Opinione scritta da Mario Inisi

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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    18 Gennaio, 2013
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Senza via d'uscita

Questa bravissima scrittrice ha realizzato due capolavori assoluti della letteratura americana Lezioni di respiro e Il turista involontario. Tutte le altre opere che ho letto dopo queste (L'albero delle lattine, Ristorante nostalgia, Possessi terreni, Per puro caso ecc...) meritano di essere lette ma non hanno raggiunto lo stesso livello di perfezione degli altri due libri. Le storie che descrive sono sempre delicate e coinvolgenti, spesso parla di persone buone, vicini pronti a dare una mano, (per es. il protagonista di questa storia), male che vada gente un tantino egoista. Di solito non dosa bene i suoi ingredienti per cui le sue storie sono sempre belle ma si ha la sensazione che manchi qualcosa o che la dose non sia quella giusta. Per esempio lascia il finale in sospeso, un po' troppo in sospeso e lo dice uno che ama i finali incerti. Tutti questi leggeri difetti nei due migliori libri diventano qualcosa che li rende speciali e incantevoli. Il modo di scrivere di Ann Tyler a me piace molto, ha una naturalezza tutta americana, una freschezza che da noi è difficile trovare forse perchè i canoni estetici e stilistici sono diversi in culture diverse. Io ho questa impressione ma non avendo fatto studi in proposito non ne sono certo. Questa storia in particolare è un po' angosciante per la situazione di partenza ( la morte della bambina) che è più o meno la stessa situazione di partenza del turista involontario ma qui la vita riprende molto, molto più lentamente e anche il vicino di casa buono sembra avere una situazione famigliare senza via d'uscita. E' un bel libro da leggere anche se non è il mio preferito.

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Ann Tyler
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    17 Gennaio, 2013
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Meglio come editor che come filantropo

L'incipit è semplicemente geniale, come è geniale l'idea dei manoscritti parlanti con tanto di autori in fieri che mettono becco su qualsiasi questione.
La storia dell'amicizia tra Ulisse e Achille, la parte che dovrebbe essere più tenera e commovente a me è piaciuta meno. Non riesce a prendermi né emotivamente né intellettualmente e mi lascia un po' diffidente. Comunque è un bel libro. Però preferisco Margherita dolcevita.

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Benni, Pennac
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    17 Gennaio, 2013
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Le parole non dette

Questo bellissimo libro racconta la storia d'amore fatta di occasioni perse, di parole non dette, di frasi sbagliate tra la governante Miss Kenton e il maggiordomo Stevens, dignitosa figura custode di un mondo ormai scomparso e che non ha mai avuto in sé quella dignità che il maggiordomo ha contribuito con la sua dedizione assoluta a tributargli, anche a sacrificio della sua vita privata.
Tutto il libro è fatto di parole che ne alludono altre, di azioni che nascondono altre intenzioni, di contraddizioni tra parole e sentimenti. E' un libro malinconico fatto di ricordi sulla scia dei quali il maggiordomo, ormai forse consapevole di aver gettato la sua vita per un mondo che non la meritava, si decide una buona volta a cercare Miss Kenton per dire quelle parole che non ha mai avuto il coraggio di pronunciare. Ma il tempo passa, le cose cambiano nonostante tutto possa sembrare immobile.
Il libro è assolutamente da non perdere (e anche il film).

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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    16 Gennaio, 2013
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Ambiguità

Il libro sembra debba spiegare cosa è successo veramente 41 anni prima nel triangolo costituito dal generale, dall'amico del cuore, il musicista Konrad e dalla moglie del generale, ormai morta da tempo. Sembra che lo scopo del generale sia fare chiarezza sul presunto tradimento degli altri due, per ricostruire non tanto la verità dei fatti, ma soprattutto quello che i fatti non possono dire. Il generale dichiara di cercare in qualche modo la vendetta. In realtà presto il lettore si accorge che tutto si cerca meno che la verità (né tanto meno la vendetta). Non è il presunto tradimento la colpa più grande dell'artista ma la successiva fuga ai Tropici e la lontananza durata 41 anni, anni durante i quali la vita di entrambi è scivolata via senza valore in attesa dell'incontro finale chiarificatore.
Probabilmente la verità la si sfiora, la si intravede ma resta sempre nell'ombra senza venire mai allo scoperto. L'amico Konrad, che sembra venuto apposta per una spiegazione (non poteva non venire, dice) finisce per non rispondere a una delle due domande dell'altro mentre alla seconda dà una risposta laconica. Si inizia a intuire che la verità in fondo non ha nessuna importanza. La moglie ha cercato di dirla(ma lui non le ha mai più voluto parlare dopo la partenza dell'altro), l'ha scritta in un diario che il generale non ha mai aperto (ma avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento) e che brucia nel fuoco davanti all'amico. Perché, se non per dimostrare che quella verità non conta, che la verità nascosta è un'altra?Cos'ha quest'altra verità di così sconvolgente, di così indicibile o forse inafferrabile, da far puntare all'uno il fucile alla tempia dell'altro durante una battuta di caccia? Il problema viene tirato in ballo già all'inizio della storia quando si descrive la profonda e disinteressata amicizia tra i due protagonisti e viene posto il dilemma se essa debba contenere dell' Eros. In un rapporto così grande, così importante da sembrare eterno, così generoso e perfetto è forse già presente il baco, la bomba a orologeria che segnerà la fine dell'amicizia o dell'esistenza di uno degli amici. Per sopravvivere o per far sopravvivere quel rapporto diverso è necessaria la lontananza, che in ogni caso rende la vita di ognuno dei due come un perenne esilio. Bellissima la descrizione della vita ai tropici, o del castello morto in cui tutto riprende vita solo per quel giorno, solo per quella visita. E' quella la famosa vendetta? Dimostrare che il tempo si è fermato a quel giorno, il giorno della fuga?
Alla fine il tradimento, se davvero c'è stato, diventa un aspetto marginale della storia in cui la donna se ha tradito, è stata in un certo senso più che altro tradita da entrambi, usata come elemento di collegamento tra i due poli opposti di un circuito elettrico. L'unica cosa che conta è, alla fine, l'esistenza di quell'amicizia, l'unica verità certa. Perché il generale non rimprovera all'amico il tradimento, l'insincerità ma il non aver continuato a mentire mentre l'artista ha lasciato la carriera militare, la sua patria e i due amici perché si è stancato di portare una maschera. Dunque le due posizioni si sono fatte nel tempo e sono ancora inconciliabili e i due sono destinati a non incontrarsi perché l'uno è venuto per dire finalmente la verità ma l'altro non la vuole ancora sentire (brucia il diario).Dunque tutto resta solo nebbia per il lettore e per i due protagonisti. Anche alla fine del libro.
Lo stile di Marai è superbo, solo lui riesce a condurre quei monologhi lunghissimi senza annoiare il lettore ma inchiodandolo al libro senza fiato. Da leggere!

