Opinione scritta da Pupottina

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Ottobre, 2012
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Alla ricerca di vita, amore e liberta'

L’ho amato questo libro, dalla prima all’ultima pagina. È Finché le stelle saranno in cielo di Kristin Harmel.
L’ho amato non soltanto perché parla dell’Olocausto in un modo tanto delicato, lirico, poetico e lancia un messaggio di speranza e di unità per le nuove generazioni anche al di là delle differenze religiose. Questi grandi temi si fondono ai sentimenti autentici, l’amore e l’amicizia, e ai veri valori, la famiglia, la tradizione e la sua sopravvivenza.
Forse ho detto già troppo, ma è comunque un libro meraviglioso che non posso non consigliare. Sapevo che era una lettura impegnativa, importante, di quelle che ti coinvolgono più di altre e che hanno la potenza di commuoverti perché toccano il lato umano che c’è in ognuno di noi e anche le nostre paure, in primis perdere chi amiamo. E l’Olocausto ha rappresentato proprio questo, nel particolare, insieme al più generale crollo dell’umanità.
Tante generazioni e tante storie tristi vengono raccontate in un libro che scorre fluidamente nella scrittura, ma fa salire un groppo all’anima, che non può accettare che vite umane abbiano patito tanto, che famiglie e singole esistenze siano state devastate, distrutte, oltraggiate e perdute per sempre. Nei racconti verosimili, che emergono all’interno del romanzo, si assiste alla progressiva presa di coscienza della protagonista Hope (che significa “Speranza”) la quale si trova a indagare fra segreti di famiglia che il tempo, le bugie dette a fin di bene e l’Alzheimer potrebbero cancellare. Se fosse così, le storie di tante esistenze uniche e speciali potrebbero andare dimenticate. Questo libro è sicuramente pane per l’anima e riflessione sull’esistenza, sul dolore, l’amore, il senso vero della vita e l’unità dei popoli.
Oltre allo sterminio degli ebrei, molto spazio viene dato alle religioni e al loro significato primario.
Hope vive una vita e ha un lavoro che non sono ciò che aveva immaginato per se stessa, ma deve portare a termine una missione importantissima per la sua famiglia: il recupero della memoria.
Un libro, toccante in ogni pagina, commovente, intenso, lirico, emozionante: uno di quei libri che vanno assolutamente letti per comprendere il valore della vita.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    02 Ottobre, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Una donna davvero "malvista"

Una scrittrice che si supera di thriller in thriller. Il terzo romanzo di Nele Neuhaus l’ho trovato anche più bello del precedente, forse perché contiene nomi e cognomi più semplici da ricordare e distinguere. ;-)
La trama e gli intrecci sono sempre molto intricati, quasi irrisolvibili. Anche questa volta non mancano segreti familiari, vendette, complotti, gelosie, insider trading e loschi traffici. La Neuhaus ha un grande talento nell’immaginare crimini efferati e nel dipanare indagini dove non è mai semplice capire in anticipo il colpevole. Non è prevedibile e non gioca con la tecnica narrativa del far credere un sospettato più colpevole degli altri. È davvero sorprendente come riesca a non far intuire niente e, mentre racconta la storia, passando da una scena del crimine ad un interrogatorio, il lettore brancola nel buio esattamente come i suoi detective.
A indagare, anche in questo caso apparentemente impossibile, sono Oliver von Bodenstein e Pia Kirchhoff, che stavolta fanno anche squadra e non sono semplici collaboratori. Da veri e propri colleghi, Bodenstein e Pia, così vengono chiamati più di frequente nel romanzo, seguono l’indagine di due casi all’apparenza separati. Si tratta di due suicidi: quello di un uomo molto importante e quello di una donna, Isabel Kestner. Lei è l’interessante figura femminile che dà il titolo al romanzo. Isabel è La donna malvista, una donna amata e odiata da tutti per il suo essere esageratamente bella e intrigante. Dopo averla trovata morta, si inizia a scavare nella sua vita e nei suoi tanti segreti. Attraverso i racconti e le dichiarazioni di chi la conosceva, emerge un quadro non del tutto onorevole che le ha dato vari appellativi negativi.
Bordenstein e Pia capiscono subito che una donna così non può essersi suicidata e iniziano una serrata caccia al colpevole, dove un po’ tutti finiscono per risultare sospettati. Trovare il vero assassino in una fitta rete di menzogne e segreti sarà difficilissimo.
Adoro lo stile della Neuhaus e la sua mente che è in grado di creare queste tortuose indagini, dove, come lettori, si resta intrappolati prima ancora dei colpevoli e, fino all’ultima pagina, ogni congettura e ogni teoria può essere ribaltata da un’altra ipotesi.
Se amate i thriller ricchi di colpi di scena e con sorprendenti risvolti nelle indagini, questo romanzo fa per voi. Ve lo consiglio perché mi è piaciuto tantissimo.

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Biancaneve deve morire, Ferite profonde,
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    28 Settembre, 2012
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La logica degli eventi attraverso i numeri

Una bella copertina che fa sognare. Una trama che apre delle aspettative. Personalmente, avevo immaginato qualcosa di leggero, romantico. Però, leggendo Viola Ardone nel suo romanzo La ricetta del cuore in subbuglio, ho trovato molto di più, poiché è una storia introspettiva e densa di significati, di emozioni e sentimenti, anche inconsci, che affiorano nel non detto. Anche l’inquietudine, ovviamente, deve essere uno degli ingredienti di un perfetto cuore in subbuglio, di cui, all’interno del romanzo, si trova appunto la ricetta (acqua, zucchero, ecc …)
Cosa porta un cuore a sentirsi in subbuglio? Diamo per scontato che sia l’amore, ma c’è sempre qualcosa di più, come ad esempio il modo in cui abbiamo vissuto precedentemente e il modo in cui siamo abituati ad affrontare la vita e a rapportarci con gli altri. Ma non mancano, in questo universo esistenziale, anche le nostre paure: le cose di noi che non riveliamo né accettiamo completamente.
È un romanzo scritto su diversi livelli, tempi e spazi. C’è la protagonista Dafne bambina che racconta la sua vita familiare e il progressivo disgregarsi delle sue certezze, quando i genitori divorziano. C’è la Dafne adulta, una donna emancipata, un architetto, che si ritrova sempre ad essere l’amante di un uomo sposato. E ci sono i numeri e la geometria con le loro leggi, i loro assiomi, le loro proprietà e gli schemi. Perché quest’ultimo livello? Perché numeri e geometria? Sicuramente, perché il personaggio principale, Dafne, sin da piccola (da quella famosa tabellina dell’8), ne è stata attratta ed ha rapportato le fasi della vita alle varie proprietà matematiche e geometriche. Ha sempre cercato di spiegare tutto e di trovare una logica agli eventi, attraverso i numeri.
Un romanzo che appassiona, fa riflettere e a volte anche diverte, con una scrittura sempre diversa (in base alla focalizzazione del personaggio). Ambientato fra Napoli e Milano, fra il passato e il presente, tramite l’alternanza dei capitoli, porta la protagonista Dafne a decidere che è il momento di affrontare la vita e cercare di superare le sue paure.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    28 Settembre, 2012
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Indagini negli intrighi familiari dei Kaltensee

Allora, l’assassino è … No, non ve lo dico, perché troppo facile e poco gratificante. Il bello di un libro è proprio l’addentrarsi nelle vicende, comprenderne i personaggi con le sfumature del loro carattere e dei loro comportamenti, seguendo le indicazioni che lo scrittore di turno ci lascia filtrare durante la sua narrazione. Questa volta il merito di tanta creatività va a Nele Neuhaus, scrittrice tedesca famosa per Biancaneve deve morire, romanzo che precede quello di cui vi parlo e che ho già incluso nella mia wish list, fra le letture obbligate.
Ferite profonde ha il mio totale feedback positivo. È innegabilmente un thriller ricco di tutto: non solo suspense, intreccio e indagini investigative ad alto livello, ma tanti efferati delitti (con una media di un delitto ogni 24 pagine) e tantissimi personaggi di cui conoscere la storia, i segreti, le bugie e, soprattutto, di cui sospettare. Le indagini si svolgono a ritmo serrato e a condurle sono una coppia di investigatori che sanno il fatto loro, Oliver von Bodenstein e Pia Kirchhoff. Nomi complicati, come quelli di tutti i personaggi, ma una volta che ci si addentra nella storia, seguirli passo dopo passo, mentre indagano e intrecciano le loro vite con i casi da risolvere, che si sommano l’uno agli altri, tutto entra in un’ottica diversa e la finzione narrativa si compone. Se amate i grandi romanzi con famiglie numerose, apparentemente tranquille e prive di segreti, questo è il thriller che fa per voi.

Inizia con l’omicidio di David Joshua Goldberg, 92enne ebreo appena tornato in Germania dopo 60 anni trascorsi negli Stati Uniti. Le modalità dell’omicidio fanno pensare a una vera e propria esecuzione: un colpo alla nuca sparato mentre la vittima era in ginocchio. Ancora più sconcertanti poi sono i ritrovamenti successivi: un numero misterioso, 16145 (che può essere qualsiasi cosa), scritto col sangue su uno specchio e un tatuaggio in tutto e per tutto identico a quello delle SS. Un ebreo con un tatuaggio nazista non può essere reale, qualcosa non torna: l’uomo ha vissuto una vita nella menzogna. E non è il solo. Presto il commissario capo Oliver von Bodenstein e la collega Pia Kirchhoff devono inoltrarsi nella vita della vittima e nella fitta rete delle sue amicizie, mentre rapidamente la situazione si complica e vengono uccise altre due persone: un uomo di 86 anni e una donna di 88, entrambi giustiziati con un colpo alla testa esploso da una vecchia pistola risalente alla seconda guerra mondiale. A legare le vittime, oltre all’età avanzata e al misterioso numero 16145, è anche il fatto che tutte e tre fossero state invitate all’85esimo compleanno di Vera Kaltensee, una ricca vedova della zona.

Ferite profonde vi riporta all’atmosfera della trilogia Millennium larssoniana, poiché la trama avvincente non manca di coinvolgere il lettore negli intrighi familiari dei Kaltensee, dove tutti nascondono qualcosa, che non vogliono nessuno sappia. Bugie e menzogne si sovrappongono alterando la realtà, confondendo gli avvenimenti storici, riportando indietro gli orrori del nazismo e intrecciandoli a vendette familiari che il tempo non ha cancellato. Mentre il vecchio rancore esplode e le vittime aumentano numericamente, soltanto Bodenstein e Pia possono riportare a galla la verità e fermare la nuova ondata di orrore.

Originale, imprevedibile, sconvolgente e con un finale inimmaginabile. Le verità nascoste sono così tante che è complicato districarsi nell’intreccio tra i personaggi ed è proprio questa componente a rendere interessante e piacevole da leggere questo thriller.

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Biancaneve deve morire, La donna malvista,
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Fantascienza
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    28 Settembre, 2012
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Il risveglio di Cassandra Dollar

Un inizio con il botto quello di Sophie Littlefield e della sua nuova serie di romanzi distopici. Il mondo ha superato l’apocalisse. Tutto si distingue tra un “Prima”, quando c’era la civiltà, e un “Dopo” in cui niente del passato sembra essere sopravvissuto. Gli essere umani, come la natura, cercano di recuperare tutto il possibile, di sopravvivere e di rigermogliare. Questa realtà tragica, futuristica e possibile, angosciante e non auspicabile, profondamente triste e a cui non si vorrebbe nemmeno pensare, è descritta perfettamente dalla Littlefield.
Il primo libro della trilogia è Aftertime il risveglio ed ha come protagonista una ragazza un tempo bella, Cassandra o, semplicemente, Cass, che ora, esteriormente, è cambiata in peggio come il resto delle civiltà. Sul corpo ha cicatrici e ferite che potrebbero rimarginarsi, ma nell’anima è devastata ed è segnata da gravi traumi e perdite. Cass è una giovane donna con un passato complicato, nel Prima, e il presente e il futuro, nel Dopo, non sembrano affatto rosei per lei che è riuscita a venir fuori da una dipendenza, l’alcolismo, ma non sa se ce la farà a resistere. Spesse volte si augura la morte, anche se sa che non sarebbe la soluzione e, mana mano che recupera la memoria, si rende conto di dover assolvere un’importante missione: salvare ad ogni costo sua figlia. Già nel Prima, infatti, non era intenzionata a smettere di lottare. Ed anche nel Dopo è così.
Per essere uno dei romanzi della collana Blue Nocturne della Harmony, è davvero singolare e unico per il suo genere distopico, attuale, di tendenza, con un tocco di romance appena percettibile e ben fuso nella narrazione. L’atmosfera della maggior parte delle pagine è quella di una realtà difficile, del dopo apocalisse ed è la prima volta in cui la protagonista, non è solo un personaggio femminile complicato e devastato dal dolore, ma anche profondamente segnato nel corpo.
L’unico obiettivo di Cass, nel periodo in cui il mondo tenta di reagire e di sperare nella creazione di un nuovo futuro, è solo ritrovare sua figlia di tre anni, Ruthie, la stessa bimba che le è stata tolta, a causa dei suoi problemi con l’alcol, prima dell’apocalisse, in quel Prima che sembra tanto lontano e irrimediabilmente cancellato.
Ma non basta. Non c’è solo questo nelle avversità che Cass ha già affrontato. Infatti, sembra che lei sia uno dei pochi esseri viventi ad essere immune al virus che ha contagiato e trasformato la maggior parte degli umani in zombie o Carcasse. La foglia blu, seminata e cresciuta nei campi (operazione di bioterrorismo), ha cancellato la civiltà. Lei non ha mangiato la foglia blu, ma è stata aggredita da un gruppo di Carcasse. Il suo destino segnato dal contagio, dalla febbre e dalla conseguente mutazione in zombie non si è verificato. Il suo organismo si è dimostrato immune, ma il suo corpo potrebbe essere un portatore sano del virus che muta l’essere umano in un non-morto, una Carcassa.
Nelle sue peregrinazioni alla ricerca di Ruthie, Cass non è sola. Sul suo cammino incontrerà tanta ostilità, tanti pericoli, tanta diffidenza e crudeltà, ma anche il misterioso Smoke. Lui è uno dei pochi a credere in lei. In questo futuro post apocalittico, distopico, Cass affronta un percorso di ricerca della felicità, mentre barlumi di un passato doloroso le tornano alla mente, alterata a causa del virus.
In questa storia tanto di tendenza (basti pensare alla moda degli zombie dalla cinematografia alle serie tv, fino ai libri, anche romance), il futuro prospettato sembra reale, ipotetico, possibile in una condizione del genere, fatto di sopravvivenza, di tentativi di ripristinare la civiltà, senza perdere i successi già ottenuti e che sembrano perduti.
In questo futuro angosciante, un elemento sembra ancora possibile, l’amore, che stranamente, in questo romance non è predominante, invasivo, ma centellinato nella giusta quantità per non far sparire la speranza che tutto possa ricominciare nel migliore dei modi. La storia di questi personaggi, velati di tristezza, in condizioni difficili, ma destinati ad incontrarsi ed amarsi, vi conquisterà.
La trama è appena un po’ complessa soltanto perché narrata sotto il filo temporale del presente di Cass, che progressivamente, per affrontare il futuro, riesce a recuperare frammenti del suo passato.
Aftertime il risveglio, primo volume della prima trilogia distopica della Harmony, ha inaugurato ottimamente questa nuova serie di romance.

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Tomorrow La Rinascita
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Fantascienza
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    28 Settembre, 2012
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La rinascita di Cassandra Dollar

Un fanta-romance che ho apprezzato e che trovo anche migliore del primo, Aftertime Il Risveglio, proprio perché le scene e le descrizioni più sanguinolente sono state attenuate in favore di quelle riflessive. Restano comunque pagine nelle quali si parla ampliamente della catastrofe in cui il mondo è scivolato, dopo la progressiva trasformazione degli esseri umani in carcasse (o zombie).
Per chi è abituato a leggere romance o se ne aspetta uno classico, rasserenante, rilassante, quasi piacevolmente scontato, con questo libro, si trova spiazzato, innanzitutto per l’atmosfera angosciosa, preoccupante, post-apocalittica, ma perfettamente distopica. Un romanzo così bello, nuovo e originale, rappresenta un segno di evoluzione nella collana BlueNoctune.
Mentre nel primo, tutto era un po’ piacevolmente scontato. Nel secondo, c’è aria di novità, fin dalle prime pagine, che portano verso un’inaspettata evoluzione. La trama in copertina anticipa qualcosa, ma non toglie il bello di scoprire tutto durante la lettura.
Molto mi è piaciuta la tenerezza che emerge nel rapporto materno di Cass con sua figlia, la piccola Ruthie, che ormai ha tre anni e viene descritta come un tesoro, mentre attorno regna l’orrore. In alcuni momenti, però, ci sono degli inquietanti risvolti a proposito di Ruthie che acuiscono l’interesse della lettrice, ma non voglio anticipare altro.

*** SPOILER ***
Nel primo romanzo, Cassandra Dollar, ragazza madre con un passato di alcolismo, ci viene presentata attraverso sprazzi di ricordi del suo passato, mentre qui la si conosce ancora meglio, perché le torna la memoria. Lei è immune al contagio. Dopo l’aggressione da parte delle carcasse, il suo corpo sta miracolosamente rifiorendo, più forte e sano, anche se le resta qualche cicatrice. Smoke, l’uomo che l’aveva aiutata a salvare Ruthie da una setta di fanatiche religiose chiuse in un convento, ha fatto una scoperta che cambia tutto e che accende in lui una forte sete di vendetta.
Abbandona Cass e Ruthie senza una parola, proprio quando, ospiti della Scatola, sentivano che stavano formando una famiglia. Cass, confusa dai ricordi della vita precedente che emergono, ferita sentimentalmente dall’abbandono di Smoke e alla ricerca di protezione, si unisce a Dor, un uomo più maturo, un leader, sia nel mondo del Prima, sia in quello del Dopo. Lui cerca sua figlia Sammi, le cui angosciose vicende vengono narrate in appositi capitoli.
Fra Cass e Dor si instaura un rapporto diverso, meno carico di mistero rispetto a quello con Smoke, ma più forte di punti fermi: loro non saranno sentimentalmente una coppia. Non si crea amore anche se molto ci si avvicina, nonostante lui sia un uomo spietato, crudele con chi incontra e ostacola il suo cammino.
E poi esplosioni, sparatorie e tattiche per aggirare il nemico. Dor e Cass sono diretti dai Ricostruttori, ma anche lì, le sorprese non mancano, proprio quando sembra che tutto stia evolvendo in un modo, accade l’impensabile.

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Aftertime Il Risveglio
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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    28 Settembre, 2012
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Il 1° della Inn BoonsBoro Trilogy

Mancanza di ispirazione o voglia di approfondire qualcosa già detto in passato?
Forse la seconda delle due opzioni.
Non sono ovviamente romanzi gemelli, ma c’è un punto di contatto: la ristrutturazione di un vecchio edificio storico, popolato da presenze, fantasmi buoni che non vedono niente di male nello sbocciare di un amore. Converrete con me che è molto romantica come ambientazione.
I romanzi in questione appartengono a due serie diverse. Il primo, I ribelli, letto qualche mese fa, è del 1996.
Quello di cui vi parlo oggi è Il giardino dei nuovi inizi; è stato scritto nel 2011 ed è il primo di una nuova serie Inn BoonsBoro Trilogy.
Nora Roberts ha cambiato impostazione con questo romanzo, ma ha confermato la sua eleganza nel raccontare la nascita di un amore.
Tre fratelli lavorano duramente per riportare all’antico splendore un vecchio albergo abbandonato e, per farlo, lo personalizzano. Il libro è pieno degli elementi di questo luogo romantico che avrà le camere con i nomi delle coppie famose della letteratura, perché il loro amore benedirà chi ci trascorrerà anche solo una notte. Le donne adorano queste descrizioni, in cui gli ambienti vengono arredati con minuzie di dettagli. La Roberts ha uno stile impreziosito di aggettivi positivi, di descrizioni luminose, di personaggi buoni di cui ci si innamora.
Una lettura ideale per un pubblico di lettrici dal cuore tenero, che amano le emozioni dell’amore romantico, da favola, da sognare, leggendo fra le righe.

*** AVVISO SPOILER ***
In questo romanzo, l’amore di Beckett per Claire è di vecchia data, ma lei non ne sapeva niente. Lei aveva vissuto una vita che le aveva dato grandi gioie, i tre figli, ma anche il dolore di perdere prematuramente il marito. Tornata nella città natale, riprenderà a vivere e non potrà non lasciarsi affascinare da Beckett che ha sempre avuto occhi soprattutto per lei. Un uomo favoloso Beckett, che si contrappone a Sam, un personaggio negativo.
Claire e la sua famiglia sono in pericolo. L’idillio iniziale della situazione viene avvolto dall’oscurità di uno stalker, Sam, da sempre ossessionato da Claire. L’amore di Beckett può proteggerla in questa storia romantica che Nora Roberts racconta con il suo solito magico stile e che rende moderna, introducendo problematiche attuali nella vita di una donna.
L’amore vince, come nelle migliori fiabe, e lascia la sensazione che la vita possa essere meravigliosa, all’ombra di un imponente e magico hotel, come quello di Boonsboro, nel Maryland.

