpi di scena si trasformano in illuminazione finale è il massimo che un lettore appassionato di questo genere possa chiedere. Anche il metodo narrativo è geniale e attento nel dosare suspense e colpi di scena. Inoltre, l’ironia del narratore rappresenta quel tocco in più che delinea, arricchendo di sfaccettature, i vari personaggi che affollano la trama e ruotano intorno all'indagine.
In questo caso, IL GIOIELLO CHE ERA NOSTRO, a sparire è un antico gioiello, il Puntale di Wolvercote, che un’ereditiera americana vuole donare a un museo di Oxford. Ovviamente, il gioiello non arriva a destinazione, perché viene rubato. Poco dopo il furto, la proprietaria muore d'infarto e il curatore delle antichità anglosassoni del museo, il professor Theodore Kemp, viene assassinato. C'è sempre qualcosa che può accadere. Morse lo sa e indaga al fine di prevedere l'imprevedibile, mettendo ogni tassello al suo posto, per svelare la giusta concatenazione degli eventi. Scrutando in ogni dettaglio, il solitario detective Morse scopre qual è il «gioiello che era nostro» alla base di una catena di morti dolorose.
IL GIOIELLO CHE ERA NOSTRO è un romanzo stimolante dal punto di vista intellettuale e avvincente dal punto di vista narrativo. È un'ottima lettura per gli amanti del giallo.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    10 Marzo, 2016
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The Wolf Gift

Le Cronache del Dono del Lupo è la nuova serie di romanzi di Anne Rice. Il primo romanzo, IL DONO DEL LUPO, avvolge il lettore con la sua storia e lo intrappola già con l'atmosfera sognante, vellutata e sensuale del primo capitolo. Improvvisamente, però, tutto cambia. In un'adrenalinica serie di eventi, la situazione si modifica ed ha inizio la metamorfosi del protagonista che si trova a dover fare i conti con un misterioso incidente che gli ha lasciato un altrettanto inspiegabile dono. La prima cosa da fare è imparare a gestire il dono che il lupo gli ha fatto. Poi dovrà rassegnarsi ai cambiamenti che la sua vita subirà e non sempre in meglio. Per lui, Anne Rice ha in mente una serie di avventure, in un mix crescente di azione, violenza e sensualità.
Il protagonista è il giovane giornalista, Reuben, incaricato di scrivere un articolo per la messa in vendita di una meravigliosa villa che si affaccia sull'oceano Pacifico. Lui è il primo ad esserne affascinato, a desiderare che diventi sua. Ma prova sensazioni analoghe per la proprietaria, Marchent, bella e misteriosa quasi quanto la sua antica e suggestiva dimora. Lui la ascolta entusiasta mentre lei lo guida tra le stanze splendidamente ammobiliate, raccontandogli del prozio scomparso nel nulla da vent'anni e solo ora dichiarato ufficialmente morto. Tra loro l'incontro di lavoro si trasforma in una sfrenata notte di passione. Sembrerebbe un sogno che si avvera, ma la brutale irruzione nella villa di due criminali pone fine a ciò che avrebbe potuto essere perché Marchent viene uccisa e Reuben sta per fare la stessa fine, quando viene salvato da qualcuno o da qualcosa. Lui stesso è confuso. Non sa chi abbia ucciso gli aguzzini di Marchent e ferito gravemente lui. Sorprendentemente, in pochissimi giorni, Reuben si riprende. Si sente diverso. Non è mai stato così forte. Il suo udito è diventato fine. Il suo sguardo è acuto, magnetico. I suoi occhi sono i un blu più intenso e la prima a farglielo notare è sua madre che nota il suo cambiamento. Subisce una metamorfoso: un nuovo vigore lo pervade; una forza si risveglia in lui, quando sente l'odore pungente del male. Rueben, in quella maledetta notte, ha ricevuto il dono del lupo e deve farne buon uso. Rueben deve fare i conti con la sua doppia natura e Anne Rice è stata bravissima nel delineare questo personaggio così interessante, attuale e psicologicamente ben sfaccettato. La trama è un susseguirsi di colpi di scena fino ad uno sconvolgente finale. Un vero e proprio nuovo trionfo per Anne Rice.

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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    10 Marzo, 2016
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Veronica

NON RESPIRARE è un esordio letterario ottimo, per lo stile narrativo e per la trama. La storia narrata da ELISABETTA PASTORE è sconvolgente e attuale. È non soltanto un modo di parlare diretto alle nuove generazione, ma è fornire loro un quadro esatto di quelli che sono i loro problemi, nel presente e nelle prospettive future. Le nuove generazioni sembrano avere già tutto quello che i nostri genitori non immaginavano nemmeno di avere, ma non è abbastanza per raggiungere la felicità o per non lasciarsi travolgere dalla spirale della perdizione.
Il ritratto che emerge della generazione del post-tutto è lacerante. Elisabetta Pastore parla dei giovani emigrati al nord dal sud, costretti ad adattarsi ad una nuova dimensione, molto diversa da quella che hanno lasciato. Ma in nome dell'indipendenza tanto agognata, si fa qualsiasi cosa. Ce ne dà un'idea la protagonista Veronica, trentenne che vive a Roma, con Marco, il suo fidanzato eroinomane. Per mantenerlo, Veronica è costretta a fare due lavori. Di giorno, è avvocato in un importante studio, ma è mal retribuita e insoddisfatta di aver trovato un lavoro simile dopo i tanti sacrifici del periodo universitario. Di notte, Veronica ha uno pseudonimo, si fa chiamare Jasmine ed è la centralinista di una linea hot, per adulti, perversi e disperati.
I due mondi, l due vite che Veronica vive quotidianamente, però, sono destinati ad incrociarsi e a sconvolgerle la vita, in un crescendo di tensione e inquietudine.
Come molti giovani della sua generazione, Veronica deve imparare a lottare nella metropoli per salvare se stessa e i propri sentimenti e per non lasciarsi risucchiare dal precipizio esistenziale dell'emarginazione economica e morale.
È un romanzo psicologico notevolissimo che scava nei grandi problemi dell'attualità italiana.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    22 Febbraio, 2016
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Tutti sul camper, direzione Las Vegas

Piacevolissimo e spensierato dalla prima all'ultima pagina. È bello lasciarsi trasportare dagli eventi che coinvolgono la sempre più amata eroina di Sophie Kinsella. Seguire Becky Bloomwood, nelle sue peripezie rocambolesche e nel suo modo positivo di uscire dai problemi, fa vivere serenamente anche il nostro quotidiano.
Non ne sono sicura, ma credo che Becky riesca a contagiarmi un po' della sua fortuna.
Le capita di tutto. Ovviamente si caccia sempre in situazioni assurde. Le sue avventure e i personaggi che la circondano sono a dir poco esilaranti, divertentissime. Lei riesce sempre a venire fuori da ogni situazione ostile, pericolosa, compromettente. Nel personaggio c'è stata un'evoluzione, nel corso dei romanzi, ma solo nello stato anagrafico e civile della protagonista, poiché riesce ancora a gettarsi consapevolmente nei guai, ma riesce comunque a venirne fuori in piedi. Beata lei!
In questa ennesima avventura chick lit, ormai ne ho perso il conto, c'è la novità del romanzo tutto on the road. Dopo Hollywood, troviamo la nostra Becky in direzione Las Vegas. Posto pericoloso per una come lei che ha le mani bucate e tante necessità e desideri. Per fortuna che con lei ci sono sempre il suo Luke, la sua piccola e loquace Minnie e tutti gli altri personaggi che la assecondano o la consolano nelle sue vicissitudini (la sua mamma, Suze, Janice, Alicia, Elinor, ecc.). Sono tutti su un camper, direzione Las Vegas.
Perché sono diretti proprio lì?
Seguono le tracce del padre di Becky e di Tarquin, marito della sua amica Suze.
Per una volta non è lo shopping l'obiettivo, ma tanto troveranno il modo di farne un po' ;-)
Stile arguto e brillante come sempre. Trama destinata al lieto fine. Ore di lettura piacevole e spensierata, all'insegna del buon umore. Sophie Kinsella resta la regina del genere.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    22 Febbraio, 2016
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Il tempo sta per scadere ...