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Marai (La donna giusta)
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    16 Gennaio, 2013
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Il deserto di una vita

E' inverno, è sera. Le giornate al Corriere si fanno interminabili, le notizie arrivano con il contagocce. Sembra che non succeda mai niente di importante. Le settimane scorrono tutte uguali, gli anni passano e la sensazione è che passino inutilmente.
Magari il modo di scrivere di Buzzati al Corriere non va a genio a tutti. Troppo fantasioso, con qualcosa di ingenuo e di infantile. Di certo ci sono colleghi che affrontano le notizie in tutt'altro modo, più aggressivi, più rampanti, pronti a fiondarsi al posto giusto al momento giusto.
Una vita intera può scorrere senza lasciare un segno.
Gli amici si diradano, le donne se ne vanno. La speranza che qualcosa accada si affievolisce come la luce di una candela.
All'improvviso, eccolo, l'avvenimento atteso da una vita intera.
Ma naturalmente anche stavolta il servizio non toccherà a lui. C'è il collega rampante lì pronto come un falco.
Il libro è uno dei più affascinanti della nostra letteratura. Il senso di attesa di qualcosa di grande permea tutto il romanzo e gli dà un'atmosfera particolare, si comunica al lettore che si ritrova lui pure ad aspettare. Poi c'è anche il mistero di quell'orizzonte vuoto, la frontiera che potrebbe anche essere quella tra la vita e la morte.
Infatti, alla fine, qualcosa di memorabile succede. All'orizzonte si intravedono i Tartari.

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Amos Oz, Calvino
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    15 Gennaio, 2013
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Magico

Il libro ci parla della rinascita di un albero ormai secco senza nemmeno una foglia attaccata: il colonnello Procolo.
Non è che il colonnello non riesca a vedere la magia del bosco Vecchio, a parlare con la gazza, a ragionare con un Genio del bosco, a mercanteggiare con il vento Matteo. Sorprendentemente ci riesce. Semplicemente non riesce a calcolare il vantaggio di ciò che non può vendere. La storia ci parla della rinascita di questo vecchio generale che si apre un po' alla volta a una nuova visione del mondo e a un nuovo mondo di affetti, fino a dare la vita per chi ama.
Il finale va visto come una nuova primavera, una rinascita e non una fine.
E' un libro molto bello anche per i ragazzi.

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Calvino, Buzzati
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    15 Gennaio, 2013
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La strada

Storia post moderna. Un padre e un bambino percorrono le strade di un paese dell'America dopo un evento terribile che ha causato grandi devastazioni. Sono diretti verso la costa ma anche lì non sembra che la situazione sia migliore. Lo scenario di deserto globale, dove i pochi uomini sopravvissuti sono diventati cannibali, non sembra lasciare spazio alla speranza nel futuro, eppure la presenza del bambino rende indispensabile cercare una via d'uscita.
Nella storia, la mancanza di eventi, la lentezza del percorso danno l'idea del tempo che passa e dell'attesa della fine.
Ho avuto la sensazione che lo scrittore avesse progettato un epilogo ben più terribile ma poi non ha avuto il coraggio di abbandonare il piccolo protagonista al suo destino. Già mi immaginavo arrivare i cannibali o vedevo il piccolo continuare il cammino solo, nella strada deserta spingendo il cigolante carrello. Terribile comunque.

