Opinione scritta da Cristina V

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    17 Novembre, 2010
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Il migliore dei tre...


Dopo la soddisfacente lettura di Uomini che odiano le donne, aspettavo con ansia il secondo romanzo.
La mia attesa non è stata vana, perchè questo romanzo è ancora migliore del primo, e, per me, anche del terzo.


Qui la protagonista assoluta è la nostra ( mia ) eroina, Lisbeth Salander.
Mentre nel primo romanzo la vicenda principale era incentrata sulla storia della famiglia Vanger, qui conosciamo tutto di lei, la minuscola ed ambigua Lisbeth: il passato tremendo che l'ha segnata per sempre, le cause remote di certi suoi atteggiamenti, altrimenti inspiegabili....
La sua aggressività, la diffidenza.. tutto è chiaro, finalmente.

La storia gialla è di prim'ordine: tre omicidi ,oscuri moventi, colpi di scena...tutti gli ingredienti necessari a dare mordente ad un thriller che si rispetti!
Nello stesso tempo , però, Larsson ha dato spessore ai suoi indimenticabili personaggi, rendendoceli, se possibile, ancora più cari.

La romantica donna che è in me ha aspettato per TUTTO il romanzo che la storia tra i due- non oso chiamarla love story...-, avviata nella prima parte della trilogia,avesse qualche seguito, ma invano.
Allora ho abbandonato la speranza, e mi sono incentrata sulla VENDETTA.
Per poter avere soddisfazione, era necessario un lungo lavoro di vendetta, da parte di Lisbeth; per vendicare tutto il male ricevuto nella sua breve ma intensa vita.
E nel terzo romanzo, questa mia "sete di vendetta" è stata pienamente appagata!
Ma questa è un'altra storia.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    16 Novembre, 2010
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piacevolissimo!


A parte il pessimo- secondo me- "A cena, con gli amici", Camilleri non ha mai deluso le mie aspettative!

Anche questo romanzo, iniziato in modo originale, con la morte del gabbiano che colpisce l'attenzione del nostro Montalbano..e che gli suggerirà, poi,delle risposte, mi è piaciuto moltissimo.
La descrizione di questa agonia e morte è perfetta...
Un assaggio: "....Invece di risollevarsi in aria con la preda, s'afflosciò, addivintò un immobili mucchietto di pinni cataminate a leggio dal vinticeddro di prima matina".
Pare di vederlo, quel venticello leggero che muove all'alba un mucchietto di penne...

La scomparsa del suo braccio destro Fazio è un buon argomento, su questo poi si innestano altri episodi..la scoperta dei cadaveri nei pozzi, la conoscenza con l'infermiera Angela, che dovrà sedurlo per ordini superiori...

Ci sono , in questo romanzo, particolari intriganti.
Uno è , per esempio, il dialogo fra i due Montalbani, che trovo delizioso. Quando Montalbano primo dialoga con il suo alter ego, Montalbano secunno..e discute su quale mossa o decisione sia migliore, è tenerissimo!
Poi si giudica, pure, in questo dualismo: "Un cori d'asino e uno di lioni".
Un altro particolare è il citare lo scrittore Camilleri o addirittura l'attore Zingaretti che lo impersona sullo schermo!

Ho trovato mancante la parte sentimentale- e se no che romantica donna sarei???
La storia con Livia mi sembrano "messe dette"; niente di nuovo al fuoco...
E ,sempre più tangibile, quella serpeggiante malinconia , per quello che è stato, per quello che è finito, per quello che ...ormai è tardi (un figlio, per esempio..).

Consigliatissimo.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    16 Novembre, 2010
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voto: quasi buono

Dopo le mezze delusioni del secondo e terzo romanzo, devo ammettere che da questo mi aspettavo molto.
Perchè il primo, Io uccido, mi aveva incantata! e, secondo il mio giudizio, lo stile di scrittura di Faletti è ottimo.
Per cui,mi dicevo, se aveva dato prova di bravura allora, possibile che non possa ripetere il successo?

Nel suo complesso il romanzo mi è piaciuto abbastanza.
Se dovessi stilare una Faletti- parade, lo metterei ad un dignitoso secondo posto, a pari merito con il secondo "Niente di vero tranne gli occhi".

Lo stile, come sempre, impeccabile, secondo me.
Buona scelta dei vocaboli, frasi brevi ad effetto, buone trovate, belle descrizioni.
Nella prima metà, io ho capito poco; il flash back, il cambio di protagonisti nei vari capitoli, mi ha portata in confusione mentale..
Poi, la storia prende avvio veramente, e tutti i tasselli vanno al loro posto, tutto è chiaro...ogni tessera del mosaico aveva un suo preciso scopo.
C'è pure una bella storia d'amore, non troppo calcata, ma bella!
Concludendo: la storia mi è piaciuta..è stato faticoso arrivare al punto di decollo!
Consigliato: NI.( non era prevista questa risposta nelle due opzioni!)


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Io uccido
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    15 Novembre, 2010
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PIacevole rivelazione...

Piacevole rivelazione , questo romanzo che ho letto fuori programma...
Dal momento che adoro tutto ciò che è...sicilianità, mi è stato consigliato, e l'ho intrufolato tra due libri già programmati.

Giuseppina Torregrossa è una ginecologa di Palermo, che ha lavorato per molti anni dedicandosi alla prevenzione dei tumori al seno.
Quindi , secondo me, non è casuale la scelta dell'argomento: le Minne.
Le Minne, in questo caso, sono i dolci tipici catanesi, dedicati a Sant'Agata, a forma di seni, e sempre, rigorosamente a coppia!
Ma sono anche e soprattutto le mammelle: simbolo profondo di femminilità ed oggetto del desiderio maschile.

Questo è , per me, un romanzo "da donne", perchè tocca ogni problema con squisita sensibilità femminile...l'amore, la malattia, il tradimento, l'infanzia, la vecchiaia......
vi sono in esso brani di intensa poesia, come questo, che descrive un paesaggio notturno....

"...Si erano incontrati ai margini dell'aia in una notte d'agosto, quando l'aria ferma ad aspettare l'alba condensa sugli uomini i sogni, e li trasforma in desideri.
Il cielo era un pezzo di stoffa scura,tesa tra le stelle che ne bucavano la trama.
Si dormiva fuori dalle case, all'aria aperta, vinti dalla stanchezza, fiaccati dalla calura, intordonuti dal vino.
Persino i cani erano crollati nell'immobilità di quella notte, e nel silenzio irreale da fine del mondo.
Sembrava che il supremo Puparo avesse lasciato cadere i fili che tenevano in piedi i burattini, spento le luci del teatro, chiuso gli occhi anche lui, e privato così l'universo criato del suo soffio vitale."

Giudizio :più che buono!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    14 Novembre, 2010
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bello e malinconico..


Come sempre, non sono rimasta delusa, anche se - forse... un mio momento no ..- l'ho gustato meno appieno dei soliti.

Laura: una bellissima donna, collega della Capitaneria di porto, per cui il nostro commissario prova un turbamento che da tempo non ricordava...
E' interessante la descrizione:

"Non era bella, ma bellissima. A Montalbano, per un attimo, gli ammancò il sciato. Avuta un parmi chissà di lui, nìvura, granni occhi sparluccicanti, labbra russe senza bisogno di russetto e, soprattutto, di ‘na gran simpatia".

Quello che mi colpisce in queste ultime storie, è il pessimismo, la stanchezza, la consapevolezza del tempo che passa, senza che nella sua vita privata accada nulla di importante.....

Tutti questi problemi , però, non lo distolgono dalla serietà nel lavoro , dal senso profondo di giustizia che ne contraddistingue ogni mossa, ogni decisione....

Questa volta la "sbandata" è forte: anche nell'affanno delle inchieste, nelle sue "sciarriatine" con il medico legale dott. Pasquano,o con il "signori e guistori"...il cuore del nostro eroe palpita per la bella Laura; ed in qualche momento prova quasi imbarazzo per questi sentimenti , raccogliendo -credo -ancor di più le simpatie dei suoi fans!

Travolgente Montalbano.
E bravo Camilleri.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    14 Novembre, 2010
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Personaggio indimenticabile

La Mennulara: raccoglitrice di mandorle.
Una figura femminile quasi scolpita nella pietra; una donna che per il suo ruolo- serva in una ricca famiglia siciliana- avrebbe dovuto essere marginale alla storia, ed invece ne è il perno.

In brevi e concisi capitoli si narra la sua storia, vista dagli occhi degli altri: i "padroni", la gente del paese.
E la figura che ne esce è di più, molto di più di quella che sembrava.
Innanzitutto , donna intelligente, con il fiuto per gli affari; donna di polso, dura, che sa mettersi contro la mafia locale; saggia amministratrice della casa che deve governare; infine, donna appassionata e capace d'amore, anche nascosta dietro un aspetto rozzo e primitivo.

E' tutto questo, la Mennulara: un personaggio indimenticabile in un grandioso affresco siciliano.
Secondo me, uno dei più riusciti romanzi della Agnello Hornby.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    14 Novembre, 2010
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Come ho già affermato per il romanzo Una piccola storia ignobile, mi piace molto il personaggio della psicologa Anna Pavesi, creata da Perissinotto. Questa è la sua terza avventura, se così si può chiamare.
E' un'avventura di contenuto.. vacanziero, che sa di spezie, di sole, di sabbia del deserto...

Aveva catturato il mio interesse una frase che sta nella copertina posteriore.
Diceva:"Chiedere le ragione degli amori impossibili è sempre una crudeltà inutile, come l'omicidio".
E così l'ho comprato: mi incuriosivano, quelle parole.

In questa storia la vicenda si sposta in Tunisia, a Djerba, in uno di quei villaggi turistici, uguali a cento altri, dove l'imperativo è :divertirsi ad ogni costo.
Qui la psicologa è chiamata a risolvere un caso misterioso: l'uccisione di un noto animatore turistico da parte di una ragazza fragile, che ha rimosso il delitto.
Ma l'ha proprio commesso?
Qui entra in gioco la psicologa, che deve, con discrezione e delicatezza, indagare ,ma soprattutto "capire" dove sta la verità.
E la verità verrà fuori, a sorpresa, mentre il villaggio continua il suo divertimento obbligato, canti , balli, sport...e l'orchestra del Titanic continua a suonare, come se nulla stesse succedendo. Come se nulla fosse successo....

Anche stavolta Perissinotto non mi ha delusa.
Consigliato a chi è amante di gialli non violenti, ma psicologici.Di storie scorrevoli e senza scossoni.

