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" La nebbia a gl'irti colli ...."
“La nebbia a gl’irti colli”, il famoso incipit della poesia di Carducci, è la parola d’ordine che deve pronunciare, prima che gli aprano la porta di casa, il padre della famigliola protagonista del romanzo di Vitali. E’ infatti accaduto, in paese, un fatto strano: da alcuni giorni una nebbia fittissima avvolge l’abitato, non si vede ad un palmo, e, per di più, sono stranamente scomparsi i giorni dai calendari. Sconcerto e timori si diffondono tra la gente: nessuno sa più che giorno è, si chiudono le scuole, il traffico è bloccato, le attività lavorative vanno a singhiozzo, tanto più che la nebbia diventa sempre più fitta e oscura, una specie di massa collosa, impenetrabile e maleodorante. Vitali si cimenta con un genere nuovo, la letteratura per ragazzi: è infatti un ragazzino il personaggio principale, pieno di curiosità e di inventiva, un osservatore acuto e meravigliato degli eventi, che alla fine contribuirà ad escogitare un piano per porre fine all’isolamento ambientale. Tornerà il sole, la vita riprenderà. Essendo un lungo racconto per ragazzi, Vitali sembra voler dare due ammonimenti, riuscendoci con la consueta arguzia: il primo è quello di avere più riguardo per l’ambiente in cui viviamo (la nebbia puzzolente è una metafora dell’inquinamento), il secondo quello di avere fiducia nei più giovani che, come il ragazzino della storia, sanno guardare ed apprezzare con meraviglia e stupore la bellezza della natura che li circonda. Ciò detto, va segnalato che la storia nel suo complesso è un po’ stiracchiata, ci si annoia insomma, anche per battute ripetitive e per situazioni paradossali dovute al calendario azzerato: ma è una specie di favola, va bene così, anche se il Vitali delle amene storie di Bellano ci convince di più.