Dettagli Recensione
Un'adolescente allo specchio
Un’adolescente arrabbiata. Questo è lo schiaffo che prendi quando tieni in mano questo libro. Nel leggerlo ti scorre fra le mani la sua vita, le sue difficoltà, i suoi dolori. Conosci i suoi occhi che sono laghi pieni di tristezza e di paura. E i punti a cui si aggrappa: l’amica del cuore, il suo migliore amico e soprattutto il fratellino, col quale il rapporto è di una tenerezza incredibile. Lo stile è molto immediato, vivace, però queste pagine stancano un po’. Sembrano fin eccessive, costruite, forse una storia un po’ troppo trascinata, che poteva essere più breve. Un libro scritto per adolescenti, un po’ alla Moccia, un po’ alla After. Questa è l’impressione che hai. Verso metà libro c’è una lettera che Marina scrive a sua madre. Questa lettera ti smuove qualcosa dentro. Riprendi la lettura ed ancora ci trovi qualcosa di fittizio. Però le impressioni cominciano ad essere altalenanti. Finchè poi leggi i ringraziamenti. E capisci che il libro non è così costruito come pensavi, che quel dolore che hai visto negli occhi di Marina, forse è stato anche negli occhi e nel cuore di Federica. Forse il libro è un po’ autobiografico e comunque non è solo una storia. E’ vita. Allora lo riconsideri. Capisci che forse non l’ha raccontato poi così bene questo dolore, perché era un dolore vero, un dolore suo, troppo forte per essere trasferito nelle pagine di un libro. E forse, dopo tanti libri scherzosi, questo è il suo primo libro vero. La Bosco è un’autrice molto ironica, molto frizzante. Con questa sua opera mi stava un po’ deludendo, perché ho pensato che si fosse piegata alle leggi del mercato, invece la leggerò ancora. Può essere che questo libro sia un po’ uno scivolone, almeno stilisticamente, però forse è un suo nuovo punto di partenza. Perché sicuramente l’autrice si porta dentro stati emotivi difficili. Mi aspetto che ne scriva ancora, forse in modo un po’ più maturo. Forse guardando ancora più se stessa, senza pensare al pubblico per cui scrive.