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gli altri romanzi con la protagonista Anna Pavesi, Psicologa.
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    14 Novembre, 2010
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eccellente!

Un'amante dei gialli come la sottoscritta, non poteva perdersi una chicca del genere!
Ricordo che quando ho letto questo volumone, quasi dua anni fa, ho impiegato un pò ad arrivare all'ultima pagina: l'ho fatto di proposito, non volevo finisse...
E me lo sono gustato!

Bella storia, partita come un motore diesel, che non mostra subito la sua potenza, ma poi...

Sono rimasta intrigata dalla vicenda dei doni misteriosi ricevuti dal vecchio Vanger una volta l'anno;non so perchè, ma il fatto era per me denso di aspettative.
Ed era sicuramente collegato con la misteriosa sparizione della nipote!
Ma c'è molto di più, al di là della trama ...
Come non amare i due protagonisti?
Blonkvist, giornalista dalla vita sentimentale un pò...birichina, ma cavaliere senza macchia e senza paura nel condurre la sua lotta contro il Male...
Lisbeth: improbabile figura di donna, a prima lettura; bisessuale, socialmente pericolosa ,amorale, straordinaria hacker...
Ho trascorso ..tre interi romanzi a fare il tifo per lei, ad aspettare le sue vendette; in breve: ad amarla.
Con tutti i suoi difetti.
Grande, grande romanzo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    13 Novembre, 2010
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Brividi di paura!


Ho letto questo romanzo della Gerritsen dopo parecchio tempo che l'avevo messa da parte, per altri autori. Immediatamente ho capito che questa storia era una delle sue migliori!

Qui la nostra protagonista , Maura Isles, anatomopatologa, scopre durante un'autopsia che parrebbe di routine, di avere una sosia. Non solo: la donna uccisa ha anche il suo stesso gruppo sanguigno e la sua data di nascita!
da questo punto in poi, inizia per la donna, sempre accompagnata nelle sue avventure da Jane Rizzoli, un viaggio drammatico in un passato oscuro e denso di segreti da scoprire...

Intanto , naturalmente, un assassino colpisce.....


Giallo da brivido.
Con gli ingredienti "giusti" per tenere desta l'attenzione del lettore e far serpeggiare i giusti brividi, come ho già detto, su per la schiena, mentre si legge.
Casa isolata in un bosco, rumori e scricchiolii, presenze di intrusi(assolutamente "terreni"!!) che ghiacciano il sangue....

Consigliato agli amanti del genere!

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gli altri romanzi della Gerritsen.
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    13 Novembre, 2010
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affascinante...

Romanzo corposo; opera prima della scrittrice americana Donna Tartt, era da tempo nella mia libreria che mi aspettava.

Era definito dalla critica una storia "gotica" , che diventa a poco a poco un thriller raffinato.

Tutto ciò mi invitava molto a scoprirlo....
A lettura terminata, posso confermare questo giudizio.

La vicenda si dipana in un college americano del Vermont, in un'atmosfera realmente gotica ed inquietante.
Narra l'amicizia di un gruppo di studenti,appartenenti ad un esclusivo gruppo di studio del greco antico.
Ragazzi apparentemente normali, ma che nascondono segreti di vario tipo, e che assume via via toni più drammatici...

Romanzo affascinante e coinvolgente, grazie alla perfetta caratterizzazione dei protagonisti, ma anche grazie al talento narrativo dell'autrice, che elabora una perfetta alternanza di momenti descrittivi e introspettivi a pagine di follia e violenza.

E' una storia che racconta di amore, di amicizia, di fedeltà...ma anche di spaventosi sensi di colpa che , in modi e misure diversi, perseguitano i protagonisti in seguito ad un delitto compiuto , e diventano poi una vera ossessione.

L'incipit è già un invito a proseguire....

"La neve sulle montagne si stava sciogliendo e Bunny era già morto da molte settimane, prima che arrivassimo a comprendere la gravità della nostra situazione.
Era già morto da dieci giorni quando lo trovarono, sapete".
............................

Consigliato a chi ama i thrillers corposi , ricchi di atmofera, e soprattutto non banali.


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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    13 Novembre, 2010
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Stupenda (ed antica) storia d'amore.


Altro libro regalato.
Altro dubbioso inizio di lettura.
Una storia d'amore d'altri tempi?
Eppure mi avevano assicurato che ad una romantica donna di questi tempi,come me, sarebbe piaciuto!
Infatti l'ho letto in una notte.
Incantata!
In effetti, una grande storia d'amore, inconsueta, soprattutto se letta ai giorni nostri , in cui l'amore è vissuto spesso in tutt'altro modo....

C'è in questa donna, che resta per una vita intera cocciutamente attaccata ad un uomo che neppure sa la sua esistenza...qualcosa che mi ha preso il cuore.

Un amore folle, esclusivo, quasi maniacale, raccontato con impetuosità e dolcezza nello stesso tempo: come non rimanerne colpiti?
Ed anche quando, nella lunga lettera, gli racconta i momenti di passione trascorsi insieme, senza che lui neppure si accorgesse di lei...o del "loro" bambino morto, senza che lui abbia mai saputo...neppure allora ha per l'uomo parole dure o di condanna, ma solo di amore infinito.
E' impossibile non commuoversi di fronte a questo testamento sentimentale, pervaso da una profonda malinconia.
Il finale della storia lascia dentro un senso di dolcezza difficile da spiegare: nonostante il dolore , la "pienezza" di ciò che il destino le ha dato supera e vince tutto.
Anche la morte.

Consigliato soprattutto alle donne che sanno ancora sognare.

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Irene Némirovsky
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    11 Novembre, 2010
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Brava Laura...


Conoscevo Laura Grimaldi fin dai lontani tempi in cui dirigeva Il mitico "Giallo Mondadori", di cui sono stata accanita lettrice per molti anni.
Quando ho letto questo titolo, ho avuto semplicemente voglia di vedere come se la cavasse LEI col romanzo giallo, dopo averne...scelti molti altri , per anni....
E' stata una piacevole scoperta. La storia si riallaccia a quella del tristemente famoso "mostro di Firenze".
Non ricordo bene come si fosse poi evoluta la vera vicenda, perciò non saprei dire se sia fedele o no. Credo però che la Grimaldi si sia solamente servita del fatto , per ispirarsi e scrivere la "sua" storia.

Buon giallo, per chi ama il noir italiano.
Di quelli "tranquilli", come piacciono a me, e non a tinte forti.
Ma la storia si dipana in modo coinvolgente; i personaggi sono credibili ed inquietanti, soprattutto il protagonista, Enea.
Non si sa- non si capisce- fino all'ultima riga, se compatirlo, averne paura, o che cosa....

L'ambiente in cui si svolge, Firenze e la campagna toscana, in una famiglia della buona borghesia, è ottimamente descritto.
Il finale è veramente a sorpresa.

Ho scoperto che questo non è il suo unico romanzo giallo, e penso leggerò altro della Grimaldi!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    11 Novembre, 2010
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Buono

Ero indecisa se acquistare questo libro di racconti( anche se appartenenti al mio "Beniamino"!). Sono molto difficile di gusti in questo campo: pochi sono i racconti per me indimenticabili, fra quelli letti..(giusto Buzzati, Pirandello..).

Poi mi sono lasciata convincere, perchè lo stile di scrittura di Gianrico Carofiglio mi piace talmente, da volerlo sperimentare anche sotto questa forma.
A conti fatti, devo dire che preferisco di gran lunga il Carofiglio romanziere, allo scrittore di racconti!

Ci sono, comunque, nella raccolta, alcuni racconti migliori di altri e degni di nota.
Veramente validi, a mio parere, sono quattro.
Il primo, quello che dà il titolo al libro, Non esiste saggezza.
Il secondo, Giulia, è un inquietante brevissimo giallo.
Il terzo, Il maestro di bastone, il racconto di un'estate particolare di un ragazzo.
L'ultimo infine, La doppia vita di Natalia Blum: anche questo una specie di giallo breve.

Degli altri non conservo ricordo, il che significa che non mi hanno colpita più di tanto.

Voto: buono.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    11 Novembre, 2010
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voto:buono.

Ho sentito parlare di questo scrittore,Perluigi Porazzi, e del suo romanzo, al Salone del libro di Torino.
Tutti ne dicevano meraviglie e l'ho comprato piena di aspettative.
E' certamente nel suo complesso una storia ben scritta , con buone trovate; non ho riscontrato in esso, però, quel "mordente" che mi aspettavo, quello che ti fa leggere e leggere senza sosta!

Romanzo strano, per me.
Eppure gli ingredienti "giusti" ci sono tutti.
Un poliziotto tormentato, con degli scheletri nell'armadio; ragazze facili; medici corrotti, uomini politici disposti a tutto...
Poi.. omicidi trucidi!
La città di Udine, in cui si svolge la vicenda, è affascinante, nelle descrizioni di Porazzi.
Ci sono momenti di vera suspence, nella vicenda.
Ma, nonostante tutto ciò,.....

Io ,come sempre , non avevo capito nulla, e la scoperta del colpevole è stata una sorpresa, come in ogni giallo che si rispetti.
Nel complesso non gli assegnerei più di un Buono.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    11 Novembre, 2010
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Intrigante,ma...


Ho letto questo romanzo nell'intera durata di un volo Milano-New York e ritorno.Senza alzare la testa dal libro!

La pubblicità che ne era scaturita era molta e la mia curiosità, come amante dei gialli, era pari ad essa!
Pur nutrendo qualche riserva , non riuscivo a smettere di leggerlo:il contenuto del romanzo mi è parso buono al 90%, nel senso che secondo me si è...perso verso il finale, che mi ha deluso.

La vicenda è densa di colpi di scena, di continue sorprese, tali da destabilizzare il lettore:io ho trovato intrigante ed originale questa visione del Male a cerchi concentrici, come gettando un sasso in uno stagno : guardando un orrore ne scopri un altro, e via via....
Ogni persona si scopre diversa da quella che sembrava, e "contagiata" dal male con cui è a contatto...
Ogni persona nasconde segreti, anche chi pareva insospettabile...

Per quanto riguarda il luogo Indefinito ed i nomi stranieri non sarei così severa; può essere dovunque, a scelta del lettore, secondo la sua immaginazione...
Per concludere: nonostante il finale un pò frettoloso e "tirato per i capelli", io gli assegnerei un Più che buono!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    11 Novembre, 2010
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drammatico.