Peter James, l'eccentrico e poliedrico scrittore di bestseller, ha un filo conduttore per unire i romanzi che compongono la sua serie di thriller: la parola "morte" utilizzata nel titolo ci ricorda che l'obiettivo del cattivo di turno è uccidere la vittima della sua follia.
In UNA MORTE SEMPLICE, però, la "morte" è un po' lasciata al caso, all'evento imprevedibile che può portare alla morte di un innocente. Possiamo definirla uno scherzo del destino, uno scherzo di cattivo gusto. Fare scherzi è il passatempo preferito del protagonista, la vittima Michael Harrison. I suoi scherzi sono memorabili e incredibilmente fantasiosi. Li ha fatti a tutti i suoi amici, specialmente ai quattro più cari. È un mattacchione e i suoi amici vogliono rendergli pan per focaccia. Una volta tanto vogliono essere loro a prendersi la rivincita, poiché spesso gli scherzi di Michael sono anche molto crudeli.
Decidono così di organizzarne uno davvero crudele: lo seppelliscono vivo. Michael capisce subito che i suoi amici gli stanno impartendo una lezione con i fiocchi, ma ha fiducia in loro e sa che tanto ogni scherzo è bello finché dura poco e, da persona comprensiva, sa che un giorno ne rideranno insieme a crepapelle. Lui deve solo resistere per un po'. Il problema è che inizia a passare troppo tempo e lui è, sempre lì, pericolosamente sepolto vivo. Lo scherzo è giunto inaspettatamente per Michael che si ritrova chiuso in una bara dotato solo di una torcia elettrica, una rivista per adulti, un walkie-talkie e un tubo di respirazione molto piccolo. Michael non sa che anche il destino si è accanito contro di lui. Infatti, i suoi amici hanno avuto un tragico incidente stradale e nessuno sa che gli stavano facendo uno scherzo.
A preoccuparsi per la sua sparizione è soltanto Ashley, la sua fidanzata e promessa sposa, che non può credere che lui l'abbia abbandonata quando mancava poco al grande passo verso l'altare. Ashley chiede aiuto al detective Roy Grace e lui non può non accogliere le disperate richieste di una bellissima ragazza.
È una lotta contro il tempo per Roy Grace.
Quello di Michael Harrison è un addio al celibato davvero singolare, ma terribilmente pericoloso. Può trasformarsi da scherzo goliardico in tragedia. È un incubo che diventa realtà.
È il primo romanzo della serie delle indagini di Roy Grace ed è una storia coinvolgente, dal ritmo frenetico, serrato, imprevedibile fino all'ultima pagina. È il primo della serie di bestseller di Peter James ed è un perfetto capolavoro del thriller psicologico. Da leggere assolutamente.

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Racconti
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    17 Febbraio, 2016
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Zombie. Racconti made in Italy

Bella raccolta di racconti. Sette in totale, preceduti da una prefazione interessantissima, scritta da Francesco Frusciante, che è un perfetto excursus nel genere dei B-movie, da Romero in poi. Non manca intatti anche qualche riferimento alle attualissime serie tv. Non troviamo i noti protagonisti televisivi, come Diecimila di Z Nation o Mister Balestra di The Walking Dead, ma impariamo a conoscerne altri, altrettanto interessanti, incisivamente delineati e caratterizzati nella brevità del racconto.
ZOMB SAGA è una totale immersione nell'atmosfera post apocalittica, che varia da un racconto all'altro, diversa per trama e stile, a seconda dello scrittore che l'ha ideata. I sette particolarissimi racconti sono firmati da Antonio"Spettro" Amodeo, Daniele Picciuti, Alexia Bianchini, Mala Spina, Marco Roncaccia, Fabio Ghioni, Samuele Fabbrizzi. Sono racconti perfetti, nella loro concisa brevità, ma ricchi di spunti che potrebbero essere approfonditi, fino a farne degli avvincenti romanzi. È un'ottima raccolta zombesca di racconti che, se andiamo a considerare il sottotitolo, "Libro Uno", sembra anticipare e promettere anche un sequel.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    17 Febbraio, 2016
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Romano di cemento, non di San Pietro

"Che cazzo di posto, Tor Bella: qui non ci sono i sampietrini come a Roma, qui è un'altra cosa, un'altra vita, anche se è la stessa città, anche se sono romano pure io, ma romano di cemento, non romano di San Pietro!"
MARCO BOCCI, celebre attore italiano che ricordo soprattutto per la serie sky di Romanzo criminale, dove interpretava il commissario Scialoja, fa il suo esordio nella narrativa italiana con un romanzo ambientato nelle borgate romane, parlando delle difficoltà che deve affrontare chi ci vive. Lì, cattivi si nasce o si diventa? Questo l'enigma che i protagonisti devono affrontare. Mauro Borri "non si era mai messo nei guai anche se le tentazioni a Tor Bella non mancano mai." Adesso Mauro sta per scoprirlo a sue spese. Da quando Samantha l'ha lasciato per un dottore, Mauro non si dà pace. "Ha l'aria di chi ha capito che i sogni molto spesso rimangono sogni."
Mauro, però, vuole trovare il modo di riscattarsi. Vuole riconquistare Samantha, proponendole un futuro stabile da vivere insieme. Tra i casermoni di Tor Bella Monaca, però, dove Mauro è nato e cresciuto sempre giocando secondo le regole e aspettando l'occasione giusta, la vita è una dura corsa a ostacoli e trovare un lavoro vero è un miraggio nel deserto. "In questo momento non è la forza che conta. Conta la rabbia, il rancore, la merda che hai dentro." Troppe volte Mauro ha visto scomparire le sue speranze. Così, quando gli amici Fabio e Domenico si mettono in testa di rapinare la mafia cinese, è tentato di lasciarsi coinvolgere nell'impresa troppo più grande di loro. Improvvisarsi cattivi, quando si è sempre stati buoni, però, non è un qualcosa di innato. Così, accade che, mentre la famiglia Borri è alle prese con i conti che non tornano, Mauro sfida il destino insieme ai suoi compagni.
Altre storie ed altre sconfitte emergono anche in altri personaggi di questo interessante romanzo.
"A Tor Bella Monaca non piove mai" è un ottimo esordio focalizzato sulla periferia romana, aspra, degradata, viva, piena di storie, di rabbia e di tentazioni. "Ma perché i pensieri più inopportuni sono anche i più prepotenti e riescono sempre a sopraffare quelli più sani e puri?"
Non è certamente un romanzo autobiografico, ma si può riscontrare l'affinità con uno degli antagonisti che Marco Bocci ha dovuto lottare per sconfiggere nella finzione cinematografica della sua carriera di attore. Inoltre, tra il suo nome, Marco Bocci, e quello di uno dei protagonisti di questo romanzo, Mauro Borri, da rilevare c'è una certa allitterazione.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    07 Febbraio, 2016
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è così che si uccide