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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    28 Settembre, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Un cupcake e' per sempre

In questo libro ci si imbatte per due motivi: perché si ha voglia di golosità e perché si ha voglia di romance.
L’ho trovato leggero e “morbido”. Si può dire “morbido”, parlando di un romanzo?
Sì, se si ha costantemente la sensazione di trovarsi faccia a faccia con un gustosissimo e fragrante dolce che si assapora una pagina dopo l’altra.
Già dal titolo, Un amore di cupcake, Donna Kauffman ci mette davanti al fatto compiuto: l’amore per i dolci può far nascere grandi storie d’amore, soprattutto se preparare ottimi dolci è un lavoro che si svolge insieme.
Benvenute nel Club del Cupcake, dove l’amore e le delizie per il palato viaggiano a braccetto.
È la storia di una trentenne che abbandona la carriera in città per trasferirsi su una caratteristica isola sperduta per aprire un negozietto di Cupcake, perché è bravissima a prepararne. Il suo talento lo ha ereditato dalla nonna e fa parte anche della sua vita professionale, visto che in città lavorava in un programma televisivo ed era conosciuta come pasticciera.
Da cosa scappa un’affermata pasticciera? Se è un romance dolce, soffice e “morbido” come un cupcake, la nostra protagonista femminile, Leilani Trusdale, scappa perché è da sempre innamorata del suo burbero capo, Baxter Dunne, e non tollera l’ambiente lavorativo in cui nessuno riconosce la sua bravura e si spettegola di lei, facendola passare per l’amante del capo. Ovviamente, la cosa non è vera e lei ne soffre. Baxter è sempre fin troppo professionale e lei non ne può più.
Abbandona la città, ma le mancano i suoi più cari amici, Charlotte e Franco.
Crede finalmente di poter ricostruire se stessa e la sua vita nella tranquilla cittadina di Sugarberry (il cui nome è tutto un programma), ma arrivano tanti imprevisti che la fanno tentennare.
È un romance dolce, romantico, leggero, che vi farà sognare e vi farà pensare e riflettere su quelle che sono le vostre priorità, così com’è accaduto a Leilani.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    25 Settembre, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Un giallo da non lasciarsi sfuggire

Il titolo, Omicidio in biblioteca, porta la mente ai grandi classici del giallo, che ho divorato e riletto con piacere nel corso degli anni.
Il sottotitolo, Sulle tracce di Sherlock Holmes, richiama addirittura uno dei personaggi più famosi del panorama del giallo classico.
Confesso, quindi, che avevo non poche aspettative, quando mi sono messa a leggere questo breve romanzo. Mi ero già creata nel subconscio delle idee e delle situazioni che mi aspettavo di trovare nel libro, ma già con la trama, nella quarta di copertina, avevo intuito che in questo giallo ci avrei trovato dentro anche qualcos’altro. Felicia Carparelli è riuscita a sorprendermi positivamente con il suo giallo che procede come i grandi classici del genere, ma sa essere anche moderno e attuale e riesce ad avere simpatiche sfumature romantiche. Infatti, la protagonista Violetta Aristotle prova subito una certa simpatia per il detective Mick McGuire incaricato di indagare sulla morte di Hieronymus Wilde, figura di spicco della biblioteca e prossimo alla nomina di direttore ad interim.
Le indagini, come in ogni ottimo giallo che si rispetti, procedono fra colpi di scena, inaspettati delitti e altre situazioni criminali.
Violetta è una figura femminile simpatica, originale per il suo temperamento, la sua arguzia e ostinata nel voler affiancare il detective nelle indagini. Ma è anche una giovane donna moderna con un ricco bagaglio culturale. Ha due cani, cui è molto legata, e una famiglia un po’ invadente, stile Il mio grosso grasso matrimonio greco. Ha anche un’amica pasticciona e un ambiente lavorativo normale, per intenderci uno di quei posti di lavoro nei quali non mancano relazioni clandestine fra colleghi, antipatie e veleni, più o meno, nascosti.
È un giallo, un po’ romance, un po’ chick lit, che quindi fa anche sorridere per lo stile frizzante della Carparelli la quale, interessando e intrattenendo il lettore, lo accompagna nelle varie fasi d’indagine fino alla soluzione del giallo. Mi è piaciuto così tanto che non lo avrei voluto così breve (poco più di 200 pagine).
È un giallo che, anche voi, leggerete tutto d’un fiato e che vi piacerà.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.8
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    23 Settembre, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Omicidi efferati e profili criminali con Tony Hill

Se amate Law & Order, CSI o Criminal Minds, se vi piace addentrarvi fra gli indizi, le scene del crimine o vi interessa conoscere cosa si cela nelle menti dei colpevoli, “Il canto delle sirene” di Val McDermid è il romanzo che fa per voi. È stato scritto nel 1995 e solo adesso arriva in Italia.
Come tutti i polizieschi che riescono a trovare grande successo di pubblico, è diventato il primo episodio di una fortunata serie che ha come protagonisti la coppia che indaga: il criminologo Tony Hill e la poliziotta Carol Jordan.
È un thriller che si sviluppa come un classico del genere poliziesco, ossia è ricco di dettagli descrittivi e delle varie fasi d’indagine, dalle scene del crimine agli interrogatori. Non manca niente per addentrarsi in una perfetta crime story in cui un sadico serial killer si diverte a torturare le sue vittime prima di ucciderle e, per farlo, ricrea i grandi strumenti di tortura custoditi nel museo di San Gimignano.
Il criminologo, chiamato ad affiancare la polizia che brancola nel buio a tal punto da non aver ricollegato fra loro i quattro delitti, è un uomo tormentato dal suo passato, quanto dal suo presente problematico, ma è anche e soprattutto un grande esperto di criminologia. Hill resta comunque un giovane uomo, difficile da inquadrare nella sua complessità. La scrittrice non risparmia i dettagli più minuziosi nelle descrizioni degli efferati delitti compiuti dallo spietato serial killer che agisce per ragioni che forse soltanto lui può comprendere. Ma dove la polizia non riesce a fare chiarezza solo il bravo, solitario e poco tecnologico, Tony Hill può far luce.
Lo struttura narratologica scelta dalla McDermid alterna capitoli nei quali agiscono i vari personaggi, principali e secondari, al presente, e altri che sono un memoriale fatto dal serial killer stesso in cui racconta la scelta delle vittime e le torture cui li ha sottoposti.
Non mancano eclatanti colpi di scena, che movimentano la narrazione e ne rendono avvincente la storia.
È un bel thriller psicologico che vi consiglio.

***AVVISO SPOILER***
Le pagine in cui la scrittrice Val McDermid affida a Tony Hill l’analisi della mente criminale sono interessantissime. Lui si avvale di analisi statistica degli schemi ed è in grado di leggere l’oscurità che si annida nella mente del serial killer, il quale si rivela un uomo di grande cultura, astuto e insospettabile. Il serial killer è uno stalker che osserva e impara a conoscere le sue vittime, arrivando anche ad amarle in un modo perverso, senza che loro non se ne accorgano, finché non sono sul letto di tortura.
È stato singolare tornare indietro nel tempo di qualche anno, visto che il pluriomicida utilizza dei floppy disk per il suo diario, mentre il criminologo preferisce avere un computer non connesso con la rete.
Impensabile oggi questa tecnologia e queste preferenze, ma normale nel 1995.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    19 Settembre, 2012
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Tutto iniziò con un mazzo di fiori …

Un thriller che ho scelto per la copertina semplice, ma inquietante; per l’autore, una garanzia, viste le copie vendute in tutto il mondo; e per la trama, originale, inquietante, interessante.
Sappiamo tutti, purtroppo, cosa sia lo stalking. Per fortuna, lo sappiamo soltanto a livello concettuale o per sentito dire o perché capita anche alle persone famose e ne abbiamo sentito parlare in tv.
Ma immergersi nella lettura di un romanzo il cui personaggio immaginario ne subisce gli attacchi, è tutt’altra cosa. A rendere ancora più inedita la storia è che non è una donna, sola e indifesa, o una moglie perseguitata dal marito, ma un uomo, vittima di una misteriosa e onnipresente ammiratrice, di cui ignora l’identità.
Tutto iniziò con un mazzo di fiori …
Non soltanto il romanzo, ma anche lo stesso scrittore Wulf Dorn, prima di iniziare la stesura di questo thriller, si è ispirato ad un evento realmente successo. Infatti, una mattina, ha trovato una rosa davanti alla porta della sua stanza d’albergo. Un evento strano, singolare, semplicemente un errore. La rosa era un omaggio ad una donna e l’ammiratore aveva sbagliato stanza, ma l’inquietudine, generata da un gesto che vuole essere romantico, è stato lo spunto per un capolavoro di thriller che entra nella mente di chi lo legge. Gli uomini non sono abituati a ricevere fiori, nonostante l’emancipazione della società.
Quindi, partendo da un semplice mazzo di fiori anonimo, il protagonista, Jan Forstner, traccia il concatenarsi di eventi che portano verso un’escalation di follia … e, com’è scritto nel titolo, Follia profonda.
A rendere più interessante questo romanzo, perfettamente riuscito, è anche l’approfondimento psicologico con il quale lo psichiatra, ormai noto alle cronache per le sue questioni familiari, Jan Forstner, analizza le varie fasi della follia della stalker che mina la sua apparente tranquillità, facendolo scivolare nella paranoia, mentre ogni cosa diventa sempre più complicata, ingarbugliata, minacciosa. Una donna, completamente folle, ha posto tutte le sue attenzioni su di lui ed ha un piano che lo coinvolge e lo vorrebbe far scivolare nella sua pazzia.
Jan è un uomo che non vorrebbe essere diventato famoso, per la tristezza del suo passato, e non vorrebbe che il rapporto con la donna, che ama, fosse in crisi. Mentre lui spera nel ritorno della sua amata Carla, inizia a ricevere varie attenzioni. Piace alle donne, ma a lui non importano le altre, perché ha in mente solo la speranza di poter recuperare l’amore di Carla, che si è momentaneamente allontanata per riflettere. In questa situazione, giunge inaspettata una stalker e lui, che è prima di tutto uno psichiatra, grazie alla sua professione, pensa di poter curare la misteriosa donna, ignorandone l’effettiva pericolosità. Mentre in lui, come nel lettore, aumenta la paura della sconosciuta, Jan, psichiatra “aspirante” eroe, si manifesta per quello che è: un essere umano, impotente, indifeso, minacciato dall’oscurità della mente.
Un thriller psicologico molto forte, intenso, ricco di inaspettati colpi di scena, che si legge tutto d’un fiato e che vi consiglio.
VOTO 10+++

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    14 Settembre, 2012
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Amore, carriera, eleganza e simpatia

Vorrei che la mia vita si svolgesse in un romanzo chick lit come questo. Un grazie infinito a Daniela Farnese che ha saputo inventarne la storia.
Niente migliora la vita più di un sorriso, pensando a qualcosa di romantico. Ed è qui che si colloca il brioso genere chick lit, i cui romanzi non sono affatto semplici da scrivere, poiché devono: essere divertenti, nel modo di narrare la storia; avere una protagonista simpatica a tutti; e raccontare una vicenda romantica, ambientata al giorno d’oggi.
Altro punto a favore di Via Chanel n°5 è l’orgoglio di sapere che a scriverlo è stata una scrittrice italiana, Daniela Farnese.
La protagonista, Rebecca Bruni, da tutti chiamata amichevolmente “Coco”, per la sua passione per l’icona della moda, sinonimo di eleganza, Mademoiselle Coco Chanel, è una giovane veneziana, che ama vestirsi démodé e lavora come organizzatrice di eventi. Rebecca è alla ricerca dell’amore romantico, per intenderci, quello con la possibilità di essere la donna numero uno per un uomo.
Purtroppo, è sfortunata con gli uomini, i quali continuano a illuderla e a considerarla la seconda scelta, una sostituta nell’attesa si quella giusta.
Rebecca lotterà con tutta se stessa per affermare il suo stile nella vita lavorativa, come in quella amorosa.
Via Chanel n°5 è un romantico e perfettamente leggero, romanzo chick lit, utilissimo per ritrovare il sorriso.
Ve lo consiglio!
VOTO 10+

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Settembre, 2012
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I desideri possono essere simmetrici?

Un ottimo romanzo! Impegnato, drammatico, denso di pagine di vita vera e di valori.
La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo è la storia di un’amicizia fra un gruppo di quattro ragazzi (Yuval, Churchill, Ofir e Amichai) che si conoscono da sempre e, insieme, hanno condiviso vari momenti della loro vita ed altri ne condividono nel romanzo, ambientato fra Haifa e Tel Aviv nel periodo racchiuso fra i mondiali di calcio del 1998 e quelli del 2002.
Cosa può cambiare nella vita, durante quattro anni?
Molto.
Uno dei ragazzi, Amichai, propone di scrivere i loro desideri su un biglietto di carta e impegnarsi a realizzarli entro i quattro anni successivi. Ognuno di loro ha delle aspettative, dei progetti, dei sogni e la sfida di realizzare un desiderio diventa l’obiettivo principale, quasi un’ossessione, che può mettere a repentaglio l’amicizia.
La parola “simmetria”, nel titolo, è interessante e ha fatto sorgere varie aspettative in me, lettrice per diletto. Chi non ha desideri? E in che modo i nostri desideri possono essere simmetrici con quelli degli altri?
Queste le domande che mi hanno portata a leggere il romanzo “La simmetria dei desideri”, molto interiore e poetico, sul valore dell’amicizia e su come le ostilità della vita possano incrinarne la potenza o arrivare a metterla in discussione.
È un libro che parla della fragilità umana e che fa riflettere anche sulle nostre scelte, dettate molto spesso dalla cultura in cui siamo vissuti. I nostri desideri hanno il potere di influenzare le nostre azioni, le nostre scelte, e a volte ci rendono schiavi, poiché arrivano a condizionarci.
Le donne principali, in questo libro, sono tre: Yaara, Ilana, e Maria. Tre figure femminili diverse fra loro, come diversi sono anche gli uomini, ognuno con il proprio carattere e il proprio modo di affrontare la quotidianità e le difficoltà. Ognuno sogna di poter raggiungere la felicità che vede intrappolata nel desiderio che ha espresso.
L’amore e il tradimento non mancano, come protagonisti del romanzo, ovviamente, accanto all’amicizia. In particolare, l’amicizia fra uomini viene delineata mediante uno dei suoi punti fermi (ormai anche luogo comune): il legame che nasce grazie alle sfide calcistiche.
Eshkol Nevo è uno scrittore bravissimo nel raccontare i rapporti umani e, se vi capita, è una lettura che vi consiglio.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Settembre, 2012
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Dexter incontra Twilight e Hannibal Lecter

Dexter il Delicato, il quinto romanzo della serie da cui è tratta la fortunata serie tv.
Jeff Lindsay si è ripreso, dopo la minor gradevolezza del terzo libro e il crollo del quarto con il quinto romanzo si è risollevato, offrendo ai lettori uno stupendo Dexter che, ormai, abbiamo imparato essere diverso da quello della serie tv.
Ci sono sempre i due casi da risolvere, più quelli che brevemente accenna nei suoi ricordi legati al defunto padre adottivo, Harry. Il caso principale è legato a vampiri e cannibali. Incredibile ritrovare il mondo per Twilight e i cannibali come Hannibal Lecter in questo quinto romanzo della serie. Si ironizza su Twilight e si scopre che la gente strana in giro è così tanta da far sembrare Dexter un uomo perfetto e normale, oltre che un amorevole papà. Sì, è diventato papà e l’ironia di Lindsay non ci risparmia colpi di scena nemmeno nel suo ambito familiare.
Si ama da un lato il Dexter televisivo e si prende pienamente coscienza che quello letterario è tutt’altra cosa nella trama e anche nelle scene d’azione. Detto questo, però, non dispiace e leggere Lindsay fa sorridere e tiene sveglia l’attenzione perché non ci risparmia colpi di scena.

*** AVVISO SPOILER ***
Dexter è diventato papà e un po’ si è rammollito. Diciamola tutta: si è rammollito più del solito. Primo colpo di scena: nelle sue braccia, non c’è il piccolo televisivo e biondissimo Harrison, ma la dolcissima Lily Ann. Per lei, Dexter è pronto a cambiare, ad appendere il suo affilato coltello alla parete, a dimenticare ogni cosa, ma qualcuno minaccia la sua famiglia. Arrivano strani regali e qualcuno li pedina. Dexter deve stare attento e guardarsi bene intorno, finché non compare un’altra minaccia che torna dal suo passato. Improvvisamente, va a trovarlo a casa suo fratello Brian e Dexter non riesce a vederci niente di buono, sapendo che lui è il Killer del camion frigo. È un piacere ritrovarlo come personaggio. Il fratello Brian è interessante e intrigante quanto, se non più, della figura di Dexter.
Nel frattempo, Deborah è ancora fidanzata di Chusky, ma, non per questo, non nota il fascino del suo nuovo collega Deke (un po’ il Quenn della serie tv) in tutto e per tutto un sosia di Brad Pitt. Il caso che mette in agitazione Deborah, la quale chiede aiuto a Dexter, è la scomparsa di una normale adolescente, Samantha, la fan di Twilight. Si scopre che insieme a lei è scomparsa anche una sua compagna che poi verrà ritrovata morta durante un sabba in cui è stata divorata da un gruppo di cannibali.
Per salvarla Dexter metterà a repentaglio la sua vita per due volte, poiché la ragazza una volta riportata a casa fugge di nuovo. La prima volta a salvarlo interviene Deborah, mentre la seconda con la sorella fuori uso torna utile avere un fratello. Colpi di scena per i personaggi: Deborah viene lasciata da Chusky che non crede di poterle offrire un futuro, non sapendo che hanno già molto. Infatti, Deborah è incinta e diventa l’eroina dei colleghi.

Un romanzo che si adora questo di Jeff Lindsay e che vi consiglio (ovviamente andando per ordine nella serie). Oltre al mondo di Twilight, ai vampiri e ai cannibali sono bellissimi i capitoli relativi all’azione nel luna park abbandonato.

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Dexter il Vendicatore, Dexter il Devoto, Dexter l'Oscuro, Dexter l'Esteta,
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Settembre, 2012
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Dexter e il macabro artista multimediale

Un po’ deludente. Forse l’aspettativa era troppa o forse non tutte le ciambelle riescono con il buco … anche a Jeff Lindsay.
Ed è così che del quarto episodio della serie di libri di Dexter, in Dexter L’esteta, qualcosa non è come nei precedenti. Già nel terzo c’era stato un piccolo calo. Qualcosa si era perso nella narrazione. Dexter aveva perso il suo Passeggero Oscuro che, in verità, è l’elemento che lo rende più interessante. È la sua assenza di coscienza. Almeno così lui ne parla.
In questo quarto romanzo, invece, manca l’azione o meglio risulta rallentata, bloccata dalle troppe riflessioni del personaggio. Alcune parti risultano un po’ noiose e non tutte le scene d’azione, di cui si compone il romanzo, risultano davvero credibili. Anche il cattivo, Brandon Weiss, contro cui Dexter combatte, in questa avventura, a volte appare troppo irreale, confuso. In poche parole, un folle che non sa cosa vuole … o forse è tutto quel ragionare di arte e di creazioni artistiche multimediali che non vengono ben spiegate.

Il Dexter Morgan, cui siamo abituati nel telefilm, non combacia con quello dei romanzi che ha una vita differente ed anche gli altri personaggi di contorno hanno avuto una diversa evoluzione. Alcuni sono già morti da un pezzo. Altri hanno dei segreti da nascondere.
Le tre stelline sono solo per Jeff Lindsay che risulta comunque simpatico nel suo modo di parlare del suo alter ego affascinante e misterioso, Dexter.

*** AVVISO SPOILER ***
È tutto diverso, ma qualcosa di uguale c’è. Ci sono alcuni ricordi di Dexter con Harry, suo padre adottivo. Alcuni episodi del telefilm, però, si ritrovano raccontate come vicende trasversali per spiegare il personaggio e renderlo più introspettivo nel suo modo di ricordare e di ragionare.
In questo romanzo, Dexter riflette molto su se stesso, sulla sua vita, su chi gli sta intorno e il lettore scopre quello che il personaggio non ammette, ossia che è affezionato alla sua famiglia, che non è vero che non prova reali sentimenti ed anzi appare più umano di tante persone che, nella vita reale, si reputano tali.
Nel suo troppo ragionare, nel suo decidere di non agire, per mantenere quel suo tanto desiderato “basso profilo”, a volte esita nel prendere una decisione, aspetta anche per rispondere, in altre è così evasivo da sembrare un po’ tonto. Questo suo modo di agire non lo rende propriamente l’eroe positivo che combatte il male con il suo male interiore, cui la serie ci ha abituati. Esitando troppo, perde il momento giusto per agire ed, alla fine a risolvere tutto è un altro. Questa volta è inaspettatamente una mamma troppo protettiva ed apprensiva verso i suoi figli. Anziché risolvere i problemi, sembra che, in questa sua avventura, Dexter ne causi un bel po’, anche a sua sorella.
Resta comunque interessantissima l’evoluzione di alcuni eventi.
Per chi ama Dexter, è una lettura che doverosamente non si deve perdere.

