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Cate/Ludo: io per te ci sono, sempre.
Da un biscotto e un panino scambiati nel cortile della scuola nasce un’amicizia che è sorellanza. Forse l’essere così diverse aiuta Caterina e Ludovica a compensare le mancanze e gli eccessi dell’altra. Infanzia, adolescenza, maturità, sempre presenti per sorreggersi in uno scambio senza fine.
Non è semplice dare un giudizio a questa lettura, scorrevolissima e da me sopravvalutata leggendo le recensioni.
Sembrano due libri, una prima parte e una seconda, che si incontrano nel finale.
I fatti sembrano banalmente ovvi, e mi dispiace il mancato azzardo da parte dell’autrice.
Un racconto fatto di felici salti e rovinosi atterraggi, ma sempre con il paracadute Cate o Ludo.
Non so esattamente cosa mi aspettassi. Forse dialoghi altisonanti e impegnativi, forse un narrato più originale, forse il voler non indovinare ciò che sarebbe di lì a poco successo. Sono rimasta delusa. Più scorreva la lettura e più la mia delusione cresceva.
Poi mi sono liberata dalle aspettative fuorvianti e mi sono abbandonata semplicemente ai fatti. Ho vissuto Ludo e Cate, Paolo, Gab, Rita e Piero, Oscar, Gianfranco, Matt, Genova, e l’Australia: e ho iniziato a viaggiare con gli occhi e con la mente su spazi immensi e lontanissimi e diversissimi da quelli che frequento. Quando mi sarebbe potuto capitare di visitare Brisbane, il Wishing Bridge, il piccolo resort di casette in legno, nel bosco di eucalipti e palme, circondato da vigneti a perdita d’occhio, il Margaret River, il faro di Cape Leeuwin sull’estrema punta sudoccidentale, dove si incontrano l’oceano Indiano e l’oceano Pacifico, con il mare a perdita d’occhio che si infrange sugli scogli, il viale verde dell’erba che si perde nel blu dell’oceano, il Ludlow Tuark Park, bosco di alberi da sughero con piante e fiori all’infinito, la punta dei surfisti dove il mare si apre a 180° davanti agli occhi.
Ho assistito ad amicizie che si sono consolidate, ad altre che sono nate, a cuori che si sono divisi e ad altri cuori che si sono incontrati, alla mano che ha saputo tendersi e a quella che ha ferito.
A pensarci bene c’è tutto quello che mi serve in questo momento, un’amicizia immensa, una famiglia protettiva e amorevole, un amore coinvolgente, il dolore da cui ripartire, il magone che rimane e la forza del domani che inevitabilmente arriva.
Romanzato si, forse troppo, si, ma cosa c’è di più bello di leggere un romanzo romanzato.
E allora amici…“ci vediamo un giorno di questi.”
Buone prossime letture.