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Rumore bianco
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    15 Gennaio, 2013
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Commento sul romanzo

E' la storia apparentemente surreale di un ragazzino rimasto orfano che vede il fantasma del padre. Metà Amleto metà libro per ragazzi, la storia ha un epilogo del tutto inaspettato e piuttosto traumatizzante. Comunque il finale è decisamente bello anche se meno rassicurante e piacevole del resto della storia. C'è un improvviso cambio di registro che lascia il lettore sconcertato, un passaggio brusco dal mondo surreale alla realtà.
Il libro fa riflettere sui condizionamenti che esercitano le persone care (amici, familiari) e sull'ingannevolezza delle apparenze.

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Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
Libri per ragazzi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    15 Gennaio, 2013
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La giustizia costi quel che costi

La storia, vera e di facile lettura, è narrata dalla figlia minore dell'avvocato Atticus Finch, incaricato della difesa di un nero in un periodo in cui tutti erano più o meno razzisti. L'avvocato è una persona speciale e a costo di mettere a rischio l'incolumità sua e della famiglia accetta la difesa del nero.L'avvocato ha una concezione monolitica della giustizia che non ammette sconti. Meglio morire che fare un passo indietro accettando qualche compromesso: tanto l'esito del processo è piuttosto scontato. Ma lui crede che la verità vada comunque svelata, e per questo, cioè solo per mostrare la verità, non per salvare il nero innocente (non si illude di poterlo salvare), solo per dire la verità accetterebbe di morire lui e di far correre rischi ai suoi figli. E' una persona al di sopra delle convenzioni e della mediocrità del posto in cui vive ma che non si sente al di sopra di nessuno, ama il suo paese e ognuna delle persone che ci vivono, mette il rispetto umano avanti a tutto per questo riesce a portare qualcosa di nuovo, a far circolare idee e valori . L'avvocato Atticus Finch è una figura indimenticabile.
Altro possibile libro di testo per la nostra classe politica.

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Narrativa per ragazzi
 
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    15 Gennaio, 2013
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Non comprate il libro sbagliato

La storia è geniale con un sacco di idee brillanti e di scene commoventi. Le lapidi del cimitero sono fantastiche. La storia non è stupida e mette in campo valori come il coraggio, la generosità, la lealtà. E' uno dei più bei libri di Gaiman anche se più semplice di molti altri (American gods ad es.).
Non sbagliatevi però. C'è un libro con un titolo simile e la stessa storia ma solo abbozzata cioè molto più brutta. Qualcosa tipo Il cimitero e altre storie nere. Quello lasciatelo perdere. Prendete questo.

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American gods, Coraline, trilogia di Bartimaeus
Adatto ai ragazzi dalle scuole medie in su fino ai loro genitori
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    14 Gennaio, 2013
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La rivincita morale del dissidente

Di fronte alla morte gli uomini non sono più classificabili in base al ceto sociale, ai privilegi di cui hanno potuto godere, alla gente influente che conoscono. La differenza la fanno inequivocabilmente lo spessore umano, la dolcezza, la sensibilità e l'amore di cui sono capaci. E' questo che distingue chi ha vissuto l'involucro della sua esistenza e chi è arrivato a qualcosa di più vero e profondo. Ogni esistenza viene scoperchiata e il lettore guarda all'interno. Alla fine non è la condanna della malattia incurabile a segnare le persone ma la condanna di uno spirito gretto a un'esistenza senza valore. Un libro appassionante e vero.

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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    14 Gennaio, 2013
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Meglio Espiazione

L'inizio è brillante, forse non particolarmente profondo nei contenuti umani o scientifici, però decisamente bello. Il mondo universitario è descritto in modo realistico anche nei suoi aspetti più gretti e meschini. A me il libro non piace dalla morte del giovane scienziato in poi. Il romanzo prende una piega assurda, grottesca, e soprattutto banale e questo è il difetto principale perché l'assurdo o il grottesco non sono in sé dei difetti. Il romanzo perde la brillantezza iniziale. Comunque è pur sempre il libro di un grande scrittore, anche se non il migliore, e le pagine iniziali meritano di essere lette.
Direi che chi non ha letto niente di Mc Ewan è meglio che si legga Espiazione.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    14 Gennaio, 2013
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Il miglio verde

Sono partito un po' prevenuto nei confronti di questo scrittore pensando che per vendere tante copie dovesse scrivere per forza cose che assecondassero un po' troppo il gusto del pubblico. Mi sono dovuto ricredere. Il libro parte male e sono stato sul punto diverse volte di metterlo via. Stile zoppicante, alcune frasi interrotte in modo fastidioso. Poi ho capito che era una cosa voluta per rendere meglio l'idea che a scrivere era la guardia carceraria e non S. King. In ogni caso la guardia impara il mestiere velocemente, lo stile migliora quasi subito e la trama si fa avvincente.
Io avrei evitato le parti più macabre, certe descrizioni mi sembrano delle cadute di stile ma forse è perché danno fastidio a me. Certi passaggi, il finale ad esempio, sono veramente notevoli. Purtroppo non potrò approfondire la conoscenza con lo scrittore perché l'horror non fa per me.

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Racconti
 
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    14 Gennaio, 2013
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Bei tempi!