"Il male è squilibrio, un buco nero che nasce dal nulla e attira stelle, pianeti, satelliti, mondi per inghiottirli tra le spire di n gorgo buio come la pece." Uno dei protagonisti è proprio il male, raccontato nelle sue molteplici sfumature.
Il titolo inquietante "È così che si uccide" è un invito alla lettura. È ciò che si cerca in un thriller quando lo si legge e, gradualmente, ci si appassiona, se il romanzo lo merita ed è questo il caso. Tanto avvincente e coinvolgente ti impone di leggere finché l'indagine non è conclusa. Non si può fare a meno di scoprire quale altra efferatezza compirà il misterioso serial killer che spesso emerge nella scena, raccontandoci il suo punto di vista in capitoli a lui dedicati.
Il personaggio di Enrico Mancini è il meglio che si può pretendere ad un commissario incaricato per svolgere un'indagine particolarmente complicata. È a lui che viene affidato il compito di creare una quadra. È lui il primo a capire che c'è un triangolo della morte, dentro il quale avvengono omicidi tra loro collegati.
Il personaggio di Enrico Mancini è il meglio che si può pretendere ad un commissario incaricato di svolgere un'indagine. Roma è sempre un'ambientazione suggestiva ed interessante.
"È così che si uccide" è un ottimo esordio, tutto italiano, nel genere thriller. Bravo e competente nelle tecniche narrative per ottenere la suspense, lo scrittore Mirko Zilahy sa raccontare una storia aumentandone per gradi le aspettative, finché il filo della narrazione è così teso ed intricato da rimanerne intrappolati. È un romanzo che giunge a conquistare i lettori più esigenti del genere, perché presenta tecnicismi e descrive pratiche da manuale con uno stile avvincente ed efficace.
In È così che si uccide, ci si immerge nell'atmosfera perfetta per un thriller.

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Romanzi storici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    02 Febbraio, 2016
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La tomba maledetta parlerà

Non so più quanti anni sono passati da quando Chistian Jacq mi fece amare l'Egitto, più di quanto ci riuscivano i libri di scuola. A distanza di anni, Christian Jacq, che ha raggiunto il successo mondiale con Il romanzo di Ramses, è tornato con una nuova avventura, narrata in una nuova serie di libri, adatti per tutti, dalla fascia adolescenziale fino agli amanti del perfetto romanzo storico.
Chistian Jacq è più di un semplice appassionato della cultura e della storia dell’Antico Egitto, è uno studioso di archeologia che, grazie alla sua strepitosa vena narrativa, è in grado di far sognare i lettori di tutto il mondo. Questa nuova saga, che inizia con LA TOMBA MALEDETTA, possiede tutti gli elementi che la faranno amare anche dal pubblico che un ventennio dopo torna a leggere i suoi romanzi, lasciandosi affascinare dai misteri dell'antico Egitto.
Il protagonista è Setna, secondogenito di Ramses, un giovane uomo riflessivo, giudizioso e assetato di conoscenza; è uno scriba di grande saggezza, un mago che sa opporsi alle forze del Male, un guaritore che può sanare le ferite del corpo e dell’anima. Dovrebbe, però, anche imparare ad essere un guerriero, difendere l'Egitto dagli invasori alle porte, ma a questo ci pensa già suo fratello Ramesse che è tutto l'opposto di Setna.
La situazione in Egitto diventa esplosiva quando qualcuno riesce a entrare nella «tomba maledetta» e ruba il vaso sigillato che contiene il segreto di Osiride, capace di distruggere ogni cosa e di avvelenare il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra. Chiunque abbia compiuto quel furto sacrilego è senza dubbio deciso ad annientare il glorioso regno di Ramses e il Paese intero.
Il giovane Setna si trova a dover risolvere la situazione, ma non è solo. Ad aiutarlo c'è la bellissima Sekhet, figlia di un alto funzionario ed esperta di arti magiche; è la ragazza che riesce a lasciare tutti senza fiato; è anche colei che suscita amore e desiderio in chi la guarda.
Peccato che il romanzo finisca sul più bello. Non vedo l'ora di leggere il seguito per immergermi nuovamente nell'atmosfera suggestiva e misteriosa dell'antico Egitto.
LA TOMBA MALEDETTA è un fantastico nuovo inizio.

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Narrativa per ragazzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    01 Febbraio, 2016
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Benvenuto, Jacques Papier!

"Storia vera di un amico immaginario" è il sottotitolo del libro dedicato alla vita di Jacques Papier che è tanto vera, quanto immaginaria; tanto capace di suscitare il sorriso, quanto far venir voglia di un grande abbraccio. Per chi ha un bambino intorno ai dieci anni, è il romanzo ideale: spensierato, allegro, riflessivo, capace di insegnare e chiarire i tanti "perché" dell'esistenza. È un po' come un piccolo Principe ...
È bello poter presentare il dolcissimo Jacques Papier al proprio figlio, magari se anche lui ha già o è alla ricerca del suo, importantissimo e indispensabile, amico immaginario.
La storia è particolarmente interessante perché è focalizzata sull'amico immaginario, Jacques Papier, che non sa di esserlo e, ad un certo punto, si chiede: "Credi sia possibile soffrire di eccesso di immaginazione?"
È così che si accorge di essere stato creato dalla fantasia della bambina che crede essere sua sorella. È triste, spaventato, ma anche ancora più curioso di sapere quale sia il suo destino e quali avventure abbia in serbo per lui. Quale è il suo posto nel mondo?
"Immaginari o no, si è invisibili solo nella misura in cui ci si sente di esserlo."
È un romanzo particolarmente indicato per bambini molto curiosi, fantasiosi, creativi, ed è arricchito da disegni che raccontano LE AVVENTURE DI JACQUES PAPIER. Il protagonista è interessante, come forse lo sono tutti gli amici immaginari. Sta a chi legge, decidere.
"Il mondo è un mistero con la M maiuscola e tu, Fleur, sembri il genere di ragazzina che sa quanto il vero è solo negli occhi di chi osserva."

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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    18 Gennaio, 2016
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Saprai cosa si prova.

Gli occhi ci raccontano sempre qualcosa. Ci trasmettono sensazioni, cui possiamo scegliere se dar credito o meno. È accaduto così tra Colin e Maria, i due co-protagonisti del romanzo: "Deve decidere lei se crederci o meno".
Sempre coinvolgente e intenso e, pur rispettando sommariamente la stessa struttura narrativa degli altri romanzi, NEI TUOI OCCHI riesce a risultare totalmente nuovo e originale per l'autore, grazie all'ingrediente del mistero che movimenta la trama, dandole anche adrenalina al cardiopalma nella risoluzione del giallo.
NEI TUOI OCCHI, nuovo riuscitissimo romanzo di NICHOLAS SPARKS, è un consistente tomo che rasenta le cinquecento pagine, ma che risulta coinvolgente proprio perché a metà narrazione cambia totalmente e si sviluppa introducendo vicende nuove per questo autore, almeno secondo la conoscenza che ho dei suoi romanzi.
Devo ammettere che i suoi romanzi mi hanno abituata a situazioni fortemente intense, drammatiche, tragiche e lacrimose, mentre leggendo NEI TUOI OCCHI, una volta tanto, non ho pianto a fiumi, ma mi sono lasciata coinvolgere in una storia tanto avvincente da dovermi trattenere, nel parlarvene, per non lasciarmi sfuggire niente dei dettagli o degli sviluppi della trama che possano togliervi il bello di scoprirlo da voi ed appassionarvi nella lettura.
Diverso dal solito e forse ancora più commerciale dei precedenti, NEI TUOI OCCHI è un romanzo che chiunque può leggere, dalla teenager all'adulto in cerca di una avvincente lettura di svago, scritta con sapiente maestria ed eleganza. La tecnica narrativa tiene vivo l'interesse, nonostante il gran numero di pagine. Nella prima metà del tomo ci si appassiona per un motivo, mentre nella seconda metà il cuore ha una serie di sussulti per altre situazioni.
Pur essendo una storia differente dalle solite di Sparks, con una trama movimentata, gli elementi immancabili, di questo formidabile autore, sono presenti con l'abituale, elevata qualità: le sensazioni generate dall'amore, così come lo descrive lui, hanno quel qualcosa di tangibile e reale nella percezione. NICHOLAS SPARKS sa costruire una storia e fartela sentire come se la stessi vivendo. La tematica di base è attualissima, anche se ormai un po' troppo abusata, anche se sicuramente non con il suo grado di qualità. Anche la narrazione con i suoi repentini ed improvvisi sviluppi risulta verosimile.
Nel raccontarla Nicholas forse ha già pensato di portarla sul Grande Schermo, poiché leggendola si ha l'impressionante sensazione di vederla, oltre che percepirla nelle sue romantiche sfumature.
"Saprai cosa si prova" è l'affermazione che segna il confine tra le due parti del romanzo, è la linea di demarcazione tra il prima ed il dopo e mai era stato così evidente e brusco un cambio di rotta in un libro. È un cambiamento di direzione nella narrazione che si percepisce in maniera ambivalente: da una parte, l'idea potentemente positiva di un sentimento; dall'altra, l'inquietudine e il disagio di una feroce ossessione.
BUONA LETTURA ...