Questo è il primo romanzo di Pansa che ho letto.
Lettura non facile, e non tanto per il lessico, quanto...per il contenuto duro, da "digerire".
La parte romanzata direi che è stata utilizzata per raccontare la STORIA, ben più pregnante. Infatti la storia della forte ed indomita Nora e della sua famiglia, per quanto piacevole,( non mi è sembrata per nulla una soap opera, come qualcuno l'ha definita!) era un pretesto per raccontare i momenti durissimi della guerra civile in Emilia.
Per questo motivo , a Nora si affiancano nella storia molti personaggi reali e noti,come Togliatti, De Gasperi; la vicenda di un paese, di una famiglia , si allarga per diventare la vicenda di un popolo intero.

Si racconta la guerra, con date, nomi, cognomi; ma si racconta soprattutto il dolore della gente ; la paura della morte, delle ritorsioni, delle incursioni, ; lo sgomento, l'incertezza del futuro.

Resistenza: argomento interessante per chi, come me, proviene da una zona- le Langhe piemontesi- dove la lotta partigiana è stata aspra e senza esclusione di colpi..
Accompagnata durante l'infanzia da lunghi e dettagliati racconti da parte del nonno , sono venuta a conoscenza di numerosi episodi che erano rimasti nella cosiddetta "zona d'ombra"...quelli che i libri di storia non menzionano.
Ebbene, mi ha sconvolta ,con la lettura di questo libro, scoprire che in Emilia questi episodi erano moltiplicati per cento, mille...che la paura non proveniva solo più dal regime nazista, ma anche dai cosiddetti "partigiani rossi", che hanno insanguinato paesi e campagne, ben oltre il 25 aprile.

Un romanzo sulla Resistenza, rigorosamente documentato,di forte impatto emotivo e da leggere!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    10 Novembre, 2010
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bella storia!


Questo romanzo della Gerritsen inizia proprio con una scena intrigante.
Ne cito alcune righe, perchè il desiderio di leggere, poi, diventa inarrestabile!
..."L'uomo iniziò a fotografare: i resti di una capanna bruciata, i sandali di un bambino in mezzo all'erba, un pezzetto di stoffa strappata.
....Davanti alla porta, c'era un mucchio di cenere e di rami anneriti: una pira funeraria.
Ci girò attorno e sbirciò oltre la soglia.
Alle sue spalle udì lo schiocco di un ramoscello spezzato.
Si girò di scatto.
Una figura solitaria su stagliava nella radura.
Tutt'intorno, gli alberi si ergevano immobili e persino gli uccelli tacevano.
La figura avanzò con un'andatura strana , a scatti.
La macchina fotografica gli cadde di mano. Redfield arretrò con uno sguardo d'orrore negli occhi.
ERA UNA DONNA. PRIVA DI VOLTO".

Con un incipit di questa portata, vi assicuro che le promesse di lettura avvincente sono tutte mentenute!

Infatti il romanzo decolla con rapidità, in un incalzare di eventi...sempre più avvincente.

Anche in questo appassionante giallo troviamo a combattere fianco a fianco le due eroine , create da quest'autrice, Jane Rizzoli e Maura Isles..
Dopo avere combattuto contro il serial killer ne Il Chirurgo e in Lezioni di morte, un nuovo caso le aspetta.
La scoperta delle due suore massacrate è solo l'inizio di un lungo incubo, in cui si dovranno dibattere le nostre protagoniste, scoprendo che l'orrore non è finito, altre avventure le attendono!

Naturalmente anche le loro vicende personali vanno di pari passo alle storie poliziesche.
A questo proposito, una confidenza.
Ho letto questo romanzo lo scorso anno, nei giorni intorno al Natale.
Per un caso fortuito, la storia si conclude proprio a Natale, e , nonostante la vicenda altamente drammatica, trasuda atmosfera natalizia.
Le nostre protagoniste vivono questo ultimo caso fianco a fianco, ma stavolta un fatto personale della detective Jane Rizzoli le unisce particolarmente.....
Non lo rivelo, sarebbe come guastare il gusto!
Vi dirò soltanto che.. ho pianto: sarà stato il Natale...sarà stato che certi momenti si è più "ricettivi" alle emozioni. chissà?

Consigliato ai fans della Gerritsen!!!!!!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    10 Novembre, 2010
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voto: ottimo.


Piacevolissimo.
Anche stavolta Camilleri non mi ha delusa.

Storia interessante, direi più "gialla" di altre dello stesso autore.
Ben congegnato; di quelle, per intenderci, che ti fanno proseguire la lettura, anche se non potresti ("ancora una pagina e poi mi fermo...").

Ma questa caccia al tesoro che dà il titolo al romanzo è veramente interessante: parte in sordina -quasi uno scherzo -in cui l'arguto Commissario si cimenta, per vincere la noia di un momento di "calma piatta" nel suo lavoro.
Però la calma è destinata -ahimè -a durare poco , ed il nostro Salvo si accorgerà di quanto la caccia al tesoro sia strettamente legata ad una drammatica scomparsa, e quanto il gioco non sia più un divertimento, ma una tragedia che lo sconvolge come poche prima.....

Nel romanzo non manca alcun ingrediente di mio gradimento.

Le esilaranti gags di Catarella sono come sempre uno spasso.
Fa capolino nella storia l'affascinante Ingrid, "Fimmina con i cabasisi", come la definisce Salvo, che riesce ancora una volta a farlo litigare con la perenne fidanzata Livia, intrigante come una patata lessa.
Salvo fa soltanto due o tre riferimenti alla vecchiaia che incalza, per fortuna! E' meno immalinconito del solito...la dose giusta, direi.
Ci sono, nel romanzo, alcune descrizioni di personaggi, che sono dei veri gioielli.
Da non perdere!!!!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    10 Novembre, 2010
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Arguto e spassoso


Ho affrontato la lettura di questo romanzo con qualche diffidenza.
Il titolo stesso mi riportava -come periodo storico - al precedente "La presa di Macallè", che avevo trovato piuttosto greve, per vari versi...
Invece, man mano procedevo nella lettura mi sono resa conto di trovarmi di fronte a tutt'altra faccenda....
E' vero, il momento storico è lo stesso; ma finisce lì.

Innanzitutto il romanzo è tutto un carteggio- tranne rare eccezioni -tra autorità varie di Vigàta e Montelusa...Ministri, Prefetti, questori, Curia.... e la vicenda prende corpo lentamente, proprio con la lettura di queste missive.

E' una storia divertente, che trasuda ironia nei confronti di quel periodo, infarcito di adunanze, manganelli, atti di fede, razzismo...

La figura di questo misterioso principe, che non APPARE MAI! è esilarante, perchè si potrebbe definire con la classica frase: una ne fa e cento ne pensa...mentre intorno a lui tutti si affannano a escogitare trovate per trattarlo con mille riguardi, per non sfigurare , per accontentarlo...infine, e soprattutto, per fargli scrivere quella famosa lettera allo zio Negus! (che poi sarà di tono ben diverso dal voluto).

Mi è piaciuto molto anche lo stile diverso che usano gli stessi personaggi nel carteggio "pubblico" e " privato": da un linguaggio forbito, infarcito di frasi fatte ed, infine, umoristico, ad un altro, senza freni imposti dal ruolo, e piuttosto grossolano.
Ci sono poi le "chicche" alla Camilleri: qualche momento di vita quotidiana, spassoso, quando una coppia con figlia "racchia" vuole tentare di affibbiarla al Nipote del Negus...

E lì, mi sono fatta quattro sane risate.

Dice il padre di Michilina ( così si chiama la donzella)alla moglie :- Tu , a tò figlia, la vidi con l'occhi di matre, e va beni, ma Michilina laida assà è!
Havi le gamme torte, i baffi e pari 'na negra!
-E pirchì, iddru non è macari lui negro?

Una vera chicca.Buona lettura!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    10 Novembre, 2010
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Voto: buono.


Ho letto l'anno scorso questo giallo- opera prima di Laura Lippman- perchè mi incuriosiva la trama oltre ogni limite.

L'idea della donna che afferma essere una ragazzina scomparsa nel nulla con la sorella molti anni prima,volatilizzata in un supermercato, e ne dà delle ( accettabili) prove, non può che fare gola ad un' amante del giallo, come la sottoscritta.
In effetti è un bel giallo, anche se il finale mi ha lasciato qualche perplessità...
Credibili ed interessanti le figure delle due sorelle, anche se convengo con Marmy...non sempre simpatiche.
Gli altri due protagonisti della storia : il detective , simpaticissimo.
C'è una scena in cui si sveglia accanto ad una donna sconosciuta, di cui tutto lo disgusta...un vero spasso, anche se usata ed abusata da altri scrittori!
L'altro personaggio è l'avvocatessa gay; non mi sembra stereotipata, come ho letto in altro giudizio, ma non è troppo invadente nella storia: il giusto.
In conclusione: Mi è piaciuto, e gli assegnerei un Buono.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    10 Novembre, 2010
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Il top!

Ho aspettato volutamente a scrivere la mia opinione sui romanzi di Gianrico Carofiglio- e in questo caso, sul primo, Testimone inconsapevole - perchè secondo me questo autore merita un discorso a parte.
L'avvocato Guido Guerrieri creato dall'autore è infatti , a parer mio, il MIGLIOR personaggio incontrato finora in tutti i gialli all'italiana che abbia letto- e sono parecchi.

Innanzitutto ,trovo gradevolissima questa serie di legal-thriller "nostrani", in cui si discute di cause normali, che potrebbero accadere a tutti in qualsiasi momento...
Grisham, di cui non nego le capacità e la bravura, mi aveva un pò stancata....erano quasi sempre storie lontane dalla nostra realtà.

E poi, il personaggio Guerrieri: un mito!
Eppure è un uomo normalissimo, così malinconico, problematico..pieno di turbe e di dubbi nella vita, nel lavoro.
Forse è proprio per questo che piace, che MI piace tanto: per la sua normalità...
Mi sono spesso chiesta - e penso anche altre lettrici soprattutto- se il personaggio Guerrieri rispecchi l'uomo Carofiglio.

Beh lo credereste? Gliel'ho chiesto per iscritto ( a ogni uscita di romanzo gli scrivo la mia opinione..e mi risponde!è una persona squisita).
Mi ha risposto che NON è proprio così, ma di avere scoperto che se afferma di essere "lui" l'avvocato Guerrieri, ha molto più successo con la gente, soprattutto le donne!!!!!!

Questo romanzo ,che apre la serie fortunata, è affascinante ( l'ho già letto tre volte almeno) per due versi.
La storia dell'extracomunitario accusato di omicidio del bambino è quanto mai attuale e..possibile. E' comodo e facile gettare fango sul "negro " che non può difendersi..