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Dexter il Vendicatore, Dexter il Devoto, Dexter l'Oscuro,
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Settembre, 2012
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Dexter contro la setta di Moloch

E' il terzo libro della serie di Dexter. E' inferiore rispetto agli altri, ma si ritrova il tanto amato personaggio di Dexter Morgan, l'immancabile ironia di Jeff Lindsay e una trama che si discosta sempre maggiormente dalla più famosa serie televisiva di Dexter.

Dexter, asfissiato dai preparativi del matrimonio con Rita (con cui si fidanza per un fraintendimento nel secondo libro), organizza l'omicidio di Alexander "Zander" Macauley. La morte di Zander fa ricadere su Dexter l'attenzione di un'antica setta (di cui Zander faceva parte) dedita al culto di un'antica divita, Moloch, a cui gli antichi popoli dedicavano sacrifici umani. Dexter, però, deve anche affrontare la crescente curiosità di Astor e Cody, i figli del primo matrimonio di Rita, i quali, dopo aver subito violenze dal padre biologico, hanno sviluppato lo stesso interesse di Dexter per gli omicidi.

*** AVVISO SPOILER ***
Non voglio soffermarmi troppo sulla trama che ha alternato parti più divertenti e parti meno interessanti. Forse questo è dovuto al fatto che il lettore si ritrova davanti ad un Dexter debole, che non conosce e che non si aspetta. Questa è la cosa che meno mi è piaciuta.
Invece, divertentissimi sono i capitoli con Astor e Cody che sono davvero due piccoli personaggi, molto interessanti. Infatti, anche il finale è incentrato su di loro, prima il rapimento e poi la soluzione della vicenda, grazie proprio al piccolo Cody, che era pronto ad uccidere proprio come sosteneva lui, con il suo entusiamo di bambino che vede la vita come se fosse un gioco. Alla fine, a risolvere la vicenda più importante, non è mai Dexter, ma qualcun altro (il fratello Brian, la sorellastra Deborah e il figliastro Cody).

E' comunque un libro che non si può non leggere se si segue la serie letteraria dei romanzi di Dexter.

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Dexter il Vendicatore, Dexter il Devoto,
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Settembre, 2012
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Dexter, il Dottor Danko e un paio di altri killer

Sì, il secondo è meglio del primo. Non c'è niente che non vada bene in questo libro, sebbene, nel precedente, il finale sarebbe potuto essere migliore ... ma, comunque, poteva andare.
Dexter Morgan è sempre impegnato a seguire la sua morale, che lo porta a giustiziare i colpevoli, ma anche a mantenere il suo travestimento agli occhi del mondo. Continua, infatti, la sua storia con Rita, mentre esercita la sua attività di vendicatore, per soddisfare il Passeggero Oscuro che si porta dentro, e quella di anatomo-patologo per la Scientifica di Miami.
Sua sorella Deborah, però, ormai sa tutto di lui e deve convivere con questo segreto.

*** AVVISO SPOILER ***
Il libro si apre con il funerale di LaGuerta e con le attività extra lavorative di Dexter, che è impegnato a giustiziare un agente immobiliare pedofilo, MacGregor, il quale anche in punto di morte non rivelerà il nome del suo complice. Dexter, grazie ad una buona dose di fortuna, individuerà nel fotografo Reiker, il complice di MacGregor. La sua fortuna finisce, quando il sergente Doakes sembra fiutare il suo lato oscuro ed inizia a stargli alle calcagna impedendogli di portare a termine il suo obiettivo. Allora Dexter Morgan, per far allontanare i sospetti del sergente Doakes, recita la parte del bravo poliziotto, del devoto fidanzato, del fratello affettuoso. Ma per Dexter è difficile vivere così e non sa per quanto riuscirà a farlo.
Poi entra in scena il Dottor Danko, un mutilatore seriale che riduce le sue vittime in vegetali, e
che è misteriosamente legato al passato di Doakes. Ad insabbiare la cosa, prima che diventi di dominio pubblico, arriva un emissario da Washington, Kyle Chutsky, il quale instaurerà una relazione che sembra seria proprio con Deborah, la sorellastra di Dexter, e la allontanerà fulmineamente dal fratello, finché non deciderà di coinvolgerlo nella cattura del Dottor Danko.
Il trio Dexter-Deborah-Chustky inizia delle indagini segrete, ma qualcosa andrà storto e Chutsky finirà nelle mani di Danko che inizierà a rispedirne i pezzi per posta. Deborah è sconvolta e sa che la parte oscura di Dexter può aiutarla. Coinvolgono anche il sergente Doakes. La caccia a Danko si alternerà fra inseguimenti e incidenti. Deborah resterà ferita ad una spalla. Dexter e Doakes, approfittando del fidanzamento di Dexter con Rita avvenuto per errore, organizzano una trappola, una festa per soli uomini durante la quale Doakes farà da esca.
Mentre Dexter è impegnato a sfuggire a due spogliarelliste e ad un branco di colleghi ubriachi, Danko rapisce Doakes. Dexter finalmente non ha più problemi con le minacce di Doakes, ma non può non cercare di aiutare Chutsky. Lo troverà con qualche pezzo in meno e riuscirà a portarlo al suo albergo, dove le cure di Deborah cercheranno di rimetterlo in sesto, per quanto possibile poiché è senza una gamba e un braccio. Salvare Doakes anche sarà un dovere che Dexter farà mal volentieri divenendo egli stesso preda di Danko, ma saprà tenergli testa, giocando all'impiccato, gioco che faceva anche con i figli di Rita, finché a salvarlo arriveranno due invalidi, l'eroico Chutsky e Deborah. E tutto è bene, quel che finisce bene. Deborah ucciderà Danko e Dexter non avrà più il problema di Doakes, ormai privo di lingua, mani e piedi. Dexter potrà ultimare il suo lavoro facendo fuori Reiker. Dexter non rinuncerà nemmeno a fare da padre ai figli di Rita, avendone scoperto che anche loro possiedono una natura oscura.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Settembre, 2012
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Dexter e il Killer del camion frigo

Dexter Morgan lavora per il dipartimento di polizia di Miami come tecnico della scientifica che analizza le macchie di sangue sulla scena del crimine al fine di ricostruire la posizione del killer e della vittima e la dinamica del delitto. Però, Dexter è anche un serial killer che uccide altri assassini, poiché ritiene che non siano stati puniti dalla legge. Dexter agisce così perché sente che dentro di lui vive un'entità malvagia che chiama "Passeggero Oscuro" e che lo incita ad uccidere.
Dexter è stato adottato da un poliziotto, Harry Morgan, che lo ha cresciuto e gli ha insegnato a indirizzare questa sua natura, che lo avrebbe portato ad uccidere, agendo solo su chi se lo meritava. Gli insegnò anche come integrarsi nel mondo che lo circondava, nascondendo il suo vero io dietro una facciata normale. In questo modo, Dexter riesce a gestire la sua doppia vita per anni, ma è impreparato quando un serial killer, con uno stile artistico e burlone, inizia a uccidere le prostitute e a mandargli messaggi.
Nel frattempo, Deborah, la sorella adottiva di Dexter, vede gli omicidi come un buon modo per poter entrare alla Omicidi. Dexter, invece, è combattuto tra l'ammirare il lavoro del killer e l'aiutare la sorella a catturarlo.
Un ottimo inizio per una serie di successo che diventerà anche telefilm.
Il pregio del personaggio di Jeff Lindsay è l'ironia. Ci si diverte a leggere questo romanzo che differisce anche dalla serie tv.

*** AVVISO SPOILER***
Sarà il killer stesso a coinvolgere Dexter nelle indagine. Prima, gli lancia addosso una testa che lui deve consegnare al Dipartimento. Poi, gli fa ritrovare piccoli regali simbolici in casa. Inoltre, Dexter non sa come mai, ma inizia a fare sogni con la mente del serial killer ed è come se sentisse un legame profondo con lui che non riesce a spiegarsi.
Il killer, cui tutti danno la caccia, rapisce sua sorella Deborah e lui deve interpretare i suoi sogni per sapere dove l'ha portata. Però, nella sua caccia, Dexter non è solo. Ha alle spalle la detective LaGuerta che è attratta da lui, ma ha anche qualche sospetto sul suo conto. Trovata Deborah, Dexter scoprirà la verità dei suoi sogni. Il killer del camion frigo è suo fratello. Erano stati separati dopo l'assassinio della loro madre ed entrambi avevano elaborato il trauma diventando dei serial killer, anche se in modi diversi. Il fratello vorrebbe che Dexter uccidesse sua sorella, ma lui non ce la fa. Messo alle strette dall'arrivo della polizia, uccide LaGuerta e lascia fuggire suo fratello.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    28 Agosto, 2012
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Cos'e' la felicità? Una casa con dentro chi ami

Incredibilmente romantico.
A volte divertente, paradossale.
A volte riflessivo, intimo.
Un romanzo che lascia il segno. Lascia una bella e piacevole sensazione nell’anima e la rinfranca della banalità del quotidiano, della vita che affrontiamo tutti i giorni.
Comprendo perfettamente come sia arrivato ai primi posti delle classifiche e abbia avuto sette edizioni in tre settimane. È un piccolo gioiellino. Un romance che piace alle donne che hanno il cuore tenero o che vogliono rilassarsi con delle emozioni che scivolano verso un perfetto e imprevedibile lieto fine.
La scrittrice, Amy Bratley, è una giornalista londinese al suo primo romanzo che è la perfetta ciliegina sulla torta.
Gli ingredienti di questo romanzo dal titolo Amore zucchero e cannella (troppo alla moda e forse anche troppo dolce per essere davvero invitante) sono: una protagonista, Juliet, con un passato difficile e un eterno senso di colpa; l’imminente delusione provocata dal fidanzato fedifrago, con l’aggravante che l’occasione adulterina è stata una sua amica; un segreto di famiglia pronto ad esplodere; un lavoro che non soddisfa completamente; un’amica, Imogen, più incasinata della protagonista stessa e che non manca di sorprendere in ogni sua scelta o decisione.
Sono tanti gli ingredienti che rendono uno spasso questo romance, un libro senza troppe pretese, ma scritto per allietare, consolare, colorare la vita di romanticismo e di speranza che tutto si possa risolvere. Passando attraverso situazioni paradossali, assurde e anche un po’ surreali, la Bratley riesce ad intrattenere piacevolmente, grazie al suo stile fresco e ai suoi meccanismi di narrazione a favore della suspense romantica per l’evolversi delle vicende.
Da leggere.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    20 Agosto, 2012
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Un giallo che Camilla Cagliostro puo' risolvere

Un bel giallo che inizia in un’intensa atmosfera estiva e vacanziera, ambientata, inizialmente, a Porto Cervo in Sardegna per poi, successivamente, spostarsi fra Ferrara e Modena ed altri paesini della bassa.
Uno stile narrativo piacevole quello di Giuseppe Pederiali che, in Camilla e i vizi apparenti, ci propone un’indagine del suo famoso personaggio narrativo, l’ispettore di polizia Camilla Cagliostro.
In questo giallo, la bella poliziotta modenese non ha un caso ufficiale da risolvere, ma viene invitata in Sardegna da un ricco amico che ha problemi di famiglia e proprio lì è testimone di un’orribile tragedia.
Da subito, la nutrita descrizione del paesaggio e la consequenziale catena di avvenimenti coinvolge la mente del lettore che ne resta ulteriormente interessato anche per l’ambientazione italiana.
L’indagine segue uno stile classico, fatto di ricerche, interrogatori e colpi di scena che mantengono vivo l’interesse del lettore fino alla fine. Camilla è un personaggio femminile forte, pur con le sue debolezze, le sue contraddizioni e la sua sensibilità. L’unico vero obiettivo della sua vita è svolgere bene il suo lavoro e far confessare il colpevole.
Il titolo e la copertina mi hanno subito attirata e anche la trama del romanzo non ha deluso le mie aspettative. I “vizi apparenti” sono quelli che solitamente si cerca di nascondere ed entrare in questo mondo è facile in questo noir tutto italiano, dove una ricca famiglia ha fin troppi segreti da nascondere.
È una lettura che vi consiglio.

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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    14 Agosto, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Un libro che avra' un posto nel tuo cuore

Troppo simpatica la Phillips, Susan Elizabeth Phillips, per i suoi personaggi, le cui vite e avventure sentimentali non possono non appassionare una lettrice che adora storie fresche, giovanili e briose, scritte con uno stile fluido, semplice e accattivante.
Il primo romanzo della Phillips non l’ho ancora letto, ma mi riprometto di recuperarlo, dopo essere stata conquistata da Heaven Texas Un posto nel tuo cuore
Lui, il bello di turno, è anche ricco ed è l’ex campione di football Bobby Tom Denton. Un uomo scapestrato, dedito al divertimento e alle feste con gli amici, sempre circondato da bellissime donne che cercano invano di accalappiarlo.
Lei è una ragazza normale. Anzi è anche bruttina, non solo per sua definizione, ma ha carattere. Comunque, da ogni brutto anatroccolo può nascere un cigno ed è così che accade. Lei, Gracie Snow, riuscirà a conquistare l’affascinante Bobby Tom che ogni donna vorrebbe al suo fianco.
Non sarà affatto semplice. Le avventure, che porteranno all’happy handing, saranno tante, impreviste, ironiche, romantiche e, soprattutto, scandite da dialoghi frizzanti e battibecchi fra i due simpatici protagonisti.
È un libro adatto non solo per le giovani lettrici; ideale non solo per il periodo estivo, ma per chi, tutto l’anno, è alla ricerca di storie romantiche, ottimamente scritte.

***AVVISO SPOILER***
In realtà, la lettrice li percepisce subito Bobby Tom e Gracie come una coppia stupenda, nonostante le altre figure femminili secondarie, perché ovviamente Gracie ha quel qualcosa in più che rende forte, vero e autentico il suo tenace personaggio.
Bobby Tom è costretto, anche se non vorrebbe, a tornare nella sua città natale e sarà proprio Gracie l’incaricata di consegnarlo puntuale all’inizio delle riprese di un film d’azione in cui lui interpreterà il suo primo ruolo come attore protagonista. Gli intoppi, affinché la dolce Gracie riesca a compiere la sua missione impossibile, saranno moltissimi. È prima di tutto sarà lo stesso Bobby Tom ad essere recalcitrante. Sa già che nel suo paesino tutti lo aspettano e lui non riesce ancora ad accettare di non essere più un campione di football. L’essere stato costretto per un grave infortunio a cambiare vita, rinunciando al suo ruolo da campione, non è facile da accettare. In paese, oltre alla dolce e moderna madre, lo aspettano anche tantissime ragazze, non solo fan, ma anche aspiranti fidanzate. Lui spiazzerà tutte annunciando che Gracie è la sua fidanzata e non soltanto la sua assistente personale. Per conquistare un uomo come lui, bisogna superare un arduo quiz che parla di football e le malelingue non vedono in Gracie un’esperta di sport. Gracie, però, è sempre una sorpresa ed è sicuramente un amore di ragazza.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    07 Agosto, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Svelare segreti stravolge la vita

Un romanzo che nutre l’anima quello di Lucinda Riley. Un romanzo di più di 600 pagine in cui l’amore è sempre presente e in più di una storia d’amore. Le vite sentimentali di vari personaggi si intrecciano. Il presente e il passato si alternano per raccontare storie d’amore e legami che il tempo confonde, ma non riesce a spezzare.
Un romanzo di quelli che ti prendono a tal punto da impedire alle lacrime di venir fuori senza che te ne accorga.
Odio, amore, famiglie ricche e povere, donne e uomini, innamorati e non, insieme a vendette, tradimenti, responsabilità, perdono, morte e dolore, guerre e segreti.
Non c’è sempre un lieto fine, ma c’è, prima di tutto, l’amore.
Inizialmente ho pensato che fosse il libro adatto per chi ama i fiori ed, in particolare, le orchidee. Sembrava leggero, ma interessante e scritto per rilassare, ma poi ti prende dove sei più vulnerabile e non riesci a staccarti perché troppi cuori e troppe storie aspettano che il racconto si concluda.
Lo stile di Lucinda Riley è piacevole. Le storie romanzate sono ricche di emozioni e colpi di scena.
Vi consiglio Il giardino degli incontri segreti.

***AVVISO SPOILER***
Alcuni particolari delle storie narrate, alla fine del libro, non trovano una chiusura. Alcuni elementi vengono lasciati in sospeso, come ad esempio l’anello di fidanzamento donato a Lidia. Sta a voi scoprire chi glielo ha donato.
Sicuramente, è una scelta della scrittrice quella di lasciare qualche elemento in sospeso perché aumenta l’effetto suspense, le aspettative e il coinvolgimento della lettrice.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Agosto, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Un noir agghiacciante, psicologico, che vi trascin

“Nel tentativo di ottenere quel che volevo, ho finito con il distruggerlo.” Un’affermazione forte che sconvolge e ci fa riflettere. Non è un incipit, ma una frase contenuta in un libro, un thriller TimeCrime che si è rivelato pagina dopo pagina. Una storia fatta d’amore, di ossessione, di possesso, gelosia e confusione e scritto con uno stile particolarmente originale, dove la realtà si fonde con il ricordo, con l’immaginazione, con il dolore. Un thriller da 10+, non solo per la storia raccontata, ma anche per lo stile e la tecnica narrativa utilizzati dalla scrittrice. È un’autentica sorpresa il romanzo d’esordio di Penny Hancock, La casa sul fiume. Il titolo originale è “Tideline”, letteralmente “linea di alta marea” che anche sarebbe stato appropriato considerando l’intensità di emozioni negative che il libro trasmette, al contrario di “La casa sul fiume”, molto turistico, rasserenante e quasi vacanziero come titolo, ma anche facile da memorizzare. A catturare è anche la copertina con un pesce rosso intrappolato in un barattolo.
L’interiorità dei personaggi è al primo posto in questo romanzo, sfumato di noir, con tutto l’orrore che la mente può nascondere.
È ambientato a Greenwich, vicino Londra, ma non c’è niente che riguardi il famoso meridiano fondamentale. Al contrario, tutto ruota intorno al fiume Tamigi e alla casa sul fiume che dà il titolo al romanzo e rappresenta l’ossessione della protagonista e affascina chi vorrebbe poterci vivere dentro. È una casa da favola, descritta nei dettagli e che costituisce un tutt’uno con la vita acquatica del Tamigi. La protagonista Sonia è una persona sola, vulnerabile, traumatizzata dal passato, con un devoto marito, Greg, spesso lontano per lavoro e la figlia che, per motivi di studio, si è trasferita altrove. Un giorno Sonia riceve una visita mentre è nella sua casa sul fiume. Quella visita riporterà a galla vecchi sentimenti e stravolgerà la sua vita e quella di chi le sta intorno.
Ad andare a trovarla nella bella casa sul fiume è un ragazzo di quindici anni, Jez, nipote di una sua amica e amico della figlia lontana, e sarà proprio lui ad esprimere il desiderio di vivere per sempre in una casa così bella. Sonia troverà mille scuse, mille cose da raccontargli, da fargli vedere, per intrappolarlo, per non farlo andare più via, per legarlo a sé, per imprigionarlo nella sua esistenza, dove lei comprende di non voler avere nient’altro se non Jez e i ricordi del periodo in cui è stata davvero felice. Questo è solo l’inizio di un romanzo psicologico che indaga l’anima e che narra le vicende attraverso soli due punti di vista: quello di Sonia e quello di Helen, zia di Jez.
È un romanzo che vi consiglio se apprezzate le letture molto intime, introspettive, psicologiche, agghiaccianti nei sentimenti, nei pensieri, nelle riflessioni, e che non mancherà anche di commuovervi per la sua intensità. Il personaggio di Sonia, così approfonditamente indagato mentalmente, saprà restarvi dentro, con i suoi problemi, la sua confusione e la sua lucida follia. L’unico obiettivo del lettore, dopo averne letto le prime pagine e addentrarsi nel vivo della storia fino a scoprirne lo sconvolgente finale.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Agosto, 2012
Top 10 opinionisti  -  

E' mostruoso cio' che ha fatto, ma non era un most

È un libro che mi è piaciuto molto, proprio perché è scritto in maniera particolare, giostrando i capitoli in un’alternanza fra realtà e apparenze, fra follia e giustizia, fra l’indagine della donna ispettore, Lucia May, e i punti di vista di chi c’era o non c’era il giorno della sparatoria.
Sin dalle prime pagine, a strage già compiuta, ci si accorge del perché questo libro è diventato un caso letterario in Europa e negli Stati Uniti. Il tema trattato, la violenza nelle scuole, è molto attuale e si può rapportare dal microcosmo dell’ambiente scolastico al macrocosmo della società in cui tutti viviamo. Di questo libro mi ha colpita, prima di tutto, la trama (un professore che spara cinque dei colpi di una pistola in un’aula scolastica e risparmia il sesto ed ultimo proiettile per se stesso), poi, la copertina, così colorata, semplice, elementare, con una scelta di colori che trasmettono serenità, ma gettano anche ombre in una scena di fuga che fa trasparire, a malapena, l’orrore che questo romanzo racconta anche se in maniera molto poetica, interiore, che predispone alla riflessione personale. Il titolo italiano “Punto di rottura” (titolo originale “Rupture”) è forse l’elemento che cattura meno, ma, nella sua brevità, è feroce e un po’ anticipa quello che è poi il senso della storia, quando si raggiunge un limite che porta al di là della ragione e permette che si realizzi una strage.
Anche in questo romanzo, come in QUESTO (che pure mi è piaciuto moltissimo), l’ambientazione è Londra, una città che è in grado di offrire svariati spunti interessanti.
E adesso, prima di dirvi il mio giudizio complessivo di questo thriller della Time Crime, ecco un po’ di frasi, tratte dal libro.