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Gennaio, 2016
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Ragazzi dispersi per l'alluvione

Una lettura può essere anche rilassante oltre che avvincente. Può sembrare che le due sensazioni si escludano, ma in un romanzo di Ruth Rendell, come in uno di Agatha Christie, si amalgamano alla perfezione. SOLI NEL BOSCO è un nuovo capolavoro di Ruth Rendell, dove le vicende si evolvono in un crescendo, rivelando segreti di famiglia e questioni religiose.
Già dalle prime pagine l'interesse si incentra sulla misteriosa sparizione di Giles e Sophie, fratelli e adolescenti che un alluvione ha avvolto nel nulla. Un caso di cronaca che coinvolge la collettività dove indaga l'ispettore capo Wexford.
Sophie e Giles sono scomparsi. I due adolescenti erano stati affidati dai genitori a una tata e, al loro rientro da un weekend a Parigi, dei tre nessuna traccia. La signora Dade non ha dubbi: i suoi figli sono morti, annegati. Un’ipotesi per nulla bizzarra, considerato che il diluvio in corso, con piogge mai così torrenziali a memoria d’uomo in quella parte del Sussex, ha provocato l’esondazione dei fiumi e nemmeno un edificio nella valle è scampato alla furia delle acque. Lo sa bene anche l’ispettore capo Wexford, su a Kingsmarkham, dove la piena montante ha per ora risparmiato la sua casa, ma lambisce ormai l’estremità del giardino. Ecco perché non è strano che venga subito inviata una squadra di sommozzatori alla ricerca dei corpi. Più strano semmai è che i ragazzi siano davvero affogati pur essendo entrambi abili nuotatori, e per di più lontano dalla zona allagata. È solo l’inizio di un’indagine oscura, disturbante, che costringerà Wexford a mettere in discussione le sue più solide certezze sulla società in cui vive, e perfino sulla sua stessa famiglia. Andando oltre la fredda analisi di come e perché un crimine viene commesso, per esplorare i modi in cui la violenza infetta e distrugge chiunque tocchi.
Un perfetto capolavoro del genere giallo.

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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Gennaio, 2016
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Tanti guai per 3 amiche

Mai un titolo poteva essere più veritiero. Questo romanzo si giudica già dalla copertina. Infatti, promette una storia davvero piena di brio e scintille: esattamente quelle che tre amiche possono fare stando insieme.
Le tre protagoniste sono: Imogen, Meredith e Nicola. Sono specializzate in vacanze low-budget, voli in quarta classe e assalti all’alba per conquistarsi un posto a bordo piscina. L'amicizia le lega e la vita sorride loro, nonostante non abbiano mai fatto una vera e propria vacanza da sogno. Ma le sorprese sono dietro l'angolo. Quando una delle tre vince una vacanza a cinque stelle in uno degli hotel più alla moda di Barcellona, non perdono tempo e programmano una specie di ultima vacanza all’insegna del divertimento e del lusso più sfrenato, prima che Meredith, la più festaiola del gruppo, sforni il suo bambino.
Ma nonostante la location perfetta, la spiaggia, la cultura di cui la città straripa e un aitante fustaccio di nome Harry, le cose sembrano mettersi al peggio.
Come le sorprese, anche i guai, quelli del titolo, sono dietro l'angolo.
Imogen non riesce a staccarsi da quel maledetto telefono, per risolvere a distanza un problema di lavoro, durante la sua prima vacanza da secoli. Le gaffe con il bollente Harry si susseguono e ogni passeggiata sulle Ramblas si trasforma in un inseguimento degno di un film d’azione. Ma non tutto il male viene per nuocere. In alcune occasioni, la fortuna può sorridere alle TRE AMICHE E TANTI GUAI.
Il romanzo di JANE COSTELLO è un perfetto romantic commedy, che dona sorrisi a volontà.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    07 Gennaio, 2016
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Ossessione Jack lo Squartatore

Non avrei mai accostato il più celebre e misterioso serial killer della storia londinese con un romance di Simona Liubicich, ma mi devo ricredere perché, insieme, funzionano. Ottimo anche questo erotic romantic suspense o soft thriller, firmato Simona Liubicich e pubblicato da Harlequin Mondadori.
Il 1888 è un epoca interessante, così come, da sempre, lo è Jack lo Squartatore, nell'immaginario collettivo della paura e dell'orrore. Nessuna donna può dirsi al sicuro, mentre le gelide nebbie invadono le strade della metropoli sulle riva del Tamigi. Né le più sfortunate, nei vicoli di Whitechapel, dove la minaccia di Jack lo Squartatore si annida nell'ombra. Né le dame dell'alta società vittoriana, schiave di rigide convenzioni e riti soffocanti, sottomesse a padri e mariti. Olivia Lancaster non fa eccezione. È la protagonista: figlia di un nobile molto in vista. Dovrà sposare il più viscido e rivoltante degli uomini londinesi, nonostante si opponga con tutte le sue forze, perché così è stato deciso.
Ethan Rowland, Conte di Stafford è stato il sogno proibito di Olivia, fin da quando era una fanciulla ed ora è pronta persino a incastrarlo con una scena di seduzione per compromettersi con lui e indurlo alle nozze riparatrici. Ma se Ethan si trova d'accordo nel godere delle grazie peccaminose di Olivia, di certo non è uomo che ami essere manovrato da una donna, neppure dalla più bella.
È una lettura piacevolmente romantica, erotica quanto basta e con il brivido dell'orrore suscitato dal misterioso Jack the Ripper, sempre sullo sfondo, ma inquietante e incombente, anche dove dovrebbero esserci solo amore e gioia, sensualità e passione, rose e fiori.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    07 Gennaio, 2016
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Whitechapel

È sempre un piacere divorare l'ennesimo pastiches che pone Sherlock Holmes sulla scena del crimine di terribili delitti. Soltanto lui può indagare e giungere ad una soluzione. La verità, anche la più difficile da scovare, con lui non ha scampo. Lo scenario è quello gotico del degratato quartiere di Whitechapel a Londra, nell'autunno del 1888.
Lyndsay Faye ha portato il personaggio di Conan Doyle ad indagare su uno dei più celebri gialli irrisolti della storia. Come sempre, a narrare gli eventi è il fedelissimo amico John Watson. Non mancano anche Lestrade ed il fratello di Holmes, Mycroft Holmes.
Sherlock Holmes è dunque sulle tracce di Jack lo Squartatore con una trama che si occupa di entrambi i personaggi in modo sapientemente colto, intelligente e fantasioso.
Gli omicidi efferati di due prostitute nel quartiere di Whitechapel convincono l’ispettore Lestrade a chiedere aiuto al massimo specialista di investigazioni criminali. Senza dubbio Sherlock Holmes, accompagnato dal fedele dottor Watson, sa come dare la caccia all’assassino che con la sua lama, grondante sangue, sta terrorizzando l’East End. Ma quando il segugio di Baker Street rimane ferito nel tentativo di catturare il mostro, un sospetto infamante finisce per coinvolgerlo direttamente.
Il grande detective deve rompere gli schemi e contravvenire a ogni regola per smascherare l’inafferrabile assassino, che per lui è un vero e proprio avversario, poiché lo ha sfidato a catturarlo.
Lo consiglio vivamente.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Gennaio, 2016
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Fiat 1100