Piacevolissimi racconti sempre attuali. Certo come non intuire dietro alle schermaglie dei protagonisti lo scrittore idealista e dalla testa dura che concepisce il mondo come posto per grandi uomini, gente che non cerca il suo interesse ma il bene comune al di là delle ideologie.
Lo consiglierei come testo di studio per la classe politica di oggi.
(Certo Peppone lo stipendio se lo sarebbe tagliato senza pensarci due volte!)

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I quotidiani per rifarsi un po'.
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    14 Gennaio, 2013
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Così così

E' un libro un po' snob (nonostante la protagonista sia una portinaia) e strizza l'occhio al lettore che ha fatto studi filosofici per cui può capire quanto l'umile portinaia sia superiore al resto dei borghesi del palazzo. La prima parte l'ho trovata irritante anche se il libro si riprende abbastanza nel finale.
Le storie su chi è superiore a chi non mi interessano molto.
Comunque è un testo dignitoso e ben scritto. Capisco che a qualcuno possa piacere anche molto.

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Classici
 
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    14 Gennaio, 2013
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Satana contro critici e editori

Bellissimo libro di difficile lettura per il profano, nel senso che una persona non esperta della società sovietica del tempo (come me) si perderà alcuni passaggi e piani di lettura importanti e sfumature di significato. (Peccato, ma ci sono ottimi motivi per leggere il romanzo lo stesso).
In ogni caso è evidente il clima di sofferenza dell'artista impossibilitato a esprimersi e lo sconforto per la mediocrità dell'ambiente letterario del tempo. In questo braccio di ferro tra poesia e società che relega l'artista in un manicomio (probabilmente il riferimento alla realtà sovietica qua è alla lettera e non in senso lato), incapace di comprenderne le visioni interviene Satana in persona, grande non nel male, in questo caso, ma nell'indipendenza di pensiero. E' forte la sofferenza dell'autore per l'impossibilità di esprimersi liberamente (anche parzialmente) nella società staliniana e chiusa del tempo. E' evidente come il romanzo sia autobiografico anche se non per gli avvenimenti in sé e come la moglie dello scrittore sia la Margherita del romanzo per come ha sostenuto, incoraggiato e aiutato l'artista in ogni modo a lei possibile.Notevole anche la storia nella storia, la vicenda di Pilato. Ci sono dei passaggi di una bellezza e di una suggestione tali che mi è tornata già voglia di rileggere il libro.

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I fiori blu
Il visconte dimezzato
Il cavaliere inesistente
Il deserto dei tartari
il segreto del bosco vecchio
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    14 Gennaio, 2013
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Toccante

E' la storia di una donna brutta, maltrattata da tutti, incapace quasi di parlare e di guardare in faccia la gente ma dall'animo buono. Proprio con le sue parole semplici , efficaci e penetranti,Celie racconta la sua storia dall'inferno delle violenze terribili che subisce fin da bambina fino alla metamorfosi fisica, intellettuale e morale. E' la storia di una farfalla che esce dal suo bozzolo, perchè già nella bambina che vuole difendere la sorella da tutto quello che sta toccando a lei si intuisce la sua grande forza e generosità. E' un romanzo sulla condizione della donna bellissimo proprio perché pieno di speranza e di forza. La capacità di amare di Celi è ancora più straordinaria proprio perché il punto di partenza è terribile, di persona che non è mai stata amata e ha imparato l'amore da sé attingendo alla sua indole buona e alle poche cose e persone buone che ha incontrato. Celie si trasforma da oggetto a anima della famiglia, presenza collante e indispensabile, fonte di amore e di energia per chi le sta intorno. E' un libro con una carica umana fortissima, ancora più intensa per la semplicità (apparente) e l'ingenuità (apparente) con cui la storia viene raccontata in un modo straordinariamente espressivo ed efficace.

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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    11 Gennaio, 2013
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Guardami

E' una storia molto diversa da Il tempo è un bastardo, il capolavoro della Egan. L'inizio è molto interessante con la protagonista, una nota modella, che ha un incidente mentre torna alla città d'origine. C'è una digressione sull'infanzia della protagonista e il rapporto con l'amica del cuore. Nelle prime duecento pagine si riconosce la penna della grande scrittrice dopo di che la storia diventa un giallo con tanto di investigatore privato e con citazioni chandleriane. La protagonista stessa è abbastanza assimilabile a una Marlowe in gonnella. Purtroppo farne una Marlowe significa operare una riduzione del personaggio per come è stato presentato nelle prime duecento migliori pagine. La storia si fa più movimentata e fin troppo intrecciata come un vero e proprio giallo snaturandosi e perdendosi un po'. Interessante il discorso sull'immagine e sul mondo dell'immagine.
Non è il tipo di storia adatto alla Egan, anche se ben scritta.
In ogni caso non perdetevi Il tempo è un bastardo.