La storia privata è talmente intrigante e strettamente connessa col resto, che diventa difficile dimenticarne i particolari che la compongono: i suoi problemi sentimentali ( una tenerezza...), la sua crisi esistenziale a trecentosessanta gradi...i suoi gusti, le sue abitudini.
Un personaggio ed una storia talmente belli e profondi che si devono gustare lentamente, per non perderne neppure un briciolo di sapore.
E poi verrà voglia di..assaporarlo di nuovo, come io ho appena fatto, riscoprendo dettagli che avevo dimenticato.

Assolutamente imperdibile!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    10 Novembre, 2010
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voto: ottimo.


Ho letto questo singolare romanzo giallo circa un anno fa.
Singolare, perchè non credo facile scrivere a tre mani una stessa storia. Ed ..azzeccarla!

Immagino tre personalità , età, professioni, vite diverse, che decidono di scrivere una storia in comune, mettendo ciascuno del proprio....
Ecco perchè questo romanzo ha molte sfaccettature.
Secondo me il risultato è un moderno giallo di pregevole fattura.
Interessante la Sardegna che ci ...raccontano- una Nuoro mai menzionata (pare...) - lontana dai luoghi noti, il turismo, la bella gente....
Una città che mi è apparsa spesso triste, tormentata , come se facesse da sfondo agli stati d'animo del protagonista, il commissario Nero Di Giovanni .
Rispedito in Sardegna quasi per ...castigo, il poliziotto si trova a dover combattere su due fronti drammatici: una serie di omicidi di personaggi noti del panorama politico ed economico della città, ed i propri fantasmi, che credeva di avere sepolto quando se n'era andato a Roma, anni prima.....
Rispunta naturalmente una bella donna, che ancora non lo lascia indifferente, e lo farà soffrire nuovamente.
Poi politici corrotti, cocaina, festini con le "escort", maxi-bustarelle, appalti, rifiuti tossici....se non è attuale questa storia......!

Direi che questi autori hanno fatto centro; il romanzo si legge d'un fiato, fino all'imprevedibile -almeno per me - finale.
Finale che lascia l'amaro in bocca; ma non si può pensare ad un happy end , dopo una vicenda costellata di morti, di personaggi negativi, molti, tranne qualche figura secondaria, ma piacevole...

Pur avendo, ogni capitolo, argomento e protagonisti diversi, che subito spiazzano...ma poi si ricompongono, la vicenda è scorrevolissima.

Voto: ottimo.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    09 Novembre, 2010
  -  

inquietante....

Quando ho scoperto che questo romanzo trattava di pedofilia, avevo già deciso di escluderlo dalla rosa delle mie letture.E' un argomento , quello, che mi sconvolge a tal punto , da non farmi apprezzare la storia.
Ero reduce da un altro romanzo di tema analogo, "Per esclusione": tremendo!

Poi, incuriosita dalle critiche positive, l'ho comprato.E letto d'un fiato.
Ciò che è curioso, in questa vicenda, è, non tanto la conoscenza fin dall'inizio dell'identità dell'assassino, ma la storia vista dalla parte di lui... Si vivono le varie situazioni agghiaccianti- premeditazione del rapimento, delitto, ecc- sempre dalla "sua " parte, cioè come se fosse normale, giusto così!
Si arriva ad un punto in cui non sembra più così spaventoso ciò che sta commettendo...e mentre avevo la consapevolezza di ciò, inorridivo di me stessa...
Perchè quell'uomo aveva grosse attenuanti alla sua deviazione, con radici in un'infanzia disgraziata....

La suspence comunque è assicurata, benchè la vicenda si svolga per una buona parte in luoghi idilliaci della Toscana..luoghi in cui pare impossibile possano accadere fatti del genere...

Buona anche la psicologia dei personaggi; mi ha colpita soprattutto il modo diverso di quelle madri, private dei loro figli,di affrontare la loro mancanza, il vuoto spaventoso ed inconsolabile che solo la morte di un bambino può causare.

Un giallo che merita di essere letto, secondo me.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    09 Novembre, 2010
  -  

Non male...

Mi rendo conto che in un mare di opinioni -che non ho letto, se non fuggevolmente- sia difficile trovare ancora qualcosa da dire. Ma vorrei provare ugualmente.

Io non sarei così assoluta nei giudizi negativi.
Ho letto questo romanzo alcuni anni fa ; letto in due giorni, e mi era piaciuto abbastanza.
L'argomento è sicuramente intrigante. Per me poi lo è stato in special modo, perchè nel mio lavoro ho spesso avuto a che fare con questa tipologia di disturbi, ed ho "ritrovato" nei due infelici protagonisti, dei comportamenti, delle turbe, che purtroppo mi sono noti.
E per questo l'ho sentito ancora più ..mio.

Sul fatto poi che l'autore non abbia approfondito certi punti, sono d'accordo.
Dobbiamo tenere presente che era molto giovane al momento della stesura del romanzo...26 anni, mi pare; inoltre è un fisico, non uno psicologo o similare...come può un ragazzo- perchè E' un ragazzo ( al massimo un giovane uomo)- sapere GIA' quello che si impara solo dopo?

Per imparare le cose della vita, bisogna conoscerle; per conoscerle bisogna VIVERE.

Perchè non avrebbe dovuto vincere lo Strega?
Li ho letti tutti; molti anni fa avevo comprato l'intera collana ,e ce ne sono alcuni che ho trovato molto meno riusciti di questo.
E' vero, è un romanzo di una tristezza infinita, ma la vicenda è così ricca di spunti umani, ad ogni riga...
Lo stile di scrittura, per il mio gusto, è eccellente; scorrevole, essenziale, che non si perde in inutili orpelli, pur cogliendo tutte le sfumature necessarie alla riuscita della storia.
Non mi sento di consigliarlo a tutti, ma ...promosso con Buono.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    08 Novembre, 2010
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Buono!

Pur non essendo uno dei migliori romanzi di quest'autrice, è una storia gialla di tutto rispetto!
Una bella storia, incalzante al punto giusto, con una vicenda agghiacciante, ma possibile..

Dopo una partenza...in quarta -il sequestro di Jane Rizzoli, con un pancione da fine gravidanza, da parte di una misteriosa ragazza - segue una parte senza grandi fremiti, mentre nella seconda ritroviamo la Gerritsen "frizzante" che siamo abituati a leggere.

Le protagoniste sono sempre le nostre due donne: la detective Jane Rizzoli- fresca mamma e in crisi esistenziale per il difficile connubio madre- poliziotta con pistola sotto l'ascella (e sempre troppo pronta a buttarsi nelle mischie!) .
Sì, perchè nel frattempo, tra un romanzo e l'altro , la Rizzoli ha trovato il tempo di convolare a nozze con il fascinoso agente FBI Dean, quello che aveva conosciuto nel romanzo Lezioni di morte! Bella storia d'amore.
L'altra donna è l'anatomopatologa Maura Isles.
Una coppia sempre vincente.
Per chi ama i gialli della Gerritsen, consigliato!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    08 Novembre, 2010
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Thriller + avventura: vincente!


Ho ricevuto questo libro in dono ben 7 anni fa, e solo da poco è arrivato il suo turno di lettura.
Se avessi immaginato l'entusiamo, l'emozione, il senso di attesa..che mi ha procurato, lo avrei certo letto prima!
Perchè questo romanzo giallo, a differenza degli altri di Grangé, è molto più avventuroso.
Una storia che comincia in sordina, con lo studioso delle migrazioni di cicogne trovato morto..nientemeno che in un nido delle sue beniamine!
Il giovane Antioche, che è incaricato di indagare, dovrà vedersela con luoghi incredibili, con avventure neppure immaginate.
Dovrà vedersela soprattutto con l'ORRORE. Orrore di scoperte, di incontri tremendi, che gli cambieranno la vita e lo porteranno a soluzioni che avrebbe preferito non sapere mai!
Si potrebbe paragonare questo romanzo al percorso di una strada buia;dopo una curva si incontra un nuovo orrore; poi un altro...ed ognuno contraddice i precedenti..come in una spirale maledetta!
Quattrocento pagine che si leggono d'un fiato.
Consigliato.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    08 Novembre, 2010
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Il migliore!

Non posso che associarmi alla precedente opinione: io ho letto già due volte quello che ho sempre ritenuto il MIGLIORE romanzo di Camilleri in assoluto! ricordo che nel lontano 1999, quando è stato pubblicato, avevo affermato che nessun altro romanzo mi aveva fatta ridere di gusto in molti punti, piangere in altri ( finale struggente!), mi aveva avvinta fino all'ultima riga; ..insomma, un gioiello .
Anch'io sono sorpresa delle poche recensioni, ma non ero ancora arrivata a questa "parte" dell'opera di Camilleri.

Lo rileggerò quanto prima per la TERZA volta! e scriverò una recensione che ( spero!)gli renda onore.

Consigliatissimo.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    07 Novembre, 2010
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Intrigante e diverso!


Un attualissimo romanzo- thriller, diverso da tutti quelli da me letti finora.
Qui, nessuna protagonista detective, come negli altri suoi romanzi, ma il protagonista è ..il computer, in un certo senso.
"Lo schermo del computer funziona come la grata del confessionale: lascia passare le parole e nasconde i volti, le vergogne.."
Proprio così funziona questo originale romanzo, dove tutta la vicenda ci è proposta attraverso lo schermo di un computer.

Un "carteggio" virtuale tra un uomo, Luca Barberis, accusato di omicidio, ed il giudice Giulia Ambrosini, incaricato delle indagini e della sua cattura.
Ogni breve capitolo è una e-mail, ma non si pensi che sia un arido susseguirsi di comunicazioni!
Prende corpo, man mano che la vicenda procede, una lunga storia intima, personale, un percorso doloroso, che coinvolge il lettore in misura incredibile!
E si dipana la storia di quest'uomo che , proveniente da una famiglia modesta, vede prospettarsi dinnanzi una possibilità di successo, di facili e lauti guadagni.
Grande è poi la disillusione, il crollo delle aspettative, il fallimento ; e qui matura in lui il desiderio fortissimo di vendetta.
Una storia gonfia di umanità e di dolore, che non permette di interrompere la lettura fino all'ultima mail, e oltre...

Un romanzo che mi ha preso il cuore, e che consiglio vivamente.

Una curiosità.
C'è una specie di struggente colonna sonora, nella storia: sono i versi dolenti e bellissimi di una canzone di Jacques Brel.
"Mon père disait
c'est le vent du Nord
qui portera en terre
mon corps sans ame
et sans colère."

