Opinione scritta da Pelizzari

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    04 Giugno, 2017
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Non sai da che parte stare

Il libro si apre con più capitoli, strutturati a blog. Da subito capisci che sei nelle mani di una giovane autrice. Capace di creare suspence, capace di creare una storia velenosa, completa di elementi di modernità nella scrittura. E’ la storia di due amiche. Finte amiche. Ognuna delle due sfrutta l’altra, a modo suo, chi più consapevolmente, chi più inconsapevolmente. Ognuna delle due è capace di cose profondamente immorali. Diffusa in ogni pagina è la sensazione di essere spiati ed osservati, l’attesa di qualcosa di ancora più grave che ti aspetti che possa accadere di mano in mano che ti rendi conto di cosa sono capaci queste due donne. Sembra a tratti davvero una partita a poker. Il pollo lo si individua molto facilmente. Chi delle due è l’amica dominante pure. E’ un buon esordio, soprattutto per i tratti disumani con cui l’autrice è stata capace di caratterizzare personaggi chiave e personaggi secondari.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    28 Mag, 2017
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Strane creature

Non so perché, ma all’inizio la storia di queste ragazze mi ha ricordato il “Piccole donne” della Alcott, se non che alla fine questo libro si è rivelato uno dei più noiosi che abbia mai letto, anche se viene definito uno dei meglio riusciti di quest’autrice. Racconta la storia di ragazze cacciatrici di fossili e di buono c’è senz’altro la sensibilità nel vedere e la capacità del saper cogliere, che senz’altro ti risveglia. Due persone guardano infatti la stessa roccia e vedono cose diverse: per una è solo un grumo di pietra, ma l’altra è capace di trovarci incastonato un riccio di mare. E’ altrettanto vero che se si va a caccia di fossili con qualcun altro, non puoi guardare con i suoi occhi, devi per forza usare i tuoi. Ed ognuno cerca a modo suo. Penso che questo sia comunque un concetto molto profondo, da estendere molto oltre alla ricerca di fossili, che si è rivelata direi quasi sfiancante. Ogni fossile è unico, come le persone. Gandhi diceva che ogni persona che incontriamo è migliore di noi almeno in una cosa e che noi dobbiamo imparare da quella cosa. A me è piaciuto imparare a “guardare” da persone che me lo hanno insegnato, così come ogni libro mi insegna a vedere qualcosa di nuovo che non so.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    13 Mag, 2017
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La vetrina dell'uomo

Tre piani di un palazzo. Tre storie di vita. Tre famiglie. Tre racconti che potrebbero benissimo essere indipendenti, se non fosse per l’unico fragilissimo legame di essere l’un l’altro vicini di casa. I tre livelli freudiani della personalità. L’idea è originalissima, anche se da sola non l’avrei comunque capita. La prima storia rappresenta l’Es, ovvero la prevalenza delle pulsioni e dell’istinto. La seconda storia rappresenta l’Io, ovvero l’altalena continua del conciliare desideri e realtà. La terza storia rappresenta il Super Io, ovvero la razionalità nella sua forma più “umana”. Elementi di riflessione profonda sulla pedofilia, sul tradimento, sul desiderio di essere anche solo per un attimo felici, sulla solitudine che si prova a volte a sprofondare in se stessi, sul rapporto genitori figli. Non è un intreccio. E’ una vetrina. Di tutte le sfaccettatura che può avere una persona, visibili e non visibili.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    08 Mag, 2017
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Un punto di vista originale

Una vita raccontata in prima persona, una cronostoria di una famiglia qualunque, con la cornice di tanti avvenimenti storici importanti del XX secolo. Questa è l’ossatura del romanzo e questo è il punto di vista dal quale è stato scelto di raccontare questa storia familiare: l’idea dell’io narrante, che ci fa vedere il suo mondo attraverso i suoi occhi è originale e buona, però lo stile scelto mi è sembrato troppo familiare, quasi troppo semplicistico, eccessivo, quasi al limite di innervosirmi dopo i primi capitoli. I più belli, fra l’altro, perché il tutto inizia da quando la protagonista è stata concepita e quindi da quando, minuscola, galleggia e fa capriole nell’oceano della sua mamma e già ci parla. Complessivamente l’ho trovato un po’ troppo irriverente e comunque, a modo suo, davvero triste, perché tutti i personaggi sono profondamente insoddisfatti della loro vita.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    08 Mag, 2017
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Tutto e niente

Lo hanno sempre detto di me, che sono tutto e niente, che non ho le vie di mezzo, che il mio mondo è bianco e nero. Forse per questo la bambina, protagonista di questo libro che sempre un “piccolo principe” al femminile e moderno, mi ha ispirato subito simpatia. Questa bambina soffre, ha un buco nel cuore, esattamente per lo stesso motivo per cui in questi giorni una persona a me molto cara ha nel cuore lo stesso vuoto. Libro pieno di vita e anche di dolore, a modo suo, di allegria e di messaggi diretti contro questo mondo dei social che sta svuotando l’esistenza di chi vive solo in quelli. E’ un libro sul rapporto fra genitori e figli, sull’ansia che a volte si ha nel volersi riempire la vita a tutti i costi, sull’importanza dell’ascoltare, a volte, il silenzio che porta tranquillità nell’anima. Perché non dobbiamo essere schiavi della paura degli spazi vuoti perché è in quelli che ritroviamo noi stessi.

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Il piccolo principe
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    01 Mag, 2017
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Specchi deformanti della realtà

Si chiama così perché quando entri nelle pagine del libro ti sembra di entrare in uno di quei labirinti di specchi deformanti che trovi nei Luna Park: una volta entrati, ogni immagine diventa, nello stesso tempo, vera e falsa. In questo giallo, che racconta il canovaccio di un libro dentro al libro, tanti sembrano essere i colpevoli, tutti con il loro perché. Ci sono tante verità, ma tutti hanno torto, perché hanno cercato di guardare la realtà attraverso finestre, che si sono rivelate in realtà specchi, ed hanno ritrovato solo le proprie ossessioni, non la verità vera. Buona la storia, mi ha ricordato molto “La verità sul caso Harry Quebert”, ma l’ho trovato ancora migliore. Buono lo stile, perché non ti permette di mollare la lettura neanche un minuto e quando un libro di afferra in questo modo e con questa forza, è senz’altro un ottimo libro da consigliare.