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Chandler
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    11 Gennaio, 2013
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Via delle Camelie

E' la strana storia di una trovatella, cresciuta isolata dal mondo in un giardino tra i fiori e che ha quasi il destino di un fiore: passare da un uomo all'altro come un accessorio più o meno importante della altrui vita, come un giglio o una rosa del giardino di casa. I personaggi della Redoreda sono un po' l'opposto di quelli Dostojevskjiani. Hanno un mondo fatto di emotività su cui il pensiero scivola senza mai soffermarsi troppo.
Anche la storia sembra costruita senza un vero interesse per la storia in sé (che comunque è avvincente) ma inseguendo emozioni e ricordi (la casa, l'isolamento) ,credo in parte autobiografici. In un certo senso ricorda Zola, uno Zola femminile. Al posto degli istinti o delle tare familiari è un particolare modo umorale di sentire le situazioni che porta la protagonista a seguire un destino segnato.
E' interessante il modo evocativo di sentimenti, emozioni e stati d'animo con cui usa parole e immagini. Non è una ricerca aridamente stilistica che non mi interesserebbe. Lo stile serve a sviscerare il contenuto un mondo di emozioni sotterranee ma non troppo che parte dal cuore e continua nel paesaggio, nella via, nel tempo. Bellissimo!
Dopo piazza del Diamante non mi aspettavo un altro capolavoro dello stesso livello.

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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    10 Gennaio, 2013
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Troppo rancore

La storia, autobiografica se non nella trama almeno nellla sua essenza, indaga uno squallido quadretto familiare dove ognuno si preoccupa delle sue passioni e nessuno, a parte la splendida governante, si interessa della protagonista, una bambina di dieci anni. La bambina ha una forza invidiabile e una consapevolezza altrettanto invidiabile delle sue doti e delle mancanze altrui. Crescendo si rende conto però di non essere migliore degli altri, di essere soggetta alle stesse passioni e contraddizioni. E' attirata da una vita simile a quella che ha condotto la sua antagonista di sempre, sua madre. Ma per fortuna oltre alle passioni ha una spiccata intelligenza e capacità autocritica che manca totalmente a tutti gli altri personaggi. Pian piano la sua convinzione di essere migliore degli altri grazie al cielo vacilla. Vacilla la fiducia nella sua forza. Anche la libertà interiore, che ritiene di avere perchè priva di legami, richiederà per essere davvero conquistata uno sforzo ben al di là della vendetta. La conclusione è l'unica possibile.
Il fiele avvelena un po' (non troppo) la narrazione rendendo la madre in alcuni punti quasi caricaturale. In compenso la storia diventa una confidenza fatta al lettore, che perciò perdona la poca obiettività della narrazione e la semplificazione di molti personaggi, visti con gli occhi della bambina dimenticata da tutti e non della donna-scrittrice.

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Fantasy
 
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    08 Gennaio, 2013
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Bellissimo fantasy

Un bel fantasy piacevole per la storia, per l'ironia dei dialoghi, per il fatto che l'autore è un inguaribile idealista e non vuole solo divertirsi e farci divertire.
La storia è appassionante, divertente e coinvolgente e in certi momenti riesce anche a commuovere. Non si può chiedere di più a un fantasy.

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Agli appassionati del genere fantasy.
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    08 Gennaio, 2013
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Una storia vera che sembra un romanzo

E' una storia bella per come è stata scritta, per come è stata narrata allo scrittore, per come è finita improbabilmente bene. E' una storia che fa riflettere su milioni di storie simile finite in maniera molto diversa. E' una storia che dovrebbe smuovere qualcosa e uscire dalla letteratura e dal suo mondo a parte; che fa desiderare un' interazione tra fantasia e vita.
Il fatto che quello che leggo sia vero mi fa sentire inadeguati tutti i parametri con cui normalmente valuto un libro. Vorrei che l'esistenza del libro potesse migliorare in qualche modo quella degli uomini, a cominciare dagli Hazara.
E' bello il modo pulito in ci il protagonista guarda il mondo. Chi è buono vede cose buone e rende (forse) il mondo migliore.

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Il cacciatore di aquiloni
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    08 Gennaio, 2013
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Il miglior libro che sia mai stato scritto!

Fin dalle prime pagine l'autore dà uno spaccato dell'animo irrequieto e imprevedibile dei personaggi. L'autore va oltre il concetto di coerenza dal punto di vista psicologico, lo supera e riesce a arrivare alla interiorità (un passo ulteriore rispetto al carattere) di ognuno dei fratelli con i loro dubbi, interrogativi e riflessioni esistenziali. Si ha l'impressione di seguire nelle loro vicende persone in carne e ossa, ancora più vere delle persone vere, più vive delle persone vive, con un'anima inafferrabile i cui percorsi mentali sono altrettanto avvincenti che le loro vicende. Ci si chiede davanti a un libro così quanto potrebbe esserci di autobiografico nella descrizione dei tre fratelli, o quanto il padre sia simile al padre di D. Viene voglia di entrare anche nella vita dell'autore e di saperne di più di tutte le sue vicissitudini che probabilmente superano di gran lunga quelle dei suoi personaggi. Basti dire che è stato portato davanti al plotone d'esecuzione e graziato all'ultimo momento quando la condanna è stata commutata ai lavori forzati. Il lettore si sente legato a ogni personaggio, proprio per la possibilità di entrare nei suoi pensieri, desideri e contraddizioni. Man mano che si dipana la storia non è tanto la trama che si snoda ma il mondo interiore dei protagonisti e appare evidente la tensione morale che costituisce la spinta propulsiva di ogni libro di questo autore. L'interesse per la forma o per lo stile è quasi inesistente. Non che stile e forma lascino a desiderare, assolutamente no, ma seguono il dilagare della narrazione e il filo soprattutto mentale della storia. L'autore in maniera piuttosto diretta introduce i suoi personaggi e il loro mondo complicato e contraddittorio. Questo dà anima al romanzo. Credo che si possa arrivare a una simile profondità di pensiero solo con altrettanta sofferenza. Il contenuto di uno dei suoi libri è così tanto e tocca così tanti temi che dare a D. un punteggio di 5 per il contenuto è assolutamente limitativo. Il contenuto tende a infinito. Io credo che la presunta pesantezza dei suoi romanzi dipenda soprattutto dalla difficoltà nel memorizzare i nomi per l'abbondante uso di nomi, nomignoli, diminutivi, vezzeggiativi, patronimici che rendono difficoltoso a chi è alla sua prima lettura capire di chi parla ogni volta. Poi ci si fa l'orecchio e la cosa che disturba tanto la prima lettura passa inosservata.