( Mio padre diceva
è il vento del Nord
che porterà a terra
il mio corpo senz'anima
e senza più rabbia.)

Da non perdere!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    07 Novembre, 2010
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Da leggere!


Questo romanzo, breve e noto, è un piccolo gioiello, che consiglio vivamente.

La vicenda inizia in modo tranquillo.
Originale la figura della voce narrante, il vecchio Sylvestre, play boy in ...disuso, che vive una vita solitaria , limitandosi ad osservare ciò che avviene intorno a lui, in questa tranquilla parte della provincia francese....
E pare che avvenga poco; le solite vicende, fidanzamenti, matrimoni, famiglie serene...
Ma qualche frase già fa presagire, fa intuire che non tutto è come sembra.
E mentre l'enigmatico Sylvestre continua ad osservare la piccola umanità che gli ruota intorno , si dipana ai nostri occhi tutta una storia di relazioni proibite, di tradimenti, di menzogne, di delitto.
Niente è come sembra, insomma.
Ed il finale , a sorpresa, è degno dei migliori gialli!

Mi sorprende sempre , nella Némirovsky, la capacità di rendere attuali -ed eterni - i drammi affettivi, le debolezze d'amore.
Scritto nel 1937, cioè più di settant'anni fa, racconta la passione, i cedimenti, le trasgressioni, come se fossero di oggi. Come quelli di oggi, nè più nè meno!

Certe riflessioni, certi brani, mi hanno dato da pensare.
Altri , li ho riletti un paio di volte.

Uno a caso.
..."Un gruppo di persone IN ETA' MATURA emana un senso di imperturbabilità : i loro organismi danno l'impressione di aver digerito tutte le portate pesanti, amare, piccanti della vita, eliminato tutti i veleni, e per dieci o quindici anni essi si trovano in uno stato di equilibrio perfetto, di invidiabile salute morale.
Sono soddisfatti di sè.
Il faticoso e vano lavorìo con cui la giovinezza tenta di adattare il mondo ai proprii desideri l'hanno già compiuto.
Hanno fallito, e ora si riposano.

Dopo qualche anno tornerà a invaderli un sorda inquietudine, e stavolta sarà quella della morte: essa altererà i loro gusti in modo imprevedibile, li renderà indifferenti, stravaganti o bisbetici, impenetrabili per le loro famiglie, estranei ai loro figli.
Ma tra i quaranta e i sessant'anni, queste persone godono di un'effimera pace."

Ho volutamente citato solo un brano di "riflessione", non toccando la storia: quella deve essere letta "da sè", senza averne già assaggiati dei passi.

Assolutamente consigliato. Alle donne in particolare!


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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    07 Novembre, 2010
  -  

Avvincente!

Ho volutamente postato la recensione di questo romanzo subito dopo quella del Chirurgo, perchè questo potrebbe essere definito il seguito di quella storia.

Per la detective Jane Rizzoli non c'è pace; mentre il crudele killer chiamato il Chirurgo è al sicuro in carcere, a Boston un altro assassino torna a colpire.
Stavolta sono giovani coppie sorprese nel sonno; ogni volta l'uomo viene legato, costretto a guardare le violenze subite dalla compagna, poi sgozzato.
Della donna, più nessuna traccia!

Da qui prende l'avvio una ricerca incalzante, che porterà a nuovi orrori.
Al fianco di Jane Rizzoli, oltre al ruvido detective Korsak, anch'egli personaggio ricorrente, entra in scena l'agente dell'FBI Dean , che diventerà importante per la donna, nelle storie successive.

Fino all'ultima riga, i colpi di scena non mancano, la suspence neppure.
La Gerritsen si riconferma con questo romanzo eccellente autrice di storie mozzafiato!!
Da leggere, per chi ama questo genere di thrillers, non cruenti, ma movimentati ed emozionanti!.

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Il Chirurgo, della stessa autrice( questo si potrebbe definire il seguito di quel romanzo).
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    07 Novembre, 2010
  -  

eccellente thriller!

Non poteva mancare all'appello l'"amica" Rosy ( alias Cristina V), quella che con il suo consiglio- da un altro forum- ha ispirato l'apertura di questo topic! E' un onore per me.
Grande Gerritsen!!!!!
Ho letto nel lontano 2003 questo giallo; l'autrice mi era sconosciuta, e da quel momento sono stata una sua fan.
"Il chirurgo" mi aveva entusiasmata per la trama , agghiacciante; la scena delle donne torturate nel sonno da mani crudeli ma espertissime..mi aveva gelato il sangue, e incitata a leggere a più non posso.

Già l'incipit del romanzo era tutto un programma:
"Oggi troveranno il corpo.
So come accadrà. Riesco ad immaginare, molto vividamente, la sequenza degli eventi che porteranno al ritrovamento.
........
Vorrei essere là, quando arriverà la polizia, ma non sono stupido.
Sanno che il mio impulso di tornare è forte.....Non farò quell'errore.
L'urlo di una sirena in lontananza: mi stanno chiamando.
Mi sento come Ulisse che lotta contro le corde, ma queste sono molto robuste.
Oggi troveranno il corpo.
OGGI SAPRANNO CHE SIAMO TORNATI."

Da qui si snoda una vicenda incalzante, che non lascia respiro e che chiede di arrivare alla soluzione finale...
La protagonista femminile di questa storia è la detective Jane Rizzoli, che apparirà in successivi romanzi.

Tess Gerritsen è un medico americano, nata nel 1953.
Durante la maternità, iniziò a scrivere quasi per hobby il suo primo medical-thriller, e da allora non ha più smesso di scrivere.
I suoi romanzi più conosciuti sono IL CHIRURGO , FORZA DI GRAVITA' , LEZIONI DI MORTE , IL PREZZO, IL SANGUE DI UN'ALTRA, CORPI SENZA VOLTO.

Come per altri "giallisti" già citati, anche la Gerritsen ha protagonisti ricorrenti nei suoi romanzi.
Le storie camminano perciò su doppio binario: il "caso" di ciascun romanzo, e la storia personale delle sue donne, che sono due.
La prima - e principale- è la detective Jane Rizzoli; poliziotta "dura", totalmente impegnata nel suo lavoro, che non dà spazio -o almeno, TENTA di non darlo -ai sentimenti , alle debolezze.
La seconda è la dottoressa - anatomopatologa Maura Isles, con cui spesso Jane Rizzoli ha a che fare per questioni di lavoro, esami autoptici ed analisi varie.
Tra le due donne si instaura un rapporto di collaborazione, ma anche una specie di amicizia, pur essendo molto diverse fra loro.
Queste storie hanno una freschezza, pure in argomenti già trattati da altri, che non ho trovato altrove .

Consigliatissimo!


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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    06 Novembre, 2010
  -  

toccante!


Pur essendo un'amante del noir mediterraneo, non ho apprezzato la trilogia di Jean-Claude Izzo, nè come contenuto, nè come stile di scrittura.
Non so spiegarne il motivo, ma non sono proprio riuscita a "farmela piacere"!
Questo è il motivo per cui ho indugiato ad avvicinarmi al romanzo Il sole dei morenti.
L'ho iniziato, e sono stata ...fulminata sulla via di Damasco: una rivelazione!
E' certo uno dei romanzi migliori da me letti nel 2007, che ogni tanto vado a riguardarmi qua e là, per rileggere alcune frasi particolari.

E' una storia così dura e straziante, che lascia un segno profondo.
La storia di una discesa..agli Inferi; l'autodistruzione di un uomo a cui la vita aveva regalato tutto: benessere, affetti, serenità.
Eppure, per una serie di perversi meccanismi, tutto ciò viene a mancargli, ed il declino è rapido e senza ritorno.
Il romanzo è la storia, innanzitutto, di un grande amore, un amore finito male, ma che continua ad aleggiare come una presenza dolcissima , fino alla fine...
E poi è la storia di Rico e della desolata umanità che gli ruota intorno: i clochard, di ogni tipo e genere..
E' una storia toccante, tratteggiata con toni asciutti ma efficaci e sinceri.
Il mondo che l'autore narra è reale, molto reale: io lo conosco bene, frequentandolo per ragioni di volontariato.
Quanti barboni incontriamo , sudici, abbrutiti, talvolta stravaganti.... : dietro di loro si celano storie di ordinaria povertà, o "nuova " povertà, rovesci di fortuna, di malattia, d'amore...
Come il nostro Rico.

Un breve passo,struggente.
"...nella sua mente ( di Rico) fu un cielo azzurro. Un cielo da mistral. Pensò all'amore. A quello che era stato l'amore. Al piacere di amare. Alla tenerezza dei giorni. Alla delicatezza degli attimi. A tutto quello che voleva dire la felicità condivisa. a quella leggerezza sempre necessaria, indispensabile, delle parole, dei gesti, dei pensieri...".

Un romanzo che fa riflettere, che commuove, che resta dentro!
Consigliato.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    06 Novembre, 2010
  -  

indimenticabile.

Dopo così tante opinioni , è difficile trovare qualche concetto non ancora espresso...
Ma ci provo.
Innanzitutto, lo stile: mi piace moltissimo, così scarno, asciutto, ma nello stesso tempo completo, perchè in una frase - poche parole - dice tutto. Ti fa intravvedere anche il non-detto, ciò che è rimasto fra le righe....
Apprezzo anche certe frasi dure, quasi crude, che non riesco ad identificare come appartenenti a quest'autrice così...eterea, raffinata. Ma " lì" stanno bene. E rendono perfettamente un momento , uno stato d'animo.
Poi la storia, moderna,ma antica; dolorosa in ogni sua parte.

La Mazzantini riesce, secondo me, sia nella parte riguardante la maternità, che in quella riguardante i suoi sentimenti ed i suoi rapporti con gli uomini, ad essere meravigliosamente vera, tanto che io mi ritrovo in certe frasi, in certi modi di dire, in certe situazioni.
Alcuni brani mi hanno trafitta, ho dovuto rileggerli alcune volte; mi sembrava di dire qualcosa di mio....
Non è facile da spiegare, ma mi accade raramente.

Io ho trovato questo romanzo assolutamente meraviglioso.
Se "Non ti muovere" mi aveva presa, questo, molto di più!
La storia d'amore, struggente.
L'ambientazione , in quel clima di guerra , così realistico, che mi pareva di esserci, di "vivere" in quel luogo.
Di soffrire con quella popolazione.
E, confesso,mi ha fatto scoprire tanti -tremendi- particolari, su quella guerra, che ignoravo.
Ci sono delle frasi, dei brani, che mi sono rimasti scolpiti a fuoco, , tanto sono intensi...

