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Anche alle lucertole ricresce la coda
Il barone Lamberto è un arzillo vecchietto che ha trovato il modo di ringiovanire a vista d’occhio, con uno stratagemma di pirandelliana ispirazione (“Le parole precise del santone arabo incontrato per caso all’ombra della Sfinge: Ricordati che l’uomo il cui nome è pronunciato resta in vita”) sulle rive del Cusio (“Le montagne hanno innalzato tutt’intorno i loro sipari verdi e azzurri e dietro le cime svetta il Monte Rosa, come un gigante che guardi di sopra le spalle delle persone comuni”).
Ma un nipote squattrinato e voglioso di entrare in possesso dell’eredità approfitta di un manipolo di banditi per sopprimere lo zio. I malviventi chiedono il riscatto e per fare questo tagliano l’orecchio del barone (“Non capisco tanta meraviglia. Anche alle lucertole ricresce la coda”).
La fiaba – nella quale anche i banditi si chiamano Lamberto e il numero 24 ricorre in modo cabalistico - procede senza porsi limiti di sorta e tra epimorfosi, morfallassi e… resurrezioni!… è il trionfo della fantasia e dell’ironia.
Giudizio finale: rigenerativo, miracolistico e miracoloso.
Bruno Elpis
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