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La verità sul caso Harry Quebert
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Aprile, 2017
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Un vero ariete

La copertina è un’accattivante veduta dei tetti di Parigi, un disegno dalle tinte pastello, con tante mongolfiere e l’immancabile Torre Eiffel. La storia è vivace, racconta le vicende di un arzillo vecchietto, molto burbero; cresciuto nel risentimento e con una vita non facile alle spalle, si è costruito un muro di diffidenza e scontrosità attorno, ma dentro ogni vita c’è un germe di bontà ed in questa storia è la piccola Juliette, che con la sua freschezza di bambina, nonché con la sua sfacciatezza ed impertinenza, riesce a tirare fuori il meglio di lui. La storia è leggera, un po’ frivola, sicuramente lontana dall’essere quel fenomeno editoriale francese tanto sbandierato. Si legge volentieri, ma passa e va.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Aprile, 2017
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Richiamo viscerale

Sulla copertina c’è un’immagine in bianco e nero, di una donna, ripresa di spalle, che guarda dalla finestra un panorama di Parigi, dove si staglia, piccola e immensa, la Torre Eiffel. E’ un’immagine che dà un senso di languore e nostalgia e la stessa sensazione la si ritrova durante la lettura di questa storia di amanti, di vita, di famiglie, di rapporti. Fra lui, destinato alla totalità della luce di lei, e lei, per cui una sola notte con lui è la bellezza del mondo. Sono pagine di poesia, scritte con incanto, dal racconto del primo bacio rubato, alla sensazione di appartenenza, al dolore del distacco. Avverti un richiamo viscerale fra di loro. Ascolti la loro storia, che è la storia di ciascuno di loro, che li ha portati alle loro fragilità. Ascolti raccontare il rapporto tra lui e la madre, tra lui e il padre, tra lui e il non padre, tra suo padre e sua madre e capisci quanto ogni singolo giorno dal primo a cui siamo al mondo, contribuisce, ogni giorno, nel suo piccolo a fare di noi quello che siamo. Capisci quanto l’impronta del passato condiziona il presente e il futuro. Capisci il bisogno della ricerca, che a volte è una proiezione nel domani ed a volte un ritorno alle nostre origini.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    24 Aprile, 2017
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Quattro tempi

C’è il tempo di Lucia bambina, il tempo di Eva bambina, il tempo di Lucia donna ed il tempo di Eva donna. Scritto in un’alternanza di voci, effetto che mi piace sempre molto, ed in un’alternanza di passato da bambine e presente da donne, questo libro racconta la storia di un’amicizia speciale fra due bambine complici, che crescono, diventano ragazze, si allontanano, come spesso succede nella vita, e si ritrovano, come non sempre succede. Si ritrovano come se non fosse passato tempo, si riscoprono importanti l’una per l’altra come una volta e la vita le porta a condividere ancora di più. Lola, la piccola figlia di Eva, è una bambina che è un’esplosione di gioia, pura allegria. Personaggio riuscitissimo perché, con la sua semplicità di bambina, diventa un collante fra le due donne. Libro emozionante, vibrante.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    18 Aprile, 2017
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Troppi scambi

Scambi di coppia, scambi di vittime, scambi di persone, scambi di opinioni. Tutto troppo questo libro. Troppi personaggi. Troppa confusione. Troppi equivoci. Sicuramente una trama intrigante. Si apre con un incidente, che poi forse tale non è. Si sviluppa con imprevisti, picchi di suspence, colpi di scena. Tutti ingredienti che potrebbero farne un grande thriller, ma è popolato di troppi personaggi, che poi alla fine creano confusione. Quello che mi è rimasto più impresso è quello di Crystal, una bambina che comunica con il mondo solo grazie alle sue graphic novels. Quello che personalmente ho capito meno è il personaggio che mi interessava di più e, anche all’ultima pagina, io sono rimasta davvero molto lontana dal capire la verità.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    16 Aprile, 2017
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Quanti segreti

Una silhouette nera si staglia su uno sfondo bianco e si apre un romanzo che inizia quasi in punta di piedi direi, forse un po’ sottotono rispetto ad altre storie di questo autore che adoro. Poi però la storia cresce, ti avvolge, ti rapisce e non ti lascia più. Ti trovi di fronte ad un’indagine privata a più strati che concatena tante vite e tante sofferenze. Ed in questa catena di fatti, con ramificazioni tentacolari ed inaspettate, ci sono capitoli raccontati in prima persona, sia da protagonisti principali che da personaggi secondari, che sono vere e proprie perle per l’intensità del dolore che descrivono, come ad esempio il lungo racconto della fuga di Claire, o il modo con cui un padre racconta di aver vissuto il suo male, o il breve flash di una vita innocente spezzata, che, a modo suo, non ha mai smesso di essere viva. Una storia dal ritmo avvincente, senza dubbio, ma il suo punto di forza che lo rende un libro memorabile sono proprio queste incastonature, che danno al dolore, che fa parte della vita, un vero senso di umanità, così come davvero pochi autori sono in grado di raccontare.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    10 Aprile, 2017
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Un nuovo Medioevo

Thriller a cavallo tra il mondo medievale ed il mondo moderno, ambientato in uno scenario quasi fantascientifico, ovvero una Roma sotto blackout tecnologico ed alluvione del Tevere: quasi un olocausto. E devo ammettere che lo scenario cupo fa un certo effetto sull’animo del lettore. La storia è buona, avvincente e con colpi di scena che davvero non ti aspetti: Matilde e il suo nido di solitudine forzata, un bambino scomparso, una figura femminile co-protagonista con una doppia vita. Tutti elementi che contribuiscono a farti architettare soluzioni possibili che poi alla fine vengono tutte smontate, perché l’epilogo è davvero inaspettato e, a modo suo, geniale su tanti fronti. La saga dei penitenzieri è il tratto distintivo di quest’autore, la sua firma. Con un recente libro se ne era discostato e quel libro mi era piaciuto meno di altre sue opere. Ora l’autore è ritornato al mondo che gli è più congeniale. Mi piacerebbe comunque che uscisse dalla sua zona di confort, stravolgendo le sue ambientazioni ed i suoi canovacci: penso che potrebbe crescere ancora di più di spessore ed uscire dal rischio di scrivere libri che tendono ad assomigliarsi un po’.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    09 Aprile, 2017
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Lettere al padre

E’ strana la prosa di questo libro. Sembra una poesia. E’ fatta di associazioni di immagini, di frasi brevi, ritmate. E’ impalpabile. Come una poesia. E la sua lettura non è facile, all’inizio ti affascina, dopo un po’ ti stanca, perché ti sembra di perdere il filo, poi quando ritorni a capire ed a collegare, ti riaccende, per poi sfilacciarsi di nuovo. Ti rimane addosso un senso di vuoto. L’impronta del silenzio. Bellissima la favola del cane Nero, in cui trovi tutta la magia di una bambina. Le sue lettere al padre sono una delle parti che più mi ha colpito, perché in tanti punti emerge prepotente il rapporto bimba-papà. Questo papà che le accarezza l’anima, arrivando al centro piccolo e prezioso di quel suo essere bimba. Sono state per me le parti più emozionanti, che hanno messo decisamente in secondo piano la locanda.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Marzo, 2017
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Un carabiniere tenace