Un'azione insignificante può innescare una catena di eventi, inanellati gli uni agli altri, che trasformano irreversibilmente la vita, seguendo traiettorie già tracciate dal destino. Ogni vita ha un unico destino, con cui fare i conti, o più di uno? Da quanti destini sono gestite le nostre esistenze? E se la nostra vita potesse essere doppia, su due binari, come in Sliding Doors?
Partendo dal titolo, FIAT 1100, auto simbolo di un'epoca, Gisella Colombo e Carmelita Fioretto hanno scritto a quattro mani uno splendido romanzo storico, ambientato nella Milano degli anni Sessanta.
Il romanzo, dal profondo sapore vintage, narra la complessa storia esistenziale di una giovane donna, Anna, la cui vita ad un certo punto inizia a scorrere parallelamente su due binari diversi.
Trovandosi nel noto bar milanese, Al Camparino, che ha una doppia uscita, lei, essendo ad un punto decisivo della sua vita, sceglie di imboccare in un'occasione una porta e mollare tutto ciò che ha costruito sino a quel momento, mentre nell'altra sceglie di oltrepassare l'altra e lasciare che tutto proceda secondo i piani.
In un caso, trova un nuovo amore, André, mentre nell'altro sposa il suo fidanzato storico, Guido.
Sono due uomini totalmente diversi che la porteranno ad intraprendere vite diametralmente opposte, ma ricche di emozioni ed esperienze contrastanti.
Forse sta alla lettrice scegliere quale delle due vite avrebbe voluto vivere, pur essendo entrambe costellate di cocenti delusioni, rimpianti e tradimenti, come la realtà troppo spesso insegna.
Forse nessuna vita è perfetta: è questo l'insegnamento di base. O forse siamo noi gli artefici del nostro destino ...
Davvero una volta intrapreso un percorso non possiamo più deviare altrove o tornare indietro?
Grazie a Gisella Colombo e Carmelita Fioretto troviamo la risposta ai perché del destino, scritta tra le righe dei sentimenti di Anna.

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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Gennaio, 2016
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Amicizia fra donne

Che sentimento contorto è l'amicizia? Cosa significa veramente essere vere amiche? Quanto conosciamo la ragazza che definiamo la nostra amica del cuore?
Quanti altri interrogativi potrebbero venir fuori se analizzassimo le relazioni di amicizia fra il gentil sesso?
Rufi Thorpe esordisce proprio con un romanzo complesso, interessantissimo e molto psicologicamente sofferto su questo tema. A dispetto di tutti i luoghi comuni, il rapporto più intenso per le giovani donne non è quello con il primo amore, ma stranamente quello con l'amica del cuore.
Le protagoniste di questa storia, un vero e proprio romanzo di formazione, sono Lorie Ann, detta anche Lolola, e Mia, voce narrante. Vivono la loro infanzia in riva all'oceano della California, a Corona del Mar. trascorrono le giornate sdraiate al sole a scambiarsi segreti, mentre provano a schiarirsi i capelli con il rimedio naturale del succo di limone. Sono due ragazze diversissime tra loro, eppure sono unite come sorelle, tanto da crescere complici e spensierate. Infatti, non passa giorno senza che l'una sappia nell'intimo cosa nasconde il cuore dell'altra. O almeno così credono.
Mia avverte una vera e propria venerazione per Lori Ann. Segretamente, invidia ogni cosa della sua vita "perfetta".
La vicenda è ambientata nei festosi anni Ottanta, e all'inizio di questa loro storia, che dura per altri vent'anni, Lorie Ann e Mia si fanno una confidenza che scotta e che impone una decisione complicata: hanno sedici anni e sono rimaste incinte.
Mentre Mia è la bulla, scostante, con una famiglia sgangherata, Lorie Ann è la perfezione, quella che tutti invidiano: per la sua bellezza solare, il carattere aperto e generoso, la vita serena avvolta da una famiglia unita. Lorie Ann decide di non abortire, all'opposto dell'amica, convinta che ne uscirà premiata. Invece, anno dopo anno, Lorrie Ann scivola in tutt'altra esistenza, fatta di catastrofi, droga e perdizione morale, mentre Mia giunge a un'esistenza di successo ed è pienamente realizzata.
Entrambe si sono allontanate da Corona del Mar. Addirittura hanno cambiato stato, ma al momento del bisogno una cerca l'altra per aiutarla. O almeno così credono.
A Mia spetta il compito di documentare e interrogarsi sulle ragioni per cui la sorte ha riservato alla sua "divina" amica un percorso tanto accidentato, tormentato, infelice, al contrario del suo.
Se all'inizio il tema dominante è la questione della maternità, voluta, desiderata o abortita, successivamente si rinforza quello che riguarda i complessi ed a volte malati rapporti di amicizia o presunta tale.
PICCOLA DEA è stato definito dalla critica un debutto stellare e tale lo giudico anche io. Il romanzo di Rufi Thorpe mostra, con uno stile vivido, malinconico e graffiante, la profondità perversa dell'amicizia, la natura ambigua della maternità, dell'amore e della lealtà verso chi fa parte della nostra esistenza.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Gennaio, 2016
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Per favore, uccidi Monica

"Monica aveva ancora il suo tocco magico. Riusciva a trasformare la pioggia in sereno in qualsiasi momento." Ecco la GOLDEN GIRL.
Che bella definizione da dare ad una donna! È particolarmente interessante scoprire che Monica ha dei limiti, poiché è, in realtà, un personaggio letterario, creato da PJ Wallis, a sua volta protagonista della scrittrice CANDACE BUSHNELL. È una catena di donne che parlano alle donne. Si pongono come modello ideale, ma soprattutto vogliono trasmetterci il messaggio più importante per vivere bene con noi stesse: "Perché ci sono cose che contano più di un uomo."
Dall'autrice di "Sex & the City", dopo Carrie Bradshaw, le lettrici di tutto il mondo non possono non adorare Monica ... Ops! Pardon, PJ Wallis, meglio conosciuta dalle amiche semplicemente come Pandy.
Tante sono le cose che Pandy ci racconta di lei e della sua creatura letteraria Monica, eroina prima di una serie di bestseller, poi diventata anche carne ed ossa con l'attrice dei film omonimi, SondraBeth. È stato difficile trovare il volto perfetto da dare a Monica per la serie di film, ma Pandy si è prodigata affinché fosse proprio SondraBeth e, dopo averla scelta, l'ha fatta diventare la sua migliore amica. Ma "L'amicizia è il non tradire se stessi." Imparata questa lezione, le cose per Pandy sono cambiate.
Però, Monica ormai è dappertutto. Tutti sono suoi fan. L'intera città è tappezzata di cartelloni pubblicitari da cui lei ammicca sorridente, in bilico su tacchi altissimi, felice e bellissima. Monica è la protagonista femminile che inneggia alla "singletudine", anche se ormai Pandy non lo è più, ma fa sempre in tempo a cambiare stato affettivo. Così Pandy parla al suo ormai ex marito: "Tu pensavi di sposare Monica. Invece hai sposato una donna che ha realizzato i tuoi sogni e rinunciato ai suoi."
Tutte vorrebbero essere Monica, la ragazza d’oro che ha conquistato Manhattan. Tutte tranne la sua creatrice Pandy che l’ha inventata, ma ora vorrebbe liberarsene. Pandy è decisa a voltare pagina. Peccato che in troppi non sono favorevoli alla "morte" di Monica. Le lettrici non possono non mettersi nei panni di Pandy. "Ma cosa facciamo quando scopriamo che la nostra etichetta non è più valida? Chi diventiamo quando la definizione scade?"
Ancora una volta, CANDACE BUSHNELL ci propone il suo ideale di donna in carriera, una scrittrice, in un chick lit, dove liti tra donne, imprevisti, chiacchiere e amore si sposano alla perfezione. In fin dei conti, il messaggio tutto al femminile, è meglio avere delle amiche e sposare il proprio lavoro, che un uomo che non sa capirci. Ottimo risultato per GOLDEN GIRL.