“È mostruoso ciò che ha fatto, ma non era un mostro.”

“È più facile gestire il dolore se puoi trasformarlo in rabbia, se puoi attaccare qualcun altro, se puoi prendertela con qualcun altro, chiunque, anche se non lo merita.”

“L’odio arriva con il tradimento.”

E, in questo thriller psicologico, molte altre sono le affermazioni, messe in bocca a vari personaggi, che meritano di essere approfondite, comprese, analizzate. Mi fermo qui per non anticiparvi altro.
VOTO 10

***AVVISO SPOILER***
Se volete leggerlo, fermatevi e non leggete oltre.
Mentre se l’avete già letto, vedete se siete d’accordo con me.

Il professore di storia, quello con la barbetta, quello di origini russe, quello che un giorno improvvisamente se ne va a scuola con una pistola, che è un pezzo da museo, Samuel Szajkowski, quello con il nome che nessuno ha mai imparato a pronunciare bene, né si è sforzato di farlo, quell’uomo all’apparenza mite avrà avuto i suoi motivi per fare quello che ha fatto: andare a scuola, aprire il fuoco su alcuni alunni e su una collega e infine suicidarsi. Di questo è convinta Lucia May, ispettore a capo delle indagini. Nonostante i suoi superiori siano convinti che non ci sia nessun caso da risolvere e che quello che c’è da scoprire è già evidente, lei si ostina nel voler interrogare tutti e condurre delle ricerche sue, perché vuole scoprire cosa c’è dietro, quale movente ha portato Szajkowski ad un’improvvisa follia. Mentre la sua indagine si approfondisce, un interrogatorio dopo l’altro, anche di particolari apparentemente inutili, emerge il ritratto di un uomo che voleva fare il suo lavoro. Mentre ci si chiede se le vittime erano davvero quelle designate e si studiano le posizioni dei presenti alla sparatoria, emergono particolari, dettagli, considerazioni che il lettore si trova a fare, essendo perfettamente integrato nella storia proprio grazie allo stile particolare di Simon Lelic.
Cos’ha di così particolare il suo stile?
È originale, nuovo, differente dagli altri. Ogni capitolo è matematicamente impostato: tutti hanno la stessa lunghezza, dalle 7 alle 10 pagine. Come ho già anticipato all’inizio, c’è un’alternanza nei capitoli: tempo degli interrogatori e racconto dell’indagine. I primi sono monologhi, come delle interviste in cui vengono omesse volontariamente le domande, ma non si cela niente delle risposte ed è come vedere i personaggi che vengono interrogati, intervistati, ognuno con un suo modo di esprimersi, in base all’età, al sesso, al carattere più o meno spigliato. In questi capitoli, vengono interrogati: il preside; i professori, colleghi dell’assassino; i genitori della vittime; alcuni studenti presenti alla sparatoria; altri assenti, ma che conoscevano le vittime o che hanno tanto da raccontare sulla vita e sui soprusi all’interno della scuola. Si intuisce che qualcosa non andava. C’erano gravi negligenze, oltre a questioni personali e a precedenti segnali ricollegabili alla tragedia. Mentre ci si interroga sulla follia del singolo, si vanno a studiare le sue motivazioni e il perché ad essere uccise siano state determinate persone e non altre. Si scopre che l’ambiente scolastico inglese descritto non è, in fondo, molto diverso da quello italiano e una storia simile poteva accadere ovunque, in una scuola come in un altro qualsiasi ambiente lavorativo dove imperano la discordia, la stupidità, la rabbia e la solitudine.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Agosto, 2012
Top 10 opinionisti  -  

il prequel di Il cerchio muto

Perché ho scelto di leggere CONTINUUM Il soffio del Male di Gianfranco Nerozzi? Sicuramente, prima di tutto, perché Nerozzi è un pluripremiato personaggio del panorama letterario italiano con i suoi romanzi horror, thriller e per ragazzi. Anche Carlo Lucarelli lo consiglia caldamente, dicendo di lui che “Gianfranco Nerozzi è il poeta del brivido: le sue storie mordono al cuore”. La sua narrativa viene paragonata a Stephen King e Nerozzi stesso è considerato un “esperto” di tutto ciò che riguarda il lato oscuro dell’animo umano.
Inoltre, Nerozzi è uno degli autori della fiction Il tredicesimo apostolo che, ultimamente, abbiamo apprezzato in tv per il lato soprannaturale delle vicende romanzate.
A conquistarmi è stata anche la stupenda copertina. La trama ha fatto il resto.
Purtroppo, ho scoperto solo alla fine, leggendo la Postfazione del Nero, che Continuum è il prequel di Il cerchio muto del 2009. Il romanzo narra gli eventi antecedenti e nella fascia temporale si colloca 10 anni prima la serie di delitti di Il cerchio muto.
Il protagonista, il commissario Francesco Negronero (particolarissimo, perché simile al suo, il cognome che l’autore ha deciso di dare al suo personaggio) è ossessionato dalla ricerca della verità e si lancia sulle tracce di un nemico inafferrabile e spietato, pronto a sacrificare tutto, anche la sua stessa vita, pur di fermarlo. Il nemico, in carne ed ossa, viene spiato, analizzato, indagato e si tenta in ogni modo di fermarlo e con lui una lunga scia di orrore, fatto di delitti efferati, droghe sperimentali, bambini morti, associazioni benefiche, entomologia e religione, ma soprattutto costituito da Male allo stato puro.
Una lettura che vi consiglio, se amate il genere thriller esoterico.
VOTO 10

***AVVISO SPOILER***
Se volete leggerlo, fermatevi e non leggete oltre.
Mentre se l’avete già letto, ditemi se siete d’accordo con me.

La trama in copertina anticipa buona parte delle pagine iniziali, più di un centinaio.
È un tomo spesso: molte pagine che si leggono piacevolmente. Il contenuto è ricco di azione, di colpi di scena, di personaggi interessanti.
È affascinante anche il Male inteso come entità.
Per distinguere le fasi della narrazione, oltre alla suddivisione in parti e capitoli, interviene anche una particolare scelta stilistica dell’autore che utilizza modi e tempi verbali diversi (“… come se fossero degli evidenziatori, per connotare meglio certe categorie di personaggi”), cosicché il Male agisce sempre al presente e in terza persona singolare, mentre i personaggi agiscono al passato, in prima o in terza persona singolare. Non mancano anche il futuro anteriore, i participi partecipanti e i transitivi nelle visioni.
A poco più della metà del libro, il cattivo per eccellenza, colui che Negronero ritiene il responsabile di tutto, muore, ma il romanzo continua e ci si accorge che il Male non è stato sconfitto e sembra non esserci soluzione. Il lieto fine non fa parte del romanzo. D’altronde, Continuum è il prequel di un altro romanzo in cui sappiamo che il Male continua ad agire indisturbato nelle sue più svariate forme, essendo prima di tutto un’entità psichica, un’essenza stessa del Male, cioè il soffio del Male.
Il nemico non è soltanto un criminale geniale, ma il Male in senso assoluto.

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Romanzi erotici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    30 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

varie sfumature di noia

non credo che leggerò gli altri di questa serie

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Letteratura rosa
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    28 Luglio, 2012
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La Roma di Caligola narrata da Adele Vieri Castell

Un romanzo che, una volta finito, non si dimentica, quello di Adele Vieri Castellano, Roma 40 d.C. Destino d’amore. Sin dalle prime pagine cattura: per l’ambientazione storica, dettagliata, precisa, e per i personaggi, delineati da subito con definiti tratti caratteriali.
È un libro che non si può non consigliare e che sarà graditissimo alle donne, che decideranno di intraprenderne la lettura, ma non lascerà indifferenti nemmeno gli uomini che sono alla ricerca di ricche pagine di storia all’interno di un romanzo. L’ambientazione nell’antica Roma ai tempi di Caligola è particolarmente interessante e riccamente narrata, sia nei costumi e nelle abitudini che nella movimentata vita fatta di congiure e tradimenti.
Se la storia si respira intensamente e a pieni polmoni, nelle abitudini dei romani, nei loro riti, nelle azioni della loro quotidianità, i forti sentimenti dei personaggi restano indelebili, insieme alle loro scelte personali, ai loro ideali, oltre che alla loro fisicità dettagliatamente descritta.
È un romanzo che si vede mentre si legge; che incide un solco nella memoria e che si apprezza dalla prima all’ultima pagina. Anche le descrizioni non rallentano la narrazione, ma sono un tutt’uno con i protagonisti e con le loro vicende. Se i personaggi principali sono Livia Urgulanilla e Marco Quinto Rufo, i punti di vista non sono affidati solo a loro, ma abbracciano anche altri personaggi minori. Leggendo, si assiste alla narrazione di una storia complessa, intricata e ricca di colpi di scena, fatta di personaggi buoni e valorosi con sani ideali e di individui abietti e vendicativi, che a volte sembrano mescolarsi e confondersi ai buoni.
L’amore fra Livia e Marco nasce gradatamente, anche se lei è promessa ad un altro, ma niente è impossibile, quando è già scritto nel Destino.
Marco Quinto Rufo è il tipo d’uomo che, se esistesse nella realtà, conquisterebbe il pubblico femminile, ma, nel suo piccolo, nell’universo creato dalle pagine del romanzo, non riesce a non farsi amare dalle sue lettrici.
Quest’ottimo romanzo storico è il primo di una trilogia che nasce sotto una buona stella ed ha tutte le carte in tavola per continuare a entusiasmare.

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Narrativa per ragazzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    23 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

La favola della Bella e la Bestia ai giorni nostri

Una favola che ha sempre appassionato i cuori più romantici anche in questa versione modernamente attuale.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    23 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

L'amore dopo la fine del mondo

Per una come me, che ama gli zombie (nei film, nelle serie tv, nei libri), questo romanzo non poteva mancare. Il genere fantasy distopico (da fine del mondo apocalittico in cui il genere umano cerca di sopravvivere), si mescola al romance molto presto, perché R non è uno zombie qualunque.
È un romanzo young adult che ci tenevo a leggere, sin da quando ne ho conosciuta la trama. Essendo appassionata di zombie, non ho trovato eccessive le descrizioni dei morsi, delle ferite, delle aggressioni, che erano indispensabili per creare l’ambientazione e lo scenario apocalittico.
Il punto di vista interno a uno zombie è molto particolare, originale, innovativo ed è l’elemento che rende irresistibile WARM BODIES di Isaac Marion ed anche ciò che ho apprezzato di più. A R ci si affeziona, poiché di lui si scopre l’anima, attraverso i pensieri e le parole che vorrebbe dire, ma che non sempre vengono fuori coerentemente. Fino alla fine, R resta misterioso perché lui stesso ignora il suo passato, prima della trasformazione in zombie. Si pone domande cui non trova risposta, finché, dopo essersi cibato del cervello di Perry, iniziano per lui tutta una serie di visioni che riguardano Julie. È un po’ un ritorno alla vita, anche se altrui, in un mondo che per lui era costituito solo da morte, vuoto e solitudine.
Le differenze tra Vivi (umani) e Morti (zombie ai vari stadi) a un certo punto non si distinguono più e R, da zombie, riesce ad essere più umano di loro, dimostrando sensibilità e sentimenti positivi. L’inevitabile amore per Julie lo aiuta a cambiare, a trasformarsi nuovamente, a tornare, in modo graduale, alla vita.
È un bel libro che vi consiglio perché è piacevolmente scorrevole, semplicemente ben scritto, insolito nella trama, poetico nello stile, romantico nella sensibilità dei personaggi e nel lieto fine che, per quanto vi aspettiate, saprà sorprendervi.
Favolosa la copertina tratta da una scena del capolavoro Zombie 2!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    15 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Vi piacera' anche piu' di Stieg Larsson

Mai un titolo è stato più appropriato per un libro. Battuta di caccia, il secondo romanzo della serie dedicata alla Sezione Q di Jussi Adler-Olsen (pubblicato con Marsilio GialloSvezia), è un thriller che infiamma di curiosità la mente e fa entrare il lettore nella crudele ottica del cacciatore, non solo di animali, ma anche di vite umane, il killer perfetto, senza coscienza e rimorsi, presentando dei protagonisti che vivono esistenze tanto vuote da aver bisogno di brividi insani.
Il primo libro della serie, La donna in gabbia, era già stato una scoperta. Il secondo non è solo una conferma, ma la nascita di una nuova passione, quella per i libri del danese Jussi Adler-Olsen che, nello scrivere storie thriller, non è solo bravo come lo svedese Stieg Larsson (cui viene paragonato), ma lo ha anche superato. Mentre Larsson, dopo il caso del primo romanzo, ha focalizzato i seguenti due libri soprattutto sulle vicende personali e intime dell’ineguagliabile protagonista Lisbeth Salander, Adler-Olsen, dopo lo strepitoso successo del caso che vedeva come vittima Merete Lynggaard, La donna in gabbia, riesce a immaginare un’altra storia altrettanto efferata e follemente brutale che riesce a volte anche a commuovere, esattamente come era accaduto per il primo romanzo.
Le quasi 500 pagine di Battuta di caccia si leggono che è un piacere forse anche perché affiancano parti ad alta tensione ad altre in cui l’ormai inconfondibile comicità di Adler-Olsen lascia nel lettore un senso di conforto. Nonostante le sue storie narrino vicende caratterizzate dall’orrore, vedendo fino a che punto un uomo può arrivare ad infliggere dolore ad un altro essere umano, Adler-Olsen riesce grazie al suo personale stile narrativo a rivelare di volta in volta al lettore quel tanto che è indispensabile ad accendere la curiosità senza anticipare quello che accadrà dopo, tenendo vivo l’interesse e conducendo il lettore in una caccia al cattivo che l’ha fatta franca nel passato. Sì, perché vi ricordo che la Sezione Q è quella che indaga i casi freddi o “cold case”.
Il senso cui il libro, romanzando una storia gialla ambientata a Copenaghen aspira, è farci conoscere ciò che passa in una mente folle, sadica, sanguinaria.
Tutto inizia con un prologo con una scena di caccia. Qualcuno scappa in un bosco sperando che “loro” riescano a perdere le sue tracce, ma è terribilmente difficile quando si hanno le mani legate. I brevi capitoli successivi delineano altri personaggi che vivono esistenze contrastanti, chi nel lusso e chi nella povertà. Ma qualcosa, nel passato, accomuna le loro vite.
“Premere il grilletto dava loro una soddisfazione che poteva durare molti giorni. Guadagnavano milioni, ma quello che li faceva sentire vivi era uccidere.”
VOTO 10+

Chi non ha letto questo libro ed ha intenzione di farlo, non continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.
Nel romanzo, cacciatori sono un po’ tutti i personaggi a loro modo: il detective Carl Mørk, quando segue una pista; Assad, il suo fedele e misterioso aiutante, quando, come un segugio, cerca un sospettato; Rose, la sua nuova e impertinente collaboratrice, quando va a caccia di notizie che riguardano il passato; Mona Ibsen, psicologa della polizia, mentre cerca di recuperare il sommerso nella coscienza di Carl Mørk; Hardy Henningsen mentre è a caccia di motivi e stimoli che gli diano la forza di vivere; e soprattutto il o i cattivi di turno, quando programmano una battuta di caccia in cui la vittima ancora non sa di essere tale. Da un omicidio del passato, man mano che l’indagine procede, le cose si fanno sempre più interessanti e le scoperte sempre più agghiaccianti, terribili. Non c’è una sola storia di sangue da scoprire ma svariati atti criminali. Una storia così la poteva scrivere ottimamente solo Jussi Adler-Olsen che ci sta abituando ad uno livello alto con i suoi superbi thriller. Come ogni gruppo, anche quello dei cresciuti ragazzi del collegio di un tempo ha un’infinità di segreti da nascondere, nel passato come nel presente, e la narrazione procede con colpi di scena ben dosati e nel punto giusto dell’intreccio. L’orrore si percepisce senza morbosità e la follia comune è l’elemento dominante di un gruppo che ha perso col tempo la sua unità. La battuta di caccia si trasforma, di pagina in pagina, in un’esperienza dove i cattivi sono in lotta fra loro, mentre la squadra dei buoni, quella del team di Mørk, cerca di capire e fermare i possibili eventi a catena. Ma, quando il pericolo è troppo vicino, può capitare di ritrovarsi in trappola. Il finale non vi deluderà, ma, anzi, renderà ancora più adrenaliniche pure le ultime pagine, dove l’imprevisto e il cambio di rotta sono sempre possibili. Nemmeno l’epilogo riuscirà a saziarvi. Di un autore così non ci si appaga. Si vorrebbe che i libri potessero essere davvero tutti così e non si può far altro che aspettare con impazienza una nuova indagine di Carl Mørk adesso che sembra stia per cambiare qualcosa.
Unica pecca, facilmente superabile e perdonabile, vista l’ottima qualità del romanzo, è che per noi italiani può risultare difficile ricordare cognomi danesi tanto simili fra loro, ma vi garantisco che ci si abitua.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    01 Luglio, 2012
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Un cattivo come il Maestro non si è mai visto.

Un cattivo così, come il Maestro, non si è mai visto.
Un uomo detective della polizia di New York, come Mike Bennett, nemmeno si è mai visto.
Un libro che si legge tutto d’un fiato perché, come sempre, James Patterson non ti permette di mollare la presa dal libro, finché non ti ha fatto terminare di leggere la storia che ha deciso di raccontarti. Se è l’autore più venduto al mondo, il motivo è evidente e, dopo aver letto un qualsiasi suo libro, se ne ha ogni volta la conferma.
Con Il Maestro entrerete nella mente dei due protagonisti principale. In primis, lui, l’uomo misterioso, lo psicopatico che si lascia chiamare il Maestro e che agisce per punire il genere umano, in particolare i newyorchesi, spinto apparentemente dal più futile dei motivi. Un po’ lo si troverà anche affascinante quest’uomo che riesce a passare non del tutto inosservato. Lo si segue mentre mette in atto i suoi brutali omicidi che accompagna con seducenti sorrisi e battute ad effetto.

A combattere il male di turno, rappresentato dal Maestro, c’è un detective, single, padre amorevole ed attento di bene dieci figli, circondato da donne che lo trovano irresistibile per il suo essere un vincente in ogni campo. Sempre ironico, sarcastico, affettuoso, romantico ed anche tenero. Non siamo per niente abituati a detective così originali. Soltanto Patterson poteva riuscire a creare un personaggio che fosse tanto nuovo ed originale, quanto credibile ed incisivo.

C’è chi, come il News of the World, dice che “sembra di leggere un film di Bruce Willis”, ma non lo so se l’attore in questione sarebbe all’altezza. Forse potrebbe interpretare Bennett, ma per la parte del Maestro, non ci sono dubbi: nessuno potrebbe meglio di Tom Cruise. È Patterson stesso che lo ha scelto e fin da subito ha bisogno delle sue fattezze e del suo sorriso, a metà strada fra il simpatico e lo psicopatico, per delineare il suo personaggio del Maestro perfettamente carismatico, magnetico, che si visualizza facilmente, proprio perché somigliante a Tom Cruise.


È davvero troppo bravo James Patterson anche in coppia con Michael Ledwidge!
Anche l’agente Bennett ha conquistato il pubblico dei suoi lettori e conquisterà anche voi. Lo stile pattersoniano è perfetto nel dosare gli ingredienti della suspense e della dinamicità, alternando dialoghi a sequenze narrative che non vedono punti morti, grazie alle descrizioni ridotte all’essenziale e alla brevità dei capitoletti che spingono a non averne mai abbastanza.
Il Maestro è il secondo thriller del ciclo ispirato a Michael Bennett, subito dopo Il Negoziatore. La sua vita, la sua personalità, la sua vita privata, oltre a quella lavorativa, sono un mondo che vi piacerà scoprire.
È un libro che consiglio a tutti, uomini e donne di qualsiasi età, anche a chi non ama leggere, perché non è eccessivamente lungo e le pagine le leggerete senza rendervene conto. Non si sfugge alla trappola avvincente di questo nuovo thriller di Patterson, finalmente giunto anche in Italia.

Molti suoi romanzi sono diventati bei film. Speriamo che anche Il Maestro arrivi al cinema e poco importa se Michael Bennett sarà interpretato da Bruce Willis, Clive Owen o Jason Statham, perché sarà comunque un successo: la trama lo rende già un perfetto prodotto cinematografico.