“Estate fredda” è il nome in codice di un’operazione dei carabinieri ed in questa storia siamo catapultati nel loro mondo e soprattutto nei loro ideali, che sono quelli di servire lo Stato e ricercare la verità. Il canovaccio narrativo è molto interessante e coinvolgente, intersecato da riferimenti storici a fatti reali che ci riportano indietro di anni: gli attentati a Falcone e Borsellino. Questi flash impreziosiscono la narrazione e le danno una dimensione più grande di quella improntata al seguire il filo di un’indagine per scoprirne l’evoluzione, una dimensione più vera. La morte violenta di un bambino è uno dei punti di partenza della storia e lascia il segno, per i connotati che l’autore dà al ritrovamento del corpo e per tanti collegamenti che la mente fa a fatti veri, più o meno recenti. Ottimo libro davvero, nello stile e nella storia. Unico neo per me è stato il lungo interrogatorio al collaboratore di giustizia, parte che ho trovato un po’ noiosa, anche se può comunque essere un altro punto di forza della storia.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    12 Marzo, 2017
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Vulnerabilità

E’ un thriller che si apre con una girandola di personaggi in cui in un primo momento ti confondi. Poi cominci a prendere confidenza con i nomi, con le storie, con le vite e individui un disegno. Il disegno è rafforzato anche dai capitoli dove un cambio del carattere stampato ti indica che cambia il punto di vista. Il libro scorre ed arrivi ad un punto di raccordo dove tutte le vulnerabilità dei diversi personaggi trovano una loro collocazione, una loro origine ed un loro perché. Alcuni personaggi si trovano in un abisso di disperazione. Alcuni sono più forti di quanto sembra. Altri sono più ingannevoli di come ti aspettavi. Sicuramente è una buona lettura, che cattura l’attenzione ma non la mantiene viva: in diversi punti ho trovato la storia un po’ troppo trascinata e forse anche un po’ dispersiva. Resta però impressa l’impressione generale di quanto fragile può essere l’animo umano.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    08 Marzo, 2017
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Luogo dell'anima

Non amo per nulla i libri storici e questo, più che un romanzo, si può secondo me classificare come libro storico vero e proprio. E’ strutturato come una ricerca, a ritroso nel tempo, della storia di una casa, che è stata un luogo dell’anima per la famiglia del protagonista. Di per sé il libro è poco di più di un elenco di fatti, nato da una ricerca storica di tutto rispetto. Lo stile mi ha ricordato un po’ lo stile, a tratti anche molto freddo, di Dora Bruder, proprio perché sembra un trattato e la ricerca da cui è nato è dentro ogni pagina. Però c’è un che di speciale, che è l’attaccamento che il protagonista ha per questo luogo, che è stato speciale per le persone a cui ha voluto bene e che quindi è speciale anche per lui. E’ effettivamente un punto di vista originale per guardare la storia dell’Europa. Come se fosse un film dove la casa rimane al centro e tutto il resto ruota attorno.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    22 Febbraio, 2017
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Con le gambe fragili

Questa è la storia di una ragazzina dalle gambe fragili che cerca di superare i propri limiti, sfidando una montagna e sfidando un po’ anche se stessa. Perché dall’alto della montagna puoi avere una visione d’insieme che ti aiuta a vedere sempre più piccole tante cose che alla fine sono davvero poco importanti. Perché l’unico vero viaggio, il più bello che ognuno di noi può fare, consiste nel superare i propri ostacoli, nello scalare la cima della propria montagna personale. Questa ragazzina dà emozioni, così come anche il racconto della sua stessa nascita. E in questo libro c’è tanto rosso, che è il colore che non a caso ne dà il titolo. La lettura scorre via e ti lascia una striscia di colore dentro. Senti che le tue fragilità non sono solo tue, ma senti anche che ci può essere dentro di te la forza di andare oltre.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    20 Febbraio, 2017
Top 10 opinionisti  -  

Arzille vecchiette

E’ noto che le case di riposo o comunque ricoveri che dir si voglia mi mettono addosso una tristezza infinita, molto ai limiti della depressione. Ma questo posto è un po’ speciale, ha un nome evocativo, ma con dolcezza, e devo dire che mi ha messo allegria. Il merito è delle arzille vecchiette protagoniste che, prigioniere della propria età e di interminabili giornate vuote, trovano comunque il modo per rendere i propri giorni interessanti. Devo dire che c’è anche un pizzico di suspence ed un bel messaggio di fondo, che è quello di avere sempre un sano rispetto per se stessi. Per il resto, anche se non la ritengo una lettura eccezionale, è comunque un piacevole svago, anche un po’ fuori standard.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    06 Febbraio, 2017
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Il grido di mamma

Una giovane donna in un letto d’ospedale riceve l’inaspettata visita della madre, che non vedeva da tempo. Si apre così questo romanzo che scalda il cuore. Perché siamo di fronte ad un incontro tra madre e figlia, che esprime, pur nel silenzio, tutto il calore di un amore. Questo è stato un amore imperfetto, ma si è sempre imperfetti quando si ama tanto e non c’è amore più grande dell’amore viscerale tra madre e figlia che ci accompagna dal primo giorno della nostra vita e che non finisce mai, neanche quando c’è il distacco. In questo libro è assordante il rumore del non detto e mille sfumature ti fanno sentire dentro il tepore di un liquido caldo, che ti penetra all’interno. La visita in ospedale è l’occasione per un racconto intervallato da diversi flash-back che riprendono gli anni della miseria, eternamente coperti del silenzio, ma che hanno segnato le loro vite, forse più quella della madre che non ha potuto dare, che non quella della figlia che non ha potuto ricevere. E’ un libro denso di emozioni e di vita, vera. E anche nella parte finale, dove c’è quel grido di mamma, sembra quasi di sentirlo questo grido che esce dalle pagine e che ci arriva dritto dentro.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    23 Gennaio, 2017
Top 10 opinionisti  -  

Impalpabile

E’ uno stile che a tratti sembra una poesia. Evocativo, al punto da far passare in secondo piano la trama. Il sarto ed il suo silenzio leggero, colmo di gentilezza, di saggezza e di empatia, ti lasciano addosso una sensazione di malinconia. In questo vuoti di parole, comprendi quanto il silenzio può essere evocativo e quanta profondità d’animo possono avere le persone silenziose. Piccole gemme sono i due ragazzi di strada brasiliani. Per tutto il resto, penso che resterà nella mia memoria come un libro impalpabile e lo dimenticherò molto velocemente.

