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Il giornalino di Gian Burrasca
 
Il giornalino di Gian Burrasca 2015-07-28 07:37:05 fraghi88
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
fraghi88 Opinione inserita da fraghi88    28 Luglio, 2015
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Un libro universale


Recensione

Una storia romanzata, che è meglio riconosciuta come la goliardica avventura di una ‘peste’di ragazzino.
Un libro ironico, divertente ed esilarante che farà sorridere grandi e piccini.
Il protagonista, il cui vero nome è Giannino Stoppani, viene chiamato ‘Gian Burrasca’, proprio perché nel corso della sua vita ne combinerà di tutti i colori.
Unico maschio in una famiglia composta da mamma, babbo e tre sorelle, a nove anni inizierà a scrivere nel diario, meglio chiamarlo ‘giornalino’ , che la madre gli regala per il suo compleanno.
Lì comincerà ad annottare ogni singolo avvenimento e ogni sua più particolare’ bravata’.
Fra le tante avventure,la volta in cui cadde nel fiume mentre pescava con una canna regalatagli dalle sorelle.
E la più particolare viene descritta l’occasione in cui il protagonista ritrova alcune fotografie di conoscenti, che in tutti modi cerca di restituire ai proprietari uno per uno.
La famiglia si ritroverà a dare una festa da ballo per rimediare al gesto impertinente del ragazzino.
Per non parlare dell’episodio, in cui farà finta di pescare dalla bocca dello zio di suo cognato. L’uomo starnutendo inghiottirà l’amo e Gian Burrasca si accorgerà di avergli pescato un dente cariato.
Ma la parte più movimentata, sarà il periodo in cui il ragazzo verrà rinchiuso in collegio e da lì darà ancora il meglio di sé, ma lascio ai lettori la curiosità e il divertimento di scoprire come la ‘pappa al pomodoro’ diventerà famosa attraverso la mitica storia di questo bambino.
Comunque alla fine nonostante le numerose marachelle che Gian Burrasca ha combinato, la storia si conclude in parte a favore di questo personaggio squinternato e pazzerello.
In fondo una ragione se la si sa leggere fra le righe c’è: Giannino dietro a quell’anima di ‘peste’, possiede un cuore tenero e buono, ma soprattutto la sua schiettezza e la sua sincerità riusciranno sempre a rivelare il finto perbenismo e l’odiosa ipocrisia della gente che gli sta intorno.
Secondo me un po’ tutti dovremmo imparare tanto dal racconto che questo libro ci insegna.
A volte bisognerebbe restare sempre bambini per riuscire ad interpretare nel modo più giusto la vita.

Francesca Ghiribelli.

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Libro importante che restituisce anche una visione ironica della società dell'epoca.
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