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Una sola notte,
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    01 Luglio, 2012
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Un appassionante medical thriller

A volte capitano attrazioni strane, stravaganti, come nel caso di questo libro che mi ha subito attratta non per la copertina (bella, ma con poco materiale per fantasticarci sopra), non per il titolo (l’originale è “Los cuadros del Anatomista” che effettivamente svela troppo, togliendo l’effetto sorpresa), ma per l’autore. Cosa può dirmi il nome di uno scrittore spagnolo al suo primo romanzo? Niente, ma l’elemento che mi ha colpita è la sua professione. Infatti, il barcellonese Alejandro Arís è un medico chirurgo, direttore del reparto di Cardiologia di uno degli ospedali della sua città, e proprio per questo motivo mi aspettavo molto da lui. Subito la mia mente ha immaginato varie cose, storie e situazioni narrate, particolarmente descritte in ambito medico e così è stato. Nonostante tutto ciò che ho immaginato, il medical thriller L’artista della Morte è riuscito a sorprendermi oltre la mia immaginazione e sempre positivamente.
Le mie aspettative non sono state deluse ed inoltre ho trovato più di quanto mi aspettassi. L’ambito medico è stato ottimamente sviluppato. Certo le mie conoscenze, in quel settore, sono limitate e andavo a fiducia, ma qualcosa in più mi è rimasta, oltre la componente romanzata.
Ad avermi colpita e sorpresa è stato il periodo storico, non attuale, ma nemmeno medioevale e soprattutto non inflazionato da altri romanzi. Il primo rigo del primo capitolo riporta a margine una data, il 1° marzo 1968. Decisamente un bel periodo da approfondire con tutti i fermenti politici in atto e i mutamenti dal punto di vista sociale. Lo scrittore stesso, nella nota a fine romanzo, cita il saggio da cui ha preso spunto per rendere storicamente credibile la sua opera.
Si alternano capitoli strettamente medici con il protagonista, il dottor Kenneth Philbin, da poco reduce da un’esperienza nella guerra del Vietnam, intorno cui ruotano i suoi amici (in primis il palermitano Claudio Simone) a quelli in cui attraverso la radio e la televisione parlano i politici del periodo e palesano gli eventi in corso, compreso l’assassinio di Martin Luther King il 4 aprile del 1968 a Memphis e quello di Bobby Kennedy a Los Angeles il 6 giugno.
Gli eventi narrati arrivano fino al luglio del 1969 e si svolgono in America a Washington. È sorprendente come lo scrittore abbia mescolato insieme le varie componenti del suo thriller, fatto di anatomia, storia e tanta, tanta arte, ma anche suspense, sesso e vicende personali, fino ad ottenere un ottimo risultato. Una lettura che scorre piacevolmente sin da subito e si dipana attraverso un intreccio ordito ad arte e non privo di colpi di scena.
Se il personaggio buono è il giovane, affascinante e professionalmente preparato dottor Kenneth Philbin, a fargli da antagonista è un killer che unisce conoscenze mediche a una passione spiccatamente artistica. Scoprire il messaggio nascosto dietro ogni omicidio, richiederà sapienti ricerche che il protagonista analizzerà e svelerà, rendendoci partecipi.
Sono soddisfatta di essere arrivata alla soluzione del giallo un minuto prima di Kenneth. Forse sto diventando troppo brava o forse fa parte della tecnica dell’autore di aiutare il lettore, grazie al ragionamento, ad immedesimarsi così tanto nelle vicende narrate, da arrivare alle stesse conclusioni. Aspetto di sapere se anche per voi è stato così piacevole entrare nell’indagine contro l’artista della morte e smascherarne chi ne è l’artefice.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    01 Luglio, 2012
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Una storia crudelmente psicologica

Una narrazione profondamente psicologica, morbosa, malata, ossessiva e avvolta da svariati misteri. Natsuo Kirino, in Una storia crudele, con il suo personalissimo stile, struttura vicende e individui attraverso i loro racconti, narrati direttamente o riferiti nelle impressioni altrui, in un cerchio che si avvolge intorno ai personaggi, alle sfortunate coincidenze e alla realtà di come si sono svolti davvero i fatti.
Nella narrazione non mancano parti caratterizzate dalla finzione, propria del romanzo, e menzogne, attribuite alla sofferenza di una mente traumatizzata. La brevità del romanzo non permettono di approfondire la perversione e la disperazione, elementi caratteristici dominanti dei personaggi della Kirino, che forse sceglie di proposito di omettere il massimo della morbosità nel suo racconto per farlo solo percepire in tutto il suo orrore. Così come la protagonista ha bisogno dell’immaginazione per crearsi una realtà parallela, in cui vivere e isolarsi, allo stesso modo il lettore deve usarla per riempire i vuoti lasciati di proposito nel racconto per ricomporre i pezzi di un mistero fatto di paura e sevizie che raccontare esplicitamente renderebbe banale.
Confermo, ancora una volta, il mio apprezzamento per lo stile della Kirino che presenta un lato perverso del Giappone.
Keiko ha solo 10 anni, quando l’operaio venticinquenne Kenji la rapisce e la costringe a vivere per un anno con lui, mostrandole il lato aberrante degli esseri umani. Ma per raccontare questa storia, rendendola originale, Natsuo Kirino escogita l’espediente di “Una storia crudele”, il manoscritto autobiografico di quella brutale esperienza, lasciato al marito dalla stessa Keiko che ormai ha cambiato nome, ha 35 anni ed è una scrittrice famosa, un caso letterario in Giappone, con il romanzo d’esordio “Come il fango”.
Keiko adulta è scomparsa, senza lasciare nessuna traccia, se non la verità che molti anni prima tutti cercavano di farle raccontare, cioè cosa è davvero accaduto in quell’anno di prigionia tra lei e il suo aguzzino. I misteri non sono solo quelli racchiusi nella mente di Keiko, poiché tutti i personaggi presentati hanno segreti che non raccontano e che il lettore vuole poter chiarire fra le pagine del romanzo. Il pedofilo, il vicino di stanza, i genitori della bambina, il detective che indaga, la psicologa che offre il suo sostegno, le amiche: ognuno agisce seguendo le sue motivazioni che sembrano avere come denominatore comune l’attenzione verso Keiko.
Anche se è cresciuta e la sua vita sembra essere stata rivoluzionata, Keiko non ha ancora superato i traumi psicologici di quell’esperienza ed, anzi, li ha raccontati in tutte le sue fasi, nell’evoluzione affrontata dalla mente, vittima di feroci e drammatici ricordi di sevizie e molestie sessuali, rendendola una “creatura sessuale” oltre che un vero e proprio giocattolo, definizione che la offende ma che sa essere reale.
Un racconto nel racconto, un romanzo accostato ad un altro, come la realtà accanto alla finzione. Un meccanismo tortuoso, ma ben sviluppato e che ne rende interessante e ricca di suspense la lettura.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    01 Luglio, 2012
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Il primo volume della saga dei Vanir

Scoprire la creatività, il fascino e il mistero dei personaggi di Lena Valenti mi hanno portata qui a lodare il contenuto de Il Libro di Jade.
La Valenti ha saputo creare un mondo, compenetrato nella nostra realtà e, allo stesso tempo, avvolto nella leggenda.
La mitologia è una delle componenti indispensabili per apprezzare il romanzo che ne è stato costruito sopra.
È una saga, quella dedicata ai Vanir, ma questo, Il libro di Jade, è solo il primo, imponente, sostanzioso volume. Sono 592 pagine, grazie alle quali si scopre un mondo originale, parallelo a quello in cui viviamo, diverso dal solito, dove si distingue tra figure leggendarie e si svela un ordinamento gerarchico anche all’interno delle creature che tutti, proprio tutti, compresa la protagonista Aileen, credono irreali.

Dimenticate i vampiri o nosferatu e pensate ai Vanir.
Quindi, niente mani gelide e cuori che non battono.
Allo stesso modo, cancellate dalle vostre menti i licantropi o lupoidi e provate a immaginare i Berserker.
Personalmente, non ne avevo mai sentito parlare ed è qui il tocco di novità. Discendendo dalle divinità, queste creature hanno sembianze di straordinaria bellezza. E il loro fascino è solo una delle loro tante qualità. Infatti, non mancano di simpatia, battute ironiche, premure, senso del dovere e spiccata intelligenza. Come ogni divinità che si rispetti, sono circondati dal lusso, dall’eleganza e dalla tecnologia (auto, palazzi, iPhone, ecc.).
Hanno anche dei poteri che vi lascio la curiosità di scoprire.
Tutto inizia con una vendetta: la morte di un amico cui rendere giustizia.
Per attuare il suo piano il Vanir, Caleb, rapisce la figlia di quello che, al momento, crede il suo più grande nemico, uno scienziato a capo di un’industria farmaceutica, il quale conduce, segretamente, esperimenti su Vanir e Berserker.
Rapire Aileen, però, sarà letteralmente come trovare la perdizione per Caleb. C’è molto da scoprire sulle attività del padre della ragazza e su Aileen stessa. Da subito fra Caleb e Aileen si instaura un rapporto molto particolare, fatto di dominazione e sensualità, violenti litigi e riappacificazioni, per poi tramutarsi da passione in vero e indissolubile amore. Anche due persone che sembrano incompatibili, hanno in comune più di quanto può sembrare. Questa è la magia del romance! E, come avrete capito dalla trama, ha anche un tocco, ben distribuito, di paranormal.
Se all’inizio il fascino di Caleb metterà in ombra la piccola Aileen, la situazione è destinata a mutare, andando avanti con i capitoli e seguendo un ritmo adrenalinico, ricco di colpi di scena. L’intreccio tra i personaggi farà giocare un ruolo importante a tutti, ben delineati anche nelle loro evoluzioni da buoni a cattivi.
Ma allora chi è Jade? Cosa c’è scritto nel suo libro? Che cos’è realmente questo libro?
Togliervi l’emozione di scoprire ogni risposta, leggendo questo paranormal romance, non è compito mio.
Vi lascio con un pizzico di curiosità, senza togliervi il piacere di leggerlo, durante questa afosa estate.
Questo paranormal romance, con ambientazioni dark e personaggi seducenti, è davvero hot e, allo stesso tempo, romanticissimo, ed è giusto affermare che è un “fenomeno letterario” senza precedenti. Ve lo consiglio, perché è fantasy, ironico, dark, sensuale, intrigante, avvincente, ricco di scene da mozzare il fiato e con personaggi di cui non si può dimenticare la bellezza e il temperamento.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    01 Luglio, 2012
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Un'indagine complessa per una maestra della suspen

“L’ambizione aveva ripreso le redini della sua vita.”
Perché anche le donne si lasciano catturare dall’ambizione? Solitamente si crede che siano gli uomini ad essere ambiziosi, ma una donna, come Anna Travis, personaggio femminile nato dalla penna di Lynda La Plante, è una figura complessa e non immune a questa forte pulsione personale. Nella serie di thriller dedicati a Anna Travis, abbiamo seguito le sue avventure sentimentali intrecciarsi con le questioni lavorative. Lei, Anna Travis, è una donna in carriera, un’ispettore fiero di seguire le orme paterne e che si lascia coinvolgere più del dovuto dal suo lavoro.

Il titolo originale “Blind Fury” (letteralmente “Furia cieca”) è stato sostituito con uno fortemente televisivo (basti pensare alla serie tv Criminal Minds) e accattivante come “PROFILER” che mette in risalto l’aspetto criminologico e psicologico delle vicende romanzate.

La copertina conferma la prima impressione che il titolo trasmette e ne rafforza il senso d’inquietudine e le aspettative, proprie del thriller. Il fatto, poi, che si sia scelto un inquietante volto maschile, spezzettato in varie polaroid, che ne catturano i particolari, esprime quello che è il contenuto del thriller PROFILER, dove le indagini sono molto frammentarie e si ha la costante impressione che la polizia non riesca mai a fare chiarezza, nonostante si affanni nella ricerca della verità.

L’indagine di Anna Travis, anche questa volta, è un caso complicato: alcune donne senza identità sono state trovate morte ai margini della stessa autostrada e sembra che dietro ci sia lo stesso killer seriale.
La questione diventa sempre più complicata perché c’è anche un altro feroce serial killer, Cameron Welsh, il quale, dalla sua cella in un carcere di massima sicurezza, si propone per aiutare la polizia nelle indagini, stilando un profilo del colpevole (da qui deriva l’originale titolo).
I vertici delle forze di polizia decidono che Anna dovrà servirsi della consulenza di quel mostro che ha spezzato innocenti vite umane. È un po’ come trovarsi ne Il silenzio degli innocenti, ma lui, Cameron Welsh, non è un cannibale come Hannibal Lecter, ma un sadico ossessionato dal ricordo delle sue vittime e dall’ispettore Anna Travis, che aveva collaborato per la sua cattura. Infatti, lui non ha occhi che per lei, durante le sue visite, mentre Anna sembra essere l’unica convinta che Welsh non potrà essere di nessun aiuto. Effettivamente, ciò che Welsh suggerisce, corrisponde a una pista che Anna ha già preso in considerazione.

Per arrivare al colpevole, il punto di partenza è scoprire chi erano le vittime, cosa avevano in comune, chi frequentavano, ma è difficile, visto che non sono state nemmeno identificate.

Welsh suggerisce anche che, secondo lui, non sono le uniche, perché il killer che cercano agisce da molto più tempo ed ha ormai un modus operandi consolidato.

Nelle 451 pagine di thriller, Lynda La Plante, maestra di suspense, riesce a coinvolgerci nelle indagini e a stupirci. Ho trovato interessanti i meccanismi dell’intreccio che hanno reso più avvincente la storia e, mentre mi addentravo nella miriade di dettagli, assistevo da lettrice agli interrogatori, accompagnavo Anna Travis sulle scene del crimine, piena di interesse, cercavo di intuire la verità non lasciandomi sfuggire nessun particolare che la scrittrice ha disseminato nel romanzo. L’indagine non è stata affatto semplice e questo contribuisce a motivare il lettore in fase di lettura. Inoltre, ci sono colpi di scena e risvolti inaspettati delle vicende che ne hanno rafforzato la trama e tenuto vivo l’interesse.
La storia narrata non è affatto semplice, anche a livello psicologico, coinvolge e cattura l’attenzione e non ce l’ho fatta a intuire chi fosse il colpevole e questo proprio grazie alla La Plante, davvero eccezionale nel creare trame complesse e ad effetto.
Sapere che Lynda La Plante è stata un’attrice, prima di diventare sceneggiatrice e scrittrice di bestseller, è un punto a favore della sua creatività. Lo stile dei romanzi è sicuramente influenzato dalla stesura delle sceneggiature, dove si occupa sempre di creare donne dal temperamento forte e indipendente con il pallino di fare carriera. Basti pensare che Lynda La Plante è autrice della famosa serie tv Prime Suspect.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Giugno, 2012
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A Temptation succede di tutto

Jennifer Crusie è una scrittrice di bestseller che approda in Italia con questo suo secondo romanzo. Il suo modo di scrivere vi conquisterà. Lei è bravissima a scrivere romance ironici e piccanti che descrivono l’universo femminile alla perfezione, con discorsi alla Sex & the City e situazioni possibili e divertenti, adatte per una trasposizione cinematografica. Leggere questo romance, è come vederlo in una commedia, poiché i personaggi sono tutti diversi, gli uni dagli altri, si passa da quelli solo strani a quelli totalmente bizzarri, fino a quelli che altro non sono che caricature e parodie di modelli già etichettati dalla società.
La più normale, in fondo, sembra essere proprio Sophie, la figlia maggiore dei Dempsey. Lei ha una sorella Amy e un fratello Davy, cui ha fatto un po’ da mamma, avendo il carattere più maturo.
Sophie e Amy sono dirette nel paesino di Temptation per girare un documentario su un’ex attrice ancora alla ricerca del suo autentico momento di gloria, Clea, quando hanno un incidente con il consigliere comunale e sua moglie. Niente di grave, ma esplode prepotentemente l’ironia della Crusie. Le due nuove arrivate vengono subito inquadrate come un bel pericolo per l’apparente tranquillità della ridente cittadina di Temptation, il cui nome è già di per sé tutto un programma. Si sparge la voce che le due sorelle Dempsey stiamo programmando di girare un porno a Temptation e spetta al sindaco Phin Tucker cercare di sventare il pericolo.
Non si sa come, ma la situazione si complica, quando il sindaco e il suo amico sceriffo Wes incontrano le due sorelle. Per ognuno dei due scoppia come una scintilla, un’attrazione irrefrenabile, e fra battute e battibecchi, incomprensioni, situazioni strane e tentativi, più o meno, maldestri di far colpo, gli intrecci fra i personaggi e il resto dei cittadini di Temptation diventano incontenibili e incontrollabili. La situazione sfugge di mano. C’è un gran parlare a Tempation. Ognuno dice la sua. I dialoghi superano le descrizioni.
La simpatia della Crusie ci mette la sua parte, delineando dei personaggi che piacciono. Non c’è, infatti, nessuno che risulta antipatico alla lettrice e sono davvero tanti, ognuno con i suoi interessi verso qualcuno che invece è interessato ad un altro o altra in una fittissima rete di intrecci. Si scopre ben presto che non esiste la noia a Tempation. Nascono nuove coppie in un turbolento gioco in cui gli amanti si accoppiano, si cercano, si rincorrono, si stuzzicano, decidono di lasciarsi e poi si riprendono.
Sophie si innamora della vitalità di quel paesino e scopre che la sua antipatia iniziale per Phin si scontra con il suo stesso desiderio di averlo. In questo corteggiamento serrato forse Sophie capitola troppo facilmente, ma d'altronde è una ragazza di città convinta che, finita la scintilla dell’attrazione, tutto il loro reciproco interesse si affievolirà senza problemi, mentre invece per loro c’è un lieto fine molto particolare. L’attrazione sarà un vortice che li assorbirà fino al prossimo guaio.
Infatti, non sarà affatto semplice come sembra. Lo sceriffo Wes avrà molti casi da risolvere, più di quanti se ne sono avuti complessivamente negli ultimi anni e tutti insieme scatenati dall’arrivo a Temptation delle due sorelle. Si combatterà contro la pornografia, vera, presunta o immaginaria, contro furti e non mancherà anche un tocco di noir con un omicidio. Ovviamente non vi sto a dire chi verrà ucciso, né chi è il colpevole, come non vi dirò che ci sarà chi rischierà la vita … e poi ancora fidanzati che diventano ex, bambine in cerca della mamma, registi, ragazze che vogliono fuggire dal paesino e sono pronte a tutto e non voglio lasciarmi sfuggire nient’altro. A Temptation succede davvero di tutto e a voi la decisione di scoprirlo o meno, immergendovi nella simpatica ilarità delle pagine di questo romance.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Giugno, 2012
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Il perché della maledizione di Angelique

L’amore non corrisposto è sempre fonte di guai, anche in un fantasy, ricco di storia, che parte da grandi e importanti precedenti. Una storia sulla mente femminile, sulla passione, l’amore, la gelosia, il tradimento, la vendetta e infine la follia. È una storia che mi ero immaginata in un modo, ma che mi ha totalmente depistata nelle aspettative. Una storia che inizia lentamente, mentre cerchi di inquadrare le vicende di vari personaggi che non sono come avevi pensato. Poi, quando ottieni un quadro d’insieme completo, ti prende perché ti dici: “Allora è così!” In un crescendo di originalità, la narrazione ti trascina e ti conduce dentro la storia, dentro le vite di quei personaggi, cui ti stai affezionando, per cui provi simpatia, interesse e anche compassione. Ma, più di tutti a conquistarti è Angelique Bouchard, anche se progressivamente cambia, è un personaggio in divenire per cui si prova comprensione e ci si immedesima. È la protagonista femminile del romanzo, una donna che prova un grande sentimento, un’intensa passione, e, di conseguenza, tutta la sfera negativa dell’altra faccia della medaglia.
Passiamo a parlare di Lara Parker, la donna più indicata per scrivere questo romanzo.
Perché vi dico questo? Perché un’ex attrice è diventata la scrittrice giusta per la stesura di questa storia?
Sapevo che dal libro Dark Shadows di Lara Parker è stato tratto il film di Tim Burton, ma non ero a conoscenza che la storia risale ad una soap opera statunitense che è andata in onda dal 1966 al 1971 e che, successivamente, nel 2004 è stato fatto anche un film per la televisione americana.
Delle vicende di questi personaggi ignoravo l’esistenza, ma trovo originale l’idea della Parker di approfondire la cattiveria del suo personaggio, così come se lo era immaginato, quando, da giovanissima, ha interpretato la parte di Angelique nella soap opera. Le era stato chiesto varie volte: “Perché Angelique è diventata una strega?” Da questo semplice spunto, lei, Lara Parker, che l’ha impersonata per tanti anni, ha dato sfogo alla sua fantasia, ha sciolto le briglie alla sua immaginazione e finalmente ha preso carta e penna e ne ha raccontato la storia.
A narrare la storia sono due personaggi, Angelique e Barnabas, anche se le parti con il racconto focalizzato con il punto di vita di lei sono quelle maggiori quantitativamente. Lei ha scritto un diario e lui è colui che lo ritrova e lo legge, secoli dopo, mentre ricorda alcuni degli eventi che coinvolgono entrambi. Lui, Barnabas, è un ricco e viziato aristocratico, che subisce davvero la bellezza di Angelique, ma è anche molto superficiale e attaccato alla sua ricchezza e alla sua immagine che lo vorrebbe sposato con una signora e non con una schiava.
È piacevole lo stile della Parker. Chi ha detto che le attrici non sanno scrivere?
La storia è anche avvincente e coinvolgente, con colpi di scena e tanto romanticismo, ma anche tanto del contrario.