E poi, basilare, la storia di questa maternità, che ho trovato atroce: la ricerca disperata di un figlio ad ogni costo, le attese, le sofferenze...mi faceva piangere.
Tutti questi argomenti, insieme, raccontati dalla Mazzantini con grande maestria: è veramente una Scrittrice con la maiuscola, secondo me.

ALCUNE RIGHE .
La protagonista, Gemma, dopo 16 anni torna a Serajevo e va al cimitero .
...."Qui è sepolta mezza Serajevo. Le date di nascita cambiano, quelle di morte si ripetono.
Era come un sacco nero, il destino.
La morte fece un raccolto straordinario, in quei tre anni.
La morte è solitudine, e loro furono privati anche di quella privatezza, costretti a crepare a grappoli come insetti.
Essere derubati della vita sembrava quasi accettabile, alla fine, ma il furto della morte è un'altra storia...finire alla rinfusa, mischiati come panni sporchi, come frutta marcia."
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
"Non dovrei soffrire perchè è accaduto molti anni fa, non è una ferita aperta, ma una cicatrice bianca, scomparsa nella pelle del tempo.
eppure il dolore è proprio quel tempo trascorso senza che io lo abbia saputo."
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
"in verità sentivo che la morte di Diego non mi aveva rubato nessun futuro.
.....Io ero stata la balena, il dorso forte su cui lui s'era fermato, come un uccello in attesa del vento che lo restituisse al suo viaggio.
E prima di andarsene, per ricompensarmi, mi aveva portato con il becco un pesce, raccolto dal mare per me."

Indimenticabile.


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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    06 Novembre, 2010
  -  

Uno dei migliori!

Messaggeri dell'oscurità: Una vera chicca!
Direi il migliore fra i tre primi...ma anche gli altri due non erano da meno...
Questi due personaggi sono travolgenti. Mai mi ero tanto divertita in un giallo, dopo il Montalbano nazionale!
La trama è originale, e spassosa; nonostante pennellate di umorismo qua e là , il romanzo prosegue in un crescendo di drammaticità, che coglie di sorpresa , tiene col fiato sospeso e- per quanto mi riguarda- con una dannata curiosità di vedere "come va a finire".....

La storia dei peni tagliati ed inviati a Petra è originale; il buon viceispettore Fermìn , sempre al suo fianco come un mastino, segue questa inchiesta tragicomica- ed apparentemente senza spiegazione logica- determinato a venirne a capo, non senza battutacce e canzoni da osteria...: la situazione anomala invita!

Questo tipo di romanzo giallo ha veramente TUTTI gli ingredienti che io richieda ad una lettura che si rispetti.
Trama originale; umorismo; suspence; introspezione dei personaggi e loro storia privata. Cosa potrei volere di più?
Infatti la storia "privata" prosegue, pari pari...Ormai di entrambi sappiamo, se non tutto, molto.
E ci sono ogni tanto dei piccoli brani, deliziosi, da rileggere più volte....brani che si riferiscono alle loro vicende , ai loro stati d'animo.

Un esempio:
"...Mi congedai da tutti con allegria. Completamente falsa.
Ero triste.
Il tragitto verso casa mi parve lento e faticoso.
Pensavo. Al passato, alla fugacità degli amori e delle passioni.
Ebbi per un attimo una visione fugace della mia vita , e per un istante mi sentii come annientata.
Però, sarebbe potuta andare diversamente? sì, come tutte le cose, la mia vita avrebbe potuto essere diversa, perfino opposta. Ma era lo stesso, ci sono sempre dei fatti che ti inducono a cambiare, ed ogni cambiamento è vissuto come una perdita.
Vivere è una perdita continua, finchè alla fine si perde tutto."

Da leggere!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    06 Novembre, 2010
  -  

Piacevolissimo...

Peccato non avere fatto conoscere Bacci Pagano partendo dalla prima storia, cioè questa; ma cercherò di rimediare.

Bacci Pagano è, nel vasto panorama degli investigatori "noir" italiani, insieme all'avvocato Guido Guerrieri di G. Carofiglio, uno dei miei preferiti.
E non perchè sia genovese come la sottoscritta; anche se devo ammettere che la conoscenza dei luoghi dove si svolgono le storie, aiuta molto ad "entrare" nelle vicende. Ad immaginarle meglio..
Una breve presentazione.

I romanzi di Bruno Morchio -psicologo genovese - non si possono definire thriller, di quelli che ti tengono col fiato sospeso e ti mandano in circolo scariche di adrenalina....
Sono però avvincenti, di lettura scorrevole, senza scene truculente.Densi di umanità e di una sottile malinconia, che mi incanta....
Ed hanno una loro originalità, che li rende diversi da ogni altro da me finora letto.

Sono sei romanzi, che vanno rigorosamente letti nell'ordine in cui sono stati pubblicati,perchè dietro ai vari casi , trattati di volta in volta dall'investigatore,c'è la "sua" vita che scorre, ed è la sfaccettatura più interessante, più densa di contenuti.

Il protagonista è l'investigatore privato Bacci (Giovanni Battista) Pagano, che vive e si aggira su una vespa color amaranto tra i carruggi della vecchia Genova, un centro storico sospeso tra il degrado e la speculazione edilizia travestita da rimodernamento.

Sono i luoghi- ed i personaggi- prediletti e cantati da De Andrè, nelle sue indimenticabili canzoni.

Bacci Pagano ha una vita incasinata, ma ispira immediata simpatia. Ha perso per strada i sogni della sua gioventù. La moglie lo ha lasciato; da dieci anni gli ha allontanato la figlia.
Trova e perde fidanzate....Ha pochi amici, ma i pochi sono fidati, e sono personaggi un pò speciali, come il commissario della Mobile, il napoletano Pertusiello.
Bacci Pagano è un personaggio irresistibile.
Si scontra con il male e la stupidità del mondo. Non rinuncia al suo passato( è stato in carcere). Ama i piaceri della vita e le donne; sta male- tanto da vomitare - ogni volta che è costretto a sparare...
Ma la sua umanità, il suo vissuto, lo rendono ricco di quel "fiuto" necessario a risolvere anche i casi più intricati.

Da qui inizia la sua storia, legata di volta in volta ad un "caso" da risolvere.
Personaggio da ricordare, il caro Bacci, definito da una delle sue donne "analfabeta dei sentimenti.."; è una definizione che mi è rimasta impressa!

Anche se si muove in una Genova incantevole,Bacci Pagano è un personaggio che merita di essere conosciuto anche dai non-genovesi!
voto: ottimo.
( p. s. si è capito che adoro i noir all'italiana?)

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Consigliato a chi ha letto...
...i più noti autori di "noir" all'italiana.
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    06 Novembre, 2010
  -  

ottimo!

Il secondo romanzo di Paglieri che ho letto è questo, e mi ha confermato l'ottimo giudizio sul suo stile e sulle sue storie.
In realtà sarebbe stato il primo della serie, ma l'ho scoperto dopo; consiglio a chi intenda leggerlo , di partire assolutamente da questo...

Qui il personaggio del commissario Luciani ha sfumature molto interessanti; via via che si procede nella storia, il suo passato torna a galla, e rende chiari certi suoi comportamenti , prima nebulosi.
Si scoprono suoi tormentati rapporti familiari, che lo hanno reso quasi "ascetico" e rinunciatario a tutto ciò che può rendergli piacevole la vita.

La storia si svolge interamente nel mondo del calcio,ed è molto avvincente anche per chi, come me, di calcio non capisce un acca, tanto da dover ricorrere al consorte per farsi spiegare certe azioni sul campo, certi modi di dire del gergo sportivo...

In questo romanzo troviamo anche un Luciani...innamorato!
Impegnato in una storia torrida- molto torrida - con una affascinante ispettrice delle assicurazioni.
Visto che si priva del cibo, almeno un pò di sesso non guasta, poveraccio!

E tutto ruota intorno al mondo del calcio, arbitri ambiziosi, manager corrotti, partite truccate...
Veramente uno splendido giallo italiano.
Voto: ottimo

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    05 Novembre, 2010
  -  

bello!


Non sono d'accordo sul fatto che questo sia un romanzo secondario, come piacevolezza.
A parte forse Morti di carta, che ho trovato leggermente inferiore rispetto alla media di gradimento, tutti sono deliziosi. Ognuno a suo modo.
Seconda avventura della coppia di ferro Petra- Garzòn.

La storia gialla è originale.
Parte dal ritrovamento di un cadavere - un poveraccio massacrato di botte- che non lascia indizi, se non un...cagnetto meticcio bruttissimo e sfigato, chiamato apposta da Petra, Spavento, per la bruttezza!.
E qui partono le indagini- a modo loro -dei due simpaticissimi poliziotti, così diversi, ma che hanno trovato una magica intesa, nel bene e nel male dei loro giorni.

Alla storia si intrecciano le vicende private dei due,e soprattutto, in questo romanzo, del vice ispettore Garzòn, grasso e non più giovane, ma alle prese, pensate, con DUE amori, tra cui si barcamena!
Intanto la storia assume toni foschi: altri due delitti, scoperte sorprendenti...un mondo da...cani, è proprio il caso di dirlo!

Mi sono gustata (con la G maiuscola!) tutti i dialoghi dei due poliziotti, sia quando rasentano la comicità, sia quando sono serissimi.
In questo secondo romanzo , motivi di serietà- anche drammaticità- ce n'erano più di uno.
Si vede troppo che questi romanzi sono di matrice europea, anzi, latina, e non americana! Hanno uno stile diverso, un modo diverso, soprattutto, di "vivere", di raccontare i sentimenti, l'interiorità....
Una frase che mi ha colpita- ma sono molte.

"Uscì (Fermin) dal mio ufficio con le spalle incurvate.
Era invecchiato di parecchi anni in soli due giorni. La vita non è giusta, ma pretendere che lo sia è un'ambizione passata di moda.
Mi domandai se, alla sua età, avrei trovato il coraggio per superare una prova simile.
Eppure non importava,con coraggio o senza anche lui avrebbe continuato a vivere, tutti continuano a vivere, malgrado le cicatrici, i lividi, i segni di colpi senza fine".


Quando ho terminato la lettura, mi dispiaceva. Ma ne avevo altri sette in attesa....

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    05 Novembre, 2010
  -  

buono...