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Letteratura rosa
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    15 Gennaio, 2017
Top 10 opinionisti  -  

La tenace stagista

Emma è una stagista dal nome romantico, che fin da subito ispira simpatia, anche se è un personaggio irrisolto, un po’ malmostoso e un po’ malinconico, a tratti anche un po’ infelice e la sua mamma, come tutte le mamme, possiede poteri sovrannaturali a captare l’infelicità della figlia. L’ingrediente principale di questa storia è l’ironia, non tanto quella di Emma quanto quella sapiente dell’autrice, per come ci presenta Emma e la sua vita. Ce la racconta in brevi capitoli, nei cui titoli compare sempre la dicitura che forse più caratterizza questo simpatico personaggio che, a modo suo, non rinuncia ai propri sogni. Perché quando perdiamo i nostri sogni è mille volte peggio di quando perdiamo qualcosa di reale, perché è quello il momento in cui non ci resta più niente. Emma è comunque un personaggio positivo, non ha una vita scintillante, ha una vita normale, a tratti opaca, come quella di tanti di noi. Ma il bello di una vita che è spesso opaca è che insegna ad amare la bellezza degli sprazzi di colore, fissandoli nel cuore, dove splendono incontaminati.

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Racconti
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    10 Gennaio, 2017
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L'arcobaleno delle donne

Questa è una raccolta di racconti, alcuni dei quali anche molto forti, che sia per lo stile di scrittura, sia per le ambientazioni, sia per i soggetti, tipicamente il mondo femminile, mi ha molto ricordato i libri di Marcela Serrano. Sono rappresentate donne di tutte le età, i racconti sono tutti scritti in prima persona, anche se si riferiscono a protagoniste diverse e, leggendo la nota in appendice dell’autrice, si capisce che, fondamentalmente, sono racconti tratti da storie tutte vere. La scrittura è fluida, a tratti la percepisci come un’inondazione di parole che ti cattura e trascina, in ogni storia, dentro la vita di quella donna. I temi di fondo non sono molto positivi, emergono molto le componenti della frustrazione e dell’amarezza, il tema della violenza e dell’abuso, così come le caratteristiche della fragilità e dell’insicurezza. I miei preferiti sono stati: Paste alla crema, Cinquanta passi e Un cuore sul soffitto. Sicuramente ti rimane dentro dalla lettura congiunta tutto l’arcobaleno del mondo femminile.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    10 Gennaio, 2017
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Troppo affollato

Il libro si presenta come un giallo, che, da come è architettato, sembra infondere un terrore sotterraneo. Hai un’aspettativa alta quando la affronti, perché i gialli svedesi sono diventati ormai un cult. Ne esce però un libro a mio avviso davvero brutto che nulla a che vedere con quanto stavi pregustando. La trama mi è sembrata volutamente allungata, giusto per arrivare a scrivere le tot pagine commissionate. I personaggi sono davvero troppi. Sembra di avere davanti non un libro, strutturato, con una storia, ma un calderone in cui i protagonisti sono stati buttati e poi mescolati un po’ a caso. Forse la cosa che ho più apprezzato è stata quella di “sentire” il legame che il commissario Winter sente con la propria famiglia, in un momento difficile, ed il vedere come lo vive congiuntamente con i pensieri derivanti dal lavoro, ma sinceramente è un elemento troppo fragile per tenere in piedi tutto un libro. Tutto il resto incide molto di più nella globale impressione decisamente negativa.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    07 Gennaio, 2017
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Il peso della famiglia

E’ una storia familiare che racconta la vita di una giovane donna, Mary Rose, che sceglie di essere se stessa e che per questo va anche contro alla propria famiglia. E’ un libro in cui è proprio la famiglia in sé ad essere la protagonista, ovvero l’insieme delle figure, al di là dei singoli personaggi, genitori, fratelli, sorelle, figli, e anche il cane. E’ tutto un blocco di cui si sente il peso. Lo stile è molto articolato, è un racconto a tratti autoriflessivo, con dei flashback nel passato raccontati da altri punti di vista diversi da quello della protagonista della storia del giorno d’oggi. All’inizio è uno stile che ti entusiasma, perché ne percepisci l’innovazione e l’originalità; devo però dire che, presto, ti stanca, perché la lettura non è semplice ed il risultato è quello di un lungo racconto troppo strascicato per poter essere un vero libro. Hai proprio la sensazione del non avere respiro, ma in un modo che un lettore non dovrebbe provare. Sono comunque curiose tutte le frazioni di tempo che rappresentano una marcia verso l’età adulta. Sia per Mary Rose, sia per Maggie, la figlia piccola che è stato il mio personaggio preferito.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    02 Gennaio, 2017
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Il palazzo degli enigmi

A metà fra thriller e storia di fantascienza, il libro si apre con un computer che va in tilt. Il punto è che non è un computer qualunque, ma un super marchingegno posto in quello che si può definire il palazzo degli enigmi, che entra in un interminabile loop, a causa di un sabotaggio che, per tutta la durata della lettura, si cerca di capire sia nelle modalità, sia nelle cause, sia nei responsabili. Spionaggio e violazione di privacy fanno quindi la parte del leone. I dialoghi sono vivaci ed il ritmo è decisamente alto e quindi buono, complici i capitoli brevi ed i cambi di prospettiva, che sono una caratteristica di quest’autore, che ama decisamente tutto ciò che è codice, tutto ciò che è misterioso. Che sia storico o fantascientifico. Il libro mi ha ricordato molto “Sfera” ed è senz’altro una piacevole lettura, perché trascinante, anche se forse non estremamente entusiasmante.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    28 Dicembre, 2016
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I treni della follia e della morte

Fin dall’inizio di questa storia colpisce l’insistenza della giornalista protagonista, che intuisce uno scoop e lo insegue, per amore della verità. Scopre una vicenda umana aberrante, che coinvolge bambini su cui vengono fatte scommesse clandestine, portandoli a rischiare, anzi, molto di più che rischiare, la vita. Tutta la storia ruota attorno a questi treni della follia e della morte, attorno a cui girano sia i fatti collegati alla storia sotterranea che verrà portata alla luce, sia i fatti privati della vita stessa della protagonista. Il ritmo è trepidante e abbastanza buono. Disturbano le inutili scene di sesso, fine a se stesso, che sono sì la manifestazione di un amore ossessivo che consuma, aspetto che potrebbe anche essere relazionabile con il carattere della giornalista, ma che, di fatto, rovinano quello che poteva essere un romanzo decisamente migliore. La vera fragilità dei corpi è più questa che non quella delle vittime dei treni.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Dicembre, 2016
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Sei pallini neri