***AVVISO SPOILER***
Se volete leggerlo, non leggete oltre, mentre se l’avete già letto, vedete se siete d’accordo con me.

Lentamente ci si rende conto del perché Angelique diventi un personaggio negativo, ma, dopo aver letto ciò che non è mai stato detto di lei, cioè la sua infanzia difficile, la separazione forzata dalla madre che l’aveva iniziata al voodoo, gli abusi, la prigionia, le perdite successive di altri affetti importanti, l’hanno resa quel che è. È una donna che vuole l’amore. Lo vuole con tutte le sue forze. Vuole essere amata. Vuole sentirsi finalmente protetta e al sicuro, all’interno di una vera famiglia, ma i tradimenti e gli inganni dell’uomo che ha scelto di amare, dopo averne subito il fascino nell’adolescenza, l’hanno resa quel che è. L’hanno indurita nel cuore. L’hanno resa ossessionata e alla ricerca di vendetta, senza davvero voler causare male all’uomo che ama. Barnabas ha la colpa di non essere pienamente consapevole delle sue azioni: la seduce convinto di poterla amare per sempre, ma poi non la vuole realmente per tutta la vita. Il suo cuore lo offre ad un’altra donna, molto vicina a Angelique, la quale resta comunque troppo bella e desiderabile per non volerla ancora per sfogare le sue debolezze di uomo virile e capriccioso.
L’amore non corrisposto si colloca in questa ambientazione, oltre che storica, anche soprannaturale, con un contorno di maledizioni, zombie, lupi mannari e vampiri. Lo stesso Barnabas viene trasformato in un vampiro per rendere immortale la sua maledizione e fargli provare tanta sofferenza quanta ne ha vissuta Angelique.
Alcune cose restano in sospeso o vaghe, ma soltanto perché questo libro è solo il primo di una trilogia che parte alla grande. Pur sapendo già che Angelique non avrà mai l’amore di Barnabas, la curiosità di continuare a leggere il resto della trilogia è grande. Forse perché si vuole sapere se Barnabas riuscirà o meno a liberarsi della maledizione di una strega tanto potente come Angelique. La sua infelicità la si ritrova in tante donne, il cui amore non viene corrisposto, che vivono credendo ai vari inganni di uomini che non hanno le idee chiare.
La storia e il modo di narrare li ho trovati originali, audaci, sorprendenti. E voi?
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Giugno, 2012
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Lisbeth Salander e Michael Blomkvist in versione g

Un piccolo gioiello sotto molti punti di vista con l’unica pecca di essere troppo breve. Nemmeno 300 pagine per creare un perfetto thriller che fonde antichità, religione e tanti tanti segreti, inspiegabili, irrisolti, pericolosamente eretici.
Dietro un mistero se ne cela sempre un altro, per citare Hitchcock, ma in questo libro c’è di più. Ci sono Lisbeth Salander e Michael Blomkvist, in versione galiziana. Loro indagano, ma anche la polizia indaga ed ha un bel protagonista, un commissario di polizia fuori dagli schemi, Lois Castro.
L’autrice spagnola, Susana Fortes, non è una alle prime armi. I suoi libri in Spagna hanno un enorme successo e Il cammino del penitente si colloca ai vertici.
Gli elementi di questo thriller sono: una ragazza assassinata nella cattedrale di Santiago de Compostela, un antico manoscritto scomparso nel nulla, un movente che risale al IV secolo. Ed è proprio vero che 'Dio scrive dritto sulle righe storte': una storia ingarbugliata, piena di verità nascoste, con una scena del crimine che esce fuori dagli schemi e non suggerisce piste iniziali su cui indagare. Gli unici, a saperne di più della polizia, sono i due giornalisti che hanno già messo gli occhi sul loro scoop. Lui è Villamil, strano e facilmente riconoscibile per la scelta delle sue stravaganti cravatte. Lei, Laura Màrquez, è una donna minuta, esile, taciturna, con le auricolari perennemente nelle orecchie, per escludersi volontariamente dagli altri e continuare a nascondere un passato violento, nonostante il suo aspetto lo smentisca.
La vittima Patricia Palmer, studentessa di archeologia, è una ragazza all’apparenza come tante, ma c’è chi in lei vede qualcosa di oscuro e da tenere nascosto. Anche lei, prima di morire, deve aver scoperto qualcosa, una qualche verità, che nessuno doveva sapere e questa scoperta, per lei, è un peccato che deve scontare con la morte, l’unica penitenza possibile.
Il cammino del penitente è un mistery perfetto che lascia senza fiato, con un ritmo incalzante, che trascina il lettore in una città dove nulla è ciò che sembra e dove il pericolo può nascondersi dietro ogni angolo, mentre questioni religiose e politiche si intrecciano e si scambiano reciproci favori.

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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Giugno, 2012
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Vari punti di vista sulla maternità

“La pioggia diventa sempre più forte, e il tuono in lontananza brontola perché il fulmine non l’ha aspettato”. Solo un assaggio per introdurre un romanzo che ha tutti gli ingredienti per essere considerato un autentico capolavoro, un romanzo perfetto fatto di personaggi cui ci si affeziona proprio per le loro umane imperfezioni. Un romanzo sull’amore, sulla maternità, sul senso di colpa, sulla guerra, sulla morte, sulla giustizia, ossia su ciò che è giusto o sbagliato.
A volte si fanno cose, credendo di non nuocere agli altri. A volte le si fanno per egoismo. In altre si crede o si spera che nessuno verrà a saperlo … ma quanto si potrà sopportare il senso di colpa?
Spesso si crede di vedere negli accadimenti della vita coincidenze o segnali che il destino ci manda.
È sempre molto difficile prendere la decisione giusta e a volte si è davvero convinti di averlo fatto, cioè di agire nel bene.
La miseria umana emerge con tutta la sua prepotente consapevolezza in questo romanzo, scritto per essere apprezzato, compreso, per far riflettere intimamente il lettore che ne subisce gli eventi, vedendo se stesso e il proprio agire in quello dei personaggi.
Si resta anche conquistati ed affascinati dall’ambientazione del romanzo: l’Australia, fatta di oceano, luce e spazio. Il periodo storico è di poco successivo agli anni della Prima Guerra Mondiale.
Ci sono due madri che soffrono ed un’unica figlia, vista sia come dono sia come proprietà. “Sono la figlia che hai sempre voluto. Adesso sei tu mia madre. E nessuno lo verrà a sapere.”
C’è un uomo che vuole fare sempre la cosa giusta perché ne ha viste troppe sbagliate.
C’è la guerra nel ricordo di tutti. La guerra che ha trasformato il loro modo di vedere la vita e di pensare al futuro.
C’è un bellissimo faro dove si è costretti a vivere in solitudine, a contatto con la natura, e dove si rischia di impazzire per l’insopportabile isolamento, poiché lì tutte le emozioni si acuiscono, sia positive sia negative.
Non mancano: l’amore, in tutte le sue forme; l’ossessione del ricordo; la psicologia che distingue fra giusto e sbagliato; il mistero di un noir; le indagini di un poliziesco; le fasi procedurali di un legal thriller; le potenti descrizioni che delineano la natura, attraverso vigorose e sfumate pennellate .
C’è tutto in questo romanzo, intimamente psicologico, che è un reato non leggere. È uno di quei libri che influenzano la vita e che riescono introspettivamente a parlare al cuore e alla mente. I lettori ideali per questo libro sono sia uomini che donne. A ognuno questo libro può trasmettere qualcosa. Il lettore può essere d’accordo o in disaccordo con l’agire dei personaggi, ma non può non riflettere sulle scelte che prendono, immedesimarsi, commuoversi, comprendere e giustificare le loro motivazioni.
“A volte la vita si dimostra dura. A volte ti dilania. E a volte, quando pensi che sia già successo il peggio, torna indietro a prendersi un altro morso.”

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Giugno, 2012
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Elettrizzante, coinvolgente e con un ritmo serrato

Tre giorni per morire è il classico thriller adrenalinico e psicologico con una trama che si adatterebbe benissimo ad un prodotto cinematografico, come anche ad una serie tv.
Il rapporto fra genitori e figli è chiamato in causa, insieme alla normalità e banalità di qualsiasi ambiente domestico.Quando una madre si separa dai figli, tende a lasciarli andare in posti che reputa sicuri e con persone di cui si può fidare. Dove i figli sono veramente al sicuro?
Fin dalle prime pagine ci si pone questa domanda che va a scontrarsi con gli eventi reali. Sicuramente, una qualsiasi madre sente che la risposta a quella domanda è proprio la scuola, anche se la recente cronaca e questo thriller ci dimostreranno il contrario, soprattutto perché una qualsiasi madre abbassa la guardia quando crede che i propri figli siano in un luogo “sicuro” mentre invece non lo sono.
Il thriller si apre con un capitolo, un prologo, a forte impatto emotivo. Una donna torma a casa serenamente, ma dentro fa la più terribile delle scoperte: sua figlia, che dovrebbe essere a scuola, è a terra in una pozza di sangue e un uomo con un coltello insanguinato è sopra di lei.
Come vedete il primo impatto è sconvolgente. Rompe la routine e il cliché dell'ambiente familiare.
Posso ancora dirvi di più, senza togliervi il bello di leggerlo, perché la trama in copertina anticipa qualcos’altro. La madre Abigail lotta con quello che crede essere l’assassino di sua figlia Emma e lo uccide a mani nude. Quale madre avendone l’occasione non lo farebbe? Non è solo questione di legittima difesa, ma è la reazione più prevedibile di una donna cui hanno strappato l’affetto più grande. Lo shock della donna aumenta quando si scopre che il corpo della ragazza non è quello di sua figlia che, invece, è scomparsa.

Questo thriller ha tutte le premesse per essere vincente e forse solo le 470 pagine di romanzo possono scoraggiare gli animi dei lettore più pigri, ma vi assicuro che vi prenderà e il totale delle pagine non sarà altro che un numero.
Il secondo thriller di Karin Slaughter, che aspira a cambiare il modo in cui gli uomini vedono le donne, dimostra che anche le donne sono in grado di scrivere thriller perfetti. Il genere non è appannaggio esclusivo dell’uomo come molte altre cose. Anche le donne sanno giocare e disseminare bene gli elementi della suspense, accentuandone i risvolti emotivi e psicologici. Perfetta la Slaughter come scrittrice di thriller e mi riprometto di recuperare anche il su primo libro L’ombra della verità, di cui Tre giorni per morire è la perfetta conferma.

***AVVISO SPOILER***
Se volete leggerlo, fermatevi e non leggete oltre.
Mentre se l’avete già letto, vedete se siete d’accordo con me.

Cos’altro posso dirvi?
La vita dell’agente speciale del Georgia Bureau of Investigation, Will Trent, è sempre più complicata e sempre più intrecciata con il caso da risolvere. Questa volta dovrà lottare contro il tempo per salvare una diciassettenne dai suoi sadici rapitori ed avrà soltanto tre giorni per riportarla sana e salva dai suoi genitori.

Cosa mi è piaciuto di più di questo libro?
La trama è coinvolgente. È un thriller che scorre, nonostante la poca simpatia che abbia per i capitoli eccessivamente lunghi, ma è un minimo difetto che si può sorvolare, se ci si concentra sull’originalità delle vicende che arrivano ad indagare l’abisso dell’animo umano. La parte psicologica colpisce, cattura la curiosità, fa riflettere. Lo stile incalzante e la suddivisione in tre grandi parti, che scandiscono cronologicamente il passare dei tre giorni, è funzionale e proporzionale al coinvolgimento che si raggiunge, mentre si insinuano dubbi, vengono presentati sospettati, si indaga sulla famiglia, giungono i primi esiti della scientifica, vengono effettuate nuove ricerche e interrogatori.
Karin Slaughter la si può inquadrare come una donna che vuole seguire le regole e vuole raggiungere la verità, così come fanno i suoi personaggi. Il suo agente speciale è un uomo in conflitto con il suo passato e con il suo presente, ma quando segue un’indagine cerca di non commettere errori e non riesce a non lasciarsi coinvolgere.

Cosa ho imparato da questo thriller?
Ho approfondito la conoscenza del disturbo della dislessia e di come chi ne è affetto tenti di non farsi notare, camuffando i propri comportamenti, ricorrendo a piccole astuzie o a trovate tecnologiche. La psiche, che soffre per una carenza, è pronta a lottare per apparire normale e non far notare i difetti è il primo obiettivo.

C’è amore in questo libro?
C’è l’amore, sano e genuino, per i figli, ma c’è anche l’amore ossessivo, malato, contorto e che si avvicina più all’odio, al rancore represso …

Cosa c’è di originale?
Di solito i thriller finiscono con la risoluzione in positivo o in negativo delle vicende e si ipotizza che tutto si rimetta al posto giusto, anche nella vita delle vittime. In questo libro, invece, c’è una parte in più, nel classico epilogo, in cui si narra la vita dei protagonisti che, dopo aver vissuto eventi così scioccanti, cercano di rimettersi in sesto, di riportare in carreggiata le loro esistenze, superando le vicende traumatiche, cercando di ristabilire una normalità che, ovviamente, non potrà essere quella di una volta.

E, infine, perché ve lo consiglio?
Prima di tutto, perché se una scrittrice viene tradotta in trenta Paesi e vende quaranta milioni di copie sicuramente scrive dei thriller più che interessanti, i quali sono anche ottimi prodotti sul mercato.
E poi perché a me è piaciuto molto e mi sento di consigliarlo a chi gradisce il genere del moderno thriller investigativo.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    03 Mag, 2012
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La casa perfetta per trovare la felicita'

Non pensavo che questo libro mi avrebbe emotivamente colpita così tanto. Non immaginavo che alcune sensazioni sarebbero arrivate a colpirmi con tale intensità. Pensavo che fosse un romance piacevole, ma è stato molto di più. Oltre a intrattenermi con un tocco di rosa, la sensibilità con cui è scritto, con cui sono delineati i personaggi e le loro storie, le loro vicende non sempre piacevoli, i loro modi di vivere e di reagire alle situazioni hanno trasmesso quel qualcosa che arriva all’anima fino a commuoverla. Ovviamente non all’inizio né al lieto fine, ma al punto di suspense più intenso, quel punto che in narratologia siamo soliti definire “spannung”, dove l’azione culmina o precipita.
Vi sto parlando di Baci segreti e lettere d’amore di Rowan Coleman che si presenta bene sin dalla copertina, molto raffinata e piacevole allo sguardo, ma che forse tradisce un po’ l’intensità delle emozioni, le quali non saranno totalmente orientate alla serenità. In realtà, sono proprio la serenità e la sua ricerca gli obiettivi che i vari personaggi sperano di ottenere.
La protagonista è la poco appariscente Ellen Woods, la quale trascorre le sue giornate immersa tra le pagine di romanzi d’amore, che legge per lavoro e per sfuggire a una realtà che non le piace più. Un tempo è stata felice. Ha avuto un marito presente, un figlio e una casa molto grande. La vita le è cambiata in un minuto, quando suo marito è morto in un incidente stradale. Guidava ubriaco. Era molto impegnato sul lavoro, dove non tutto andava bene. Alcuni suoi investimenti sono stati troppo rischiosi, imprudenti, ed ora Ellen rischia di perdere la grande casa, dove vive con suo figlio.
Questa è esattamente la situazione di partenza, un anno dopo la morte di suo marito Nick. Ellen non è in grado di ammettere le sue debolezze. È una donna che ancora non è forte abbastanza per superare un dolore tanto forte. È una donna sola, che si sente al sicuro solo in casa, ma qualcosa, per forza di cose, deve cambiare nella sua esistenza. Il lavoro con la casa editrice non è sufficiente a pagare i debiti di suo marito. Deve fare qualcosa affinché non le venga tolta la casa e affinché suo figlio non venga destabilizzato un’altra volta.
La soluzione più auspicabile è riuscire ad affittare le tante stanze della sua enorme casa. Riuscendo ad affittarne tre, la situazione potrebbe migliorare. Ellen, però, ha paura di avere estranei in casa. Ha paura di non sentirsi più al sicuro, ma sua sorella Hannah insiste e la aiuta a trovare gli affittuari: una donna in carriera, ferita dal tradimento dell’ex marito; una famosa scrittrice di romanzi erotici che ha perso la sua casa ed un giornalista appena assunto in una rivista per soli uomini.
Ogni avvenimento della vita di Ellen viene vissuto su più binari: il presente di vedova e madre; il passato con tutti i ricordi felici e nostalgici vissuti col marito; e la finzione del romanzo storico che sta leggendo dove anche l’eroina femminile, Eliza, lotta e deve difendersi da varie avversità.
La difficoltà più grande da superare per Ellen forse è proprio dentro di lei e ha radici lontane nel tempo, ha segnali che non ha saputo comprendere, ha sintomi che non riesce a vedere. Avere estranei in casa con le loro vite e i loro problemi, l’aiuterà a riscoprire il mondo fuori di casa, dove tutto è andato avanti mentre lei era chiusa nel suo dolore. Potrò analizzare se stessa e programmare il suo percorso futuro.
È un romanzo tutto al femminile, scritto con sensibilità e carico di sentimenti e di emozioni forti e poetiche.
Il titolo italiano Baci segreti e lettere d’amore giudicate voi stessi quanto si avvicina a “The happy home for broken hearts” (Casa felice per cuori infranti). Il titolo italiano dà l’idea di serenità e di cose tenere, dolci e romantiche e, nel libro, ci sono anche quelle nel libro, ma prima bisogna superare le angosce dell’esistenza, le inquietudini dell’anima, i segreti celati anche a se stessa e tante, tante avversità.
È una lettura che vi consiglio. Lo stile è fluido e scorrevole. Le emozioni garantite. I profili personali sono delineati bene anche psicologicamente. La trama avvincente e con non pochi colpi di scena. Gradevole, drammatica, toccante, sentimentale, la storia è scritta per parlare al cuore di una donna che è pronta ad affrontare le avversità della vita, quando arriva il momento giusto. Le dolcezza di questo happy endings vi scioglierà, com’è successo a Pupottina, che se l’era immaginato totalmente diverso nell’evoluzione delle vicende.

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Romanzi storici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Aprile, 2012
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Il secondo romanzo della serie

Se al primo libro di una serie, pur apprezzandolo, non ci si sbilancia mai, per il secondo non si può non negare che sia un successo e che continua a dare e promettere nuove emozioni. Anzi, epiche emozioni. Pupottina vi sta parlando del secondo libro della serie 568 d.C. I Longobardi di Sabina Colloredo. Libri che riaccendono la passione e l’interesse per la storia medievale e la narrano, riempiendola di episodi ricchi di dettagli, passioni e intrighi e romanzandola, grazie a personaggi intimamente delineati. Se avessi avuto questi libri, quando andavo a scuola, forse la storia sarebbe stata la mia materia preferita.
Dopo La grande marcia, ecco Il re solo. Il protagonista maschile di questo romanzo, lo si intuisce dal titolo, è il re Alboino, il decimo re della dinastia longobarda; un uomo forte e coraggioso, anche se in là con gli anni; un uomo innamorato della sua seconda moglie, una principessa gepida, ma, nonostante questo sentimento, infedele; un uomo alla disperata ricerca di un erede maschio, che non riesce ad avere; un uomo che crede nel potere di un’autorità centrale e che vorrebbe formare un impero. Alboino è l’uomo sempre più solo, nonostante sia un re, costantemente affiancato da condottieri, guardie, donne e schiavi al suo servizio e pronti a compiacerlo. In molti, però, tramano contro di lui. In molti vorrebbero essere al suo posto e sono convinti di poter essere migliori di lui.
Questo racconto epico appassionerà uomini e donne, per il suo modo di raccontare eventi storici e dar voce ai protagonisti, conosciuti e sconosciuti, delle vicende. Romani, longobardi, avari, burgundi, gepidi: ognuno racconterà la sua storia, i suoi sogni, la sua lotta per la sopravvivenza e la sua voglia di vendetta.
Sì, perché molti, in questo secondo romanzo, sono desiderosi di vendicarsi di qualcuno per un torto subito, personalmente o dalla propria gente. La vendetta potrebbe essere il secondo tema dominante del romanzo. Sia donne sia uomini, sperano e lottano affinché giustizia sia fatta.
Davvero tanti sono i nomi in questo secondo romanzo, come nel primo. Ad aiutare il lettore a non confondere i personaggi meno noti, c’è un glossario con i nomi.
Anche le donne hanno voce nelle storie narrate e sono donne forti e che non si arrendono: sopportano violenze, portano avanti gravidanze, si sottomettono, ma non smettono di sperare e ricordare i momenti di un passato felice. Sono donne che scelgono di diventare le amanti di qualcuno, sperando di ricavarne protezione. Anche le donne, con le loro vite e i loro amori, sono le protagoniste di questo romanzo. Sono donne capaci di superare un tradimento da parte del loro uomo, perché pensano che così debba essere, perché gli uomini sono così e basta: non possono non cedere alle lusinghe e alla bellezza di altre donne.
Gli uomini come le donne vengono raccontati in maniera molto introspettiva. Le descrizioni si alternano ai dialoghi senza creare pesantezza o annoiare il lettore. Tutto è molto ben amalgamato, studiato per appassionare, in maniera eccezionale, il lettore. Le scene di guerra si alternano a quelle di sesso, la violenza viene stemperata dalla tenerezza di un ricordo, usi e costumi dei vari popoli vengono descritti e raccontati come se li si stesse vivendo, come se il passato fosse il presente. Il lettore non può non rimanere affascinato dal mistero che la storia può svelare. Mentre intrighi e vendette seguono il loro corso, c’è chi non smette di sognare un mondo pieno d’amore in cui si può ancora essere felici. Ogni personaggio ha le sue speranze e la sua vita da raccontare.
Dopo un seguito così, non si può che sperare che venga pubblicato presto il terzo.
VOTO 10+

*** AVVISO SPOILER ***
Chi non ha letto questo libro ed ha intenzione di farlo, non continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.

