Dettagli Recensione
Costanza e Melisenda
Leggere Bianca Pitzorno è un po' come tornare bambina.
Le protagoniste, bambine, mi riportano indietro a quando tutto era un avventura.
Ma Costanza e Melisenda non sono due bambine comuni.
Costanza, primogenita di messer Rufo, falconiere del re, e Madonna Yvette, sogna da sembre di andare in terra santa per liberare il santo sepolcro, Melisenda, invece, nutre una sfrenata passione per la professione del padre e vuole, a tutti i costi, un suo falco da allevare.
È grazie a quest'ultima che impariamo l'arte del falconiere, mentre grazie alla prima, conosciamo le difficoltà di andare in guerra.
La cosa che amo di questo libro sono le immagini che trasmette. Il 1200 non era certo un periodo facile e privo di rischi e la scrittrice riesce a mostrare senza veli certe durezze e crudeltà del periodo.
L'arte del falconiere non è certo facile e attraverso Melisenda viviamo anche scene un po' crude. La guerra non è priva di rischi e con Costanza conosciamo i risultati della presenza di tante persone in poco spazio e condizioni igieniche non proprio ottimali.
Grazie allo stile però, anche le cose un po' più sgradevoli passano in secondo piano e ciò che rimane è l'avventura e i sentimenti che vengono trasmessi.
Bellissimo libro e bellissima abientazione.