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Libri per ragazzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Gennaio, 2016
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Tutte le cose lasciate a metà

C'è un costante sguardo attento sull'universo adolescenziale in tutte le sue sfumature, analizzato attraverso due punti di vista femminili, quello di Alice e di Cora, due cugine della stessa età. Due adolescenti molto diverse, con dei vissuti che le hanno gradualmente separate. Dopo un po' di anni, durante i quali si sono perse di vista, si ritrovano nel b&b gestito dalla famiglia. La lontananza le ha un po' cambiate e quasi faticano a riconoscersi. All'inizio si generano silenzi imbarazzanti e sguardi fugaci.
Cora si sente continuamente in difetto. La sua vita non è esattamente come vorrebbe. È scappata di casa e si sente soltanto con il fratello Alessandro, che le tiene il gioco. Fuggendo è andata nel posto che sente più caro, quello dove ha trascorso le sue estati con gli zii, Alice e Matteo. Ha sempre provato un po' di invidia nei confronti della cugina Alice che ha sempre potuto contare sulla presenza costante della madre nella sua vita, al contrario di lei che aveva i genitori lontani, impegnai in missioni umanitarie.
Ai suoi occhi Alice è sempre magra e perfetta. Cora non è come lei: si crede grassa e brutta, ma non è come pensa.
Entrambe hanno il loro fardello sull'anima. Entrambe covano dolori e rimpianti, com'è normale che sia alla loro età, quando ci si incontra e ci si scontra con l'amore.
Cora è stata lasciata da Luca, nel momento in cui si è rifiutata di andare a letto con lui, perché non si sentiva pronta. Alice, invece, è incinta e non sa cosa fare.
Accanto a loro c’è Matteo, l'amico d’infanzia diventato tanto bello quanto incomprensibilmente diverso, una figura emblematica e fondamentale per il loro percorso di formazione e di crescita interiore.
Altra figura importante è quella della zia Iride, sorella dei loro padri, scappata di casa a diciotto anni e tornata per la morte del padre.
Mentre i capitoli si alternano raccontando il punto di vista, ora dell'una ora dell'altra, il romanzo diventa sempre più intenso e toccante, psicologicamente coinvolgente, pronto a svelare i segreti di una famiglia e i non detti del loro passato. L'impresa più grande ed emotivamente interessante è districare i nodi che le due ragazze hanno sul cuore.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    02 Gennaio, 2016
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... Bugie ...

Kimberly McCreight è un'ottima autrice e l'ho scoperta ultimamente, grazie al suo ultimo thriller psicologico "Le bugie degli altri", dove il tema di fondo è il senso il colpa, capace di sconvolgere l'esistenza. Ma anche le bugie sono alla base dell'intreccio che costituisce la trama di questo sconvolgente capolavoro.
Le bugie sono in ogni pagina: tutti mentono agli altri ma anche a se stessi per i più svariati motivi. I meccanismi della suspense creano attesa e intrappolano l'interesse dalla prima all'ultima pagina di questo romanzo.
Vari sono i punti di vista che raccontano la storia. Sono tutte donne di età diverse, le cui vite si intrecciano raccontando le loro esistenze fatte di bugie e delle complicazioni del quotidiano. Sono donne: madri e figlie. Generazioni che si confrontano e cercano di superare gli errori loro o i tradimenti dei loro uomini. La complessità della maternità le porta a scontrarsi con quell'universo maschile, sempre più distante o violento, misterioso o sfuggente.
Una delle protagoniste, Molly Anderson, ex avvocato, dopo aver sofferto la perdita di una figlia non ancora nata, si trova, come giornalista di un piccolo paesino, dove tutti si conoscono, a investigare sul ritrovamento del cadavere di un bambino appena nato. Dopo la sua depressione, in molti sono preoccupati per lei che deve affrontare questa situazione che potrebbe riportarla nell'abisso della disperazione. Lei no. Cerca di reagire con forza e professionalità per far luce sul misterioso, sconvolgente ritrovamento.
È così che si trova a camminare nei boschi che circondano la cittadina di Ridergale, nel New Jersey, alla ricerca di tracce, di testimonianze che forse nemmeno la polizia locale ha la competenza per cercare. Anche i lettori dei suoi articoli online sono scettici riguardo alla professionalità di chi segue le indagini, le cui competenze sembrano rimbalzare tra la polizia cittadina e il servizio di vigilanza del campus universitario.
È un romanzo profondo e inquietante, che affronta ottimamente la complessità dei rapporti familiari col ritmo serrato di un thriller. I segreti che si nascondono dentro le case di un piccolo comune possono rivelarsi molto pericolosi, oltre che sconvolgenti.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    18 Dicembre, 2015
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1901: complotto anarchico da operetta

Marco Malvaldi ha momentaneamente abbandonato l'allegra combriccola del Bar Lume, per dedicarsi ad una altra scenografia. Ha scelto come ambientazione storica la città di Pisa nel 1901. Un contesto storico particolarmente rilevante.
La narrazione unisce elementi inventati a fatti e personaggi storici. La rappresentazione della "Tosca" a Pisa, con la rumorosa assenza del maestro Giacomo Puccini, fa molto parlare di sé finché non accade dell'altro: l'omicidio commesso sul palco del teatro, mentre ad assistervi vi è, niente di meno che, sua Maestà, il re Vittorio Emanuele III di Savoia. Questi ingredienti, uniti al solito umorismo, all'arguzia dell'intreccio e all'accuratezza con cui Malvaldi ricostruisce il momento storico (1901) e l'ambientazione pisana, decretano questo nuovo successo letterario.
È un ottimo lavoro con un tocco di teatralità esplicita, ossia la suddivisione in tre atti.
La vicenda narrata, in primo piano, è quella di una sgangherata, quanto improbabile, compagnia teatrale che mette in scena una delle opere liriche italiane più celebri, la "La Tosca" di Giacomo Puccini. Nell'atmosfera storica regna ancora l'inquietudine anarchica a seguito dell'attentato di Gaetano Bresci che, come tutti sappiamo, ha ucciso il re d'Italia, Umberto I. Molto probabilmente il destino misterioso dell'anarchico italiano, vittima forse della tecnica punitiva del santantonio, ha aggiunto un giallo storico al giallo teatrale. Mentre lo spettro di un nuovo attentato anarchico si propaga ovunque, anche nel teatro, c'è un bel daffare tra la grande emozione per l'ospite illustre e la paura di un nuovo insuccesso, con conseguente fermento e mobilitazione da parte delle forze dell'ordine e della stampa ufficiale.
Essendo un giallo, com'è prevedibile, anche al culmine della rappresentazione teatrale, ci scappa il morto, tra una cerchia colorita e variegata di attori, più o meno improbabili.
BUCHI NELLA SABBIA è un ottimo giallo che si legge scorrevolmente e divertendosi.
La descrizione dei personaggi è così credibile che più volte viene da chiedersi se Malvaldi non stia raccontando, trasformando in letteratura d'intrattenimento, un fatto realmente accaduto. Malvaldi è tanto bravo che mi sono posta il dubbio ed ho rispolverato i miei vecchi e polverosi volumi di storia senza trovare riscontro. A fine romanzo, però, la finzione emerge con chiarezza, ma questo non cancella la sensazione che alla base della narrazione ci sia stato un accurato lavoro di documentazione. Anche la descrizione del mondo della lirica ai primi del Novecento è particolarmente meticolosa, avvalorata e comprovata, con citazioni e notizie disseminate lungo il racconto.
È un libro spassosissimo, grazie all'ottima tecnica narrativa dove le scene si susseguono veloci come in una commedia brillante dai toni farseschi. Si ha la costante sensazione di essere seduti in poltrona a teatro ad assistere all'opera lirica, grazie allo stile intelligente e brioso, ma sapientemente magistrale, da narratore onnisciente di Malvaldi, che ha la capacità di rendere visivamente quello che racconta, confrontando la realtà storica con quella contemporanea.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    15 Dicembre, 2015
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Connecticut, Y, Y, nove, quattro, tre, due