Non è un Maigret, ma è uno dei primi noir di Simenon, con cui sinceramente io non ho un grande feeling. La sua scrittura è troppo lucida, il suo stile stringato ed essenziale e non mi dà mai molte emozioni. La trama, che offre uno spaccato di borghesia, è plumbea, un po’ come l’ambientazione: il noir infatti ha come sfondo le nebbie ed il freddo del mar Baltico. Il punto del racconto più particolare è quello in cui il comandante della nave raffigura con sei pallini neri i sei personaggi coinvolti nella vicenda, cercando di trovare fra di loro configurazioni sempre nuove per arrivare a scoprire il bandolo della matassa. La maggiore curiosità è che il nome della nave, Polarlys, è il nome dell’aurora boreale in norvegese. Per il resto tutto troppo grigio per dargli cinque stelle dorate.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    19 Dicembre, 2016
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Creatività

Se devo scegliere l’elemento che più mi ha colpito di questo libro è lo spazio dato alla creatività, che si tratti di creare una canzone, che nasce dal nulla e diventa armonia passando quasi attraverso il musicista che la sta ideando o che si tratti di un gelato, a partire dalle materie prime più originali e con un mix di piccoli ingredienti che fanno la differenza. La ricerca. Il tendere alla perfezione. La personalità. Questi sono gli elementi che mixati significano creatività. Però il libro, di per sé, non è un bell’esempio di creatività. Così come un’altra delle sue ultime opere (Villa Metaphora), anche in questo libro l’autore si nasconde dietro un affollamento caleidoscopico di personaggi, quasi a voler a tutti i costi popolare le pagine del proprio libro, per paura di scoprirselo tra le dita vuoto e freddo. La storia fra i due personaggi principali, i cui nomi e cognomi sono ripetuti in ogni pagina quasi in modo irritante, fa un po’ acqua da tutte le parti. Le loro singole storie ancora peggio. I personaggi minori, che fanno parte delle loro singole vite, sono delle comparse molto tenui, senza carattere, senza incisività. Forse l’autore deve prendere spunto dalle sue stesse pagine e ricominciare a ricreare magia nelle sue storie, così come faceva una volta.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    16 Dicembre, 2016
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Sangue e montagna

E’ strano lo stile di quest’autore: una scrittura che sembra allucinata, un turbinio emotivo continuo. E’ un libro che ti lascia proprio addosso la sensazione del turbamento. Difficile però da leggere, nel senso che a volte senti anche quasi un effetto di “respingimento” quando lo prendi in mano, talmente tanto è forte ed aspro, talmente tanto è duro. Sembrano schiaffi. Il libro parla molto anche della solitudine, perché la devi conoscere e te ne devi anche innamorare, se vuoi essere davvero libero. Il libro ci offre schermate di povertà, scenari di guerra, condizioni di lavoro dure, con il tarlo della vendetta che scorre di pagina in pagina.

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Romanzi storici
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    07 Dicembre, 2016
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Macchiette storiche moderne

E’ una piccola favola storica che offre una metafora della vita con uno stile che si può definire tanto faticoso quanto originale. Caratteristica dell’autore è scrivere fiumi di parole, con una sintassi tutta sua, un po’ fuori dalle regole comuni. Forse però è per questo che lo stile cattura, come sempre nelle sue opere. L’ambientazione di questa favola è molto storica, e questo è un fattore a me non particolarmente congeniale, ma è un punto di vista solo mio personale, ed è un fattore che mi ha reso la lettura un po’ ostica. Resta fermo il fatto che l’ironia graffiante dello scrittore ha reso una macchietta ogni personaggio, umano o meno che fosse.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    05 Dicembre, 2016
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Io ne morirei

Se a me succedesse una cosa del genere, sono sicura che impazzirei e ne morirei. Ti svegli, un mattino come tutti gli altri, magari anche il mattino dopo di un giorno in cui hai bisticciato. E sono tutti spariti. E non ricompaiono più. E tu non sai dove sono finiti, non sai se sono vivi o meno, non sai se ti hanno abbandonato o meno e non sai il perché di tutto questo. Ogni tuo giorno avrai l’ossessione di sapere, di capire. Finchè un giorno sai, capisci. Tutto si scioglie. Tutto ha una spiegazione. Thriller bellissimo, ad alta tensione, di quelli che ti tengono inchiodati, di quelli che sono una corsa verso le ultime pagine, senza però perdere il piacere della lettura, o il piacere del conoscere i personaggi, dello schierarsi, alternativamente, dalla parte di uno o dell’altro o il piacere di vivere quella che è la vera e propria tensione narrativa. Bellissima l'ultima pagina dove, in una manciata di righe, respiri e ti senti sulla pelle tutto l'amore di una mamma e senti un calore che ti fa piangere.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    18 Novembre, 2016
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Amare senza condizioni

Questa è la storia di un bambino speciale, Giovanni, ed è la storia di un fratello ancora più speciale, Giacomo. Il libro è scritto da Giacomo ed è spontaneo, vero, vivo, gioioso. In primo piano c’è il rapporto tra i due fratelli e ne viene analizzata ogni sfaccettatura, con la prospettiva di un adolescente. Il modo in cui è scritto trasuda amore da ogni pagina. Perché Giovanni è una danza ed è bello entrare in sintonia con la sua musica. Giovanni è un piccolo supereroe, libero di essere se stesso, c’è magia in tutto ciò che fa, e suo fratello passa la vita a catturarlo. Ma la cosa in assoluto più stupefacente è ciò che nel libro si vede meno, ma che fa da sfondo a ogni loro giorno insieme: la grandezza dei loro genitori, che, con il loro esempio e con il loro amore, hanno portato tutta la loro famiglia a vivere ogni giorno nella massima serenità e con la massima naturalezza. Sono stati e sono, ogni giorno, straordinari.

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Racconti di viaggio
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    13 Novembre, 2016
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Natura aspra

Raccolta di racconti ambientati all’altro capo del mondo: nella Terra del Fuoco. A fare la parte del leone è la natura aspra di quei luoghi, che ridimensiona l’anima umana e nello stesso tempo la potenzia, perché quel vento dell’Ovest, quella desolazione e quel senso di solitudine che prende dentro, quel sentirsi piccoli e nello stesso tempo parte di qualcosa di infinito, penso che possa dare al piccolo uomo che si trova in mezzo la sensazione ineffabile di aver scoperto il senso della vita. A volte si guardano gli animali o la stessa natura come se ci si aspettasse delle risposte. Loro, all’apparenza, restituiscono sguardi inespressivi, mentre invece si stabilisce un flusso di corrente, qualcosa accade nella nostra mente, una luce si accende e scopriamo ciò che cerchiamo, fosse anche solo la pace necessaria alle nostre inquietudini. Penso che in quella terra anche tanti pezzi del mio puzzle personale troverebbero la loro collocazione. Per ora, in attesa di viverla, la leggo ed anche solo leggere di questa parte di mondo è per me sempre un’avventura.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    08 Novembre, 2016
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Un cerchio che si chiude