Sabina Colloredo ha all’attivo moltissimi libri ed è una scrittrice italiana che mi piace molto, per il suo stile scorrevole e la tecnica narrativa sempre avvincente.
Dei suoi personaggi ci si innamora. I personaggi sono quelli del primo libro, con in più qualche new entry. Tra i nuovi personaggi, Ai Nu mi è piaciuta molto.
Varie coppie si formano. Alcune si sciolgono o si distanziano. Altre si allargano, diventando coppie non esenti da relazioni esterne. Sono gli uomini in particolare ad avere più amanti, mentre alcune donne decidono di esserlo per sopravvivere o per portare avanti i loro piani.
I capitoli riguardanti la giovane nobildonna romana Valeria Prima e le sue vicende colpiscono molto. È una ragazza innamorata e pronta alle nozze, ma nonostante tutto ha paura di cambiare vita. Quando le sue certezze le verranno strappate via nel peggiore dei modi, Valeria cercherà di adattarsi alla nuova situazione e troverà un nuovo amore, ma si avrà sempre il dubbio che non abbia dimenticato il giovane ufficiale romano Claudio Prisco. Anche a lui la vita non porterà gioia. L’invasione dei barbari non farà passare momenti felici ai romani. L’Impero è minacciato da vari lati e nessuno di loro è al sicuro. La coppia Valeria e Claudio verrà vissuta separatamente, in capitoli diversi, esattamente come la loro condizione: l’uno privato dell’altra e viceversa.
Molte altre sono le storie da cui Pupottina si è lasciata prendere. Le sono piaciute molto Rosmunda, Rodelinda, Sabina e Mama. Tra gli uomini anche Gisulfo, Idolfo, Onofrio, Tangeme e Pra hanno lasciato il loro segno, nel bene come nel male.
http://pupottina.blogspot.it/

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Romanzi erotici
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Aprile, 2012
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Amanti pericolosi

Un libro che ha un forte impatto, partendo già dalla copertina (stupenda e sensuale, che trasmette emozioni forti ed erotiche. Soltanto che qualcosa non torna: all’interno del libro si scopre che la protagonista femminile, Caroline, è rossa O_O) e dal titolo. Questi primi elementi potrebbero bastare, ma c’è di più.
Altro motivo per leggere Amanti pericolosi di Lisa Marie Rice è sicuramente la scrittrice, già famosa per i suoi numerosi romanzi, molto rosa e molto erotici. ;-)
Lisa Marie Rice è eccezionale nel creare personaggi maschili forti e sensibili. Ma per una donna un uomo forte e sensibile può bastare? No, e Lisa Marie Rice lo sa e ci aggiunge il mistero, un sesto senso molto sviluppato, un passato difficile, varie missioni nell’esercito e … alto, rude, “con quel genere di muscoli che non puoi farti in palestra e un’aria da duro”. L’uomo perfetto per le lettrici di Lisa Marie Rice è Jack Prescott ed ha più di un segreto da nascondere.
Lei, Caroline Lake, invece, è una donna molto dolce e molto sola, che aspetta soltanto che i suoi sensi vengano sconvolti da una travolgente passione, dopo anni di lutti e sofferenze. È una donna forte, che cerca di andare avanti nonostante le avversità e che riceverà il più bello dei regali alla vigilia di Natale, un uomo che già la ama ma lei non lo sa.
L’erotismo è la componente principale di questo romance, molto hot, che è ben amalgamato con l’intrigo e il mistero. È un libro avvincente, con una trama leggera, che rende la lettura spensierata e piacevole. Lo stile è scorrevole e la presenza di pochi ed essenziali personaggi rende gestibile la lettura e ne giova l’approfondimento dei personaggi, in particolare quello del meraviglioso Jack Lake, il cui unico difetto è quello di essere un personaggio totalmente immaginario.
È un libro tipicamente femminile, adatto a lettrici adulte per l’intensità di alcune scene.
VOTO 9

*** AVVISO SPOILER ***
Chi non ha letto questo libro ed ha intenzione di farlo, non continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.

Se avete difficoltà con libri dove in ogni pagina compare un personaggio nuovo e voi non riuscite a tenerne il conto, non è il caso di Amanti pericolosi, dove l’unico pericolo, sperato e voluto consapevolmente, è quello di lasciarsi travolgere dall’emozione. L’eroina è una donna forse un po’ ingenua e un po’ spericolata solo in questa occasione della sua vita. Non so quante di voi si lasciano travolgere da un uomo appena incontrato, che ha fascino da vendere, nonostante abbia l’aria rude e un po’ emarginata. Ma a volte sono tante le cose che si vogliono dimenticare ed è tanta la necessità di una qualsiasi forma d’affetto che ci si lancia in un’avventura romantica che dura più di una notte. Mentre per alcuni giorni Caroline e Jack sperimentano nuove emozioni e una vita quasi coniugale in una quotidianità che, a tratti, potrebbe sembrare il paradiso, qualcuno di vendicativo è sulle loro tracce ed ha tra le mani una foto di lei da giovane (Come l'ha avuta?). Chi ha questo grande segreto da nascondere? Chi non è chi dice di essere? Perché lei è in grave pericolo se sta vicina a lui? Perché le persone non riescono mai a sparire del tutto e a ricominciare una nuova vita? Dipende forse vda cosa portano con loro. Lui è misterioso e pieno di segreti. Lei è in pericolo se sta con lui e glielo fa notare anche un suo corteggiatore un po' invadente.
L’erotismo si tinge di aspetti da soft thriller, in una caccia all’uomo che porta a un lieto fine, pieno di buoni sentimenti e di felicità per chi davvero se lo merita.
Vi piacerà questo romance erotico, venato di thriller, di suspense e di colpi di scena mozzafiato. Il finale, pur prevedendolo, vi sorprenderà.
http://pupottina.blogspot.it/

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Aprile, 2012
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La lunga notte

“Ho visto l’omicidio in ogni sua esecrabile forma. Ma non mi ci abituerò mai.” Pupottina, invece, ne ha letti tanti di thriller emozionanti, ma, al momento, La lunga notte di Linda Castillo le sembra essere il più bello che abbia mai letto, il più emozionante, avvincente, forse anche troppo feroce e violento per essere letto da un’anima, facilmente suggestionabile, come lei. Più volte Pupottina è stata lì lì per abbandonarlo, per farlo diventare uno di quei libri che restano, non terminati, ad affollare uno scaffale, ma poi la storia, anche se crudele, oltre l’umana comprensione, l’aveva già presa troppo per mollare. Esattamente come accade al capo della polizia della contea, Kate Burkholder, l’atroce fine della famiglia Plank, un nucleo di pacifisti Amish, sterminati in una notte sola, diventa il caso più importante da approfondire, finché non verrà data loro giustizia.
Ecco la trama e poi un’altra citazione da questo libro che, se avrete la forza di leggere fino alla fine, non vi deluderà.
Ecco a voi i Plank, una delle famiglie della comunità Amish di Painters Mill, Ohio. Ecco a voi madre, padre, cinque figli: loro la vita è una litania di giorni tutti uguali, il lavoro nei campi, i riti che ne sostanziano la fede, le tradizioni della confraternita cui appartengono da sempre. Poi, nel corso di una notte, il loro piccolo paradiso va in frantumi. Qualcuno penetra all’interno della fattoria ed è un massacro, uccisi i genitori, lungamente torturate e uccise le ragazze, Mary e Annie, uccisi i bambini. Solo il buio chiude il sipario sui passi silenziosi dell’assassino: alle sue spalle, un lago di sangue. Kate Burkholder, capo della polizia della contea, viene chiamata a dirigere le indagini. Ma non ci sono indiziati, nessuna traccia, nessun movente che indichi una pista: il colpevole sembra venuto dal nulla, come un artiglio invisibile e crudele. Kate in passato è stata una Amish, sa che non possono esserci ombre nella vita delle vittime: eppure, nella vita di Mary Plank qualcosa di oscuro inizia ad emergere, il peso di un segreto che a poco a poco si tinge di orrore …
“Queste parole sono talmente orribili e perverse che pronunciarle mi fa male. È fin troppo facile per me immedesimarmi in questa ragazza. Riesco a immaginare il suo panico, il suo terrore con una chiarezza che mi spaventa. Tutto quel che riesco a pensare è: Come può un essere umano fare questo a un altro essere umano? È la parte di me che resta aggrappata all’ombra della mia innocenza a porre la domanda. L’altra parte di me, quella che non sarà mai più innocente, conosce la risposta. Ci sono mostri che vivono fra noi. Persone che apparentemente non sono diverse da me o te, ma alle quali manca una componente fondamentale dell’essere umano: una coscienza. ”
La copertina di La lunga notte è molto bella nei colori ed è simbolica di quello che accade in quella pacifica fattoria, gestita da un gruppo di Amish, e che verrà descritto, lungamente per quasi 100 pagine, senza annoiare, ma sconvolgendo il lettore.
Il titolo originale “Pray for silence” è appropriato alla vicenda. Man mano che la si legge, pagina dopo pagina, sembra sempre più calzante. Anche “La lunga notte”, sebbene diverso dal titolo originale, rende l’idea delle mostruosità che vengono commesse in quella sola notte, per coprire ben altri segreti. Ogni cosa è costruita per depistare, per non essere chiara, per nascondere la verità.
VOTO 10+

*** AVVISO SPOILER ***

Bella anche la scrittrice che con questo volto, così solare e sereno, sembra più adatta a storie di passione ed amore, mentre invece è capace di raccontare i più efferati dei crimini, gestendo bene trama ed intreccio.
I capitoli, tutti piuttosto lunghi, sono scritti in prima persona quando a raccontare è Kate Burkholder, mentre sono in terza persona quando sono gli altri protagonisti. Ci sono anche alcune pagine di diario dove la narrazione è focalizzata sugli ultimi mesi di vita di una delle vittime.
Si parte con 7 vittime ed altre se ne aggiungono, perché qualcuno cerca di occultare una lunga carrellata di segreti, sogni infranti e brutalità commesse.
Alcune cose di questo libro, leggendolo, non le capivo perché erano appena accennate. Mi incuriosivano. Avrei voluto che il libro le approfondisse. Poi ho fatto una ricerca in rete ed ho scoperto che questo è il secondo libro della Castillo. Le cose cui si accenna e che riguardano la vita privata dell’agente Kate Burkholder sono raccontate ed approfondite nel suo primo libro, Costretta al silenzio del 2010 (mi riprometto di cercarlo e leggerlo presto). Il passato di Kate è nel mondo degli Amish, comunità da cui si è allontanata, non proprio volontariamente, in seguito ad uno stupro e all’omicidio per legittima difesa del suo aggressore. Quindi, già il capo della piccola contea è un personaggio pieno di spessore, una figura femminile intensamente sofferta, che non ha chiare le idee sul suo presente e sul suo futuro. Ma è certo che sa fare il suo lavoro, anche se questo caso, forse più degli altri, la sta coinvolgendo, non solo per l’efferatezza degli omicidi, ma perché riguarda la comunità Amish, di cui faceva parte, e lei si identifica con una delle vittime.
La sua vita privata si mescola con l’indagine in tutte le sue fasi. Si parte dal ritrovamento per poi passare all’analisi della scena del crimine. I dettagli rendono intensamente forte e macabre le prime pagine in cui tutto viene approfondito. Anni ed anni di CSI e tutto il resto non preparano a questa scena del crimine! Scoprire la verità su quella notte è l’obiettivo della Burkholder, della Castillo, ma anche del lettore che resta intrappolato in questa serie di capitoli interminabili che, però, stranamente, non annoiano, ma rallentano l’agonia della scoperta di ogni malvagità, racchiusa ed approfonditamente raccontata in queste 400 pagine di romanzo, genere Amish thriller. Il macabro, la morte, la mancanza di coscienza di chi ha commesso la strage sono gli elementi dominanti, insieme all’angoscia e al senso di impotenza, mentre si nota che l’indagine non dà i successi sperati. Niente è immediato. Tutto è lento, ma avvincente allo stesso tempo. I sospettati sono così tanti. Quasi nessuno è escluso. Il colpevole deve essere preso e il lettore ci spera. La brutalità che ha caratterizzato quella notte, quella lunga notte, deve non doversi ripetere mai più.
Lo consiglio a chi adora i thriller ben fatti, con la trama avvincente, la scrittura fluida e piacevole, l’intreccio fatto di colpi di scena costruiti ad arte. Se vi affascina la vita degli Amish, in questo libro avrete modo di scoprire meglio la loro mentalità pacifica.
http://pupottina.blogspot.it/

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Aprile, 2012
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Jack Reacher in L'ora decisiva

Come suggerisce il titolo, L’ora decisiva, il romanzo di Lee Child, tredicesimo della serie con il personaggio di Jack Reacher, è un conto alla rovescia che procede, partendo dalla 61esima ora e procedendo tra colpi di scena e ore d’attesa. L’ora decisiva è solo una, ma molte sono interessanti dal punto di vista dell’intreccio narrativo, della caratterizzazione dei personaggi, della celebrazione del grande eroe, Reacher, che è sempre stato l'uomo giusto nel posto giusto, mentre qui si ritrova nel posto sbagliato. Se non ci fosse stato lui i cattivi avrebbero avuto vita facile, ma con lui di mezzo, niente può andare liscio.
L’azione si svolge a Bolton una cittadina tranquilla nel South Dakota, a pochi passi da un penitenziario federale, molto popolato.
Questo libro diventerà anche un film interpretato e prodotto da Tom Cruise. Il suo sorriso è perfetto per il personaggio di Jack Reacher, ma il resto forse no. Il personaggio di Jack Reacher, creato da Lee Child, infatti, ha una mole possente: è un ex poliziotto militare, alto, muscoloso e spesso coinvolto in risse e geniale nel fare il problem solving di ogni situazione. La sua stazza è metafora della sua forza inarrestabile, poiché nessuno riesce a fermarlo e lui è sempre un passo avanti rispetto agli altri. Chi ha già letto almeno uno dei suoi libri precedenti, sa bene di chi parlo. Ma non certo l’altezza non è una delle qualità di Tom Cruise che, comunque, sappiamo quanto sia bravo nell’interpretare film d’azione.
Leggendo il libro e sapendo del film, ho cercato di immaginare Tom Cruise nei panni di Jack Reacher e non ci sta male, soprattutto per il modo di parlare del personaggio, per commentare ciò che dice con l'espressività del volto.
Ma veniamo al romanzo. È un’avventura che si svolge tra la neve della cittadina di Bolton, dove Reacher si ritrova per caso. Ecco perché, per una volta, è l'uomo giusto nel posto sbagliato. Lì sta per accadere qualcosa di importante e pericoloso. Una anziana, ma arzilla bibliotecaria in pensione, sta per fare da testimone in un importante processo, ma qualcuno la vuole morta. Un incidente sulla neve ha bloccato un pullman di anziani gitanti su cui casualmente si trovava anche Reacher. Le difficoltà, causate dal maltempo, intrappolano tutti a Bolton. Reacher nota subito che qualcosa non va ed offre il suo aiuto alla polizia locale. Inizia ad indagare perché la vita della testimone Janet Salter non è al sicuro. Ad aiutare Reacher, c’è Susan Turner, che ha preso il suo posto al comando della 110° unità della polizia militare.
Della serie di Jack Reacher, confesso di non aver letto tutti i romanzi. Questo è il terzo, ma come per i precedenti non è legato in maniera vincolante agli altri. È un romanzo godibilissimo e ben fatto. Adatto sia a uomini che a donne.
Lee Child non manca di tenere sapientemente alto l’interesse del lettore. Ogni capitolo precisa ora e minuto esatto dell’azione. Queste 61 ore vi terranno legati alle pagine del libro per sapere la sorte che toccherà a Janet Salter. Ci si affeziona a lei che tanta stima impara ad avere per Reacher. Con lei Reacher si aprirà e parlerà della sua natura da vagabondo, dopo tanti anni di servizio prestato con onore nell’ambiente militare. Lei studierà la sua anima che fugge da tutto e si butta nel pericolo come se non avesse niente da perdere. L’idea è questa, ma Jack sfida il pericolo perché sa di poter vincere ed anche noi sappiamo che ha tutte le carte in regola per farlo.
Reacher è un grande personaggio. Non ha un cellulare, né un indirizzo e-mail. È fuori dalla rete. Paga le cose in contanti. Non fa mai una lavatrice: cambia abiti e basta. Tutte le persone guardano le cose in un determinato modo, ma Jack Reacher spesso fa le cose nel modo in cui pare a lui. La cosa che più di tutte si ammira in questo eroe, che ne ha le sembianze e l’atteggiamento, è la grande intelligenza. Lui, infatti, davanti ad ogni situazione la analizza nei minimi dettagli e ne prevede le conseguenze, una per una, prima di decidere la giusta soluzione. Le pagine che contengono le analisi di Jack Reacher, prima di buttarsi nel pericolo o nella possibilità migliore, fanno montare l’adrenalina del lettore alle stelle.
Se volete emozioni forti in un libro, questo romanzo è il thriller da cardiopalmo fa per voi. Non vi anticipo niente del libro, solo che il finale non è come ve lo sareste aspettato.
Jack Reacher è come sempre un uomo spettacolare!