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Consiglio di cominciare a leggere il giocatore (più breve), il sosia, per passare all'adolescente, delitto e castigo, i demoni ( più cupo), l'idiota e alla fine questo. Se dovete saltarne uno saltate i demoni. Gli altri vanno letti.
Tutti quelli che non ho citato mi sono piaciuti ma un po' meno. Quelli citati sono indispensabili a chiunque ami leggere.
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    31 Dicembre, 2012
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il tempo aggiunge qualcosa

Nel libro di Jennifer Egan scorrono davanti agli occhi del lettore le vite di più personaggi in qualche modo collegati tra loro dal filo del rimpianto o della nostalgia o semplicemente del tempo. E' come se il lettore si trovasse a guardare le loro vite dallo stesso punto di vista del ragazzo che si butta nel fiume gelato e vede scorrere prima i palazzi, le strade, il compagno fermo sulla riva poi come una prosecuzione naturale tutta la sua vita e le cose gli ambienti che ne fanno parte. Da questo singolare punto d'osservazione ogni cosa acquista fascino e spessore. Il fiume diventa anche per il lettore la metafora della nascita e dello scorrere di ogni vita con il suo paesaggio mentale e le cose care che acquistano valore mentre si allontanano.
La Egan in questo libro ha la capacità di rendere con forza stato interiore/ situazioni esterne/ ambienti creando un collegamento intimo tra cose e persone; dà profondità e mistero a ogni personaggio.
La narrazione ha un fascino che attraversa e va persino oltre le situazioni descritte e i personaggi che coinvolgono e avviluppano il lettore nel loro misterioso e denso mondo interiore.
Questo libro ha pienamente meritato il Pulitzer.
Purtroppo Guardami non è altrettanto bello. C'è una deriva Chandleriana (comprensibile dato il fascino che ha su tutti Chandler) che porta la Egan a dar troppo peso all'intreccio allontanandosi da quello che le riesce meglio: la descrizione dell'interiorità che passa anche attraverso fatti e ambienti.

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Grandi speranze
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    27 Dicembre, 2012
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Meglio E poi siamo arrivati alla fine

Un libro ben scritto dall'inizio piacevole e scorrevole che potrebbe assomigliare a una tipica storia americana con avvocato di grido e cliente facoltoso ingiustamente accusato dell'omicidio della moglie e possibile complotto dello psicopatico di turno. L'autore si salva da una storia che potrebbe essere scontata con un triplo salto mortale non perfettamente riuscito che porta la narrazione su un altro binario, molto diverso.
Il libro è sicuramente bello ma manca dell'ingrediente segreto che dà quel qualcosa in più a una storia riuscita e che c'è nel suo bellissimo libro precedente "E poi siamo arrivati alla fine". Questo lo consiglio proprio a tutti, è un romanzo da non perdere, anche se è molto, molto diverso da questo. Come si è capito io lo preferisco uh milione di volte. Mi ha sorpreso e incantato. Forse per questo sono un po' severo con Non conosco il tuo nome che si destreggia un po' troppo tra banalità e eccentricità mediche tirando in ballo Dio, cosa che non mi dispiace in senso assoluto, anzi, ma in questa storia c'è qualcosa che non funziona alla perfezione. E da Ferris ormai mi aspetto la perfezione per le straordinarie capacità che ha già dimostrato.

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Com'è piccolo il mondo!
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    21 Dicembre, 2012
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Una bellissima favola

Una bellissima favola. La De Mari è l'autore fantasy italiano che preferisco. E' un tipo di fantasy fiabesco e pieno di buoni sentimenti, di buone azioni, di desiderio di cambiare il mondo e di personaggi che trovano anche l'energia per farlo. E' un libro commovente perchè riesce a non cadere nell'ovvio e nella retorica stucchevole come succede spesso a chi si butta a corpo morto sui buoni sentimenti. La narrazione è imbrigliata in schemi che si ripetono nei libri successivi ma è comunque piacevole.
L'ultimo elfo è un bel libro ma l'ultimo orco è il migliore dei libri della De Mari.

