Dettagli Recensione
Fantasia creativa
Pochi libri sono al tempo stesso istruttivi e piacevoli come questo. Rodari conserva nella saggistica la stessa schietta freschezza narrativa che riserva ai romanzi e ai racconti per l’infanzia, realizzando un saggio sulle possibilità e sulle infinite varietà della scrittura creativa, senza risultare mai banale e mai prolisso, mai noioso e sempre attuale. Realizza insomma un testo adatto a tutti, aperto a tutti, che insegna senza distinzione di sorta ad inventare storie partendo da idee semplici, spesso simpatiche, e perlopiù solo apparentemente ingenue o frivole. La sua dichiarazione poetica, «tutti gli usi della parola a tutti», vuole del resto sottolineare proprio questo: tutti possono inventare favole (e perché no, dalle favole ai romanzi e così alle storie per adulti) e per farlo basta lasciar spazio alla fantasia e alla creatività, senza porsi limiti di qualsiasi genere, siano essi mentali, spaziali, di verosimiglianza, seguendo un procedimento che prima ancora che dell’uomo adulto è proprio non a caso del bambino.
I metodi «consigliati» da Rodari sono, citando le sue parole, «solo alcuni» fra quelli possibili. Propone ad esempio di servirsi di un «binomio creativo»: due parole, gettate l’una contro l’altra, che proprio in virtù della loro – possibilmente grande – distanza semantica permettono di creare divertenti incontri narrativi. Un’altra possibilità sta nell’utilizzo dell’«errore creativo», che consente di rendere ogni strafalcione grammaticale un potente indizio creativo per l’invenzione di una storia. Perché, poi, non partire da fiabe antiche per produrne di nuove? Si può sconvolgere il senso di una locuzione, di un modo di dire cristallizzato, di una frase idiomatica che nessun adulto, diversamente, si sognerebbe di ripensare come fanno i bambini: ad esempio, l’orologio che «spacca il minuto». Come lo spacca? A martellate? E «vedere le stelle» per il dolore, quali costellazioni ci permette di ammirare anche senza cannocchiale? Questi sono alcuni tra gli esempi descritti dall’autore.
Il punto di partenza è la fantasia, considerata da Rodari il senso più profondo della libertà umana. Nulla più della fantasia permette all’uomo di sentirsi davvero libero e, parafrasando il suo pensiero, la fantasia è la sola forma di libertà umana che nessun regime, nessuna dittatura, saranno mai in grado di imbrigliare. Ho studiato letteratura, ma mai nessun autore o saggista era riuscito a trasmettermi un messaggio di così potente fiducia nelle facoltà umane, nonché nel senso di grandezza e profondità che soltanto l’arte è in grado di trasmettere già soltanto attraverso il suo atto di realizzazione.
Vorrei inoltre sottolineare come la “Grammatica della fantasia”, oltre ad essere un saggio di scrittura, è implicitamente anche un manuale per imparare ad essere buoni genitori. Ho trovato tra le sue pagine insegnamenti davvero notevoli, e del resto il grande spazio dato alla creatività mi sembra già in partenza un’ottima premessa per una buona l’eduzione dei più piccoli. Oggi la scuola dà ancora pochissima rilevanza alle capacità fantastiche di ogni alunno (e se ne lamentava già Rodari nel ’70!), e così il mondo che, una volta emersi dall’alveo dell’infanzia, scalza verso la propria irrimediabile fine quella fantasia che resta – e nei bambini di oggi, molto spesso di fantasia ne resta purtroppo davvero poca. L’omologazione, in fondo, richiede un minimo uso della creatività: meno ce n’è, meglio è. Rodari, al contrario, insegna che la creatività fantastica è importante e invita per questo ad educarla: come l’amore, anch’essa, pur essendo naturalmente presente nella mente del bambino, necessita attenzioni e cure per svilupparsi al meglio. E credo che anche la scuola ormai dovrebbe capirlo: la creatività è sinonimo di intelligenza, così come lo è la capacità di saper svolgere un’espressione matematica o riconoscere un predicato verbale da un sostantivo.
Mi sento per questo di consigliare la “Grammatica della fantasia” a tutti coloro che nella propria adolescenza (e oltre) si sono sentiti accusare di «vivere nel mondo delle favole», e a tutte quelle persone che hanno rinunciato ad inventare, a creare, a disegnare, scrivere, dipingere, comporre e quant’altro, per trovarsi una «fatija (lavoro) seria», come si dice dalle mie parti. E anche a tutti coloro che pensano che inventare storie sia troppo oltre la loro portata. Rodari permette di capire non bisogna essere grandi scrittori per inventare favole: basta soltanto dimostrarsi fanciullescamente aperti alla creatività fantastica. E per dirlo in altre parole: «Non serve essere grandi artisti per fare dell’arte».
Indicazioni utili
Commenti
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concordo pienamente con te sulla riflessione riguardo
la potenza incommensurabile, la fiducia e la profondità, che solo l'arte,
nella sua realizzazione e nella sua fruizione, è in grado di sprigionare.
Per quanto riguarda il ruolo della scuola sono meno pessimista,
forse perchè ho avuto la fortuna di incontrare nel mio percorso formativo
tanti ottimi insegnanti e alcuni Maestri speciali.
In quanto a Rodari ho sempre pensato che
ha il pregio del genio di veder oltre quel dove in cui l'altrui sguardo si ferma pigro.
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Rodari mi ha sempre dato l'idea di uno che ha girato su questo pianeta con una camminata leggera...