L’inizio è a dir poco scioccante. Una scena che ti perseguita per tutta la lettura, in attesa di re-incontrarla per sapere come evolve. Poi inizia il racconto di una vita. Lo stile di scrittura è molto moderno, a scatti, quasi fosse una scacchiera bianca e nera, con mosse spigolose e imprevedibili. Intrigante, vivace, brioso. La storia ti fa immedesimare, ti infonde comprensione, tenerezza. Crea empatia. E’ uno stile interessante. E’ una storia che ti cattura. Il finale è un cerchio che si chiude. E questo è saper scrivere, e saper scrivere molto bene.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    01 Novembre, 2016
Top 10 opinionisti  -  

Il tutto e il contrario di tutto

Thriller psicologico, molto ben congegnato, molto ben costruito, dal ritmo serrato. Ingarbugliato quanto basta da tenere viva l’attenzione ad ogni pagina e con uno splendido, inaspettato, finale. Durante lo sviluppo della storia affronti il tutto ed il contrario di tutto ed ogni elemento di prova scopri che ha due facce e le osservi, alternativamente, entrambe. Anche tu, leggendo, sei su un’altalena: Jack è colpevole o innocente? Ad un certo punto sei convinto di una cosa, poi del suo contrario, poi ricambi ancora idea. Ma non ne sei del tutto sicuro. Cosa chiedere di più ad un thriller? Una buona caratterizzazione dei personaggi? C’è, sia per i protagonisti, sia per i personaggi minori. E forse è ancora migliore della trama. Un messaggio di fondo che vada oltre la storia? C’è. E’ un libro che ti fa riflettere, a lungo, sui rapporti umani, sia su quelli interpersonali sia su quelli familiari. Thriller promosso, su tutti i fronti.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    30 Ottobre, 2016
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Il paziente prigioniero

La lettura si apre con una fuga. Non si sa da cosa e non si sa da chi, ma si capisce molto presto che questo uomo ha qualcosa da nascondere. Ed il ritmo si fa presto serrato, la morsa si stringe e subito ti si appiccica addosso una sensazione di inquietudine che difficilmente si può spiegare ed ancora meno si può dimenticare. L’uomo resta ferito e si risveglia in una fattoria dove qualcuno si è preso cura di lui, salvandogli la vita. In un alternarsi tra presente e passato, comprendi poco alla volta tutta la sua solitudine e arrivi a conoscere la sua storia, ma proprio mentre il suo passato piano piano ti si chiarisce, nel suo presente, che è l’universo isolato della fattoria in cui si ritrova, si creano mille ombre. Perché la fattoria è una macabra serie di matrioske, e mentre ad ogni pagina pensi di aver raggiunto l’ultimo segreto, scopri invece che al suo interno ce n’è un altro ancora più terribile ed inquietante. Ritmo elevato, storia originale, lettura piacevolmente angosciante.

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Romanzi storici
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Ottobre, 2016
Top 10 opinionisti  -  

L'Africa al centro del mondo

Dicono che sia uno dei libri più rappresentativi di quest’autore che è uno dei più rappresentativi del genere del libro di avventura. Ne ho apprezzato indubbiamente l’ambientazione e la potenza descrittiva, ma, altrettanto, non ne ho amato la prolissità che mi ha reso la lettura comunque noiosa ed anche un po’ stancante. Non so se sono io a non andare molto d’accordo con questo genere letterario, a cui mi sono avvicinata solo ultimamente, non so quindi se è il genere in sé a non fare per me. Fatto sta che ho trovato noioso un libro di avventura. E questo è un ossimoro, un’incongruenza. Salvo il Nilo ed ogni pagina in cui è descritto. Perché il Nilo è una vera creatura dell’Africa. Non è però detto che questo libro sia la sua migliore creatura che racconta della meravigliosa Africa.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Ottobre, 2016
Top 10 opinionisti  -  

Strampalato e accattivante

Il libro si apre quasi come un noir. Poi cambia prospettiva e diventa quasi una biografia, un racconto, a tratti divertente, a tratti ironico, a tratti malinconico. Sicuramente è una storia un po’ surreale, un po’ strampalata. Ma il personaggio ispira simpatia. L’autore con uno stile moderno e con anche un modo di fare che traspare dalla sua scrittura, crea empatia tra il lettore ed il protagonista, tanto che la lettura risulta piacevole, scorrevole e lascia il sorriso. E scalda anche un po’. L’ambientazione è in Scozia, terra meravigliosa, che rimane velatamente sullo sfondo. Il cuore del libro sta nel modo di raccontare i rapporti umani, così come anche la solitudine ed anche il caso che a volta può cambiare le vite. Ci sono anche personaggi non personaggi, come ad esempio la voce del navigatore che fa da compagnia nel viaggio. Anche quello del lettore è un viaggio, sul sedile del passeggero della macchina guidata dal protagonista. Ed il bello è che, quando arrivi alla fine, ti sei dimenticato come il libro era iniziato. Questo succede perché il libro ti ha catturato.

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Classici
 
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4.0
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    16 Ottobre, 2016
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Un western d'eccezione

Questo libro d’avventura, da cui è stato tratto anche un film meraviglioso, inaugura il filone epico della letteratura americana e narra il contrasto forte fra la civilizzazione legata alla colonizzazione inglese e lo stato selvaggio legato alla cultura degli indiani d’America. E’ un tipico western e ne senti tutta la magia, anche se nel testo i personaggi non sono forse così ben riusciti. Direi anche che non è così pieno di ritmo come invece è il film, anche se, quando leggi, ti sembra quasi di sentire in sottofondo quella colonna sonora che resta una delle mie musiche preferite. Lo stile in cui è scritto il libro è tipico di altri tempi, ricercato, elegante, a volte anche nella forma del dialogo aperto tra lo scrittore ed il lettore. Prepotente è la presenza della natura, sia nell’ambientazione dell’America settentrionale sia nelle tipiche espressioni della lingua dei pellerossa. Ed è l’aspetto più particolare e più evocativo di questa lettura che resta comunque una pietra miliare.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.0
Stile 
 
2.0
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    11 Ottobre, 2016
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Troppe pedine sulla scacchiera

E’ una scacchiera con troppe pedine questo thriller. Un vero turbinio di personaggi dentro cui perdi il senso dell’orientamento durante la lettura. La lettura mi è risultata davvero difficoltosa, complici le svolte ed i cambi di trama tipici dello stile di questo autore; spesso sono stata tentata di interrompere la lettura e quando l’ho ripresa avevo perso comunque il filo conduttore. La trama è buona, intricata al punto giusto, buoni i dialoghi, serrati e vivaci. Interessante il parallelismo offerto fra il mondo della polizia ed il mondo della malavita. Ma la cosa in assoluto più bella è l’ambientazione in una Edimburgo crepuscolare, che mi sono immaginata come una fotografia in tinta seppia a fare da sfondo a tutte le scene descritte. Una cornice davvero magica per una storia comunque cupa e forte.