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La trilogia di Bartimeus
L'ultimo orco e gli altri "ultimo qualcosa" della De Mari
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    19 Dicembre, 2012
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il migliore Ammaniti

Questo libro non contiene una parola di troppo e rende tutto il candore e la purezza dei protagonisti.
E' una storia schematica e limpida che ha il tocco leggero di una favola. Da non perdere. Lo preferisco agli ultimi Ammaniti un po' troppo pulp per i miei gusti . In questo libro di esagerato o di superfluo non c'è proprio niente. E anche la storia è molto bella.

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il colore viola
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    15 Dicembre, 2012
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Un Orlando alla Pennac con lo zampino di Calvino

Una storia piacevolissima che ricorda vagamente Orlando anche se un Orlando onirico. Due personaggi si alternano nella narrazione di cui uno è Cidrolin e l'altro il duca d'Auge che vive, ogni volta che compare nella storia, in un diverso periodo storico. A un certo punto del libro il duca d'Auge arriva nel tempo di Cidrolin e i due si incontrano. Il finale fa pensare che sia il duca ad aver sognato Cidrolin e non il contrario. E' una storia in cui l'autore gioca con i personaggi, in cui lo stile e la fantasia sono tutto e non c'è "contenuto". Ma in ogni caso è un bellissimo libro.
Non tutti i romanzi vanno giudicati allo stesso modo. Alcuni si rifanno alla categoria del bello e del piacevole altri se ne fregano del bello e puntano al vero (i grandi russi). Ogni libro ha i suoi parametri. Questo non pretende di parlare al cuore e nemmeno ci prova ma va diretto al cervello del lettore e il fatto di riuscirci perfettamente è un grande merito. Certo, se proprio vogliamo fare un appunto, ho trovato di cattivo gusto che l'autore parlasse nel suo tono leggero delle abitudini del duca orco. Si tratta di poche battute ma avrei preferito non ci fossero anche se è una caratteristica del libro che si alluda a delitti, omicidi ecc... con grande naturalezza e senza nessun giudizio morale, proprio come in sogno dove tutto può succedere. A parte l'orco il libro è bellissimo. Il finale ha il tocco del genio.

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Pennac, Benni, Calvino
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    03 Dicembre, 2012
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Il cavaliere senza macchia ai tempi di Arcore

Credo che i criteri di stile e piacevolezza si adattino male a questo scrittore che non si interessa molto dello stile e meno ancora della piacevolezza. Potremmo sostituire piacevolezza con efficacia o espressività. Da un punto di vista stilistico il libro comunque è in crescendo e la parte finale della storia è bellissima. La narrazione procede come flusso di coscienza e quasi come flusso di pensiero inconscio e ha una forte carica di ribellione sociale che dà anima e rende ragione della storia d'amore tra i due protagonisti. L'esigenza di pulizia e di rigore morale che permea tutto il libro è facilmente trasferibile ai nostri giorni e alla nostra situazione politica forse al di là delle intenzioni dell'autore stesso.
Il primo impatto con il libro è di leggero imbarazzo come se alla storia mancasse quello strato di pelle che fa da schermo tra autore e lettore. C'è un'impressione di totale sincerità e l'autore non si difende in nessun modo dal lettore permettendogli di affacciarsi alla finestra della sua anima. Sicuramente non è una storia scritta per mestiere e l'autore non usa il mestiere pur potendolo fare ma nasce da un'esigenza intima e profonda.

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Don Chishiotte della Mancia
Pasolini (anche se i due scrittori sono un po' agli antipodi)
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    01 Dicembre, 2012
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Pensavo meglio! Un fantasy per intellettuali.

L'inizio è molto interessante. Suggestiva l'idea del libro nel libro e della storia nella storia. Ma poi lo svolgimento pur avendo delle punte molto interessanti, l'inizio e la fine soprattutto, si perde in un intreccio un po' vuoto. Preferisco il fantasy pulito di Stroud.
In ogni caso, meglio IQ84 di Kafka sulla spiaggia.
Ha dei lampi di genio ma un po' isolati per illuminare tutta la storia.

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Kafka sulla spiaggia
Rumore bianco
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    30 Novembre, 2012
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Una bella huachaferia (e un grazie al traduttore)

Un bel libro, piacevolmente ingenuo (come contenuto, non come scrittura) e con una incantevole fiducia nell'amore e soprattutto nella vita vissuta per essere e non per avere. Una fiducia inossidabile nonostante qualche esitazione verso la fine. Un gran bel libro, di quelli che ci vogliono ogni tanto per una iniezione di ottimismo. Un antidoto contro il cinismo quotidiano anche se dopo tanti sacrifici il premio è anche in certa misura materiale: non tanto l'amore dell'amata ma un tocco di bacchetta magica e una certa tranquillità economica. (E il tocco di bacchetta mi pare la cosa che per l'autore conta di più, forse anche più dell'amore dell'amata). La conclusione la trovo un tantino più cinica del resto della storia. Ma appena, appena un po'.
Invece leggendo La zia Julia e lo scribacchino (altro traduttore, altro editore) subito dopo Le avventure di una ragazza cattiva mi sono reso conto della bravura del primo traduttore (Glauco Felici) per la scelta delle parole, per il ritmo della frase, per aver reso la brillantezza originale del testo. Certe cose si notano solo se... Proprio perchè ho letto l'altro libro subito dopo ho potuto verificare che la scelta di alcune parole non mi piaceva e che la musicalità era cambiata e anche il ritmo. Ho provato un certo fastidio poi subito scordato dietro alle vicende della nuova storia.
Speriamo che il bravo traduttore guadagni un po' più del protagonista della storia.

