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L'età sospesa
Una vacanza in montagna con i nonni durante le festività natalizie. Margherita, una ragazza qualunque o forse un po’ speciale per qualcuno che sta per incontrare. Luigi, che passa le vacanze scolastiche aiutando i genitori nell’albergo di famiglia. Una scintilla che scocca, una manciata di giorni irripetibili tra le montagne innevate rubati alla banale quotidianità, qualcosa di ordinario e straordinario al tempo stesso che succede ogni giorno, in ogni parte del mondo, dalla notte dei tempi, e un racconto ammaliante nella sua semplicità, perché il vero miracolo sta solo in questo, «nell’essere lì e allora, invece che altrove. A far succedere quello che sta succedendo».
Il mare. Una spiaggia. Un gruppo che di bambini che si incontrano tutti gli anni per le vacanze. Una tredicenne confusa e fantasiosa alle prese con quella strana fase di incertezze e trasformazioni in cui non si è né carne né pesce e nell’attesa di scoprire cosa la aspetta all’uscita dal limbo tiene un piede in due scarpe, divisa tra i giochi infantili dei bambini della spiaggia, dei quali è il capo e il punto di riferimento assoluto, e i sorrisi al bagnino che le ispira qualcosa di indefinibile e sconosciuto. Un’estate particolare, unica, "gigante", che segnerà un confine dal quale, forse, non si torna indietro.
È il 1978 e le Brigate Rosse rapiscono e uccidono Aldo Moro, ma per il terzo anno di un liceo classico femminile, in un istituto di suore, esiste una sola, martellante preoccupazione: l’orrendo grembiule di un verde improbabile che le studentesse sono costrette a indossare ogni giorno. Come liberarsene una volta per tutte? Mentre l’anno scolastico scorre tra pettegolezzi, compiti in classe, assemblee, piccoli incidenti, moti di ribellione, amicizie più o meno solide che nascono, muoiono, sopravvivono, la classe di Carola, Anna, Lucia, Cecilia e le altre impara cosa sia «la forza e l’allegria, e la voglia di stare insieme, e di difendersi, e di andare all’attacco» come un sol uomo per la libertà, anche solo di indossare la polo in classe. «Tutte cose che non si imparano sui libri, certo. Ma a scuola, in certe scuole, a volte sì».
Uno stile avvolgente come un flusso di coscienza, personaggi semplici, comuni, così umani e vicini a noi che sarà difficile dimenticarli. Tre racconti sospesi tra il profumo dell’infanzia e il mondo degli adulti, delicati, divertenti e ricchi di ironia, perfette incarnazioni di quella cosa unica e misteriosa, magica e irripetibile che è l’adolescenza.