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Romanzi
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    02 Ottobre, 2016
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C'era una volta

Il libro ci offre uno spaccato di umanità varia, quanto mai eterogeneo e quanto mai realistico. Ci racconta la storia di un imprenditore che, vittima di un inganno, cade in rovina, finisce in galera e, una volta uscito, diventa un senzatetto, ma ha la forza di ritrovare se stesso e, grazie ad un incontro, di rinascere. E’ un romanzo interessante perché porta a pensare a cosa facevano i senzatetto prima, nella loro vecchia vita, ed a quale è stato il motivo che li ha portati sulla strada. Ma la dignità è la vera protagonista di questo romanzo e di tutte le storie umane che in esso sono racchiuse. Illuminante è il monologo del Generale: in una sola pagina è racchiuso il senso più profondo di questa bella storia, che racconta di una rinascita personale, ed aziendale, che nel lettore può lasciare solo messaggi positivi. Il mondo del fumetto, da cui l’autore proviene, guizza fra le pagine in alcuni punti e fa sorridere, lasciando la sua pennellata più malinconica e significativa proprio nella copertina.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.8
Stile 
 
4.0
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3.0
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4.0
Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    26 Settembre, 2016
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Donne in fuga

Annika è una giornalista. Aida è una fuggitiva. Rebecka è una salvatrice. Questo thriller ha un focus speciale sulle donne ed ha un ritmo veloce e brioso. Racconta la storia di una fondazione che ha lo scopo di proteggere le persone che sono perseguitate, nascondendole, rendendole invisibili. Rebecka ne è l’ideatrice. Aida se ne avvale. Annika conduce l’inchiesta. Ed alla fine si scopre che non tutto è come sembrava all’inizio. La storia è buona ed il ritmo è dettato anche dalla frenesia del mondo del giornalismo, che su di me esercita sempre il suo grande fascino. Molto interessanti sono anche le parti più lontane dalla storia, da cui però emergono i lati più personali di Annika, il suo carattere, le sue fragilità, le sue emozioni private, soprattutto nel rapporto con la nonna e con la madre. Altre due comparse, femminili, che danno a questa storia dai colori giallo e nero pennellate di rosa e di bianco.

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Romanzi
 
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2.3
Stile 
 
3.0
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    20 Settembre, 2016
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La dimensione del ricordo

E’ forse la più famosa saga italiana moderna sulle età della vita e questo è il suo primo capitolo, dedicato alle età dell’infanzia e dell’adolescenza. Emerge già dalle prime pagine la dimensione del ricordo, che è forse l’aspetto che più ho apprezzato di questa lettura. Molto lenta, molto morbida, non però troppo coinvolgente, come invece ho letto in altri commenti, anche molto autorevoli. Io ho avvertito comunque una certa distanza tra l’autrice ed il lettore, a me è sembrata quasi una distanza voluta, non so se invece è il frutto di un mio personale poco coinvolgimento. Il Vesuvio sta sullo sfondo, molto velatamente. Anche la napoletanità dell’ambientazione non è un elemento centrale, anzi, è molto sfumato, impalpabile. Il mirino è centrato sul rapporto tra le due bambine e ragazzine protagoniste. Più che non su una o sull’altra, è proprio il legame fra le due il centro attorno a cui si muove tutta la narrazione, un legame che è quasi un’ossessione. La saga è diventata un must, ma, sinceramente, anche se sono solo al primo step, non ne capisco il motivo.

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Racconti di viaggio
 
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2.3
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2.0
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    18 Settembre, 2016
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Il fascino del marinaio

Adoro la cultura, la natura, la lingua ed il mondo tutto del Sudamerica e questo libro si colloca pienamente in questa splendida terra. La prima parte è dedicata ai sogni di avventura di un ragazzino che vuole cominciare a scoprire un po’ di mondo e lo fa nel modo per lui più affascinante. La seconda parte presenta il punto di vista degli ambientalisti che, ascoltando il grido indignato della natura ferita, si battono per difendere la natura dai violenti saccheggi dell’uomo. Il mare è un corpo infinito e potente, che, nonostante la sua capacità distruttiva, sopporta generosamente la debole ed arrogante avventura umana. Gli ambientalisti si battono per preservare la natura, per salvare balene e delfini, per proteggerli. La terza parte è un ritorno alle origini, perché il senso di appartenenza ai luoghi della propria infanzia porta un senso di pace dentro di sé. Tutte e tre le parti di questo racconto sono particolari, nella loro unicità: la prima per la luce che illumina gli occhi di questo ragazzino, la seconda perché fa capire quali molle possono spingere l’uomo a compiere passi incredibili, la terza per l’eco violenta, aspra e secca, del mare dell’estremo sud, che l’ormai uomo ascolta dalla conchiglia di loco. Tuttavia la lettura è molto faticosa, soprattutto per i mille riferimenti geografici e nautici.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    11 Settembre, 2016
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Un mite supereroe

E’ una lettura che ti lascia addosso un senso di intimità che ti scalda. Racconta la storia di Giulio, uno psicologo che segue un suo ex professore e la storia è inframmezzata da sprazzi della vita di uno e dell’altro. Il cuore del libro sono i dialoghi, quelli fra Giulio e la sua amica, fra Giulio e sua madre, fra Giulio e il suo professore; questi ultimi senza dubbio sono i più significativi e profondi. Emozionano. Perché Giulio è un uomo non felice, soffre di questa sua infelicità, si chiude in se stesso, si sente a disagio in un labirinto di gente felice con la maschera di Jocker. Il suo lavoro è un lavoro in cui è lui a dover dare la forza agli altri, ma in questo libro ne scopriamo le fragilità umane, così come il senso effimero di felice appartenenza che prova quando per un attimo sente di poter cominciare ad essere felice, così come ci colpisce la sua profondità d’animo, quando il rapporto con il suo professore diventa maturo, riuscendo alla fine a smuovere i grumi che sono dentro l’animo del professore e riuscendo lui stesso ad abbassare le proprie difese. Caldo, intenso, profondo, a tratti struggente.

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Le braci (l'intimità dei dialoghi me lo ha ricordato molto)
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    06 Settembre, 2016
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Un pò troppo irrispettoso

I suoi libri sono sempre molto forti e, comunque, denotano senz’altro la personalità incisiva di quest’autore, nel modo di scrivere e nelle tematiche affrontate. Qui lo scrittore prende in mano parte del Vecchio Testamento e ne dà una chiave di lettura sua, con un focus particolare su un personaggio emblematico, perché è quello più negativo, Caino. Ho trovato questa sua opera un po’ eccessiva, nei toni e nei contenuti. Un po’ troppo dissacrante e forse direi anche blasfema, perché l’immagine che viene data di Dio è sicuramente molto negativa. Non so se uno scrittore, seppure geniale, può permettersi di prendere uno dei testi più sacri per eccellenza e reinterpretarlo così tanto a suo modo. Questo libro è sicuramente frutto di una penna, magistrale, arrabbiata con il mondo e non lo considero una delle sue opere migliori.