Ho acquistato questo romanzo della Piemme invogliata dalla trama "intrigante" e dopo avere letto il giudizio positivo su IBS dell'amico Aurelio- Standbyme, che è sempre per me garanzia di qualità.
Beh,non so spiegare il motivo, ma questa volta non sono del tutto d'accordo col giudizio di Aurelio.

Forse perchè la trama prometteva- a me - di più?
E' una storia molto inquietante, se piacciono le storie forti, e con un pizzico di..paranormale.
Perchè la vicenda di questa donna bellissima e torbida, che "passa" da una persona all'altra, tanto normale non è....
Ci sono dei passaggi sicuramente all'altezza , altri in cui sento dei cedimenti.
Il finale, assolutameente top secret, si presta addirittura ad un ...seguito, cioè lascia aperte delle possibilità tremende!

Ma nonostante tutto, non gli assegnerei un 10; al massimo un 7.
Discreto.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    04 Novembre, 2010
  -  

piacevole lettura.

Perissinotto è un altro scrittore di Noir all'italiana che io adoro.
Dopo avere esordito nel 2004 con l'intrigante romanzo "Al mio giudice", di cui parlerò a parte,ha iniziato la serie dei gialli con protagonista la psicologa Anna Pavesi.
Il primo romanzo , in cui presenta la protagonista( il suo lavoro, la sua vita, i suoi problemi) , è questo, che prende il titolo dalla nota canzone di Guccini, "Una piccola storia ignobile".

Secondo il clichè del noir italiano classico, non è troppo lontano dalla nostra realtà, nè mostra scene di violenza; niente orrendi delitti , quindi, ma la giusta dose di suspence che rende piacevolmente curiosa la lettura, e si gusta in fondo al palato, come i piatti da "gourmet".

Qualcuno si chiederà che cosa c'entri una psicologa con i delitti, le sparizioni...in effetti Anna Pavesi si trova in situazioni anomale quasi per caso...ed a poco a poco prende gusto a questo suo nuovo...lavoro!

La ricerca di una donna morta in un incidente stradale, di cui è scomparso il corpo, è anche un pretesto per raccontare altre storie.
La prima è quella di Anna Pavesi: un matrimonio fallito, una storia di sesso con un uomo sposato, vecchie ruggini con la madre.
Le altre: storie di dolori, di persone, di amori, di incontri, di ricordi.
In sordina, la storia gialla.
E intorno a tutto questo, lo scenario di una splendida Bergamo,che invita a visitarla chi ancora non la conoscesse.....
Piacevole!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    04 Novembre, 2010
  -  

Intrigante!

Claudio Paglieri è genovese; giornalista del Secolo XIX, scrittore, eccellente ( secondo me) autore di gialli.
Questo non è il suo primo romanzo giallo, bensì il secondo, dopo "Domenica nera", ambientato nel mondo del calcio.
Il terzo è "La cacciatrice di teste".

Piacevolissimo, intrigante quanto basta, con dei protagonisti che si ricordano.
E , per i genovesi, come già nei romanzi di Morchio, è incantevole trovare una Genova "diversa", e nello stesso tempo uguale, a quella che viviamo ogni giorno, talvolta senza metterne a fuoco i particolari.....

La storia parte bene:
"«Barbara Ameri sedette alla scrivania e accese il computer e la stampante. Ci volevano un paio di minuti prima che fosse pronta. Devo stare calma, pensò, non ho fatto niente di male e non ho niente di cui preoccuparmi ».
Un inizio intrigante, che invoglia a proseguire...

Il protagonista del romanzo, come pure degli altri due, è il commissario Luciani, un pò...sui generis; anoressico, rigoroso, pieno di travagli personali, tra cui un rapporto tormentato col vecchio padre, di cui non condivide la visione della vita. Intorno a lui ruotano bei personaggi; il suo vice Giampieri, totalmente diverso nello stile di vita, nel condurre le indagini; l'ispettore Calabrò, e Iannace, che ricorda molto il Catarella di Camilleri.

Una vicenda intricata e coinvolgente con fughe, morti misteriose, tradimenti, colpi di scena...che tiene avvinti al romanzo fino all'ultima pagina!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    03 Novembre, 2010
  -  

Struggente.


Ho letto questo romanzo in un momento di relax, fuori programma. Poi, man mano che procedeva, non mi sono più staccata.
La storia di questa giovane autrice napoletana trasuda emozioni di ogni genere...

La vicenda procede su due binari.
Il primo: l'attesa di ciò che sarà , per la bimba la cui vita è appesa ad un filo..i momenti di visita..i piccoli progressi verso la vita, l'amicizia con altre mamme di prematuri.

Il secondo. La sua vita "esterna" , di insegnante in una scuola serale , dove un'umanità desolata e sommersa di guai cerca di conquistarsi la licenza media fuori tempo massimo....extracomunitari di varie etnie, collaboratrici domestiche, maturi padri di famiglia....
E , intorno, Napoli. Con le sue contraddizioni. La vita, la morte, la speranza, la paura, la gioia, il dolore.
Il finale si percepisce, ma lascia intravvedere la vittoria della vita. E l'esito positivo del famigerato esame di licenza media.
Un romanzo serio, amaro, ma con l'happy end.

Ho saputo dopo che da questo romanzo è stato tratto un film (omonimo, credo) dalla Comencini. Anche se ho già espresso la mia diffidenza su film tratto da libro, andrò a vederlo.
La storia lo merita.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    03 Novembre, 2010
  -  

Imperdibile 3

L'uomo di Innichen è un gran bel giallo!!!
Lo so che l'aggettivo BELLo è banale e riduttivo, ma è il primo che mi viene in mente!il più spontaneo, non studiato....

Fin dalla prima pagina di questa storia, si respira il dolore. Poi l'angoscia. La tensione. La paura. La follia.

Mi ha affascinata, all'inizio, il "graffito" trovato dal protagonista su un muretto, che dà l'input a tutta la vicenda.
E' vero e profondo...ed ha un finale spaventoso.
Lo trascrivo qua, perchè l'avrò riletto almeno 20 volte..e lo posso fare senza timore, perchè non toglie alcuna sorpresa a chi ancora non l'ha letto...

" Se un uomo vi uccide perchè ha falciato
le vostre speranze,
siate così incoscienti da farne germogliare di nuove.
Se un uomo vi uccide perchè ha derubato
le vostre ricchezze,
trovate il coraggio di ricominciare.
Se un uomo vi uccide perchè ha calpestato
la vostra dignità,
siate così forti da riscattarla con il perdono.
Me se avete un figlio,
e un uomo lo uccide,
non affidate quell'uomo al giudizio di Dio,
e non consegnatelo al castigo degli uomini.
CERCATELO,
TROVATELO,
E STRAPPATEGLI IL CUORE.

Dalla ricerca dell'assassino, per mettere in atto la sua vendetta, parte un'indagine splendidamente narrata, densa di sorprese e di colpi di scena.

Un mio inciso, che riguarda in particolare la figura del protagonista, Dan Principato, nella veste di padre.
Già ne Il manipolatore di sogni avevo apprezzato molto i passi che raccontavano il rapporto tenerissimo di Max Bassetti con la figlia Virginia.
Le parole a lei rivolte nelle pagine finali del romanzo erano dolcissime e strappa-cuore!
In questa storia ho trovato ancora più coinvolgenti i passi dedicati al difficile rapporto padre- figlio.
Difficile, perchè la sua condizione di padre separato ed allontanato senza pietà dalla ex moglie,lo costringe a lottare, per conservare il suo ruolo e l'affetto del figlio Roby.
Si respirano momenti di intenso dolore, che culmina -e diventa ossessivo - con la misteriosa morte per incidente stradale del ragazzino.
Da qui il suo desiderio cieco di vendetta.
E quando un uomo disperato come lui si sente abbandonato , nella ricerca della verità, dalla famiglia, dalle istituzioni...diventa un leone,inarrestabile nella caccia al mostro.
Nella sua ricerca incontrerà poi personaggi interessanti, che destano simpatia...
Il resto è tutto da scoprire.
Imperdibile!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    03 Novembre, 2010
  -  

Appassionante.


Ho ricevuto in dono questo romanzo; non lo conoscevo, nè conoscevo alcun scritto di quell'autrice, e , per la verità, non ne ero neppure molto convinta.
Mi sono detta:-Sarà uno di quei romanzetti d'amore un pò fanè, ma devo rendere conto della mia lettura alla donatrice!
l'ho iniziato durante una vacanza: letto in due giorni, in ogni momento possibile. Un romanzo incantevole.
E non perchè fosse d'amore (ebbene sì: io amo le storie d'amore, senza happy end, però!), ma perchè era ...completo: d'amore, di guerra -soprattutto di guerra!- di sentimenti, di addii, di perdite, di incontri, di emozioni profonde...
La storia di questa famiglia borghese, attraverso le due guerre mondiali, mi ha preso il cuore.
Bella la figura della protagonista Agnés, donna forte , che passa attraverso prove di ogni genere, e ne esce vittoriosa, nonostante i colpi della vita....
Ma la vera protagonista, per me, è stata la guerra.
Guerra che si respira in ogni riga.
Argomento per me pieno di attrattive: mi riporta ai lunghi racconti del mio nonno adottivo , ragazzo del 99, che combattè, come il protagonista Pierre, in entrambe le guerre, e come lui tornò tutt'e due le volte a casa.
Ci sono, in questa storia, molti brani sull'argomento, che ho letto e riletto, perchè mi hanno toccato le corde....
Uno a caso.

..."La gente aspettava la guerra come l'uomo aspetta la morte: sa che non le sfuggirà, gli sia concessa soltanto una proroga.
- D'accordo, verrai, ma aspetta un pò , aspetta che abbia costruito questa casa, piantato quest'albero, fatto sposare mio figlio, aspetta che non abbia più voglia di vivere.-
Alla guerra si chiedevano le stesse cose...."

Un finale struggente.
Un romanzo che ho amato, pagina dopo pagina.
Consigliato.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    03 Novembre, 2010
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Un senso 2....

Premetto che adoro lo stile della Mazzantini, e che questo, insieme a Venuto al mondo, rappresenta per me la sua produzione più felice.
Detto ciò, dopo avere letto l'opinione di Elfina, avrei potuto anche rinunciare a scriverne un commento, perchè è assolutamente rispondente alla mia!
Ma scriverò due parole in merito; mi è rimasto nel cuore!

