Dettagli Recensione
Grave
Due ragazzi, opposti ma vicini, due giovani che si respingono e che si attraggono, un orfanotrofio, due solitudini. Ed ancora, un segreto da nascondere, amori, gelosie, nuovi inizi e legami sempre più difficili da gestire. Lei è Nica e porta il nome di una farfalla. Fa della gentilezza la sua più grande caratteristica. Lui è Rigel, porta il nome di una stella, suona il pianoforte, è il bello e tenebroso ma, soprattutto, è “il fabbricante di lacrime”. Una leggenda, forse, un mito, ma in realtà all’interno del Grave, l’orfanotrofio ove sono rinchiusi, è legge. “Il fabbricante di lacrime” sarebbe un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro la cui colpa sarebbe quella di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Rigel è il protetto della maitresse del collegio e al tempo stesso è colui che più ha un carattere duro e schivo, freddo e tagliente. Quando ormai Nica ha perso ogni speranza di essere adottata, ecco che una famiglia decide di prenderla in affido. Tuttavia, non sarà sola perché con lei, ad essere adottato, ci sarà anche Rigel. Per lei avere una famiglia è la cosa più importante. Da quando ha perso i suoi genitori e si è trovata in quella prigione senza sbarre apparenti ma tanti castighi e punizioni sotterranee, non sogna altro. Lui no. Lui non ha mai voluto essere adottato. Perché ora sì? Perché sceglie di farsi prendere in affido?
Da qui ha inizio una storia di riscoperta e nuovi legami. Lei è infantile e ingenua, le dita sono sempre coperte da cerotti, è bravissima nelle materie scientifiche e non vede l’ora di iniziare il suo percorso familiare e scolastico. Ha paura di lui. È ancora molto immatura, non si pone domande sui perché di un agire, lo teme ma non cerca un modo per approcciarsi a lui. Almeno all’inizio. Tra i due poi sboccerà un amore profondo e intenso.
«[…] è la delicatezza, Nica. La delicatezza, sempre… Ricordatelo.»
“Fabbricante di lacrime” di Erin Doom è uno di quei libri che se rivolto al suo target di età ha tutti gli ingredienti per riuscire (a maggior ragione se si tratta di un primo approccio al genere). Usciti però da questo, vacilla e non poco. Tante le crepe che lo caratterizzano e che, man mano che si va avanti nella lettura, emergono. Tra cliché, scarse caratterizzazioni dei personaggi, incongruenze e uno stile narrativo pedante e prolisso, che si perde e arrovella su se stesso, si fa fatica e restare tra le pagine e se si va avanti, con coraggio e determinazione, lo si fa solo perché si vuol capire dove vuole andare a parare. E purtroppo il risultato cui ci conduce non è niente di così originale da dire che ne è valsa la pena. A volte, come nel mio caso, ci avviciniamo a un testo per curiosità, perché semplicemente ne sentiamo parlare. Narrativa per ragazzi ne abbiamo anche letta e apprezzata, non ci aspettiamo niente di che ma almeno un qualcosa che si regga sulle “sue gambe”, sì.
Purtroppo in questo testo cose che funzionano ce ne sono poche. Gli ingredienti ci sarebbero ma la ricetta non è riuscita e ha lasciato un retrogusto amaro al lettore.
«[…] Coltivavo le mie stranezze come un giardino segreto di cui solo io avevo la chiave, perché sapevo che tanti non avrebbero potuto capirmi.»
Indicazioni utili
- sì
- no