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Sì per chi conosce già l'autore - Per chi non ha mai letto niente di suo, meglio leggere prima altre sue opere
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    04 Settembre, 2016
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Autoanestesia al dolore

Le non scelte nella vita sono a volte molto faticose da portare avanti e possono farci del male. Ce lo dice questo quarantenne protagonista di questo libro che ci racconta un po’ la storia della sua vita, in una famiglia allargata a cui ci affezioniamo molto velocemente di mano in mano che ce la presenta. Ci viene raccontato il suo carattere perché lui non vive le giornate, non le trascorre, le subisce, le sue emozioni sono calpestate in nome di una presunta pace interiore che però non arriva. Mentre le vite degli altri sfilano via veloci, la sua è ancorata da tempo immemore. E tutto il libro ci fa penetrare in questo dolore sordo, offrendoci anche scambi vivaci con personaggi secondari per me meravigliosi, Arianna e soprattutto Flor, le due sorellastre che quasi ad ogni capitolo offrono stimoli di reazione, proprio loro così frizzanti e vivaci. Sono loro che ci fanno capire che più muri alziamo, meno luce entra nella nostra vita, perché non c’è nulla di esterno che possa guarirci da noi stessi, ognuno deve vincere da solo i propri demoni, perché se si passa la vita a tentare di non sentire dolore o paura, va a finire che non si sente più niente. Noi trascorriamo la vita a rincorrere una mancanza ed a stento ci accorgiamo di tutto il resto, di tutte le presenze, che sono ai nostri piedi. Le ferite servono a testare la nostra capacità di guarire e se vogliamo vederle rimarginarsi in fretta, dobbiamo distogliere lo sguardo e continuare a vivere. Il libro scorre veloce, come un diario, ha uno stile intimo ed affronta, pur con la semplicità quotidiana, temi profondi, non ultimo il rapporto con gli altri, con la propria famiglia qualunque essa sia e soprattutto quello con se stessi.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    03 Settembre, 2016
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Una partita a scacchi con troppe pedine

Capitoli corti, periodi brevi, cambi di punti di vista nella narrazione, che è secca, veloce, ritmica. E’ questo l’inconfondibile stile deaveriano. In questo suo thriller introduce anche elementi nuovi, che non ho però particolarmente apprezzato: in particolare, alla coppia Rhyme-Sachs, che è ormai consolidata, ha aggiunto una tirocinante, altrettanto arguta, ma è un personaggio a mio avviso non particolarmente riuscito e comunque non ben inserito nel gruppo; ha inoltre voluto creare una sorta di empatia con il killer, il guardiano del popolo, costruendola in modi diversificati nel corso dello sviluppo della storia e sottolineando quante facce può avere il male; e nella stessa storia ha inserito storie parallele che un po’ l’hanno rallentata, che sicuramente hanno tolto la concentrazione del lettore spezzando la magia del ritmo che di solito questo autore riesce a creare. Sul canovaccio della storia principale nulla da dire, originale, come sempre, con colpi di scena, come sempre. Dalla visione d’insieme colpisce sempre tanto la sua creatività ed il suo dinamismo. Ma in questa partita a scacchi si è arrivati allo scacco matto un po’ più faticosamente rispetto alle puntate precedenti. Secondo me c’erano un po’ troppe pedine sulla scacchiera.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Agosto, 2016
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Il rivoluzionario della punteggiatura

Questa recensione si può considerare un elogio dell’imperfezione della lingua, perché Saramago scrive al di fuori delle regole. Non rispetta la punteggiatura, mescola le virgole in un sacco e le getta sulle pagine a caso, dimentica il senso dell’alternanza dei dialoghi e le virgolette, scrive periodi tutti di seguito, senza inizio né fine, senza lasciarti respiro. Ma è bellissimo il suo stile. Ti cattura. Ti avvolge in un turbinio, ti lascia un attimo, ti riacciuffa e fai veramente fatica a staccare occhi e testa da quello che stai leggendo. E’ il suo modo di rapirti. In questa storia, che è ambientata in una città priva di particolari, in un mondo immateriale, in un paese che potrebbe essere uno qualsiasi, la trama racconta quella di un giallo politico perché ad un’elezione, i cittadini votano praticamente quasi tutti scheda bianca e da questo fatto si dipana la catena degli eventi che vuole denunciare, a modo suo, anche gli inganni della politica, il senso di solidarietà e di responsabilità civica del popolo. Troviamo richiami ed assonanze con il suo capolavoro “Cecità”, che ci fanno pensare a questa caratteristica dell’autore di voler tutto uniformare per voler far spiccare, dentro il mare dei suoi pensieri, determinati personaggi, determinati pensieri, determinati valori, anche solo il suo senso di un colore, il bianco. Difficile da leggere, ma indispensabile.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    21 Agosto, 2016
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Delinquente in erba

Bellissimo giallo all’italiana, ambientato in una Genova che viene descritta dall’autore in modo superbo, nei suoi particolari, nei suoi carruggi in mezzo ai quali ti perdi, nei suoi odori, nei suoi luoghi caratteristici. Ed il protagonista, Bacci Pagano, che si sa muovere ad occhi chiusi in questa città, nel silenzio e nell’ombra come il suo lavoro da investigatore privato impone, si staglia nel racconto e vibra di tutta la sua umanità. In questa storia, che fa parte di una serie con Bacci Pagano protagonista, il personaggio principale è un ragazzo adottato, di origini colombiane, tanto bello, come un giovane guerriero indo, quanto ribelle, perché l’acerbo splendore che emana dagli spiriti adolescenti, dove la curiosità sconfina nell’incoscienza e l’incoscienza nella superbia, lo porta ad avere comportamenti non propriamente ortodossi. Quando il ragazzo scompare, i genitori adottivi ne commissionano il ritrovamento ed è qui che le strade di tutti gli attori di questa storia si intrecciano tra loro. Sono proprio i legami ad essere splendidamente trattati in questo testo: da quello tra Bacci Pagano e sua figlia, a quello tra Giovanni ed i suoi genitori, che hanno cercato di raschiare via dal corpo e dell’anima del ragazzo tutto il male che ha subìto nell’infanzia, al rapporto di affetto reciproco tra Giovanni ed il pusher gentiluomo, fino ad arrivare al legame che si viene a creare fra lo stesso investigatore e lo stesso ragazzo.

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