I classici del giallo hanno sempre un qualcosa in più che li rende irresistibili. Ai vertici della classifica dei più bravi c'è sicuramente REX STOUT che con il suo Nero Wolfe ha saputo far centro, inventando storie noir di altissimo livello. In I RAGNI D'ORO c'è una caterva di delitti. Sono per lo più omicidi stradali, ma si susseguono con una frequenza che il geniale Nero Wolfe non può non cercare di fermarli. All'origine di questa terribile catena c'è la donna con gli orecchini a forma di ragno. Ecco da dove arriva questo titolo di giallo tanto intrigante.
Un dodicenne che si guadagna da vivere facendo il lavavetri all’angolo fra la 35a e la Nona Avenue di nome Pete Drossos si reca precipitosamente e di buon mattino a casa di Nero Wolfe per raccontargli di aver assistito a qualcosa di insolito e sconvolgente. Forse è un rapimento. Al semaforo dove è solito appostarsi, si è fermata una Cadillac targata Connecticut, Y, Y, nove, quattro, tre, due, con a bordo un uomo con la faccia da farabutto e una donna con degli eleganti orecchini d’oro a forma di ragno. Poco prima che la macchina ripartisse, la donna gli ha sussurrato, tacitamente e a fior di labbra, qualcosa che aveva l'aria di essere una disperata richiesta d’aiuto. Poi Pete, il ragazzino, ha visto che l’uomo le premeva addosso una pistola.
Wolfe non dà credito al racconto fantasioso del dodicenne, ma, nel giro di pochi giorni, gli eventi precipitano: il ragazzo muore investito da un’automobile. La targa è sempre la stessa misteriosa sigla: Connecticut, Y, Y, nove, quattro, tre, due.
Gli indizi continuano a ricorrersi come le pedine fatte cadere dalla morte che, probabilmente, è opera di un'unica mano. Una catena di omicidi, che sembra non avere fine, è pane per i denti del corpulento genio annidato fra le mura della casa in arenaria della 35° Strada Ovest.
Come sempre, tocca a Wolfe consegnare il colpevole all’ispettore Cramer, ma REX STOUT, nel raccontarcelo, non manca di stupirci con tecniche narrative ricche di suspense e colpi di scena, ma soprattutto memorabili idee geniali.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    09 Dicembre, 2015
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Alex Cross come Babbo Natale

Alex Cross come Babbo Natale. L'unico a lavorare la notte della vigilia di Natale dovrebbe essere Babbo Natale impegnato a consegnare i doni a tutti coloro che sono stati buoni durante l'anno che sta per finire. JAMES PATTERSON ritiene che, visto che la lotta tra il Bene e il Male non festeggia vigilie o ricorrenze religiose, anche Alex Cross non possa rimanere in famiglia a ultimare l'albero. È Alex Cross l'eroe dei lettori da 19 romanzi a questa parte, per la serie a lui dedicata. Alex Cross è lo psicologo e detective della polizia di Washington DC. È l'uomo che lotta contro il Male e, attraverso indagini serrate, incastra e assicura alla legge i cattivi.
Mentre in casa Cross tutto è pronto per una tranquilla serata natalizia in famiglia, sotto la guida dolce e decisa dell’energica nonna, Nana, amatissima dal nipote e dai bisnipoti, Alex Cross riceve una chiamata urgente. Si tratta di un caso particolare che richiede la sua attenzione. Un noto avvocato, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ha sequestrato la famiglia e minaccia di uccidere tutti: l’ex moglie, i loro tre figli e il nuovo marito della donna. Soltanto l’abilità di mediatore di Cross può cercare di risolvere una situazione potenzialmente disperata. Alex Cross deve capire la mente dell'uomo e la sua psiche sconvolta per scongiurare il peggio. Ma non è tutto. La suggestiva notte della vigilia di Natale, tra neve, che cade, addobbi, canti d'amore e luci colorate, non è ancora finita e per Alex Cross ci sono ancora crimini con cui fare i conti.
Sarà per l'atmosfera natalizia, strana in un thriller, o per la bravura di James Patterson che riesce a mescolare il tutto creando un capolavoro. Un altro ottimo thriller per il migliore scrittore del genere.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    04 Dicembre, 2015
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È il cattivo che fa la storia

"È il cattivo che fa la storia": questo è il punto di partenza per la narrazione del thriller LA RAGAZZA NELLA NEBBIA. Donato Carrisi è bravissimo a parlarci dei cattivi e a raccontarci le dinamiche perverse delle loro menti. Solo Carrisi è in grado di parlarci dell'immaginario o ipotetico uomo, tanto malvagio da celarsi e celare nella nebbia i propri efferati crimini. Carrisi ce ne parla così bene da farcelo sentire come se fosse reale, come se esistesse anche al di là della pagina, come se anche noi ne avessimo sentito parlare in tv o lo potessimo incontrare.
Sino ad ora, ho adorato ogni romanzo di Carrisi che ho letto, ma mi ero anche convinta che la perfezione, in ambito psico-criminologico, l'avesse già raggiunta con il romanzo IL SUGGERITORE, ma mi sono dovuta ricredere perché le dinamiche di LA RAGAZZA NELLA NEBBIA hanno quel qualcosa in più che le rende, non soltanto verosimili, ma quasi tangibili. Nessuno è riuscito ad arrivare ad un livello tanto alto fino ad ora. Questo libro è davvero diverso dal solito.
LA RAGAZZA NELLA NEBBIA è il romanzo perfetto, che ti entra dentro la mente come i tanti casi di cronaca che si seguono in tv e parte proprio da un ipotetico caso di cronaca e da un agente speciale, troppo zelante nella sua ricerca del cattivo di turno.
L'ambientazione è un paesino di montagna, un piccolissimo comune, dove tutti si conoscono, rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. È una notte gelida quando misteriosamente, mentre percorre i pochi metri che la conducono da casa sua alla chiesa, scompare la piccola Anna Lou.
È una ragazzina timida, senza malizia, dall'aspetto ancora troppo acerbo: capelli rossi e lentiggini. Ma Anna Lou è la vittima perfetta che brilla per la sua innocenza e che conquista subito il pubblico.
L'agente speciale, chiamato ad indagare sulla scomparsa, è Vogel, al quale non interessano il dna o i rilievi della scientifica, poiché è abituato a condurre le indagini con una tecnica tutta sua che lo porta a seguire, forse troppo, l'istinto e a pilotare i media. È lui che fa diventare quella di Anna Lou Kastner un caso mediatico. È lui che riesce a soggiogare l'opinione pubblica. Ma Vogel è anche un uomo che pecca di vanità, ossessionato com'è dall'abbigliamento di classe, non riesce a darsi un limite. Inoltre ha una grave macchia che oscura il suo passato professionale. Vogel, però, non vuole commettere due volte lo stesso errore, ma non sa per quanto riuscirà a tenere fede al suo proposito.
Già dalle prime pagine capiamo molto di Vogel, o meglio crediamo di aver capito.
Il thriller inizia con lentezza. La narrazione introduttiva-descrittiva della vicenda di cronaca progressivamente si stringe intorno all'unico sospettato e anche il ritmo cambia, diventando serrato. Poi ricomincia daccapo, cambiando punto di vista e raccontando altri dettagli. Ma i colpi di scena non finiscono mai, man mano che l'intreccio si infittisce di indizi che non si trasformano in prove. Tutto avviene sotto gli occhi delle telecamere, dove l'unica assente continua ad essere la povera Anna Lou.
All'unico sospettato viene subito dato un consiglio: "Dimenichi di essere innocente".
Ma tutto questo è solo l'inizio, perché la caccia al cattivo ha molti retroscena da svelare.
Coinvolgente e psicologicamente stimolante, è un thriller che tiene il lettore incollato alla pagina.