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Opinioni di un clown
Relazioni pericolose
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    27 Novembre, 2012
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scorrevole ma personaggi piatti

Del libro sono molto interessanti l'inizio e le parti più descrittive: la spiaggia, le acciaierie. Vale la pena di leggerlo solo per questi aspetti, soprattutto per le descrizioni. Invece la trama è troppo film -adolescenziale e ha fastidiose incoerenze legate anche allo scarso spessore di alcuni personaggi, in particolare il fratello.
Che le due protagoniste non abbiano spessore potrebbe anche essere una caratteristica dell'età, del loro rapporto per cui le reciproche identità quasi si confondono e non danneggia troppo la narrazione (anche se in Guardami, situazione simile, la Egan ad es. fa una descrizione ben più interessante delle due amiche). Invece ci sono aspetti che danneggiano moltissimo la storia e che avrebbero potuto essere facilmente migliorati. Primo tra tutti il fratello non lo trovo un personaggio coerente. In più manca di approfondimento psicologico. Da superficiale diventa sentimentale passando da un estremo all'altro senza una parola che giustifichi o accompagni la trasformazione. A me sembra sbagliato. Le storie d'amore e d'amicizia della protagonista zoppicano per gli stessi motivi. La figura dell'amica secchiona è di disturbo soprattutto quanto l'autrice cerca di farci credere che si tratta di lei.E' meglio che il lettore identifichi l'autrice con una delle amiche.
Il finale non mi piace, mi sembra tirato per i capelli e incoerente con il resto. Il padre dell'amica poteva essere anche più calzato.
Tutto sommato la storia ha degli aspetti veramente molto interessanti e delle pagine belle e ben scritte, per questo mi sembra un peccato che l'autrice non ci abbia lavorato un po' di più. Ne risulta un libro a corrente alternata con dei passaggi così belli che mi pare un peccato non avere alzato il livello degli altri accontentandosi di un successo di vendite.

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J. Frusciante è uscito dal gruppo
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    27 Novembre, 2012
Top 10 opinionisti  -  

pensavo meglio

Una scrittura colta, una storia interessante soprattutto l'inizio dove l'autore ci fa entrare nel mondo dei premi letterari e delle case editrici. Molto bello anche il finale. Ma il tipo di scrittura è più che altro di intrattenimento anche se molto raffinata. Un fantasy per intellettuali.

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Kafka sulla spiaggia; Herzog; Rumore bianco
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    27 Novembre, 2012
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il più bel libro di Roth

E' un libro bellissimo, così denso che richiede almeno una seconda lettura. Un Roth sorprendente per lo stile molto diverso dal suo solito. Molto meno ironico ma non meno penetrante. Racconta l'incubo della società americana, la pazzia che s'insinua nella vita apparentemente perfetta della persona più vicina alla perfezione, e anche all'innocenza, che il narratore conosca. Questo tema ricorre in molti romanzi americani. Penso per fare un esempio all'inizio del turista involontario (bellissimo) con la famiglia disgregata dalla morte del figlio cui un pazzo ha sparato a bruciapelo e naturalmente senza motivo mentre era in campeggio (al suo primo campeggio).
E' l'incubo della violenza (follia) che esplode improvvisa e senza motivo. O forse a cercare bene un motivo lo si potrebbe anche trovare. In ogni caso il veleno pervade anche la parte più sana del tessuto sociale annientandola. La morte dello svedese-ragazzo perfetto non è che la sua seconda morte che consegue come prevedibile al taglio delle radici più profonde della sua esistenza: la figlia, la moglie, la casa.
E' una storia triste perché la bontà del protagonista non lo mette al riparo dalla follia ma fa sì che non riesca a trovare gli anticorpi, a reagire alla malattia che si trasforma per lui anche in male fisico dopo aver pervaso l'anima e avergli tolto la voglia di vivere.

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La versione di Barney; una nuova vita; il commesso;
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    27 Novembre, 2012
Top 10 opinionisti  -  

meraviglioso

Un libro originale, una storia abbastanza semplice come intreccio. Non sono gli avvenimenti in sé che interessano l'autrice ma il loro riflesso sulla protagonista. E' il lettore che deve indovinare cosa passa nel cuore della donna. Un libro bellissimo e toccante. Mi ricorda un po' il colore viola. Molto bello anche l'uso delle immagini e della lingua, l'originalità dei dialoghi e la stranezza di certe situazioni.
E' un libro che parla direttamente al cuore senza cercare di passare per il cervello. Al cervello ci arriva in ogni caso perché non è un libro banale e la scrittura è piuttosto sofisticata.

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E poi siamo arrivati alla fine di J. Ferris
Il segreto del bosco vecchio Buzzati
Il colore viola A. Walker
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