Una storia d'amore splendida, e nello stesso tempo terribile, che ti scuote fin nel profondo...
Una storia nata NONOSTANTE TUTTO.
Il degrado materiale e morale in cui vive Italia e la differenza di ambiente, di culture, non impediscono la nascita di questo amore impetuoso , che trascende ogni buonsenso.
Questo amore che non avrebbe dovuto essere, neppure cominciare, nasce e cresce, a dispetto dei travagli interiori di Timoteo, della sua bella ed ignara moglie (che sta per renderlo padre), del suo "rifiutarlo" per poi andarlo a cercare!
A questo proposito c'è un brano che meglio di tutti mi ha reso l'idea dello stato d'animo di Timoteo.
E' un brano che ho letto molte volte, perchè lo "sento" particolarmente.
In questo brano, Timoteo ricorda quando aveva tentato di interrompere la sua storia con Italia.I suoi tentativi inutili e patetici di dimenticarla....

"......................
Mi ero iscritto ad una palestra. Ci andavo la sera dopo l'ospedale, mi chiudevo in quel locale senza aria, in mezzo ad altri uomini incastrati dentro macchine da sforzo, e sudavo.
Sputavo sudore sulla cyclette, convinto che questo esercizio mi avrebbe aiutato ad espellere anche le scorie interne.
Facevo scattere la leva del rapporto, dovevo faticare di più, inerpicarmi lungo una salita fittizia. Abbassavo la testa, chiudevo gli occhi e spingevo i muscoli.
Tornavo a casa, svuotavo la sacca con i panni madidi per terra accanto alla lavatrice, e mi sentivo più pronto per andare di là, ad affrontare quel clima di fiaba fasulla.
La pancia di mia moglie cresceva.
.................................................. .................................................. .............................
Una sera l'onda mi raggiunse potente. L'onda nera della malinconia, del disastro.
La vita mi cadeva addosso.
Non bastava pedalare nel vuoto per essere salvi.
Il male non si staccava da me, rimaneva fermo come quella bicicletta senza ruote.
Quella sera le telefonai.".

Il film è uno dei pochi , nella mia carriera di cine-amatrice, che io abbia ritenuto all'altezza del romanzo.
Che rimane comunque ineguagliabile.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    02 Novembre, 2010
  -  

Chi ben comincia.....

Prima avventura dell'accoppiata vincente Petra Delicado e Fermìn Garzon.
Mi avevano parlato di questa autrice come della Camilleri spagnola, e non potevo certo lasciarmela scappare, essendo una fan sfegatata di Camilleri! Però ero un pò diffidente.
Consigliata e spinta dai Q- amici Zio Fred e Marmy, sono partita con il primo della serie, cioè questo.
Dopo poche decine di pagine ero già conquistata per sempre!
Come resistere a questi due personaggi così simpatici e singolari...Così diversi , eppure meravigliosamente affiatati nel lavoro e nella vita, dopo qualche screzio iniziale?
Lei, Petra, ex avvocato,bi-divorziata, refrattaria alle storie impegnative; donna dai modi spicci, ma con una classe innata, nonostante ami bere e spari qualche parolaccia ...
Lui, sessantenne, grosso e goffo, vedovo, poco raffinato, poco elegante, piuttosto provinciale...
Eppure sono una coppia unica nel suo genere!
Anche per questa serie di romanzi, la storia gialla non è fondamentale alla buona riuscita dell'opera. E' talmente godibile la schermaglia dei due protagonisti, che la vicenda può anche permettersi di essere “ normale”.
Io ho comunque trovato interessante anche l’inchiesta, sul violentatore seriale , che imprime sul braccio delle vittime il…suo marchio; le diverse tecniche di investigazione dei due protagonisti, che si completano, e piacevolissime le varie situazioni comiche in cui spesso vengono a trovarsi.

Prima di terminarne la lettura, avevo già acquistato tutta la serie!
Consigliatissimo.

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Camilleri, Morchio, Malvaldi, Perissinotto.
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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
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5.0
Cristina V Opinione inserita da Cristina V    02 Novembre, 2010
  -  

storia coinvolgente!


Questa è la prima storia con protagonista il commissario Erlendur; solitario, introverso, reso "aspro" dalle preoccupazioni e dai dolori.

Un matrimonio finito male; due figli problematici ( alcool, droga..)con cui ha rapporti difficilissimi...non c'è da essere molto allegri.
Eppure questo personaggio mi ha colpita fin dalla lettura del secondo romanzo, La signora in verde.

Come ho già avuto modo di di affermare, la lettura nell'ordine è d'obbligo, per gustare appieno le storie. Perchè, al di là della vicenda "gialla", c'è una sequenza della storia personale del commissario, che serve a mettere a fuoco maggiormente la persona ed i suoi comportamenti.

Il commissario inizia la sua indagine sull'assassinio di un vecchietto, e decide di volgere le sue ricerche sulla foto di una bimba morta trent'anni prima, trovata in casa della vittima!

Sembrerebbe un improbabile inizio, invece...

Indridason si rivela , con la sua trilogia, comprendente questo romanzo, La signora in verde e La voce, uno dei migliori scrittori nordici attuali.
Pur avendo apprezzato moltissimo la trilogia di Larsson, ho gradito allo stesso modo questi romanzi, che sono più...raccolti, senza azione nè clamori...ma assolutamente imperdibili!

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Scienze umane
 
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    02 Novembre, 2010
  -  

Gradevole parabola.


Breve storia: mi incuriosiva, questo volumetto.
Me ne ha parlato una persona amica, che ha trovato, alla soglia dei 50 anni, il "coraggio"- e scusate se lo metto tra virgolette! di CAMBIARE.
Cambiare; se non tutto, molto della sua vita che non gli piaceva più.
A quanti non piace più- o non è mai piaciuta...ma non trovano le forze, il coraggio.
Quanti, invece, si trovano a dover affrontare dei cambiamenti, di qualunque genere (amore, lavoro....)e non riescono a superare la prova? e non reggono..o non reagiscono nel giusto modo?
ecco, il libro è dedicato a tutte queste persone in...aria di cambiamento.

Infatti il sottotitolo è: cambiare sè stessi in un mondo che cambia, in azienda, a casa, nella vita di tutti i giorni.

Chi crede che sia uno di quei tanti manualetti infarciti di regole precotte, sbaglia.
E' una storia piacevolissima- può anche essere letta da bambini; dipende poi la chiave che si usa per decodificare i suoi insegnamenti....

Gradevole ed originale parabola!

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Romanzi
 
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    02 Novembre, 2010
  -  

poetico.....


Ho letto questo breve e strano romanzo in poche ore.
Lo stile di Erri de Luca, assolutamente diverso e personalissimo, è lo stesso degli altri già letti: un misto di realtà , talvolta anche cruda (come in questa storia) e di perfetta poesia!
In questa atmosfera quasi magica, che l'autore riesce a creare, anche l'aspetto fantastico -le ali che si formano nella gobba, che spuntano, infine il volo...- sembra un fatto normale, è "giusto"....
Qualcuno l'ha definito il miglior lavoro di De Luca.
E' il passaggio dall'adolescenza all'età adulta di questo ragazzo, nell'arco di sei mesi, con la morte della madre, la desolata solitudine del padre, " l'ammore" con due emme, l'amicizia col padrone Mast'Errico e col misterioso Rafaniello.....il tutto con la colonna sonora del dialetto napoletano: una storia che scorre , che si beve tutta d'un fiato.

Una frase dolce del padre, parlando della madre appena mancata:
..."Finchè è stata viva ho fatto la guardia alla sua vita, l'ho scippata alla morte giorno e notte -beve un sorso e dice secco -Mò nun pozzo ffà niente cchiù".
..."

Finale a sorpresa , ma proprio per questo non lo rivelerò!
Consigliato a chi ama lo stile di de Luca.
voto: ottimo.

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le altre opere di De Luca
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Gialli, Thriller, Horror
 
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5.0
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    02 Novembre, 2010
  -  

APPASSIONANTE.

Un giallo incalzante ed appassionante, anche se diverso da quelli più...tranquilli che leggo abitualmente.
Una delle caratteristiche di Grangè è quella di utilizzare ambientazioni diverse, nella stessa storia; ciò rende la vicenda più ...viva, più intrigante.
Qui, nell' Impero dei lupi, la storia passa da una Parigi borghese, quella dei caffè, dei negozi, delle gallerie d'arte...ad una Parigi cupa ed inquietante, quella del quartiere turco.
Poi si sposta in una magica Istanbul, ed infine nella gelida e misteriosa Anatolia.

In questi ambienti eterogenei , ma legati da oscure trame, si muovono i due poliziotti protagonisti, così diversi tra loro, ma in un certo senso, complementari!
Come in un vero giallo che si rispetti, anch'essi hanno una zona oscura( almeno...uno...!)tutta da scoprire.

Vicenda che non dà un attimo di tregua, che cattura dalla prima all'ultima pagina!

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Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    30 Ottobre, 2010
  -  

ottimo!

Fresca della lettura di questa attesissima- e diciassettesima –storia del Commissario Montalbano, ancora una volta devo confermare la mia ammirazione per lo scrittore Camilleri.

Storia della bella Angelica, e del suo sorriso a cui nessuno resiste….neppure il nostro Commissario che, nonostante la vergogna del “vecchiareddro quasi sissantino” alle prese con una fanciulla in fiore, in pochi secondi è già innamorato cotto!
E questo porterà molti travagli…

La vicenda è piacevole sotto due aspetti: quello giallo – il solito giallo- soft alla maniera di Camilleri e di vari altri pregevoli giallisti italiani ( Carofiglio, Perissinotto, Morchio, Malvaldi….), che senza violenza , né grossi colpi di scena, narrano comunque storie di morti ammazzati, con finale a sorpresa.
L’altro aspetto è quello comico, e qui Camilleri ha fatto centro più di altre volte.
Infatti il romanzo ha una caratteristica particolare: una buona parte di storia è intercalata da brevi versi dell’Orlando furioso ( Angelica ne è la protagonista femminile), sempre scelti “ ad hoc”, che danno un’impronta comica alle varie situazioni.
Una scelta veramente felice, che dà un tocco di originalità alla trama.
Ma non anticipo neppure una battuta: è tutto da scoprire.

Una caratteristica, che sento di dover mettere in evidenza.
Questo romanzo è scritto in “camillerese” totale, cioè molto più stretto dei precedenti, con poco spazio per l’italiano.
Forse le persone che già se ne lamentavano lo troveranno di più difficile comprensione; per me è ciò che lo rende più divertente e di piacevolissima lettura.
Voto: OTTIMO.

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Carofiglio, Morchio, Perissinotto, Malvaldi e Gimenèz Bartlett.
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