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Romanzi erotici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    18 Novembre, 2015
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Sottomessa con la passione

Immergersi in un paranormal erotico è sempre un'esperienza emozionante, più di qualsiasi situazione tradizionale, poiché chi sceglie di leggere Sylvia Day vuole tutto fuorché qualcosa di banale. La situazione intrigante si mescola alle atmosfere paranormal, dove dalle prime pagine compare il famiglio, ossia lo spirito felino compagno dei maghi, quello che ne aumenta l'intensità dei poteri. Spesso, però, il famiglio è trattato solo come un animale da compagnia, anche se una compagnia particolare.
La protagonista Victoria St. John è tanto bella da essere un famiglio di tipo speciale. Infatti, ha acquisito i poteri di Darius, suo ultimo padrone e marito. Lei lo amava immensamente ed è convinta che nessuno potrà prendere il suo posto, ma non sa ancora quanto può essere forte l'impulso sessuale.
Darius era molto potente e, quando è stato ucciso, le ha trasmesso i suoi poteri di stregone. Vicky, però, è uno spirito ribelle coi poteri da strega e non vuole essere sottomessa. Il Consiglio manda dei cacciatori per piegarla, ma fino ad ora nessuno ha portato a termine la missione.
Tuttavia la situazione è destinata a cambiare quando arriva il cacciatore Max Westin, tanto potente e sexy, quanto letale e pericoloso. È un uomo irresistibile, troppo anche per lei.
Max, infatti, è uno stregone cacciatore che sa cosa fare per convincere Victoria e porla sotto il suo controllo grazie alla magia del collare.
È fantastico vedere come questa favola, erotica fin dalle prime pagine, si sviluppa gradualmente in un crescendo di seduzione costituita da un amore intenso, fatto di coccole e carezze, ma anche sesso strepitoso, che si nutre di passione.
Nonostante la missione di Max proceda con successo, il Consiglio non è del tutto convinto dal suo operato e la situazione si carica di suspense e tensione crescente.
È un romanzo trasgressivo ed erotico con un tocco intrigante di magia.
Max Westin è l'uomo nato dalla finzione letteraria di Sylvia Day ed è quello da cui ogni lettrice si separa a malincuore, tanto ne è rimasta STREGATA.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    16 Novembre, 2015
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La catastrofe dell'alluvione

Dopo IL RITORNO DEL COLONNELLO ARCIERI, ecco un altro interessante episodio della vita di Bruno Arcieri, con una indagine e più di un mistero da risolvere. È un ottimo poliziesco, dallo stile classico: coinvolgente e avvincente, con una trama intricata e complessa.
L'ANGELO DEL FANGO di LEONARDO GORI narra le vicende avvenute nel novembre del 1966. L'ambientazione è Firenze, una città in ginocchio, sventrata e sommersa dalla furia dell'Arno, dove i fiorentini, insieme alla solidarietà dei giovani, accorsi da ogni parte d'Italia e del mondo, sono a lavoro per risolvere il disastro. Questi giovani esemplari sono stati chiamati "angeli del fango".
Anche il presidente della Repubblica Saragat vuole dare il suo contributo con la sua presenza ufficiale e decide di visitare la città devastata dal fango. Incaricato della sicurezza di questo evento ufficiale, l'integerrimo colonnello dei Carabinieri, Bruno Arcieri, si trova davanti un compito impossibile, poiché insidie e pericoli sono ovunque. A complicare ulteriormente la situazione, c'è un lungo, intricato percorso che inizia con il ritrovamento di un cadavere misterioso per poi peggiorare con una serie di eventi. A poco a poco Arcieri si addentra in un'indagine carica di passato e di sangue, in fondo alla quale lo attende una sconvolgente rivelazione. Niente è mai come sembra.
Ancora una volta LEONARDO GORI racconta un'indagine del personaggio storico di Bruno Arcieri e ricostruisce meticolosamente eventi tragici. Con il suo stile magistrale, Gori accompagna i lettori lungo le pagine, anche negative, della storia italiana del Novecento.

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Il ritorno del colonnello Arcieri
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    15 Novembre, 2015
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Non fidarti

Sophie Hannah ti entra gradualmente nella mente e ti annoda lo stomaco, quando inizi a leggere uno dei suoi romanzi. NON FIDARTI è l'ottavo thriller psicologico che esce dalla sua penna. Intricatissimo e complesso, a momenti ti sembra di non capirci niente. Sophie Hannah è bravissima a catturare la tua attenzione e a dimostrarti che non puoi arrivarci da sola se lei non te lo permette. E gradualmente succede anche questo con colpi di scena che arrivano lenti e ad effetto. La mente umana è un universo a sé, dove cercare di capire è complicato se non impossibile. Però, alla fine, Sophie Hannah riesce a fare luce sulle vicende intrecciate della trama e a lasciare soddisfatto il lettore.
I libri di Sophie Hannah sono una garanzia di successo sempre. Questo nuovo romanzo, che ho letto, ne è la conferma. Il talento di Sophie Hannah è indiscutibile. È la regina del thriller psicologico. Non fidarti è una costruzione di dettagli e indizi che, come in un ingranaggio perfetto, alla fine sono destinati a funzionare in ogni particolare. Non manca nessuno degli ingredienti del genere thriller psicologico: suspense, paura, azione, investigazione, colpi di scena sono organizzati in un incastro perfetto. Non manca proprio nulla in NON FIDARTI. Come in tutti i romanzi di Sophie Hannah, bisogna solo essere pronti a guardare il mondo da un nuovo inquietante punto di vista, dove tutto ha qualcosa di apparentemente normale, ma psicologicamente allarmante. La situazione è sempre sul punto di esplodere ed è pronta a trasformarsi in un incubo.
La protagonista è Gaby ed è costretta a passare una notte in albergo con una sconosciuta che sembra avere paura di lei. Entrambe sono scontente di vivere quest'esperienza. Sono costrette perché il loro volo è stato cancellato. L'altra passeggera è Lauren, tanto agitata e impaurita che riesce a farfugliare solo poche parole, ma sufficienti a insinuare in Gaby il dubbio che potesse conoscerla da prima e sapere qualcosa che le sfugge. Insieme parlano di un omicidio e di un uomo innocente. Gaby la googla e capisce che il loro incontro forse non è solo una coincidenza. Il nome di Lauren è legato a una tragica storia in cui è coinvolto l'unico uomo che Gaby abbia mai amato e che non vede da molti anni, Tim. Scopre che adesso è in prigione perché ha confessato di aver ucciso la moglie.
La mente di Gaby precipita in un baratro che ha a che fare con il suo passato e lei deve saperne di più. Il gioco diventa più grande di lei e Gaby finisce nel suo peggiore incubo.
Ottimo dalla prima all'ultima pagina.

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