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Aprile, 2012
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Un thriller grandioso, originale, sempre un passo

Quando James Patterson decide di dare il suo nome ad un libro, quel romanzo non può che diventare un bestseller. Non a caso Patterson è considerato l’autore numero uno in America. Anche quando il romanzo è scritto a quattro mani con l'irlandese Michael Ledwidge, quel libro non potrà deludervi.
Pupottina aveva grandi aspettative, prima di leggere UNA SOLA NOTTE. Leggendo la trama, se lo era immaginato in un modo, ma non aveva mai pensato ad una storia tanto articolata, tanto coinvolgente e tanto ricca di suspense e colpi di scena.
Ve la riassumo. Lauren Stillwell, vicina ai quaranta, sposata, sterile, detective della omicidi di New York, era convinta di saper riconoscere chi mente, ma si sbagliava. Infatti, mentre lo aspetta per fargli una sorpresa, scopre suo marito Paul in compagnia di una biondina venticinquenne entrare in un albergo. Sconvolta, umiliata e in preda alla disperazione, decide per ripicca di cedere alle lusinghe di un attraente e giovane poliziotto della narcotici. Lo fa una sola volta, UNA SOLA NOTTE, ma le cambierà la vita. Infatti, poche ore dopo l’uomo viene trovato assassinato e lei ha visto chi è stato, ma non può dirlo e deve ostacolare e camuffare le indagini, che è stata incaricata di risolvere insieme al suo collega Mike. Si sente costretta in colpa e per questo mitivo agisce così. Non vuole che la sua vita e quella di alcuni innocenti vengano compromesse. La sua vita si trasforma in un incubo e tutto accade in sole 40 pagine. Cosa accadrà nelle restanti trecento?
Se lo chiedeva anche Pupottina, rimanendo intrappolata nelle pagine scritte da Patterson e Ledwidge. Pagina dopo pagina, accade di tutto. La storia è estremamente originale, creativa, avvincente, nuova, cinematografica. Il thriller è scritto in prima persona e focalizzato nel personaggio della protagonista Lauren, cioè nella storia di una donna che viene tradita, ma progressivamente scopre una realtà ben diversa. Niente è come sembra. Niente in un rapporto può essere mai dato per scontato.
Ad un certo punto, un paio di righi catturano l’attenzione, più degli altri: “Il sesso è la verità dietro tutte le bugie. La sola cosa che può farci sentire vivi.” Siamo davvero sicure di trovare la verità nel sesso? L’istintività del sesso può rivelare emozioni reali e di conseguenza permetterci di conoscere davvero la verità che si cela dietro parole dense di falsità? No, e se ne accorge anche Lauren.
Patterson ha scritto ed è stato co-autore di tantissimi libri emozionanti, originali, adrenalinici e questo è nel suo perfetto stile Patterson. Non voglio anticiparvi niente della trama perché è troppo bello scoprirlo di capitolo in capitolo.
Se cercate un ottimo thriller, questo è il libro che fa per voi. Capitoli brevi, stile scorrevole, accurata psicologia del personaggio, suspense, colpi di scena, coinvolgimento assicurato, finale emozionante.
Bravissimi gli scrittori nell’entrare così bene nella sfera sensoriale di una donna, nei suoi pensieri, nelle sue paure, nelle sue probabili azioni. Questo è il thriller adatto per esorcizzare l’umana paura del tradimento.
L’ho apprezzato davvero molto. Grandioso Patterson!
Ed anche il voto, stavolta è appena sufficiente a contenere il mio entusiasmo incontenibile per questo thriller.
VOTO 10+++
http://pupottina.blogspot.it/

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Romanzi
 
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Aprile, 2012
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un libro che parla al cuore di tutte le donne

Era da un po’ che non mi concedevo una lettura seria, intensa, della narrativa importante che non sia pura evasione, ma riflessione. Una di quelle letture che non terminano senza averti lasciato dentro l’anima qualcosa, quel qualcosa che hanno trasmesso.
Vi parlo di Cuccette per signora della scrittrice indiana Anita Nair. Il romanzo è stato scritto nel 2002.
La protagonista è una donna di 45 anni, Akhila: quel tipo di donna che fa quello che ci si aspetta da lei e tutto il resto si limita a sognarlo. “Perciò colleziona brandelli di speranza, come i bambini collezionano biglietti usati. La speranza per lei è intrappolata all’interno di desideri irrealizzati.” È una donna senza marito, senza figli, ma che ha un lavoro che le permette di portare avanti la famiglia e che scopre disapprovazione negli occhi della sorella Padma, quando le dice che improvvisamente deve partire in treno, diretta in un paesino in riva al mare, Kanyakumari. Akhila ha sempre sognato fughe e spazi liberi. È affamata di vita e di esperienze.
In treno, trova posto in una cuccetta per signora con altre cinque donne con le quali condividerà il viaggio e scoprirà modi di vivere alternativi al suo.
Con Akhila, nella cuccetta (così come prescriveva una legge indiana che prevedeva che le donne dovessero viaggiare solo con altre donne), ci sono: Janaki, sposata da quaranta anni, con un uomo che l’ha sempre protetta e l’ha fatta vivere come sotto una campana di vetro, e madre confusa e protettiva verso il figlio ormai grande; Margaret Shanti, insegnante di chimica, sposata con il preside della sua scuola, un uomo insensibile nei suoi confronti e al suo desiderio di maternità, di cui lei si vendica, rendendolo schiavo delle sue attenzioni fisiche fino ad ottenere ciò che vuole; Prabha Devi, una donna perfetta, una moglie, una madre, un sogno in stile newyorchese in un'India arretrata mentalmente, l’ideale di ogni uomo finché la situazione non le sfugge di mano; Sheela, una quattordicenne con la testa sulle spalle, un’innocente, con la voglia di cambiare le regole e la capacità di capire ciò che le altre donne hanno sbagliato nelle loro vite; Marikolanthu, la cui vita è cambiata da una notte di lussuria che l’ha segnata, cambiata e fatta odiare per l'umiliazione che aveva fatto subire alla sua famiglia e per la sua stessa mancanza di istinto materno. Tra queste sei donne si crea, subito e con naturalezza, una profonda intimità; si stabilisce una forte sintonia, un rapporto solidale. Anche la stessa Akhila capisce quale percorso far seguire alla sua vita.
Il fatto che queste donne siano indiane ha reso forse le loro storie più toccanti e intense, nonostante le loro vite non siano molto diverse da quelle delle donne occidentali, intrappolate nei doveri e nelle responsabilità della quotidianità, ma sempre alla ricerca di una forma di felicità, che doovrebbero poter provare tutte.
Questo romanzo è come se fosse una ben amalgamata raccolta di racconti, ognuno di una donna e di una vita diversa, ma allo stesso tempo simile, probabile, autentica.
La lettrice entra in questo universo costruito da forme di femminilità in cui in parte ci si ritrova. Ogni vita trasmette qualcosa, lascia una sua traccia, suscita un’emozione o un’amara riflessione.
Se siete pronte a questo tipo di lettura, che può interessare anche un uomo, che voglia conoscere meglio cosa si cela dietro l’universo femminile, vi consiglio di intraprenderla anche in virtù dell’emozionante fluidità con cui è stata scritta. Anita Nair è un’ottima scrittrice che sa raccontare le tradizioni della sua India moderna e la femminilità delle donne che cercano di svecchiarla, di difendersi dal mondo e dagli spazi in cui gli uomini le hanno relegate per troppo tempo.
Nel romanzo ci si chiede se le donne possano vivere senza gli uomini, se siano in grado di provvedere a loro stesse e alle loro esigenze. La domanda successiva, che con questo romanzo nasce spontaneamente, è se sono mai esistiti uomini in grado di vivere senza avere una donna al loro fianco.
È un romanzo che merita di essere letto nella sua complessità che regala esistenze fragili e anime combattive che vorrebbero cambiare la situazione delle donne.
VOTO 10+

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    02 Aprile, 2012
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ultima eclissi

Catastrofico. Non il libro L'ultima eclissi di James Rollins, ma il genere del libro che, per mutazione dal linguaggio cinematografico, potremmo definire tale per inquadrarne il genere: romanzo d’avventura di genere catastrofico e a tratti anche con spunti di fantascienza. Questo libro è come un film d’azione, di sottogenere catastrofico, ossia come uno di quei film in cui già dalle prime scene vengono presentate le vite di vari personaggi o gruppi, molto differenti fra loro, che non si accorgono dei segnali di un imminente disastro. Ed è esattamente questo che vivono i personaggi immaginari di questo libro (Doleen McCloud a San Francisco, Jimmy Pomautuk nelle Isole Aleutine in Alaska, Jeffrey Hessmire ad Hagatna, nella Terra di Guam). Tutti assistono a parte di una catastrofe che inizia con un terremoto durante l’eclissi totale del sole e rischia di diventare la più grande minaccia per il genere umano.
Per i cinesi, l’eclissi significa che il corso degli eventi sta per cambiare. Ne accade una ogni vent’anni.
Cosa accadrà durante questa, è presto detto, o meglio, scritto.
“Il vento odora di tempesta”. “Onde azzurre e vortici rossi vivaci che risalgono in alto verso il cielo. È l’aurora boreale provocata fuori stagione dai brillamenti solari nella stratosfera, come una forma di pioggia di particelle energizzanti”. Ed è solo l’inizio, fra movimenti tellurici e catastrofi varie.
Un libro che va bene sia per le donne che per gli uomini alla ricerca di una super avventura. È un romanzo ricco di tecnicismi. Non manca, infatti, il linguaggio specialistico dell’archeologia e soprattutto non dimentichiamo che l’autore è un grande che nella scrittura, oltre alla creatività, include le sue altre due passioni, la speleologia e le immersioni subacquee, punti forti di questo romanzo avventuroso.
È difficile parlarvi di questo libro senza correre il rischio di svelarvi troppo. Per questo motivo, vi lascio alla trama e al voto.
Okinawa, 25 luglio. Nessuno aveva mai creduto a suo padre. Invece adesso Karen Grace ha davanti a sé l’indiscutibile conferma delle sue teorie: due enormi piramidi di metallo, emerse dall’oceano in seguito a un violentissimo terremoto, e coperte di scritte in una lingua sconosciuta. Elettrizzata, Karen sfida il coprifuoco per recarsi a studiare quello straordinario reperto, ma un gruppo di uomini armati la sta aspettando…
Guam, 25 luglio. È un’emergenza nazionale quella che costringe Jack Kirkland, ex agente della US Navy, a rientrare in servizio: l’Air Force One è precipitato nel Pacifico, trascinando verso una morte orribile il presidente degli Stati Uniti. Tuttavia, quando giunge sul luogo dell’incidente, Jack non trova traccia né dei superstiti né delle scatole nere: c’è solo un gigantesco pilastro, coperto di scritte in un idioma incomprensibile, che ha attirato a sé i rottami dell’aereo, come se fosse un gigantesco magnete. Jack però capirà ben presto che svelare il mistero di quell’antica colonna è solo il primo passo per fermare la catena di catastrofi naturali che si è abbattuta sulla Terra e che rischia di sterminare l’intero genere umano.
VOTO 9
*** AVVISO SPOILER ***
Chi non ha letto questo libro ed ha intenzione di farlo, non continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.

Si passa da un inizio con capitoli brevissimi, dove ci sono micro sequenze, e si fa appena in tempo a individuare il personaggio che già cambia la scena e si parla di un altro. Il lettore paziente sa di dover aspettare che il giro dei capitoli relativi ai protagonisti ricominci, mentre man mano se ne aggiunge un altro.
Oltre ai personaggi dei brevi capitoli iniziali, se ne aggiungono altri in un secondo giro, con capitoli più lunghi e dettagliati (Jack Kirkland, prima, nell’isola di Wake nel Pacifico centrale, poi, nell’atolo di Enewetak e poi un po’ dappertutto in veste di eroe; Karen Grace, archeologa, nell’isola di Okinawa in Giappone; e David Spangler nella sede del potere, cioè alla Casa Bianca) ed anche un terzo giro (George Klein a bordo della nave Deep Fathom; Lawrence Nafe, anche lui, alla Casa Bianca; e Fendinand Cortez nella Base Neptuno nel Pacifico Centrale). Credo che non me ne sia sfuggito nessuno di questi personaggi che hanno contribuito alla riuscita di un altro romanzo di successo per James Rollins. Come dice Rollins in persona: “Nessun uomo è un’isola e di certo nessuno scrittore lo è”. Infatti, come lo scrittore si fa aiutare da specialisti nei settori non di sua competenza, anche i suoi protagonisti coadiuvano tra di loro, chi più chi meno, a seconda dei loro mezzi. Tra il tentativo di decifrare strani geroglifici e lo scoppio di una guerra fra Paesi, mentre le isole sprofondano nel mare perché probabilmente gli dei le hanno reclamate, insieme ad una serie di altre calamità naturali, non sono pochi i colpi di scena, di natura ambientale o dei personaggi, che vi coinvolgeranno in questa lettura, dove lo stile e la bravura di James Rollins sono inconfondibili.
http://pupottina.blogspot.it/2012/04/lultima-eclissi-di-james-rollins.html

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    14 Marzo, 2012
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Un tortuoso noir che non risparmia i colpi di scen

Se mi fossi fermata alle prime 30 pagine delle 247, sicuramente sarebbe stato uno dei tanti libri che vengono lasciati a prendere polvere su uno scaffale. Invece, sono andata avanti e non sono riuscita a fermarmi, fino alla fine. E' una lettura che si vive in maniera energica, adrenalinica e tutta d'un fiato. Il noir Omicidio allo specchio di Ryan David Jahn è come un film di Hitchcock, dove si ha paura, si riflette sulle propri timori, ma si resta anche intrappolati per saperne il finale. Lo hanno già definito un thriller kafkiano, pieno di svolte sorprendenti, ed è vero anche questo. Non a caso, lo scrittore, anche se giovane, ha già vinto il prestigioso premio New Blood Dagger della Crime Writers’ Association nel 2010.
Cosa abbonda in questo libro? Soprattutto, i dettagli. Ci sono una marea di dettagli su ogni minima cosa, ogni gesto quotidiano che a volte si ripete meccanicamente senza riflettere. Quasi ci si perde nei dettagli di una vita, ma, in realtà, si entra nella vita del protagonista, lo si affianca nelle sue abitudini, si vive con lui, si scopre cosa pensa dietro quei gesti, si scopre un'identità normale, da uomo solo, dedito al lavoro e schiavo delle sue abitudini, ma anche fondamentalmente buono e innocuo. Tutto fa parte del piano dello scrittore: conoscere il personaggio che narra è fondamentale a comprenderne i mutamenti e le azioni future. Anche se non tutte. In alcune di esse si vorrebbe fermarlo, perché rischia di mettersi ancora di più nei guai, ma il lettore non può fare altro che leggere, subendo ed assistendo passivamente alle azioni di Simon Johnson, il suo uomo protagonista.
Cosa fareste voi, se qualcuno entrasse in casa vostra e tentasse di uccidervi?
Cosa fareste, se riusciste ad avere la meglio sul vostro aggressore?
Non credo che, come Simon, lo mettereste in acqua e ghiaccio e lo lascereste nella vostra vasca da bagno per andare a scoprire chi era e che cosa voleva da voi. E' un piano diabolico che Simon decide di intraprendere per scoprire la verità, per sapere chi è quell'uomo identico a lui di cui non sapeva l'esistenza. E' per scoprire l'identità e le motivazioni del suo doppio che intraprende una serie di decisioni sbagliate, quelle per cui il lettore vorrebbe fermarlo. Non può far altro che seguirlo nelle pagine di un noir che si trasforma continuamente, un thriller ricco di suspense e di colpi di scena, in cui anche i gesti più insignificanti hanno il loro perché, dove la realtà stupisce ed appare sempre imprevista, sempre originale, sempre avvincente. A tal punto, accade anche che alla fine del libro si vorrebbe che continuasse ancora per un po', che accadesse ancora qualcosa ...
Il giovane scrittore Ryan David Jahn non ha la faccia da scrittore, ma quella della controfigura dei suoi personaggi principali. E' grandioso nel suo modo di narrare, con uno stile ricco di tecniche adatte a tenere viva l'attenzione. Non ci si stanca a leggerlo. Lo si segue come se si fosse in trappola, come se leggendo si entrasse nel personaggio e si vivesse al posto suo. La storia è originale, surreale, a volte onirica, a volte frutto della follia. Nella mente di un criminale, Ryan David Jahn ci sta benissimo. Il suo secondo romanzo, Omicidio allo specchio, non delude, ma entusiasma e Pupottina ci ha trovato anche qualche somiglianza con lo stile surreale di Stephen King, con quelle situazioni che da quotidiane si trasformano in grandissime assurdità e in cui la paura ti attanaglia. Forse si dovrebbero già aspettare nel romanzo tutti gli ingredienti propri dei film, poiché Jahn, oltre che scrittore, è anche sceneggiatore. Il suo racconto racchiude tutti gli elementi dei film thriller e li distribuisce sapientemente per aumentare la suspense.
Una cosa singolare è che nel libro non ci sono capitoli, ma solo 5 parti (Simon, Jeremy, Emersione, L'irruzione, Epilogo) di varia lunghezza, ma di un crescendo d'intensità.
Simon si intrufola nella vita del suo doppio, del suo sosia sconosciuto, ma scopre verità che non immaginava, scopre situazioni più pericolose, situazioni che sfuggono alla mente umana mentre cerca di risolverle, scopre un'esistenza dove niente è come appare e le identità possono mescolarsi, confondersi, fondersi e perdersi come in un labirinto. Gli sfuggirà il tempo. I morti ritorneranno in vita. Qualcuno cercherà di comunicare con lui attraverso messaggi sui muri. Un'auto misteriosa lo pedinerà nei suoi spostamenti e nella sua fuga verso al libertà che non gli appartiene più. Sfiorerà l'amore. Conoscerà i piaceri del sesso. Scoprirà che non sarà mai più al sicuro. Vedrà cedere tutte le sue certezze e scoppiare come una bolla di sapone, mentre affogherà la sua tensione e i suoi dispiaceri nell'alcol.
Non vi voglio parlare di focalizzazioni nel personaggio, non voglio lasciarmi scappare elementi utili a seminare in voi altre aspettative sulla storia narrata. Voglio lasciarvi il bello di farvi prendere dalla lettura e di scoprirlo leggendolo.
Mentre lo leggevo, non sono mai riuscita ad aspettarmi qualcosa che non fosse l'imprevisto, l'ultima cosa che avessi mai potuto immaginare o prevedere. Per questo motivo, è stata una lettura che mi ha lasciata entusiasta di questo scrittore e desiderosa di leggere tutti i suoi romanzi presenti e futuri.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    14 Marzo, 2012
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Una missione non è impossibile per un eroce come

Il libro è stato scritto nel 1976 ed è la terzo romanzo con le avventure di Dirk Pitt, l'eroe per eccellenza, un perfetto uomo che vive di avventura, di azione, di grandi ed impossibili missioni. Da questo splendido libro è stato fatto anche un film nel 1980, Blitz nell'oceano, ma non l'ho visto e non posso dirvi quanto fosse fedele al romanzo. Magari, se mi riesce, lo cercherò per confrontarlo.

Leggendo il romanzo, però, qualcosa non mi tornava, un po' perché avevo reminescenze di qualcosa di sentito dire o di visto in qualche documentario sull'argomento, ma si trattava di scoperte fatte in seguito alla stesura dell'opera di Cussler, il quale ancora non poteva sapere che il transatlantico, al momento del naufragio, si fosse spezzato in due parti. Ecco cosa stonava nella lettura: il sapere che la missione raccontata e descritta, nei particolari, non era soltanto una missione impossibile, ma lo era nella realtà, almeno secondo la metodologia utilizzata per portare a galla il relitto. E' stata comunque una lettura entusiasmante, poiché, come sempre, il lettore, che si appresta a leggere un libro, accetta quel patto di finzione narrativa, mediante il quale accetta incondizionatamente tutto ciò che gli viene raccontato in versione romanzata. Ovviamente molte parti sono riscontrabili nella realtà, mentre altre sono poco attendibili, ma soltanto perché non si è a conoscenza delle scoperte fatte in seguito. E' comunque un ottimo modo per entrare, attraverso un racconto d'avventura, nelle vicende legate all'affondamento del Titanic. E' stato quasi commovente trovare traccia di ciò che sapevo già nella super missione impossibile guidata da Dirk Pitt.

Nell'immaginario collettivo, il Titanic rappresenta e sempre resterà come qualcosa di più intenso, legato anche a sensazioni che è in grado di suscitare, con il fascino della sua storia, il mistero dei suoi segreti e la tristezza per la sua tragica fine.

Tutti questi elementi, uniti a molti personaggi ben delineati e ad un eroe, che per coraggio, astuzia, inventiva e, anche, fortuna non è secondo a nessuno, hanno fatto di questo romanzo d'avventura un'ottima lettura da non lasciarsi sfuggire, nel passato come adesso con la ristampa.

VOTO 10
*AVVISO SPOILER* Chi non ha letto questo libro ed ha intenzione di farlo, non continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.
Non voglio fare molto spoiler, non voglio anticiparvi troppo, perché altrimenti l'avventura verrebbe svelata e non voglio togliervi il piacere, se vi capitasse di leggerlo. Dirk Pitt, ingegnere dei progetti speciali della NUMA, è l'uomo di cui ci si innamora: è descritto come un "Dio vendicativo", "un figlio di buona donna"; è colui che risorge, nonostante qualsiasi avversità il destino gli pari davanti, ma è anche un uomo galante con il gentil sesso, che le donne non possono fare a meno di tentare di sedurre.

Il lettore uomo, con queste avventure, riesce a immedesimarsi nell'eroe, mentre le donne desidererebbero averlo accanto per sentirsi sicure e protette. Dirk Pitt è l'eroe che salva tutti, l'uomo giusto al momento giusto e nel posto giusto e che, come se non bastasse, sa anche cosa fare. Accanto a lui ruotano tanti altri personaggi, buoni e cattivi, corrotti e leali, audaci e folli, e banalmente simpatici e antipatici. Non c'è ironia nei personaggi, ma molte frasi ad affetto. Ovviamente, su tutte, risuonano quelle di Dirk Pitt: siano essi consigli, progetti ambiziosi o parole d'incoraggiamento. E' un eroe con caratteristiche umane ed umane debolezze. Piange anche, ma lo fa nel momento giusto e con ragione. Davanti al Titanic non può che emozionarsi, così come accade a tutti gli appassionati del leggendario transatlantico.

Le trovate con cui l'autore decise di far recuperare il Titanic ai suoi personaggi, dopo averlo trovato, non sono molto differenti da quelle utilizzate nella realtà, quando parti del relitto, lo scafo, due cabine e una porzione del ponte di prima classe, vennero riportate a galla. Il resto non fu possibile perché il relitto è diviso in due parti e dei microrganismi marini lo corrodono.
La trovata romanzata inventata da Clice Cussler, che si unisce ai misteri del Titanic, è che qualcuno vi avesse portato a bordo del bizanio, un minerale ad altissima radioattività. Quel minerale è indispensabile per attuare il Progetto Siciliano, che consiste nella costruzione di alcuni missili. Un uomo morto sul Titanic e il suo diario racchiudono il mistero. Anche calamità naturali, come l'uragano Amanda, fuori stagione, minaccerà il transatlantico. In molti vorranno farlo esplodere, farlo tornare dov'era nel fondo dell'oceano, mentre anche corpi mummificati torneranno cercando di avere finalmente una sepoltura. Il Titanic riuscirà ad arrivare, con settant'anni di ritardo, nel porto di New York?

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